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Transcript:

Issirfa Roma - 25 novembre 2010 Tavola Rotonda Una vera autonomia finanziaria per le Regioni? Indicatori di decentramento Daniele Franco Il contributo dell Issirfa Indicatori di decentramento (1) Dal 1983 l Issirfa, attraverso l Osservatorio finanziario regionale, pubblica un rapporto annuale sulle entrate e sulle spese delle regioni basato sulla rielaborazione dei dati dei bilanci di previsione. Il rapporto è prezioso: - per lo sforzo di rendere confrontabili i dati (esempio: viene resa omogenea la rappresentazione contabile della compartecipazione all IVA per la quale alcune regioni seguono dei criteri differenti) - per la rapidità. L ultima pubblicazione ufficiale è del luglio 2010 e riguarda i dati definitivi del 2007 La trasparenza delle informazioni contabili è fondamentale nella fase di definizione del federalismo fiscale. L Issirfa propone quattro indicatori: - Autosufficienza finanziaria: entrate geografiche correnti in % delle spese correnti - Autonomia tributaria: tributi propri in % del totale delle entrate correnti - Autonomia di spesa: entrate libere in % del totale delle entrate (al netto dei mutui) - Efficacia del sistema di perequazione: divario % tra regioni del nord e del sud in termini di entrate correnti procapite I primi tre indicatori misurano aspetti diversi del grado di decentramento. Però quest ultimo dipende anche dalla tipologia dei tributi assegnati agli enti e soprattutto dal loro grado di autonomia nel manovrarne il gettito. Perché non introdurre un indice dell autonomia residua effettiva?

Indicatori di decentramento (2) Nell ordinamento vigente il pieno utilizzo della leva fiscale da parte delle RSO (IRAP e addizionale Irpef dal livello base a quello massimo, aumento del 10% delle tasse automobilistiche) può essere stimato in circa il 10% delle entrate correnti L ampliamento dell escursione fra aliquota minima e aliquota massima dell addizionale all Irpef (dall attuale 0,5% all 1,1% nel 2014 e al 2,1% dal 2015) dovrebbe aumentare tale valore. Sarebbe utile disporre di una stima, tenendo conto dei limiti stabiliti (es. evitare aggravio per redditi da lavoro dipendente e da pensione sino ai primi due scaglioni di reddito). La sanità: dinamica della spesa Andamento della spesa e fonti di finanziamento (1) La questione dell autonomia finanziaria delle Regioni va valutata soprattutto con riferimento alla sanità, che assorbe larga parte del bilancio delle Regioni. Rilevano due aspetti: la dinamica della spesa e la qualità dei servizi Tra il 1998 e il 2008 la crescita della spesa ha superato nettamente quella del PIL e quella delle altre spese primarie correnti. Tassi annui Spesa sanitaria PIL Spesa prim. corr. esclusa sanità 1993-1997 2.5 % 5.4 % 5,1 % 1998-2001 7.7 4.5 3,9 2002-2008 5.5 3.3 4,2 2009-2010 2.9-0.4 3,2 Per il prossimo triennio si programma (DFP) una crescita della spesa sanitaria inferiore a quella del PIL, ma superiore a quella delle altre spese: 2011-2013 2.5 % 3.6 % 1,2% Andamento della spesa e fonti di finanziamento (2) è possibile che nel medio-lungo termine la crescita della spesa sanitaria resti superiore a quella del PIL (effetto dell invecchiamento, della domanda, ecc.) la dinamica della spesa sanitaria non riflette (ovviamente) il ciclo economico converrebbe esplicitare a chi spetta il finanziamento degli incrementi strutturali di spesa e la gestione delle fluttuazioni cicliche del gettito. Sembrerebbe essere lo Stato (il fabbisogno sanitario nazionale standard viene fissato in coerenza con il quadro macroeconomico complessivo - approccio top-down). Alle regioni resterebbe il potere di manovrare al margine le entrate, per scopi di corresponsabilizzazione e per evitare debordi della spesa. In questo approccio (per facilitare la programmazione) sarebbe opportuno stabilire le risorse garantite alle Regioni per i prossimi (3?) anni (con quale procedura?). Se l approccio fosse diverso, alle Regioni andrebbero assegnati margini per accrescere progressivamente il proprio prelievo. Andrebbero inoltre creati rainy day funds per gestire gli effetti del ciclo (il Tit. V limita l indebitamento agli investimenti).

Assistenza ospedaliera (1): le migrazioni ospedaliere (Alampi, Iuzzolino, Lozzi, Schiavone, 2010) La sanità: qualità dei servizi I colori più scuri corrispondono a una migrazione più elevata 10 Fonte: elaborazioni su dati del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, Rapporto annuale sulle attività di ricovero ospedaliero. Anno 2005 Assistenza ospedaliera (2): la qualità percepita è molto differenziata nel Paese Assistenza ospedaliera (3): la qualità percepita è bassa nel confronto internazionale Il divario di qualità percepita che si riscontra in Italia tra aree caratterizzate da diverso grado di sviluppo economico non trova riscontro in altre paesi europei Grado di soddisfazione sui servizi ospedalieri percepito dai residenti di alcune città europee (indice sintetico 0-100) I colori più scuri corrispondono a maggiore qualità Belgio Francia Germania 92,4 89,4 92,3 87,3 82,7 83,6 Città localizzate in regioni economicamente arretrate (1) Regno Unito 81,8 75,3 Altre città Spagna 68,7 73,6 Portogallo 62,2 56,0 (1) Regioni con un PIL pro capite inferiore all'85 per cento della media nazionale Fonte: Istat, La vita quotidiana nel 2007. Indagine multiscopo annuale sulle famiglie. 11 Italia 33,5 69,0 12 Fonte: Eurostat, Indagine Urban Audit 2006 9

Tassi di ospedalizzazione molto differenziati Fenomeni di inappropriatezza molto differenziati 600,0 Tassi di ospedalizzazione per fasce di età nel 2006 Ricoveri acuti in regime ordinario per mille abitanti % parti cesarei % dismissioni con DRG medico da reparti chirurgici 500,0 Mezzogiorno Centro Nord 400,0 Ricoveri 300,0 200,0 100,0 0,0 Meno di 1 anno Da 1 anno a 4 anni Da 5 anni a 14 anni Da 15 anni a 24 anni Da 25 anni a 44 anni Da 45 anni a 64 anni Da 65 anni a 74 anni Da 75 anni e oltre Classi di età 13 Colori più scuri corrispondono a un grado più elevato di inappropriatezza Una rete ospedaliera molto disomogenea Aree geografiche Numero (per milione di abitanti) Totale ospedali pubblici e privati accreditati Quota di posti letto negli: ospedali con meno di 200 posti letto ospedali privati accreditati Quota di comuni con almeno una struttura ospedaliera Totale comuni Fonte: elaborazioni su dati del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali. Anno 2005 Comuni con almeno 5 mila abitanti a -Mezzogiorno 24,6 44,7 24,8 10,8 33,8 Campania 23,5 51,4 33,1 12,7 32,9 Puglia 16,7 23,8 14,9 14,3 21,6 b-centro Nord 18,5 25,7 19,6 6,5 25,0 Veneto 11,7 17,5 6,7 5,9 13,5 Lazio 30,0 38,3 32,7 14,3 45,4 a/b*100 133,1 173,9 126,7 165,3 135,1 La spesa per i farmaci essenziali è molto differenziata (in relazione sia ai consumi sia ai costi medi) I colori più scuri corrispondono a una spesa più elevata Spesa pro capite (scarti dalla media) corretta per la composizione della popolazione per età Fonte: AIFA. La spesa pubblica comprende la distribuzione diretta e quella convenzionata. La popolazione è ponderata in base alle classi di età e al genere. 16

La qualità dei servizi (1) La qualità dei servizi (2) I dati disponibili mettono in luce l esistenza di ampi divari territoriali nella qualità dei servizi pubblici tra le Regioni italiane I servizi sanitari sono in media peggiori nel Mezzogiorno, ma vi sono differenziazioni anche nel Nord e nel Centro Quale assetto del finanziamento può contribuire al miglioramento della qualità dei servizi sanitari? Innanzi tutto, può aiutare la trasparenza delle scelte fiscali: il cittadino deve poter individuare quale è il livello di governo in concreto responsabile per i servizi e il relativo carico fiscale al concetto di costo/fabbisogno standard dovrebbero associarsi interventi volti a migliorare gli indicatori riguardanti la qualità dei servizi. Occorre: un sistema di valutazioni indipendente e trasparente (es. Sant Anna) dare ai cittadini informazioni chiare e confrontabili sulla qualità dei servizi rendere operativi i meccanismi sanzionatori per gli enti che non assicurano i livelli essenziali delle prestazioni o l esercizio delle funzioni fondamentali o gli obiettivi di servizio Però può essere opportuno non contare solo sui meccanismi di reazione elettorale dei cittadini