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1 Servizio Assistenza tecnica e supporto al funzionamento Osservatorio Regionale per la Formazione Continua Rif.to contratto rep. n del FASE 1.a ) Stabilizzazione delle articolazioni territoriali e animazione periodica Animazione territoriale: focus group territoriali Report relativo al focus group di Macerata 15 maggio 2014

2 1. Obiettivi dei Focus Group Contribuire ad aggiornare in modo dinamico le rilevazioni dei fabbisogni formativi e delle figure professionali dei territori interessati, con il fine ultimo di contribuire in modo significativo alla politica di programmazione locale. Garantire continuità all azione di animazione territoriale come strumento chiave per la funzionalità dell Osservatorio regionale sulla formazione continua. 2. Metodologia utilizzata La sessione di lavoro ha sviluppato un confronto diretto, guidato e interattivo, fondato sugli strumenti base del coaching (ascolto attivo; domande efficaci) e orientato a far emergere gli aspetti di cui al successivo punto 4. Ciascun partecipante ha offerto il proprio contributo attingendo alla personale esperienza professionale e contribuendo a costruire un quadro d insieme, reso possibile dall integrazione delle diverse prospettive individuali. 3. Partecipanti Rappresentanti delle parti sociali, dell Amministrazione Provinciale e di altri soggetti attivi nel sistema della formazione continua regionale (si veda foglio presenze allegato). 4. Principali punti oggetto di confronto Confronto sui dati macroeconomici relativi al territorio provinciale e sul loro impatto potenziale sulle imprese e sul sistema della formazione continua. Confronto su spunti di riflessioni derivanti dalla survey condotta da Censis nell autunno 2013 presso un panel di imprese del territorio provinciale. Verifica dello stato dell arte dei fabbisogni formativi e professionali, specie in relazione alle previsioni del Piano formativo territoriale del 2011, output della prima annualità di F.a.r.o.Lab e strumento significativo per la programmazione delle politiche formative sui territori. 2

3 5. Sviluppo del focus group Alcuni stimoli dai dati macro economici provinciali (aggiornati al 2012) La presentazione dei dati relativi alla provincia di Macerata realizzata da Censis, mette in evidenza: - Una forte attrattività della provincia per quanto riguarda gli stranieri. Macerata detiene il record regionale per numero di presenze e per penetrazione degli stranieri residenti; - Un tasso di disoccupazione fra i più bassi della regione e secondo solo alla provincia di Pesaro Urbino. Anche il dato relativo alla disoccupazione giovanile è sostanzioso ma meno drammatico che in altri contesti. - Dinamiche occupazionali in relazione ai settori: una crescita consistente in termini di occupati nell agricoltura, a partire però da valori assoluti molto contenuti (analogamente a quanto accaduto in altre province). Le perdite più rilevanti si registrano nell industria e nei servizi. - Un buon andamento dei flussi turistici, confermato sia dal dato relativo alla presenza media che dalla bilancia dei pagamenti del settore. Confrontando le spese degli stranieri che vengono in vacanza sul territorio provinciale con quelle di coloro che dalla provincia vanno all estero, il saldo è in pareggio, a differenza di altre province che hanno tassi più sbilanciati e meno in equilibrio. Questo elemento, fra gli altri, conferma il settore turistico come un potenziale volano di sviluppo del territorio, come già rilevato nei focus group delle annualità precedenti. Alcuni stimoli derivanti dalla survey condotta da Censis nell autunno 2013 presso un panel di imprese del territorio provinciale. All indagine condotta da Censis con metodo Cawi, ha risposto un esiguo numero di imprese. Per questo motivo, e considerato che non si tratta di campione rappresentativo, gli esiti sono stati riportati all interno del focus group con lo scopo di individuare parametri utili per l analisi e per il confronto. Di seguito i dati più significativi e maggiormente ripresi nel confronto che ha fatto seguito all esposizione: - L organico delle imprese è rimasto sostanzialmente stabile. - Canale di reclutamento del personale: alla domanda relativa alle modalità utilizzate per reclutare personale era possibile dare più risposte. Il 76,9 per cento dei rispondenti ha sostenuto di utilizzare il contatto diretto e il 29,8 per cento il passaparola, di fatto 3

4 confermando anche in questa provincia come nelle altre la netta prevalenza del network informale sull intermediazione professionale e istituzionale. Tuttavia, in provincia di Macerata così come a Pesaro il ricorso a questi ultimi canali, appare più elevato rispetto alle altre tre province marchigiane. - Collaborazioni interaziendali: in provincia di Macerata, così come per Fermo ed Ascoli, la crisi sembra aver accentuato l apertura delle imprese a dialogare con altre imprese e a realizzare forme di scambio ed integrazione. - Infine, sollecitate a dichiarare quali strategie hanno messo in moto in tempi di crisi, il 39% circa delle imprese dichiara di non aver adottato interventi specifici, dimostrando un approccio attendista, talvolta reattivo, ma di certo non proattivo. Confronto sui dati macroeconomici e sugli spunti di riflessioni derivanti dalla survey. Stato dell arte dei fabbisogni formativi e professionali Al termine dell esposizione dei dati, i partecipanti sono stati coinvolti attraverso la metodologia di cui al precedente punto 2 a partire dai dati illustrati da Censis, utilizzati come stimoli e suggestioni. Di seguito riportiamo le principali risultanze emerse dal confronto. Ruolo dei Centri per l impiego e reclutamento Di fronte al dato di un reclutamento fondato sostanzialmente su contatti personali, viene sollevato un interrogativo: come si coniuga questa preferenza dell impresa con la preferenza dei giovani per il web nella ricerca lavoro. In effetti, nella survey solo il 5% delle aziende dichiara di ricorrere a internet. Questa asimmetria fornisce un informazione che potrebbe essere oggetto di successivi approfondimenti. La preponderanza del network informale non desta sorpresa nei partecipanti al focus group, in un territorio in cui la fabbrica è ritenuta un po un appendice delle relazioni familiari e in cui spesso la richiesta di personale riguarda profili con esperienza. Vale la pena comunque di riconoscere una valenza positiva al dato percentuale relativo al ricorso ai Centri nella provincia di Macerata perché, nonostante più basso di altri canali, è più alto di quanto si registri in media a livello nazionale. Il ruolo dei Centri nell intermediazione tra domanda e offerta di lavoro cresce quanto più è diretto il rapporto con le imprese e con gli imprenditori. Questo richiede un attivazione da parte degli operatori dei Centri, esige una presenza fisica presso le aziende, tale da poter 4

5 costruire un rapporto di fiducia. Esperienze recenti, condivise dai partecipanti al focus group, confermano questo dato. Risultanze positive arrivano anche dai progetti di rete che includono enti di formazione, Centro per l impiego, associazioni di categoria. Questo consente di canalizzare l erogazione di più soggetti e di evitare che le imprese abbiano più interlocutori sovrapposti e tra loro non coordinati. Viene riconosciuto come l apertura della Regione alle agenzie private potrebbe contribuire a rendere più forte la percentuale delle imprese che fa riferimento alla mediazione professionale. Atteggiamento verso la formazione e ruolo dei Fondi interprofessionali Su questo aspetto i punti di vista sono un po contrastanti. Taluni confermano la distanza delle imprese più piccole dalla formazione, troppo impegnate nella gestione quotidiana per poter distogliere risorse umane dal processo produttivo. Per altri invece, anche in quelle aziende fino a 10 dipendenti in cui qualche tempo fa era piuttosto inutile parlare di formazione, si è registrato un cambiamento profondo dovuto a una serie di fattori: - La crisi che ha spinto le aziende a fare riflessioni sulla propria organizzazione interna. In particolare l impossibilità di far leva solo sul prezzo ha costretto a migliorare l efficienza, individuando nuove strategie di produzione e organizzazione. In questo è stato fondamentale il ruolo della formazione erogata attraverso i fondi, molto flessibile anche grazie alla possibilità di fare corsi con poche persone (3). La flessibilità, la personalizzazione, le procedure non farraginose, i risultati tangibili, hanno agevolato la diffusione della formazione continua. - Una volta sperimentato lo strumento del fondo, l azienda, anche la più piccola, anche la meno strutturata vuole ripetere l esperienza. E questo è accaduto anche per le competenze trasversali: tra le più richieste quelle riguardanti la comunicazione. - La formazione obbligatoria continua ad essere richiesta. Il costo è dato soprattutto dal mancato reddito, ma le criticità risultano gestibili grazie alla possibilità, riconosciuta dal fondo, di ripetere più edizioni. Rispetto alle imprese di medio grandi dimensioni, si rilevano significativi cambiamenti dal 2010 ad oggi per quanto riguarda l approccio alla formazione continua, in primo luogo un miglioramento generale della qualità. L offerta formativa si sta polarizzando, con un focus sui temi della sicurezza per gli operai e una presenza forte dei quadri sull alta formazione, 5

6 guidata soprattutto dalla necessità di trovare nuovi mercati, rivedere le strategie, cercare nuove strade imprenditoriali. La domanda formativa da parte delle imprese si è evoluta, assumendo contorni più precisi: i corsi interaziendali con grandi numeri, volti a sensibilizzare più che a sviluppare competenze applicabili hanno fatto il loro tempo. L esigenza è quella di individualizzare le risposte. Il trend riscontrabile nel sistema delle imprese medio-grandi è partito anni fa dalla formazione obbligatoria, è passato dalla formazione interaziendali per poi approdare oggi a quella aziendale, progettata su misura e molto vicina alla consulenza. Il prossimo traguardo? Segnali interessanti si registrano nella direzione delle Scuole Aziendali cui alcune grandi imprese guardano per svariati motivi: il desiderio di personale già formato secondo gli standard specifici dell impresa; la necessità di sopperire alla carenza di profili qualificati anche per l assenza di un offerta formativa post diploma e post laurea in settori strategici per il territorio come quello della moda; l integrazione di una importante leva di marketing. Si tratta di intendimenti ambiziosi, in linea con le vocazioni del territorio, che ad oggi si arrestano però di fronte all entità degli investimenti richiesti. L evoluzione della formazione continua è stata indubbiamente supportata dai Fondi Interprofessionali che hanno consentito l utilizzo di metodologie funzionali alle esigenze delle imprese e alternative alla lezione frontale quali training on the job e learning by doing. In questa direzione, un prossimo passo significativo potrebbe essere quello di portare a galla ed esplicitare quelle forme sviluppo delle competenze interne all organizzazione che pur non essendo riconosciute sotto il nome di formazione, sono generative di crescita culturale perché costruiscono apprendimento individuale e collettivo. Pur riconoscendo ai fondi interprofessionali elementi di apertura sulle metodologie, viene tuttora rimproverato, in particolare a Fondimpresa, un eccesso di rigidità sia sotto il profilo della gestione finanziaria sia su alcune modalità operative (impossibilità di apportare modifiche in corso d opera per quanto concerne le aziende partecipanti e difficoltà conseguenti a rimpiazzare quelle che nel frattempo cessano l attività). Trend settoriali e fabbisogni professionali/di competenze Il focus group ha cercato di interpretare anche i principali cambiamenti intervenuti rispetto a quanto previsto nel Piano formativo territoriale della Provincia di Macerata, output della 6

7 prima annualità del progetto F.a.r.o.Lab. (2010/2011). Di seguito i punti principali emersi da questa ricognizione: - Il settore manifatturiero viene riconosciuto come settore trainante della ricchezza provinciale. Quello delle energie alternative ha deluso: frutto più degli incentivi che di una strategia, non ha prodotto l occupazione attesa, almeno a giudicare dagli esiti dei corsi di formazione per profili professionali collegati a questo settore. - L altro dato in controtendenza, stando all osservazione dei partecipanti, riguarda il numero dei laureati che non pare essere in crescita. - Viene invece confermata la necessità di potenziare l offerta formativa per sostenere il ricambio generazionale e per gli imprenditori. Per quanto riguarda questo ultimo punto, è necessario riflettere su un erogazione della formazione che tenga conto anche dell età dei titolari di impresa coinvolti. Risulta ancora significativo il fabbisogno delle seguenti competenze specifiche: - logistica e ottimizzazione delle funzioni di fornitura, movimentazione, e relativi gestionali dedicati; - organizzazione di impresa; organizzazione di sistema (filiera), come competenza manageriale; - tecniche di marketing, gestione dei brand, commercializzazione, produzione time-tomarket (anche con specifico riferimento all azione sui mercati internazionali emergenti), come competenza tecnica e tecnico-manageriale; - ingegnerizzazione di prodotto (e relativi SW dedicati), design, ricerca e innovazione sui materiali; - animazione territoriale e marketing territoriale; imprenditoria turistica-territoriale (per imprenditori, operatori del settore turistico/ricettivo e agricolo/turistico, e per decisori locali); - sviluppo della società della conoscenza: programmazione formativa e formazione di agenti di sviluppo. Sul versante delle competenze aspecifiche o trasversali, si conferma, anche a un triennio di distanza, la necessità di potenziare: - competenze organizzative (come competenze trasversali): comunicazione e relazione intraorganizzativa, comportamenti organizzativi. 7

8 Collaborazione tra imprenditori Anche su questo fronte, il focus group ha messo in luce opinioni diverse, soprattutto in relazione alla dimensione delle imprese. Nell ambito delle imprese di più piccole dimensioni ci sono state esperienze di promozione di reti d impresa, specie finalizzate all avvio di processi di internazionalizzazione e all esplorazione di nuovi mercati. Si segnala la necessità di continuare ad accompagnare questi percorsi con figure che siano in grado di proseguire l azione di animazione e coordinamento (aspetto questo che come per il reclutamento depone a favore dell introduzione nel sistema di una competenza come quella dell Agente per lo sviluppo e il cambiamento). Per il sistema delle grandi imprese lo scenario sembra essere diverso. Scarso l interesse dimostrato in questi anni per seminari e iniziative di promozione delle reti di impresa, una tendenza confermata anche dal fallimento delle due reti implementate. Si tratta di un atteggiamento così consolidato che si è richiesto alla Regione di rivedere il parametro delle reti di imprese come fattore di facilitazione per l accesso ai bandi. Il settore turistico e i fabbisogni di competenze La capacità di fare rete sarebbe invece strategica per il turismo, settore per il quale vengono confermati i fabbisogni di professionalità e competenze già rilevati nel Piano formativo territoriale del Viene accolto con soddisfazione il dato relativo alla permanenza media dei turisti sul territorio della provincia di Macerata, risultato anche di una programmazione e di una capacità di integrare opportunamente le risorse. Per rispondere alla necessità di competenze degli operatori in primo luogo quelle linguistiche sono da migliorare i sistemi di lettura dei fabbisogni e la tempistica dei bandi, al fine di evitare come accaduto in passato - che l offerta formativa venga promossa nei periodi di stagionalità coincidenti con il massimo impegno degli operatori turistici. Presenza degli immigrati sul territorio Una notazione con riferimento ai dati macroeconomici fine 2012 proposti da Censis: i partecipanti al focus group ritengono che nell ultimo anno la componente immigrata sul territorio sia diminuita, percezione confermata anche dai dati dell anagrafe scolastica regionale. I partecipanti rilevano una tendenza sia a rientrare nei paesi di origine che a 8

9 spostarsi in altri paesi Inghilterra, Germania come conseguenza della crisi e della disoccupazione che ne è derivata. Sul sistema della formazione in generale Appare necessario sostenere questo orientamento delle imprese di maggiore apertura verso la formazione continua, forzato dalla crisi, dalla necessità di trovare soluzioni e dall accesso ad esperienze positive, realizzate soprattutto grazie alla flessibilità dei fondi interprofessionali. Questo sostegno richiede un potenziamento dell attività di animazione presso le imprese, come documentato da esperienze utili già attivate all interno sia dei Centri per l impiego che delle parti sociali. Le esperienze hanno dimostrato che il potenziamento della formazione continua passa per la flessibilità. Oltre ai fondi, sono i voucher formativi a valere sulla legge 236 che possono rispondere a questo bisogno. Serve un offerta formativa continua nel senso proprio del termine, non legata a singoli bandi e poco vincolata a priorità dettate dall alto. Vengono segnalati buoni esempi di collaborazione tra fondi interprofessionali e Provincia proprio nell ottica di garantire al meglio flessibilità e orientamento al risultato. Importante garantire il coinvolgimento e la co-progettazione da parte dei titolare dell impresa; in questo senso si evidenzia un punto debole dell esperienza degli ammortizzatori in deroga che non richiedevano il coinvolgimento diretto dell azienda nella formazione dei dipendenti, demandando la scelta formativa solo ai lavoratori, e con ciò perdendo l occasione di coinvolgere l azienda nella definizione dei fabbisogni formativi suoi e dei dipendenti. Infine, sempre con riferimento all offerta formativa del territorio, viene segnalata l opportunità di valorizzare la proposta formativa di alcune scuole, opzione ad oggi ancora difficile per la lentezza delle istituzioni rispetto ai tempi delle aziende. 9

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