Corso di aggiornamento A scuola di ATTENZIONE! 17 febbraio 10, 3h: L attenzione: cos è, quando compare, come si sviluppa. Il processo attentivo o i processi attentivi? Attenzione ed intenzione, attenzione e motivazione, attenzione e memoria. 19 febbraio 10, 3h: Solo i bambini non sono attenti? Cenni sulle possibilità di valutazione dei livelli di attenzione del gruppo-sezione (classe) e delle proprie capacità attentive. I segnali di distrazione. Come migliorare i livelli attentivi intervenendo sull ambiente e sull organizzazione delle attività. L attenzione e il clima relazionale. L attenzione e l ascolto. 5 marzo 10, 2 h: Come migliorare i livelli attentivi intervenendo sulle modalità relazionali. Cenni sul Disturbo dell Attenzione/Iperattività. Valutazione del percorso e conclusioni. DESTINATARI: insegnanti di Scuola dell Infanzia e di Scuola Primaria, max 30 partecipanti per gruppo. RELATRICE: Aida Marrone, insegnante, psicologa, psicoterapeuta, formatrice. TEMPI: 1 incontro di 2 ore, 2 incontri di 3 ore, per un totale di 8 ore di formazione, febbraio-marzo 2010. METODOLOGIA: la metodologia utilizzata sarà di tipo pratico-esperienziale, nella consapevolezza che gli apprendimenti più significativi e duraturi sono quelli che passano attraverso la propria esperienza. Sintetici input teorici saranno accompagnati da esemplificazioni pratiche, attività esperienziali, role-play, discussioni di piccolo e grande gruppo. SUSSIDI E ATTREZZATURE: videoproiettore.
L attenzione: cos è? E UN PROCESSO ATTIVO DI ANALISI DI INFORMAZIONI PROVENIENTI DA STIMOLI PRESENTI NELL AMBIENTE CIRCOSTANTE (O ANCHE IN SE STESSI), SECONDO MODALITA EFFICACI RISPETTO AL RAGGIUNGIMENTO DI DETERMINATI OBIETTIVI. Quando nasce? FIN DAL PRIMO ANNO DI VITA O ANCHE PRIMA! Come evolve? SEMBRA CHE NEL CORSO DELLO SVILUPPO L ATTENZIONE NON AUMENTI QUANTITATIVAMENTE NON AUMENTA CIOE LA QUANTITA DI INFORMAZIONI CHE PUO GESTIRE, MA DIVENTI VIA VIA PIU EFFICACE, MIGLIORANDO L EFFICIENZA DEI SUOI PROCESSI DI ANALISI. COSA EVOLVE? L ABILITA DI SELEZIONARE LE INFORMAZIONI IMPORTANTI LA FLESSIBILITA, CHE CONSENTE DI DIRIGERE L ATTENZIONE A SECONDA DEGLI OBIETTIVI LA CAPACITA DI NON TENER CONTO DELLE INFORMAZIONI IRRILEVANTI RISPETTO AGLI OBIETTIVI
Nel corso del primo anno di vita: L ATTENZIONE E MOLTO LEGATA ALLA QUALITA DEGLI STIMOLI ED ALLA LORO NOVITA. Dal secondo al quinto anno: L ATTENZIONE CONTINUA IN PARTE AD ESSERE LEGATA ALLA QUALITA DEGLI STIMOLI, MA COMPARE E SI SVILUPPA ANCHE LA CAPACITA DI CONTROLLARNE I PROCESSI PER RAGGIUNGERE DETERMINATI OBIETTIVI; SI SVILUPPA, CIOE, UN FORTE LEGAME TRA L ATTENZIONE E LA MOTIVAZIONE. Con la maturazione neurologica e lo sviluppo cognitivo ed emotivo, si ampliano inoltre i tempi di attenzione. Attenzione o attenzioni? L ATTENZIONE NON COSTITUISCE UN PROCESSO UNICO, PIUTTOSTO UN PROCESSO COMPLESSO CHE SI COMPONE DI VARI ASPETTI Selettività: noi riceviamo contemporaneamente tanti stimoli, interni ed esterni. In ciascun momento siamo attenti solo ad alcuni di essi (o forse solo ad uno di essi). Questo presuppone la capacità di discriminare gli stimoli utili da quelli irrilevanti in un determinato istante, che restano per così dire sullo sfondo e di cui a volte non siamo nemmeno coscienti. Focalizzazione: è la capacità di dirigere l attenzione su un solo bersaglio o su un solo compito. Possiamo utilizzare la metafora dello zoom di un apparecchio fotografico: con il grandangolo riusciamo ad ottenere un immagine più comprensiva, contenente tante informazioni, ma poco dettagliate; mano a mano che stringiamo il fuoco, l obiettivo raccoglie un minor numero di informazioni, ma esse sono più grandi e dettagliate; quando focalizziamo un particolare, esso appare nella sua completezza e la conseguente possibilità di elaborazione sarà più ampia.
Attenzione prolungata: è la capacità di mantenere su un oggetto o su un compito l attenzione per un lungo periodo. Ad esempio, in una situazione come questa, voi dovete esercitare questo tipo di capacità. L attenzione prolungata è possibile se il compito non è molto complesso e se non richiede alti livelli di concentrazione. La capacità di mantenere nel tempo l attenzione dipende da vari fattori, sia interni (buono stato di salute, assenza di forti preoccupazioni, riposo sufficiente, motivazione, interesse, ecc.) sia esterni (voce dell oratore, pochi stimoli irrilevanti, argomenti proposti, piacevolezza del compito, clima emotivo e relazionale). Spostamento rapido del fuoco attentivo (shift di attenzione): è la capacità di passare velocemente da uno stimolo all altro per riuscire a stare attenti a più cose contemporaneamente. La selettività e la focalizzazione a 7 anni hanno già raggiunto le caratteristiche dell età adulta. L attenzione prolungata e lo shift di attenzione, invece, svilupparsi almeno fino agli 11-12 anni. continuano a
La metacognizione Quando compare la capacità di essere consapevoli dei propri processi attentivi e di controllarli volontariamente? Le prime idee sull attenzione e le prime riflessione su di essa sembrano comparire, pur se con differenze interindividuali, intorno ai 4 anni. La consapevolezza dei fattori di distrazione interni (dolore fisico, preoccupazioni, pensieri interferenti, ecc.) sembra maturare intorno ai 7 anni. La parola ai bambini Chiediamo ai bambini: - Cosa significa stare attenti? Cosa fai quando sei attento? - Quali sono i fattori di distrazione? Cosa a volte ti impedisce di stare attento? Attenzione ed intenzione - attenzione e motivazione Perché ci sia vera attenzione, soprattutto nelle situazioni in cui è particolarmente necessaria la concentrazione, è indispensabile che ci sia l INTENZIONE DI STARE ATTENTI, che si voglia cioè stare attenti. Nel nostro lavoro, nella maggior parte dei casi, è necessario allenare lo shift di attenzione e, avendone l intenzione, impegnarsi nel faticoso compito di spostare velocemente la nostra attenzione da un oggetto o una situazione all altro. Se abbiamo l intenzione di stare attenti a tutti i bambini che ci sono affidati, anche se la nostra attenzione è distratta a tratti da stimoli irrilevanti o vorrebbe focalizzarsi su una sola situazione, possiamo con uno sforzo volontario muoverci velocemente da uno all altro di loro. Anche questa volta è spesso l intenzione a renderci persone ed insegnanti attenti.
Questo, paradossalmente, a volte ci rende difficile focalizzare l attenzione su una sola persona o una sola situazione. Siamo così abituati a stare attenti simultaneamente a tanti bambini ed a tanti stimoli visivi, uditivi, cinestetici, nonché interni, che a volte abbiamo difficoltà a focalizzare la nostra attenzione su una sola persona o su una sola situazione. Così, quando è necessario impegnarsi in un compito che richiede la nostra totale attenzione e concentrazione, possiamo fare ancora più fatica di quanto possa accadere a qualsiasi altra persona, soprattutto a chi per lavoro è allenato alla focalizzazione. Sappiamo che la nostra attenzione è selettiva, ma con uno sforzo consapevole può essere focalizzata su un compito o una situazione anche per un lasso di tempo lungo. Questo grazie anche alla possibilità che ha di spostarsi velocemente da un oggetto all altro. Se abbiamo l intenzione di stare attenti, anche se la nostra attenzione è distratta a tratti da stimoli irrilevanti rispetto al compito, possiamo allenandoci ad osservare i nostri processi attentivi con un atto volontario rifocalizzarci sulla situazione. Attenzione e memoria Tutti sappiamo, anche senza aver fatto studi specifici, ma per esperienza personale e professionale, quanto l attenzione sia importante per sostenere i processi mnestici. Quando siamo attenti, o quando i nostri alunni/bambini sono attenti, ricordiamo maggiormente ed apprendiamo maggiormente. Come l attenzione, anche la memoria non costituisce un processo unico e semplice. Essa è al contrario un processo complesso, che si compone di vari aspetti. Tanti sono infatti i tentativi di scomporla nei suoi aspetti costituenti e le sue manifestazioni, nessuno in verità pienamente soddisfacente ed esaustivo. (memoria a breve, medio e lungo termine; memoria di lavoro, procedurale, di concetti ; memoria semantica, episodica, autobiografica; memoria ecoica, iconica o uditiva e visiva, cinestestica ). L attenzione è indispensabile per sostenere la memoria fin dall inizio del processo, cioè fin dal momento in cui gli stimoli raggiungono i nostri organi di senso.
Tutto ciò che è oggetto di attenzione accede alla coscienza. Quando sono coscienti, gli stimoli possono essere elaborati e divenire informazioni. Ma non solo! Processi efficaci di attenzione permettono di: 1) Selezionare gli stimoli da prendere in considerazione e lasciare sullo sfondo gli altri; 2) Mantenere il fuoco attentivo per un tempo sufficiente ad una buona elaborazione delle informazioni. La traccia mnestica è robusta quando è legata al processo attentivo; si riesce a sottoporre al processo di memorizzazione anche stimoli verso cui non si è prestata attenzione, ma la traccia mnestica è molto debole. Attenzione e comprensione Se guardiamo alla nostra esperienza, ci verranno in mente innumerevoli episodi in cui l attenzione ha facilitato la nostra capacità di comprensione di concetti e di situazioni anche piuttosto complicati. Tante volte lo abbiamo notato anche a scuola. E anche verò però che è possibile prestare attenzione (anche se forse non a lungo) a stimoli che non riusciamo a comprendere. Pensiamo all attenzione che possiamo prestare nei confronti di un interlocutore che ci invia messaggi in una lingua a noi sconosciuta.