Il modello Fordista Università di Torino (sede di Biella) cdl Servizio Sociale (a.a ) prof. Domenico Carbone

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il modello Fordista Università di Torino (sede di Biella) cdl Servizio Sociale (a.a.2007-2008) prof. Domenico Carbone"

Transcript

1 Il modello Fordista Il modello di organizzazione fordista ha dominato lo scenario produttivo nei paesi ad economia di mercato per gran parte del Tale modello si fondava su alcune caratteristiche ben precise: 1) Le imprese sono verticalmente integrate: tendono cioè ad accentrare al proprio interno la maggior parte della fasi che contraddistinguono un determinato processo produttivo. Per questo motivo la dimensione delle imprese tende ad essere molto estesa. 2) Le imprese sono impegnate in quella che viene definita come produzione di massa: cioè produzione di beni standardizzati, prodotti in grande quantità con macchine specializzate al fine di sfruttare le economie di scala. 3) La produzione avviene attraverso l impiego di manodopera scarsamente qualificata utilizzata secondo i principi dell organizzazione scientifica del lavoro (Taylor): il processo produttivo è cioè parcellizzato in funzioni semplici, ripetitive, spersonalizzate.

2 L organizzazione del lavoro Fordista Il modello organizzativo dell impresa fordista è definito come meccanico-burocartico e si fonda su: 1) Esercizio dell autorità legalmente legittimata 2) Uso della razionalità operativa 3) Gli obiettivi poduttivi vengono conseguiti attraverso sottositemi operativi.

3 L organizzazione del lavoro nel modello meccanico-burocratico L organizzazione del lavoro del modello meccanico burocratico, tipico delle imprese fordiste si basa su alcuni principi sostenuti da Taylor. I risultati ottenuti dalle sue analisi sono stati riassunti in un modello organizzativo basato su: - Spersonalizzazione: azioni e decisioni sono collegate alle mansioni e alle funzioni e non alle singole persone - Orientamento strumentale ai fini: ogni atto deve corrispondere a scopi definiti e formalizzati. - Specializzazione: divisione netta delle mansioni in riferimento a capacità specifiche - Formalizzazione: compiti ed azioni si devono basare su procedure formalizzate e devono essere sempre documentati al fine di evitare l arbitrarietà

4 Vantaggi e limiti del modello meccanico-burocratico Il grande vantaggio dell organizzazione scientifica del lavoro basata sui principi del modello meccanico consiste nel creare un modello produttivo che permette una produzione standardizzata, che riduce al minimo i costi per la formazione del personale, e che è in grado di produrre in grandi quantità lo stesso prodotto a parità di fattori di produzione Tale modello, però, evidenzia anche diversi limiti: - Produce effetti di spersonalizzazione tra gli addetti - Favorisce il consolidamento di comportamenti rituali e chiusi all'interazione - Origina modelli organizzativi poco abili a gestire il cambiamento

5 Sociologia delle professioni Master consulenza grafologica peritale-giudiziaria e professionale Prof. Domenico Carbon Circolo vizioso dell'organizzazione burocratica Formalizzazione delle procedure al fine di evitare abusi Richieste di controllo e legalità Difendibilità azioni e prassi Enfasi sulla conformità e rispetto delle formalità Rigidità nella prassi ritualismo atteggiamento difensivo Stimoli esterni ed interni al cambiamento Basso livello di funzionalità nelle situazioni reali dei bisogni degli utenti Crescita esponenziale pratiche irrisolte Spazio per pratiche clientelari Insoddisfazione utenti, sperequazioni, scandali e prassi non formali

6 La crisi del modello Fordista Agli aspetti di natura istituzionale nella gestione della regolazione economica, legati alla difficile sostenibilità dello stato sociale keynesiano, vanno aggiunti anche dei fattori contingenti di carattere più strettamente economico che incidono profondamente nella crisi del modello produttivo fordista Questi aspetti riguardano: La saturazione dei mercati nazionali per i prodotti industriali standardizzati Peso crescente della concorrenza dei paesi di nuova industrializzazione Crisi energetica dovuta alla crescita del prezzo del petrolio Progressiva ripresa e intensificazione del conflitto industriale

7 L affermazione di modelli produttivi flessibili A partire dagli anni 70, quindi, i presupposti politici, economici, sociali e organizzativi che avevano sostenuto il modello fordista vengono meno. Le risposte di regolazione sociale a questa crisi sono, come si è visto fortemente differenziate (es. l affermazione di modelli di regolazione pluralista, neocorporativa, e l orientamento differenziato dei sistemi di welfare) Anche da un punto di vista strettamente economico e produttivo si riscontra un elevato numero di risposte e direzioni di cambiamento. Tuttavia un elemento comune a tutte le trasformazioni riguarda la progressiva affermazione di modelli organizzati della produzione centrati sulla flessibilità. Le imprese e i gli attori economici sono chiamati, cioè, a dotarsi di strumenti in grado di garantirgli un adattamento continuo e costante alle condizioni di un mercato sempre più destandardizzato I principali ambiti in cui si esprime chiaramente questa tendenza sono: - La (ri)affermazione di modelli produttivi basati sull economia diffusa - La trasformazione organizzativa delle grandi imprese - La (ri)affermazione dell economia informale

8 L analisi delle aree ad economia diffusa La ricerca sull economa diffusa cioè non concentrata nelle grandi agglomerazioni urbane e in unità produttive di ampie dimensioni ha rappresentato, fin dall inizio, un campo di indagine caratterizzato dalla convergenza tra discipline diverse (sociologia, economia, antropologia, storia), impegnate in uno sforzo interpretativo che si è concentrato sui processi di costruzione sociale del mercato Le zone di piccola impresa ed in particolare i distretti industriali sono, infatti, dei sistemi di produzione territorialmente circoscritti in cui gli aspetti economici e sociali si compenetrano profondamente. L'organizzazione produttiva, all interno di questi sistemi risulta strettamente legata alle caratteristiche istituzionali di comunità locali definite storicamente e spazialmente. Ne consegue che lo studio del contesto sociale costituisce parte integrante della spiegazione del successo economico di queste zone Il contributo dato dalla sociologia economica, ma non solo da essa, nell analisi delle aree ad economia diffusa ha consentito di fare maggiore chiarezza sulle logiche sociali e territoriali che hanno sorretto e alimentato una crescita che, per modalità e intensità, risultava piuttosto inusuale alla luce degli schemi analitici prevalenti, soprattutto in economia, fino alla metà degli anni Settanta.

9 La crescita economica della Terza Italia Nelle analisi a livello internazionale sulle aree ad economia diffusa e sui distretti industriali, un ruolo di primo piano spetta agli studi condotti in Italia dove a partire dalla seconda metà degli anni 70 le regioni del Centro e del Nord-Est si sono distinte per significativi processi di crescita e sviluppo centrati proprio sull economia diffusa. Tale dinamismo è sottolineato da alcuni dati macro economici: Nonostante la crisi, durante gli anni Settanta l occupazione industriale cresce, in Italia di 880 mila nuove unità. Il 42% di questi neoccupati, però, si colloca nelle aziende fino a 10 addetti, mentre un altro 49% viene occupato nelle aziende tra i 10 e i 49 addetti Gran parte del dinamismo occupazionale e produttivo si sviluppa nelle regioni della Terza Italia. In esse si concentra, infatti, quasi il 60% della nuova occupazione e la presenza delle piccole imprese domina il panorama economico di queste regione. Le unità fino a 50 addetti, infatti, occupano quasi il 60% della forza lavoro attiva nell industria e la quota sale al 90% considerando quelle al di sotto dei 500 addetti

10 La (ri)scoperta della Terza Italia Nei primi decenni dello sviluppo postbellico la permanenza nel sistema produttivo italiano di un elevato numero di piccole imprese, operanti nei diversi settori di attività, era letta per lo più come una manifestazione di arretratezza economica. Le aziende minori erano associate, infatti, a bassi livelli tecnologici e salariali, a condizioni di sfruttamento della manodopera e di assenza di tutela sindacale. In altri termini, erano viste per lo più come marginali oppure come dipendenti dal decentramento produttivo delle grandi industrie: L attenzione degli studiosi, di conseguenza, tendeva a concentrarsi su cosa avveniva al centro dello sviluppo capitalistico, nel cuore delle grandi fabbriche del Triangolo industriale. Oppure alla periferia, laddove si riscontravano condizioni di mancato sviluppo ed elevata disoccupazione: le regioni del Mezzogiorno. Negli anni Settanta questo quadro inizia ad incrinarsi proprio grazie al dinamismo mostrato dalle piccole imprese e alla crisi che investe le grandi industrie del NordOvest. Si (ri)scopre, quindi, un zona del paese, ignorata fino ad allora dagli studi socio-economici, che manifesta elevati processi di crescita e sviluppo economico fondati su un modello produttivo diverso rispetto a quello che fino ad allora avevo sostenuto l economia capitalistica

11 Le caratteristiche del sistema produttivo della Terza Italia Analizzando il profilo industriale di queste regioni si nota una specializzazione produttiva in settori tradizionali (mobilio, tessile, calzature, ecc.) oppure anche se meno spesso moderni (meccanica, elettronica ecc.). L aspetto più importante riguarda, però, la scomposizione del processo produttivo (per fasi e componenti) che permette una elevata divisione del lavoro tra le imprese. Quando questa divisione del lavoro assume connotati di forte specializzazione e integrazione settoriale si hanno dei veri e propri distretti industriali Nei distretti industriali si verifica, cioè, un agglomerazione di piccole e medie imprese legate tra loro da una fitta rete di rapporti, basata su una miscela di cooperazione (tra imprenditori e lavoratori, tra imprese committenti e subfornitrici) e competizione (tra imprese che si situano nella stessa fase del processo produttivo). Nelle aree ad economia diffusa, quindi, l unità di analisi più appropriata per comprendere i processi produttivi non è l impresa a sé stante ma il sistema delle imprese. In queste aree territoriali, infatti, si respira quella che Marshall chiamava un atmosfera industriale che consente di beneficiare di una serie di economie esterne alle singole imprese ma interne sistema nel suo complesso.

12 Cos è un distretto industriale Un distretto industriale può essere definito come un entità socioterritoriale caratterizzata dalla compresenza attiva di una comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali, presenti in un area territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata. Un elemento fondamentale che contraddistingue i distretti è rappresentato dal patrimonio poco formalizzato di conoscenze tacite contestualizzate. Ovvero di conoscenze che affondano le loro radici nella storia della comunità e garantiscono una capacità produttiva ed innovativa a carattere diffuso e incrementale Si tratta per lo più di un saper fare di tipo artigianale, acquisito in famiglia o comunque in ambito locale, prevalentemente attraverso il learning by doing. Questo patrimonio cognitivo riguarda non solo le competenze tecniche (abilità manuali, conoscenze dei prodotti e dei mercati, ecc.), ma anche quelle sociali, ovvero le norme, le modalità comunicative e relazionali che servono per muoversi in maniera appropriata nelle reti sociali presenti nel sistema produttivo.

13 Le radici sociali dello sviluppo dei D.I.: il rapporto città-campagna Lo sviluppo economico dei distretti industriali è stato possibile grazie all evoluzione tecnologica e a quella di mercato che hanno favorito progressivamente un organizzazione produttiva più flessibile, diversa da quella del modello fordista della grande industria. Tuttavia già i primi studi sui distretti industriali hanno evidenziato l importanza dei fattori noneconomici alla base del dinamismo industriale delle regioni del Centro e del NordEst. Tra questi n ruolo di rilievo, ad esempio, è stato attribuito all intreccio esistente tra città e campagna Sotto questo aspetto le aree della Terza Italia si contraddistinguono per l esistenza nel territorio di una campagna urbanizzata : una rete policentrica costituita da piccole città a poca distanza l una dalle altre, dotate di antiche consuetudini artigianali e mercantili. Questo modello di insediamento territoriale, derivante in parte dalla tradizione mezzadrile, ha garantito una dispersione delle industrie sul territorio. Questo si configura, quindi, un complesso reticolo di insediamenti produttivi e abitativi. Tale configurazione permette, quindi una diffusione nel territorio sia del patrimonio cognitivo utile alla produzione, sia una diffusione delle risorse e dei profitti derivanti dalla produzione stessa

14 Le radici sociali dello sviluppo dei D.I.: la famiglia estesa Un altro elemento non economico che ha supportato lo sviluppo della Terza Italia è rappresentato dalla significativa diffusione, in queste aree, di un modello familiare fondato sulla famiglia estesa, Tale modello è caratterizzato dalla compresenza di più nuclei all interno della stessa unità abitativa, legati, oltre che da rapporti di parentela, anche dalla compartecipazione ad una attività produttiva. Questo tipo di famiglia, soprattutto quella mezzadrile, ha giocato un ruolo di primo piano nel forgiare una mentalità fatta di duro lavoro, disciplina, risparmio, ecc. favorendo, quindi, la formazione di un mercato del lavoro flessibile e la diffusione della microimprenditorialità La flessibilità resa possibile dall'esistenza di solidi reticoli familiari è stata importante, quindi, non solo nelle funzioni svolte sul piano economico (microaccumulazioni di capitale, abbassamento dei costi di riproduzione della forza lavoro, composizione di una pluralità di redditi, ecc.) ma anche su quello motivazionale e culturale (ad es. nella socializzazione al lavoro e al mercato) Le dinamiche sociali e culturali sottese alla famiglia estesa si sono rivelate, quindi, in una risorsa competitiva fondamentale per i sistemi di piccola impresa.

15 Le radici sociali dello sviluppo dei D.I.: le subculture politico-territoriali (1) Altro elemento del contesto sociale all interno del quale si sono sviluppati i distretti industriali in Italia è rappresentato dalla presenza nel territorio della Terza Italia di subculture politiche. Con tale termine si intende: un particolare sistema politico locale, caratterizzato da un elevato grado di consenso per una determinata forza locale e da una elevata capacità di aggregazione e mediazione dei diversi interessi a livello locale. Questo presuppone l'esistenza di una fitta rete istituzionale (partiti, chiesa, gruppi di interesse, strutture assistenziali, culturali, ricreative) coordinata dalla forza dominante, che controlla anche il governo locale e tiene i rapporti con il sistema politico centrale. Attraverso questa rete, non solo si riproduce un'identità politica particolare, ma si contribuisce anche all'accordo locale tra i diversi interessi Nella Terza Italia le subculture politiche dominanti fino agli anni 90 sono state: quella comunista nel Centro Italia e quella cattolica nel NordEst, Nonostante le differenze ideologiche, l elemento che accomuna queste due subculture è la "difesa della società locale", a fronte della destabilizzazione degli equilibri sociali tradizionali indotta dalla penetrazione del mercato e dello stato nazionale alla fine del Si tratta, in altre parole, di reazioni volte a contenere i processi di disintegrazione sociale e di proletarizzazione, attraverso la difesa delle condizioni di vita dei ceti più deboli e la mediazione degli interessi delle varie classi a livello locale,

16 Le radici sociali dello sviluppo dei D.I.: le subculture politico-territoriali (2) La subcultura bianca e quella rossa hanno contribuito durante tutto il 1900 alla formazione ed alla persistenza di quel contesto sociale e culturale basato sulla peculiare combinazione di componenti tradizionali e moderne Da una parte hanno preservato le comunità locali ed hanno aiutato a limitare l erosione di rapporti produttivi basati sul lavoro autonomo sia nei piccoli centri (artigianato) che in campagna (mezzadri, piccoli contadini). In secondo luogo, Inoltre la forte adesione ideologica e culturale ad una comune visione del mondo ha permesso alla politica di essere più autonoma dagli interessi individuali e familiari, e più legata alla difesa di interessi collettivi, anche se con una forte connotazione localistica. La presenza di una subcultura politica ha consentito, quindi, una migliore organizzazione e mediazione degli interessi, favorendo uno stile di relazioni industriali e un tipo di regolazione politica che sono risultati importanti per l'integrazione della comunità locale. Attraverso la collaborazione tra imprenditori e lavoratori e una certa redistribuzione della ricchezza, è stata ostacolata la polarizzazione delle classi e la radicalizzazione del conflitto sociale, agevolando così la riproduzione del consenso verso un modello di sviluppo a vantaggio dell intera comunità locale

17 La specificità della regolazione sociale nella Terza Italia Le aree di piccola impresa hanno visto un originale combinazione di diversi principi di regolazione: Il mercato e la competizione sono stati moderati da elementi di reciprocità e da solidarietà collettive a base comunitaria, nonché soprattutto nelle regioni del Centro, da forme di regolazione politica che hanno favorito la compresenza di integrazione sociale e sviluppo economico. Il contributo dei governi locali è stato di indubbia rilevanza. Governando pragmaticamente il processo di crescita - fornendo beni collettivi che hanno ridotto i costi, tanto per gli imprenditori che per i lavoratori (attraverso ad esempio misure di sostegno allo sviluppo e politiche sociali) - le politiche locali hanno reso possibile un compromesso sociale basato da un lato sull'elevata flessibilità dell'economia e dall'altro sul controllo dei costi e la redistribuzione dei benefici portati dallo sviluppo industriale. In questo senso, le relazioni economiche sono state influenzate da meccanismi sociali e politici che hanno limitato il ruolo del mercato, ma in tal modo esse hanno favorito la flessibilità e la capacità di innovazione dell economia locale

18 La trasformazione delle grandi imprese (1) A causa delle trasformazioni economiche, produttive e sociali intervenute durante gli anni 70 che causano instabilità e frammentazione nei mercati, anche la produzione industriale su larga scala viene riorganizzata in una prospettiva di maggiore flessibilità e capacità di adattamento all imprevedibilità del mercato I cambiamenti più importanti riguardano: Il decentramento dell autorità (decisionale e operativa): che consiste nell avvicinare il più possibile le unità operative ai mercati in modo da monitorare costantemente i cambiamenti e le trasformazioni della domanda. Le unità operative acquisiscono, in questo scenario organizzativo, ampia autonomia e l impresa si trasforma gradualmente da un assetto verticalmente integrato ad un assetto divisionale (es. le holding) Affermazione del principio produttivo basato sul just in time: capacità di rispondere in tempo reale alle mutate richieste della domanda attraverso servizi e prodotti ad hoc. Questo principio comporta una riorganizzazione produttiva che prevede il superamento della logica dell accumulo di scorte e il superamento della mano d opera dequalificata impiegata alla catena di montaggio.

19 La trasformazione delle grandi imprese (2) Potenziamento delle capacità di apprendimento e comunicazione: a differenza del modello fordista la produzione non si svolge più in reparti separati in cui gli operatori di una parte non conoscono ciò che avviene altrove. Gli operatori impiegati nell impresa flessibile, al contrario sono chiamati ad operare in una situazione dinamica in cui le barriere tra i vari reparti tendono a scomparire. Ne deriva che l intero processo produttivo si basa su un continuo scambio di informazioni tra i vari reparti in cui diventa fondamentale la capacità degli operatori di apprendere, comprendere e comunicare con gli altri. Riorganizzazione dei rapporti esterni: la frammentazione del processo produttivo determina, sempre più spesso, il ricorso all esternalizzazione di alcune fasi della produzione. Si vengono così a creare nuovi spazi di interazione tra aziende caratterizzati da rapporti di sub-fornitura, joint-venture, R&S, etc. Aumentata dipendenza dall ambiente: diversamente dalle grandi imprese fordiste le imprese di dimensioni minori hanno minori possibilità di indirizzare il mercato e sono, quindi, maggiormente esposte alle dinamiche istituzionali che caratterizzano il contesto sociale e politico all interno del quale agiscono.

20 L affermazione dell impresa-rete L impresa fordista tende a trasformarsi gradualmente in una imprese-rete, vale a dire in una impresa all interno della quale il processo produttivo è distribuito tra un certo numero di attori (interni ed esterni) che godono di elevati gradi di autonomia decisionale ed operativa. Nel mutato scenario economico e produttivo, non c è più spazio per la singola impresa per decidere i propri obiettivi ed imporli al mercato. È questo ultimo, invece, che impone alle imprese continui processi di aggiustamento. L organizzazione a rete in questo scenario garantisce una maggiore velocità di aggiustamento perché permette di distribuire i rischi su un più ampio numero di soggetti investiti da responsabilità limitate. Le reti assolvono meglio i compiti in un sistema produttivo flessibile perché la collaborazione tra i vari nodi si basa su legami formali, ma molto spesso informali che non richiede una dettagliata definizione su un piano contrattuale dei rapporti tra le parti coinvolte. Questo evita la lentezza e la rigidità tipiche di una organizzazione burocratico-gerarchica

21 La (ri)affermazione dell economia informale Le difficoltà del fordismo e le spinte al ridimensionamento della protezione attuata dal welfare state hanno attirato l attenzione anche sull economia informale come meccanismo di adattamento alla nuova situazione. Con il termine economia informale ci si riferisce a tutte quelle attività di produzione e distribuzione di beni e servizi che sfuggono alla contabilità nazionale. Tale definizione sottintende però almeno tre tipi diversi di economia informale: L economia criminale: in cui la produzione di beni e servizi illegali avviene secondo modalità proibite dalla legge L economia nascosta: in cui la produzione di beni e servizi leciti avviene secondo modalità che violano, almeno in parte, la legge (es. lavoro in nero, evasione fiscale etc.) L economia domestica o comunitaria: in cui la produzione di beni e servizi leciti avviene secondo modalità che non violano, la legge. Tuttavia i prodotti e i servizi non sono destinati al mercato, ma all autoconsumo o al consumo di un gruppo sociale

22 La crescita dell economia informale nel post-fordismo (1) Alla base della crescita dell economia informale a partire dagli anni 70 ci sono diverse concause di natura produttiva e regolativa. Anzitutto il cambiamento nel paradigma organizzativo con il passaggio dall industria fordista a quella flessibile permette l impiego flessibile di mano d opera che, in alcuni, casi può essere utilizzata in maniera illecita (lavoro in nero). Ciò avviene, da una parte, perché la domanda di lavoro diventa molto più instabile e variabile nel tempo e, dall altra perché la forza lavoro nelle piccole e medie imprese è meno sindacalizzata e quindi più esposta alla deregolazione dei rapporti di lavoro Inoltre la maggiore variabilità e frammentazione dei mercati che non sono più controllati e diretti dalla grandi imprese crea più spazi per produzioni flessibili e specializzate che possono essere sfruttati dall economia informale. In questo processo un ruolo importante è giocato dalla diffusione della tecnologia produttiva e di quella di comunicazione e trasporto a basso costo che permettono la delocalizzazione produttiva attuata, spesso, per sfruttare le opportunità di risparmio offerte da contesti regolativi deboli, soprattutto nel mercato del lavoro.

23 La crescita dell economia informale nel post-fordismo (2) Alla diffusione dell economia informale ha contribuito anche la crisi del welfare state. Da una parte la riduzione della spesa pubblica destinata alle politiche sociali ha inciso anche sul grado di copertura di alcuni bisogni sociali la cui socializzazione è stata delegata, in tutto o in parte alla famiglia e alla comunità locale. Dall altra parte l affermazione di un sistema di bisogni sociali de-standardizzati ha trovato nell apparato burocratico del welfare state un interlocutore inadatto a gestire i nuovi rischi Infine va considerato anche il ruolo giocato dalla diffusione dell economia dei servizi nelle società ad economia di mercato. Nonostante le differenze tra i diversi servizi (alla persona, alle imprese, con basse competenze, tecnologicamente avanzate, etc.) un elemento comune a tutti è il basso grado di produttività incrementale (malattia dei costi di Baumol). La malattia dei costi che caratterizza il settore dei servizi ha generato: 1) Crescita dell autoproduzione di servizi attraverso l economia informale (es. fai da te) nei contesto più regolarizzati 2) Aumento delle disparità retributive e comparsa del fenomeno dei working-poor nei contesti più deregolarizzati

24 La via alta e la via bassa della flessibilità L analisi dei modelli produttivi flessibili ha messo in evidenza che, di fronte alla crisi del fordismo le soluzioni sono state fortemente diversificate. In generale si può distinguere tra un percorso di cambiamenti che segue la via alta della flessibilità e un percorso che invece segue una via bassa La via alta è caratterizzata da reti di imprese e/o imprese-rete che sfruttano la flessibilità dei mercati in maniera dinamica contribuendo a creare condizioni produttive innovative e di qualità che sfruttano le potenzialità del contesto locale, garantendo contemporaneamente crescita e sviluppo la per comunità. Questa via necessita di una infrastruttura socio-istituzionale che nono si crea ex-novo ma è il risultato di una costruzione sociale storicamente definita e non generalizzabile La via bassa invece sfrutta soprattutto la flessibilità lavorativa per garantirsi una competitività che fa leva sull abbassamento dei prezzi dei prodotti e dei servizi a discapito, anche, della qualità, sfruttando anche le potenzialità offerte dall economia informale.

Indice. pagina 2 di 10

Indice. pagina 2 di 10 LEZIONE PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA DOTT.SSA ROSAMARIA D AMORE Indice PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA---------------------------------------------------------------------------------------- 3 LA STRUTTURA

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE CONCETTO: L ORGANIZZAZIONE SI PONE COME OBIETTIVO LO STUDIO DELLE COMPOSIZIONI PIU CONVENIENTI DELLE FORZE PERSONALI, MATERIALI E IMMATERIALI OPERANTI NEL SISTEMA AZIENDALE.

Dettagli

Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni

Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni Economia e Organizzazione Aziendale Modulo 4 - L organizzazione aziendale Unità didattica 1 Concetti base dell organizzazione Antonio Dallara Concetto di organizzazione

Dettagli

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Gian Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio di Bologna IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO BOLOGNESE E E IN UNA FASE

Dettagli

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE: IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

Concetto e sistema di Marketing

Concetto e sistema di Marketing Università degli Studi di Urbino Carlo Bo Facoltà di Economia Corso di Laurea in INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE ECONOMIA, GESTIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE Prof. Fabio Musso A.A. 2008-09

Dettagli

schede di approfondimento.

schede di approfondimento. I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 è l insieme delle attività volte a smaltirli, riducendo lo spreco(inparticolaredirisorsenaturaliedienergia)elimitandoipericoliperlasalutee

Dettagli

Sistemi Informativi e Sistemi ERP

Sistemi Informativi e Sistemi ERP Sistemi Informativi e Sistemi Trasformare i dati in conoscenza per supportare le decisioni CAPODAGLIO E ASSOCIATI 1 I SISTEMI INFORMATIVI LI - E IMPRESA SISTEMA DI OPERAZIONI ECONOMICHE SVOLTE DA UN DATO

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR

LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR Le sfide all'orizzonte 2020 e la domanda di competenze delle imprese LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR Domenico Mauriello

Dettagli

I modelli di qualità come spinta allo sviluppo

I modelli di qualità come spinta allo sviluppo I modelli di qualità come spinta allo sviluppo Paolo Citti Ordinario Università degli studi di Firenze Presidente Accademia Italiana del Sei Sigma 2005 1 Si legge oggi sui giornali che l azienda Italia

Dettagli

SERVE ANCORA AVERE UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO?

SERVE ANCORA AVERE UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO? LA NUOVA ISO 9001 : 2008 SERVE ANCORA AVERE NEL 2009 UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO? Paolo Citti Ordinario Università degli Studi di Firenze Presidente AICQ Tosco Ligure 1 Si legge oggi sui giornali

Dettagli

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione ENERGIA Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell energia; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto

Dettagli

Responsabile di produzione

Responsabile di produzione Responsabile di produzione La figura è stata rilevata nei seguenti gruppi di attività economica della classificazione Ateco 91: DD 20.5 Fabbricazione di altri prodotti in legno; fabbricazione di articoli

Dettagli

Capitolo XVII. La gestione del processo innovativo

Capitolo XVII. La gestione del processo innovativo Capitolo XVII La gestione del processo innovativo Il ruolo dell innovazione nell economia dell immateriale L innovazione ha assunto un ruolo particolarmente significativo come variabile esplicativa della

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

Project Cycle Management

Project Cycle Management Project Cycle Management Tre momenti centrali della fase di analisi: analisi dei problemi, analisi degli obiettivi e identificazione degli ambiti di intervento Il presente materiale didattico costituisce

Dettagli

Importanza dello studio della localizzazione delle attività

Importanza dello studio della localizzazione delle attività Importanza dello studio della localizzazione delle attività L ambito territoriale ha acquistato sempre più importanza come dimensione del vantaggio competitivo tra sistemi economici e paesi. Il caso italiano

Dettagli

La misurazione e la previsione della domanda

La misurazione e la previsione della domanda La misurazione e la previsione della domanda Le domande fondamentali Quali sono i principi che sottendono alla misurazione e alla previsione della domanda? Come si può stimare la domanda attuale? Come

Dettagli

MULTIFUNZIONALITÀ AZIENDALE: UN OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE FEMMINILI E IL TERRITORIO VERONICA NAVARRA PRESIDENTE DELEGATO ONILFA

MULTIFUNZIONALITÀ AZIENDALE: UN OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE FEMMINILI E IL TERRITORIO VERONICA NAVARRA PRESIDENTE DELEGATO ONILFA MULTIFUNZIONALITÀ AZIENDALE: UN OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE FEMMINILI E IL TERRITORIO VERONICA NAVARRA PRESIDENTE DELEGATO ONILFA Sul filo del lavoro Nuove trame per lo sviluppo della filiera tessile e

Dettagli

LA RENDITA FONDIARIA URBANA. Alcune definizioni:

LA RENDITA FONDIARIA URBANA. Alcune definizioni: LA RENDITA FONDIARIA URBANA Alcune definizioni: La R.F.U. è il prezzo d uso del fattore suolo nel processo di produzione degli insediamenti e non specificatamente di quelli edilizi; La R.F.U. è formata

Dettagli

Il valore della comunicazione d impresa. Renato Fiocca Incontri AISM - settembre 2001

Il valore della comunicazione d impresa. Renato Fiocca Incontri AISM - settembre 2001 Il valore della comunicazione d impresa Renato Fiocca Incontri AISM - settembre 2001 Il ruolo della comunicazione aziendale L azienda nel suo normale operare entra in relazione con moltissimi pubblici

Dettagli

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING Febbraio Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING COS E UN

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Convegno Federconsumatori Toscana. Al centro i cittadini. Equità, tutela e partecipazione nei servizi pubblici locali

Convegno Federconsumatori Toscana. Al centro i cittadini. Equità, tutela e partecipazione nei servizi pubblici locali Al centro i cittadini. Equità, tutela e partecipazione nei servizi pubblici locali Firenze, 12 aprile 2011 Auditorium Monte dei Paschi di Siena Intervento di Luciano Baggiani, Presidente dell ANEA Pagina

Dettagli

Decentramento e federalismo

Decentramento e federalismo Decentramento e federalismo Teoria economico-finanziaria dell ottimo livello di governo. Principi: ECONOMIA PUBBLICA (6) Le giustificazioni del decentramento e del federalismo sussidiarietà; responsabilità;

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

CAPITOLO 3. Elementi fondamentali della struttura organizzativa

CAPITOLO 3. Elementi fondamentali della struttura organizzativa CAPITOLO 3 Elementi fondamentali della struttura organizzativa Agenda La struttura organizzativa Le esigenze informative Tipologia di strutture Struttura funzionale Struttura divisionale Struttura per

Dettagli

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese Nel corso degli ultimi anni diversi studiosi e responsabili di importanti istituzioni hanno sostenuto che le cooperative hanno reagito alla crisi in corso meglio delle altre forme di impresa. La maggior

Dettagli

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni. La situazione occupazionale dei giovani in provincia di Piacenza Premessa Una categoria di soggetti particolarmente debole nel mercato del lavoro è rappresentata, di norma, dai lavoratori di età più giovane

Dettagli

I Gas palestre di democrazia

I Gas palestre di democrazia I Gas palestre di democrazia Alcune riflessioni a partire da una ricerca sull associazionismo in Lombardia Francesca Forno Università degli Studi di Bergamo Gruppo di Studio e di conricerca Cittadinanza

Dettagli

Anno scolastico 2013/2014. Curricolo verticale. Servizi socio sanitario/ Servizi Commerciali

Anno scolastico 2013/2014. Curricolo verticale. Servizi socio sanitario/ Servizi Commerciali Istituto Istruzione Superiore 'Mattei Fortunato' Eboli (SA) Anno scolastico 2013/2014 Curricolo verticale Servizi socio sanitario/ Servizi Commerciali Disciplina: DIRITTO ED ECONOMIA Al termine del percorso

Dettagli

LA PRODUZIONE. Le imprese si classificano in base ai beni prodotti e alla figura dell imprenditore:

LA PRODUZIONE. Le imprese si classificano in base ai beni prodotti e alla figura dell imprenditore: LA PRODUZIONE La produzione è l attività umana che crea o aumenta l utilità dei beni. Si attua mediante trasformazione, trasporto, conservazione. I mezzi tecnici della produzione sono combinati nell azienda

Dettagli

Innovare in Filiere Tradizionali. Federchimica 19-05-2014

Innovare in Filiere Tradizionali. Federchimica 19-05-2014 Innovare in Filiere Tradizionali Federchimica 19-05-2014 Icap Leather chem L Azienda, fondata nel 1944, a seguito di espansione e di variazioni nell assetto societario acquisisce la denominazione di Icap

Dettagli

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt)

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt) SCHEDA 8 La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt) Verona, Italia, 5-9 luglio 2000 LA SFIDA DI VERONA Investire in salute significa promuoverne

Dettagli

Le Politiche Pensionistiche. Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012

Le Politiche Pensionistiche. Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012 Le Politiche Pensionistiche Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012 In generale la pensione è una prestazione pecuniaria vitalizia

Dettagli

Effetti sulla distribuzione del reddito

Effetti sulla distribuzione del reddito Sanna-Randaccio Lezione 17 Frammentazione della produzione a livello internazionale e commercio di beni intermedi Cosa è la frammentazione della produzione (offshore outsourcing) Cosa indicano i dati Perché

Dettagli

Corso di. Analisi e contabilità dei costi

Corso di. Analisi e contabilità dei costi Corso di Analisi e Contabilità dei Costi Prof. 1_I costi e il sistema di controllo Perché analizzare i costi aziendali? La CONOSCENZA DEI COSTI (formazione, composizione, comportamento) utile EFFETTUARE

Dettagli

GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI

GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI Divulgazione Implementazione/Modifica Software SW0003784 Creazione 23/01/2014 Revisione del 27/06/2014 Numero 1 Una gestione avanzata dei materiali strategici e delle materie

Dettagli

Segmentare ovvero capire il contesto di mercato di riferimento

Segmentare ovvero capire il contesto di mercato di riferimento Lezione n. 5 Segmentare ovvero capire il contesto di mercato di riferimento Prof.ssa Clara Bassano Corso di Principi di Marketing A.A. 2006-2007 Verso la strategia aziendale Mission + Vision = Orientamento

Dettagli

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Ruolo e attività del punto nuova impresa SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda

Dettagli

La ricerca empirica in educazione

La ricerca empirica in educazione La ricerca empirica in educazione Alberto Fornasari Docente di Pedagogia Sperimentale Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione Il ricercatore ha il compito di trovare relazioni

Dettagli

IL VANTAGGIO COMPETITIVO NEI SETTORI MATURI

IL VANTAGGIO COMPETITIVO NEI SETTORI MATURI IL VANTAGGIO COMPETITIVO NEI SETTORI MATURI Cap. XII di R. Grant A cura di: Paola Bisaccioni INDICE Maturità e peculiarità dei settori maturi I fattori critici di successo L implementazione strategica

Dettagli

UNA NUOVA CULTURA DEL LAVORO

UNA NUOVA CULTURA DEL LAVORO UNA NUOVA CULTURA DEL LAVORO Giovanni Castiglioni Dipartimento di Sociologia Centro di ricerca WWELL Università Cattolica del Sacro Cuore Milano giovanni.castiglioni@unicatt.it IL LAVORO: UN PRIMO SIGNIFICATO

Dettagli

Corso di Economia e Gestione delle Imprese

Corso di Economia e Gestione delle Imprese Lezione 7 (rif. (rif. cap.. 6 Sciarelli) Corso di Economia e Gestione delle Imprese elena.cedrola@unimc.it a.a. 2009-2010 2010 Prof. Elena Cedrola http://docenti.unimc.it/docenti/elena-cedrola Contenuti

Dettagli

Corso Tecnico di redazione di progetti Europei

Corso Tecnico di redazione di progetti Europei Corso Tecnico di redazione di progetti Europei Politiche, programmi, bandi Dovrebbe essere innanzitutto chiaro che le risorse finanziarie messe a disposizione dal bilancio europeo attraverso i bandi servono

Dettagli

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con Determinazione del Direttore Generale n. 244 del 20/07/2010 L importanza di un sistema operativo di valutazione comune e riconoscibile

Dettagli

La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane

La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane L importanza delle risorse umane per il successo delle strategie aziendali Il mondo delle imprese in questi ultimi anni sta rivolgendo

Dettagli

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus Partire dalla culla.. Esiste un rapporto diretto tra il tempismo con cui ha luogo il processo

Dettagli

ASPETTI ECONOMICO-AZIENDALI DEL CONTRATTO DI RETE

ASPETTI ECONOMICO-AZIENDALI DEL CONTRATTO DI RETE ASPETTI ECONOMICO-AZIENDALI DEL CONTRATTO DI RETE Tommaso Perfetti dottore di ricerca in economia aziendale dottore commercialista e revisore dei conti 8 febbraio 2013 Il concetto di aggregazione aziendale

Dettagli

Sviluppo di comunità

Sviluppo di comunità Sviluppo di comunità Rendere la comunità locale un attore del cambiamento sociale S e per comunità si intende un gruppo sociale (comunità locale, scuola, organizzazione, associazione), nel quale relazioni,

Dettagli

MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista

MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista Bologna 24 novembre 2013 Roberta Arbellia Indagine Nursind e Cergas Bocconi ottobre 2013 Infermieri forte orgoglio

Dettagli

LE STRATEGIE DI COPING

LE STRATEGIE DI COPING Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono

Dettagli

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi

Dettagli

La Responsabilità Sociale e i suoi strumenti Una introduzione

La Responsabilità Sociale e i suoi strumenti Una introduzione La Responsabilità Sociale e i suoi strumenti Una introduzione Mario Viviani, 2006 Integrazione uno Una impresa (o un sistema di imprese) funziona bene tanto più gli interessi che la percorrono sono congruenti,

Dettagli

La mediazione sociale di comunità

La mediazione sociale di comunità La mediazione sociale di comunità Percorso di formazione destinato agli operatori e alle operatrici del numero verde contro la tratta della Provincia di Milano Elvio Raffaello Martini Agosto 2008 MartiniAssociati

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dello Sviluppo Economico DIPARTIMENTO PER L IMPRESA E L INTERNAZIONALIZZAZIONE DIREZIONE GENERALE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE E GLI ENTI COOPERATIVI Div. VIII PMI e Artigianato Indagine su

Dettagli

Piano di Sviluppo Competenze

Piano di Sviluppo Competenze Piano di Sviluppo Competenze La proprietà e i diritti d'autore di questo documento e dei suoi allegati appartengono a RES. Le informazioni in esso contenute sono strettamente confidenziali. Il documento,

Dettagli

Quale futuro per le PMI di Spedizioni Internazionali del Lazio

Quale futuro per le PMI di Spedizioni Internazionali del Lazio CENTRO STUDI Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni Progetto Confetra Lazio: Quale futuro per le PMI di Spedizioni Internazionali del Lazio Roma, maggio 2011 PROGETTO REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DELLA

Dettagli

Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto

Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto L indagine internazionale ALL raccoglie elementi importanti che riguardano la

Dettagli

Vuole rappresentare un punto di riferimento affidabile in quei delicati momenti di cambiamento e di sviluppo del nuovo.

Vuole rappresentare un punto di riferimento affidabile in quei delicati momenti di cambiamento e di sviluppo del nuovo. MASTER si propone come facilitatore nella costruzione e pianificazione di strategie di medio e lungo termine necessarie ad interagire con gli scenari economici e sociali ad elevato dinamismo. Vuole rappresentare

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

FARE COOPERATIVA La cooperativa in 10 domande

FARE COOPERATIVA La cooperativa in 10 domande FARE COOPERATIVA La cooperativa in 10 domande 1. Quali sono le caratteristiche distintive dell impresa cooperativa? L impresa cooperativa è un impresa costituita da almeno 3 soci e può avere la forma della

Dettagli

Sostegno e Accompagnamento Educativo

Sostegno e Accompagnamento Educativo Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione

Dettagli

Questionario di interessi professionali Q.I.P.

Questionario di interessi professionali Q.I.P. Questionario di interessi professionali Q.I.P. Gli interessi professionali Nella vita di una persona, la scelta del percorso formativo e della professione rappresentano momenti importanti e significativi.

Dettagli

Capitolo 12. La strategia di espansione globale. Caso di apertura

Capitolo 12. La strategia di espansione globale. Caso di apertura EDITORE ULRICO HOEPLI MILANO Capitolo 12 La strategia di espansione globale Caso di apertura 12-3 La Wal-Mart si è rivolta verso altri paesi per tre ragioni - Le opportunità di crescita interna stavano

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso

Dettagli

Direzione centrale attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali Area per il manifatturiero

Direzione centrale attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali Area per il manifatturiero Direzione centrale attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali Area per il manifatturiero FVG regione a vocazione manifatturiera Settori di specializzazione FVG Principali

Dettagli

Nascita, caratteristiche ed evoluzione dei sistemi di welfare. Prof. Carlo Borzaga

Nascita, caratteristiche ed evoluzione dei sistemi di welfare. Prof. Carlo Borzaga Nascita, caratteristiche ed evoluzione dei sistemi di welfare Prof. Carlo Borzaga Sommario! alcune definizioni! perché servono politiche di welfare! i principali ambiti di intervento e i modelli di welfare!

Dettagli

Il micro credito etico sociale nella prospettiva del credito cooperativo EVERARDO MINARDI

Il micro credito etico sociale nella prospettiva del credito cooperativo EVERARDO MINARDI Il micro credito etico sociale nella prospettiva del credito cooperativo EVERARDO MINARDI Il nostro percorso Le parole chiave per decifrare la nostra storia La persona e i suoi bisogni relazionali Il dono,

Dettagli

Strategie e Controllo

Strategie e Controllo Strategie e Controllo Consulenza di Direzione e Organizzazione Aziendale La nostra specializzazione: Un esperienza che risale al 1985 Un metodo perfezionato sulle caratteristiche delle piccole e medie

Dettagli

Contabilità generale e contabilità analitica

Contabilità generale e contabilità analitica 1/5 Contabilità generale e contabilità analitica La sfida della contabilità analitica è di produrre informazioni sia preventive che consuntive. Inoltre questi dati devono riferirsi a vari oggetti (prodotti,

Dettagli

La costruzione di un Project Work

La costruzione di un Project Work CORSO DI ALTA FORMAZIONE Il lavoro sociale nei contesti della complessità: gli assistenti sociali verso nuovi saperi A.A 2007/2008 La costruzione di un Project Work Materiale didattico a cura di Dante

Dettagli

L analisi dei costi: il costing

L analisi dei costi: il costing L analisi dei Costi - a.a. 2012/2013 L analisi dei costi: il costing 1 La tecnica del costing (1) Il termine costing indica la tecnica specificatamente rivolta alla rilevazione dei costi. Negli ultimi

Dettagli

Istituto Tecnico Commerciale Statale e per Geometri E. Fermi Pontedera (Pi)

Istituto Tecnico Commerciale Statale e per Geometri E. Fermi Pontedera (Pi) Istituto Tecnico Commerciale Statale e per Geometri E. Fermi Pontedera (Pi) Via Firenze, 51 - Tel. 0587/213400 - Fax 0587/52742 http://www.itcgfermi.it E-mail: mail@itcgfermi.it PIANO DI LAVORO Prof. SIMONETTA

Dettagli

La riforma del servizio di distribuzione del

La riforma del servizio di distribuzione del CReSV Via Röntgen, 1 Centro Ricerche su Sostenibilità e Valore 20136 Milano tel +39 025836.3626 La riforma del servizio di distribuzione del 2013 gas naturale In collaborazione con ASSOGAS Gli ambiti territoriali

Dettagli

Strategia della Fondazione svizzera per la promozione dell allattamento al seno

Strategia della Fondazione svizzera per la promozione dell allattamento al seno Strategia della Fondazione svizzera per la promozione dell allattamento al seno Scopo della Fondazione La persegue quale scopo la promozione dell allattamento in Svizzera, in particolare mediante un informazione

Dettagli

COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento

COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE Informazioni di approfondimento Come vengono gestiti i versamenti ai fondi pensione complementare? Prima dell adesione

Dettagli

L organizzazione aziendale

L organizzazione aziendale Università degli studi di Teramo Facoltà di Agraria Lezioni di Economia e gestione delle imprese vitivinicole aziendale Emilio Chiodo Anno Accademico 2014-2015 Le operazioni aziendali Il sistema delle

Dettagli

IL CASO: Hewlett-Packard

IL CASO: Hewlett-Packard IL CASO: Hewlett-Packard Proposta acquisizione Compaq con duplice finalità (Fiorina): 1) conseguimento economie di scala; 2) ingresso nel mercato dei servizi. Pareri sfavorevoli alla fusione (Hewlett e

Dettagli

ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE

ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE 1 a) L organizzazione: concetti generali b) La struttura organizzativa c) I principali modelli di struttura organizzativa a) La struttura plurifunzionale b) La struttura

Dettagli

Costruzioni: mercato interno sempre più debole. Niente ripresa nel 2014

Costruzioni: mercato interno sempre più debole. Niente ripresa nel 2014 Costruzioni: mercato interno sempre più debole. Niente ripresa nel 2014 Roma 28 novembre 2013 - Nel 2012 il volume economico generato dal sistema italiano delle costruzioni, compresi i servizi, è stato

Dettagli

Tecniche Di Project Management. Le Architetture Organizzative di progetto

Tecniche Di Project Management. Le Architetture Organizzative di progetto Tecniche Di Project Management Le Architetture Organizzative di progetto 1 La struttura organizzativa E la configurazione degli organi aziendali e degli insiemi di compiti e di responsabilità loro assegnati

Dettagli

RIDURRE I COSTI ENERGETICI!

RIDURRE I COSTI ENERGETICI! Otto sono le azioni indipendenti per raggiungere un unico obiettivo: RIDURRE I COSTI ENERGETICI! www.consulenzaenergetica.it 1 Controllo fatture Per gli utenti che sono o meno nel mercato libero il controllo

Dettagli

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione PROVINCIA DI POTENZA Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio Home PIANO D AZIONE ENEPOLIS Indice ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione L attività E comprende tre azioni specifiche;

Dettagli

È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale

È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale Cos è un piano urbanistico? È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale È uno strumento prima di

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

Convegno. Aree industriali e politiche di piano. Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile. Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00

Convegno. Aree industriali e politiche di piano. Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile. Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00 Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00 Università Roma Tre, Dipartimento di Architettura Via della Madonna dei Monti, 40 Convegno Aree industriali e politiche di Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione

Dettagli

LA GESTIONE DELLE INFORMAZIONI IN AZIENDA: LA FUNZIONE SISTEMI INFORMATIVI 173 7/001.0

LA GESTIONE DELLE INFORMAZIONI IN AZIENDA: LA FUNZIONE SISTEMI INFORMATIVI 173 7/001.0 LA GESTIONE DELLE INFORMAZIONI IN AZIENDA: LA FUNZIONE SISTEMI INFORMATIVI 173 7/001.0 LA GESTIONE DELLE INFORMAZIONI IN AZIENDA: LA FUNZIONE SISTEMI INFORMATIVI PIANIFICAZIONE STRATEGICA NELL ELABORAZIONE

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità Istituto Comprensivo Statale Lorenzo Bartolini di Vaiano Piano dell Offerta Formativa Scheda di progetto Progetto 5 Formazione, discipline e continuità I momenti dedicati all aggiornamento e all autoaggiornamento

Dettagli

CONAI: BILANCIO DI DIECI ANNI DI ATTIVITA

CONAI: BILANCIO DI DIECI ANNI DI ATTIVITA CONAI: BILANCIO DI DIECI ANNI DI ATTIVITA A distanza di 10 anni dall inizio della sua attività è possibile fare un primo bilancio dei risultati dell impegno che il sistema delle imprese, rappresentato

Dettagli

master mi Scenari e posizionamento strategico nel territorio Sistemi gestionali avanzati per territori complessi Sergio Zucchetti

master mi Scenari e posizionamento strategico nel territorio Sistemi gestionali avanzati per territori complessi Sergio Zucchetti Sistemi gestionali avanzati per territori complessi Scenari e posizionamento strategico nel territorio Sergio Zucchetti Milano 25 febbraio 2011 Finalità e ingredienti del nuovo modello di programmazione

Dettagli

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-2018

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-2018 MACRO OBIETTIVO 7 Codici indicatori: 7.6.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-2018 Programma: Mantenimento e Implementazione del Sistema per supportare le istituzioni scolastiche nella promozione della

Dettagli

ECONOMIA DEI GRUPPI DELLE IMPRESE TURISTICHE

ECONOMIA DEI GRUPPI DELLE IMPRESE TURISTICHE ECONOMIA DEI GRUPPI DELLE IMPRESE TURISTICHE Dott.ssa Francesca Picciaia Università di Perugia Facoltà di Economia LE FORME AGGREGATIVE NELLE IMPRESE TURISTICHE 2 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO Globalizzazione

Dettagli

Corso semestrale di Analisi e Contabilità dei Costi

Corso semestrale di Analisi e Contabilità dei Costi Corso semestrale di Analisi e Contabilità dei Costi Aureli Selena 1_Sistema di controllo e contabilità analitica Perché analizzare i costi aziendali? La CONOSCENZA DEI COSTI (formazione, composizione,

Dettagli

Organizzazione e pianificazione delle attività di marketing

Organizzazione e pianificazione delle attività di marketing Organizzazione e pianificazione delle attività di marketing Il continuum delle strutture tra efficienza ed efficacia Struttura funzionale Struttura divisionale Struttura a matrice Struttura orizzontale

Dettagli

Alcuni chiarimenti in merito alla qualificazione del servizio di gestione del Centro diurno per anziani

Alcuni chiarimenti in merito alla qualificazione del servizio di gestione del Centro diurno per anziani Alcuni chiarimenti in merito alla qualificazione del servizio di gestione del Centro diurno per anziani Per quanto riguarda la richiesta di chiarimenti presentata, relativa alla corretta qualificazione

Dettagli