Allegato U.O. Macerata: Informativa Centro Emofilia, altri difetti ereditari della coagulazione, trombofilia per i pazienti

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Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 1 di 10 Centro Emofilia, altri difetti ereditari della coagulazione, trombofilia I SERVIZI OFFERTI L U.O. di Medicina Trasfusionale di Macerata ha anche la funzione di Centro regionale per la diagnosi ed il trattamento dell emofilia e delle coagulopatie emorragiche congenite ed acquisite, trombofilia. Il Centro fa diagnosi di emofilia o di altra coagulopatia emorragica congenita o acquisita, o di trombofilia, compila la certificazione di malattia rara, compila il piano terapeutico e, se ottenuto il consenso informato, inserisce i pazienti nel Registro Nazionale EMOWEB e nel registro Regionale delle Malattie rare. Gli esami diagnostici vengono eseguiti presso il Laboratorio di Coagulazione di Macerata, mentre i test genetici, previo consenso informato, vengono eseguiti in altro Centro, fra quelli individuati dall AICE (Associazione Italiana Centri Emofilia). Il Centro garantisce ai pazienti coagulopatici la diagnosi, la terapia, l informazione sulla malattia, i consigli di comportamento, l assistenza in caso di ricovero in reparti ospedalieri della Regione Marche, i controlli periodici, la prenotazione per visite specialistiche anche fuori della regione, la prenotazione per esami radiologici e strumentali. I pazienti HCV positivi vengono inviati, previo appuntamento, presso la Clinica di Malattie Infettive di Ancona per essere sottoposti ad ecografia mediante Fibroscan per eventuale terapia con peginterferone e Ribavirina. Il Centro organizza corsi di autoinfusione o di infusione, da parte di personale individuato, dei concentrati dei Fattori antiemofilici. Il Centro organizza insieme all Associazione degli Emofilici a cadenza annuale, eventi finalizzati all informazione e alla formazione del paziente e dei suoi familiari in merito a : manifestazioni cliniche e modalità di trasmissione dell emofilia e delle altre malattie emorragiche congenite, progressi nella diagnosi e nella terapia delle malattie emorragiche e delle relative complicanze, diritti e doveri dei pazienti, modalità di autotrattamento e rischi/ benefici correlati, indicazioni per la scelta e l organizzazione delle attività ricreative/sportive, indicazioni sull inserimento scolastico e nel mondo del lavoro. Il Centro ha rapporti con le istituzioni scolastiche per l inserimento dei bambini a scuola e per la informazione/ formazione degli insegnanti. Il Centro garantisce la chiara e puntuale informazione ai pazienti in relazione a: modalità di riconoscimento degli episodi emorragici articolari e muscolari e della loro potenziale gravità e necessità di garantire un trattamento tempestivo degli stessi, modalità di trattamento a domicilio delle emorragie e modalità di ricorso al Centro in caso di inefficacia del trattamento domiciliare.

Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 2 di 10 MODALITA DI ACCESSO I pazienti possono accedere al Centro direttamente recandosi presso l Ambulatorio Trasfusionale tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle ore 8,00 alle ore 13,30. Possono venire o con richiesta del Medico di Medicina generale, che formula un sospetto diagnostico, o senza alcuna richiesta su suggerimento del medico che ha firmato i test coagulativi e nelle conclusioni ha suggerito di approfondire le analisi, o dopo un ricovero ospedaliero in cui i test di coagulazione suggeriscono la presenza di una coagulopatia congenita. Sarà il medico del Centro a stilare l impegnativa e ad apporre il codice di esenzione di sospetta malattia rara. Il Centro fa anche diagnosi di emofilia o altra malattia emorragica congenita ed acquisita per i pazienti ricoverati nei reparti dei presidi ospedalieri della regione Marche. In questo caso i pazienti sono invitati, alle dimissioni, a recarsi presso il Centro per la Certificazione e per il piano terapeutico. Il Centro, comunque, garantisce la consulenza a tutti i reparti ospedalieri della Regione Marche. I medici del Centro garantiscono l assistenza per le urgenze 24 ore su 24. Il pomeriggio dei giorni feriali e la mattina dei giorni festivi sono presenti presso il Servizio di Medicina trasfusionale, le notti e il pomeriggio dei giorni festivi sono reperibili ed i pazienti possono contattarli chiamando la portineria dell ospedale di Macerata. Per il Laboratorio di Coagulazione è in funzione la disponibilità generica per cui è comunque possibile entro 3 ore formulare una diagnosi. ORGANIGRAMMA Ambulatorio Coagulopatie Responsabile: Dott.ssa Isabella Cantori Collaboratrice volontaria: Dott.ssa M. Teresa Carloni Collaboratori Medici Infermiere Segretaria Dott.ssa Silvia Cicconi Dott.ssa Paola Borri Dott.ssa M. Ellida Domizi Sig.ra Laura Ruggieri Sig.ra Antonella Palma Sassano Sig.ra Rosa Maria Prezioso Sig.ra Germana Latini

Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 3 di 10 Laboratorio di Coagulazione Responsabile Biologo Dott.ssa Rita Frontoni Tecnici di lab. Sig.ra Fiorella Sparvoli Sig.ra Patrizia Castelli Tecnico coordinatore Sig.ra Gabriella Montecchiari TELEFONI DEL CENTRO Ambulatorio 07332572324 LUNEDI SABATO 8.00 13.30 Servizio trasfusionale 07332572331 LUNEDI - SABATO 8.00 20.00 DOMENICA 8.00 13.30 Notte, pomeriggio festivo (medico reperibile) 07332571 (CENTRALINO) 20.00 8.00 Presidi collaboranti Ecografia muscolo-scheletrica UOC Radiologia Macerata Dott. Luigi Taccari FIBROSCAN e terapia delle epatopatie HCV positive Clinica delle Malattie Infettive Azienda Ospedali Riuniti Ancona Assistenza fisioterapica UOC di Riabilitazione Macerata Leonardo Mucci Consulenza ortopedica Centro Emofila Milano Dott. Gianluigi Pasta Associazioni dei pazienti Associazione Emofilici delle Marche Sig. Basilio Piergentili Fondazione EMO (Associazioni emofilici Marche, Umbria ed Abruzzo, Associazione pazienti Anticoagulati Umbria e Provincia di Macerata)

Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 4 di 10 COS E L EMOFILIA L emofilia è una malattia ereditaria caratterizzata da un difetto nella coagulazione del sangue dovuto ad un deficit dell attività procoagulante del fattore VIII (FVIII) per l emofilia A o del fattore IX (FIX) per l emofilia B o del Fattore XI (FXI) per l emofilia C. Emofilia A e B Il disordine colpisce, in tutto il mondo, 1:5000 maschi senza differenze etniche e geografiche. E un disordine emorragico trasmesso con ereditarietà X linked recessiva. Il sesso è determinato dalla presenza nelle cellule di due particolari cromosomi che nella femmina sono identici (due cromosomi X) e nel maschio sono disuguali (uno X ed uno Y). Pertanto i maschi avendo un solo cromosoma X o sono sani o sono malati, mentre le femmine in genere sono o portatrici del difetto o sane ( tranne rare eccezioni: figlie di padre emofilico e madre portatrice o fenomeno di lyonizzazione del cromosoma X sano.- in tutte le cellule dell organismo umano si verifica alla nascita una inattivazione a caso di uno dei due cromosomi X, quindi solo uno funziona-) Da padre emofilico e madre sana nascono maschi tutti sani e femmine tutte portatrici. Da padre sano e madre portatrice possono nascere il 25% di femmine sane, il 25% di femmine portatrici, il 25% di maschi emofilici, il 25% di maschi sani. Da padre emofilico e madre portatrice possono nascere il 25% di femmine portatrici, il 25% di femmine emofilche, il 25% di maschi emofilici, il 25% di maschi sani. La frequenza e la severità delle manifestazioni cliniche dipendono dal livello di FVIII (IX) funzionante (FVIII:C/FIXC) : Emofilia( A - B ) grave (FVIII/FIX) < 1% Emofilia ( A - B) moderata (FVIII/FIX) 1% - < 5% Emofilia ( A - B ) lieve (FVIII/FIX) 5% - 40% Nell emofilia grave, in genere, le manifestazioni emorragiche, spesso senza causa apparente, compaiono spesso entro il primo anno di vita, più spesso quando il bambino comincia a camminare. Possono manifestarsi come emartri al ginocchio, anca, caviglia e gomito. La ripetizione degli emartri provoca il graduale ispessimento della membrana sinoviale, la fibrosi dei tessuti periarticolari, la distruzione e l atrofia delle parti cartilaginee ed ossee fino all anchilosi. Possono comparire emorragie dell apparato digerente ed urogenitale, non sono rare l ematuria e le coliche renali. Rare sono le emorragie spontanee della lingua, del cavo orale e le epistassi; rare sono anche le emorragie del Sistema nervoso Centrale.

Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 5 di 10 Possono anche presentarsi ematomi sottocutanei e sottofasciali. Nell emofilia A moderata le manifestazioni emorragiche spontanee sono rare ma comunque frequenti dopo modesti traumi. Negli emofilici lievi spesso il segno rivelatore della malattia sono le emorragie traumatiche e chirurgiche. Le piccole ferite non causano in genere sanguinamento. Emofilia C E caratterizzata da un difetto quantitativo del F XI. Colpisce uomini e donne. L incidenza va dall 1% al 18% delle coagulopatie congenite. Le manifestazioni emorragiche sono raramente spontanee, mentre sono frequenti le emorragie chirurgiche e traumatiche. La sintomatologia non sempre è proporzionale alla quntità di fattore carente. Il livello minimo per restare asintomatici è 26%. COS E LA MALATTIA DI VON WILLEBRAND incidenza 8:1000 Il deficit di F V.Willebrand è la più frequente anomalia congenita dell emostasi. Si distingono: tipo I ridotto livello di F vw antigenico e funzionale (difetto quantitativo parziale) tipo II attività funzionale alterata (difetto qualitativo) tipo III cerenza quantitativa totale Il tipoii si distingue in 4 sottotipi IIa perdita di multimeri ad alto peso molecolare e riduzione adesione piastrinica IIb alterazione della molecola di F vw con particolare avidità al recettore piastrinico Ib con iperaggregazione piastrinica e piastrinopenia II N diminuita affinità per il F VIII: valori di F VIII molto bassi II M tipo IIa ma con presenza di multimeri ad alto peso molecolare nel plasma I sintomi consistono in epistassi, sanguinamento dopo estrazione dentaria, menorragia e aumento sanguinamento dopo il parto, ecchimosi spontanee o non proporzionate al trauma, sanguinamento per interventi chirurgici, gastro-enterorragia, emartri, ematomi solo nella forma grave. COSA SONO LE ALTRE COAGULOPATIE EMORRAGICHE CONGENITE NON EMOFILICHE Sono caratterizzate da difetti qualitativi o quantitativi degli altri fattori della coagulazione: FII, FV,FVII, FX, FXIII, afibrinogenemia ereditaria, disfibrinogenemia, difeetoo associato FVIII, FV. Sono difetti rari che possono presentare difficoltà significative nella diagnosi e nella gestione. Deficit FII (protrombina) E il difetto più raro 1:2.000.000 Più frequente nei matrimoni tra consanguinei.

Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 6 di 10 Sono stati riportati emartri, ematomi muscolari, un caso di emorragia intracranica, due casi di sanguinamento del cordone ombelicale. L assenza di protrombina è incompatibile con la vita. Deficit del FV La prevalenza è di 1:.000.000 Disordini emorragici sono moderatamente severi, gli emartri e gli ematomi sono solo postraumatici. Il livello minimo per restare asintomatici è il 12%. Deficit del FVII E la carenza più comune: il FVII < 2% si manifesta su 1:300.000/500.000 I sanguinamenti sono solitamente mucosi, raramente si presentano emartri, nel 15/60% dei casi si può avere emorragia del Sistema Nervoso centrale. Il livello minimo per restare asintomatici è del 25%. Deficit del FX E il fattore più importante per attivare la protrombinaa. Gli omozigoti sono 1:1.000.000 Se il FX è < 1% si ha sanguinamento del cordone ombelicale Sono stati descritte epistassi, menorragie, emorragie postoperatorie, emorragie del SNC. Il livello minimo per restare asintomatici è del 56%. Deficit del FXIII Rara 1:1.000.000. Nell 80% dei casi si presenta con emorragie importanti del cordone ombelicale., nel 32% con ematomi superficiali e profondi, nel 30% con emorragie del SNC. Possono manifestarsi gravi emorragie tardive post-chirurgiche. Il livello minimo per restate asintomatici è del 31%. Afibrinogenemia ereditaria, Disfibrinogenemia Se il fibrinogeno è <1 si ha emorragia. In alcuni tipi di disfibrinogenemia oltre alle emorragie sono stati descritte trombosi. EMOFILIA ACQUISITA Coagulopatia rara, caratterizzata dallo sviluppo con meccanismo patogenetico autoimmune di anticorpi contro il F VIII (nella maggior parte dei casi) Si manifesta con complicanze emorragiche che talvolta risultano fatali. L incidenza è pari a1,5 per milione /anno E più frequente nell età adulta (età media 65 85 anni); rara nei bambini. Ha un elevata morbilità (emorragie gravi in più del 65% dei casi) e mortalità (7,9 22%) In oltre il 60% è idiopatica, nei casi restanti si associa a patologia: autimmune (56,6%) tumorale 14,7% dermatologica 3,3%

Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 7 di 10 Nel 2% è associata a gravidanza. L emorragia non correla con il dosaggio del F VIII né con il titolo dell inibitore. INDICAZIONI GENERALI DI TERAPIA DELLE COAGULOPATIE EMORRAGICHE Dal momento che l emofilia e le altre coagulopatie emorragiche non emofiliche dipendono dalla carenza di un fattore della coagulazione la terapia si fonda sulla somministrazione del fattore carente o sulla stimolazione per la messa in circolo del fattore carente o se non esiste il concentrato del fattore carente sulla somministrazione di Plasma Fresco Congelato trattato con sistemi virucidici. 1. La terapia da adottare dipende dal tipo di coagulopatia, dalla sua entità (grave, moderata, lieve), dalla presenza o meno di inibitori, dalla gravità dell evento emorragico (maggiore o minore) o dalla necessità di prevenire l emorragia (profilassi) 2. Ogni paziente ha una lettera o una tessera che precisa entità della patologia e farmaco utilizzato per la terapia. 3. ogni paziente con patologia grave moderata ha a domicilio una scorta di farmaco per il primo intervento delle emorragie essendo prevista la possibilità di autoinfusione domiciliare: è pertanto verosimile che il paziente arrivi dal medico con la scatola del prodotto. 4. E regola generale infondere al paziente il prodotto che utilizza abitualmente. 5. In caso il paziente non sia in grado di specificare il tipo di farmaco usato verrà somministrato il farmaco disponibile. 6. Occorre far firmare il Consenso informato tutte le volte che si somministra un prodotto diverso da quello usato abitualmente per il quale è stato già firmato il Consenso informato in occasione della prima somministrazione. 7. La terapia è tanto più efficace quanto più precocemente iniziata. Deve precedere eventuali accertamenti diagnostici strumentali se questi inducono un ritardo terapeutico sensibile. 8. Alcuni pazienti potrebbero essere in regime di profilassi. La profilassi si definisce primaria se si vuole evitare l insorgenza di emorragie ed inizia l infusione del fattore carente prima che si abbia un emartro o dopo il primo emartro, secondaria se si inizia l infusione dopo il secondo emartro o in età maggiore per evitare il recidivare di emorragie, a breve termine se si fa per un breve periodo per evitare il rischio di emorragia per un breve periodo (intervento chirurgico, attività a rischio di trauma). 9. Sono considerati eventi emorragici maggiori: le emorragie intracraniche, oculari, intraarticolari, retroperitoneali, le emorragie che richiedono un intervento chirurgico o una manovra invasiva, le emorragie che provocano un calo di Hb < 2 g% o rendono necessaria una trasfusione con 2 o più unità di emazie, le emorragie che richiedono ricovero ospedaliero. Sono considerati eventi emorragici minori quelli che non rientrano nell elenco precedente. 10. I traumi cranici e toraco-addominali devono essere sottoposti ad adeguata diagnostica strumentale per escludere la presenza di lesioni organiche. Qualora la diagnostica risulti negativa, è comunque necessario mantenere il paziente in osservazione per 24 48 ore.

Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 8 di 10 COS E LATROMBOFILIA Definizione: tendenza, determinata da cause congenite od acquisite, al tromboembolismo venoso e/o arterioso, che tipicamente si caratterizza per la comparsa di manifestazioni cliniche in età giovanile (<50 anni), senza cause apparenti e con la tendenza a recidivare. La maggior parte delle alterazioni trombofiliche sono congenite e estremamente rare, I difetti trombofilici non sono malattie, ma condizioni predisponenti alla trombosi, che presentano un rischio di complicanze differenti a seconda del tipo di difetto e la cui individuazione può consentire una maggiore efficacia nell approccio terapeutico del paziente affetto da trombosi, come la durata della terapia anticoagulante e l individuazione dei soggetti a maggior rischio al fine di mettere in atto strategie preventive più adeguate. Prevalenza dei principali fattori di rischio ereditari Difetto Popolazione generale Pazienti non selezionati affetti da TVP Antitrombina 0.02-0.2% 1% Proteina C 0.1-0.5% 3% Proteina S? 1-2% Fattore V Leiden 3-7% 15-20% Mutazione Protrombina G20210 2-5% 5-15% Elenco dei fattori di rischio persistenti e transitori Fattori PERSISTENTI Fattori TRANSITORI Età Traumi Pregresse TEV Fratture Neoplasia Chirurgia generale Trombofilia Deficit Antitrombina Chirurgia ginecologica, urologica Deficit Prot.C Chirurgia ortopedica Deficit Prot.S Gravidanza, puerperio, aborto Resistenza alla Prt. C Terapia estro-progestinica attivata (FV Leiden) Mutazione protrombina G20210 Prolungata immobilizzazione S. Anticorpi Antifosfolipidi Immobilità persistente

Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 9 di 10 Considerato il ruolo svolto dalle condizioni predisponenti nello scatenamento di episodi trombotici, è necessario definire le indicazioni agli screening per l individuazione dei soggetti a rischio. Vanno individuati: I soggetti affetti da episodio trombotico per i quali è indicata l esecuzione dello screening di trombofilia I test consigliabili Le linee guida per l esecuzione dello screening Indicazioni allo screening trombofilico Età giovanile di comparsa dell evento trombotico (<50 anni) Tromboembolismo venoso idiopatico Tromboembolismo ricorrente Trombosi venose superficiali recidivanti Trombosi in sedi non usuali Soggetti asintomatici con familiarità positiva per eventi tromboembolici ricorrenti Familiari di 1 grado di soggetti portatori di trombofilia eredo familiare Associazione trombosi/perdita fetale Necrosi cutanea indotta da anticoagulanti orali Porpora fulminante neonatale Test consigliati per lo screening Tempo di protrombina (PT) Tempo di tromboplasina parziale attivato (aptt) Fibrinogeno Resistenza alla Prot. C attivata ( se positiva ricerca FV Leiden) Mutazione G20210A del gene della protrombina Omocisteina proteina C Proteina S Ricerca Anticorpi Antifosfolipidi tipo Lupus Anticoagulant (LAC) Anticorpi anti-beta 2 glicoproteina I Anticorpi anticardiolipina Fattore VIII

Ed.II Rev.1del 25/11/2012 Pag. 10 di 10 DONNE E TROMBOFILIA Test appropriati per ciascuna classe di rischio in base alle evidenze di utilità clinica La contraccezione con farmaci estroprogestinici comporta: o Un aumentato rischio di trombosi valutato intorno a 1 2 casi su 10.000 o Un modesto aumento del rischio di trombosi arteriosa valutato intorno allo 0.06-0.4 su 10.000 (di solito si tratta di casi in cui coesistono altri fattori di rischio come ipertensione arteriosa, iopercolesterolemia, diabete mellito, fumo di sigaretta) L evento trombotico favorito dagli estroprogestinici si verifica di solito durante il primo anno di trattamento I farmaci di terza generazione comportano un rischio trombotico del doppio rispetto a quelli di seconda generazione RACCOMANDAZIONE : preferire l utilizzo dei contraccettivi a 20-30 mcg di estrogeno ed in particolare quelli contenenti levonorgestrel nelle donne con aumentato rischio trombotico Contraccezione con farmaci estroprogestinici Prima di intraprendere la terapia si raccomanda di: Raccogliere con accuratezza l anamnesi familiare e personale con particolare attenzione agli eventi trombotici Valutare gli eventuali fattori di rischio per trombosi ed informare la donna sulla possibilità di intervenire su quelli modificabili in modo da ridurli Educare la donna sui sintomi di allarme, anche modesti, che possono segnalare un episodio trombotico soprattutto venoso (gonfiore, arrossamento, dolore ad un arto inferiore)