Attività certificate EMAS

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "11.2.6 Attività certificate EMAS"

Transcript

1 Attività certificate EMAS La sigla ISO identifica una serie di standard internazionali relativi alla gestione ambientale delle organizzazioni. La sigla "ISO 14001" identifica uno di questi standard, che fissa i requisiti di un "sistema di gestione ambientale" di una qualsiasi organizzazione. Lo standard ISO (tradotto in italiano nella UNI EN ISO 14001:2004) è uno standard certificabile, ovvero è possibile ott enere, da un organismo di certificazione accreditato che operi entro determinate regole, attestazioni di conformità ai requisiti in essa contenuti. È inoltre importante notare come la certificazione ISO non attesti una particolare prestazione ambientale, n é tantomeno dimostri un particolarmente basso impatto, ma piuttosto stia a dimostrare che l'organiz zazione certificata ha un sistema di gestione adeguato a tenere sotto controllo gli impatti ambientali delle proprie attività, e ne ricerchi sistematicamente il miglioramento in modo coerente, efficace e soprattutto sostenibile. Utile sottolineare ancora che la ISO non è una certificazione di prodotto. Si riporta di seguito l elenco delle aziende certificate ISO Comune di Casier. Ragione sociale Norma Certificato CAME CANCELLI AUTOMATICI S.P.A. Data Rilascio - Data Scadenza Unità - Indirizzo Scopo Organismo di Certificazione Sett. EA 31/05/ /12/2009 TÜV Italia S.r.l UNI EN ISO 14001:2004 SEDE DOSSON D I CASIER - VIA MARTIRI D ELLA LIBERT A', DOSSON DI CASIER (TV) - VEN ETO Progettazione e fabbricazione di automazioni per porte, cancelli ed altri sistemi di chiusura mediante Rev. 05 lavorazioni meccaniche ed assemblaggio; servizio di riparazioni ed assistenza erogato da Came Service Italia srl DOPLA S.p.A. 19/02/ /02/2009 SGS Italia S.p.A. 14 UNI EN ISO 14001:2004 Sede Commerciale - Zona Industriale A DOSSON DI C ASIER (T V) - VENET O IT03/0127 Produzione di stoviglie e contenitori monouso in plastica per alimenti, con processo di termoformatura in - line e stampaggio ad iniezione. FORNACE DI D OSSON S.p.A. UNI EN ISO 14001:2004 CERT AE- VEN-SINC ERT 17/03/ /09/2008 DNV Italia S.r.l. 15 Sede - Via Santi, Dosson di Casier (TV) - VENET O Progettazione, fabbricazione e commercializzazione di laterizi per muratura 269

2 12 ECONOMIA E SOCIETA 12.1 Popolazione In tutta l Europa, in generale, si assiste ad un invecchiamento della popolazione. Tale fenomeno, che riguarda anche il nostro paese, è legato in particolare a tre fattori di grande rilievo: il persistere della bassa fecondità, il progressivo allungamento del la vita media e il sempre maggior numero di persone di età superiore ai 65 anni. In molti casi solo l apporto dell immigrazione è riuscito a compensare fino ad ora alcuni effetti negativi dell invecchiament o, a contrastare la denatalità e quindi a sostenere la crescita della popola zione Aspetti demografici ed insediativi del territorio veneto Oggi il Veneto conta abitanti, in circa trentacinque anni si è assistito ad un incremento di oltre resident i ad una intensità tale (tasso incremento medio del 4,1 per mille a ll'anno) da non essere paragonabile a quella sperimentata dalle altre regioni del Nord-Est. Nel quinquennio addirittura il tasso di crescita risulta quasi triplicato (11,4 per mille) e il numero degli abitanti cresce in misura maggiore nella provincia di Treviso (16,4 per mille) quindi Vicenza, Verona e Padova. L immagine riportata di seguito mostra l evoluzione demografica avvenuta nel Veneto dal 1981 al

3 Parte di questa crescita è dovuta sicuramente alla componente straniera, sia per una reale e nuova presenza, sia per gli effetti che la sanatoria sulle regolarizzazioni ha prodotto sul numero di iscrizioni alle anagrafi comunali, con l'ingresso "fittizio" di persone che erano già presenti - da irregolari non censiti - alla fine del Contando solo gli stranieri regolarmente residenti in Veneto, questi sono , abbondantemente raddoppiati rispetto al 2001, e rappresentano ormai il 6,8% della popolazione. La loro presenza è evidentemente più forte nell'area metropolitana centrale, nei grossi capoluoghi, anche se le dinamiche di crescita interessano ormai sempre di più la generalità dei comuni. La più giovane struttura per età della popolazione straniera, rispetto a quella autoctona, contribuisce allo svecchiamento de lla popolazione del Veneto: ben il 24% degli stranieri residenti ha un'età inferiore ai 18 anni, la maggiore percentuale osservata a livello nazionale. Ciò nonostante, il Veneto risulta nel complesso ancora tra le regioni più vecchie d'italia, con una presenza di 13 8 persone di 65 anni e oltre per 100 giovani di età inferiore ai 15 anni alla fine del Solo nel biennio più recente il dato nazio nale mostra uno squilibrio nella popolazione ancora più accentuato di quanto si verifichi nella nostra regione, tra l'altro particolarmente evidente nell'ultimo anno, in quanto in Italia si contano 140 anziani per 100 ragazzi. Densità di popolazione nel 2005 e tasso di incremento fra il 2001 ed il 2005 nei comuni del Veneto * 271

4 Se mediamente in Veneto abitano circa 258 persone per kmq., si va da un minimo della zona montuosa della provincia di Belluno (58 per kmq.) ai valori molto più elevati della fascia centrale, che toccano in provincia di Padova addirittura i 416 abitant i per kmq. Ad un'espansione demografica necessariamen te corrisponde una maggiore richiesta abitativa, dettata anche dalla maggiore mobilità dei lavoratori e dalle nuove tipologie familiari: più famiglie ma meno numerose, più single e anziani soli, più frammentazione dovuta a separazioni e divorzi. Al censimento del 2001, ultima rilevazione disponibile, gli edifici ad uso abitativo costruiti dopo il 1991 risultano il 9% della totalità; di questi circa il 60% è sorto, in misura equamente ripartita, fra le province di Padova, Treviso e Vic enza. Inoltre i processi insediativi di formazione più recente a nord dell'area centrale lungo l'asse pedemontano hanno portato al consolidamento di un sistema territoriale in cui si alternano polarità e tessuti più radi. Ben oltre il 60% dei nuovi edifici, ma è anche vero per la totalità, è costruito su due piani, una tipologia abitativa tendenzialmente più accogliente per le famiglie, ma che comporta un ampio sfruttamento orizzontale del territorio generalizzato in tutte le provi nce. Gli edifici più alti sono un'esigua minoranza, appena il 4%. L'espansione ha riguardato soprattutto la fascia centrale del territorio allargata a nord fino a comprendere la zona pedemont ana delle province di Vicenza e Treviso. Si è venuta a formare, così, un'area metropolitana densa e continua, ch e ha i sui nodi principali nelle città capoluogo e soprattutto nella direttrice Venezia-Padova-Verona. Una macchia in rapida e continua espansione, in cui 272

5 convivono quartieri residenziali, insediamenti produttivi, aree artigianali, insediamenti direzionali, strutture commerciali grandi e piccole. E' zona di importanti risorse propulsive per lo sviluppo, polo di attrazione di energie, ma nello stesso tempo con un impatto forte sul territorio, per la quasi totale antropizzazione e i conseguenti problemi in te rmini di mobilità e viabilità, di inquinamento e di sfruttamento intensivo delle aree. Più a nord la montagna, un connubio di ricchezza, dovuta alle zone ad elevato sviluppo turistico, e di situazioni svantaggiat e e di marginalità, ha sofferto nel lungo periodo di un generale spopolamento; fenomeno che non ha risparmiato neanche la parte più meridionale del territorio, tutt'ora meno attrattiva del resto della regione. Gran parte della popolazione veneta (tre milioni di persone su un totale inferiore a cinqu e milioni) è concentrata, infatti, nelle città, nella prima e nella seconda cintura urbana. Queste aree sono caratterizzate da interscambi interni sempre più densi di uomini e di merci; si tratta certamente di qualcosa di profondamente diverso rispetto all a struttura insediativa di tipo agricolo ancor predominante all'inizio degli anni Settanta. Nel 1971 le città avevano il 75% di abitanti in più rispetto alle prime cinture, il 42% in più rispetto alle seconde cinture. Nel 2005, invece, i capoluoghi, i comuni di prima cintura e quelli di seconda cintura hanno ormai lo stesso numero di abitanti; ciò rende pienamente conto del significato reale di termini quali città diffusa e campagna urbanizzata. Infatti le città venete si sono dilatate verso il territorio circostante, trasferendo anche gran parte delle funzioni urbane e ormai gli abitanti delle prime e delle seconde cinture sono simili, nel numero e nelle caratteristiche socio -economiche, agli abitanti delle città. I servizi primari non risultano concentrati solo nei capoluoghi, ma sono presenti in modo piuttosto omogeneo sul territorio rispondendo alle esigenze espresse dalla popolazione; si pensi ad esempio alla diffusione capillare degli istituti di istruzi one superiore, ma anche ormai alle sedi decentrate degli atenei, alla territorializazzione dei servizi del sistema sanitario. Le città restano comunque caratterizzate da una maggiore dotazione di certi servizi, come i grossi poli ospedalieri o le funzioni giudiziarie, ma anche gran parte dell'offerta culturale. 273

6 Poli urbani per disponibilità di servizi e capacità attrattiva dei comuni. Veneto Anno 2005 * Tutte le dinamiche fin qui trattate evidenziano come l'area centrale del Veneto sia ormai un continuum insediativo e produtti vo, all'interno del quale però la diversità dei legami determina dei nodi più evidenti. Il primo si identifica con l'area estesa tra Padova e Venezia, sostanzialmente senza soluzione di continuità e con una forte mobilità interna; quindi, la città estesa che si inner va a partire dai centri di Vicenza e Treviso e comprende anche i comuni a nord dei due capoluoghi tra i quali, di fatto storicamente e geograficamente, si è ormai creata una completa continuità urbana, in relazione alla residenzialità, ai servizi e alla produz ione. Infine la città di Verona, che espandendosi a macchia d'olio verso i comuni contermini, forma un sistema urbano -rurale lungo la direttrice est-ovest sia verso la Lombardia che verso la direzione di Vicenza. L andamento della popolazione in Provincia di Treviso Nel corso degli ultimi anni la Provincia di Treviso ha manifestato un buon sviluppo demografico, tanto che la popolazione pro vinciale è aumentata del 5,3%, frutto di un incremento di oltre 42 mila abitanti nel periodo compreso tra il 2001 e il Se si confronta tale 274

7 incremento con quello di altri contesti di riferimento si osserva come lo sviluppo demografico della Provincia di Treviso ris ulti doppio di quello nazionale (+2,6%) e superi del 40% circa i tassi di crescita realizzati a livello regiona le (+3,8) e interregionale (+3,8). Elaborazione su dati ISTAT PTCP Provincia di Treviso Elaborazione su dati ISTAT PTCP Provincia di Treviso All interno del PTCP è presente un analisi socioeconomica a livello provinciale. Il territorio viene suddiviso in subaree, ove ciascuna subarea rappresenta un aggregazione di comuni all interno della quale si esplica la maggior parte delle relazioni sociali e produttivo occupazionali. Tra le subaree individuate dalla provincia vi è ATV-1 Area di Treviso comprendente i seguenti comuni: Treviso, Arcade, Breda di Piave, Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Istrana, Maserada sul Piave, Mogliano Veneto, Monastier, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Povegliano, Preganziol, Quinto di Treviso, Roncade, San Biagio di Callalta, Silea, Spresiano, Villorba, Zenson dipiave, Zero Branco. Di seguito si riporta la tabella in cui sono indicati gli abitanti residenti nelle subaree individuate dal PTCP negli anni 19 84, 1994, 2004: Elaborazione su dati ISTAT PTCP Provincia di Treviso Complessivamente la popolazione residente è aumentata di circa 110 mila abitanti, con un tasso di sviluppo del 15,2%. Tale sviluppo si è manifestato soprattutto negli anni 94-04, un periodo nel quale il tasso di crescita (+11,2%, +85 mila residenti) è risultato superiore di oltre tre volte il tasso di crescita (+3,6%, +25 mila residenti) manifestato nel decennio precedente ( 84-94). Tassi medi di var iazione della popolazione per per iodo 275

8 TREVISO ASOLO CASTELFRANCO VENETO CONEGLIANO MONTEBELLUNA OPITERGINO MOTTENSE QUARTIER DEL PIAVE VITTORIO VENETO Abitanti Piano di Assetto del Territorio Elaborazione su dati ISTAT PTCP Provincia di Treviso Dinamica della popolazione in Provincia di Treviso Subaree Secondo le analisi relative alla dinamica della popolazione, nell ultimo ventennio si assiste ad un continuo processo di sviluppo demografico ed in particolare per l area di Treviso l incremento demografico nel ventennio è pari al 16%. Dal punto di v ista geografico si osserva che le subaree poste lungo l asse centro meridionale (opitergino -mottese, l area ditreviso, dalla castellana all asolano) rappresentano i contesti di maggiore sviluppo demografico. 276

9 Evoluzione della popolazione Il PTCP della Provincia di Treviso individua tre scenari per formulare una previsione di evoluzione della popolazione. - scenario sviluppo tratto dalle previsioni effettuate dall Osservatorio economico della Provincia di Treviso, scenario che considera gli effetti sia dei flussi naturali che di quelli migratori; - scenario prudenziale che considera una crescita demografica a tassi simili a quelli degli ultimi 20 anni; - scenario naturale che rappresenta un ipotesi evolutiva in assenza di flussi migratori. A livello provinciale i risultati ottenuti dall applicazione degli scenari sono: La stima della popolazione residente in provincia di Treviso Popolazione stimata Sc enar io di sviluppo Sc enar io prudenziale Sc enar io natur ale Var iazione assoluta r ispetto al Sc enar io di sviluppo Sc enar io prudenziale Sc enar io natur ale Var iazione % r ispetto al Sc enar io di sviluppo 5,2% 10,6% 16,1% Sc enar io prudenziale ,9% 3,6% 5,1% Sc enar io natur ale -2,9% -4,3% -6,2% Elaborazioni su dati Istat e Osservatorio Economico della Provincia di Treviso PTCP Provincia di Treviso Le caratteristiche strutturali della popolazione del Comune di Casier Il territorio comunale è stato interessato da un processo di crescita demografica dagli Anni 30 ad oggi. Dai dati ISTAT si e vince che nel decennio l incremento è stato pari a unità (+ 31,5%). Infatti nel 1991 la popolazione residente risulta essere pari a abitanti (dati ISTAT), mentre nel 2001 risulta pari a abitanti. Nel Comune attualmente risiedono circa abitanti (Anagrafe comunale, popolazione al 30 settembre 2007). La tabella seguente mostra il movimento anagrafico che ha interessato il Comune di Casier dal 1976 al Iscritti da Cancellati Cancellati Numero altro Iscritti per altro per Popolazione Popolazione di Nati vivi Morti comune dall'estero comune l'estero Totale Maschi famiglie Anno Fonte: Direzione Sistema Statistico Regionale I grafici sotto riportati mostrano il particolare trend che ha caratterizzato gli ultimi decenni: dal 1976 fino circa al

10 Fonte: Direzione Sistema Statistico Regionale Si nota un costante incremento della popolazione del Comune di Casier, questo si è mantenuto fino al 1998 sull ordine delle 200 unità all anno di media. Dal 1998 ad oggi la tendenza si è fatta più verticale. Fonte: Direzione Sistema Statistico Regionale 278

11 Fonte: Direzione Sistema Statistico Regionale Fonte: Direzione Sistema Statistico Regionale I grafici sopra riportati evidenziano un generale incremento, maggiormente significativo dal 1998 al La natalità, pur risultando in forte crescita, risulta comunque il fattore che in misura minore influenza l incremento della popolazione residente. A determinare la crescita demografica contribuiscono in maniera prevalente gli iscritti da altro comune, dato questo che evid enzia l attrattiva esercitata dal Comune di Casier, nei confronti della popolazione residente nell area limitrofa. 279

12 Molto rappresentativo risulta anche il dato relativo agli iscritti dall estero. Per questa componente l incremento massimo fa rif erimento al Anche per il Comune di Casier gli iscritti dall estero hanno registrato aumenti rilevanti, mantenendosi tuttavia inferiori agli iscritti da altro comune. L evoluzione della popolazione Il PTCP individua tre scenari per formulare una previsione di evoluzione della popolazione: - scenario sviluppo tratto dalle previsioni effettuate dall Osservatorio economico della Provincia di Treviso, scenario che considera gli effetti sia dei flussi naturali che di quelli migratori; - scenario prudenziale che considera una crescita demografica a tassi simili a quelli degli ultimi 20 anni; - scenario naturale che rappresenta un ipote si evolutiva in assenza di flussi migratori. Di seguito si riportano i risultati relativi all area di Treviso (comuni di Treviso, Arcade, Breda di Piave, Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Istrana, Maserada sul Piave, Mogliano Veneto, Monastier, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Povegliano, Preganziol, Quinto di Treviso, Roncade, San Biagio di Callalta, Silea, Spresiano, Villorba, Zenson di Piave, Zero Branco ). Popolazione stimata Scenario di sviluppo Scenario prudenziale Scenario naturale Variazione assoluta della popolazione stimata al Scenario di sviluppo Scenario prudenziale Scenario naturale Variazione percentuale della popolazione stimata al Scenario di sviluppo ,5% 11,2% 17,1% Scenario prudenziale 2,0% 3,7% 5,3% Scenario naturale -5,8% -7,3% -9,2% La composizione media delle famiglie registra un valore pari a 2,60 abitanti per famiglia. Rapportando tale dato con i Comuni contermini si osserva che Casier presenta un numero medio di componenti superiore solamente a Treviso (2,36 abitanti per famiglia). Riguardo l indice di vecchiaia, invece, il territorio comunale presenta un valore medio (84,95) inferiore ai Comuni contermini, quali Casale sul Sile (90,35), Preganziol (104,1), Silea (119,07) e Treviso (194,66), quindi con una popolazione più giovane. Se si considera la distribuzione della popolazione per classi d età si può osservare che le classi con valore assoluto maggiore siano le classi d età giovanili (da 0 a 14 anni) e quelle di anziani (oltre i 65 anni). Per il resto si registra un significativo n umero di adulti di età compresa tra 30 e 34 anni e tra 35 e 39 anni. Analisi degli indici strutturali Nell analizzare la struttura della popolazione residente, notevole importanza riveste la valutazione degli indici strutturali. Per poter calcolare gli indici demografici per i Comuni indagati, è necessario conoscere il numero degli abitanti suddivisi per classe di età, nonché per Comune. La Direzione del Sistema Statistico Regionale ha reso disponibile anche i dati relativi alle classi di età della popolazione residente nei diversi Comuni oggetto di studio. Si riportano i dati tabellati e graficati. E interessante un confronto a distanza di una decade (1996, 2006) 280

13 Tot. popolazione: 7350 Tot. popolazione: Si può notare un lieve spostamento della classe modale verso destra, cioè un lieve invecchiamento della popolazione. Anno IV ID IS IR , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

14 L indice di vecchiaia (IV), quando supera soglia 100, indica che il numero degli anziani è maggiore di quello dei bambini. Nelle popolazioni ad alta fecondità, dove la componente dei giovanissimi prevale di gran lunga su quella degli anziani, l indice de mografico di dipendenza (ID) risulta solitamente elevato. Il valore registrato per i l 2004 nel Comune di Casier pari a 41,3 è al di sotto del valore relativo al territorio provinciale pari a 47,25 e quello relativo al Veneto sempre per il 2004 pari a 43,0. Il valore comunqu e sta crescendo costantemente attestandosi sulla media regionale. In qualsiasi popolazione stazionaria l indice di struttura della popolazione attiva (IS) è inferiore a 100, mentre solo in una popolazione tendenzialmente o fortemente decrescente il rapport o supera il 100. I valori risultano decisamente elevati, molto pro ssimi al 100. Inoltre si osserva un aumento progressivo di tale valore nell ultimo decennio: da un valore nel 1996 pari a 88,5 si passa a un valore medio nel 2006 pari a 96,5. L indice di ricambio indica il rapporto percentuale tra coloro che teoricamente hanno interrotto la loro attività lavorativa e coloro che invece hanno iniziato a lavorare. L interesse dell indice di ricambio della popolazione in età attiva (IR) è soprattutto di tipo congiunturale e indi ca se le nuove leve troveranno lavoro non tanto in relazione all espansione economica, quanto piuttosto in funzione dei posti che verranno resi disponibili da coloro che, per motivi di età, sono destinati ad uscire dal mercato del lavoro. L indice risulta ben al di sop ra del 100 nell ultimo decennio, fa ben sperare le nuove generazioni per il posto di lavoro. Stranieri residenti La popolazione straniera residente è costituita dalle persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia. Nella graduatoria delle province italiane con la magg iore presenza di immigrati regolari Treviso è al sesto posto considerando i valori assoluti, subito dietro Vicenza e Brescia; osservando invece il rapporto immigrati -popolazione si nota che tale valore porta Treviso al terzo posto. Il Nord Est è tra le aree più dinamiche in Italia per incremento dell immigrazione, in particolare extracomunitaria e legata al lavoro: oltre il 95% degli immigrati regolarmente residenti in provincia di Treviso proviene da Paesi extracomunitari. Le tabelle di seguito riportate mostrano il bilancio demografico relativo alla popolazione straniera residente nel Comune di Casier (Fonte: dati ISTAT). Cittadini Stranieri. Bilancio demografico anno 2006 e popolazione residente al 31 Dicembre - Tutti i paesi di cittadinanza (fonte ISTAT) Maschi Femmine Totale Popolazione straniera residente al 1 Gennaio Iscritti per nascita Iscritti da altri comuni Iscritti dall'estero Altri iscritti Totale iscritti Cancellati per morte Cancellati per altri comuni Cancellati per l'estero Acquisizioni di cittadinanza italiana Altri cancellati Totale cancellati Popolazione straniera residente al 31 Dicembre Minorenni Nati in Italia

15 Cittadini Stranieri. Popolazione residente per sesso e cittadinanza al 31 Dicembre 2006 (fonte ISTAT) Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Serbia e Montenegro Bosnia-Erzegovina Marocco Messico Albania Austria Brasile Francia Cina Rep. Popolare Portogallo Romania Germania Nigeria Regno Unito Moldova Lettonia Costa d'avorio Slovacchia Macedonia Argentina Senegal Grecia Ghana Ungheria Sri Lanka Norvegia Rep. Dominicana Egitto Croazia Tunisia Polonia Madagascar Algeria Israele Burkina Faso Giappone Ucraina Cuba Ecuador Bolivia Colombia Cile Bulgaria Peru' Spagna Venezuela Russia Federazione TOTALE ZONA Comune di Casier Popolazione totale Stranieri % di stranieri ,001 Analisi della composizione delle famiglie Si hanno a disposizione per i Comuni oggetto di analisi i dati di seguito riportati, ricavati sempre dal sito internet della Regione Veneto. famiglie Variaz % Quota su comune anno 2001 anno /1991 prov/reg 2001 Casier ,8 1,2 Quota famiglie unipersonali Variaz % comune anno 2001 anno /1991 Casier 21,2 14,2 49,8 Famiglie unipersonali ultraottantenni Variaz % Quota su comune anno 2001 anno /1991 prov/reg 2001 Casier ,9 0,7 Numero medio componenti per famiglia Variaz % comune anno 2001 anno /1991 Casier 2,6 3-13,3 La tendenza generale delle famiglie a diminuire il numero medio dei componenti, si riscontra anche Casier, seppure in maniera piuttosto contenuta: i valori nel decennio passano infatti da una media nel 1991 di 3 componenti a una media di 2,6 component i per 283

16 famiglia. La variazione media percentuale de l numero di famiglie unipersonali nel decennio è pari al 49,8%, un valore decisamente elevato. Ancora maggiore risulta l aumento percentuale di famiglie unipersonali ultraottantenni: Istruzione e situazione occupazionale L evoluzione del mercato del lavoro per il PTCP Lo stato di fatto Incrociando gli archivi ISTAT, Veneto Lavoro e SIRLV (archivi amministrativi Netlabor), si valuta che alla metà del 2005 il t asso di occupazione locale fosse approssimativamente del 44% (tutte le attività produttive, percentuale riferita alla popolazione totale), superiore a quello dello stesso periodo del Questa favorevole dinamica si registra sia per la componente maschile che p er quella femminile, ma per la seconda appare più marcata. Sempre alla metà del 2005 prosegue il calo del tasso di disoccupazione (circa mezzo punto percentuale); anche in questo caso il trend femminile è più accentuato. Combinando queste dinamiche ne risulta un tasso di partecipazione che supera il livello del 2004 e approssima quello del 2003 (68%). In relazione alla posizione nella professione appaiono in crescita i dipendenti, mentre gli indipendenti sono stazionari -decrescenti (questo aspetto è confermato anche a livello nazionale). Tra le persone in cerca di occupazione pre vale ancora la componente femminile. L'aggregato complessivo è in diminuzione di circa il 15% rispetto alla metà del La Cassa Integrazione Guadagni è purtroppo in cresc ita: tra la metà del 2005 e la metà del 2004 l'aumento si aggira intorno al 24-25%. Tra le varie determinanti della CIG, il dibattito è aperto sul trade-off tra la stessa e l'internazionalizzazione produttiva. Scenari L analisi degli scenari permette di stimare l offerta e la domanda di lavoro al L'offerta di lavoro al 2020 La crescita demografica stimata presenta rilevanti effetti sul mercato del lavoro ed in particolare sulla sua offerta. In effetti, utilizzando in modo strumentale il tasso di occupazione è possibile stimare il numero di occupati potenzialmente disponibili al Su questa base si può ipotizzare per il 2020 un tasso di occupazione per l'industria ed i servizi superiore a quello rilevabi le al Censimento 2001 (41,7%, calcolato sulla popolazione totale) di circa 5-6 punti percentuali (si è ipotizzato un dato medio del 5,5%), quindi un 47,2%. Oltre al tasso di occupazione si sono considerate anche due ipotesi di crescita della popolazione: quella "prudenziale" e quella "sviluppo". Sulla base di questa assunzione, ma concentrando l'attenzione sull ipotesi prudenziale di crescita della popolazione, che appare più probabile, si stima per il 2020 un incremento dell offerta di addetti in Provincia di Treviso superiore alle 20 mila unità. D isaggregando l incremento degli addetti per subarea, si prevede un ventaglio di cre scita che, in valore assoluto, va dalle quasi 8 mila unità nella subarea di Treviso al minimo di 500 circa nel caso del Vittoriese. Per le aree di Castelfranco Veneto, Oderzo-Motta e Montebelluna si prevede invece un incremento dell offerta di addetti comp reso tra le 2-3 mila unità. La domanda di lavoro al 2020 A fronte dell offerta di addetti ne va considerata la domanda, al fine di valutare la sostenibilità del modello di sviluppoin termini demografico-occupazionali. Si è quindi effettuata una stima del numero di addetti al 2020 utilizzando il coefficiente di elasticità della domanda di lavoro rispetto alla variazione del PIL. I dati evidenziano come, tra il 1981 e il 2001, a fronte di un incremento del PIL del 61% a livello provinciale gli addetti comple ssivi dell industria e dei servizi siano cresciuti del 36%, dando luogo quindi ad un coefficiente di elasticità pari a 0,2. Al fine di effettuare una stima del numero di addetti futuri si sono poi formulate alc une ipotesi sulla variazione del PIL fino al Tra le varie alternative si è optato per una scelta intermedia e prudente, ovvero si è ipotizzato che l economia locale cresca fino al 2020 ad un tasso medio annuo dell 1,5% in termini reali. Sulla base dei coefficienti di elas ticità calcolati e del tasso medio annuo di crescita del PIL è stato quindi stimato il numero di addetti al Le elaborazioni scongiurano un gap tra domanda e offerta, giacché le stime evidenziano una crescita complessiva della domanda di nuovi addetti esattament e paragonabile all'incremento dell'offerta. Disaggregando l'analisi a livello di subarea si evidenzia che, da un lato, l incremento più elevato in valore assoluto si stima essere nella subarea del capoluogo, dove si prevede una domanda di circa 7 mila nuovi add etti, dall altro lato, in termini percentuali l incremento più elevato è quello dell Opitergino -Mottense per il quale si stima un incremento della domanda di posti di lavoro di poco inferiore al 12% (oltre 4 mila nuovi addetti). Il Vittoriese rappresenta invece l area in cui minore risulta la domanda di nuovi addetti sia in termini assoluti (+477 addetti) che in termini percentuali (+2,3%). Superio re alla media provinciale risulta invece la domanda di posti di lavoro nella Castellana dove si prevede un incremento d i quasi l 8% degli addetti pari un incremento di circa 3 mila unità. Lo scenario ipotizzato ci indica un crescente processo di terziarizzazione dell economia provinciale e locale: al 2020 a live llo provinciale circa due terzi degli addetti lavoreranno nel terziario, sia tradizionale che avanzato, mentre la quota di coloro che lavoreranno nell industria si ridurrà a circa un terzo. 284

17 Distribuzione degli addetti al 2004 e stima al 2020 Elaborazione su dati ISTAT Immigrazione Dal rapporto statistico elaborato dalla Regione Veneto per il 2007, si rileva che il fenomeno dell immigrazione in Veneto risulta diffusa su tutto il territorio, soprattutto nelle periferie e nei comuni medio -piccoli, dove le imprese manifatturiere venete richiedono manodopera non reperibile tra i cittadini italiani. Nel 2005 sono stati i lavoratori stranieri residenti nella Regione, ossia il 7% della totalità degli occupati; sono soprattutto lavoratori dipendenti a tempo indeterminato che svolgono ruoli da operai in l avori spesso pesanti, anche se è evidente che il peso delle occupazioni temporanee è per questi maggiore che per gli italiani. Gli uo mini risultano maggiormente inseriti nel mercato del lavoro rispetto alle donne, come del resto accade per gli italiani: l'80% della popolazione maschile straniera tra i 15 e i 64 anni risulta occupata, contro il 51% della quota femminile. Piuttosto elevato, comunque, il tasso di disoccupazione per gli stranieri, 12,4% contro il 3,6% del resto della popolazione, probabilmente a cau sa di diversi fattori: al di là della congiuntura negativa che ha caratterizzato l'economia negli ultimi anni, anche lo "shock d'of ferta" generato dalla regolarizzazione del 2002, che ha visto il coinvolgimento di parte di questi lavoratori in occupazioni di breve durata o in contratti "fittizi", spesso stipulati per permettere loro appunto la regolarizzazione del soggiorno e cessati una volta ot tenuta. Le tabelle seguenti riportano i dati relativi agli occupati stranieri per Centro per l impiego nella Provinc ia di Treviso. Elaborazione Veneto Lavoro su dati Sirav - Giove 2005 I dati sopra riportati evidenziano che negli anni dal 2001 al 2003 si è avuta una costante crescita nel numero di occupati st ranieri per centro per l Impiego. I dati mostrano anche la preponderanza di popolazione straniera maschile che trova occupazione. 285

18 Elaborazione Veneto Lavoro su dati Sirav - Giove 2005 La seguente tabella indica la nazionalità di provenienza degli occupati, sempre per Centro per l impiego. Si può osservare la preponderanza nella provincia di Treviso di popolazione straniera proveniente dalla Romania, dal Marocco e dall Albania, segu ono per numerosità i provenienti da Serbia-Montenegro e dalla Cina. Elaborazione Veneto Lavoro su dati Sirav - Giove 2005 Le due tabelle sotto riportate mostrano invece la distribuzione per fasce di età degli immigrati occupati nei Centri per l impieg o della Provincia di Treviso. Si tratta di una popolazione ovviamente giovane, in maggioranza compresa tra i 21 e i 40 anni. E pro babile che essa contribuisca a ringiovanire la popolazione residente, modificandone gli indici strutturali, anche grazie alla più alta natalità che le famiglie extracomunitarie registrano. Elaborazione Veneto Lavoro su dati Sirav - Giove 2005 Elaborazione Veneto Lavoro su dati Sirav - Giove

19 Tra le azioni promosse nel programma di riforma nazionale si trova anche la volontà di favorire l'inserimento degli immigrati regolari nella società, sostenendo l'accesso al diritto della cittadinanza, i rico ngiungimenti familiari, la maggiore stabilità occupazionale e abitativa. L attenzione per questa parte della popolazione è da riferire al loro inserimento nel contesto cittadino. Un atten zione particolare andrà rivolta alla popolazione, in continua crescita, costituita dai figli degli immigrati, in modo da fornire adeguati sistemi per il loro inserimento soprattutto all interno del percorso scolastico. La situazione nel Comune di Casier Istruzione e lavoro Tasso incidenza scuola superiore anno ,6 Tasso incidenza scuola superiore anno ,3 Tasso incidenza scuola superiore Variaz %2001/ ,5 Tasso incidenza università anno ,1 Tasso incidenza università anno ,7 Tasso incidenza università Variaz % 2001/ ,6 Tasso di attività anno ,5 Tasso di disoccupazione 2001 Totale 3,3 Tasso di disoccupazione 2001 Femminile 4,7 Tasso di disoccupazione 2001 Giovanile 13 Il tasso di incidenza della scuola superiore è il rapporto tra la popolazione con diploma di scuola superiore e la popolazione di 19 anni e più. Il valore di questo indice è passato dal 32,3% del 1991 al 40,6% del 2001, con una variazione percentuale del 25,5% nel decennio. Il tasso di incidenza dell università è invece il rapporto tra la popolazione con diploma di laurea e la popolazione di 23 anni e più. Questo valore è a sua volta aumentato nel decennio (93,6%). Confrontati con i valori regionali e provinciali sia il tasso di incidenza della scuola superiore, che il tasso di incidenza dell università risultano superiori nel Comune di Casier. Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra la popolazione di 15 anni e più in cerca di occupazione (in cerca di prima occup azione o disoccupati in cerca di nuova occupazione) e la popolazione di 15 anni e più appartenente alle forze lavoro (forze lavoro=occupati+in cerca di occupazione) Nel Comune di Casier tale indice ha valore medio del 3,3% (riferito al 2001), in media con il tasso di disoccupazione calcolato per la provincia di Treviso per lo stesso anno p ari a 3,2, e inferiore a quello dell intera Regione Veneto, pari a 4,1. 287

20 12.2 Sanità Il primario diritto alla salute, oltre a costituire un beneficio personale diretto, è altresì un elemento fondamentale per so stenere la crescita economica e del benessere sociale a lungo termine. Il miglioramento della qualità della vita, non solo in termini di condizioni di salute migliori, significa aumentare la quota di popolazione attiva sul mercato del lavoro specialmente tra i lavoratori p iù anziani, riducendo in tal modo i pensionamenti anticipati e migliorando il funzionamento del sistema economico. In questo campo la Commissione europea promuove il miglioramento della qualità e dell efficienza dei servizi sanitari e, al t empo stesso, riconduce la dinamica di tale voce di spesa nell ambito dei vincoli della finanza pubblica. La conoscenza e l informazione sulla qualità della vita costituisce un elemento chiave per la valutazione e comparazione di un area. Uno studio realizzato da un gruppo di ricerca delle Università di Roma e delle Marche in collaborazione con la Regione Veneto mette a confronto numerosi aspetti della qualità della vita nelle province italiane, attraverso 8 dimensioni di analisi. Secondo qu esti criteri di analisi le province sono state raggruppate in quattro insiemi: la Provincia di Treviso si colloca nel gruppo 1 che è quello di eccellenza. Le principali componenti che fanno rientrare tale Ente territoriale nel gruppo 1 sono gli Affari e Lavoro, l Ambi ente, la Criminalità e il Disagio sociale. Le altre componenti rientrano tutte nel gruppo 2, tranne che la dimensione Servizi, che si colloca nel gruppo La sanità in Regione Veneto Il rapporto dell ISTAT su salute e sanità del 2005, disaggregato per regioni, evidenzia il giudizio della popolazione sul s ervizio sanitario. In Veneto si registra un livello di soddisfazione abbastanza elevato in quanto la percentuale di popolazione soddi sfatta è pari quasi al 40% che, se sommata alla popolazione sufficientemente soddisfatta, raggiunge una percentual e pari a quasi l 80%. Solo il 14.1 % risulta insoddisfatto. Il servizio sanitario è quindi percepito generalmente in maniera positiva. Per contro è anche necessario evidenziare che, nello stesso rapporto dell ISTAT, è presente una statistica sulla percezione d i miglioramento del Servizio Sanitario Pubblico tra il 2004 ed il Il Veneto risulta essere tra le regioni con la percentuale più bassa relativa alla percezione di miglioramento, piazzandosi al terzo posto tra le regioni italiane con un 9.7%, dietro a Friuli Venezia Giulia (7.3%) e Calabria (9.1%). Rispetto allo stato di salute dichiarato, la popolazione residente in Veneto che dichiara come stato di salute percepi to male/molto male è pari a 5.4 (al quinto posto preceduta da Trentino Alto Adige 4.0 Lombardia 4.9 FVG 5.1 Valle d Aosta 5.4). Considerando il complesso della popolazione, la causa di morte maggiormente incidente è rappresentata dalle patologie cardiovascolari (tra le quali la cardiopatia ischemica e le malattie cerebrovascolari) e dai tumori, con un ruolo preminente nei maschi del cancro del polmone, seguito dai tumori del colon e del retto, del fegato, della prostata e dalle leucemie e dai tumori dei tessuti linfatici, mentre nelle femmine il tumore più frequente è quello della mammella, seguito da quello del polmone, dalle leucemie e dai tumori dei tessuti linfatici, del colon e del retto. Seguono le malattie respiratorie (prevalentemente bronchite cronica ostruttiva e asma), le cause accidentali e le patologie legate all apparato digerente. Va sottolineato, inoltre, che l esperienza di morte della popolazione è molto diversificata per classi d età e sesso, come evidenziato nella relazione tecnica della Dott.ssa Michieletto del Servizio di Epidemiologia e Sanità Pubblica della Direzione Prevenzione della Regione Veneto, effettuata in collaborazione con l Istituto Superiore di Sanità PROFEA-Regioni. In particolare si evidenzia una differenza fra i sessi. Nel sesso maschile: - nei giovani (15-29 anni) gli incidenti stradali sono la prima causa di morte, seguiti dai suicidi; hanno un posto rilevante anche i disturbi psichici; - l AIDS, prima causa di morte negli uomini tra i anni negli anni novanta, vede oggi un forte calo di mortalità grazie alle terapie anti-retrovirali che hanno salvato e salvano molte vite tra le persone più giovani; - tra gli uomini di anni i due grandi gruppi di cause di morte dominanti sono i tumori e la malattie cardio-circolatorie. Le due patologie più importanti sono il cancro del polmone e l infarto. Posti rilevanti sono occupati anche dal cancro dello stomaco, del labbro e cavo orale e dai tumori maligni dell intestino crasso. Rimane altresì elevato il numero di decessi per incidenti stradali e assume rilievo anche quello relativo alla cirrosi epatica; - negli uomini al di sopra dei 64 anni le morti per malattie cardiovascolari superano quelle per i tumori, a partire dai 75 anni in poi. Tra le malattie cardiovascolari, quelle cerebrovascolari assumono, con l avanzare degli anni, un importanza crescente. Nelle età più avanzate anche la bronchite cronica ostruttiva, gli incidenti negli ambienti di vita ed il tumore della prostata assumono un ruolo rilevante. Nel sesso femminile: - anche per le giovani donne (15-29 anni) gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte (pur con un tasso tre volte inferiore rispetto ai maschi, così come per le morti per suicidio); - tra le donne tra i 40 ed i 64 anni i due grandi gruppi di cause più frequenti sono i tumori e le malattie del sistema circolatorio, ma ancora una volta i tassi sono inferiori a quelli relativi ai maschi. Si parla, al riguardo, di un vantaggio del sesso femminile che, a parte i fattori costituzionali (ormoni, ecc.), risulta meno esposto a fattori cancerogeni legati a stili di vita scorretti (fumo, 288

21 alcool, alimentazione ) ed a possibili esposizioni lavorative, oltre che al rischio di incidenti mortali da traffico e sul lavoro. In questa fascia d età il tumore della mammella è la prima causa di morte, seguito dall infarto e dai tumori dell intestino crasso e del polmone; - nelle donne oltre i 64 anni le malattie cardiovascolari occupano il primo posto, ma stanno progressivamente aumentando i decessi per malattie dell apparato respiratorio. Al di sopra degli 84 anni il permanere di uno stato di salute relativamente meno compromesso rispetto ai maschi porta all espressione, anche come causa di morte, dei disturbi psichici tipici dell invecchiamento. Analizzando l Atlante di Mortalità regionale per gli anni nel Veneto è possibile evidenziare quali siano le aree di maggiore incidenza per certi tipi di patologie. Si riportano di seguito le tavole relative alle morti per malattie del sistema circola torio e per tumori divise per sesso. Dalle figure successive si può notare come la maggiore i ncidenza per le malattie del sistema circolatorio sia concentrata nelle aree a nord e ad ovest della Regione differenziandosi localmente per la componente maschile e femminile. Pe r i tumori le aree che registrano maggiori episodi sono quella prealpina del bellunese e la bassa pianura verso il mare Adriatico. Diversa la situazione per maschi e femmine nei due decenni considerati: per entrambe le cause di mortalità inoltre si evidenz iano comuni con un aumento dei decessi al pari di altri che invece ne registr ano una diminuzione. Malattie del sistema circolatorio Sesso Maschile Atlante di mortalità regionale, Anni Regione Veneto 289

22 Malattie del sistema circolatorio Sesso Femminile Atlante di mortalità regionale, Anni Regione Veneto 290

23 Tumori Sesso Maschile Atlante di mortalità regionale, Anni Regione Veneto 291

24 Tumori Sesso Femminile Atlante di mortalità regionale, Anni Regione Veneto 292

25 La sanità in Provincia di Treviso I dati di livello provinciale (Regione Veneto Direzione Sistema Statistico Regionale) descrivono una statistica sulle cause di morte (2003). Morti per sesso, gruppi di cause e provincia di residenza. Anno 2003 Cause Verona Vic enza Belluno Tr eviso Venezia Padova Rovigo Veneto Masc hi Malattie infettive e parassitarie Tumori Mal. del sangue e degli organi ematop. ed alc. dist. imm Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche Disturbi psichici e comportamentali Malattie del sistema nervoso e degli organi di senso Malattie del sistema circolatorio Malattie del sistema respiratorio Malattie del sistema digerente Malattie della pelle e del tessuto sottocutaneo Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo Malattie del sistema genitourinario Alcune condizioni che hanno origine nel periodo perinatale Malformazioni congenite e anormalità cromosomiche Sintomi, segni, risultati anomali e cause mal definite Cause esterne di tra umatismo e avvelenamento Totale Femmine Malattie infettive e parassitarie Tumore Mal. del sangue e degli organi ematop. ed alc. dist. imm Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche Disturbi psichici e comportamentali Malattie del sistema nervoso e degli organi di senso Malattie del sistema circolatorio Malattie del sistema respiratorio Malattie del sistema digerente Malattie della pelle e del tessuto sottocutaneo Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo Malattie del sistema genitourinario Complicazioni della gravidanza, del parto e del puerperio Alcune condizioni che hanno origine nel periodo perinatale Malformazioni congenite e anormalità cromosomiche Sintomi, segni, risultati anomali e cause mal definite Cause esterne di tra umatismo e avvelenamento Totale Regione Veneto Direzione Sistema Statistico Regionale 293

26 In provincia di Treviso le cause di mortalità maggiormente rilevanti sono, sia per gli uomini che per le donne i tumori e le malattie del sistema circolatorio, in accordo con quanto riscontrato sull intero territorio regionale L Azienda ULSS 9 Treviso La Regione Veneto con legge n. 56/1994, attuativa del decreto legislativo n. 502/1992, ha ridefinito gli ambiti territoriali delle unità locali socio-sanitarie. A seguito del predetto riordino del servizio sanitario regionale il Comune di Casier appartiene all ambito territoriale dell unità socio-sanitaria n. 9 (ULSS n. 9). L'Azienda ULSS N. 9, istituita il 1º gennaio 1995, comprende ora le precedenti aree territoriali delle ex ULSS N. 10 e ULSS N. 11 più il territorio del Comune di Zenson di Piave già dell'ex ULSS N. 15. Il territorio dell'ulss N. 9 comprende 37 Comuni con residenti sulla base delle risultanze anagrafiche comunali al 31 dicembre 2007, così divisi nei quattro distretti: - DISTRETTO 1 TREVISO: Treviso, San Biagio di Callalta, Silea. - DISTRETTO 2 PAESE, VILLORBA: Arcade, Breda di Piave, Carbonera, Istrana, Maserada sul Piave, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Povegliano, Quinto di Treviso, Spresiano, Villorba. - DISTRETTO 3 MOGLIANO VENETO: Casale sul Sile, Casier, Mogliano Veneto, Monastier, Preganziol, Roncade, Zenson di Piave, Zero Branco. - DISTRETTO 4 OD ERZO: Cessalto, Cimadolmo, Chiarano, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè, Salgareda, San Polo di Piave. Si riporta di seguito un estratto del Bilancio salute 2006 dell Azienda ULSS 9 Treviso. Il vero valore prodotto dall ULSS, non si misura in Euro, ma in anni di vita in buona salute guadagnati dalle persone che ass iste. Il valore aggiunto prodotto più importante non è finanziario, è un valore sociale e macro economico. Esso si misura sulla capacit à di rispondere ai problemi di salute della gente e di farla vivere di più e meglio. La popolazione assistita dall ULSS 9 Nei 37 Comuni dell Azienda ULSS 9 al 31/12/2005 risiedevano 396 mila abitanti. A fine 1995 c erano 350 mila residenti; a fine 2007 se ne stimano 409 mila (+16%). L incremento non è, però, omogeneo nel territorio e nelle varie classi d età. Nella tabella ch e segue sono rappresentate le variazioni tra il 1995 ed il 2005 delle principali classi d età rilevanti ai fini socio assistenziali. Le rilevanti variazioni presenti soprattutto alle età estreme sono il risultato combinato delle variazioni della natalità nei vari periodi del secolo scorso, della progressiva riduzione della mortalità, della mobilità della popolazione. Nei vari Comuni le variazioni p ercentuali delle varie classi d età sono assai variabili. Invecchiamento ed immigrazione Al 31/12/2005 l 8,4% della popolazione dell ULSS aveva più di 75 anni (nel 2001 in Provincia di Treviso l 8,1%, in Regione Veneto l 8,3%1). Gli over 65 erano 71 mila con un incremento del 13% rispetto al 31/12/2000. Gli ultraottantenni erano 19 mila, quas i 1/3 in più di 5 anni prima (+30%). La struttura della popolazione è stata di recente modificata dall immigrazione. Essa è rapidamente aumentata negli ultimi ann i. A fine 2005 il 7,9% dei residenti era immigrato ( su ). In Veneto nel 2001 il valore era del 3,4%, in Provincia di Treviso il 4,4%, nella vicina Provincia di Venezia il l 1,9%. La struttura della popolazione 294

27 L attuale struttura della popolazione per età, sesso, distinta per quota d immigrazione è rappresentata nel grafico che segue. Notiamo che l immigrazione non ha compensato gli squilibri generazionali. La densità abitativa La densità abitativa è maggiore in Provincia di Treviso rispetto al resto del Veneto (321 abitanti/km2 contro 246 ISTAT; censimento 2001). Ciò s accompagna ad un elevata propor zione, 22,9%, che vive in nuclei o case sparse (18,1% la media del Veneto, 9,4% quella italiana Dati Censimento 1991). Questa situazione urbanistica, talvolta definita città diffusa, rappresenta una criticità per l assistenza sanitaria in quanto rende difficile creare centri d erogazione di servizi equamente vicini ai cittadini. Le famiglie Vi sono 2,68 componenti in media per famiglia. Oltre una famiglia su cinque è formata da un solo membro. La famiglia ideale come salvagente sociale, con cinque e più componenti, rappresenta solo il 7,9% delle totali. Le coppie con figli sono meno del 60%. Nel 78% dei casi il capo famiglia è regolarmente sposato. Il capo famiglia dei nuclei familiari di 32 mila persone è separato o d ivorziato. Oltre persone hanno più di 75 anni (8% della popolazione totale). Di questi circa 1/3 vive da solo, 1/3 in coppia senza figli. Solo il 15% vive con i figli, una quota pari a quella che coabita con persone diverse dai figli. In ospizi ed assimilati vivo no meno di persone. Dai dati compare una criticità nel nuovo assetto delle famiglie: i bambini coabitano di rado con i nonni, i nonni raramente con i propri figli. Per i nonni è un problema badare ai nipotini, per i figli adulti un problema badare ai genitori, cui si aggiungono non di rado i longevi nonni. A ciò si aggiunge un problema ulteriore: le donne posticipano sempre più la gravidanz a. Nel 1995 l età media al parto nei nostri punti nascita era di 30,6 anni, nel 2005 di 32,2. L età media al primo parto nel 1996 e ra di 29,3 rispetto ai 28,2 della media italiana. Nel 2005 solo il 25% delle donne ha partorito a meno di 29 anni. Il 25% ha partorito dopo i 35. Di queste più della metà (593 ) avevano almeno 38 anni. Un parto su cinque è stato fatto da donne con almeno 37 anni compiuti. Ciò crea una cascata di problemi. Aumentano le gravidanze problematiche e si esaspera il bisogno che queste vadano a buon termine, accentuandone la medicalizzazione. L aumento della probabilità che i nascituri abbiano delle mutazioni geneti che può innescare una vera e propria selezione, condotta tramite screening genetici, contribuendo ad aumentare gli aborti terapeutici6 e creando situazioni dramma tiche nei casi dubbi. Una popolazione che muore: le principali cause di morte Le persone muoiono per due principali categorie di cause: malattie ed incidenti. Nel periodo il 14% dei deceduti con meno di 65 anni è morto per trauma. Dopo i 65 anni il 3%. Le proporzioni sono stabili nel tempo. Usare i decessi per misurare le priorità di salute non è facile. Per questa finalità i decessi rilevanti sono quelli evitabili, poiché prima o poi tutti muoiono. Nella tabella che segue sono elencate le malattie che hanno determinato la mortalità nell ULSS di Treviso in ordine d importa nza per numero di decessi avvenuti prima degli 80 anni7. I raggruppamenti di malattie qui presentate non sono quelle tradizionali, per organ o 295

28 ed apparato. Il Servizio di Statistica ed Epidemiologia di Treviso ha riclassificato le oltre 7 mila cause di morte in modo da renderle utili a descrivere la situazione locale ai fini della programmazione in una logica preventiva e d integrazione sociosanitaria. Notiamo che al primo posto ci sono i tumori che per tipo e sede sono dovuti, nella nostra realtà, almeno nel 70% dei casi, al fumo di tabacco (primo fra tutti il tumore del polmone). Seguono le malattie ischemiche del cuore, la principale delle quali è l infarto. Quest ultime sono dovute pure prevalentemente a stili di vita modificabili (sedentarietà, alimentazione, fumo di tabacco ). Seguono i tumori del colon la cui incidenza è in aumento. Questi decessi e quelli per tumore alla mammella sono difficilmente prevenibili se non facendo diagnosi precoce o migliorando le terapie. Per questo motivo l azienda sanitaria ha avv iato gli screening gratuiti ed investito nei servizi di diagnosi e cura dedicati. Tumori al fegato e cirrosi sono prevalentemente correlabili al le epatiti virali ed all etilismo. Essi sono in diminuzione grazie alla prevenzione (utilizzo di siringhe usa -e-getta, igiene dei servizi sanitari, programmi per la sicurezza del sangue e degli emoderivati, vaccinazioni, prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse ). Assieme determinano in ogni modo 110 decessi. Leucemie e linfomi determinano più di 50 morti l anno. La prevenzione primaria per queste malattie richiede politiche di sanità pubblica articolate e complesse. L Azienda ULSS di Treviso negli ultimi anni ha investi to molto per la cura delle malattie linfoproliferative ed ha istituito l Unità Operativa Complessa di Ematologia. Tra chi ha compiuto 80 anni si verificano il 55% dei decessi totali. Qui le malattie che determinano la morte sono molteplici. La definizione della causa di morte a quest età però è spesso problematica: usualmente le persone muo iono con più malattie. Talvolta tali malattie semplicemente le accompagnano a miglior vita. La maggioranza dei decessi avviene in seguito all evoluzione di condizioni croniche che rendono l anziano fragile. Nei dati precedenti mancano le morti violente. Considerando i decessi di persone con meno di 80 anni nel mediamente ci sono state 85 morti violente l anno. Di queste il 54% è dovuto agli incidenti stradali, il 19% a suicidio, il 10% a complicanze di cure mediche e l 8% ad incidenti in ambie nti di vita e lavoro. Negli ultraottentenni vi sono stati 19 decessi violenti, per il 35% si è trattato d incidenti in ambiente di vita e lavoro e per il 27% si è trattato d incidente stradale. Una popolazione che nasce La nascita Nel 2005 vi sono state dimissioni per parto nei due punti nascita dell ULSS, il Ca Foncello (72%) ed Oderzo -Motta (28%). Attualmente in alcune aree d Italia vi è una vera epropria epidemia di parti cesarei. In Campania oltre il 60% dei parti è avvenuto in questo modo nel In Veneto la percentuale dei parti cesarei nel 2003 era del 29%9. Al Ca Foncello mediamente nel 2005 il 24,1% ha partorito in questo modo, ad Oderzo il 17,2%. La proporzione di parti strumentali (con l utilizzo di forcipe e/o ven tosa) è del 5,2% al Ca Foncello e 9,3% ad Oderzo (2,9% in Regione Veneto). Al Ca Foncello i parti indotti sono il 16,6%, ad Oderzo il 3,2%, i parti naturali a Treviso il 54,8%, ad Oderzo il 70,2%. I neonati10 dimessi in media ogni anno dagli ospedali di tutta l Itali a nel periodo , con la madre residente nell ULSS di Treviso, sono Su neonati di conosciamo il peso alla nascita (97%); la media è 3 chili e 315 grammi. Tra questi 41 avevano un peso inferiore ad un chilo (0,4%), 95 inferiore il chilo e mezzo (0,9%), 688 meno di 2,5 chilogrammi (6,4%). Non vi sono differenze statisticamente significative tra diversi distretti di res idenza. In Regione Veneto nel 2003 le percentuali erano 0,3%, 0,9% e 6,1%11. Le nascite avvengono nella quasi totalità nei punti nascita 296

29 delle strutture ospedaliere: nel 1996 solo il 0,23% dei parti è avvenuto in abitazione (0,41% in tutto il Veneto)12. Nel 1998 in Provincia vi sono stati 2,98 nati morti ogni mille nati (in Veneto 3,29 ed in Italia 3,61 ISTAT). I figli naturali nati in Provincia nel 1996 erano il 6,37% del totale (7,32% in Veneto ISTAT). La salute riproduttiva nelle donne Sono stati studiati gli aborti in ogni distretto e Comune nel periodo Gli aborti possono essere di varie tipologie: quelli legati a problematiche specifiche, quelli spontanei, quelli volontari provocati legalmente (Interruzioni Volontarie della Gra vidanza o IVG) o illegalmente (quest ultimi non sono noti all ULSS). Nella tabella che segue troviamo i ricoveri per aborto di do nne residenti con cittadinanza italiana avvenuti in qualsiasi ospedale pubblico o convenzionato tra il 2002 e il 2005 suddivisi per tipologia. Per le italiane le varie tipologie d aborto sono piuttosto stabili, con unica eccezione la riduzione dei casi d aborto spontaneo dal 2004 al Tale variazione è dovuta alla sommatoria d andamenti diversi nelle varie classi d età, com evidenziato nel grafico che segue. Tra le straniere vi sono variazioni nel tempo per tutte le tipologie d aborto: gli aborti ritenuti passano da 32 ad 80, gli aborti spontanei da 50 a 61, le IVG da 145 a 219 nel 2004, per poi diminuire nel 2005 (190). Le Interruzioni Volontarie della Gravidanza tra le italiane, sono stabili anche a livello di Distretto, com evidenziato nella tabella che segue: Il tasso d IVG13, in rapporto a tutta la popolazione dell ULSS, sti mato dalle Schede di dimissione ospedaliera del biennio è del 6,1, inferiore al 6,9 del biennio Tra le italiane il tasso di IVG nel è del 4,1 (5 nel ). Le IVG delle straniere sono il 29% delle totali nel biennio , il 32% nel biennio

30 Nei distretti di Paese-Villorba e Mogliano il tasso di IVG nelle italiane è del 3,9, in quelli di Oderzo e Treviso del 4,4. Rispetto al biennio la riduzione del tasso di IVG è stata, mediamente, del -17%, con un massimo del -30% nel distretto di Treviso ed un minimo del -5% in quello d Oderzo. I Comuni in cui il tasso d IVG tra le italiane è più alto sono: Zenson di Piave (10,5 ), Meduna di Livenza (8,9 ), Salgareda (7 ), Cessalto (6,6), Gorgo al Monticano (6,5), Povegliano (6,4). Il rapporto d IVG14 è del 20% (19% per la nazionalità italiana, 23% straniera). Il Distretto con il rapporto più alto è quello di Treviso (24% in totale, 21% per la sola nazionalità italiana, 32% per quella straniera), segue quello di Mogliano (21% totale, 19% na zionalità italiana, 34% straniere), Paese Villorba (18% totale, 16% nazionalità italiana, 21% straniere) e Oderzo (17% totale, 19% nazionalità italiana, 13% straniere). La salute dei bambini Il tasso di mortalità in età di scuola dell obbligo (5-14 anni) è molto basso: tra il 1996 ed il 2005, vi sono stati 45 decessi. Negli ultimi 5 anni vi sono stati mediamente tre decessi l anno. Di questi 1/3 avviene per morte violenta (3 decessi per incidente stradale, 1 per omicidio, 1 per annegamento). 4 casi sono avvenuti per neoplasie del sistema nervoso centrale o malattie linfoproliferative. Una delle maggiori preoccupazioni oggi è la salute psichica dei bambini. Studiando i principali farmaci utilizzati nelle malattie mentali15 vediamo che ai residenti di 0 14 anni nel 2003 sono state prescritte 250 confezioni, 7,3 confezioni ogni bambini. Nel 2005 le confezioni sono diminuite a 3 ogni (-58%). La spesa ULSS per gli antibiotici prescritti ai bambini di 3-6 anni è cresciuta dai 359 mila Euro del 1999 ai 431 mila del 2003 (+22%). Le confezioni da a (+20%). Nel 2005 il costo è diminuito del 43% rispetto al 2003, le confezioni del 29%. Il numero di confezioni totale è inferiore anche rispetto a quello del 1999 ( - 5%) e pure il costo lordo non rivalutato (-16%). Il numero di confezioni pro-capite prescritte nel 2003 era 2,62, nel 2005 è sceso a 1,86 (-29%). L inversione di tendenza è iniziata nel 2004 (2,05 confezioni procapite, -22% rispetto l anno precedente). Uno dei maggiori problemi di salute per i nostri preadolescenti è l acquisizione delle abitudini al fumo di tabacco. Se fumare diventa l atteggiamento sociale vincente già a quest età ci si devono attendere gravi esiti di salute in queste generazioni. La dipendenza da fumo di tabacco è molto forte ed è molto difficile smettere in modo definitivo. Il Servizio d Educazione alla S alute dell ULSS ha condotto nel 2002 un indagine in alcune scuole medie (7.457 questionari)16. L 11,4% dei maschi ed il 6,4% delle femmine è fumatore. In prima classe solo il 3,3% dei maschi fuma, ma tale percentuale aumenta progressivamente ed in terza be n il 16,8% fuma (per le femmine le percentuali sono 1,7% e 12,4%). Il 22,7% di chi non fumava al momento dell intervista aveva provato a fumare. Gli iniziati al fumo sono quasi uno su tre (31,9%). Uno studente su due ha almeno un fumatore in famiglia. Il 39,1% ha tra i pr opri cinque migliori amici almeno un fumatore. Per il 44,1% dei non fumatori chi fuma lo fa per farsi notare dagli amici, mentre la motivazione prevalente per i fumatori è quella di scaricare le tensioni. Nella scuola la tolleranza per chi fuma è con siderata positivamente dalla maggioranza dei fumatori (67,2%) e dal 40,2% di chi ci ha provato ma dal 14,9% dei non fumatori. Che i fumatori non percepiscono che fumando facciano una violen za nei confronti degli altri è confermato dal fatto che solo il 10,8% ne ha consapevolezza. Solo il 49,9% dei non fumatori è convinto di ciò. Da questo si può dedurre che il modello fumo è dominante, anche se l abitudine coinvolge solo una minoranza. I dati confermano che consapevolezza della pericolosità per la salute influisce poco su quella che si crede la scelta di fumare : lo segnala il 56,9% dei fumatori ed il 46,1% dei non. Quasi il 90% di chi non fuma segnala che gli insegnanti non dovrebbero fumare a scuola (il 72,2% dei fumatori). L aver amici che fumano è uno dei maggiori fattori di rischio, indipendentemente dall età e dal sesso. Solo l 1,3% di chi fuma non ha alcun amico fumatore. Il 35,7% ha tre o più amici fumatori. La famiglia ha un peso inferiore. Un alta percentuale rifi uta una sigaretta sia se ha dei fumatori tra i familiari (72,7%) sia se non li ha (79,1%). Chi non ha amici fumatori rifiuterà nell 87,7% dei casi contro il solo 42,4% di chi ha di più di tre. La salute degli adolescenti Per indagare questa difficile età sono stati utilizzati quattro ind icatori: mortalità, utilizzo di psicofarmaci18, parti ed interruzioni volontarie di gravidanza19, fumo di tabacco. La mortalità nella classe d età è bassa. Nel periodo vi sono stati 25 decessi d adolescenti, 21 maschi e 4 femmine. La causa principale sono gli incidenti stradali (13 maschi e 2 femmine). Seguono malattie (2 casi), tumori (2) incidenti non stradali (2), annegamenti (1). In 5 anni ci sono stati 3 suicidi. I morti per incidente stradale sono in diminuzione: 22 nel periodo , 12 nel Nel 2005 sono state prescritte 33 confezioni di psicofarmaci per malattie mentali gravi ogni mille adolescenti. Tra il 1999 ed il 2003 complessivamente sono stati prescritte ogni anno circa 300 confezioni di farmaci prevalentemente u tilizzati nella schizofrenia, nel il numero di confezioni prescritte si è dimezzato. Gli antidepressivi maggiori hanno avuto un progressivo aumento tra il 1999 ed il 2003, dalle 150 confezioni del 1999 alle 818 del Le confezioni prescritte sono in seguito diminuite: 589 nel 2004, 414 nel 2005 (-49% rispetto al 2003). Nel 2003 sono state prescritte 216 confezioni di paroxetina, nel ( -73%), nel confezioni di sertralina nel (-80%). Le interruzioni volontarie della gravidanza (IVG) delle adolescenti dal al sono quasi raddoppiate (da 47 ad 86). Tale incremento è dovuto soprattutto all apporto delle ragazze di nazionalità straniera (da 2 a 22). Per le sole adolesc enti di nazionalità italiana il tasso di IVG22 annuale medio di ULSS del biennio è del 3,8. Non vi sono rilevanti differenze a livello di Distretto per le sole italiane (il tasso varia dal minimo di 2,2 del Distretto di Mogliano al 4,9 di quello di T reviso). Considerando anche le straniere il tasso di IVG di ULSS è del 5,1, quindi basso (il tasso in Veneto nel 2004 è 5,6, Italia 298

31 settentrionale 9,1, nel 2002 in Francia è 14,3, in Inghilterra 22,2, in USA 30,3 23). Mentre il Distretto di Treviso ha un tasso del 7,2 gli altri Distretti hanno un tasso compreso tra il 4,2 ed il 4,7. La bassa numerosità rende scarsamente significative le variazioni a livello comunale. Tra le minori (età 15-17) vi sono state nel IVG (2 di straniere) con un tasso del 2,2 (nel 2004 in Veneto era del 3,4, in Italia settentrionale del 5,8 ). Analizzando le IVG delle minori del periodo non si evidenziano Comuni con numerosità inaspettatamente elevate. I parti tra le adolescenti italiane sono diminuiti progressivamente da una media ann ua di 17,7 del triennio a 11,3 nel (solo 7 nel 2005). Per le straniere sono aumentati da 6,3 a 16,7: dal 2001 sono stabili attorno ai 15 (con l eccezione dei 21 nel 2003). Considerando le sole minori (15-17 anni) i parti sono un evento raro sia tra le italiane (5 casi nel ) sia tra le straniere (3 casi). L epidemia da fumo di tabacco. Continua il trend in aumento iniziato già in prima media. Qui si era passati dal 3,3% della prima al 16,8% della terza. Nella prima classe delle scuole superiori, nella popolazione intervistata, fuma il 23%, nella seconda il 38% sino ad arrivare al 51% in quinta. Più di uno su due, un valore doppio rispetto a quello dei maggiorenni. Per i maschi si passa dal 3 2% al 59%, per le femmine dal 24% al 44%. Gli stili di vita Nel 2002 l ULSS di Treviso ha condotto Un indagine su alimentazione, comportamenti e fattori di rischio su un campione rappresentativo dei propri residenti con più di 20 anni. Sono state intervistati 351 maschi e 361 femmine. Il camp ione rispecchiava la struttura della popolazione generale per età, sesso e tipo di residenza (urbana 40,7%, semiurbana 37,1% ed altro 22,2%). Principali fattori di rischio Obesità e sovrappeso. Dalle interviste emerge che oltre la metà della popolazione h a un peso normale (54,3%) ed il 39,4% ha un Indice di Massa Corporea (IMC) che la pone in una fascia di rischio. Il 9,7% dei maschi e l 8% delle femmine è obeso (9,1% il dato nazionale). Il 41,3% dei maschi ed il 20,3% delle femmine è in sovrappeso (41,8% e 25,7% il dato nazionale). Solo il 2,2% del campione non ha risposto. I maschi hanno un profilo di rischio, quindi, leggermente peggiore di quello nazionale mentre le fe mmine migliore. Il fumo. Fuma un adulto su quattro (24,3%), senza differenze rilevanti fra i due sessi. Il 42,7% dei maschi ed il 58,2% delle femmine non ha mai fumato. Attività fisica. Solo il 13,2% della popolazione adulta fa attività fisica sufficiente a ricavarne un beneficio di salute (quattro o più vol te la settimana). Il 38% riferisce di non praticare mai attività fisica, il 35% di farla una sola volta la settimana. Il 13,5% la fa due o tre volte la settimana. Quasi tre quarti della popolazione è sedentaria. Il 27% riferisce di non averne voglia o di ritenerla inu tile, il 21% la reputa troppo faticosa. Il 53% ha difficoltà di trovare tempo, il 37% è troppo stanco, il 34% ha un orario di lavoro irregolare. N on è un problema d informazione sui benefici dell attività fisica: 85,5% del campione sa che l attività fisica è influente sul peso. Consumo di frutta e verdura. Il 49% ne consuma almeno la quantità usualmente consigliata, un altro 46% ne consuma abbastanza, anche se sotto il livello consigliato. Latte e formaggi. Questi alimenti garantiscono un fondamentale apporto di calcio, essenzi ale per prevenire l osteoporosi. Il 62% consuma due o più porzioni di latte o formaggi il giorno ed il 27% ne assume una. Solo l 11% non ne consuma. Due terzi sono convinti che basti consumare latte o formaggi una sola volta il giorno mentre la frequenza generalmente raccomandata è superiore. Gli stili di vita delle famiglie. Nel 35% delle famiglie c è almeno un componente in sovrappeso, nel 29,5% almeno uno con elevati livelli di colesterolo, nel 19% qualcuno con problemi cardiovascolari e/o di diabete. Ne l 34% almeno uno è fumatore. Più del 70% delle famiglie usa il sale con moderazione, sceglie cibi con pochi grassi e tende ad assumere molta verdura. Il 69% presta attenzione al colesterolo ed il 62% a che il cibo non abbia additivi chimici. Quasi tutte le famiglie sono convinte di mangiare sano e quasi il 90% ritiene di essere informato su come mangiare sano. Vi è un notevole interesse sulle informazioni riportate sulle etichette degli alimenti e l 80% ritiene che le informazioni qui contenute siano poco chiare ed incomplete. Per le informazioni dietetiche le fonti che riscontrano maggior fiducia sono il medico di base (80%) ed i professionisti dell' ULSS (73%). L eccesso d informazioni a ttuale disorienta l 80% del campione, ma la maggioranza ha capacità cr itiche nel discriminare la qualità dei cibi. Solo il 19% ritiene che i cibi che costano di più siano più sani. La freschezza e la qualità dei cibi sono fattori ritenuti molto importanti dal 90% ed abbastanza dal 9%. La marca dal 17% e dal 35%. Gli ostacoli percepiti ad una dieta equilibrata sono lo stile di vita indaffarato (47%), l orario di lavoro irregolare (40%), dover mangiare fuori casa (36%). I problemi di sovrappeso, probabilmente, sono da attribuire non tanto alla qualità dei cibi ma alla sproporzi one tra le quantità introdotte ed il generale stile di vita sedentario (solo nel 7,8% delle famiglie composte di soli adulti c è qualcuno che fa attività fisica). Utilizzo dei servizi sanitari pubblici. Il 77,2% degli intervistati si è rivolto al proprio medico di base negli ultimi 12 mesi, il 46,6% ai servizi distrettuali, il 46,4% ad un medico specialista. Il 19,6% è stato ospedalizzato per almeno una notte. I servizi sanitari pubblici raggiungono capillarment e la popolazione e, visto l elevato grado di fiducia, rappresentano una risorsa veramente rilevante per la salute della popolazione. Gli infortuni Gli incidenti stradali Gli infortuni derivati da incidenti stradali sono stati stimati dagli accessi al pronto soccorso del Presidio ospedaliero del l ULSS. Al Ca Foncello gli accessi al Pronto Soccorso per incidente stradale non gravi (cui non è seguito un ricovero) sono stati circa 3 mila l anno sino al In seguito sono aumentati rapidamente superando i 6 mila nel 1999, mantenendosi poi stabili. Nel grafico che segue questi accessi sono distinti per classe d età. Notiamo che i 25-40enni, tra il 1995 ed il 1999, sono quelli i cui accessi sono aumentati 299

32 in modo più accentuato: da ad oltre 3 mila. Gli accessi al Pronto soccorso sono per lo più dov uti a problematiche minori e, non dirado, probabilmente motivati da esigenze di documentazione del danno ai fini assicurativi. Sui accessi del 2005 per incidente stradale negli Ospedali di Treviso ed Oderzo il 72% (5.663) richiedeva interventi medici per problematiche non urgenti ( codice bianco ). Solo nel 2,4% (189) i casi erano codici gialli, urgenti e gravi. Le emergenze, i codici rossi, sono state l 1,3% (105). Se gli infortuni non gravi sono complessivamente in aumento quelli gravi, stimati dagli accessi al pronto soccorso cui è seguito un ricovero, sono in diminuzione. Nel triennio la media annua era 960, nel Nella classe d età siamo passati progressivamente dai 360 casi del 1986 nel solo Ospedale di Treviso ai 136 del 2005 d entrambi gli ospedali di Treviso ed Oderzo. Nella classe 0-14 da 94 a 54, nella da 204 a 131. Nella classe e negli anziani (>64) non vi sono state rilevanti variazioni nel lungo periodo (mediamente 200 nei primi e 130 nei second i con tendenza alla diminuzione). È noto che l utilizzo delle cinture di sicurezza riduce la mortalità e la gravità degli infortuni negli incidenti stradali. In Veneto nel 2003 è stata condotta un indagine campionaria sull utilizzo dei sistemi di ritenzione (cinture di sicurezza negli adulti, seggiolini ed altro nei bambini). Tra gli adulti il 54,5% dei conducenti indossava le cinture (49,8% maschi, 63,7% femmine), il 53,3% dei passeggeri anteriori (42,6% e 60,5%) e l 11,2% dei passeggeri posteriori (10,6% e 11,7%). I bambini erano dotati di un mezzo di contenimento nel 32,7% nei posti anteriori, nel 26,6% nei posteriori. Gli incidenti domestici Nel 2005 vi sono stati accessi per incidente domestico di residenti dell U.L.S.S. n. 9 al Pronto soccorso dell Ospedale d Oderzo e del Ca Foncello di Treviso. Questi incidenti non sono solo quelli che avvengono fra le mura domestiche, ma anche quelli che accadono genericamente negli ambienti di vita, in altre parole che non avvengono sul lavoro o sulle strade. Non tutti gli incidenti domestici determinano un accesso ad un pronto soccorso, è ragionevole in ogni modo supporre che questo accada per quelli più gravi. La proporzione di persone che è andata al pronto soccorso nel 2005 per un infortunio a domicilio è rappresentata nella tabella seguente, distinta per sesso e classe d età. Gli incidenti sul lavoro Nel 2001 gli addetti stimati su base salariale in ULSS erano oltre 131 mila. In quest anno, rispetto al 2000, vi è stata una riduzione del 45,7% del rischio di avere un incidente stradale. Il rischio d infortuni sul lavoro non stradali non è, invece, variato significativamente. Gli infortuni sul lavoro totali sono passati da 36,4 a 33,8 ogni mille addetti. Sia nel2000 sia nel 2001 vi sono stati 12 morti per infortunio sul lavoro. Uguale anche la durata media degli infortuni, poco più di 28 giorni. Le giornate lavorative perse sono passate da 179 mila a 180 mila. Gli indici di gravità totale e per i non stradali sono diminuiti (il primo da 3,45 a 2,4 8, il secondo da 2,81 a 2,19). L indice di gravità totale più alto nel 2001 riguarda il settore dell Agrindustria e pesca (11,59; 385 addet ti), secondo quello dell Industria dei metalli (9,8; 348 addetti). Tale indice nei tre comparti con più di 10 mila addetti è d iminuito: da 0,88 a 0,84 nei Servizi ( addetti nel 2001), da 6,22 a 6,07 nelle Costruzioni ( addetti) e da 7,23 a 4,51 nella Metalmeccanica ( addetti). Nei settori con un numero d addetti tra i 5 e i 10 mila sono pure diminuiti: da 2,03 a 1,79 nel Tessile, da 8,82 a 5,44 nel 300

33 Legno, da 1,3 a 0,91 nel Commercio, da 1,72 a 1,52 nella Sanità. Il solo comparto con più di mille addetti in cui l indice è aumentato, anche se di poco, è quello della Carta (da 4,12 a 4,32; addetti). Malattie croniche e loro complicanze Le malattie che possono essere curate ma non guarite del tutto rappresentano il principale carico di patologia nella nostra U LSS. Il Ministero della Salute ha definito alcune malattie particolarmente rilevanti ai fini sociali e d impatto sull individuo e sulla collettività. Per queste è stata prevista l esenzione del pagamento del ticket per le prestazioni diagnostiche, le terapie ed i farmaci n ecessari alla cura. Le malattie delle varie età Le esenzioni ticket per forma morbosa totali a gennaio 2006 erano oltre 127 mila. Di queste l 1,2% era di bambini tra i 0 ed i 14 anni, il 9,8% di giovani adulti (15-44 anni), il 30,5% d adulti (45-64), il 40,1% d anziani (65-79) ed il 18,4% d ultraottantenni. Nei bambini (età 0 14) spicca l asma (30% delle esenzioni, prevalenza32 8 ). Seguono problemi di salute per lo più legati allo sviluppo fetale e alla gravidanza (5 ) ed i deficit fisici congeniti (4 ). Tra i giovani adulti (15 44) l asma è pure l esenzione più diffusa (15,8% del totale, prevalenza 12 ). Seguono i tumori (10,8% del totale, prevalenza 8 ) per i quali, all aumentare dell età, diventano sempre più rilevanti i fattori legati agli stili di vita ed all esposizione ad agenti fisici e tossici. Compaiono a quest età due malattie del secolo : l ipertensione ( 6 ) ed il diabete mellito (4 ). Il rischio di soffrire di tali malattie aumenta con l età. Le malat tie da cattivo funzionamento della tiroide (ipotiroidismo 5, tiroidite di Hashimoto 2 ) colpiscono prevalentemente le f emmine. La terapia dell ipotiroidismo consente una vita normale, ma va protratta per tutta la vita. L epilessia (4 ) aumenta di poco con l età: le terapie esistenti sono generalmente efficaci e permettono a queste persone una vita normale. Vi sono 581 casi d esenti per psicosi, con una prevalenza del 3, in linea con il valore atteso dai dati di letteratura. Vi sono 550 casi d epatite cronica attiva. Dopo i 45 anni inizia progressivamente ad aumentare la diffusione delle malattie associate all invecchiamento. L ipertensione diventa talmente diffusa da essere una condizione normale. Negli adulti (45-64 anni) il 12,2% ha l esenzione per ipertensione complicata, negli anziani (65-79 anni) il 37,3%. Un ultraottantenne su due ha la malattia ipertensiva, in altr e parole la pressione arteriosa troppo alta gli ha danneggiato nel tempo il cuore, l apparato circolatorio, i reni, la retina. Anche le neoplasie maligne interessano quote di popolazione crescenti all aumentare dell età. Nei giovani adulti (15-44 anni) la prevalenza è del 0,8%, negli adulti (45-64) sale al 4,9%, negli anziani (65-79) all 11,4%, percentuale che rimane stabile negli ultraottantenni. Dopo i 65 anni più di una persona ogni dieci convive con un tumore maligno. Le esenzioni per diabete mellito incrementano all aumentare dell età in modo particolarmente rapido tra i 45 e gli 80 anni: la prevalenza è del 0,4% nella classe 15-44, 4% nella 45-64, 10,5% nella ed 11,1% negli ultraottantenni. Hanno l esenzione per ipercolesterolemia familiare il 2,4% dei ed il 4,3% dei La prevalenza negli over 80 diminuisce (2,2%) probabilmente per due fenomeni che si sommano: la minor sopravvivenza degli ipercolesterolemici e la frequenza di comorbosità e disabilità che rendono superflua l esenzione ai fini dei benefici economici. La prevalenza di malattie cardiache e del circolo polmonare è molto associata all età: 0,3% a anni, 2,4% a 45-64, 9,7% a 65-79, 17,3% negli over 80, tra i quali è la seconda malattia per frequenza d esenzione ticket. Il glaucoma ha un andamento epidemiologico simile: 1,2% a 45-64, 4,1% a 65-79, 5,8% negli over 80 (quarta patologia per frequenza a quest età). Le psicosi mantengono una frequenza importante nell adulto (0,8% nei 45-64). Nelle età più avanzate passano in seco ndo piano per frequenza di fronte alle patologie organiche: le malattie cerebrovascolari colpiscono l 1,9% dei 65-79, il 4,5% degli over 80. Le demenze non emergono tra le esenzioni ticket probabilmente perché gli interessati ottengono i benefici economici tramite vie diverse. Le malattie dei vasi interessano soprattutto gli anziani (2,1% nei e 3,4% negli over 80). L insufficienza cardiaca diventa una causa frequente d esenzione negli over 80 (4,1%). Nella Tabella n 2 sono presentate frequenza, propor zione sul totale e prevalenza specifiche per classe d età delle esenzioni più frequenti. Le esenzioni ticket permettono di descrivere la comorbosità, vale a dire la presenza di più malattie nella ste ssa persona. La comorbosità ha implicazioni importanti sia sul carico assistenziale sia sui costi sanitari. Assieme all età ed al sesso è, ad esempio, la variabile associata alla spesa farmaceutica territoriale. Il grafico che segue sintetizza il suo peso nelle pri ncipali classi d età. I dati sono riportati nella Tabella n

34 Malattie croniche: diabete, cardiopatia ischemica, infarto cardiaco, bronchiti croniche Il diabete mellito In questo periodo nei paesi sviluppati vi è una vera e propria epidemia di diabete. Il diabete è distinto in varie tipologie. Le due più diffuse sono il Tipo 1 ed il 2. Il primo è tipicamente giovanile ed è prevalentemente dovuto alla morte delle cellule che producono l insulina. Vi sono varie ipotesi causali, ma, al momento non si sa come prevenirlo. Il numero di nuovi casi l anno è stabile. Esso è relativamente poco diffuso. Il secondo tipo è molto più diffuso. La quasi totalità dei casi tra gli adulti e gli anziani dei nostri Comuni appartengono a questa forma. Gli individui predisposti tendono ad ammalarsi già attorno ai 40 anni soprattutto se conducono una vita caratterizzata da scarsa attività fisica ed alimentazione eccessiva. C è addirittura chi dice non sia una vera e propria malattia ma la punta dell ic eberg del dismetabolismo glucidico. All inizio il diabete di tipo secondo spesso è privo di sintomi. È quindi una malattia subdola, che tende a manifestarsi con le sue complicanze. Oltre agli stili di vita ed alimentari vi sono altri fattori di rischio. La predisposizione familiare, genetica, è uno dei più importanti. La prevalenza di questa malattia è fortemente associata all età ed al sesso, com evidenziato nel grafico che segue. Nell ULSS di Treviso dopo i 35 anni aumenta circa del 10% per ogni anno d età sino ai 60 anni passando dallo 0,8% nei maschi e 0,5% nelle femmine della classe d età al 9,7% e 4,9% in quella Poi la proporzione dei diabetici aumenta ancora superando il 10% nella classe nei maschi e nelle femmine. Dagli 85 anni in su la prevalenza è del 22,5% in entrambi i 302

35 sessi. Si sti ma che una persona ogni 20 abbia il diabete (prevalenza grezza del 4,7%). Complessivamente vi sono casi. Se la composizione per età dell AULSS fosse uguale a quella italiana del censimento 2001 la prevalenza sarebbe del 4,9%. La diffusione del diabete varia nel territorio. Vi sono rilevanti differenze nei vari Distretti, in parte dovute alle diverse proporzioni delle classi più anziane, in parte ad altri fattori. Vi è una variabilità diversa nei due sessi. Le differenze tra i due sessi sono pure variabili. Nei confronti tra Distretti e Comuni per eliminare la variabilità territoriale dovuta al diverso peso delle classi d età più anziane abbiamo utilizzato una particolare tecnica statistica, la standardizzazione diretta per età stratificata per sesso. Le differenze riportate sono, quindi, indipendenti dal peso relativo delle varie classi d età. Nella tabella che segue è rappresentata la prevalenz a standardizzata per età distinta per sesso e distretto. Tra i maschi del Distretto di Treviso vi è la prevalenza più alta dell ULSS (5,5%). Nello stesso distretto tra le femmine vi è quella più bassa (4,2%). Tra i maschi vi è quindi, in questo distretto, quasi un caso ogni quattro in più (+24%) rispetto a quanti ce ne sarebbero se la malattia avesse la diffusione che ha nelle femmine. L eccesso di casi nei maschi c è in tutti i distretti: 12% ad Oderzo, 10% a Mogliano Veneto, 4% a Paese. I comuni in cui la prevalenza standardizzata è significativamente38 più alta rispetto alla media intercomunale sono: Tra i maschi: San Biagio di Callalta (prevalenza al 6%), Silea e Casier (5,6%), Motta di Livenza (5,5%). Tra le femmine: Povegliano (5,7%), Spresiano, Salgareda e Zero Branco (5,2%). La differenza della prevalenza tra maschi e femmine nell ULSS è quasi di un punto (0,7). L eccesso di casi nei maschi è significativamente più alto in alcuni Comuni rispetto agli altri: San Biagio di Callalta (+115% rispetto alla media della dif ferenza tra sessi dei Comuni), Treviso (+91%), Silea (+89%), Mansué (+80%), Mor gano (+78%). In alcuni Comuni la prevalenza nei maschi è più bassa che nelle femmine. A Povegliano la prevalenza nei maschi è inferiore a quella nelle femmine di quasi 2 punti percen tuali: nelle femmine è la più alta dell ULSS (5,7%), nei maschi la più bassa (3,8%). A Salgareda questa differenza è di un punto percentuale. In altri Comuni vi è pure una minor prevalenza nei maschi, ma questa differenza è più sfumata. A Casale sul Sile e Zero Branco la differenza è di 0,2 punti, a Breda di Piave e Chiarano 0,1. La variabilità potrebbe essere dovuta a vari fattori, tra cui diversi stili di vita, specifiche abitudini alimentari, diversa numerosità nei vari comuni d individui predisposti, esposizione local izzata a specifici rischi, presenza d alcuni medici con criteri diagnostici particolari, diverso peso dato alle malattie dalla gente, diversa probabilità di avere la diagnosi a pari stadio della condizione morbosa, disallineamento tra alcune anagrafi comunali e quell a dell AULSS. Le cardiopatie ischemiche croniche Le malattie ischemiche cardiache determinano nell ULSS, nel periodo , il 12% dei decessi nei maschi ed il 10% nelle femmine39. Nel 2005 vi è stato più di un morto il giorno (385 decessi). Il tasso standardizzato40 di mortalità è 0,94. La pr evalenza intervallare annua di cardiopatia ischemica è 1,9%, quella standardizzata 2%, relativamente bassa rispetto ai dati di letteratura ed ai valori ottenuti in altre realtà. Complessivamente sono stati identificati casi. La proporzione d amma lati è molto correlata all età in ambedue i sessi. Nei maschi è nettamente più alta in tutte le classi d età (vedi il grafico seguente). Le prevalenze standardizzate dei distretti sono riportate nella tabella che segue: 303

36 Il tasso standardizzato è più alto nel Distretto di Treviso in ambedue i sessi. Nei maschi lo scostamento è maggiore. Da alcune analisi fatte44 sembrerebbe verosimile che la stima di prevalenza più vicina al vero per tutta l'ulss sia quella del distrett o di Treviso, anche se, probabilmente, si sottostima ugualmente il valore nelle femmine del Distretto d Oderzo. La prevalenza totale estrapolata dal Distretto di Treviso è superiore del 12% a quella stimata dai dati. Se l ipotesi di costanza degli andamenti degli scostamenti per età fosse vera potrebbero esserci un migliaio di casi esistenti ma non trattati (19% di questi nel Distretto di Paese Villorba, 36% in quello di Mogliano, 46% in quello d Oderzo). Le differenze potrebbero essere attribuibili almeno in parte a diversi stili di vita e alla variabilità genetica. Nei maschi la media delle prevalenze standardizzate dei singoli Comuni è 2,4% (il 16% in meno rispetto alla prevalenza del Distretto di Treviso). Le prevalenze comunali significativamente più alte appartengono al Comune di Salgareda (prevalenza del 3,3%), Zenson di Piave (3,1%), Treviso (3,0%), S. Biagio di Callalta e Casier (2,9%), Mogliano Veneto e Cimadolmo (2,8%). A Zero Branco ed a Monastier la prevalenza standardizzata nei maschi è di 1,5, la metà di quella di Treviso. La bassa numerosità dei casi rende interpretabili questi dati con difficoltà. L infarto miocardio acuto Nel periodo ci sono stati residenti ricoverati per infarto acuto del miocardio (IMA). Nel 2005 ci sono stati 540 residenti ricoverati almeno una volta o deceduti per IMA. Il 70% è stato ricoverato ma non è morto, il 13% è stato ricoverato ed è morto (durante o successivamente il ricovero), il 17% (90 casi) sono deceduti ma non sono stati ricoverati nell anno Di quest ultimi l 85% (77) non aveva avuto un ricovero per infarto del miocardio anche nei quattro anni precedenti. I nuovi casi, che non avevano avuto un ricovero nei 60 mesi precedenti per infarto, sono 430 (67% solo ricoverati, 13% ricoverati e deceduti, 2 1% solo deceduti). Il tasso d incidenza di IMA è 1,09, il tasso standardizzato 1,13. Rispetto ai dati riportati in altre realtà si tratta di un tasso basso, anche se si deve tener conto che i casi d infarto sono quasi certamente sottostimati, in particolare tra chi non muore in ospedale. L andamento per età e sesso, evidenziato da grafico che segue, è consimile a quello delle cardiopatie ischemiche nei maschi48, anche se l associazione è meno forte. Lo sarebbe anche nelle femmine se nella classe aver 85 non avessimo un valore particolarmente alto. La classe d età degli over 85 è molto larga e le donne trevigiane sono particolarmente longeve, con numerosità delle classi d età più avanzate consistenti. Questi due elementi possono falsare il dato. Nella tabella che segue troviamo le incidenze percentuali standardizzate. Nel distretto di Treviso l'incidenza nei maschi è doppia rispetto alle femmine, oltre ad essere la più alta in assoluto in ULSS. Ad Oderzo l'incidenza tra le femmine è la più alta ed il vantaggio rispetto ai maschi è il più ridotto. Il tasso standardizzato del Distretto di Mogliano Veneto è il più basso, indipendentemente dal sesso. 304

37 Le broncopenumopatie cronico-ostruttive (BPCO) Nel 2005 vi sono stati 99 decessi per BPCO. Tra il 1998 ed il 2005 sono stati ricoverate persone con BPCO. Di queste all 1/1/2005 erano residenti e viventi in ULSS soggetti. Aggiungendo a questi i deceduti o gli esenti ticket per BPCO c he non sono stati ricoverati in quel periodo otteniamo casi di BPCO prevalenti nel Di questi sono maschi (58%). La prevalenza stimata di BPCO nell anno 2005 è 1,37%. La prevalenza standardizzata per età e sesso è 1,45%. La BPCO è strettamente correlata all età ed al sesso. La prevalenza diventa rilevante dopo i 50 anni e l incremento, più rapido nel sesso maschile, avviene secondo una funzione binomiale in ambedue i sessi, come si può vedere nel grafico che segue. Nel futuro ci si attende che la pendenza della curva delle femmine si avvicini a quella dei maschi, visto che il consumo di tabacco nelle coorti di donne che progressivamente si approssimano alla vecchiaia è aumentato negli anni. Attualmente il 55% dei casi nei maschi (1.724 ammalati) è in eccesso rispetto all atteso se questi avessero la stessa prevalenza del le femmine. Attribuendo all esposizione lavorativa specifica per sesso il 10% dei casi possiamo stimare che, nei maschi, circa un caso di BPCO su due possa essere attribuito al fumo di tabacco. A livello di Distretto nel sesso femminile non si evidenziano differenze di rilievo. Nel sesso maschile notiamo ad Oderzo un eccesso del 15% rispetto alla media ULSS. I dati sono presentati nella tabella che segue. Analizzando il dato a livello di comune notiamo che c è una correlazione modesta e non significativ a tra i tassi nei due sessi (rho= 0,219 p= 0,192). I tumori: mammella e colon Il tumore della mammella Negli ultimi anni l AULSS di Treviso ha condotto uno screening mammografico, come raccomandato dalle Linee Guida Internazionali, dal Ministero della Salute e dall Assessorato alla Sanità della Regione Veneto. I Distretti sono stati coinvolti in modo sequenziale. L avvio dello screening rende ardua la stima dell incidenza naturale della malattia utilizzando gli archivi in formatizzati correnti. Da questi si può stimare la prevalenza. Questa misura epidemiologica è importante per valutare, ad esempio, l equità territoriale a livello di distretto. Se l efficacia dello screening e la qualità delle cure sono omogenee nel territorio ci a spettiamo una 305

38 prevalenza standardizzata per età simile nei vari Distretti e Comuni. Per l identificazione dei casi sono stati utilizzati i ricoveri ospedalieri del periodo , i referti istologici del Servizio d Anatomia Patologica ( ) ed il Registro Nominativi Aziendale delle Cause di Morte (2005). La prevalenza annuale della malattia nel sesso femminile nel 2005 è 1,33% (1,34 la prevalenza standardizzata). La prevalenza standardizzata nei Distretti di Paese -Villorba, Mogliano V. ed Oderzo è molto simile (rispettivamente 1,26%, 1,38% ed 1,24%). Nel Distretto di Treviso troviamo, invece, una prevalenza significativamente più alta (1,44%). A livello Comunale la prevalenza standardizzata ha un range piuttosto ampio: da 0,86% a 2,37%. Ciò potrebbe essere attribui bile al fatto che lo screening è in fasi diverse nei Distretti e dalla diversa proporzione di donne che fanno lo screening da sé, indipendentemente da quello organizzato dall AULSS, rivolgendosi a centri che utilizzano criteri e metodi non uniformi. I Comuni in cui la prevalenza standardizzata è significativamente più alta sono Arcade (2,37%), Mogliano Veneto (1,72%), Silea (1,70%) e San Biagio di Callalta (1,59%). I comuni in cui è più bass a sono Zero Branco (0,86), Povegliano (0,89), Cimadolmo e Mansué (0,94). La prevalenza della malattia è prossima allo zero sino a 40 anni, quindi aumenta rapidamente sino a raggiungere il 3% nella c lasse d età In seguito rimane stabile attorno al 3%. Il tasso d incidenza standardizzato sulla popolazione europea54, rife rito al , nell ULSS di Treviso (escluso il distretto d Oderzo) è 12,03* Il tasso standardizzato regionale è 12,43* Il tasso d incidenza della nostra ULSS è nella media regionale. Il tumore del colon Con i dati del Servizio d Anatomia Patologica ed i ricoveri ospedalieri è stato possibile stimare i nuovi casi del Sono stati trovati 195 casi, di cui il 95% identificati solo con i referti istologici dell Anatomia Patologica. Il tasso d incidenza grezzo stimato è 3,8*10.000, identico allo standardizzato. Vi è una rilevante differenza nei due sessi: 4,18* nei maschi e 3,41* nelle femmine. I tassi sono sottostimati rispetto a quelli del Registro Regionale dei Tumori (che però esclude l Opitergino -Mottense): secondo questo il tasso annuale medio era 4,97 nei maschi, 4,20 nelle femmine L incidenza aumenta linearmente per i maschi da un valore di 4* nella classe al 37* nella 80-84, per le femmine da 1,8 nella classe a 26,7 nella Nella classe degli over 85 l incidenza è uguale nei due sessi e pari a 11* Osservando i tassi d incidenza grezzi possiamo notare che la sottostima dei tassi d incidenza è relativa in primo luogo al Distretto d Oderzo, in secondo a quello di Mogliano. È probabile che per questi due Distretti il sistema di rilevazione non riesca ad intercettare i casi. Le persone potrebb ero rivolgersi frequentemente a Servizi d Anatomia Patologica d altre Strutture, territorialmente vicine. I tassi standardizzati sulla popolazione europea dell ULSS di Treviso (escluso il distretto d Oderzo) sono 4,21* per il colon e 2,18 per il retto nei maschi, 2,63 e 1,01 per le femmine. I tassi d incidenza standardizzati della Regione Veneto sono 4,50 per il colon e 2,07 per il retto nei maschi, 2,87 e 0,96 nelle femmine. Da questi dati emerge che l incidenza di questi tumori nella nostra popolazione è nella media regionale. L evoluzione delle risposte ai bisogni: ricoveri ospedalieri, esami e visit e specialistiche, farmaci L impiego di risorse57 per assistito è stato stimato dagli importi tariffari di ricoveri, prestazioni specialistiche e farmac i distribuiti dalle farmacie territoriali, attribuibili ai nostri residenti e totalmente o parzialmente a carico dell ULSS. L anno 2005 è stato confrontato con il Gli importi del 2001 sono stati convertiti in Euro ed attualizzati, in modo di poter fare dei confronti in termini e conomici. Per poter confrontare l impiego delle risorse indipendente dalla trasformazione demografica della popolazione assistita si è utilizzato il metodo della standardizzazione diretta. Dal 2001 al 2005 c è stata una diminuzione degli importi pro-capite, attualizzati e standardizzati per età, del 19% (da a Euro). Pe r i ricoveri ordinari c è stata una variazione del 7% (da 401 a 374 Euro), per i ricoveri diurni di +10% (da 76 ad 83 Euro), per la farmaceutica territoriale di 12% (da 185 a 164 Euro), per la specialistica territoriale di -29% (da 795 a 566 Euro). Il numero di ricoveri ordinari effettuati dai residenti è diminuito del 6% (da a ) con un pari incremento in valore unitario medio (da a Euro attualizzati). Le risorse totali dedicate a questo cap itolo sono, quindi, rimaste sostanzialmente invariate. I ricoveri diurni sono invece aumentati del 24% con solo una lieve flessione dell importo unitario medio (-3%). Il volume totale delle prestazioni di specialistica territoriale è aumentato di numero del 19% e d importo unitario medio attualizzato del 33%. Le confezioni di farmaci sono diminuite del 2% in numero ed il costo lordo attualizzato medio è diminuito del 6%. Vi è stata una diminuzione dei ricoveri ordinari totali cui è corrisposto un aumento consistente dei ricove ri diurni che sono aumentati di complessità. Le prestazioni di specialistica territoriale fornite alla popolazione sono aumentate molto sia di numero sia di complessità. Da ciò si può intuire che è stato realizzato il trasferimento d alcune attività assistenziali dal regime di ricovero ordinario a quello diurno ed all assistenza territoriale. Questo era un obiettivo indicato dalla Regione. Le confezi oni farmaceutiche fatturate dalle farmacie territoriali all AULSS per i propri residenti sono diminuite sia di numero ( -2%) sia d importo 306

39 medio (-6%). Le strategie di contenimento dei costi di lungo termine sono state efficaci. A questo non è corrisposta una diminuzione dei costi totali ma ciò potrebbe essere attribuito alle intercorse variazioni demografiche e dei bisogni sanitari (es. invecchiamento della popolazione). Nella tabella che segue sono indicate le variazioni degli importi pro capite lordi, attualizzati al 2005, stimati per tipologia assistenziale e classe d età. Nei bambini vi sono stati consistenti diminuzioni di spesa di specialistica territoriale e farmaceutica ed una maggior spesa per ricoveri ordinari. Le risorse complessive per questa classe d età sono rimaste invariate. Nei giovani adulti vi è stata una l ieve flessione dei ricoveri ordinari (-5%) cui è corrisposto un consistente incremento dei diurni (+46%). Per questa classe d età vi è stata una diminuzione complessiva del 15% da attribuirsi prevalentemente a farmaceutica e specialistica che hanno avuto una diminuzione di ¼. Negli adulti sono aumentati sia l importo per ricoveri ordinari (+3%) sia quello per i diurni (+32%). Nel complesso vi è stata una diminuzione del 15% da attribuire a specialistica ( -26%) e farmaceutica (-15%). Negli anziani (classe d età 65-79) è aumentato l importo pro capite per ricoveri ordinari e diurni del 7% ma il totale è diminuito del 19% grazie al contenimento degli importi di specialistica (-34%) e farmaceutica (-5%). Negli over 80 c è stata un importante riduzione degli importi per ricovero ospedaliero, una riduzione del 21% per la specialistica e stabilità degli importi per la farmaceutica territoriale. In linea con le indicazioni nazionali e regionali il numero di ricoveri totali ogni mille abitanti è diminuito da 184 nel a 168 nel I risultati degli investimenti in salute: la riduzione della mortalità Nell ULSS di Treviso nel 2005 vi sono stati decessi60. Di questi oltre il 50% è morto dopo aver compiuto 80 anni, il 34% tra i 65 e i 79, il 16% prima di compiere i 65. L età media alla morte è passata progressivamente dai 74,9 anni del 1996 ai 78,5 anni del 2005, aumentando di quasi 4 anni. Questo incremento è attribuibile ai maschi. L età media alla morte nelle femmine nel period o è stabile attorno agli 82 anni, nei maschi passa da 73 a 75 anni. Nel 2001 il 17% dei deceduti aveva meno di 65 anni, nel 2005 il 15,6%. Nei maschi si è passati dal 23% al 21%, nelle femmine la percentuale rimane attorno all 11% in tutto il periodo. La proporzione di deceduti che non avevano ancora compiuto gli 80 anni al momento del decesso è diminuita di più di un punto percentuale l anno, da 50% nel 2001 a 44% nel 2005 (nei maschi da 62% a 57%, nelle femmine da 38% a 32%). Dal 2001 al 2005 tasso di mortalità standardizzato61 totale dell ULSS è diminuito di poco, passando dal 9,44 al 9,15. Nei maschi la mortalità è diminuita di quasi un punto percentuale, passando da 10,30 a 9,44. Ci si attende in futuro un ulteriore diminuzione del tasso di mortalità tra i maschi mentre, tra le femmine, esso potrebbe aumentare, in quanto st anno arrivando nelle classi d età a rischio di morte le generazioni di donne che con l emancipazione hanno acquisito in parte gli stili di vita che determinano buona parte dell eccesso di mortalità nei maschi (es. fumo di tabacco, alimentazione ). La mort alità infantile è molto bassa, tanto da essere difficilmente misurabile in modo significativo a livello locale. In provincia di Treviso muoiono prima dei sei anni 3,15 bimbi ogni mille nati (in Veneto 3,84, in Italia 4,89 dati ISTAT riferiti al 1999). Tale valore di mortalità infantile è tra i più bassi del mondo, simile a quelli di Finlandia, Svezia e Giappone. Il tasso di mortalità standardizzato sulla popolazione europea è diminuito del 7,6% nel rispetto al , passando da 6,07 a 5,6 decessi ogni residenti (ciò escludendo la mortalità infantile). Il tasso di mortalità standardizzato (SMR) della Provincia di Treviso è di 6,25, leggermente inferiore a quello veneto ed it aliano (rispettivamente 6,29 e 6,48 dati ISTAT 1999 standardizzazione sulla popolazione del Censimento 1991). Nella Provincia l SMR dei maschi è sceso dal 20,08 del 1992 all 8,8 del 1999, per le femmine dal 5,02 al 4,53. Gli anni di vita persi Lo studio sulla frequenza dei decessi ci dice solo in parte quan to pesa una malattia dal punto di vista della salute d'una popolazione. È ben diverso, infatti, morire a 15 anni o a 65. Nel primo caso si è vissuta solo l alba della propria esistenza ed è negata la quasi totalità della vita. Vi sono alcune malattie o cause violente che causano più decessi ad età più giovani. Come fare per pesarle in modo corretto? Gli epidemiologi hanno trovato un indicatore che permette di misurare quanta vita potenziale una malattia fa perdere ad una popolazione. Sono gli anni di vita persi. L Organizzazione Mondiale della Sanità utilizza gli anni di vita persi prima dei 307

40 sessantacinque anni. Il suo calcolo è semplice e ci permette di capire facilmente di cosa si tratta. Si prendono tutti quelli che sono morti nell anno prima dei 65 anni. Si calcola per ognuno di loro quanti anni avrebbero vissuti se, sopravvivendo, avessero vissuto fino a compiere 65 anni. Si sommano tutti questi anni e si ottengono gli anni di vita persa prima dei 65 anni dalla popolazio ne (AVP65), o anni di vita persa in età lavorativa. Questa misura di mortalità è utilizzata anche per confrontare nazioni diverse. A livello locale, però, deve essere integrata da un aggiuntiva, gli anni di vita persi fra i 65 e gli 80, considerando gli 80 quale limite indicativo delle potenzialità di sopravvivenza medie. In questo modo troviamo gli anni di vita persa in età non lavorativa (AVP6580). Con ques ti indicatori riusciamo anche a stimare gli anni di vita guadagnati grazie alle terapie mediche o alle politiche che influisco no sulla sopravvivenza delle persone. Anni di vita persi in età lavorativa Nella tabella 4 troviamo gli anni di vita persi prima dei 65 anni nella nostra ULSS. Le cause di morte sono state distinte in malattie e traumatismi. Le dinamiche violente di morte so no state considerate a parte. È stata calcolata la media annua degli AVP65 nei bienni e e quindi la variazione percentuale tra i due periodi. Questo ci permette di dire come stanno andando le cose nella nostra ULSS. Tra il ed il la mortalità precoce si è dimezzata. C è stato un guadagno per la collettività di oltre 12 mila anni di vita in età lavorativa l anno, più di 4 il giorno. La mortalità precoce da malattie del cuore si è ridotta di 3/4. In questo caso le terap ie e l organizzazione dei servizi hanno avuto degli ottimi risultati. La mortalità precoce per insufficienza cardiaca si è quasi azzerata. Le malattie cerebrovascolari han no avuto una riduzione dell 83%. I tumori maligni, sono quelli che, nel complesso, hanno avuto la minor diminuzione della mortalità (-18%). Netti miglioramenti ci sono solo per i tumori linfoproliferativi, leucemie e linfomi ( -40%). La mortalità da tumori del tessuto connettivo e delle ossa sembrano aver causato un netto aumento della mortalità precoce: bisogna tener conto che tra questi ci possono essere le metastasi, che possono falsare il dato. La mortalità precoce per causa violenta è diminuita del 38%. La mortalità per incidente stradale è diminuita del 39%. Acquisiscono importanza gli AVP65 causati dalle complicanze di cure mediche. Anni di vita persi in età non lavorativa Nella tabella 5 sono presentati gli andamenti delle principali cause di mortalità precoce in età non lavorativa (tra i 65 e g li 80 anni). Tra il ed il gli anni di vita persi in età non lavorativa sono diminuiti di oltre 1/3. C è stato un guadagno per la collettività di oltre 6 mila anni di vita, oltre 800 l anno. Gli anni di vita persi per malattie cardiache sono diminuiti quasi di 1/3, la cirrosi epatica del 60%, le malattie dei polmoni del 37%. Per i tumori i risultati sono contrastanti a seconda delle tipologie ma, nel complesso, c è stata una diminuzione del 19%. Gl i anni di vita persi per causa violenta sono in netta diminuzione (-44%). Dimezzati quelli per incidente stradale. L aumento della disabilità L invalidità civile rappresenta la perdita di capacità lavorativa generica nell età compresa tra i 18 e i 64 anni, mentre in età non lavorativa esprime una perdita rilevante delle comuni funzioni della vita. Essa è espressa in percentuale: più questa è alta maggiore è l invalidità. Una tipologia particolare tra gli invalidi sono i non autosufficienti, quelli che hanno diritto all indennità d accompagnamento o accompagnatoria. Il riconoscimen to ad avere questo beneficio economico è dato alle persone che non possono camminare o che debbono essere costantemente assistite. Questa è quindi la forma d inabilità più grave e con maggior impatto sociale, in quanto la persona diventa dipendente dagli a ltri anche per le funzioni più elementari, quali bere e mangiare. Complessivamente nell ULSS di Treviso sono stati erogati nel 2005 circa 40 milioni d Euro in benefici economici. Dividendo questa cifra per tutti i residenti otteniamo 133 Euro. Le principali voci sono riassunte nella tabella che segue63. La non autosufficienza è oggi principalmente un problema della terza e, soprattutto, della quarta età, com è chiaro dal grafico che segue, ove è rappresentata la proporzione degli invalidi, distinta per gravità, rispetto al totale della popolazione di pari età. 308

41 Oltre 1/3 degli ultraottentenni ha problemi di disabilità tali da dover chiedere un aiuto alla collettività, uno su cinque de ve essere assistito in modo continuativo, non essendo in grado di ca mminare o di fare le comuni attività necessarie alla sopravvivenza. Solo una quota ridotta degli ultraottantenni chiede il supporto alla collettività per problemi di disabilità non gravi. Tenuto con to che 1/3 degli ultrassettantacinquenni vive da solo e 1/3 solo con il coniuge, i problemi assistenziali che derivano sono rilevanti. Tali problemi sono in rapido aumento. Tra il 1996 ed il 2005 il numero di pratiche sanitarie d invalidità civile è aumentato di 5 volte. I riconoscimenti economici di quasi 6 volte. La richiesta di visite domiciliari è decuplicata. Gli andamenti sono evidenziati nel grafico che segue. L Unità Operativa Invalidi civili della Provincia di Treviso ha espletato nel pratiche di benefici economici, cont ro le di Venezia, le di Padova, le di Belluno. 309

42 TABELLA 1 Variazioni percentuali al 31/12/2005 rispetto il 31/12/1995 dei residenti nei Comuni dell'ulss di Treviso totali e distinti p er classe d'età: valori comunali in ordine decrescente dell'indice di disequilibrio demografico.l'indice di disequilibrio è la deviazione standard delle variazioni delle classi d'età. Fonte: anagrafi comunali Elaborazione: Servizio di Statistica ed Epidemiologia. Sfondo grigio: incremento superiore ad una deviazione standard rispetto alla media.grassetto: diminuzione superiore ad una deviazione standard rispetto alla media. 310

43 TABELLA 2 311

44 TABELLA 3 312

45 TABELLA 4 313

46 TABELLA 5 314

47 Infortuni sul lavoro Il fenomeno infortunistico costituisce un tracciante significativo delle condizi oni di rischio professionale esistente nelle aziende e nei cantieri del territorio. Infor tuni gr avi, mor tali e non mor tali, nella Azienda Ulss N. 9. Anni 1990:2001 Definiti Positivi esc lusi Studenti, Con automezzi Domestic i e Spor tivi Anno di evento Mortali Non mortali Totale gravi Mortali Non mortali Totale gravi Esc luso automezzi Mortali Non mortali di cui non in itinere di cui non in itinere di cui non in itinere Nota: il dato INAIL del 2001 relativo agli infortuni con automezzi è verosimilmente sottostimato. Fonte: Elaborazioni Regione Veneto - Di rezione SISTAR e C.O.R.E.O. su dati Inail Totale gravi Andamento infor tunistic o nella r egione del Veneto per u.l.ss. tasso standardizzato triennio infortuni indennizzati Belluno 41,6 40,1 38,6 40,1 37,6 Feltre 44,9 43,1 45,3 44,2 45,6 Bassano d.grappa 37,5 37,2 36,9 37,2 36,5 Thiene 41,2 39,1 39,7 39,8 37,2 Arzignano 40,5 44,8 44,8 40,5 39,7 Vicenza 33,1 32,7 32,8 33,0 31,1 Pieve di Soligo 38,8 38,5 40,7 39,4 36,5 Asolo 35,2 32,3 32,4 33,1 29,3 Treviso 38,2 37,5 38,4 38,0 33,9 S.Donà del Piave 43,8 41,6 41,7 42,0 36,3 Veneziana 43,7 40,5 45,5 41,1 40,1 Mirano 36,7 37,7 35,6 38,2 37,3 Chioggia 46,1 49,9 45,2 46,5 43,9 Cittadella 38,0 38,3 35,1 36,6 33,6 Padova 33,8 33,3 33,2 33,2 31,8 Este 38,6 34,8 35,0 36,1 35,6 Rovigo 57,6 56,9 58,5 57,4 44,7 Adria 41,1 37,1 40,5 39,2 45,1 Verona 38,7 36,2 38,3 37,6 33,7 Legnago 37,1 40,5 41,0 39,5 39,4 Bussolengo 45,2 42,9 42,6 43,4 39,9 Regione del Veneto 37,8 36,4 36,7 36,8 34,3 Italia 33,0 31,2 30,7 31,5 28,7 Si può notare come si sia notevolmente abbassato il tasso degli infortuni all interno del ULSS 9 nel 2003 rispetto al trienni o fino ad attestarsi sotto la media regionale. Il dato evidenzia, nell'ambito dell'unità locale socio-sanitaria n 9, una situazione che, 315

48 pur costituendo ancora un importante problema di salute pubblica considerato il peso sociale inaccettabile della pato logia professionale in termini di sofferenze umane e di costi economici, rispecchia il miglioramento delle condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro, dovuto alla sensibilizzazione, all'impegno di imprenditori, tecnici e lavoratori, al diffondersi di conoscenze condivise e consapevoli su rischi professionali e prevenzione ed alla maggiore osservanza rispetto al passato delle norme leg islative di igiene e sicurezza. In questo contesto, si è inserito l'operato del servizio per la prevenzione e la sicure zza negli ambienti di lavoro con le specifiche azioni di vigilanza e controllo, formazione informazione, assistenza e promozione della salute, costituendo un riferimento co ncreto per lavoratori, aziende, tecnici, organizzazioni sindacali, associazioni impr enditoriali. La Direzione del SISTAR ha reso disponibili inoltre i dati riportati di seguito, relativi agli infortuni sul lavoro registrat i nel periodo dal 1996 al 2001, e alla variazione percentuale rispetto al periodo Infortuni definiti positivamente esclusi studenti, domestici e sportivi professionisti per comune. Numero medio di infortuni per anno nel periodo e variazione percentuale rispetto al Codice Comune Nome Comune Media annua infortuni 1996:2001 Var % degli infortuni 1996:2001/1990:1995 Azienda Ulss Casier Fonte: Elaborazioni Regione Veneto - Direzione SISTAR e C.O.R.E.O. su dati Inail 316

49 12.3 Il sistema produttivo L economia mondiale mostra segnali contrastanti che, seppur lasciando intra vedere alcuni sintomi di rafforzamento generalizzato, non consentono di guardare al prossimo futuro con eccessiva fiducia. Soprattutto in relazione al quadro macroeconomico europeo, gli indicatori manifestano una situazione di rincorsa, di un econo mia continentale che a fatica riesce a tenere agganciato il passo della crescita di nuove aree del pianeta che si stanno imponendo co me punti di riferimento dell economia globale. Infatti, se gli Stati Uniti continuano ad occupare il centro del sistema economico mondiale grazie ad una crescita stabile superiore al 3% del PIL stimata fino al 2008, l area asiatica (con la ripresa del Giappone e soprattutto la crescita tumultuosa di Cina ed India) si è ormai imposta come il secondo blocco economico con cui è necessario fare i conti. L Europa, cioè, o sarà in grado di rafforzare la sua funzione di terzo polo geografico in grado di competere con America ed Asia, in un contesto realmente multilaterale, oppu re potrebbe essere destinata ad assumere un ruolo che, per quanto importante, non potrebbe che essere qualificato come periferico. L Italia, nell ambito di un contesto europeo tutt altro che facile, non presenta certamente un quadro di particolare vitalità. La crescita del PIL stenta a ritrovare slancio e i tradizionali punti di forza della nostre aziende, flessibilità dovuta alle piccole dimensioni delle imprese e capacità di stare nei mercati internazionali, non paiono più in grado di garantire le condizioni sufficienti per un a crescita endemica del sistema economico. Queste due caratteristiche, che per altro avevano contribuito (anche se non da sole) all apprezzamento del nostro sistema produttivo e all affermasi del modello del nordest sono state infatti anche le cause p rincipali della crisi del modello stesso. Infatti, sia l apprezzamento dell Euro che l entrata in scena di nuovi soggetti sui mercati internazionali in grado di competere sulla produttività del lavoro sono risultati decisivi nel determinare gli scenari di difficoltà del nostro sistema produttivo. L economia trevigiana non fa eccezione. Pur mantenendo ancora una innegabile vitalità nel campo delle esportazioni, si trova comunque a dover affrontare processi di ripensamento e di riposizionamento del proprio apparato produttivo. Il Rapporto annuale sull economia trevigiana presentato nel maggio 2005 indica con chiarezza questo orizzonte e segna i nodi che si dovranno affrontare in un futuro non più procrastinabile. Nuove imprese per 100 abitanti Elaborazione Agenda 21 Consulting su dati CCIAA di Treviso (2005) Rapporto sullo stato dell ambiente della Provincia di Treviso, Il tessuto produttivo in Regione Veneto Il modello di sviluppo veneto negli ultimi trent anni si è caratterizzato per una vera e propria rivoluzione industriale mani fatturiera che ha radicalmente modificato l assetto produttivo, territoriale e di risorse umane precedente, di matrice rurale. La dimensione, la tumultuosità del fenomeno e soprattutto il numero di soggetti simultaneamente coinvolti sono stati tali da ribaltare una condizione che fino a quel momento era significativamente afflitta dall emigrazione. Con l affermarsi nella Terza Italia, negli anni 80-90, del fenomeno della distrettualizzazione dello sviluppo produttivo che vede protagoniste le Piccole e Medie Imprese (PMI), nell economia italiana si assiste all affermarsi di nuovi paradigmi nel definire i motori dello sviluppo locale. Con la fine dell egemonia assoluta dei grandi poli produttivi, dominati dalle strutture, infrastrutture e dalle logiche imprenditoriali della Grande Industria, si fa strada un nuovo modo di concepire le strategie di sviluppo locale. A cambiare è soprattutto il rapporto con i territori, perché con la fine delle grandi concentrazioni industriali era comincia to anche il declino del modello produttivo fordista. Entrò in crisi l approccio neoclassico della localizzazione delle imprese: il capitale e il lavoro 317

50 rendono in modo uguale rispetto alle scelte localizzative, una volta risolti i problemi infrastrutturali, logistici, occupazionali, di trasporto, ecc. I valori di ordine ambientale, etico, sociale, culturale, storico e tradizionale delle popolazioni e dei contesti locali non hanno alcun valore. Questa teoria ha giustificato -per fare pochi ma eclatanti esempi-, al Nord, l insediamento dell Area Industriale di Porto Marghera, al confine con la Laguna di Venezia usufruita come scarico naturale delle industrie inquinanti, al Sud d i un centro siderurgico nei luoghi che hanno ispirato la poetica virgiliana (Napoli -Bagnoli). La produzione seguiva criteri localizzativi astratti, fissati da parametri quantitativi supposti omogenei nello spazio. Il territorio veniva considerato come una semplice tecnostruttura strumentale alla produzione. I Piani Regolatori - dove esistevano- dovevano individuare le aree produttive, il fabbisogno abitativo, le infrastrutture per la viabilità di progetto, qualche standard per le urbanizzazioni secondarie e qualche generica tutela per i Beni storico -culturali vincolati dalle Soprintendenze. Gli economisti, dopo aver analizzato e considerato i grandi sistemi e poli produttivi manifatturieri a scala regionale e nazionale come i fondament i della crescita economica, scoprivano la dimensione dello Sviluppo locale: i Distretti produttivi. Nella dimensione locale e distrettuale della crescita economica, i geografi italiani coglievano l importanza delle reti di relazioni locali, metropolitane, regionali, nazionali, europee, globali, ecc. Lo spazio dei flussi in tutte le sue declinazioni relative alle connessioni con i sistemi di trasporto, finanziari, logistici, l innovazione tecnologica, ecc., acquista una considerazione e valenza uguale se non maggiore rispetto a quello dello spazio dei luoghi. Gli effetti territoriali di questo processo sono facilmente percettibili in termini di disseminazione delle attività produttive, che hanno attecchito laddove esistevano condizioni minime come una rete stradale sufficientemente accessibile, anche se spesso non idonea a supportare il traffico pesante, l esistenza di fabbricati soprattutto di matrice rurale altrettanto spesso poco idonei ma comunque in grado di ospitare i macchinari necessari, la proprietà degli immobili da trasformare ad uso produttivo. Le condizioni che hanno consentito uno sviluppo che ha comunque significato una pr oduzione di reddito all inizio insperata, si stanno ora configurando in termini di diseconomie esterne e soprattutto di compromissione dei livelli ottimali di qualità del la vita Il Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto Con DGR n del 13 novembre 2007 la Giunta regionale ha approvato il Programma di Sviluppo rurale per il Veneto (PSR) in seguito all'approvazione della Commissione europea avvenuta con Decisione C(2007) 4682 del 17 ottobre Il Programma di sviluppo rurale stabilisce le strategie e gli interventi per il settore agricolo, agroalimentare e forestale e, in generale, per lo sviluppo delle aree rurali del Veneto, in attuazione del Regolamento (CE) 1698/2005. Esso recepisce, inoltre, - gli indirizzi del Piano Strategico Nazionale (PSN), - le proposte, le osservazioni e le indicazioni segnalate da parte del partenariato, - gli indirizzi e gli orientamenti generali espressi dal Documento Strategico Regionale per lo sviluppo rurale (DSR), - il parere e le osservazioni espresse dalla competente Commissione consiliare, - le ulteriori osservazioni e indicazioni espresse dalla Commissione europea nel corso del negoziato. Analisi del territorio regionale L analisi del territorio regionale operata dal PSR recepisce la classificazi one del Piano Strategico Nazionale la quale si fonda prioritariamente sulla valutazione delle caratteristiche di ruralità nelle quattro aree omogenee: A. Poli urbani B. Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata C. Aree rurali intermedie D. Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo Al fine di rispecchiare le peculiarità correlate al modello di sviluppo veneto, la fascia centrale di pianura corrispondente alla macrotipologia area rurale ad agricoltura intensiva specializzata nella quale eme rgono le problematiche derivanti dall urbanizzazione progressiva e diffusa, è stata l ulteriore articolata nelle due sub-aree B1 con caratteristiche prevalenti di rurale - urbanizzata e B2 con caratteristiche prevalenti di urbanizzata, per evidenziarne a lcune importanti differenziazioni territoriali, sociali ed economiche, connesse con il diverso grado di effettiva ruralità. 318

51 Territorio regionale: classificazione delle aree rurali (a sinistra) e subarticolazione dell area B -rurale ad agricoltura intensiva specializzata (a destra) Immagine tratta dal Programma di Sviluppo Rurale Veneto L insieme delle aree rurali con problemi complessivi di sviluppo (D) e rurali intermedie (C) interessa tutta la fascia della montagna, la collina veronese, la provincia di Rovigo e l area dei colli Euganei, comprendendo la quasi totalità delle aree protette e oltre l 80% delle foreste regionali, il 35% dei comuni, il 17% della popolazione ed il 44% della superficie territoriale. Le aree con connotazioni più spiccatamente rurali (D) restano circoscritte alla montagna bellunese, vicentina e veronese e si differenziano, non tanto per dimensioni e densità abitativa, quanto per la maggior incidenza della superficie forestale e per un aggravio degli svantaggi ambientali. Le aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata (B) rappresentano il 63,9% dei comuni della regione, il 62,5% della popolazione ed il 51,4% della superficie territoriale. In relazione alle considerazioni precedentemente riportate, viene ric onosciuta a livello regionale una specifica articolazione di questa macrotipologia nelle due subaree classificate come B1 -a carattere prevalente rurale-urbanizzata e B2-a carattere prevalentemente urbanizzata. La prima infatti, che rappresenta il 46% dei comuni della regione, il 33% della popolazione ed il 39% della superficie territoriale, si colloca sotto il profilo del rappor to tra territorio e popolazione, in una situazione intermedia tra le aree rurali e quelle urbanizzate. Anche il valore medio della superficie territoriale e della SAU è molto lontano (quattro volte superiore) da quello delle zone più propriamente urbanizzate, a conferma della pecul iarità di queste aree dove l agricoltura continua a giocare un ruolo importante in termini economici, di crescita del settore primario, nonché di sviluppo del territorio. La seconda subarea (B2-urbanizzata) comprende il 17,9% circa dei comuni della regione, il 29,3% della popolazione ed il 12% della superficie territoriale. In ragione della maggiore densità a bitativa (631 abitanti/km2), la disponibilità media di territorio per abitante è piuttosto ridotta. In generale, l agricoltura praticata in tali aree non è dissimile da qu ella descritta nelle aree rurali-urbanizzate e il suo ruolo è ancora significativo per talune produzioni di tipo estensivo. La macrotipologia A. poli urbani risulta rappresentare, infine, solo lo 0,9% dei comuni della regione, il 20,2% della popolaz ione ed il 4,6% della superficie territoriale. La densità abitativa (1.385 abitanti/km 2 ) evidenzia il carattere prettamente insediativo di questi territori, con una presenza ridotta di attività agricole (2,4% della SAU totale) ed una conseguente riduzione dell incidenza della SAU rispetto alla superficie territoriale. Percentuale di comuni, popolazione e superficie territoriale della regione ricadenti in ciascuna area Fonte: Programma di Sviluppo Rurale Veneto

52 Percentuale di comuni, popolazione e superficie territoriale della regione ricadenti in ciascuna area Fonte: Programma di Sviluppo Rurale Veneto L evoluzione dell uso del territorio Le superfici agro-silvo-pastorali determinano impatti molto significativi sulle risorse naturali, sulla biodiversità e sulla conformazione del paesaggio a seconda della loro estensione e delle forme di gestione che vengono attuate. Tali superfici occupano il 76% dell'intero territorio veneto (52% di superficie agricola e 23% di superficie forestale), ma con modalità di gestione molto d iversificate e variabili a seconda dell'altimetria, della morfologia del territorio e del tipo di utilizzazione. Gli ultimi decenni sono stati testimoni di una intensa dinamica nella composizione delle superfici agro-silvo-pastorali, caratterizzata da forte competizione con altre destinazioni d'uso (ind ustriali, residenziali e infrastrutturali) soprattutto nelle zone più fertili e da processi di abbandono nelle zone marginali. La SAU è diminuita dell'8% tra il 1982 e il 2003 ( ettari), ma ancora più evidente è la diminuzione della superficie a prati e pascoli (-13%) che ha generato una progressiva rinaturalizzazione di vaste aree prevalentemente montane, con fenomeni di ricolonizzazione ed espansione naturale del bosco. Nelle zone di pianura un contribu to rilevante in termini di aumento relativo della superficie forestale è dato dagli impianti di arboricoltura da legno. Tra le cause principali della diminuzione della superficie coltivata un ruolo rilevante è stato assunto dall abbandono dell a ttività agricola nei terreni meno produttivi e dove la co nformazione del terreno non lascia spazio ad alternative economicamente convenienti. Sono stati notevoli anche i cambiamenti colturali, per cui è probabile che da un lato una quota di superficie a seminativo sia stata abbandonata, ma che superfici a prato o a coltivazioni permanenti in zone di pianura siano ora coltivate a seminativo. Nell'ultimo decennio c'è stato un progressivo aumento delle superfici coltivate in monosuccessione, prevalentemente maidicola. Inoltre, una parte consistente del suolo agricolo ha cambiato destinazione d uso in conseguenza della domanda di terreni proveniente dagli altri settori economici che in prevalenza interessa terreni pianeggianti. E' interessante notare come in anni recenti ( ) la diminuzione della SAU sia dovuta alla riduzione della superficie investita a seminativi mentre si nota una inversione di tendenza per i prati-pascoli. Sebbene sia necessario attendere un'ulteriore conferma di questa dinamica dalla prossima rilevazione statistica, si può ritenere che le misure agroambientali per la gestione dei prati e pascoli e la conversione dei seminativi abbiano contribuito ad aumentare le superfici prative. Esaminando i parametri fisici e socio-economici di svantaggio, nel Veneto sono presenti due tipologie di aree caratterizzate da problemi di abbandono e marginalizzazione affatto diversi. Da un lato la zona montana e, in alcuni casi anche quella collinare, trova nella morfologia e nella fragilità strutturale del territorio, nelle condizioni climatiche sfavorevoli, ma anche nella eccessiva frammentazione e polverizzazione fondiaria i principali ostacoli nell'esercizio dell'attività agricola e forestale. Dall'altro lato le zone di pianura del Polesine soffrono principalmente di una marginalizzazione socio -economica che rende meno dinamica l'attività agricola. Per quanto riguarda gli aspetti prettamente fisico -ambientali non si rilevano in queste ultime aree caratteristiche particolarmente differenti rispetto al resto delle aree della pianura padano -veneta. Biodiversità, paesaggio e agricoltura Il rapporto tra agricoltura e biodiversità e paesaggio è complesso e per alcuni aspetti contraddittorio, in quanto, se da un lato l agricoltura esercita pressioni che si traducono in impatti negativi, dall'altro lato contribuis ce alla variabilità genetica e degli habitat con l'introduzione di nuovi sistemi di coltivazione e allevamento e alla formazione del paesaggio rurale che costituisce un rilevante patrimonio storico e culturale. I principali impatti negativi dell attività agricola citati nel PSR sono: - i processi di specializzazione e concentrazione delle produzioni con la conseguente semplificazione dei rapporti tra le diver se specie; - l uso di antiparassitari e pesticidi che danneggiano piante e animali non soggetti a comp etizione diretta con le specie agrarie. Al contrario la marginalizzazione di vaste aree agricole sembra provocare impatti controversi: 320

53 - garantisce la sopravvivenza di habitat particolarmente ricchi di biodiversità e la stessa conservazione di aree semi -naturali (siepi, filari, boschetti) nei luoghi dove è praticata una agricoltura estensiva, - il rischio di abbandono ad essa connesso comporta la perdita di aree agricole di notevole pregio per la sopravvivenza di molt e specie, in particolare di avifauna. La salvaguardia della biodiversità in agricoltura riguarda innanzitutto la diversità genetica delle specie coltivate e allevat e. L'erosione genetica che si osserva negli ultimi decenni è principalmente collegata alla marginalizzazione - se non al completo abbandono - di molte specie agrarie coltivate (riduzione della variabilità interspecifica) e alla sostituzione di molteplici varietà locali ed ecotipi ad alta variabilità genetica con un numero molto limitato di varietà e razze a stretta base genetica (ridu zione della variabilità intraspecifica). L'agricoltura contribuisce anche a garantire o a minacciare, a seconda dei contesti, la diversità tra le specie. I principali fattori di pressione riguardano l'uso dei pesticidi e l'inquinamento delle acque quale re sponsabile del rischio di estinzione per il 25% delle specie vertebrate complessivamente minacciate, mentre i cambiamenti nelle attività agro -pastorali incidono sul 10% di tali specie. Anche per le specie vegetali il quadro complessivo deve considerarsi ne gativo in quanto oltre un quinto delle specie italiane risulta essere minacciato, ma non è possibile stabilire in che misura l'agricoltura costituisca un fattore di pressione. Secondo le analisi comparative tra la distribuzione spaziale delle specie della fauna vertebrata terrestre (Rete Ecologica Nazionale) e quella dei sistemi agricoli su scala territoriale, le zone montane e collinari rappresentano l'area territoriale in cui è maggiore la frequenza di specie vertebrate: oltre il 60% del territorio contro una quota del 19% in pianura. Gli ambienti più rappresentativi sono quelli boscati delle aree collinari, prealpine e alpine, le fasce ripariali lungo i pri ncipali corsi d'acqua e i lembi residui dei boschi planiziali. Anche alcune aree agricole, dove sono presenti un mosaico di coltivazioni o la foraggicoltura permanente estensiva e permangono elementi tipici dell'agricoltura tradizionale come le siepi, forniscono un c ontributo significativo alla possibilità di ospitare un elevato numero di specie vertebrate. A conferma della maggiore qualità ambientale degli ambienti in cui è presente una composizione eterogenea di coltivazioni è interessante notare il maggiore equilibrio nella ripartizione colturale nelle aree ad elevata presenza di specie: la diffusione delle coltivazioni permanenti e dei prati e pascoli è nettamente maggiore rispetto alle altre due tipologie di area e, di converso, scende drasticamente la quota a seminativi. Anche l'intensità colturale sembra ridursi all'aumentare della frequenza delle specie: l'introduzione delle foraggere temporanee e permanenti rende più variabile la composizione colturale e crea ambienti più idon ei per la fauna vertebrata. La diversità degli ecosistemi può trovare un valido sostegno anche da parte di alcuni sistemi a gricoli estensivi. Sotto questo profilo le aree protette e le aree Natura 2000 costituiscono porzioni di territorio che necessitano di una particolare attenzione. Spess o queste aree coincidono con zone rurali marginali, caratterizzate da fenomeni di spopolamento, zone di difficile accesso in cui spesso la conduzione dei terreni agricoli è caratterizzata da notevoli difficoltà. Ne deriva che il mantenimento e il proseguimento del la pratica agricola in tali aree assume una doppia valenza, contribuendo al mantenimento della popolazione rurale e al presidio del territorio e conseguendo anche lo scopo di mantenere e preservare, oltre al territorio, cultura e tradizioni locali. La diversificazione: le produzioni di qualità Le produzioni di qualità regionali, per contro, oltre che costituire un punto di forza per il posizionamento competitivo dell agroalimentare veneto, rappresentano un fattore chiave per la diversificazione delle attività produttive in ambito rurale. Per produzioni di qualità s intendono, secondo l'accezione censuaria, le produzioni ottenute con tecniche a basso impatto ambientale (integrate), biologiche e/o sottoposte a un disciplinare di produzione pubblico o privato (disciplinate) In Veneto l'agricoltura biologica conta attualmente operatori attivi, dopo aver raggiunto il livello massimo nel 2002 (quasi unità). Si evidenzia una marcata differenziazione della distribuzione delle diverse tipologie di operatori biologici: nelle regioni centro-meridionali prevale la fase propriamente produttiva (80% del totale dei produttori biologici), mentre nelle regioni settentrionali sono concentrati i trasformatori (47%) e gli importatori (78%). Anche il Veneto presenta una struttura maggiormente orientata alla trasformazione e commercializzazione. La SAU interessata dai metodi dell agricoltura biologica si è attestata a circa il 2% della SAU regionale. Questa incidenza appare nettamente inferiore rispetto al dato medio nazionale (7%), che risulta influenzato soprattutto dalle situazioni relative alle regioni meridionali. Le principali colture sono rappresentate dai cereali (23%) dalle colture foraggere (21%) e soprattutto da quelle industriali (34%). In genere, l importanza di questi raggruppamenti colturali è spesso legata al loro i mpiego nell ambito degli allevamenti zootecnici gestiti secondo i metodi biologici. Una scarsa rilevanza assumono invece le colture orticole la cui incidenza rispetto al totale non supera il 2%. In quest ultimo caso è probabile che i prezzi di vendita non consentano an cora di compensare i costi di produzione legati a tecniche che non fanno uso di prodotti chimici, soprattutto per il controllo delle infestanti. La zootecnia biologica si presenta come il comparto più dinamico e interessante sotto il profilo del potenziale di crescita, anche se, come indicano le statistiche più aggiornate, le circa 161 aziende zootecniche biologiche (9% del totale biologico) rappresent ano appena lo 0,6% delle aziende venete nelle quali sono presenti allevamenti. In presenza di una organizzazione delle filiere dei prodotti biologici ancora molto carente e di una crescente difficoltà da parte dei consumatori a sostenere una domanda per prodotti che generalmente hanno un prezzo sensibilmente superiore al convenzionale, molti agricoltori hanno preferito ritornare ai metodi di produzione tradizionali. È ipotizzabile, infatti, che l uscita dal settore abbia riguardato principalmente le aziende agricole che non sono riuscite a realizzare adeguati e stabili legami con il mercato specializzato. Per tali aziende l impossibilità di avvantaggiarsi del premio di prezzo ricavabile sul mercato del biologico e la 321

54 mancanza del sostegno comunitario non hanno permesso di compensare adeguatamente i maggiori costi di produzione richiesti dal metodo biologico. La diversificazione: il turismo rurale Il turismo rurale, ancora, presenta un alto potenziale non ancora sufficientemente valorizzato, soprattutto se si considera c he il Veneto occupa, in termini di presenze ed arrivi turistici, il primo posto nella graduator ia nazionale. Si pratica in ambienti rurali, principalmente da parte di imprese dotate di ampi spazi verdi, occupa, di preferenza manodopera femminile, consente un contat to diretto con il consumatore e costituisce un efficace strumento di valorizzazione del territorio. Il turismo rurale, in definitiva, raggiunge una serie di obiettivi: promuove i prodotti locali, crea posti di lavoro (anche femminile) e/o consente di ridurre il fenomen o della sottoccupazione, lega la gestione aziendale all ambiente in un ottica di sostenibilità. Per quanto riguarda l attività agrituristica l offerta regionale è ancora a livelli modesti (0,4% delle presenze turistiche complessive in regione), considerata la domanda in forte espansione. Le imprese si localizzano, di preferenza, nei pressi delle città d arte e presentano l indubbio vantaggio di essere solo in parte soggette alla stagionalità rispetto agli altri esercizi turistici complementari e nel contempo permettono di diversific are l offerta turistica. Secondo rilevazioni Istat 2003 il numero di aziende agrituristiche venete è pari a 840, con un incremento di quasi il 18% rispetto al dicembre Nel medesimo arco temporale risultano aumentate del 56% le aziende agrituristiche che offrono alloggio, del 26 % quelle che organizzano altre attività, dell 11% quelle con servizi di ristorazione; mentre registra un calo l agriturismo con degustazione, che, se opportunamente riorganizzato, potrebbe invece fornire un utile punto di riferimento anche nell organizzazione di punti vendita associati. In linea generale, i servizi offerti paiono poco differenziati e concentrati su attività tradizionali e scarsamente innovativ e. Si pongono, in larga misura, in una posizione concorrenziale rispetto al tradizionale servizio alberghiero e di ri storazione. In materia di multifunzionalità del settore primario, le fattorie didattiche, che costituiscono una delle iniziative più inno vative110, ammontano complessivamente a 148 (nel 2005 erano 107), per la maggior parte distribuite nella provincia di Vicenza. Le aree rurali intermedie Il territorio del Comune di Lendinara rientra nella vasta area che il PSR definisce aree rurali intermedie. Appartengono a questa delimitazione comuni piuttosto estesi, ma scarsamente popolati (177 ab/kmq). Indici medi di densità abitativa (ab/kmq), di vecchiaia, di ricambio, di dipendenza, di disoccupazione e della popolazione che si sposta giornalmente per motivi di studio o lavoro sul totale della popolazione residente nelle diverse aree Fonte: Programma di Sviluppo Rurale Veneto La superficie a disposizione della popolazione è elevata così come la SAU. Dal punto di vista della diffusione delle attività economiche, questa area è caratterizzata dalla presenza di unità produttiv e agricole che prevalgono, in termini percentuali, su quelle degli altri settori economici. La manodopera agricola totale, sia familiare che dipendente, rileva un incidenza relativamente bassa sul totale regionale, che si esprime in un basso rapporto lavoro - terra, diretta conseguenza di un maggiore equilibrio strutturale tra i principali fattori produttivi (maggiore estensione media dell azienda) e di sistemi agricoli più estensivi. Questi elementi si ripercuotono sull indicatore di sottoccupazione agricola, rilevante nell a rea (rapporto tra ULA ed addetti pari, rispettivamente a 0,22 e 0,21). Si può dunque avanzare l'ipotesi che si è in presenza di forme di co nduzione economicamente marginali destinate alla naturale estinzione, in mancanza di interventi correttivi mirati soprattu tto alla diffusione di forme di integrazione al reddito, infatti si riscontra un ricorso ad altre attività remunerative per il 23,10% dei conduttori. Ad una popolazione con indici demografici negativi e un età media dei capi azienda elevata, si contrappone, tuttavia, la significativa presenza di responsabili gestionali più giovani (3,8% e 2,8% rispettivamente, valori medi, questi, apprezzabilmente superiori a quelli registrati nelle altre zone) e, per converso, una minore incidenza di quelli over 60 anni co n un livello di istruzione, in genere, superiore ed una certa diffusione di laureati ad indirizzo agrario. Sono proprio queste le risorse umane che più di altre si dimostrano ricettive all introduzione di innovazioni, sia di processo che di prodotto, e allo sviluppo di attività collaterali a quella agricola. 322

55 In quest area il secondario e terziario, settori alimentati da una miriade di piccole imprese con bassi tassi di natalità, ma con scarsa tendenza alla cessazione, mostrano una distribuzione sul territor io piuttosto omogenea. Se la numerosità delle imprese è rapportata alla popolazione, si rileva che le unità locali del terziario prevalgono sulle industriali. Nonostante le potenzialità, l agricoltura non risulta particolarmente specializzata in qualche filiera tradizionale o di qualità, le produzioni che valorizzano la cultura, le materie prime locali, le innovazioni sono scarsamente diffuse. A prevalere, nel set tore primario, è il lavoro part-time o sottoccupato e le iniziative private in materia di servizi sociali, al di sotto del dato medio regionale, tendono a privilegiare metodi di fornitura basati su di una stima standardizzata del fabbisogno, piuttosto che sulla flessibi lità. Anche per quanto riguarda le produzioni di qualità e la presenza di agriturismi, il territorio considerato presenta percentuali contenute rispetto al totale regionale. Il peso relativo delle produzioni vegetali di qualità (%) di ciascuna area sul totale regionale Fonte: Programma di Sviluppo Rurale Veneto Incidenza percentuale degli agriturismo regionali e di aziende agricole che svolgono altre attività ricreative Il tessuto produttivo in Provincia di Treviso Fonte: Programma di Sviluppo Rurale Veneto La Provincia di Treviso è interessata (come capofila o come territorio coinvolto da altre province) da dei Patti distrettuali, che coinvolgono aree di più province. All interno della Provincia, a seguito della L.R. n 8 del , successivamente integrata con la L.R. n 8 del , sono stati costituiti alcuni distretti produttivi. Si definiscono Distretti Produttivi i sistemi produttivi caratterizzati da elevata concentrazione di piccole imprese, tra loro integrate, con particolare riferimento al rapporto tra la presenza delle imprese e la popolazione residente nonché alla specializzazione produttiva dell insieme delle imprese. Il distretto è costituito da un insieme di aziende, basato su un patto di sviluppo, le quali possono avere accesso a contributi economici su progetti congiunti. Quelli che si sono dimostrati più dinamici, al momento sono: Nominativo-settore Area prevalente di localizzazione Anno di costituzione Distretto del prosecco Conegliano - Valdobbiadene 2003 Distretto dello sportsystem Montebelluna 2003 Distretto Trevigiano del legno-arredo Opitergino-Mottense; quartiere del Piave 2003 Distretto veneto delle attrezzature alberghiere Conegliano - Veneziae 2003 Distretto della bioedilizia distribuito 2003 Distretto veneto lattiero caseario Area del Grappa, Pieve di Soligo 2004 Distretto regionale della gomma e delle materie plastiche distribuita 2004 Distretto produttivo della bicicletta Castelfranco 2005 PTCP Provincia di Treviso 323

56 La Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso ha prodotto una mappatura delle specializzazioni produttive al fine di rappresentare le concentrazioni territoriali di un certo settore. Distretto dello Sportsystem di Montebelluna (capofila) Fabbricazione di calzature La Provincia di Treviso in mappe Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso Filiera estesa dello sport system La Provincia di Treviso in mappe Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso La filiera estesa è composta dalle seguenti attività: "Fabbricazione d i calzature", "Confezione di abbigliamento o indumenti particolari" che include tute sportive, completi da sci, costumi da bagno e "Fabbricazione di articoli sportivi"; tramite que sta visualizzazione è possibile cogliere, accanto alla massima concentrazion e nell'area montebellunese, altri "anelli" o aree più decentrate rispetto al nucleo. 324

57 Distribuzione delle aziende che producono stampi La Provincia di Treviso in mappe Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso La distribuzione delle aziende che producono stampi consiste nell attività di "Fabbricazione ed installazione di macchine per la lavorazione delle materie plastiche e della gomma e di altre macchine per impieghi speciali n.c.a. (compresi parti e accessor i, manutenzione e riparazione)". Distretto trevigiano del Legno Arredo (capofila) Distretto trevigiano del legno arredo La Provincia di Treviso in mappe Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso Il distretto trevigiano del legno arredo, colto nel suo insieme, comprende "Industria del legno e dei prodotti in legno" e "Fabbricazione di mobili"; sono evidenti le concentrazioni storiche nell'area del Livenza e del Quartiere del Piave, ma rilevanti anche gli indici di specializzazione nell'asolano. 325

58 Macro-segmento produttivo della "Fabbricazione di mobili" La Provincia di Treviso in mappe Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso Macr o-segmento produttivo dell' Industr ia del legno e dei prodotti in legno" La Provincia di Treviso in mappe Camera di Comme rcio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso La seconda e la terza mappa propongono in forma separata i due macro -segmenti produttivi della "Fabbricazione di mobili" e dell' Industria del legno e dei prodotti in legno" con riferimento alla produzione di mobili le aree dell'opitergino e del Quartiere del Piave si collocano omogeneamente nei range di intervallo più elevati (colore rosso e arancione). L'Industria del legno (che comprende anche i serramentisti) presenta una distribuzione più variegata nel territorio provinciale, anche se restano elevati gli indici di specializzazione all'interno delle aree storiche e della Pedemontana. 326

59 Distretto trevigiano della Bioedilizia (capofila) Distribuzione territoriale dell edilizia La Provincia di Treviso in mappe Camera di Comme rcio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso Per quanto riguarda l'edilizia, la classificazione delle attività economiche secondo i codici dell'istat non permette di estrapolare la bioedilizia per la quale è stato richiesto il riconoscimento del distretto trevigiano. La visualizzazione su mappa riguarda le aziende appartenenti alle "Costruzioni", in rapporto al totale aziende industriali. Distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (capofila) Colture viticole ed aziende vitivinicole La Provincia di Treviso in mappe Camera di Comme rcio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso Non potendo mappare puntualmente la produzione del Prosecco sul territorio, si è fatto ricorso, per approssimazione, al settore viticolo e vitivinicolo, rapportandolo con il totale provinciale aziende agricole. Seppur si perda, con questa rappresentazione, la possibilità di identificare con nettezza l'area di produzione storica del Prosecco, è certo curioso come la linea del Piave crei un taglio netto nel territorio: quasi tutti i comuni della Sinistra Piave presentano indici di specializzazione compresi fra 31 e 87 aziende del settore su 100 aziende agricole, con rilevanti concentrazioni non solo nell'area storica ma proprio a ridosso del fiume. 327

60 Distretto dell occhialeria (ne è capofila Belluno) Distretto dell'occhialeria La Provincia di Treviso in mappe Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso La visualizzazione su mappa riguarda non solamente la produzione di occhiali in senso stretto, ma comprende anche la produzione di astucci e la galvanica. Più precisamente sono state considerate le aziende appartenenti ai settori di attività: "Fabbricazione di strumenti ottici", "Confezioni varie e accessori per l'abbigliamento" e "Trattamento e rivestimento dei metalli". Si può cogliere così l'ampia estensione dell'appendice del distretto dell'occhialeria Bellunese che, oltre agli storici comuni di Valdobbiadene e Segusino, coinvolge anche una decina di comuni che si trovano sulla linea di confine fra le province di Treviso e Belluno Il tessuto produttivo nel Comune di Casier Nello specifico, nel comune di Casier, a partire dall'ultimo dopoguerra un notevole insediamento di complessi industriali, artigianali e commerciali hanno migliorato sensibilmente la situazione socio -economica del comune. L'agricoltura produce, fra l'altro, l'autentico radicchio rosso di Treviso, "spadone", coltivato a Dosson con le ben note te cniche di imbiancamento fin dalla metà dell'ottocento. Intensa è l'attività nell'industria e nel terziario (laterizi, ceramica, legno, ferro, materiale elettrico, abbigliamento e d istribuzione alimentare) che assorbe un gran numero di addetti, provenienti anche dai comuni limitrofi. La superficie destinata ad attività produttive rapportata al numero di abitanti è in assoluto tra le più elevate della. provincia di Treviso Considerando la particolare collocazione geografica (molto vicina al capoluogo Treviso ) e l elevato grado di connettività con le infrastrutture extraurbane principali (S.S. n. 13 Terraglio, autostrada A27, tangenziale Sud di Treviso, S.P. n. 63 Schiav onia ), il territorio comunale manifesta un buon grado di attrattività per le aree produ ttive. Sostanzialmente possono essere identificate 4 grandi aree produttive: l area ubicata lungo Viale della Liberazione, tra le frazioni di Casier e Dosson, caratterizzata dalla presenza di due attivi tà (Tognana, Sebring, gruppo la Tegolaia ) nate alcun i decenni fa e sviluppate in simbiosi con l attività estrattiva; la zona produttiva posta lungo Via delle Industrie, a Nord, caratterizzata in prevalenza da attività legate al terziario e alla produzione di servizi; un area prevalentemente artigianale (che ospita talune funzioni commerciali), ubicata in località Le Grazie, in prossimità dell asse viario del Terraglio; l area industriale di maggiori dimensioni e di recente sviluppo, localizzata lungo Via delle Industrie, a Sud del territorio comunale, dove è concentrata la fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici (es. CAME S.p.A.) Il Comune di Casier quindi pur trovandosi all interno del sistema distrettuale del Sistema moda-treviso, presenta una buona specializzazione in diversi settori. Oltre a quelli già citati sono molte e di diversa natura le attività situate nel comune; questo è dovuto anche dalla vicinanza del capoluogo di provincia che è un polo attrattivo per molte attività. Beneficiano di questa ca pacità attrattiva anche i comuni limitrofi che offrono a queste aziende spazi insediativi appetibili per la loro ubicazione. Secondo i dati disponibili del Censimento dell Industria e dei Servizi (dati ISTAT) il Comune di Casier sta attraversando un elevato processo di terziarizzazione. Se si considerano le dinamiche dello sviluppo economico nel territorio comunale e nella Provincia di Treviso, si nota come l incremento ( ) delle attività produttive in termini di Unità Locali (+33,6%) sia superiore alla media provinciale (+19,2%). 328

61 Tale espansione produttiva non investe in maniera omogenea i tre settori (agricolo, industriale, terziario); mentre i settori agricolo (+1 Unità Locale) e industriale (+6,1%) registrano un incremento minimo, quello terziario (+52,2%) registra incrementi più consis tenti. Di seguito si riportano i dati della Direzione del Sistar relativi agli addetti nei vari settori per il Comune di Casier Addetti totali anno Addetti totali anno Addetti totali Variaz % 2001/ ,3 Addetti totali Quota su prov/reg ,1 Addetti agricoltura anno Addetti agricoltura anno Addetti agricoltura Variaz assoluta 2001/ Addetti agricoltura Quota su prov/reg ,2 Addetti industria anno Addetti industria anno Addetti industria Variaz % 2001/1991-3,5 Addetti industria Quota su prov/reg ,4 Addetti servizi anno Addetti servizi anno Addetti servizi Variaz % 2001/ ,5 Addetti servizi Quota su prov/reg ,8 Addetti per 1000 abitanti anno ,2 Addetti per 1000 abitanti anno ,4 Addetti per 1000 abitanti Variaz % 2001/ ,1 Dimensione media Unità Locali anno ,7 Dimensione media Unità Locali anno ,8 Dimensione media Unità Locali Variaz % 2001/ ,4 Direzione del SISTAR ADDETTI 1991 Addetti servizi 934 Addetti agricoltura 6 Addetti agricoltura Addetti industria Addetti servizi Addetti industria

62 ADDETTI 2001 Addetti servizi 1387 Addetti agricoltura 4 Addetti agricoltura Addetti industria Addetti servizi Addetti industria 2480 Il settore primario La superficie agricola del Comune è considerevole in termini percentuali, ma a questo non corrisponde una rilevanza del setto re anche in termini economici, infatti nel tempo si registra una progressiva riduzione sia del numero complessivo di aziende agricole, sia della SAU e contemporaneamente si assiste ad un aumento della superficie aziendale media, probabilmente per cessione di terreni da aziende più piccole ad altre di maggiori dimensioni I dati che seguono derivano da analisi condotte per la redazione del PAT. L attività agricola a Casier, come in buona parte delle campagne dei Comuni della cintura di Treviso, presenta evidenti limit i strutturali: da un lato, infatti, è ancora prevalentemente caratteri zzata da proprietà molto piccole e frammentate (circa metà delle aziende hanno una superficie inferiore o poco superiore all ettaro), con una età media degli addetti molto elevata e senza che vi sia un effettivo ricambio generazionale; dall altro è ancora incentrata su produzioni eccedentarie a livello comunitario (soia, mais e grano), con sbocchi di mercato piuttosto incerti e con costi di produzione mediamente elevati. I tipi di suoli presenti nel territorio comunale non determinano elevate limitazioni al la capacità d uso, consentendo in linea di massima anche coltivazioni intensive. Non va però trascurata la locale presenza di suoli tendenzialmente argillosi, nonché di aree già sede di cave di argilla, recuperati all agricoltura ma inevitabilmente penalizzate in termini produttivi, e di altre aree comunque legate all attività estrattiva. Le produzioni sono attualmente orientate prevalentemente sui cereali, in particolare grano e mais, e sulla soia, con ampie superfici a medica (nel 2008), mentre altre produzioni sono largamente minoritarie. Le altre colture, comprese le arboree (vigneto, frutteto e pioppeto), coprono al massimo alcune decine di ettari ciascuna. Da sottolineare è la progressiva riduzione dei vigneti, la presenza estremamente limitata di frutteti se non a livello famigliare, la presenza di qualche significativo impianto a pioppeto (attualmente circa 8 ha complessivi), cui si sono aggiunti negli ultimi anni circa 10 ha coltivati a pioppo a rapido accrescimento, la presenza di un certo numero di impianti di arboricoltura (compreso il noce), per un totale di circa 7 ha, la tutto sommato significativa presenza di vivai per piante ornamentali e/o forestali, alcuni di recent e realizzazione, altri ormai storici e più estesi, che coprono complessivamente circa 20 ha. La consistenza degli allevamenti è piuttosto contenuta, limitandosi a due allevamenti avicoli di dimensioni medio -grandi ed ad un solo allevamento di bovini con una certa consistenza. Da evidenziare la presenza di un ampio impianto per la pratica della pesca sportiva. La presenza di due nuclei residenziali storici, peraltro in fase di forte espansione negli ultimi anni, nonché di nuclei di u rbanizzazione sparsa, la presenza di una estesa zona industriale (in forte espansione negli ultimi 2 0 anni), e di un'altra di minori dimensioni, e di una rete stradale capillare, hanno comportato una progressiva e crescente riduzione e frammentazione del territorio agricolo. Oltre alla perdita complessiva di territorio agricolo ed alla sua polverizzazzione, negli ultimi due decenni si sono evidenziati altri fenomeni che hanno inciso sull assetto complessivo del comparto: - una diffusa edificazione sparsa soprattutto in alcune aree del territorio agricolo; - una progressiva riduzione delle siepi campestri ; - una progressiva semplificazione del reticolo di scoline, fossi, canali, compresa la rettifica di corsi d acqua (canali consor tili Dosson, Rigolo, Bigonzo), con crescente ricorso a drenaggi sotterranei; - un ricorso più esteso a sistemazioni a larghe, con mod ifica delle misure e delle baulature tradizionali; - una mai decollata presenza di produzioni di pregio e/o disciplinate, comprese produzioni DOC e/o biologiche; 330

63 - la scarsa propensione delle aziende di minori dimensioni al ricorso a sostegni pubblici per inve stimenti, introduzione di colture alternative, adesione a misure agroambientali e di sostegno a produzioni di pregio. Le colture di pregio Buona parte del territorio comunale ricade in zona DOC (DOC Piave), mentre una superficie estremamente limitata è og gi effettivamente qualificata con il marchio DOC. Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo impoverimento del territorio in termini di vigneti, mentre mantiene una ce rta consistenza l arboricoltura da legno anche nelle forme di impianti a rapido a ccrescimento. La zona è caratterizzata dalla produzione del radicchio rosso, del tipo sia precoce che tardivo ; l area di interesse compren de l'intero territorio amministrativo di Casier. Per la produzione del radicchio rosso del tipo tardivo e precoce sono da considerarsi idonei i terreni freschi, profondi, ben drenati e non eccessivamente ricchi di elementi nutritivi, in specie azoto, ed a reazione non alcalina. In particolar modo sono indicat e le zone di coltivazione con terreni argillosi-sabbiosi di antica alluvione in stato di decalcificazione e con una situazione climatica caratterizzata da estati sufficientemente piovose e con temperature massime contenute, autunni asciutti, inverni che volgono precocemente al freddo e con temperature minime fino a me no 10 C. E necessaria una buona disponibilità idrica legata alle lavorazioni successive alla raccolta. Secondo molti studiosi la coltivazione del radicchio iniziò da metà del XVI secolo, proprio a Dosson di Casier, e non risultano prove documentabili di una presenza in tempi più antichi del radicchio come oggi lo conosciamo, cioè sottoposto al processo di imbianchimento e forzatura. Le prime notizie del radicchio si hanno nella seconda metà dell'800, con un libricino dedicato alle operazioni necessarie per la cura dell'orto, nei vari mesi dell'anno. Oggi a Casier, secondo indicazioni dell Associazione Produttori Radicchio Rosso di Dosson, sono annualmente coltivati a radi cchio non più di 6-7 ha. Si tratta di produzioni generalmente molto limitate e framme ntate (appezzamenti di qualche migliaio di mq), di cui peraltro nessuna è attualmente qualificata con l' I.G.P..La produzione annua è tra i 300 e i 400 q.li. Nella patria del radicchio, quindi, l attuale produzione è attualmente quasi di nicchia, con un numero di produttori che decresce nel tempo, molti dei quali a livello famigliare. Lo stato di fatto I dati disponibili presso l Anagrafe Regionale del Settore Primario (dati aggiornati a settembre 2008) permetono di elaborare una stima circa le aziende esistenti sul territorio comunale, tenuto conto delle seguenti precisazioni: - il dato globale riferito alle aziende con sede legale, sede aziendale e/o terreni condotti a Casier, è sensibilmente superior e al numero delle aziende associabili a terreni ricade nti nel territorio comunale, essendo possibile il caso di aziende con sede legale e/o aziendale a Casier e terreni condotti in altro Comune, oppure il caso di aziende con sede sia legale che aziendale a Casi er, ma presso due indirizzi diversi, che vengono quindi individuate come aziende diverse; - i dati sulla consistenza degli allevamenti si riferiscono alle aziende associabili alle comunicazioni di utilizzazione/produz ione di effluenti zootecnici con sede legale o sede aziendale nel territorio comunale, opp ure per le quali sia stata individuata una superficie utilizzata per lo spargimento nel territorio comunale, oppure agli allevamenti localizzati nel territorio comunale. Desc r izione Ha Superficie catastale complessiva 646,44 Superficie condotta complessiva 615,98 Superficie dichiarata complessiva,di cui: 610,98 Tare 61,38 Mais e silomais 168,72 Grano 150,86 Soia 61,13 Erba medica 53,50 Vite 18,57 Uva da vino DOC 0,24 Ortaggi 7,61 Vivai forestali, ornamentali e floricoli 15,11 Piane arboree da legno 1,43 Pioppo e altre piante arb oree con tu rno inferio re ai 20 anni 5,34 Fabbricati 5,90 Altre colture 61,19 Desc r izione Numer o Aziende con sede legale, sede aziendale e/o terreni condotti in territo rio comunale 252 Aziende con sede legale in territorio comunale 179 Aziende con sede aziendale in territorio comunale 177 Aziende associabili a terreni condotti in territorio comunale

64 Numer o allevamenti Spec ie allevate Numer o c api 1 Polli da carne Polli da carne Vacche e bufalini da latte 30 1 Capi da rimonta fino al primo parto 20 Capi da rimonta fino al primo parto 5 Vitelli da svezzamento (0-6 Mesi / Latte)

65 12.4 Il sistema insedi ativo ed il sistema dei ser vizi Il sistema insediativo può essere identificato in un modello bipolare formato dai centri abitati di Casier e Dosson, e da un sistema lineare destinato in prevalenza alla funzione produttiva che si sviluppa lungo Via delle Industrie. A tale struttura insediativa principale si affianca un sistema di piccoli nu clei di edificazione sparsa, parte dei quali è legato alla produzione agricola. Negli ultimi decenni si è assistito ad un forte processo di espansione delle aree residenziali, cui non è però seguita un ade guata dotazione di servizi. Tale situazione rispecchia quella dei Comuni di prima cintura, che si sono espansi nella periferia della città capoluogo. Riguardo le frazioni di Casier e Dosson, lo sviluppo di tali centri ha conosciuto storie differenti. Nel capoluogo, considerando il limite fisico del fiume Sile, l edificazione si è attestata a ridosso del nucleo storico, per poi svilupparsi a Sud della S.P. n. 67 Jesolana. Nella frazione di Dosson, invece, la forte espansione residenziale è iniziata a cavallo degli anni a causa della presenza del Terraglio. L espansione di tale centro, a differenza di Casier, è stata influenzata maggiormente dalla forza attrattiva esercitata da Treviso. Oltre a questi centri principali, la struttura urbana si connota per la presenza di due cen tri minori, Frescada e Le Grazie, sviluppati lungo la SS n. 13 Terraglio. Le Grazie, in particolare, è caratterizzata da una situazione di promiscuità tra aree residenziali e artigianali che denota un problema di compresenza di funzioni. I servizi insediativi si configurano come uno dei principali parametri di misurazione della qualità della vita e, essendo realizzati e gestiti per la maggior parte dalla pubblica amministrazione, costituiscono uno dei più efficaci strumenti in capo al Comune p er orientare lo sviluppo qualitativo del territorio. Nel Comune di Casier il processo di forte espansione residenziale che ha investito il territorio e il conseguente incremento demografico non sono stati accompagnati da un adeguata dotazione di servizi, soprattutto scolastici. La frazione di Dosson si connota per la presenza di un polo a servizi, localizzato a Sud del centro storico, dotato di strutture per l istruzione (scuole elementari e medie), un centro ricreativo per anziani e una serie di attrezzature a parco, per il gioco e lo sport (impianti sportivi, pista di pattinaggio). Risulta inferiore rispetto al fabbisogno la dotazione di aree verdi e aree verdi a ttrezzate. Casier è dotato di strutture per l istruzione (scuole elementari), di un un area attrezzata per lo sport (zona Carlott a ) e presenta una buona dotazione di aree verdi e aree verdi attrezzate. Ad eccezione della zona Carlotta a Nord, tutti i servizi sono concen trati a Sud della S.P. n. 67 Jesolana, con rilevanti problemi di accessibilità per le aree residenziali a Nord della strada provinciale. 333

66 12.5 Mobilità La corretta gestione dei flussi di traffico mediante una rete viaria adeguata alle esigenze del territorio si presenta oggi c ome un obiettivo irrinunciabile per le Amministrazioni competenti, sia per l influenza che tali reti hanno sullo sviluppo economico in un area, in quanto ne consentono il rapido collegamento e il conseguente scambio di prodotti commerciali e di servizi, sia per i problemi legati all inquinamento che su tali direttrici si produce. Negli ultimi anni si è osservata una progressiva trasformazione delle cause che danno origine all inquinamento atmosferico. Alle principali fonti di pressione storiche derivanti dalle industrie e dai sis temi di riscaldamento si è aggiunto il dilagante uso dell automobile per il trasporto individuale in ambito urbano ed extra -urbano. La gestione del traffico urbano è inoltre di notevole importanza per quanto riguarda l inquinamento acustico, di cui il traffico, sia vei colare che ferroviario, risulta essere una delle principali cause. Con l apertura dei mercati imposta dalla UE e l introduzione della moneta unica europea all Italia, e al Veneto in particolar e, è stata assegnata una centralità geo-economica nei rapporti di relazione con il mediterraneo, con il centro e con l Est d Europa. Il Veneto sarà nel prossimo futuro sempre più un area di transito per crescenti flussi, soprattutto di merci. Si rende pertanto necessa ria l organizzazione per tempo delle infrastrutture di trasporto, integrazione modale e logistica integrat a necessarie per far fronte all aumento di domanda di mobilità. È stato da poco redatto uno studio di ACI EURISPES che ha determinato un indice di Qualità della mobilità di tutte le province italiane. La provincia di Treviso si trova al 45 su livello nazionale e al 4 post su livello regionale. Infine la Regione Veneto è dotata dal 1990 di un Piano Regionale dei Trasporti, aggiornato nel 2005, che ha il compito di organizzare le politiche che attengono al campo delle infrastrutture e della mobilità, l à dove si esercita l impegno della Regione a garantire efficienza, sicurezza e sostenibilità al problema di una mobilità già oggi molto elevata, che in prospettiva è dest inata certamente ad aumentare, secondo tutte le stime italiane ed europee Piano regionale dei trasporti Il piano regionale dei trasporti è stato adottato dalla Giunta Regionale con D.G.R. n del 05/07/05 ed ha il compito ist ituzionale di organizzare le politiche che attengono al campo delle infrastrutture e della mobilità. In primo luogo, all interno del rapporto finale, viene evidenziato il quadro di riferimento in cui si inserisce la regione Veneto. In particolare si evidenzia come l apertura dell Europa orientale abbia prodotto effetti su economia, mobilità, qualità del parc o veicolare e costi di trasporto. Inoltre anche l apertura del mercato interno europeo ha provocato alcuni effetti. In questo contesto si inserisce la rete dei corridoi europei, la cui idea nasce con la caduta del muro di Berlino per favorir e la cooperazione economica fra Europa e Paesi dell Est e predisporre così le basi della loro futura integrazione nell Unione Europea. La rete originaria era imperniata essenzialmente: - sul Corridoio V (Trieste-Lubiana-Budapest-Kiev), recentemente completato dal progetto della bretella verso l'adriatico (Budapest-Sarajevo-Ploce); - sul Corridoio n. IV, che agganciandosi al nodo di Budapest doveva mettere in comunicazione l'europa comunitaria con il porto di Costanza sul Mar Nero attraverso la Bulgaria ; - sul n. VII, costituito dal sistema fluviale danubiano e reso economicamente più importante dopo il collegamento al sistema fluviale del Reno tramite alcuni canali; - sul n. X che, via Belgrado, metteva in comunicazione Budapest con Skopie e Salonicco; - sul Corridoio n VIII, che doveva integrare l'area balcanica con i terminali bulgari di Varna e Burgas potenziando il sistema di ricezione degli approvvigionamenti energetici dai giacimenti del Caspio. I Corridoi transeuropei rappresentano l'ossatura portante del disegno geopolitico e di integrazione economica tra l'europa comunitaria. Essi vengono qualificati oggi come "multimodali", indicando così che non corrispondono semplicemente ad un tracc iato ma sono dei connettori globali attraverso cui passa il trasporto di merci, di persone, di ene rgia e di sistemi di telecomunicazione. I Corridoi multimodali dovranno altresì incentivare la creazione o il potenziamento di poli di sviluppo nelle aree da essi attr aversate al fine di rendere il progetto, nel tempo, economicamente sostenibile. Di seguito si riportano i corridoi rilevanti per il Veneto. 334

67 Corridoi europei rilevanti per il Veneto PRT Veneto Corridoi trans europei PRT Veneto Rete autostradale 335

68 PRT Veneto Come si può osservare la pianura padana sembra qua si svolgere un ruolo di piattaforma di incrocio e movimentazione di queste grandi direttrici europee. Considerando il Corridoio come una direttrice caratterizzata da un sistema infrastrutturale molteplice: autostrade, viabilità principale, ferrovie per la mobilità delle persone e merci, idrovie, reti logistiche, sistemi di trasporto puntiformi, quali aereoporti, porti marittimi, porti idroviari, interporti, occorrerà sviluppare politiche di corridoio atte a implementare il sistema infrastrutturale del corridoio, la sua organizzazione e coerenza in senso intermodale, la sua infrastrutturazione informatica, la sua capacità di fornire servizi co mpetitivi in termini di costo e di qualità con gli altri corridoi e sempre meglio rispondenti all economia del territo rio interessato. Il Veneto in particolare assume una centralità geografica ed economica che evidenzia i limiti del sistema infrastrutturale e la necessità di un apparato infrastrutturale e di servizi di rango superiore. Un obiettivo quindi da raggiungere è colmare il gap infrastrutturale e mettere in rete il sistema dei servizi alla mobilità di persone e merci secondo standard più elevati di ef ficienza e connettività. E da sottolineare che l autostrada e quindi la grande viabilità a lunga percorrenza produ ce un numero crescente di servizi ai conducenti e veicoli e che dal buon funzionamento della stessa dipendono efficienza e sicurezza della circolazione di merci e veicoli. Essa è quindi un centro di servizi con competenze tecnologiche. Si tratta quindi di completare e diversificare le prestazioni fornite con particolare riferimento alle merci pericolose (circa il 10 %) alla logistica industriale ed urbana. Nell analisi della situazione attuale viene messa in evidenza la presenza di una dorsale Est Ovest costituita dalle cinque città centrali venete attorno a cui si è innescato il processo diffusivo extra urbano che costituisce la rete degli insediamenti produttivi organizzati in una serie di distretti industriali evoluti con un forte grado di spontaneità organizzativa, fino a interessare gran parte della media e alta pianura regionale, con più recenti proiezioni anche verso la bassa pianura fluviale (a Est e a Sud -Ovest della laguna di Venezia), meno servita da infrastrutture e perciò dotata anche di più a mpi spazi insediativi ancora utilizzabili, qualora meglio collegati e debole per morfologia ed accessibilità. Nella pianura centrale, la più insediata e la più economicamente evoluta, è ormai da tempo in atto un processo di ridistribuz ione di popolazione che vede le città e gli altri centri maggiori in fase di calo demografico, più o meno marcato, a fronte di una crescita delle loro cinture che, in taluni casi, giunge ad interessare anche le seconde e terze fasce. Si assiste ad una modifica della configurazione urbana ove lo spazio rurale ospita popolazione non più agricola e dispersa; si assiste quindi ad una micro infrastutturazione dello spazio per esigenze residenziali. Alla rete comunale viene demandato il compito di assolvere ai carichi crescenti dei movimenti pendolari giornalieri. Vi è quindi una forte necessità di adottare politiche omogenee ed integrate con la rete del ferro volte alla riorganizzazione gerarchica e funzionale del patrimonio viario. 336

69 Infatti la struttura viaria dovrà essere gerarch izzata e protetta con tracciati dedicati allo spostamento veloce distinti da quelli di servizio capillare al sistema insediativo. Per i percorsi Est-Ovest, i bordi esterni del sistema saranno costituiti dalla futura Pedemontana e dalla Transpolesana e della Mantova-Mare, destinate a alleggerire il ruolo della A4, di nuovo vicina alla saturazione. Per i percorsi Nord -Sud, tra l Autobrennero e la Portogruaro-Pordenone, veri assi tangenziali dell area centrale, il ruolo sarà svolto dalla A27 e dalla futura Va ldastico (Nord e Sud). All interno di questa maglia primaria tutta autostradale si colloca, a scalare, la maglia intermedia (regionale) e quella locale (provinciale). La Ferrovia, a sua volta, è destinata con la Alta Capacità a distinguere assai meglio di oggi le sue funzioni di collegamento intercity e interregionale, da quella di connetività interna e locale, a cominciare dal SFMR, nelle sue diverse fasi di attua zione programmate. Le due reti gomma e ferro costituiscono l ossatura portante della connettività nell area veneta centrale, mentre il tema della intermodalità del traffico locale passeggeri rappresenta il caposaldo di un complesso programma di miglioramento sia della mo bilità sia della infrastruttura nel Veneto, da svilupparsi nel cor so degli anni con una ampia collaborazione tra la Regione e tutti gli enti locali. Occorre procedere nella direzione di riconnettere in modo razionale le due reti, definendo una serie dei luoghi notevoli, mag giori e minori, a livello urbano ed extraurbano, dove organizzare al meglio sia l interscambio sia la sosta, in una visione della mobilità integrata tra diversi vettori e diverse reti all interno di uno spazio centro veneto organizzato come un continuo relazionale con densità insediative diverse. Questo nuovo reticolo di località puntuali, sarà di per sé vocato a favorire un processo di rilocalizzazione gerarchica di molte att ività di servizio e, in modo più diffuso nelle aree extraurbane, anche di residenze. Questa maglia intermodale si candida, in altre parole, ad essere il primo grande tentativo di intervento unitario e coordinato di riorganizzazione della mobilità su scala regionale e non solo su singoli assi essendo perciò esso stesso destinato a dar luogo ad una idea di vera e propria rete regi onale di luoghi attrezzati per la mobilità entro uno spazio pensato come unitario. Le aree urbane Rientra tra le specificazioni necessarie di un modello spaziale l'osservazione che le città venete centrali - Venezia-Mestre, Padova, Vicenza, Verona - e, in modo più attenuato, anche Treviso, stanno evolvendo verso una struttura urbana caratterizzata da tre specifiche componenti spaziali e funzionali, ciascuna con una propria dinamica insediativa: i centri storici, le cinture abit ative periurbane, suburbane ed extraurbane, e le nuove aree direzionali-terziarie, generalmente interposte tra le altre due. Di questa evoluzione, che assume configurazioni spaziali differenti conformemente alla struttura morfologica delle singole ci ttà, occorre tener conto nel momento in cui si affrontano le relazioni che il sistema insediativo intrattiene con la mobilità regionale e sub - regionale. I centri storici, ormai in larga misura risanati, hanno affermato la loro forte valenza simbolica, sviluppando specializzaz ioni turisticocommerciali ricreative tanto in funzione degli abitanti che dei visitatori. Parte rilevante degli abitanti tradizionali si so no allontanati e nuovi ceti medio-alti sono parzialmente subentrati assieme ad una terziarizzazione di tipo professionale, particolarmente legata alle principali funzioni amministrative pubbliche. Il fenomeno tende a propagarsi anche a talune zone semicentrali di più vecchia formazione: in questo contesto il tema della pedonalizzazione delle aree più centrali va lentamente affe rmandosi. Le zone residenziali sono andate dilatandosi verso le periferie, e anche oltre a queste, nelle prime e seconde cinture, con densità insediative medie e basse, che aumentano la domanda di pendolarismo, con ampio ricorso al trasporto individuale e crescente congestione nelle ore di punta. Il fenomeno ha carattere strutturale, legato al benessere, al miglioramento degli standard abitativi e dallo stile di vita : questo modello affida alla mobilità individuale parte sostanziale della libertà di scelta nel tempo libero e nelle relazioni sociali. Le nuove zone commerciali-direzionali costituiscono una tipologia trasformazioni adattive di tessuti esistenti, ma anche significative nuove espansioni periurbane. Si tratta di una domanda ben nota agli schemi della crescita urbana moderna, che però è andata realizzandosi nel Veneto in modo abbastanza frammentario, più sull'onda di pressioni occasionali che di disegni o indirizzi urbanistici prefigurati. Spesso ha prevalso cioè l'atteggiamento incrementale rispetto alla impostazione programmatoria di largo respiro. Questo comparto rappresenta la componente urbana più dinamica, quella che esercita la maggiore pressione sul sistema della mobilità, perché esprime il cuore stesso delle economie urbane in crescita. Dal loro sviluppo dipendono, per tanta parte, le sorti delle città nel processo della competizione urbana contemporanea: una competizione che si instaura sia tra i centri di una stessa regione, si a tra città concorrenti rispetto a filiere di dimensione nazionale o sovranazionale. Il loro rapporto col sistema della mobilità risulta decisivo per il loro successo, in taluni casi è la mobilità stessa una delle componenti della specializzazione economica conquistata. Le relazioni di reciprocità che tra queste tre fondamentali componenti del sistema urbano veneto si instaurano sono riassunte dal fatto che tanto i centri storici che le zone commerciali-direzionali costituiscono attrattori di traffico pendolare dal tessuto residenziale urbano ed extraurbano, e di utenti sia dall'esterno che dall'interno delle città stesse. In prospettiva l obiettivo è di portare a coerenza la evoluzione dei tessuti urbani dei centri principali con la rete di comu nicazione primaria della regione e, soprattutto, con le aree e i nodi di scambio intermodale previsti al servizio delle città e del cuore metropolitano. 337

70 Si tratta di combinare due ordini di variabili: da un lato la natura della domanda di mobilità espressa dagli attrattori di t raffico presenti (amministrazione, uffici, commercio, istruzione, sanità), valutata sulla base delle loro caratteristiche specifiche quelli che attraggono solo gli addetti e quelli che attraggono addetti e utenti - ; dall altro l accessibilità propria dei diversi tipi di localizzazione centrale, semicentrale, periferica, extraurbana in rapporto alla struttura della offerta di mobilità esistente o producibile, sia pubblica che privata. Da ciò emerge con evidenza l importanza di una gestione strategica della mobilità urbana come fattore di success o di una città nell attrarre imprese e visitatori, tanto più in un contesto metropolitano dove possono presentarsi alternative div erse di localizzazione di una stessa attività. Allo stato attuale, i luoghi potenzialmente notevoli per la mobilità delle person e offerti dal sistema urbano del Veneto sono costituiti da: - Stazioni urbane centrali; - Stazioni SFMR periurbane; - Caselli autostradali; - Intersezioni tra percorsi radiali e percorsi anulari urbani; - Intersezioni tra viabilità di accesso aeroportuale e viabiltà ordinaria. Rispetto a questa struttura fisica e tipologica dei luoghi notevoli per accessibilità, va impostata un politica urbana e metropolitana condivisa, capace di mobilitare nel medio periodo decisioni e misure attorno ad un più efficace nesso tra accessibilità e localizzazioni. Una politica di questo tipo trova certamente riscontro in uno strumento come quello dei Piani Urbani della Mobilità (art. 22, L. 340/2000), che prevederebbero misure di finanziamento integrato della infrastruttura e del ser vizio, attorno a precisi obiettivi di miglioramento della mobilità urbana e metropolitana da sviluppare in sintonia con le previsioni insediative a livello urbanistico. Lo sviluppo del SFMR richiede certamente una misura di accompagnamento come il PUM, esteso tanto alla intera rete metropolitana centro-veneta, coperta dal progetto, che alla sua parte centrale, sottesa tra Venezia -Mestre-Padova, dove la densità dei tessuti, la molteplicità delle reti, e la presenza di grandi attrezzature intermodali Aeroporto, Porto, Interporto richiede una visione solidale delle prospettive future di sviluppo dell area che si candida a interpretare il ruolo della competizione int ernazionale su base metropolitana. Più in generale, da una coordinata impostazione della relazione accessibiltàlocalizzazione all interno delle aree strategiche, dovrà scendere un processo di densificazione di alcune porzioni di tessuto insediativo per sfruttare al meglio il fattore accessibi lità legato alla dotazione infrastrutturale. Si tratta, in larga misura, di tessuti urbani esistenti da rinnovare, dove il processo di trasformazione delle economie urbane, dall industria ai servizi ha già identificato gli ambiti di maggiore interesse: la ZIP di Padova, la ZAI di Verona, la zona i ndustriale di Vicenza e il complesso costiero di Porto Marghera. La rete stradale ed autostradale La rete stradale ed autostradale veneta deve oggi sopportare un traffico sproporzionato rispetto alla capacita fisica delle infrastrutture, provocando una serie di ricadute sul sistema dei trasporti (incremento dei costi), con gravi ripercussioni anche sul sistema ambientale e della sicurezza. In termini quantitativi, la dotazione infrastrutturale stradale del Veneto consisteva, nel 1996, a circa km di strade (il 7,8 % della rete nazionale), così sintetizzabile: Rete stradale (1) compresi i tratti attraversanti i centri abitati Conto Nazionale Trasporti su dati: - (a) AISCAT - (b) ANAS - D.G. P.O.C., Min.Trasp.e Navig. - (d) ISTAT A seguito di una successiva ricognizione sull estensione della rete effettuata nell anno 2000, la stessa risultava essere per ciascuna provincia la seguente: 338

71 Estensione della rete stradale del Veneto (km) Regione Veneto - Direzione Infrastrutture di Trasporto L aggiornamento dei dati al 2002, sulla base del processo di trasferimento sopra descritto, è così ulteriormente sintetizzabil e: Rete stradale del Veneto settembre 2002 (km) Regione Veneto Direzione Infrastrutture di Trasporto E interessante rilevare come nel Veneto si sia evoluta la rete stradale negli ultimi 40 anni: dopo una vertiginosa accelerazione in tema di autostrade negli anni 60-70, si constata una invarianza della restante rete. Ma la carenza di infrastrutture non è solo un problema di "dotazione" bensì di "modalità d'uso". Indicatori di dotazione e utilizzo delle infrastrutture stradali Regione Veneto - Direzione Infrastrutture di Trasporto Se, infatti, si confrontano i tradizionali indicatori di dotazione, si potrebbe concludere che in Veneto la situazione non è delle peggiori. In realtà, se dalle misure di dotazione fisica passiamo alle condizioni di utilizzo della rete ci si spiega il livello di insoddisfazione espresso dal sistema logistico nel suo complesso. Il rapporto veicoli/km è in Veneto pari a 120 un valore non molto superiore a quello medio nazionale (116), ma decisamente più elevato di quello riscontrabile nei Paesi con i quali le imprese venete si d evono confrontare ogni giorno: in Germania il rapporto è pari a 66, i n Spagna a 50 e in Francia addirittura a 37. Se, inoltre, si misura la densità stradale sul numero di imprese presenti sul territorio (e cioè in rapporto a una delle principali fonti di generazion e della mobilità veicolari di dotazione e utilizzo infrastru tture stradali) si ottiene per il Veneto un risultato ancora più critico. 339

72 Rete viaria Regione Veneto PRT Veneto Domanda di mobilità giornaliera Il PRTV ha individuato una zonizzazione del territorio regionale definendo tre livelli di concentr azione insediativa a cui riferire le analisi della mobilità: le polarità principali: in genere i capoluoghi di provincia, con i comuni limitrofi, ed eventualmente qualche altro centro di dimensione rilevante; le polarità di ordine inferiore, fino ad una dimensione che va definita di volta in volta secondo le esigenze di studio; gli altri insediamenti comprendenti i centri minori e gli insediamenti sparsi o diffusi lungo le principali arterie di comu nicazione. L'assetto territoriale del Veneto, una volta policentrico può ora essere rappresentato come un sistema composto da: un'area metropolitana centro-orientale, formata dai poli di Venezia, Mestre, Padova, e Treviso, strettamente interrelati fra loro a causa delle diverse peculiarità e valenze di ciascuno; un'area metropolitana centro-occidentale, monocentrica su Verona, ma con effetti interregionali ed interprovinciali, di peso inferiore alla prima; un corridoio pedemontano fra Vicenza e Treviso di orientamento Est-Ovest, con gravitazione di tutto il territorio montano sovrastante; poli minori di attrazione (Belluno, Rovigo, ecc.), dalle caratteristiche diversificate a seconda del peso e delle aree di i nfluenza. Spostamenti totali Il PRTV ha effettuato una prima elaborazione della base dati relativa all analisi per il progetto SFMR che fornisce alcune indicazioni sulle principali polarità di attrazione e generazione degli spostamenti nella parte centrale del territorio regionale. A tal fine, sono stati considerati gli spostamenti in uscita e in entrata nelle differenti zone in cui sono stati aggregati i comuni del Veneto. Le aree interessate dai maggiori flussi interzonali sono costituite dai capoluoghi di provincia Padova, Venezia, Vicenza e Treviso. La presenza delle macrozone relative a Dolo-Mira e a Mirano tra le aree con maggiori flussi in entrata e uscita è un indicatore del peso dell area compresa tra Venezia, Padova e Treviso nella mobilità complessiva della Regione. Poiché nella base dati utilizzata sono riportati flussi mattutini (che per la maggior parte sono costituiti da viaggi di andata), si possono riconoscere come attrattori di mobilità i comuni con un saldo positivo tra viaggi attratti e viaggi generati, e come generatori di mobilità i comuni con una quantità di viaggi generati maggiore del numero di viaggi attratti. Principali polarità di generazione attrazione (passeggeri rilevati dalle h.6.30 alle h ) 340

73 SFMR, 1998 Per quanto riguarda i maggiori attrattori di mobilità, la situazione è analoga a quanto riportato nel pun to precedente. Tra i maggiori attrattori, le aree relative a Venezia e Padova possono definirsi attrattori netti 3, in quanto la quantità di spostamenti attratti supera di gran lunga la quantità dei generati. Nel caso di Vicenza i viaggi attratti superano comunque i viaggi generati, ma in misura molto contenuta. Per quanto riguarda Treviso, la differenza tra spostamenti attratti e generati non è significativa. Aree a maggior intensità di spostamenti per abitante (passeggeri rilevati dalle h.6.30 alle h.10.30) SFMR, 1998 Le zone di Dolo-Mira, e Mirano, pur attraendo il più alto numero di spostamenti dopo i principali capoluoghi, sono in realtà dei generatori di mobilità. L area della Riviera del Brenta (Dolo -Mira) presenta un rapporto di 56 viaggi attra tti per cento viaggi generati all esterno: si tratta quindi di un generatore netto di mobilità. Assumendo come parametro dimensionale la popolazione residente nelle macrozone, si è ricavato un indice dato dagli spostament i attratti e generati per abitante. Si ricorda che gli spostamenti interni alle zone non sono conteggiati. Nel prospetto successivo sono riportate le aree in cui tale indice assume valori più elevati. Tutte la zone caratterizzate da un alto indice spostamenti/abitante sono generatori di mobilità. Tra queste vanno evidenziate, in quanto poli generatori netti, le aree di Dolo - Mira, Padova Sud e Colli Euganei. È opportuno ribadire che si tratta di spostamenti tra macrozone differenti, quindi l indice ricavato non esprime il tasso di mobilità degli abitanti di una zona. 3 sono stati definiti attrattori netti le aree in cui gli spostamenti in entrata superano quelli in uscita di un 50% o più, attrattori se lo stesso rapporto è compreso tra il 0 e 50%. Per i comuni generatori si è agito in modo speculare 341

74 Spostamenti sistematici Per la valutazione di questo indicatore sono stati utilizzati i dati relativi al censimento ISTAT del Spostamenti sistematici delle principali polarità (spostamenti giornalieri) Università di Venezia, 2000, elaborazione su dati censimento ISTAT 1991 Le aree interessate dal maggior flusso (in entrata e in uscita) di movimenti sistematici sono riportate nel prospetto precede nte, dal quale emerge che le aree relative ai capoluoghi di provincia costituiscono le polarità principali anche per la mobilità sistematica. In particolare, rispetto a quanto rilevato per gli spostamenti totali, si accentua il peso della zona di Padova nell intensità delle relazioni con le altre zone. Per quanto riguarda le altre aree, Vittorio Veneto Conegliano e Schio-Thiene risultano interessate dai flussi più consistenti. L area compresa tra Padova, Venezia e Treviso, costituita dalle macrozone di Dolo -Mira e Mirano, assume un importanza minore rispetto a quanto avviene per la mobilità totale. In questo caso la componente di spostamenti non sistematici è maggiore rispetto alle altre zone. Analisi della mobilità per modo di trasporto Il trasporto privato su strada Veicoli circolanti e tasso di motorizzazione Il tasso di motorizzazione, ovvero la quantità di veicoli presenti su un territorio in relazione al numero di abitanti, può ritenersi un indicatore significativo della propensione all uso dell auto, quindi della dimensione della domanda di mobilità privata su st rada. Nel grafico che segue viene riportato l andamento del tasso di motorizzazione nel Veneto dal 1990 al 2000, confrontato con il dat o medio nazionale e con la media relativa alle regioni nord-orientali e all Italia settentrionale. Tasso di motorizzazione (veicoli circolanti/persona, esclusi ciclomotori) Elaborazioni su dati CTN (2000) Complessivamente l indice di motorizzazione nel Veneto è passato, dal 1990 al 2000, da 0,62 veic./ab. a 0,71 veic./ab., con u n incremento medio annuo pari all 1,4%. Tale aumento è inferiore a quello nazionale (1,9%), ma superiore a quello relativo alla media 342

75 dell Italia settentrionale (1,0%) e nord-orientale (1,2%). La crescita del tasso di motorizzazione nel tempo si rivela quindi più alta dove la densità di veicoli è minore, più contenuta nelle situazioni ad elevata motorizzazione. La crescita del tasso di motorizzazione quindi decresce all aumentare del tasso stesso. Un altro indicatore determinante nella valutazione della domanda di mobilità è costituito dall analisi della vari azione dei veicoli circolanti negli ultimi anni. Nel prospetto successivo è riportata la variazione della quantità di veicoli circolanti nel Veneto, confrontata con la media dell Italia settentrionale e con la media nazionale. Veicoli circolanti dal 1990 al 2000 (esclusi ciclomotori) Elaborazioni su dati CTN (2000) L incremento del numero di veicoli circolanti nel Veneto denota un comportamento intermedio tra il dato riferito a tutto il N ord Italia e al Nord-Est Italia, e quello rilevato a livello nazionale: i veicoli circolanti in Veneto passano infatti da nel 1990 a nel primo semestre del 2000, con un incremento nel decennio pari al 17,9% (1,7% medio annuo), mentre la variazione relativa all Italia settentrionale si attesta intorno al 12% (1,1% medio annuo). L incremento medio nazionale è superiore ad entrambi: il parco veicolare italiano passa infatti, tra il 1990 e il primo semestre del 2000, da a veicoli, un incremento complessivo del 20,1% (1,8% medio annuo). Variazione veicoli circolanti dal 1990 e tasso di motorizzazione Elaborazioni su dati CTN (2000) Domanda di trasporto delle merci La dimensione economica nell analisi della domanda di trasporto merci dipende da una molteplicità di fattori attinenti l universo delle attività produttive, che incidono in modo considerevole sull entità, la tipologia, la distribuzione spaziale, la composizione modale e gli instradamenti dei flussi di traffico. In particolare, svolgono un ruolo cruciale: la localizzazione delle attività di produzione e consumo; 343

76 l articolazione della produzione industriale; lo sviluppo dei sistemi di produzione Just in Time ; la dimensione dei centri di produzione e consumo; le politiche logistiche delle aziende; fattori di prezzo; caratteristiche fisiche delle merci; fattori dinamici. Nell analisi della distribuzione spaziale della mobilità che riguarda il Veneto, è possibile riconoscere tre principali categ orie: La mobilità di attraversamento, ovvero i flussi di traffico che non hanno né origine né destinazione in Veneto, ma che transitano attraverso la regione La mobilità interregionale di scambio, costituita dagli spostamenti che hanno origine o destinazione interne al Veneto: si tratta della mobilità di scambio tra il Veneto ed altre aree. La mobilità infraregionale, cioè il traffico interno alla regione Inquadramento territoriale Il sistema stradale veneto si configura come una rete policentrica distribuita fondamentalmente su nodi di quattro livelli: - il primo costituito dai centri di Venezia-Mestre, Padova e Verona; - il secondo dalle città di Treviso, Vicenza, Belluno e Rovigo; - il terzo riferito alle cittadine presenti all interno delle singole province ed in particolare, per quanto riguarda la Provincia di Treviso, dai comuni di Castelfranco, Montebelluna, Conegliano, Vittorio Veneto e Oderzo; - il quarto dai restanti capoluoghi comunali che gravitano per interessi socio economici su centri di livello superiore. Tale sistema, fondato sul rispetto di eque distanze tra i centri, è giustificato dalla organizzazione dell attività agricola che in passato costituiva la prevalente occupazione della Marca Trevigiana e di gran parte del Veneto. Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il Sisitema Viario Esistente in rete primaria, rete principale, rete secondaria e rete locale. PTCP Provincia di Treviso Il sistema di urbanizzazione diffuso e policentrico che caratterizza l intera Provincia interferisce fortemente con il sistema della mobilità, aumentando i fenomeni di pendolarismo dalla città diffusa ai luoghi di lavoro e di studio, e di conseguenza una generalizzata insufficienza della rete stradale. L aver permesso, nelle fasce di rispetto stradale, l edificazione di abitazioni singole, quando non anche di centri abitati, inoltre, ha determinato situazioni di scadente qualità della vita per chi vi abita e nel contempo ha precluso futuri progetti di ampliamento della sede stradale per adeguarla all incremento del flusso veicolare. Basandosi sulle caratteristiche previste per le strade extraurbane (art. 2 del D.Lgs n 285 e D.M n 6792) che le classifica sulla base della tipologia e della larghezza della piattaforma a livello provinciale si rileva: - che la maggior parte delle strade provinciali non ha le caratteristiche minime per poter essere classificata nella tipologia C, la quale costituisce la categoria di strade extraurbane secondarie, dotate di una carreggiata transitabile da mezzi pesanti e di banchine bitumate compatibili con le norme; - che spesso le caratteristiche della rete stradale sono variabili lungo i singoli tracciati. 344

77 La viabilità locale Lo sviluppo della struttura urbana è stato ed è tuttora influenzato dall assetto del sistema infrastrutturale, articolato in cinque grandi sottosistemi: - la grande viabilità di attraversamento del territorio comunale; - la viabilità con spostamento in origine e in destinazione verso le aree produttive; - la rete urbana di collegamento tra le frazioni; - il reticolo delle strade residenziali e di quartiere; - la viabilità ciclo-pedonale. Il Comune si colloca in una posizione geografica rilevante poiché è posto all interno di una rete infrastrutturale che costit uisce la viabilità extraurbana (esistente e di progetto). I principali assi a cui si fa riferimento sono: - l autostrada A27 ad est; - la S.S. n. 13 Terraglio ad Ovest; - la S.R. 53 (tangenziale Sud di Treviso); - la S.P. 63 Schiavonia, che collega i Comuni di Preganziol e Casale sul Sile; - il Passante di Mestre a Sud, di prossima realizzazione. L autostrada A27, ad est, costituisce un importante asse viario che risulta essere sottoutilizzato. I dati raccolti da uno studio sulla viabilità, commissionato dall amministrazione comunale di Casier, evidenziano, infatti, il traffico totale per categoria di v eicoli in transito nei due sensi di marcia (anno 2005): - in direzione Treviso è stato registrato un traffico complessivo pari a n veicoli/anno, con un valore di TGM (traff ico giornaliero medio) pari a n veicoli; - in direzione Venezia è stato registrato un traffico complessivo pari a n veicoli/anno, con un TGM pari a veicoli. Se si rapportano tali dati con quelli del TGM registrati nel 2000 dalla Provincia di Treviso lungo la S.S. n. 13 Terraglio, che si attestano su valori tra i n veicoli (direzione Treviso), e i n veicoli (direzione Mestre), si osserva che quest arteria supporta un traffico più che doppio rispetto a quello autostradale. In questo sistema, la rete della viabilità comunale è direttamente connessa al le infrastrutture extraurbane principali: - gli assi della S.P. n. 67 Jesolana e di Via Pasteur (in Comune di Treviso) collegano il territorio comunale con la tangenzi ale Sud di Treviso; - Via Zermanesa e la S.S. n. 13 Terraglio collegano il centro di Dosson alla tangenziale Sud di Treviso e, quindi, all aeroporto di San Giuseppe di Treviso e al casello autostradale dell A27 (Treviso Sud); - Il sistema complanare linea ferroviaria Treviso -Venezia e S.S. Terraglio favorisce il collegamento con il centro stor ico di Venezia e l area metropolitana di Mestre mediante la ferrovia e il progetto SFMR, in corso di realizzazione; - Il Terraglio Est, di futura realizzazione, favorirà la connessione tra il Passante di Mestre e la tangenziale Sud di Treviso. 345

78 Ambiti e funzioni prevalenti nel comune di Casier 346

79 347

80 Il sistema infrastrutturale Il sistema della Viabilità principale Stato di fatto Il sistema della viabilità principale comprende una serie di assi stradali che, pur estendendosi fuori dai confini del comune di Casier, costituiscono i principali vettori di livello extraurbano che maggiormente si relazionano con la viabilità comunale. Le infrastrutture individuate sono le seguenti: - Autostrada A27 - S.S 13 Terraglio - S.R Tangenziale Sud di Treviso - S.P.63 Schiavonia L A27 Lunga 82,20 km, si estende dalla barriera di Venezia Nord fino alla barriera di Belluno. Nel tratto compreso all interno dell ambito territoriale di riferimento, dall intersezione tra A27 e la S.P. schiavonia e il casello Treviso Sud, l autostrada si compone di due carreggiate composte da tre corsie per senso di marcia. Questo tratto di autostrada si sviluppa principalmente nel territorio di Casale sul Sile, solo in minima parte il territorio di Casier. Il territorio attraversato è caratterizzato da ambiti agricoli con edificazione sparsa, piccoli nuclei residenziali, aree produttive. Il nuovo P.A.T. di Casale prevede per le aree comprese tra A27 e il territorio di Casier: - un consolidamento degli insediamenti già esistenti; - modeste aree di espensione intorno a questi; - recepisce gli interventi sulla viabilità programmati a livello regionale (Passante di Mestre ed opere collaterali), ridefinen do anche l assetto della rete stradale comunale ed adeguandolo alle nuove opere. S.S.13 Terraglio Si estende da Treviso a Mestre per circa 18 km. Sul tracciato storico, fatto di ville ed ambiti di interesse paesaggistico, s i sono sedimentati nel tempo insediamenti e funzione che ne hanno aumentato il livello di traffico fino a situazioni di congest ione. Tre centri principali si sviluppano lungo il tracciato della S.S.13: Marocco, Mogliano Veneto e Preganziol. Il territorio di Preganziol, nella parte interessata dall attraversato dalla S.S. 13 presenta una struttura insediativa linea re densa di funzioni residenziali, commerciali e produttive. Rispetto al tema della viabilità è interessante prendere in considerazione quello che viene previsto nel Documento Preliminare al Piano di Assetto del Territorio. Il PAT di Preganziol ha costruito scenari di sviluppo a partire da due importanti interventi infrastrutturali: - il Passante di Mestre - la linea SFMR. In particolare si pone come obiettivo quello di trasformare il Terraglio da strada di attraversamento a luogo dell accoglien za, vale a dire ambito territoriale in cui avviare azioni di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio esistente da destinare prevalentemente ad attività ricettivo-alberghiere e culturali. Questo obiettivo presuppone ovviamente di spostare una parte considerevole di traffico che oggi circola sulla S.S.13 - Terraglio, sul Passante di Mestre e soprattutto sul Terraglio Est. Il documento di sintesi del Documento Preliminare in riferimento al Passante di Mestre afferma che: le opere complementari possono rappresentare la condizione attraverso la quale avviare un intensa riqualificazione della viabilità locale. Il Terraglio stesso può riconquistare la sua originale natura di luogo, spazio urbano a carattere territoriale, che una mobilità condizionata dall urgenza e dall assenza di alternative ha progressivamente negato La Tangenziale Sud di Treviso La Tangenziale Sud di Treviso rappresenta il punto di arrivo a nord del tracciato Terraglio Est, in corrispondenza dell inter sezione a rotatoria tra la Tangenziale e Via Pasteur. Nel mese di dicembre 2006 è stato aperto il sovrappasso sulla rotatoria che consente la separazione del traffico di attraversamento presente lungo la S.R. 53, da quello di distribuzione interna che continua ad uti lizzare la rotatoria. La parte del territorio del comune di Treviso che si sviluppa intorno alla rotatoria è costituito da insediamenti residenziali abbastanza consolidati, attrezzature di interesse comune e in misura ridotta aree produttive. Tra la tangenziale sud di Trevi so e il confine comunale di Casier il territorio è occupato in prevalenza da zone agricole, mentre gli insediamenti più consistenti si sviluppano linearmente lungo Via Pasteur e la S.P. 67 Jesolana che collega Treviso a Casale sul Sile. Nelle aree prossime a lla rotatoria e tra la tangenziale e il territorio di Casier, il PRG di Treviso oltre a prevedere l innesto del Terraglio Est con la Tangenziale, mantiene sostanzialmente inalterata la struttura del paesaggio agrario, prevedendo azioni più consistenti di espansione delle aree residenziali e produttive solo in prossimità della S.P. 67. La S.P.63 Schiavonia Il tracciato stradale della S.P.63 Schiavonia, collega i comuni di Preganziol e Casale sul Sile. Il suo percorso interseche rà a sud il Terraglio Est e insieme a questo potrebbe assumere un ruolo importante nella redistribuzione dei flussi di traffico all interno del 348

81 territorio di Casier. La S.P. 63 attraversa un territorio prevalentemente agricolo e alcuni insediamenti destinati principalmente alla produzione. Per la parte di tracciato ricadente nel territorio di Preganziol il Documento Preliminare al PAT prevede azioni di consolidamento delle aree industriali esistenti, anche attraverso il trasferimento in queste aree di attività produttive ora ubicate in siti ritenuti non idonei. Il Comune di Casale sul Sile prevedendo che il collegamento di Via Schiavonia con il Terraglio Est potrebbe accrescere il flusso di traffico di attraversamento dei propri centri abitati, ha individuato delle soluzioni per bypassare gli insediamenti maggiormente esposti al traffico di mezzi pesanti. Viabilità comunale - Stato di fatto Via delle Industrie: Funzione prevalente: distribuzione traffico aree produttive Strada chiusa a Nord e a Sud; Intersezioni principali: A Nord con l asse Via Roma-Viale della Liberazione; A Sud con Via Martiri della Libertà e Via Einaudi. 349

82 Asse Via Roma-Via Peschiere-Via della Liberazione: Funzioni prevalenti: Collegamento tra Via delle Industrie e S.S. 13 Terraglio; Collegamento tra Casier e Dosson. Via Roma: Funzione: distribuzione traffico residenza e servizi (Dosson); Percorribile dal traffico pesante solo in direzione Est-Ovest. Via della Liberazione: Funzioni: Distribuzione traffico aree agricole e attività produttive; Distribuzione traffico residenza (Casier); Collegamento ciclo-pedonale tra Dosson e Casier. 350

83 Asse Via Santi-Via Peschiere-Via Zermanese: Funzione prevalente: connessione tra la viabilità comunale e la viabilità extraurbana; Via Santi: Caratteristiche: Collegamento tra alcuni assi interni (Via Roma e Via Orioli) con la viabilità di livello extraurbano; Percorso di valore paesaggistico (aree agricole di pregio e aree verdi attrezzate); Via Zermanesa Caratteristiche: Distribuzione traffico area residenziale; Percorso di interesse storico-paesaggistico (Villa Canossa). 351

84 Asse Via De Pieri-Via Guizzetti: Funzione prevalente: connessione tra la viabilità comunale e la viabilità extraurbana; Caratteristiche Collegamento tra Via Roma e S.S. 13Terraglio; Traffico mezzi pesanti. 352

85 Via Orioli: Funzione prevalente: distribuzione traffico aree produttive; Caratteristiche Collegamento tra Via delle Industrie e S.S. 13Terraglio; Collegamento aree produttive. 353

86 Viabilità di progetto Il Passante di Mestre e le opere complementari Il Passante di Mestre Il progetto, nasce nei primi anni 80, con lo scopo di essere un arteria autostradale alternativa alla Tangenziale di Mestre. Il progetto definitivo del Passante (datato 2004), ha l obiettivo generale di consentire una continuità del sistema autostradale chiuso, collegando direttamente i due tronconi dell autostrada A4. La realizzazione del Passante di Mestre si prefigge di attuare una riorganizzazione più generale del sistema stradale ordinario che fa riferimento al sistema metropolitano Venezia-Padova-Treviso. Gli obiettivi specifici che si intendono conseguire attraverso il Passante di Mestre possono essere così sintetizzati: - creazione di una viabilità autostradale alternativa alla tangenziale di Mestre; - rinforzo del corridoi Adriatico E55 con il completamento della Nuova Romea; - offrire un sistema autostradale fortemente relazionato sul territorio e funzionale al sistema insediativo veneto; - offrire l utilizzo senza pedaggio della tangenziale di Mestre al sistema urbano e produttivo della Riviera del Brenta; - riordino del sistema della viabilità ordinaria in funzione della nuova arteria; - offrire elevata autonomia nella gestione delle esazioni con limitazione dei perditempo per l utenza. Il Passante di Mestre lungo 32,3 Km, è dotato di tre co rsie da 3,75 m ciascuna più una di emergenza, larga 3 m, per ogni senso di marcia. Il tracciato di sviluppa tra l autostrada A4 in corrispondenza dell attuale casello di Dolo e la stessa A4 in corrisp ondenza del casello di Quarto d Altino, con raccordo intermedio sull autostrada A27 in corrispondenza del casello di Mogliano Veneto. Sono previsti sei nodi di scambio con la rete stradale ordinaria, rispetto alla quale si collocano una serie di interventi complementari, tra cui il Terraglio Est, che consentirà la connessione tra Passante e Tangenziale Sud di Treviso. In definitiva, si ritiene che il Passante e le opere correlate dovrebbero rendere più efficace il sistema della mobilità dell area in cui si sviluppano, dovendo in particolare assolvere alla funzione di drenaggio dei flussi attualmente transitanti lungo le autostrade A4 e A27 ma anche dispersi nella rete stradale ordinaria, diffusamente generati. Il progetto del Terraglio Est Il Terraglio Est è un opera complementare al Passante di Mestre che per metterà la connessione tra questa nuova opera infrastrutturale e la Tangenziale Sud di Treviso. L innesto con la Tangenziale Sud di Treviso è stato previsto all altezza de ll attuale rotatoria tra la S.R. 53 e Via Pasteur, mentre l innesto con il Passante a vverrà in corrispondenza del nuovo casello stradale in località Zerman. Il progetto Terraglio Est prevede un tracciato stradale con una lunghezza complessiva di 6,4 Km che attraver sa i territori comunali di Treviso, Casier e Casale sul Sile e utilizzerà pe r buona parte del suo percorso un arteria stradale esistente denominata Via delle Industrie, nel comune di Casier, rispetto alla quale sono previsti interventi di ammodernamento. Oltre a queste opere di adeguamento della viabilità esistente, il progetto del Terraglio Est prevede la realizzazione lungo l intero tracciato di una pista ciclabile, mentre le intersezioni con la viabilità comunale sono regolate da un sistema di rotatorie. Il traccia to è stato progettato quasi interamente in superficie, ad eccezione di tre punti in cui data la vicinanza di alcuni centri abitati si eseguiranno due sottopassi e una galleria artificiale interrata. I sottopassi sono localizzati in località Sant Antonino a Treviso in cor rispondenza dell intersezione con la S.P. 67 e nel comune di Preganziol all altezza dell intersezione con la S.P.63. La galleria artificiale è prevista in corrispondenza della rotatoria su Via Peschierie a ridosso del centro abitato di Dosson. Le opere di interramento del Terraglio Est hanno la funzione principale di mitigare gli impatti acustici a atmosferici in prossimità delle aree urbane più vicine al tracciato. Il Terraglio Est è stato classificato come Strada urbana di scorrimento secondo quanto previsto dal D.M. 5 novembre 2001, n. 6792, che prevede per tali tipi di strade una velocità di progetto compresa tra 50 e 80 Km e una portata di servizio per corsia di 950 autoveicoli equiv./ora. La relazione illustrativa al progetto preliminare del Terraglio Est specifica che la scelta di classi ficare questa infrastruttura come Strada urbana di scorrimento deriva dalla funzione di scorrimento che deve avere la strada e l ambiente stradale attraversato. La sezione stradale con una larghezza complessiva di 14 m comprende due carreggiate, una per senso di marcia, separate da una canaletta spartitraffico di 1,50 m. Ciascuna carreggiata è composta da una corsia di marcia di 3,25 m, una banchina a destra di 1,00 m e una banchina a sinistra di 0,50 m. Sul lato ovest è prevista una pista ciclabile larga 2,50 m. Lo spartitraffico centrale costituito da una cunetta da realizzare con cubetti in porfido impedisce la svolta a sinistra e perta nto il collegamento tra la parte est ed ovest del territorio attraversato dovrebbe avvenire attraverso le intersezioni a rotatoria. Oltre ad alcune porzioni di territorio agricolo, il Terraglio Est attraversa nella parte più a sud un area produttiva e nella parte più a nord, alcuni nuclei residenziali e produttivi. Il Terraglio Est è stato concepito con l obiettivo di drenare dal traffico pesante i centri di Casier, Dosson, Preganziol e Treviso e convogliare lo stesso direttamente nel Passante di Mestre, anche se gli impatti più significativi legati alla realizzazione d i quest opera ricadono inevitabilmente sul territorio di Casier, in cui si sviluppa la parte più consistente del tracciato. Gli obiettivi principali dichiarati dal progetto possono essere sintetizzati in tre punti: - Offrire un alternativa al traffico attualmente presente sulla S.S. 13 Terraglio ; - Drenare il traffico attualmente presente sulla S.P. 107 (asse Via Santi-Via Peschiere-Via Zermanese); - Migliorare l accessibilità del territorio di Casier alla rete infrastrutturale principale. 354

87 Tangenziale (traffico giornaliero nella fascia orar ia 7:00-20:45) Piano di Assetto del Territorio I flussi di traffico nel territorio del Comune di Casier All interno di Studi e Progetti sulla Viabilità Comunale del Comune dicasier del maggio 2007 è stata fatta un analisi dei flussi di traffico La rete stradale principale La rete stradale principale, considerata come struttura viabilistica portante su cui si innesta la viabilità locale di Casier, si estende completamente al di fuori del territorio comunale. Le infrastrutture considerate sono l autostrada A27 a Est, la S.S.13 Terra glio a Ovest e la Tangenziale Sud di Treviso a Nord. I dati raccolti sull autostrada A27, si riferiscono al traffico totale per categoria di veicoli rilevato nell anno 2005 (tab.1). In direzione di Venezia sono stati registrati veicoli, con un traffico giornaliero medio di veicoli (tab.2). Verso Treviso so no stati rilevati complessivamente veicoli, con un traffico giornaliero medio di veicoli. Rispetto ai dati sul traffico totale annuo registrato su entrambe le direzioni, circa il 17% è costituito da veicoli pesanti. Sia i dati sul traffico totale che quelli riferiti al TGM ci informa della assoluta sottoutilizzazione di questa arteria autostradale rispetto alle sue reali capacità. Flussi traffico A27 O/D Venezia-Treviso Sud (anno 2005) Tr ansiti per tipo di veicoli Dir ezione Flussi veicoli leggeri veicoli pesanti Totale Venezia-Treviso-Sud Treviso Sud-Venezia Fonte: elaborazione Sistema su dati forniti dalla società Autostrade per l Italia I dati sul traffico della S.S.13 Terraglio, forniti dalla Provincia di Treviso, sono stati elaborati rispetto a indagini sui flussi di traffico svolte nel 2000 in corrispondenza de centro abitato di Marocco nella fascia oraria 0-24 (tab.2). I dati sono riferiti al tratto Marocco - Treviso. In direzione di Marocco sono stati rilevati veicoli, di cui circa il 3% è costituito da mezzi pesanti, mentre in direzione Treviso il traffico è di veicoli il 3,5% dei quali rappresentato da mezzi pesanti. Pertanto, il traffico totale giorna liero lungo la S.S13, pari a veicoli (più del doppio rispetto al traffico dell A27), indica che lungo questo asse esiste una situazione critica, se si tengono in considerazione la tipologia della strada, la portata di servizio e l alta densità di funzioni residenziali, commerciali e produttive che si sviluppano intorno ad essa. Lungo la Tangenziale Sud di Treviso i dati sul traffico sono stati rilevati in corrispondenza dell intersezione a rotatoria t ra la S.R.53 e Via Pasteur. I dati forniti dal Comune di Treviso sono stati rilevati nel 2005 n ella fascia oraria 7:00-20:45 (tab.2). La tabella 1 indica indica in prima istanza un traffico giornaliero totale molto elevato, pari a veicoli. Di questo traffico poco meno della metà si concentra sull asse della Tangenziale a est della rotatoria ( veicoli). Data la notevole quantità di traffico che insiste su questa intersezione, è stato realizzato un sovrappasso lungo la Tangenziale, per separare i flussi di attraversamento da q uelli attratti e generati dal centro urbano di Treviso che continuano ad utilizzare la rotatoria (schema 1). Flussi traffico giornalieri sulla rete stradale principale RETE STRADALE A27 (T.G.M.) DIREZIONE DEI FLUSSI DI TRAFFICO VEICOLI LEGGERI VEICOLI PESANTI TOTALE Venezia - Treviso sud Treviso sud - Venezia TOTALE S.S.13 Terraglio (traffico giornaliero nella fascia oraria 0-24) SR. 53 Via Concordia Marocco - Treviso Marocco - Mestre Treviso est - rotatoria Rotatoria - Treviso est Treviso ovest - rotatoria Rotatoria - Treviso ovest Verso rotatoria Da rotatoria Verso rotatoria Via Pasteur Da rotatoria Fonte: elaborazione Sistema su dati forniti da Autostrade per l Italia (A27), Provincia di Treviso (S.S.13 Terraglio), Comune di Treviso (Tangenziale)

88 Schema 1- Grafo dei flussi di traffico sulla rete stradale principale Rete stradale comunale Il rilevamento dei flussi di traffico sulla viabilità del Comune di Casier è stato realizzato in corrisponde nza di alcune rilevanti intersezione stradali su cui convergono i flussi di traffico più consistenti e maggiormente esposti agli effetti sul traffico che potrebbero esserci in seguito alla realizzazione del Terraglio Est. Il rilievo del traffico è stato eseguito all altezza di quattro intersezioni: - nodo 1 Via Roma, Via della Liberazione, Via Peschiere; - nodo 2 Via Peschiere, Via delle Industrie; - nodo 3 Via Santi, Via Orioli; - nodo 4 Via Santi, Via Einaudi. Le rilevazioni sono state effettuate nel mese di Dicembre 2006 e si riferiscono ai flussi di traffico transitanti sulle intersezioni stradali identificate, nelle seguenti fasce orarie: 7:00-9:00, 12:00-14:00, 17:00-19:00. I dati sintetici elaborati a partire dalle rilevazioni effettuate sono stati raccolti in due schemi che raccologono il traffico in entrata e in uscita su ciascuno degli assi che confluiscono sui quattro nodi (schema 2), distinti per categoria di mezzo, leggero e pesante (schema 3). 356

89 Schema 2- Flussi di traffico in entrata e in uscita per asse stradale Schema 3- Flussi di traffico totale per asse stradale e per categoria di veicoli 357

90 Nodo 1 Sul nodo 1 confluiscono tre arterie stradali: Via Roma, Via Peschiere e Via della Liberazione. Insieme al nodo 2 è quello co n una quantità di traffico complessiva maggiore, per effetto della convergenza di strade provenienti da importanti aree residenziali e produttive. Il traffico maggiore si registra in entrata e in uscita da Via Roma, con la presenza di veicoli (schema 3), mentre il dato più basso si ha su Via della Liberazione, che rispetto a Via Roma e Via Peschiere sopporta quasi esclusivamente un tipo di traffico legato alla funzione produttiva delle aree industriali a nord di Via delle Industrie. Sia su Via Roma che su Via Peschiere il 5% circa del traffico è composto da mezzi pesanti. Il traffico più consistente, sia di mezzi leggeri che di mezzi pesanti, si ha nella direzione Via Peschiere -Via Roma con la presenza di 2781 veicoli (fig. 7). In linea generale risulta che la maggiore quantità di traffico in corrispondenza di questa intersezione, è presente nella fascia oraria 17:00-19:00. Nodo 1 - Flussi di traffico per direzione Nodo 2 Il nodo 2 è quello che presenta complessivamente il più alto livello di traffico, principalmente lu ngo Via Peschiere nelle due direttrici, verso Dosson e in direzione di Casier (fig. 8). In corrispondenza di questa intersezione confluisce il maggiore numero di vei coli che si sposta tra i due centri, oltre ad una quota di traffico legato alle attività pr oduttive situate lungo Viale delle Liberazione e Via delle Industrie. Lungo Via Peschiere circa il 10% dei veicoli è costituito da mezzi pesanti. Su Via delle Industrie il traffico di mezzi pesanti aumenta ulteriormente in termini percentuali, raggiungendo il 15% sul totale dei veicoli circolanti. Questo dato percentuale, tra i più elevati rispetto agli altri nodi, indica la rilevanza di questa intersezione anche per la distribuzione di traffico legato al la produzione. Sul tratto di Via delle Industrie, in direzione nord, si hanno i flussi di traffico in assoluto più bassi tra i quattro nodi esaminati (830 veicoli). Nodo 2 - Flussi di traffico per direzione 358

91 Nodo 3 Sul nodo 3 convergono Via Santi e Via Orioli. I dati indicano che il traffico più elevato si registra complessivamente (in entrata e in uscita) su Via Orioli (schema 2), strada con una funzione prevalente di distribuzione del traffico legato alla produzione ind ustriale, con veicoli (schema 3). Il movimento di veicoli maggiore è quello prove niente da sud su Via Santi (fig. 9). In linea generale, il traffico di mezzi pesanti più consistente si ha su Via Santi in direzione di Dosson e lo stesso si dist ribuisce quasi omogeneamente durante le tre fasce orarie di rilevamento. Nodo 3 - Flussi di traffico per direzione Nodo 4 Il nodo 4 interessa l intersezione tra Via Santi e Via Einaudi. In questa tratto di Via Santi si concentra una notevole quant ità di traffico che ha come origine e destinazione la S.P.63 Schiavonia e le aree produttive, in particolare quelle situate a sud di Via delle Industrie. A supporto di quest ultima considerazione, si può vedere che su Via Santi circa il 10% del traffico è costituito d a mezzi pesanti. Pertanto il traffico si muove prevalentemente lungo Via Santi sia in direzione sud che verso nord (fig. 10). Lungo Via Einaudi insiste un traffico di modeste quantità che ha come destinazione la zona produttiva a sud di Via delle Indu strie. Come nel nodo 3, anche in questo caso il traffico è distribuito omogeneamente nelle tr e fasce orarie di rilevamento. Nodo 4 - Flussi di traffico per direzione 359

92 In definita, tra le quattro intersezioni analizzate, risulta evidente che i principali livelli di traffico e le criticità più rilevanti si registrano sul nodo 1 e sul nodo 2. Le criticità sono legate in particolare alla commistione di flussi di traffico leggero e pesante, su cui occorre intervenire per trovare opportune soluzioni viabilistiche deviando su altre direttrici la componente del traffico pesante. In questa prospettiva e in funzione delle future azioni di programmazione territoriale, l asse Via Roma -Via Peschiere e Via Santi dovrebbero consolidare la funzione di connessione legata alla residenza, limitando per quanto possibile le interferenze con le strade d ella produzione e in particolare Via delle Industrie. Flussi di traffico attratti e generati dalle aree produttive Le aree produttive più importanti di Casier si sviluppano prevalentemente lungo Via delle Industrie, Viale della Liberazione, Via Orioli e Via Santi. Tra le infrastrutture che supportano le attività produttive e che consentono la distribuzione dei principali flussi di traffico legati a questa funzione, Via delle Industrie ricopre sicuramente il ruolo più importante, che con la realizzazione del Terra glio Est risulterà ulteriormente rafforzato. Anche le previsioni del PRG vigente del comune di Casier delineano lungo Via delle Indust rie una espansione delle aree produttive, consolidando di fatto la funzione di quest asse per la distribuzione del traffico legat o alle attività produttive. Oltre alle aree produttive che si appoggiano su Via delle Industrie, è stata condotta una indagine sui movimenti di traffico che interessano le aree industriali esterne a Via delle Industrie. Di seguito si riporta la sintesi dei dati raccolti durante l indagine, suddivisi per le aree produttive di Viale della Liberazione (Z.I. 1), Via Orioli-Via Santi (Z.I. 2). Le tabelle raccolgono dati riferiti ai seguenti elementi: - Numero e luogo di provenienza degli addetti occupati nelle imprese; - Mezzi utilizzati dagli addetti occupati nelle imprese; - Mezzi utilizzati per il trasporto delle merci Per l indagine condotta sugli addetti alle imprese si può vedere (tab. 3) che la maggior parte proviene dalla provincia di Treviso (79,2) e da altre province venete (13,1), mentre solo il 7,7% degli occupati proviene da Casier. Considerando il rapporto tra numero di imprese presenti e numero di addetti, l area produttiva con un peso maggiore è quella di Viale della Liberazione (Z.I. 1). La Z.I. 1 a fronte di due imprese presenti, registra 345 addetti, mentre la Z.I. 2 pur avendo quasi lo stesso numero di addetti della Z.I. 1 (344), contiene trenta aziende. Il mezzo di trasporto prevalentemente utilizzato dagli addetti è l auto (97,0%), mentre risulta quasi nullo la presenza di trasporto pubblico (tab. 4). Tabella 3- Numero di addetti per area geografica di provenienza Z.I. 1 Z.I. 2 TOTALE Residenza addetti v.a. % v.a. % v.a. % Casier 22 6,4 31 9,0 53 7,7 provincia di Treviso , , ,2 altre province 13 3, , ,1 Totale , , ,0 Fonte: elaborazione dati su indagine SISTEMA Tabella 4- Numero di addetti per mezzo di trasporto utilizzato Z.I. 1 Z.I. 2 TOTALE Mezzo utilizzato % % % Auto 95,0 99,0 97,0 Altro 5,0 1,0 3,0 Totale Fonte: elaborazione dati su indagine SISTEMA Per quanto riguarda il trasporto merci, l area produttiva che sostiene il traffico più rilevante è la Z.I. 2, con 1271 mezzi in entrata dai fornitori e 1198 mezzi in uscita verso i clienti (tab. 5). In questa area produttiva i mezzi di trasporto più utilizzati sono gli autofurgoni e i mezzi pesanti tipo autoarticolati in uscita, gli autofurgoni e i mezzi pesanti tipo camion in entrata. Un movimento importa nte è anche quello presente all interno dell area produttiva posta lungo Viale della Liberazione (Z.I. 1). Infatti le due imprese present i in quest ambito, movimentano giornalmente in media 210 mezzi per il trasporto merci, ci cui 95 in uscita e 105 in entrata. I principali mezzi utilizzati sono i mezzi pesanti tipo camion (66,7%), i mezzi pesanti tipo articolati (25%) e infine gli autofurgoni (9, 5%) (Tavola 3). 360

93 Tabella 5- Mezzi utilizzati per il trasporto merci Z.I. 1 Z.I. 2 TOTALE In uscita In entrata In uscita In entrata In uscita In entrata Tipo mezzo v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Motofurgoni 5 0,4 10 0,8 5 0,4 10 0,8 Autofurgoni 10 9, , , , ,8 Mezzi pesanti (tipo camion) 70 66,7 77 6, ,8 77 5, ,6 Mezzi pesanti (tipo articolati) , , , , ,8 Totale , , , , ,0 Fonte: elaborazione dati su indagine SISTEMA Le criticità evidenziate dallo Studio sulla Viabilità Comunale Analizato il progetto del Terraglio Est lo studio del maggio 2007 fa delle ipotesi di progetto alternative, che vengono di se guito riassunte. Terraglio Est Punti di forza e debolezza E un opera che avrà sicuramente degli impatti significativi nel territorio di Casier. Tra i punti di forza: - miglioramento accessibilità rete stradale principale (rispetto a aree produttive esistenti e previste); - riduzione del traffico sulla statale 13 Terraglio e sulla rete di connessione con il territo rio di Casier (Via Orioli, Via Roma). I punti di debolezza si possono riassumere in: - aumento livello di traffico lungo Via delle Industrie; - Aumento livelli di inquinamento atmosferico e acustico. Ipotesi alternative di progetto Ipotesi di intervento sull A27 Obiettivi: Consolidare il ruolo di Via delle Industrie come asse di servizio e di distribuzione del traffico generato dalle aree produttive; Mantenimento innesto previsto con il Passante (NON è previsto collegamento con la Tangenziale Sud di Tv); Convogliare traffico di attraversamento Passante-Treviso Sud mediante l A27 Manutenzione viabilità esistente. Caratteristiche: Divieto di transito nei centri abitati per i mezzi pesanti; Rendere maggiormente permeabile l A27 mediante: La creazione lungo l A27 di una serie di innesti con la viabilità ordinaria; Rendere libera la circolazione all interno di un tronco territoriale (se si supera il tronco si paga il pedaggio) 361

94 362

95 Interventi di mitigazione del progetto Terraglio Est Obiettivo: Riorganizzazione funzionale della viabilità comunale. Variazione percorso del Terraglio Est. Caratteristiche: Mantenimento innesti con Passante e Tangenziale Sud di Tv; Modifica del tracciato del Terraglio Est: Bypassare il centro abitato e l area industriale di Dosson ; Eliminazione della galleria artificiale prevista dal progetto e realizzazione sottopasso in corrispondenza dell intersezione tra il percorso deviato del Terraglio Est e Via della Liberazione;; Eliminazione delle connessioni di Via Einaudi e di Via Verga con Via Santi; Realizzazione di una bretella di collegamento tra Via Orioli e Via Martiri della Libertà; Via Bigonzo come strada interna di servizio per le aree produttive; Intersezione Terraglio Est-Via Alta: Realizzazione rotatoria a tre bracci; Eliminazione connessione con Via Alta dal lato Ovest del Terraglio Est; Intersezione Via Alta-Via Peschiere: Realizzazione rotatoria; Adeguamento di Via Alta con allargamento sezione stradale e realizzazione percorso ciclabile; Divieto di transito mezzi pesanti su Via Peschiere; Prolungamento del tratto in galleria del Terraglio Est Caratteristiche: Bretella di collegamento Viale della Liberazione -S.P. 67: Realizzazione bretella di collegamento tra Viale della Liberazione e S.P. 67; Obbligo di transito lungo la bretella dei mezzi pesanti in entrata e in uscita da Casier; Via Santi: Realizzazione percorso ciclo-pedonale alternativo a quello previsto lungo il Terraglio Est; Asse Via Orioli-Via Martiri della Libertà: Realizzazione rotatoria tra Via Orioli e Via Santi per miglioramento connessione tra aree produttive di Via Orioli e Terraglio Est; Divieto di svolta mezzi pesanti su Via Guizzetti e Via Santi in direzione Dosson; Intersezione Terraglio Est-Via della Liberazione: Realizzazione rotatoria a quattro bracci; Divieto di transito mezzi pesanti su Via della Liberazione; Intersezione Terraglio Est-Via Peschiere (prolungamento tratto in galleria): Prolungamento tunnel a Nord e a Sud (da 184 m a 400 m); Eliminazione rotatoria e relativa viabilità complementare, con le conseguenti azioni: - Asse Via Roma-Via della Liberazione: o Realizzazione rotatoria intersezione Via Roma -Via della Liberazione-Via Peschiere; o Divieto di transito mezzi pesanti su Via Roma e Via della Liberazione; - Intersezione Via Alta-Via Peschiere: o Realizzazione rotatoria; o Adeguamento di Via Alta con allargamento sezione stradale e realizzazione percorso ciclabile; o Divieto di transito mezzi pesanti su Via Peschiere; Intersezione Terraglio Est-Via Alta: Realizzazione rotatoria a tre bracci; Eliminazione connessione con Via Alta dal lato Ovest del Terraglio Est; Intersezione Terraglio Est-Via Martiri della Libertà: Realizzazione rotatoria a quattro bracci; Realizzazione tratto tra Via Orioli e Via Martiri della Libertà; Intersezione Terraglio Est-Via Einaudi: Realizzazione rotatoria a quattro bracci; realizzazione connessione a Ovest del Terraglio Est con le nuove aree produttive. 363

96 Il sistema infrastrutturale e indirizzi per la pianificazione territoriale comunale Il percorso seguito per affrontare il tema della viabilità nel comune di Casier parte dalla costruzione di un quadro conoscitivo e dalla identificazione delle principali potenzialità e criticità del sistema infrastrutturale comunale ed extraurbano, esistente e p revisto. A partire da questa fase conoscitiva e di valutazione dell attuale e della prevista dotazione infrastrutturale è stato possibile proporre una serie di interventi rispetto ai seguenti obiettivi: - eliminazione/mitigazione delle criticità presenti nell attuale sistema infrastrutturale; - miglioramento/mitigazione delle proposte progettuali per la realizzazione di nuova viabilità, in particolare del Terraglio Est; - riorganizzazione del sistema infrastrutturale comunale in funzione della futura programmazione territoriale. L assetto infrastrutturale ed urbanistico del comune di Casier presenta dei caratteri particolari rispetto alla distribuzione delle funzioni sul territorio e alla rete della viabilità che le supporta. Dal punto di vista delle funzioni, si possono identificare tre macroaree, per ognuna delle quali è possibile identificare un ruolo specifico o una destinazione prevalente: - il territorio della residenza e dei servizi costituito da un sistema urbano bipolare rappresentato dai centri di Casier e di Dosson; - il territorio della produzione industriale di cui fa parte il sistema insediativo lineare che si sviluppa intorno a Via delle Industrie; - il territorio della produzione agricola tipica o specializzata. All interno dei tre ambiti territoriali è stato possibile distinguere una specifica morfologia della maglia stradale: il territorio della residenza si sviluppa intorno ad una struttura viabilistica a T, costituita dagli assi Via Roma -Via Peschiere-Via Liberazione e Via Santi; il territorio della produzione industriale si struttura principalmente intorno a Via delle Industrie, mentre il territorio della produzione agricola è costituito perlopiù da una rete stradale minuta. Allo stato attuale le principali criticità sono dovute alla eccessiva interferenza tra i flussi di traffi co pesante e leggero all interno delle strutture viabilistiche individuate nelle tre macro -aree. La struttura a T, il sistema lineare e la rete minuta del paesaggio agrario hanno delle precise vocazioni e potenzialità rispetto alla destinazione funzional e delle aree attraversate. Le proposte progettuali sviluppate in alternativa al progetto del Terraglio Est sono state costruite per assecondare e rafforzare le vocazioni e le p otenzialità riconosciute nelle diverse strutture viabilistiche. Gli interventi p roposti indicano alcune soluzioni viabilistiche che separano gli itinerari del traffico legato alla produzione da quelli percorsi dal traffico residenziale. In questo senso gli interventi pr oposti in alternativa al Progetto Preliminare del Terraglio Est, cercano di risolvere alcuni punti problematici dell inserimento nel territorio della nuova infrastruttura e di delineare alcuni linee strategiche di sviluppo da inserire all interno dei futuri strumenti di pian ificazione territoriale. Pertanto gli interventi contenuti nelle proposte alternative al Progetto Preliminare del Terraglio Est sono stati finalizzati a: - valorizzare la struttura a T mediante l eliminazione di consistenti quote di traffico pesante e la realizzazione di una pis ta ciclopedonale a servizio degli insediamenti esistenti e da prevedere in sede di PAT, legati alla residenza, ai servizi e al commercio; - potenziare la struttura lineare produttiva di Via delle Industrie, in vista della realizzazione del Terraglio Est; - valorizzare la rete stradale interna di supporto alle attività agricola e per il tempo libero, attraverso la deviazione di consistenti flussi di traffico, soprattutto pesante, verso altri itinerari più idonei a sostenere questo tipo di traffico. In definitiva, in fase di redazione del futuro PAT si ritiene utile prendere in considerazione le analisi e le azioni di intervento contenute nel presente studio di viabilità. In particolare il PAT dovrebbe recepire l inserimento del Terraglio Est insieme a tutti gli interventi previsti di mitigazione degli impatti e sulla viabilità locale, sia quella dedicata alla circolazione automobilistica che ciclo - pedonale. Il disegno che viene fuori dagli studi effettuati nel presente lavoro sulla viabilità potrebbe infatti costituire una prima struttura territoriale su cui innestare le scelte del PAT, rispetto allo sviluppo degli insediamenti e alla organizzazione delle f unzioni ad essi connesse. 364

97 Mobilità sistemica Il PTCP presenta uno studio a livello provinciale, che si riferisce solo alla componente di mobilità relativa agli spostamenti quotidiani di residenti con luogo di studio e di lavoro fisso. La tendenza demografica della popolazione nei vari comuni della Provincia è basata sui dati del 1991 e L incremento di popolazione riguarda prevalentemente i comuni medio piccoli mentre diminuisce la popolazione nei poli più importanti. Con riferimento agli effetti sulla mobilità si riscontra una tendenza alla dispersione della popolazione sul territorio la quale giustifica la crescente propensione all uso dell auto e l incremento delle distanze medie percorse parzialmente attenuata dalla crescita di peso relativo dei poli secondari. Sono particolarmente significativi i dati relativi alla crescita dell incidenza della popolazione over 60 che determina una riduzione del tasso di mobilità sistematica (casa -lavoro e casa-studio) rispetto agli altri tipi di mobilità. Per quanto riguarda la mobilità casa-lavoro a livello regionale, la ripartizione modale degli spostamenti (scelta del mezzo di trasporto) evidenzia la crescente propensione all uso dell auto privata che passa da un incidenza del 64% (nel 1991) al 74% (nel 2001) per gli spostamenti casa-lavoro. L aumento di dieci punti percentuali nell uso dell auto è avvenuto a discapito di una riduzione di 7 punti (dal 27% al 20%) della componente di mobilità a piedi e/o con le due ruote e una riduzione di circa 3 punti dell incidenza del trasporto collettivo. Ancora maggiori risultano le variazioni nei modi di trasporto utilizzati negli spostamenti casa-studio a livello regionale: - l incidenza dell autovettura (utilizzata prevalentemente come passeggero) passa dal 21% al 39% (quasi raddoppiata); - gli spostamenti non motorizzati (piedi + bici) passano dal 31% al 22%; - il trasporto collettivo passa dal 44% al 35%. Nella lettura delle percentuali occorre considerare che la mobilità casa -studio è complessivamente diminuita di circa il 9% e pertanto le percentuali di incidenza sono riferite ad un universo di spostamenti diverso. I valori riferiti a scala regionale trovano conferma nella realtà provinciale. Nella tabella che segue si riportano gli indicatori sulla mobilità basati sugli spostamenti sistematici: - indicatore di autonomia in generazione (I_A_G): stima, per ogni comune, la probabilità per i residenti di trovare lavoro nello stesso comune di residenza; - indicatore di autonomia in attrazione (I_A_A): stima, per ogni comune, la probabilità che un posto di lavoro sia occupato da un residente; - indicatore di evoluzione della mobilità locale (E_L_M): stima, per ogn i comune, la variazione tra il 1991 ed il 2001 della quota di residenti che si reca fuori comune per lavoro. Indicatore di Autonomia in Generazione (I_A_G). Stima la probabilità per i residenti di trovare lavoro nello stesso comune di residenza. Il parametro è calcolato, per ogni comune, sul rapporto tra il numero di spostamenti interni al comune e di il numero complessivo di spostamenti casa-lavoro effettuati dai residenti nel comune stesso. I_A_G = (I - I) / (I - I)+(I - E) dove: - (I I) =spostamenti interni-interni, cioè con origine e destinazione nello stesso comune; - (I E) = spostamenti con origine interna e destinazione esterna (altro comune); Indicatore di Autonomia in Attrazione (I_A_A). Questo indicatore stima, per ogni comune, la probabilità che un posto di lavoro sia occupato da un residente. I_A_A = (I - I) / (I - I)+(E - I) dove: - (I I) =spostamenti interni-interni, cioè con origine e destinazione nello stesso comune; - (E I) = spostamenti con origine fuori comune e destinazione nel comune. Indicatore di evoluzione della mobilità locale (E_L_M) Questo indicatore analizza la variazione tra il 1991 ed il 2001 della quota di residenti che si reca fuori comune per lavoro. E_L_M = [(I - E) / (I - I)+(I - E)] [(I - E) / (I - I)+(I - E)]1991 dove: - (I I) =spostamenti interni-interni, cioè con origine e destinazione nello stesso comune; - (I E) = spostamenti con origine interna e destinazione in altro comune. A livello provinciale il PTCP fornisce la rappresentazione grafica degli indici. 365

98 366

99 Di seguito i valori per il Comune di Casier ed i comuni limitrofi: COMUNE I_A_A 2001 I_A_G 2001 Classe Classe Classe E_L_M % % I_A_A I_A_G I_A_C % Casier 24 20,6 A1 G1 A1-G1 6,29 Casale sul Sile 34,8 27 A2 G2 A2-G2 8,99 Treviso 39 57,9 A2 G3 A2-G3 4,83 Preganziol 43,6 21,2 A2 G1 A2-G1 0,88 Silea 25,6 26,2 A2 G2 A2-G2 3, Analisi del parco circolante Autoritratto 2007 è una rappresentazione del parco veicolare italiano messa a disposizione dall Automobile Club d Italia che raccoglie una sintesi dei dati tratti dagli archivi dell Ente. È stata effettuata dall ACI un analisi dettagliata, per categoria di veicol i, del parco circolante nel 2007 in ciascun Comune d Italia. Nel definire la consistenza del parco veicolare si è partiti dai veicoli iscritti al P.R.A. al 31/12/2007 ai quali sono stati sottratti: 1) i veicoli radiati, considerando a tal fine la data di presentazione della formalità (anche in questo caso può esserci uno slittamento temporale rispetto alla consegna per la rottamazione fino a 60gg.); 2) veicoli oggetto di furto o appropriazione indebita, per i quali sia stata annotata la perdita di possesso; 3) veicoli confiscati dallo Stato. Si riportano di seguito i dati relativi al Comune di Casier. AUTOBUS 0 AUTOCARRI TR ASPORTO MERCI 610 AUTOVEICOLI SPECIALI / SPECIF ICI 109 AUTOVETTURE MOTOCARRI E QU ADRICICLI TRASPORTO MERCI 4 MOTOCICLI 974 MOTOVEICOLI E QU ADRICICLI SPECIALI / SPECIFICI 1 RIMORCHI E SEMIRIMORCHI SPECIALI / SPECIFICI 153 RIMORCHI E SEMIRIMORCHI TRASPORTO MERCI 47 TRATTORI STRAD ALI O MOTRICI 19 ALTRI VEICOLI 0 TOTALE

100 Si può notare quanto sia preponderante la quota delle autovetture. 368

101 Le piste ciclabili La dotazione di piste ciclabili urbane nella provincia di Treviso è pari a circa 523 km con media comunale pari a circa 5,5 km. Le piste in progetto ammontano a ulteriori 50 km. Piste ciclabili per abitante (2005) Elaborazione Agenda 21 Consulting su dati Provincia di Treviso, SIT Rapporto sullo stato dell ambientedella provincia di Treviso 2006 Si riportano per il comune oggetto di studio i dati riguardanti la dotazione di piste ciclabili comunali, desunte dal PTCP de lla Provincia di Treviso. PIST A CICLABILE R EALIZZAT A PIST A CICLABILE PROGETTO COMUNE (METRI) (METRI) Casier La filosofia che ha ispirato la pianificazione dei percorsi ciclabili nel territorio della Provincia è stata quella di creare un collegamento protetto tra periferia e centro. Al contrario, sono venuti a mancare collegamenti che potessero me ttere in comunicazione centri di diversi comuni; sintomo questo di una pianificazione strettamente a scala comunale. Tra le proposte di piano all interno del PTCP viene evidenziato come sia necessario sviluppare una rete di collegamento provinciale che con sideri in modo particolare due aspetti: - il collegamento tra più comuni vicini; - gli assi di collegamento provinciale che possono essere collegati anche ad altre province. Viene inoltre evidenziato all interno del piano la funzione prevalentemente turistica e naturalistica e comunque collegata al tempo libero che dovranno avere la piste ciclabili di livello provinciale. Le piste ciclabili attualmente presenti nel comune di Casier si presentano concentrate nella parte nord del territorio comuna le e connettono le due frazioni. L intero sistema della mobilità sostenibile si sviluppa lungo l asse Via Roma, Via Peschiere, Via della Liberazione continuando poi per un tratto lungo la riva del fiume Sile. Un altro breve tratto di pista ciclabile si trova a C asier lungo Via Principale. L immagine riportata mostra i percorsi ciclopedonali già realizzati. 369

102 Come si può vedere manca completamente una connessione tra la parte settentrionale e quella meridionale del territorio comuna le. Nel progetto per la realizzazione del Terraglio Est è prevista la realizzazione di una pista ciclabile per l intera lunghezza del tratto stradale. I percorsi turistici individuati dal Piano Amb ientale del Parco del Sile Il Piano Ambientale del Fiume Sile individua i Percorsi ciclo-pedonali. Questi sono stati inseriti secondo 5 tipologie: 1. Percorsi compresi nel GiraSile e previsti dal Piano Ambientale vigente; 2. Percorsi compresi nel GiraSile e non previsti dal Piano Ambientale vigente; 3. Percorsi previsti nel Piano Ambientale vigente ma non compresi e non in contrasto con il GiraSile; 4. Piste ciclabili realizzate; 5. Piste ciclabili da realizzare. Il territorio del comune di Casier è attraversato dal percorso Girasile che corre tutto lungo la riva del fiume per poi, a nord dell abitato di Casier, attraversare il fiume stesso e passare sulla riva settentrionale per mezzo di una passerella. 370

103 Servizio ferroviario Un tratto del percorso Girasile estratto dalla Tavola 38.4 del Piano Ambientale del Fiume Sile A livello regionale da circa un decennio il TPL (Trasporto Pubblico Locale) regionale è in costante declino di utenza (non diversamente dalle altre regioni italiane) pur in presenza di un aumento della mobilità individuale. I fattori che maggiormente contribuiscono a questa tendenza sono: - l accresciuta sub-urbanizzazione della popolazione delle aree urbane accompagnata dall elevato livello di motorizzazione privata; - la crescente dispersione degli insediamenti all interno del territorio provinciale; - i limiti intrinseci del servizio nelle aree a doma nda debole; - la scarsa competitività del mezzo pubblico collettivo rispetto a quello privato individuale in termini di flessibilità, qualità, immagine, etc; Si tratta di fenomeni strutturali e non congiunturali, ai quali occorre fornire una risposta; a ques to riguardo la politica regionale e provinciale per la mobilità locale indirizza fondamentalmente la propria strategia di medio-lungo periodo sulla realizzazione del Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR). Il Comune di Casier non presenta servizio ferroviario L incidentalità La provincia di Treviso ha avuto, negli ultimi anni, un certo incremento del fenomeno di incidentalità; la cosa è stata deter minata, oltre che da un modello di guida scorretto, anche da una spiccata pericolosità della circolazione nella rete stradale provinciale rispetto alla media regionale e a quella nazionale. Da un monitoraggio del 2000 le strade che presentano la più alta incidentalità sono la Pontebbana, la Postumia, la Feltrina e la Noalese. La figura seguente rapp resenta l incidentalità in provincia di Treviso (Provincia di Treviso, anno 2000). 371

104 Incidentalità in provincia di Treviso anno 2000 (fonte Provincia di Treviso) PTCP Provincia di Treviso Dall immagine sopra riportata si può osservare come la maggior parte degli incidenti stradali si concentrano, come facilmente intuibile, sulle arterie principali. Tra queste sicuramente la S.S. 13 Pontebbana, la S.P. 67 Jesolana, e la S.P. 63 schia vonia. Anche Via Roma e Via Zermanese a Dosson presentano un eleva to numero di incidenti, in queste due strade che attraversano il centro sono moltro trafficate, da e per il Terraglio, e percorse da un elevato numero di mezzi pesanti. Dati relativi all incidentalità nel Comune di Casier sono resi disponibili dalla Dir ezione del Sistema Statistico Regionale e sono riportati di seguito. Territorio Incidenti Stradali Descrizione Totale di cui mortali Totale Morti Totale Feriti Anno Casier Elaborazioni Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale su dati ISTAT-ACI Di seguito i grafici per il comune di Casier 372

105 Morti e feriti Totale Morti Totale Feriti Incidenti stradali Totale di cui mortali

106 INCIDENTI STRADALI nel VENET O Totale incidenti - Anno 2006 Territorio Incidenti Stradali Descrizione Totale di cui mortali Totale Morti Totale Feriti Casier Casale sul Sile Preganziol Silea Treviso Provincia Treviso TOTALE Regione Veneto Elaborazioni Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale su dati ISTAT-ACI INCIDENTI STRADALI nel VENET O Indicatori di incidentalità - Anno 2006 Territorio Incidenti Stradali Tasso di Tasso di Tasso di Incidenti. Descrizione mortalità lesività pericolosità abitanti Casier 7,14 114,29 5,88 1, Casale sul Sile 0 177,78 0 2, Preganziol 6,8 128,16 5,04 6, Silea 1,89 137,74 1,35 5, Treviso 1,1 126,07 0,87 11,12 26 Provincia Treviso 2,75 136,84 1,97 43,25 TOTALE Veneto 2,87 138,16 2,04 40,35 per Tasso di mortalità = (Numero morti)/(numero incidenti)*100 Tasso di lesività = (Numero feriti)/(numero incidenti)*100 Tasso di pericolosità = (Numero morti)/(numero morti + Numero feriti)*100 Incidenti per abitanti = (Numero incidenti)/(popolazione)* Elaborazioni Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale su dati ISTAT-ACI 374

107 12.6 Energia L incremento della produzione di energia determina, oltre alla riduzione delle risorse naturali, anche una crescita delle emi ssioni di sostanze inquinanti in atmosfera, in particolare dei cosid detti gas ad effetto serra. A fronte di tutto ciò la sfida è proprio quella di produrre ricchezza riducendo i consumi energetici ed il livello di inquinamento in un ottica di sviluppo sostenibile. Da un rapporto statistico elaborato dalla Regione Veneto (2007) emerge che le principali fonti energetiche tra le quali viene ripartito il consumo sono il petrolio e i suoi derivati, che nel 2004 hanno assorbito oltre il 45% dei consumi totali, seguiti dai combust ibili gassosi (31,3%) e dall energia elettrica Energia Elettrica Riguardo ai dati sui consumi di energia elettrica emerge una costante crescita a livello nazionale. Il Veneto, come tutte le altre regioni del Centro-Nord, ha mostrato a sua volta la stessa tendenza anche se con valori decisamente più elevati. Elaborazioni Regione Veneto Direzione SIATAR su dati Istat e Terna E interessante anche capire quanto ciascun settore (agricolo, industriale, terziario, domestico) incida sul consumo energeti co. La tabella di seguito riportata illustra i consumi di energia elettrica per categoria di utilizzatori e provincia per il Consumi di energia elettrica per categoria di utilizzatori e provincia - Anno 2005 (Gwh Desc r izione provinc ia Agr icoltur a Industr ia Ter ziar io (*) Domestic o Totale(*) Provincia di Verona 148,0 3'188,9 1'593,9 835,4 5'766,2 Provincia di Vicenza 65,1 3'873,4 1'041,9 887,1 5'867,6 Provincia di Belluno 7,7 521,3 293,0 235,7 1'057,6 Provincia di Treviso 113,8 2'714,1 949,7 906,5 4'684,0 Provincia di Venezia 58,1 3'497,7 1'524,0 951,0 6'030,8 Provincia di Padova 78,5 2'885,4 1'302,5 988,5 5'254,9 Provincia di Rovigo 62,8 869,8 288,8 272,0 1'493,4 Veneto 534,0 17'550,6 6'993,7 5'076,2 30'154,4 (*) Al netto dei consumi FS per trazione pari a 286,2 GWh Rete Gas Elaborazioni Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale su dati Terna S.p.A Anche i consumi di gas metano sono in costante crescita, come mostrato dalla tabella di seguito riportata che mostra i consumi dal 2000 al 2005 nelle diverse province del Veneto. 375

108 Consumi di gas per gli anni dal 2000 al 2005 dei Punti di Riconsegna della rete Snam Rete Gas PROVINCIA TOTALE PROVINCIA di Belluno 153,7 156,6 152,7 164,5 169,9 172,5 TOTALE PROVINCIA di Padova 856,0 877,2 869,1 910,5 966,5 1'045,8 TOTALE PROVINCIA di Rovigo 666,9 676,4 682,6 686,0 680,6 724,1 TOTALE PROVINCIA di Treviso 744,2 772,5 763,6 842,9 875,8 887,2 TOTALE PROVINCIA di Venezia 2'601,2 2'360,4 2'544,3 2'662,9 2'689,4 2'522,3 TOTALE PROVINCIA di Vicenza 1'073,7 1'114,4 1'086,7 1'140,1 1'185,0 1'215,7 TOTALE PROVINCIA di Verona 1'108,5 1'146,4 1'142,9 1'225,8 1'273,7 1'298,2 Totale REGIONE VENETO 7'204,1 7'103,8 7'241,8 7'632,8 7'840,9 7'865,9 Volumi espressi in milioni di m 3 /anno a potere calorifico superiore 38,1 MJ/m Il Piano Energetico Comunale L articolo 5 della Legge 10/91, al comma 5, stabilisce che i Piani Regolatori Generali dei Comuni con popolazione superiore a 50mila abitanti debbano prevedere uno specifico piano a livello comunale relativo all uso delle fonti rinnovabili di energia, ossia un Piano Energetico Comunale (PEC). La legge non specifica quali debbano essere le modalità ed i contenuti del PEC, mentre indica chiaramente che cosa deve intendersi per fonte energetica rinnovabile o assimilata e precisa inoltre che l utilizzazione di tali fonti di energia deve essere considerata di pubblico interesse e di pubblica utilità e che le opere relative devono essere equiparate alle opere dichiarate indifferibili e urgenti ai fini dell applicazione delle leggi sulle opere pubbliche. Il Piano Energetico Comunale è quindi uno strumento indispensabile per la programmazione del territorio verso la sostenibilit à economica, sociale ed ambientale. È uno strumento pianificatorio che si affianca al PRG e che comporta la misura dei consumi di energia di un comune, suddivisi per settori, l analisi di questi dati e l individuazione degli interventi di risparmio di combustibili tradizionali (petrolio, benzine, carbone, metano) e la promozione dell utilizzo delle fonti r innovabili. Il Comune di Casier, nell ottica di razionalizzare e ridurre i consumi energetici di alcuni edifici comunali, ne ha commissio nato la redazione. Sono stati individuati sette edifici comunali, ne è stato condotto un audit sullo stato di fatto e sono state elaborate delle proposte al fine di migliorarne l efficienza energetica. Per ogni edificio sono stati considerati la struttura, quale la tipo logia dei serramenti, il sistema di produzione del calore, il sistema di distribuzione del calore, il si stema di regolazione, il sistema di emissione e la produzione di acqiua calda sanitaria, sono stati suggeriti degli interventi relativi all isolamento (ad esempio del tett o o delle pareti a nord) ed alla generazione di calore. Di seguito si riportano degli estratti della Relazione del piano energetico, redatta da Elettrostudio engineering & energy. Sede Municipale La Sede Municipale del Comune di Casier ha sede in Piazza L. da Vinci 16 in Dosson di Casier (TV) è stata costruita nel 1985 ed ha avuto l ultimo consistente intervento manutentivo nel Sede Municipale - Facciata principale (Nord) dell edificio 376

109 Struttura L edificio, con struttura a telaio in cemento armato, consiste in tre piani (seminterrato, rialzato e primo); le chiusure ver ticali opache sono realizzate con struttura mista cemento armato e/o laterizio senza isolamento. La copertura è di tipo misto, il tetto è d iviso in quattro porzioni, i quarti a N-E e a S-O sono del tipo a falda mentre le porzioni a N-O e S-E sono del tipo piano; la parte piana della copertura è stata isolata termicamente in occasione dell ultima ristrutturazione nel Tipologia dei serramenti: i serramenti installati hanno telaio in alluminio senza taglio termico e vetrocamera del tipo antisfondamento 4+4/12/4. Sulla facciata Sud e in alcune finestre del lato Nord dell edificio sono installate delle veneziane esterne regolabili ad uso frangisole. Sistema di produzione calore: il sistema di produzione del calore è costituito da n.2 generatori di calore marca SILE mod ello SGN ciascuno di potenza nominale 44,2 kw e portata termica 51,2 kw. In una stanza prossima alla centrale termica è ospitata la ce ntrale frigorifera costituita da un gruppo frigo condensato con acqua a perdere di marca TRANE modello EKF1243 e volano te rmico. Sistema di distribuzione calore: la distribuzione del calore avviene mediante un sistema a due tubi commutato estate/inverno. Il collettore è ospitato nella centrale termica e da questo dipartono n.4 circuiti (Piano rialzato, Piano Primo, Ufficio Vi gili, Sala Consiglio). Sistema di regolazione: la centrale termica è munita di regolazione climatica mediante sonda temperatura esterna, regolazione della temperatura di mandata per ciascun circuito e controllo della temperatura per zone di riscaldamento ( sonde di piano). Sistema di emissione: il sistema di emissione è costituito da ventilconvettori con l eccezione di alcuni radiatori installati nei bagni e nei vani scale. Esiste inoltre un impianto di trattamento aria primaria. Produzione acqua sanitaria: la produzione di acqua calda per uso sanitario è demandata ad un boiler elettrico ospitato nel locale centrale termica. Interventi suggeriti Gli interventi suggeriti sono atti ad aumentare il rendimento energetico dell edificio, nell ottica di contenere le spese per la climatizzazione invernale ed estiva delle strutture. Isolamento del tetto: si consiglia di procedere all isolamneto del solaio di sottotetto. La trasmittanza della struttura del solaio di sottotetto esistente è pari a U=1,8 W/m 2 K. Il Decreto Legislativo 311/2006 prescrive, a partire da gennaio 2008 per le coperture inclinate degli edifici in zona climatica E (cui Casier appartiene), un valore della trasmittanza limite pari a U=0,32 W/m 2 K. Isolando il solaio di sottotetto con feltri in lana di roccia la trasmittanza del solaio assumerà il valore U=0,314 W/m 2 K. L intervento comporterà un risparmio di energia pari all 81% (per la sola copertura a falda). Isolamento pareti verticali: le strutture verticali dell edificio potranno essere isolate con la tecnica a cappotto esterna. La realizzazione di tale intervento consentirà oltre che a ridurre i consumi di risolvere i problemi di ponte termico generati d alla struttura in calcestruzzo: Installazione valvole termostatiche: l installazione delle valvole consentirà di evitare sprechi di calore in ambienti che hanno raggiunto la temperatura preimpostata. In concomitanza con l installazione delle valvole termostatiche è necessario intervenire anche sul circuito radiatori installando una pompa del tipo a inverter, ciò consentirà di modulare la portata del circuito in base all effettivo grado di apertura delle valvole; secondariamente si otterrà anche un risparmio di energia elettrica per l alime ntazione della pompa stessa. Ripristino di coibentazione in centrale termica,per i collettori di mandata e ritorno per i circuiti riscaldamento Schermo solare serramenti est e ovest: allo scopo di ridurre le rientranze durante il periodo estivo e conseguentemente il fabbisogno di energia elettrica per la produzione di acqua refrigerata si suggerisce di installare degli schermi solari sui serramenti installati sulle facciate Est e Ovest dell edificio. Sostituzione gruppo frigo condensato ad acqua: in un ottica di risparmio della risorsa acqua è suggerita la sostituzione del gruppo frigo installato, di tipo condensato ad acqua a perdere, con un chiller condensato ad aria o con un gruppo motoevaporante con condensatore remoto (collocato ad esempio in copertura). Installazione impianto fotovoltaico: l installazione di un impianto fotovoltaico sulla porzione di tetto piano a Sud-Est consentirà al municipio di provvedere autonomamente alla produzione di una parte del suo consumo elettrico. Sostituzione dei generatori di calore: La sostituzione dei generatori con altri del tipo a condensazione consentirà di aumentare il rendimento del sistema di generazione. Sarà in tal modo possibile sfruttare ai fini di riscaldamento la componente di calore latente generatosi nella combustione del metano, aumentando il rendimento di generazion e di circa il 10%. Centro Socio-Culturale-Sanitario La Biblioteca Comunale di Casier ha sede in Via Roma 2 in Dosson di Casier (TV), l edificio rientra tra quelli storici e dunq ue è vincolato dalla sopraintendenza alle belle arti. 377

110 Centro Socio-Culturale-Sanitario - Facciata principale (Sud) dell edificio Struttura L edificio si compone di due porzioni realizzate in momenti successivi, quella originale che si estende verso sud e fornisce l impronta architettonica all edificio e da un successivo ampliame nto sul lato Nord realizzato in calcestruzzo. La biblioteca si compone di tre piani (rialzato, primo e secondo), con struttura in parte con pareti portanti in mattoni pieni senza isolamento e in parte in cemento armato non isolato. La copertura è di tipo a falda con solaio di sottotetto non isolato, struttura portante della falda in travi di legno e tavelle e coppi in cotto. Tipologia dei serramenti: i serramenti installati sono di due tipologie: le porte finestre sulle facciate Sud e Nord hanno telaio in alluminio senza taglio termico e vetrocamera del tipo antisfondamento 4+4/12/4+4, tutti gli altri serramenti hanno telaio in l egno e vetrocamera del tipo antisfondamento 4+4/12/4+4. Tutti i serramenti sono dotati di tende interne. Sistema di produzione calore: il sistema di produzione del calore è costituito da n.1 generatore di calore a metano marca Ecoflam modello Serena 4 di potenza nominale 42kW e portata termica 46,2kW. All interno del sottotetto Ovest è ospitata la centrale frigorifera costituita da un gruppo frigo condensato ad acqua d acquedotto, volano termico, e una centrale di trattamento aria. Sistema di distribuzione calore: la distribuzione del calore avviene mediante un sistema a due tubi commutato estate/inverno. Il collettore è ospitato nella centrale termica e da questo dipartono n.3 circuiti (Sistema radiante, Ventilconvettori, Radiatori). Sistema di regolazione: la centrale termica è munita di regolazione climatica mediante sonda temperatura esterna, regolazione della temperatura di mandata per ciascun circuito e controllo della temperatura per zone di riscaldamento (sonde di piano). Sistema di emissione: Il sistema di emissione è costituito da pavimento radiante al piano rialzato, ventilconvettori ai piani primo e secondo e radiatori nei bagni. Esiste inoltre un impianto di trattamento aria primaria. Produzione acqua sanitaria: la produzione di acqua calda per uso sanitario è realizzata direttamente dalla caldaia. Interventi suggeriti Gli interventi suggeriti sono atti ad aumentare il rendimento energetico dell edificio, nell ottica di contenere le spese per la climatizzazione invernale ed estiva delle strutture. Isolamento della parete nord: isolamento delle pareti in cemento armato. La trasmittanza della struttura della parete nord esisten te è pari a U=2,05 W/m 2 K. Il Decreto Legislativo 311/2006 prescrive, a partire da gennaio 2008 per le strutture opache verticali degli edifici in zona climatica E, un valore della trasmittanza limite pari a U=0,37 W/m 2 K. Isolando la parete con feltri in lana di roccia e finendo superficialmente con lastre di cartongesso la trasmittanza della parete assumerà il valore U=0,36 W/m 2 K. Il risparmio di energia annuo per la parete percentualmente sarà pari all 82% (per la sola parete). Isolamento del tetto: il sottotetto non è isolato, la trasmittanza del solaio è pari a U=1,8 W/m 2 K. Come precedentemente detto il Decreto Legislativo 311/2006 prescrive, a partire da gennaio 2008 per le coperture inclinate degli edifici in zona climatica E, un valore della trasmittanza limite pari a U=0,32 W/m 2 K. Isolando il solaio di sottotetto con feltri in lana di roccia la trasmittanza del solaio assumerà il valore U=0,314 W/m 2 K. Il risparmio di energia annuo per la copertura sarà percentualmente pari all 81% (per la sola copertura a falda). Isolamento della scala con parete esterna in vetro mattoni: la parete della scala che collega il piano primo al piano secondo è realizzata in vetromattoni. Tale parete, orientata ad Ovest, crea problemi durante il periodo invernale per le dispe rsioni che induce e lascia penetrare una grande quantità di calore durante il periodo estivo. Per ovviare a questi inconvenienti potrà essere ins tallato un serramento interno alla parete in vetromattone. Installazione valvole termostatiche: l installazione delle valvole consentirà di evitare sprechi di calore in ambienti che hanno raggiunto la temperatura preimpostata. In concomitanza con l installazione delle valvole termostatiche occorrerà intervenire anche sul circuito radiatori installando una pompa del tipo a inverter, ciò consentirà di modulare la portata del circuito in base all effettivo 378

111 grado di apertura delle valvole; secondariamente si otterrà anche un risparmio di energia elettrica per l alimentazione della pompa stessa. Schermo solare serramenti est e ovest: allo scopo di ridurre le rientranze durante il periodo estivo e conseguentemente il fabbisogno di energia elettrica per la produzione di acqua refrigerata si suggerisce di installare degli schermi solari sui s erramenti installati sulle facciate Est e Ovest dell edificio. Sostituzione dei generatori di calore: la sostituzione dei generatori con altri del tipo a condensazione consentirà di aumentare il rendimento del sistema di generazione. Sarà in tal modo possibile sfruttare ai fini di riscaldamento la componente di calore latente generatosi nella combustione del metano, aumentando il rendimento di generazione di circa il 10%. In contemporanea con l intervento di sostituzione dei generatori di calore dovranno essere installate anche le valvole termostatiche le quali consentiranno di sfruttare al meglio le caratteristiche di questo tipo di generatori Scuola Media Statale A. Vivaldi La Scuola Media Statale A. Vivaldi ha sede in Via Peschiere 12 in Dosson di Casier (TV). Scuola Media Statale A. Vivaldi - Facciata principale (Nord-Est) dell edificio Struttura L edificio si compone di due corpi distinti: scuola e palestra. La scuola si compone di due piani (terra e primo), la struttu ra è a telaio in cemento armato e chiusure verticali in late rizio; la copertura, con struttura in laterizio, è in parte a falda e in parte piana. La palestra è una struttura prefabbricata in cemento armato con pilastri, tamponature laterali in cemento armato e copertura in copponi. Tipologia dei serramenti: i serramenti installati hanno telaio in acciaio senza taglio termico e nelle aule hanno vetro doppio stratificato del tipo antisfondamento 4+4, mentre nei corridoi e in altri locali hanno vetro singolo di spessore 3 4mm. Sono presenti degli schermi solari esterni (veneziane) sulle finestre esposte a Sud, Est ed Ovest. Sistema di produzione calore: il sistema di produzione del calore è costituito da n.3 generatori di calore a metano marca SILE modello 15AR di potenza nominale 151,2 kw e portata termica 167 kw. La centrale termica è collocata in un edificio separato sul lato ovest del corpo principale della scuola. Sul tetto dell edificio è installato un sistema solare termico per la produzion e di acqua calda sanitaria. Sistema di distribuzione calore: la distribuzione del calore avviene mediante un sistema a due tubi. Il collettore è ospitato in un locale della scuola (ex centrale termica) adiacente al nuovo edificio centrale termica e da questo dipartono n.5 circuiti (Radiatori aule PT e P1, Radiatori Segreteria, Radiatori Aula Magna, Aerotermi Palestra, Produzione Acqua calda sanitaria). Sistema di regolazione: la centrale termica è munita di regolazione climatica mediante sonda temperatura esterna, regolazione della temperatura di mandata per ciascun circuito e con trollo della temperatura per zone di riscaldamento (sonde di piano). Sistema di emissione: il sistema di emissione è costituito da radiatori privi di valvole termostatiche, la palestra ha un sistema di emissione con aerotermi. Produzione acqua sanitaria: la produzione di acqua calda per uso sanitario è realizzata tramite un bollitore con serpentino da collettori solari e eventuale integrazione da caldaia. Interventi suggeriti Gli interventi suggeriti sono atti ad aumentare il rendimento energetico dell edi ficio, nell ottica di contenere le spese per la climatizzazione invernale ed estiva delle strutture. Sostituzione serramenti: la trasmittanza dei serramenti esistenti è pari a U=5,53 W/m 2 K. Installando un serramento in alluminio con taglio termico e vetrocamera 4/12/4+4 stratificata antisfondamento la trasmittanza dei serramenti assumerà il valore U=2,92 W/m 2 K.Il risparmio di energia annuo per i serramenti sarà pari percentualmente al 31% (per i soli serramenti). 379

112 Isolamento del tetto: dal sopraluogo è emerso che il tetto non è isolato, vi sono due tipologie di tetto, uno a falda e uno piano. La trasmittanza del solaio piano è pari a U=0,862 W/m 2 K, la trasmittanza del solaio a falda è pari a U=1,71 W/m 2 K. Il Decreto Legislativo 311/2006 prescrive, a partire d a gennaio 2008 per le coperture degli edifici in zona climatica E, un valore della trasmittanza limite pari a U=0,32 W/m 2 K. Isolando la copertura piana dall interno con l applicazione di feltri in lana di roccia finiti con lastra in cartongesso da 15mm la trasmittanza del solaio assumerà il valore U=0,317 W/m 2 K. Isolando il solaio di sottotetto con feltri in lana di roccia trasmittanza del solaio assumerà il valore U=0,314 W/m 2 K. Il risparmio di energia annuo per la copertura sarà percentualmente pari all 78% (per la sola copertura a falda). Verifica isolamenti tubazioni correnti in esterni: sono stati realizzati alcuni tratti di tubazione che corrono in esterno all edificio. Alcune tubazioni risultano isolate con guaina elastomerica e finite in lamierino d acciaio; altre risultano solo isolate con la guaina. Si raccomanda di verificare gli spessori degli isolamenti in osservanza a quanto prescritto dalla Legge 10/91 e decreti attuativ i, inoltre di provvedere a rivestire con lamierino d alluminio le tubazioni che sono state solamente isolate con la guaina elastomerica. Installazione valvole termostatiche: l installazione delle valvole consentirà di evitare sprechi di calore in ambienti che hanno raggiunto la temperatura preimpostata. In concomitanza con l installazione delle valvole termostatiche occorrerà intervenire anche sul circuito radiatori installando una pompa del tipo a inverter, ciò consentirà di modulare la portata del circuito in base all effettivo grado di apertura delle valvole; secondariamente si otterrà anche un risparmio di energia elettrica per l alimentazione della pompa stessa. Sostituzione dei generatori di calore: la sostituzione dei generatori con altri del tipo a condensazione consentirà di aumentare il rendimento del sistema di genera zione. Sarà in tal modo possibile sfruttare ai fini di riscaldamento la componente di calore latente generatosi nella combustione de l metano, aumentando il rendimento di generazione di circa il 10%. In contemporanea con l intervento di sostituzione dei generatori di calore dovranno essere installate anche le valvole termostatiche le quali consentiranno di sfruttare al meglio le caratteristiche di questo tipo di generatori. Impianto fotovoltaico: l installazione di un impianto fotovoltaico sulla porzione di te tto piano a Sud-Est, in corrispondenza alla palestra, consentirà alla scuola di provvedere autonomamente alla produzione di una parte del suo consumo elettrico. Scuola Elementare D. Alighieri La Scuola Elementare Statale D. Alighieri ha sede in Via Fer mi 11 in Dosson di Casier (TV). L edificio è stato costruito nel Scuola Elementare D. Alighieri - Facciata principale (Nord-Ovest) dell edificio Struttura L edificio si compone di due piani (terra e primo), la struttura è a telaio in cemento ar mato e chiusure verticali in laterizio; la copertura, con struttura in laterizio, è a falda. Tipologia dei serramenti: i serramenti installati hanno telaio in PVC e vetrocamera del tipo antisfondamento 3+3/10/3+3. Non sono presenti degli schermi solari esterni sulle finestre esposte a Sud, Est ed Ovest. Sistema di produzione calore: il sistema di produzione del calore è costituito da n.5 generatori di calore a metano marca HYDRO THERM modello MULTITEMP di potenza nominale 75,6 kw e portata termica 84 kw cad auno. La centrale termica è collocata in un edificio separato sul lato sud-ovest del corpo principale della scuola. Sistema di distribuzione calore: la distribuzione del calore avviene mediante un sistema a due tubi. Il collettore è ospitato nel locale centrale termica e da questo dipartono n.3 circuiti (Radiatori aule PT e P1, Radiatori Mensa, Produzione Acqua calda sanitaria). Sistema di regolazione: la centrale termica è munita di regolazione climatica mediante sonda temperatura esterna, regolazione della temperatura di mandata per ciascun circuito e controllo della temperatura per zone di riscaldamento (sonde di piano). 380

113 Sistema di emissione: Il sistema di emissione è costituito da radiatori privi di valvole termostatiche. Produzione acqua sanitaria: La produzione di acqua calda per uso sanitario è realizzata tramite un bollitore. Interventi suggeriti Gli interventi suggeriti sono atti ad aumentare il rendimento energetico dell edificio, nell ottica di contenere le spese per la climatizzazione invernale ed estiva delle strutture. Isolamento del tetto: la trasmittanza della struttura del solaio di sottotetto esistente è pari a U=1,8 W/m 2 K, Il Decreto Legislativo 311/2006 prescrive, a partire da gennaio 2008 per le coperture inclinate degli edifici in zona climatica E, un valore della trasmittanza limite pari a U=0,32 W/m 2 K. Isolando il solaio di sottotetto con feltri in lana di roccia la trasmittanza del solaio assumerà il valore U=0,314 W/m 2 K.Il risparmio di energia annuo per la copertura sarà percentualme nte pari all 81% (per la solacopertura a falda). Installazione valvole termostatiche: l installazione delle valvole consentirà di evitare sprechi di calore in ambienti che hanno raggiunto la temperatura preimpostata. In concomitanza con l installazione del le valvole termostatiche occorrerà intervenire anche sul circuito radiatori installando una pompa del tipo a inverter, ciò consentirà di modulare la portata del circuito in base all effettivo grado di apertura delle valvole; secondariamente si otterrà anch e un risparmio di energia elettrica per l alimentazione della pompa stessa. Sostituzione dei generatori di calore: la sostituzione dei generatori con altri del tipo a condensazione consentirà di aumentare il rendimento del sistema di generazione. Sarà in tal modo possibile sfruttare ai fini di riscaldamento la componente di calore latente generatosi nella combustione del metano, aumentando il rendimento di generazione di circa il 10%. In contemporanea con l intervento di sostituzione dei generatori di calore dovranno essere installate anche le valvole termostatiche le quali consentiranno di sfruttare al meglio le caratteristiche di questo tipo di generatori. Palestra Comunale La Palestra Comunale in Dosson ha sede in Via Fermi 1 in Dosson di Casier (TV), la costruzione dell edificio è stata ultimata nel Palestra Comunale - Facciata principale (Sud-Est) dell edificio Struttura L edificio ha struttura a telaio in cemento armato e tamponature in laterizio. La copertura del palazzetto è in pannelli sand wich prefabbricati con struttura di sostegno reticolare in acciaio, mentre è realizzata in laterizio in corrispondenza agli spogli atoi, all ingresso, e alle palestre ausiliarie. La centrale termica a servizio della palestra si trova in un edificio dedicato separato collocato sul lato est. Tipologia dei serramenti: i serramenti installati hanno telaio in PVC e vetrocamera del tipo antisfondamento 4+4/9/4+4. Sistema di produzione calore: il sistema di produzione del calore è costituito da n.2 generatore di ca lore a metano marca SILE modello P34 AR di potenza nominale 348,9 kw e portata termica 385 kw e modello P11 AR di potenza nominale 104,7 kw e portata termica 115,6 kw. All interno del locale tecnologico, nel palazzetto, sono ospitati i collettori di distribuzione fluidi, il bollitore per la produzione di acqua calda sanitaria e le centrali di trattamento aria. Sistema di distribuzione calore: la distribuzione del calore avviene mediante un sistema a due tubi. Il collettore è ospitato nel locale tecnologico in palestra e da questo dipartono n.4 circuiti (Sistema radiante palestra, Unità trattamento aria, Radiatori, al bollitore Sanitario). 381

114 Sistema di regolazione: la centrale termica è munita di regolazione climatica mediante sonda temperatura esterna, regolaz ione della temperatura di mandata per ciascun circuito e controllo della temperatura per zone di riscaldamento, ciascun radiatore è dotato di valvola termostatica. Sistema di emissione: il sistema di emissione è costituito da pavimento radiante nel palazze tto + unità di trattamento aria, riscaldamento a tutt aria nelle palestre ausiliarie, radiatori negli altri locali e nei bagni. Produzione acqua sanitaria: l acqua calda per uso sanitario è generata tramite un bollitore installato nel locale tecnologico. Interventi suggeriti Gli interventi suggeriti sono atti ad aumentare il rendimento energetico dell edificio, nell ottica di contenere le spese per la climatizzazione invernale ed estiva delle strutture. Isolamento della copertura palazzetto: la copertura del palazzetto è realizzata in sandwich di lamiera d acciaio e poliuretano espanso, la trasmittanza della copertura è pari a U=0,69 W/m 2 K. Il Decreto Legislativo 311/2006 prescrive, a partire da gennaio 2008 per le coperture degli edifici in zona climatica E, un valore della trasmittanza limite pari a U=0,32 W/m 2 K. Isolando il solaio di sottotetto con feltri in lana di roccia la trasmittanza del solaio assumerà il valore U=0,30 W/m 2 K. Il risparmio di energia annuo per la copertura sarà percentualmente pari al 55,5% (per la sola copertura del palazzetto). Installazione pannelli solari termici: l installazione di un sistema di collettori solari termici permetterà di produrre una parte dell acqua calda sanitaria utilizzata nella palestra con una fonte gratuita e rinnovabile. Sostituzione generatori: la sostituzione dei generatori con altri del tipo a condensazione consentirà di aumentare il rendimento del sistema di generazione. Sarà in tal modo possibile sfruttare ai fini di riscaldamento la componente di calore latente generatosi nella combustione del metano, aumentando il rendimento di generazione di circa il 10%. Scuola Elementare e Materna S. Francesco d Assisi La Scuola Materna A. Toso e la Scuola Elementare S. Francesco d Assisi hanno sede in Via Bass e in Casier (TV). Scuola Elementare e Materna S. Francesco d Assisi - Facciata principale (Nord) dell edificio Struttura L edificio si compone di più corpi costruiti in momenti differenti. La scuola ha struttura a tre piani (terra, primo e second o), la struttura è a telaio in cemento armato e chiusure verticali in calcestruzzo; la copertura, con struttura in calcestruzzo, è in parte a falda e in parte piana. Tipologia dei serramenti: I serramenti installati hanno telaio in acciaio senza taglio termico, la gran parte dei serramenti hanno la vetrocamera e in alcune aule hanno vetro doppio stratificato del tipo antisfondamento, mentre nei corridoi e in altri locali hanno vetro singolo. Sono presenti degli schermi solari esterni (veneziane) sulle finestre esposte a Sud. Sistema di produzione calore: Il sistema di produzione del calore è costituito da n.1 generatore di calore a metano marca RIELLO modello RTQ165 di potenza nominale 200,5 kw e portata termica 217 kw. La centrale termica è collocata in un loca le dedicato sul lato nord del corpo principale della scuola. E presente un produttore di acqua calda alimentato a gas. Sistema di distribuzione calore: La distribuzione del calore avviene mediante un sistema a due tubi. Il collettore nel locale centrale termica della scuola e da questo dipartono n.4 circuiti (Radiatori aule PT e P1 scuola elementare, Radiatori Aule e Mensa scuo la materna, Produzione Acqua calda sanitaria). Sistema di regolazione: La centrale termica è munita di regolazione climatica median te sonda temperatura esterna, regolazione della temperatura di mandata per ciascun circuito e controllo della temperatura per zone di riscaldamento (sonde di piano). Sistema di emissione: Il sistema di emissione è costituito da radiatori alcuni dotati di valvole termostatiche. 382

115 Produzione acqua sanitaria: La produzione di acqua calda per uso sanitario è realizzata tramite un produttore di acqua calda sanitaria alimentato a gas. Interventi suggeriti Gli interventi suggeriti sono atti ad aumentare il rendimen to energetico dell edificio, nell ottica di contenere le spese per la climatizzazione invernale ed estiva delle strutture. Sostituzione serramenti: Il vano scala lato Nord e alcuni locali del lato Sud tra i quali l aula professori hanno aperture verticali trasparenti dal particolare disegno architettonico, si tratta di vetrocamere non apribili di forma trapezoidale installate se nza serramento a contatto di elementi di supporto verticali in cemento armato. Tali elementi in cemento armato, sporgendo nell ambiente riscaldato, costituiscono un ponte termico. Inoltre alcuni di questi vetri hanno struttura a veneziana apribile per consentire la ventilazione dei locali ma nel contempo sono fonte di perdite di calore per trasmissione. L intervento suggerito consiste nell installazione di un serramento interno con vetri di qualità superiore a quello installato originariamente, ciò consentirà inoltre di attenuare i problemi di ponte termico indotti dalle strutture in cemento armato. Isolamento della parete nord: le aule con esposizione sulla parete Nord hanno problemi di isolamento. Tra gli interventi che sarà possibile effettuare per miglio rare la situazione vi è l isolamento delle pareti in cemento armato. La trasmittanza della struttura della parete nord esistente è pari a U=2,05 W/m 2 K. Il Decreto Legislativo 311/2006 prescrive, a partire da gennaio 2008 per le strutture opache verticali degli edifici in zona climatica E, un valore della trasmittanza limite pari a U=0,37 W/m 2 K. Isolando la parete con lastre feltri in lana di e finendo superficialmente con lastre di cartongesso la trasmittanza della parete assumerà il valore U=0,36 W/m 2 K. Il risparmio di energia annuo per la parete sarà percentualmente pari all 82% (per la sola parete). Installazione di evacuatore di fumo e calore:alla sommità della scala è praticata un apertura, protetta da griglia, con la funzione di evacuatore di fumo e calore. Questa apertura produce tuttavia un notevole effetto camino causando una consistente perdita di calore per ventilazione. Si suggerisce di sostituire l apertura grigliata con un dispositivo di evacuazione fumo e calore con comando automatico o manuale in conformità alla normativa UNI Installazione valvole termostatiche: l installazione delle valvole consentirà di evitare sp rechi di calore in ambienti che hanno raggiunto la temperatura preimpostata. In concomitanza con l installazione delle valvole termostatiche occorrerà intervenire anche sul circuito radiatori installando una pompa del tipo a inverter, ciò consentirà di mod ulare la portata del circuito in base all effettivo grado di apertura delle valvole; secondariamente si otterrà anche un risparmio di energia elettrica per l alimentazione della pompa stessa. Sostituzione dei generatori di calore: La sostituzione dei generatori con altri del tipo a condensazione consentirà di aumentare il rendimento del sistema di generazione. Sarà in tal modo possibile sfruttare ai fini di riscaldamento la componente di calore latente generatosi nella combustione del metano, aumentando il rendimento di generazione di circa il 10%. In contemporanea con l intervento di sostituzione dei generatori di calore dovranno essere installate anche le valvole termostatiche le quali cons entiranno di sfruttare al meglio le caratteristiche di questo tipo di generatori. Palestra Comunale La Palestra Comunale di Casier ha sede in Via Basse in Casier (TV). Palestra Comunale - Facciata principale (Nord) dell edificio Struttura L edificio ha struttura a telaio in cemento armato e tamponature in laterizio. La copertura del palazzetto è in copponi prefabbricati in cemento armato, mentre è realizzata in calcestruzzo in corrispondenza agli spogliatoi, all ingresso, e alla sala attrezzi. Ri sulta che il tetto del palazzetto sia stato isolato in concomitanza di un r ifacimento guaina impermeabilizzante. La centrale termica che ospita il 383

116 generatore di aria calda a servizio della palestra si trova in un edificio dedicato separato collocato sul lato sud -ovest, mentre la centrale termica a servizio dei locali spogliatoio e produzione acqua calda sanitaria è alloggiata in un locale posto all angolo Sud -Est dell edificio. Tipologia dei serramenti: I serramenti installati hanno telaio in alluminio e vetro singolo. Sistema di produzione calore: Il sistema di produzione del calore è costituito da un generatore di aria calda Jucker modello KA160 potenzialità kcal e n.1 generatore di calore a metano marca RIELLO modello RTQ 165 di potenza nominale 200,5kW e portata termica 217kW. All interno del locale caldaia, nel palazze tto, sono ospitati i collettori di distribuzione fluidi, il bollitore per la produzione di acqua calda sanitaria. Sistema di distribuzione calore: La distribuzione del calore avviene mediante un sistema a due tubi. Il collettore è ospitato nel locale tecnologico in palestra e da questo dipartono n.2 circuiti (Radiatori, Sanitario). La palestra viene riscaldata con un impianto a tutt aria. Sistema di regolazione: La centrale termica è munita di regolazione climatica mediante sonda temperatura esterna, regola zione della temperatura di mandata per ciascun circuito e controllo della temperatura per zone di riscaldamento. Sistema di emissione: Il sistema di emissione è costituito da impianto a tutt aria nel palazzetto, mentre sono installati radiatori negli altri locali e nei bagni. Produzione acqua sanitaria: La produzione di acqua calda per uso sanitario è realizzata tramite un bollitore installato nel locale tecnologico. Interventi suggeriti Gli interventi suggeriti sono atti ad aumentare il rendimento energetico dell edificio, nell ottica di contenere le spese per la climatizzazione invernale ed estiva delle strutture. Installazione pannelli solari termici: L installazione di un sistema di collettori solari termici permetterà di produrre una parte dell acqua calda sanitaria utilizzata nella palestra con una fonte gratuita e rinnovabile. Sostituzione generatori:la sostituzione dei generatori con altri del tipo a condensazione consentirà di aumentare il rendimento del sistema di generazione. Sarà in tal modo possibile sfruttare ai fini di riscaldamento la componente di calore latente generatosi nella combustione del metano, aumentando il rendimento di generazione di circa il 10%. Installazione valvole termostatiche: l installazione delle valvole consentirà di evitare sprechi di calore in ambienti che hanno raggiunto la temperatura preimpostata. In concomitanza con l installazione delle valvole termostatiche occorrerà intervenire anche sul circuito radiatori installando una pompa del tipo a inverter, ciò consentirà di modulare la portata del circuito in base all effettivo grado di apertura delle valvole; secondariamente si otterrà anche un risparmio di energia elettrica per l alimentazione della pompa stessa. Impianto fotovoltaico:l installazione di un impianto fotovoltaico sulla porzione di tetto piano a Sud consentirà alla palestra di provvedere autonomamente alla produzione di una parte del suo consumo elettrico. 384

117 12.7 Rifiuti La società moderna si sta orientando con forza sempre maggiore verso una dimensione ambientale; una dimensione che passa attraverso il concetto di sviluppo sostenibile e che presuppone un maggior interesse riguardo l impatto ambientale delle atti vità proprie del vivere sociale. Tale dimensione pervade la tecnologia, la scienza, il tessuto imprendi toriale, l opinione pubblica ed investe sempre più ogni campo e materia. Le aziende che operano nel settore della gestione dei rifiuti si stanno adeguando a questa tendenza, investendo in tecnologia e cercando di acquisire una nuova prospettiva strategica, orientata ad una sempre maggiore integrazione e controllo di servizi attinenti al campo ambientale Produzione e gestione dei rifiuti Inquadramento regionale L andamento della produzione regionale di Rifiuti Urbani negli ultimi anni ha subito, dopo una progressiva crescita evidenziata fino al 2000, un assestamento tra il 2001 e il 2002 e una diminuzione dei rifiuti prodotti nell anno Questa situazione a carattere regionale, descritta nella pubblicazione della Regione: Il Veneto e il suo ambiente, riflette il trend comunque in atto anche a livello nazionale ma si distingue per valori di produzione decisamente bassi nonostante la realtà sia caratterizzata da notevole sviluppo imprenditoriale. La situazione di eccellenza raggiunta dalla Regione Vene to nella gestione dei RU dipende anche dall organizzazione dei sistemi di raccolta adottati dalle singole amministrazioni comunali e dai Consorzi di gestione. Le trasformazioni nei sis temi di raccolta rappresentano uno degli indicatori fondamentali delle modifiche complessive della gestione complessiva ed integrata dei rifiuti urbani. In particolare, in riferimento all efficienza dei diversi sistemi di raccolta, i dati raccolti in Regione Ven eto negli ultimi anni hanno evidenziato che solo l introduzione più o meno estesa della raccolta separata della frazione organica è in grado di produrre risultati complessivi coerenti con gli obiettivi del decreto Ronchi. Negli ultimi anni è andato aumentando il numero di Comun i che effettuano la raccolta separata della frazione organica domestica, la cosiddetta raccolta secco -umido. Analizzando il Rapporto sugli Indicatori Ambientali del Veneto del 2008 si evidenzia proprio come il Veneto sia al primo posto nel Paese per la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Nel corso del 2006 ha raggiunto una percentuale pari al 49% (ben oltre l obiettivo del 40% fissato per il 31 dicembre 2007 dalla Legge Finanziaria 2007), a fronte di un dato medio nazionale del 24.3% e del 38.1% per le regioni del nord Italia (dati APAT anno 2005). Grazie alla raccolta differenziata gran parte dei rifiuti urbani non finiscono più in discarica ma vengono recuperati in modi diversi, sostituendosi alle materie prime nella produzione di nuovi beni di consumo e contribuendo alla cre scita dell industria del recupero e riciclo. Nell anno 2006 il 73% dei comuni veneti ha superato il 50% di raccolta differenziata; in termini di popolazione il dato corrisponde al 61% degli abitanti del Veneto. Percentuale dei comuni del Veneto suddivisi in base alle classi di raccolta differenziata raggiunta nel 2006 Rapporto sugli Indicatori Ambientali del Veneto I risultati migliori sono stati raggiunti in quelle aree in cui è in atto una gestione consortile della raccolta, che ha cont ribuito ad ottimizzare il servizio e a contenere l aumento dei costi. Nei territori montani, invece, stenta ancora ad essere avviata la raccolta separata della frazione organica presso le utenze domestiche, risultando così ancora esigua la quantità di rifiuti avv iati a recupero. In questo contesto Treviso risulta la provincia italiana più virtuosa per percentuale di raccolta differenziata (66%) e si disti ngue, inoltre, per la produzione di rifiuto urbano pro capite estremamente bassa (386.6 kg/ab*anno). Nel 2006 le province di Treviso, Padova, Rovigo, Vicenza hanno superato la soglia del 50% prevista dal Piano Regionale sui Rifiuti Urbani, mentre le province di Bellu no e Venezia, dove non sono ancora diffusi sistemi di raccolta domiciliare, presentano le percentual i più basse, rispettivamente pari a 39.8% e 35.2%. Si riporta di seguito il grafico sulle q uantità di rifiuto urbano differenziato e residuo prodotto (tonnellate) e % di raccolta differenziata nelle province del Veneto al 2006 che rappresentano la situazione appena descritta. 385

118 Quantità di rifiuto urbano differenziato e residuo prodotto (tonnellate) e % do raccolta differenziata nelle provincie del Vento Anno 2006 Rapporto sugli Indicatori Ambientali del Veneto Il trend dal 1997 al 2006 evidenzia una costante crescita della percentuale di raccolta differenziata e di conseguenza una consistente riduzione della percentuale di rifiuto residuo prodotto. Il grafico successivo rappresenta l andamento della produzione del rifiuto urbano differenziato e residuo (tonnellate) e % di raccolta differenziata nel Veneto tra il 1997 e il Andamento della produzione di rifiuto urbano differenziato e residuo (tonnellate) e % di raccolta differenziata nelle provincie del Veneto Anno Il Consorzio Intercomunale Priula Rapporto sugli Indicatori Ambientali del Veneto. ARPAV, 2008 Il Consorzio Intercomunale Priula gestisce oggi l'intero ciclo dei rifiuti urbani di 23 comuni della provincia di Treviso. Il territorio servito è di 595,54 km 2, per un totale di quasi utenze e abitanti. Il sistema utilizzato si caratterizza per la raccolta porta a porta "spinta" e per la tariffa a commisurazione puntuale. Con la raccolta porta a porta spinta, vengono prelevate a domicilio le tipologie di rifiuto urbano più comuni (secco non riciclabile, umido e vegetale, carta e cartone, multimateriale vetro, plastica, lattine) che famiglie, aziende ed enti pubblici inseriscon o nei vari contenitori colorati disponibili. Integrano la raccolta domiciliare 23 Ce RD, centri di raccolta differenziata in cui sono disponibili diversi container per altre frazioni di rifiuto urbano: dagli ingombranti agli apparecchi elettrici ed elettronici, dai rifiuti peric olosi agli inerti. La tariffa applicata a ciascuna utenza (famiglia o azienda) è commisurata all'effettiva produzione di rifiuto, secondo il principio "chi inquina paga", e valorizza i comportamenti virtuosi, quali il compostaggio domestico. L'utente paga una quota fissa e una quo ta variabile, diversa a seconda del numero di svuotamenti del contenitore del secco non riciclabile effettuati e rilevati tramite un transponder al momento della raccolta. Il Consorzio si occupa anche della tutela dell'igiene ambientale. Provvede infatti alla pulizia del territorio, in part icolare allo spazzamento e lavaggio delle strade e piazze, alla manutenzione e svuotamento dei cestini pubblici, alla pulizia delle aree i n cui si svolgono i mercati. Il rapporto tra Consorzio e cittadini si realizza attraverso canali di comunicazione diversificati. Il dialogo diretto è possibile grazie a 23 ecosportelli, front-office territoriali collegati tra loro e con la sede centrale tramite la rete informatica. Sono questi luoghi in cui gli utenti si recano per attivare i servizi, chiedere chiarimenti, ritirare contenitori e sacchetti. Il giornalino, il sito, l'ecocalendario e l'attività di educazione ambientale nelle scuole sono altri mezzi attraverso i quali sviluppare la cultura della tutela ambientale, cult ura difesa 386

119 anche attraverso sistemi di controllo. Per questo esistono figure specifiche, gli "Ecovigili", che rilevano e sanzionano i comportamenti scorretti, dannosi per l'ambiente quali, ad esempio, l'abbandono e la combustione dei rifiuti. Accanto al servizio rifiuti urbani, sono attivi anche servizi integrativi, quali la gestione di rifiuti diversi dagli urbani (agricoli, sanitari, speciali vari, amianto), del verde pubblico, dei cimiteri e le disinfestazioni. Il Consorzio offre inoltre consulenze e colla borazione agli enti locali che intendano avviare, nel loro territorio, la gestione integrata dei rifiuti secondo il sistema Priula. Un sistema questo che ha permesso il raggiungimento di un'elevata percentuale di raccolta differenziata (media del 77% nei 23 comuni nel 2006), una riduzione della produzione procapite di rifiuti (da 440 kg/abitante*anno nel 2000 a 368 kg/abitante*anno nel 2006) e, in particolare, di quelli non riciclabili (il secco non riciclabile passa da 321 kg/abitante*anno nel 2000 a 85 kg/abitante*anno nel 2006). Gli impianti del Consorzio Intercomunale Priula L impianto di Spresiano In un'area di circa m2, situata in via Vittorio Veneto, 6 in località Lovadina di Spresiano, si trovano l'impianto di trattamento del rifiuto secco non riciclabile e la stazione di travaso per l'umido e il verde. Presso l'impianto di trattamento arriva il rifiuto secco non riciclabile di tutta la provincia di Treviso per un totale di ci rca tonnellate all'anno. Il rifiuto che entra viene triturato, deferizzato e vagliato. Si produce così il combustibile da rifiuto (C.d.R.) che verrà inviato agli inceneritori per essere bruciato. Dal calore generato durante la combustione del C.d.R. si ricava energia. Invece, umido e vegetale raccolti nei comuni del Consorzio Priula, una volta a rrivati vengono trasportati presso impianti di compostaggio. L impianto di Paese 387

120 La discarica di rifiuti solidi urbani è situata nel comune di Paese, località Santa Lucia. Il sito è utilizzato per lo stoccaggio definitivo di rifiuto secco non riclabile proveniente dai comuni che effettuano la raccolta differenziata. La discarica di Paese è il risultato della bonifica ambientale di un sito pre -esistente necessaria in quanto i rifiuti scaricati negli ultimi decenni, c.a mc, avevano generato un rile vante inquinamento dell'importante falda sottostante. Al termine dei lavori di realizzazione e bonifica l'impianto di Paese ha acquisito la capacità di circa mc. Attualmente l'impianto di Paese è chiuso. Il Ce.R.D. d i Casier Il Consorzio Intercomunale Priula ha anche in gestione il Centro di Raccolta Differenziata del Comune di Casier situato in Via Bigonzo. In questo sito è possibile, per cittadini e aziende, portare vari materiali riciclabili, tra cui quelli che non poss ono essere conferiti con il normale sistema di raccolta. Questo è possibile farlo in orari prestabiliti e Per garantire l'accesso al Ce.R.D. a tutti coloro che ne hanno bisogno sono state fissate le quantità di rifiuto che ciascuno può portare. Di seguito i materiali riciclabili che si possono conferirre al Ce. R.D.: -CASSONE CARTON E: solo imballaggi di cartone e cartoncino (ad esempio scatole e scatoloni). Non si possono più conferire qui tutti quei prodotti di carta che non sono imballaggi (libri, depliant e cataloghi, fogli, g iornali e riviste, quaderni). CASSON E VETRO: bottiglie e lastre in genere, vetrocamera separato dalla guaina periferica in plastica. CASSON E METALLO: ferro in genere, fornelli, reti metalliche, lattine in alluminio o in banda stagnata, vaschette in alluminio, bombolette spray vuote, contenitori vuoti per prodotti di igiene personale (anche etichettati T e/o F). CASSON E BENI DUREVOLI: lavatrici, frigoriferi, congelatori, televisori, monitor, computer, stampanti, apparecchiature elettroniche di cospicue dimensioni di provenienza domestica. CASSON E LEGNO: mobilio in genere, tronchi, cassette in legno, truciolare. CASSON E SFALCI E RAMAGL IE: sfalci d'erba, ramaglie, residui di potature, terriccio. CASSON E INERT I: rifiuti misti da demolizione e ceramica, terracotta, porcellana di provenienza domestica. CASSON E INGOMBRANTI: rifiuti non riciclabili che per dimensioni eccessive non ci stanno nel contenitore verde in dotazione alle famiglie, come materassi, divani, poltrone. CASSON E IMBALLAGGI IN PLASTICA: cellophane, nylon, polistirolo da imballaggio, reggette, sacchi e borsette in plastica, bottiglie, vaschette e cassette in plastica. CASSON E PLA STICA RIGIDA (RACCOLTA SPERIMENTAL E): mobili da giardino come tavoli, sedie e sdraio in plastica; vaschette, bacinelle, secchi, in plastica; annaffiatoi e vasi (non in pvc) in plastica; copridamigiane in plastica; taniche in plastica perfettamente pulite e non etichettate T/F. Il materiale conferito deve essere di provenienza domestica. CASSON E PN EUMATICI: pneumatici per auto e moto, copertoni di biciclette e motorini di provenienza domestica. CONTENITOR E T/F spray: bombolette spray di vernice, pesticidi, antiruggine di provenienza domestica. CONTENITOR E T/F non spray: barattoli di vernice, contenitori di colle, erbicidi, pesticidi, antiruggine di provenienza domestica. CONTENITOR E NEON: lampade a scarica e neon esauriti di provenienza domestica. CONTENITOR E ACCUMULATORI: batterie esauste per auto e moto di provenienza domestica. CISTERNA OLIO VEGETAL E: olio per frittura e per uso alimentare. CISTERNA OLIO MINERALE: olio per auto solo di provenienza domestica. CONTENITOR E PILE: pile a stilo (es. per torce e radio), pile a bottone (es. per orologi), pile rettangolari, batterie per cellulari. CONTENITOR E MEDICINALI SCADUTI: fiale per iniezioni, disinfettanti, sciroppi, pastiglie, pomate (senza la confezione di carta). CONTENITOR E CARTUCCE: cartucce esauste per stampanti di provenienza domestica. Si riportano di seguito i dati forniti dal Consorzio Intercomunale Pr iula: 388

121 Risultati gestione dei rifiuti nei comuni consorziati dal 2000 al 2006 % Raccolta differenziata Rifiuti totali procapite (Kg/abitante*anno) Rifiuto secco non riciclabile procapite (kg/abitante*anno) 389

122 390

123 Popolazione FORSU VERDE VETRO CARTA E CARTONE PLASTICA LATTINE MULTIMATERIALE BENI DUREVOLI ALTRO RECUPERABILE RIFIUTI PARTICOLARI RIFIUTO RESIDUO RACCOLTA DIFFERENZIATA RIFIUTO TOTALE % RD Piano di Assetto del Territorio Produzione e gestione dei rifiuti L ARPAV fornisce i seguenti dati: Sistemi di raccolta dei rifiuti urbani nella Regione Veneto - Anno Prov Bacino Comune TV TV 2 TV TV 2 Casier (2004) Casier (2005) R.U. indifferenziato/raccolta separata secco-umido Sistema di raccolta del secco residuo Sistema di raccolta della frazione umida Sistema raccolta carta-vetroplastica di di Popolazione Secco-Umido Domiciliare Altro Domiciliare Domiciliare 9779 Secco-Umido Domiciliare Altro Domiciliare Domiciliare Produzione di Rifiuti Urbani nella Regione Veneto - Anno 2006 Prov Bacino Comune Popolazione RACCOLTA DIFFERENZIATA RIFIUTO TOTALE TV TV 2 Casier ,33 Le quantità sono espresse in kg % Raccolta Differenziata Produzione di Rifiuti Urbani nel Comune di Casier - Anno , , , ,33 Le quantità sono espresse in kg Legenda: FORSU (frazione organica dei rifiuti urbani): materiale organico putrescibile ad alto tasso di umidità proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani e costituito da residui alimentari, ovvero scarti di cucina. La raccolta avviene di norma presso utenze domestiche e/o selezionate (quali mense, ristoranti, ecc.) mediante modelli di gestione riconducibili all utilizzo di specifici contenitori stradali o alla raccolta presso il domicilio dell utenza interessata (raccolta porta a porta); VERDE: la frazione costituita esclusivamente da scarti della manutenzione del verde privato e pubblico, comprendente sfalci e potature, anche proveniente dalle aree cimiteriali, indipendentemente dal tasso di umidità e dal p.c.i. utile; Frazioni secche recuperabili (vetro, carta, plastic a, lattine): le frazioni costituite da materiali recuperabili, costituiti ad esempio da vetro, metalli ferrosi e non ferrosi, plastica, carta, cartone, anche mescolati tra loro, ma selezionabili con pro cedimenti manuali o meccanici; MULTIMATERIALE: frazione composta da diverse tipologie di imballaggi che per comodità vengono raccolte insieme (es. raccolta di vetro-plastica-lattine); BENI DUREVOLI: i rifiuti di cui all art. 44 del d.lgs. n. 22/97, quali, ad esempio, frigoriferi, surgelatori e congelatori, televisori, computer, lavatrici e lavastoviglie, condizionatori d aria; ALTRO RECUPERABIL E: categoria che raggruppa diverse raccolte omogenee di frazioni minori, diverse dagli imballaggi e beni durevoli, ma comunque destinate a recupero (tessuti, metalli, legno.); RIFIUTI PARTIC OLARI: i rifiuti che per le loro caratteristiche o per espresse disposizioni di legge devono essere avviati a forme particolari di recupero o smaltimento e quindi, a tal fine, devono essere raccolti in modo differenziato (ad esempi o: olii minerali usati, 391

124 pile e batterie per apparecchiature elettriche ed elettroniche di uso domestico, medicinali scaduti, contenitori contaminati da liquidi e sostanze infiammabili, irritanti nocivi tossici corro sivi e ecotossici, batterie per auto esauste possedute da privati, olii e grassi vege tali ed animali esausti); RIFIUTO URBANO RESIDUO: rifiuto urbano misto che residua dopo aver attivato, oltre alle raccolte obbligatorie, anche la raccolta separata della frazione organica dei rifiuti. Produzione di Rifiuti Urbani nel Comune di Casier Comune Popolazione RACCOLTA DIFFERENZ IATA RIFIUTO TOTAL E % RD Produzione procapite (kg/ab.) Casier Casier Casier Casier Produzione di Rifiuti Urbani nella Provincia di Treviso PROVINCIA Popolazione RACCOLTA DIFFERENZIATA RIFIUTO TOTAL E % Raccolta Differenziata Produzione procapite (kg/ab.) Provincia Treviso Provincia Treviso Provincia Treviso Provincia Treviso Produzione di Rifiuti Urbani nella regione Veneto REGION E Popolazione RACCOLTA DIFFERENZIATA RIFIUTO TOTALE % Raccolta Differenziata Produzione procapite (kg/ab.) Veneto Veneto Veneto Veneto Le quantità sono espresse in kg La percentuale di raccolta differenziata realizzata risulta decisamente elevata, ancor più se confrontata con i valori medi relativi alla Regione Veneto e all Italia. La figura seguente consente un confronto anche con le percentuali di raccolta differenziata realizzate dagli altri Comuni della Provincia di Treviso, nel

125 Oltre l organizzazione efficiente della raccolta differenziata, risulta importante valutare la quantità di rifiuti totali pro dotti negli anni in ciascun Comune, in quanto la progressiva riduzione di questi è indice di una politica favorevole all ambiente. Di seguito si riportano tabellati e graficati i valori relativi alla produzione totale. Dai dati sopra riportati risulta un progressivo aumento della produzione totale di rifiuti. Questo trend risulta in accordo con quello registrato per la Provincia di Treviso, evidente nella figura sotto riportata. 393

126 Interessante risulta anche confrontare i dati relativi alla produzione procapite del Comune di Casier con quelli regionali e provinciali, al fine di capire come si colloca tale Comune in un contesto più ampio. Si riportano pertanto nella tabella e nei grafici seg uenti i valori di produzione media annua per abitante riferiti agli anni esaminati. PRODUZION E PR OCAPIT E (kg/ab*anno) Casier Provincia di Treviso RegioneVeneto

127 Si può osservare che la produzione media annua per abitante nel comune di Casier risulta leggermente inferiore a quella della Provincia di Treviso, molto inferiore rispetto a quella regionale La figura seguente mostra il valore della produzione procapite di rifiuti giornaliera in tutti i Comuni della provincia di Tr eviso, per il

128 Rifiuti Particolari Altrettanto importante è la valutazione dei rifiuti particolari che vengono definiti rifiuti che per le loro caratteristiche o per espresse disposizioni di legge devono essere avviati a forme particolari di recupero o smaltimento e quindi, a tal fine, devono essere raccolti in modo differenziato (ad esempio: olii minerali usati, pile e batterie per apparecchiature elettriche ed elettroniche di uso domestico, medicinali scaduti, contenitori contaminati da liquidi e sostanze infiammabili, irritanti nocivi tossici corrosivi e ecotossi ci, batterie per auto esauste possedute da privati, olii e grassi vegetali ed animali esausti). Si può notare il forte aumento di questi prodotti nel corso degli ultimi anni. PRODUZION E RIFIUT I SPEC IALI (kg) Comune Casier

129 Impianti iscritti in procedura semplificata attivi nel comune di Casier e limitrofi Comune unità loc ale sit_id Num. r egistro Denominazione impianto CASIER TOMMASI MARISA CASIER PROCED S.R.L. CASIER CASIER CASALE SUL SILE CASALE SUL SILE CASALE SUL SILE CASALE SUL SILE CASALE SUL SILE FORNACE DI DOSSON DI RACHELLO & C. S.P.A. DUE MAICH SE RVIZI S.R.L SUPERBETON S.P.A ROMANO DINO S.R.L. CALCESTRUZZI S.P.A CREPALDI S.R.L ROMANO SCAVI S.R.L. Indir izzo un.loc. VIA DELLE INDUSTRIE 97 VLE DELLE INDUSTRIE 82 CAP VIA SANTI VIA DELLE INDUSTRIE 97 VIA DELLE INDUSTRIE 3 VIA CARLO GARDAN, 33 VIA DELLE INDUSTRIE 3 VIA MARTIN LUTHER KING 1 VIA C. GARDAN PREGANZIOL EDILVERDE S.R.L. VIA PESARE SILEA SILEA SILEA TREVISO TREVISO CANUTO ERNESTO E LUIGI S.N.C. GOBBO MALVINA S.R.L. VENDRAME PASQUALINO & C. S.N.C. DEGUSSA CONSTRUCTION CHEMICALS ITALIA S.P.A. M. & A. SATERINI - S.N.C. TREVISO F.LLI PIZZIOLO S.R.L. VIA CANTON, 23 VIA SANT ELENA 75/C VIA CENDON VIA VICINALE DELLE CORTI VIA UGO FOSCOLO 19 VIA EVERARDO SEC. IX Tipo impianto Messa in riserva Recupero materia Recupero materia Recupero materia Recupero materia Recupero materia Recupero materia Recupero materia Recupero materia Recupero materia Recupero materia Messa in riserva Recupero materia Recupero materia Recupero materia Recupero materia Qtà tr attata (t/a ) Qtà max iniziale (t) Qtà max messa in riser va (t) Tipo r ifiuto Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso Non pericoloso 397

130 Impianti di recupero c omune unità loc ale CASIER 4756 Sit_id Denominazione impianto Indir izzo unità loc ale Tipo impianto BINOTTO S.N.C. DI BINOTTO GIORGIO & C. VIA E. BARONE 37 Selezione e frantumazione Potenz. di pr ogetto (t/gg) Cap. max. (t/anno) Cap. max. (m3/anno) PREGANZI OL 381 TREVISO 604 TREVISO 760 TREVISO 775 TREVISO 4073 RACCORDI FERROVIARI BONAVENTURA LUIGI Srl ZANINI VEICOLI INDUSTRIALI E RI CAMBI S.R.L. GESUATI GIORGIO DEMOLIZIONI ZANINI VEICOLI INDUSTRIALI E RI CAMBI S.R.L. AUTODEMOLIZIONI CORTESE DI GIUSEPPE CORTESE TREVISO BORSOI & ZULIANI S.R.L. VIA CARLO ALBERTO DALLA CHIESA 8 VIA POSTUMIA 39 A VIA S.S. POSTUMIA, 37/A VIA Postumia 39 D VIA S.ANTONINO 250/B VLE DELLA REPUBBLICA 245 Recupero mate ria Autodemolizione veicoli a motore Autodemolizione veicoli a motore Autodemolizione veicoli a motore Autodemolizione veicoli a motore Autodemolizione veicoli a motore TREVISO AUTODEMOLIZIONE PESCE RENZO VIA DEI BRILLI 2 Autodemolizione veicoli a motore TREVISO DEL PIA DINO VLE DELLA REPUBBLICA 269 Autodemolizione veicoli a motore Impianti di stoccaggio Comune unità loc ale PREGANZI OL TREVISO Sit_i d CASIER 4756 TREVISO 4073 TREVISO Denominazione impianto RACCORDI FERROVIARI BONAVENTURA LUIGI Srl AUTODEMOLIZION E PESCE RENZO BINOTTO S.N.C. DI BINOTTO GIORGIO & C. AUTODEMOLIZIONI CORTESE DI GIUSEPPE CORTESE BORSOI & ZULIANI S.R.L. Indir izzo unità loc ale VIA CARLO ALBERTO DALLA CHIESA 8 VIA DEI BRILLI 2 VIA E. BARONE 37 Z.I. DOSSON VIA S.ANTONINO 250/B VLE DELLA REPUBBLICA 245 Tipo impianto Stoccaggi o provvisori o Stoccaggi o provvisori o Messa in riserva Stoccaggi o provvisori o Stoccaggi o provvisori o Capac. max.imp. (t) Capac. max. imp.(m3) Sistema di stocc aggi o Nr. siste mi Capac. sist. Stocc.(t ) Capac. sist. Stocc.(m3 ) 398

131 Ecocentri attivi I CE.R.D. (Centri di Raccolta Differenziata) sono spazi attrezzati dove i cittadini possono portare vari materiali riciclabil i, tra cui quelli che non possono essere conferiti con il normale sistema di raccolta. c omune impianto SILEA TREVISO CASALE SUL SILE Sit_id Denominazione impianto Indir izzo unità loc ale CASIER PREGANZIO L TREVISO ECOCENTRO DI SILEA - CONSORZIO INTERCOMUNALE PRIULA ECOCENTRO DI TREVISO - TREVISOSERVIZI S.R.L. ECOCENTRO DI CASALE SUL SILE - CONSORZIO INTERCOMUNALE DELLA PRIULA ECOCENTRO DI CASIER - CONSORZIO INTERCOMUNALE DELLA PRIULA ECOCENTRO DI PREGANZIOL - COMUNE ECOCENTRO DI TREVISO - TREVISOSERVIZI S.R.L. VIA CENDON VIA SERENISSIMA VIA DELLA RICERCA Numer o sistemi Capac.c omplessiva (m 3 ) Sistema di stocc aggio VIA BIGONZO 1 Altro VIALE SCHIAVONIA NUOVA VIA SERENISSIMA - S.GIUSEPPE Box Cassoni Fusti 399

132 Elenco delle discariche Nel comune di Casier non sono presenti discariche attive. Quelle presenti in passato sono state oramai da tempo chiuse, bonif icate e non rappresentano un pericolo per la salute pubblica e l ambiente. Dati ARPAV Si riporta di seguito l elenco delle discariche site nei comuni limitrofi a Casier Tipo Data Comune Denominazion Stato discar ic Codic Var iazion Indir izzo Unita' e Unità loc ale Discar ic a Pr ima e Sito e Stato unita' loc ale loc ale Disc ar ic a a del D.L Disc ar ic a n. 36 CASALE SUL SILE (TV) CASALE SUL SILE (TV) PREGANZI OL (TV) SILEA (TV) 4796 SILEA (TV) 5759 SILEA (TV) TREVISO (TV) 5904 DISCARICA 2A - CASALE SUL SILE - DINAMICA COSTRUZIONI E SERVIZI S.N.C. DISCARICA 2A - CASALE SUL SILE - PRATO VERDE S.R.L DISCARICA RIFIUTI NON PERICOLOSI( EX 2B) - PREGANZIOL - SITA ITALIA S.P.A DISCARICA 2A SILEA - VENDRAME PASQUALINO & C. S.N.C. DISCARICA RIFIUTI NON PERICOLOSI( EX 2B) - SILEA - CO.VE.RI. SCARL DISCARICA 2A SILEA - VENDRAME PASQUALINO & C. S.N.C. DISCARICA 2B - TREVISO - CANDIA N FRANCESCO Sospeso Sospeso Attivo Cessato Attivo Cessato Cessato 21-gen mar mag nov lug-96 VIA DEL CARMINE CONSCIO VIA BIGONE Lughignano VIA SCHIAVONIA BORGOVER DE VIA DEL POZZETTO VIA BELVEDERE CLAUDIA AUGUSTA VIA CLAUDIA AUGUSTA VIA ORSENIGO Discaric a II categori a tipo A Discaric a II categori a tipo A Discaric a II categori a tipo B Discaric a II categori a tipo A Discaric a II categori a tipo B Discaric a II categori a tipo A Discaric a II categori a tipo B Tipo Disc ar ic a Discarica non riclassifica ta Discarica non riclassifica ta Discarica per rifiuti non pericolosi Discarica non riclassifica ta Discarica per rifiuti non pericolosi Discarica non riclassifica ta Discarica non riclassifica ta Litotip o Argilla Argilla Note Disc ar ic a PIANO DIi ADEGUAMEN TO APPROVATO CON DGRV 2007/2004 5/12/1995 la ditta comunica chiusura discarica e ultimazione lavori di ricopertura e di sistemazione finale Volum e tot di pr ogett o (m3) Super fici e tot di pr ogetto (m2)

133 12.8 Sottoservizi Il sistema acquedottistico e fognario Il Comune di Casier fa riferimento al secondo ambito di depurazione del AATO Veneto Orientale. L AATO Veneto Orientale comprende 119 comuni appartenenti alle province di Treviso, Venezia, Belluno e Vicenza. La Legge Regione Veneto 27 marzo 1998, n. 5 Disposizioni in materia di risorse idriche. Istituzione del servizio idrico inte grato ed individuazione degli ambito ottimali, in attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36.(Con le modifiche apportate legge regionale 13 settembre 2001, n. 27), individua gli ambiti territoriali ottimali, disciplina le forme ed i modi di cooperazione fra i Comu ni e le Province ricadenti nel medesimo ambito territoriale nonché i rapporti tra gli enti locali medesimi ed i soggetti gestori dei servizi pubblici di captazione, adduzione, distribuzione ed erogazione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione e rigene razione delle acque reflue, al fine dell'istituzione e dell'organizzazione dei servizi idrici integrati, ai sensi della legge 5 gennaio 1994, n. 36. Nel rispetto dei principi della legge n. 36/1994 e del principio di un autonomo approvvigionamento idropotabile, il territ orio della Regione Veneto viene così suddiviso in otto ambiti territoriali ottimali e denominati: a) Alto veneto; b) Veneto orientale; c) Laguna di Venezia; d) Brenta e) Bacchiglione; f) Polesine; g) Veronese; h) Valle del Chiampo. La legge prevede che, al fine di garantire la ge stione del servizio idrico integrato secondo criteri di efficacia, efficienza ed economicità, i Comuni e le Province ricadenti in ciascun ambito debbano istituire l'autorità d'ambito, utilizzando una delle seguenti forme di cooperazione: a) convenzione ai sensi dell'articolo 24 della legge 8 giugno 1990, n. 142 e successive modificazioni e integrazioni; b) consorzio ai sensi dell'articolo 25 della legge n. 142/1990. Gli enti locali partecipanti all'ambito organizzano il servizio idrico integrato al fine di garantirne la gestione secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità. Rete acquedottistica La rete acquedottistica del Comune di Casier è gestita dall azienda Servizi Idrici Sile Piave S.p.A. di Roncade. L azienda copre l intero territorio comu nale ed è collegata al centro di produzione idrica di Lanzago di Silea come da Modello Strutturale degli Acquedotti della Regione Veneto, adottato con D.G.R. n. 83/CR 7 Settembre Il Piano delle Acque del Comune, sulla base di stime IST AT, identifica un fabbisogno idrico pari a 39 l/s con una popolazione pari a abitanti nel

134 Rete dell azienda Servizi Idrici Sile Piave S.p.A. La rete di distribuzione copre l intero comprensorio comunale, è composta da tubazioni con diametro non superiore ai 250 mm, situate lungo la viabilità ordinaria. Si rileva altresì la presenza di numerosi pozzi di captazione privati. L Azienda Sile Piave S.p.A. preleva l acqua da pozzi, ad una profondità compresa tra 50 e 246 metri. I pozzi di estrazione sono dodici: nove si trovano a Silea nord e tre a Carbonera sud. Mediante pompe sommerse o per risalita naturale l acqua viene poi convogliata in 2 vasche di accumulo di e mc. e verso 1 serbatoio pensile da 500 mc. La percentuale di popolazione allacciata alla rete si attesta su 93/94 %. Secondo il piano d ambito è previsto il potenziamento delle zone mancanti. CASIER Abitanti Utenti AP Utenti AP (acqua potabile) L Azienda assicura l erogazione dell acqua potabile con continui monitoraggi chimico -batteriologici della qualità dell acqua erogata. I controlli sulle fonti di approvvigionamento vengono svolti periodica mente da un laboratorio esterno specializzato e dall ULSS n. 9 di Treviso; le analisi in rete sono svolte da un laboratorio esterno, dall ULSS n. 9 di Treviso e dall ULSS n. 12 della Terrafer ma Veneziana. La presenza di cloro nell acqua erogata è pari a 0,2 milligrammi per litro, conformemente alla vigente normativa in materia (valore consigliato). Dati significativi sulla qualità dell acqua sono rilevabili dalle analisi che seguono. 402

135 403

136 404

137 Rete fognaria Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di una rete di fognatura bianca gestita dal Comune, e da una rete di fognatura nera gestita dall azienda Servizi Idrici Sile Piave S.p.A.. La rete fognaria nera copre buona parte del territorio comunale, ossia circa l 80% della popolazione. È previsto un ampliamento della stessa in corrispondenza della zona compresa tra i limiti amministrativi occidentali e il nucleo urbano di Dosson. CASIER Abitanti Utenti F/D Utenti F/D (fognatura e depurazione) La rete dei servizi dell azienda presenta le seguenti caratteristiche strutturali: Bacino del servizio: Abitanti complessivi del Bacino: Utenti del servizio Idrico: Utenti del servizio di fognatura: Lunghezza rete acquedotto: Lunghezza rete fognaria: fognatura nera: fognatura mista: Valore della Produzione: Dipendenti attuali 41 9 Comuni Soci circa circa circa 860 Km circa 200 Km circa 50 Km circa circa La rete convoglia le acque nell impianto di depurazione ubicato a ridosso dell area industriale localizzata al confine meridi onale del Comune. Il depuratore centralizzato, entrato in funzione nel 1997, ha sostituito in toto i due vecchi impianti di Dosson e Casier. L impianto ha potenzialità pari a A.E. ed è in fase di ampliamanto a A.E., per poter implementare la capacità ri cettiva e di trattamento. Scarica nelle acque del fiume Bigonzo. Tutti gli scarichi degli impianti di depurazione sono oggetto di controllo e di analisi chimiche in rispetto alla normativa vigente. Il Sistema Qualità dell Azienda SILE-PIAVE S.p.A. è certificato in conformità alla norma UNI EN ISO 9001:2000. Il depuratore presenta i seguenti dati di progetto: 405

138 406

139 Criticità La rete fognaria del Comune di Casier, sia per le acque bianche che nere, non presenta criticità strutturali rilevanti. Con l eccezione di alcuni tratti più critici soprattutto nella frazione di Casier, in line a di massima le reti per acque bianche, grazie anche al diffuso reticolo idrografico superficiale, sono dimensionate in modo tale da smaltire senza eccessivi problemi la po rtata meteorica in ingresso. La separazione fra le reti bianche e nere, problema molto frequente nei comprensori comunali limitrofi, è generalmente ben definita. La rete nera non presenta particolari problemi se non quelli dovuti all occasionale fuori servizio degli impianti di sollevamento presenti numerosi nel territorio. In caso si evento meteorologico si assiste ad un consistente aumento della portata causato dalle possibili infiltrazioni di acque parassite in fognatura, con sovraccarichi idraulici all intero complesso impiantistico e di trattamento finale. L impianto di depurazione garantisce una qualità dell effluente sufficientemente elevata per il contesto ambientale in cui si inserisce Rete gas La rete Snam attraversa il Comune di Casier. L ARPAV ha fornito i valori dei consumi di gas metano suddivisi per Autotrazione, Riconsegne a reti cittadine, Industria, Termoelettrico. Questi valori consentono di valutare l andamento dei consumi di gas metano al fine di diminuire l uso di energia. Il volume annuale per Comune, suddiviso per settore, è stato ottenuto sommando i consumi registrati ai punti di riconsegna direttamente allacciati alla rete Snam Rete Gas. COMUNE SETTOR E Riconsegne a reti di distribuzione e terziario diretto 16,3 17,0 16,6 18,5 19,5 20,5 CASIER Industria 21,3 21,7 21,0 21,5 21,0 20,1 TOTALE 37,6 38,8 37,6 40,1 40,6 40,6 Volumi espressi in milioni di m3/anno a potere calorifico superiore 38,1 MJ/m 3 Nel Comune di Casier è presnte un impianto di distribuzione della rete gas. Di seguito l Elenco degli impianti di distribuzione nei quali insistono i punti di riconsegna gestiti dall'impresa di distribuzione 407

140 La società di distribuzione del gas metano è l Ascopiave che gestisce la fornitura di gas metano in gran parte dei comuni della Provincia. 408

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle Trento, 23 gennaio 2012 La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle La popolazione residente in provincia di Trento

Dettagli

ANNO MASCHI FEMMINE TOTALE TOTALE 1974 2513 4487

ANNO MASCHI FEMMINE TOTALE TOTALE 1974 2513 4487 MORTALITÀ Tra i residenti della ULSS n. 1 nel corso del triennio 2010-2012 si sono verificati 4487 decessi (1974 nei maschi e 2513 nelle femmine, media per anno 1496), in leggero aumento rispetto al dato

Dettagli

LA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE IN ITALIA AL 1/1/2006 A CONFRONTO CON QUELLA RESIDENTE A FAENZA

LA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE IN ITALIA AL 1/1/2006 A CONFRONTO CON QUELLA RESIDENTE A FAENZA COMUNE DI FAENZA SETTORE SVILUPPO ECONOMICO Servizio Aziende e Partecipazioni comunali LA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE IN ITALIA AL 1/1/2006 A CONFRONTO CON QUELLA RESIDENTE A FAENZA Edizione 1/ST/st/26.10.2006

Dettagli

PROVINCIA DI ORISTANO DEFINIZIONE DEI SERVIZI MINIMI DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE Allegato 1:

PROVINCIA DI ORISTANO DEFINIZIONE DEI SERVIZI MINIMI DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE Allegato 1: Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dei Trasporti Centro Ricerche Economiche e Mobilità Università degli Studi di Cagliari PROVINCIA DI ISTANO SETTE PIANIFIZIONE TERRITIALE, PITICHE COMUNITARIE,

Dettagli

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 Secondo i dati forniti dall Eurostat, il valore della produzione dell industria agricola nell Unione Europea a 27 Stati Membri nel 2008 ammontava a circa 377 miliardi

Dettagli

Incidenza, mortalità e prevalenza per tumore del polmone in Italia

Incidenza, mortalità e prevalenza per tumore del polmone in Italia Incidenza, mortalità e prevalenza per tumore del polmone in Sintesi L incidenza e la mortalità per il tumore del polmone stimate in nel periodo 197-215 mostrano andamenti differenti tra uomini e donne:

Dettagli

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO A cura dell Ufficio Studi Confcommercio LE DINAMICHE ECONOMICHE DEL VENETO Negli ultimi anni l economia del Veneto è risultata tra le più

Dettagli

TAV. 1 Popolazione residente nelle Province della Regione Sardegna nel 2001 fonte: Istat

TAV. 1 Popolazione residente nelle Province della Regione Sardegna nel 2001 fonte: Istat Assessorato dei Trasporti PROVINCIA DI RBONIA-LESIAS TAV. 1 Popolazione residente nelle Sardegna nel 2001 fonte: Istat Variazione percentuale della popolazione delle Province della Regione Sardegna dal

Dettagli

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni. La situazione occupazionale dei giovani in provincia di Piacenza Premessa Una categoria di soggetti particolarmente debole nel mercato del lavoro è rappresentata, di norma, dai lavoratori di età più giovane

Dettagli

Capitolo 4 La mortalità per tumori

Capitolo 4 La mortalità per tumori Capitolo 4 La mortalità per tumori Introduzione I tumori causano circa un terzo dei decessi tra i residenti nella regione Veneto. ei maschi il numero di decessi per tumore è superiore a quello per disturbi

Dettagli

OPEN - Fondazione Nord Est Febbraio 2013

OPEN - Fondazione Nord Est Febbraio 2013 A7. FECONDITÀ, NUZIALITÀ E DIVORZIALITÀ Diminuisce il tasso di fertilità dopo la crescita degli ultimi anni A livello nazionale il tasso di fecondità totale (numero medio di figli per donna in età feconda)

Dettagli

Popolazione. Pagine tratte dal sito http://statistica.comune.bologna.it/cittaconfronto/ aggiornato al 24 marzo 2014

Popolazione. Pagine tratte dal sito http://statistica.comune.bologna.it/cittaconfronto/ aggiornato al 24 marzo 2014 Popolazione Pagine tratte dal sito http://statistica.comune.bologna.it/cittaconfronto/ aggiornato al 24 marzo 2014 Popolazione L'Istat calcola che al 31 dicembre 2012 risiedono in Italia 59.685.227 persone.

Dettagli

OCCUPATI E DISOCCUPATI DATI RICOSTRUITI DAL 1977

OCCUPATI E DISOCCUPATI DATI RICOSTRUITI DAL 1977 24 aprile 2013 OCCUPATI E DISOCCUPATI DATI RICOSTRUITI DAL 1977 L Istat ha ricostruito le serie storiche trimestrali e di media annua dal 1977 ad oggi, dei principali aggregati del mercato del lavoro,

Dettagli

1. La situazione economica e del mercato del lavoro

1. La situazione economica e del mercato del lavoro 1. La situazione economica e del mercato del lavoro Per la lettura dei dati non si può prescindere dal considerare l impatto dei molteplici fattori che hanno mutato radicalmente il mondo del lavoro a causa

Dettagli

Il mercato del credito

Il mercato del credito Il mercato del credito 1 Gli sportelli bancari In riferimento alla distribuzione del numero di istituti bancari per sede amministrativa e del numero di sportelli per localizzazione geografica, i dati statistici

Dettagli

Capitolo 11 Gli anni di vita persi per morte prematura

Capitolo 11 Gli anni di vita persi per morte prematura Capitolo 11 Gli anni di vita persi per morte prematura Introduzione Gli indicatori calcolati sugli anni di vita persi per morte prematura (PYLLs) combinano insieme le informazioni relative alla numerosità

Dettagli

I5 LA FORMAZIONE PROFESSIONALE REGIONALE TRA CONFERME E DISCONTINUITA

I5 LA FORMAZIONE PROFESSIONALE REGIONALE TRA CONFERME E DISCONTINUITA I5 LA FORMAZIONE PROFESSIONALE REGIONALE TRA CONFERME E DISCONTINUITA Sempre più rapidi e articolati sono i mutamenti che in questi anni coinvolgono il sistema della formazione professionale regionale.

Dettagli

I lavoratori domestici in Friuli Venezia Giulia

I lavoratori domestici in Friuli Venezia Giulia 1 luglio 2015 #lavoro Rassegna Stampa Messaggero Veneto2lug2015 Il Piccolo 2lug2015 TG3 RAI FVG 1lug2015 I lavoratori domestici in Friuli Venezia Giulia Anche in Friuli Venezia Giulia il mercato del lavoro

Dettagli

1. Il sistema imprenditoriale IL SISTEMA IMPRENDITORIALE

1. Il sistema imprenditoriale IL SISTEMA IMPRENDITORIALE IL SISTEMA IMPRENDITORIALE 1 1.1 Le imprese attive per settore e forma giuridica Nei primi tre mesi del 2015 risultano iscritte nel Registro Imprese della Camera di Commercio di Lodi 21.784 posizioni,

Dettagli

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie CREDITO AL CONSUMO: GLI EFFETTI DELLA CRISI Da uno studio della Banca d Italia 1, che valuta gli effetti della crisi sul mercato del credito al consumo in Italia, emerge una situazione attuale diversa

Dettagli

La fotografia dell occupazione

La fotografia dell occupazione La fotografia dell occupazione La dimensione aziendale Come osservato precedentemente in Veneto il 97,3% delle imprese ha un numero di addetti inferiore a 19 e raccoglie il 60,5% del totale degli occupati

Dettagli

ENTE BILATERALE TURISMO Della Regione Lazio OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISTICO

ENTE BILATERALE TURISMO Della Regione Lazio OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISTICO ENTE BILATERALE TURISMO Della Regione Lazio OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISTICO 1 Rapporto 2007 sulla occupazione nelle imprese ricettive, di viaggi e di ristorazione della Provincia

Dettagli

IL CAPOLUOGO AL MICROSCOPIO

IL CAPOLUOGO AL MICROSCOPIO IL CAPOLUOGO AL MICROSCOPIO Il Servizio Statistica della Provincia di Mantova coltiva il progetto di costituire una banca dati provinciale di provenienza anagrafica che non vuole divenire una duplicazione

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

MOVIMENTI DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE - ANNO 2013 Totale residenti

MOVIMENTI DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE - ANNO 2013 Totale residenti COMUNE DI FAENZA SETTORE SVILUPPO ECONOMICO E POLITICHE EUROPEE Servizio Aziende comunali, Servizi pubblici e Statistica Popolazione residente a Faenza anno 2013 Edizione 1/ST/st/03.01.2014 Supera: nessuno

Dettagli

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Adam Asmundo POLITICHE PUBBLICHE Attraverso confronti interregionali si presenta una analisi sulle diverse tipologie di trattamenti pensionistici e sul possibile

Dettagli

STATO DELL AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO CAPITOLO 1 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO. Paragrafo 1.

STATO DELL AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO CAPITOLO 1 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO. Paragrafo 1. STATO DELL AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO CAPITOLO 1 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO Paragrafo 1.2 ASPETTI SANITARI Novembre 2003 1.2.1 DEMOGRAFIA Il contesto demografico Il

Dettagli

R e g i o n e L a z i

R e g i o n e L a z i o R e g i o n e L a z i Titolo del Progetto o del programma: Siamo sicuri che si può lavorare sicuri Identificativo della linea o delle linee di intervento generale/i: Prevenzione degli eventi infortunistici

Dettagli

1. LA POPOLAZIONE TORINESE

1. LA POPOLAZIONE TORINESE 1. LA POPOLAZIONE TORINESE 1.1. UNA CITTÀ UN PO PIÙ PICCOLA Torino continua a spopolarsi. Non solo nel 1999, ma durante tutta la seconda metà degli anni novanta, la città continua a perdere popolazione.

Dettagli

L Irpef pagata dagli stranieri nelle regioni italiane

L Irpef pagata dagli stranieri nelle regioni italiane Studi e ricerche sull economia dell immigrazione L Irpef pagata dagli stranieri nelle regioni italiane Anno 2011 per l anno di imposta 2010 Avvertenze metodologiche p. 2 I principali risultati dello studio

Dettagli

superiore verso gli esercizi complementari, le cui quote di mercato risultano comunque largamente inferiori a quelle degli alberghi, che raccolgono

superiore verso gli esercizi complementari, le cui quote di mercato risultano comunque largamente inferiori a quelle degli alberghi, che raccolgono 13. Turismo Il turismo nel comune di Roma si conferma uno dei principali assi di sviluppo del territorio, costituendo, all interno del sistema economico e sociale, un elemento centrale di crescita, che

Dettagli

17. Criminalità: le sostanze stupefacenti

17. Criminalità: le sostanze stupefacenti 17. Criminalità: le sostanze stupefacenti Nel 2004 Roma è risultata tra le prime città italiane per sequestri di droghe tradizionali, soprattutto di cocaina (487,4 Kg, pari al 15,2% dei sequestri complessivi

Dettagli

Popolazione e famiglie

Popolazione e famiglie 23 dicembre 2013 Popolazione e famiglie L Istat diffonde oggi nuovi dati definitivi del 15 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni. In particolare vengono rese disponibili informazioni,

Dettagli

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008 a cura di Francesco Linguiti Luglio 2011 Premessa* In questa nota vengono analizzati i dati sulla struttura

Dettagli

RSA Provincia di Milano

RSA Provincia di Milano SA Provincia di Milano Popolazione e società Fig. 1: natalità e mortalità in Provincia di Milano Fig. 2: l indice di ricambio (fonte SIA) L analisi ambientale di un territorio rappresenta lo studio del

Dettagli

APPALTI e CONCESSIONI

APPALTI e CONCESSIONI DOTAZIONE INFRASTRUTTURE: DATI UE E NAZIONALI L ISPO (Istituto per gli studi sulla Pubblica opinione) ha reso noti i dati di una ricerca comparata sulle infrastrutture, sia a livello comunitazio che nazionnale.

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

Ufficio studi IL LAVORO NEL TURISMO

Ufficio studi IL LAVORO NEL TURISMO Ufficio studi I dati più recenti indicano in oltre 1,4 milioni il numero degli occupati nelle imprese del turismo. Il 68% sono dipendenti. Per conto dell EBNT (Ente Bilaterale Nazionale del Turismo) Fipe,

Dettagli

Regione Campania. 1. Dati congiunturali del secondo trimestre 2014

Regione Campania. 1. Dati congiunturali del secondo trimestre 2014 1 Regione Campania 1. Dati congiunturali del secondo trimestre 2014 Il saldo tra iscrizioni e cessazioni Il secondo trimestre del 2014 mostra un deciso rafforzamento numerico del sistema imprenditoriale

Dettagli

Sportello informativo Casa delle Culture Comune di Arezzo Report 3 Bimestre 2013

Sportello informativo Casa delle Culture Comune di Arezzo Report 3 Bimestre 2013 Sportello informativo Casa delle Culture Comune di Arezzo Report 3 Bimestre 2013 A cura di Giovanna Tizzi 1. Gli accessi allo Sportello Informativo della Casa delle Culture Questo terzo report, relativo

Dettagli

Dossier Statistico Immigrazione 2007 XVII Rapporto Caritas - Migrantes

Dossier Statistico Immigrazione 2007 XVII Rapporto Caritas - Migrantes Migranti nel mondo, in Sardegna,nel Medio Campidano ASSESSORATO AL LAVORO - IMMIGRAZIONE ED EMIGRAZIONE Osservatorio provinciale sui flussi migratori Presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2007

Dettagli

NOTIZIARIO UNIVERSITÀ LAVORO

NOTIZIARIO UNIVERSITÀ LAVORO NOTIZIARIO UNIVERSITÀ LAVORO Ottobre 2012 Indice Notiziario Corriere della Sera Quando il lavoro aiuta gli studi La Repubblica Precari under 35 raddoppiati in 8 anni e la laurea vale come un diploma tecnico

Dettagli

Una lettura di genere del mercato del lavoro in Provincia di Bolzano

Una lettura di genere del mercato del lavoro in Provincia di Bolzano Una lettura di genere del mercato del lavoro in Provincia di Bolzano La forza lavoro femminile Il mercato del lavoro in provincia di Bolzano è caratterizzato da un alto tasso di partecipazione, sia rispetto

Dettagli

Anno 2012 L USO DELLA LINGUA ITALIANA, DEI DIALETTI E DI ALTRE LINGUE IN ITALIA

Anno 2012 L USO DELLA LINGUA ITALIANA, DEI DIALETTI E DI ALTRE LINGUE IN ITALIA 27 ottobre 2014 Anno L USO DELLA LINGUA ITALIANA, DEI DIALETTI E DI ALTRE LINGUE IN ITALIA Nel, in Italia, il 53,1% delle persone di 18-74 anni (23 milioni 351mila individui) parla in prevalenza in famiglia.

Dettagli

Sicurezza stradale e nuovi cittadini

Sicurezza stradale e nuovi cittadini Sicurezza stradale e nuovi cittadini Premessa Dall Unità d Italia ad oggi, la presenza straniera nel nostro Paese è profondamente mutata sia nei numeri che nella tipologia. Se, infatti, fino a qualche

Dettagli

Assessorato al Lavoro e alle Attività di Orientamento per il mercato del lavoro

Assessorato al Lavoro e alle Attività di Orientamento per il mercato del lavoro Assessorato al Lavoro e alle Attività di Orientamento per il mercato del lavoro Obiettivo della esposizione Fornire (attingendo alle diverse fonti) le principali informazioni sulle dinamiche occupazionali

Dettagli

IL TURISMO IN CIFRE negli esercizi alberghieri di Roma e Provincia Rapporto annuale 2012

IL TURISMO IN CIFRE negli esercizi alberghieri di Roma e Provincia Rapporto annuale 2012 A N A L I S I D E L L A D O M A N D A T U R I S T I C A N E G L I E S E R C I Z I A L B E R G H I E R I D I R O M A E P R O V I N C I A A N N O 2 0 1 2 R A P P O R T O A N N U A L E 2 0 1 2 1. L andamento

Dettagli

LA POVERTÀ IN ITALIA. Anno 2012. 17 luglio 2013

LA POVERTÀ IN ITALIA. Anno 2012. 17 luglio 2013 17 luglio 2013 Anno 2012 LA POVERTÀ IN ITALIA Nel 2012, il 12,7% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 3 milioni 232 mila) e il 6,8% lo è in termini assoluti (1 milione 725 mila). Le

Dettagli

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione Divisione II Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 A cura della

Dettagli

12,0 11,5 11,0 10,5 10,0 9,5 9,0 8,5 8,0 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001* provincia di Rovigo Veneto Italia

12,0 11,5 11,0 10,5 10,0 9,5 9,0 8,5 8,0 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001* provincia di Rovigo Veneto Italia 11. SANITÀ E SOCIALE 11.1. Mortalità e cause di morte L alto indice di vecchiaia che caratterizza la popolazione della provincia di Rovigo si riflette sul tasso di mortalità, i cui valori, nel periodo

Dettagli

Il mercato del lavoro nella provincia di Ancona: la banca dati Excelsior

Il mercato del lavoro nella provincia di Ancona: la banca dati Excelsior Il mercato del lavoro nella provincia di Ancona: la banca dati Excelsior Relazione di Stefano Staffolani 1) breve sintesi delle informazioni empiriche sul mercato del lavoro provinciale e regionale 2)

Dettagli

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 Il presente rapporto riporta i principali risultati dell indagine sui crediti verso la Pubblica Amministrazione, svolta dall Associazione fra

Dettagli

Capitolo 6 La mortalità per malattie del fegato

Capitolo 6 La mortalità per malattie del fegato Capitolo 6 La mortalità per malattie del fegato Introduzione In questo capitolo viene presentata la mortalità per malattie epatiche. Si è scelto di aggregare patologie classificate in diverse parti della

Dettagli

GLI STRANIERI A GENOVA Diamo un po di numeri. Venerdì 3 febbraio 2012

GLI STRANIERI A GENOVA Diamo un po di numeri. Venerdì 3 febbraio 2012 GLI STRANIERI A GENOVA Diamo un po di numeri Venerdì 3 febbraio 2012 L immigrazione in Liguria: un fenomeno strutturale - Residenti al 31 dicembre 2010 = 125.320 - Stima dossier al 31 dicembre 2010= 136.000

Dettagli

Realizzazione a cura di Vittorio Rossin. Assessore alla Statistica Egidio Longoni. Dirigente dell Ufficio Statistica e Studi Eugenio Recalcati

Realizzazione a cura di Vittorio Rossin. Assessore alla Statistica Egidio Longoni. Dirigente dell Ufficio Statistica e Studi Eugenio Recalcati L informazione statistica Deve essere considerata Dalla Pubblica Amministrazione Come una risorsa essenziale per operare meglio E con trasparenza, in modo tale da essere Strumento di controllo sociale

Dettagli

Comunicato stampa. Roma, 29 maggio 2012. Ufficio stampa tel. 0659055085

Comunicato stampa. Roma, 29 maggio 2012. Ufficio stampa tel. 0659055085 Ufficio Stampa Comunicato stampa Roma, 29 maggio 2012 Il Rapporto annuale dell Inps viene presentato, nella Sala della Lupa della Camera dei Deputati, per la quarta volta. Questa edizione restituisce l

Dettagli

L esperienza dell ASL di Brescia nella tutela della salute dei migranti

L esperienza dell ASL di Brescia nella tutela della salute dei migranti Convegno Salute e Migrazione Milano, 18 maggio 2012 L esperienza dell ASL di Brescia nella tutela della salute dei migranti Dr. El-Hamad Issa Consulente scientifico - Servizio di Medicina del Disagio -

Dettagli

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione MACCHINE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell industria dell elettronica;

Dettagli

1.4.11 ANNI POTENZIALI DI VITA PERSI (APVP) PRIMA DI 75 ANNI PER SE SSO E CAUSE PRINCIPALI

1.4.11 ANNI POTENZIALI DI VITA PERSI (APVP) PRIMA DI 75 ANNI PER SE SSO E CAUSE PRINCIPALI Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento della sanità e della socialità Ufficio del medico cantonale Servizio di promozione e di valutazione sanitaria 1.4.11 ANNI POTENZIALI DI VITA PERSI (APVP) PRIMA

Dettagli

La popolazione in età da 0 a 2 anni residente nel comune di Bologna. Dicembre 2014

La popolazione in età da 0 a 2 anni residente nel comune di Bologna. Dicembre 2014 La popolazione in età da 0 a 2 anni residente nel comune di Bologna Dicembre 2014 La presente nota è stata realizzata da un gruppo di lavoro del Dipartimento Programmazione coordinato dal Capo Dipartimento

Dettagli

N.9. EDI.CO.LA.NEWS Edilizia e Costruzioni nel Lazio. Dati&Mercato

N.9. EDI.CO.LA.NEWS Edilizia e Costruzioni nel Lazio. Dati&Mercato EDI.CO.LA.NEWS Dati&Mercato N.9 EDILIZIA RESIDENZIALE: IL RINNOVO SI FERMA E PROSEGUE IL CALO DELLE NUOVE COSTRUZIONI Il valore di un mercato è determinato dalla consistenza degli investimenti che vi affluiscono.

Dettagli

2 Stato di salute. A - Mortalità generale e per causa

2 Stato di salute. A - Mortalità generale e per causa 2 Stato di salute A - Mortalità generale e per causa L analisi dei dati di mortalità costituisce ancora uno strumento importante per la comprensione dello stato di salute di una popolazione, in quanto

Dettagli

Education at a glance 2011 (Uno sguardo sull Istruzione) Nota paese Italia

Education at a glance 2011 (Uno sguardo sull Istruzione) Nota paese Italia Education at a Glance 2011 OECD Indicators DOI: http://dx.doi.org/10.1787/eag-2011-en OECD 2011 Sotto embargo fino al 13 settembre alle 11:00, orario di Parigi Education at a glance 2011 (Uno sguardo sull

Dettagli

LA LETTURA DI LIBRI IN ITALIA

LA LETTURA DI LIBRI IN ITALIA 11 maggio 2011 Anno 2010 LA LETTURA DI LIBRI IN ITALIA Nel 2010 il 46,8% della popolazione di 6 anni e più (26 milioni e 448 mila persone) dichiara di aver letto, per motivi non strettamente scolastici

Dettagli

Popolazione, condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari

Popolazione, condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari Popolazione, condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari Documento a supporto degli indirizzi di Piano Socio-sanitario 2011-2013 della Regione del Veneto Novembre 2010 Indice 1 Il contesto demografico...1

Dettagli

COMUNE DI UDINE. Dipartimento Programmazione Risorse finanziarie e patrimoniali - Politiche di acquisto U. Org. Studi e Statistica U.S.

COMUNE DI UDINE. Dipartimento Programmazione Risorse finanziarie e patrimoniali - Politiche di acquisto U. Org. Studi e Statistica U.S. COMUNE DI UDINE Dipartimento Programmazione Risorse finanziarie e patrimoniali - Politiche di acquisto U. Org. Studi e Statistica U.S. Studi ISTRUZIONE 1951-1991 COMUNE DI UDINE U.O. Studi e Statistica

Dettagli

Infezione da HIV e AIDS in Piemonte

Infezione da HIV e AIDS in Piemonte Infezione da HIV e AIDS in Piemonte anno 212 a cura di Chiara Pasqualini, Vittorio Demicheli si ringraziano i medici referenti del Sistema di Sorveglianza HIV/AIDS del Piemonte: O. Bargiacchi, S. Bonora,

Dettagli

PROVINCIA DI ROVIGO Assessorato alle Politiche Giovanili

PROVINCIA DI ROVIGO Assessorato alle Politiche Giovanili PROVINCIA DI ROVIGO Assessorato alle Politiche Giovanili OSSERVATORIO SUL DISAGIO GIOVANILE Ser.T. e Associazioni Aggiornamento dei dati - Anno 2007 Si ringraziano per i dati forniti e la cortese collaborazione:

Dettagli

l evoluzione del listino: societa e titoli quotati

l evoluzione del listino: societa e titoli quotati L Evoluzione del Listino: società e titoli quotati Nel biennio 1997-98 la Borsa italiana ha compiuto importanti progressi, in termini sia di dimensione complessiva che di livello qualitativo del listino.

Dettagli

Le previsioni demografiche nell area fiorentina

Le previsioni demografiche nell area fiorentina Le previsioni demografiche nell area fiorentina Convegno nazionale: Persone, popolazioni, numeri Statistiche per le comunità locali Cagliari, 16-17 settembre 2010 Francesco Acciai Gianni Dugheri Serena

Dettagli

Dalla indagine demografica alla definizione del bisogno socio-sanitario

Dalla indagine demografica alla definizione del bisogno socio-sanitario Dalla indagine demografica alla definizione del bisogno socio-sanitario L analisi del contesto demografico è l introduzione ideale alla sezione della salute. Il bisogno del cittadino residente sul territorio

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA

GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA Sono 4.388 gli enti di diritto privato che hanno indicato come attività prevalente o esclusiva l erogazione di sussidi a individui, piuttosto che quella di contributi a

Dettagli

I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori

I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori 18 settembre 2014 A Bologna nel 2012 quasi 296.000 contribuenti

Dettagli

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese Nel corso degli ultimi anni diversi studiosi e responsabili di importanti istituzioni hanno sostenuto che le cooperative hanno reagito alla crisi in corso meglio delle altre forme di impresa. La maggior

Dettagli

La popolazione in età da 3 a 5 anni residente nel comune di Bologna. Giugno 2015

La popolazione in età da 3 a 5 anni residente nel comune di Bologna. Giugno 2015 La popolazione in età da 3 a 5 anni residente nel comune di Bologna Giugno 2015 La presente nota è stata realizzata da un gruppo di lavoro dell Area Programmazione, Controlli e Statistica coordinato dal

Dettagli

LA SICUREZZA STRADALE SULLE 2 RUOTE UN ANALISI STATISTICA PER AZIONI CONCRETE ABSTRACT ANIA. Fondazione per la Sicurezza Stradale

LA SICUREZZA STRADALE SULLE 2 RUOTE UN ANALISI STATISTICA PER AZIONI CONCRETE ABSTRACT ANIA. Fondazione per la Sicurezza Stradale LA SICUREZZA STRADALE SULLE 2 RUOTE UN ANALISI STATISTICA PER AZIONI CONCRETE ABSTRACT ANIA Fondazione per la Sicurezza Stradale LA SICUREZZA STRADALE SULLE 2 RUOTE UN ANALISI STATISTICA PER AZIONI CONCRETE

Dettagli

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI Aggiornamento del 29 maggio 2015 I CONTENUTI IL SISTEMA ECONOMICO LA FINANZA PUBBLICA LA SANITA IL SISTEMA ECONOMICO LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI IL PIL PIL: DINAMICA E PREVISIONI NEI PRINCIPALI PAESI UE

Dettagli

LA PUBBLICITA IN SICILIA

LA PUBBLICITA IN SICILIA LA PUBBLICITA IN SICILIA Quadro produttivo, articolazione della spesa e strategie di sviluppo Paolo Cortese Responsabile Osservatori Economici Istituto G. Tagliacarne Settembr e 2014 Gli obiettivi del

Dettagli

4 I LAUREATI E IL LAVORO

4 I LAUREATI E IL LAVORO 4I LAUREATI E IL LAVORO 4 I LAUREATI E IL LAVORO La laurea riduce la probabilità di rimanere disoccupati dopo i 30 anni L istruzione si rivela sempre un buon investimento a tutela della disoccupazione.

Dettagli

Dossier 7 Il possesso e l acquisto di beni durevoli (1997-2004)

Dossier 7 Il possesso e l acquisto di beni durevoli (1997-2004) Dossier 7 Il possesso e l acquisto di beni durevoli (1997-2004) Audizione del Presidente dell Istituto nazionale di statistica, Luigi Biggeri presso le Commissioni congiunte V del Senato della Repubblica

Dettagli

COMUNE DI PARMA UFFICIO STATISTICA

COMUNE DI PARMA UFFICIO STATISTICA COMUNE DI PARMA UFFICIO STATISTICA Analisi dei matrimoni nel Comune di Parma anni 2009-2012 A CURA DI RENZO SOLIANI Parma ottobre 2013 Matrimoni a Parma, anni 2009-2012 Nell attuale momento storico affrontare

Dettagli

IL TURISMO IN CIFRE negli esercizi alberghieri di Roma e Provincia Gennaio 2009 Ge nnai o 2009

IL TURISMO IN CIFRE negli esercizi alberghieri di Roma e Provincia Gennaio 2009 Ge nnai o 2009 Ge nnai o 2009 1. L andamento generale negli alberghi della Provincia di Roma L anno 2009 inizia con il segno negativo della domanda turistica rispetto all inizio dell anno precedente. Gli arrivi complessivi

Dettagli

Il mercato delle ristrutturazioni a Roma

Il mercato delle ristrutturazioni a Roma CRESME RICERCHE SPA Il mercato delle ristrutturazioni a Roma La cifra di affari realizzata nel 2003 dal settore delle costruzioni nella provincia di Roma ammonta a 7,4 miliardi di, di cui 2,8 miliardi

Dettagli

4. ANALISI DEL CONTESTO. 4.1 Analisi del Contesto Esterno. In sintesi

4. ANALISI DEL CONTESTO. 4.1 Analisi del Contesto Esterno. In sintesi 4. ANALISI DEL CONTESTO 4.1 Analisi del Contesto Esterno In sintesi Macro-ripartizione: Centro Superficie: 9.401,38 Km 2 Comuni: 236 Abitanti: 1.553.138 % di stranieri residenti: 9,0 Indice di vecchiaia

Dettagli

Belluno 6.571 7.214 8.022 8.772 9.230 9.409 9.989 12.028 12.080. Rovigo 2.412 2.792 4.270 4.807 5.002 5.473 5.940 8.051 9.384

Belluno 6.571 7.214 8.022 8.772 9.230 9.409 9.989 12.028 12.080. Rovigo 2.412 2.792 4.270 4.807 5.002 5.473 5.940 8.051 9.384 Dossier Statistico ti ti Immigrazione 2009 Focus: i lavoratori stranieri in Veneto 28 ottobre 2009 Assicurati nati all'estero 2008 per provincia INAIL serie storica occupati netti PROVINCIA 2000 2001 2002

Dettagli

Censimento industria e servizi

Censimento industria e servizi Censimento industria e servizi Pagine tratte dal sito http://statistica.comune.bologna.it/cittaconfronto/ aggiornato al 24 marzo 2014 Censimento Industria e Servizi Il Censimento generale dell industria

Dettagli

IL MATRIMONIO IN ITALIA DATI ISTAT RELATIVI ALL ANNO 2011

IL MATRIMONIO IN ITALIA DATI ISTAT RELATIVI ALL ANNO 2011 IL MATRIMONIO IN ITALIA DATI ISTAT RELATIVI ALL ANNO 2011 Nel 2011 sono stati celebrati in Italia 204.830 matrimoni (3,4 ogni 1.000 abitanti), 12.870 in meno rispetto al 2010. La tendenza alla diminuzione,

Dettagli

Le evidenze dell analisi del patrimonio informativo di EURISC Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF

Le evidenze dell analisi del patrimonio informativo di EURISC Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF Barometro CRIF della domanda di credito da parte delle famiglie: a ottobre ancora vivace la domanda di mutui (+42,5%) e prestiti finalizzati (+17,8%). In controtendenza, si consolida la flessione dei prestiti

Dettagli

Indagine Excelsior 2015 Provincia di Perugia

Indagine Excelsior 2015 Provincia di Perugia Note per la Stampa - Perugia 29 giugno 2015 - Indagine Excelsior 2015 Provincia di Perugia II trimestre 2015 Presentati dal Presidente della Camera di Commercio di Perugia Giorgio Mencaroni i risultati

Dettagli

I matrimoni a Padova dal 2010 al 2014

I matrimoni a Padova dal 2010 al 2014 Comune di Padova Settore Programmazione Controllo e Statistica La statistica per la città I matrimoni a Padova dal 21 al 214 Analisi dei matrimoni celebrati nel comune di Padova nel quinquennio 21/214

Dettagli

Note per la lettura dei report

Note per la lettura dei report Note per la lettura dei report Report strutturali 0. IMPRESE REGISTRATE PER STATO DI ATTIVITÀ. ANNO 2012 E TASSO DI CRESCITA 2012 Contiene la distribuzione dell insieme delle imprese registrate, ovvero

Dettagli

COMUNICATO STAMPA. 1 Nel 2009 si era registrato un forte calo dei contribuenti che dichiaravano un reddito da lavoro dipendente (-273 mila).

COMUNICATO STAMPA. 1 Nel 2009 si era registrato un forte calo dei contribuenti che dichiaravano un reddito da lavoro dipendente (-273 mila). COMUNICATO STAMPA Il Dipartimento delle Finanze pubblica le statistiche sulle dichiarazioni delle persone fisiche (IRPEF) relative all'anno d'imposta 2010, a sei mesi dal termine di presentazione (settembre

Dettagli

Benchmarking della società dell informazione in Emilia-Romagna

Benchmarking della società dell informazione in Emilia-Romagna Benchmarking della società dell informazione in Emilia-Romagna Diffusione e modalità di utilizzo dello Sportello Unico per le Attività Produttive online (SUAP) Settembre 2015 Il presente documento è stato

Dettagli

Il parco veicolare di Bologna al 31.12.2014

Il parco veicolare di Bologna al 31.12.2014 Il parco veicolare di Bologna al 31.12.214 Settembre 215 Capo Area Programmazione Controlli e Statistica: Gianluigi Bovini Dirigente U.I. Ufficio Comunale di Statistica: Franco Chiarini Redazione a cura

Dettagli

Le donne e il mondo del lavoro. Dati sulle forze di lavoro disaggregati per genere e sull imprenditoria femminile a Bologna

Le donne e il mondo del lavoro. Dati sulle forze di lavoro disaggregati per genere e sull imprenditoria femminile a Bologna Le donne e il mondo del lavoro Dati sulle forze di lavoro disaggregati per genere e sull imprenditoria femminile a 15 marzo 2013 Le forze di lavoro La popolazione attiva In provincia di su 100 individui

Dettagli

Regione Puglia Assessorato alle Politiche della Salute

Regione Puglia Assessorato alle Politiche della Salute Regione Puglia Assessorato alle Politiche della Salute SINTESI RELAZIONE SULLO STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE PUGLIESE Bari, 20 luglio 2007 La Legge Regionale 25/2006, disegnando in un quadro organico

Dettagli

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia IL SISTEMA PRODUTTIVO LOMBARDO NEL 2006 SECONDO IL REGISTRO STATISTICO ASIA (giugno 2009) Secondo il registro statistico delle imprese attive e delle loro unità locali (ASIA Imprese e Unità locali) sono

Dettagli

La Comunità Cinese in Italia Rapporto annuale sulla presenza degli immigrati 2013

La Comunità Cinese in Italia Rapporto annuale sulla presenza degli immigrati 2013 La Comunità Cinese in Italia Rapporto annuale sulla presenza degli immigrati 2013 Abstract 2 2013 - Rapporto Comunità XXX in Italia Il Rapporto annuale sul Mercato del lavoro degli Immigrati" promosso

Dettagli

MORTALITA dal 1971 al 2006 NEL COMUNE DI CASTIGLION FIORENTINO

MORTALITA dal 1971 al 2006 NEL COMUNE DI CASTIGLION FIORENTINO MORTALITA dal 1971 al 26 NEL COMUNE DI CASTIGLION FIORENTINO Fonte dei dati: Registro di Mortalità Regionale toscano [dati presentati il 27 maggio,28] 1 Mortalità generale Andamento temporale 1971-26 I

Dettagli