PROGETTO BULLISMO Segnali precoci ed evoluzione
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- Federico Lazzari
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1 PROGETTO BULLISMO Segnali precoci ed evoluzione La quotidiana presenza di aggressivita e prevaricazione presentataci dai mass-media rende paradossale l idea che il bullismo sia un fenomeno sconosciuto, eppure la proliferazione di articoli o di corsi di formazione si accompagna ad una pericolosa confusione terminologica e concettuale che rischia solamente di inficiare qualsiasi intervento preventivo e di contrasto efficace. Sempre piu spesso il bullismo viene dilatato nei suoi confini inglobando in esso fenomeni ed eventi del tutto eterogenei: dallo scherzo tra coetanei fino a veri e propri atti di criminalita minorile. Dobbiamo ricordare pero che soprattutto in eta scolare e fondamentale riuscire a distinguere il bullismo vero e proprio da atti di aggressivita emozionale ed estemporanea che in certa misura devono essere considerati fisiologici, seppur richiedendone sempre un intervento educativo tempestivo. Pertanto l atto di bullismo, oltre a presentare i caratteri dell intenzionalita e della dannosita, puo essere descritto ricorrendo a tre parole chiave: 1. sistematicita : il bullo pianifica i suoi atti di prevaricazione scegliendo le vittime tra i ragazzi maggiormente isolati ed incapaci di difendersi; seleziona i momenti ed i luoghi per agire in modo da ridurre il rischio di effetti punitivi da parte dell adulto o di vendette da parte dei compagni. 2. potere: c e sempre differenza di potere tra il bullo e la vittima; ossia la vittima non e in grado di fronteggiare verbalmente o fisicamente l aggressore. In altri termini il bullo gode spesso dell appoggio o della complicita di un gruppo di compagni, mentre la vittima e generalmente un ragazzino isolato ed inibito. 3. deumanizzazione: terzo ed ultimo indicatore, questo significa che la vittime viene colpita in aspetti cosi intimi da provare veri e propri sentimenti di vergogna e colpa tanto da abbassarne la sua autostima soprattutto se gli atti di prevaricazione avvengono in situazioni pubbliche, al punto tale che la vittima finisce di considerarsi responsabile di quanto accade. L analisi congiunta dei tre punti sopra descritti permette di rilevare con sufficiente attendibilita comportamenti di bullismo e distinguerlo da scherzi tipici dell eta evolutiva e da comportamenti aggressivi motivati da intense e momentanee emozioni di rabbia. E chiaro che siamo oltre il bullismo quando si verificano : danni gravi ed invalidanti per la vittima uso di armi proprie ed improprie minacce di morte
2 Orbene questi indicatori permettono di riconoscere atti di bullismo che dovessero verificarsi in classe, in palestra, a mensa,ecc., ma e da sottolineare che questo fenomeno spesso procede in modo subdolo prima di esplodere in maniera eclatante e cio ci induce ad analizzare criticamente segnali precoci che ci permettono di individuare i bambini a rischio. Cio ovviamente non significa affermare l esistenza di bullismo gia nella scuola dell infanzia, poiche indagini epidemiologiche evidenziano come l eta a rischio sia rappresentata dall ultimo triennio della scuola primaria, piuttosto il periodo 3-6 anni rappresenta un osservatorio privilegiato per alcune fragilita emotive: difficolta di attaccamento genitore/bambino carenti abilita sociali ridotte capacita di autoregolazione emozionale Buona pratica e l osservazione dei bambini nel cosiddetto gioco di zuffa o roughand tumble play perche attraverso tale attivita si apprende a : controllare i propri movimenti dosare la forza muscolare riconoscere il disagio dell altro In particolare i bambini a rischio presentano mimica emotiva improntata alla rabbia ed alla paura piuttosto che alla felicita ed al piacere producono verbalizzazioni aggressive non permettono all altro di cambiare i ruoli Percorsi di prevenzione primaria Cio ci apre ad interessanti prospettive a livello di prevenzione primaria. In altri termini i bambini che presentano precocemente alterazioni comportamentali e che non beneficiano di tempestivi programmi educativi di recupero hanno un alta probabilita di diventare adolescenti ed adulti devianti. L universita del Colorado dal 1996 ad oggi ha sottoposto a ricerca valutativa oltre 800 programmi sviluppati nel mondo per prevenire e contrastare la violenza in eta evolutiva,ebbene, di essi solo 11 hanno soddisfatto i criteri di efficienza ed efficacia richiesti ed anche i migliori programmi hanno mostrato un tasso di successo non superiore al 70%. Questo ci dimostra, quindi, come il bullismo tenda a cronicizzarsi diventando difficilmente contrastabile quando ci sono cristallizzazioni dei rapporti interpersonali e delle identita personali. Una strada promettente per noi operatori della scuole e quella dell educazione all affettivita in quanto con adeguati percorsi potremmo agire su alcune distorsioni e deficit emozionali/affettivi implicati in atti di bullismo. Educare alle emozioni: Finalita e strutture
3 Le emozioni rappresentano un fenomeno complesso e di recente indagine nell ambito delle scienze psico-pedagogiche. Tradizionalmente in ambito culturale e filosofico occidentale esse sono state spesso considerate ostacolo a modalita di pensiero razionali;di conseguenza ogni persona razionale doveva essere in grado di controllarle al fine di evitare interferenze nei processi decisionali freddi. In realta la scienza neuro psicologica recente riconosce alle emozioni modulate un ruolo centrale in tutti i processi cognitivi e comportamentali, compresi quelli da apprendimento, costituendo emozioni ed intelletto due meta di un intero: la mente. Il Q.I. puo aiutarci a capire ed affrontare il mondo ma sono le emozioni, il Q.E. a modulare il nostro agire (concetto elaborato dal Goleman). Pertanto i nostri obiettivi dovranno orientarsi verso l acquisizione di una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni riconoscimento emozioni altrui comprensione delle proprie emozioni autoregolazione delle proprie emozioni. Attivita ludiche e relazionali sono mezzi efficaci in virtu delle quali si puo ampliare il proprio repertorio emozionale Compiti dell adulto: Riconoscere al bambino/ragazzo il diritto di provare tutte le emozioni (felicità/paura,rabbia/tristezza,vergogna/imbarazzo,orgoglio, ecc.) in quanto un esperienza emozionale a 360 è indice di sano e armonico sviluppo affettivo. Insegnare ad esprimere le emozioni in maniera non violenta e distruttiva Distinguere la rabbia come sentimento innato ed in sé funzionale e positivo dalla aggressività che è invece una modalità comportamentale appresa e distorta con cui si esprime collera. Rappresentare un modello di autoregolazione emozionale,infatti nel periodo 3/8 anni i bambini si modellano sugli adulti per quanto riguarda il modo di esprimersi a tutti i livelli( verbale, comportamentale, affettivo ecc. Porsi come modello di apprendimento in tutti gli scambi relazionali nel corso della giornata In tutto questo percorso di osservazione (Scuola dell Infanzia), insegnamentoapprendimento emozionale (Scuola Primaria e Secondaria di 1 grado) è necessario parlare di regole? Qual è la loro utilità? A cosa sevono? Educare alle o con le regole: Verso una disciplina efficace Dall alternanza di una visione assolutamente costrittiva e di una lassista che ha segnalato parzialità ed inefficacia si è giunti a comprendere l utilità delle regole ed a implementarne un sistema disciplinare razionale ed efficace.
4 Le regole infatti, non servono a limitare la libertà ma servono a guidare comportamenti in contesti complessi (prima funzione) La regola inoltre, ha come seconda funzione quella di rendere il mondo prevedibile, cioè si può vivere sereni solo se si è in grado di prevedere quali conseguenze (punitive o premianti) seguiranno determinati comportamenti. Da ciò emerge una visione positiva educativa delle regole scevra di qualsiasi connotazione autoritaria, quindi, la predisposizione di un sistema di regole fin dalla più tenera età si rivela un fondamentale strumento di prevenzione e controllo del bullismo. Perché le regole risultino efficaci devono essere in: Numero quantificabile Precise ed esplicite Coerenti Non prive di conseguenze Le regole, in altri termini, non costituiranno l obiettivo finale della nostra azione educativa ma il mezzo con cui perseguire un vivere civile all interno della classe e della scuola. Insegnare con le regole Organizzare gruppi di lavoro con le regole Giocare con le regole, devono diventare attività quotidiane e fondamentali affinché si apprenda non a rispettarle ma a studiare, a giocare, a parlare ed a interagire in base alle regole. Insegnanti coinvolti: Campi di esperienza, aree disciplinari e discipline : Spazi ed ambienti : Tutti Tutte Tutti ATTIVITA Discussioni in classe Recite teatrali Role- play (in cui il discolo si cala nei panni della vittima e viceversa) Commento di racconti o filmati Riflessioni in gruppo per l apprendimento di abilità sociali nuove Attività creative e ricreative Uso di tecnologie Attività sportive Insegnare ai bambini/ragazzi fragili emotivamente ad: Aver fiducia in se stessi Ad essere assertivi Ad affermare i propri diritti A cercare condivisione
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