UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE CORSO DI LAUREA RELAZIONI PUBBLICHE TESI DI LAUREA RELAZIONI PUBBLICHE E PROCESSI DI PACE

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE CORSO DI LAUREA RELAZIONI PUBBLICHE TESI DI LAUREA RELAZIONI PUBBLICHE E PROCESSI DI PACE Relatore Laureanda Chiar.mo prof. Nicola Strizzolo Michela de Faveri Anno accademico

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3 3 Ai miei genitori Adriana e Franco

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5 INDICE Introduzione Pag. 1. Relazioni pubbliche Definizione Excursus storico Obiettivi I modelli Digital Public Relations Processi di pace Definizione Missioni di pace Funzioni dei social media nei processi di pace L ONU e la cultura della pace Nascita della cultura della pace L UNESCO e la cultura della pace The International Decade for a Culture of Peace : il presente UNESCO Goodwill Ambassadors e Artisti per la pace Pace e genere femminile La Carta dei diritti delle donne La Risoluzione n. 1325/2000 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite Donne e relazioni pubbliche Donne di pace Malala Yousafzai (Pakistan)

6 Pag Effetto Malala Aung San Suu Kyi (Birmania - Myanmar) Aung San Suu Kyi promotrice di Pace Effetto Aung San Suu Kyi Il ruolo delle relazioni pubbliche nei processi di pace Le relazioni pubbliche fanno parte del processo di pace? Peacemaking - Intervista a Claudio Mario Betti, assistente al presidente della Comunità di Sant Egidio, Roma Peacebuilding - Intervista a Federico Mayor Saragoza, Presidente della Fondazione Internazionale Cultura della Pace, Madrid, ex Direttore Generale dell UNESCO dal 1987 al 1999, ex Ministro dell Educazione e della Scienza ( ), Spagna Peacekeeping - Intervista al Tenente Colonnello dei Lagunari Giovanni Boggeri - dal 1994 al 2003 in forza al reggimento lagunari Serenissima in Venezia, dal 2003 al 2009 in forza al Comando del Corpo d armata di reazione rapida della NATO in Solbiate Olona (VA) ed attualmente in forza alla Scuola Telecomunicazioni Interforze di Chiavari (GE) con l incarico di Capo Ufficio Difesa Conclusioni Bibliografia Ringraziamenti

7 Introduzione Tutto è comunicazione. Si può dire che questo periodo storico è senz altro caratterizzato da un forte ed impellente bisogno di essere sempre collegati, di esprimersi, di informarsi, di pubblicarsi, di notificare e diffondere divulgando le proprie azioni ed idee quotidianamente usando ogni possibile modalità. La comunicazione viene attuata secondo la prassi classica attraverso giornali, quotidiani, radio tv ma soprattutto con l utilizzo dei media tecnologici che hanno ampliato gli orizzonti, abbattuto le barriere geografiche e che ci hanno portato all esigenza del continuinig connected. Viviamo in un era in cui tutto è comunicazione e in cui non si può non comunicare. Disponiamo di strumenti che annullano le distanze e che permettono di mettere in contatto e di restare in contatto con chiunque vogliamo su questo pianeta. L informazione si è evoluta ed ha affiancato ai mezzi e strumenti tradizionali nuove modalità che grazie alle tecnologie e soprattutto ad internet permettono di abbattere i confini geografici e i visti diplomatici. Anche la guerra e la pace vengono comunicate e gestite con l utilizzo dei nuovi media con un impatto decisamente più forte. I conflitti e le guerre vengono divulgati e gestiti utilizzando le nuove tecnologie ed ottenendo dei risultati davvero soprendenti in termini di visibilità. In questo ultimo periodo, ISIS, il gruppo terrorista salafita che sta occupando i notiziari del mondo, si è dimostrato particolarmente abile nell utilizzo delle tecniche digitali per diffondere il suo messaggio in occidente, raggiungendo migliaia di giovani in tutto il mondo. L ISIS in un tempo relativamente brevissimo ha saputo attirare su di sé moltissima attenzione ma anche moltissimo sostegno alla propria causa soprattutto da gruppi di estremisti medio-orientali. Lo fa attraverso una precisa propaganda organizzata e programmata che oltre a diffondere il suo 7

8 messaggio di terrore al mondo, è composta anche di video serie televisive, e una strategia comunicativa efficacissima il cui perno sono i social media. In questo contesto di comunicazione globale si è voluto analizzare se e come le relazioni pubbliche abbiano dato un contributo e quale esso sia stato in una particolare area della comunicazione: i processi di pace. Non ho trovato molti testi che affrontino in modo così specifico ed analitico il nesso tra le modalità comunicative proprie delle relazioni pubbliche e la loro inclusione nelle modalità operative dei processi di pace. Questa tesi si è quindi basata su un analisi di testi, articoli, pubblicazioni off-line e on-line, sul materiale sulla cultura della pace disponibile sul sito UNESCO ( e in quello della Fondacion Cultura de Paz ( sulle testimonianze dirette di tre protagonisti delle fasi dei processi di pace, e si sviluppa in 5 capitoli. Nel primo capitolo ho ritenuto importante fare un breve riassunto dei concetti più importanti per definire le relazioni pubbliche. Ho quindi iniziato parlando della più recente ed accreditata definizione di relazioni pubbliche, ho raccontato come sono nate evidenziando come la storia dell uomo sia sempre stata un susseguirsi di relazioni pubbliche. Ho, quindi, messo in evidenza quali sono gli obiettivi che le relazioni pubbliche come disciplina, perseguono, ho ricordato i 4 modelli di relazioni pubbliche definiti da Grunig e Hunt nel 1984, e ho esaminato l evoluzione che la disciplina ha avuto grazie all utilizzo delle nuove tecnologie. Ritengo che questo capitolo introduttivo alle relazioni pubbliche sia di fatto la base di partenza per poter capire se le relazioni pubbliche hanno un ruolo nei processi di pace e quale sia questo ruolo. Nel secondo capitolo ho analizzato i processi di pace iniziando dalla loro definizione ed inquadrando storicamente le missioni di pace che a partire dalla fine degli anni 50 del secolo scorso, hanno avuto una parte 8

9 importante nelle azioni a supporto dei processi e negoziati di pace. Ho voluto poi analizzare l importanza che i social media hanno nell ambito della comunicazione dei conflitti così come nella comunicazione della pace, e di quali siano le tecnologie maggiormente usate per promuovere la pace. Il terzo capitolo analizza il ruolo importante dell ONU nel contesto dei processi di pace, dei negoziati che portano agli accordi finali e alla creazione di programmi speciali per lo sviluppo di una specifica cultura della pace tra i popoli attraverso un azione sui singoli. Ho quindi analizzato il ruolo dell UNESCO nella diffusione della cultura della pace e le sue attività in tal senso a partire dal 1989 quando l ONU gli ha chiesto di elaborare una nuova visione della pace basata su valori universali, fino alle attività presenti. Il quarto capitolo analizza invece il contributo delle donne ai processi di pace analizzando le diverse modalità comportamentali e le differenze di genere. Ho accennato alla Carta delle Nazioni Unite dei diritti delle donne del 1945 che afferma i diritti ed il ruolo delle donne nei conflitti armati, alla Risoluzione n. 1325/2000 del Consiglio di Sicurezza dell ONU che afferma l impatto della Guerra sulle donne ma soprattutto il riconoscimento del contributo che esse danno alla risoluzione dei conflitti per una pace durevole. Ho passato, pertanto, in rassegna le caratteristiche che permettono alle donne di esercitare al meglio la professione delle relazioni pubbliche grazie all analisi di una tesi di Laurea dal titolo Donne e Relazioni Pubbliche: cosa ne pensano gli iscritti del Triveneto. Quindi ho voluto esaminare le vicende di due donne che a mio avviso sono particolarmente significative nell analisi dell uso delle relazioni pubbliche nei processi di pace: Malala Yousafzai, la studentessa pakistana che, tenendo aperto un blog pubblicato sui canali della BBC, sosteneva la lotta per il diritto all istruzione delle donne pakistane al punto da diventare un nemico pubblico e molto pericoloso 9

10 per il regime dei talebani; Aung San Suu Kyi cui il regime birmano ha cercato di spegnere la sua voce di libertà con l isolamento dal modo per ben 15 anni. Ambedue sono state simboli di pace e hanno influenzato l opinione e i comportamenti di migliaia di persone. Aung San Suu Kyi ha ricevuto nel 1991 il Premio Nobel per la pace mentre Malala, che è stata insignita del Nobel per la pace proprio in questi giorni (10 Ottobre 2014) con i suoi 16 anni è la persona più giovane ad aver ricevuto il Nobel in tutta la storia del premio. Nel quinto capitolo ho voluto analizzare, se e come le relazioni pubbliche siano incluse nei processi di pace, attraverso le dirette esperienze di chi vi ha partecipato nelle fasi diverse. Ho raccolto la testimonianza diretta di Claudio Betti della Comunità di Sant Egidio sui processi di pace in Mozambico, che hanno portato alla firma del trattato di Pace tutt ora in essere; ho avuto il grande privilegio di avere il punto di vista della diplomazia e dell ONU, grazie al gentile contributo di Federico Mayor Zaragoza, che dal 1987 al 1999 è stato Direttore Generale dell UNESCO, sotto la cui guida il programma sulla Cultura della Pace richiesto dall ONU è stato creato; ho ricevuto il parere di chi i processi di pace li ha vissuti dall ottica militare, intervistando il Tenente Colonnello dei Lagunari Giovanni Boggeri, che ha preso parte alle missioni di pace sotto l egida dell ONU in Albania, Kosovo, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Afghanistan e Iraq. Nelle conclusioni ho analizzato i vari contributi cercando di creare una mappa dell utilizzo delle modalità delle relazioni pubbliche nel processo di pace e di come esse sono percepite dai protagonisti che lo realizzano. 10

11 1. Relazioni pubbliche 1.1. Definizione La più recente ed accreditata definizione di relazioni pubbliche, frutto di una consultazione pubblica internazionale promossa nel 2008 da PRSA 1 in collaborazione con Global Alliance 2 dice che: Public relations is a strategic communication process that builds mutually beneficial relationships between organizations and their publics (Le Relazioni Pubbliche sono un processo comunicativo strategico che costruisce relazioni reciproche benefiche tra un organizzazione e si suoi pubblici). Contiene due novità concettuali importanti: il riconoscimento delle relazioni pubbliche come processo di comunicazione strategica e la simmetria della relazione tra l organizzazione e i suoi pubblici (FERPI NEWS). 3 È un attività comunicativa continuativa, consapevole e programmata che viene attuata per creare sviluppare e/o consolidare relazioni con stakeholder 4 e personalità influenti, che possono agevolare od ostacolare il raggiungimento degli obiettivi, al fine di instaurare un rapporto di fiducia e creare una buona reputazione. È la gestione strategica delle relazioni che esistono fra una organizzazione e i suoi diversi pubblici, attraverso la comunicazione, per raggiungere la comprensione reciproca, gli obiettivi 1 PRSA: Public Relations Society of America ( 2 Global Alliance ( 3 Giampietro Vecchiato, FERPI NEWS marzo 2012 ( n o t i z i e _ f e r p i / n o t i z i e _ f e r p i / c o s a - s o n o - l e - r e l a z i o n i - p u b b l i c h e - l a - nuova-definizione-/notizia_ferpi/44026/11). 4 Stakeholder o portatori di interesse (Una persona, un gruppo di persone, un organizzazione) sono quei soggetti i cui comportamenti, opinioni, decisioni, possono favorire, oppure ostacolare l organizzazione nel raggiungere i propri obiettivi (G. Vecchiato, Manuale Operativo di Relazioni Pubbliche, FrancoAngeli, Milano, 2008 (pag. 88). 11

12 organizzativi e servire l interesse pubblico 5 (Flynn, Gregory & Valin, 2008). Storicamente La prima definizione è attribuita a Edward Louis Bernays 6, uno dei padri delle relazioni pubbliche, che nel 1923 nel suo primo 7 libro Crystallizing Public Opinion e poi in quello più celebre, Propaganda 8 del 1928, ne parlava come la capacità di interpretare la relazione tra l organizzazione e i suoi pubblici e tra questi e l organizzazione, una modalità per anticipare gli umori della gente. Una storia cominciata nel 1920 quando Bernays scelse di modificare il nome della sua attività sostituendo il vecchio titolo del suo ufficio da Direzione Pubblicitaria a Ufficio di Relazioni pubbliche, rinominandosi consulente in relazioni pubbliche : era la prima volta che veniva usato quel termine Excursus storico Le relazioni pubbliche sono sempre state parte integrante della storia della civiltà fin dalle origini. Come notava acutamente, tra gli altri, Don 5 La Società Canadese di relazioni Pubbliche durante il suo meeting annuale tenutosi a Vancouver (British Columbia) il 7 giugno 2009, ha introdotto la nuova ufficiale definizione di Relazioni Pubbliche ( introducing-a-new-maple-infused-definition-of-public-relations). 6 Edward Louis Bernays (Vienna Cambridge 1995) è stato un pubblicista e pubblicitario statunitense di origine austriaca fu uno dei primi spin doctor ed è considerato, assieme a Ivy Lee e a Walter Lippmann, uno dei padri delle moderne relazioni pubbliche, di cui teorizzò nei primi anni del XX secolo le principali regole fondanti (it.wikipedia.org/wiki/edward_bernays). 7 Edward L. Bernays, Cristallizing Public Opinion, Liveright Publishing Corporation, New York, E.L. Bernays, Propaganda, Liveright Publishing Corporation, New York,

13 Bates nel suo Mini-me History 9 (2002), la storia nota può essere letta come un succedersi di azioni di relazioni pubbliche: infatti, mentre le società primitive erano governate attraverso la paura e l intimidazione, le culture più avanzate si sono invece affidate alle discussioni e al dialogo, sostituendo nell esercizio quotidiano della costruzione del consenso, la forza della parola a quella della spada. Esempi di relazioni pubbliche ante-litteram possono essere considerati nelle civiltà antichissime, le immagini, le statue e le riproduzioni di guerrieri, il cui fine era di promuovere la grandezza, la forza, la potenza di chi rappresentavano. Fig Guerriero assiro Fig Bassorilievo assiro-babilonese 9 Dan Bates, Institute of Public relations, Mini-Me History, Public relations from the Dawn of civilization, (2002). 13

14 I re e i guerrieri di grandi civiltà come quella Sumera o Assira-Babilonese oltre alle immagini, usavano i poemi per propagandare il loro valore in guerra e la loro grandezza in politica. Fig Codice sumero Anche la stessa Bibbia o altri testi religiosi, possono essere interpretati come strumenti potentissimi per plasmare le menti, per creare consenso, per influenzare le opinioni. Gli insegnamenti di Gesù tradotti nei discorsi e nelle epistole degli apostoli, divennero uno strumento grandissimo di influenza e di conversione alla sua fede. Nella Grecia antica l uso della parola, scritta e orale fu molto più potente e significativo che altrove, al punto di diventare un fortissimo strumento di integrazione sociale. Potremmo rileggere la struttura sociale di Atene antica, come il prodotto di successo di un operazione di relazioni pubbliche, poiché la vita quotidiana, prevedeva discussioni con il coinvolgimento di tutta la popolazione, sulla condotta della vita pubblica e di quella economica oltre che, prima realtà nella storia, un sistema politico democratico basato sulla partecipazione attiva dei cittadini. 14

15 Fig La Scuola di Atene, ( ) Raffaello Sanzio Anche nell impero romano la forza delle relazioni pubbliche era notevole, lo si desume da espressioni molto usate come vox populi, vox dei, e res publicae. Il grande Giulio Cesare, ad esempio, capì benissimo l importanza della comunicazione pianificata al fine di persuadere benevolmente il pubblico influente e lo mise in pratica redigendo puntuali rapporti bellici - quali il DE BELLO GALLICO 10 - che hanno preparato adeguatamente la platea romana al passaggio del Rubicone nel 49 a. C. 10 De Bello Gallico, scritto tra il 58 e 50 a.c., è sicuramente lo scritto più conosciuto di Gaio Giulio Cesare, generale, politico e scrittore romano del I secolo a.c. In origine, era probabilmente intitolato C. Iulii Caesaris commentarii rerum gestarum, mentre il titolo con cui è oggi noto è un aggiunta successiva, finalizzata a distinguere questi resoconti da quelli degli eventi successivi. Cesare visse in prima persona tutte le vicende riguardanti la conquista della Gallia. Uomo di grande cultura, appassionato di arte e filosofia, descrisse minuziosamente la sua campagna militare, inserendo nella narrazione molte curiosità sugli usi e sui costumi delle tribù barbariche con cui veniva a contatto, oltre a tentare, nello stesso tempo, di difendere il proprio operato. Non si potrà dunque ritenerla un opera davvero rigorosa dal punto di vista storico, proprio perché in parte autobiografica (it.wikipedia.org/wiki/commentarii_de_bello_gallico). 15

16 Fig Commentarii De Bello Gallico (stampa del 1528). Alcuni studiosi ritengono che egli abbia scritto il DE BELLO con il preciso fine di propagandare sé stesso e le sue gesta. Sicuramente Cesare aveva capito quanto fosse importante mantenere una comunicazione continua, coordinata e gestita con il suo pubblico e lo fece narrando con cadenza giornaliera le sue vicende, che corrispondevano con quelle dell impero romano. A Giulio Cesare si fa risalire l origine degli ACTA DIURNA POPULI ROMANI 11, che furono un resoconto ufficialmente autorizzato degli eventi importanti accaduti a Roma. Passando ad epoche più recenti, uno dei maggiori documenti di comunicazione pubblica del medioevo è identificato nell Arazzo della Regina Matilde meglio conosciuto come the Bayeux Tapestry, risalente alla seconda metà dell XI secolo. Si tratta di un tessuto ricamato lungo 11 Nell antica Roma, gli Acta diurna populi romani (succintamente, Acta Diurna) furono un resoconto ufficialmente autorizzato degli eventi degni di nota accaduti a Roma (it.wikipedia.org/wiki/acta_diurna). 16

17 circa 14 metri, che descrive per immagini gli avvenimenti più importanti della conquista normanna dell Inghilterra. Ha un valore inestimabile per le informazioni che ci trasmette sulla vita sociale e militare dell Inghilterra e della Normandia dell XI secolo. Può essere definito come eccelso trattato di comunicazione propagandistica. Fig The Bayeux Tapestry (dettaglio). Un punto di svolta per le modalità comunicative è dato, nel quindicesimo secolo, dalla diffusione della Bibbia di Gutenberg 12, primo testo stampato a caratteri mobili e tradotto in tutte le lingue allora conosciute. Con Gutenberg, si assiste al primo vero fenomeno di pubblica comunicazione. La propaganda, (modernamente intesa come il processo informativo asimmetrico e unidirezionale di cui si avvalgono in casi particolari le relazioni pubbliche) delle gesta dei re e dei potenti e i tentativi di influenzare i sudditi senza l uso di violenza fisica, può essere considerato come uno tra i primi tentativi di governo delle relazioni. Il termine propaganda ha avuto origine nella Chiesa Cattolica quando, nel XVII secolo, venne creata la Congregatio de Propaganda Fide 13. Con la creazione 12 Johann Gutenberg (Johann Gensfleisch zur Laden zum Gutenberg) (Magonza, circa - Magonza, 3 febbraio 1468) è stato un orafo, inventore e tipografo tedesco, inventore della stampa caratteri mobili, a cui dobbiamo l inizio della tecnica della stampa moderna (it.wikipedia.org/wiki/johann_gutenberg). 13 La Congregazione per l evangelizzazione dei popoli (Congregatio pro gentium evangelizatione) è una delle nove congregazioni della Curia romana. È il dicastero che ha 17

18 di questo istituto si ammetteva esplicitamente la necessità di un intermediario che facilitasse la comunicazione tra il governo e il popolo e che sapesse gestire e coordinare l evangelizzazione dei popoli. Niente più iniziative personali quindi ma un attività programmata, continuativa, coordinata e monitorata. Nel 1789 con la conclusione della Rivoluzione Francese e con l emissione della Dichiarazione dei diritti dell Uomo e dei Cittadini 14, il diritto di espressione e quello della libertà di pensiero, pilastri fondanti della moderna comunicazione, sono stati per la prima volta sanciti pubblicamente nell art. 11. Ecco il suo contenuto: La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge. A sostegno dell importanza di questo principio, nel 1792 l Assemblea Nazionale di Francia decise di instituire, all interno del Ministero dell Interno, il Bureau d Esprit primo ufficio ministeriale che si occupava ufficialmente di propaganda, sovvenzionava competenza per tutto quello che riguarda l attività missionaria: dirige e coordina l opera di evangelizzazione dei popoli. Le sue funzioni, in origine, erano attribuite alla Congregazione de Propaganda Fide, istituita da papa Gregorio XV con la bolla Inscrutabili Divinae del 22 giugno 1622, che esercitava anche le funzioni oggi attribuite alla Congregazione per le chiese orientali. Quest ultima ne venne separata il 1º maggio 1917; il 15 agosto 1967, con la bolla di Paolo VI Immortalis Dei, ha assunto l attuale denominazione (it.wikipedia.org/wiki/congregazione_per_l evangelizzazione_dei_popoli). 14 La Dichiarazione dei Diritti dell Uomo e del Cittadino del 1789 (Déclaration des Droits de l Homme et du Citoyen) è un testo giuridico elaborato nel corso della Rivoluzione francese, contenente una solenne elencazione di diritti fondamentali dell individuo e del cittadino. È stata emanata il mercoledì 26 agosto del 1789, basandosi sulla Dichiarazione d indipendenza americana. Tale documento ha ispirato numerose carte costituzionali e il suo contenuto ha rappresentato uno dei più alti riconoscimenti della libertà e dignità umana. 18

19 gli editori e inviava agenti in varie parti della nazione per conquistare il supporto dell opinione pubblica a favore della Rivoluzione francese. Si può affermare che i primi prototipi di relazioni pubbliche si abbiano quando negli stati s inizia a suddividere i compiti tra diversi poteri (Re e parlamento, Potere Giudiziario e Potere Legislativo) che rappresentano gruppi di portatori di interessi diversi e spesso in disaccordo. Il XIX secolo vede nascere un primo concetto di relazioni pubbliche che si realizzava attraverso il rapporto con i giornali e i media dell epoca, grazie all avvento della borghesia e dell opinione pubblica moderna. L accezione moderna di relazioni pubbliche nasce negli Stati Uniti durante la Rivoluzione americana, quando si scontrarono due grandi correnti di pensiero, i patrioti guidati dagli aristocratici e i conservatori sostenuti da commercianti e proprietari terrieri. La storia più recente delle relazioni pubbliche si può collocare all inizio del 1900, quando un grande gruppo di interesse, l industria pesante Americana, vede nei giornali e nelle forze organizzate di lavoro, una minaccia per il proprio predominio e il proprio modello di sviluppo capitalistico. Secondo Bernays (1945) ci furono 4 grandi periodi di evoluzione delle relazioni pubbliche. Il primo periodo dal 1900 al 1914, si identifica col periodo del giornalismo scandalistico e della pubblicità il cui obiettivo era dare un immagine positiva della vita reale. Il secondo periodo, va dal 1914 al 1918 ed è caratterizzato dall azione dell esercito americano per cercare di rendere popolare tutto ciò che aveva per oggetto la guerra che si stava combattendo in Europa e alla quale l America stava per partecipare. Il terzo periodo, dal 1919 al 1929, è caratterizzato dalla grande diffusione della pubblicità industriale, basata sui medesimi principi e metodi sperimentati durante il periodo di guerra. 19

20 Dal 1929 in poi iniziano le vere attività di relazioni pubbliche, che cercano di miscelare gli interessi privati e le responsabilità pubbliche. 15 In Europa la disciplina delle relazioni pubbliche sbarca a seguito delle truppe alleate che hanno liberato gli stati occupati durante la seconda guerra mondiale. Le relazioni pubbliche, come attività distinte dalla propaganda e dalla pubblicità, arrivano in Italia nell estate del 1943, insieme alle truppe alleate che sbarcano in Sicilia. L Italia è il primo Paese dell Asse a cedere agli Alleati e quindi costituisce un interessante terreno di sperimentazione per identificare le modalità migliori per riannodare le relazioni con le comunità locali, dopo i tanti bombardamenti e la violenta occupazione del territorio. Il comando Americano alleato recluta al proprio interno relatori pubblici di origine italiana, aggiungendo a questi anche un nucleo di italoamericani ad hoc, esterni all apparato militare e selezionati per l occasione. Alcuni di questi operatori che operavano al fianco degli Alleati durante la guerra, restano a lavorare per il comando militare che rimane in Italia anche dopo la fine del conflitto, o anche di passare al servizio delle prime multinazionali, soprattutto petrolifere (Mobil, Shell, Esso), che - a Genova più che altrove- riaprono nel nostro Paese dopo gli anni di esilio obbligato a causa dalla politica autarchica del regime fascista. A partire dagli anni 50, sono quattro i centri che vedono nascere e sviluppare in Italia la professione delle relazioni pubbliche: Genova, dove hanno sede le multinazionali petrolifere Esso, Mobil e Shell oltre all Iri; Trieste dove a seguito della prolungata l occupazione delle truppe alleate, le compagnie marittime e assicurative cittadine acquisiscono una cultura della comunicazione, Roma dove i primi professionisti del mestiere imparano lavorando per l USIS (United States Information Service), Milano che è il centro finanziario italiano dopo la ricostruzione economica. 15 Mario Pecchenino - Le Nuove Relazioni Pubbliche, Milano, Carocci Editore,

21 1.3. Obiettivi Compito delle relazioni pubbliche è individuare i soggetti, siano essi singoli o gruppi, che possono aiutare od ostacolare le attività dell organizzazione. Una volta identificati questi soggetti le relazioni pubbliche determinano: i messaggi, gli strumenti, i canali più efficaci per comunicare con i soggetti. Per fare questo si costruiscono relazioni simmetriche e bidirezionali basate sul dialogo al fine di includere negli obiettivi perseguiti anche gli interessi legittimi degli stakeholder (G. Vecchiato). Elementi fondanti delle relazioni pubbliche sono: informare le persone, persuadere le persone, integrare le persone con altre persone. Le relazioni pubbliche hanno una funzione strategica e di governance che si sviluppa con stile imprenditoriale, il cui obiettivo è creare relazioni reciprocamente utili fra le organizzazioni e i loro pubblici in un ottica di sostenibilità e di rendicontazione permanente. Le relazioni pubbliche contribuiscono sostanzialmente nel processo di adattamento all ambiente sociale in cui opera un organizzazione o un singolo e in cui i suoi stakeholder agiscono, fornendo una visione ragionata dei pubblici di riferimento, analizzando quali variabili possono essere influenti e includendo nelle strategie dell organizzazione, gli interessi pubblici che sono emersi nell ambiente sociale analizzato. Le relazioni pubbliche sostengono i leader nelle decisioni e nella gestione dei rischi, li aiutano nell allineamento degli obiettivi ai valori della società in cui si muove l organizzazione per cui operano. In questo modo l azione delle relazioni pubbliche, fornendo assistenza nella costruzione 21

22 di comportamenti socialmente responsabili e creando relazioni vantaggiose, permette che un organizzazione ottenga legittimazione e credibilità e si crei una buona reputazione I modelli James Grunig e Todd Hunt nel hanno riassunto i quattro modelli di relazioni pubbliche condensando cronologicamente i principi astratti della loro possibile applicazione: 1. PRESS AGENTRY-PUBBLICITY, comprende quell attività di comunicazione che intende raggiungere obiettivi di promozione e propaganda per ampliare la conoscenza e la fama dell organizzazione che l attiva. Il fine di questo modello è essenzialmente la propaganda. Gli interlocutori principali sono i giornalisti e l obiettivo principale è l attivazione dell attenzione dei mezzi di comunicazione di massa per rappresentare gli interessi dell organizzazione o del singolo che l ha promossa. In questo modello sono i mass media ad essere utilizzati come mezzo principale per raggiungere i propri obiettivi. La comunicazione è ad una via, quindi dall organizzazione al giornalista. Poca attenzione è riservata alla veridicità e all accuratezza delle informazioni diffuse. In questo modello il rapporto tra l organizzazione (fonte) e il giornalista (ricevente) è sbilanciato a favore della fonte che non considera in modo appropriato quelli che sono i bisogni del giornalista. 2. PUBLIC INFORMATION, ha l obiettivo di frammentare le informazioni (veritiere) al giornalista il quale le riprenderà per l opinione pubblica. In questo modello la comunicazione si svolge ad una via ma le informazioni sono corrette e complete. Qui la comunicazione si svolge 16 James Grunig, Todd Hund, Managing Public Relations, Ed. Holt, Rinehart and Winston,

23 dall organizzazione al pubblico attraverso il giornalista che ha la funzione di relatore pubblico, senza attuare azioni di ascolto o feedback. In questo modello la comunicazione funge da mezzo per la semplice disseminazione di informazioni. 3. TWO-WAY ASYMMETRIC, si pone come obiettivo la persuasione scientifica, il cui fine è far accettare il punto di vista dell organizzazione. In questo modello si utilizzano le teorie sui comportamenti derivanti dalle scienze sociali per persuadere i pubblici influenti a sostenere gli interessi dell organizzazione. La comunicazione attivata è a due vie, i pubblici possono dare un feedback, ed è asimmetrica, l obiettivo della comunicazione è quello di persuadere i pubblici ad adottare posizioni e decisioni definite dall organizzazione. L attività di ricerca individua le preferenze del pubblico e ne misura gli atteggiamenti e i comportamenti prima e dopo l azione di relazioni pubbliche. È il modello di relazioni pubbliche a supporto delle attività di marketing. 4. TWO-WAY SIMMETRIC, conosciuto come modello di Grunig. In questo modello l obiettivo è la comprensione reciproca tra l organizzazione e i suoi pubblici. Qui la comunicazione è a due vie e si basa sul dialogo, ci si aspetta che le due parti coinvolte, possano cambiare qualcosa dopo l intervento di relazioni pubbliche. Si prevede un influenzamento reciproco tale che sia l organizzazione che il pubblico inizi una negoziazione. In questo modello l ascolto avviene prima che gli obiettivi siano definiti. Le aspettative dei pubblici influenti sono incluse negli stessi obiettivi, in modo da contribuire a migliorare la qualità delle decisioni da prendere e a ridurne i tempi attuativi. I concetti alla base della formulazione di questi modelli sono: direzione, scopo della comunicazione. 23

24 La direzione comunicativa può essere ad una via, quando le informazioni sono divulgate dall emittente verso il ricevente oppure a due vie, quando le informazioni sono scambiate in modo equilibrato. Nel 1992, J.E. Grunig ha sviluppato la teoria dell efficacia ed eccellenza delle relazioni pubbliche mettendo in evidenza le connessioni tra le migliori pratiche nella gestione e la comunicazione simmetrica a due vie. Gli ultimi sviluppi nelle nuove tecnologie della comunicazione hanno spostato le modalità comunicative dall approccio mass-media uno-amolti al più nuovo modello mediato da internet uno-a-uno, uno-a-molti, molti-a-molti Digital Public Relations Il cambiamento nel mondo della comunicazione introdotto dal web e dall uso massivo dei social network, ha influenzato in maniera sostanziale anche le relazioni pubbliche al punto da diventarne parte integrante. Mentre nelle PR tradizionali ci si relaziona con figure di riferimento del proprio settore di competenza, il più delle volte giornalisti, sul fronte digitale le cose cambiano e si entra in contatto semplicemente con le persone, che siano influencer 18, community manager, Il web 2.0 è un espressione utilizzata spesso per indicare uno stato dell evoluzione del world wide web, rispetto a una condizione precedente. Si indica come web 2.0 l insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono un elevato livello di interazione tra il sito web e l utente come i blog, i forum, le chat, i wiki, le piattaforme di condivisione di media come Flickr, YouTube, Vimeo, i social network come Facebook, Myspace, Twitter, Google+, Linkedin, Foursquare, ottenute tipicamente attraverso opportune tecniche di programmazione Web e relative applicazioni web afferenti al paradigma del web dinamico in contrapposizione al cosiddetto web statico o web 1.0 (it.wikipedia.org/wiki/web_2.0). 18 Influencer: influente. 24

25 stakeholder, blogger 20 o giornalisti. Così come cambia l interlocutore, così cambia l approccio per entrare in contatto. È stato quindi teorizzato un cambio di paradigma nella definizione stessa di PR digitale. Se fino a poco tempo fa l acronimo PR era comunemente inteso come Public Relations, oggi viene meglio espresso - almeno nel settore digital - come People Relations. 21 Sono proprio le persone, quelle apparentemente comuni, che oggi diventano influencer, sono in grado di generare passaparola in rete con un amplificato effetto virale e che determinano il nuovo modo di fare relazioni pubbliche, le nuove forme di conversazione e di conseguenza, il nuovo modo di comunicare e di comunicarsi. Le digital PR comprendono tutte quelle attività di marketing per creare e/o aumentare il numero, e soprattutto l importanza, delle conversazioni on-line. L obiettivo principale è accrescere la reputazione. Hanno un approccio relazionale, in quanto creano materialmente relazioni tra il brand e gli utenti, tanto che si parla di buzz marketing 22 e 19 Il community manager (online community manager) è un addetto alla gestione di una comunità virtuale (detta anche comunità online), con i compiti di progettarne la struttura e di coordinarne le attività. È una professione legata al web 2.0 (it.wikipedia.org/wiki/community_manager). 20 Blogger: Il creatore e curator di un blog. 21 Tratto da: 22 Il buzz marketing, detto anche marketing conversazionale è quell insieme di operazioni di marketing non convenzionale volte ad aumentare il numero e il volume delle conversazioni riguardanti un prodotto o un servizio e, conseguentemente, ad accrescere la notorietà e la buona reputazione di un brand. Consiste nel dare alle persone motivo di parlare di un prodotto, servizio, un iniziativa e nel facilitare le conversazioni attorno a tale oggetto. Il buzz marketing rappresenta la possibilità di raggiungere nel minor tempo possibile quello che viene definito sciame, cioè un gruppo di utenti omogeneo per interessi rispetto a un tema o a una categoria di prodotti/servizi. Buzz marketing è, dunque, la strategia di coloro che, consapevolmente o inconsapevolmente, gratis o a pagamento, utilizzano il gli strumenti del web (blog, forum, social network) per parlare e far 25

26 di marketing conversazionale. È una forma moderna di passaparola, detto in gergo WOMM acronimo per Word-of mouth-marketing, ed è considerato uno strumento estremamente potente. È stimato che il 90% degli utenti prendano una decisione su un acquisto, fidandosi principalmente delle opinioni date da persone autorevoli. Il passaparola è quindi percepito come la forma pubblicitaria ritenuta più credibile dagli utenti on-line. Le digital PR sono intese come «insieme di strategie, modalità di relazione e processi sviluppati nell ecosistema digitale e indirizzati a nuovi stakeholder e influencer, attraverso l utilizzo di nuovi linguaggi, meccanismi virali, strategie di engagement 23 e politiche di condivisione di contenuti online. Gli strumenti attraverso i quali operano le digital PR sono: blog, 24 forum, 25 social network, 26 parlare di beni, aziende o brand. Elemento centrale del buzz marketing è l uso del passaparola (it.wikipedia.org/wiki/buzz_marketing). 23 Strategie di coinvolgimento. 24 Blog: nel gergo di internet, un blog è un particolare tipo di sito web in cui i contenuti vengono visualizzati in forma cronologica. In genere un blog è gestito da uno o più blogger che pubblicano, più o meno periodicamente, contenuti multimediali, in forma testuale o in forma di post, concetto assimilabile o avvicinabile ad un articolo di giornale (it.wikipedia.org/wiki/blog). 25 Forum: su internet, luogo virtuale di discussione. 26 Social network: rete sociale. La versione di internet delle reti sociali (social media) è una delle forme più evolute di comunicazione in rete. La rete delle relazioni sociali che ciascuno di noi tesse ogni giorno, in maniera più o meno casuale, nei vari ambiti della nostra vita, si può così materializzare, organizzare in una mappa consultabile, e arricchire di nuovi contatti. I principali social network sono: Facebook, MySpace, Instagram, Twitter, Google+, LinkedIn, Pinterest, Formspring, Bebo, Friendster, Hi5, 26

27 testate e riviste on line, social media. 27 Ning, Tagged, Meetup, e altri. Tra quelli più usati al mondo vi sono Facebook e Twitter (it.wikipedia.org/wiki/rete_sociale). 27 Social media: in italiano media sociali, è un termine generico che indica tecnologie e pratiche online che le persone adottano per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio (it.wikipedia.org/wiki/social_media). 27

28 28

29 2. Processi di pace 2.1. Definizione Con processo di pace, si intende un intervento per prevenire l inizio o la ripresa di un conflitto violento attraverso la creazione di una pace sostenibile. Le attività dei processi di pace si concentrano sulle cause o cause potenziali della violenza, cercano di creare delle aspettative sociali per una risoluzione pacifica dei conflitti e di stabilizzare politicamente e sotto il profilo socio-economico la società che ne è afflitta. Il processo di pace è un concetto globale che comprende la trasformazione dei conflitti, la giustizia transizionale, la riconciliazione delle parti, lo sviluppo, e la leadership. Mette in evidenza come la fine di un conflitto non porti automaticamente alla pace e ad uno sviluppo sociale ed economico stabile. Il termine Processo di Pace ha acquisito significato sostanziale attraverso le azioni di organizzazioni come la Commissione delle Nazioni Unite per il consolidamento della pace (UN Peacebuilding Commission) o l Istituto degli Stati Uniti per la Pace (United States Institute of Peace). Un certo numero di organizzazioni internazionali descrivono le loro attività in zone di conflitto come peacebuilding Peacebuilding (costruzione della pace): azione che si sviluppa al termine di un conflitto ed è finalizzata a costruire le condizioni per una pace duratura, anche mediante interventi economici e di monitoraggio socio-politico sul territorio. Questa operazione prevede spesso l organizzazione e la supervisione dei processi elettorali. 29

30 2.2. Missioni di pace Nel 1956, durante la crisi di Suez 29, i tentativi di Francia e Inghilterra di usare la forza per prevenire la nazionalizzazione del Canale di Suez da parte del Presidente egiziano Nasser, fallirono. Questo fallimento segnò una svolta nell indipendenza diplomatica delle potenze europee. L atteggiamento ostile e contrapposto di URSS e Stati Uniti obbligò Francia ed Inghilterra a ritirare le loro truppe e ad accettare lo sviluppo di una forza militare delle Nazioni Unite (Formigoni 2000:413). Nacque così la UNEF I 30 la prima forza di emergenza delle Nazioni Unite create per assicurare e controllare la cessazione delle ostilità e per servire da cuscinetto tra le forze egiziane e quelle israeliane. UNEF I fu il primo intervento armato delle Nazioni Unite e fu anche il primo ad essere definito Missione di pace (peace-keeping). Fu un intervento di successo e quindi stabilì una serie di principi usati come linee guida nei successivi interventi di mantenimento della pace. A partire dalla fine degli anni 80 il numero delle missioni di Pace è aumentato in modo considerevole. Il concetto di Intervento civile di pace, ispirato alla visione gandhiana dell azione non violenta come strumento di trasformazione dei conflitti, si sviluppa particolarmente dall inizio di quegli anni. A seguito delle guerre in ex-jugoslavia, nel 1995 l europarlamentare Alex Langer 29 La crisi di Suez fu un conflitto che nel 1956 vide l Egitto opporsi all occupazione militare del canale di Suez da parte di Francia Regno Unito ed Israele. La crisi si concluse quando l URSS minacciò di intervenire al fianco dell Egitto e gli Stati Uniti, temendo l allargamento del conflitto, costrinsero inglesi, francesi ed israeliani al ritiro. Per la prima volta USA e URSS si accordarono per garantire la pace (it.wikipedia.org/wiki/crisi_di_suez). 30 w w w. u n. o r g / e n / p e a c e k e e p i n g / m i s s i o n s / p a s t / u n e f i. h t m ; i t. w i k i p e d i a. o r g / w i k i / f o r z a _ d i _ e m e r g e n z a _ d e l l e _ n a z i o n i _ u n i t e. 30

31 propone l istituzione di un Corpo civile di pace europeo, concepito come team di specialisti capaci di intervenire in fase di prevenzione, gestione e risoluzione del conflitto, con azioni generatrici di pace, finalizzate alla mediazione, alla promozione della fiducia fra le parti, all assistenza umanitaria, alla re-integrazione di combattenti (specie mediante disarmo e smobilitazione), alla riabilitazione nonché alla ricostruzione ed alla promozione dei diritti umani. Ampio riconoscimento del ruolo dei civili nell azione sui e nei conflitti internazionali viene garantito anche dalle Nazioni Unite. Con l Agenda per la pace 31 del Segretario Generale Boutros Boutros Ghali 32 del 1992, le Nazioni Unite hanno introdotto le categorie e le professioni 31 Nel 1992, Boutros Boutrous-Ghali, Segretario Generale delle Nazioni Unite, nel documento denominato Agenda per la pace, affronta in maniera organica i temi della diplomazia preventiva, della pacificazione e del mantenimento della pace, e infine quello della costruzione della pace dopo un conflitto. Il documento fornisce una prima definizione dei termini utilizzati. Diplomazia preventiva è l azione per prevenire la nascita di dispute tra le parti, per impedire che dispute esistenti degenerino in conflitti e per limitare l estensione di questi ultimi quando essi si verificano. Pacificazione è l azione per condurre le parti ostili all accordo, essenzialmente attraverso mezzi pacifici come quelli contemplati nel Capitolo VI dello Statuto delle Nazioni Unite. Mantenimento della pace è il dispiegamento di una presenza delle Nazioni Unite sul campo, previo consenso di tutte le parti interessate, che normalmente implica personale militare e/o di polizia e spesso anche civili. Il mantenimento della pace è una tecnica che aumenta le possibilità sia per la prevenzione del conflitto che per la creazione della pace. Costruzione della pace dopo il conflitto, è l azione volta a individuare e appoggiare le strutture che tenderanno a rafforzare e consolidare la pace al fine di evitare una ricaduta nel conflitto ( 32 Boutros Boutros-Ghali, diplomatico egiziano (1922) è stato Segretario Generale delle Nazioni Unite dal 1992 al 1996 (en.wikipedia.org/wiki/boutros_boutros-ghali). 31

32 di peacekeeping 33, peacemaking 34 e peacebuilding 35, nelle quali i civili sono equiparati formalmente ai militari pur mantenendo un ambito proprio di azione Funzione dei social media nei processi di pace Tra le nuove generazioni si fa ormai un grande uso del termine social innovation, riferendosi a quel tipo di progresso che affronta bisogni sociali creando soluzioni basate sulla collaborazione. Una forma di innovazione che tocca idee, prodotti e servizi con l obiettivo di disegnare una realtà che sappia ascoltare e far vivere meglio. Geoff Mulgan, nel libro Social innovation (Egea), 36 parla di progetti capaci di risolvere i bisogni della contemporaneità, attraverso la partecipazione sociale. L uso degli smartphone e dei social network permettono un approccio molto più dinamico nei processi di pace, rispetto a quanto è stato possibile fare finora con i media tradizionali. È ormai assodata l importanza delle organizzazioni non governative nei processi di pace, sottolineando come le organizzazioni non governative (ONG) dispongano di tutti gli strumenti necessari per lavorare sull opinione pubblica, condizione indispensabile per il raggiungimento di soluzioni politiche, ma anche l emergere di nuove forme di contatto come blog, micro-blog, social network ben noti come Facebook e Twitter, Skype e altri strumenti web, sono 33 Peacekeeping: operazioni di mantenimento della pace (it.wikipedia.org/wiki/peacekeeping). 34 Peacemaking: processo di pacificazione (en.wikipedia.org/wiki/peacemaking). 35 Peacebuilding: (in italiano letteralmente consolidamento della pace ) è un termine usato all interno della comunità internazionale per descrivere quei processi e quelle attività coinvolte nella risoluzione dei conflitti armati al fine di stabilire una pace sostenibile e assicurare la protezione di diritti umani fondamentali (it.wikipedia.org/wiki/peacebuilding). 36 Mulgan Geoff, Social innovation, Milano, Egea,

33 diventati una finestra su un mondo altrimenti inaccessibile. All improvviso, è diventato possibile (ri)trovare su Facebook vecchi e nuovi amici, chattare su Skype nonostante le frontiere chiuse e, soprattutto, esprimere sostegno, comprensione e apertura verso l altra parte del mondo senza attendere l autorizzazione dei governi locali. In effetti, la crescente popolarità di questi strumenti ha spinto molti organizzatori di incontri bilaterali a inserire i nuovi media nei loro momenti di formazione. Senza dubbio, la penetrazione di internet resta bassa in alcuni paesi ma, con il calare dei costi e con l aumentare della velocità, non c è dubbio che il mondo della comunicazione online e mobile diventerà con ogni probabilità, uno strumento importante nelle mani della società civile e degli attivisti politici. I blog raggiungono una platea specifica, non altrimenti raggiungibile da attivisti indipendenti che non hanno risorse e tanto meno aiuti da parte del governo, sostiene Anna Dolidze, avvocatessa e scrittrice georgiana che si batte per il rispetto dei diritti umani nel Caucaso. Il loro impatto nel fornire informazioni alternative è significativo, tanto che io penso che in quei Paesi in cui il governo controlla i media più influenti, come la TV e la radio, questo possa essere uno strumento efficace e a costo molto basso, fondamentale per diffondere informazioni. 37 Eppure, nonostante i rischi, la crescente popolarità di siti come Facebook e di altri strumenti per esprimere le proprie opinioni, come i blog, offre nuove potenzialità ai social media e altri strumenti online per riempire il vuoto di informazione. Benché questi strumenti non siano in sé sufficienti a raggiungere il fine, potrebbero avere un potenziale significativo come parte integrante di altre iniziative più tradizionali per la trasformazione, gestione e risoluzione dei conflitti. Questi nuovi strumenti possono essere impiegati per fomentare la violenza così come per promuovere la pace, ha scritto Ivan Sigal, direttore di Global Voices

34 Online, in una ricerca ( Digital media in conflict-prone societies ) 38 redatta per il Centro per l assistenza internazionale ai media (CIMA). Tuttavia è possibile creare sistemi di comunicazione che incoraggino il dialogo e le soluzioni politiche non violente, ha aggiunto l ex ricercatore sui media civici presso l Istituto per la pace statunitense. Micael Bogar, project manager al Centro per i social media dell American University 39 concorda, ma sostiene che molti di quanti lavorano nel campo della risoluzione dei conflitti, continuano a non essere interessati ad utilizzare strumenti a basso costo o a costo zero, neppure se questi si dimostrassero più efficaci di ciò che esiste attualmente. E, dato che i finanziatori internazionali non sono generalmente interessati ad iniziative a basso costo, le ONG possono anche ricevere sovvenzioni maggiori per attività che risultano essere poco efficaci o insostenibili. Ciò nonostante, i soggetti consapevoli che costruire la fiducia e creare amicizie sono processi che devono avvenire su base regolare, possono usare strumenti come Facebook e Skype per evitare linee telefoniche intercettate, attraversare i confini dei cessate il fuoco e le frontiere chiuse, prima e specialmente dopo, gli incontri veri e propri. La Bogar è comunque cauta, ritenendo che gran parte della società civile attualmente impegnata nelle iniziative di peace building non prenda seriamente questo lavoro. Coloro che davvero lavorano per costruire la pace hanno un carattere radicale, diverso dagli altri, sostiene. Io penso che quando in un attivista o in un operatore per la risoluzione dei conflitti sono presenti questi elementi fondamentali, la naturale conseguenza è quella di entrare nei social media, sostiene la Bogar. Quanto a quelli che non li utilizzano, o sono più vecchi e inconsapevoli della loro esistenza, oppure semplicemente non sono interessati ad 38 Ivan Sigal, in Digital Media in Conflict-Prone Societies, (CIMA). 39 Micael Bogar ( 34

35 utilizzare strumenti a basso costo quando possono ricevere grandi sovvenzioni continuando a fare quello che fanno. Sul tema è intervenuta anche l Università degli Studi di Udine, che ha condotto innumerevoli studi transfrontalieri sulle reti sociali di Facebook all interno dei paesi dell ex Jugoslavia, basati sulla seguente ipotesi di ricerca: l utilizzo di queste forme di comunicazione influenzano un maggiore senso di vicinanza, amicizia, fiducia e solidarietà tra le persone (condizioni necessarie per i processi di peace building)? Come sostenuto nell articolo di Valentina Bernardinis e Nicolo Strizzolo 40 le basi della ricerca risiedono in diverse esperienze riportate dalla letteratura sull argomento. Una fra le altre è l utilizzo delle ICT per l appianamento dei dissidi con videogiochi che impegnino gli studenti in negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi (Burak, Keylor and Sweeney, 2005) Anche i videogiochi quindi possono coadiuvare interventi per la risoluzione e la gestione dei conflitti, anche all interno di contesti educativi (Veletsianos, Eliadou, 2009): la variabile determinante non è la tecnologia in questi casi ma le opportunità che la tecnologia offre combinata a determinate pedagogie. Diventa pertanto determinante conoscere e sviluppare questa combinazione di opportunità tecnologia e pedagogie che le sfruttino al meglio. In altri casi si sono utilizzati invece warblog 41 e peaceblog 42 per far comprendere agli studenti le dinamiche di base per la pace, sono costituite dalla socializzazione che avviene all interno d interazioni tra persone di diversa estrazione e cultura; pertanto, le tecnologie Web 2.0 possono alimentare forme di comunicazione e collaborazione, struttura base dei processi di peace building (Veletsianos, Kleanthous, 2009) Termine coniato da Matt Welch, giornalista e blogger americano (mattwelch.com/warblog.html) peaceblog.wordpress.com/; powerfulpeace.wordpress.com/; peacetour.org/blog; preschoolersandpeace.com/blog. 35

36 L esperienza del Laboratorio Internazionale della Comunicazione (Università di Udine e Università degli Studi Cattolica del Sacro Cuore 43 ), fondato a Roma dall Università Cattolica nel 1963, inizialmente con la denominazione Corsi estivi di lingua e cultura italiana, poi trasformata, nel 1980, in Laboratorio internazionale della comunicazione, si è dimostrata una tra le maggiormente significative nell ambito di questi studi. Il Laboratorio è condotto in collaborazione con l Università Cattolica di Milano e l Università di Udine che, concordemente, la sponsorizzano. Le istituzioni a supporto sono la regione Friuli - Venezia Giulia, il Comune di Gemona, la provincia di Udine e la fondazione Crup. Il Laboratorio, che per l originalità della sua impostazione si è affermato, a livello internazionale, come uno dei più prestigiosi corsi estivi di lingua e cultura italiana, si rivolge a giovani studiosi, artisti, professionisti nel campo della comunicazione letteraria, cinematografica, teatrale, giornalistica e delle arti figurative, buoni praticanti della lingua italiana e si mostrano interessati ad aggiornarsi sulla realtà italiana contemporanea (lingua, letteratura, storia, arte, scienze, sociologia, politica, musica, teatro, cinema, costume). Molti partecipanti al Laboratorio delle scorse edizioni si distinguono oggi in ruoli chiave - nei rispettivi paesi - nella diffusione della cultura italiana nelle università, negli istituti italiani di cultura, nei centri media. Altri sono artisti, altri ancora hanno un ruolo nelle istituzioni pubbliche o nelle aziende che hanno relazioni economiche con l Italia. Tra gli obiettivi del Laboratorio, infine, ci sono anche le relazioni interculturali che si instaurano tra giovani e meno giovani che andranno a occupare o già occupano ruoli da intellettuali nella classe dirigente dei Paesi coinvolti, relazioni rese da alcuni anni ancora più intense dalle piattaforme social che il Laboratorio utilizza (Facebook e Twitter)

37 Bernardinis e Strizzolo riportano che, sempre Veletsianos, Kleanthous, (2009), in un approfondita ricostruzione della letteratura scientifica sull argomento, individua le tecnologie che sono state maggiormente usate per promuovere la pace: - Learning Management Systems (LMS) o Virtual Learning Environments (VLEs); - il web 2.0 con blog; - wikis, social networking online; - siti per la condivisione di video. Altri fonti indicano la mail, la videoconferenze e telefoni cellulari per la condivisione di informazioni e comunicazioni orientate alla comprensione reciproca. 44 Interessante la citazione degli autori nei confronti di un altra esperienza di costruzione di pace attraverso le ICT e cioè il ruolo della piattaforma Peace Revolution 45. Rivoluzione Pace si sforza infatti di portare la pace nel mondo, sostenendo le persone a trovare la pace interiore e la condivisione della pace con le loro famiglie, amici e comunità, da qui lo slogan PIPO o pace In, pace Out. Quindi, al fine di cambiare il mondo, dobbiamo cominciare dal cambiare noi stessi. L approccio unico che distingue Rivoluzione Pace da altre iniziative di pace è l inclusione di tre componenti che supportano lo sviluppo personale dei loro membri denominati Aka Rebels Pace. Essi coltivano la pace interiore attraverso la meditazione, partecipando a un programma di auto-sviluppo in linea, aderendo ad un training di pace faccia-a-faccia interna in diverse parti del mondo, ad esempio con i bambini dei campi profughi in Africa, unendo l organizzazione di speciali attività on-line di pace interiore Special Ops e diffondendo il concetto di Pace In Peace Out organizzando attività PIPO. 44 Cfr. nota n peacerevolution.net. 37

38 Altrettanto significativa da citare è anche l attività della piattaforma Everyday rebellion. 46 Infine aggiungono: pare inoltre dimostrato che il social networking sia fondamentale per il reinserimento di ex combattenti nella vita civile e in quella lavorativa. Su queste basi, il World Bank s Transitional Demobilization and Reintegration Program (TDRP) sta sponsorizzando un progetto sull utilizzo delle ICT per le peace buiding, ma a parte le premesse, non vengono offerte ancora validazioni scientifiche degli output di questo percorso (Lamb, 2013). Una ricerca della Georgia Tech sta portando i suoi frutti attraverso il software Aggie che aggrega e analizza in tempo reale flussi multipli di diversi social media e blog contemporaneamente. Gestisce grandi volumi di informazioni che estraggono in tempo reale parole chiave, analizza il contenuto e valuta l incidenza monitorando gli argomenti (Best, 2013). Il sistema venne testato nelle elezioni del 2011 in Nigeria. Arrivato il momento delle urne, il software, che in tempo reale tagga e registra i report dei ballottaggi e le eventuali irregolarità nelle elezioni segnalando i casi di frode, aveva ignorato i segnali dei primi focolai di violenza (seguiti da violente sommosse con numerosi feriti e morti). È stato così che il software - riconfigurato - oggi ha anche il compito di evidenziare violenze nei flussi di discorso nel web. Questo ha permesso di inviare forze di sicurezza lì dove provenivano sintomi di violenza e sospetti di frodi elettorali in maniera da prevenire disordini ma anche di garantire elezioni trasparenti e democratiche. I progettisti del sistema credono che usando il software Aggie si possano rendere servizi di monitoraggio e di trasparenza in tempo reale alle elezioni, attenuando i flussi di violenza e garantendo così un sostegno importante ai paesi in cerca di pace e democrazia

39 3. L ONU e la cultura della pace 3.1. Nascita della cultura della pace 47 La Dichiarazione sul diritto dei popoli alla pace, adottata dall Assemblea General delle Nazioni Unite, il 12 novembre 1984 durante la 57 a Seduta plenaria, sottolinea che: per garantire l esercizio del diritto dei popoli alla pace, è indispensabile che la politica degli stati tenda alla eliminazione delle minacce di guerra, all abbandono del ricorso alla forza nelle relazioni internazionali e alla composizione pacifica delle controversie internazionali sulla base dello Statuto delle Nazioni Unite. Storicamente il concetto di Cultura di Pace, viene formulato o meglio, istituzionalizzato, per la prima volta nel 1989 al Congresso Internazionale ONU sulla Pace in Costa d Avorio. Il Congresso raccomandò all UNESCO 48 di lavorare per costruire una nuova visione della pace basata sui valori universali di rispetto per la vita, di libertà, di giustizia, di solidarietà, di tolleranza, dei diritti umani e dell uguaglianza tra uomo e donna. Secondo l ONU, per creare una cultura di pace, si deve agire su due livelli: a livello politico statuale ed a livello culturale e quindi soggettivo personale. Questa iniziativa nasce in un contesto internazionale influenzato dalla caduta del muro di Berlino e dalla conseguente scomparsa delle tensioni legate alla guerra fredda. Nel 1994 si tiene il primo Forum Internazionale sulla cultura di pace in San Salvador. L anno dopo, la 28 a Conferenza Generale dell UNESCO introduce il concetto di cultura della pace per il quinquennio , durante il quale viene sviluppato il progetto Towards a Culture of 47 it.wikipedia.org/wiki/dichiarazione_sul_diritto_dei_popoli_alla_pace. 48 Agenzia delle Nazioni Unite per l Educazione, la Scienza e la Cultura, fondata nel 1948 ha sede a Parigi. 39

40 Peace (Verso una cultura di pace). Organizzazioni non governative, associazioni, giovani e adulti, media nazionali, locali e leader religiosi attivi per la pace la nonviolenza e la tolleranza, si impegnarono nel diffondere in tutto il mondo una Cultura di Pace attraverso l educazione, la scienza, la cultura e la collaborazione tra le nazioni. Dove c è cultura diffusa c è rispetto universale per la giustizia, la legge, i diritti dell uomo e le libertà fondamentali per tutti, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione, come la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli. Nel 1997 tutti i premi Nobel per la pace sottoscrivono, su proposta di Mairead Corrigan-Maguirre (Irlanda del Nord, 1976) e Adolfo Perez Esquivel (Argentina, 1980), i membri dell IFOR (International fellowship of reconciliation) un appello all ONU per istituire un anno internazionale per una cultura di pace. L appello viene sostenuto anche da numerose eminenti personalità e organizzazioni. Lo stesso anno l Assemblea generale delle Nazioni Unite proclama l anno 2000 «Anno internazionale per la cultura di pace». L UNESCO viene subito incaricata di diffondere un manifesto in cui si chiede alle persone di sottoscrivere alcuni impegni concreti riguardo una cultura di pace. Questo manifesto viene sottoscritto, nel corso del 2000, da 65 milioni di persone in tutto il mondo pari a un cinquantesimo dell intera popolazione mondiale. Il 10 novembre 1998 l Assemblea generale dell ONU, con la Risoluzione 49 n. 53/25, ha proclamato il periodo Decennio internazionale della promozione di una cultura della nonviolenza e della pace a beneficio dei bambini del mondo, e il 6 novembre 1999 con la Risoluzione n. 53/25 ha emesso la Dichiarazione e programma sulla cultura della pace decade-culture-of-peace.org/resolutions/resa b.html. 40

41 Fig Simbolo della cultura della Pace 3.2. L UNESCO e la cultura della pace Dato che è nella mente degli uomini che si prepara la guerra, è nella mente degli uomini che la pace deve essere costruita. (UNESCO Costitution 1948). 51 Questo è il preambolo della Costituzione dell UNESCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l educazione, la scienza e la cultura - unica agenzia delle Nazioni Unite ad avere, nel suo atto costitutivo, un mandato sulla costruzione e sulla difesa della Pace. Per l UNESCO la pace è molto più che il risultato di trattati tra governi o di accordi tra persone potenti: la pace risulta dal modo in cui un popolo si relaziona con un altro popolo, nel rispetto dei reciproci diritti e doveri riconosciuti dalla comunità internazionale. Non è quindi la forma di governo che garantisce la pace né tanto meno un insieme di trattati o accordi internazionali. La pace è garantita solo ed esclusivamente dal comportamento e dalle scelte degli individui che insieme costituiscono il 51 portal.unesco.org/en/ev.php-rl_id=15244&url_do=do_topic&url_section=201.html. 41

42 comportamento e le scelte di un popolo. Non basta relegare agli attori statuali la salvaguardia della Pace. Serve agire sugli individui per una cultura diffusa che affronti non solo i conflitti tra Stati o all interno degli stessi ma il conflitto in sé come componente del vivere umano. L aggressività e il conflitto sono componenti costitutive di un continuo processo di individuazione e socializzazione, cognitivo e affettivo allo stesso tempo. Le forme di elaborazione del conflitto possono portare ad esiti cooperativi o antagonistici. La loro affermazione ed il loro consolidamento istituzionale prendono le forme della mutualità del dialogo e della guerra. La Risoluzione n. 50/173 delle Nazioni Unite 52 (27 febbraio 1996) richiede all UNESCO di redigere un rapporto sulla promozione dell educazione alla pace, ai diritti umani, alla cooperazione internazionale e alla tolleranza, rapporto che viene consegnato al Segretario delle Nazioni Unite all inizio del The International Decade for a Culture of Peace Come già accennato sopra, la decade è stata dichiarata dall ONU The International Decade for a Culture of Peace and Non- Violence for the Children of the World. 54 Due gli aspetti enfatizzati: le attività di educazione alla pace per i bambini e la costruzione di una strategia organizzativa mettendo in rilievo l importanza delle partnership e delle nuove tecnologie informatiche Report on educational activities in the framework of the UNESCO transdisciplinary project entitled Towards a culture of peace ( 54 www3.unesco.org/iycp/uk/uk_sum_decade.htm. 42

43 L UNESCO come agenzia leader per la Cultura della Pace per la Decade , intensifica e mobilizza gli sforzi sulla cultura della Pace a livello nazionale non solo attraverso canali istituzionali quali le Commissioni Nazionali degli Stati di appartenenza ma soprattutto attraverso il coinvolgimento nelle proprie attività di Organizzazioni non governative. Molte le attività svolte durante la decade a sostegno della Cultura della Pace, segnalo quelle che a mio avviso hanno utilizzato maggiormente modalità afferenti alla disciplina delle Relazioni Pubbliche, ponendo in rilevanza, la conoscenza reciproca, l ascolto, il dialogo partecipativo, la comunicazione bidirezionale, i comunicati, le pubblicazioni, gli eventi, l uso del web e delle nuove tecnologie. a) Educazione alla non violenza 55 Le attività educative volte all uso della non violenza, sono state principalmente attuate attraverso un programma di training sulla mediazione e sulla risoluzione dei conflitti in modo non aggressivo. Questi training sono stati realizzati soprattutto in Europa dell est, nel medio oriente e in Africa dal 1996 al Hanno contribuito alla formazione dei mediatori di pace con training sul dialogo partecipativo, ascolto degli stakeholder influenti, meeting e contatti diretti con le autorità nazionali. Programmi specifici per i bambini in età scolare, prevedevano giochi sulla costruzione della pace i cui risultati venivano postati su specifici website. Il volume Best practice on Conflict Resolution in and out of School 56 è stato pubblicato con i contributi delle associazioni, insegnanti, educatori alla pace ed è stato incluso in un kit di educazione alla non violenza utilizzato da insegnanti e trainers unesdoc.unesco.org/images/0012/001266/126679e.pdf. 43

44 b) Premio UNESCO per l Educazione alla pace ( ) 57 Questo riconoscimento è stato assegnato ad individui, organizzazioni o gruppi la cui azione in favore della promozione e, in particolar modo, modo dell educazione alla Pace fosse riconosciuta internazionalmente. Trai i vari premiati ricordiamo Madre Teresa di Calcutta (1992), l Associazione delle Madri della Plaza de Mayo, Argentina, (1999), la Città Scuola Montessori, India (2002). La modalità dell evento-premio internazionale è stata scelta in questo caso dall UNESCO per creare consenso e accrescere consapevolezza tra i propri partner e stakeholder scegliendo dei soggetti che attraverso il loro vissuto rappresentavano dei simboli di Pace. c) Premio UNESCO Città per la pace ( ) 58 Questo Premio si è principalmente orientato verso quelle città in cui venivano applicate iniziative di rafforzamento della coesione sociale, nelle quali si miglioravano le condizioni di vita delle periferie svantaggiate e che sviluppavano un costruttivo dialogo interculturale, elementi necessari per lo sviluppo di un armonioso ambiente urbano. Il Premio è stato cancellato nell anno d) Community Radio Questo programma dell UNESCO intendeva sostenere a livello locale lo sviluppo della comunità dei media, dando a gruppi sociali isolati o svantaggiati la possibilità di partecipare al miglioramento di strategie e progetti che promuovessero il dialogo e rafforzassero le singole esperienze. Il progetto, che prevedeva l utilizzo di stazioni radio in abbinamento all accesso ad internet, permetteva di superare le barriere linguistiche e la mancanza di infrastrutture nelle comunità rurali, 57 unipd-centrodirittiumani.it/it/news/premio-unesco-per-leducazione-alla-pace-2008/ portal.unesco.org/culture/en/ev.php-url_id=2477&url_do=do_topic&url_section=201.html. 44

45 fornendo risposte alle interrogazioni dirette degli ascoltatori e la possibilità di condividere informazioni e conoscenze. e) Supporto alla comunicazione partecipativa e al libero flusso di informazioni e conoscenza. Con questo obiettivo l UNESCO ha attivato una serie di azioni a supporto dei media indipendenti nella promozione della cultura della pace. Un esempio per tutti: il programma UNESCO SOS MEDIA, 59 attivato nei paesi dell ex Jugoslavia. Durante la guerra in Bosnia- Erzegovina e dopo la sua conclusione, attraverso questo programma sono stati sostenuti concretamente, con finanziamenti e strumentazione, i media indipendenti che operavano per garantire l informazione durante il periodo bellico. L UNESCO ha contribuito alla creazione delle condizioni per la libertà di stampa durante il periodo di transizione di quei paesi. Per comunicare queste attività sono stati utilizzati prevalentemente i media classici in modo particolare si è fatto uso di comunicati stampa, articoli sui quotidiani o stampa specializzata, postati sui siti web istituzionali, diffusi via radio : il presente Le diverse politiche operative dell Organizzazione dovute all avvicendamento dei Direttori Generali e la crisi economica che dal 2008 ne condiziona le attività, hanno cambiato gli orientamenti dei suoi programmi nell ambito della cultura della pace. Se fino a metà degli anni 2000 la Cultura della Pace in tutte le sue declinazioni, era una priorità nei

46 programmi UNESCO, gli ultimi periodi (dal 2008 ad oggi) hanno visto un differente coinvolgimento nei confronti di questo argomento. Le attività che l UNESCO attualmente implementa a sostegno della cultura della pace rientrano in un programma denominato Culture of Peace and non Violence. 60 Al fine di promuovere le condizioni perché la pace possa essere una realtà tangibile per tutti, l UNESCO ha stabilito un nuovo programma per migliorare una cultura di pace e non-violenza a livello globale, regionale, nazionale e locale, che persegue i seguente risultati: principi fondamentali della pace universalmente condivisi da assegnare da culture diverse, grazie ad un dialogo autentico e integrato nelle politiche pubbliche; la tensione tra universalità e particolarismo, identità culturali e la cittadinanza in un mondo globalizzato analizzato e meglio compreso; la pace di tutti i giorni per essere concepito come esperienza di vita quotidiana, non solo nei periodi di conflitto, ma anche in tempi normali. Tre sono gli obiettivi principali che vengono perseguiti: sviluppare un nuovo approccio politico, concettuale e programmatica a favore di un forte impegno da parte degli Stati e della società civile a coltivare la pace di tutti i giorni che coinvolge donne e dei giovani, (es: attraverso le nuove tecnologie e social media); 2. migliorare la comprensione globale del mondo e decostruire le idee preconcette, ponendo l accento sul futuro come aspirazione umanistica (es: attraverso la definizione di linee guida per un programma globale su valori condivisi);

47 3. promuovere un movimento globale in favore degli ideali e la pratica di una cultura di pace e non-violenza con particolare attenzione ai giovani l impegno civico e la partecipazione democratica (es: con la creazione di poli di pace ). Tra i programmi attualmente sviluppati si ricordano: PeacEducation - Educazione alla pace. 62 Vengono approfondite e sviluppate nelle scuole attività di educazione alla Pace alla prevenzione dei conflitti e alla convivenza. Queste attività sono sviluppate in Africa, in Asia e Medio Oriente, in America latina e nei Caraibi. Queste attività prevedono oltre all aspetto educativo, l attività partecipativa dei ragazzi ad eventi quali mostre, dialoghi tra rappresentanti di diverse culture, l ascolto partecipativo. Communicating Peace 63 - I mezzi di comunicazione quali strumenti per rafforzare l atteggiamento di Pace e non violenza. L UNESCO sostiene e promuove il ruolo positivo che i media, sia tradizionali che nuovi media, hanno nella cultura della pace e la loro capacità di aiutare le comunità a convivere nelle loro differenze in armonia. A questo scopo sono stati sviluppati dei progetti sui media e sulla letteratura dell informazione ad uso dei professionisti della comunicazione e delle relative comunità di stakeholder, per opporsi gli appelli alla violenza e alla diffusione dei conflitti in quelle aree del pianeta maggiormente a rischio (Sud Sudan, Uganda, Cile). New Citizenship for Young Women and Men 64 - Nuove Cittadinanze per Giovani, Uomini e Donne

48 Il programma di azione per La cultura della pace e non violenza enfatizza la situazione di donne e giovani, che sono colpiti in modo sproporzionato dai conflitti e dalla crisi globale quando invece dovrebbero essere attori principali di una cultura della pace. Questo programma dell UNESCO ritiene quindi che donne e giovani debbano essere provvisti di conoscenza, competenze e informazioni necessarie per essere all altezza delle trasformazioni sociali, etiche, politiche, ambientali. Questo programma è attivo negli stati arabi, in medio oriente, in America latina e in Africa. Si tratta essenzialmente di programmi educativi attivati attraverso i canali scolastici esistenti in loco o in supporto ad essi. 65 Mutual understanding through Cultural Heritage - Reciproca comprensione attraverso il Patrimonio culturale. Attività principale di questo programma è il progetto Heritage and contemporary creativity as tools for building peace through dialogue (Patrimonio e creatività contemporanea quali strumenti per costruire la pace attraverso il dialogo). Con questo progetto si promuovono gli approcci innovativi e creativi che esaltino la cultura quale mezzo di sviluppo sociale, economico ed umano. Vengono incoraggiati la creatività, le industrie culturali, i patrimoni culturali in ogni loro forma come strumenti potenti e unici per favorire la creazione di lavoro, coesione sociale e mutua comprensione. L obiettivo di questo programma è creare una struttura per migliorare la cooperazione internazionale e la costruzione della Pace. Tra i vari progetti cito, Heritage and Dialogue il cui intento è di apprendere dal passato per promuovere il dialogo per la riconciliazione e la comprensione interculturale nel Sud Est Europeo e oltre. Coinvolgendo 12 nazioni (Albania, Bosnia 65 peace-and-non-violence/main-areas-of-action/mutual-understanding-through- cultural-heritage. 48

49 Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Montenegro, Romania, Serbia, FYROM, Slovenia e Turchia) è considerato un progetto pilota in ambito UN per porre le basi per la Pace e la riconciliazione attraverso il patrimonio culturale. Tra le maggiori iniziative: summit dei capi di Stato del sud-est Europa per incrementare la diplomazia culturale; 66 Youth and Heritage: progetto che intende stabilire uno spazio dove creare eventi e iniziative culturali all interno del Museo Statale di Auschwitz: 67 mostre itineranti che parlino dell identità culturale e che promuovano il dialogo interculturale. 68 L organizzazione ha deciso che il sito web divenga lo strumento per eccellenza della comunicazione istituzionale dell organizzazione, quindi le informazioni relative alle sue attività vengono qui postate e sono a libero utilizzo dei media. Oltre al sito istituzionale, da circa 3 anni l UNESCO utilizza i social network e particolare facebook, twitter e youtube per comunicare con i propri pubblici w w w. u n e s c o. o r g / n e w / e n / v e n i c e / a b o u t - t h i s - o f f i c e / s i n g l e - v i e w / n e w s /s e c o n d _ s o u t h _ e a s t _ e u r o p e _ w o r l d _ h e r i t a g e _ y o u t h _ f o r u m. 68 w w w. u n e s c o. o r g / n e w / e n / v e n i c e / r e s o u r c e s - s e r v i c e s / h o s t - facilities/special-events/imagining-the-balkans. 49

50 Fig Analisi del traffico quotodiano dei visitatori del sito Unesco tratto da UNESCO Visibility Report July-August 2014 Figg Statistiche visitatori del sito tratte da UNESCO Visibility Report July 2014 Figg Statistiche visitatori del sito tratte da UNESCO Visibility Report August

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