Appunti per genitori. n. 4. La famiglia RISORSA TERAPEUTICA. (Dott. Pietro Bertoli, psicoterapeuta)

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Transcript:

Appunti per genitori n. 4 La famiglia RISORSA TERAPEUTICA (Dott. Pietro Bertoli, psicoterapeuta)

INCONTRI DEI GENITORI CON GLI SPECIALISTI DEL PRESIDIO RIABILITATIVO VILLA MARIA La famiglia RISORSA TERAPEUTICA (Dott. Pietro Bertoli, psicoterapeuta) Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare (G. Pontiggia) INTRODUZIONE Inizio questo incontro da dove avevo terminato quello precedente La famiglia di fronte alla disabilità e precisamente da uno degli ultimi concetti che avevamo incontrato in quella occasione, RESI- LIENZA. Alcune persone o gruppi familiari, secondo diversi autori, posseggono una particolare capacità di affrontare le avversità, non di rado volgendola a proprio vantaggio. Una modalità per superare le avversità, per dare significato al trauma, mantenendo sentimenti congruenti di integrazione personale e strategie flessibili per chiedere aiuto, per risolvere problemi, senza negoziazioni, senza fughe. Questa capacità è detta, appunto, resilienza : il termine deriva dalla fisica ed indica la capacità di un materiale di resistere all urto anche violento senza spezzarsi. Molti psicologi e pedagogisti hanno usato questo termine per definire la capacità di assorbire e fare tesoro degli urti della vita. 2

Ricordo che si parla di RESILIENZA FAMILIARE quando si pone l accento sulle seguenti caratteristiche: l elasticità, ovvero la capacità del sistema familiare di sostenere propri modelli e funzionare anche dopo essere stato sfidato e messo a confronto con fattori di rischio; l abilità della famiglia di recuperare rapidamente livelli di funzionamento paragonabili a quelli antecedenti all evento critico, producendo e ricercando cambiamenti nei modelli di funzionamento della famiglia stessa. RESILIENZA FAMILIARE E DISABILITÁ Alcuni dei fattori per il recupero e la riorganizzazione della famiglia rispetto a condizioni di difficoltà possono essere: la capacità di integrazione : gli sforzi dei genitori per tenere insieme la famiglia e mantenere insieme la famiglia, mantenendo una prospettiva ottimistica; l orientamento della famiglia verso il mantenimento di una condizione di benessere, controllo e organizzazione: i genitori ripongono molta attenzione sul senso di gestione e organizzazione della famiglia, alle regole e alle procedure; fiducia di sé e uguaglianza: fondamentale rispetto alle modifiche dei propri modelli di organizzazione e relazione è il senso di fiducia nella propria competenza e una forte alleanza familiare; la capacità di mantenere una buona comunicazione all interno della famiglia. I nuclei che sono in grado di effettuare un lavoro di squadra e di cooperazione più facilmente sono in grado di essere resilienti: similmente la coesione delle coppie è rinforzata quando esse sono in grado di realizzare i loro compiti, mantenendo aperta la comunicazione per risolvere i problemi. In alcuni casi un ostacolo importante per la comunicazione è l espressione di affetto. I membri della famiglia possono ritenere che sia necessario reprimere le espressioni di dolore, di dispiacere o di rabbia rispetto al sentimen- 3

to di impotenza familiare. I genitori possono ritenere di dover proteggere i bambini dalla sensibilità negativa. I coniugi possono ritenere di dover nascondere l un l altro la fatica della loro incombenze. Tuttavia esistono dato che suggeriscono che la famiglia in cui è possibile esprimersi reciprocamente e apertamente emozioni sono in grado di occuparsi con maggior successo dei figli disabili. il sostegno della comunità alla famiglia: il grado di adattamento della famiglia è determinato, in parte, dal coinvolgimento sia di quei gruppi che si trovano o si sono trovati in situazioni simili, sia della comunità nel suo complesso. Le famiglie resilienti lavorano per mantenere collegamenti e rapporti sociali. lo sviluppo dei rapporti collaborativi con i professionisti: le famiglie di persone disabili hanno molte più interazioni con professionisti di quanto non abbaino le altre famiglie. La ricerca suggerisce che tutte queste interazioni possono essere causa di stress. Per evitare questo tipo di conseguenza occorre che i genitori e i professionisti sviluppino rapporti di collaborazione e di rispetto reciproco. UNA MAMMA RACCONTA: C è un primo momento, chiamiamolo di panico, comunque una forte pressione psicologica che ti fa vedere tutto nero.. c è un momento di appannamento totale, è un momento che tu rielabori la tua vita. Un evento del genere ti costringe a rimodulare la tua scala di valori.. A partire da quel momento in poi avviene una specie di trasformazione della persona, tu riparti da zero, rimoduli tutto e fai una scommessa con te stesso.. dopo di che cominci a lavorare giorno dopo giorno a questo programma, a questo impegno e ti rendi conto che le fatiche, tutto quello che hai fatto e che continui a fare piano piano ti ritornano in maniera positiva. È PALPABILE IN QUESTE PAROLE L ESPRESSIONE DELLA RESILIENZA: dal fondo si risale con nuova e più orientata forza. La vita cambia, cerca e trova una riconfigurazione; la scala dei valori si modifica, si inizia una scommessa con se stessi. 4

LA FAMIGLIA COME RISOR- SA TERAPEUTICA Ti sei mai chiesta chi conosce alla perfezione un campo di grano? Il contadino, che ha lavorato il campo per mesi sotto il sole oppure l agronomo che ha studiato a lungo sui libri? La risposta è: entrambi, perché il sapere del contadino deve integrarsi con quello dell agronomo e viceversa. Solo così il campo può far crescere un buon grano (Claudio Imprudente, Lettere al direttore, in HP Accaparlante, 2006). La risorsa terapeutica fondamentale dei genitori consiste nell essere depositari di un sapere familiare. Parliamo di sapere dei genitori perché essi sono portatori di una conoscenza del bambino basata sulla pratica: conoscenza delle sue potenzialità, difficoltà, bisogni e desideri. Parliamo della capacità insita in ogni genitore di condividere con il proprio figlio ansie, attese, sfide, sogni e proiezioni in modo tanto empatico da vivere tali emozioni come proprie. Una capacità, questa, non raggiungibile da nessun operatore professionale. Nel tempo, i genitori hanno elaborato esperienze e, soprattutto, costruito creativamente strategie di intervento. Sono in possesso di un comportamento esperto e di quello che possiamo definire un vero e proprio sapere genitoriale. Nell esperienza della famiglia c è una quantità immensa e preziosa di dati: essi provengono, talvolta disordinatamente, dalla conoscenza esperienziale e spesso sono accompagnati da ipotesi interpretative incomplete. Nella quotidianità, i genitori hanno la possibilità di verificare le capacità del figlio, di vedere e considerare il figlio come una persona con desideri, bisogni, risposte proprie, anche quando si tratta di disabilità mentale. 5

Possiamo riconoscere a questi processi la particolare capacità di un sapere emozionale, denso e intelligente, recuperato nell emergenza quotidiana dove il legame affetti-conoscenze sviluppa intuizioni, percezioni, memoria e genera comportamenti, atteggiamenti congruenti per le domande specifiche. La loro determinazione non ha origine da una credenza magica, ma dalla vita vissuta giorno dopo giorno e da ciò che hanno dovuto imparare stando accanto ai loro figli. La consapevolezza di una comunicazione possibile e la fiducia nel lavoro quotidiano contribuiscono a sviluppare la speranza nelle famiglie con un figlio disabile. Spesso, sono gli stessi genitori a non essere consapevoli delle conoscenze acquisite e sviluppate nel tempo, a non riconoscere le strategie create attraverso l esperienza. Delegano l analisi della situazione e la progettazione all esperto dell apprendimento (insegnante) piuttosto che all esperto della mente e del suo funzionamento (neuropsichiatra e psicologo). Rinunciano ad una partecipazione attiva, sentendosi incompetenti. Il loro contributo, invece - se opportunamente sollecitato, ascoltato e valorizzato -, può costituire un prezioso arricchimento, il tassello di un mosaico di competenze più ampio, un punto di vista inedito da comprendere, integrare e includere. Neanche il sapere costruito attraverso l esperienza accumulata come professionisti o genitori deve portare a facili certezze, né precludere uno sguardo sempre nuovo e attento sul bambino, uno sguardo che guarda davvero e non si prefigura in anticipo ciò che vedrà. 6

L esperienza, pur preziosa, non può essere considerata una base del tutto sicura perché ogni caso è, per sua natura, diverso dall altro e unico. È utile imparare a condividere il saper fare degli altri. Il riconoscere che l altro ha delle competenze porta alla pedagogia della reciprocità. Spesso il genitore è molto esperto nell educazione del suo bambino e ha un suo modo di interagire con lui. Quando si prende il loro posto o si impone loro un modo di fare differente, si deve sapere che si interrompe l ecosistema. Occorre quindi trovare delle risorse di mutuo aiuto che valorizzino la differenza tra le persone come occasione di apprendimento individuale e collettivo. Scoprire il modo di fare differente delle famiglie è un primo passo per costruire quella pedagogia della reciprocità che stenta ad essere riconosciuta per una non superata riserva a utilizzare delle competenze esperte, conquistate sul campo dai familiari. 7

a cura dell ASSOCIAZIONE DEI GENITORI ANGELI DI VILLA MARIA PRESIDIO RIABILITATIVO VILLA MARIA Dicembre 2009 8