Tribunale Civile di Dott.ssa L. P. NOTE ALLA CONSULENZA TECNICA DI UFFICIO REDATTA dal dr. F. L. NEL RICORSO EX ART. 696BIS C.P.C.

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Tribunale Civile di Dott.ssa L. P. NOTE ALLA CONSULENZA TECNICA DI UFFICIO REDATTA dal dr. F. L. NEL RICORSO EX ART. 696BIS C.P.C. TRA: D.D. S. c/ P. U. Le presenti note si rendono necessarie per la totale ed assoluta inadeguatezza, superficialità e inesattezza della CTU del dr. L. che arrivano ad integrare a nostro avviso, fattispecie di colpa sotto l aspetto della negligenza ed imperizia grave come previsto dall art.64 c.p.c. Tali profili si riassumono di seguito con una analitica valutazione dalla quale scaturiranno una serie di chiarimenti rivolti al ctu a cui lo stesso non potrà sottrarsi dal rispondere in maniera esaustiva e dunque motivata in termini scientifici (neurochirurgici e medico-legali). 1) Inesatta rappresentazione delle operazioni peritali del 9 gennaio 2014: Alle operazioni peritali il sottoscritto dr. Galipò non era presente (avendo solo chiamato telefonicamente il ctu per scusarsi della propria assenza legata a cause di forza maggiore). Era presente il Dr. F. G. che tuttavia è uomo e non donna. Tale precisazione serve bene ad evidenziare non solo la trascuratezza del CTU, ma ad evidenziare altresì le gravi inesattezze. 2) Descrizione di un esame obiettivo MAI effettuato sulla perizianda: Tale fatto è particolarmente grave in quanto configura un vero e proprio falso in perizia di cui il CTU dovrà rispondere salvo dare una convincente spiegazione soprattutto alla perizianda. Quest ultima infatti (che oggi risulta davvero sconcertata dalla lettura di quanto in bozza) durante le operazioni peritali è stata semplicemente invitata ad alzarsi dalla sedia a rotelle (atto peraltro compiuto neanche in maniera completa!). 3) Risposta ai quesiti del Giudice inadeguata e non supportata da evidenze documentali e scientifiche neurochirurgiche: Le risposte ai quesiti (in tutte 30 righe!) sono totalmente inattendibili e prive di fondamento in quanto basate esclusivamente su apodittiche convinzioni del CTU che 1 Il C.T.P. dr. Carmelo Galipò

non trovano alcun riscontro documentale, anzi, alcune di esse, derivano solo sedicentemente da consultazioni verbali di importanti specialisti neurochirurghi (sic!!!) di cui non si fa conoscere l identità! Grave è la affermazione di adeguata informativa resa alla paziente quando, non solo durante le operazioni peritali, il CTU non ha mai chiesto alla perizianda se e come l avevano informata e quali erano gli obiettivi da raggiungere e quali erano le procedure chirurgiche attuabili, ma soprattutto quando agli atti non esiste documento alcuno che possa far dedurre tale adeguata informativa!. Ma ancora più grave, ove possibile, è l affermazione immotivata che i postumi di cui è affetta non sono in nesso causale con l intervento! Tali affermazioni che scaturiscono come detto, da semplice personale convincimento del tutto apodittico (siccome totalmente non motivato) dovrebbero al contrario essere fondate su dati scientifici e conoscenze giuridiche adeguate di cui il CTU evidentemente non è dotato. 4) Conclusioni basate su dati non rilevabili nella documentazione depositata in atti. Altrettanto inaccettabile e persino imbarazzante è la conclusione che la sintomatologia clinica attuale è legata ad una ernia espulsa non documentata! Il punto non è solo quello che l ernia espulsa non sia documentata da alcun referto, ma quello che il ctu non ha mai motivato l etiologia di tale ernia espulsa e la sua produzione! In conclusione: una consulenza inutile ed inutilizzabile (si badi da ciascuna delle parti!) per la prosecuzione del giudizio. Si reputa comunque necessario rivedere la successione storica dei fatti e precisarli nuovamente con rigore neurochirurgico derivante da 40 anni di attività chirurgica del sottoscritto dr. G., affinchè si possa addivenire a delle conclusioni medicolegali adeguate al caso del sig.ra D.D. 2 Il C.T.P. dr. Carmelo Galipò

Aspetti da tenere in considerazione 1) 18/11/10 : Rx Colonna L/S scoliosi L. Sn convessa compenso L/S spondilo-artrosi L/S con riduzione L5/S1 - anterolistesi L3/L4 - Pr. dinamiche scarsa capacità escursoria cerniera lombare in max flessione minimo incremento listesi in L3 2) 23/11/10 : RM L/S lieve antero-spondilo-listesi L3/L4 - canale vertebrale dimensioni lievemente ridotte in L3 L5 - in L3 L4 protrusione discale mediana + verso Dx con impegno intraforaminale Dx - L4 S1 protrusioni mediane 3) 21/01/11 NCH P. Stenosi + listesi lombare in attesa x laminectomia + fissaggio vertebrale - deambulazione solo con appoggio. 4) 23/03/11 cartella NCH P. (S.) Diagnosi Spondilolistesi L3-L4 con stenosi lombare andatura fortemente claudicante, possibile solo x pochi passi. Deficit forza 3/5 quadricipite 4/5 ileo-psoas bilateralmente 25/03 intervento si stabilizza (leggi scheletrizza) la colonna bilateralmente da L2 L5, si posizionano 4 viti peduncolari su L3 ed L4, decompressione del sacco durale e delle radici, connessione viti e barre 5) 13/04/11 controllo NCH quadro neurologico migliorato rispetto pre-operatorio, necessità sostegno bilaterale x deambulazione 6) Persistenza di lombo-sciatalgia e difficoltà stazione eretta senza busto 7) Ulteriori TC - RM degenerazione artrosica, stenosi canale, protrusione L4 L5 con compressione radicolare che giustifica sciatalgia e deficit funzionale 8) 21/02/12 Visita NCH Osp. S. C. esiti di instabilità L3 L4 in lista di attesa per revisione ed allungamento artrodesi vertebrale IL CTU, dopo l analisi di tali dati, conclude A) E Corretta la Diagnosi (Spondilo-listesi L3-L4 con stenosi lombare), formulata dai sanitari dell U. In realtà non è assolutamente così: Infatti i dati certi e documentabili sono i seguenti: - una colonna L/S scoliotica con alterazioni degenerative spondilo-artrosiche diffuse - lieve anterolistesi L3-L4 3 Il C.T.P. dr. Carmelo Galipò

- alle prove dinamiche SOLO una scarsa capacità di assecondare il movimento da parte della cerniera (cioè si tratta di una colonna rigida in D12 L1 che si muove poco) - esclusivamente in Max flessione un minimo incremento dell antero-listesi - un canale lombare lievemente ridotto nel tratto L3 L5 - in L3-L4 (dove c è anche l anterolistesi) una protrusione discale mediana-paramediana dx con impegno intra-foraminale Dx - in L4 S1 minime protrusioni mediane. Ossia si può affermare senza possibilità di smentita che: la Pz. NON era affetta da una antero-listesi L3-L4 con associata una stenosi del canale, ma soffriva per una sintomatologia poliedrica in cui ogni aspetto di quelli succitati svolgeva la sua parte e quindi era un quadro patologico da affrontare sotto tutti gli aspetti: partendo dalla Scoliosi Lombare era una colonna con vari problemi che il trattamento a cui fu sottoposta assolutamente non risolse e né poteva risolvere, ma, al contrario, ha accentuato la situazione patologica descritta aggravando il quadro. B) La scelta del trattamento è stata adeguata: Al contrario, il trattamento chirurgico è stato assolutamente inadeguato alla situazione clinica presentata dalla Pz. Infatti, come possiamo leggere nella descrizione dell intervento, l atto chirurgico è stato nel complesso errato: l artrodesi doveva essere assolutamente più lunga e bloccare un tratto adeguato di colonna (come consigliato anche nella visita NCH fatta il 21/02/12 presso l O. S. C.). Lo scopo da perseguire e raggiungere era che L3-L4 non si doveva muovere. Il segmento da bloccare doveva essere (almeno) L2 L3 - L4 se non anche L5 con 6-8 viti (non dobbiamo dimenticare che il tratto da rendere stabile era L3-L4 in quanto la L3 avanzava un po in flessione. Anzi, in considerazione sia della sintomatologia presentata dalla paziente nel preoperatorio che di quello che gli esami strumentali avevano evidenziato, sarebbe stato prudente, dopo adeguata informazione della paziente, sottoporla a microdiscectomia in quanto la sintomatologia dolorosa derivava dalla protrusione erniaria intraforaminale e non dalla lieve instabilità di L3. Tale intervento avrebbe certamente ridotto la sintomatologia clinica a fronte di una mini invasività interventistica. Solo dopo 4 Il C.T.P. dr. Carmelo Galipò

eventuale fallimento o recidiva si sarebbe potuto intervenire con stabilizzazione L3-L5 producendo così una artrodesi certa e stabile. Invece, l aver bloccato la colonna in L3 L4 ha collocato a tale livello il fulcro di tutti i movimenti del rachide L/S che è diventato instabile proprio in L3-L4 e, mancando la decompressione della radice, a tale livello si sono prodotte le lesioni presenti. C) L esecuzione del trattamento è stata adeguata: Al contrario, l artrodesi L2 L4 (L5) doveva essere completata da una discectomia in L3 L4 per decomprimere il forame e la radice L4 Dx (vera causa della sintomatologia clinica della paziente!) I chirurghi non hanno decompresso né la radice né il forame, hanno, invece, fissato L3-L4, realizzando una situazione con fulcro dinamico in L3 provocando, in tal modo, un aumento della lesività sulle strutture neurologiche di L3 pressate dalla protrusione L3 a Dx ed una instabilità ancora maggiore. A questo proposito il CTU scrive che una sintesi più lunga non avrebbe potuto limitare l interessamento sciatalgico residuato, peraltro causato da una nuova ernia espulsa in L4 L5. A tale riguardo si vorrebbe davvero conoscere, si ribadiscce, dove il dr. L. abbia rinvenuto un referto che descriva la presenza di un ernia espulsa!!! In realtà accertamenti successivi continuavano a descrivere la nota protrusione L4-L5 che comprimeva la radice e sarebbe stata responsabile della sintomatologia doloroso-disfunzionale. Inoltre sarebbe molto importante sapere come il CTU sia arrivato al convincimento dell inutilità dell artrodesi più lunga: se gli è stato suggerito da illustri colleghi verbalmente, gli si richiede di conoscere tali colleghi e soprattutto di motivarlo espressis verbis e scientificamente! D) Per quanto riguarda il Danno ed il Nesso Causale con l intervento è assolutamente essenziale ribadire che l intervento è stato errato per imperizia degli operatori della NCH del P. U. per i motivi ampiamente esposti in precedenza. Insomma, l intervento effettuato ha provocato e continua a provocare, in modo unico e diretto e diluito dall intervento ad oggi, una situazione di danno radicolare di L3 e di (L4) con grave disfunzionalità dolorosa del rachide L/S e perdita subtotale della funzione deambulatoria che va interamente risarcita insieme alla patologia psichica conseguente. 5 Il C.T.P. dr. Carmelo Galipò

CONSLUSIONI MEDICO-LEGALI Per quanto precede, si ritiene assolutamente imprescindibile che il CTU risponda ai seguenti chiarimenti in modo chiaro ed esaustivo con tutti i riferimenti bibliografici e studi scientifici per la parte neurochirurgica: 1) Come mai il CTU ha descritto un obiettività quando non ha visitato la paziente? 2) Da dove gli derivano le deduzioni sull adeguata informativa alla paziente e da quali elementi documentali li ha tratti? 3) Come mai l attuale quadro clinico della paziente che è simile a quello preoperatorio (ma solo aggravato) egli lo relaziona alla inesistente ernia espulsa (o comunque alla protrusione erniaria documentata strumentalmente) e allo stesso tempo afferma che l intervento chirurgico scelto dai sanitari del Policlinico sia stato adeguato rispetto ad una discectomia mai eseguita? 4) Su quali basi scientifiche sostiene che un allungamento dell artrodesi non possa essere efficace e non relaziona sul fatto che andrebbe o, meglio, andava risolto il contemporaneo problema discale? 5) Allo stato attuale, quanto risulta ridotta l integrità psicofisica della sig.ra D.D. (ossia quanto è valutabile medicolegalmente il danno biologico)? E doveroso che il CTU risponda esaurientemente ed in modo valido in primis ai quesiti del Giudice e quindi prenda adeguata e motivata posizione sulle osservazioni fatte dai sottoscritti cc.tt.pp. affinchè tale relazione risulti adeguata all incarico ricevuto dall ill.mo Giudice ed utile alle parti nell eventuale giudizio di merito e infine per non incorrere nella colpa grave nell esecuzione degli atti a lui richiesti in quanto ciò oggi non è. Roma lì 28.08.2014 Dr. F. G. Dr. Carmelo Galipò 6 Il C.T.P. dr. Carmelo Galipò