I fantasmi della morte e l effetto simbolico Lucia Portis

Transcript

1 Oltre la soglia della vita BIELLA 29 ottobre 2015 I fantasmi della morte e l effetto simbolico Lucia Portis

2 Cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti Memorie d Adriano Marguerite Yourcenar

3 Il fenomeno del morire è sfuggente, arduo, multiforme e complesso da affrontare e la sua comprensione necessita dell apporto di più discipline

4 L abbandono della vita è un fenomeno biologico, ma soprattutto sociale e culturale, ogni contesto culturale reagisce mettendo in scena rituali che riguardano il corpo e i riti funebri

5 La morte situata: ogni contesto e ogni tempo elabora un idea diversa della mortalità e del suo significato mediante riti, miti e discorsi.

6 Le rappresentazioni sociali della morte: le rappresentazioni sono indispensabili per dare senso all esperienza, nel caso della morte questa necessità diventa tangibile poiché richiede uno sforzo simbolico considerevole per superare la transitorietà dell esistenza di individui e di gruppi. Ogni tempo e ogni contesto ha rappresentazioni diverse della morte e del morire.

7 A causa del dissesto che l evento morte provoca, ogni gruppo umano elabora una risposta, trovando il modo di integrarla nel proprio universo di riferimento. Affrontate la morte quindi significa comprendere come i vivi temono, sfidano, accettano il loro morire e come piangono, seppelliscono, ricordando, onorano i propri morti.

8 Tutte le culture hanno fornito di fronte alla morte risposte di riduzione della complessità promuovendo concetti di buona e cattiva morte, offrendo riti connessi e modelli di gestione del post mortem

9 Vi sono contesti culturali che privilegiano l'espressione del dolore, altri che ritengono adeguata la manifestazione della rabbia, altri che richiedono un saldo controllo delle proprie emozioni. Unni Wakan che ha comparato due comunità musulmane, una a Bali e una al Cairo, ha potuto osservare che nella prima l'espressione di emozioni forti collegate al lutto È considerata pericolosa per la comunità, puoi mentre nella seconda è normale restare immersi per anni in una profonda depressione

10 La Tanatologia Insieme di differenti discipline che collaborano a comprendere il complesso processo del morire nei diversi contesti

11 La Tanatologia secondo l antropologo Louis-Vincent Thomas consta di due dimensioni: La Tanatologia crisique con riferimento alla crisi che l'esperienza della morte rappresenta per la nostra contemporaneità. La Tanatologia critique, con riferimento alla critica della società occidentale che è al tempo stesso mortifera e incline a parlar poco della morte

12 Per Marina Sozzi la Tanatologia ha il duplice obiettivo di evidenziare le procedure di dominio della morte da parte dei diversi contesti culturali e di proporre nuove prospettive di possibile intervento culturale

13 Le riflessioni di Gorer e De Martino

14 Geoffrey Gorer: La pornografia della morte La sua ricerca verte sul nostro modo di rapportarci al dolore e al lutto

15 Nella seconda metà del 900 la morte naturale diventa un argomento osceno (non decente), da tener nascosto, mentre la morte violenta diventa un argomento macabro, da teatralizzare

16 Mentre la morte naturale è stata sempre più sopraffatta dalla pruderie, la morte violenta avuto una parte sempre più importante nelle fantasie offerte dai mass media: gialli, thriller, western, avventure di guerra, spionaggio, fantascienza, per finire con i fumetti dell'orrore. Sembrano esserci numerosi paralleli tra le fantasie che solleticano la nostra curiosità sul mistero del sesso e quelle che solleticano la nostra curiosità sul mistero della morte. In entrambi i tipi di fantasia, Le emozioni che accompagnano l'atto, amore a dolore, ricevono attenzione scarsa o nulla, mentre le sensazioni vengono esaltati al massimo, compatibilmente con la tradizionale insufficienza del linguaggio.

17 L abbandono dei riti nelle società nelle società occidentali fa sì i che il lutto si prolunghi indefinitamente creando problemi di riadattamento al mondo e cronicizzazione. Il dolore viene stigmatizzato come morboso, insalubre e demoralizzante

18 Ernesto De Martino e la crisi del cordoglio

19 La nozione di crisi del cordoglio si riferisce al rischio, che tutti attraversiamo dopo una perdita, di andare incontro ad un blocco esistenziale. La crisi del cordoglio è un aspetto della crisi della presenza che De Martino definisce come l impossibilità di potenza che pervade i soggetti.

20 Il concetto di Presenza Esserci nel mondo, cioè mantenersi come presenza individuale nella società e nella storia, significa agire come potenza di decisione e di scelta secondo valori, operando e rioperando sempre di nuovo il mai definitivo distacco dalla immediatezza della mera vitalità naturale e innalzandosi alla vita culturale.

21 La crisi della presenza Lo smarrirsi della potenza individuale, il venir meno della stessa interiore possibilità di esercitarla, costituisce un rischio radicale che ( ) si configura come esperienza dell essere agito da, dove l essere agito coinvolge la totalità della personalità e delle potenze operative che la fondano e la mantengono.

22 Per superare la crisi del cordoglio occorre far morire i nostri morti in noi, non si tratta di oblio, ma di un superamento che avviene attraverso il rito. Il lamento funebre è infatti da interpretarsi come ripresa e reintegrazione culturale dell'ebetudine stuporosa a cui è esposto chi è colpito da lutto.

23 L occidente e la morte Nella nostra cultura è avvenuta un operazione normalizzazione della morte sia in ambito medico, attraverso un modello prettamente biochimico, sia in ambito psicologico attraverso un'interpretazione del lutto e dell'elaborazione del lutto prettamente soggettiva.

24 L antropologa americana Kaufaman sostiene che nella nostra società è presente un paradosso nel momento in cui richiediamo l'intervento medico per ogni piccolo malessere, così come per tutte le malattie connesse all'invecchiamento e anche per i segni visibili dell'età avanzata, mentre pensiamo di rifiutarlo nel momento della morte. Oggi gli individui hanno aspettative sulla loro morte molto spesso contraddittorie: vogliono una buona morte grazie alla medicina, ma desiderano anche una morte naturale.

25 Dove sono finiti i riti? Il diffondersi della morte in ospedale ha fatto sì che diventasse impossibile per le famiglie presiedere ai riti successivi al decesso, le camere mortuarie sono luoghi spogli, regolati da rigidi orari dove è impossibile sofferenti presso il defunto in una situazione di intimità. Negli ospedali nessun rito è previsto, neppure un attimo di silenzio

26 Abbiamo bisogno dei riti legati all evento morte per poterlo simbolizzare. La società di fronte alla morte deve reagire ribadendo la vittoria della vita e sottolineare i valori di coesione interna.

27 I riti del commiato La personalizzazione del rito avviene attraverso la commemorazione della vita del defunto, è una realizzazione retrospettiva dell identità (Davies). La domanda a cui il rito risponde è chi era costui o costei? Cosa ricorderemo di lui/lei?

28 Prepararsi alla morte Occuparsi della mortalità vuol dire occuparsi del senso della propria vita

29 L idea del lascito Il lascito è ciò che lasciamo dietro di noi. L eredità è come una staffetta. Veniamo sempre dopo e in questo dopo non ci si può fermare. Occorre partire. Tocca a noi creare la memoria per il futuro. Il lascito è la continuità.

30 La narrazione come lascito Cosa vorresti lasciare di te Archivio in progress di Testamenti Poetici, Progetto di Elena Pugliese

31 La sensazione è quella di fermare gli indizi di un presente che è ancora qui, ma che in qualche modo è già altrove. Come qualcosa che è in divenire, in cui la presenza e la distanza si sovrappongono, così come la vicinanza e l estraneità. Il lascito immateriale è tutto quello che noi lasciamo di intangibile. È un patrimonio invisibile, fatto di tutto ciò che abbiamo elaborato, delle nostre verità o presunte verità, dei nostri sogni, valori, credi, riti. È molto interessante vedere come ognuno ha e ha avuto il coraggio di elaborare il proprio personalissimo modo di vivere. Nell incontrare le persone, i loro luoghi, le loro cose, si accumulano molti pensieri e annotazioni. Il lascito è un crocevia trafficatissimo di filosofia, etica, psicologia, religione, diritto Elena Pugliese

32

33 Bibliografia Davies D. J., (2000), Morte, riti, credenze, la retorica dei riti funebri, Torino, Paravia Gorer G., (1965), Death, Grief and Mourning. A study of contemporary Society, New York, Anchor Books Gorer G., (2005), La pornografia della morte, in Studi Tanatologici, n 1, pp De Martino E., (2000), Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria, Torino, Bollati Boringhieri Kaufman S. R., (2005), and a Time to Die. How American Hospital Shape the End of Life, Chicago-London, The University of Chicago Sozzi M.,, (2009 ), Reinventare la morte: introduzione alla tanatologia, Bari, Laterza Thomas L.V., (1994), Anthropologie de la mort, Paris, Payot Wikan U., (1998), Bereavement and loss in two muslim Communities: Egypt and Bali compared, in Social Science and medicine, n 27, pp