Fisica Tecnica Ambientale
|
|
- Severina Leone
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 progetto didattica in rete Fisica Tecnica Ambientale Parte II: trasporto di calore e di massa G.V. Fracastoro getto Politecnico di Torino, maggio 2003 Dipartimento di Energetica didattica in ret otto editore
2
3 PARTE II trasporto di calore e di massa
4 Giovanni Vincenzo Fracastoro Fisica Tecnica Ambientale parte II - trasporto di calore e di massa Primaedizione maggio 2003 Èvietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuato, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata.
5 INDICE 1. Generalità sulla trasmissione del calore e conduzione Conduzione e legge di Fourier Equazione generale della conduzione Condizioni al contorno e scambio termico misto Parete piana Parete cilindrica Transitori termici in sistemi a capacità termica concentrata Alcuni problemiparticolari Irraggiamento Leggi delcorpo nero Caratteristiche radiativedelle superfici reali Scambio termico per irraggiamento fra corpi neri Scambio termico per irraggiamento fra superfici grigie Convezione Regime di moto eviscosità Concetto di strato limite Analisi dimensionale per la convezione forzata Convezione naturale
6 4. Problemi termoigrometrici nelle pareti edilizie Scambiotermico misto inintercapedini Diagramma (T,R) Trasmissione del calore in pareti opache in presenza di. radiazione solare Il problema della condensa superficiale Diffusione del vapore e condensa interstiziale Trasmissione del caloreinparetivetrate
7 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE La Parte della Fisica Tecnica che studia il trasferimento di calore all interno di un corpo o fra corpi diversi è detta Termocinetica o Trasmissione del Calore. Per meglio comprendere l ambito di studio della Termocinetica si può dire che essa inizia là dove finisce la Termodinamica. Quest ultima, infatti, ci consente di calcolare lo stato termico che si raggiunge in condizioni di equilibrio, ma non le leggi con cui si perviene a queste condizioni. Ad esempio, ci consente di stimare la temperatura finale di due corpi messi a contatto, ma non la velocità di evoluzione delle loro temperature. Questo è appunto il compito della Trasmissione del Calore. Si è già detto che il calore è energia in transito per differenza di temperatura; sebbene nei problemi reali sia abbastanza raro che si verifichino isolatamente, si distinguono tre modi fondamentali di trasmissione del calore: conduzione, irraggiamento e convezione. Inizieremo con la trattazione della conduzione, ma poiché la distribuzione di temperatura all interno di un corpo dipende da quello che avviene sul suo contorno, sarà necessario fornire anche qualche informazione preliminare sulle altre modalità di scambio termico CONDUZIONE E LEGGE DI FOURIER Nella conduzione lo scambio di energia termica avviene per scambio di energia cinetica molecolare (fluidi e dielettrici) o per diffusione elettronica (metalli) senza scambio di materia, all interno di un corpo. Si ricorda che, secondo la teoria cinetica, la temperatura è proporzionale all energia cinetica molecolare media e l energia 69
8 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE interna di un corpo non è altro che la somma delle energie cinetiche e potenziali delle molecole che lo costituiscono. L esperienza insegna che il flusso di calore all interno di un corpo non isotermo avviene sempre dalle regioni a temperatura più alta a quelle a temperatura più bassa (II Principio della Termodinamica), e che esso è tanto più intenso quanto più è grande il gradiente di temperatura. Ciò può essere espresso in forma analitica attraverso la legge di Fourier: Q = λ A T x 1.1 dove: Q = potenza o flusso termico, W A =areadella superficie di passaggio del flusso termico, m 2 λ =conducibilità termica, W/(mK) T =temperatura, K x =lunghezza generica, m Il segno meno è imposto dal Secondo Principio della Termodinamica, poiché il flusso termico è diretto nel verso delle temperature decrescenti, e quindi ha segno opposto al gradientetermico. La conducibilità termica λ risulta definita anche dimensionalmente attraverso la 1.1. Essa varia a seconda del tipo di sostanza, e in genere cresce con la densità. I valori per alcuni materiali e sostanze di comune impiego in edilizia sono riportati in tabella 1.1. La conducibilità termica varia in funzione della temperatura. Essa cresce con l aumentare della temperatura per i gas e per i materiali isolanti: ad esempio, per l aria il gradiente è di circa 0.5 % al C. Per i metalli molto puri essa diminuisce, invece, al crescere della temperatura. 70
9 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE Tab. 1.1 Valori di conducibilità termica per alcune sostanze e materiali di comune impiego nell edilizia. Sostanza o materiale Conducibilità termica [W/(m K)] FLUDI aria acqua ISOLANTI lana minerale, granuli poliuretano fibra di vetro polistirene espanso MATERIALI laterizi ordinari 0.72 DA laterizi faccia-vista 1.3 COSTRUZIONE calcestruzzo normale calcestruzzo alleggerito legno duro (quercia, acero) 0.16 legno tenero (abete, pino) 0.12 vetro 1.4 pietra (calcare, granito, marmo) intonaco di cemento 0.72 intonaco di gesso METALLI acciaio inox acciaio ferro 80 alluminio, lega di alluminio rame
10 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE 1.2. EQUAZIONE GENERALE DELLA CONDUZIONE Coordinate rettangolari Applicando il I Principio della Termodinamica a un cubetto elementare attraversato da flussi termici conduttivi si ottiene, nell ipotesi di conducibilità termica costante nelle tre direzioni, l equazione generale della conduzione (vd. DIMOSTRAZIONE a pag.73): 2 T x T y T z 2 + q i λ = ρc λ T t 1.2 o anche 2 T + q i λ = 1 α T t 1.2a dove 2 è l operatore di Laplace e α è la diffusività termica, α = λ ρ c La 1.1 èun equazionedifferenzialealle derivateparziali integrabilesoltantoin alcuni casi particolari, ai quali si tenta di ricondurre i problemi reali. Ad esempio, quando il corpo è costituito da una parete piana di grandi dimensioni rispetto allo spessore che separa due ambienti a temperatura diversa, il flusso termico può essere ragionevolmente considerato monodimensionale e ortogonale alla parete. In questo casola 1.2 si riducea: 2 T x 2 + q i λ = 1 T α t In assenza di generazione interna si ottiene: 2 T x 2 = 1 T α t 1.3 Nel caso di flusso stazionario ( T/ t = 0) e in assenza di generazione interna si ottiene: d 2 T dx 2 =
11 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE DIMOSTRAZIONE Applicando il Primo Principio della Termodinamica in forma di potenza: X Q = U t ad un solido elementare di materia avente lati dx, dy e dz e conducibilità λ x, λ y, λ z (fig. 1.1) attraversato da un flusso ter mico conduttivo tr idimensionale e sede di un flusso termico generato internamente, Q i si avrà: Applicando la 1.1 si ottiene: Il flusso uscente lungo x sarà: Q x + Q y + Q z + Q i = Q x+dx + Q y+dy + Q z+dz + U t Q x = λ x dy dz T x Q y = λ y dx dz T y Q z = λ z dx dy T z Q x+dx = Q x + Q x dx e analogamente lungo y e z. La differenza fra i flussi termici sullo stesso asse dà: Q x+dx Q x = «T λ x dx dy dz x x Q y+dy Q y = «T λ y dx dy dz y y Q z+dz Q z = z «T λ z dx dy dz z A sua volta la variazione di energia interna ed il flusso generato internamente possono essere espressi come: U t = ρ c dx dy dz T t Q i = q i dx dy dz dove: 73
12 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE z Q z+dz Q x Q y dz Q y+dy Q x+dx dy Q z dx y x Fig. 1.1 Flussi di conduzione attraverso un solido elementare. ρ = massa volumica (kg/m 3 ) c = capacità termica massica (J/kg K) q i = flusso generato per unità di volume (W/m 3 ) Si ottiene in questo modo l equazione generale della conduzione: «T λ x + «T λ y + «T λ z + q i = ρc T x x y y z z t D.1 Se la conducibilità termica è costante nelle tre direzioni si ottiene: 2 T x + 2 T 2 y + 2 T 2 z 2 + qi λ = ρc λ T t D.2 Coordinate cilindriche Adottando un sistema di coordinate cilindriche (r, θ, z), con un procedimento simile a quello illustrato nella DIMOSTRAZIONE a pag.73 l equazione generale della conduzione diviene: 1 2 T r 2 θ T z T r T r r + q i λ = 1 α T t 1.5 che si riduce, nel caso di flusso monodimensionale radiale, stazionario e senza generazione interna, a: 74
13 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE d 2 T dr r dt dr = CONDIZIONI AL CONTORNO E SCAMBIO TERMICO MISTO La soluzione delle equazioni differenziali alle derivate parziali come le permette di descrivere il campo termico all interno di un corpo. Questo dipende tuttavia dalle condizioni termiche al contorno e, per i problemi che dipendono dal tempo, iniziali. Per esempio, la 1.4 ha come soluzione generale T = a x + b che indica come in una parete piana in regime stazionario il profilo di temperatura sia lineare. Tuttavia, il valore delle due costanti a e b può essere determinato soltanto se sono definite due condizioni al contorno (ovvero, sulle due facce della parete). La condizione iniziale specifica invece i valori di temperatura in ogni punto del sistema all istante iniziale. Esistono tre tipi di condizione al contorno, che verranno di seguito esemplificate per casi monodimensionali stazionari: 1 tipo-condizione di temperatura (o di Dirichlet) 2 tipo-condizione di flusso (o di Neumann) 3 tipo-condizione di temperatura e flusso (o di convezione) Unacondizione al contorno in cui il termine noto sia nullo viene detta omogenea. Le condizioni al contorno del 1 tipo sono quelle in cui sul contorno del sistema in esame è imposto e noto il valore della temperatura. monodimensionale: Ad esempio, per un caso T x=x1 = T
14 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE Le condizioni al contorno del 2 tipo sono quelle in cui sul contorno del sistema in esame è noto il valore assunto dal flusso termico. Ad esempio, per un caso monodimensionale: Q = λ A dt x =x1 dx = Q x =x 1 Su un piano di simmetria del sistema si avrà una condizione al contorno omogenea perché sarà nullo il gradiente di temperatura e dunque Q 1 = 0. Le condizioni al contorno del 3 tipo sono le più comuni nella pratica. Esse prevedono che sul contorno del sistema siano fornite equazioni supplementari in cui compaiono sia la temperatura che il flusso termico: Q = λ A dt x =x1 dx =h A (T ) x =x1 T a x =x in cui T a è la temperatura dell ambiente (fluido e superfici) con cui viene scambiato calore per convezione e irraggiamento e h èilcoefficiente di scambio termico liminare o adduttanza superficiale. Per comprendere meglio il significato di h è necessario analizzare più nel dettaglio cioè che avviene all interfaccia fra la superficie del corpo e l ambiente. Il calore che proviene dall interno del corpo per conduzione ( Q k ) èuguale alla somma di quello scambiato dalla superficie per convezione con il fluido ( Q c ) eper irraggiamento con le superfici circostanti ( Q r ), come indicato in figura 1.2. Q k = Q c + Q r 1.10 Ènecessario dunque fornire alcune indicazioni preliminari sulle due forme con cui avviene lo scambio termico per irraggiamento e convezione. Una trattazione più dettagliata verrà fornita nei CAPITOLI 2e3. Irraggiamento L irraggiamento è il trasferimento di calore per propagazione di onde elettromagnetiche. Questa avviene alla velocità della luce, sotto forma di quanti di energia che si propagano con leggi desumibili dalla teoria ondulatoria. Non vi è bisogno di un mezzo 76
15 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE Q r Q k Q c Fig. 1.2 Equilibrio dei flussi alla parete. per consentire la propagazione delle onde elettromagnetiche: esse si propagano anche nel vuoto. Nello scambio termico fra due corpi nerilapotenza termica scambiata vale Q = A 1 F 12 σ(t1 4 T2 4 ) 1.11 in cui σ èlacostante di Stefan-Boltzmann e F 12 rappresenta il fattore di vista fra la superficie 1 (di area A 1 )ela superficie 2. La 1.11 mostra come la potenza termica emessa da un corpo sia funzione della quarta potenza della sua temperatura assoluta. Una espressione analoga si può ricavare per la potenza termica scambiata fra due superfici grigie, cioè due superfici che emettono una frazione ɛ della potenza emessa aparità di altre condizioni dal corpo nero: Q = A 1 F ε σ(t1 4 T 2 4 ) 1.12 in cui F ɛ èunfattore che tiene conto sia del fattore di vista che delle emissività delle due superfici. Se le temperature T 1 e T 2 non differiscono troppo, si può linearizzare l espressione precedente ponendo h r =4F ε σtm
16 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE in cui T m èlamediaaritmetica fra le due temperature e h r èdetto coefficiente di scambio termico liminare per irraggiamento. Siottiene immediatamente Q r = h r A 1 (T 1 T 2 ) 1.14 Convezione Èilmeccanismo che regola la trasmissione del calore tra una superficie solida e un fluido. Si tratta di un meccanismo complesso in cui sono presenti diversi fenomeni (conduzione, irraggiamento, accumulo termico, trasporto di massa): le particelle di fluido adiacenti alla parete scambiano calore con quest ultima per conduzione, poiché la velocità delle particelle stesse è nulla sulla superficie. Quando poi le particelle vengono trasportate verso regioni a temperatura diversa, esse si mescolano etrasferiscono la loro energia e quantità di moto alle particelle di queste regioni. Si usa distinguere tra convezione naturale e forzata. Nelprimocaso la causa del moto delle particelle fluide sono i gradienti di densità indotti nel fluido dalle differenze di temperatura, mentre nel secondo caso tale moto è provocato da una azione esterna. In entrambi i casi si è soliti calcolare il flusso scambiato fra parete e fluido per mezzo della seguente relazione (Legge di Newton): Q = h c A (T 1 T f ) 1.15 in cui h c èdetto coefficiente di scambio termico liminare per convezione, et f la temperatura del fluido adiacente alla parete. Nel caso di convezione forzata h c dipende essenzialmente dalla velocità relativa fra fluido e parete, mentre in convezione naturale esso dipende da molti fattori, fra cui, come si vedrà, la differenza di temperatura stessa. Scambio termico liminare Una volta ricavate le equazioni 1.14 e 1.15, nel caso in cui la temperatura del fluido coincida praticamente con quella delle superfici viste dalla parete considerata (T 2 T f )edivenga perciò genericamente la temperatura dell ambiente T a, si può tornare all equazione 1.9, chediviene: 78
17 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE Q k A = λdt dx =(h c + h r ) (T 1 T a )=h (T 1 T a ) 1.16 x=x1 dove h, detto coefficiente di scambio termico liminare o adduttanza superficiale, è dato da: h = h c + h r 1.17 L inverso del coefficiente h viene detto resistenza termica liminare PARETE PIANA In questo paragrafo si analizza l andamentodella temperatura attraverso una parete piana di spessore piccolo rispetto alle altre due dimensioni e si calcola il flusso termico che la attraversa nella direzione dello spessore. Le ipotesi ricorrenti in questa trattazione sono: regimestazionario geometria rettangolare flusso monodimensionale generazione interna nulla ( q i =0) Parete piana monostrato con condizioni al contorno del 1 tipo Si abbia una parete piana (fig. 1.3) composta da un solo strato omogeneo di spessore seconducibilità termica λ; sono inoltre imposte sulle due facce della parete valori prefissati di temperatura. Occorre integrare l equazione differenziale 1.4 con le seguenti condizioni al contorno: Si ottiene l andamento lineare: T (0) = T 1 T (s) =T 2 T = T 1 T 1 T 2 s x
18 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE T T 1 T 2 0 s x Fig. 1.3 Parete piana monostrato. Derivando la 1.18 e applicando la legge di Fourier si ottiene immediatamente il flusso trasmesso: Q = λa T 1 T 2 s 1.19 Si osservi che la 1.19 poteva essere ottenuta direttamente dalla 1.1,cheèinquestocaso una equazione differenziale a variabili separabili, facilmente integrabile poiché Q non èfunzione di x 1.La 1.19 viene spesso scritta come: oanche: oinfine: Q A = T 1 T 2 R Q A = C (T 1 T 2 ) Q = T 1 T 2 R 1.19 a 1.19 b 1.19 c 1 Infatti, se il flusso entrante in uno strato fosse diverso da quello uscente, per il Primo Principio della Termodinamica l energia interna e dunque la temperatura dello strato varierebbe nel tempo. 80
19 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE dove: R =resistenza termica dello strato = s/λ C =conduttanza dello strato = λ/s =1/R R =resistenza termica specifica dello strato = s/(λa) =R/A La 1.19.c mostra la perfetta analogia fra le leggi della conduzione (legge di Fourier) e quelle dell elettromagnetismo (legge di Ohm): I = V R Q = T R con le seguenti corrispondenze: corrente elettrica (I) flusso termico Q differenza di potenziale ( V ) differenza di temperatura ( T ) resistenza elettrica (R) resistenza termica specifica (R ) Parete piana multistrato con condizioni al contorno del 1 tipo Sono note, come prima, le temperature sulle due facce estreme T 1 et n+1.siscrive la 1.19 per ognuno degli n strati che costituiscono la parete (fig. 1.4). Q A = λ 1 T1 T 2 s 1 Q A = λ 2 T2 T 3 s 2... Q A = λ n Tn T n+1 s n Ilflusso cheattraversa ivaristratiè semprelo stesso, per l ipotesi di stazionarietà. Per cui, mettendo in evidenza le n differenzeditemperatura e sommando, si ottiene: Q A = T 1 T n+1 T 1 T n+1 n = s j n = C (T 1 T n+1 )= T 1 T n+1 R R j λ j j=1 j=
20 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE T T 1 T 2 T 3 s 1 s 2 s n 1 2 n T n T n n n+1 Fig. 1.4 Parete multistrato. essendo C la conduttanza, ed R la resistenza termica della parete multistrato: R = 1 C = n j=1 s j λ j = n j=1 R j Pareti piane che separano ambienti a temperatura prefissata In questo caso, assai frequente nella realtà, si considerano pareti che separano ambienti mantenuti a temperature diverse, ad esempio l ambiente interno di un edificio e l ambiente esterno. Sono note le temperature dei due ambienti, ma non le temperature superficiali né i flussi. Le condizioni al contorno che si impongono sono dunque del 3 tipo, ovvero: Q = λ dt A dx = h i (T i T (0)) x=0 x=0 Q = λ dt A dx = h e (T (s) T e ) x=s x=s 82
21 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE dove h i e h e sono i coefficienti di scambio termico liminare interno ed esterno e T i e T e le temperature (note) dei due ambienti interno ed esterno separati dalla parete. Si ha dunque, essendo il flusso costante in ogni strato e ricordando la 1.20: Q A = h i (T i T 1 ) Q A = T 1 T n+1 n s j λ j=1 j Q A = h e (T n+1 T e ) Sommando, come prima, le differenze di temperatura e semplificando si ottiene: Q 1 n s j = T i T e A h i λ j h e j=1 da cui: Q A = U (T i T e ) 1.21 dove U, detta trasmittanza termica ocoefficiente di scambio termico globale, è data da: 1 U = 1 n s j h i λ j h e j= PARETE CILINDRICA Parete monostrato con condizioni al contorno del 1 tipo Si abbia una parete cilindrica composta da un solo strato omogeneo di conducibilità termica λ (fig. 1.5). Valgono le seguenti ipotesi: regimestazionario assenza di generazione interna flusso monodimensionale (radiale). 83
22 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE T 1 T 2 r 2 r 1 r Fig. 1.5 Parete cilindrica monostrato (sezione trasversale). Anche in questo caso è possibile ricavare direttamente il flusso ponendo nella 1.1, x = r e A =2πrL Q dt = λ 2πrL dr 1.23 eintegrando con le seguenti condizioni al contorno: T (r 1 )=T 1 T (r 2 )=T 2 Si ottiene la potenza per unità di lunghezza: Q L =2πλ T 1 T 2 ln (r 2 /r 1 ) 1.24 Alla stessa espressione si poteva giungere ricavando dalla 1.6 il profilo di temperatura esuccessivamente applicando la legge di Fourier. In modo del tutto analogo a quanto visto per la parete piana multistrato, per una parete cilindrica formata da n strati concentrici si ottiene: Q L =2π T 1 T n n 1 λ j ln rj+1 r j j=1 84
23 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE Pareti cilindriche che separano fluidi a temperatura prefissata Procedendo in modo analogo a quanto fatto per la parete piana multistrato si ottiene il flusso disperso per unità di lunghezza: Q L =2π 1 r ih i + n j=1 T i T e = U L (T i T e ) λ j ln rj+1 r j + 1 r eh e Volendo esprimere il flusso disperso per unità di superficie, occorre distinguere il caso in cui ci si riferisce alla superficie interna: Q A i = 1 n h i + r i j=1 da quello in cui ci si riferisce alla superficie esterna: Q A e = r e n r ih i + r e j=1 T i T e = U i (T i T e ) λ j ln rj+1 r j + ri r eh e T i T e = U e (T i T e ) λ j ln rj+1 r j + 1 h e Dalle si ricavano le espressioni delle trasmittanze U L, U i, U e TRANSITORI TERMICI IN SISTEMI A CAPACITÀ TERMICA CONCENTRATA Vengono detti sistemi acapacità termica concentrata quei corpi la cui temperatura può variare nel tempo, mantenendosi però uguale in ogni punto (uniforme). Si osservi peraltro che se il corpo scambia calore attraverso il suo contorno deve esistere un gradiente termico al suo interno, come si vede da un semplice bilancio su una superficie infinitesima del contorno da : dove hda (T T a )= λda T n h =coefficiente di scambio termico liminare 85
24 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE T =temperatura del corpo T a =temperatura dell ambiente λ =conducibilità termica del corpo n = normale alla superficie Tuttavia il gradiente T/ n diviene molto piccolo se λ ègrande rispetto ad h. In pratica esso può essere trascurato se vale la condizione: Bi = h (V /A) λ = h L λ = L/λ 1/h = R int R est < 0.1 dove Bi èilnumero di Biot e V èilvolume del corpo. Se si introduce un corpo avente Bi < 0.1 etemperatura iniziale T 0 in un fluido a temperatura T a <T 0 e capacità termica infinita (fig. 1.6) nel tempo dt si ha dunque, supponendo che il sistema sia nel complesso adiabatico: dq = ρcv dt = C dt 1.29 con dq = ha (T T a ) dt 1.30 dove: ρ =densità c = calore specifico C = capacità termica h =coefficiente di scambio termico liminare A =areadella superficie di scambio Le ,risolte imponendo la condizione iniziale: T (0) = T 0 86
25 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE T a T Q Fig. 1.6 Corpo a capacità termica concentrata inserito in un sistema a capacità termica infinita. forniscono: T T a =(T 0 T a ) e h A t/c 1.31 L andamento della differenza di temperatura è dunque esponenziale. La temperatura raggiunta dal corpo al tempo t = varrà ovviamente T a.iltermine τ = C ha = ρcv ha èdetto costante di tempo del sistema erappresenta il tempo necessario perché la differenza di temperatura tra corpo e fluido si riduca del fattore 1/e (36.8 %). È possibile dimostrare che esso coincide inoltre con il tempo in cui la temperatura del corpo raggiungerebbe quella dell ambiente se essa decadesse con legge lineare e con pendenza pari a quella assunta all istante iniziale. Inoltre, tenendo presente che: ha C t = hl2 ρcl 3 t λ λ = hl λ αt = Bi Fo L2 dove L è la lunghezza caratteristica del corpo (ad esempio, L = Volume/Area Laterale), α èladiffusività termica e Fo = αt/l 2 èilnumero di Fourier (o tempo adimensionato), si può scrivere: ϑ = e Bi Fo
26 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE Temperatura adimensionata Bi = 0.02 Bi = 0.04 Bi = 0.06 Bi = 0.08 Bi = Numero di Fourier, Fo Fig. 1.7 Transitorio termico in un sistema a capacità concentrata. in cui ϑ = T T T 0 T èlatemperatura adimensionata del corpo. L equazione 1.32 è illustrata in figura ALCUNI PROBLEMI PARTICOLARI Pareti piane composite Si consideri la parete di figura 1.8, composta di sezini a e b (con U a <U b )separati da un piano parallelo alla direzione del flusso. Si supponga che gli ambienti che essa separa siano mantenuti rispettivamente alla temperatura T i e T e,cont i > T e.ilflusso termico attraverso le aree A a e A b vale rispettivamente: Q a = U a A a (T i T e )= T R a Q b = U b A b (T i T e )= T R b 88
27 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE a A a b A b Fig. 1.8 Parete piana composita. Il flusso complessivamente uscente vale: ( Q = Q a + Q 1 b = T R a + 1 ) R b Pertanto si ha: Q = T R eq = U eq T essendo: ( 1 R eq = R a + 1 ) 1 R b 1.33 la resistenza equivalente (R eq <R b <R a )e: U eq = A au a + A b U b A a + A b 1.34 la trasmittanza equivalente (U a < U eq <U b )della parete. In figura 1.9 viene presentato il caso di sezioni costituite ciascuna da un solo strato omogeneo (con λ a <λ b ).Si osserva che l andamento di temperatura lungo la parete a (linea spessa) diviene diverso da quello lungo la parete b (linea sottile) e nascono differenze di temperatura anche in direzione y ortogonale allo spessore della parete. 89
28 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE T i a T 1a T a T b T 1b T 2b T 2a T e b Fig. 1.9 Andamento delle temperature in parete composita. Alette di raffreddamento Le alette di raffreddamento sono dispositivi che consentono di incrementare il flusso termico disperso verso l ambiente circostante attraverso l aumento della superficie disperdente. Le alette possono essere piane, anulari o a spina. In questo paragrafo si analizzerà il comportamento di alette piane a sezione rettangolare (fig. 1.10) con le seguenti ipotesi: regimestazionario caratteristiche di scambio termico (conducibilità, coefficiente di scambio termico liminare) indipendenti dalla temperatura assenza di gradienti termici in direzione trasversale all aletta L ultima ipotesi implica che lo spessore dell aletta sia molto piccolo rispetto alla sua lunghezza. Se si considerano inoltre costanti per l intera lunghezza L il perimetro p el area A della sezione trasversale, e trascurabile il flusso disperso dall estremità dell aletta, si 90
29 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE T T 0 a A L Fig Aletta piana rettangolare. ottiene (vedi DIMOSTRAZIONE apag. 92anche per il significato degli altri simboli) il flusso disperso dall aletta: Q = λam (T 0 T ) tanh (ml) 1.35 dove T 0 e T rappresentano rispettivamente la temperatura alla radice dell aletta e dell ambiente circostante. Si può poi introdurre il concetto di efficienza dell aletta,intesa come il rapporto fra il flusso effettivamente disperso e quello massimo disperdibile. Quest ultimo è il flusso che verrebbe disperso se tutta l aletta avesse una temperatura uniforme e pari a T 0 : Q max = p L h (T 0 T ) per cui: ε = Q = tanh(ml) < Q max ml In figura 1.11 èriportato l andamento dell efficienza ɛ al variare del prodotto (ml). Si può inoltre valutare un altra forma di efficienza ɛ,definita come il rapporto fra il flusso effettivamente disperso e quello che sarebbe disperso se non vi fosse l aletta: Q 0 = h A θ 0 Tale valore dovrebbe evidentemente essere superiore ad 1. Infatti: 91
30 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE efficienza, ml Fig Efficienza di un aletta. ε = λ m tanh(ml) h = p L A 2(a + δ) L ε = ε 2 al a δ aδ ε = 2L δ ε In genere, ɛ è dunque tanto maggiore di ɛ quanto più l aletta è lunga e sottile. DIMOSTRAZIONE Con le ipotesi sopra indicate il bilancio termico di un elementino di lunghezza dx (fig ) dà: Q x = Q x+dx + d Q c D.1 Essendo: e Q x = λa dt dx D.2 d Q c = hp (T T ) dx D.3 in cui: λ = conducibilità termica del materiale costituente l aletta A = area della sezione trasversale dell aletta 92
31 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE dqc Q x Q x+dx dx Fig Aletta piana rettangolare. h = coefficiente di scambio termico liminare p = perimetro della sezione trasversale T = temperatura dell aletta (funzione di x) T = temperatura dell ambiente si ottiene: Ponendo: λa d2 T = hp (T T ) D.4 dx2 m 2 = hp λa D.5 e θ = T T D.6 si ottiene: d 2 θ dx 2 m2 θ =0 D.7 La D. 7 ammette la soluzione generale: θ = M e mx + N e mx D.8 I valori delle costanti M ed N possono essere ricavati imponendo le oppportune condizioni al contorno. In tal modo si ricava il profilo di temperatura lungo l aletta. Da questo, integrando la D. 3 su tutta l aletta o r icavando flusso il disperso alla radice dell aletta per 93
32 1. GENERALITÀ SULLA TRASMISSIONE DEL CALORE E CONDUZIONE mezzo della D. 2 si ottiene il flusso disperso. Ad esempio, supponendo trascurabile il flusso disperso dall estremità dell aletta, il flusso disperso risulta: Q = λamθ 0 tanh (ml) D.9 94
33 2. IRRAGGIAMENTO L irraggiamento termico è il fenomeno del trasporto di energia per propagazione di onde elettromagnetiche; nei problemi termici la radiazione elettromagnetica è caratterizzata da lunghezze d onda comprese, in genere, tra 0.1 e 100 µm (radiazione termica). Quando la radiazione incide su un mezzo materiale essa viene riflessa, assorbita o trasmessa. Se si indicano con α, ρ, τ le frazioni di energia assorbita, riflessa e trasmessa (fig. 2.1), note rispettivamente come fattore o coefficiente di assorbimento, di riflessione e di trasmissione,sideveavere: α + ρ + τ =1 2.1 I coefficienti α, ρ, τ sono funzione sia della lunghezza d onda λ della radiazione (in tal caso sono detti spettrali o monocromatici), sia del suo angolo d incidenza θ (direzionali). Quando essi sono riferiti alla radiazione proveniente da tutto lo spettro essi sono detti integrali, quando sono riferiti 1 ϑ ρ τ α Fig. 2.1 Interazione della radiazione con un mezzo materiale. 95
34 2. IRRAGGIAMENTO alla radiazione proveniente da tutto l angolo solido visto dalla parete sono detti emisferici. Inogni caso vale la 2.1. Per mezzi opachi τ =0. Se,inoltre, ρ =0atutte le lunghezze d onda, si ha α =1eilmezzo viene detto corpo nero, oradiatoreintegrale, o ancora radiatore di Planck LEGGI DEL CORPO NERO La potenza emessa per unità di superficie nell intervallo di lunghezza d onda [λ, λ + dλ] dal corpo nero ad una temperatura T èdetta potere emissivo monocromatico o densità di flusso monocromatica,definita come: E n λ = 2 Q n A λ, W/(m2 µm) Il potere emissivo monocromatico è dato dall espressione, nota come legge di Planck, ricavabile in base a considerazioni di termodinamica statistica applicata al gas di fotoni: E n λ = C 1 λ 5 e C2/λT dove le costanti valgono C 1 = Wµm 4 /m 2 e C 2 =1, µm K. Esso risulta funzione di λ e T,comeindicato in figura 2.2. Da tale figura si osserva che il valore massimo del potere emissivo monocromatico aumenta e si sposta verso sinistra al crescere di T. Differenziando la 2.2 rispetto alla lunghezza d onda si vede che il luogo dei punti di massimo è caratterizzato dall equazione (nota come legge di Wien odello spostamento): λ max T = C con C 3 = 2898 µm K. E di particolare interesse pratico determinare il potere emissivo integrale E n : E n = Eλ n dλ, W/m
35 2. IRRAGGIAMENTO 1.2E+08 µm Potere emissivo monocromatico, W/m 2 1.0E E E E E+07 T = 6000 K T = 5000 K T = 4000 K T = 3000 K 0.0E Lunghezza d'onda, µm Fig. 2.2 Potere emissivo monocromatico del corpo nero. Il suo valore fu ricavato per via sperimentale da Stefan, e da Boltzmann, che vi pervenne successivamente sulla base di considerazioni termodinamiche; per questo motivo l equazione che la esprime è nota come Legge di Stefan-Boltzmann 1 : E n = σ T con σ (costante di Stefan-Boltzmann), pari a W/(m 2 K 4 ). In alcuni problemi può essere utile disporre di un metodo rapido per conoscere la frazione di radiazione emessa dal corpo nero che si trova contenuta in una determinata porzione dello spettro. Ciò è possibile introducendo il concetto di fattore di radiazione f λ : f λ = λ Eλ n dλ 0 σ T Si dimostra che il valore di f λ èinrealtà funzione soltanto del prodotto λt,come illustrato in fig Da tale diagramma si vede che oltre il 99 % della radiazione è 1 Da un punto di vista cronologico la legge di Stefan-Boltzmann precede la legge di Planck. 97
36 f 2. IRRAGGIAMENTO λ Prodotto λt ( µ m K) Fig. 2.3 Fattore di radiazione. emessa nell intervallo 1000 µm K < λt < µm K eoltre il 90 % nell intervallo 2000 µm K < λt < µm K. A titolo di esempio, per un corpo nero a 3000 K il 90 % della radiazione è emessa fra 0.67 µme6,7µm, mentre per un corpo nero a 300 Kil90%della radiazione è emessa fra 6,7 µme67µm. Se si vuole calcolare la frazione di radiazione visibile (0.4µm < λ < 0.8µm) emessa dal Sole, che può essere assimilato ad un corpo nero a circa 6000 K, è sufficiente svolgere il seguente calcolo: f vis = f f = 0.47 Il 14 % sarà pertanto radiazione ultravioletta (λ < 0.4µm) e il 39 % infrarossa (λ >0.8µm) CARATTERISTICHE RADIATIVE DELLE SUPERFICI REALI In un corpo opaco reale il fattore di riflessione è sempre diverso da zero, quindi il fattore di assorbimento è minore di uno. Anche il potere emissivo monocromatico, in un corpo reale, è una frazione, variabile con la lunghezza d onda, del potere emissivo 98
37 2. IRRAGGIAMENTO monocromatico del corpo nero Eλ n,alla stessa temperatura T. Questa frazione è detta fattore di emissione monocromatico emisferico: ε λ = E λ(t ) E n λ (T ) dove E λ (T ) èilpotere emissivo monocromatico del corpo. La legge di Kirchhoff stabilisce che, quando un corpo è in equilibrio termico, si deve avere: Il fattore di emissione emisferico integrale è dato da: in cui: ε λ = α λ 2.6 ε = E(T ) E n (T ) = E(T ) σ T 4 E(T )= 0 ε λ E n λ dλ Si definiscono grigie le superfici in cui il fattore di emissione non dipende dalla lunghezza d onda. In questo caso si ha: ε = α 2.3. SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO FRA CORPI NERI Irraggiamento fra due superfici nere Per ricavare il flusso termico scambiato per irraggiamento fra due superfici nere è necessario definire il fattore di vista (o di forma,oancora di configurazione). Il fattore di vista dalla superficie 1 alla superficie 2 (F 12 )rappresenta la frazione di radiazione uscente dalla superficie 1 che raggiunge la superficie 2. Ovvero: F 12 = Q 12 Q
38 2. IRRAGGIAMENTO E dunque: Q 12 = E 1 n A 1 F 12 èilflusso chedaa 1 raggiunge A 2 Q 21 = E 2 n A 2 F 21 èilflusso chedaa 2 raggiunge A 1 Il flusso netto scambiato vale: Q = E n 1 A 1F 12 E n 2 A 2F Un caso particolare della 2.8 è quello in cui T 1 = T 2.Inquesto caso E n 1 deve anche essere Q =0.Perciò: = En 2,ma A 1 F 12 = A 2 F La 2.9 è una relazione puramente geometrica e pertanto deve valere sempre, indipendentemente dai valori assunti dalle temperature. Essa è nota come teorema o relazione di reciprocità. Loscambio netto vale pertanto: Q = A 1 F 12 (E1 n E2 n ( )=σa 1 F 12 T 4 1 T2 4 ) 2.10 in cui il fattore di vista è dato da: F 12 = 1 A 1 A 1 A 2 cosβ 1 cosβ 2 da 1 da 2 π r ed è riportato nella figura 2.4, atitolo d esempio, per due superfici rettangolari affacciate. Irraggiamento fra n superfici nere Nel caso in cui si debba valutare il flusso termico scambiato per irraggiamento fra n superfici nere il flusso netto uscente dalla superficie i-esima varrà: n Q i = Ei n A i A j F ji Ej n j=1 che, utilizzando il teorema di reciprocità (A j F ji = A i F ij )siriscrive come: n Q i = A i (Ei n F ij Ej n ) 2.12 j=1 100
39 2. IRRAGGIAMENTO F Rapporto Y/L Y X Rapporto X/L L Fig. 2.4 Fattore di vista fra due rettangoli uguali (XxY), allineati e paralleli a distanza L. Inoltre, se le n superfici nere costituiscono una cavità chiusa, valelaseguente proprietà: n F ij =1 j=1 per cui la 2.12 può essere riscritta così: n Q i = A i F ij (Ei n En j ) 2.13 j=1 Essendo note le temperature di tutte le n superfici, le n equazioni come la 2.13 permettono di calcolare immediatamente il flusso netto uscente dalle n superfici SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO FRA SUPERFICI GRIGIE Lo scambio termico fra superfici grigie presenta qualche ulteriore complessità rispetto a quello fra superfici nere. Infatti, poichè non tutto il flusso incidente su una superficie viene assorbito, una parte di quello riflesso tornerà sulla superficie da cui proviene il flusso incidente, verrà solo in parte assorbito, e così via. 101
40 2. IRRAGGIAMENTO Si dimostra che il flusso termico scambiato fra due superfici grigie vale: σ (T ) 1 Q 4 T2 4 = 1 ε 1 ε 1 A = F ε σa 1 (T A 1 F ε2 1 4 T 4 ) 2 ε 2 A avendo posto: F ε = ( 1 ε A ) ε ε 1 F 12 A 2 ε 2 Èfacile dimostrare che per i corpi neri F ɛ = F 12 ela 2.14 si riduce alla Valori di F ɛ per alcune geometrie particolari Per due superfici piane, parallele e infinite si avrà A 1 = A 2 e F 12 = F 21 =1, e la 2.15 diverrà: F ε = ( ) ε 1 ε 2 Per una superficie di area A 1 contenuta in una cavità di area A 2 >> A 1,essendo F 12 =1, la 2.15 diviene semplicemente: F ε = ε Linearizzazione del flusso di irraggiamento Come già visto nel CAPITOLO 1.3, nella soluzione analitica di problemi di irraggiamento è spesso conveniente esprimere i flussi termici scambiati come funzione lineare della differenza di temperatura: Q = h r A 1 (T 1 T 2 ) Questa relazione può essere agevolmente desunta dalla 2.14,attraverso le proprietà dei prodotti notevoli: ( Q = F ε σa 1 T 4 1 T2 4 ) ( = Fε σa 1 T T2 2 ) (T1 T 2 )(T 1 + T 2 ) e ponendo: con T m =(T 1 + T 2 )/2. h r = F ε σ ( T T 2 2 ) (T1 + T 2 ) 4F ε σt 3 m
41 2. IRRAGGIAMENTO È possibile dimostrare che l approssimazione insita nella 2.18 T T 2 2 2T 2 m ètanto più accettabile quanto più prossime fra loro sono le temperature T 1 e T
42
43 3. CONVEZIONE La convezione è lo scambio di calore fra una superficie ed un fluido, a temperatura diversa, che la lambisce. I fenomeni di scambio termico sono concentrati in un sottile strato adiacente alla parete (strato limite termico) e consistono nell interazione fra conduzione (e in minor misura irraggiamento) etrasporto di energia associata al fluido in moto (in direzione anche diversa da quella principale del moto). Aseconda che il moto relativo fra parete e fluido sia determinato da forze esterne o sia provocato da variazioni di densità del fluido (dovute a loro volta adifferenze di temperatura) in presenza di un campo di forze di massa, la convezione si dice rispettivamente forzata o naturale. Nel caso della convezione forzata, se le proprietà del fluido possono essere considerate costanti (il che implica che esse siano indipendenti dalla temperatura e che, nel caso di un gas, siano trascurabili le variazioni di pressione), il problema fluidodinamico e quello termico non si influenzano a vicenda e possono essere dunque affrontati separatamente. Al contrario, nella convezione naturale questa separazione della trattazione non è mai possibile perché il moto del fluido è proprio determinato dai gradienti di temperatura all interno della massa fluida. In entrambiicasi, diconvezioneforzataonaturale, èconsuetudineesprimereil flusso termico convettivo attraversol espressione nota come legge di Newton: dove: A =areadiscambio, m 2 Q = h c A (T s T f ) 3.1 h c =coefficiente di scambio termico liminare convettivo o adduttanza superficiale, W/(m 2 K) 105
44 3. CONVEZIONE T s =temperatura della superficie lambita dal fluido, C T f =temperatura del fluido C La 3.1 èsolo apparentemente una relazione lineare, perché il coefficiente di scambio termico liminare h c dipende, per la natura stessa del fenomeno fisico, da un grande numero di variabili, tra cui compare, insieme alle proprietà termofisiche del fluido (calore specifico, densità, viscosità, conducibilità termica, etc.), e ad altre grandezze fisiche e geometriche che caratterizzano il problema (velocità relativa, forma della superficie, etc.), anche la temperatura. L obbiettivo degli studi sulla convezione è appunto quello di determinare h c. È possibile affrontare il problema dal punto di vista sperimentale o teorico. Nel primo caso è opportuno far precedere la fase sperimentale da una analisi dimensionale delle grandezze da cui dipende il problema (teorema di Buckingham o teorema Π), che consenta di ridurre il numero di variabili. Questo procedimento, che richiede l identificazione a priori di tutte le variabili, consente di giungere a relazioni (nel caso più semplice monomie) fra un ristretto numero di parametri adimensionali. Gli esponenti e i coefficienti di queste relazioni vengono poi determinati per via sperimentale. Nel caso in cui il problema venga affrontato dal punto di vista puramente teorico, il fluido viene in genere considerato come un mezzo continuo al quale è possibile applicare le equazioni di conservazione della massa (continuità), della quantità di moto (equazioni di Navier-Stokes) e dell energia. La soluzione esatta di queste equazioni presenta difficoltà matematiche insormontabili. Attraverso l introduzione del concetto di strato limite (PARAGRAFO 3.2) è possibile semplificare notevolmente sia le equazioni di Navier-Stokes che dell energia, giungendo a soluzioni esatte per configurazioni particolarmente semplici e per strato limite laminare. Lo strato limite può anche essere esaminato su scala macroscopica applicando le stesse equazioni di conservazione a una porzione finita di fluido (metodi integrali) eottenendo in tal modo soluzioni approssimate, ma spesso ancora accettabili nei problemi di ingegneria. In questo caso il problema può essere risolto anche per strato limite turbolento. In quest ultimo caso un procedimento matematico spesso adottato per risolvere questo tipo di problemi consiste nello stabilire delle analogie fra trasporto di caloreediquantità di moto (analogia di Reynolds). Nel seguito sono riportati alcuni richiami, necessariamente sintetici, di moto dei fluidi. 106
45 3. CONVEZIONE 3.1. REGIME DI MOTO E VISCOSITÀ Si deve a Reynolds (1883) la prima osservazione dell esistenza di due tipi fondamentali di moto dei fluidi, il moto laminare e quello turbolento. Ilben noto esperimento da lui realizzato gli consentì di visualizzare (attraverso l iniezione di un liquido colorante) il flusso d acqua in un condotto, al variare della velocità. Per piccole velocità la traccia di colorante rimane continua e ben definita; l assenza di miscelamento di particelle di fluido evidenzia un campo di moto puramente assiale, e il moto viene detto laminare. All aumentare della velocità la traccia del colorante tende a sfilacciarsi fino a diffondersi su tutta la sezione del condotto; il rimescolamento delle particelle di fluido evidenzia la presenza di fluttuazioni di velocità sia in direzione parallela che perpendicolare alla direzione del moto, e il moto viene detto turbolento. Per flusso turbolento, ancheseilregimedimotoèstazionarioleproprietàdelfluidoin un punto (velocità, pressione, temperatura, etc.) variano dunque nel tempo. Si tratta, tuttavia, di variazioni a valor medio temporale nullo. Perciò è sufficiente sostituire ai valori istantanei delle proprietà i loro valori medi, esprimendo le componenti fluttuanti attraverso il loro valore quadratico medio. Quando gli strati di fluido scorrono uno sopra l altro sono sottoposti a sforzi tangenziali che sono bilanciati dagli effetti dissipativi interni al fluido, provocatidalla sua viscosità. Comeconseguenza di ciò si osserva sperimentalmente la presenza di un gradiente di velocità in direzione trasversale al moto. In un fluido newtoniano gli sforzi tangenziali sono proporzionali in modo lineare al gradiente di velocità, e la costante di proporzionalità è detta viscosità dinamica µ: τ = µ du dy 3.2 dove u è la velocità nella direzione principale del moto e y è la direzione perpendicolare alla superficie su cui scorre il fluido. 107
46 3. CONVEZIONE Ripetendo l esperimento di Reynolds con fluidi aventi proprietà fisiche (viscosità, densità) e velocità diverse e in condotti aventi diametro diverso si osserva che la transizione dal moto laminare a quello turbolento si verifica sempre in corrispondenza di uno stesso valore ( ) di un insieme adimensionato di variabili, detto numero di Reynolds,definito da: Re = ρ u D µ = u D ν 3.3 dove ν èlaviscosità cinematica. PerRe < 2000 il moto sarà dunque laminare e per Re > 2500 sarà turbolento, qualunque siano i valori assunti singolarmente dalle varie grandezze. Un altro parametro particolarmente importante nello studio della convezione è il numero di Prandtl,definito come: Pr = µ c p λ = ν α 3.4 in cui α = ρ c p /λ èladiffusività termica, definita nel CAPITOLO 1. Esiste una analogia fra trasporto di massa e di calore in un campo di pressioni uniforme, evidenziata formalmente dal fatto che per Pr 1(ν = α) ladistribuzione adimensionale della temperatura è identica a quella delle velocità. In effetti per la maggior parte dei gas Pr ècompreso fra 0.6 ed 1, mentre per i liquidi le variazioni sono assai più sensibili CONCETTO DI STRATO LIMITE Una notevole semplificazione del problema la si ottiene introducendo il concetto di strato limite. Tale concetto fu introdotto da Prandtl nel 1904 per studiare il moto di un fluido adiacente ad una parete. Egli osservò che, ad una adeguata distanza dalla parete, il moto del fluido non è più influenzato dalla presenza della parete e definì perciò strato limite della velocità quella regione di fluido, adiacente alla parete, in cui, a causa degli sforzi viscosi, esistono degli apprezzabili gradienti di velocità. Detta x la 108
47 3. CONVEZIONE T T T T T T T s T s t (x) y x Fig. 3.1 Strato limite termico su una lastra piana. direzione principale del moto ed u la componente di velocità lungo x, lo spessore δ(x) dello strato limite dinamico viene determinato imponendo che u(x, δ) non differisca dalla velocità nella regione indisturbata u per più dell 1%. Analogamente, esiste uno strato limite termico in cui la temperatura varia da T s (temperatura della parete) a T (temperatura del fluido nella regione indisturbata). La regione di fluido non compresa nello strato limite termico si comporta dunque come un pozzo termico, in grado di assorbire il calore proveniente dallo strato limite senza modificare la propria temperatura. Anche in questo caso, lo spessore δ t dello strato limite termico viene determinato imponendo che la differenza di temperatura T (x, δ t ) T s sia pari al 99% della differenza di temperatura fra fluido nella zona indisturbata e parete T T s (fig. 3.1). Se si rapporta il flusso termico scambiato per convezione attraverso lo strato limite: Q c = h c A (T s T f ) con quello che sarebbe scambiato per pura conduzione attraverso lo strato limite: Q k = λ δ t (T s T f ) in cui λ èlaconducibilità termica del fluido, si ottiene: 109
48 3. CONVEZIONE Q c / Q k = hδ t λ Se al posto dello spessore dello strato limite si riporta nell espressione precedente la generica lunghezza caratteristica L, si ottiene l espressione del numero di Nusselt: Nu = hl λ ANALISI DIMENSIONALE PER LA CONVEZIONE FORZATA L esperienza insegna che il coefficiente di scambio termico per convezione forzata dipende dalle seguenti variabili indipendenti: h c = f(u, µ, λ, L, ρ, c p ) 3.6 dove: u =velocità µ =viscosità dinamica λ =conducibilità termica L =lunghezza caratteristica del problema (es.: diametro) ρ =massa volumica c p = calore specifico Si hanno dunque 7 variabili (6 indipendenti) che dimensionalmente possono essere espresse attraverso le 4 dimensioni fondamentali M,L,T,Θ (massa, lunghezza, tempo e temperatura). Il teorema di Buckingham afferma che: una relazione fra n variabili dipendenti ed indipendenti funzione di m dimensioni fondamentali può essere espressa attraverso una funzione fra (n m) gruppi adimensionati. La 3.6 darà dunque luogo ad una funzione di 7 4 = 3 gruppi adimensionati: 110
49 3. CONVEZIONE f 1 (π 1,π 2,π 3 )=0 Si ipotizza una funzione monomia del tipo: h c = A u a µ b λ c L d ρ m c n p 3.7 Essendo note le equazioni dimensionali delle 7 grandezze (tabella 3.1), si scrivono poi le equazioni di congruenza dimensionale per le 4 dimensioni fondamentali. Massa M : 1 = b + c + m Lunghezza L : 0 = a b + c + d 3m +2n Tempo t : 3 =a b 3c 2n 3.8 Temperatura Θ: 1 = c n Tab. 3.1 Equazione dimensionale per le variabili del problema. grandezza unità di misura s.i. unità fond. s.i. equazione dimensionale M L T Θ h c W/(m 2 K) kg/(s 3 K) u m/s m/s µ Ns/m 2 kg/(s m) λ W/(m K) kgm/(s 3 K) D m m ρ kg/m 3 kg/m c p J/(kg K) m 2 /(s 2 K) Il sistema 3.7 èdi4equazioni in 6 incognite. Esprimendoa,b,c,d in funzione di m,n si ottiene: a = m b = n m c =1 n d = m 1 111
50 3. CONVEZIONE Sostituendo nella 3.9 e raccogliendo i termini con uguale esponente si ottiene: da cui: h c = Au m µ n m λ 1 n L m 1 ρ m c n p = A ( ρud µ ) m (µcp ) n λ λ L Nu = ARe m Pr n 3.9 È opportuno sottolineare come nella 3.9 si sia giunti adue sole variabili indipendenti (Re e Pr), dalle sei che comparivano nella 3.6. Per ricavare il valore del coefficiente A edegli esponenti m ed n che compaiono nella 3.9 ènecessario ricorrere a tecniche sperimentali. In Tab. 3.2 si possono trovare tali valori per alcune configurazioni ricorrenti. Tab. 3.2 Valori delle costanti dell equazione 3.9 per alcune configurazioni geometriche semplici. Caso A m n Moto turbolento completamente sviluppato all interno di un condotto per fluido che si raffredda (equazione di Dittus e Boelter) 1 Moto turbolento completamente sviluppato all interno di un condotto per fluido che si riscalda (equazione di Dittus e Boelter) 1 Fluido che scorre su una lastra piana indefinita per strato limite laminare Fluido che scorre su una lastra piana indefinita per strato limite turbolento(re L >10 5 ) 2 1 Le proprietà del fluido vanno calcolate alla temperatura media del fluido. 2 In questo caso la 3.9 fornisce il valore medio di Nu nel tratto L. 112
51 3. CONVEZIONE Per alcuni fluidi di uso comune (aria, acqua) esistono delle correlazioni semplificate in cui si fornisce direttamente h c in funzione delle principali variabili indipendenti (la velocità u e, a volte, una caratteristica dimensionale). Ad esempio, per aria che scorre su una parete si ha: h c =3+2u 3.4. CONVEZIONE NATURALE Applicando l analisi dimensionale alla convezione naturale, è possibile ottenere: con Gr, numero di Grashof, definito da: Nu = f(gr, Pr) Gr = g β T l3 ν dove T =differenza di temperatura fra fluido (T ) eparete (T 0 ) L =lunghezza caratteristica β =coefficiente di dilatazione termica, pari a 1 V gas ideali, come l aria ( ) V, ovvero 1/T per i T p Le relazioni sono del tipo: con Nu = C (Pr Gr) m = C Ra m 3.11 Ra = Gr Pr (numero di Rayleigh) 3.12 I numeri di Grashof e Prandtl vanno valutati alla cosiddetta temperatura di film T f, definita come: T f =(T s +T )/2 113
PRINCIPI DI TRASMISSIONE DEL CALORE
PRINCIPI DI TRASMISSIONE DEL CALORE La trasmissione del calore può avvenire attraverso tre meccanismi: - Conduzione; - Convezione; - Irraggiamento; Nella conduzione la trasmissione del calore è riconducibile
DettagliIl trasporto di materia. Principi di Ingegneria Chimica Ambientale
Il trasporto di materia Principi di Ingegneria Chimica Ambientale 1 Considerazioni preliminari Il nostro studio sarà limitato a: miscele binarie miscele diluite (ossia in cui la frazione molare di uno
DettagliCalcolo della trasmittanza di una parete omogenea
Calcolo della trasmittanza di una parete omogenea Le resistenze liminari Rsi e Rse si calcolano, noti i coefficienti conduttivi (liminari) (o anche adduttanza) hi e he, dal loro reciproco. (tabella secondo
DettagliCALCOLO DELLA TRASMITTANZA DI UN PANNELLO IN EPS CON GRAFITE CLASSE DI RIFERIMENTO 100/150
CALCOLO DELLA TRASMITTANZA DI UN PANNELLO IN EPS CON GRAFITE CLASSE DI RIFERIMENTO 100/150 V2.0 del 10-05-2011 1 Riferimenti normativi Il calcolo della trasmittanza è eseguito in conformità della EN ISO
DettagliLa propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile
Elementi di ottica L ottica si occupa dello studio dei percorsi dei raggi luminosi e dei fenomeni legati alla propagazione della luce in generale. Lo studio dell ottica nella fisica moderna si basa sul
DettagliEnergia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo
Energia e Lavoro Finora abbiamo descritto il moto dei corpi (puntiformi) usando le leggi di Newton, tramite le forze; abbiamo scritto l equazione del moto, determinato spostamento e velocità in funzione
DettagliTermologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti
Termologia Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Trasmissione del calore Legge di Wien Legge di Stefan-Boltzmann Gas
Dettagli1. Distribuzioni campionarie
Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie
DettagliIdrostatica Correnti a pelo libero (o a superficie libera) Correnti in pressione. Foronomia
Idrostatica Correnti a pelo libero (o a superficie libera) Correnti in pressione Foronomia In idrostatica era lecito trascurare l attrito interno o viscosità e i risultati ottenuti valevano sia per i liquidi
DettagliCorso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE
LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE 1 PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE Sono le perdite di carico (o di pressione) che un fluido, in moto attraverso un condotto, subisce a causa delle resistenze
DettagliCome visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)
Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre
DettagliLA TERMOGRAFIA SPETTRO ONDE ELETTROMAGNETICHE
SPETTRO ONDE ELETTROMAGNETICHE La radiazione elettromagnetica è un mezzo di trasmissione dell energia sotto forma di onde aventi entrambe le componenti elettriche e magnetiche. La sequenza ordinata delle
DettagliComplementi di Termologia. I parte
Prof. Michele Giugliano (Dicembre 2) Complementi di Termologia. I parte N.. - Calorimetria. Il calore è una forma di energia, quindi la sua unità di misura, nel sistema SI, è il joule (J), tuttavia si
DettagliCaratterizzazione di finestre da vuoto e radome. Modello circuitale delle finestre da vuoto e dei radome
ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA OSSERVATORIO ASTROFISICO DI ARCETRI L.GO E. FERMI, 5, 50125 FIRENZE TEL. 39-055-27521; FAX: 39-055-220039 C.F./P.IVA: 97220210583 Caratterizzazione di finestre da vuoto
DettagliOggetto: VERIFICA TERMICA DEL DISSIPATORE
Report fotovoltaico issue 2 Di: VINCENZO CASCIOLI Data: 11 Settembre 2008 Oggetto: VERIFICA TERMICA DEL DISSIPATORE Verifica termica del dissipatore 1 INDICE 1. PREMESSA 4 2. MODELLO SOLIDO 5 2.1 Scheda
DettagliCONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI
CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI Capacità di un conduttore isolato Se trasferiamo una carica elettrica su di un conduttore isolato questa si distribuisce sulla superficie in modo che il conduttore sia
DettagliMatematica generale CTF
Successioni numeriche 19 agosto 2015 Definizione di successione Monotonìa e limitatezza Forme indeterminate Successioni infinitesime Comportamento asintotico Criterio del rapporto per le successioni Definizione
DettagliTransitori del primo ordine
Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli
DettagliSi classifica come una grandezza intensiva
CAP 13: MISURE DI TEMPERATURA La temperatura È osservata attraverso gli effetti che provoca nelle sostanze e negli oggetti Si classifica come una grandezza intensiva Può essere considerata una stima del
DettagliSpettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari.
Spettrofotometria. Con questo termine si intende l utilizzo della luce nella misura delle concentrazioni chimiche. Per affrontare questo argomento dovremo conoscere: Natura e proprietà della luce. Cosa
Dettagli2. Leggi finanziarie di capitalizzazione
2. Leggi finanziarie di capitalizzazione Si chiama legge finanziaria di capitalizzazione una funzione atta a definire il montante M(t accumulato al tempo generico t da un capitale C: M(t = F(C, t C t M
DettagliLA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA
LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico
DettagliDimensionamento delle strutture
Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle
DettagliSlide Cerbara parte1 5. Le distribuzioni teoriche
Slide Cerbara parte1 5 Le distribuzioni teoriche I fenomeni biologici, demografici, sociali ed economici, che sono il principale oggetto della statistica, non sono retti da leggi matematiche. Però dalle
DettagliLa trasmittanza termica dell involucro edilizio - Introduzione. Le chiusure hanno il compito di: o Proteggere l interno dal clima esterno
LA TRASMITTANZA TERMICA DI STRUTTURE OPACHE La trasmittanza termica dell involucro edilizio - Introduzione Le chiusure hanno il compito di: o Proteggere l interno dal clima esterno o Implementare le prestazioni
DettagliREAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione
REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione Abbiamo visto che i composti organici e le loro reazioni possono essere suddivisi in categorie omogenee. Per ottenere la massima razionalizzazione
Dettagli/ * " 6 7 -" 1< " *,Ê ½, /, "6, /, Ê, 9Ê -" 1/ " - ÜÜÜ Ìi «V Ì
LA TRASMISSIONE DEL CALORE GENERALITÀ 16a Allorché si abbiano due corpi a differenti temperature, la temperatura del corpo più caldo diminuisce, mentre la temperatura di quello più freddo aumenta. La progressiva
DettagliEnergia potenziale elettrica e potenziale. In queste pagine R indicherà una regione in cui è presente un campo elettrostatico.
Energia potenziale elettrica e potenziale 0. Premessa In queste pagine R indicherà una regione in cui è presente un campo elettrostatico. 1. La forza elettrostatica è conservativa Una o più cariche ferme
DettagliVernici isolanti per risparmio energetico?
DOCUMENTO DI CHIARIMENTO 10 febbraio 2016 Vernici isolanti per risparmio energetico? ANIT,, pubblica periodicamente documenti di approfondimento o chiarimento sulla normativa di efficienza energetica e
DettagliLEZIONE 5-6 ENERGIA TERMICA, TRASPORTO DEL CALORE (CONDUZIONE, CONVEZIONE) ESERCITAZIONI 2
LEZIONE 5-6 ENERGIA TERMICA, TRASPORTO DEL CALORE (CONDUZIONE, CONVEZIONE) ESERCITAZIONI 2 Esercizio 11 Una pentola contiene 2 kg di acqua ad una temperatura iniziale di 17 C. Si vuole portare l'acqua
DettagliCORRENTE ELETTRICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V 2 isolati tra loro V 2 > V 1 V 2
COENTE ELETTICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V isolati tra loro V > V 1 V V 1 Li colleghiamo mediante un conduttore Fase transitoria: sotto
DettagliForze come grandezze vettoriali
Forze come grandezze vettoriali L. Paolucci 23 novembre 2010 Sommario Esercizi e problemi risolti. Per la classe prima. Anno Scolastico 2010/11 Parte 1 / versione 2 Si ricordi che la risultante di due
DettagliFONDAMENTI DI CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Meccanica. http://web.ing.unimo.it/~lbiagiotti/fondamenticontrolli1415.html SISTEMI ELEMENTARI
FONDAMENTI DI CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Meccanica http://web.ing.unimo.it/~lbiagiotti/fondamenticontrolli1415.html SISTEMI ELEMENTARI Ing. e-mail: luigi.biagiotti@unimore.it http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti
DettagliMisure a distanza. Richiami teorici. Emissione del corpo nero. Legge di Wien. Legge di Plank. Termografia. Descrive l emissione del corpo nero: 2 I GB
Misure a distanza Misure Meccaniche e ermiche Le misure di temperatura a distanza tramite termocamere hanno diversi vantaggi: no effetto di carico prontezza molto migliore misure in molti punti -> campi
DettagliE naturale chiedersi alcune cose sulla media campionaria x n
Supponiamo che un fabbricante stia introducendo un nuovo tipo di batteria per un automobile elettrica. La durata osservata x i delle i-esima batteria è la realizzazione (valore assunto) di una variabile
DettagliPALI Si distinguono: Nel caso 1 il palo non modifica il moto ondoso, mentre nel caso 2 il moto ondoso è modificato dal palo.
PALI Si distinguono: 1. pali di piccolo diametro se D/L0,05 Nel caso 1 il palo non modifica il moto ondoso, mentre nel caso 2 il moto ondoso è modificato dal palo.
Dettagliu 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k
Capitolo 4 Serie numeriche 4. Serie convergenti, divergenti, indeterminate Data una successione di numeri reali si chiama serie ad essa relativa il simbolo u +... + u +... u, u 2,..., u,..., (4.) oppure
DettagliRAPPORTO DI CALCOLO 110123-R-2522
RAPPORTO DI CALCOLO Analisi FEM VALUTAZIONE NUMERICA DEL CONTRIBUTO ALLA RESISTENZA LIMINARE DI PARETE OPACA VERTICALE ED ORIZZONTALE DI VERNICE TERMORIFLETTENTE A BASSA EMISSIVITA (UNI EN ISO 6946:2008)
Dettagliquale agisce una forza e viceversa. situazioni. applicate a due corpi che interagiscono. Determinare la forza centripeta di un
CLASSE Seconda DISCIPLINA Fisica ORE SETTIMANALI 3 TIPO DI PROVA PER GIUDIZIO SOSPESO Test a risposta multipla MODULO U.D Conoscenze Abilità Competenze Enunciato del primo principio della Calcolare l accelerazione
DettagliSCIENZE INTEGRATE FISICA
CLASSE DISCIPLINA ORE SETTIMANALI TIPO DI PROVA PER GIUDIZIO SOSPESO MODULO 1: Il moto e l energia I concetti di sistema di riferimento e le grandezze cinematiche. I diversi tipi di rappresentazione del
Dettagli1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini 1.1 Caratteristiche ottiche dei materiali oftalmici
1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini Esaminiamo in questo capitolo le principali caratteristiche dei vari materiali utilizzati nel campo dell'ottica oftalmica,
DettagliLAVORO. L= F x S L= F. S L= F. S cos ϑ. L= F. S Se F ed S hanno stessa direzione e verso. L= -F. S Se F ed S hanno stessa direzione e verso opposto
LAVORO L= F x S L= F. S L= F. S cos ϑ CASI PARTICOLARI L= F. S Se F ed S hanno stessa direzione e verso L= -F. S Se F ed S hanno stessa direzione e verso opposto L= 0 Se F ed S sono perpendicolari L >0
DettagliIl concetto di valore medio in generale
Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo
DettagliIdraulica delle correnti: definizioni
Idraulica delle correnti: definizioni Assumiamo un asse z verticale, positivo verso l alto, avente origine su un piano di riferimento orizzontale (nei calcoli per gli acquedotti si assume come riferimento
DettagliL isolamento termico degli edifici
Oliviero Tronconi Politecnico di Milano Dipartimento BEST L isolamento termico degli edifici 2262 Una delle principali prestazioni tecnologiche di un edificio è l isolamento termico. La realizzazione di
Dettagli1 Serie di Taylor di una funzione
Analisi Matematica 2 CORSO DI STUDI IN SMID CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 CAPITOLO 7 SERIE E POLINOMI DI TAYLOR Serie di Taylor di una funzione. Definizione di serie di Taylor Sia f(x) una funzione definita
DettagliCampo elettrico per una carica puntiforme
Campo elettrico per una carica puntiforme 1 Linee di Campo elettrico A. Pastore Fisica con Elementi di Matematica (O-Z) 2 Esercizio Siano date tre cariche puntiformi positive uguali, fisse nei vertici
DettagliLA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it
LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.
DettagliProf. Luigi Puccinelli IMPIANTI E SISTEMI AEROSPAZIALI SPAZIO
Prof. Luigi Puccinelli IMPIANTI E SISTEMI AEROSPAZIALI SPAZIO CONTROLLO TERMICO Equilibrio termico 2 Al di fuori dell atmosfera la temperatura esterna non ha praticamente significato Scambi termici solo
DettagliCollegamento a terra degli impianti elettrici
Collegamento a terra degli impianti elettrici E noto che il passaggio di corrente nel corpo umano provoca dei danni che possono essere irreversibili se il contatto dura troppo a lungo. Studi medici approfonditi
DettagliGRANDEZZE ELETTRICHE E COMPONENTI
Capitolo3:Layout 1 17-10-2012 15:33 Pagina 73 CAPITOLO 3 GRANDEZZE ELETTRICHE E COMPONENTI OBIETTIVI Conoscere le grandezze fisiche necessarie alla trattazione dei circuiti elettrici Comprendere la necessità
DettagliEsercizi svolti di Elettrotecnica
Marco Gilli Dipartimento di Elettronica Politecnico di Torino Esercizi svolti di Elettrotecnica Politecnico di Torino TOINO Maggio 2003 Indice Leggi di Kirchhoff 5 2 Legge di Ohm e partitori 5 3 esistenze
DettagliFisica II - CdL Chimica. La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche
La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche La natura della luce Teoria corpuscolare (Newton) Teoria ondulatoria: proposta già al tempo di Newton, ma scartata perchè
DettagliAppunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing
Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso
Dettagli13. Campi vettoriali
13. Campi vettoriali 1 Il campo di velocità di un fluido Il concetto di campo in fisica non è limitato ai fenomeni elettrici. In generale il valore di una grandezza fisica assegnato per ogni punto dello
DettagliRAPPORTO DI PROVA 110104 - R 0874
RAPPORTO DI PROVA 110104 - R 0874 DETERMINAZIONE DEL CONTRIBUTO DI UNA VERNICE TERMICA A BASE CERAMICA SUI VALORI DI TRASMITTANZA DI PARETI INTONACATE, DELLA DITTA "ATRIA s.r.l." STABILIMENTO DI PARTANNA
DettagliTermodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA
Termodinamica TERMODINAMICA Cosa è la termodinamica? La termodinamica studia la conversione del calore in lavoro meccanico Prof Crosetto Silvio 2 Prof Crosetto Silvio Il motore dell automobile trasforma
DettagliMatematica e Statistica
Matematica e Statistica Prova d esame (0/07/03) Università di Verona - Laurea in Biotecnologie - A.A. 0/3 Matematica e Statistica Prova di MATEMATICA (0/07/03) Università di Verona - Laurea in Biotecnologie
Dettagli1. Introduzione. 2. Simulazioni elettromagnetiche per la misura del SAR
Relazione Tecnica Analisi simulative e misure con termocamera relative al confronto tra l utilizzo di un telefono smartphone in assenza e in presenza di dispositivo distanziatore EWAD Annamaria Cucinotta
DettagliFondamenti e didattica di Matematica Finanziaria
Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Silvana Stefani Piazza dell Ateneo Nuovo 1-20126 MILANO U6-368 silvana.stefani@unimib.it 1 Unità 9 Contenuti della lezione Operazioni finanziarie, criterio
DettagliEsercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico
Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico 1.1 Lo schema di misurazione Le principali grandezze elettriche che caratterizzano un bipolo in corrente continua, quali per esempio
DettagliLA CORRENTE ELETTRICA
L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso
DettagliEsercitazione 23 maggio 2016
Esercitazione 5 maggio 016 Esercitazione 3 maggio 016 In questa esercitazione, nei primi tre esercizi, analizzeremo il problema del moral hazard nel mercato. In questo caso prenderemo in considerazione
DettagliPer studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R
Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.
DettagliIdrogeologia. Velocità media v (m/s): nel moto permanente è inversamente proporzionale alla superficie della sezione. V = Q [m 3 /s] / A [m 2 ]
Idrogeologia Oltre alle proprietà indici del terreno che servono a classificarlo e che costituiscono le basi per utilizzare con facilità l esperienza raccolta nei vari problemi geotecnici, è necessario
DettagliMetodologia di monitoraggio Impianti fotovoltaici
Metodologia di monitoraggio Impianti fotovoltaici Per effettuare il monitoraggio degli impianti fotovoltaici è stato scelto il metodo di acquisizione dati proposto dal Dott. Ing. F. Spertino, Dott. Ing.
DettagliCollettori solari. 1. Elementi di un collettore a piastra
Collettori solari Nel documento Energia solare abbiamo esposto quegli aspetti della radiazione solare che riguardano l energia solare e la sua intensità. In questo documento saranno trattati gli aspetti
DettagliEQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6
EQUAZIONI DIFFERENZIALI.. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x log t (d) x = e t x log x (e) y = y 5y+6 (f) y = ty +t t +y (g) y = y (h) xy = y (i) y y y = 0 (j) x = x (k)
DettagliSensori termici. Caratterizzazione dei sensori termici: principio di funzionamento e grandezza misurata
Sensori termici Caratterizzazione dei sensori termici: principio di funzionamento e grandezza misurata 1. Il trasferimento di calore 2. Equivalenti elettrici dei parametri termici 3. La misura di temperatura
DettagliLE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO
LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO Roberto Malatesta. William Marcone Ufficio Tecnico (giugno 2008) LA PROTEZIONE DAL RUMORE DEGLI EDIFICI, LA NORMATIVA NAZIONALE La maggior sensibilità delle persone
DettagliRadiazione atmosferica
Radiazione atmosferica Fondamenti di meteorologia e climatologia Trento, 28 Aprile 2015 Radiazione elettromagnetica La radiazione elettromagnetica puó essere vista come un insieme di onde che si propagano
DettagliTemperatura e Calore
Temperatura e Calore La materia è un sistema fisico a molti corpi Gran numero di molecole (N A =6,02 10 23 ) interagenti tra loro Descrizione mediante grandezze macroscopiche (valori medi su un gran numero
DettagliProprieta meccaniche dei fluidi
Proprieta meccaniche dei fluidi 1. Definizione di fluido: liquido o gas 2. La pressione in un fluido 3. Equilibrio nei fluidi: legge di Stevino 4. Il Principio di Pascal 5. Il barometro di Torricelli 6.
DettagliCircuito di pilotaggio ON OFF con operazionale
PREMESSA Circuito di pilotaggio ON OFF con operazionale A cura del Prof. Marco Chirizzi www.marcochirizzi.it Si supponga di dovere progettare un circuito di pilotaggio ON OFF in grado di mantenere un fluido
DettagliQ t CORRENTI ELETTRICHE
CORRENTI ELETTRICHE La corrente elettrica è un flusso di particelle cariche. L intensità di una corrente è definita come la quantità di carica netta che attraversa nell unità di tempo una superficie: I
DettagliTemperatura. V(t) = Vo (1+at) Strumento di misura: termometro
I FENOMENI TERMICI Temperatura Calore Trasformazioni termodinamiche Gas perfetti Temperatura assoluta Gas reali Principi della Termodinamica Trasmissione del calore Termoregolazione del corpo umano Temperatura
DettagliLA TRASMITTANZA TERMICA U NEI SERRAMENTI
LA TRASMITTANZA TERMICA U NEI SERRAMENTI 1 Il DLGS n. 311 del 29/12/2006 Il recepimento della Direttiva 2002/91/CE con il Dlgs n. 192 del 19 agosto 2005 aveva rappresentato la data storica in cui si era
DettagliEsercizio 20 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 2002
Esercizio 0 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 00 er regolare il regime di rotazione di un gruppo elettrogeno, viene calettato sull albero di trasmissione del motore un volano in ghisa.
DettagliCAPITOLO 5 IDRAULICA
CAPITOLO 5 IDRAULICA Cap. 5 1 FLUIDODINAMICA STUDIA I FLUIDI, IL LORO EQUILIBRIO E IL LORO MOVIMENTO FLUIDO CORPO MATERIALE CHE, A CAUSA DELLA ELEVATA MOBILITA' DELLE PARTICELLE CHE LO COMPONGONO, PUO'
DettagliINTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito.
INTEGRALI DEFINITI Sia nel campo scientifico che in quello tecnico si presentano spesso situazioni per affrontare le quali è necessario ricorrere al calcolo dell integrale definito. Vi sono infatti svariati
DettagliTeoria in sintesi 10. Attività di sportello 1, 24 - Attività di sportello 2, 24 - Verifica conclusiva, 25. Teoria in sintesi 26
Indice L attività di recupero 6 Funzioni Teoria in sintesi 0 Obiettivo Ricerca del dominio e del codominio di funzioni note Obiettivo Ricerca del dominio di funzioni algebriche; scrittura del dominio Obiettivo
Dettagli1. Scopo dell esperienza.
1. Scopo dell esperienza. Lo scopo di questa esperienza è ricavare la misura di tre resistenze il 4 cui ordine di grandezza varia tra i 10 e 10 Ohm utilizzando il metodo olt- Amperometrico. Tale misura
DettagliLe equazioni. Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete.
Le equazioni Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete. Definizione e caratteristiche Chiamiamo equazione l uguaglianza tra due espressioni algebriche,
DettagliCLASSE: 1^ CAT. E 1^ GRA
ITS BANDINI - SIENA MATERIA DI INSEGNAMENTO: FISICA e LABORATORIO CLASSE: 1^ CAT. E 1^ GRA In relazione alla programmazione curricolare ci si prefigge di raggiungere i seguenti obiettivi disciplinari:
DettagliEsercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica
Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica (Gli esercizi sono suddivisi in base ai capitoli del testo di De Vincenti) CAPITOLO 3. IL MERCATO DEI BENI NEL MODELLO REDDITO-SPESA Esercizio.
DettagliAnche nel caso che ci si muova e si regga una valigia il lavoro compiuto è nullo: la forza è verticale e lo spostamento orizzontale quindi F s =0 J.
Lavoro Un concetto molto importante è quello di lavoro (di una forza) La definizione di tale quantità scalare è L= F dl (unità di misura joule J) Il concetto di lavoro richiede che ci sia uno spostamento,
DettagliRAPPORTO DI PROVA Venezia,. Foglio n. 1 di 7. Protocollo: Luogo e Data della prova: Richiedente: Materiale testato:
Foglio n. 1 di 7 Protocollo: Luogo e Data della prova: Mestre, Richiedente: Materiale testato: Prova eseguita: Conducibilità termica Riferimento Normativo: UNI EN 12667 DESCRIZIONE DEL CAMPIONE SOTTOPOSTO
DettagliGas perfetti e sue variabili
Gas perfetti e sue variabili Un gas è detto perfetto quando: 1. è lontano dal punto di condensazione, e quindi è molto rarefatto 2. su di esso non agiscono forze esterne 3. gli urti tra le molecole del
DettagliCorso di Componenti e Impianti Termotecnici. VERIFICA DEL C d
VERIFICA DEL C d 1 1) Determinazione del Coefficiente di dispersione volumico Cd [W/m 3 K] Rif. normativo: UNI 10379 - App. E UNI 7357 Calcolo del Coefficiente di dispersione volumico Cd con: Φtr, p Cd
DettagliCONTROLLO IN TENSIONE DI LED
Applicazioni Ver. 1.1 INTRODUZIONE CONTROLLO IN TENSIONE DI LED In questo documento vengono fornite delle informazioni circa la possibilità di pilotare diodi led tramite una sorgente in tensione. La trattazione
DettagliSPC e distribuzione normale con Access
SPC e distribuzione normale con Access In questo articolo esamineremo una applicazione Access per il calcolo e la rappresentazione grafica della distribuzione normale, collegata con tabelle di Clienti,
DettagliLA LEZIONE La conduzione e la resistenza termica
LA LEZIONE La conduzione e la resistenza termica Se si prende in considerazione un appartamento riscaldato dai radiatori in inverno, per intervalli di tempo non troppo lunghi la temperatura dell aria all
DettagliLEZIONE 7. Esercizio 7.1. Quale delle seguenti funzioni è decrescente in ( 3, 0) e ha derivata prima in 3 che vale 0? x 3 3 + x2. 2, x3 +2x +3.
7 LEZIONE 7 Esercizio 7.1. Quale delle seguenti funzioni è decrescente in ( 3, 0) e ha derivata prima in 3 che vale 0? x 3 3 + x2 2 6x, x3 +2x 2 6x, 3x + x2 2, x3 +2x +3. Le derivate sono rispettivamente,
DettagliLA FORZA. Il movimento: dal come al perché
LA FORZA Concetto di forza Principi della Dinamica: 1) Principio d inerzia 2) F=ma 3) Principio di azione e reazione Forza gravitazionale e forza peso Accelerazione di gravità Massa, peso, densità pag.1
Dettagliilluminazione artificiale
illuminazione artificiale Illuminazione artificiale degli interni Il progetto di illuminazione degli interni deve essere studiato e calcolato in funzione della destinazione d uso e dei compiti visivi del
DettagliLa distribuzione Normale. La distribuzione Normale
La Distribuzione Normale o Gaussiana è la distribuzione più importante ed utilizzata in tutta la statistica La curva delle frequenze della distribuzione Normale ha una forma caratteristica, simile ad una
DettagliUniversità del Salento Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale Appello di FISICA GENERALE 2 del 27/01/15
Università del Salento Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale Appello di FISICA GENERALE 2 del 27/01/15 Esercizio 1 (9 punti): Una distribuzione di carica è costituita da un guscio sferico
DettagliUniversità degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn. Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico
Università degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico Parte teorica Fenomenologia di base La luce che attraversa una finestra, un foro, una fenditura,
DettagliMODELLIZZAZIONE DI UNA LINEA ELETTRICA
MODEIZZAZIONE DI UNA INEA EETTRICA Appunti a cura dell Ing. Emanuela Pazzola Tutore del corso di Elettrotecnica per meccanici, chimici e biomedici A.A. 005/006 Facoltà d Ingegneria dell Università degli
DettagliAUTODIFFUSIONE Autodiffusione
DIFFUSIONE ATOMICA La diffusione è un processo importante che influenza il comportamento di un materiale alle alte temperature (creep, trattamenti termici superficiali, tempra chimica del vetro, ricristallizzazione,
Dettagli