Renzo Simoncini, Luisa Landi L ultimo restauro del palazzo e della chiesa di San Michele

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2 Renzo Simoncini, Luisa Landi L ultimo restauro del palazzo e della chiesa di San Michele Premessa Il restauro condotto nel complesso di San Michele, costituito dalla ex chiesa e dall adiacente edificio rinascimentale, testimonia come, negli interventi di recupero del patrimonio edilizio storico, il vero protagonista sia il monumento stesso, che nonostante il succedersi negli anni di interventi a volte non congrui all assetto originario o anche di vere e proprie manomissioni e sovrapposizioni, conserva tutti gli elementi che indicano, come nel nostro caso, le soluzioni del progetto di recupero e restauro conservativo nell edificio. L attenta valutazione e la corretta interpretazione di questi segni devono rappresentare la guida principale nelle scelte e nei criteri da seguire. L intervento di recupero del complesso di San Michele è emblematico di questo procedimento metodologico, in cui l edificio rappresenta il vero e proprio archivio documentale da cui partire. Il complesso, infatti, risulta essere ricco di vicende architettoniche a partire dall epoca romana fino ai nostri giorni, vicende che nonostante i numerosi interventi che lo hanno interessato a volte in maniera anche significativa, hanno lasciato numerosi elementi e segni per ricostruire la sua storia. E non è un caso. La posizione della fabbrica in uno dei siti di maggior pregio e significato storico della città, suggeriva come la progettazione, anche se realizzata attraverso numerosi saggi ed indagini preliminari, si sarebbe arricchita durante il corso dei lavori. E infatti numerose sono stati gli elementi emersi in corso d opera, che hanno condotto da un lato a modificare alcune delle previsioni progettuali iniziali, dall altro hanno permesso di far luce e di capire di più sulla storia del complesso e sullo sviluppo urbanistico della città. Come di può notare dalla documentazione storica, lo stesso è costituito, nella sua configurazione rinascimentale, dall aggregazione di un insieme di edifici realizzati utilizzando anche strutture preesistenti di epoca romana. Tralasciando per il momento altre considerazioni sugli interventi che si sono susseguiti nel complesso, si ricorda in particolare il disinvolto progetto di restauro ad opera dell architetto romano Calza Bini ( ). Stato di conservazione La schola o ospizio di San Michele si presentava in discrete condizioni di conservazione essendo comunque ancora utilizzato come sede di uffici comunali al momento dell acquisizione da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Il sistema delle coperture presentava in alcune zone infiltrazioni d acqua; in particolare nella porzione di tetto corrispondente al grande salone del primo piano, dove avevano causato il crollo di parte del bel soffitto decorato in canna e gesso. La copertura necessitava quindi di un insieme di opere di manutenzione e risanamento. I paramenti murari compreso l apparato decorativo non presentavano discontinuità strutturali gravi, interessati soprattutto da fenomeni di attacco degli agenti atmosferici e dello smog. Internamente non erano da evidenziare fenomeni di degrado tali da compromettere in maniera seria la stabilità dell edificio. Anche in questo caso comunque si rendeva necessario portare avanti una profonda campagna di analisi diagnostiche delle strutture orizzontali, peraltro in molti casi coperte da controsoffittature che ne celavano il reale stato di conservazione. Negli anni precedenti, alcuni interventi di rinforzo dei solai era avvenuto in maniera non organica all esistente, con soluzioni raffazzonate ed incongrue. Alcune zone del piano terra erano interessate da fenomeni consistenti di umidità ascendente. Un discorso a parte merita la chiesa. Come già descritto nella documentazione storica, nel 1937 la facciata era stata smontata ed arretrata per liberare il fornice laterale dell arco. La decorazione interna risalente al Settecento era stata smantellata e la chiesa abbassata. Da allora l edificio non è stato più riaperto al pubblico. Al di là della copertura rifatta in tempi relativamente recenti, la chiesa non era stata oggetto nè di interventi di restauro nè di manutenzione. A fronte La chiesa di San Michele, particolare della decorazione di facciata dopo il restauro 113

3 IL COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN MICHELE A FANO Fasi evolutive del complesso di San Michele In rosso, il rilievo delle mura romane ancora presenti all interno del complesso di San Michele 114

4 L ULTIMO RESTAURO Prima dei lavori la chiesa presentava la splendida facciata in pietra sporca di smog. All interno, la zona presbiteriale conservava ancora il pavimento settecentesco, mentre nell aula il pavimento era stato demolito ed erano state messe in luce le sostruzioni murarie di epoca romana corrispondenti al torrione gemello a quello esistente a sinistra dell arco d Augusto. Interventi L impegnativo progetto di recupero di tutto il complesso si è svolte in tre stralci distinti: - Un primo lotto consistente essenzialmente nel restauro delle facciate e del sistema del suo apparato decorativo e della copertura della Ospizio finalizzato al consolidamento e al restauro della scatola muraria per evitare che il cattivo stato di conservazione potesse essere causa di un degrado maggiore per tutta la struttura. - Un secondo lotto finalizzato al restauro della ex chiesa di San Michele e al suo recupero come aula convegni. - Un terzo lotto relativo al restauro del complesso finalizzato al suo recupero come polo universitario per l Università di Urbino. Per quanto riguarda la prima fase degli interventi si è trattato di una normale manutenzione, con verifica delle strutture lignee di sostegno e ripristino degli elementi ammalorati, inserimento di guaina ardesiata, converse, canali e discendenti; il tutto per assicurare un adeguato smaltimento delle acque meteoriche. I prospetti che hanno rappresentato la parte più interessante e delicata dell intervento si presentavano completamente a faccia a vista con piccoli tratti di intonaco. Applicando il concetto che compito di un corretto restauro è quello di assicurare al futuro ciò che la storia ci ha consegnato, sono stati mantenuti tutti i segni che il tempo ha potuto serbare sino a oggi, lasciando la faccia a vista ormai storicizzata e consolidando i tratti di intonaco esistenti quale testimonianza di una fase storica dello sviluppo dell edificio. Oltre al citato restauro dell intonaco, l intervento eseguito ha riguardato anche la scarnitura dei giunti previo lavaggio e la successiva stuccatura con prodotti a base di calce. La superficie è stata quindi trattata con prodotto protettivo per impedire l assorbimento di acqua meteorica e consentire contemporaneamente la traspirabilità della muratura. Le parti decorative quali colonne, capitelli, basi e cornici sono state interessate da un intervento di restauro minimo che si è è limitato alla sola pulitura evitando di intaccare la patina storica, con inserimento di perni in acciaio inox per le parti instabili. Sono state conservate e restaurate le parti dipinte, mentre tutte le superfici sono state trattate con prodotti consolidanti e protettivi al fine di evitare ulteriori degradi dovuti agli attacchi degli agenti atmosferici e dello smog. Il secondo lotto ha riguardato il recupero dell ex chiesa di San Michele e di alcuni locali adiacenti, in cui troverà posto un aula per conferenze e locali di servizio. Come si può evincere dalla pianta così come realizzata al momento della redazione del progetto e a seguito di indagine eseguita sul campo, sono stati individuati alcuni elementi che hanno permesso di stabilire le modalità di intervento. Dalle tracce ancora presenti all interno della chiesa sono state ricostruite le diversi fasi dello sviluppo dell edificio. Brevemente: A. Strutture murarie risalenti al periodo romano. B. Alcune tracce nella pavimentazione fanno supporre l esistenza di una prima chiesa con abside terminale ad andamento circolare. C. La chiesa rinascimentale, rappresentata dalla struttura muraria dell abside con costoloni circolari, la parete di destra e dai monconi di volte in muratura a crociera, nonché dalle basi di colonne binate dell aula da cui si ricava la lunghezza della chiesa originale. D. La chiesa settecentesca con il presbiterio rialzato, l altare in pietra policroma e la balaustra in gessite parzialmente smontata, il pavimento bicolore con tracce nell abside delle paraste che si sovrapponevano alla struttura preesistente e smon- 115

5 IL COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN MICHELE A FANO Prospetti e sezioni del complesso di San Michele con le indicazioni di restauro 116

6 L ULTIMO RESTAURO Alcune immagini del palazzo e della chiesa di San Michele prima e dopo i restauri 117

7 IL COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN MICHELE A FANO tate nei lavori di arretramento della facciata. E. La controfacciata e la porzione di muratura al di sopra della cornice in pietra frutto dei lavori dell inizio del secolo di arretramento e abbassamento della chiesa. Da una lettura complessiva dell interno della ex chiesa di San Michele è risultato evidente la discontinuità tra l aula e la zona presbiteriale. La prima, completamente disadorna e priva di elementi architettonici di rilievo, salvo la parete sinistra che presenta lacerti di muratura in pietra di epoca romana, la seconda di epoca settecentesca perfettamente definita anche se notevolmente degradata. La soluzione progettuale non era di facile soluzione stante queste due situazioni distinte scollegate tra loro tanto da non consentire un intervento unitario. Ancora una volta l indagine e i rilievi hanno dato risultati importanti che ci hanno consentito di individuare la soluzione più corretta. In particolare, le fasi più significative riguardano la presenza di porzione di pavimentazione lungo le pareti e sotto il pavimento del presbiterio che individuano la tessitura del pavimento bicolore rosa e giallo, costituito da una cornice che copriva in pavimento posto in diagonale. Le quote del pavimento rinvenuto nell aula corrispondeva alla quota della soglia del portale e rispetto al pavimento del presbiterio era più bassa di cm 39. Si è dedotto che al momento dell arretramento della facciata e successivamente alla rimozione di tutte le superfici neoclassiche eseguite nei primi anni del XX secolo, la quota di imposta del portale era riferita alla quota dell originaria chiesa rinascimentale. Probabilmente, ma siamo nell ambito delle ipotesi, al momento dell arretramento della facciata l intenzione era quella di recuperare l originaria immagine rinascimentale, progetto che si è fermato con la rimozione dell apparato settecentesco delle pareti, con conservazione della balaustra e dell altare. Pertanto l intervento, a seguito di tutti i rinvenimenti presenti, è stato quello di evidenziare le tre fasi più importanti conservando tutti gli elementi fondamentali per la lettura delle diverse fasi storiche. La messa in luce e il restauro di tutte le strutture Le diverse fasi evolutive della chiesa di San Michele 118

8 L ULTIMO RESTAURO romane presenti nei locali adiacenti alla chiesa, il torrione, evidenziato con l esecuzione di un asola di vetro che segue l andamento del suo perimetro con l inserimento nella pavimentazione in cotto di lamine di ottone che evidenziano l andamento dei muri stessi. Le parti rinascimentali sono stati evidenziate mediante la messa in luce delle basi di pietra che sostenevano le colonne binate su cui si impostavano le volte a crociera in muratura e il cui perimetro era stato ridotto per consentire la posa del pavimento settecentesco. La lettura della parte rinascimentale è data dalla presenza delle cornici di base di due lesene che vogliono rappresentare le due colonne e dalla riproposizione con l uso di intonaco dell andamento della volta a crociera sopra le cornici in pietra conservate. La parte settecentesca relativa alla zona presbiteriale è stata conservata ed adeguatamente restaurata mantenendo nell ambito della pavimentazione la leggibilità dell andamento delle lesene appartenenti alla chiesa settecentesca. Le varie fasi sono state altresì evidenziate anche con l uso di diversa tonalità corrispondenti alle varie fasi storiche. Altro elemento non secondario (trattato a parte) riguarda il rinvenimento di strutture romane emerse durante l esecuzione dei lavori nei locali adiacenti alla chiesa destinati a servizi igienici e tecnici, che ha consentito di scrivere una pagina importante per la storia della città. L ultimo intervento ha riguardato l utilizzo del palazzo come sede universitaria e quindi l insieme delle opere che la nuova funzione richiede. Anche in questo caso saggi nelle murature e nelle pavimentazioni hanno permesso di tracciare le linee guida dell intervento, recuperando le quote originali di calpestio che avevano subito modifiche con sovrapposizione di pavimenti e varchi nascosti; l intervento ha permesso di recuperare un percorso continuo all interno dell intero complesso. In conclusione va sottolineato che gli interventi eseguiti sono stati comunque minimi e limitati al consolidamento di alcune strutture orizzontali con inserimento di elementi di rinforzo e alla bonifica del terreno nelle zone in cui era evidente la presenza di umidità ascendente. Analisi delle diverse quote relative a ciascuna fase evolutiva della chiesa di San Michele 119

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