PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

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1 PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO DUE MODI PER OTTENERE RISPOSTE a tre ordini di domande: QUANDO? Identificazione sequenze di sviluppo COME? Descrizione PERCHÉ? Spiegazione delle differenze 1. MODO SOGGETTIVO Intuizioni Esperienza personale (eventi della propria infanzia) Consiglio degli esperti

2 PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO DUE MODI PER OTTENERE RISPOSTE a tre ordini di domande 2. MODO OGGETTIVO metodo scientifico Descrizione del campione Valutazione basata su metodi validi e affidabili Descrizione della metodologia Uso dei gruppi di controllo Precauzioni contro influenze personali

3 Esperimento scientifico Un ricercatore vuole esaminare la distribuzione dei nomi e dei verbi nell input linguistico materno rivolto ai bambini in una precisa tappa dello sviluppo lessicale, al fine di verificare se il pattern qualitativo di tale input risulti coerente con la composizione del vocabolario produttivo infantile. 30 coppie madre-bambino sono state osservate in laboratorio durante una sessione di gioco libero della durata di 30 minuti, in corrispondenza di un ampiezza del vocabolario dei bambini di circa 200 parole. A partire dal materiale videoregistrato gli enunciati prodotti sia dalle madri che dai bambini sono stati trascritti e, successivamente, sono stati individuati tutti i nomi comuni e i verbi diversi prodotti da entrambi. I risultati mostrano che i bambini producono più nomi comuni che * verbi mentre il linguaggio che le madri rivolgono loro non sembra essere caratterizzato da una sostanziale presenza di nomi diversi piuttosto che di verbi.

4 Esperimento scientifico Un ricercatore si propone di verificare la possibilità che il neonato non solo sia in grado di discriminare e riconoscere i volti, ma anche di coglierne alcune somiglianze percettive. Conduce un esperimento utilizzando una versione modificata della tecnica dell'abituazione in cui, dopo una prima fase di familiarizzazione ad un volto schematico, veniva presentata una coppia di stimoli entrambi nuovi: in un caso le componenti interne del volto presentavano caratteristiche percettive simili a quelle del volto familiare, nell'altro le componenti interne erano del tutto nuove. Si ipotizzava che il neonato riconoscesse la somiglianza delle componenti e preferisse guardare il volto in cui le componenti interne erano del tutto nuove. Due diversi gruppi di neonati sono stati abituati ad un volto in cui le componenti interne erano costituite da tre blob neri di forme chiusa quadrangolare, rispettivamente quadrati (gruppo 1) e rombi (gruppo 2). Nella fase di violazione dell'aspettativa (fase test) è stato presentato un volto costituito da nuove componenti quadrangolari (rombi per il gruppo 1; quadrati per il gruppo 2) e un volto formato da nuove componenti a forma di croce (sia per il gruppo 1 che per il gruppo 2). I neonati hanno mostrato di preferire lo stimolo volto in cui le componenti erano del tutto nuove.

5 Esperimento scientifico Fase Familiarizzazione Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 1 Gruppo 2 Fase Test

6 ESPERIMENTO SCIENTIFICO Registrazione di osservazioni, di natura quantitativa o qualitativa, condotta in condizioni prestabilite, attraverso operazioni definite e registrabili, seguita dall esame dei dati per mezzo di appropriate regole matematiche e statistiche allo scopo di individuare delle relazioni significative La ricerca in psicologia riguarda le variabili e le relazioni intercorrenti tra le variabili

7 DISEGNI DI RICERCA per studiare il cambiamento STUDIO DELLE TRASFORMAZIONI, nel tempo, cui vanno incontro le capacità e i comportamenti degli individui possono aumentare o diminuire nella frequenza di comparsa o nella quantità (cambiamento quantitativo funzione continua legata all età) possono essere sostituiti da altri (cambiamenti qualitativi tappe o stadi discontinui)

8 DISEGNI DI RICERCA per studiare il cambiamento Individuazione delle LEGGI GENERALI che accomunano i percorsi di sviluppo degli individui norma evolutiva qual è l età in cui la capacità misurata è presente nella maggior parte dei bambini Studio delle DIFFERENZE INDIVIDUALI osservabili negli individui di pari età cronologica come i singoli bambini esprimono quella capacità

9 DISEGNI DI RICERCA per studiare il cambiamento DISEGNO TRASVERSALE gruppi di bambini di età diversa, il più possibile simili sotto ogni altro aspetto, vengono osservati nello stesso momento assunto: equivalenza assoluta dei soggetti Considera il comportamento di ciascun gruppo come rappresentativo di quello di TUTTI i bambini di quella particolare età Il percorso evolutivo del comportamento esaminato viene individuato tramite il confronto fra le diverse prestazioni di soggetti di età cronologica differente

10 DISEGNI DI RICERCA per studiare il cambiamento DISEGNO TRASVERSALE -VANTAGGI- poco costoso, veloce nell esecuzione, facile da replicare DISEGNO TRASVERSALE -LIMITI- è difficile creare gruppi equivalenti di soggetti non dà informazioni sui percorsi individuali di sviluppo ma solo sulle funzioni medie di cambiamento possibile effetto generazionale o effetto coorte non controllabile

11 DISEGNI DI RICERCA per studiare il cambiamento DISEGNO LONGITUDINALE consiste nell osservazione ripetuta di un fenomeno (nel tempo) al fine di evidenziarne gli aspetti costanti e/o i cambiamenti assunto: il passaggio del tempo produce un cambiamento che è l oggetto specifico di interesse

12 DISEGNI DI RICERCA per studiare il cambiamento DISEGNO LONGITUDINALE Il cambiamento viene analizzato confrontando il comportamento di uno stesso gruppo di soggetti osservati a più riprese (almeno 2 volte) in un certo arco di tempo La distanza temporale che deve intercorrere tra le diverse osservazioni (e il n di osservazioni) dipende dalla natura del fenomeno investigato e dall età dei soggetti

13 DISEGNI DI RICERCA per studiare il cambiamento DISEGNO LONGITUDINALE -VANTAGGI- consente di studiare pattern di sviluppo comuni e individuali (in termini di varietà di percorsi e di velocità del cambiamento) consente di rispondere a quesiti sulla stabilità nel tempo di certe caratteristiche individuali consente l identificazione di antecedenti o precursori di altri comportamenti più evoluti consente l identificazione dei fattori di rischio per lo sviluppo

14 DISEGNI DI RICERCA per studiare il cambiamento DISEGNO LONGITUDINALE -LIMITI- dispendioso in termini di investimenti ed energie problemi di rappresentatività del campione osservato (auto-selezione; perdita selettiva) possibile effetto della pratica (apprendimento) possibile confusione tra i cambiamenti legati all età e quelli storico-culturali

15 DISEGNI DI RICERCA per studiare il cambiamento DISEGNO RETROSPETTIVO consiste nel risalire indietro nel tempo per raccogliere informazioni su ciò che ha preceduto una condizione presente i dati possono essere incompleti o soggetti a distorsioni utilizzato, in passato, dalla tradizione psicoanalitica (Freud) ha largo impiego nella ricerca in psicopatologia

16 DISEGNI DI RICERCA per studiare relazioni tra variabili DISEGNO SPERIMENTALE volto ad investigare i rapporti di causa-effetto tra due o più variabili lo sperimentatore interviene attivamente, non si limita a osservare un fenomeno presente nell ambiente naturale ma lo modifica o lo produce intenzionalmente

17 DISEGNI DI RICERCA per studiare relazioni tra variabili DISEGNO SPERIMENTALE variabile: aspetti dell ambiente o del comportamento di cui si intendono studiare le relazioni v. indipendente (manipolabile) causa o fattore supposta v. dipendente effetto

18 DISEGNI DI RICERCA per studiare relazioni tra variabili DISEGNO SPERIMENTALE affinché la manipolazione della v. indipendente possa essere considerata la causa del cambiamento osservato nella variabile dipendente è necessario stabilire una condizione di controllo 2 gruppi a cui i soggetti vengono assegnati casualmente sperimentale viene sottoposto alla manipolazione della v. indipendente di controllo non riceve alcun trattamento, oppure riceve un trattamento diverso

19 DISEGNI DI RICERCA per studiare relazioni tra variabili DISEGNO SPERIMENTALE Vantaggi Capacità di stabilire relazioni di causa-effetto tra variabile indipendente e variabile dipendente Facilità di essere replicato per ottenere ulteriori conferme o disconferme delle ipotesi iniziali Svantaggi I soggetti, osservati in condizioni controllate e artificiali, potrebbero comportarsi diversamente nella vita reale

20 DISEGNI DI RICERCA per studiare relazioni tra variabili DISEGNO QUASI-SPERIMENTALE manipolazione della variabile indipendente NO assegnazione casuale dei soggetti ai gruppi (es. ricerca in ambito educativo) DISEGNO PRE-SPERIMENTALE variabile indipendente NON manipolabile NO assegnazione casuale dei soggetti ai gruppi (es. bambini inseriti al nido vs. bambini allevati in famiglia sviluppo linguistico) NON CONSENTONO DI RICAVARE CONCLUSIONI CERTE SUI RAPPORTI DI CAUSA-EFFETTO

21 DISEGNI DI RICERCA per studiare relazioni tra variabili DISEGNO CORRELAZIONALE NO gruppo sperimentale vs. gruppo di controllo Descrive il rapporto tra 2 variabili Non consente di ricavare conclusioni circa la relazione causa-effetto tra le variabili GRADO DI ASSOCIAZIONE TRA: 1 VARIABILE 2 VARIABILE

22 VALIDITÀ INTERNA DI UNA RICERCA Riguarda la correttezza con cui una ricerca identifica la relazione tra le variabili prese in esame Le differenze rilevate nella variabile dipendente sono realmente dovute alla manipolazione della variabile indipendente? MINACCE fattori non controllati quali possibili fonti di variazioni gruppi non equivalenti strumenti utilizzati reattività dei soggetti ambiente

23 VALIDITÀ ESTERNA DI UNA RICERCA Riguarda la possibilità di generalizzare i risultati al di fuori dell ambito ristretto in cui sono stati ottenuti È necessario che: i campioni siano rappresentativi della popolazione che ci interessa che le condizioni in cui è stata effettuata la ricerca rassomiglino a quelle a cui si vogliono generalizzare i risultati la scienza del comportamento inusuale dei bambini posti in situazioni insolite con adulti sconosciuti per il più breve tempo possibile (Bronfenbrenner, 1979)

24 VALIDITÀ ESTERNA DI UNA RICERCA Spesso le condizioni presenti nel laboratorio NON sono le stesse che caratterizzano il contesto naturale possiamo sapere se X può causare Y, ma non sappiamo se X causa effettivamente Y OPERAZIONI CONVERGENTI uso coordinato di più disegni di ricerca

25 TECNICHE DI RILEVAZIONE TRE MODALITÀ PRINCIPALI 1. Utilizzo di domande da rivolgere ai soggetti (aspetti soggettivi dell esperienza) 2. Ricorso a particolari prove cui sottoporre i soggetti (valutazione oggettiva del soggetto) 3. Osservazione diretta del comportamento dei soggetti (rilevazione dei dati affidata alle abilità cognitive e percettive di chi osserva)

26 TECNICHE DI RILEVAZIONE COLLOQUIO, INTERVISTA, QUESTIONARIO Interesse rivolto a idee e a modi di pensare piuttosto che al comportamento manifesto l osservazione diventa insufficiente è necessario rilevare risposte a domande dirette

27 TECNICHE DI RILEVAZIONE COLLOQUIO, INTERVISTA, QUESTIONARIO Possono essere utilizzati per interrogare sia i bambini (informazioni dirette) sia gli adulti con cui i bambini sono a stretto contatto (informazioni indirette) Se sono indirizzati a bambini: buona capacità di produzione e di comprensione del linguaggio (scritto e orale) livello cognitivo adeguato alla effettiva comprensione delle domande resistenza a comunicare i propri sentimenti, atteggiamenti e opinioni

28 TECNICHE DI RILEVAZIONE COLLOQUIO, INTERVISTA, QUESTIONARIO Se sono indirizzati agli adulti: possono conformarsi alle aspettative del ricercatore possono nascondere un reale atteggiamento e fornire risposte socialmente accettabili (desiderabilità sociale) quando forniscono informazioni sul bambino incorrono in errori sistematici

29 TECNICHE DI RILEVAZIONE INTERVISTA O COLLOQUIO (domande orali su un particolare tema) INTERVISTA: finalizzata alla raccolta di informazioni a vantaggio del ricercatore; di solito segue uno schema piuttosto rigido COLLOQUIO: conversazione centrata sul soggetto; flessibile; i dati rilevati sono guidati dal soggetto

30 TECNICHE DI RILEVAZIONE QUESTIONARIO Serie di domande standardizzate (proposte nello stesso ordine e con gli stessi termini); serie di risposte generalmente prefissate (V/F; diverse opzioni di frequenza; grado di accordo riferito alle affermazioni proposte) STRUTTURA forma chiusa (strutturato) - comparabilità dei risultati - informazioni poco approfondite forma aperta (non strutturato) - ricchi di informazioni - informazioni potenzialmente irrilevanti - difficoltà di codifica

31 TECNICHE DI RILEVAZIONE OSSERVAZIONE SISTEMATICA diversa da OCCASIONALE ha obiettivi precisi (definizione di ipotesi, esplicitazione dei quesiti a cui si vuole dare risposta) è pianificata (che cosa, come e per quanto tempo osservare)

32 TECNICHE DI RILEVAZIONE OSSERVAZIONE SISTEMATICA può essere condotta in diversi modi che variano per il tipo di ambiente in cui osservare e per il grado di intervento sull ambiente e/o sul comportamento osservato

33 TECNICHE DI RILEVAZIONE TIPO DI AMBIENTE naturale artificiale assente GRADO DI INTERVENTO presente Studio sul campo non strutturato Studio sul campo strutturato Studio in laboratorio non strutturato Studio in laboratorio strutturato

34 TECNICHE DI RILEVAZIONE DISTINZIONE TRA NATURALISTICA evita interferenze dell osservatore evita interpretazioni CONTROLLATA si interviene con stimoli può essere condotta in laboratorio

35 TECNICHE DI RILEVAZIONE Fasi dell osservazione 1. SELEZIONE DEL FENOMENO DA OSSERVARE 2. REGISTRAZIONE DEL FENOMENO INDIVIDUATO 3. CODIFICA DEI DATI REGISTRATI In tutte e tre le fasi sono individuabili delle fonti di errore che è necessario conoscere e controllare per evitare distorsioni sistematiche nella raccolta e analisi dei dati osservati

36 TECNICHE DI RILEVAZIONE Fonti di errore nella 1 fase dell osservazione SOGGETTI Fonte di errore Reattività Innaturalità Controllo Familiarizzazione Tecniche non invasive Mascherare la presenza dell osservatore

37 TECNICHE DI RILEVAZIONE Fonti di errore nella 2 fase dell osservazione OSSERVATORI Fonte di errore Condizioni psicofisiche Capacità personali Sapere di essere valutati per l attendibilità dell osservazione Controllo Utilizzo di osservatori indipendenti Utilizzo di buoni osservatori Controlli casuali dell attendibilità

38 TECNICHE DI RILEVAZIONE Fonti di errore nella 3 fase dell osservazione RICERCATORI Fonte di errore Aspettative e commenti Uso di schemi di codifica complessi Controllo Evitare commenti ed interpretazioni Definizioni operative chiare delle categorie di codifica Addestrare i codificatori

39 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMI SPERIMENTALI PER LO STUDIO DEI NEONATI Difficoltà variabilità degli stati neurocomportamentali (tanto maggiore quanto più piccolo è il bambino) ridotto repertorio comportamentale le uniche risposte registrabili sono quelle emesse spontaneamente

40 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMI SPERIMENTALI PER LO STUDIO DEI NEONATI Ideazione di paradigmi basati su compiti sufficientemente interessanti da attirare l attenzione del bambino e, al tempo stesso, sufficientemente controllati da permettere di trarre conclusioni circa le capacità e i processi sottostanti sfruttamento intelligente di ciò che i bambini piccoli sanno fare

41 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMI SPERIMENTALI PER LO STUDIO DEI NEONATI La risposta comportamentale più utilizzata è la fissazione visiva durata e direzione sono le variabili dipendenti paradigma della abituazione/ familiarizzazione visiva paradigma della preferenza visiva

42 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMI SPERIMENTALI PER LO STUDIO DEI NEONATI

43 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMA DELLA PREFERENZA VISIVA presentazione simultanea di due stimoli, uno a dx e uno a sx di un punto centrale di fissazione registrazione della direzione dello sguardo del bambino e del tempo per il quale egli fissa ciascuno stimolo n di orientamenti visivi che il bambino compie su ciascuno stimolo (indice orientamento attenzione) durata di ogni singola fissazione sugli stimoli (indice mantenimento attenzione)

44 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMA DELLA PREFERENZA VISIVA

45 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMA DELLA PREFERENZA VISIVA ASSUNTO Se il bambino fissa per più tempo uno stimolo rispetto all altro, è possibile inferire che egli ha codificato l informazione contenuta in entrambi gli stimoli, li ha discriminati e ne ha preferito spontaneamente uno

46 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMA DELLA PREFERENZA VISIVA LIMITE Produce risultati interpretabili solo se positivi INFATTI la mancanza di preferenza per uno dei due stimoli cosa ci dice? non necessariamente che il bambino non riesce a discriminare fra i due stimoli, visto che potrebbe trovarli ugualmente interessanti o ugualmente noiosi

47 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMA DELL ABITUAZIONE VISIVA Si basa sullo sfruttamento della tendenza spontanea del bambino a preferire la novità, ossia a fissare più a lungo uno stimolo che contiene proprietà nuove rispetto a uno stimolo interamente familiare Consiste nella misurazione del decremento nella durata del tempo di fissazione visiva in conseguenza della ripetuta presentazione di uno stesso stimolo

48 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMA DELL ABITUAZIONE VISIVA Si compone di due diverse fasi: 1) Fase di abituazione: lo stesso stimolo viene ripetutamente presentato al bambino 2) Fase di violazione dell aspettativa: lo stimolo familiare viene ripresentato al bambino insieme a uno stimolo nuovo, diverso da quello familiare per una o più caratteristiche

49 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMA DELL ABITUAZIONE VISIVA

50 TECNICHE DI RILEVAZIONE PARADIGMA DELL ABITUAZIONE VISIVA ASSUNTO Modello comparativo il decrescere nei tempi di fissazione è la conseguenza della costruzione, da parte del bambino, di una rappresentazione mentale (o di una traccia mnestica) dello stimolo ripetutamente presentato, che viene continuamente arricchita fino a divenire sovrapponibile allo stimolo stesso L ampiezza della risposta attentiva decresce in funzione del crescente grado di somiglianza tra rappresentazione e stimolo esterno

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