PRINCIPI DI RISK MANAGEMENT
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- Battistina Silvestri
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1 PRINCIPI DI RISK MANAGEMENT Reggio Emilia, 24 Ottobre 2013
2 Introduzione Il concetto di protezione aziendale L'oggetto della protezione aziendale Il rischio imprenditoriale Il risk management Scenari di rischio Strategie di gestione e controllo dei rischi Conclusioni
3 Introduzione
4 Le Imprese in Italia (dati 2010) Classe Addetti Imprese (numero) Addetti (numero) Dipendenti (numero) Fatturato ( x 1.000) Valore aggiunto ( x 1.000) Costo del lavoro ( x 1.000) Investimenti ( x 1.000) > TOTALE
5 Le Imprese in Italia (dati Fonte ISTAT) Nel 2010 le imprese attive dell industria e dei servizi di mercato sono e occupano circa 16,7 milioni di addetti, di cui 11,2 milioni sono dipendenti. La dimensione media delle imprese si conferma particolarmente contenuta (3,8 addetti per impresa). Le microimprese (con meno di 10 addetti), rappresentano il 94,9% delle imprese attive, il 47,8% degli addetti e il 31,1% del valore aggiunto realizzato. Nelle grandi imprese (con almeno 250 addetti), che ammontano a unità, si concentrano il 19,0% degli addetti e il 31,9% del valore aggiunto. Nelle microimprese il 63,5% dell occupazione è costituita da lavoro indipendente.
6 Le Imprese in Italia (dati Fonte ISTAT) Il settore dei servizi di mercato con il 76,0% di imprese, il 63,3% di addetti e il 56,9% di contributo alla creazione di valore aggiunto si conferma, in termini quantitativi, il più importante settore dell economia nazionale. L industria in senso stretto rappresenta il 10,1% delle imprese, il 25,8% degli addetti e il 34,6% del valore aggiunto. Nel settore delle costruzioni si concentrano il 13,9% delle imprese, il 10,9% degli addetti e l 8,5% del valore aggiunto.
7 Il contesto Italiano: le Imprese e il Risk Management L'enorme sviluppo tecnologico degli ultimi decenni ha fatto crescere la produttività e l'efficienza delle Imprese, ma la complessità ha anche generato nuove situazioni di rischio, che devono comunque essere conosciute e governate mediante un approccio integrato alla gestione dei rischi (Risk Management). Molto spesso, però, le piccole dimensioni e i budget limitati inducono le PMI e le Microimprese a sottovalutare le conseguenze di un mancato controllo dei rischi, eventi che in alcuni casi possono compromettere la stessa sopravvivenza aziendale. 7
8 Il concetto di Protezione Aziendale
9 L Impresa L impresa è una organizzazione dinamica, impegnata costantemente nell acquisizione di vantaggi competitivi. Lo scopo di ogni impresa, dalla più piccola alla grande multinazionale, è la creazione di valore nel tempo. Ogni impresa è soggetta ad una serie di minacce di natura competitiva e non competitiva. Queste minacce influenzano l operatività dell impresa, e incidono sul suo valore attuale.
10 L Impresa: una modellizzazione
11 Andamento tipico di una crisi EVENTO tempo
12 Andamento tipico di una crisi 1 1 NORMALITA EMERGENZA RECUPERO tempo
13 Crisi: evoluzione POSITIVA Crisi di scarsa gravità, velocemente risolta Crisi grave, risolta velocemente
14 Crisi: evoluzione NEGATIVA Crisi grave, con perdita permanente di una parte della quota di mercato Crisi grave, con definitiva estinzione
15 La protezione aziendale L impresa deve proteggere i fattori produttivi materiali e immateriali di cui dispone, ovvero deve salvaguardare gli elementi fondamentali che sono alla base dei processi di creazione del valore.
16 L oggetto della protezione aziendale L oggetto della «protezione aziendale» è lo studio e l attuazione di strategie, politiche e piani operativi volti (nell ottica della creazione del valore dell impresa) a prevenire, fronteggiare e superare eventi che possano colpire le risorse (materiali, immateriali e umane) di cui l azienda dispone o di cui necessita per garantirsi una adeguata capacità concorrenziale nel breve, nel medio e nel lungo periodo.
17 Gli obiettivi della protezione aziendale Salvaguardia del patrimonio aziendale. Garanzia di continuità operativa (Business Continuity, ovvero della continuità dei processi di creazione di ricchezza).
18 I Rischi per l Impresa
19 I rischi per l Impresa Il contesto attuale è caratterizzato da: Forte complessità e forte dinamicità degli scenari economici e politici Fragilità del sistema vs calamità naturali
20 I rischi per l Impresa Si definisce «Rischio Imprenditoriale» (RI) la possibilità o potenzialità che si verifichi un evento sfavorevole che si rifletta in una minore crescita o nel calo del valore dell impresa. Il Rischio Imprenditoriale è dato dalla combinazione dei «Rischi Strategici o Speculativi» e dei «Rischi Puri».
21 RISCHIO IMPRENDITORIALE (RI) RISCHIO STRATEGICO (O SPECULATIVO) (RS) RISCHIO NON COMPETITIVO (O PURO) (RP) ERRORI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA ED OPERATIVA ERRORI NELLE POLITICHE E NELLE TECNICHE DI PROTEZIONE AZIENDALE RI = RS + RP
22 I rischi per l Impresa Si definiscono «Rischi strategici o speculativi» i rischi collegati ad eventi suscettibili di incrementare o di ridurre il valore dell impresa (ovvero di dare luogo ad un utile o a una perdita). Si definiscono «Rischi non competitivi o puri» i rischi collegati ai soli eventi suscettibili di ridurre il valore dell impresa (ovvero di dare luogo ad una perdita).
23 I Rischi operativi processo tecnologia complessità di norme e regolamenti risorse umane sistemi informatici e infrastrutture sistemi di controllo dei processi e della qualità responsabilità contrattuale
24 I Rischi non competitivi o puri incendio esplosione infortunio sul lavoro (safety) eventi naturali eventi socio-politici atti illeciti inquinamento ambientale
25 La riduzione del rischio Il rischio imprenditoriale (RI) può essere ridotto: operando adeguate scelte strategiche implementando adeguate politiche di protezione aziendale.
26 Il Risk Management
27 protezione aziendale RISK MANAGEMENT
28 Il Risk Management si può fare in tanti modi... Tanto non succede. Mi compro un assicurazione... No RM Insurance Management Alta Esposizione Quanto costa un sistema di protezione? Loss prevention Quali sono i rischi,le priorità e le risorse necessarie? Riesco a garantire comunque la continuità operativa? Risk Management RM e Crisis M Esposizione limitata
29 Risk Management Con il termine Risk Management si intende la «Gestione integrata dei rischi in azienda, mediante conoscenza, eliminazione, riduzione, trasferimento e controllo dei rischi stessi». Dal punto di vista organizzativo, il Risk Manager rappresenta la Funzione aziendale avente il compito di identificare, valutare, gestire e sottoporre a controllo economico i rischi dell'impresa.
30 Risk Management Obiettivo del risk management è la sostituzione dei costi dei rischi con altri costi (svantaggi) inferiori ai primi. Obiettivo fondamentale è quindi quello di massimizzare il risultato complessivo dell'azienda.
31 Risk Management: il processo identificazione dei pericoli potenziali / minacce ai quali e' esposta l'impresa (Analisi di Vulnerabilità). definizione e quantificazione degli ipotetici scenari di rischio che possono interessare l'impresa. formulazione delle contromisure piu' idonee.
32 Risk Management: il processo OBIETTIVO: riduzione dei rischi in Azienda attraverso una sequenza articolata di attività: ELIMINARE RIDURRE TRASFERIRE RITENERE RISCHIO RESIDUO RISCHIO TOTALE Fasi: Individuazione e quantificazione dei rischi (RISK ANALYSIS) Studio degli interventi impiantistici e organizzativi possibili (RISK REDUCTION) Trasferimento dei rischi non accettabili (RISK TRANSFER) Verifica dell'accettabilità dei rischi ritenuti (RISK RETENTION)
33 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) Gli obiettivi dell Analisi dei Rischi sono: identificare i pericoli potenziali quantificare gli scenari di rischio definire le opportune azioni correttive.
34 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) Definizione di «Pericolo»: Pericolo (Hazard) = potenziale di perdita non quantificato rappresenta una minaccia potenziale a persone, beni, all ambiente e in generale alla continuità operativa
35 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) Definizione di Rischio (o Scenario di Rischio) Rischio (Risk) = Pericolo potenziale QUANTIFICATO R = f (P, S) R = P = S = Rischio Probabilità di accadimento Severità delle conseguenze / effetti.
36 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) Scenario di Rischio: Con il termine scenario di rischio (R) si intende un pericolo potenziale quantificato in termini di probabilita di accadimento (P) e di severita dell evento (S): R = f(p,s)
37 causa Hazard vs. Risk pericolo effetto Risk = f(p,s)
38 Gli scenari di rischio Uno scenario di rischio è costituito dalla concatenazione dei seguenti elementi: pericolo potenziale (hazard) causa effetto
39 Schema di valutazione scenario PERICOLI POTENZIALI CAUSE Fattori Propaganti Fattori Riducenti EFFETTI
40 PROBABILITA di accadimento Profilo di rischio (mappa del rischio) AUMENTO AUMENTO DEL DEL RISCHIO RISCHIO MAGNITUDO delle conseguenze
41 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) L analisi dei rischi è un processo logico che porta all individuazione dei possibili eventi anomali/ incidentali e alla valutazione degli stessi in termini di probabilità di accadimento e magnitudo (severità) delle conseguenze dell evento. Poiché l impresa è un sistema complesso, l identificazione degli scenari di rischio deve procedere attraverso un percorso sistematico, rigoroso e chiaro: è quindi necessario seguire un «approccio sistemico».
42 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) Metodologie e strumenti d indagine I D E N T I F I C A Z I O N E D E G L I E V E N T I P E R I C O L O S I A N A L I S I I N C I D E N T A L E S T O R I C A M E T O D I P R E D I T T I V I A N A L I S I D I R I S C H I O I N D U T T I V E A N A L I S I D I R I S C H I O D E D U T T I V E
43 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) Metodi predittivi - Approccio induttivo: Cosa può accadere? Esplorazione delle possibili conseguenze Visione in prospettiva Dal particolare all insieme. Metodi predittivi - Approccio Deduttivo: Come è accaduto? Parte dalla conoscenza dell evento Visione Retrospettiva Dal guasto al componente.
44 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) Metodi INDUTTIVI (esempi) What if Analysis? FMEA/FMECA - Failure Modes and Effects (Criticality) Analysis HAZOP - Hazard and Operability Studies ETA - Event Tree Analysis HACCP - Hazard Analysis Critical Control Point Analisi dei problemi (Kepter & Tregoe)
45 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) Metodi Deduttivi (esempi) FTA - Fault Tree analysis RCA Root Cause Analysis Diagramma di Ishikawa (diagramma causa / effetti)
46 Gli scenari di rischio Tipologia degli Effetti: Effetti patrimoniali Effetti reddituali Effetti sulle persone
47 Gli scenari di rischio Tipologia degli Effetti: Effetti patrimoniali: incidono sul valore dei beni materiali e immateriali dell impresa. Effetti reddituali: incidono sulla capacità da parte dell impresa di generare reddito (valore) nel tempo Effetti sulle persone: danni alle risorse umane dell impresa e/o a terze persone.
48 Gli scenari di rischio Tipologia degli Effetti: Danni diretti Danni indiretti Danni consequenziali
49 Gli scenari di rischio Danni Diretti danni ai fattori produttivi materiali (risorse umane, macchinari, edifici, merci, ) danni a terzi. Danni Indiretti perdita di produzione / profitto lordo, margine di contribuzione.
50 Gli scenari di rischio Danni Consequenziali ripercussioni sull immagine aziendale (mercato, autorità, mondo finanziario) perdita di quote di mercato perdita di opportunità di espansione sul mercato perdita di autorizzazioni acquisite per edifici / impianti / attività / prodotti specifici perdita di documentazione / informazioni chiave difficoltà di accesso a crediti erogati dal sistema bancario ripercussioni sul valore finanziario dell impresa
51 DANNI DIRETTI hanno un costo immediato. DANNI INDIRETTI intercorrono tra il momento dell evento e quello della sua eliminazione. DANNI CONSEQUENZIALI si producono dopo l evento e si ramificano nel tempo.
52 Danni diretti, indiretti e consequenziali DI NATURA PREVALENTEMENTE PATRIMONIALE DANNI DIRETTI (100) VISIBILI ASSICURABILI DERIVANTI DALLA INDISPONIBILITA DEI MEZZI DI PRODUZIONE DANNI INDIRETTI ( ) VALUTABILI EFFETTI CHE PERMANGONO ANCHE SUCCESSIVAMENTE ALLA RICOSTRUZIONE DELLE CONDIZIONI OPERATIVE E CHE NON TROVANO UNA COMPLETA CONTROPARTITA IN UN INDENNIZZO MERAMENTE MONETARIO DEI DANNI PATRIMONIALI DANNI CONSEQUENZIALI (300) POCO VISIBILI DIFFICILMENTE VALUTABILI NON ASSICURABILI
53 L Analisi e la valutazione dei Rischi Valutazione della severità dell evento: Va valutata relativamente ad ogni scenario esaminato, sulla base di una scala relativa di severità definita preventivamente dall impresa e specifica della stessa: è opportuno associare ad ogni grado di severità una valorizzazione economica dello scenario di rischio. Secondo l approccio di risk management, la severità del rischio è l indicatore più importante della significatività del rischio e quindi della necessità di interventi / azioni correttive.
54 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) Stima della probabilità di accadimento: Va stimata relativamente ad ogni scenario esaminato, sulla base delle statistiche eventi incidentali disponibili (esperienza diretta dell impresa & Database reperibili in letteratura).
55 L Analisi e la valutazione dei Rischi (Risk Analysis) LIVELLI DI FREQUENZA A frequente B moderato CATEGORIE DI SEVERITA' I CATASTROFICO C occasionale II CRITICO D remoto E inverosimile III MARGINALE F impossibile IV TRASCURABILE
56 LIVELLO DI FREQUENZA DEL RISCHIO Rappresentazione grafica dei risultati dell analisi di rischio A B C D 9 1,2,3,10,11 7,8 4,5,6 E F IV III II I CATEGORIA DEGLI EFFETTI DEL RISCHIO
57 Interventi di riduzione dei rischi RISCHIO TOTALE INIZIALE ELIMINARE RIDURRE TRASFERIRE RISCHIO RESIDUO RITENERE
58 I principali scenari di rischio
59 I principali scenari di rischio: 1. Terremoto Basilicata 5 maggio Terremoto Carlentini (Sicilia) 13 dicembre Alluvione Toscana Alluvione Genova e Savona 22 settembre Alluvione Genova 25 settembre Emergenza neve Molise Alluvione Piemonte 5 novembre Terremoto Lunigiana 10 ottobre Alluvione Versilia Alluvione Provincia Udine 23 giugno Terremoto Provincia Reggio Emilia 15 ottobre Terremoto Umbria e Marche 26 settembre Dissesto Idro-geologico Campania Alluvione Sarno 5 maggio Alluvione Provincia di Cervinara (AV) 16 dicembre Alluvione Piemonte Eruzione Etna luglio agosto Terremoto Palermo 6 settembre Eruzione Etna ottobre Terremoto Etnea (CT) 29 ottobre Terremoto Puglia e Molise 31 ottobre Eruzione Stromboli 31 dicembre Eventi alluvionali regione Friuli Venezia Giulia 29 agosto Terremoto Lombardia: epicentro a Salò 25 novembre Eventi alluvionali provincie (CA),( NU) e (SS) 6 dicembre Terremoto Abruzzo 6 aprile Evento alluvionale provincia di Messina 1 ottobre Eventi alluvionali provincie (MS) e (LU) novembre Terremoto Emilia Romagna 13 maggio 2012 Fonte: Annuario statistico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco 2012
60 Fiat, il fornitore non consegna: fermi tre stabilimenti in Europa Stop a Grugliasco, il sito in Serbia e l'impianto Iveco di Madrid. A rischio anche la fabbrica di Tychy. Boccole di plastica che non arrivano capaci di mandare in tilt tre stabilimenti Fiat in Europa. Si ferma ancora la produzione a Grugliasco, dove si fanno le Maserati, a Kragujevac in Serbia (casa della 500L) e a Madrid nell'impianto Iveco. Quest'ultimo inattivo da venerdì. La causa è sempre la stessa: la mancanza di forniture dalla Selmat. ALTRI IMPIANTI A RISCHIO Dietro allo stop la cassa integrazione degli operai dell'azienda di Airasca o almeno questa è la motivazione ufficiale. Perché a dare retta alle indiscrezioni che circolano nel torinese a scatenare il «braccio di ferro» sarebbe una questione economica sul prezzo dei componenti. La Selmat chiederebbe più soldi, insomma. Partendo da una posizione di forza, quella di essere un fornitore «unico» di Fiat. Ecco perché non è facile sostituire i pezzi mancanti. Il Lingotto attraverso una nota parla di «gravissimi danni al gruppo e agli altri fornitori che stanno regolarmente consegnando il materiale». E annuncia che altri stabilimenti potrebbero fermarsi: fra i più a rischio quello polacco di Tychy che produce la Lancia Ypsilon e alcuni siti di Fiat Industrial, come Suzzara che si era già arrestata eea88d27be21.shtml
61 Strategie di gestione e controllo dei rischi
62 Strategie di gestione e controllo dei rischi Gli strumenti a disposizione dell impresa per gestire in modo ottimale i rischi evidenziati nel processo di analisi e valutazione sono di due tipi: strumenti di controllo strumenti di finanziamento
63 Strategie di gestione e controllo dei rischi STRUMENTI CONTROLLO FINANZIAMENTO PREVENZIONE PROTEZIONE RITENZIONE TRASFERIMENTO GIURIDICO ASSICURATIVO TECNICI ORGANIZZATIVI
64 Strategie di gestione e controllo dei rischi Gli strumenti di elusione (o eliminazione) e prevenzione mirano a impedire il verificarsi dell evento. Gli strumenti di protezione, dato per scontato che l evento dannoso si verifichi, consentono di minimizzarne gli effetti sulle strutture e sulle operazioni aziendali. Gli strumenti della assicurazione, del trasferimento non assicurativo e della ritenzione consentono di sottrarre l impresa alle conseguenze finanziarie derivanti dal prodursi dell evento e del danno conseguente.
65 PROBABILITA di accadimento Strategie di gestione e controllo dei rischi: le curve iso-rischio CURVE ISO-RISCHIO MAGNITUDO delle conseguenze
66 PROBABILITA di accadimento Strategie di gestione e controllo dei rischi: elusione o eliminazione MAGNITUDO delle conseguenze
67 Strategie di gestione e controllo dei rischi: elusione o eliminazione L Elusione è l'eliminazione del rischio per mezzo dell abbandono dell attività o delle operazioni che lo determinano. Può avvenire mediante: la rinuncia ad uno dei business aziendali la chiusura di reparti l abbandono di tecnologie la sostituzione di materiali o componenti.
68 PROBABILITA di accadimento Strategie di gestione e controllo dei rischi: prevenzione Gestione delle cause: si riduce la PROBABILITA di accadimento MAGNITUDO delle conseguenze
69 Strategie di gestione e controllo dei rischi: prevenzione La prevenzione è' l insieme delle misure di sicurezza finalizzate a impedire il prodursi di eventi dannosi. La prevenzione è un azione che consente di ridurre la probabilità di accadimento di un evento, a parità di grado di severità (magnitudo).
70 Strategie di gestione e controllo dei rischi: protezione PROBABILITA di accadimento Gestione delle conseguenze: si riduce la MAGNITUDO del danno MAGNITUDO delle conseguenze
71 Strategie di gestione e controllo dei rischi: protezione La protezione è l insieme delle misure di sicurezza finalizzate a minimizzare il danno. La protezione è un azione che consente di ridurre il grado di severità di un evento (magnitudo), a parità di probabilità di accadimento.
72 Strategie di gestione e controllo dei rischi: «Loss Control» Prevenzione e protezione del rischio vengono spesso riunite nell unica denominazione di Loss control. Le tecniche e gli interventi di loss control possono essere ricondotti a tre categorie generali: attrezzature e impianti di sicurezza procedure operative formazione degli operatori.
73 Strategie di gestione e controllo dei rischi: Assicurazione L Assicurazione è' un contratto che garantisce una copertura finanziaria al verificarsi di un evento dannoso o sinistro (assicurazione danni) oppure in relazione ad eventi della vita di una persona (assicurazione vita). L impresa trasferisce alla compagnia assicurativa le (o parte delle) conseguenze monetarie dell evento dannoso.
74 Strategie di gestione e controllo dei rischi: trasferimento non assicurativo Il trasferimento non assicurativo è lo spostamento del rischio su soggetti diversi da una compagnia di assicurazione, trasferendo le conseguenze e / o la gestione delle attività da cui l evento dannoso può trarre origine a terzi.
75 Strategie di gestione e controllo dei rischi: Ritenzione La ritenzione è' l assunzione da parte dell impresa di una quota del rischio: i danni eventuali relativi a tale quota sono quindi sostenuti con mezzi finanziari interni. La ritenzione può essere di due tipi: consapevole inconsapevole
76 Bibliografia A. Gilardoni La Protezione Aziendale Ed. EGEA N. Misani Introduzione al Risk Management Ed. EGEA A. Floreani Introduzione al Risk Management: un approccio integrato alla gestione dei rischi aziendali Ed. ETAS A cura di G. Forestieri Risk Management: strumenti e politiche per la gestione dei rischi puri dell impresa Ed. EGEA P. Lagadec Crisis Management Ed. Franco Angeli
77 Perché è importante saper gestire i rischi (perché il Risk Management)? perché nel mondo del business il rischio zero non esiste perché una politica di corretta gestione dei rischi aumenta il valore dell impresa perchè è l unico approccio organico e strutturato che consente di salvaguardare il patrimonio aziendale e la continuita operativa nel tempo.
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