ECONOMIA INTERNAZIONALE TEORIE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "ECONOMIA INTERNAZIONALE TEORIE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE"

Transcript

1 ECONOMIA INTERNAZIONALE TEORIE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE LEZIONE 1: INTRODUZIONE AI VANTAI COMARATI 1. Introduzione all economia internazionale Come campo di specializzazione l economia internazionale ha avuto uno sviluppo di 200 anni e le sue teorie si sono affermate nel tempo. Vari sono stati i contributi di grandi economisti quali Smith (1776), Ricardo (1817), Mill, Marshall, Keynes e Samuelson. Tale teoria si divide in due campi: - Il commercio internazionale che spiega le ragioni degli scambi a livello internazionale, i benefici, le motivazioni dei dazi e di altre ostruzioni di commercio internazionale imposte alle nazioni. Si spiegano anche le ragioni dell integrazione economica e l essenza del sistema commerciale internazionale. In tale ambito non si parlerà mai di prezzi in termini monetari, ma in contesto relativo (confronto fra Stati); - La finanza internazionale che esamina la bilancia dei pagamenti, il mercato dei cambi e il sistema monetario internazionale ($/ ). 2. Teoria Mercantilista Nel 1776 con La ricchezza delle Nazioni di A. Smith nasce il campo d applicazione dell economia internazionale. Nel XVI XVII alcuni commercianti, banchieri, finanzieri e filosofi evidenziarono la teoria del commercio mercantilistico, prima ancora della nascita della vera e propria teoria. La teoria mercantilista afferma che l unico modo per far diventare ricca una nazione è rappresentato dalla condizione che le esportazioni siano maggiori rispetto alle importazioni: bisognava quindi stimolare le esportazioni e restringere al minimo le importazioni. Come ricompensa delle esportazioni vi era l apporto di oro e argento che determinavano la ricchezza di una nazione. L idea della ricchezza oggi è totalmente diversa in quanto si valuta il reddito pro capite. Ciò nonostante è importante non sottovalutare la teoria mercantilista, ma bisogna analizzarla attentamente nel contesto dell epoca in cui questa si è sviluppata: la teoria mercantilista era funzionale al sovrano, infatti gli economisti servivano il re che aveva bisogno di oro da investire negli armamenti. Tuttavia, siccome non tutti i paesi possono simultaneamente avere un avanzo commerciale, è chiaro che un paese può guadagnare solo a spese degli altri. I mercantilisti quindi predicavano il nazionalismo economico (teoria dei giochi a somma zero: più una nazione guadagna, meno sarà riservato alle altre). Oggi sembra esservi la ripresa di un neo-mercantilismo, dato che paesi affetti da alti livelli di disoccupazione cercano di sottoporre a restrizione le importazioni allo scopo di stimolare la produzione e l occupazione interne. 3. Vantaggi assoluti A. Smith Affinché due paesi siano disposti volontariamente ad effettuare degli scambi, entrambi devono ricavarne dei benefici. Se un paese non guadagnasse nulla o perdesse, chiaramente rifiuterebbe di scambiare. E quindi importante capire come avvengono questi scambi reciprocamente convenienti. Secondo A. Smith gli scambi tra due paesi si basano sul vantaggio assoluto: se una nazione è più efficiente nella produzione di un bene (ha un vantaggio assoluto), ma meno in quella di un altro bene, deve specializzarsi dove è più efficiente ed importare l altro bene. Così facendo ogni nazione ne trarrà un profitto. Ci si specializza quindi nei settori in cui si è più efficienti. Ciò giustifica l esistenza del commercio internazionale, infatti tale sistema consente ad ogni paese di guadagnare; è però vero che spesso tale sistema non distribuisce i benefici in modo equo, quindi è importante apportare dei correttivi.

2 Così mentre i mercantilisti credevano che un paese potesse guadagnare soltanto a spese di altri paesi, e sostenevano uno stretto controllo dell attività economica e del commercio estero da parte del governo, Adam Smith era convito che tutti i paesi potessero trarre benefici dal libero scambio e sosteneva fermamente una politica di laissez-faire: Smith non concepiva i dazi e le restrizioni, ma auspicava un mercato libero dove i livelli di specializzazione sarebbero stati massimi e conseguentemente anche i benefici. Alcune eccezioni al laissez-faire riguardavano la protezione delle industrie importanti ai fini della difesa nazionale. 4. Vantaggi comparati D. Ricardo Nel 1817 Ricardo pubblicò i suoi rincipi di economia politica e della tassazione nei quali presentò la legge del vantaggio comparato la quale postula che anche se una nazione è meno efficiente (soffre uno svantaggio assoluto) di un altra nella produzione di entrambi i beni, esiste ancora la possibilità per scambi reciprocamente vantaggiosi. La nazione più efficiente deve specializzarsi nella produzione del bene in cui il suo vantaggio assoluto è maggiore e deve importare il bene in cui il vantaggio assoluto è inferiore; la nazione meno efficiente deve specializzarsi nella produzione e nell esportazione del bene nel quale il suo svantaggio assoluto è minore (questo è il bene per il quale si ha un vantaggio comparato) e deve importare il bene nel quale il suo svantaggio assoluto è maggiore (svantaggio comparato). USA Regno Unito Unità rano 4 > 1 (Vantaggio assoluto 4 (V.A.) 1 (S.A.) (1 ora di lavoro) by USA) Unità Stoffa 3 > 2 (Vantaggio assoluto 3 (V.A.) 2 (S.A.) (1 ora di lavoro) by USA) Come si evince si ha la seguente situazione: - gli Usa hanno un vantaggio assoluto nel grano e nella stoffa, ma dato che il vantaggio assoluto è maggiore nel grano che nella stoffa, gli USA hanno un vantaggio comparato nel grano, mentre per la stoffa vi è uno svantaggio comparato; - il Regno Unito ha uno svantaggio assoluto per entrambi i beni, ma poiché tale svantaggio assoluto è più piccolo per la produzione di stoffa (3>2), ha un vantaggio comparato nella stoffa e uno svantaggio comparato nel grano I benefici derivanti dal commercio internazionale Come si osserva dall esempio precedente, con 1 ora di lavoro gli usa producono 4 e 3 S, quindi 4 = 3S = 1L. Se gli Usa riuscissero a vendere 4 per ricevere dal Regno unito 4S, guadagnerebbero 1S ottenendo più di quello che potrebbero produrre. er far si che si verifichi tale situazione, anche il Regno unito deve guadagnarci: essi ricevono 4, quindi le 4L che dovevano impiegare nella produzione del grano le impiegano nella produzione della stoffa ottenendo così 8S (per UK 4 = 8S). Il Regno unito, se riceve 4, cederà solo 4S, guadagnando le ulteriori 4S. Il beneficio totale è 5S, ossia le 4S guadagnate dal regno unito e 1S guadagnata dagli USA. er far in modo che gli Usa nello scambio ci guadagnino devono scambiare 4 con più di 3S, nel caso del Regno unito le 4 unità di rano ricevute devono essere scambiate con meno di 8S affinché anche questa nazione possa guadagnare: pertanto 3S < 4S < 8S; la differenza tra 8S e 3S è il vantaggio totale pari a 5S in cui entrambe le nazioni guadagnano.

3 4.2. Vantaggio comparato in presenza di moneta Secondo la legge del vantaggio comparato, benché un paese abbia rispetto all altro uno svantaggio assoluto nella produzione di entrambi i beni, sussiste ugualmente una base per scambi reciprocamente convenienti. E importante capire com è possibile che il Regno unito, pur essendo meno efficiente degli Usa, riesce comunque ad esportare e a guadagnare dallo scambio. A tal riguardo si osserva che la nazione meno efficiente in tutto (UK) ha salari più bassi, tali da rendere il prezzo del bene in cui ha un vantaggio comparato più basso in termini monetari, rispetto alla nazione più efficiente in tutto. Ad esempio, analizzando solo il fattore lavoro, avremo la seguente situazione: Salario aese Valore 1 ora di L z. beni Come si evince, la Stoffa è il bene in cui UK ha un vantaggio USA 6$ 6$ = 4 = 1,50 $ comparato e di conseguenza il prezzo è inferiore. USA UK 2$ 6$ = 3S S = 2,00 $ Attraverso i tassi di cambio e il costo del lavoro, il vantaggio 2$ = 1 = 2,00 $ comparato in termini di produttività si trasforma in vantaggio UK 2$ = 2S S = 1,00 $ di prezzo in termini monetari. Tutto ciò permette di comprendere come effettivamente una nazione meno efficiente ha la possibilità di esportare. LEZIONE 2: LA TEORIA STANDARD DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE 1. La frontiera di produzione di due nazioni Tale rappresentazione mostra l ipotetica frontiera di produzione del rano e della Stoffa per Usa e Uk. Entrambe le frontiere sono concave rispetto all origine, e ciò riflette il fatto che ogni paese sostiene costi-opportunità crescenti nella produzione di entrambi i beni. Come si evince, gli Usa hanno una frontiera più alta rispetto al grano perché la produttività è più alta nel grano; il contrario accade per UK. Nella figura sono evidenziati i seguenti punti: - A lungo la frontiera della produzione possibile rappresenta la condizione di piena occupazione in cui sono utilizzate tutte le risorse e le tecnologie; - C è un punto d inefficienza in quanto la nazione non sta utilizzando tutte le risorse o la migliore tecnologia; - F è un punto al disopra delle capacità produttive attuali della nazione;

4 - B è il punto in cui la nazione decide di produrre maggiori quantitativi di Stoffa a scapito del rano. 2. Autarchia e prezzi relativi Come si evince, entrambe le nazioni producono al punto A e A che rappresentano quei punti in cui la nazione massimizza la produzione e la soddisfazione: la produzione è massimizzata in quanto A e A si trovano lungo la frontiera della produzione; la soddisfazione è massimizzata perché tali punti sono tali per cui si ha una tangenza con la curva d indifferenza sociale che rappresenta i gusti di una nazione. In regime di autarchia (assenza del commercio internazionale) la nazione ottimizza la produzione producendo secondo la curva d indifferenza più alta possibile. Altro aspetto rilevante è che A e A di equilibrio consentono di determinare il prezzo relativo della Stoffa rispetto al rano; in tal modo è possibile comprendere il vantaggio comparato. Come si evince dalla figura, in corrispondenza di A e A è possibile tracciare una retta tangente alla frontiera della produzione, la cui pendenza offre il prezzo della stoffa rispetto a quello del grano. In tale ottica avremo: - nel Regno unito, come si evince dalla retta, 10 = 20 S 1 = 2 S 1S = ½, pertanto il prezzo relativo della Stoffa rispetto al rano è S = 1/ 2; - negli Usa 20 = 10 S 2 = 1 S, pertanto il prezzo relativo della Stoffa rispetto al rano S = 2. Conseguentemente, poiché 1/ 2 = Usa < 2 poiché 1/ 2 S S = UK < 2 S = Usa, l UK ha un vantaggio comparato nella stoffa; viceversa, = UK, gli Usa hanno un vantaggio comparato nel grano. S Se una nazione ha un vantaggio comparato su un bene, l altra inevitabilmente avrà il suo vantaggio comparato sull altro bene.

5 3. Saggio marginale di trasformazione Il saggio marginale di trasformazione di Stoffa in termini di rano indica l ammontare di rano cui un paese deve rinunciare per produrre ciascuna unità addizionale di Stoffa. Esso è rappresentato dall inclinazione della frontiera di produzione calcolata nel punto in cui si colloca la produzione. Come si evince dalla figura, la situazione è differente tra UK e USA: - in UK si parte dal punto A (situazione di autarchia) e ci si specializza (punto B). er ogni unità in più di stoffa bisognerà sacrificare sempre più grano. Il saggio marginale di trasformazione aumenta perché la frontiera è concava; ciò accade perché le risorse di una nazione non sono omogenee, infatti se lo fossero la frontiera non sarebbe concava (sarebbe una retta) e il saggio marginale di sostituzione sarebbe costante. Essendo la frontiera concava, la pendenza (SMT) aumenta sempre più: ciò significa che costa sempre più sacrificare grano per produrre un unità di stoffa in più. L Inghilterra ha un vantaggio comparato nella stoffa, ma per specializzarsi su di essa andrà in contro a costi marginali crescenti. Il SMT è crescente perché costa sempre di più in termini di sacrificio di un bene a vantaggio dell altro (costo opportunità crescente); - in Usa si parte dal punto A (autarchia) e ci si specializza (punto B ). er ogni unità di grano in più bisognerà sacrificare sempre più stoffa. li Usa hanno un vantaggio comparato sul grano, quindi devono specializzarsi su di esso, ma in tal modo sacrificano più stoffa e sopportano costi marginali crescenti in termini di stoffa. La specializzazione andrà avanti finché i prezzi relativi delle due nazioni saranno uguali.

6 4. Modello standard del commercio internazionale Come osservato, una differenza nei prezzi relativi tra due paesi riflette i rispettivi vantaggi comparati e costituisce la base di scambi reciprocamente vantaggiosi. Il paese con il minor prezzo relativo per un certo bene, gode di un vantaggio comparato per quel bene, quindi deve specializzarsi nella sua produzione, ossia deve produrne più di quanto ne desideri consumare al proprio interno e scambiare parte del proprio prodotto con l altro paese, in cambio del bene per il quale ha uno svantaggio comparato. Come già osservato la specializzazione comporta costi-opportunità crescenti, ma procederà finché i prezzi relativi dei beni nei due paesi si eguaglieranno ad un livello in presenza del quale gli scambi sono in equilibrio. Attraverso lo scambio internazionale, entrambi i paesi consumeranno alla fine più di quanto avrebbero consumato in assenza di commercio internazionale. Tale situazione è illustrata nella figura in cui si verifica la seguente situazione: - il Regno Unito in situazione di autarchia è nel punto A; gode inoltre di un vantaggio comparato nella produzione di stoffa, infatti S = 1/ 2. Con il commercio internazionale, UK si specializza nella produzione di stoffa e nella sua esportazione, in cambio di grano prodotto dagli USA. A partire dal punto A, man mano che il paese si specializza nella produzione di stoffa e si sposta verso il basso della frontiera di produzione, sostiene costi-opportunità crescenti nella produzione di stoffa (crescente inclinazione della frontiera). Questo processo continua finché i prezzi relativi dei beni (inclinazione delle frontiere di produzione è la stessa nei due paesi, infatti le rette tangenti a B e B sono parallele) si eguagliano: UK giunge al punto B e la tangente alla frontiera mostra che S = 1. iunti al punto B, UK decide di scambiare i suoi beni con quelli USA, pertanto esporta unità di stoffa pari a BC e riceve stesse unità di grano pari a CE (triangolo BCE): il paese quindi finisce col consumare al punto E collocato all esterno della frontiera di produzione sulla curva d indifferenza II. Questo è il massimo livello di soddisfazione che il paese può raggiungere in presenza di scambi internazionali, con prezzo relativo S = 1, in cui, rispetto al punto A lungo la curva d indifferenza I, si guadagna sia in termini di grano che in termini di stoffa;

7 - negli USA accade la situazione opposta. Anche qui in situazione di autarchia il paese è nel punto A, ma gode di un S vantaggio comparato nella produzione di grano, infatti = 2 = 1/ 2. Segue quindi la specializzazione nel grano e nella sua esportazione in cambio di stoffa UK; il paese si sposta verso l alto lungo la propria frontiera di produzione e sperimenta costi-opportunità crescenti nella produzione di grano (decrescente inclinazione della frontiera, in cui una riduzione del costo-opportunità della stoffa comporta un incremento in quello del grano). Si giunge al punto B in cui i prezzi si eguagliano con quelli UK, quindi gli USA decidono di esportare grano per unità pari a quelle richieste da UK (BC ) e importano stoffa per unità pari a C E : il paese di fatto consuma al punto E lungo la curva d indifferenza II, quindi guadagna rispetto al punto A sia in termini di grano che in termini di stoffa. Come si è osservato, con la specializzazione e il commercio internazionale, ogni paese è in grado di consumare al di fuori della propria frontiera di produzione. S LEZIONE 3: CURVE DI DOMANDA RECIROCA E RAIONI DI SCAMBIO 1. Curva di domanda reciproca di una nazione (UK) La curva di domanda reciproca di un paese indica qual è la quantità della merce di esportazione che il paese è disposto ad offrire, per ciascuna delle quantità della merce d importazione che il paese domanda. Tale curva quindi incorpora sia elementi di domanda che elementi di offerta, quindi indica la disponibilità di un paese ad importare ed esportare in corrispondenza di differenti prezzi relativi dei beni. La curva è sempre convessa ma la curvatura sarà rivolta verso l asse che misura il bene in cui la nazione ha un vantaggio comparato. Con riferimento al Regno Unito avremo la seguente situazione, in cui la curva di domanda reciproca è ricavata dalla frontiera di produzione UK si trova inizialmente nel punto di autarchia A, con il commercio internazionale ci si sposta al punto B scambiando BC di stoffa per avere CE di grano; si raggiunge quindi il punto E sulla curva d indifferenza II e si ricava anche il punto E della curva di domanda reciproca nel grafico a destra. In corrispondenza del prezzo S = 0, 7, UK si sposterebbero per quanto riguarda la produzione, dal punto A al punto F in cui sarebbero disposti a scambiare F di stoffa per avere H di grano; si raggiunge il punto H sulla curva

8 d indifferenza III e conseguentemente si ricava il punto H nel grafico della curva di domanda reciproca. Unendo l origine con i punti E e H si ottiene la curva di domanda reciproca del UK. Essa mostra le importazioni di grano che UK richiede per esportare varie quantità di stoffa. Tale curva giace sopra il prezzo di autarchia S = 1/ 2 e presenta una curvatura rivolta verso l asse x relativa alla stoffa, che misura le quantità del bene in cui UK gode di un vantaggio comparato e che esporta. er indurre il paese ad esportare in misura maggiore, il prezzo relativo S / deve aumentare. 2. Curva di domanda reciproca dell altra nazione (USA) er quanto concerne la situazione degli USA anche in tal caso la posizione di partenza è il punto A di autarchia. Se il commercio internazionale si svolge in corrispondenza di S = 1 il paese si sposta nel punto B e dal punto di vista della produzione scambia B C con C E e raggiunge così il punto E sulla curva d indifferenza II ; si ricava così il punto E sul grafico della curva di domanda reciproca degli USA. In corrispondenza del prezzo S = 1, 5 il paese si sposterebbe da A ad F e dal punto di vista della produzione sarebbe disposto a scambiare F di grano con H di stoffa; in tal caso ci si posiziona sul punto H lungo la curva d indifferenza III e si ottiene il relativo punto H sulla curva di domanda reciproca del paese. Come si evince dalla seguente figura, nel grafico di destra unendo l origine con i punti E e H si ottiene la curva di domanda reciproca degli USA che mostra le quantità importate di stoffa che gli USA richiedono per esportare varie quantità di grano. In tal caso la curva di domanda reciproca degli Usa giace al di sotto della linea del prezzo di autarchia S = 2 = 1/ 2 e presenta una curvatura rivolta verso l asse y del grano, che misura le quantità del bene in S cui gli USA godono di un vantaggio comparato e che esportano. er indurre gli USA ad esportare più grano, il prezzo relativo del grano deve aumentare, quindi il suo reciproco S / deve diminuire.

9 3. Ragioni di scambio L intersezione tra le curve di domanda reciproca dei due paesi definisce il prezzo relativo di equilibrio in corrispondenza del quale si svolgono gli scambi internazionali. Solo a questo prezzo il commercio tra i due paesi sarà in equilibrio in quanto S = = 1. In presenza di qualsiasi altro prezzo relativo, S le quantità destinate ad importazioni ed esportazioni dei due beni da parte dei due paesi, non saranno uguali, il che spingerà il prezzo relativo ad aggiustarsi verso il proprio livello di equilibrio. In corrispondenza del punto E gli scambi sono in equilibrio poiché UK offre OC di stoffa e richiede EC di grano e gli USA offrono OC di grano e richiedono E C di stoffa. In presenza di qualsiasi altro valore di S < 1 la quantità di stoffa che UK sarebbe disposto ad esportare, sarebbe inferiore a quella richiesta dagli USA, quindi il prezzo relativo è spinto verso l equilibrio E. Questo processo continuerà finché offerta e domanda non diventeranno uguali in corrispondenza di E. Il triangolo OCE indica l andamento del commercio internazionale, ma rappresenta lo stesso risultato ottenuto nel caso della determinazione del prezzo di equilibrio con la produzione (cfr. grafico del modello standard). In tale ottica si può comprendere l importanza delle ragioni di scambio che sono il rapporto tra il prezzo del bene che un paese esporta e il prezzo del bene che importa: scambio per UK sono RS = S RS = ; per gli USA invece sono RS =. I E. Nel caso dei paesi in analisi avremo: le ragioni di Considerando che in realtà non si scambiano solo due beni, le ragioni di scambio di un paese sono date dal rapporto tra l indice dei prezzi dei beni esportati e l indice dei beni importati. S LEZIONE 4: LA TEORIA DI HECKSCHER OHLIN 1. Introduzione Nel 1919 Heckscher scrisse un articolo (li effetti del commercio estero sulla distribuzione del reddito) nel quale presentava le linee generali di quella che sarebbe diventata la teoria moderan del commercio internazionale. Tale articolo fu ripreso nel 1933 da Ohlin che pubblicò il libro Commercio interregionale e internazionale. Tale teoria comprende aspetti delle basi sul vantaggio comparato di Ricardo e studia l effetto del commercio sulla remunerazione dei fattori produttivi e in particolare sui salari. Essa è presentata sotto forma di due teoremi: il primo che riguarda la struttura degli scambi; il secondo che riguarda invece gli effetti del commercio internazionale sui prezzi dei fattori.

10 2. I Teorema: il teorema di Heckscher Ohlin Un paese esporterà il bene la cui produzione richiede l utilizzo intensivo del fattore che nel paese è relativamente abbondante e poco costoso, mentre importerà il bene la cui produzione richiede l impiego intensivo del fattore che nel paese è relativamente scarso e costoso. In breve, il paese relativamente ricco di lavoro esporterà il bene labour-intensive e importerà il bene relativamente capital-intensive. Tale teorema individua nella differenza dell abbondanza fattoriale relativa o delle dotazioni dei fattori tra paesi, la causa fondamentale del vantaggio comparato e del commercio internazionale: in sostanza si va alle radici del vantaggio comparato. In situazione di autarchia, la differenza fra i prezzi relativi dei beni nei due paesi è dunque causata dalla differenza nelle abbondanze relative dei fattori e nei prezzi relativi dei fattori. In particolare si giunge ad una struttura di equilibrio generale così come illustrato nella seguente figura: Tecnologia rezzi dei beni rezzi dei fattori Domanda derivata di fattori Domanda di beni finali Offerta di fattori usti Distribuzione della proprietà dei fattori di produzione i gusti e la distribuzione dei diritti di proprietà sui fattori (cioè la distribuzione del reddito) determinano la domanda di beni. La domanda per i beni determina la domanda derivata per i fattori necessari a produrre i beni stessi. La domanda dei fattori produttivi, insieme all offerta di fattori, determina il prezzo dei fattori in condizioni di concorrenza perfetta. Quest ultimo, assieme alla tecnologia determina i prezzi dei beni finali. La differenza tra prezzi relativi dei beni finali tra paesi determina il vantaggio comparato e la struttura degli scambi (ossia quale paese esporta quale bene). In particolare si osserva che il prezzo dei beni di consumo dipende da molti fattori, però ciò che determina e differenzia principalmente le nazioni non sono tanto né la tecnologia (che è facilmente acquisibile e trasferibile), né i gusti dei consumatori, quanto in realtà l offerta di fattori che influisce sul prezzo dei fattori e quindi sul prezzo dei beni. 3. II Teorema: il teorema del pareggiamento dei prezzi dei fattori Il commercio internazionale conduce all eguaglianza delle remunerazioni relative e assolute dei fattori omogenei tra paesi: tende a ridurre o eliminare il divario nella remunerazione dei fattori di produzione omogenei fra le nazioni. Esso quindi sostituisce la mobilità internazionale dei fattori. Il commercio internazionale fa si che il salario del lavoro di tipo omogeneo (con lo stesso livello di addestramento, abilità, ) sia lo stesso per tutti i paesi che partecipano allo scambio. Si consideri la seguente rappresentazione:

11 L India, avendo un prezzo del lavoro basso, ha un vantaggio comparato nel lavoro per cui deve specializzarsi nella produzione di beni labour-intensive. er esportare l India deve produrre di più, quindi in tal modo sale la domanda di lavoro e conseguentemente anche il prezzo del lavoro salirà. Viceversa, per l Italia che deve produrre beni capitalintensive, scenderà la domanda di lavoro e anche il suo prezzo. arimenti è possibile considerare la seguente situazione relativa al fattore produttivo capitale: L India ha uno svantaggio comparato nella produzione di beni capital-intensive, quindi la domanda di capitale si sposta in basso e scende il suo prezzo. Ciò perché l India si deve specializzare in beni labour-intensive. Il contrario accade per l Italia che gode di un vantaggio comparato nei beni capital-intensive e può incrementare la domanda di capitale; conseguentemente il tasso d interesse aumenterà. 4. Teorema II + ineguaglianza Myrdal sostenne che le remunerazioni dei fattori omogenei convergono, ma questo non è sufficientemente influente sulle variazioni del reddito pro-capite. Le divergenze nei fattori omogenei non provocano necessariamente divergenze sul reddito pro-capite. E un applicazione del teorema II secondo cui le divergenze nel tempo diminuiscono. Consideriamo il seguente esempio in cui si esprime il salario orario del settore manifatturiero nei maggiori paesi industrializzati come percentuale del salario degli USA: aese La teoria di Myrdal è sbagliata perché ciò che si uniforma non è il reddito procapite, iappone bensì i salari. Italia Si può notare come la ermania, avendo costi del lavoro molto alti, il teorema II Francia funziona. UK ermania Canada Media USA

12 5. Teorema II + protezionismo Come osservato nel teorema II, il commercio internazionale tende ad eguagliare sia i salari che il costo del capitale in entrambi i paesi. E però importante comprendere come il commercio internazionale influenza i salari reali e il reddito reale del lavoro in rapporto al tasso di interesse reale e al reddito reale dei proprietari di capitale all interno di ogni paese. Come già osservato, il commercio internazionale accresce il prezzo del fattore che nel paese è relativamente abbondante e meno costoso e riduce il prezzo del fattore scarso e costoso: nel caso dell India il prezzo del lavoro sale e quello del capitale scende; viceversa per l Italia il costo del capitale sale, mentre quello del lavoro scende. In virtù di tali variazioni nei prezzi di entrambi i fattori produttivi, varieranno anche il reddito reale del lavoro e il reddito reale del capitale: il commercio internazionale comporta in India l aumento del reddito reale del lavoro e la caduta del reddito reale dei capitalisti; in Italia però diminuiscono i redditi reali da lavoro e aumentano i redditi dei possessori di capitale. Dato che nei paesi sviluppati il capitale è relativamente abbondante, il commercio internazionale tende a ridurre il reddito reale del lavoro e ad accrescere il reddito reale dei possessori di capitale. er tale ragione i sindacati nei paesi sviluppati sono propensi ad adottare restrizioni agli scambi internazionali. Bisogna osservare che nei paesi meno sviluppati il lavoro è relativamente abbondante e il commercio estero accrescerà il reddito reale del lavoro riducendo il reddito da capitale. Ci si chiede se i governi dei paesi sviluppati debbano adottare misure protezionistiche per tutelare i redditi da lavoro. In realtà sarebbe errato adottare restrizioni al commercio internazionale perché le perdite arrecate dal commercio estero ai lavoratori sono inferiori al beneficio ottenuto dai possessori di capitale. Mediante un appropriata politica redistributiva basata sulla tassazione dei possessori di capitali e sui sussidi ai lavoratori, entrambe le grandi classi di fattori di produzione possono trarre beneficio dal commercio internazionale. La politica di redistribuzione può assumere la forma di riaddestramento dei lavoratori, ma anche quella di sgravi fiscali e fornitura di alcuni servizi sociali. 6. Teorema II + migrazioni Le migrazioni sono un alternativa al commercio internazionale, infatti è possibile importare il fattore lavoro per la produzione di beni anziché importare direttamente i beni. Si consideri la seguente situazione relativa ad India e Italia in cui opera solamente il commercio internazionale: :

13 In India il salario è basso, quindi gli indiani abbandonano l India e vengono in Italia per cercare lavoro. L offerta di lavoro in India si sposta quindi verso sinistra e determina un aumento dei salari. In Italia avviene il contrario in quanto l aumento dell offerta di lavoro determina una riduzione dei salari. Commercio e migrazioni hanno quindi lo stesso effetto sui salari. La differenza è rappresentata dal fatto che mentre il commercio sposta la domanda di lavoro, le migrazioni influiscono sull offerta. Un paese povero può quindi essere aiutato incentivando le sue esportazioni: più il divario salariale è eliminato con il commercio, meno ci sarà necessità di migrazione da parte delle popolazioni dei paesi poveri. LEZIONE 5: TEORIE COMLEMENTARI 1. Commercio basato su economie di scala nazioni. Le economie di scala si verificano quando la produzione aumenta più che proporzionalmente rispetto all aumento degli input (fattori di produzione). La produzione può più che raddoppiare con l utilizzo delle stesse risorse. In tal caso i costi sono decrescenti. In particolare la frontiera di produzione è in cenere concava in quanto una nazione che produce di più va in contro a costi marginali crescenti (diseconomie di scala); in tale modello delle economie di scala, come si evince la frontiera di produzione è invece convessa perché si hanno costi decrescenti. Questo modello è complementare a quello di H-O (che presuppone prezzi relativi diversi), in quanto vi è una complementarietà sia nei gusti che nella produzione delle nazioni, quindi conviene la produzione e lo scambio tra diverse

14 Nella figura a destra si considerano quindi due nazioni identiche (stesso grafico, stessa frontiera di produzione e stessa curva d indifferenza sociale). Sembrerebbe che nessuna di queste nazioni ha un vantaggio comparato dato che i prezzi relativi sono gli stessi. Non ci sarebbero quindi i presupposti del commercio secondo la teoria di H-O. In realtà più una nazione produce, più va in contro ad economie di scala. Se la nazione A si specializza nel prodotto X e B si specializza e produce Y, si crea una nuova frontiera di produzione che consente di toccare una curva d indifferenza più alta e si ha una specializzazione completa. Anche se non c è vantaggio comparato, quindi, ci può essere commercio purché vi siano economie di scala. 2. Commercio intra-industriale Nelle ipotesi considerate, il commercio tra stati sussiste considerando prodotti diversi: si parla di commercio interindustriale (tra due settori differenti); a livello mondiale il commercio interindustriale incide per meno della metà. L altra metà si basa su un commercio di tipo intra-industriale, ovvero basato su stessi settori merceologici (questo non è contemplato nella teoria di H-O). Se quindi prima si era ipotizzata una diversità fra i paesi che praticavano gli scambi, nella realtà metà del commercio avviene tra paesi simili tra loro (ad esempio i paesi europei sono simili tra loro perché sono prevalentemente economie di trasformazione). I paesi non si stanno più specializzando nella produzione di un bene piuttosto che un altro, bensì in processi e fasi di lavorazione. Ci si sposta quindi con la specializzazione in fasi o in componenti di prodotti appartenenti comunque allo stesso settore merceologico. In realtà in questo caso non sono i paesi che commerciano tra di loro, bensì le imprese. L impresa di una nazione si specializza in una determinata fase della produzione perché trova le condizioni economiche per il relativo sviluppo. Attraverso le economie di scala un impresa può diventare più competitiva. Quando un impresa raddoppia l input avremo la seguente situazione rappresentata sulla frontiera della produzione con economie di scala: Dal punto A di generale equilibrio tra i paesi, se uno aumenta la produzione diventa più competitivo e il prezzo diminuisce (x). Il paese aumenta la produzione fino al punto N dove la produzione di specializzazione è completa. Il paese 1 quindi aumenta la produzione di X e diminuisce quella di Y; viceversa nel paese 2 si ha una specializzazione opposta fino al punto M. I due punti N e M rappresentano punti di specializzazione completa e di maggiore benessere e in questo modo i due paesi non finiranno mai di specializzarsi al fine di ottenere i benefici delle economie di scala, sfruttando un commercio intra-industriale. Il benessere di un paese si misura con la quantità di beni a disposizione. Attraverso le economie di scala, dunque, aumentando la quantità di input si ottiene una quantità di output sempre maggiore a costi decrescenti. er comprendere quanto un paese rappresenti nel commercio intra-industriale,

15 nello stesso settore merceologico, il livello degli scambi intra-industriali può essere misurato mediante l indice di commercio intra-industriale: T X M 1 X + M = dove X rappresenta il valore delle esportazioni e M il valore delle importazioni di una particolare industria o gruppo di beni. Il valore di T varia da 0 a 1, quindi se T=0 vuol dire che i beni del paese in questione sono solamente esportati o importati (assenza di commercio intra-industriale); se T=1 le esportazioni e le importazioni di un bene sono uguali, cioè il commercio intra-industriale è massimo. Tanto maggiore è il commercio intra-industriale, tanto minori saranno le ripercussioni negative del commercio tra paesi diversi. Rispetto alle teorie precedenti, in cui si parlava di una concorrenza perfetta tra i paesi, di imprese come price taker, di trasparenza di mercato e di perfetta mobilità, nel commercio intra-industriale le aziende sfruttando le economie di scala possono influenzare il mercato o meglio possono determinare il prezzo del bene sul mercato, diventando da price taker a price maker (si crea un piccolo potere monopolistico all interno di una piccola nicchia di mercato). A tal riguardo è importante osservare la presenza di due tipologie di economie di scala: - economie di scala interne che rimangono all interno di un azienda e riguardano una migliore allocazione delle risorse produttive, tale da migliorare l efficienza con un conseguente incremento della produzione; - economie di scala esterne in cui si osserva la seguente situazione: la maggiore competitività delle aziende deriva dalla concentrazione di imprese che operano nello stesso settore e che caratterizzano il tessuto economico di un area geografica (es. distretto del salotto). Si osserva quindi che le curve dei costi medi tendono a diminuire grazie alle sinergie presenti all interno del distretto. In base a quanto osservato è importante enunciare la teoria dell import substitution (teoria della sostituzione dell importazione), in base alla quale, anziché applicare le teorie per cui si esporta il prodotto in cui si ha un vantaggio comparato e importare il prodotto in cui si ha uno svantaggio comparato, si decide di non importare tecnologia, ma di svilupparla all interno della nazione impiantando industrie con tecnologie più elevate, al fine di sfruttare un costo del lavoro inferiore. Ciò accade spesso nei paesi sottosviluppati che, per proteggere le loro produzioni, erigono barriere all importazione; anche le esportazioni però diminuiranno perché il paese da cui si importava non sarà più disposto a cedere tecnologia al paese che si è chiuso. In tal modo si registreranno forti squilibri nella bilancia dei pagamenti e la mancata specializzazione comporterà anche una qualità inferiore dei prodotti. Si dimostra quindi che la teoria della sostituzione delle importazioni non funziona, quindi per tali paesi sono migliori le teorie ricardiane in base alle quali questi paesi devono produrre quei beni in cui godono un vantaggio comparato. Come si evince dalla seguente rappresentazione, chiaramente il costo medio di produzione tende a scendere con le economie di scala. Teoricamente la funzione dei costi medi di produzione di un VS dovrebbe essere più bassa poiché questo paese, a parità di condizioni dovrebbe produrre a costi inferiori. Anche i VS possono sfruttare le economie di scala riducendo ulteriormente i costi. Ci si chiede quindi se un VS può scalzare un paese industrializzato. Come si evince dal grafico, ciò non è possibile perché fino alla quantità Q1 il VS produrrebbe in perdita. er realizzare rendimenti crescenti dovrebbe ottenere sostegni tali da poter produrre in Q1 e solo dopo questa soglia riuscirà a diventare competitivo. Quindi è possibile che il VS scalzi il paese

16 industrializzato, ma è alquanto improbabile. Tutto ciò è giustificato dal fatto che il VS nel momento storico considerato non ha ancora le industrie. In questo caso il paese industrializzato potrebbe fornire al mercato quantità pari a Q0 ad un costo medio pari a 0. arimenti il VS potrebbe però offrire maggiori quantità (Q*) ad un prezzo inferiore (1). Tuttavia, con il paese industrializzato che è già presente sul mercato, il VS non può entrare sul mercato perché sosterrebbe un costo pari ad A per poter iniziare a produrre il bene. Dato che A supera il prezzo 0 al quale il paese industrializzato vende sul mercato mondiale, il VS non produrrà il bene, altrimenti se lo producesse andrebbe in perdita. ertanto, in presenza di economie esterne la struttura degli scambi non può essere determinata sulla base dei costi unitari effettivi o potenziali. OLITICHE COMMERCIALI LEZIONE 6: LE RESTRIZIONI AL COMMERCIO 1. Commercio libero e protezionismo Il commercio libero è il miglior sistema perché ogni nazione può specializzarsi nella produzione dei beni in cui è più efficiente e sfruttando il proprio vantaggio si raggiunge una massimizzazione del prodotto mondiale. Tutto ciò è valido in teoria, ma nella realtà tutti gli stati farebbero e fanno protezionismo che in realtà comporta un beneficio elevato a pochi pur provocando un danno piccolo a molti. Il protezionismo ha delle conseguenze in quanto accresce il prezzo pagato dai consumatori riducendo il loro tenore di vita (reddito reale). Inoltre fa un danno gravissimo perché protegge spesso settori che costituiscono gli input per altri settori; siccome tali input sono inefficienti si danneggiano anche altre imprese e settori che quindi competono in maniera poco efficiente. Ci sono diversi modi per fare protezionismo: il dazio (restrizioni di prezzo), la quota (restrizioni di quantità), nuove forme di protezionismo rappresentate dalle restrizioni volontarie alle esportazioni (una nazione dice ad un altra di esportare di meno in via amichevole), dalle norme anti-dumping e dalle restrizioni su salute e sicurezza. 2. Effetto dazi produce (AB anziché AT). Si consideri il seguente esempio relativo alla stoffa. Con la domanda di stoffa (Ds) e l offerta di stoffa (Os) il prezzo di equilibrio è e e la quantità di equilibrio è Qe senza importazioni. Si ipotizza che il paese in questione sia piccolo, quindi con un economia piccola, per cui l offerta mondiale (OM) è orizzontale perché il paese, essendo piccolo, non riesce ad incidere sul prezzo pur variando la sua domanda del bene. Se la nazione non fa protezionismo il prezzo della nazione è pari al prezzo mondiale (m). A questo prezzo la quantità di domanda di stoffa è pari ad AC, di cui AB è prodotto nella nazione e BC è importato. Il fatto che il prezzo mondiale è più basso rispetto a quello della nazione, vuol dire che la nazione ha uno svantaggio comparato nel settore della stoffa, per cui dovrebbe produrre meno quantità del bene, rispetto a quanto ne

17 Con il dazio (d) la quantità di stoffa domandata è FH (anziché AC, perché il prezzo è più alto) di cui F è prodotta nella nazione e H è importata. Il prezzo è aumentato; la domanda di stoffa è diminuita; nella nazione si produce di più: tutto ciò va a vantaggio dei produttori, ma a discapito dei consumatori. Come si evince il dazio comporta i seguenti effetti: - effetto consumo, ossia la quantità domandata (QD) si riduce da AC a FH con una conseguente riduzione di CK; - effetto produzione, ossia la quantità offerta (QO) aumenta da AB a F con un conseguente aumento pari a + BJ; - effetto commercio internazionale (importazioni), ossia le importazioni si sono ridotte di -(BJ+CK), infatti prima dei dazi erano pari a BC, mentre dopo sono H (BC-H = BJ+CK); - effetto entrate fiscali, ossia il governo guadagna dai dazi imposti entrate fiscali pari all area di JHK (J rappresenta l entità del dazio, H rappresenta le importazioni). L effetto netto è negativo in quanto bisogna comparare il danno ai consumatori con il beneficio per produttori e stato: si dimostra che in realtà il consumatore perde più di quanto guadagnano i produttori e lo stato. Ciò è dimostrato dal seguente confronto tra il surplus del consumatore e il surplus del produttore. Come si evince dalle figure avremo: - il surplus del consumatore è la differenza fra ciò che il consumatore paga effettivamente e ciò sarebbe disposto a pagare; il consumatore infatti paga Q1, Q2, Q3, Q4 al prezzo di 4 anziché pagare prezzi più elevati per le prime unità del bene. Come si evince dalla rappresentazione, in assenza di dazi, ossia al livello di prezzi m, il consumatore ha un certo surplus; quando il prezzo sale per effetto del dazio (livello di prezzo pari a m + d) il surplus del consumatore si contrae. - il surplus del produttore è pari alla differenza tra quello che riceve e quello che sarebbe disposto a ricevere; il produttore infatti vende Q1, Q2, Q3, Q4 al prezzo di 4 anziché a prezzi inferiori. Come si evince dalla rappresentazione, in assenza di dazi, ossia al livello di prezzi m, il produttore ha un certo surplus; quando il prezzo sale per effetto del dazio (livello di prezzo pari a m + d) il surplus del produttore aumenta Osservando tali aspetti nel grafico precedente relativo all esempio della stoffa, si evince che quando la nazione impone un dazio, il surplus del consumatore diminuisce di FHCA, il surplus del produttore aumenta invece di + FBA; il governo guadagna + JKH. Rimangono i due triangoli in rosso BJ e HCK che rappresentano il costo sociale del dazio, ovvero la differenza tra ciò che produttori e stato guadagnano e ciò che i consumatori perdono: BJ è l inefficienza nell utilizzo degli input che la nazione spreca nel produrre un bene in cui non è efficiente; HCK rappresenta una distorsione dei prezzi e dei consumi perché si consuma di meno per un bene che si potrebbe pagare meno.

18 3. Effetto quote La quota è la forma più importante di barriera commerciale non tariffaria. E una restrizione quantitativa diretta sull ammontare di una merce che è consentito importare o esportare. Le quote sulle importazioni possono essere usate a fini protezionistici dell economia nazionale. In tal caso, riferendoci al grafico precedente del dazio, si suppone che la nazione, invece di imporre il dazio fissi una quantità massima di importazioni pari a H. li effetti delle quote sono molto simili a quelli prodotti dall introduzione di un dazio: per quanto riguarda i prezzi l effetto sarà pari all entità del dazio d, infatti con la quota il prezzo sale a m + d. Tutti gli effetti sono identici al dazio eccetto uno: nel caso delle quote chi riceve il permesso d importazione ottiene conseguentemente l equivalente del beneficio fiscale che dava il dazio; infatti chi riceve il permesso per importare pagherà il bene al prezzo mondiale (m) ma lo rivenderà a m + d. Ciò accade se il governo non mette all asta le licenze e quindi le imprese godranno di profitti di monopolio. er evitare tale situazione lo Stato deve vendere all asta tali licenze per evitare il rischio di corruzione nel decidere come distribuire tali permessi: in tal modo il beneficio che avrebbero tratto gli importatori è riacquistato dal governo a patto che con l asta il prezzo pagato equivalga al dazio. Se analizziamo la distinzione tra dazio e quote dal punto di vista dell esportatore, si osserva la seguente situazione: se l esportatore grazie ad una maggiore efficienza raggiunta (maggiore produttività), fosse disposto ad esportare ad un prezzo inferiore a m, in presenza del dazio, questi potrebbe comunque esportare di più, viceversa con la quota questo non accade perché come visto, le quote limitano proprio le quantità e quindi la maggiore produttività dell esportatore rimane bloccata. 4. Effetto restrizioni volontarie alle esportazioni Le restrizioni volontarie alle esportazioni si riferiscono al caso in cui un paese importatore induce, sotto la minaccia di maggiori restrizioni globali al commercio, un altro paese a ridurre volontariamente le sue esportazioni di un bene quando tali esportazioni costituiscono un pericolo per un intera industria nazionale. Se il paese che subisce la restrizione decide di ridurre la produzione fino ad un certo limite, non ci perde perché investe il guadagno derivante dalla produzione in settori in cui non produceva con elevate possibilità di differenziazione. LEZIONE 7: ALTRE RESTRIZIONI AL COMMERCIO E NEOZIAZIONI MULTILATERALI 1. Dumping Il dumping consiste nell esportazione di un bene sotto costo o alla vendita di un bene all estero ad un prezzo inferiore rispetto a quello praticato all interno del paese. Vi sono tre tipologie di dumping: - dumping sporadico che consiste nella vendita occasionale di un bene sottocosto o ad un prezzo inferiore all estero rispetto a quello praticato sul mercato interno, al fine di liberarsi di un imprevista e temporanea eccedenza del bene prodotto, senza dover ridurre i prezzi nazionale. - dumping predatorio che consiste nella vendita temporanea di un bene sottocosto o a un prezzo più basso all estero rispetto a quello praticato sul mercato interno, al fine di spingere i produttori esteri fuori mercato, successivamente i prezzi vengono di nuovo aumentati, traendo vantaggio dal potere di monopolio conquistato all estero (questa è una pratica illegale, pena sanzioni pecuniarie e obbligo di rialzare il prezzo). - dumping persistente o discriminazione internazionale dei prezzi è la continua tendenza da parte di un monopolista nazionale a massimizzare i profitti totali vendendo il bene a un prezzo più elevato sul mercato interno rispetto a quello applicato sul mercato internazionale su cui fronteggia la concorrenza di produttori internazionali.

19 A tal riguardo si consideri il seguente esempio: Nella figura la somma orizzontale tra la curva del ricavo marginale nazionale (RM N ) e quella del ricavo marginale estero (RM E ), fornisce come risultato RM per l impresa. Il punto E dove la curva dei costi marginali (CMg) interseca RM, indica che il monopolista nazionale dovrebbe vendere una quantità totale pari a 300X al fine di massimizzare i suoi profitti totali. La distribuzione nelle vendite di questi 300X tra il mercato interno e quello internazionale è dato dal punto in cui la linea orizzontale che parte dal punto E, interseca rispettivamente le curve dei ricavi marginali nazionali e esteri. Quindi il monopolista nazionale dovrebbe vendere 200X sul mercato estero al prezzo di 3 e 100X sul mercato interno al prezzo 4. x è più elevato sul mercato interno rispetto al mercato estero. Il principio generale per massimizzare i profitti totali è quello di eguagliare RM N a RM E. Il prezzo estero è minore del prezzo interno perché la domanda estera è più elastica di quella interna. Esempio In virtù delle differenze presenti tra elasticità nazionale e estera, si vuol determinare a quale prezzo il monopolista dovrebbe vendere i suoi prodotti sul mercato estero ( E ) per massimizzare i profitti totali, supponendo di conoscere il prezzo nazionale; avremo ad esempio la seguente situazione: - elasticità nazionale ( N) = -2 - elasticità estera ( E) = -3 - rezzo nazionale ( N ) = 12 - E =? 1 η Sapendo che RMg = (1 + ) e che per massimizzare i profitti l azienda deve eguagliare i RMg della nazione ai RMg esteri, allora avremo: RMg N = RMg E N (1 + ) = E (1 + ) 12(1 + ) = E (1 + ) E = 9 η η 2 3 N E 2. Altre barriere commerciali Tra le varie forme di protezionismo ve ne è anche una caratterizzata dalla seguente situazione: ci sono nazioni che, avendo un potere di mercato più alto rispetto agli stranieri, possono approfittarne praticando un prezzo più alto, come se

20 imponessero un dazio. Chiaramente, siccome il prezzo di esportazione aumenta, la nazione esporterà di meno, ciò nonostante questa diminuzione non compromette i guadagni dell esportatore: questo tipo di politica può portare a delle ritorsioni da parte dei paesi che otterranno un guadagno inferiore. Altre forme di protezionismo vengono attuate per tutelare la salute, l igiene, ed altre esigenze del paese. Ad esempio l Europa rifiuta di importare carne degli USA perché gli animali vengono allevati con ormoni; per tale ragione impone dazi. Tali politiche sono di tipo protezionistico perché incrementano i costi per chi esporta. Spesso quindi diventa difficile distinguere quando si tratta effettivamente di protezionismo o meno. 3. olitiche strategiche industriali e commerciali La politica commerciale strategica è una politica attivista e diretta al protezionismo. Un paese può crearsi un vantaggio comparato (attraverso il temporaneo protezionismo commerciale, sussidi, sgravi fiscali e programmi di cooperazione governo-industria) in alcuni settori ritenuti cruciali per lo sviluppo futuro del paese. er poter comprendere meglio tale politica è possibile impiegare la teoria dei giochi ricorrendo ad un esempio: supponiamo che la Boeing e la Airbus debbano decidere se produrre o meno un nuovo aereo; si ipotizza inoltre che a causa dell elevato costo richiesto per sviluppare il nuovo velivolo, per conseguire un profitto (100 milioni di $) un singolo produttore dovrebbe assicurarsi l intero mercato mondiale. Se entrambi i produttori sviluppano il velivolo, perdono entrambi 10 mln $ come si evince dalla seguente tabella: AIRBUS Si supponga che la Boeing entri per prima nel mercato e roduce Non produce consegua un profitto pari a 100, pertanto la Airbus è tagliata fuori roduce - 10; ; 0 dal mercato. Si supponga, quindi che i governi europei BOEIN Non produce 0; 100 0; 0 garantiscano un sussidio pari a 15 mln $ annui alla Airbus; a tal punto la Airbus produrrebbe l aereo anche se la Boeing lo stesse già producendo, infatti la perdita di 10 si trasformerebbe in un utile di 5 (15 10). Tuttavia, se non ha alcun sussidio, la Boeing in tale ottica, passerebbe da un profitto di 100 ad una perdita di 10 mln $. A causa della perdita non sussidiata, la Boeing smetterà di produrre il velivolo lasciando infine l intero mercato alla Airbus che realizzerà un profitto pari a 100 mln $ senza bisogno di ulteriori sovvenzioni. Questo tipo di analisi è stata ritenuta carente perché è molto difficile prevedere in maniera accurata i risultati delle politiche industriali e commerciali del governo. Infatti persino una piccola variazione nei dai potrebbe far cambiare completamente gli scenari. In particolare, nell esempio proposto, se si suppone che entrambe le compagnie producono, ma invece di perdere entrambe 10 mln $, la Boeing consegue un profitto pari a 10 mln $ (è più efficiente) e la Airbus perde 10 mln $, a questo punto la Airbus avrebbe sempre bisogno del sussidio, ma ciò non è considerato efficiente dal punto di vista della politica economica dei governi. 4. Tariffa ottimale Dall esempio precedente è possibile comprendere come il sistema economico/commerciale migliore è quello caratterizzato dal libero scambio, in quanto ciascuna nazione si specializza nella produzione di un bene in cui gode di un vantaggio comparato, quindi utilizza i fattori in cui è più efficiente: la produzione mondiale non può che migliorare in virtù di tale specializzazione. Una nazione potrebbe sfruttare il proprio vantaggio a scapito di ogni altra nazione imponendo un prezzo che massimizzi i ricavi: il prezzo è aumentato tramite un dazio ottimale, tenendo conto dell inelasticità della domanda. Chiaramente, però c è il rischio di ritorsione da parte delle altre nazioni.

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Soluzione Esame (11 gennaio 2013) Prima Parte 1. (9 p.) (a) Ipotizzate che in un mondo a due paesi, Brasile e Germania, e due prodotti, farina

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

Lezione 2: Teoria del commercio internazionale: Heckscher-Ohlin

Lezione 2: Teoria del commercio internazionale: Heckscher-Ohlin Corso di Economia e Politica economica nei mercati globali S. Papa spapa@unite.it Lezione 2: Teoria del commercio internazionale: Heckscher-Ohlin Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo

Dettagli

Il mercato di monopolio

Il mercato di monopolio Il monopolio Il mercato di monopolio Il monopolio è una struttura di mercato caratterizzata da 1. Un unico venditore di un prodotto non sostituibile. Non ci sono altre imprese che possano competere con

Dettagli

Modello neoclassico per la specializzazione internazionale: Heckscher-Ohlin

Modello neoclassico per la specializzazione internazionale: Heckscher-Ohlin Corso di Politica Economica Europee Stefano Papa spapa@uniroma1.it Modello neoclassico per la specializzazione internazionale: Heckscher-Ohlin Facoltà di Economica Università di Roma Sapienza Da produttività

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale adattamento italiano di Novella Bottini 1 Struttura della presentazione Domanda e offerta relative Benessere e ragioni di scambio Effetti della

Dettagli

Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato

Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato Il vantaggio comparato Nel giorno di San Valentino la domanda statunitense di rose è di circa 10 milioni. Coltivare rose negli Stati Uniti d inverno è difficile. E necessario l uso di serre riscaldate.

Dettagli

Economia Politica. Il monopolio. Cap 15. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi

Economia Politica. Il monopolio. Cap 15. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi Economia Politica Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi testo di riferimento: Mankiw, Principi di economia, 3 ed., 2004, Zanichelli Cap 15 Il monopolio Inquadramento generale In questa sezione prenderemo

Dettagli

MONOPOLIO, MONOPOLISTA

MONOPOLIO, MONOPOLISTA Barbara Martini OBIETTIVI IL SIGNIFICATO DI MONOPOLIO, IN CUI UN SINGOLO MONOPOLISTA È L UNICO PRODUTTORE DI UN BENE COME UN MONOPOLISTA DETERMINA L OUTPUT ED IL PREZZO CHE MASSIMIZZANO IL PROFITTO LA

Dettagli

Esercitazione 9 Dott.ssa Sabrina Pedrini 29/04/2015. Domande a risposta multipla

Esercitazione 9 Dott.ssa Sabrina Pedrini 29/04/2015. Domande a risposta multipla Esercitazione 9 Dott.ssa Sabrina Pedrini 29/04/2015 Domande a risposta multipla 1) Il primo teorema dell economia del benessere sostiene che: a) L equilibrio competitivo dipende dal potere contrattuale

Dettagli

ELASTICITÀ. Sarebbe conveniente per il produttore aumentare ulteriormente il prezzo nella stessa misura del caso

ELASTICITÀ. Sarebbe conveniente per il produttore aumentare ulteriormente il prezzo nella stessa misura del caso Esercizio 1 Data la funzione di domanda: ELASTICITÀ Dire se partendo da un livello di prezzo p 1 = 1.5, al produttore converrà aumentare il prezzo fino al livello p 2 = 2. Sarebbe conveniente per il produttore

Dettagli

Esercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA

Esercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA Esercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA Esistono quattro principali tipi di strutture di mercato: concorrenza perfetta, monopolio, concorrenza monopolistica e oligopolio.

Dettagli

Teoria del commercio internazionale

Teoria del commercio internazionale Teoria del commercio internazionale (Krugman e Obstfeld Economia Internazionale Hoepli, 2003. Capp. 2, 4 leggere; 6 studiare) Vantaggi dallo scambio Differenze nelle caratteristiche dei paesi danno luogo

Dettagli

Capitolo 12 Il monopolio. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright 2010 - The McGraw-Hill Companies, srl

Capitolo 12 Il monopolio. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright 2010 - The McGraw-Hill Companies, srl Capitolo 12 Il monopolio IL MONOPOLIO Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un bene che non ha stretti sostituti, ad una moltitudine di consumatori La differenza fondamentale

Dettagli

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S.

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Capitolo 26 Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale In questa lezione Banca centrale Europea (BCE) e tassi di interesse: M D e sue determinanti; M S ed equilibrio del mercato monetario;

Dettagli

Lezione 17: Le motivazioni del libero commercio: Teoria classica di

Lezione 17: Le motivazioni del libero commercio: Teoria classica di Politiche Economiche Europee stefano.papa@uniroma1.it Lezione 17: Le motivazioni del libero commercio: Teoria classica di Smith e Ricardo Facoltà di Economia Sapeinza, Università di Roma Le motivazioni

Dettagli

La teoria dell offerta

La teoria dell offerta La teoria dell offerta Tecnologia e costi di produzione In questa lezione approfondiamo l analisi del comportamento delle imprese e quindi delle determinanti dell offerta. In particolare: è possibile individuare

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

Il monopolio (Frank, Capitolo 12)

Il monopolio (Frank, Capitolo 12) Il monopolio (Frank, Capitolo 12) IL MONOPOLIO Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un bene che non ha stretti sostituti, ad una moltitudine di consumatori La differenza

Dettagli

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6 INEGNAMENO DI EONOMIA OLIIA LEZIONE VIII IL EORE DELL OUAZIONE ROF. ALDO VAOLA Economia olitica Indice 1 La disoccupazione ----------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

CAPITOLO 10 I SINDACATI

CAPITOLO 10 I SINDACATI CAPITOLO 10 I SINDACATI 10-1. Fate l ipotesi che la curva di domanda di lavoro di una impresa sia data da: 20 0,01 E, dove è il salario orario e E il livello di occupazione. Ipotizzate inoltre che la funzione

Dettagli

Capitolo 26: Il mercato del lavoro

Capitolo 26: Il mercato del lavoro Capitolo 26: Il mercato del lavoro 26.1: Introduzione In questo capitolo applichiamo l analisi della domanda e dell offerta ad un mercato che riveste particolare importanza: il mercato del lavoro. Utilizziamo

Dettagli

Domande a scelta multipla 1

Domande a scelta multipla 1 Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco

Dettagli

Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale. G. Pignataro Microeconomia SPOSI

Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale. G. Pignataro Microeconomia SPOSI Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale 1 Mercati perfettamente concorrenziali 1. Price taking Poiché ogni impresa vende una porzione relativamente piccola della produzione complessiva del

Dettagli

Università degli Studi di Macerata Dipartimento di Scienze politiche, della Comunicazione e delle Relazioni internazionali

Università degli Studi di Macerata Dipartimento di Scienze politiche, della Comunicazione e delle Relazioni internazionali Università degli Studi di Macerata Dipartimento di Scienze politiche, della Comunicazione e delle Relazioni internazionali ECONOMIA MODULO TEORIA A.A. 2013/2014 IL O Fabio Clementi E-mail: fabio.clementi@unimc.it

Dettagli

Il mercato dei beni. Prof. Sartirana

Il mercato dei beni. Prof. Sartirana Il mercato dei beni Prof. Sartirana Gli scambi di beni economici avvengono tra soggetti che vengono definiti: soggetti economici I soggetti economici sono 4 ed ognuno di essi ha necessità diverse. I soggetti

Dettagli

Fallimenti del mercato: Il monopolio

Fallimenti del mercato: Il monopolio Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Fallimenti del mercato: Il monopolio Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo Concorrenza imperfetta La concorrenza

Dettagli

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only.

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only. In un mercato del lavoro competitivo esistono due tipi di lavoratori, quelli con alta produttività L A, che producono per 30 $ l'ora, e quelli con bassa produttività, L B, che producono per 5 $ l'ora.

Dettagli

Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria

Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria Esercizio 1 Ci sono 2000 individui ciascuno con funzione di utilità Von Neumann-Morgestern

Dettagli

Il commercio internazionale (cap. 12)

Il commercio internazionale (cap. 12) Il commercio internazionale (cap. 12) Gli argomenti pro e contro il libero scambio Elementi di storia delle relazioni commerciali dagli anni trenta ad oggi I diversi tipi di accordi commerciali I vantaggi

Dettagli

Una tassonomia dei mercati

Una tassonomia dei mercati Monopolio capitolo 15 Una tassonomia dei mercati concorrenza perfetta monopolio oligopolio concorrenza monopolistica 1 Concorrenza perfetta tanti venditori, tanti compratori bene omogeneo (identico o perfettamente

Dettagli

Introduzione all economia

Introduzione all economia Introduzione all economia 4.X.2005 Macro e microeconomia La teoria economica è divisa in due sezioni principali: la microeconomia e la macroeconomia La microeconomia studia il comportamento dei singoli

Dettagli

Master della filiera cereagricola. Impresa e mercati. Facoltà di Agraria Università di Teramo. Giovanni Di Bartolomeo Stefano Papa

Master della filiera cereagricola. Impresa e mercati. Facoltà di Agraria Università di Teramo. Giovanni Di Bartolomeo Stefano Papa Master della filiera cereagricola Giovanni Di Bartolomeo Stefano Papa Facoltà di Agraria Università di Teramo Impresa e mercati Parte prima L impresa L impresa e il suo problema economico L economia studia

Dettagli

Capitolo 7. Efficienza e scambio. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke

Capitolo 7. Efficienza e scambio. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke Capitolo 7 Efficienza e scambio Pareto-efficienza L efficienza in senso economico ha una definizione ristretta che prende il nome da un economista italiano (Vilfredo Pareto) una allocazione è efficiente

Dettagli

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte MD 9. La macroeconomia delle economie aperte In questo modulo, costituito da due Unità, ci occuperemo di analizzare il funzionamento delle economie aperte, ossia degli scambi a livello internazionale.

Dettagli

REGOLAZIONE (E TASSAZIONE OTTIMALE) DI UN MONOPOLIO CON PIÙ LINEE DI PRODUZIONE

REGOLAZIONE (E TASSAZIONE OTTIMALE) DI UN MONOPOLIO CON PIÙ LINEE DI PRODUZIONE REGOLAZIONE (E TASSAZIONE OTTIMALE) DI UN MONOPOLIO CON PIÙ LINEE DI PRODUZIONE Nella Sezione 16.5 abbiamo visto come un regolatore che voglia fissare il prezzo del monopolista in modo da minimizzare la

Dettagli

Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni

Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni Daria Vigani Maggio 204. In ciascuna delle seguenti situazioni calcolate risparmio nazionale,

Dettagli

Alireza Naghavi. Capitolo 6 (c) Dumping. Economie di scala, concorrenza imperfetta e commercio internazionale. Economia Internazionale

Alireza Naghavi. Capitolo 6 (c) Dumping. Economie di scala, concorrenza imperfetta e commercio internazionale. Economia Internazionale Economia Internazionale Alireza Naghavi Capitolo 6 (c) Economie di scala, concorrenza imperfetta e commercio internazionale 1 Dumping Il Dumping è la pratica che consiste nel praticare un prezzo più basso

Dettagli

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014 Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici Università degli Studi di Bari Aldo Moro Corso di Macroeconomia 2014 1. Assumete che = 10% e = 1. Usando la definizione di inflazione attesa

Dettagli

Esercitazione. Capp. 1-5

Esercitazione. Capp. 1-5 Esercitazione Capp. 1-5 Esercizio 1 Elencate e spiegate sinteticamente: 1. I principi che regolano le scelte individuali 2. I principi che regolano l interazione tra gli individui Risposta: 1. Quattro

Dettagli

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ In questa Appendice mostreremo come trovare la tariffa in due parti che massimizza i profitti di Clearvoice,

Dettagli

Il mercato del lavoro

Il mercato del lavoro Il mercato del lavoro Dati mercato del lavoro: Un confronto (2012) Italia Francia Germania OECD Tasso disoccupazione 10.7 10.3 5.5 8.0 Tasso occupazione (*) 57.6 63.9 72.8 65.1 Femminile 47.8 60 68 57.2

Dettagli

MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza

MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza 1 Dotazioni iniziali Il consumatore dispone ora non di un dato reddito monetario ma di un ammontare

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

CAPITOLO V. L economia politica del commercio internazionale

CAPITOLO V. L economia politica del commercio internazionale CAPITOLO V L economia politica del commercio internazionale Se ci sono vantaggi dal commercio internazionale, perché spesso vi sono forti opposizioni ad un maggiore grado di apertura? Estenderemo il modello

Dettagli

Teorema di Heckscher-Ohlin Integrazione dei paragrafi del libro

Teorema di Heckscher-Ohlin Integrazione dei paragrafi del libro Teorema di Heckscher-hlin Integrazione dei paragrafi del libro G. i artlomeo Assunzioni Il modello 2 paesi (Stati Uniti e Italia) 2 beni (Computer e ) 2 fattori di produzione (K e L) Si assume Immobilità

Dettagli

Indice. 1 Il settore reale --------------------------------------------------------------------------------------------- 3

Indice. 1 Il settore reale --------------------------------------------------------------------------------------------- 3 INSEGNAMENTO DI ECONOMIA POLITICA LEZIONE VI IL MERCATO REALE PROF. ALDO VASTOLA Indice 1 Il settore reale ---------------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

Lezione 14. Risparmio e investimento. Leonardo Bargigli

Lezione 14. Risparmio e investimento. Leonardo Bargigli Lezione 14. Risparmio e investimento Leonardo Bargigli Risparmio e investimento nella contabilità nazionale Ripartiamo dalla definizione di PIL in termini di spesa finale Y = C + I + G + NX Consideriamo

Dettagli

Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo

Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 14 Equilibrio economico generale (efficienza nello scambio) e fallimenti del mercato Facoltà di Scienze della Comunicazione

Dettagli

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste:

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Inflazione e Produzione In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Da cosa è determinata l Inflazione? Perché le autorità monetarie tendono a combatterla? Attraverso quali canali

Dettagli

Antonella Laino Il monopolio naturale

Antonella Laino Il monopolio naturale A13 477 Antonella Laino Il monopolio naturale Copyright MMXII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978-88-548-4809-2

Dettagli

ECONOMIA DEL LAVORO. Lezioni di maggio (testo: BORJAS) L offerta di lavoro

ECONOMIA DEL LAVORO. Lezioni di maggio (testo: BORJAS) L offerta di lavoro ECONOMIA DEL LAVORO Lezioni di maggio (testo: BORJAS) L offerta di lavoro Offerta di lavoro - Le preferenze del lavoratore Il luogo delle combinazioni di C e L che generano lo stesso livello di U (e.g.

Dettagli

La Concorrenza Monopolistica

La Concorrenza Monopolistica La Concorrenza Monopolistica Caratteristiche Molteplicità di imprese Libertà di entrata (entreranno imprese finché vi sarà possibilità di profitti positivi). L entrata di nuove imprese favorisce i consumatori

Dettagli

Domande a scelta multipla 1

Domande a scelta multipla 1 Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco

Dettagli

Richiami di teoria della domanda di moneta

Richiami di teoria della domanda di moneta Richiami di teoria della domanda di moneta Parte seconda La teoria della preferenza della liquidità di Keynes Keynes distingue tre moventi principali per cui si detiene moneta. Transattivo Precauzionale

Dettagli

Mercati finanziari e valore degli investimenti

Mercati finanziari e valore degli investimenti 7 Mercati finanziari e valore degli investimenti Problemi teorici. Nei mercati finanziari vengono vendute e acquistate attività. Attraverso tali mercati i cambiamenti nella politica del governo e le altre

Dettagli

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica (Gli esercizi sono suddivisi in base ai capitoli del testo di De Vincenti) CAPITOLO 3. IL MERCATO DEI BENI NEL MODELLO REDDITO-SPESA Esercizio.

Dettagli

Capitolo 17. I mercati con informazione asimmetrica

Capitolo 17. I mercati con informazione asimmetrica Capitolo 17 I mercati con informazione asimmetrica Introduzione L incertezza sulla qualità e il mercato dei bidoni I segnali di mercato Il rischio morale Il problema agente-principale L informazione asimmetrica

Dettagli

Determinare il livello produttivo che consente di rendere minimo il costo medio, nonché il suo valore corrispondente.

Determinare il livello produttivo che consente di rendere minimo il costo medio, nonché il suo valore corrispondente. ESERCIZI SVOLTI SU COMPORTAMENTO DELL IMPRESA di G.Garofalo 1. Nota la funzione di costo totale CT = 1 + 3 + 70 Determinare le funzioni di costo: - fisso e medio fisso - variabile e medio variabile - medio

Dettagli

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione:

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione: 1 Lastoriadiun impresa Il Signor Isacco, che ormai conosciamo per il suo consumo di caviale, decide di intraprendere l attività di produttore di caviale! (Vuole essere sicuro della qualità del caviale

Dettagli

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.

Dettagli

Come affrontare i monopoli naturali

Come affrontare i monopoli naturali Come affrontare i monopoli naturali Il problema del monopolio naturale è che se anche l impresa volesse fissare il prezzo a un livello pari al costo marginale (efficienza sociale), produrrebbe in perdita

Dettagli

I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA

I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA Corso di Laurea in Servizio Sociale Istituzioni di Economia Introduzione allo studio dell Economia I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA (Capitolo 1) Il termine economia... Deriva da una parola greca che significa

Dettagli

ECONOMIA INTERNAZIONALE LEZIONE POLITICA COMMERCIALE. Diverse misure di politica commerciale

ECONOMIA INTERNAZIONALE LEZIONE POLITICA COMMERCIALE. Diverse misure di politica commerciale ECONOMIA INTERNAZIONALE LEZIONE POLITICA COMMERCIALE Diverse misure di politica commerciale Dazi Effetti di un dazio su: Consumatori Imprese Volume del commercio Effetti complessivi di un dazio sul benessere

Dettagli

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Silvana Stefani Piazza dell Ateneo Nuovo 1-20126 MILANO U6-368 silvana.stefani@unimib.it 1 Unità 9 Contenuti della lezione Operazioni finanziarie, criterio

Dettagli

Capitolo 8. Struttura della presentazione. Tipi di dazio. Gli strumenti della politica commerciale

Capitolo 8. Struttura della presentazione. Tipi di dazio. Gli strumenti della politica commerciale Capitolo 8 Gli strumenti della politica commerciale preparato da Thomas Bishop (adattamento italiano di Rosario Crinò) 1 Struttura della presentazione Analisi dei dazi in equilibrio parziale: offerta,

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

Risparmio, investimenti e sistema finanziario

Risparmio, investimenti e sistema finanziario Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci

Dettagli

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 19 e 20. Dott.ssa Rossella Greco

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 19 e 20. Dott.ssa Rossella Greco Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica Esercitazione di Macroeconomia sui capitoli 19 e 20 Dott.ssa Rossella Greco Domanda 1 (Problema 1. dal Cap. 19 del Libro di Testo) Nei paesi di Richland

Dettagli

Capitolo 22: Lo scambio nel mercato dei capitali

Capitolo 22: Lo scambio nel mercato dei capitali Capitolo 22: Lo scambio nel mercato dei capitali 22.1: Introduzione In questo capitolo analizziamo lo scambio nel mercato dei capitali, dove si incontrano la domanda di prestito e l offerta di credito.

Dettagli

Decentramento e federalismo

Decentramento e federalismo Decentramento e federalismo Teoria economico-finanziaria dell ottimo livello di governo. Principi: ECONOMIA PUBBLICA (6) Le giustificazioni del decentramento e del federalismo sussidiarietà; responsabilità;

Dettagli

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette) In una ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla e a una delle due domande a risposta aperta, e risolvere l esercizio. DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione

Dettagli

Economia del Lavoro 2010

Economia del Lavoro 2010 Economia del Lavoro 2010 Capitolo 1-3 Offerta di lavoro -Le preferenze del lavoratore 1 Offerta di lavoro Le preferenze del lavoratore Il comportamento dell offerta di lavoro è analizzato dagli economisti

Dettagli

Equilibrio generale ed efficienza dei mercati (Frank, Capitolo 15)

Equilibrio generale ed efficienza dei mercati (Frank, Capitolo 15) Equilibrio generale ed efficienza dei mercati (Frank, Capitolo 15) EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE Esistono molteplici relazioni tra mercati Per comprendere il funzionamento dell economia è quindi indispensabile

Dettagli

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 7 e 8

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 7 e 8 Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 7 e 8 Domanda 1 Dite quale delle seguenti non è una caratteristica di un mercato perfettamente competitivo:

Dettagli

Esercitazione 23 maggio 2016

Esercitazione 23 maggio 2016 Esercitazione 5 maggio 016 Esercitazione 3 maggio 016 In questa esercitazione, nei primi tre esercizi, analizzeremo il problema del moral hazard nel mercato. In questo caso prenderemo in considerazione

Dettagli

Economia e politica di gestione del territorio. [1:cap.4]

Economia e politica di gestione del territorio. [1:cap.4] Economia e politica di gestione del territorio Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie (L.M.) A.A. 2013-2014 Lezione n.5: Efficienza ed Equità [1:cap.4] Docente: Antonio Lopolito tel. 0881-589.417

Dettagli

Teoria dei Giochi. Anna Torre

Teoria dei Giochi. Anna Torre Teoria dei Giochi Anna Torre Almo Collegio Borromeo 14 marzo 2013 email: anna.torre@unipv.it sito web del corso:www-dimat.unipv.it/atorre/borromeo2013.html IL PARI O DISPARI I II S T S (-1, 1) (1, -1)

Dettagli

La Minimizzazione dei costi

La Minimizzazione dei costi La Minimizzazione dei costi Il nostro obiettivo è lo studio del comportamento di un impresa che massimizza il profitto sia in mercati concorrenziali che non concorrenziali. Ora vedremo la fase della minimizzazione

Dettagli

Capitolo 20: Scelta Intertemporale

Capitolo 20: Scelta Intertemporale Capitolo 20: Scelta Intertemporale 20.1: Introduzione Gli elementi di teoria economica trattati finora possono essere applicati a vari contesti. Tra questi, due rivestono particolare importanza: la scelta

Dettagli

Capitolo 6. Offerta in concorrenza perfetta: il lato dei costi

Capitolo 6. Offerta in concorrenza perfetta: il lato dei costi Capitolo 6 Offerta in concorrenza perfetta: il lato dei costi Costo opportunità Adalberto può guadagnare 6 all ora come cameriere; in alternativa può effettuare raccolta per riciclaggio al prezzo di 2

Dettagli

Economie di scala, concorrenza imperfetta e commercio internazionale

Economie di scala, concorrenza imperfetta e commercio internazionale anna-randaccio Lezione n. 2 Economie di scala, concorrenza imperfetta e commercio internazionale Commercio dovuto al vantaggio comparato (commercio inter-industriale) e commercio dovuto alla presenza di

Dettagli

Economia del Lavoro 2010

Economia del Lavoro 2010 Economia del Lavoro 2010 Capitolo 4 L equilibrio del mercato del lavoro Applicazioni di politica economica: trattenute in busta paga e sussidi 1 Effetti di una politica governativa che sposti la curva

Dettagli

Equilibrio macroeconomico neoclassico

Equilibrio macroeconomico neoclassico Equilibrio macroeconomico neoclassico La teoria neoclassica (TN) Rappresentò il paradigma teorico di riferimento fino alla crisi del 1929 e prima di Keynes Ancora oggi alcune scuole di pensiero più recenti

Dettagli

Esercitazione di Economia Internazionale Tutor Dottor Matteo Cati Indice:

Esercitazione di Economia Internazionale Tutor Dottor Matteo Cati Indice: Esercitazione di Economia Internazionale Tutor Dottor Matteo Cati Indice: Capitolo 2: Domande a Scelta Multipla pag. 2 Capitolo 5: Domande a Scelta Multipla pag. 6 Capitolo 7: Domande a Scelta Multipla.pag.

Dettagli

COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento

COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE Informazioni di approfondimento Come vengono gestiti i versamenti ai fondi pensione complementare? Prima dell adesione

Dettagli

Disoccupazione e salario reale

Disoccupazione e salario reale Disoccupazione e salario reale Testo di studio raccomandato: Mankiw, Principi di Economia, 3 ed., 2004, Zanichelli Capitolo 28 La disoccupazione Come si misura la disoccupazione? Come si interpretano i

Dettagli

Capitolo 8. La massimizzazione del profitto e l offerta concorrenziale. F. Barigozzi Microeconomia CLEC 1

Capitolo 8. La massimizzazione del profitto e l offerta concorrenziale. F. Barigozzi Microeconomia CLEC 1 Capitolo 8 La massimizzazione del profitto e l offerta concorrenziale F. Barigozzi Microeconomia CLEC 1 Argomenti trattati nel capitolo I mercati in concorrenza perfetta La massimizzazione del profitto

Dettagli

Produzione e crescita

Produzione e crescita Produzione e crescita Il Pil reale pro-capite è una buona misura del benessere di un economia. Quali sono le determinanti della crescita di lungo periodo del Pil reale. I confronti internazionali evidenziano

Dettagli

Esercitazione 2 di Economia Pubblica CLEF Soluzioni Tutor Dottor Matteo Maria Cati A.A.: 2012-2013

Esercitazione 2 di Economia Pubblica CLEF Soluzioni Tutor Dottor Matteo Maria Cati A.A.: 2012-2013 Esercitazione 2 di Economia Pubblica CLEF Soluzioni Tutor Dottor Matteo Maria Cati A.A.: 2012-2013 Esercizio 1: Esternalità Un impresa A adotta un sistema di produzione rumoroso, che genera un inquinamento

Dettagli

Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea

Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea Funzionamento di un mercato ben organizzato Nel Pitgame i giocatori che hanno poche informazioni private interagiscono

Dettagli

Analisi Costi-Benefici

Analisi Costi-Benefici Politica economica (A-D) Sapienza Università di Rome Analisi Costi-Benefici Giovanni Di Bartolomeo Sapienza Università di Roma Scelta pubblica Intervento pubblico realizzazione di progetti esempi: infrastrutture,

Dettagli

Concorrenza monopolistica

Concorrenza monopolistica Economia Internazionale Alireza Naghavi Capitolo 6 (b) Economie di scala, concorrenza imperfetta e commercio internazionale 1 Concorrenza monopolistica La concorrenza monopolistica descrive un settore

Dettagli

Istituzioni di Economia

Istituzioni di Economia Corso di laurea in Servizio Sociale Istituzioni di Economia I costi di produzione (Capitolo 13) I costi di produzione La legge dell offerta P Offerta Le imprese sono disposte a produrre e vendere quantità

Dettagli

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta Economia Aperta In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta 167 Economia aperta applicata ai mercati dei beni mercati

Dettagli

1996: il prezzo salì a $5.00 per bushel con contestazioni sui vecchi contratti

1996: il prezzo salì a $5.00 per bushel con contestazioni sui vecchi contratti MICRO ECONOMIA Analisi della Domanda e dell Offerta 1. Motivazioni 2. Definizione di Mercati Competitivi 3. La Funzione di Domanda di Mercato 4. La Funzione di Offerta di Mercato 5. Equilibrio e sue caratteristiche

Dettagli

La politica commerciale

La politica commerciale La politica commerciale Arcangelis 2005 1 Introduzione Se la Cina impone un dazio sulle importazioni dall UE e dagli USA, che cosa accade? E se sussidia le proprie esportazioni? Qual è stato l effetto

Dettagli

Aspettative, consumo e investimento

Aspettative, consumo e investimento Aspettative, consumo e investimento In questa lezione: Studiamo come le aspettative di reddito e ricchezza futuro determinano le decisioni di consumo e investimento degli individui. Studiamo cosa determina

Dettagli