Donato Tamblé, Soprintendente archivistico per il Lazio. Gli archivisti nel mondo della moda 1

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1 Progetto Archivi della moda del 900 La memoria della moda e del costume a Roma e nel Lazio (nell ambito della manifestazione AltaRoma/Altamoda) Roma, 1 febbraio 2010 Donato Tamblé, Soprintendente archivistico per il Lazio Gli archivisti nel mondo della moda 1 Il lavoro degli archivisti e la stessa archivistica sono molto cambiati negli ultimi anni. È cambiata cioè totalmente la nostra professione: infatti siamo passati da un lavoro pressoché completamente passivo e burocratico ad un lavoro attivo e creativo. Viviamo in un mondo postmoderno e possiamo dire che siamo entrati in una fase postmoderna dell archivistica. L archivistica tradizionale basata su testi scritti e burocratiche procedure si è ampliata e trasformata in un archivistica aperta alla multimedialità e ai contesti oggettuali di produzione e creatività di molteplici e multiformi soggetti sociali. Solo un atteggiamento aperto a 360 su ciò che costituisce il patrimonio memoriale della società può rendere la professione dell archivista aggiornata e attiva. Oggi non si è più i conservatori passivi di fondi giuridico-amministrativi né si può restare semplicemente in attesa dei periodici versamenti di carte dalle strutture pubbliche, ma si deve svolgere un ruolo attivo di ricerca di ciò che ha un valore documentario ovunque si trovi e qualunque sia la sua tipologia. L archivio deve essere una metanarrazione della società e l archivista non un semplice guardiano ma un attore, non un custode asettico ma un artista, ovvero un professionista della memoria oggettiva con un ruolo centrale come interprete e mediatore, come plasmatore della memoria oggettiva, della documentazione del presente da consegnare alla storia e al futuro. Gli archivi sono spazi privilegiati di rappresentazione della realtà: quello che essi conservano e ciò che essi fanno è una costruzione sociale di memoria consapevole e riconosciuta. Gli archivisti sono i principali 1 Intervento pubblicato sulla rivista «I beni culturali», 2-XVIII, pag

2 operatori del business della memoria e sono al tempo stesso i principali interlocutori di coloro che ricercano ed utilizzano le fonti della storia. Ciò che distingue il collezionista dall archivista è la differenza fra conservare le cose e conservare le informazioni contenute nelle cose, ovvero dare valore archivistico alle cose e renderle conosciute e fruibili nel mondo contemporaneo. In questo recupero e in questa sistemazione ha un ruolo fondamentale, nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l amministrazione archivistica a livello centrale e periferico. Vediamone brevemente i compiti per inquadrare meglio anche il progetto Archivi della Moda del 900. Il ruolo delle soprintendenze archivistiche e quello degli archivi di Stato L amministrazione archivistica è organizzata in una Direzione Generale per gli Archivi e in una doppia rete di Istituti periferici: gli Archivi di Stato in ogni provincia e le Soprintendenze archivistiche a livello regionale. Gli Archivi di Stato si occupano della selezione e ricezione della documentazione prodotta dagli uffici statali e della sua conservazione insieme ad ogni altra documentazione che ad essi venga attribuita in proprietà o deposito. Le Soprintendenze archivistiche si occupano degli archivi non statali pubblici e privati: esse hanno compiti di vigilanza, tutela e valorizzazione. Per quanto riguarda gli archivi di enti e soggetti privati, le Soprintendenze devono anzitutto identificare gli archivi privati di notevole importanza storico-culturale e procedere alla dichiarazione di tale interesse che rende tali complessi documentari beni culturali riconosciuti e tutelati dal Codice per i beni culturali. Con la dichiarazione di notevole interesse storico culturale, gli archivi restano di proprietà dei privati ma acquisiscono una piena visibilità pubblica come beni di contenuto storico e fruibilità culturale. Sono molti coloro che, ottenuta la dichiarazione, la inseriscono nel proprio sito come un titolo di merito e una promozione, una sorta di marchio doc che nobilita quanto si è prodotto e conservato. Il campo di azione della Soprintendenza è molto vasto e comprende tutte le tipologie di archivi presenti sul territorio del Lazio, archivi di enti operanti sul territorio nazionale, regionale e comunale, di imprese, di studi professionali, di partiti, di uomini politici, di letterati, di scuole, banche, ospedali, teatri, associazioni culturali, università, accademie, individui e famiglie.

3 In questo contesto la Soprintendenza ha portato avanti grandi censimenti per tipologie di archivi ed ha realizzato specifici progetti di valorizzazione. I principali settori di intervento negli ultimi anni sono quelli degli archivi di architettura, degli archivi economici, degli archivi sanitari, degli archivi musicali e, per l appunto, da circa un anno e mezzo, quello degli Archivi della moda. Gli Archivi della moda In quest ultimo ambito, come per gli archivi di architettura e per gli archivi artistici audiovisivi e musicali, ci si trova di fronte a documentazione del tutto particolare, molto varia tipologicamente, in quanto comprende, oltre a quella tradizionale cartacea relativa all amministrazione e alla gestione aziendale e imprenditoriale, e a diari, corrispondenze, raccolte di rassegna stampa, anche il prodotto oggettivo dell attività, gli abiti e tutto ciò che ne ha preceduto la realizzazione sotto il profilo artistico e creativo: disegni, bozzetti, campioni di materiali, stoffe e decorazioni, carta modelli, fotografia, filmati, fino al prodotto finale: gli abiti finiti. Il patrimonio culturale prodotto e conservato da stilisti e case di moda è immenso e ancora poco conosciuto ma non si esaurisce all interno di questi grandi soggetti. Il made in Italy della moda è ancora più vasto e labirintico e comprende un vasto e variegato indotto. È tutto un mondo di operatori che concorrono alla realizzazione e che producono documentazione loro propria: disegnatori, grafici, modiste, sartorie, atelier. Gran parte di questa documentazione viene riunita e si accumula presso il marchio principale, costituendone l archivio vero è proprio. Ma, proprio per la complessità della lavorazione, una parte della documentazione è relativa ai soggetti artigianali e ai singoli professionisti. Il compito degli archivisti non è solo quello di censire e inventariare gli archivi esistenti noti, ma anche quello di rintracciare quella documentazione che con il trascorrere del tempo e con la cessazione delle attività spesso viene ad essere dispersa e obliterata. In questo senso possiamo dire che gli archivisti sono degli Indiana Jones alla ricerca degli archivi perduti. Un caso emblematico è quello del disegnatore Luigi Tarquini, attivo a Roma per molto tempo con grandi firme come Brioni e Litrico, nonché cofondatore della rivista «Costume», i cui disegni sono presenti negli archivi di riviste, giornali e in molte collezioni museali e biblioteche, e di cui sarebbe interessante ricostruire almeno virtualmente il corpus delle opere.

4 Il progetto Archivi della moda nel Lazio: bilancio e prospettive Venendo ora finalmente ai nostri programmi dedicati a Roma e al Lazio, l Anai e la Soprintendenza archivistica per il Lazio stanno collaborando attivamente per realizzare il progetto nella nostra Regione. Devo ringraziare gli archivisti di Stato della Soprintendenza che insieme a tanti altri compiti si dedicano con passione al progetto Archivi della moda del 900 : Isabella Orefice, Alessandra Kolega e Nora Santarelli, cui si aggiungono tre validissime collaboratrici esterne: Livia D Avenia, Natalina Trivisano, Valentina Ughetto. Collabora inoltre con noi anche un archivista di Stato siciliana: Cristina Grasso. Grazie a questa infaticabile équipe si sta portando avanti il censimento (che già comprende una cinquantina di soggetti) e le istruttorie per le dichiarazioni di interesse storico, oltre all inserimento dei dati nel Sistema informativo unificato delle Soprintendenze Archivistiche (Siusa). L attuazione del progetto in tutti i suoi aspetti e sfaccettature ha richiesto una rigorosa messa a punto metodologica e operativa con la cooperazione di tutti i soggetti interessati. Abbiamo perciò coinvolto nel Comitato scientifico organizzativo per il Lazio i numerosi soggetti interessati all attuazione del progetto, come Alta Roma, fondazione Capucci, Istituto Luce, biblioteca Luigi Chiarini, Centro sperimentale di cinematografia, Cineteca Nazionale, Accademia di Moda e Costume, Università di Roma Sapienza, Accademia Koefia, maison Gattinoni, Museo della moda e del costume Boncompagni Ludovisi, Associazione italiana scenografi e costumisti, Archivio Centrale dello Stato. Il settore del cinema, come era d altra parte naturale per Roma, avrà un notevole ruolo nel nostro progetto, sia per la fondamentale funzione documentaria diretta e indiretta che svolge, sia per tutto l indotto dei grandi atelier costumistici che ha sviluppato nella nostra città. Dalle riunioni del Comitato è emersa la necessità di lavorare in maniera condivisa per affrontare insieme una serie di problematiche da esplorare sulla conservazione della memoria della moda. L attività di censimento degli archivi sul territorio, coordinata dal sottoscritto Soprintendente archivistico per il Lazio, ha avuto già notevoli risultati, raccogliendo numerose schede di rilevamento e portando alla dichiarazione di notevole interesse storico cioè all emersione a una maggiore tutela e conoscibilità di diversi archivi del settore. Fra gli archivi istituzionali censiti, oltre naturalmente a quelli del Museo della moda e del costume Boncompagni Ludovisi e del Teatro dell Opera di Roma, notevoli sono quelli di altre istituzioni come l Accademia nazionale dei Sartori, antico e illustre sodalizio professionale, l Accademia del

5 costume e della moda, l Accademia Koefia. Fra gli archivi delle case di moda molto interessanti per lo stato di conservazione e la rilevanza della documentazione sono stati quelli di Brioni, Dal Cò, Di Rienzo, Gattinoni, Litrico, Sarli. Attraverso il lavoro svolto dal comitato scientifico organizzativo per il Lazio si stanno pianificando diverse iniziative per i prossimi mesi. Anzitutto, durante la Settimana della Cultura indetta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che avrà luogo come tutti gli anni in primavera, si prevede una giornata di riflessione sui risultati del censimento degli archivi di moda nella nostra Regione e sul portale della moda. Un primo appuntamento, ancora da fissare, per far emergere i risultati delle ricerche negli archivi di case di moda operanti a Roma negli anni Cinquanta consisterà in una mostra di abiti e documenti provenienti dagli archivi dei protagonisti di quella stagione. Si sta anche progettando di tenere due seminari-convegni di studi: uno sulle case di oreficeria e i gioielli prodotti a Roma, coinvolgendo l Università degli Orafi di Roma e note case storiche produttrici e un altro, Moda, cinema e teatro a Roma nel 900: un patrimonio da salvare, per valorizzare il distretto romano dello spettacolo e dei costumi cine-teatrali, uno dei distretti produttivi legati alla moda e ai suoi accessori più importanti d Italia. Altre iniziative in programma riguarderanno infine il settore della formazione, grazie allo studio della creazione di percorsi formativi per specializzare la figura dell archivista che potrà operare negli archivi di moda, e la pubblicazione di una guida per itinerari turistico-culturali della storia e della memoria della moda a Roma e nel Lazio. Si tratta di programmi numerosi e alquanto ambiziosi, ma siamo anche incoraggiati a proseguirne la preparazione proprio dalla constatazione della notevole ricchezza di fonti per la storia della moda della nostra Regione e dal numero di adesioni convinte, quando non addirittura entusiastiche, che riceviamo per tutte queste iniziative, che speriamo di poter realizzare nel corso del prossimo anno con l aiuto di tutti gli interessati all affascinante e coinvolgente fenomeno della moda e alla sua storia. Di questo fenomeno, che fa onore all Italia e alla sua millenaria tradizione culturale, occorre rendere partecipi tutti i cittadini: per questo credo che, oltre all opera di conoscenza e valorizzazione che noi archivisti in sinergia con tutti gli addetti al settore stiamo attuando, occorrerebbe inserire nei programmi scolastici sin dalla scuola dell obbligo accanto alla storia dell arte anche la storia della Moda. È un fatto di cultura e di educazione al

6 gusto, è l orgoglio del made in Italy, del genio e della creatività italiana di cui tutti i cittadini possono essere fieri. In questa promozione gli archivisti stanno facendo la loro parte di competenza, ma servono sempre maggiori sinergie, risorse e personale. La messe è tanta e gli operai sono pochi, anche perché mancano i reclutamenti e i concorsi, mentre sono sempre più numerosi i pensionamenti. Dobbiamo far ricorso a forze esterne, ma con esigui bilanci. Perciò occorre fare sistema, come si è affermato nella Conferenza Nazionale degli Archivi a Bologna lo scorso novembre. Con la convergenza su progetti condivisi di Stato, Regioni, Province e Comuni e con l apporto di altre istituzioni università, enti, fondazioni di sponsor e di privati si può realizzare molto di più e in modo efficace, senza duplicazioni e sprechi. Il progetto Archivi della moda del 900 può essere un valido esempio di applicazione di buone pratiche e di ottimizzazione delle risorse. Nel Lazio abbiamo iniziato a percorrere questa strada e invitiamo tutti gli interessati, a livello istituzionale e individuale, pubblico e privato, studiosi e imprese, a mettersi in cammino con noi.

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