I COSTI DI UTILIZZO STRUTTURA TOTALI CUS. α Quantità prodotte. CUS = cus * q



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Transcript:

I COSTI DI UTILIZZO STRUTTURA TOTALI CUS 0 α Quantità prodotte CUS = cus * q

Esempi di COSTI DI UTILIZZO STRUTTURA costo dei prodotti:materie prime, semi-lavorati; costo delle lavorazioni esterne; costo di energia elettrica consumata per il funzionamento degli impianti e dei macchinari; costo delle provvigioni; costo dei trasporti; ecc.

Analizziamo, attraverso un esempio, il comportamento del costo di utilizzo della struttura unitario rispetto al variare delle quantità prodotte. Per produrre il bene X si usano 2 kg di materia prima che costa 10 /Kg e 5 unità di semilavorato che costa 1 /u. Se l azienda produce n. 1000 pezzi, il costo delle materie prime e dei semilavorati impiegati ammonta a: ((2 * 10) + (5 * 1)) * 1.000 = 25.000 Se la produzione, per esigenze di mercato, viene incrementata a 5.000 pezzi, il costo di utilizzo della struttura ammonta a: ((2 * 10) + (5 * 1)) * 5.000 = 125.000

ANDAMENTO DEL COSTO DI UTILIZZO DELLA STRUTTURA UNITARIO cus 25 0 q 1 q 2 Quantità prodotte 1.000 u 5.000 u L esempio dimostra che l incidenza unitaria del costo di utilizzo della struttura è costante al variare della quantità prodotta.

ATTENZIONE!!!!!!! Questa rappresentazione rettilinea non è appropriata per tutti i costi di natura variabile. Infatti tale costo può variare in misura più che proporzionale o meno che proporzionale rispetto alla quantità prodotta.

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA dei COSTI PIÙ CHE PROPORZIONALI y Esempio: la manodopera diretta relativa al personale chiamato a svolgere lavoro straordinario che è retribuito con una maggiorazione da applicare al costo del lavoro ordinario x

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA dei COSTI MENO CHE PROPORZIONALI y Esempio: il costo del lavoro di un dipendente addetto ad una nuova produzione. Man mano che egli acquisisce abilità e destrezza riduce i tempi di lavorazione, quindi anche il costo unitario di produzione si contrae. x

ANDAMENTO DEL COSTO DI STRUTTURA CS X 0 q 1 q 2 1.000 u 5.000 u Quantità prodotte

Esempi di COSTI DI STRUTTURA quote di ammortamento, affitti e canoni relativi agli edifici industriali e commerciali, stipendi tecnici, costi commerciali, costi amministrativi, spese varie.

I costi di struttura variano SOLO quando la struttura aziendale assume dimensioni diverse; ciò accade in caso di modifica della capacità produttiva aziendale.

La CAPACITA PRODUTTIVA esprime la quantità massima di prodotto che l impresa può ottenere, in un determinato momento, sulla base di vincoli tecnici, come numero di dipendenti, potenzialità degli impianti, ecc., e della struttura organizzativa di cui dispone.

ANDAMENTO DEL COSTO DI STRUTTURA IN CASO DI AUMENTO DELLA CAPACITÀ PRODUTTIVA AZIENDALE CS X 2 CS = X 2 X 1 CS = X 1 X CS = X 0 q 1 q 2 Q q 3 q 4 Q 1 q 5 Q 2 Quantità prodotte

Se indichiamo con Q, Q 1,Q 2, i diversi livelli della capacità produttiva, osserviamo che i costi di struttura assumono un andamento a gradini: permangono invariati, e pari a X, nell ambito della capacità produttiva Q, indipendentemente dal livello di produzione. All aumentare della capacità produttiva, i costi di struttura si stabilizzano ad un livello superiore, diventando pari a X 1, e rimangono invariati per i livelli di produzione q 3 e q 4, compresi tra Q e Q 1 e così via.

I COSTI DEL PERSONALE I costi per il personale, se vengono rapportati all impresa nel suo complesso, rappresentano costi di struttura, a causa della sostanziale impossibilità di ridurne l ammontare anche in presenza di un rilevante contenimento dei livelli di produzione. Rispetto invece, ad esempio, al costo del singolo prodotto, occorre distinguere: i costi di manodopera indiretta (relativi ai dipendenti ad esempio occupati nelle attività di controllo, direzione, ecc.) sono costi di struttura in quanto non variano in funzione della quantità prodotta o venduta; i costi di manodopera diretta (relativi ai dipendenti occupati direttamente e specificamente nell attività di produzione) possono diventare variabili se l impresa ha la possibilità e l opportunità di spostare i dipendenti, ad esempio, dalle produzioni in calo a quelle in crescita(mobilità interna).

I RICAVI TOTALI RT 0 ß Quantità prodotte

9.000.000 8.000.000 7.000.000 6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.000.000 2.000.000 1.000.000 0 DIAGRAMMA DI REDDITIVITA COSTI DI STRUTTURA COSTI DI UTILIZZO STRUTTRA Costi totali Ricavi totali Costi e ricavi 0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 90.000 100.000 110.000 120.000 130.000 140.000 150.000 160.000 170.000 180.000 190.000 200.000 Quantità

DIAGRAMMA DI REDDITIVITA CS CUS CT RT _COSTI DI STRUTTURA _ COSTI DIUTILIZZO DELLA STRUTTURA _ COSTI TOTALI _ RICAVI TOTALI q

Sull asse delle ascisse sono rappresentate le quantità prodotte e vendute mentre sulle ordinate si collocano i costi e i ricavi. In GRIGIO sono indicati i MARGINI DI CONTRIBUZIONE che si determinano in corrispondenza dei diversi volumi di ricavi. La distanza costante tra i punti della retta dei costi totali e i corrispondenti punti di quella dei costi di utilizzo della struttura rappresenta i COSTI DI STRUTTURA. Le due rette dei costi (di utilizzo della struttura e totali) sono parallele in quanto hanno lo stesso coefficiente angolare.

L AREA IN GIALLO, a sinistra del punto di pareggio, INDICA L AREA DI PERDITA. L AREA IN BLU, a destra del punto di pareggio, INDICA L AREA DI UTILE

Gli adeguamenti: la rappresentazione attraverso la curva di isocosto di struttura R, CS S 1 Identità Cost Schema organizzativo di massima Cost. Schema organizzativo definito Cost. Relazioni R 11 s 11 s R 12 12 CS 1 TC 11 TC 12 1 TC VIII 20

(Gli adeguamenti: la rappresentazione attraverso la curva di isocosto... segue) S 1 P 11 =TC 11 (R - R 11 ) a b e Ricavi attesi R 11 d c P 12 =TC 12 (R - R 12 ) R 12 g s 11 f s 12 CS TC 11 TC 12 1 TC VIII 21

Gli adeguamenti: gli ambiti di intervento Azioni connesse all incremento dell efficienza della sub-struttura tecnica. Azioni connesse al miglioramento della elasticità della struttura: l elasticità di prodotto: si riferisce alla possibilità di inserire o eliminare un prodotto dal mix; l elasticità di mix: si riferisce alla capacità di variare il peso relativo dei singoli prodotti; l elasticità di prezzo: si riferisce alla capacità di governare nel tempo la differenza tra valore percepito dal cliente e prezzo praticato, incidendo su ambedue tali grandezze; elasticità di approvvigionamento, intesa come capacità di governare le relazioni tra impresa e sistemi di approvvigionamento. Azioni connesse al più spinto utilizzo della capacità produttiva con incremento delle quantità prodotte e vendute. VIII 22

Dinamica evolutiva, grandezze di stato, (Segue) Adeguamento peggiorativo sotto il profilo del profitto ma migliorativo per la attitudine a creare valore R, CS S 1 R 12 s 12 R 11 s 11 CS 1 TC 12 TC 11 1 TC IX 23

Dinamica evolutiva, grandezze di stato, (Segue) Adeguamento peggiorativo sotto il profilo del profitto ma migliorativo per la attitudine a creare valore R, CS S 1 R 12 s 12 R 11 s 11 CS 1 TC 12 TC 11 1 TC IX 24

Le trasformazioni Identità Cost Schema organizzativo di massima Cost. R, CS S2 S 1 Schema organizzativo definito Relazioni R 11 s 11 R 21 s 21 R 22 s 22 CS 1 CS 2 TC 11 =TC 21 TC 22 1 TC VIII 25

Le trasformazioni Identità Cost Schema organizzativo di massima Cost. R, CS S2 S 1 Schema organizzativo definito Relazioni R 11 s 11 R 21 s 21 R 22 s 22 CS 1 CS 2 TC 11 =TC 21 TC 22 1 TC VIII 26

Le trasformazioni: gli ambiti di intervento lo sfruttamento delle economie di specializzazione connesse al ricorso all outsourcing. la modificazione delle fonti di provvista con l utilizzo di nuovi strumenti di finanziamento.: Utilizzo di impianti di automazione flessibile al fine di migliorare la flessibilità della unità produzione dell impresa VIII 27

Dinamica evolutiva, grandezze di stato, (Segue) Trasformazione peggiorativa sotto il profilo del profitto ma migliorativa per la attitudine a creare valore R, CS S 1 S 2 R 21 s 21 R 11 s 11 CS 2 CS 1 TC 21 TC 11 1 TC IX 28

Le Ristrutturazioni fisiologiche R, CS S2 S 1 Identità Cost Schema organizzativo di massima Schema organizzativo definito R 11 s 11 Relazioni R 21 s 21 R 22 s 22 CS 1 CS 2 TC 11 =TC 21 TC 22 1 TC VIII 29

Le Ristrutturazioni patologiche R, CS S2 S 1 Identità Schema organizzativo di massima Schema organizzativo definito R 11 s 11 Relazioni CS 1 R 22 s 22 CS 2 TC 11 TC 22 1 TC VIII 30

Profitto, vantaggio competitivo, equilibrio inter-sistemico e valore Sviluppo del profitto in condizioni di efficacia ed efficienza (eventuale, pro tempore) Mantenimento / implementazione delvantaggio competitivo (necessario sempre) Consonanza del sistema impresa con gli altri sistemi equilibrio inter-sistemico IX 31

la leva operativa (Segue) La funzione LO ij (R) LO ij (R) per R= R ij LO ij ( R) = per R = LO ij ( ) = 1 1 R ij R IX 32

la leva operativa (Segue) La funzione LO ij ( R ij /R) LO ij ( R ij /R) 1 1 R ij /R IX 33

la leva operativa (Segue) Il rapporto R ij /R viene a correlarsi al ciclo di vita del mercato in cui opera l impresa: un valore elevato dir ij /R può essere interpretato positivamente in un mercato in sviluppo; un valore del rapporto R ij /R basso può essere considerato positivamente in un mercato maturo. IX 34

la leva operativa (Segue) La LO(R) nell ambito dell azione di governo LO ij (R) LO 11 (R) LO 21 (R) LO 11 (R 1 ) LO 11 LO (R 1 (R 2 )=) =LOLO 211 (R a ) * 2) 1 R 1 R 11 R 2 * R 21 R 2 R IX 35

la leva operativa (Segue) La LO(R) nell ambito dell azione di governo L impresa, operante in un mercato in sviluppo, si propone di incrementare le vendite sino a pervenire ad un valore più basso della leva operativa, pari a LO 11 (R 2 ). A tal fine, il necessario incremento R delle vendite è pari a R 2 R 1. Il conseguimento del pianificato decremento della leva operativa, in presenza di tale modificazione strutturale, necessiterebbe di un incremento delle vendite R*= R 2 * R 1 con R* > R. Nel caso di un adeguamento strutturale, con il passaggio dallo stato s 11 allo stato s 12, con una contrazione del ricavo di equilibrio da R 11 a R 12 si avrà, a parità di ricavo, parallelamente all incremento del profitto, una riduzione della leva operativa. IX 36

L analisi sistematica del processo di sviluppo strutturale nel breve periodo (Segue) Relazione tra adeguamenti/trasformazioni e profitto R, R, CS S 1 S 2 R R 21 s 21 R 22 R 23 CS 1 + CS CS 1 s 11 s 22 s 23 TC 2 TC 3 1 TC IX 37

L analisi sistematica del processo di sviluppo strutturale nel breve periodo (Segue) Possiamo esprimere, in via sintetica, caratteristiche, modalità di comportamento e capacità di reddito con riferimento ai due stati strutturali s 11 di partenza e s 21 obiettivo: s 11 s 21 Ricavi R 1 R 1 + R Ricavo di equilibrio R 11 = CS 1 /TC 11 R 21 = (CS 1 + CS)/(TC 11 + TC) Profitto atteso P 11 = TC 11 (R 1 R 11 ) P 21 = (TC 11 + TC) (R 1 + R R 21 ) P 11 = TC 11 (R 1 CS 1 /TC 11 ) P 21 = (TC 11 + TC) (R 1 + R +(CS 1 + CS)/(TC 11 + TC) IX 38

L analisi sistematica del processo di sviluppo strutturale nel breve periodo (Segue) S viluppiam o l espressione del profitto P 21 relativo allo stato s 21 nel m odo segu ente: C S 1 + C S P = (T C 11 + T C ) R 1 21 + R T C T C = 11 + (C S 1 + C S ) = (T C 11 + T C ) (R 1 + R ) (T C 11 + T C ) = (T C 11 + T C ) = (T C 11 + T C ) (R 1 + R ) (C S 1 + C S ) e quindi, sottraendo P 11 da P 21, si ha: P 21 P 11 = T C 11 R 1 + T C 11 R + R 1 T C + T C R C S 1 - C S + - T C 11 R 1 + C S 1 e quindi: P = R 1 T C + T C 11 R + T C R C S IX 39

L analisi sistematica del processo di sviluppo strutturale nel breve periodo (Segue) Attitudine al profitto e stato strutturale di partenza R, CS S 1 R 11 s 11 R ' = dr dtc = CS TC 2 R 12 s 12 CS TC 11 TC 12 1 TC IX 40

La matrice delle alternative di sviluppo (Segue) TC/TC CS/CS (R - R) R - R ALTO R R BASSO BASSO AZIONI DI CRESCITA ALTO AZIONI DI SVILUPPO R > 0 R < 0 PP > 0 PP > 0 AZIONI DI MERA CRESCITA DIMENSIONALE R > 0 P 0 AZIONI DI RAZIONALIZZAZIONE R P < > 0 0 IX 41

AZIONI DI SVILUPPO Si è in presenza di decisioni che generano un incremento percentuale del tasso di contribuzione finale al tempo t n (corrisponde al momento in cui si esauriranno gli effetti della decisione che si sta valutando) che supera ampiamente l incremento subìto dai costi di struttura nel corso dei periodi intermedi (vale a dire il livello dei costi che si prevede di sostenere al termine di ciascun periodo parziale di osservazione (t 1 -t 2 -t 3 ecc...)), accompagnato da aumenti nei volumi tali da produrre un differenziale molto elevato tra il valore del fatturato previsto o realizzato e quello di equilibrio. Questo tipo di dinamica fa sì che queste decisioni si traducano in incrementi consistenti e duraturi dei risultati economici, presupposto per un solido sviluppo aziendale.

AZIONI DI CRESCITA Sono contrassegnate da incrementi rilevanti nell entità dei ricavi, conseguenti ad aumenti nei volumi di attività, che possono essere accompagnati da incrementi anche elevati dei ricavi di equilibrio conseguenti ad un innalzamento dei costi di struttura non adeguatamente compensato dall innalzamento del tasso di contribuzione. Ne consegue che l effetto positivo sul profitto dipende essenzialmente dall entità dell incremento delle vendite profittevoli. Rispetto ai processi di sviluppo, i processi di crescita per poter generare profitto devono puntare su un espansione delle vendite significativamente più consistente per controbilanciare l innalzamento del fatturato di equilibrio. Le aziende che si collocano in questo quadrante operano con un elevato livello di vulnerabilità che diventa particolarmente rischioso quando i mercati sono in contrazione.

AZIONI DI MERA CRESCITA DIMENSIONALE Si tratta di decisioni che generano nel medio periodo una variazione positiva, ma contenuta, sui profitti a causa di un incremento sproporzionato dei costi in rapporto ai ricavi. Quando esse comportano un incremento del tasso di contribuzione intermedio insufficiente a coprire l incremento dei costi fissi, è possibile che si generino risultati economici negativi, in parte compensabili nel tempo con un incremento nei volumi di attività. Quest ultimo potrebbe infatti attenuare l impatto negativo sul risultato economico al tempo t n per effetto di un abbassamento del BEP. Si tratta, quindi, di processi di crescita solo apparenti in quanto, a causa dei bassi profitti (o addirittura delle perdite) che essi contribuiscono a generare, hanno un potenziale di autofinanziamento molto contenuto.

AZIONI DI RAZIONALIZZAZIONE Si caratterizzano per una consistente diminuzione dei ricavi di equilibrio in virtù di significativi miglioramenti che si introducono nelle modalità d impiego della capacità produttiva. Ad esempio concentrando tali capacità sui prodotti e modelli più validi. Tali processi possono essere accompagnati anche da diminuzioni nei volumi di vendita, ma con effetti negativi compensati dai vantaggi connessi all abbassamento del ricavo di equilibrio. Il profitto tende ad aumentare per l effetto prevalente dell incremento del tasso di contribuzione.