Conferenza programmatica del PD Roma _ 28/29 novembre 2014

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1 UNA NUOVA GOVERNANCE PER IL VERDE ED IL PAESAGGIO URBANO A ROMA Da risorsa ambientale a risorsa sociale a cura di Massimo Cardone in collaborazione con lo staff dell Assessorato Ambiente Agroalimentare e Rifiuti di Roma Capitale PREMESSA La Rete Ecologica di Roma, così come definita dal nuovo Piano regolatore, morfologicamente e funzionalmente integrata ai tessuti abitativi e infrastrutturali della città, consta di un patrimonio circa 45 milioni di metri quadri di verde variamente articolato per tipologia al suo interno in parchi, giardini, ville storiche, viali alberati, nonché spazi verdi di risulta, che, oltre a svolgere importanti funzioni naturalistiche ambientali, rappresenta un ramificato supporto di vecchie e nuove forme di socialità oltre che per reti di mobilità sostenibile. Negli ultimi anni questo enorme patrimonio è stato privato di strumenti e risorse, economiche e umane, per la sua manutenzione e gestione anche in termini di valorizzazione, realtà aggravata anche dal fenomeno della frammentazione delle competenze; il protrarsi di questa situazione ha portato Roma a rappresentare oggi un vero paradosso: essere tra le città più verdi al mondo ma con livelli manutentivi inadeguati alle reali esigenze, con situazioni di incuria e degrado anche pesanti. Alla luce di ciò durante la giunta Alemanno il Partito Democratico di Roma ha avviato un approfondito lavoro di elaborazione di idee e di proposte in stretta collaborazione con le associazioni e le organizzazioni del settore, che in tema di verde urbano ridisegnasse da un lato l architettura amministrativa e dall altro gli strumenti normativi ad essa funzionali (regolamenti e linee guida). Il documento programmatico che ne è scaturito oggi costituisce un riferimento fondamentale per l attuale amministrazione Marino. IL NUOVO MODELLO DI GESTIONE Il progetto di valorizzazione del sistema ambientale urbano e metropolitano declina l architettura istituzionale del verde con due differenti scale organizzative: 1. a livello centrale ritagliando per il Dipartimento Tutela Ambientale la definizione del quadro programmatico e regolamentare di gestione del Verde Pubblico, con disciplina degli strumenti di gestione partecipata, le Adozioni, le Sponsorizzazioni, gli Orti Urbani - e l azione di manutenzione e gestione delle Ville Storiche, dei Parchi Urbani, delle Aree verdi vaste e delle Alberate urbane; 2. a livello territoriale tramite il più ampio decentramento possibile, riportando alle strutture dei Municipi i momenti della programmazione, attuazione/gestione per un servizio pubblico connotato 1

2 dalla prossimità come il verde di piccola dimensione, con un processo di sussidiarietà che si esplica in una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, in una maggiore sensibilizzazione al bene comune e non ultima in un incremento di efficienza e efficacia in termini di tempi e di costi e di corrispondenza dei risultati con le esigenze del singolo contesto. IL LIVELLO CENTRALE Il decentramento di funzioni e risorse deve essere compensato dall assunzione di un nuovo ruolo di Roma Capitale: è necessario infatti che rimanga in capo al Comune una dimensione di Authority chiamata a svolgere una forte attività di indirizzo e di coordinamento, la programmazione e l attuazione della rete ecologica, la definizione delle linee quadro comune, di controllo dei livelli di qualità dei servizi erogati, di messa in atto di meccanismi virtuosi di premi più che di sanzioni per i municipi che mostrano tratti di eccellenza nella gestione. In altre parole deve essere una struttura qualificata ed autorevole a servizio dei Municipi. In tema di manutenzione, direttamente al Comune dovrà restare la gestione del verde storico e di alcuni grandi parchi urbani. Il Servizio Giardini con i suoi 300 giardinieri (20 anni fa erano 1200) andrebbe allora concentrato sulla cura e la manutenzione delle grandi ville e giardini storici, per i quali il servizio possiede una eredità in termini anche di competenze e professionalità, ed eventualmente nella gestione straordinaria (potature delle grandi alberature, ecc ) anche del verde non storico, per quanto riguarda quegli interventi difficilmente gestibili dai Municipi per complessità. GLI STRUMENTI DI GOVERNANCE Il nuovo modello di gestione richiede la definizione di nuovi strumenti normativi, regolamenti e linee guida, per la gestione sostenibile degli spazi verdi comunali; tali strumenti dovranno garantire, in uno scenario di scarse risorse economiche da dedicare all enorme patrimonio ambientale, il coinvolgimento attivo di attori privati intesi sia come cittadini riuniti in associazioni interessati alla cura e alla manutenzione di spazi verdi di quartiere sia di operatori specializzati per progetti di valorizzazione anche complessi. Partendo dal processo di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza sulla gestione del verde urbano è necessario rafforzare il processo di coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni, dei comitati e di quanti possono avere interesse nella valorizzazione dello spazio urbano e del ruolo dell ambiente nella qualità del microclima arrivando a sostenere e motivare il trasferimento delle aree verdi di prossimità ai Municipi, in attuazione del Decentramento Amministrativo, per una gestione più consapevole ed espressione delle esigenze del territorio. Fino all attivazione di un Tavolo partecipato del verde e del paesaggio che dovrà avvenire come formalizzazione del gruppo di Associazioni, Ordini, Collegi e Comitati, che hanno affiancato a lungo l Amministrazione Capitolina nell elaborazione e discussione dei tempi della regolamentazione del verde e del paesaggio urbano di Roma Capitale. Si tratta di un tavolo con funzione propositiva e di confronto sui temi dell ambiente urbano. 2

3 Tra gli strumenti di Governance, primaria importanza riveste il Piano del Verde Urbano di Roma Capitale, uno strumento di pianificazione integrativo del PRG per la creazione di un sistema del verde in ambito urbano, da istituire con apposita delibera di assemblea capitolina. Esso consentirà di determinare un programma organico di interventi per quanto concerne lo sviluppo quantitativo e qualitativo del Verde Urbano, oltre che la sua manutenzione e gestione, in relazione agli obiettivi e alle esigenze specifici dell area urbana e in linea con gli Adempimenti relativi alla Legge 14/01/2013 n. 10 Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani. È un documento progettuale che si occuperà dell organizzazione e pianificazione del verde urbano, sarà strumento di tutela, controllo e pianificazione per il mantenimento e la formazione del verde pubblico, urbano ed agricolo, e deciderà su qualità, quantità, composizione e conformazione delle caratteristiche vegetazionali, arbustive ed arboree, da introdurre in specifici spazi. In tema di gestione partecipata del patrimonio ambientale, questa amministrazione, attraverso il Dipartimento Ambiente, ha già portato all approvazione alcuni strumenti, ed ha avviato l elaborazione e l iter approvativo di altri, come quelli per le adozioni delle aree verdi, le donazioni degli alberi, la gestione degli orti e i giardini urbani, l adozione delle aree cani, le sponsorizzazioni e non ultimo per lo studio e la redazione dei testi di regolamentazione del verde e del paesaggio urbano per fornire a tutti gli addetti ed ai cittadini maggiori strumenti per affrontare gli interventi sul verde in un ottica di valorizzazione e tutela del contesto. Questi i provvedimenti varati in questo primo anno di governo: 1. Linee guida in materia di adozione di aree verdi di Roma Capitale in consegna al Dipartimento Tutela Ambientale - Protezione Civile - Delibera G.C. n. 207 del ; 1 2. Progetto denominato "Dona un albero a Roma" Delibera G.C. n. 252 del ; 3. Regolamento per l'affidamento in comodato d'uso gratuito e per la gestione di aree a verde di proprietà di Roma Capitale compatibili con la destinazione a orti/giardini urbani - Delibera G.C. n. 91 del ª Proposta di Delibera di Assemblea Capitolina; 4. Linee guida in materia di adozione aree cani di Roma Capitale in consegna al Dipartimento Tutela Ambientale - Protezione Civile - Delibera G.C. n. 306 del Regolamento per la Disciplina delle Sponsorizzazioni e del Mecenatismo Civico 35ª Proposta di Del. di Assemblea Capitolina CAPO III compreso nel testo generale elaborato dal Gabinetto del Sindaco Ad esito di un lungo processo di partecipazione con i cittadini ed i rappresentanti delle associazioni e degli organismi di settore sono in fase redazione la proposta di Del. di Assemblea Capitolina le Linee di indirizzo per il Paesaggio ed il Verde Urbano Pubblico e Privato e il Regolamento per il Verde Urbano Pubblico e Privato di Roma Capitale, che riveste un ruolo importantissimo per la progettazione e la manutenzione/gestione delle aree verdi introducendo non solo una disciplina operativa, ma anche gli strumenti di sanzione amministrativa ad oggi non a disposizione dell amministrazione comunale e altrettanto essenziali per supportare l azione degli uffici preposti. 1 Già oggi sono circa 50 le aree verdi adottate ed altrettante sono in fase di istruttoria. 3

4 LE VILLE STORICHE Roma possiede quasi 50 Ville Storiche, una superficie verde di circa 1500 ettari (se escludiamo la Pineta di Castel Fusano) distribuita all interno del perimetro comunale. Per lo più concentrate nel centro città, con storie e tipologie assolutamente diverse tra loro, hanno in comune l essere luoghi dalla forte identità storico culturale, luoghi di socialità urbana per eccellenza che suppliscono spesso a Roma alla mancanza di spazi pubblici organizzati che non siano quelli del centro storico oramai dominio del turismo di massa. Tuttavia, al di là di alcuni esempi, quelli delle Ville più grandi o più centrali, la maggior parte di esse versa in stato di incuria, spesso amplificato dalla stessa grande scala. Le valorizzazioni eseguite per alcune grandi Ville, come ad esempio Villa Borghese o Villa Torlonia, mostrano chiaramente le potenzialità di questi luoghi e rappresentano un chiaro modello di intervento di riferimento. In tali contesti, ad un investimento di tipo pubblico, concentrato per la più parte sul restauro dei manufatti edilizi esistenti, sono seguiti bandi per il coinvolgimento di imprenditori specializzati nel settore della ristorazione e del tempo libero che hanno garantito un processo di rivitalizzazione delle Ville a tutto vantaggio della loro fruibilità. Allo stesso tempo è evidente che tali processi sono stati avviati ove esistevano potenzialità altissime in tema di valorizzazione, dovute alle dimensioni, alla qualità della componente vegetazionale, all altissimo livello dei manufatti architettonici presenti e non ultimo al grado di accessibilità. Sono condizioni che non troviamo spesso nelle Ville più piccole o più periferiche, e che, unitamente alla sempre più scarsa disponibilità di finanziamenti pubblici, hanno impedito che tali modelli fossero replicabili su tutto il patrimonio del verde storico cittadino. C è da dire inoltre che tali processi non sempre si sono rivelati funzionali al recupero e alla sostenibilità delle Ville, soprattutto laddove non si è riusciti a superare il concetto di gestione separata dei manufatti storici e del verde storico, anche a scapito degli stessi interessi imprenditoriali delle imprese coinvolte, e senza che ci fosse un vero progetto generale di valorizzazione per l intero complesso. Oggi, anche per la sempre minore disponibilità di risorse pubbliche da dedicare al capitolo della manutenzione, anche ordinaria, del verde urbano cittadino, si impone, più che mai, l opportunità di una verifica di modelli di governo più complessi dove, anche nel caso delle Ville storiche, nel rispetto del valore storico naturalistico, la concessione e dell adozione di spazi e servizi devono diventare necessariamente strumenti per garantire una maggiore sostenibilità e un migliore livello di manutenzione. In tal senso è necessario costituire un unico Soggetto Pubblico che riunifichi e coordini le competenze della Soprintendenza Comunale, del Servizio Giardini per il Dipartimento Tutela Ambientale e del Dipartimento S.I.M.U. (ad oggi i tre soggetti che hanno competenza sulle Ville Storiche) in modo da porre in essere un programma globale di valorizzazione, una sorta di Sistema delle Ville Storiche Romane sul modello del Sistema dei Musei Civici : un unica struttura che superi l esistente frammentazione in termini di competenze e di processi di gestione/manutenzione e che sia in grado di pianificare, all interno della rete ecologica codificata dal NPRG, una sottorete delle Ville storiche che coniughi esigenze di conservazione, valorizzazione e promozione. 4

5 Il nuovo Soggetto Pubblico avrà come primo compito quello di avviare, previo un dettagliato censimento del patrimonio a disposizione e dei contratti in essere (due diligence), una fase progettuale che strutturi questa rete storico ecologica in termini di opportunità, individuando gli ambiti progettuali e gli attori potenziali per ogni singola Villa all interno di un disegno urbano coordinato. Parallelamente bisognerà avviare un piano di promozione e di marketing che faccia da volano al progetto e che crei le basi procedurali per il coinvolgimento di attori privati, che siano imprese specializzate nella ristorazione o nell erogazione di servizi legati al tempo libero, oppure associazioni o comitati territoriali di cittadini. Questo nuovo modello gestionale si propone di innescare un sistema virtuoso dove la razionalizzazione delle risorse disponibili e la proposta di iniziative pertinenti ma, nei limiti del possibile, anche a ritorno economico, consentirebbe il miglioramento della manutenzione del verde, l incremento e/o il miglioramento dell offerta strutturale per i cittadini fruitori (bagni, aree sosta, aree botaniche dedicate alle scuole, aree ristoro, ecc.) e, finalmente, una maggiore copertura dei costi e delle esigenze per quelle Ville storiche di proprietà comunale non aventi lo stesso naturale appeal di grandi Ville storiche quali villa Pamphjli e villa Ada. Le potenzialità ci sono senza comprometterne la vocazione culturale e le esigenze di tutela e di conservazione. L apertura al partenariato privato segue due percorsi diversi ma intrecciati. Da un lato il coinvolgimento con procedure ad evidenza pubblica di realtà imprenditoriali e culturali interessate alla presa in concessione di spazi ed edifici all interno delle Ville anche in cambio di servizi di manutenzione; dall altra la responsabilizzazione di comitati o associazioni locali, spesso già presenti all interno delle Ville, da impegnare in piccole attività di supporto alla gestione ma anche con un ruolo di monitoraggio rispetto alla corretta attuazione delle concessioni private. E evidente che il ruolo della promozione centralizzata del Sistema delle Ville Storiche Romane risulta fondamentale sia per garantire un livello di accessibilità e informazione utile alla loro corretta fruizione da parte della cittadinanza, sia per costruire quel valore aggiunto indispensabile per la sostenibilità economica delle attività imprenditoriali e culturali. Dal punto di vista dello sviluppo economico e sociale è inutile sottolineare che questo nuovo modello di gestione consentirebbe un sicuro ritorno dal punto di vista dello sviluppo occupazionale del settore oltre che un indubbio contributo alla crescita qualitativa e quantitativa del turismo di Roma. Senza sottovalutare l importanza sociale e culturale del coinvolgimento delle associazioni e dei comitati locali nel nuovo modello, con evidenti ricadute nelle economie di gestione, grazie ad un processo di riappropriazione di questi luoghi da parte della cittadinanza indispensabile per qualsiasi processo rigenerativo. AREE NATURALI PROTETTE Il progetto di valorizzazione del sistema ambientale urbano dovrà interessare gli ambiti a scala metropolitana delle Aree naturali protette nazionali e regionali e dei Parchi Agricoli, che rappresentano una grandissima risorsa naturalistica e culturale della città di Roma. Il nuovo Piano Regolatore ne definisce dettagliatamente ambiti, gerarchie, priorità di tutela, vincoli edificatori, strumenti attuativi per la sua valorizzazione; lo fa fissando come prioritaria una politica di 5

6 recupero, salvaguardia e di valorizzazione del sistema ambientale, non solo nel sua componente naturalistica e paesaggistica, ma anche nella suo tessuto insediavo, sociale e produttivo/agricolo. Politica da affrontare con gli strumenti attuativi complessi definiti dalle Norme Tecniche quali i Piani di gestione e Programmi unitari d intervento, con tutte le difficoltà legate alla mancata approvazione di molti Piani di Assetto dei parchi, anche se adottati ormai da decenni, e il conseguente freno costituito dalle norme di salvaguardia alle potenzialità di rilancio e valorizzazione dei territori ricompresi. LA SUSSIDIARIETA Il progetto di decentramento delle funzioni di programmazione e di gestione sostenibile del verde di vicinato, ovvero delle aree intrinsecamente connesse al sistema insediativo e dei servizi, quello legato al vivere quotidiano dei cittadini, come i giardini pubblici, i parchi attrezzati, le ville urbane minori, fino ad arrivare ai filari di siepi e di aiuole, è stato tracciato con l art. 26 del vigente Statuto del Comune di Roma e prima ancora con art. 69 del Regolamento del Decentramento di cui alla D.C.C. n. 10/99. Tuttavia tale Regolamento, che esclude naturalmente le aree archeologiche, i parchi e le ville storiche, non ha fino ad ora trovato attuazione (ad eccezione dell ex XIII municipio) proprio per il mancato trasferimento contestuale di fondi e risorse adeguate. L esigenza di costruire un nuovo modello di gestione decentrata del verde urbano, più legato al contesto territoriale, responsabilizzando i cittadini e l associazionismo di settore, fa parte di un più ampio progetto di governo condiviso degli spazi pubblici, legato tra l altro alle evidenti differenze morfologiche e tipologiche del sistema ambientale in relazione ai differenti tessuti urbanistici romani. Il nuovo modello si propone di: a. promuovere il presidio del territorio, valorizzando il patrimonio verde e agricolo e la tutela della biodiversità di Roma Capitale; b. creare percorsi di cittadinanza attiva come occasioni di aggregazione sociale che favoriscano i rapporti interpersonali, la conoscenza e la valorizzazione dell ambiente urbano, sviluppando momenti di socialità e di incontro; c. promuovere buone pratiche di sostenibilità ambientale sensibilizzando i cittadini, le famiglie, i gruppi e le associazioni presenti sul territorio di Roma Capitale e le istituzioni pubbliche, in particolare quelle scolastiche, sull esigenza di salvaguardare e riqualificare il territorio attraverso processi di autogestione dei beni comuni e di autorganizzazione sui bisogni per contrastare gli effetti della crisi economica; d. stimolare e accrescere il senso di appartenenza della comunità al territorio soddisfacendo la domanda sociale di paesaggio, di ambiente, di socialità, recuperando sia gli spazi pubblici con finalità sociali, culturali o ambientali, migliorandone anche l'aspetto estetico, sia le conoscenze e le tradizioni della cultura contadina del territorio; e. promuovere stili di vita positivi e lo sviluppo di attività fisiche con il coinvolgimento dei segmenti più deboli della società e l'accrescimento di una cultura alimentare sana e sicura; f. favorire l'integrazione, l inclusione sociale, la solidarietà e l'intercultura; 6

7 Tale delega oggi è l oggetto di una proposta di Giunta Capitolina che prevede proprio di mobilitare adeguate risorse economiche, umane e strumentali, da trasferire ai Municipi con le rispettive aree verdi; il suddetto nuovo modello di gestione dovrà essere attuato con gradualità, prendendo avvio con l individuazione delle aree di superfici contenute e potrà essere successivamente estesa su iniziativa dei Municipi stessi alle rimanenti. Tutto il processo di decentramento ha preso avvio dall azione di ricognizione e consultazione effettuata presso i Municipi e la sua costruzione sarà completata con la verifica dei passaggi per definire gli stanziamenti di Bilancio e per consentire l organizzazione degli Uffici con le U.O. Ambiente. La delega municipale per quanto concerne il verde di vicinato, oltre ad avvicinare gli obiettivi della programmazione alle reali esigenze locali, metterebbe, tra l altro, in condizione l amministrazione di superare 3 condizioni deleterie oggi per il progetto e la gestione del verde urbano cittadino, ovvero: - superare innanzitutto la dicotomia, anche culturale, tra componente ambientale e antropizzata, ovvero tra verde urbano, spazi pubblici, ciclabilità e arredo urbano (compreso affissioni), - superare il conflitto di competenze messo in atto dai diversi uffici comunali, competenze generalmente specialistiche, che hanno portato spesso alla definizione di progetti disorganici, anche in ambiti urbani omogenei e/o limitrofi (a livello comunale convivono infatti il Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti urbani, prossimamente il Regolamento del Verde Urbano, il Regolamento viario urbano quale allegato del PGTU, il nuovo Regolamento COSAP, il Regolamento Affissioni e Pubblicità e il Piano della ciclabilità), - superare il principio della delega in bianco dei processi di valorizzazione degli spazi verdi agli operatori privati, spesso causa di interventi inadeguati che non hanno saputo conciliare esigenze imprenditoriali e interesse pubblico Corollario naturale del decentramento delle competenze in materia di verde di vicinato ai municipi dovrebbe essere la nascita del BILANCIO VERDE di Roma Capitale, idealmente ma anche fattivamente termometro delle buone pratiche (o delle cattive pratiche). Un bilancio che preveda il trasferimento di adeguate risorse finanziarie tra quelle già presenti in bilancio comunale, da aggiungere a quelle già destinate ai municipi della manutenzione stradale edile. PROGRAMMAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE MUNICIPALE Con il completamento dell intero processo di decentramento della gestione del verde urbano in attuazione della previsione statutaria i Municipi dovranno istituire nell ambito dei propri uffici una specifica Unità Operativa Ambiente, un ufficio tecnico competente in materia di verde con personale qualificato ed esclusivamente dedicato, con l obiettivo di avviare direttamente la programmazione del sistema ambientale. Il primo passo necessario è quello della mappatura dettagliata di tutte le componenti ambientali, anche minori. Il secondo la redazione di strumenti prescrittivi e gestionali che, oltre a regolare e definire usi, interventi manutentivi e principi di tutela e di valorizzazione, possano anche indirizzare la programmazione di opere di completamento o di integrazione della rete ecologica municipale, anche alla ricerca di quella continuità necessaria per costituire supporto di percorsi protetti pedonali e ciclabili da ricollegare alla rete 7

8 ecologica cittadina. Uno strumento che dovrà essere definito con un processo di partecipazione cittadino e che dovrà prevedere lo strumento del concorso di architettura per l attuazione degli ambiti ambientali più rappresentativi. Nel settore specifico i compiti dei Municipi possono riassumersi in: elaborare la Carta Municipale degli Obiettivi (art NTA del PRG) per quanto attiene al verde sulla base delle indicazioni contenute nel Piano di tutela, sviluppo e valorizzazione del verde di Roma Capitale aggiornarne i contenuti costantemente, e verificarne l attuazione mediante la redazione di uno specifico rapporto periodico; elaborare la Carta degli Orti e dei Giardini, e integrarla progressivamente anche sulla base delle segnalazioni dei cittadini, per disporre gli affidamenti in convenzione; censire, aggiornare costantemente e trasmettere alla U.O. Gestione Verde Pubblico i dati georeferenziati inerenti il verde di competenza sul territorio municipale, compresi i dati relativi le concessioni, mediante gli strumenti informatici messi a disposizione dall Amministrazione; in caso di interventi indiretti da attuarsi mediante strumento urbanistico esecutivo fare riferimento al Regolamento del Verde Urbano per l'attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana (approvato con D.C.C. n. 57/2006) per l informazione e la consultazione della cittadinanza sulle scelte di politica ambientale e paesaggistica del territorio municipale; promuovere l educazione ambientale nelle Scuole primarie e secondarie di primo grado attraverso la predisposizione di percorsi e laboratori didattici sulle tematiche ambientali; I Municipi, inoltre, per le aree di propria competenza, dovranno: istruire e valutare le domande di affidamento in convenzione (concessione, adozione) e le sponsorizzazioni delle aree verdi pubbliche parchi, orti e giardini ad esclusione delle ville e dei giardini storici; istruire e valutare le domande di affidamento in convenzione delle aree verdi pubbliche (parchi, orti e giardini) e le sponsorizzazioni, controllarne sistematicamente l esecuzione e eventualmente revocarli; programmare e gestire la manutenzione del verde di competenza nel territorio municipale attraverso gli affidatari; gestire in cooperazione con l Amministrazione centrale, l esazione dei corrispettivi derivati dalle concessioni di spazi pubblici nel territorio del Municipio; provvedere alla sistemazione e alla manutenzione dell arredo urbano del verde e stradale. A livello municipale, sempre nell ottica del decentramento gestionale, gli affidamenti global service (accorpando pulizia delle strade da sottrarre dalle competenze AMA- e delle caditoie, manutenzione del verde di quartiere, verde scolastico, verde stradale, manutenzione edile stradale -già di competenza municipale- e rimozione impianti pubblicitari abusivi) potrebbero garantire un sensibile miglioramento del servizio di manutenzione (ma anche progetti di valorizzazione) con un evidente controllo dei tempi e dei costi. 8

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