Teoria dell imposta. Teoria dell imposta

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Teoria dell imposta Teoria dell imposta Il punto di partenza è che occorre finanziare le attività del settore pubblico (che può essere più o meno ampio). Storicamente, la dottrina ha distinto tra diversi tipi di entrate: a) Servizi destinati alla vendita 1) Prezzi privati: quando l operatore pubblico produce beni privati che sono messi sul mercato a prezzi uguali a quelli che praticherebbe il privato; 2) Prezzi quasi-privati: quando l operatore pubblico vende beni privati seguendo obbiettivi che vanno oltre la massimizzazione del profitto (ad esempio la conservazione ambientale) 3) Prezzi pubblici: quando l operatore pubblico vende beni privati perseguendo il vincolo del pareggio di bilancio e non quello della massimizzazione del profitto. Si richiede quindi che i ricavi siano pari ai costi, ed è possibile la discriminazione di prezzo (prezzi diversificati in funzione delle categorie di acquirenti e delle quantità consumate). Inoltre il prezzo medio è tipicamente più basso di quello che verrebbe applicato da un monopolista privato. 4) Prezzi politici: come i prezzi pubblici, con la differenza che non si richiede il pareggio di bilancio (ad esempio i trasporti pubblici). Ciò può essere giustificato se vi sono finalità genericamente redistributive o se al consumo di questi beni sono legate delle esternalità positive. Entrambi gli aspetti sono presenti nel caso del trasporto pubblico (chi usa i mezzi pubblici ha un reddito meno alto di chi usa il mezzo privato e il mezzo pubblico riduce congestione e inquinamento). NOTA: in tutti e 4 i casi il bene o servizio è domandato liberamente dal consumatore/utente. 1

Teoria dell imposta b) Servizi non destinati alla vendita 1) Tasse: è il prezzo che viene chiesto a fronte dell offerta di un servizio che presenta anche esternalità positive indivisibili per la collettività (è il caso dell istruzione superiore). In questo casi solitamente i ricavi sono inferiori ai costi e quindi è necessario un finanziamento aggiuntivo (con imposte). Il pagamento è dovuto solo se vi è domanda di servizio da parte del cittadino; 2) Contributi speciali: in questo caso il contributo è dovuto, a prescindere dalla domanda del servizio, come compensazione per i benefici ricevuti dal cittadino in conseguenza di un interevento pubblico (ad es. nel caso di costruzione di opere pubbliche che aumentano i valori delle proprietà immobiliari). 3) Imposte: sono destinate al finanziamento dei beni offerti dal settore pubblico indipendentemente d t dalla domanda d dei cittadini i e che hanno effetti largamente indivisibili. 4) Contributi sociali: sono prelievi per determinati tipi di soggetti (lavoratori pubblici e privati, imprese) destinati al finanziamento delle prestazioni sociali. Teoria dell imposta Nota che le imposte servono a finanziare beni con una larga componente di indivisibilità. Ciò non toglie che anche in questi casi i singoli traggano beneficio dal consumo di tali beni e che, almeno teoricamente, tale beneficio sia calcolabile. Questa riflessione è importante quando occorre scegliere quale siano i criteri con cui ripartire il carico tributario. I due principi i i cardine del finanziamento i delle attività ità di produzione di beni e servizi da parte del settore pubblico sono quelli del beneficio e della capacità contributiva. Il principio del beneficio, che troviamo nelle teorie dello scambio volontario, si fonda sull ipotesi che lo Stato offra ai cittadini beni e servizi e che questi siano chiamati a pagare in proporzione al vantaggio che ne deriva loro. Tale approccio evidentemente esclude che la tassazione possa avere un ruolo redistributivo ed è inoltre di difficile applicazione per tutti i beni e servizi in cui siano presenti elementi di indivisibilità (fenomeno del free-riding). L idea di fondo è che chi più trae beneficio più paga, a prescindere da altre considerazioni. E un tipo di approccio che potrebbe applicarsi solo a beni e servizi per cui esiste e si manifesta una domanda individuale e solo se non esistono indivisibilità. Secondo la nostra precedente classificazione, le imposte non potrebbero quindi essere fondate sul principio del beneficio, mentre ciò sarebbe possibile per tutte le componenti di cui al punto a) e per i contributi speciali di cui al punto b). 2

Teoria dell imposta Il principio della capacità contributiva: secondo questa impostazione ciò che il cittadino versa allo Stato non è in relazione al beneficio che egli trae dal consumo di un dato bene o servizio, bensì in relazione alla sua capacità contributiva (tutta da definire). Un approccio di questo tipo va bene quando occorre finanziare beni che presentano forti indivisibilità, beni meritori, e per finanziare eventiali componenti redistributive. Quindi si applica in particolar modo alle imposte, ma in parte può trovare applicazione anche in relazione a tutti gli altri elementi analizzati in a) e b), laddove vi sia una componente redistributiva. Elementi costitutivi dell imposta Presupposto dell imposta: situazione di fatto a cui la legge ricollega l obbligo di pagare l imposta; Base imponibile: traduzione quantitativa del presupposto. Può essere espressa in termini monetari (imposta ad valorem: BI=p*q) o in termini fisici (imposta specifica: BI=q) Aliquota: quota di imposta per unità di base imponibile. Nel caso delle imposte ad valorem l aliquota è espressa come proporzione della base imponibile. Nel caso delle imposte specifiche essa è espressa in termini monetari. Debito d imposta del contribuente: prodotto tra aliquota e base imponibile Gettito dell imposta: prodotto tra aliquota e base imponibile a livello aggregato 3

Progressività, regressività, proporzionalità Aliquota media T ( Y ) t ( Y ) Y Aliquota marginale dt ( Y ) t' ( Y ) dy dove T (Y ) è il debito d imposta e Y è la base imponibile. Imposte progressive: quando l aliquota media aumenta all aumentare della base imponibile (l aliquota marginale è maggiore dell aliquota media). Imposte regressive: quando l aliquota media diminuisce all aumentare aumentare della base imponibile (l aliquota marginale è minore dell aliquota media). Imposte proporzionali: quando l aliquota media è costante all variare della base imponibile (l aliquota marginale è uguale all aliquota media). La progressività La progressività può essere realizzata con diverse modalità: Progressività continua: T(Y) è crescente in Y in modo più che proporzionale T(Y) T(Y) Y 4

La progressività Progressività per classi: le aliquote marginali crescono all aumentare delle classi e si applicano all intera classe Progressività per scaglioni: le aliquote marginali crescono al crescere degli scaglioni ma esse si applicano solo alla parte di base imponibile che cade nello scaglione. Si consideri il caso di un contribuente con BI =20. Classi aliquote Scaglioni aliquote 0-10 10% 0-10 10% 0-21 20% 10-21 20% Con le informazioni i i della tabella sopra, notiamo che nel caso della progressività per classi il contribuente (che cade nella seconda classe) ha un debito d imposta pari a 4 mentre nel caso della progressività per scaglioni ha un debito d imposta pari a 1+2=3 La progressività per classi viola il principio del non riordinamento: si pensi ad due soggetti: uno con un reddito pari a 9,9 ed un altro con reddito pari a 10,1. Il primo finisce per avere un reddito post-tax maggiore! La progressività Progressività per detrazione: T ( Y ) t Y c Es: t 0,1 c 0, 1 t t c Y Base imponibile (Y) Debito d imposta (T(Y)) 1 0 0 Aliquota media 2 0,1 0,05 10 0,9 0,09 5

La progressività Progressività per deduzione: T ( Y ) t ( Y d ) Es: t 0,1 d 1 t d t t Y Base imponibile (Y) Debito d imposta (T(Y)) 1 0 0 Aliquota media 2 01 0,1 005 0,05 10 0,9 0,09 La progressività Come si può notare la progressività per detrazione e quella per deduzione producono risultati equivalenti (per il tipo di imposta considerato) nel caso in cui valga la condizione c d t Normalmente i sistemi di tassazione dei redditi prevedono una combinazione di progressività per scaglioni, detrazioni e deduzioni. Si noti che in questo caso deduzioni e detrazioni hanno implicazioni diverse: la detrazione è infatti uguale per tutti, mentre la deduzione consente un risparmio di imposta maggiore per chi ha un reddito che finisce in uno scaglione più elevato. Quindi, se si vogliono rispettare principi equitativi, in questo caso occorre che le deduzioni siano decrescenti nel reddito. Infine esistono le tax expenditures: esclusioni, esenzioni, aliquote preferenziali o differimento dell imposta. Esse causano una erosione della base imponibile e sono spesso poco trasparenti. Sarebbe meglio rendere esplicito il trasferimento di risorse dallo Stato ad un dato ente o soggetto. 6

La capacità contributiva Il concetto di capacità contributiva non è univoco. Normalmente si ritiene che le seguenti variabili approssimino (o rappresentino) la capacità contributiva: 1) Il reddito, da intendere in senso ampio, cioè sia dal lato del percepimento sia dal lato della utilizzi. Si fa riferimento al circuito del reddito. In questa nozione anche le imposte indirette e i contributi sociali colpiscono il reddito. 2) Il patrimonio. In questo caso si distingue a seconda che l imposta colpisca il possesso del patrimonio (Lump sum tax; Imposta sulle risorse naturali; Imposta sulle dotazioni di beni capitali) o il trasferimento del patrimonio (Imposta su successioni; Imposta su donazioni; Imposta di registro). Le imposte dirette sono quelle che colpiscono manifestazioni immediate della capacità contributiva (imposte sul reddito in senso proprio e imposte sul possesso del patrimonio) mentre sono imposte indirette quelle che colpiscono manifestazioni indirette della capacità contributiva (imposte sui consumi, sul trasferimento dei patrimoni, sul valore aggiunto). Si noti che un imposta proporzionale sui consumi rischia di divenire regressiva in relazione al reddito, dal momento che la propensione al consumo è più elevata nei ceti meno abbienti. Tale problema può essere evitato con la rimodulazione delle aliquote sui beni di consumo a seconda del fatto che siano di prima necessità o di lusso. Per cogliere gli effetti complessivi dell imposta è comunque necessario studiare anche l incidenza. Circuito del Reddito 7

La capacità contributiva Le imposte dirette si distinguono in reali e personali. Le imposte reali danno peso solo all oggetto dell imposta, mentre quelle personali consentono di tenere conto degli aspetti soggettivi del soggetto d imposta. La progressività ità è più facilmente assicurabile da un imposta personale (perché tiene conto dell intera capacità contributiva del soggetto e dei fattori che possono influenzare il suo benessere). Nelle imposte reali è sempre possibile la discriminazione qualitativa dei redditi (ad es. tassare di più il reddito da capitale e meno quello da lavoro). Nel caso dell applicazione del principio della capacità contributiva, resta de definire il criterio di ripartizione del carico tributario, ovvero il grado di progressività dell imposta. I principi che vengono solitamente richiamati sono: a) uguale sacrificio assoluto; b) uguale sacrificio proporzionale; c) uguale sacrificio marginale. In tutti i casi è necessario fare confronti di utilità tra individui. Le implicazioni in termini di progressività dipendono dalle ipotesi sulla confrontabilità dell utilità, dalla forma dell utilità marginale del reddito, dagli effetti distorsivi dell imposta. 8