STUDIO EPIDEMIOLOGICO DELLE ALLERTA SANITARIE IN AMBITO ALIMENTARE DELLA REGIONE TOSCANA. Relatore: Prof. Gabriele Messina. Studente: Barbara Faleri

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1 U N I V E R S I T À D E G L I S T U D I D I S I E N A Facoltà di Medicina e Chirurgia CORSO DI LAUREA IN TECNICHE DELLA PREVENZIONE NEGLI AMBIENTI E NEI LUOGHI DI LAVORO STUDIO EPIDEMIOLOGICO DELLE ALLERTA SANITARIE IN AMBITO ALIMENTARE DELLA REGIONE TOSCANA Relatore: Prof. Gabriele Messina Studente: Barbara Faleri Anno Accademico

2 Ai miei mendicanti d amore 1

3 INDICE PREMESSA pag. 3 INTRODUZIONE pag. 4 PARTE COMPILATIVA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI E ANALISI DEL RISCHIO pag. 5 MODELLO DI GESTIONE DELLE ALLERTA SANITARIE IN EUROPA pag. 8 SISTEMA DI ALLERTA RAPIDO PER ALIMENTI E MANGIMI A LIVELLO REGIONALE pag. 11 L ATTIVAZIONE E LE PROCEDURE OPERATIVE DELLE ALLERTA pag. 16 TOSSINFEZIONI ALIMENTARI pag. 26 PARTE SPERIMENTALE OBIETTIVI pag. 28 MATERIALI E METODI pag. 29 ANALISI DEI RISULTATI pag. 31 Andamento nel tempo pag. 31 Distribuzione geografica pag. 32 Tipologie di rischio pag. 35 Malattie trasmesse da alimenti pag. 40 Indice di correlazione pag. 40 DISCUSSIONI pag. 43 CONCLUSIONI pag. 49 RINGRAZIAMENTI pag. 50 BIBLIOGRAFIA pag. 51 ALLEGATI pag. 55 2

4 PREMESSA Alla luce dei recenti sviluppi dei sistemi di allerta regionali, si è ritenuto necessario creare un momento di riflessione e di raffronto fra i soggetti coinvolti approfondendo le attuali conoscenze sugli aspetti delle allerta, per evidenziare una realtà nella Regione Toscana, con l obiettivo di promuovere concretamente una o più azioni efficaci nelle politiche di gestione in materia di salubrità alimentare. Con il presente lavoro si è cercato, nella prima parte, di esaminare il modello di allerta alimentare utilizzato e la sua applicazione in Italia, descrivendolo anche a livello regionale. Ciò ha permesso di evidenziare le problematiche connesse alle diverse fasi della procedura, alle modalità di determinazione e valutazione dei rischi alimentari, verificando la portata e l efficacia del sistema della gestione delle allerte in ambito comunitario e nazionale. Nella seconda parte, sono stati analizzati i dati generali inerenti le segnalazioni di allerta della Regione Toscana nel periodo dal 2008 al Si sono così potuti osservare i principali fattori generativi delle emergenze sanitarie, monitorando gli alimenti maggiormente coinvolti, le aree di provenienza di questi prodotti e le fonti delle segnalazioni. Per quanto riguarda la Toscana, tali risultanze sono state confrontate con quelle relative alle tossinfezioni alimentari dello stesso periodo, per verificare il livello di possibile corrispondenza tra segnalazioni dei rischi e accertamenti delle contaminazioni nelle produzioni delle filiere agro-alimentari e delle tossinfezioni sul nostro territorio. 3

5 INTRODUZIONE Il diritto ad un alimentazione sicura, intesa come garanzia delle qualità igienicosanitarie degli alimenti disponibili al consumo umano, è un obiettivo che l Unione Europea e gli Stati membri si sono assunti come prioritario, incrementando il programma politico, cercando di assicurare un elevato livello di tutela della vita e della salute umana. Negli ultimi anni, infatti, hanno perseguito con maggiore determinazione l obiettivo di una crescente ricerca di sicurezza alimentare, in risposta ad eventi di forte ripercussione sanitaria ed emotiva che hanno coinvolto i consumatori in termini di danni alla propria salute: il principio guida, stabilito in primo luogo nel Libro Bianco per la sicurezza alimentare, consiste nell applicare una strategia integrata "dalla fattoria alla tavola", che copra tutti i settori della catena alimentare, inclusa la produzione di mangimi, la produzione primaria, la produzione alimentare, l'immagazzinamento, il trasporto e la vendita al dettaglio. Quest orientamento ha trovato conferma nell attivazione di un sistema di allarme rapido comunitario, il cui scopo è permettere di bloccare immediatamente eventuali immissioni sul mercato di prodotti alimentari ritenuti pericolosi per la salute pubblica. Tale sistema rappresenta uno strumento importante per la protezione dei consumatori finali, svolgendo la duplice funzione di permettere alle USL di essere avvisate dei rischi immediati e di fungere da utile base per valutare gli andamenti e le tendenze storiche delle problematiche inerenti alla sicurezza alimentare anche al fine di prevedere e risolvere i possibili pericoli futuri. 4

6 SICUREZZA DEGLI ALIMENTI E ANALISI DEL RISCHIO Il concetto di sicurezza alimentare nelle società industrializzate non si pone più in termini di quantità e di soddisfazione dei bisogni, ma anche di non nocività e di composizione chimica degli alimenti. E dunque strettamente legato ad un discorso di assenza di pericoli da contaminazioni di origine biologica, chimica o fisica. E palese che con la movimentazione degli alimenti possono trasferirsi i possibili rischi associati e di conseguenza con la globalizzazione della prima, può incrementarsi l incidenza dei pericoli, per cui deve essere possibile mantenere i meccanismi di barriera e limitazione degli scambi, che entrano in funzione quando fallisce o si constata inadeguato lo strumento della prevenzione. A tal fine, il termine allerta può stare a significare stare assiduamente vigilanti e attenti 1 e, nel campo dell alimentazione, allerta alimentare è intesa come la gestione vigile di un determinato pericolo sanitario associato ad alimenti concreti. La sicurezza sanitaria degli alimenti ha così assunto la veste di un importante questione e sfida globale indirizzata contestualmente ai governi, alle imprese, ai consumatori e alle società per le forti implicazioni non solo in materia di salute ma anche sulle economie nazionali. Le finalità generali della legislazione alimentare consistono nel perseguimento di elevati livelli di tutela della vita e della salute umana, di tutela degli interessi del consumatore e di accrescimento della consapevolezza delle sue scelte, e nel conseguimento della libera e corretta circolazione dei prodotti alimentari e mangimi all interno della Comunità. Per il raggiungimento dell obiettivo della salvaguardia del benessere dell individuo e della sanità pubblica la legislazione alimentare si basa sul procedimento complesso della analisi del rischio (risk analysis). In casi specifici si verifica la possibilità che un alimento possa produrre effetti nocivi sulla salute e se i dati disponibili non consentono una valutazione particolareggiata del rischio potenziale, può essere applicato il principio di precauzione, al fine di intervenire rapidamente con l adozione delle misure necessarie per garantire detta salvaguardia. 1 Definizione dal dizionario della lingua Italiana 5

7 Tornando al processo di analisi del rischio, questo si sviluppa attraverso i tre strumenti interconnessi della valutazione, della gestione e della comunicazione del rischio. La componente della valutazione del rischio (risk assessment) può essere definita quale attività che si basa sugli elementi scientifici e tecnici a disposizione e procede attraverso le fasi di individuazione, caratterizzazione del pericolo, valutazione dell esposizione al pericolo e caratterizzazione del rischio; si deve esplicare con modalità indipendenti, obiettive e trasparenti. La norma comunitaria prevede che nella fase di gestione del rischio (risk management), nell attività di esame e di decisione degli interventi alternativi da intraprendere, si deve tener conto delle consultazioni con le parti interessate, della valutazione del rischio, dei pareri dell Autorità Europea per la Sicurezza degli Alimenti (EFSA) 2, degli altri fattori pertinenti (tra i quali, anche aspetti di natura sociale, economica, tradizionale, etica e ambientale) e, laddove le condizioni lo rendano applicabile, del principio di precauzione. La comunicazione del rischio (risk communication), quale attività di scambio, ossia di acquisizione e distribuzione, di informazioni e di pareri relativi agli elementi e fattori di pericolo e di rischio, si svolge durante tutto il processo di analisi del rischio: da un lato tra i soggetti responsabili o deputati alle due fasi precedenti, valutazione e gestione; dall altro, tra questi e i consumatori, le imprese dei settori alimenti e mangimi, la comunità accademica e altri soggetti interessati, come le organizzazioni di categoria. Il rischio, oggetto dell analisi, è rappresentabile come la funzione della probabilità e della gravità di un effetto dannoso per la salute derivante da un alimento, in conseguenza della presenza di un pericolo o elemento di pericolo. Questi consistono in un agente biologico, chimico o fisico contenuto in un alimento o 2 L EFSA, in qualità di organismo incaricato della valutazione del rischio, elabora pareri scientifici e consulenza specialistica per fornire un solido fondamento all attività legislativa e alla definizione delle politiche in Europa e per consentire alla Commissione europea, al Parlamento europeo e agli Stati membri dell UE di assumere decisioni tempestive ed efficaci nella gestione del rischio. 6

8 mangime, o in una condizione in cui si trova (stato di conservazione), in grado di provocare un effetto nocivo sulla salute. A seguito delle fase di valutazione, i soggetti deputati alla gestione del rischio possono intraprendere le opportune misure a garanzia della tutela della salute, che assumeranno la forma di una decisione di agire o di non agire. La risposta prescelta dipende da una decisione politica, che è funzione del livello di rischio considerato come "accettabile" dalla società che deve sostenere detto rischio. Gli Stati membri, che partecipano alle diverse fasi dell analisi del rischio, assunte le notizie di rischio anche tramite i loro apparati sanitari, di controllo ufficiale e di sorveglianza, da una parte, prendono gli opportuni provvedimenti a garanzia della sicurezza degli alimenti, dall altra, comunicano alla Commissione i possibili rischi alimentari riscontrati (Gianni Cioni, il punto di contatto aziendale: funzioni e compiti nella gestione delle allerta, analisi svolta all interno del PdC dell azienda USL 3 di Pistoia 2007). A loro volta sono da questa informati circa le situazioni di pericolo individuati negli altri paesi comunitari. L EFSA partecipa in particolare alla fase di valutazione del rischio, agendo di propria iniziativa o su richiesta della Commissione, agevolando tramite i propri suggerimenti tecnici e scientifici, le prese di decisione da parte degli altri soggetti. Inoltre per l espletamento delle proprie funzioni, è destinatario delle informazioni che transitano per il sistema di allarme rapido. 7

9 MODELLO DI GESTIONE DELLE ALLERTA SANITARIE IN EUROPA Il sistema di allerta sanitaria per gli alimenti in ambito comunitario ha compiuto 30 anni di vita nel Fra le varie innovazioni che sono state introdotte dal Regolamento 178/2002 sui principi e requisiti generali della legislazione alimentare, c è l istituzione di un sistema di comunicazioni a rete, noto come Rapid Alert System for Food and Feed (RASFF), che entra i funzione non appena sorgono dubbi riguardo alla sicurezza di alimenti e mangimi. Tale sistema prevede l obbligo di notificazione, da parte di uno stato membro, qualora rilevi, sul proprio territorio, la presenza di un rischio grave ed immediato, associato al consumo di alimenti e mangimi pericolosi per la salute del consumatore, e del quale si pensa, che possa estenderne gli effetti, anche al di là dei confini nazionali. Sono previste, quindi, delle procedure di attivazione, che ogni paese membro deve attuare, tenendo conto di principi generali stabiliti dal regolamento 178/2002 (art. 50 e seguenti). Oggetto dell informazione che viene condivisa nel RASFF sono quindi l identificazione del rischio e l indicazione delle iniziative per fronteggiarlo. Tale meccanismo, definibile di cooperazione amministrativa, in campo alimentare permette di superare le difficoltà di coordinamento dei precedenti sistemi concorrenti a livello comunitario e la razionalizzazione dei vari sistemi di allerta nazionali, che devono necessariamente correlarsi con il RASFF. Al RASFF prendono parte, in qualità di membri della rete, gli Stati della UE, la Commissione Europea (DG SANCO) 3 e l'autorità Europea per la Sicurezza Alimentare EFSA. Ogni soggetto designa un Punto di Contatto Nazionale (per l'italia, il Ministero della Salute) che funge formalmente da membro della rete e assicura una piena disponibilità a ricevere, inviare e valutare in ogni momento (7 giorni su 7 e 24 ore al 3 Nel settore degli standard di sicurezza degli alimenti il DG Sanco mira ad un'effettiva applicazione delle norme all'interno dell'ue e cerca di sostenere i Paesi terzi nell'innalzamento degli standard di salute e alimentari. 8

10 giorno) le informazioni, nonché ad elaborare ogni misura necessaria nel più breve tempo possibile. Qualora in relazione ad alimenti o mangimi un membro, assunte le notizie anche tramite i propri apparati sanitari, di controllo e di sorveglianza, ritiene che un'informazione di cui è in possesso è rilevante per il sistema di allerta in termini di grave rischio, diretto o indiretto per la salute, si attiva per la trasmissione immediata alla Commissione Europea (Punto di Contatto Comunitario - PCC) in forma di notificazione. Gli Stati membri, poi, danno immediata comunicazione alla Commissione degli interventi o misure predisposte in seguito alla ricezione delle notificazioni e delle altre informazioni. La Commissione, a sua volta, divulga tali informazioni ai membri della rete. SCHEMA 1 TRASMISSIONE NOTIFICA STATO MEMBRO DG SANCO (PCC) STATI DELLA UE EFSA PDC NAZIONALI La procedura sopra descritta è caratterizzata dal fatto che le informazioni passano attraverso tutti i nodi della rete con un movimento di scambio reciproco tra di essi. Ulteriore caratteristica del modello è quella di essere aperta verso altri soggetti diversi dai membri: i paesi terzi, gli operatori economici ed i consumatori. I paesi terzi, non membri della UE, non fanno parte formalmente di questa rete; tuttavia, la Commissione si incarica di informarli quando un alimento non conforme è stato esportato da un paese UE nei loro territori, al fine che vi sia possibile adottare le precauzioni necessarie a tutela dei propri cittadini, o quando il suddetto alimento è di origine di uno di questi paesi, in maniera che le competenti autorità possano adottare i mezzi necessari per evitare che il problema si ripeta. 9

11 Le informazioni, accessibili a tutti, vengono pubblicate in una banca dati online tramite il sito web ufficiale dell Unione Europea dedicato al RASFF in una versione unica in lingua inglese 4, che fino al 2009 si configurava in un report settimanale scaricabile dalla rete, mentre ora si presenta come un portale di una banca dati che permette di personalizzare, entro certi parametri, la ricerca delle informazioni risalenti fino al Con tale strumento il consumatore può conoscere in tempo reale i nuovi casi di emergenza e verificare l evoluzione nel tempo di determinate contaminazioni, compreso la possibile presenza o meno in commercio del prodotto denunciato. La Commissione inoltre pubblica annualmente una relazione riassuntiva dell attività del RASFF svolta nell anno precedente con alcune elaborazioni statistiche, anch essa reperibile nello stesso sito internet. Tuttavia un aspetto critico riguarda proprio le informazioni fornite al consumatore. La segnalazione e le notizie inerenti al potenziale pericolo e alle caratteristiche del contaminante, ai comportamenti da tenere in via preventiva per evitare la situazione nociva, ma anche alle corrette modalità di affrontare la contaminazione eventualmente contratta, troppo spesso sono rilasciate a canali di comunicazione non adeguatamente preparati, quali spesso si dimostrano i media. È assodato che il consumatore non conosce il RASFF, come canale d informazione, e tanto meno lo consulta. Il sistema di allerta comunitario soffre dunque di un problema di visibilità, di comunicazione della comunicazione. Nell ambito delle informazioni fornite dal RASFF al consumatore, per altro, non appare l indicazione del produttore, la marca del prodotto e i numeri del lotto, a differenza del sistema RAPEX30 5 per i prodotti commerciali non alimentari. L omissione di queste indicazioni, che evidentemente per il legislatore non paiono necessarie alle finalità del RASFF, possono però sortire nel consumatore un senso di Il portale del Rapid Alert System for non-food consumer products (RAPEX) è reperibile all indirizzo: 10

12 sfiducia diffuso verso tutta una gamma di prodotti ricongiungibili al prodotto o alla singola partita contaminati, con indesiderate e pesanti ricadute economiche e di mercato. Le esperienze degli Stati Uniti e della Francia mostrano che la segnalazione volontaria di un rischio alimentare da parte dell operatore coinvolto, sulla base di linee guida condivise, presenta aspetti fortemente positivi (Marco Ghinelli, Il sistema di allerta sanitaria in ambito alimentare nell Unione Europea, Università degli Studi di Parma 2009). Dagli studi eseguiti in questi paesi, pare che il consumatore, a fronte di una informazione completa da parte di un marchio di un proprio prodotto o lotto specifico a rischio, sia portato, anziché a fuggire da tale marca, a fidelizzarsi ulteriormente, giudicando tale atteggiamento aziendale come un fattore di serietà ed efficienza nel risolvere il problema a tutela della salute. Allo stato attuale, comunque, il RASFF rappresenta un valido ed essenziale strumento per la protezione del consumatore e della salute pubblica; esplica senz altro un ruolo di ausilio concreto per gli apparati politici, sanitari e veterinari, o comunque con compiti di tutela della salute, nello svolgimento dei compiti di valutazione e di decisione. Le amministrazioni nazionali (come i nostri Servizi Medici e Veterinari o gli Uffici Veterinari per gli adempimenti comunitari, UVAC) e comunitarie (quale il Food and Veterinary Office, FVO) possono trovare nel RASFF una fonte importante ed aggiornata per impostare più efficacemente l attività di controllo e vigilanza oltre che di prevenzione delle tossinfezioni, quantomeno, in mancanza di normativa a riguardo, su base volontaria. Il fatto di essere apprezzato da organismi sovranazionali come l OMS, ha permesso al sistema di fungere da impulso per l incremento e lo sviluppo delle relazioni internazionali sia degli Stati membri sia della UE. L accresciuta recente collaborazione con il network globale INFOSAN e altre reti sanitarie dei paesi membri OMS e FAO ne sono la dimostrazione. Tale contesto internazionale, peraltro, può essere una sede idonea a consolidare la volontà di ricercare e fissare metodi e criteri, fondati sulle conoscenze scientifiche e condivisi da tutti i paesi, per l attività di risk analysis. 11

13 Attraverso la sua ordinaria attività, espleta anche una serie di funzioni indirette, che sebbene esulino dalle sue finalità di tutela sanitaria, sono comunque importanti nell attuale situazione di globalizzazione in cui alcune soluzioni non possono essere ricercate localmente. Può ingenerare tra gli operatori il ricorso a buone prassi nel campo della food safety e apportare valore aggiunto alla filiera agroalimentare in termini di efficienza e qualità delle attività. Rafforza la salvaguardia della produzione e del commercio di cibi sani e sicuri, facendo sì che il sistema produttivo tenda alla ricerca e sviluppo di una sempre maggior qualità nutritiva, degli alimenti. 12

14 SISTEMA DI ALLERTA RAPIDO PER ALIMENTI E MANGIMI A LIVELLO NAZIONALE E REGIONALE In Italia, il Ministero della Salute con la propria circolare (prot. 606/20.1/3/1110 del 15 maggio 2003 e successive integrazioni) ha trasmesso tutte le istruzioni ai propri uffici periferici (UVAC, PIF, USMA) e alle Regioni e Province Autonome. Sempre con la circolare il Ministero della Salute ha indicato il proprio punto di contatto (PdC) 6 a cui inviare le notifiche (tramite uno specifico indirizzo e numero di fax), ha provveduto a trasmettere la modulistica per l effettuazione delle segnalazioni di allerta e per l invio delle informazioni addizionali (follow up) da parte degli uffici precedentemente indicati, ha chiesto, infine alla Regioni e Provincie Autonome di nominare un proprio Punto di Contatto, invitando le stesse a predisporre un proprio sistema di allerta per consentire il flusso delle informazioni fra centro e periferia, nonché per fornire gli opportuni indirizzi operativi alle aziende sanitarie locali (Marco Ghinelli, Il sistema di allerta sanitaria in ambito alimentare nell Unione Europea, Università degli Studi di Parma 2009). Inoltre essendo sempre più ampio il coinvolgimento delle singole realtà locali, nei termini di una ricorrente presenza sul territorio regionale di alimenti pericolosi per la salute pubblica, è stata ritenuta necessaria la disposizione di procedure omogenee ed efficaci per la gestione delle crisi locali, ottimizzando gli sforzi e le risorse disponibili, al fine di poter intervenire con tempestività e adeguatezza nelle varie fasi della filiera produttiva. In Toscana l elaborato relativo alle linee guida è stato preparato dalla Direzione Generale per il Diritto alla Salute e Politiche di Solidarietà; tale documento è stato successivamente condiviso da un Comitato tecnico (istituito ai sensi dell art La Regione, attraverso il proprio punto di contatto: - coordina il flusso delle comunicazioni successive alle segnalazioni di allerta sul territorio regionale; - tiene i rapporti con il Ministero della Salute, l Istituto Superiore di Sanità, le altre Regioni e Province Autonome e le altre pubbliche amministrazioni coinvolte nel sistema di allerta; - individua e coordina il gruppo di esperti di riferimento scientifico; - assicura il flusso delle informazioni ricevute dai membri della rete. 13

15 della L.R. 22/2000), composto dai direttori dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL della Toscana in una riunione del 1 Settembre 2004; infine, è stato approvato come parte integrante e sostanziale dell atto di delibera di approvazione della Giunta Regionale e pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Toscana n.46 del 17/11/2004. Allo stato attuale è in via di ultimazione un sistema di comunicazioni in rete al quale potranno accedere solo i soggetti autorizzati, ossia i punti di contatto regionali del Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi (SARAM). Il SARAM 7 è il sistema operativo regionale che consente la rapida trasmissione e la tracciabilità delle comunicazioni relative ai rischi diretti o indiretti per la salute umana tramite la filiera agro-zootecnica. Vengono stabilite, pertanto, modalità di scambio delle informazioni provenienti o destinate ai seguenti ambiti di competenza, che possiamo identificare sulla base di tre livelli: livello centrale (nazionale e comunitario) livello regionale (altre Regioni e Province Autonome) livello periferico (Az. USL toscane, ARPAT, IZS). Le procedure di gestione delle situazioni a rischio per la salute pubblica, proposte dalle varie linee guida regionali, sono rese coerenti con quanto disposto dal manuale sul sistema rapido di allerta per la corretta prassi delle emergenze sanitarie di alimenti e mangimi (Manuale RASFF) emanato dal Ministero della Salute il 18 marzo 2004, di cui le medesime sono da considerarsi complementari. Per il funzionamento è stato necessario dar vita ad una struttura organizzativa che permettesse di implementare le varie fasi e le molteplici figure professionali coinvolte nella gestione delle allerta cioè: - L istituzione di un Punto di Contatto (PdC) unico della regione per l invio/ricezione delle comunicazioni relative ai casi di allerta sanitaria per alimenti e mangimi; 7 Definizioni e contenuti di seguito presentati, sono stati ricavati dalle linee guida per la gestione regionale del SARAM, in allegato alla delibera n.1069 e pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione Toscana n.46 del 17/11/

16 - L istituzione di un analogo PdC nelle aziende USL (unico anche nelle USL a più zone) e nomina del responsabile e dei referenti 8, i quali devono essere messi in condizione di leggere più volte al giorno i messaggi in arrivo e di diramare i messaggi in uscita verso altri PdC della rete regionale; - La garanzia di un servizio di competenza medica e veterinaria in pronta disponibilità; - L istituzione di una appropriata numerazione o codifica delle allerta a livello regionale, cui riferirsi nel passaggio delle informazioni e per eventuali comunicazioni addizionali (follow up); - La possibilità di dotare ogni PdC di computer collegati alla rete, scanner per la copia dei documenti commerciali relativi al prodotto oggetto di allerta, telefono e fax; - L adozione in ogni PdC di un apposito sistema di registrazione delle allerta in ingresso e uscita; - La fornitura della modulistica ufficiale da parte del Ministero o dalla Regione - L individuazione in ogni azienda USL delle strutture competenti per ruolo e profilo professionale utili alla gestione delle allerta a livello aziendale; - L individuazione di esperti di riferimento di supporto a livello regionale in grado di fornire assistenza scientifica 8 Sono individuati dal Responsabile del Dipartimento, il quale sovrintende all organizzazione generale del sistema di allerta aziendale 15

17 L ATTIVAZIONE E LE PROCEDURE OPERATIVE DELLE ALLERTA Per quanto stabilito dalla Commissione Europea nel regolamento 178/2002 e in analogia con quanto previsto dal Manuale RASFF diffuso dal Ministero della Salute, la comunicazione del Sistema regionale di Allerta Rapido per alimenti e mangimi, prevede differenti livelli di segnalazione, anche se solamente il primo, determina l attivazione di misure cautelari immediate da parte dell autorità competenti: a) Notificazioni del mercato (market notifications), che riguardano prodotti a rischio rinvenuti all interno del territorio comunitario sul mercato di uno dei paesi membri, il quale procede alla notifica. Dopo una valutazione dei Servizi della Commissione circa la gravità del rischio sanitario, la comunicazione viene classificata come allerta o informazione, prima di essere girata agli altri membri; b) Respingimenti al confine (border rejections notifications), relativi a prodotti respinti in un punto di frontiera della Comunità o dell EEA, per cui mai entrati sul territorio interno e che sono stati rispediti al paese terzo di provenienza, distrutti o trasportati verso altre destinazioni. Nel sistema in corso sono dunque reperibili complessivamente quattro tipi di messaggi, i cui primi due rientrano in quelle definite di mercato : 1. Le notificazioni di allerta (alert notification) scattano su impulso di un membro che rinvenga sul mercato interno un prodotto altamente pericoloso o che debba prendere una misura urgente, come il ritiro o il richiamo. Viene così assicurato che tali prodotti siano già ritirati dal mercato o sono in procinto di esserlo. Gli altri paesi, a loro volta avvisati, possono così verificarne la presenza nel loro ambito e adottare le pertinenti iniziative. Al momento, la commissione europea non ha fissato criteri specifici che definiscono nei dettagli cosa costituisca un rischio grave ed immediato. Ogni situazione dovrà pertanto 16

18 essere analizzata e valutata dagli organi di controllo, al fine di individuare quegli elementi che possono orientare a tal proposito. Le situazioni che determinano l attivazione di allerta possono comunque rifarsi a quanto di seguito viene analizzato: - Segnalazioni di episodi di infezione, tossinfezione e intossicazione alimentare già accertati nel consumatore ed epidemiologicamente associati al consumo di alimenti; inoltre, pur se con gli stessi non pienamente coincidenti, le segnalazioni possono riguardare casi di riscontro di frode tossica o di prodotti alimentari nocivi o pericolosi per la salute pubblica e per la quale risulti certa o probabile l immissione sul mercato, conseguentemente ad una ispezione da parte dell organo di controllo; oppure, al riscontro analitico sfavorevole da parte di laboratori autorizzati, in cui si rilevi la presenza, in alimenti già commercializzati, di agenti di natura biologica, chimica o fisica (su materie prime, semilavorati o prodotti finiti), la cui ingestione comporta il rischio di dare luogo ad un fatto acuto o di provocare un danno permanente nel consumatore, o riscontro analitico sfavorevole in alimenti per animali che possono costituire analogo pericolo tramite la filiera zoo-agricola. - Segnalazione da parte del Responsabile dell industria alimentare, nell ambito dell autocontrollo di alimenti o mangimi con caratteristiche di cui al punto precedente già commercializzati (Art. 3 del D.lgs 155/97) 9 - Regolamentazione specifica della Sanco Rasff attraverso strumento della Decisione comunitaria al fine di guidare gli Stati Membri a tenere un comportamento univoco sia nei posti di frontiera che sul territorio nazionale. 9 Stabilisce che il responsabile dell'industria alimentare a seguito dell'autocontrollo, accerta che gli alimenti possano presentare un rischio immediato per la salute, provvede al ritiro del commercio, comunicando alle autorità competenti l natura del rischio e le informazioni relative al ritiro degli stessi. Un principio che estende la sua applicabilità anche alla produzione ed alle fasi di commercializzazione degli alimenti di origine animale, qualora tale obbligo non sia espressamente previsto dalle direttiva di settore. Gli organi di controllo svolgeranno conseguentemente attività di verifica del ritiro dal mercato del prodotto non conforme o sospetto, da parte dell operatore responsabile dell impresa alimentare. 17

19 2. Le notificazioni di informazioni (information notification) riguardano quei casi in cui, sebbene sia stato identificato a carico di alimenti e mangimi un rischio, questi non presentano effetti immediati per la salute, poiché non hanno raggiunto il mercato, in quanto bloccati, accantonati o sequestrati presso il confine o uno stabilimento, precedentemente alla commercializzazione degli stessi. Le autorità competenti vengono informate senza dover adottare misure cautelari. Qualora un prodotto oggetto di segnalazione di allerta sia stato commercializzato limitatamente a stabilimenti ubicati in determinate aziende USL regionali e lì venga bloccato, le rimanenti Aziende USL toscane saranno oggetto di segnalazione per informazione; 3. Le notificazioni di respingimenti alle frontiere (border rejections notifications) scattano quando ad una partita, un container o un carico di alimenti o mangimi è rifiutato l ingresso per l accertamento di un rischio. L avviso è girato a tutti i posti di frontiera dell EEA al fine di intensificare i controlli e di impedire che i prodotti rientrino abusivamente attraverso altri punti. 4. le notificazioni di notizie (news notifications), ovvero avvisi connessi alla sicurezza sanitaria degli alimenti per il consumo dell uomo o degli animali, non segnalate quali allerte o informazioni ma ritenute d interesse dalle autorità di controllo nazionali in quanto segnalazioni di prodotti suscettibili di provocare rischi a lungo termine; non sono quindi da considerarsi i seguenti alimenti o mangimi: - nei quali sia stata riscontrata la presenza di microrganismi potenzialmente patogeni in alimenti che dono destinati ad essere consumati esclusivamente dopo aver subito un processo di cottura completa; 18

20 - nei quali sia stata riscontrata la presenza di microrganismi potenzialmente patogeni nei prodotti intermedi, che subiranno uno o più trattamenti tali da garantire la distruzione dei microrganismi patogeni, prima della trasformazione in alimento; - nei quali sia stata riscontrata la presenza di cariche microbiche aspecifiche superiori ai limiti consentiti o a valori guida eventualmente disponibili; - per i quali il riscontro analitico perviene oltre il pericolo di commercializzazione del prodotto, quando in pratica data di scadenza o termine minimo di conservazione sono stati superati ed è verosimile che il prodotto non sia più sul mercato; - quando l agente biologico potenzialmente pericoloso risulta non vitale (es. larve di Anisakis morte, presenza di trichine i carni congelate, etc.); - nei quali sia stata riscontrata la presenza di additivi, coloranti o coadiuvanti ammessi, ma in quantitativi superiori a quanto consentito dalla normativa vigente, qualora il quantitativo di tali sostanze consenta di escludere un rischio grave ed immediato per la salute pubblica; Nei casi sopracitati il punto di contatto aziendale dell USL competente dovrà comunque inoltrare l irregolarità riscontrata alla Regione di appartenenza, indipendentemente dal fatto che rappresenti una non conformità alle normative vigenti, o un grave rischio per il consumatore non richiedendo, quindi, un intervento immediato. Tale comunicazione viene considerata come flusso informativo e raccolta in un sistema di sorveglianza regionale che consenta di orientare la programmazione dei controlli e di attivare progetti specifici sulla base di riscontri oggettivi. Le denunce di mercato e di respingimento si distinguono, inoltre, tra original e followup notifications se riguardano rispettivamente un nuovo caso oppure una misura intrapresa a seguito del ricevimento di una informazione originale. 19

21 Una informazione originale può essere respinta (rejected) dalla Commissione, prima di essere caricata in rete, in caso di non conformità dei criteri per la notificazione (intempestiva o non pertinente al RASFF) o di insufficienza delle informazioni trasmesse (imprecise, inadeguate per la valutazione, livelli di contaminazione non superiori ai limiti legali o non comportanti un rischio, risultati analitici invalidi). Il notificante ha la possibilità di fornire dati supplementari per far riconsiderare l intenzione di rigetto. Inoltre, un avviso già in rete può essere ritirato (withdrawn) su istanza del notificante se l informazione di base si rileva infondata o la trasmissione è avvenuta per errore. Queste notifiche non vengono computate nei dati statistici del RASFF. Infine, l autorità comunitaria può a seguito di ulteriore esame in base ad indicazioni aggiuntive, riqualificare una informazione già in rete. In conformità a quanto stabilito finora, si possono prevedere delle indicazioni operative per la gestione del sistema di allerta regionale, utili a garantire l adozione di misure più opportune per la tutela della salute pubblica, applicabili sulla base dei seguenti casi: Segnalazioni in arrivo (che originano fuori dal territorio regionale): la Regione, che nel nostro caso è la Toscana, ricevuta segnalazione attraverso il proprio PdC del SARAM, da uno dei possibili soggetti segnalatori, Ministero della Salute, altre Regioni e ASL extraregionali (queste ultime solo in casi di particolare gravità) e la documentazione relativa, fra cui l eventuale lista di commercializzazione del prodotto 10, procede come di seguito indicato: 10 L efficacia del sistema di allerta dipende dalla rapidità di comunicazione dell elenco clienti a tutti i soggetti interessati e dalla rapidità con la quale l impresa interessata attiva la procedura di commercializzazione e ritiro del prodotto dal commercio. Per una corretta e sollecita applicazione delle procedure previste in caso di riscontro di prodotti alimentari o mongimi nocivi o pericolosi per la salute pubblica, è quindi essenziale disporre della rete di commercializzazione e accertare conseguentemente la portata (locale, regionale, nazionale etc.) dell allerta. La rete commerciale deve essere acquisita riportando almeno i seguenti elementi: - regione sociale della ditta destinataria - indirizzo completo e telefono della sede commerciale - quantitativo venduto e lotti di produzione - data di consegna ed estremi dei documenti commerciali di trasporto o fatture. 20

22 - Informando la Az. USL Toscana sul cui territorio risulta essere stato prodotto/confezionato/introdotto in Italia o distribuito l alimento oggetto dell allerta; - Coordinando tutte le operazioni successive alla segnalazione del prodotto alimentare non conforme; - Raccogliere le informazioni provenienti dai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL e trasmetterle al Ministero della Salute ed alle Regioni eventualmente interessate; - Qualora risultino ulteriori successive informazioni - follow up quali, successiva distribuzione del prodotto fuori Regione riguardante anche Paesi membri o extracomunitari, ulteriori campionamenti e risultati analitici, risultato negativo successivo con revoca dell allerta, misure volontarie prese da una ditta (ritiro dal commercio), cambio di destinazione d uso, queste verranno ritrasmesse al Ministero della Salute e alle Regioni eventualmente interessate; SCHEMA 2 ALLERTA IN ARRIVO MINISTERO DELLA SALUTE MINISTERO ALTRE REGIONI USL EXTRAREGIONALI REGIONE TOSCANA USL Segnalazioni in partenza (che nascono dal territorio regionale): si fa riferimento all attivazione del sistema di allerta per riscontri di frode tossica o prodotti alimentari nocivi o pericolosi per la salute pubblica o in qualunque caso l ASL ravvisi un pericolo immediato per la salute pubblica. Le segnalazioni in partenza riguardano anche le irregolarità indicate precedentemente come 21

23 informazione (news notifications) che, in base ai rilievi epidemiologici e/o alle notizie disponibili, non costituiscono un pericolo per la salute pubblica; le segnalazioni in partenza vedono come possibili soggetti segnalatori: - Operatori della prevenzione delle articolazioni organizzative di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (IAN) e Sanità Pubblica Veterinarie (SPV) della Toscana a seguito di indagini per infezioni, tossinfezioni e intossicazioni alimentari, di controlli ufficiali programmati; - L ARPAT attraverso i laboratori dei Dipartimenti Provinciali, l IZS attraverso i laboratori della sede di Roma e dei Dipartimenti Territoriali Regionali, le Az. USL attraverso i laboratori di Sanità Pubblica, a seguito di campioni ufficiali di alimenti; le comunicazioni eventualmente pervenute alla Regione dai laboratori ufficiali di analisi (ARPAT, IZS e Laboratori di Sanità Pubblica) sulle irregolarità riscontrate negli alimenti o mangimi, devono necessariamente essere seguite dalle pertinenti comunicazioni della Az. USL che ha effettuato la valutazione del rischio attraverso gli accertamenti di competenza, per essere trattate come segnalazioni di allerta (alert notification), o segnalazioni per informazione (information notifcation), oppure per semplice informazione (news notifications); - Operatori responsabili dell impresa alimentare in caso di riscontro in autocontrollo di non conformità dell alimento ai sensi dell art. 3 del D.lgs. 155/97; - Medici di base o pediatri, Ospedali, a seguito di riscontro di alimento epidemiologicamente associato a un fatto acuto; Il referente del punto di contatto aziendale che riceve la segnalazione di un prodotto alimentare nocivo o pericoloso per la salute pubblica da parte di uno dei soggetti segnalatori di cui sopra, verifica la notizia e riferisce al responsabile del PdC aziendale o suo delegato; questi coordinerà, poi, i servizi competenti di area medica e 22

24 veterinaria afferenti al Dipartimento della prevenzione sin dalla fase dell eventuale indagine epidemiologica, permettendo loro di adottare le misure più opportune in modo da fronteggiare il rischio per la salute pubblica; contestualmente il PdC aziendale, una volta raccolte tutte le informazioni necessarie all identificazione del prodotto alimentare, attiva il sistema di allerta o segnalazione di informazione (ALLEGATO I) 11, la scheda di notifica di allerta (ALLEGATO II) 12 e la rete di commercializzazione del prodotto (se disponibile) via fax o da trasmettere: Al punto di contatto regionale, se il prodotto è fabbricato, confezionato o introdotto in Italia da una ditta avente sede nel territorio di competenza dell Az. ASL e la distribuzione è avvenuta esclusivamente nel territorio di competenza della Az. ASL stessa; Al punto di contatto regionale e agli altri punti di contatto delle Az. USL toscane se il prodotto è fabbricato, confezionato introdotto in Italia da una ditta avente sede nel territorio di competenza dell Az. USL e la distribuzione è avvenuta anche in ambito regionale e/o nazionale. Tale comunicazione ha valore di segnalazione di allerta per le Az. USL nel cui territorio il prodotto è stato commercializzato e come segnalazione per informazione per le altre USL. Al punto di contatto regionale, agli altri punti di contatto delle Az. USL toscane e al Ministero della Salute se il prodotto è fabbricato, confezionato introdotto in Italia da una ditta avente sede nel territorio di competenza dell Az. USL e la distribuzione è avvenuta anche agli Stati Membri dell UE o verso Paesi Terzi. Al punto di contatto regionale se l alimento o il mangime è prodotto confezionato introdotto in Italia da una ditta avente sede fuori regione Le comunicazioni con le altre regioni vengono effettuate a cura del PdC regionale. 11 In questa scheda si ha l indicazione del prodotto oggetto dell allerta e la descrizione del fatto che l ha determinata, nonché informazioni inerenti la sua commercializzazione. 12 Rappresenta la carta di identità del prodotto oggetto dell allerta: informazioni generali, natura del rischio, categoria di prodotto, identificazione del lotto, risultati delle indagini e provvedimenti adottati, etc. 23

25 Se il prodotto è fabbricato, confezionato o introdotto in Italia da una ditta avente sede nel territorio di competenza di un altra Az. USL toscana, L Az. USL trasmette la notizia all Az. USL di origine del PdC regionale invitando il servizio competente della Az. USL ad acquisire la rete commerciale del prodotto e a trasmetterla alla Regione Toscana ed alla Az. USL scrivente. Nel caso in cui il PdC aziendale dell ASL che ha attivato il sistema di allerta debba trasmettere ulteriori informazioni conseguenti alla notifica di allerta, quali, risultato analisi di revisione negativo e successiva revoca dell allerta, eventuali successive diramazioni della rete commerciale, ulteriori campionamenti effettuati e ulteriori risultati analitici, misure volontarie prese da una ditta (ritiro dal commercio), cambio di destinazione d uso ecc. questi verranno comunicati in analogia con quanto previsto per l invio della segnalazione di allerta. Per ciò che attiene gli esiti relativi ad accertamenti effettuati e ai provvedimenti conseguentemente adottati dai servizi ASL, che si rendono necessari in caso di verifica della notizia, per acquisire elementi utili a determinare le cause della non conformità che ha dato origine all allerta, per verificare l attivazione e l efficacia delle procedure di richiamo del prodotto, al fine di garantire le misure più idonee a fronteggiare il rischio per la salute pubblica, questi, verranno comunicati tempestivamente al PdC regionale utilizzando una scheda (ALLEGATO III). SCHEMA 3 ATTIVAZIONE SISTEMA ALLERTA LABORATORIO ANALISI OSPEDALE / MEDICO DI BASE DITTA PRODUTTRICE USL MINISTERO DELLA SALUTE REGIONE TOSCANA ALTRE REGIONI ALTRA USL TOSCANA In caso di segnalazione di un prodotto che pur presentando una non conformità alle norme vigenti, non rappresentando un grave rischio per il consumatore, non richiede 24

26 un intervento immediato, il PdC dell Az. USL inoltra l informazione al PdC regionale utilizzando un apposita scheda (ALLEGATO IV). La regione, ricevendo attraverso il proprio PdC la segnalazione e la documentazione relativa proveniente da un azienda USL del proprio territorio, comunica la notizia alle regioni interessate ed eventualmente al Ministero della Salute (solo nei casi di rilevanza nazionale) allegando la scheda di notifica di allerta; oltremodo, coordinerà tutte le operazioni successive alla segnalazione del prodotto alimentare o mangime non conforme successive alla segnalazione di allerta sul territorio regionale. Il procedimento attivato a seguito di un allerta si conclude quando: Tutti i prodotti oggetto dell allerta siano ritirati dal commercio per essere distrutti, per essere destinati ad usi diversi dal consumo umano o animale, per essere sottoposti ad un processo di risanamento; Il prodotto in questione non sia stato rintracciato; I risultati delle analisi abbiano escluso la sussistenza di un pericolo per la salute dei consumatori e la catena alimentare. La condizione delle attività di vigilanza e controllo da parte delle aziende USL competenti per territorio, costituisce elemento decisivo, oltre alla tempestività delle comunicazioni in caso di rischio grave per la salute pubblica, affinché il sistema di allerta regionale possa realizzare compiutamente la propria valenza preventiva. Un obiettivo per la cui realizzazione occorrono sia competenza e conoscenza specialistiche possedute dalla dirigenza medica, che valutazioni professionali pertinenti il profilo dei tecnici della prevenzione Con il D.M. del 17 gennaio 1997 n. 58 viene disciplinata la figura e relativo profilo professionale del tecnico della prevenzione nell ambiente e nei luoghi di lavoro: 1. E' individuata la figura professionale del tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, con il seguente profilo: il tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro e' l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, e' responsabile, nell'ambito delle proprie competenze, di tutte le attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanità pubblica e veterinaria. 2. Il tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, operante nei servizi con compiti ispettivi e di vigilanza e', nei limiti delle proprie attribuzioni, ufficiale di polizia giudiziaria; svolge attività istruttoria, finalizzata al rilascio di autorizzazioni o di nulla osta tecnico sanitari per attività soggette a controllo. 25

27 TOSSINFEZIONI ALIMENTARI Le tossinfezioni alimentari rappresentano un crescente problema per la salute pubblica a livello internazionale. Sono conosciute attualmente oltre 250 malattie trasmesse da alimenti, causate da diversi agenti patogeni, come batteri, muffe, virus e parassiti. Inoltre, vengono identificati ogni anno nuovi patogeni (i cosiddetti patogeni emergenti) alcuni dei quali si diffondono proprio per effetto dell incremento degli scambi commerciali, del ricorso alla ristorazione collettiva, dei grandi allevamenti intensivi e dei viaggi. Nonostante l incidenza globale delle tossinfezioni alimentari sia molto difficile da stimare, si calcola che nei Paesi industrializzati, il 30% della popolazione ogni anno è soggetto a una tossinfezione alimentare (Ministero della Sanità, Dipartimento della Prevenzione Malattie Trasmesse da Alimenti 2008). I costi economici di queste malattie sono sconosciuti, e sono stati stimati solo per quanto riguarda la salmonellosi in più di un miliardo di euro all anno. Il problema della sicurezza degli alimenti ha quindi ormai raggiunto una dimensione mondiale. Tuttavia, l'osservazione di alcune semplici regole di igiene della persona e della preparazione dei cibi può evitare la contaminazione e quindi la comparsa e la diffusione delle malattie. La sicurezza e la qualità di un alimento è determinata dall'assenza di microrganismi patogeni e/o delle loro tossine e dal livello di microrganismi alterativi. Il numero e i tipi di microrganismi presenti in un alimento possono essere usati per giudicare la qualità e la sicurezza microbiologica del prodotto. Nella realtà analitica per accertare sia la qualità che la sicurezza di un alimento si fa ricorso alla ricerca di organismi in grado di indicare una situazione potenzialmente pericolosa. La contaminazione microbica danneggia gli alimenti, dapprima degradandone le caratteristiche organolettiche, poi rappresentando un rischio per la salute del consumatore, più o meno grave a seconda della specie contaminante. Il rischio che si verifichi una contaminazione microbica, e di quale tipo, dipende in primo luogo dall ambiente di provenienza dell alimento, e quindi dalle modalità di lavorazione e di 26

28 conservazione. Gli alimenti più facilmente aggredibili da parte dei microrganismi, e che permettono lo sviluppo delle specie patogene, sono quelli detti deperibili, che comprendono: carne, pesce, molluschi, latte, uova ed ortaggi, sia freschi che cotti. La deperibilità di questi alimenti dipende dalla ricchezza in principi nutritivi, (proteine, carboidrati, grassi, vitamine e sali minerali) che li rende un ottimo terreno di crescita per i microrganismi, dal valore di ph vicino alla neutralità e dall elevato contenuto di acqua (più un alimento è ricco in acqua e più è deperibile e viceversa). Per questo motivo è fondamentale ridurre al minimo la possibilità di contaminazione derivante sia dagli ambienti di origine degli alimenti, sia da quelli di lavorazione, e dalle contaminazioni crociate (da alimento ad alimento o tra parti diverse dello stesso prodotto) che si verificano al momento in cui vengono lavorati e conservati in maniera non corretta. 27

29 OBIETTIVI L avvio a regime dei sistemi regionali di allerta rapida costituisce sicuramente uno degli elementi cardine per una maggiore salvaguardia della salute del consumatore, a fronte di situazioni a rischio riconducibili al consumo di alimenti potenzialmente pericolosi. L analisi epidemiologica dei risultati dei dati rilevati dalle segnalazioni di allerta insieme ai dati delle notifiche delle ospedalizzazioni per tossinfezioni, potrebbe sicuramente aiutare a programmare i controlli da parte dell autorità sanitaria su determinati pericoli. L obiettivo di questa tesi è: I) effettuare un analisi descrittiva delle segnalazioni pervenute nel triennio in Toscana; II) andare a valutare se esiste una correlazione tra le segnalazioni di allerta con le malattie trasmissibili alimentari notificate a seguito di tossinfezioni e di conseguenza vedere se è possibile programmare controlli mirati riferiti all oggettiva incidenza degli agenti patogeni contenuti negli alimenti, in particolare quelli che costituiscono un più elevato rischio per la salute, in funzione della loro gravità e frequenza. 28

30 MATERIALI E METODI Lo studio, di tipo descrittivo con componente analitica, ha preso in esame le segnalazioni di allerta giunte alle USL della Regione Toscana, nel periodo tra il 2008 e il Le segnalazioni di allerta sanitaria prese in considerazione sono state sia quelle ricevute dalla sezione veterinaria, sia quelle pervenute all igiene pubblica riguardanti solo ed esclusivamente la Regione Toscana. I dati utilizzati sono stati forniti, per quanto riguarda le notificazioni di allerta, dal Settore dei Servizi di Prevenzione in Sanità Pubblica e Veterinaria della Regione Toscana; per ciò che riguarda le tossinfezioni alimentari rilevate sul territorio nazionale, si sono utilizzati i dati del Centro di Riferimento Regionale sulle Tossinfezioni Alimentari (Ce.R.R.T.A.). L analisi dei dati è stata preceduta da una riorganizzazione dei dati. È stato predisposto un file in formato Excel in cui sono state organizzate tutte le informazioni necessarie alla conduzione dell analisi. L elaborazione dei dati è stata fatta utilizzando la distribuzione delle allerta, per: Zona di produzione dell alimento contaminato Regione di provenienza dell allerta USL toscane di provenienza dell allerta USL interessate dalle allerta Le specifiche sostanze contaminanti rinvenute negli alimenti, sono state suddivise tra diverse categorie di agenti, in ragione della tipologia di fonte di pericolo che le stesse rappresentano: La tipologia di rischio L agente contaminante La categoria di alimento contaminato La frequenza delle problematiche nelle USL toscane 29

31 I dati ospedalieri, che comprendono tutti gli accessi alle cure ospedaliere con o senza ricovero, sono stati ordinati per: Agente contaminante Ambito di sviluppo Distribuzione delle USL per tossinfezioni Successivamente, per mettere in relazione i dati riguardanti le allerta con i casi di tossinfezioni è stato usato l indice di correlazione ρ per ranghi di Spearman (Elementi di Statistica Medica - Pasquale Bruno Lantieri, Domenico Risso, Gianbattista Ravera). 30

32 ANALISI DEI RISULTATI Andamento delle allerta nel tempo Dal 2008 al 2010 attraverso la rete RASFF sono state effettuate complessivamente in Toscana 569 notificazioni di rischi sanitari associati ad alimenti, comprendenti le allerte, le informazioni e i respingimenti in frontiera. Tale numero non comprende le News, che non sono considerate dal sistema come notificazioni. Il volume delle segnalazioni diffuse vede un trend crescente in questi tre anni con 164 notifiche nel 2008, 197 nel 2009, quindi il 20 % in più rispetto al 2008, e ben 208 nel 2010, il 5,6% in più del 2009 e il 26% in più rispetto al 2008 (Grafico 1). Di queste 569 notificazioni, 442 sono delle segnalazioni di allerta e 127 delle segnalazioni per informazione (Grafico 2). 31

33 Distribuzione geografica Risulta attraverso l analisi delle allerta che più della metà delle derrate alimentari che fanno scattare una segnalazione è prodotto proprio sul territorio comunitario, addirittura il 58,2 % delle notificazioni riguarda alimenti prodotti in Italia (Grafico 3). Analizzando nello specifico le notifiche riguardanti gli alimenti di produzione nazionale, possiamo notare che in media il 24,2% di essi sono alimenti prodotti dalla Regione Toscana, con il 19 % segue la Lombardia, con il 16% l Emilia Romagna e il Veneto con l 8,5%, il resto delle regioni ha percentuali comprese fra il 4,5% e lo 0,6% (Grafico 4). 32

34 Per quanto riguarda invece le regioni di provenienza delle segnalazioni di allerta, anche in questo caso la Toscana si trova tra le prime, con 109 segnalazioni nel triennio su un totale di 569, pari al 19,2%. Nota rilevante che su queste 109, ben il 62% sono riferite ad alimenti di produzione toscana (Grafico 5). Nello specifico, delle 109 notificazioni generate dalla Regione Toscana, l USL che le ha inviate in maggior numero è la 6 di Livorno con 18 segnalazioni di allerta (11 delle quali per prodotti della pesca), segue la USL 3 di Pistoia con 13 segnalazioni di allerta, la USL 11 di Empoli con 12, seguono tutte le altre fino alla USL 8 di Arezzo con 4 notifiche (Grafico 6). 33

35 Le USL toscane maggiormente interessate dalle allerta sono in primis la USL 10 di Firenze con 11,93%, dopodiché, risultano nuovamente nelle prime fasce, anche per l incidenza delle allerta ricevute, quelle di Livorno con il 10,34% e Pistoia, 9,48%, seguono le altre USL fino al 5,6% di allerta ricevute della USL 8 di Arezzo (Grafico 7). Riferendosi di nuovo ai tassi d incidenza di allerta ricevute dalle singole USL è da sottolineare come solo le USL di Prato, Empoli e Lucca siano riuscite a mantenere basse le percentuali nel corso del tempo, addirittura, la USL di Prato dal 2008 al 2010 le ha diminuite sostanzialmente di circa il 22%; al contrario, le USL che hanno avuto maggior incremento dal 2008 al 2010 di segnalazioni che le riguardavo, sono quelle di Massa Carrara +90%, Pistoia +69%, Grosseto +64% e Viareggio +55% (Grafico 8). 34

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