Piano territoriale di conciliazione Sondrio

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1 Piano territoriale di conciliazione Sondrio Indice 1. PREMESSA E FINALITÀ GENERALI pag IL PIANO DI AZIONE TERRITORIALE : la sua applicazione ed altre azioni di conciliazione sul territorio pag.3 3. IL NUOVO PIANO TERRITORIALE DI CONCILIAZIONE pag ARTICOLAZIONE ORGANIZZATIVA DELLA GOVERNANCE pag ANALISI GENERALE DEL CONTESTO, DOMANDA E BISOGNI pag MAPPATURA DEI SERVIZI IN TEMA DI CONCILIAZIONE pag OBIETTIVI, RISULTATI ATTESI E INDICATORI DI RISULTATO pag FORMAZIONE E COMUNICAZIONE: pianificazione pag AZIONI DEL PIANO TERRITORIALE DI CONCILIAZIONE pag. 27 a) dati di sintesi: quadro risorse, cofinanziamento, crono programma piano b) le azioni progettuali: schede tecniche 3.7 MODALITÀ DI UTILIZZO DELLA PREMIALITÀ pag MONITORAGGIO E VERIFICA pag. 31 Allegato 1: Le azioni progettuali: Schede tecniche pag. 32

2 1.PREMESSA E FINALITÀ GENERALE Il Piano Territoriale di Conciliazione rappresenta lo strumento con cui il territorio di Sondrio assicura la piena realizzazione delle progettualità e degli adempimenti connessi agli Accordi per la valorizzazione delle politiche territoriali di conciliazione famiglia lavoro e delle reti di impresa promossi da Regione Lombardia. Con gli Accordi Territoriali Regione Lombardia sostiene e favorisce la nascita di reti locali per il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti che possono concorrere alla realizzazione di una rete integrata di servizi e interventi a sostegno della conciliazione e orientarsi verso un sistema integrato di risorse finanziarie di sostegno. Così come ribadito dalla DGR 974 del 22/11/2013 Regione Lombardia impegna gli ambiti territoriali a considerare nel contesto della programmazione locale l attuazione degli interventi a sostegno delle politiche di conciliazione favorendo l integrazione delle risorse e delle azioni di programmazione. La valorizzazione dei territori, la loro capacità di coinvolgere pubblico e privato e ambiti disciplinari differenti diventa strategica per una reale integrazione delle risorse e delle azioni di programmazione delle politiche di conciliazione. Gli stessi piani di zona prevedono al loro interno un capitolo dedicato proprio alle politiche di conciliazione. L obiettivo di fondo e coerente con le politiche regionali di welfare, è quello di garantire soluzioni sempre più vicine alle necessità dei cittadini attraverso un attenzione alla famiglia ed alla sua capacità di farsi carico dei bisogni dei suoi componenti. Senza per altro trascurare, sempre nell ambito della programmazione locale le funzioni strategiche dei piani territoriali e degli orari e delle politiche dei tempi, l accordo di programma per lo sviluppo macroeconomico e la competitività, i piani territoriali per i giovani, i distretti di commercio ed i patti territoriali per l occupazione. Il Piano territoriale della provincia di Sondrio è dunque inserito in un contesto ben definito sotto l aspetto istituzionale da un percorso che, a partire dalla sottoscrizione degli Accordi Territoriali e attraverso la costituzione delle alleanze locali, coinvolge una serie di attori territoriali nella realizzazione di specifici progetti volti a sviluppare la conciliazione nel territorio provinciale. La finalità generale è quella di potenziare la rete locale di conciliazione attraverso la quale continuare ad incrementare iniziative concrete in termini di sensibilizzazione e formazione a diversi livelli, servizi offerti, riprogettazione organizzativa nelle aziende. Il piano risponde, di fatto,agli obiettivi strategici di Regione Lombardia che identifica come priorità: Migliorare i servizi a favore della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro; Incentivare le imprese e le reti di imprese che offrono servizi di welfare favorendo la conciliazione famiglia-lavoro; Migliorare l integrazione tra i servizi di cui al punto precedente e gli interventi connessi alle politiche familiari e al welfare locale; valorizzare la contrattazione di secondo livello sostenendo la flessibilità organizzativa in un ottica di maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; incentivare, attraverso premialità, l innovatività degli strumenti/modelli di conciliazione attuati dalle reti territoriali ( best practice ); sviluppare un sistema regionale di monitoraggio e valutazione (indicatori di risultato e di impatto) partecipato che coinvolga attivamente gli attori. Regione Lombardia ha ribadito, nel Piano regionale di Sviluppo per la X legislatura, che di fronte al perdurare della crisi economica e della riduzione delle risorse disponibili risulta indispensabile collocare al centro delle proprie politiche la persona e la famiglia,attraverso una rinnovata attenzione alle modalità di sostegno del suo ruolo sociale e ai diversi bisogni dei suoi componenti. L augurio è che il Piano territoriale di conciliazione, in continuità con il precedente, favorisca lo sviluppo delle politiche di conciliazione dei tempi lavorativi,delle pari opportunità e del welfare aziendale rafforzando l offerta integrata pubblico privato emersa dagli ambiti territoriali. 2

3 Il Piano si configura altresì come strumento flessibile modificabile nel tempo, anche in funzione di eventuali nuove prospettive di finanziamento derivanti dai diversi livelli istituzionali e dalla rete. 2. IL PIANO DI AZIONE TERRITORIALE : la sua applicazione ed altre azioni di conciliazione sul territorio Gli obiettivi del piano hanno riguardato tre aree : il lavoro i servizi la formazione relativamente al primo punto, considerata la difficoltà a reperire dati ed approfondire esperienze di conciliazione, si è pensato di rilevare se e quali strumenti si sono messi in atto per favorire la conciliazione nel mondo del lavoro in provincia di Sondrio. L area dei servizi è sicuramente quella più approfondita e trattata, sia come impegno economico sia come azioni. Tale area comprende due settori fortemente interessati dal tema della conciliazione : i servizi per minori e i non autosufficienti. Relativamente alla formazione si è inteso approfondire il livello di conoscenza sul tema della conciliazione e si sono sviluppate iniziative atte a promuoverla Area del lavoro La prima azione messa in atto e prevista dal Piano Territoriale, ha riguardato l organizzazione di un convegno dedicato al tema della conciliazione. L obiettivo era quello di presentare il Piano, diffondere,per la prima volta in Provincia, alcune esperienze in corso su altri territori, la normativa esistente e le possibilità offerte (anche economiche) relative alla conciliazione. La seconda azione del Piano ha riguardato l apertura di uno sportello di consulenza alla PMI sull utilizzo dei fondi nazionali e regionali finalizzati alla promozione di progetti innovativi in tema di welfare aziendale. La terza azione ha previsto la ricognizione e la valorizzazione di buone pratiche aziendali in tema di welfare. Si è infine deciso di rilevare le realtà e i bisogni della pubblica amministrazione. A tal fine è stato predisposto un questionario rivolto a tutti i dipendenti degli enti più rappresentativi della provincia (Azienda Ospedaliera, ASL, Provincia di Sondrio, Comune di Sondrio,ARPA, STER). Al questionario hanno risposto oltre 300 lavoratori. Si segnala inoltre che un consorzio di cooperative sociali dell ambito di Morbegno ha promosso azioni di conciliazione lavoro famiglia per circa 200 dipendenti, grazie ad un finanziamento regionale nell ambito del premio, come sa schema: Progetto COMPOSIZIONI - Conciliare famiglia e lavoro per migliorare la qualità della vita Cofinanziato da Regione Lombardia nell ambito dell iniziativa Cofinanziamento di progetti innovativi in materia di welfare aziendale e interaziendale (DGR 2055/2011) CAPOFILA: Cooperativa Sociale ORIZZONTE PARTNER: Cooperative Sociali INSIEME IL SENTIERO LA TATA SOGGETTI ADERENTI: Amministrazione Comunale di Morbegno - Amministrazione Comunale di Talamona - Comunità Montana Valtellina di Morbegno - Consorzio di Sviluppo dell Area Industriale di Morbegno-Talamona - Confcooperative Unione provinciale di Sondrio - ACLI Sondrio ATTIVITA : attivazione ed erogazione di servizi di welfare ai lavoratori - studio di nuovi modelli organizzativi - formazione ed informazione Infine si ricorda che le seguenti 5 aziende provinciali: ABCLOG MORBEGNO FONDAZIONE CASA DI RIPOSO AMBROSETTI MORBEGNO FONDAZIONE CASA DI RIPOSO CITTA DI CHIAVENNA CHIAVENNA 3

4 SERPENTINO GRANITI SONDRIO UNIDATA SRL - SONDRIO hanno aderito al bando CESTEC 2012/2013: Progetto sperimentale per la diffusione nelle PMI di strumenti organizzativi a supporto della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che prevedeva l accompagnamento in azioni strategie e strumenti di work-life balance a favore dei propri dipendenti. Area dei servizi Le azioni relative ai servizi hanno coinvolto principalmente gli Uffici di Piano. L obiettivo era quello di definire le modalità più opportune per mettere in atto quanto previsto dal Piano territoriale. Una delle criticità riscontrate ha riguardato l'accesso ai servizi, specie quelli sanitari, in una realtà prevalentemente montuosa e con scarsi mezzi di trasporto pubblici. Una seconda criticità si è registrata nell'accesso ai servizi per minori ed, in particolare, riguardo gli orari di apertura e le proposte educative. Per affrontare tali criticità è stato promosso un bando, rivolto agli enti pubblici e al terzo settore (profit e non profit). Questo prevedeva tre ambiti d intervento, con relativo finanziamento, (fondi dgr 381/10) divisi su le due aree individuate (minori e soggetti non autosufficienti). Gli ambiti specifici erano: -area della mobilità 1)servizio trasporti : iniziative sul fronte della mobilità per favorire l accesso e la fruibilità dei servizi sia nell area dei minori che la fragilità -area minori, adolescenti e fragilità 2)sperimentazioni : promozione di iniziative innovative a favore di minori con difficoltà scolastiche e/o educative. 3)nuove modalità organizzative: iniziative sul fronte dell organizzazione che garantiscano l accesso e la fruibilità dei servizi rivolti sia ai minori che a soggetti fragili. Al bando hanno partecipato 14 soggetti ( 6 pubblici e 8 privati), sono stati ammessi al finanziamento 12 progetti, 4 relativi all'ambito 1, 5 relativi all'ambito 2 e 3 relativi all'ambito 3. I DESTINATARI DEGLI INTERVENTI Le persone Le azioni previste dal bando conciliazione hanno privilegiato i cittadini ed in particolare quelle famiglie che avevano al proprio interno minori, adolescenti e persone anziane o comunque fragili (cfr tabella 1) Tabella 1 AZIONE DESCRIZIONE BUONE PRASSI Iniziative nell area minori/adolescenti/ fragilita Realizzazione di 5 progetti per la promozione di iniziative a favore di famiglie e giovani con difficoltà scolastiche e/ o educative. Raggiunti complessivamente 247 ragazzi, di cui: 41% scuola primaria di primo grado 39% scuola primaria secondo grado 20% scuola secondaria. Coinvolgimento diretto o indiretto di In relazione ai progetti realizzati sono stati rilevati elementi di positività quali: - Il lavoro di rete con coinvolgimento di Comuni, Scuole, Associazioni, Oratori. - Il miglioramento dell apprendimento scolastico, del potenziamento dell autostima, dello sviluppo di abilità sociali e relazioni in gruppo e in classe oltre alla promozione e diffusione di competenze 4

5 150 genitori. educative. Iniziative sul fronte della mobilità Iniziative sul fronte dell organizzazione: accesso e fruibilità dei servizi Le imprese Realizzazione di 4 progetti per la promozione di iniziative per favorire l accesso ai servizi sanitari e sociali a favore di persone non autosufficienti con problemi di trasporto. Raggiunti 200 soggetti di cui 95% soggetti fragili Realizzazione di 3 progetti per la promozione di iniziative atte a facilitare l accesso ai servizi rivolti a minori e soggetti fragili. Complessivamente raggiunti 268 bambini/ragazzi di cui: - 6% scuola infanzia - 90% scuola primaria primo grado - 4% scuola primaria secondo grado. Le iniziative di mobilità hanno favorito la promozione e il consolidamento di partnership e collaborazioni tra soggetti pubblici e soggetti del terzo settore (cooperazione sociale, associazionismo e volontariato), il coordinamento, l integrazione e la razionalizzazione delle risorse e lo sviluppo di sensibilità e solidarietà locale Il piano conciliazione ha permesso di attivare: - diverse tipologie di soggetti del terzo settore (cooperative, associazioni, fondazioni); - enti locali, in forma singola o associata; - una realtà del privato profit con esperienza nell ambito del sostegno extrascolastico. In particolare relativamente al primo ambito (trasporti) gli enti locali si sono fatti promotori di iniziative atte a garantire i trasporti, di persone sole o all interno di famiglie in difficoltà, verso servizi per lo più sanitari. L ambito due ((iniziative sperimentali) ha visto prevalere le realtà del terzo settore che già aveva esperienze nel settore minorile. Gli interventi promossi hanno riguardato per lo più minori in età scolastica e loro genitori. Il terzo ambito ( accesso ai servizi) ha visto prevalentemente attivi i Comuni che già gestivano servizi per l infanzia, in particolare centri ricreativi diurni. Elemento significativo trasversale è stata la capacità di sviluppare ed implementare partnership e collaborazioni tra soggetti pubblici e privati e la volontà di sperimentarsi su un area assai poco praticata in provincia di Sondrio Il territorio I progetti e le azioni di conciliazione hanno coinvolto tutto il territorio della provincia di Sondrio. Gli ambiti di Sondrio e Morbegno si sono dimostrati più attivi sul bando conciliazione, confermando una loro caratteristica ricorrente già verificatisi con altri bandi (es legge 23) o sperimentazioni. Area della formazione e della comunicazione Il tema della conciliazione famiglia lavoro ha colto di sorpresa gli operatori, più abituati, per formazione e attività, a posizionarsi su un ottica di lavoro più riparativa che promozionale. 5

6 Alle difficoltà e allo scetticismo degli operatori si è aggiunta la scarsa conoscenza del mondo del lavoro sul tema della conciliazione ( si tenga presente che nessuna azienda locale aveva mai partecipato ad iniziative, promosse al livello nazionale o locale in quest ambito). Di conseguenza si sono poste tra gli obiettivi principali del piano del Piano l informazione e la formazione specifica sia delle famiglie che degli operatori. Tutto ciò per promuovere e rafforzare sul territorio una cultura della conciliazione attraverso iniziative specifiche che comprendessero l area della comunicazione-formazione in quanto trasversale a tutte le azioni previste dal Piano. Il convegno (v. area lavoro) ha avuto quindi, come obiettivo principale, quello di introdurre, in maniera efficace, un argomento poco dibattuto e conosciuto. Va però precisato che la stesura del Piano Territoriale ha permesso, oltre il convegno, un primo confronto sulla realtà locale e le possibili azioni da mettere in atto ed in particolare ciò a riguardato gli operatori dell ASL, la sede Territoriale di Regione Lombardia e gli Uffici di Piano. Quest ultimi, al di la dell adempimento formale, hanno introdotto il tema della conciliazione in tutti i Piani di Zona relativi alla triennalità Parallelamente ai processi di formazione sono state avviate iniziative di comunicazione rivolte alla popolazione tramite l aiuto delle televisioni locali e della stampa locale. L utilizzo dei media ha riguardato anche la promozione dei bandi nazionali e regionali che prevedevano finanziamenti per progetti a favore di iniziative di conciliazione famiglia e lavoro (dgr 2055 del 28 /7/2011 e bando CESTEC). La dote conciliazione servizi alla persona La dote, erogata quale rimborso per le spese sostenute dal genitore al rientro al lavoro da un congedo effettivo e continuativo di maternità/parentale per l utilizzo di vari servizi (per l infanzia, socio educativi assistenziali per minori fino ai 14 anni, per anziani non autosufficienti o persone disabili), è stata assegnata a 38 persone. 3. IL NUOVO PIANO TERRITORIALE DI CONCILIAZIONE SOGGETTI d.g.r 12 dicembre 2013 n.x/1081 REGIONE LOMBARDIA ASL DI SONDRIO PROVINCIA DI SONDRIO CAMERA DI COMMERCIO DI SONDRIO AMBITO TERRITORIALE DI CHIAVENNA AMBITO TERRITORIALE DI MORBEGNO AMBITO TERRITORIALE DI SONDRIO AMBITO TERRITORIALE DI TIRANO AMBITO TERRITORIALE DI BORMIO CONSIGLIERA PROVINCIALE DI PARITA ALTRI SOGGETTI PUBBLICI O PRIVATI d.g.r 12 dicembre 2013 n.x/1081 LA TATA SOCIETA COOPERATIVA SOCIALE CONFINDUSTRIA SONDRIO COOPERATIVA SOCIALE IPPOGRIFO COOPERATIVA SOCIALE IL SENTIERO CISL SONDRIO FONDAZIONE CASA DI RIPOSO AMBROSETTI PARAVICINI ONLUS AZIENDA OSPEDALIERA DELLA VALTELLINA E DELLA VALCHIAVENNA FONDAZIONE LUIGI CLERICI LAVOPS - CENTRO SERVIZI PER IL VOLONTARIATO DELLA PROVINCIA DI SONDRIO COOPERATIVA SOCIALE ORIZZONTE CONCOOPERATIVE SONDRIO SOL.CO SONDRIO SOLIDARIETA E COOPERAZIONE - CONSORZIO DI COOPERATIVE SOCIALI INSIEME COOPERATIVA SOCIALE UNIONE DEL COMMERCIO DEL TURISMO DEI SERVIZI DELLA PROVINCIA DI SONDRIO 6

7 ASSOCIAZIONE TUA E LE ALTRE CONFARTIGIANATO SONDRIO ASSOCIAZIONE TECNICI SENZA BARRIERE ONLUS UIL SONDRIO COLDIRETTI SONDRIO CGIL SONDRIO 3.1. ARTICOLAZIONE ORGANIZZATIVA DELLA GOVERNANCE A LIVELLO LOCALE La sottoscrizione degli accordi territoriali per le reti di conciliazione, nata nell ambito del programma attuativo dell Intesa sottoscritta fra Governo, Regioni, Province Autonome, ANCI, UPI e UNCEM del febbraio 2010, aveva portato, per quanto concerne il territorio della provincia di Sondrio, alla sottoscrizione, in data 27 giugno 2011, dell Accordo di collaborazione per la realizzazione della rete territoriale di conciliazione famiglia-lavoro che di fatto ha permesso di attivare le reti per la conciliazione, con interventi distribuiti su tutto il territorio della provincia sulle aree lavoro, servizi, formazione, come analiticamente descritto al precedente punto 2. Sulla base delle nuove linee programmatorie regionali (DGR 1081/2013 e decreto 2058/2014) si è poi proceduto alla sottoscrizione del nuovo accordo ACCORDO PER LA VALORIZZAZIONE DELLE POLITICHE TERRITORIALI DI CONCILIAZIONE FAMIGLIA LAVORO E DELLE RETI DI IMPRESE. LA RETE TERRITORIALE La rete territoriale è composta dai rappresentanti politici e tecnici degli enti promotori dell Accordo territoriale della provincia di Sondrio, con l ASL che tramite la Direzione Sociale ne assume il ruolo di capofila. La rete assume le funzioni di indirizzo, pianificazione e programmazione delle politiche territoriali di conciliazione. L adesione alla rete è libera e possibile anche successivamente alla prima firma dell accordo ( ). Al 31 marzo 2014 la Rete è risultata costituita complessivamente da 30 soggetti pubblici e privati, come da tabella seguente: Si evidenzia che già in questa prima fase, rispetto all accordo precedente, oltre alla conferma dei soggetti ex promotori (10) e dei soggetti aderenti (11), si sono registrate n.9 nuove adesioni. Alla Rete territoriale hanno successivamente aderito, in sede di presentazione delle proposte progettuali da parte delle alleanze locali, i seguenti 9 soggetti: ANTEAS Sondrio (Associazione Nazionale Terza Età Attiva per la Solidarietà) AUSER VALTELLINA E VALCHIAVENNA (Associazione per l Autogestione dei Servizi e la Solidarietà) COMUNE DI TIRANO ASSOCIAZIONE CANCRO PRIMO AIUTO STELLA ALPINA Società Cooperativa Sociale COMUNE DI SONDRIO COMUNE DI COLORINA POLISPORTIVA DI COLORINA GRUPPO SPORTIVO DI SELVETTA Risulta pertanto pari a 39 il numero complessivo di soggetti pubblici e privati aderenti alla Rete, con un incremento percentuale dell 85% rispetto alla precedente composizione della rete IL COMITATO DI VALUTAZIONE E MONITORAGGIO La rete, riunitasi in data 10 aprile, ha condiviso la seguente composizione del Comitato di valutazione e monitoraggio : 7

8 ASL STER Provincia Consigliera provinciale di parità Camera di Commercio di Sondrio Confcooperative Lavops 1 Rappresentanza sindacale tra CGIL-CISL-UIL Al Comitato sono stati attribuiti, dalla e per conto della Rete, i compiti di: valutazione delle proposte progettuali in tema di conciliazione presentate da Alleanze locali in attuazione dell Avviso pubblico emanato con decreto ASL n.241 del 17 aprile 2014; predisposizione della bozza di Piano territoriale sulla base delle azioni progettuali presentate dalle alleanze locali. Il Comitato assumerà le funzioni di monitoraggio in itinere di processi e azioni programmate. LE ALLEANZE LOCALI Le alleanze locali di conciliazione, coordinate da un soggetto capofila pubblico, hanno curato la predisposizione delle proposte progettuali in coerenza con le esigenze locali e le scelte di indirizzo definite dalla Rete. Le proposte progettuali presentate per il Piano territoriale sono state presentate dalle seguenti alleanze: ente capofila alleanza altri soggetti alleanza Comune di Sondrio Cooperatva Sociale IPPOGRIFO Comune di Colorina Comunità Montana della Valchiavenna Comunità Montana Valtellina di Morbegno Comunità Montana Valtellina di Tirano Comunità Montana Alta Valtellina Polisportiva Colorina Gruppo Sportivo Selvetta AUSER ANTEAS Coop Soc INSIEME AUSER ANTEAS Fondazione AMBROSETTI Coop Soc IL SENTIERO Coop Soc LA TATA Coop Soc Orizzonte AOVV Comune Tirano CM Alta valtellina AOVV AUSER ANTEAS Coop Soc Stella Alpina AUSER ANTEAS Ass. Cancro primo Aiuto CM Tirano Comune Tirano Le Alleanze Territoriali hanno risposto in linea generale all esigenza di un più stretto rapporto con tutti gli strumenti della programmazione locale ed in particolare con i Piani di Zona. Le strategie di sviluppo dell Alleanza sono state sostanzialmente finalizzate a: 8

9 - consolidare l approccio integrato tra operatori locali all interno del territorio di riferimento, - costruire partenariati pubblici-privati rappresentativi del territorio - promuovere forme di cofinanziamento. A seguito della validazione da parte della cabina di regia regionale del Piano territoriale, le Alleanze Territoriali che gestiranno le azioni progettuali inserite nel Piano (capitolo 8) verranno formalizzate mediante accordo di partenariato sottoscritto da tutti i partecipanti. 3.2 ANALISI GENERALE DEL CONTESTO, DOMANDA E BISOGNI L età della popolazione residente ed il carico sociale Il quadro offerto dell ISTAT, come rappresentato dall Osservatorio sul disagio e i servizi sociali della Provincia di Sondrio, Quarto rapporto, aggiornamento statistico , da cui sono estratti i dati seguenti, offre alcuni indicatori strutturali della popolazione residente in provincia di Sondrio (totale ) che consentono una prima e generale comprensione della tipologia di bisogni di conciliazione presenti nel territorio, oltre che del tasso di occupazione femminile. Anno 2012 minori 0-2 anni bambini 3-10 anni ragazzi anni anziani 65 anni e oltre numero Indice* numero Indice* numero Indice* numero Indice* , , , ,73 *rapporto sulla popolazione residente L indice di carico sociale, dato dalla % di minori (0-14 anni) e anziani (65 anni e oltre) sulla popolazione in età lavorativa (15-64 anni) è pari al 52,12, in aumento rispetto al dato del 2011 pari al 50,48. Anno 2012 Popolazione 0-14 e 65 Popolazione anni Indice carico sociale anni e oltre ,12 Le caratteristiche socio-demografiche La Relazione Economica 2012 della Camera di Commercio di Sondrio ci parla della provincia come di un territorio esclusivamente montuoso e molto esteso (3.212 km quadrati), con una popolazione di abitanti (al 1 gennaio 2012), di cui circa il 4,4% del totale stranieri (7.841). Il capoluogo di provincia è Sondrio e i capoluoghi di mandamento sono Tirano, Morbegno, Chiavenna e Bormio con residenti pari a per l'area di Sondrio, per quella di Morbegno, per Tirano, per l'area dell'alta Valtellina e per il mandamento di Chiavenna. I dieci comuni più popolati dei 78 presenti in provincia sono - nell'ordine - Sondrio, Morbegno, Tirano, Chiavenna, Livigno, Cosio Valtellino, Teglio, Grosio, Talamona e Sondalo. Un territorio ampio, di difficile percorribilità, con insediamenti abitativi di piccole dimensioni; caratteristiche, queste, che occorre avere ben presenti quando si affrontano i problemi di conciliazione delle famiglie valtellinesi. Considerando le attività economiche, l'economia della provincia di Sondrio è piuttosto diversificata con quasi imprese attive a fine 2012, di cui il 20,2% operanti nel commercio, il 17,7% nell agricoltura, il 17,1% nelle costruzioni, l 11,4% negli alberghi e ristoranti, il 9,9% nelle attività immobiliari e nell informatica, il 9,1% nelle attività manifatturiere. 9

10 La componente artigiana rappresenta il 32,8% del totale delle imprese attive, con una preminenza nel settore delle costruzioni (il 44,75% del totale delle imprese artigiane). I settori che caratterizzano la provincia sono: - il distretto creditizio, con le due banche popolari cooperative; - il distretto agroalimentare che, con la costituzione del Distretto riconosciuto dalla Regione Lombardia, acquisisce status di territorio di eccellenza per il settore agroalimentare; - il distretto turistico, con un comprensorio che raccoglie oltre 2 milioni di arrivi all'anno; - il distretto energetico, con una produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico) pari a circa il 12% del totale nazionale. E interessante notare che oltre il 95% di queste imprese occupano meno di 10 addetti, all incirca il 4,5% è presente sul territorio con unità locali con meno di 50 addetti e la parte residuale è composto da imprese con 50 addetti ed oltre (Dati SMAIL, 2011). Dei addetti presenti nel 2011, poco meno del 50% è impiegato in unità locali con meno di 10 dipendenti, quasi il 27% in unità formate da 10 a 49 dipendenti ed poco più del 23% lavora in unità con 50 e più addetti. Molto spesso alle piccole dimensioni è associata una conciliazione implicita, non formalizzata ed a volte non riconosciuta come tale, ma non per questo meno efficace. E indubbio, d altra parte, che questa informalità consente di rinunciare alle esigenze della famiglia al bisogno, come ad esempio nei periodi di punta delle stagioni turistiche o durante i raccolti. Per questo motivo è importante che sul territorio sia presente una rete di servizi di ludico-educativi a disposizione delle famiglie per l assistenza dei figli, così come un adeguata rete di assistenza per gli anziani. La situazione nel mercato del lavoro E indubbio che l andamento del mercato del lavoro influenza in maniera significativa le possibilità di conciliazione di una famiglia, se non altro a partire dalla presenza/assenza nel mercato stesso dei suoi componenti. Dalla Relazione 2012 della Camera di Commercio si evince che in provincia di Sondrio la forza lavoro 1 nel 2012 era composta da persone 2, di cui occupati 3 ; di questi nei servizi, nell'industria in senso stretto e nelle costruzioni. Gli occupati in agricoltura sono invece Gli occupati stranieri rappresentano il 5,2% del totale degli occupati, a fronte di una media lombarda dell'12,3%. Aumenta il dato relativo alle persone in cerca di occupazione, che passa da del 2011 a del Nel 2012 il tasso di occupazione è pari al 62,5% 4 in ulteriore calo rispetto al Il dato si trova ancora sotto il valore regionale, ma sopra il dato relativo alla media nazionale. Secondo i dati resi disponibili dalla Provincia di Sondrio, poi, il dato di stock al relativo al numero di persone in cerca di lavoro transitate dai Centri per l'impiego sul territorio provinciale è di circa persone, sostanzialmente ripartite in modo equo fra maschi e femmine e di questi il 76,7% con età superiore ai 25 anni. Per avere un'idea dell'evoluzione di questo dato negli ultimi anni basti rilevare che dal dato riferito al c'è stato un aumento superiore al 14 %. 1 Per Forza lavoro si intendono le persone occupate e le persone in cerca di occupazione. 2 Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat 3 Gli Occupati sono persone di 15 anni e più che all'indagine sulle forze di lavoro dichiarano di possedere un'occupazione, anche se nel periodo di riferimento non ha svolto attività lavorativa (occupato dichiarato) oppure di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento (altra persona con attività lavorativa). 4 Il tasso di occupazione è il rapporto percentuale tra numero di persone occupate e la popolazione in età lavorativa. 10

11 Ulteriori indicatori a riguardo 5 ci dicono che nel 2012 a Sondrio le ore autorizzate di integrazione salariale totali sono state , il valore più alto di tutti quelli registrati negli ultimi anni con un aumento rispetto al 2011 del 51,8%. Considerando la Cassa Integrazione Guadagni in Deroga, le ore totali autorizzate nel 2012 sono state con un aumento, rispetto al 2011, del 42%. Per il 57% si tratta di ore destinate all industria e per il 20% destinate al terziario, per il 17% alle altre attività e per il restante 6% all edilizia. La presenza femminile nel mercato del lavoro Sul totale della forza lavoro la presenza femminile è pari unità. Se si osservano gli addetti 6 per genere nei vari settori, quelli dove le donne detengono una quota maggiore sono le attività di servizi, in particolare la sanità (86,79%), l'istruzione (78,09%), i servizi all'impresa (68,10%) e il turismo con i servizi di alloggio e ristorazione (54,81%), seguito dal commercio (45,99%). Significativa è anche la presenza femminile nell'agricoltura (39,79%), mentre si riduce nelle attività finanziarie, per scendere nell'industria manifatturiera - in particolare metalmeccanico - e nelle costruzioni, settore meno propenso ad acquisire addetti donne, con il valore più basso di addetti donne, pari al 6,89% del totale degli addetti del settore. Se il settore dell istruzione consente spesso alla componente femminile di gestire i propri orari conciliando impegni famigliari con quelli lavorativi scolastici, gli altri settori in cui la presenza femminile è significativa sono quelli che più rendono gravosa questa opera di bilanciamento; si pensi ad esempio agli orari di apertura degli esercizi nel commercio o nel turismo. Le imprese femminili rappresentano una quota significativa delle imprese valtellinesi, pari al 24% del totale delle imprese (3.899 su un totale di nel 2011), con l'agricoltura a prevalere con il 39,87% di titolari donne ed alberghi e ristorazione a seguire con il 35,80% del totale degli alberghi e ristoranti a titolarità femminile, seguiti a breve distanza da altre attività del terziario e commercio (30,01% e 28,78% rispettivamente). All'interno della banca dati SMAIL (Sistema Monitoraggio Annuale delle Imprese e del Lavoro) a dicembre 2011 erano presenti addetti di sesso femminile. Indice di relazione lavoro femminile e maternità Significativi sono pure i dati relativi all indice di relazione lavoro femminile e maternità, tratti dall Osservatorio sul disagio e i servizi sociali della Provincia di Sondrio, Quarto rapporto, aggiornamento statistico , di seguito riportati: anno indice tasso di fecondità (base 100) (1) tasso di attività (base 100) (1) ,5 105,4 99, ,8 106,7 98, ,8 107, ,8 94,2 Fonte: Istat, Indagine Forze lavoro, Statistiche demografiche (1) Base 100= valore medio dei tassi Dalla Relazione annuale 2012 della Camera di Commercio di Sondrio 6 Gli addetti sono persone occupate in un'unità giuridico-economica, come lavoratori indipendenti o dipendenti (a tempo pieno, a tempo parziale o con contratto di formazione e lavoro), anche se temporaneamente assenti (per servizio, ferie, malattia, sospensione dal lavoro, Cassa integrazione guadagni ecc.). Comprendono i titolari dell'impresa partecipanti direttamente alla gestione, i soci lavoratori di cooperative, i coadiuvanti familiari (parenti o affini del titolare che prestano lavoro manuale senza una prefissata retribuzione contrattuale), i dirigenti, quadri, impiegati, operai e apprendisti. 11

12 Dimissioni per maternità (ex D.Lgs. n.151/2001) in provincia di Sondrio Di seguito i dati presentati dalla Consigliera provinciale di Parità, tabella fonte Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali anno 2013, con dati relativi alle dimissioni di lavoratici madri per maternità. MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Direzione Generale per l Attività Ispettiva DIMISSIONE LAVORATRICE MADRE / LAVORATORE PADRE (ex art. 55, D.Lgs. n. 151/2001) ANNO 2013 Sesso Nazionalità Motivazione dimissioni Fasce di età F M Italiani Cittadini UE Extracomunitari Anzianità di Servizio Figli Ampiezza aziendale Settore Produttivo Incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per Fino a 18 anni da 19 a 25 anni da 26 a 35 anni da 36 a 45 anni oltre 45 anni Fino a 3 anni Fino a agricoltura da 4 a 10 anni da16 a Industria 21 a1 mancato accoglimento al nido a2 assenza parenti di supporto 42 da 11 a 15 anni 7 >2 8 da 51 a commercio 48 a3 altro 27 da 16 a 20 anni 1 da 101 a credito e assicurazioni 11 oltre 20 anni oltre servizi 48 b) passaggio ad altra azienda 31 c) mancata concessione del part-time /orario flessibile/ modifica turni 13 d) desiderio di cure della 13 prole in maniera esclusiva e) cambio residenza 2 f)chiusura/cessazione/tra -sferimento aziendale TOTALE 12 8 Comparando i dati con quelli inseriti nel precedente Piano, a fronte di un aumento da 118 a 128 delle dimissioni per maternità (+ 8,4%), si evidenzia, come dato significativo in termini di conciliazione, che tra le motivazioni non rientra più quella legata alla mancanza di posti e accoglimento presso nidi, a testimonianza del rafforzamento della rete e dell offerta di servizi per la prima infanzia. Rimangono invece significativamente incidenti, tra le incompatibilità tra occupazione ed assistenza al neonato, l assenza di parenti di supporto ( n.42 pari al 32,8% ) e la mancata flessibilità aziendale (n. 13 pari al 10,1%). Assistenti familiari e famiglie in rete: tra lavoro e cura domiciliare La Provincia di Sondrio dal mese di settembre 2006, inizialmente tramite convenzione con Italia Lavoro spa, ha attivato un progetto sperimentale di apertura di uno sportello di incontro della domanda e dell offerta fra assistenti familiari in cerca di occupazione e persone che si trovano nella necessità di ricorrere all aiuto di un collaboratore per l assistenza ai propri familiari che si trovano in una situazione di fragilità. Dal 2008 ha poi 12

13 disposto la prosecuzione del progetto Sportello provinciale assistenti familiari in termini sperimentali per rispondere ai bisogni del territorio. Dal 2011 ha affidato la gestione ad un soggetto operante nel settore dei servizi assistenziali, socio assistenziali e sociosanitari, individuato nella Fondazione ONLUS Casa di Riposo Città di Sondrio. Nel 2011 la Provincia di Sondrio ha partecipato con un proprio piano provinciale all Accordo di Programma Servizi alla persona tra Ministero del lavoro e Regione Lombardia, sul Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie Anno 2010, mettendo a sistema la rete territoriale assistenti familiari e famiglie, per il biennio 2017/2013. Questo piano inteso sviluppare le seguenti attività: implementazione dell attività dello Sportello provinciale assistenti familiari in una logica di rete con i servizi territoriali; sviluppo di una banca dati di assistenti familiari qualificati per la cura al domicilio; azioni di supporto alla famiglia nella gestione del ruolo di datore di lavoro attraverso processi di informazione e supervisione; attività di formazione/informazione ai diversi operatori della rete ed ai lavoratori. Per questo è stato sottoscritto apposito Protocollo d intesa con una rete che risulta così composta: Provincia di Sondrio, 5 Uffici di Piano (Bormio - Tirano- Sondrio - Morbegno e Chiavenna) e Fondazione Onlus Casa di Riposo Città di Sondrio. La rete è ampliata con la collaborazione di ASL di Sondrio Dipartimento ASSI -Servizio Fragilità CeAD. È stato promosso il coinvolgimento dei patronati ACLI, CGIL, CISL e UIL in incontri appositi. Nell ambito del Protocollo d Intesa si è sviluppato il seguente modello organizzativo che ha evidenziato la propria funzionalità nel corso del biennio: A) Sportello Provinciale con funzioni di Coordinamento della rete territoriale (gestito dalla Fondazione Casa di Riposo) come di seguito individuate: - gestire la segreteria operativa del piano provinciale; - promuovere e diffondere il programma regionale; - raccordare gli sportelli territoriali; - organizzare le proposte di formazione degli operatori della rete; - assegnare le doti assistenza agli Sportelli Territoriali che dovranno essere destinate alla remunerazione dei servizi erogati da personale qualificato per: la definizione del Piano Assistenziale, l accompagnamento e la supervisione dell attività dell assistente familiare, la gestione del contratto di lavoro, le sostituzioni a ore dell assistente familiare per particolari esigenze; - progettare e affidare la costruzione di un database da utilizzare per l incontro domanda/offerta di lavoro di cura. B) Sportello Provinciale Assistenti Familiari (gestito dalla Fondazione Casa di Riposo, negli uffici messi a disposizione dalla Provincia di Sondrio) con il compito di: - accogliere le offerte di disponibilità al lavoro da parte degli assistenti familiari e verificare i requisiti posseduti; - orientare le famiglie nella scelta dell assistente; - consegnare una rosa di nominativi di assistenti familiari in possesso dei requisiti adeguati ai bisogni ed alle aspettative delle famiglie, anche avvalendosi degli sportelli territoriali. C) Uffici di piano con funzioni di Sportello Territoriale Assistenti Familiari, anche in collaborazione con il Cead Asl e i servizi del Terzo Settore, aventi il compito di: - valutare il bisogno della famiglia; - dare informazioni sulla rete dei servizi sociali e sociosanitari presenti sul territorio; - consegnare una rosa di nominativi di assistenti familiari in possesso dei requisiti adeguati ai bisogni ed alle aspettative delle famiglie mediante utilizzo del data/base; - verificare la regolare stipulazione del contratto di lavoro; - monitorare l intervento dell assistente familiare anche con l eventuale erogazione di una dote assistenza. 13

14 Come previsto dal Piano Operativo Provinciale è stato creato un database di incontro domanda/offerta attraverso modulistica appositamente predisposta al fine dell inserimento ed estrapolazione dati relativi ai richiedenti assistenza e alle assistenti familiari da parte sia degli sportelli territoriali (tramite gli uffici di piano) e sia dello sportello provinciale. Tale database è appoggiato al sito della Fondazione casa di riposo Città di Sondrio, soggetto gestore dello sportello provinciale. Nel biennio 2012/2013 questi i risultati principali: Numero famiglie che hanno richiesto il servizio di incontro domanda/offerta: 297 Numero assistenti familiari, in banca dati : 652 numero assunzioni tramite sportello provinciale/sportello territoriale: 179 Numero di operatori formati 16. Nel biennio sono state erogate n. 71 doti assistenza. In particolare le famiglie hanno utilizzato il rimborso per la gestione amministrativa del contratto, e questo ha permesso anche un maggior monitoraggio del lavoro sommerso. Inoltre l attività di supervisione è stata utilizzata organizzando momenti di incontro tra più Assistenti Familiari con la presenza di esperti (infermiera professionale, fisioterapista) presso la sede della RSA di Sondrio che ha facilitato sia la presa visione di ausili sia di esperienze concrete. Vista la validità dell esperienza del piano provinciale, per l anno 2014 è stato avviato un nuovo protocollo d Intesa mantenendo il modello organizzativo in rete, con risorse a carico della Provincia in collaborazione con la Consigliera Provinciale di Parità. Il monitoraggio di tale attività porta a considerare sia l andamento sul territorio provinciale del lavoro femminile di cura (da parte delle assistenti familiari) sia le richieste di cura delle famiglie, che devono conciliare esigenze di famiglia con le proprie esigenze di lavoro. L Osservatorio sul disagio e sui servizi sociali della Provincia di Sondrio Come già osservato il bisogno di conciliazione delle famiglie si esprime in particolare come bisogno di cura dei suoi membri più deboli, come i minori e gli anziani ed, a maggior ragione, di quelli che necessitano di essere seguiti con attenzioni specifiche a causa delle condizioni di salute o di disagio che stanno attraversando. Lo strumento privilegiato per monitorare le politiche sociali in provincia di Sondrio è l Osservatorio sul disagio e i servizi sociali che la Provincia di Sondrio ha progettato nel 2001 ed aggiornato periodicamente con i dati fino al 2012, a partire dai dati disponibili dal L Osservatorio si conferma uno strumento di particolare rilevanza per le problematiche che va a monitorare. Vale a dire: - quelle dei fenomeni e delle relazioni che con sempre maggiore intensità si presentano e si sviluppano nel contesto e nel tessuto sociale; - quelle delle risposte che devono essere date a diverse situazioni di disagio in un contesto che evolve sempre più rapidamente; - quelle relative al ruolo e alle funzioni, progressivamente più articolate, degli Enti locali nell affrontare e gestire con modalità adeguate le situazioni (in generale, di disagio) che emergono dalla realtà sociale. L Osservatorio prende in considerazione un mix di indicatori in grado di descrivere la realtà sociale e le situazioni di disagio presenti in provincia di Sondrio (secondo queste tipologie: contesto demografico e sociale, presunta normalità, disagio delle persone, marginalità e devianza); mentre con altri indicatori misura le capacità di rispondere e affrontare il disagio stesso. La possibilità di monitorare l evoluzione della realtà sociale e del disagio in essa presente, è di estrema importanza in quanto consente: - di avere uno strumento tecnico per seguire un progetto ( Qualità del sistema sociale ) e l insieme degli interventi e delle azioni per conseguirlo; 14

15 - di misurare e valutare con continuità l evoluzione del sistema sociale per migliorare la qualità del sistema stesso; - di valutare l evoluzione del sistema stesso e della sua qualità per fornire sistematicamente informazioni ai diversi soggetti che operano nel sistema; - di osservare i fenomeni in atto. Dal punto di vista del presente Piano d Azione, il sistema di indicatori progettato ed utilizzato dall Osservatorio offre spunti di estrema utilità, a conferma della comune natura dei due fenomeni che presiedono i due progetti: affrontare i problemi di conciliazione delle famiglie non può prescindere, infatti, dall affronto delle situazioni che creano disagio alle famiglie stesse dal punto di vista dei carichi di cura a cui sono chiamate, soprattutto in situazioni di disagio. Ad esempio, è evidente l utilità di assumere come riferimento per il monitoraggio del Piano d Azione gli indicatori di contesto demografico e sociale definiti dall Osservatorio, dato che un miglioramento delle possibilità di conciliazione passa inevitabilmente da miglioramenti degli indici di questo set di indicatori. Analogo discorso può essere fatto per alcuni degli indicatori inclusi nei set relativo alla presunta normalità, a quello del disagio ed a quello della devianza. Rispetto al set sugli indicatori di presunta normalità è stato considerato un indicatore nuovo, proprio in relazione alle nuove politiche di conciliazione: L indice di relazione lavoro femminile e maternità. Mentre per quanto riguarda gli indicatori di disagio è stato inserito l indicatore relativo agli accertamenti sull handicap (L. 104/92) al fine di monitorare i bisogni di cura attuali, da cui derivano tanti bisogni di conciliazione famiglia lavoro. Ma anche il set di indicatori della capacità di risposta del sistema territoriale alle diverse situazioni (normalità, disagio, marginalità e devianza) è evidentemente ricco di spunti che consentono di valutare il livello di conciliazione presente in provincia. La seguente tabella riporta gli indicatori utilizzati e consente una prima verifica di quanto affermato. Il sistema di indicatori utilizzato dall osservatorio sul disagio e sui servizi sociali (aggiornamento statistico 1997/2012): A Indicatori di contesto demografico e sociale 1. Il segmento dell infanzia 2. Il segmento dei bambini 3. Il segmento dei ragazzi 4. Il segmento degli anziani 5. L'indice di carico sociale 6. Il tasso di occupazione giovanile 7. L indice di relazione lavoro femminile e maternità 8. La multiculturalità 9. L irregolarità della presenza straniera 10. La non integrazione degli stranieri B Indicatori di presunta normalità 1. Il quoziente di IVG 2. Il tasso di abortività volontaria 3. Il tasso di frequenza ai servizi per la prima infanzia 4. Il tasso di frequenza alla scuola dell infanzia 5. Il tasso di separazione D Indicatori di marginalità e la devianza 1. La diffusione dell'alcolismo 2. La tossicodipendenza 3. Le tossicodipendenze adolescenziali 4. La tutela dei minori 5. Il tasso di criminalità verso persone e famiglie 6. Il tasso di criminalità verso patrimonio e istituzioni 7. Il tasso di criminalità minorile E. Indicatori di capacità di risposta a situazioni di presunta normalità, disagio, marginalità, devianza 1. Le organizzazioni di volontariato 2. Le associazioni famigliari. 3. Le strutture di prima accoglienza 4. La cooperazione sociale per i servizi socioassistenzialisanitari 5. La cooperazione sociale per i servizi di inserimento lavorativo di persone svantaggiate 6. L'occupazione nella cooperazione sociale per i servizi 15

16 6. Il tasso di divorzialità 7. Gli anziani soli 8. Il tasso di anzianità 9. I disabili nella scuola primaria 10. I disabili nella scuola secondaria di 2 grado 11. L'offerta di lavoratori disabili 12. Le invalidità civili parziali 13. Le invalidità civili totali C Indicatori di disagio 1. Il tasso di suicidio e di tentato suicidio 2. Il tasso di abortività volontaria fra le minorenni 3.Il tasso di irregolarità scolastica nella scuola secondaria di 2 grado 4. Il rischio di povertà per gli anziani 5. Tempi medi di attesa degli accertamenti di invalidità 6. L accertamento dell handicap (legge 104/92) 7. Il tasso di diffusione dei disturbi psichici 8. I pazienti anziani con disturbi psichici 9. I pazienti anziani con disturbi psichici manifesti 10. Gli sfratti 11. Le domande di alloggio popolare socio-assistenziali-sanitari 7. L occupazione nella cooperazione sociale per i servizi di Inserimento di persone svantaggiate 8. Gli insegnanti di sostegno nella scuola primaria 9. Gli insegnanti di sostegno nella scuola secondaria di 2 grado 10. Gli avviamenti al lavoro di disabili 11. I posti nei servizi socio-sanitari per i disabili 12. Il tasso di saturazione nei servizi per prima infanzia 13. L offerta di servizi per la prima infanzia 14. Il tasso di saturazione nella scuola dell infanzia 15. I centri di assistenza per i minori 16. L affido famigliare 17. Servizi di recupero e reinserimento dei tossicodipendenti 18. L'offerta di servizi di assistenza domiciliare per gli anziani 19. L'offerta di posti per anziani nelle RSA 20. L'offerta di personale nelle UOP 21 Le indennità economiche di invalidità civile 22. La dotazione di alloggi popolari 23. Il tasso di assegnazione di alloggi popolari L equilibrio domanda e offerta sociale (dal quarto rapporto dell osservatorio sul disagio e sui servizi sociali Aggiornamento statistico 1997/ ottobre 2013). La crisi sembra rimanere nei confini del sistema economico.. Quello sociale monitorato dall Osservatorio della Provincia di Sondrio non presenta, nel 2012, evidenti segnali negativi, nonostante la presenza di alcune situazioni di criticità al momento non completamente manifeste. Il contesto demografico-sociale, in linea con il trend degli ultimi 7-8 anni, registra un ulteriore leggero appesantimento, senza tuttavia generare particolari ricadute sia sulla domanda che sull offerta dei servizi (il valore dell indice pari al 111,5 nel 2011 è salito a 114,6 nel 2012). In leggera crescita anche il valore dell indice che sintetizza situazioni di presunta normalità (che sale al 120,8 rispetto al precedente 117,6), per via soprattutto di un aumento dei riconoscimenti di casi di invalidità civile totale. Rimane sostanzialmente stabile, invece, il valore che si riferisce al disagio delle persone da 110 a 109 nel 2012), con marginali variazioni nei singoli indicatori ad eccezione del Tasso di diffusione dei disturbi psichici (in crescita) e le domande di alloggio popolare (in diminuzione). In generale, il valore medio degli indicatori utilizzati per la misurazione del disagio cresce in misura marginale registrando nel 2012 rispetto all anno precedente un aumento inferiore all 1%. E certamente un dato positivo se si considerano le difficoltà che stanno investendo il sistema economico e sociale della provincia di Sondrio. In questa situazione appare decisamente positiva la capacità di risposta del sistema sociale del territorio provinciale. Nonostante le difficoltà, in gran parte determinate dalla contrazione delle risorse economiche e finanziarie, il sistema sociale nel suo complesso appare nel 2012 non solo in grado di mantenere le posizioni precedenti, ma di migliorare l insieme dei servizi (offerta) per fronteggiare la domanda della popolazione. L indice di capacità di risposta registra nel corso del 2012 un incremento rispetto all anno precedente raggiungendo un valore pari al 110,1 rispetto al 105,4. Il confronto fra disagio sociale e capacità di 16

17 risposta mostra infatti una situazione di equilibrio e di annullamento del gap negativo che si riscontrava a fine Il Piano d Azione Regionale per le politiche in favore delle persone con disabilità Le politiche di Regione Lombardia in favore delle persone con disabilità sono guidate dal recente Piano d Azione Regionale, strumento nato in attuazione della DGR 15 dicembre 2010, n.9/983 con la finalità di rafforzare, innovare e coordinare le politiche a favore delle persone con disabilità, per assicurare a ciascuno pari opportunità di realizzazione personale e garantire elevati standard di qualità. La volontà attraverso il Piano è stata di: garantire una continuità della risposta ai bisogni delle persone con disabilità lungo tutto l arco della vita, con particolare cura per i momenti di transizione e cambiamento; migliorare i livelli di accessibilità e fruibilità delle strutture e più in generale del territorio; sviluppare una rete integrata dei servizi che si attivi in modo personalizzato e incoraggi la partecipazione consapevole di individui e famiglie. In linea con quanto indicato a livello regionale, è stata elaborato un Piano d Azione Locale che ha inteso: essere lo strumento funzionale a rafforzare l azione svolta in provincia di Sondrio per assicurare a ciascuna persona con disabilità e alla sua famiglia le migliori condizioni di benessere e la risposta più vicina alle effettive possibilità di realizzazione; costituire la base per uno sviluppo organico ed articolato dell offerta garantita come comunità allo scopo di promuovere, unitamente ad una valorizzazione della persona con disabilità, la piena partecipazione della stessa e della sua famiglia ai diversi luoghi e contesti di vita sociale e collettiva. Diverse sono le aree di intervento e di attività del Piano, da quella della salute e dell assistenza a quella dell educazione, da quella del lavoro a quella dell accessibilità, della fruibilità e della mobilità. Il Piano Provinciale per l inserimento socio lavorativo delle persone disabili del 2014/2016 Per i soggetti in grado di sostenere un attività lavorativa sul territorio provinciale il riferimento è il Piano Provinciale per l inserimento socio lavorativo delle persone disabili del (deliberazione giunta provinciale n. 66 del 12/05/2014) promosso dalla Provincia di Sondrio. Al fine della redazione del nuovo piano, sulla base delle linee di indirizzo regionale, sono stati aggiornati i dati relativi all attuazione del sistema di collocamento mirato di cui alla L 68/99 Norme per il diritto al lavoro dei disabili. Le rilevazioni effettuate hanno evidenziato che nell anno 2013 in provincia di Sondrio: risultano iscritti nell elenco unico provinciale previsto dalla normativa n persone (fonte dati: sistema Sintesi); sono state registrate n. 170 nuove domande di iscrizione (di cui n. 5 provenienti da altre province), a fronte di n. 115 nel 2011; sono stati rilasciati n. 65 nulla osta di avviamento al lavoro, solo presso datori di lavoro privato, di cui n. 43 in regime di convenzione. Sul totale degli avviamenti n. 10 risultano inserimenti presso cooperative sociali di tipo b) nel corso dell anno sono state stipulate n. 35 convenzioni, ai sensi dell art 11, di cui n. 15 con datori di lavoro non soggetti/eccedenti agli obblighi di legge (tra cui le cooperative sociali di tipo b) e n. 0 con enti pubblici, per un totale di n. 51 impegni di assunzione sono pervenuti n. 411 prospetti informativi di cui n. 381 presentati dai datori di lavoro privati e n 30 presentati dai datori pubblici, per un totale n. 888 posti nella quota di riserva per disabili, con obblighi 17

18 di assunzione pressoché assolti, in quanto risultano solo n. 62 posti disponibili (al netto degli esoneri e compensazioni). Il Piano lavoro disabili si pone in continuità con il lavoro svolto in questi anni, e intende garantire e mettere a sistema, su tutto il territorio provinciale, una serie di iniziative e strumenti che ruotano intorno ai due principali attori dell inserimento lavorativo mirato: la persona disabile e il datore di lavoro, attraverso il coinvolgimento diretto della rete dei servizi pubblici e privati presenti sul territorio. Ciò affinché si sviluppi all interno della comunità la cultura dell inserimento lavorativo dei soggetti con disabilità e la coesione sociale ovvero la capacità delle diverse componenti soggettive e istituzionali di cercare compattezza e proposte unificanti, attraverso modelli di governance del territorio e di produzione di capitale sociale da parte delle aziende. A partire dalle linee regionali, e sulla base della rilevazione dei fabbisogni, intende realizzare i seguenti obiettivi: coinvolgere tutti i soggetti pubblici, privati e del privato sociale che operano sul territorio per dare il loro specifico contributo all inserimento lavorativo, consolidando, in una prospettiva di medio periodo, una rete integrata di attori a livello territoriale; creare le condizioni per la realizzazione di azioni condivise con i soggetti attuatori, in particolare in merito alla possibilità di avvalersi dei diversi soggetti della rete locale previsti dalle linee di indirizzo regionali (Cooperative sociali, Unità d offerta sociosanitaria e sociale, comuni, organizzazioni di volontariato ); valorizzare le buone prassi di ciascun organismo accreditato operante sul territorio in un ottica di integrazione pubblico/privato; valorizzare e sostenere l intervento delle cooperative sociali che operano a favore delle persone con disabilità; sostenere i datori di lavoro che favoriscono l inserimento lavorativo di persone con disabilità, anche valorizzando le esperienze dei datori di lavoro non soggetti all obbligo; ridurre la disoccupazione delle persone con disabilità attraverso l attivazione di diversi servizi/azioni a sostegno delle persone interessate ed a favore delle aziende e delle cooperative sociali che operano per l inserimento lavorativo, soprattutto con la messa a sistema dello strumento del tirocinio; favorire l inserimento e/o la conservazione del posto di lavoro o il loro reinserimento lavorativo; promuovere la diffusione della cultura a favore dell integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità. E evidente come anche il presente Piano d azione debba considerare nell attuazione delle misure previste le diverse tipologie, le caratteristiche e le modalità di attuazione degli interventi/servizi che il Piano Provinciale per l inserimento socio lavorativo delle persone disabili del 2014/2016 intende erogare. Ciò potrà essere consentito solo attraverso una stretta collaborazione tra i diversi soggetti firmatari del Patto territoriale per la conciliazione, con particolare riferimento alla Provincia, all ASL, alle associazioni del terzo settore ed alle associazioni datoriali. Sintesi domanda e bisogni L analisi della domanda tende ad individuare, nell ambito del contesto provinciale, i soggetti con maggiori esigenze di conciliazione e, sulla base delle analisi effettuate, ad evidenziare possibili aree di priorità/sperimentabilità degli interventi previsti tenendo conto sia delle progettualità già esistenti, sia delle richieste formulate L analisi di domanda e bisogni è stata articolata analiticamente a livello di ambiti territoriali dalle singole azioni progettuali, a cui si rimanda (capitolo 9 lettera b) ed ha evidenziato in linea generale la priorità di rispondere a bisogni di conciliazione famiglia lavoro legate a situazioni di bisogno dei soggetti fragili. La mobilità rappresenta indubbiamente una problematicità particolare del territorio della provincia, a livello generale. 18

19 Così come precisato a p.9, le caratteristiche morfologiche della provincia - territorio molto esteso, non facilmente percorribile data la sua natura montuosa, con pochi centri urbani ed una scarsa densità abitativa complessiva e la sua struttura economica molto frammentata - composta prevalentemente da attività commerciali legate al turismo e da piccole imprese artigiane e agricole comportano un fabbisogno di conciliazione particolare che deve, accanto alla necessaria offerta di servizi alle famiglie, offrire loro un sostegno al lavoro di cura in cui sono impegnate là dove vivono e lavorano; La possibilità di sgravare o alleviare la famiglia, ed in particolare la componente femminile, dalla necessità di assentarsi dal lavoro per il trasporto di familiari presso servizi e strutture, prevalentemente di natura sanitaria, rappresenta un fondamentale contributo alle politiche di conciliazione. Ciò in una In una situazione di crisi in cui la presenza femminile nel mercato del lavoro, già difficoltosa a causa del doppio lavoro di cura a cui le donne sono chiamate soprattutto se madri, è sempre più a rischio. Il sistema istituzionale in provincia di Sondrio, affiancato da numerosi soggetti non profit, continua pertanto a progettare e ad attivare una serie di risposte adeguate a fronteggiare le numerose situazioni di criticità sociale, sostenendo quindi le famiglie nei carichi di lavoro di cura che devono affrontare. Consistente l espansione delle organizzazioni di volontariato e della cooperazione sociale il cui ruolo è risultato particolarmente significativo a favore dei disabili, del personale immigrato e per taluni segmenti della popolazione, in particolare il segmento dei minori e quello della popolazione anziana; senza questo patrimonio di relazioni e competenze, che va dunque valorizzato e sostenuto, non si dà alcuna risposta adeguata ai bisogni delle famiglie. Certamente ci sono altri diversi ambiti dove sviluppare politiche e interventi di conciliazione, sui quali sarà necessario intervenire e sui quali alcune azioni progettuali iniziano ad investire, sia in termini di ampliamento dei servizi (Sondrio) che di coinvolgimento diretto ed attivo delle aziende (Morbegno) 19

20 3 MAPPATURA DEI SERVIZI IN TEMA DI CONCILIAZIONE La rilevazione è stata articolata effettuata a livello distrettuale con il contributo dei singoli uffici di Piano Ambito distrettuale di SONDRIO Mappatura dei servizi/ Obiettivi (fabbisogno) Diffusione progetti Servizi di conciliazione Servizi prima a supporto dei bambini- infanzia adolescenti a carico Doposcuola Servizi scolastici integrativi (tempo prolungato, trasporto alunni, refezione, ecc.) Centri ricreativi diurni estivi Sportello assistenti familiari a valenza provinciale Attività educative, di sostegno alla genitorialità e di animazione territoriale Piedibus/nonno vigile Attività ricreativa in periodi extrascolastici Servizi di conciliazione a supporto dei bambiniadolescenti a carico Servizi istituzionali aggiuntivi a supporto della conciliazione Servizi di conciliazione a supporto dei bambiniadolescenti a carico Servizio a supporto delle famiglie per incrocio domanda /offerta Servizi di conciliazione a supporto dei bambiniadolescenti a carico Servizi istituzionali aggiuntivi a supporto della conciliazione Servizi di conciliazione a supporto dei bambiniadolescenti a carico sporadica casi singoli Modalità di erogazione /fruizione Provider pubblico e privato Provider pubblico e privato /volontariat o Provider pubblico Provider pubblico Provider pubblico Provider pubblico e privato Provider pubblico e volontariato Provider pubblico e privato Grado di copertura Sostenibilità attività auto sostenuta scarso anno in corso attività auto sostenuta attività auto sostenuta scarsa scarsa scarsa anno in corso anno in corso attività auto sostenuta anno in corso Buoni sociali Trasporto sociale per anziani e disabili Voucher prima infanzia Servizi semiresidenziali per Supporto alle famiglie per la permanenza a domicilio dei soggetti fragili Servizi istituzionali aggiuntivi a supporto della conciliazione Sostegno economico alle famiglie per contenimento retta asilo nido Servizi a supporto di anziani-disabili a carico Provider pubblico Provider pubblico e volontariato Provider Pubblico Provider pubblico scarsa anno in corso anno in corso scarsa anno in corso attività auto sostenuta 20

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