Integrazione tra scuola, formazione professionale, lavoro. Il nuovo Fondo Sociale Europeo della Regione Piemonte
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- Amando Parisi
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1 Integrazione tra scuola, formazione professionale, lavoro. Il nuovo Fondo Sociale Europeo della Regione Piemonte Generalità del Fondo Sociale Europeo Il Fondo Sociale Europeo è lo strumento finanziario con cui l Unione Europea interviene per proteggere e promuovere l occupazione e combattere la disoccupazione, la discriminazione e l esclusione sociale. La sua missione generale è la qualificazione delle risorse umane nell intero territorio dell Unione. L utilizzo dei fondi è determinato da documenti di programmazione, negoziati dalle autorità nazionali e regionali con la Commissione Europea: i Quadri Comunitari di Sostegno (QCS) e i Programmi Operativi. Il Quadro Comunitario ha una dimensione sovraregionale e fornisce la cornice generale di impiego delle risorse; per l Italia, sono previsti due distinti documenti, elaborati dal Governo in accordo con le Regioni: uno per il Centro Nord e uno per il Mezzogiorno e le Isole. I Programmi Operativi costituiscono la declinazione e l adattamento del QCS al contesto cui si applicano. Entrano maggiormente nel dettaglio su come e dove i fondi saranno spesi, i risultati previsti, le modalità di monitoraggio e valutazione. La gestione del FSE in Italia è ampiamente delegata alle Regioni: nel Centro Nord, esse sono titolari in forma diretta del 95% delle risorse. Ogni Regione si dota, pertanto, di un proprio programma operativo. Infine, il regolamento del FSE prevede che per ogni programma operativo venga elaborato un Complemento di programmazione, che fornisce ulteriori dettagli sul come, dove e per quale scopo i fondi saranno spesi. I QCS e i Programmi Operativi devono essere approvati dalla Commissione, quale condizione per l erogazione dei contributi; il Complemento va notificato ma non è richiesta la sua formale accettazione. Ciò consente una certa flessibilità nell uso delle risorse: il Complemento può essere modificato dalla Regione, con una procedura relativamente semplice. La programmazione comunitaria si applica per un periodo di tempo lungo: sette anni, dal 2000 al Cambiamenti rilevanti possono prodursi nel frattempo nel mercato del lavoro. Si pensi, ad esempio, alla riduzione significativa della disoccupazione in Piemonte dell ultimo biennio.
2 E opportuno, pertanto, che si possa adattare l utilizzo delle risorse, pur all interno del Programma operativo, focalizzandole sui problemi emergenti. Gli indirizzi per le politiche del lavoro La stesura dei documenti è guidata dagli indirizzi generali che l Unione Europea e i singoli Stati adottano per lo sviluppo dell occupazione e delle risorse umane. Nel 1997, in occasione del vertice europeo sul lavoro tenutosi in Lussemburgo, sono state concordate le linee guida e le procedure in materia. L insieme di tali decisioni è definito dagli addetti ai lavori processo di Lussemburgo. Le linee guida per l impiego 1 sono raggruppate in quattro temi ( pilastri ): - l occupabilità: aiutare sia chi cerca lavoro che gli occupati a sviluppare le giuste competenze; - l imprenditorialità: facilitare l avvio e la conduzione di un impresa e l assunzione di personale; - l adattabilità: adeguare le competenze e i modi di lavorare ad un mondo in rapido cambiamento; - le pari opportunità: assicurare eguale accesso all impiego tra uomini e donne, aiutare l equilibrio tra vita lavorativa e familiare. Annualmente, gli Stati delineano le loro strategie di applicazione delle linee guida, indicando priorità ed obiettivi per l anno successivo, in un documento chiamato Piano di azione nazionale per l occupazione (di solito siglato NAP, National Action Planning). Il campo di applicazione del NAP è più ampio del FSE, riguardando l insieme delle politiche e degli strumenti messi in atto dal Governo per lo sviluppo dell occupazione; i suoi contenuti costituiscono dei riferimenti per la programmazione del FSE. La scelta fondamentale effettuata nel 1999 e ribadita nel 2000 è l introduzione della distinzione tra azioni preventive e curative. Viene definita preventiva un azione di politica attiva del lavoro messa in atto entro sei mesi dall inizio della ricerca dell impiego, se il soggetto ha un età inferiore a 26 anni; entro 12 mesi se l età è superiore. 1 Informazioni puntuali (in inglese, francese e tedesco) sono reperibili al sito della Direzione Generale Impiego e Affari Sociali di Bruxelles: In italiano, si possono consultare i siti del Ministero del Lavoro: del Ministero del Tesoro: nella sezione documentazione del Dipartimento delle Politiche per lo Sviluppo e la Coesione, e il sito:
3 Nelle azioni di politica attiva rientrano i colloqui di preselezione effettuati dai Centri per l impiego, l orientamento, l avvio diretto al lavoro, i corsi di formazione professionale, i tirocini, le prove lavoro, i bilanci di competenze e più in generale quanto, rivolto alle persone, sia finalizzato a favorirne l impiego o l occupabilità. L organizzazione dei servizi per il lavoro deve essere tale da assicurare, in un arco ragionevole (indicativamente entro il 2003), l erogazione di azioni preventive a tutti i soggetti che, attivamente alla ricerca di impiego, ne abbiano il diritto. L obiettivo è quello di ridurre i tempi di permanenza nella condizione di disoccupazione, per contenere fenomeni quali il lavoro irregolare o l emergere di demotivazione e passività nelle persone, che inducono la richiesta di interventi assistenziali quali sussidi e lavori socialmente utili. Nel nostro Paese i nuovi indirizzi per il lavoro coincidono temporalmente con il decentramento amministrativo dallo Stato centrale alle Regioni e agli Enti Locali. Le Regioni hanno ricevuto dal Ministero del Lavoro le competenze relative all organizzazione dei servizi; alle Province è stata affidata la gestione degli uffici e ad esse è stato trasferito il personale del collocamento. La contemporaneità dell assegnazione di nuove funzioni e di riorganizzazione e decentramento rende particolarmente complessa l azione di governo del sistema. Gli indirizzi per le politiche formative I riferimenti e gli indirizzi delle politiche formative sono rintracciabili nel Piano nazionale per lo sviluppo dell istruzione, formazione, ricerca e trasferimento tecnologico (Masterplan, 1999) e, più ancora, sono determinati nei numerosi provvedimenti legislativi recentemente adottati, spesso in attuazione di intese tra Governo e parti sociali. In questo campo, la novità di maggior rilievo è costituita dall innalzamento dell obbligo scolastico a 15 anni e dall introduzione dell obbligo formativo tra i 15 e i 18 anni, assolvibile nella scuola, nella formazione professionale e nell apprendistato. Le azioni preventive di politica del lavoro devono pertanto collegarsi alle azioni volte ad assicurare il rispetto dell obbligo formativo. I servizi per l impiego, il sistema scolastico e di formazione professionale sono chiamati a dialogare e cooperare per offrire ai giovani renitenti alla scolarizzazione (considerando gli abbandoni, e con una stima grossolana, circa il 20%) opportunità che evitino la loro esclusione da percorsi di professionalizzazione.
4 Tale cooperazione è sollecitata in altri due ambiti: l istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e l educazione degli adulti (EDA). L IFTS prevede l attivazione di corsi biennali rivolti ai diplomati da realizzarsi in forma congiunta tra scuole, università, agenzie di formazione professionale, imprese. L iniziativa è stata avviata in forma sperimentale due anni fa e ne è in corso la valutazione. La riduzione, a partire da quest anno, a tre anni della durata della maggior parte dei corsi di laurea e l esistenza in Piemonte di una vivace offerta di corsi annuali di formazione professionale rendono incerta la definizione del potenziale bacino di utenza degli IFTS e, di conseguenza, il dimensionamento dell offerta di corsi. Per gli adulti, il sistema scolastico sta estendendo la presenza territoriale dei Centri territoriali per l educazione permanente. Il loro ambito di azione si estende, oltre ai corsi per conseguire la licenza elementare, media ed il diploma superiore, all organizzazione di una nuova offerta di percorsi modulari, anche attraverso progetti integrati di istruzione e formazione, per l acquisizione delle competenze richieste dalla società dell informazione. Obbligo formativo, istruzione formazione tecnica superiore, educazione degli adulti costituiscono il sistema formativo integrato, caratterizzato dalla integrazione tra istruzione, formazione professionale e lavoro. Il collante della cooperazione è individuato nel riconoscimento di crediti riferiti a standard condivisi, utili a favorire il passaggio delle persone tra le sue diverse componenti, per ampliare, agevolare e rendere più flessibili i percorsi di acquisizione dei titoli di studio e delle qualificazioni professionali. La costruzione degli standard e la definizione delle modalità di certificazione e riconoscimento dei crediti tra scuola, università, formazione professionale, in raccordo con i fabbisogni di competenze professionali espressi dalle imprese, è oggi nella fase embrionale. Non è chiaro, nei prossimi anni, se esso si svilupperà in una cornice nazionale o se il decentramento regionale, l autonomia scolastica ed universitaria spingeranno verso sottosistemi locali non comunicanti tra di loro. Le scelte della Regione Piemonte La programmazione regionale si esercita, dunque, all interno di un quadro di regole ed indirizzi comunitari e nazionali che determinano vincoli alla libertà di decisione.
5 A quelli su ricordati, si aggiunge, per le azioni destinate alle imprese, il rispetto delle regole europee sulla concorrenza. I contributi sono considerati aiuti di stato che, essendo forzatamente limitati ad una parte delle aziende, possono alterare il mercato. In sostanza, le imprese che ad esempio ricevono aiuti per la formazione del proprio personale si potrebbero trovare avvantaggiate rispetto alle imprese concorrenti che non ne beneficiano. Esiste al riguardo una complessa normativa cui anche il Fondo Sociale Europeo deve sottostare. Sono dati di fatto per gli addetti ai lavori, non ancora pienamente compresi al di fuori di questa cerchia ristretta. La Regione non può determinare a suo piacimento la destinazione della spesa, le tipologie di costi ammissibili al contributo, l intensità degli aiuti alle imprese, le categorie di destinatari. La lettura dei documenti di programmazione, ancorché non avvincente, è di grande utilità per chi, a diverso titolo, è interessato all utilizzo dei fondi, per la comprensione del contesto di regole e degli obiettivi che le autorità titolari delle risorse intendono conseguire. Le limitazioni alla libertà trovano il loro corrispettivo nell entità dei contributi: nei sette anni del programma, affluiranno circa 865 miliardi del FSE, cui se ne aggiungono 845 dello Stato Italiano a titolo di cofinanziamento, a fronte di 211 a carico della Regione. In media, il Programma Operativo del Piemonte dispone di 274 miliardi di lire l'anno. Le idee forza che emergono dall analisi dei documenti sono riconducibili a quattro filoni: la creazione di servizi per l impiego moderni e di livello europeo; l estensione e il consolidamento del sistema formativo integrato (scuola e formazione professionale) e la collaborazione tra esso e i servizi per l impiego; lo sviluppo della società dell informazione; un approccio innovativo alle tematiche di genere e alle pari opportunità. I nuovi servizi per l impiego Costituiscono il centro delle politiche rivolte alle persone in cerca di lavoro, punto di avvio delle diverse azioni che si intende mettere in atto. Ai centri per l impiego potranno rivolgersi sia i giovani in uscita dalla formazione che gli adulti disoccupati, valorizzando l approccio preventivo descritto in precedenza. Le persone potranno essere avviate, dopo un colloquio filtro, a diversi servizi specialistici collegati al centro: di preselezione, di orientamento, counseling e bilancio di competenze, di formazione professionale, di collocamento in azienda, di supporto alla creazione di impresa, di assistenza e collocamento mirato per gli svantaggiati.
6 L idea, ambiziosa, è di personalizzare il servizio in base alle caratteristiche delle persone, per aiutarle a rimuovere i fattori di esclusione dal lavoro, primo fra tutti la mancanza di competenze professionali spendibili. In questo processo, vengono coinvolti, in un accezione ampia di servizio per l impiego, soggetti istituzionali e privati diversi, ad ognuno dei quali viene chiesto di cambiare un po la logica organizzativa e di viversi come un elemento di una rete cui apportare il proprio specifico ambito operativo. A supporto di questa architettura, investimenti significativi sono previsti nello sviluppo del sistema informativo (SIL), inserito nel più generale sistema informativo regionale (SIR). Il sistema è condiviso dalla Regione e dalle Province e collegherà Centri per l impiego, l Agenzia Piemonte Lavoro, i diversi servizi specialistici, le scuole e la formazione professionale. Sarà il supporto tecnico, alimentato dai diversi soggetti che interagiscono con il centro per l impiego, per seguire le persone nei diversi passaggi tra formazione, occupazione, disoccupazione. L estensione del sistema formativo integrato Forme di cooperazione tra scuola, formazione professionale, università esistono ormai da alcuni anni in Piemonte; in qualche caso, le sperimentazioni locali hanno avuto una funzione di apripista a livello nazionale. Il POR raccoglie queste esperienze, cercando di consolidarle ed estenderle. Le scuole sono chiamate a segnalare con tempestività ai centri per l impiego gli abbandoni prima del completamento dell obbligo formativo (18 anni), per la messa in atto delle azioni preventive su delineate. I progetti integrati (sviluppati in forma congiunta da scuole ed agenzie di formazione professionale) potranno essere proposti esclusivamente da associazioni temporanee di scopo (ATS) costituite dai diversi soggetti che cooperano nella realizzazione delle azioni. L obiettivo è di far nascere aggregazioni non episodiche tra singoli istituti scolastici e centri di formazione professionale, aperti ad altre realtà, per consolidare i rapporti e sviluppare progettualità condivise. Le difficoltà sono note: tra scuola e F.P. sono diversi i linguaggi e le logiche organizzative; l ingresso della scuola tra i beneficiari del FSE è stata considerata un invasione di un territorio prima riservato da parte delle agenzie di formazione. La forma
7 ATS risponde quindi anche, in qualche misura, al tentativo di raggiungere una mediazione in termini di mercato. L insieme ha senso se l unione delle due componenti migliora la qualità della formazione, rendendola più moderna e vicina alle competenze, professionali e di cittadinanza, richieste per un proficuo inserimento nella società. La tabella che segue riprende le classificazioni del Complemento di programmazione e sintetizza gli ambiti di cooperazione tra sistema scolastico e sistema di formazione professionale:
8 MISURA LINEA DI INTERVENTO AZIONI A2 Inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro di giovani ed adulti nella logica dell approccio preventivo A3 Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di uomini e donne fuori dal mercato del lavoro da più di sei (fino a 25 anni) e 12 (oltre i 25 anni) mesi B1 Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati C1 Adeguamento del sistema della formazione professionale e dell istruzione C2 Prevenzione della dispersione scolastica e formativa 1) Azioni formative ed attività Formazione degli apprendisti di formazione che prevedono in obbligo formativo; l integrazione di Formazione post diploma orientamento, formazione e work experiences 1) Azioni formative ed attività Formazione degli apprendisti di formazione che prevedono sia in obbligo formativo che l integrazione di successivamente orientamento, formazione e work experiences 1) Azioni integrate di formazione, orientamento e work experiences 1) Formazione operatori 3) Qualità del sistema formativo 4) Sistemi informativi per la didattica 1) Progetti integrati di orientamento e counseling Formazione in alternanza per giovani a rischio, tossicoalcool dipendenti, giovani extracomunitari. (ATS con scuole in cui sia istituito un Centro Territoriale Permanente) Aggiornamento degli insegnanti Definizione di standard formativi e sperimentazione del riconoscimento di crediti di formazione tra i sistemi Dotazioni hardware e software alle scuole per il loro inserimento nella rete regionale Accoglienza, orientamento, formazione alle competenze di base nell ultimo anno
9 C3 Formazione superiore 1) Progetti integrati tra scuola, università, agenzie ed imprese C4 Formazione 1) Formazione permanente permanente 2) Formazione permanente ad integrazione delle competenze di base 3) Percorsi integrati per il rientro formativo dell obbligo scolastico Istruzione Formazione Tecnico Superiore (IFTS) e Formazione Integrata Superiore (FIS) Formazione rivolta ai cittadini per: l alfabetizzazione informatica e linguistica; la conoscenza degli strumenti della società dell informazione; le competenze di carattere trasversale. (ATS con Centri Territoriali Permanenti) Formazione per giovani e adulti a bassa scolarità (integrazione 150 ore). (ATS con Centri Territoriali Permanenti) Formazione per l acquisizione di una qualifica professionale contestuale al rientro di ultradiciottenni nella scuola superiore Le diverse azioni troveranno attuazione attraverso direttive e bandi, costruiti sulla base del complemento di programmazione. Le rigide regole dell Unione impongono procedure di evidenza pubblica (gare competitive) per l assegnazione dei contributi ai beneficiari. Ad essi devono quindi rifarsi le scuole e le agenzie che intendono avvalersi delle risorse del FSE.
10 Lo sviluppo della società dell informazione Il sistema di formazione professionale piemontese realizza ormai da molti anni corsi per le professioni dell informatica (soprattutto nell ambito dei software gestionali, molto meno nei nuovi mestieri della multimedialità, del Web, della realtà virtuale). Il numero di corsi è peraltro insufficiente a soddisfare i fabbisogni delle imprese, visto il rapido sviluppo della new economy nella nostra regione. Il POR unisce a questo approccio tradizionale l obiettivo di una alfabetizzazione la più ampia possibile all utilizzo degli strumenti della società dell informazione. In tutti i corsi, per qualunque profilo professionale, è prevista l introduzione di moduli sull uso del personal computer e sull accesso ad Internet, considerati come saperi necessari alla cittadinanza e per agevolare la formazione continua e permanente. Inoltre, viene incentivato l acquisto di PC per l uso domestico da parte degli allievi dei corsi di formazione professionale. Il disegno si completa con il riconoscimento della formazione a distanza tra le modalità didattiche ammesse ai finanziamenti, nelle aree della formazione aziendale, permanente e superiore. L approccio alle politiche di genere e alle pari opportunità Con la nuova programmazione, le pari opportunità escono dal ghetto dei corsi riservati alle donne in favore di un approccio teso a rimuovere i fattori di esclusione e a valorizzare le differenze di genere (non solo femminili), nel loro potenziale di sviluppo economico e di competitività per le imprese. Così come per la società dell informazione, è incentivata l introduzione in tutti i corsi di formazione di moduli dedicati al tema delle pari opportunità e della differenza di genere. Eliminati i corsi ad esclusiva presenza femminile, si punta allo sviluppo dei servizi alle persone, sia formando gli operatori del settore sia con il rimborso delle spese sostenute per l assistenza ai figli, ai genitori anziani, ai familiari handicappati, per consentire la partecipazione ad azioni di politica attiva del lavoro (ad esempio, per permettere ad una persona disoccupata con figli piccoli la frequenza ad un corso di formazione). Sono previsti aiuti alle imprese che introducono il telelavoro, il part time e, più in generale, regimi di orari particolari, per i dipendenti gravati da vincoli familiari in particolari momenti della vita, per evitarne la marginalizzazione o la perdita del lavoro.
11 Nella formazione aziendale, è accordata una priorità ai progetti che prevedono la partecipazione di uomini e donne in misura proporzionale alla loro presenza nell organico dell impresa. Si prevedono, inoltre, azioni informative e di divulgazione sulle carriere delle donne, per contrastare gli stereotipi legati alla divisione sessuale del lavoro.
12 I documenti di programmazione della Regione Piemonte: programma operativo e complemento di programmazione 2. Il programma operativo è stato approvato dalla Commissione Europea il 21 settembre I primi due capitoli del documento sono dedicati all analisi del contesto (mercato del lavoro, disparità di genere, struttura delle imprese, livelli di istruzione e formazione, disagio sociale) ed ai risultati del precedente periodo di programmazione ( ). Il terzo capitolo indica la strategia per lo sviluppo delle risorse umane e l adeguamento e l ammodernamento dei sistemi di istruzione, formazione, occupazione. E la parte di maggior rilievo, in cui sono descritti gli obiettivi (articolati in globali, specifici, operativi) e le strategie da adottare per il loro conseguimento. Ad ogni obiettivo globale corrisponde una misura, con la relativa dotazione finanziaria; vengono fornite per le diverse misure liste esemplificative di azioni che potranno essere messe in atto. Il capitolo quarto definisce il piano indicativo di finanziamento; il quinto illustra l impatto atteso del programma; il sesto detta le disposizioni di attuazione; il settimo (ed ultimo) delinea il sistema degli indicatori per la valutazione del programma. Lo schema seguente ne illustra la struttura generale: 2 Il POR ed il Complemento sono disponibili nel sito della Regione Piemonte
13 Risorse per asse ASSI Obiettivi globali Risorse per misura MISURE LINEE INTERVENTO Obiettivi specifici Obiettivi operativi Indicatori RISULTATI ATTESI Il Complemento di programmazione della Regione Piemonte è stato approvato dal Comitato di sorveglianza nella seduta del 6-7 dicembre Riprende gli assi e le misure e per ognuna di esse definisce: l autorità di gestione (l amministrazione pubblica responsabile nei confronti della Commissione Europea); l amministrazione responsabile, qualora la Regione affidi ad altri (ad esempio, le Province) il compito di porre in atto le azioni; i soggetti attuatori, detti anche beneficiari finali: chi realizza le azioni (agenzie formative, scuole, imprese..); i destinatari delle azioni: giovani alla ricerca di impiego, adulti disoccupati, occupati, handicappati ; le finalità, corrispondenti agli obiettivi operativi del POR; le azioni, organizzate in linee di intervento, e il loro contenuto tecnico; ad es. formazione, counseling, orientamento, stage); il piano finanziario annuale;
14 la valutazione ex ante, di coerenza interna ed esterna della misura con il POR e il piano nazionale per l occupazione; l incidenza sull ambiente, le pari opportunità, lo sviluppo locale, la società dell informazione; gli indicatori per la sorveglianza sul programma: di realizzazione fisica e di risultato, di impatto, di attuazione procedurale. In buona sostanza, il complemento costituisce la guida per la gestione dei fondi e la valutazione dei risultati. Le direttive e i bandi per l assegnazione dei finanziamenti ne rispettano le indicazioni. Il documento viene notificato alla Commissione e presentato per l approvazione al Comitato di Sorveglianza, organo composto dall assessore regionale competente, dai rappresentanti dei Ministeri del Lavoro e del Tesoro, delle Province, degli Comuni e Comunità Montane, delle organizzazioni sindacali e datoriali, della Commissione regionale pari opportunità, dal Consigliere di parità; ai lavori partecipa con voto consultivo un rappresentante della Commissione Europea. Il Comitato svolge compiti di controllo sull attuazione del programma e di valutazione periodica del grado di raggiungimento degli obiettivi.
15 Nelle tabelle che seguono, riprese dal Complemento, assi, misure, linee di intervento: ASSE A MISURE LINEE DI INTERVENTO Sviluppo e promozione di politiche attive del lavoro per combattere e prevenire la disoccupazione, evitare a donne e uomini la disoccupazione di lunga durata, agevolare il reinserimento dei disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro e sostenere l inserimento nella vita professionale dei giovani e di coloro, uomini e donne, che si reinseriscono nel mercato del lavoro A1 Organizzazion e dei servizi per l impiego A2 Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica dell approccio preventivo A3 Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di uomini e donne fuori dal mercato del lavoro da più di sei o dodici mesi Potenziamento delle strutture e delle dotazioni hardware e software dei Centri per l impiego Azioni per la riqualificazione degli operatori, per l inserimento di specifiche figure professionali, per la promozione dei servizi dei Centri per l impiego Azioni integrate di formazione, orientamento e work experiences Azioni integrate di formazione, orientamento e work experiences per l inserimento diretto in impresa Servizi per favorire l incontro tra domanda e offerta di lavoro Progetti integrati di inserimento reinserimento lavorativo Azioni integrate di formazione, orientamento e work experiences Azioni integrate di formazione, orientamento e work experiences per l inserimento diretto in impresa Servizi per favorire l incontro tra domanda e offerta di lavoro Erogazione di contributi alle imprese per incentivare l inserimento lavorativo ASSE B MISURE LINEE DI INTERVENTO Promozione di pari opportunità per tutti nell accesso al mercato del lavoro, con particolare attenzione per le persone che rischiano l esclusione sociale B1 Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati Azioni integrate di orientamento, formazione e work experiences, che prevedono anche l inserimento diretto in impresa Servizi preliminari di orientamento, counseling e assistenza alle imprese e ai lavoratori per favorire l incontro tra domanda ed offerta Piccoli sussidi al capitale sociale delle cooperative Azioni complementari di supporto al raccordo interistituzionale Erogazione di contributi alle
16 imprese al fine di incentivare l inserimento di soggetti svantaggiati ASSE C MISURE LINEE DI INTERVENTO C1 Adeguamento del sistema della formazione professionale e dell istruzione Promozione e miglioramento della formazione professionale, dell istruzione, dell orientamento nell ambito di una politica di apprendimento nell intero arco della vita, al fine di agevolare e migliorare l accesso e l integrazione nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l occupabilità e promuovere la mobilità professionale C2 Prevenzione della dispersione scolastica e formativa C3 Formazione superiore C4 Formazione permanente Formazione degli operatori, compresi gli insegnanti delle scuole di stato Azioni per la rilevazione dei fabbisogni formativi Sviluppo della qualità del sistema formativo, definizione degli standard e delle procedure di certificazione/accreditamento Adeguamento degli strumenti informatici a supporto della didattica Progetti integrati di orientamento e counseling Azioni di sostegno per le famiglie dei soggetti a rischio Progetti integrati tra Scuola, Università, Agenzie formative ed imprese (FIS e IFTS) Lauree triennali professionalizzanti Master post-laurea e formazione di elevato livello di complessità su tematiche specialistiche Azioni di formazione permanente Azioni di formazione permanente per l integrazione delle competenze di base Progetti integrati finalizzati al rientro formativo Sperimentazione del Voucher ai cittadini
17 ASSE D MISURE LINEE DI INTERVENTO D1 Sviluppo della formazione continua, della flessibilità del MDL e della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità alle PMI Promozione di una forza lavoro competente, qualificata ed adattabile, dell innovazione e dell adattabilità nell organizzazione del lavoro, dello sviluppo dello spirito imprenditoriale, di condizioni che agevolino la creazione di posti di lavoro nonché della qualificazione e del rafforzamento del potenziale umano nella ricerca e nella tecnologia D2 Adeguamento delle competenze della Pubblica Amministrazione D3 Sviluppo e consolidamento dell imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini di impiego D4 Miglioramento delle risorse umane nel settore della Ricerca e Sviluppo tecnologico Progetti di formazione continua attuati direttamente dalle aziende o dalle agenzie formative e dai consorzi di imprese su incarico specifico delle aziende Interventi di sostegno alla riorganizzazione del lavoro, volti in particolare alla promozione del parttime e del telelavoro Azioni formative e/o informative/consulenziali rivolte ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni e finalizzate alla creazione di nuove professionalità, alla qualificazione delle professionalità rivolte allo sviluppo locale, al miglioramento delle competenze linguistiche ed informatiche Interventi di ricerca e animazione Servizi consulenziali per la creazione d impresa Servizi di consulenza specialistica e di tutoraggio per le nuove imprese Strumenti finanziari di sostegno all avvio di nuove imprese Interventi di orientamento all imprenditoria rivolti a studenti della Scuola superiore Sostegno alla permanenza in impresa di titolari di dottorati ed assegni di ricerca, nell ambito di progetti congiunti con le imprese Sostegno alla creazione d impresa da parte dei ricercatori
18 ASSE E MISURE LINEE DI INTERVENTO Misure specifiche tese a migliorare l accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, compreso lo sviluppo delle carriere e l accesso a nuove opportunità di lavoro e all attività imprenditoriale, e ridurre la segregazione verticale ed orizzontale fondata sul sesso nel mercato del lavoro E1 Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro Sostegno alla partecipazione ad azioni di politica del lavoro e all inserimento lavorativo delle persone in particolari momenti della loro vita Strumenti finanziari di sostegno all avvio di nuove imprese Aiuti a favore delle aziende private e pubbliche affinché introducano elementi di flessibilità nei confronti di dipendenti gravati da vincoli famigliari o attivino iniziative di animazione sui temi della parità e facilitino l applicazione delle nuove normative a favore delle donne e degli uomini nel mercato del lavoro Interventi di diffusione della cultura della parità rivolti a promuovere e valorizzare le donne nel mercato del lavoro ed al tempo stesso ridurre le discriminazioni di genere nell accesso alle professioni e nello sviluppo delle carriere Azioni integrate di orientamento, formazione e work experiences Percorsi di formazione individuale finalizzati allo sviluppo delle carriere delle donne occupate ASSE F MISURE LINEE DI INTERVENTO Comitato di Sorveglianza F1 Spese di gestione, esecuzione, monitoraggio e controllo Supporto alle attività di programmazione, gestione, esecuzione, monitoraggio e valutazione delle iniziative Sistemi informativi per la gestione del flusso finanziario ed una corretta impostazione/applicazione procedurale Attività di informazione e ricerca Accompagnamento del programma operativo F2 Altre spese di assistenza tecnica Aggiornamento delle competenze dei funzionari della PA coinvolti nella gestione del POR Piano di comunicazione ed attività di informazione Acquisizione e sviluppo sistemi informatici (hardware + software) per la gestione del POR
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