Piano Territoriale del Parco

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1 Piano Territoriale del Parco legge regionale 17 febbraio 2005 n. 6 CONSORZIO PARCO REGIONALE PARCO REGIONALE DEI DEI LAGHI DI DI SUVIANA E E BRASIMONE (LR 38/95) BRASIMONE QUADRO CONOSCITIVO RELAZIONE GENERALE art. 26 LR 6/2005 GRUPPO DI LAVORO elaborazione Mariangela Corrado Francesca Simonetti (coll.) gruppo tecnico del Parco Antonella Galli Lucia Bolognesi Giuliano Gandolfi Giovanni Govi rappresentanti degli Enti Marina Terranova (Provincia di Bologna) Gabriele Zaccoletti (Comunità Montana zona 10) Eros Ferrari (Comune di Camugnano) Francesco Savino (Comune di Castel di Casio) Alessandro Aldrovandi (Comune di Castiglione dei Pepoli) Giordano Corvalli (ENEA) Loris Restani (Enel) Consorzio di gestione del Parco Provincia di Bologna, Comunità Montana Alta e Media Valle del Reno, Comune di Camugnano, Comune di Castel di Casio, Comune di Castiglione dei Pepoli Stesura Adottata 2008 Adottata con Delibera del Consiglio Provinciale n. del

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3 3 indice PREMESSA... 7 a) metodologia d analisi - esito conferenza... 8 b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive... 8 b.1) INTEGRAZIONI AL QUADRO CONOSCITIVO... 8 b.2) PERIMETRI c) conclusioni d) allegati ALLEGATI - legge istitutiva INQUADRAMENTO MORFOLOGIA a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive c) conclusioni d) allegati GEOLOGIA a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive c) conclusioni d) allegati DINAMICHE DEL DISSESTO a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive c) conclusioni d) allegati COPERTURA DEL SUOLO a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive c) conclusioni d) allegati SISTEMA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI DELLA RETE NATURA a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive c) conclusioni d) allegati UNITA DI PAESAGGIO a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive c) conclusioni d) allegati ASPETTI AMBIENTALI ACQUE a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) RISORSE IDRICHE SUPERFICIALI A. INVASI Qualità delle acque Uso delle acque B. CORSI D ACQUA Qualità delle acque Deflusso minimo vitale (DMV) Ambito fluviale b.2) RISORSE IDRICHE SOTTERRANEE b.3) PIANIFICAZIONE VIGENTE IN MATERIA DI TUTELA DELLE ACQUE b.4) INFRASTRUTTURE PER LA RACCOLTA E IL TRATTAMENTO DEI REFLUI c) conclusioni d) allegati VEGETAZIONE a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive

4 4, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 4 b.1) COMUNITA VEGETALI b.2) ANALISI FLORISTICA b.3) AZIONI PER IL RECUPERO E IL MIGLIORAMENTO DI AMBIENTI VEGETAZIONALI 97 c) conclusioni d) allegati AREE FORESTALI a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) TIPOLOGIE FORESTALI b.2) FORME DI GOVERNO b.3) AREE BOSCATE DI PARTICOLARE INTERESSE c) conclusioni d) allegati FAUNA a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) SITI DI PARTICOLARE INTERESSE FAUNISTICO b.2) VOCAZIONE FAUNISTICA E ZONE DI PROTEZIONE (PIANO FAUNISTICO VENATORIO) b.4) PRESENZE ORNITICHE (integrazioni) b.5) FAUNA ITTICA b.6) PIANIFICAZIONE E GESTIONE DELLA FAUNA ITTICA E DELLA PESCA b.7) PRESENZE FAUNISTICHE NEI TERRITORI INTERESSATI DALL AMPLIAMENTO b.8) AZIONI PER LA CONSERVAZIONE E/O RIPRISTINO DI HABITAT PER LA FAUNA; AGGIORNAMENTO DATI SULLE PRESENZE b.9) STRUTTURE PER L OSSERVAZIONE FAUNISTICA c) conclusioni d) allegati SIC E HABITAT. RETE ECOLOGICA a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) OBIETTIVI DI CONSERVAZIONE DEL SIC b.2) RUOLO DELL AREA PROTETTA NELLA RETE ECOLOGICA PROVINCIALE c) conclusioni d) allegati ASPETTI INSEDIATIVI E SOCIO-ECONOMICI ORGANIZZAZIONE STORICA a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) BREVE INTRODUZIONE STORICA b.1) ANALISI DIACRONICA b.2) PERSISTENZE c) conclusioni d) allegati INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) INSEDIAMENTI b.2) STRUTTURE E INFRASTRUTTURE PER LA PRODUZIONE E LA TRASMISSIONE DI ENERGIA ELETTRICA b.3) CENTRO DI RICERCA ENEA b.4) INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ b.5) ATTREZZATURE PER LA FRUIZIONE c) conclusioni d) allegati ENTI E PROPRIETA a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive c) conclusioni d) allegati DATI SOCIO-ECONOMICI a) metodologia di analisi b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive

5 5 b.1) POPOLAZIONE b.2) ATTIVITÀ ECONOMICHE b.3) FRUITORI/VISITATORI b.4) ATTIVITÀ DELL ENTE DI GESTIONE PER LA DIDATTICA E LA FRUIZIONE b.5) ALTRE ATTIVITA EDUCATIVE E RICREATIVE c) conclusioni ALLEGATI - localizzazione edifici di valore ptp conferenza e database QUADRO DELLA PIANIFICAZIONE PIANIFICAZIONE TERRITORIALE PIANIFICAZIONE URBANISTICA FONTI PRINCIPALI

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7 PREMESSA

8 8, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE a) metodologia d analisi - esito conferenza Secondo quanto disposto dalla LR 6/2005, art. 28 c. 6, al fine della predisposizione del Piano territoriale, l Ente di gestione tiene conto dei contenuti conoscitivi e delle valutazioni espresse nella conferenza di pianificazione. La tabella seguente riferisce per sommi capi le necessità emerse per il Piano territoriale del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone in tale sede: 1 QUADRO CONOSCITIVO quadro dello stato della pianificazione vigente (analisi cartografia e normativa di PTCP, PSAI, Piano di tutela delle acque, nonché strumenti urbanistici comunali) analisi rispetto a: invasi corpi idrici, uso delle acque, deflusso minimo vitale linee elettriche e fasce di rispetto psic aspetti botanici aspetti faunistici dissesto e stabilità dei versanti emergenze geologiche e giacimenti fossiliferi e mineralogici viabilità storica, organizzazione storica del territorio, beni storico-culturali risorse archeologiche valutazione sulla percezione del paesaggio censimento delle aree ad uso pubblico e delle infrastrutture di uso pubblico analisi del sistema economico-sociale (ultimo censimento e indicatori demografici) dati sull utilizzazione sociale del territorio PIANO TERRITORIALE DEL PARCO nuovi aspetti SIC ampliamento del territorio interessato modifiche e integrazioni alla relazione (motivazione e contenuto delle scelte anche in rapporto alla pianificazione vigente, criteri adottati per la redazione del piano,...) norme cartografia (perimetro e zonizzazione) da svolgere da svolgere da integrare da svolgere da svolgere da aggiornare da aggiornare da svolgere da integrare da svolgere da svolgere da realizzare da realizzare da aggiornare da individuare ex-novo da fare da fare da fare da fare da fare VALSAT da elaborare ex novo b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) INTEGRAZIONI AL QUADRO CONOSCITIVO Il presente documento è redatto in particolare come integrazione conoscitiva a quanto già elaborato per il PTP e presentato in conferenza, e completa il quadro conoscitivo per l intera area protetta comprensiva anche di una parte di ampliamento proposta dalla conferenza stessa. Il quadro conoscitivo del Piano Territoriale del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone risulta pertanto composto da: 2 1 Gi esiti della conferenza di pianificazione sono contenute nella Sintesi conclusiva e valutazioni sui pareri pervenuti, allegato al verbale conclusivo della conferenza stessa (marzo 2004); le valutazioni espresse in particolare sul Quadro conoscitivo sono riportate alle pp

9 Premessa, 9 il presente elaborato Integrazioni al quadro conoscitivo, e relativa cartografia, costruito sulla base di ricerche elaborate ex-novo, anche attraverso il raccordo dei contenuti di studi, ricerche, documenti, tesi di laurea, ecc. redatti sulle diverse tematiche di interesse per l ambito territoriale di riferimento, 3 nonché tenuto conto della cartografia presentata in conferenza; 4 gli elaborati descrittivi già presentati in conferenza di pianificazione, ovvero: Studio geologico di corredo al Piano Territoriale del Parco G. Elmi Relazione forestale S. Pinzauti Indagine sui principali aspetti botanici del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone M. Sirotti Indagini sugli invertebrati del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone D. Scaravelli Indagini sull erpetofauna del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone G. Tedaldi Indagini sui chirotteri del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone D. Scaravelli Macrofauna S. Mattioli 2 Ai sensi della LR 6/2005, art. 26, il quadro conoscitivo è costituito da una serie di analisi volte ad individuare e descrivere le caratteristiche, la consistenza e la dinamica pregressa e prevedibile degli aspetti relativi a: - struttura fisica del suolo, - acque, - flora, - fauna, - persistenze storiche, - attività, - altro, per la più completa conoscenza dell area. 3 Di ciascuna informazione raccolta è stata citata la fonte, riportata anche al cap. 6 - Bibliografia. 4 Sono stati assunti e rielaborati alcuni dei dati contenuti nella seguente cartografia, presentata in conferenza: tav. 1 - Zonizzazione di cui alla LR n. 38 tav. 2 - Viabilità e parcheggi (*) tav. 3 - Sentieri e itinerari (*) tav. 4 - Proprietà pubbliche tav. 5 - Carta forestale tav. 5a - Uso reale del suolo tav. 9 - Idrografia e fasce di tutela fluviale (*) tav Habitat e stazioni floristiche di particolare interesse (*) tav Zone di pregio vegetazionale (*) tav Classificazione degli edifici extraurbani (*) il contenuto della tavola è in parte conoscitivo e in parte di indicazione progettuale. 9

10 10, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE b.2) PERIMETRI dati territoriali superficie (ha) % rispetto al territorio legge istitutiva PARCO E AREA CONTIGUA (legge istitutiva) 3.330,12 B 414,40 12 % C 1.682,31 51 % area contigua 1.233,41 37 % AMPLIAMENTO 576, % nord 45,34 centro 154,75 sud 376,22 SIC 1901,72 57 % caratteri Il territorio proposto dalla legge istitutiva come Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone e area contigua (LR 38/95) è definito da un perimetro che si attesta sui seguenti segni fisici e/o amministrativi: - il lato OVEST ricalca la strada provinciale SP43 che corre lungo il versante in sinistra idrografica del t. Limentra di Treppio su una quota costante pari a circa i 600 m; all altezza di Badi il perimetro segue il fosso Massovrana verso le sponde del lago di Suviana per poi proseguire lungo la strada provinciale Porretta Terme-Zanchetto SP40; - il lato NORD prosegue lungo la SP40 per poi seguire il tracciato di strade minori, così da passare a sud dell abitato di Bargi e poi abbassarsi di quota a comprendere l abitato di Baigno e quindi ri-immettersi sulla SP40 (ora Suviana-Zanchetto) all altezza di Barceda; giunto a Serra dello Zanchetto il perimetro si attesta su un tratto della strada provinciale SP62 che collega Castiglione dei Pepoli, quindi piega a est lungo il Rio Querciole poi Rio Randonara alle spalle della rupe delle balze del Cigno fino alla confluenza con il torrente Brasimone (nei pressi della località il Molino), infine riprende la SP62 fino al confine con il Comune di Castiglione dei Pepoli; - il lato EST ricalca il confine tra il comune di Camugnano e il comune di Castiglione dei P. che si attesta sul crinale spartiacque tra i bacini idrografici del t. Brasimone e del t. Setta; - il lato SUD si attesta sul confine tra la regione Emilia-Romagna e la regione Toscana che ricalca il crinale fino a M. delle Scalette; da qui scende fino all alveo del t. Limentra per poi seguire la SP43. Il territorio identificato anche come sito della rete Natura 2000 (SIC IT ) 5 è del tutto compreso all interno del perimetro del parco e area contigua, di cui alla legge istitutiva, descritto sopra. In particolare: - il lato OVEST è interamente contenuto all interno del Parco, escludendo la zona del lago di Suviana, si attesta approssimativamente sulla strada Stagno-Chiapporato e più a nord sulla SP40 tra Stagno e Bargi; - il lato NORD da Bargi in poi è difforme dal perimetro del Parco nei tratti in corrispondenza degli insediamenti; in particolare esclude gli abitati di Fiovenza, Ca dei Fanti, Ca Melati e l Alborato, quindi Baigno, Barceda e un ampio areale in località Palazzi, in tutti i casi senza attestarsi su segni fisici o amministrativi individuabili sulla cartografia CTR 5000, se non per modesti tratti; il perimetro del SIC, tra Bargi e Baigno, risulta comunque interno al Parco e si attesta sulla SP40, dopo Baigno ricalca invece il perimetro del Parco fino alla confluenza tra il Rio Randonara e il t. Brasimone; 5 Si rimanda alla parte 2.5 del presente lavoro, per gli aspetti specifici relativi al SIC (Sito d Importanza Comunitaria). 10

11 Premessa, 11 - il lato EST si attesta su alcuni tratti dei corsi d acqua Fosso del Turco, Rio Torto, Rio Canale dell Inferno, Rio della Guardata e t. Brasimone, e- sclude il lago del Brasimone e due ampi areali in località La Guardata e Fornace. Questo lato del SIC è interno e non si sovrappone al perimetro dell area protetta; - il lato SUD coincide con il confine del Parco e il confine regionale, tra il Fosso del Turco a est e la località di Chiapporato a ovest. La proposta di ampliamento del Parco, emersa nel corso della conferenza di pianificazione da parte del Comune di Castiglione dei Pepoli, 6 è giustificata dal fatto che l inserimento delle località, situate nel territorio del Comune di Castiglione dei Pepoli, nell area perimetrata a parco è una scelta strategica per il rilancio economico e sociale dei territori di questa zona, tenuto conto degli obiettivi come specificati nei documenti predisposti dal Consorzio del Parco. Tale proposta è costituita da due territori contigui alla perimetrazione di cui alla legge istitutiva dell area protetta - lago di S. Damiano e versante di M. Gatta fino al Rifugio Ranuzzi-Segni -, e dal territorio identificato come Cottede invece posto sul versante in destra idrografica del t. Setta, non in continuità quindi con gli ambiti precedenti. La perimetrazione di tali territori, tranne che per il lago di S. Damiano, non si attesta principalmente su segni fisici, ma segue il confine catastale di proprietà. c) conclusioni Il presente documento e relativa cartografia costituisce l integrazione del quadro conoscitivo presentato in conferenza di pianificazione, secondo le considerazioni emerse in tale sede. Il territorio interessato dal Parco e area contigua, come proposto dalla legge istitutiva, si attesta su segni fisici e/o amministrativi (viabilità, crinali, confini comunali e regionali). Il SIC è del tutto compreso in tale ambito con una sua propria perimetrazione che coincide con quella del Parco e area contigua solo nella parte nord, nel tratto da Barceda a il Molino - con qualche differenza, e nella parte sud, lungo il confine regionale fino a Chiapporato. Il territorio compreso nella proposta di ampliamento del Parco principalmente non si attesta su evidenti segni fisici del territorio volendo essere conforme al dato catastale e presenta una porzione non contigua al territorio della legge istitutiva, ricompresa in un versante difficilmente collegabile con il resto del parco. d) allegati tav. 0.1 PERIMETRI, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note LEGGE ISTITUTIVA LR 38/1995 (PERIMETRO PARCO E AREA CONTIGUA, ZONIZZAZIONE INTERNA) PTCP perimetro RER zone + digitalizzazione PERIMETRO PRESENTATO IN CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE (PARCO E AREA CONTIGUA) PTP-conferenza AMPLIAMENTO PROPOSTO IN ESITO ALLA CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE SIC IT "LAGHI DI SUVIANA E BRASIMONE" (DEL. GR 1242/2002) CONFINI AMMINISTRATIVI (confini regionale e comunali) base cartografica carta topografica ALLEGATO AL PARERE DI CASTIGLIONE DEI PEPOLI PTCP PTCP RER - CARTA TOPOGRAFICA(1:25.000) perimetri e zone corretti secondo la cartografia allegata alla legge istitutiva 6 Comune di Castiglione dei Pepoli, Delibera di Giunta Comunale n. 32/2004 e Delibera di Consiglio Comunale n. 12/

12 12, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE ALLEGATI - legge istitutiva LEGGE REGIONALE 14 aprile 1995, n. 38 ISTITUZIONE DEL PARCO REGIONALE DEI LAGHI SUVIANA E BRASIMONE Bollettino Ufficiale n. 75 del 19 aprile 1995 Art. 1 - Istituzione del parco regionale e finalità 1. La Regione Emilia-Romagna, con la presente legge, istituisce il "Parco regionale dei laghi Suviana e Brasimone". 2. Il perimetro del parco ricade nei Comuni di Camugnano e di Castel di Casio ed è individuato nella cartografia allegata alla presente legge. Alla sua perimetrazione definitiva e alla zonizzazione si provvederà in sede di approvazione del Piano territoriale del parco. 3. Le finalità del parco sono: a) la conservazione, la tutela e il ripristino degli ecosistemi naturali con particolare riferimento alle rupi, ai giacimenti fossiliferi e mineralogici, alle specie floristiche e faunistiche rare per il territorio appenninico bolognese e loro habitat, ai boschi di maggior pregio ecologico e ambientale; b) la qualificazione e la promozione dell'attività economica sociale e culturale della popolazione residente anche al fine di un miglior rapporto uomo-ambiente; c) la promozione di attività educative, formative e di ricerca scientifica; d) lo sviluppo e la valorizzazione delle attività culturali, ricreative e turistiche collegate alle fruizioni ambientali e compatibili con esse. 4. La Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna, La Comunità montana di Vergato, i Comuni di Camugnano e di Castel di Casio e gli enti operanti nel territorio del Parco uniformano la loro a- zione agli obiettivi di tutela, di recupero dell'ambiente naturale e di sviluppo socio- economico del territorio e delle popolazioni ivi residenti. Art. 2 - Strumenti di pianificazione 1. Il Piano territoriale del parco è disciplinato dagli articoli 6, 7, 8, 9, 10, 11 e 12 della L.R. 2 aprile 1988, n. 11 modificata ed integrata dalla L.R. 12 novembre 1992, n. 40. Art. 3 Ente di gestione 1. L'Ente di gestione del parco è un Consorzio obbligatorio, costituito fra la Provincia di Bologna, la Comunità montana di Vergato, i Comuni di Camugnano e di Castel di Casio ed eventuali altri Comuni che abbiano interesse alla gestione del parco medesimo ai sensi dell'art. 23 della legge 6 dicembre 1991, n. 394 e degli articoli 10 e 11 della L.R. 40/ Ai sensi degli artt. 2 e 10 della L.R. 40/92, la Giunta regionale approva l'atto di costituzione del Consorzio di gestione del Parco entro il termine massimo di trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sulla base di una proposta formulata dalla Provincia di Bologna, di concerto con gli altri enti di cui al comma Ai sensi dell'art. 11 della L.R. 40/92 gli Enti costituenti il Consorzio provvedono all'approvazione dello Statuto entro tre mesi dalla data di costituzione dell'ente di gestione. 4. Per quanto concerne il funzionamento e l'attività dell'ente di gestione si applicano le norme degli articoli 13, 14, 14 bis, 14 ter, 14 quater, 14 quinquies della L.R. 11/88 come modificata ed integrata dalla L.R. 40/92. Art. 4 Comitato tecnico scientifico 1. Il Comitato tecnico-scientifico del Parco regionale dei laghi Suviana e Brasimone è composto da esperti ed è disciplinato dall'art. 12 della L.R. 40/92. Lo Statuto dell'ente di gestione ne definisce la composizione. Art. 5 Attuazione del parco 1. Sono strumenti attuativi del parco: il programma di sviluppo, i progetti di intervento particolareggiato, ed il Regolamento, come disciplinati dagli articoli 16,18 e 20 della L.R. 11/88 come modificata ed integrata dalla L.R. 40/92. Art. 6 Convenzioni 1. Per il raggiungimento delle finalità del parco, la gestione di fabbricati e di beni di proprietà e in disponibilità privata può essere regolata da apposite convenzioni stipulate dall'ente di gestione con i soggetti interessati, sia pubblici che privati, che abbiano le caratteristiche idonee. 2. Convenzioni specifiche per particolari attività del parco possono essere stipulate da parte dell'ente di gestione con soggetti pubblici e privati. Art. 7 Norme di salvaguardia 1. Al parco istituito con la presente legge si applicano le norme di salvaguardia di cui all'art. 5 della L.R.11/88 come modificata e integrata dalla L.R. 40/92. Art. 8 Indennizzi 1. Per quanto concerne gli indennizzi si applicano le disposizioni dell'art. 30 della L.R. 11/88 come modificata e integrata dalla L.R. 40/92. Art. 9 Vigilanza e sanzioni 1. L'attività di vigilanza è disciplinata dagli articoli 31 e 32 della L.R 11/88 come modificata e integrata dalla L.R. 40/92. Art. 10 Disposizioni finali 1. Per quanto non espressamente disciplinato dalla presente legge si fa rinvio alla legge 6 dicembre 1991, n. 394 ed alla L.R. 11/88 come modificata ed integrata dalla L.R. 40/92. 12

13 1. INQUADRAMENTO

14 14, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 1.1 MORFOLOGIA a) metodologia di analisi Gli aspetti morfologici dell area di studio sono costruiti sulla base dei tematismi cartografici relativi alle curve altimetriche, ai crinali, ai bacini e alla rete idrografica, ai terrazzi fluviali, ai conoidi di deiezione; le fonti di tali dati sono ricostruite nella tabella al successivo punto d). b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive dati territoriali cime quota (m slm) M. Calvi 1283 M. della Scoperta 1273 M. di Stagno 1213 M. Casciaio 1194 l'alpe 1188 Poggio delle Vecchiette 1186 M. delle Lamacce 1185 M. Coroncina 1166 M. Tavianella 1163 M. Gatta 1152 M. Bagucci 1101 M. di Baigno 1059 invasi quota (m slm) lago di Brasimone 845 lago di S. Damiano 521 lago di Suviana 470 territorio fascia altimetrica (m) parco e area contigua (LR38/95) tra quota 450 (Suviana diga) e 1283 (M. Calvi) ampliamento nord tra quota 500 (S. Damiano diga) e 750 ampliamento centro tra quota 900 e 1152 (M. Gatta) ampliamento sud tra quota 600 e 1166 (M. Coroncina) caratteri Per la parte di territorio compresa all interno del perimetro della legge istitutiva del parco (fig. 1), è utile riportare in sintesi la descrizione geomorfologica contenuta nella tesi di laurea Tutela e valorizzazione del banco calcareo a lucine del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone mediante uno studio di geologia ambientale : 7 L area di studio è composta da due principali paesaggi geomorfologici: - la dorsale appenninica a litologia arenaceo - marnosa (F.ne delle Arenarie del M. Cervarola) con profonde valli e cime che raggiungono e superano i 1200 m. - la fascia pedemontana a litologia pelitico - marnosa a morfologia ondulata con scarsi rilievi in corrispondenza della F.ne di Porretta Terme, del Brasimone e di inclusi resistenti inglobati o galleggianti sui terreni caotici eterogenei. 7 BEGHELLI S., Tutela e valorizzazione del banco calcareo a lucine del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone mediante uno studio di geologia ambientale, Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, laurea in Scienze geologiche - rel. prof. E. Amadesi, aa , pp

15 1. Inquadramento 1.1 MORFOLOGIA, 15 fig. 1 - Simulazione in 3D dell orografia del territorio del Parco (confine legge istituiva), Amadesi E.. Le fasce altimetriche rappresentano 100 m di dislivello: - in tono marrone corrispondono alle quote > 1000 m; - in tono verde corrispondono alle quote comprese tra 700 e 1000 m; - in tono avorio-grigio corrispondono alle quote < 700 m La prima, la zona di catena (M. Calvi, M. della Scoperta, M. Casciaio), costituita dalla Formazione delle Arenarie del M. Cervarola, presenta un aspetto impervio a pendii scoscesi e profili aspri, vista la bassa erodibilità del substrato e la quasi totale giacitura a reggipoggio o traverpoggio; numerose sono le pareti verticali spesso generate da faglie. Le valli principali (t. Limentra di Treppio, t. Brasimone) sono strette ed incassate, generalmente simmetriche ad andamento antiappenninico, trasversale all'asse strutturale e impostate parzialmente o totalmente lungo faglie o fratture. Gli affluenti si innestano spesso normalmente all asse principale in corrispondenza di fratture minori a direzione appenninica. Il reticolo idrografico ben sviluppato caratterizzato da torrenti e rii profondamente incisi, è tuttavia in uno stadio giovanile con numerosi fossi di primo e secondo ordine. La fascia pedemontana è costituita dalla coltre alloctona di Ponte della Venturina con le soprastanti Formazioni di Porretta Terme e Brasimone e dai terreni caotici eterogenei con porzioni più resistenti (Ofioliti, lembi della Formazione di Monghidoro). La morfologia è dolce, leggermente ondulata con colli e dossi poco acclivi. Le formazioni più resistenti e- mergono dal paesaggio circostante creando nette rotture di pendenza vista la minor erodibilità. Questa zona ha raramente incisioni torrentizie profonde anzi è presente un ruscellamento diffuso con una fitta rete di fossi appena accennati che offrono un drenaggio insufficiente e contribuiscono ad aumentare la già elevata propensione al dissesto di questa area. Inoltre il fatto che gran parte della zona sia incolta aumenta i problemi di stabilità, in quanto manca un attenta regolazione del deflusso idrico 15

16 16, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE da parte dell uomo. Indubbiamente, non favorisce la stabilità neppure lo sfruttamento agricolo mediante arature e scassi perché l acqua si infiltra più facilmente e velocemente, indebolendo il versante e creando nuove frane. In questa fascia l intercalarsi di formazioni più resistenti determina situazioni morfologiche favorevoli alla costruzione di sbarramenti artificiali. Questo è il caso dei bacini d Suviana e Brasimone, i cui invasi sono posti quasi interamente in aree marnose e argillose, garantendo tenuta, mentre le dighe e i bacini di alimentazione sono posti su substrato arenaceo-marnoso, assicurando stabilità. Dalle due aree sopra descritte, è stato distinto il M. Gatta in quanto, pur essendo costituito da spesse bancate arenacee con sottili intercalazioni siltoso-marnose - quindi litologicamente simile alla catena -, si presenta come un grosso colle arrotondato, pur superando i 1100 m. Il reticolo idrografico è scarso, rappresentato da fossi del primo al massimo del secondo ordine; la scarsa idrografia è il risultato di un alta permeabilità che non permette all acqua di defluire superficialmente. Il fondovalle del t. Limentra di Treppio e del t. Brasimone, a monte degli invasi, è caratterizzato da una fascia di depositi alluvionali terrazzati costituita da ciottoli con litologie arenacee e marnose, ghiaia, sabbia e minor quantità di silt e argilla. I terrazzi sono distribuiti regolarmente lungo il t. Brasimone, mentre lungo il t. Limentra sono ben sviluppati a sud di San Giorgio, molto piccoli a nord e assenti in una fascia centrale interessata dalla deviazione del corso d acqua per il franamento di materiale detritico sul fondovalle. Nella valle dei due torrenti principali sono osservabili conoidi di deiezione, alcune appena accennate, a volte impostate sui terrazzi, allo sbocco dei rii che scendono dai versanti laterali. La parte di territorio relativa all ampliamento proposto in conferenza si presenta con caratteristiche geomorfologiche del tutto riconducibili a quanto sopra descritto. In particolare, l area di ampliamento a nord conclude il versante nord di M. Gatta e comprende, quale parte della fascia pedemontana, il lago di S. Damiano, anch esso di origine artificiale, e il tratto del t. Brasimone con alcuni depositi alluvionali di terrazzo. L area di ampliamento centrale comprende parte del versante est del M. Gatta e la parte alta del versante nord di M. Bagucci; entrambi i versanti sono piuttosto dolci e si rendono scoscesi e ripidi dove scorre incassato, in direzione sud-nord, il Fosso della Chiesa Vecchia che giunge al lago di S. Damiano. L area di ampliamento posta a sud-est risulta appartenere alla dorsale appenninica e comprende il versante sud-ovest del M. Coroncina e M. Tavianella le cui cime sono parte del crinale spiartiacque tra il t. Setta e il t. Gambellaro al confine con la regione Toscana. L area di studio è attraversata dai crinali principali spartiacque tra il bacino idrografico del t. Limentra di Treppio e il sotto-bacino del t. Brasimone (cime m. Calvi, m. di Stagno, l Alpe, m. di Baigno), e tra questo e il bacino idrografico del t. Setta (m. Bagucci). Questi, unitamente ai crinali secondari, sono identificati come significativi dal PTCP Provincia di Bologna (cf. parte 4.1 del presente quadro conoscitivo). 16

17 1. Inquadramento 1.1 MORFOLOGIA, 17 c) conclusioni La morfologia del territorio interessato dal parco e area contigua (legge istitutiva e ampliamento) mostra una separazione netta tra la catena appenninica a litologia arenaceo-marnosa (con cime tra e m e pendii scoscesi e profili aspri, vista la bassa erodibilità del substrato e la quasi totale giacitura a reggipoggio o traverpoggio) e la fascia pedemontana con litotipi argilloso-marnosi (quote tra 600 e 800 m, in cui la morfologia è dolce, leggermente ondulata con colli e dossi poco acclivi). Eccezione a questa rigida distinzione sono il M. di Baigno, i rilievi di Bargi e Suviana, porzioni areanceo-marnose che emergono dai terreni alloctoni, e il M. Gatta propaggine settentrionale delle Arenarie del M. Cervarola. L idrografia è caratterizzata, nella catena, da torrenti e rii ben incisi, ad andamento prevalentemente antiappenninico, mentre, nella zona pedemontana, è presente un ruscellamento diffuso con una fitta rete di fossi appena accennati che offrono un drenaggio insufficiente e contribuiscono ad aumentare la già elevata propensione al dissesto di questa area. La zona del M. Gatta presenta alcuni sporadici fossi, appena accennati, che si dipartono dalla cima; la scarsa idrografia è il risultato di un alta permeabilità che non permette all acqua di defluire superficialmente. La porzione delle Cottede è parte del versante est del M. Coroncina M. Tavianella e risulta separata nettamente dal resto dell area protetta dalla valle incisa del t. Setta. Il fondovalle del t. Limentra di Treppio e del t. Brasimone, a monte degli invasi, è caratterizzato da una fascia di depositi alluvionali terrazzati costituita da ciottoli con litologie arenacee e marnose, ghiaia, sabbia e minor quantità di silt e argilla. L area di studio è caratterizzata dalla presenza dei crinali: lo spartiacque tra il bacino idrografico del t. Limentra di Treppio e il sotto-bacino del t. Brasimone è costituito dalle cime m. Calvi, m. di Stagno, l Alpe, m. di Baigno; lo spartiacque tra il sotto-bacino del t. Brasimone e il bacino idrografico del t. Setta è costituito dal m. Bagucci; inoltre il crinale di confine regionale segna anche parte del limite sud dell area protetta. d) allegati tav. 1.1 MORFOLOGIA, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note CIME digitalizzazione base ctr CRINALI PTCP + digitalizzazione BACINI IDROGRAFICI PTCP/PSAI (1:5000) RETICOLO IDROGRAFICO PTCP/PSAI (1:5000) (PRINCIPALE, SECONDARIO, MINORE) RETICOLO IDROGRAFICO PTP conferenza (MINUTO) + digitalizzazione PTCP/PSAI (1:5000) INVASI + digitalizzazione RER TERRAZZI FLUVIALI CARTA GEOLOGICA (1:10.000) RER TERRAZZI FLUVIALI - DEPOSITI CARTA GEOLOGICA ALLUVIONALI (1:10.000) RER CONOIDI DI DEIEZIONE CARTA GEOLOGICA (1:10.000) RER CURVE DI LIVELLO MOKA-AMB 2000 MODELLO DIGITALE DEL TERRENO (celle a SIT Provincia BO 10m) temi di base confini legge istitutiva confini ampliamenti sic si è digitalizzato il crinale di confine regionale su base ctr base ctr si è digitalizzato il lago Tavianella su base ctr 17

18 18, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE confine regionale base cartografica carta topografica RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) 18

19 1. Inquadramento 1.2 GEOLOGIA, GEOLOGIA a) metodologia di analisi Gli aspetti geologici sono analizzati e descritti nella relazione specifica di G. Elmi già presentata in conferenza di pianificazione, la quale è parte del quadro conoscitivo del PTP. 8 L integrazione data dal presente documento è relativa soprattutto alla individuazione cartografica dei singoli temi geologici di cui alla citata relazione; per tale operazione si sono utilizzate le informazioni contenute nella cartografia di studio dello stesso autore, nonché i dati della cartografia allegata alla tesi di laurea già citata, 9 utilizzando come base la Carta Geologica dell Appennino emiliano-romagnolo scala 1: (cf. anche il successivo punto d). b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive Le diverse formazioni geologiche interessanti l area di studio sono raggruppate nella tavola 1.2 secondo le unità di riferimento come classificate nel database della carta geologica regionale. Le diverse formazioni sono poi associate agli ambienti di sedimentazione originari (domini); in particolare nella tavola è individuato il confine tra il dominio ligure (dominio oceanico con sedimenti pelagici depostisi su crosta oceanica) e il dominio tosco-umbro (depositi su crosta continentale in assottigliamento). unità liguri Flysh e formazioni post-flysh MOH FORMAZIONE DI MONGHIDORO MOV FORMAZIONE DI MONTE VENERE MLL FORMAZIONE DI MONTE MORELLO Formazioni pre-flysh AVT ARGILLE VARIEGATE DI GRIZZANA MORANDI Torbiditi arenaceo-pelitiche in strati generalmente spessi Torbiditi arenaceo-marnose con base fine grigio-chiaro, in strati da medi a molto spessi Torbiditi a basi calcarenitiche e calcilutitiche prevalentemente fini, passanti a calcari marnosi ed a marne verdine o biancastre, in banchi e strati da spessi a molto spessi Argilliti e argille rosso violacee, verdastre, grigio-scure e grigio azzurrognole, con subordinate siltiti grigio-scure o nere manganesifere, in strati sottili o molto sottili e calcilutiti grigio-verdi in strati sottili e medi APA ARGILLE A PALOMBINI Argilliti ed argilliti siltose grigio scure, più raramente verdi, rossastre o grigio-azzurrognole, fissili, alternate a calcilutiti silicizzate grigio chiare e grigio-verdi, biancastre in superficie alterata, talvolta con base arenitica da fine a grossolana, in strati da medi a spessi (molto spesso discontinui per motivi tettonici) e più rari calcari marnosi grigi e verdi in strati spessi CAU unità toscane FORMAZIONE DI CAMUGNANO Torbiditi arenaceo-pelitiche con rapporto A/P variabile da circa 1 a >>1, in strati gradati da sottili a molto spessi Successione Porretta Suviana 8 ELMI G., Studio geologico di corredo al Piano Territoriale del Parco, 1999 (Quadro conoscitivo PTP). 9 BEGHELLI S., Tutela e valorizzazione del banco calcareo a lucine..., aa , CARTA GEOLOGICO AMBIENTALE, scala 1: Dal conributo conoscitivo fornito da una ulteriore tesi di laurea (BARTOLI G., Il territorio fra Castiglione dei Pepoli e il bacino di Suviana: geologigia e urbanizzazione, Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, laurea in Scienze geologiche - rel. prof. E. Amadesi, corel. ing. L. Righetti, aa ) si conferma che nelle parti di territorio proposte come ampliamento (esclusa la porzione delle foreste delle Cottede) non si rilevano particolari elementi di interesse fossilifero e mineralogico. 19

20 20, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE BTG BRECCE ARGILLOSE DEL TORRENTE GAMBELLATO Brecce poligeniche a matrice argillosa, grigia in superficie fresca e nocciola in superficie alterata, con clasti di argilliti di dimensione millimetrica e di calcari micritici, di età cretacea, grigi in superficie fresca e bianco-giallastri in superficie alterata, di dimensioni centimetriche, decimetriche o più raramente metriche SUV ARENARIE DI SUVIANA Alternanze arenaceo-pelitiche in strati gradati prevalentemente spessi e molto spessi BGN MARNE DI BAIGNO Marne siltose, talora calcaree, molto indurite, omogenee, di colore grigio chiaro in superficie fresca e grigio-giallastro in superficie alterata Successione modino VLR ARENARIE DI VALLORSARA Torbiditi arenaceo-pelitiche in strati da sottili a medi, raramente spessi, con arenarie fini e finissime grigie, o siltiti, passanti a marne grigiastre MMA MARNE DI MARMORETO Marne, marne siltose e marne calcaree, grigie, a stratificazione mal visibile con rare intercalazioni di siltiti ed arenarie fini grigio-chiare, giallastre per alterazione FIU ARGILLE DI FIUMALBO Argille, argilliti e argilliti-marnose grigio-scure, verdastre e rosse con stratificazione poco evidente, talora con intercalazioni di sottili strati gradati di areniti finissime e fini, grigio-verdastre BAP ABT SVP TRS AVC BRECCE ARGILLOSE POLIGENICHE FORMAZIONE DELL'ABETINA REALE FORMAZIONE DI SERRA VOLPARA Brecce poligeniche a matrice argillosa nerastre o grigiastre, nocciola in superficie alterata, con clasti di calcari micritici grigio-giallastri, di argilliti di dimensione millimetrica, siltiti nerastre, areniti e marne calcaree grigie Torbiditi a base calcilutitica grigia, passanti a marne calcaree biancastre, in strati da medi a molto spessi, localmente plurimetrici, alternate a torbiditi a base arenitica fine e siltitica e tetto argilloso grigio-scuro in strati sottili e medi Alternanza di marne siltose a stratificazione mal visibile o assente, calcari marnosi in strati spessi e molto spessi e subordinate areniti finissime in strati medi e spessi. FORMAZIONE DI TRASSERRA Alternanza di torbiditi gradate arenaceo-pelitiche sottili, medie e spesse (localmente molto spesse), con basi arenitiche a grana fine, colore grigio, molto ben cementate e tetto pelitico sono sottile, indurito, di colore grigio-verde e nerastro ARGILLITI VARIEGATE CON CALCARI Successione alta val Reno BRB BRECCE ARGILLOSE DI MONTE BAGUCCI CDP FORMAZIONE DI CASTIGLIONE DEI PEPOLI Argilliti, talora marnose, bruno verdastre o grigio-verdi, talora in bande blu, nocciola in superficie alterata, in strati sottili con intercalate calcilutiti grigie, in strati da sottili a molto spessi, a volte marnose al tetto, e siltiti e a- renarie fini in strati sottili Brecce poligeniche a matrice argillosa, da grigie (superficie fresca) a nocciola (superficie alterata) con scarso sviluppo della foliazione. Torbiditi arenaceo-pelitiche in strati gradati con areniti da nettamente prevalenti a leggermente subordinate. Le areniti hanno colore grigio, composizione litofeldspatica e sono bene cementate. Le peliti sono anch esse grigie e moderatamente indurite FCV FORMAZIONE DI CALVIGI Marne e marne siltose grigie mal stratificate o debolmente stratificate cui si intercalano, nella parte alta, sottili strati torbiditici siltitico-marnosi STA FORMAZIONE DI STAGNO Torbiditi da arenaceo-pelitiche a pelitico arenacee TCG FORMAZIONE DEL TORRENTE CARIGIOLA Torbiditi siltitico-pelitiche e marnose molto indurite a stratificazione molto sottile non sempre ben evidente 20

21 1. Inquadramento 1.2 GEOLOGIA, 21 fig. 2 - Carta geologica dell Appennino Settentrionale (versante emiliano) fra l Abetone e Castiglione dei Pepoli, Amadesi E., 1967, particolare. legenda 1. Formazione della serie toscana (Trias sup.-oligocene p.p.) 2. Formazione del macigno (Oligocene) 3. Formazione del macigno (Miocene inferiore) - negli studi recenti identificata come Formazione delle Arenarie del M. Cervarola 4. Formazione di Ponte della Venturina, 1 coltre alloctona (Cretaceo) 5. Formazione di M. Odino (Oligocene) 6. Formazione di Porretta Terme (Oligocene sup.-aquitaniano) 7. Formazione del Brasimone (Miocene inf.-medio) 8. Terreni caotici eterogenei, 2 coltre alloctona 9. Ofioliti 10. Flysch ad Elmintoidi; zolle di M. Rocca, Ponte Leo, Trentino e di Frignano (Cretaceo superiore) 11. Formazione di Monghidoro; zolla di Castel di Casio e di Barceda (Cretaceo sup- Paleocene) 12. Flysch di Gombola; zolla tra i torrenti Leo e Dardagna (Cretaceo sup-eocene) 13. Formazione di Camugnano; zolla di Camugnano e di Mulino Nanni (Cretaceo sup.-eocene?) 14. Arenarie di Ranzano; zolla di M. Belvedere (Oligocene) 21

22 22, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE La tavola 1.2 del quadro conoscitivo del PTP presenta inoltre i seguenti temi puntuali. LIVELLO A LUCINE Il banco calcareo fossilifero, chiamato Livello a Lucine, si trova nel fianco rovesciato dell anticlinale di M. Calvi-M. Casciaio, ad una quota compresa tra gli 800 m e i m di altitudine, ed è stato seguito per quasi 6 km. Verso ovest scompare, ricoperto dalla falda di detrito e coinvolto nella faglia inversa che mette a contatto le Arenarie del M. Cevarola con la F.ne di Ponte della Venturina (fig. 2). Spostandosi ulteriormente a ovest affiora nuovamente sulla sponda sinistra del lago di Suviana, visibile solo se il livello del bacino è basso. Si tratta di un calcare micritico grigio scuro, bianco latte o grigio chiaro sulle superfici di alterazione, a frattura scheggiosa e concoide, comunque molto resistente; lo spessore varia fra i cm e i 3 m circa. Il banco calcareo è caratterizzato da una ricca macrofauna, rappresentata da Lucine aventi dimensioni oscillanti fra i 2 e i 5 cm, di cui molto spesso si trovano solo i modelli interni, a volte sono conservate anche le valve. Sono concentrate in nidi e non appaiono in tutti gli affioramenti del Livello; si tratta di un deposito in posizione primaria (in situ). Lo spessore del Livello riportato in cartografica è volutamente esagerato; all interno della banda sono comprese anche le zone in cui i banchi fossiliferi sono due, distanti fra loro circa 40 m. 10 FORME DI EROSIONE GLACIALE Nella zona di M. Calvi sono presenti due forme di erosione glaciale; si tratta di pianori di vetta di limitate dimensioni (< 7 ha) allungati e degradanti dolcemente verso nord e nord-nordest, posti ad un altitudine compresa tra i e i m. Il rilevamento di campagna ha messo in evidenza che numerosi sono i frammenti rocciosi arrotondati o spigolosi, ma con angoli smussati e il suolo si presenta di colore bruno-rossastro o rossastro con uno spessore di frequente superiore al metro. Un tale spessore di suolo è anomalo in queste zone con forti pendenze, tuttavia dove il modellamento glaciale ha reso dolci i pendii e creato gradonature permettendo il deposito di materiali morenici, il suolo è cospicuo. In passato queste aree erano coltivate a patate pur trovandosi in luoghi distanti dalle abitazioni, ora invece una parte è occupata da prato pascolo e arbustivo, l altra è stata rimboscata con abeti. Lo studio fotogeologico ed i successivi rilievi a terra relativi ad una vasta area dell Alto Appennino tosco-emiliano, hanno permesso di individuare una serie di aree pianeggianti o subpianeggianti di ampiezza variabile fra i 2 ha e i 22 ha, con significative caratteristiche fisiche in comune che portano a classificarle, da un punto di vista geomorfologico, come pianori e pianori di vetta e che rappresentano delle forme di erosione glaciale con suoli derivati da depositi glaciali tipo le morene di fondo ; a queste appartengono anche le due aree individuate in tav La distribuzione geografica di questi pianori non è casuale ma sembra disegnare una grande U aperta o orientata a nord-nordest, profondamente incisa e solcata dal t. Limentra di Treppio e dai suoi affluenti (fig. 3). Pertanto è ipotizzabile l esistenza di un grande circo glaciale appenninico, intensamente eroso in tempi abbastanza recenti, di cui oggi i pianori rappresenterebbero delle forme residue di erosione. In alternativa rimane la tesi di ghiacciai sospesi diversi tra loro a seconda della conformazione morfologica dell area ospitante BEGHELLI S., Tutela e valorizzazione del banco calcareo a lucine..., aa , pp , AMADESI E. - VIANELLO G., Nuove forme di erosione glaciale nell Alto Appennino tosco-emiliano, Bollettino dell AIC, n. 99,

23 1. Inquadramento 1.2 GEOLOGIA, 23 fig. 3 - Distribuzione geografica dei pianori di vetta quali forme di erosione glaciale, Amadesi E. e Vianello G., AFFIORAMENTI GEOLOGICI Il tema è tratto dalla Carta geologica regionale (1:10.000). I principali affioramenti e rupi sono: 12 - le pareti dei Cinghi delle Mogne (stratificazioni di arenarie torbidiche) a valle della diga del Brasimone, sulla sponda idrografica sinistra del torrente; pareti rivestite di vegetazione bassa e discontinua costituita da carpini neri, ornelli, querce, castagni, faggi e vari arbusti, che offrono riparo a gheppi, falchi pellegrini e altri rapaci; - le pareti rocciose del Monte di Baigno; - gli affioramenti lungo la strada che porta a Stagno, costituiti da una successione di strati areancei a giacitura rovesciata di cui è possibile riconoscere la base, segnata da interessanti tracce fossili; - gli affioramenti lungo la strada che giunge a Chiapporato, che mostrano chiaramente la stratificazione arenacea intercalata a strati di materiale più fine, di matrice argilloso-marnosa; - le pareti arenacee sopra all abitato di Chiapporato, che costituiscono il versante meridionale di Monte Calvi; - gli estesi affioramenti lungo la sponda idrografica destra del t. Setta nella parte orientale dell area di studio. 12 Cf. anche la pubblicazione promossa dall Assessorato Ambiente e Territorio della Regione Emilia- Romagna, Parco Regionale Laghi Suviana e Brasimone, a cura del Centro Villa Ghigi,

24 24, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE AFFIORAMENTI GEOLOGICI E FOSSILIFERI E GIACIMENTI MINERALOGICI Tema contenuto negli studi preparatori di G. Elmi, in cui sono cartografati puntualmente gli affioramenti geologici, fossiliferi e i giacimenti minerali. EMERGENZE Alcuni elementi sono identificati come emergenze geologiche e segnalati con una lettera a cui corrisponde una scheda descrittiva contenuta nella relazione geologica, parte del quadro conoscitivo del PTP. I criteri di attribuzione del significato e valore scientifico e naturalistico che hanno consentito di segnalare le emergenze risultano essere: - rarità, riferita sia al processo di formazione sia al valore scientifico - caratteristiche di rappresentatività - bellezza naturale e paesaggistica - accessibilità al pubblico - comprensibilità al pubblico (per il valore didattico). Inoltre si è tenuto conto di altri criteri oggettivi quali la dimensione, la ripetitività, la visibilità, la fragilità. Le tipologie delle emergenze così individuate sono di tipo geologico, geomorfologico, paleontologico, mineralogico. scheda ubicazione tipo di emergenza A loc. Casalino (ovest t. Brasimone) cava di arenaria in disuso B Serra dello Zanchetto giacimento mineralogico, ofiolite 13 C loc. Sasso Bibbio, versante sud Poggio sezione stratigrafica di interesse delle Vecchiette D fronte delle Arenarie di M. Cervarola deposito fossilifero, Livello a Lucine E parete a nord del lago di Brasimone (2 km) sezione stratigrafica di interesse F strada che sale al castello di Bargi sezione stratigrafica di interesse G M. Calvi elemento morfologico di interesse, erosione glaciale H Chiapporato sezione stratigrafica di interesse I M. Baigno sezione stratigrafica di interesse L Lamaccia (Suviana) deposito fossilifero, Livello a Lucine M presso Stagno (toponimo Rio) accumulo di frana PUNTI DI OSSERVAZIONE Tema contenuto negli studi preparatori di G. Elmi; si tratta di punti da cui si può godere una vista panoramica del parco e in particolare delle successioni litostratigrafiche che ne costituiscono il territorio. PERCORSI DI INTERESSE GEOLOGICO Tema contenuto negli studi preparatori di G. Elmi; sono individuati tratti di sentiero, che conducono ad EMERGENZE oppure a PUNTI DI OSSERVAZIONE. n. partenza - arrivo descrizione posizione note 1 La Maccia - lago di Suviana 2 Stagno Chiapporato di Là 3 La Pianaccia L Alpe 4 Lavaccioni di Sotto - Il Balinello 5 Il Balinello verso il crinale di M. Calvi parte di sentiero non segnalato o tabellato e parte di sentiero p lungo la sterrata fino a Chiapporato n.s., poi sentiero p.21a sentiero di costa p.001; sterrata p.155; parte di sentiero di crinale n.s. sterrata p.155 sentiero verso il M. di Stagno p.155; sentiero n.s. sul crinale verso M. Calvi nel Parco nel Parco nel Parco nel Parco nel Parco 13 Si tratta dell ofiolite di Serra dello Zanchetto, originatosi in ambiente oceanico, e ora rappresentato in forma di zolle, delle più svariate dimensioni, inglobate nei Terreni caotici eterogenei e affioranti nei prssi di Serra dello Zanchetto. Sono costituite, nel caso specifico, principalmente da serpentine, gabbro eufotide, gabbro eufotide, gabbro a prehedite e clorite e da idrotermalite-listvenite. L età di questi lembi è riferibile al Giurassico (cf. anche BEGHELLI S., Tutela e valorizzazione del banco calcareo a lucine..., aa , p. 34). 14 Numerazione sentieri CAI. 24

25 1. Inquadramento 1.2 GEOLOGIA, 25 6 Ca Melati strada Baigno- Barbamozza 7 Mangamele M. di Baigno 8 SP 40 ofiolite SP 40 9 Casalino Madonna del Cigno 10 Case Roncacce Monte Baducco da Ca Melati sterrata n.s. poi sterrata p.009 e p.011 sentiero n.s. dalla strada lungo il t. Brasimone lungo il crinale orientale del monte fino alla cima tra Barceda e Serra dello Zanchetto, sentiero n.s. si stacca dalla SP40 e si riallaccia alla stessa strada più a nord sentiero di crinale p.043a, sentiero n.s. fino al rio Randonara, poi sterrata p.043 tratto di sentiero n.s., poi sentiero p.001a nel Parco nel Parco nel Parco nel Parco 11 Castello di Bargi dalla SP 40 al Castello di Bargi fuori dal Parco c) conclusioni Tra le caratteristiche dell area protetta da tutelare prioritariamente, la legge istitutiva del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone pone in evidenza le rupi, i giacimenti fossiliferi e quelli mineralogici. Si tratta in particolare degli affioramenti arenacei della dorsale appenninica costituiti dalla Formazione delle Arenarie del M. Cervarola (alcuni dei quali di notevole estensione e caratterizzanti il paesaggio), del banco calcareo fossilifero denominato livello a lucine che si trova nel fianco rovesciato dell anticlinale di M. Calvi-M. Cascinaio, di alcune forme di erosione glaciale nella zona di M. Calvi, del giacimento minerale di ofiolite a Serra dello Zanchetto. Le formazioni geologiche connotano e strutturano il territorio e ne definiscono la morfologia; in forte contrapposizione paesaggistica e funzionale sono i versanti rocciosi arenacei, prevalentemente boscati, della parte a sud fino al crinale, e le parti pedemontane a quote inferiori, con insediamenti urbani e usi agricoli, sulla coltre alloctona argillitica e marnosa, nella parte a nord. La cartografia del quadro conoscitivo relativa ai temi geologici affianca e integra la relazione geologica di G. Elmi, presentata in conferenza. d) allegati tav. 1.2 GEOLOGIA, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note UNITA' GEOLOGICHE RER CARTA GEOLOGICA (1:10.000) CONFINE TRA I DOMINI LIGURE E TOSCO- UMBRO LIVELLO A LUCINE AFFIORAMENTI FORME DI EROSIONE GLACIALE AFFIORAMENTI GEOLOGICI (punti) AFFIORAMENTI FOSSILIFERI (punti) RER CARTA GEOLOGICA (1:10.000) TAV TESI Beghelli (rel. Amadesi) (1:10.000) RER CARTA GEOLOGICA (1:10.000) TAV TESI Beghelli (1:10.000) TAV RELAZIONE GEOLOGICA Elmi (1:10.000) TAV RELAZIONE GEOLOGICA Elmi formazioni geologiche raggruppate per unità confine tra i domini presenti nell area studio tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva; si è scelta questo fonte perché è il tema specifico della tesi (rilievi in scala 1:5000) tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva 25

26 26, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE GIACIMENTI MINERALI (areale e punti) EMERGENZE (punti con lettere) PUNTI OSSERVAZIONE PERCORSI INTERESSE GEOLOGICO temi di base crinali bacini idrografici reticolo idrografico idrografia minuta invasi confini legge istitutiva confini ampliamenti sic confine regionale base cartografica carta topografica (1:10.000) TAV RELAZIONE GEOLOGICA Elmi (1:10.000) TAV RELAZIONE GEOLOGICA Elmi (1:10.000) TAV RELAZIONE GEOLOGICA Elmi (1:10.000) TAV RELAZIONE GEOLOGICA Elmi (1:10.000) RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva 26

27 1. Inquadramento 1.2 GEOLOGIA, DINAMICHE DEL DISSESTO a) metodologia di analisi Le dinamiche del dissesto sono descritte nella relazione geologica di G. Elmi già presentata in conferenza di pianificazione, la quale è parte del quadro conoscitivo del PTP, e a cui si rimanda per la descrizione del tema specifico. 15 L integrazione data dal presente documento è relativa soprattutto alla individuazione cartografica per la quale si sono utilizzati (cf. anche successivo punto d): - l Inventario regionale del dissesto, per i temi specifici, - il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PSAI) del bacino del fiume Reno (come recepito dal PTCP Provincia di Bologna), per le individuazioni sintetiche degli areali a diverso grado di pericolosità, - la cartografia allegata alla tesi di laurea già più volte citata 16 per il dato relativo ai depositi pedemontani. b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive Per le definizioni e le finalità delle individuazioni recepite dal PSAI/PTCP (ATTITUDINI ALLE TRASFORMAZIONI EDILIZIE E URBANISTICHE, ZONIZZAZIONE DELLE AREE PERIMETRATE) si rimanda alla parte 4.1 del presente documento. ELEMENTI DEL DISSESTO - AREALI PRIORITARI DI INTERVENTO Per il territorio compreso nel perimetro della legge istitutiva, la relazione geologica (G. Elmi) del quadro conoscitivo del PTP mette in evidenza la necessità di interventi specifici volti al risanamento di alcune situazioni di dissesto e alla prevenzione di future riattivazioni di frane, possibili se il flusso delle acque non viene correttamente controllato. Tali situazioni sono riportate in alcune schede presenti nello studio preparatorio dello stesso autore (allegato 3) che vengono qui riprese al fine di avere un quadro, il più completo, sulle dinamiche di dissesto del territorio in esame. legenda Frana attiva Frana non attiva Scarpata di degradazione Erosione laterale e di fondo 15 ELMI G., Studio geologico di corredo al Piano Territoriale del Parco, 1999 (Quadro conoscitivo PTP). 16 BEGHELLI S., Tutela e valorizzazione del banco calcareo a lucine..., aa , CARTA GEOLOGICO AMBIENTALE, scala 1:

28 28, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE versante ovest lago di Brasimone intervento: opere di consolidamento del versante Quattro frane interessano la strada e le sponde del lago; il rischio è accentuato dall oscillazione del livello del lago. La bonifica può essere effettuata mediante sistemazioni morfologiche e opere di bioingegneria. versante destra idrografica rio Randonara intervento: opere di sistemazione idraulica Quattro fossi erodono una frana attiva, accentuando il dissesto del versante e l entità del movimento di terreno. La bonifica può essere effettuata mediante briglie e difese spondali. versante sud lago di Brasimone, rio Torto intervento: opere di sistemazione i- draulica Accentuato dissesto del corso d acqua. La bonifica può essere effettuata mediante briglie e difese spondali. strada provinciale SP40, rio dei Gineprai intervento: opere di sistemazione idraulica Due fossi profondamente incisi erodono una frana attiva, dissestando il versante e minacciando la strada che l attraversa. La bonifica può essere effettuata mediante briglie e difese spondali. 28

29 1. Inquadramento 1.3 DINAMICHE DEL DISSESTO, 29 Baigno, rio Crimona intervento: opere di sistemazione i- draulica Due fossi profondamente incisi erodono una frana non più attiva, dissestando il versante e minacciando la riattivazione, magari parziale del movimento. La bonifica può essere effettuata mediante briglie e difese spondali. Per il territorio interessato dall ampliamento del parco e area protetta, la tav. 1.3 mette in evidenza una sostanziale stabilità per le parti centrali e meridionali (versante M. Gatta e Monte Coroncina); il versante in sinistra i- drografica del t. Brasimone a monte del Lago di S. Damiano presenta una situazione decisamente critica dal punto di vista del dissesto, come rilevato sia dai temi dell inventario regionale che dalle zonizzazioni del PSAI/PTCP. DEPOSITI PEDEMONTANI I depositi pedemontani localizzati a sud della strada provinciale SP40 - tema che deriva da analisi di tipo geomorfologico - possono risultare potenzialmente pericolosi per futuri fenomeni franosi, come dimostra l evento di questo tipo che li ha parzialmente interessati nell inverno 1998/1999 e anche, in maniera consistente, nell ultimo periodo (2004). L autore della tesi 17 spiega infatti che tali depositi sono delle ottime riserve di acqua che giacciono su terreni alloctoni della F.ne di Ponte della Venturina, intensamente fratturati. A rendere critica la situazione è l acqua che si infiltra facilmente in questi depositi pedemontani, vista la ub orizzontalità dell area, l elevata porosità e permeabilità e anche la scarsa copertura arborea di alcune porzioni; successivamente si incunea nella F.ne di Ponte della Venturina seguendo le numerose 17 I depositi pedemontani sono stati evidenziati e analizzati, sotto il profilo geologico e di dinamica di dissesto, da S. Beghelli nella sua tesi di laurea Tutela e valorizzazione del banco calcareo a lucine..., aa , pp ; il tema è trattato solo per il territorio compreso nel perimetro della legge istitutiva. Nella fascia posta alla base della catena (linea degli 800 m), sono state individuate due aree pianeggianti con abbondante materiale detritico arrotondato (veri e propri ciottoli) e con la presenza di suolo fertile di colore bruno-rossastro, con coltivazioni ancora presenti in una porzione del pianoro occidentale; per il resto le due aree sono in gran parte occupate da arbusti, castagneti e rimboschimenti di abete. Tali depositi si ipotizzano essere di origine alluvionale a seguito della glaciazione wurmiana. 29

30 30, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE fratture e la stratificazione. Tale situazione destabilizza l area creando un effettivo rischio per la zona a valle. Un miglioramento, suggerito dallo stesso autore, potrebbe derivare da un attento controllo del deflusso idrico soprattutto dei rii posti a monte (in assoluta sintonia con le schede di G. Elmi illustrate sopra). Alcuni fossi che scendono dalla catena, giunti nella fascia pedemontana non hanno un proprio corso quindi l acqua effettivamente presente solo per brevi periodi si infiltra nel detrito di falda e nei depositi pedemontani oppure defluisce in modo disorganizzato (Rio Fondaresco e Canale dell Acqua presentano un corso tortuoso che favorisce la dispersione dell acqua nel detrito adiacente). INTERVENTI DI SISTEMAZIONE E RECUPERO DEL SISTEMA IDRICO DRENANTE Il Consorzio del Parco dei laghi Suviana e Brasimone unitamente alla Comunità Montana Alta e Media valle del Reno hanno attuato un progetto per la sistemazione e il recupero del sistema idrico drenante sito a monte dell abitato di Stagno, sul versante destro del Limentra, in area boscata di latifoglie; il sistema incanala le acque che vengono ricevute dal rio della Moresca, quindi dal rio Bellama e infine dal t. Limentra. Al fine di migliorare le condizioni di stabilità del versante, tale sistema - realizzato negli anni 20-50, e costituito da canalette superficiali in pietrame a secco e da alcuni rami di drenaggio sotterranei - necessitava di un ripristino funzionale (i danni erano stati causati dall abbandono antropico, dal carico eccessivo della fauna selvatica, dalla necromassa della vegetazione presente, nonché da operazioni forestali di forte impatto). L intervento ha previsto sia operazioni di ripristino che di demolizione con ricostruzione di alcuni tratti di canalette in muratura; la sistemazione delle captazioni delle sorgenti e convogliamento delle acque nelle canalette stesse; la realizzazione di canalette in legname e pietrame e una serie di brigliette; la realizzazione di un drenaggio delle acque superficiali per un tratto di 10 m; la sistemazione di un lavatoio esistente in muratura; il ripristino e consolidamento di una mulattiera di servizio alle operazioni. 18 c) conclusioni Il grado di dissesto e la sua tipologia sono strettamente correlati alla litologia: nella fascia pedemontana, interessata da formazioni a litologia argillosa e marnosa (in cui l alterazione chimico fisica provocata dall acqua negli strati argillitici provoca la diminuzione sensibile della coesione delle terre), la franosità è diffusa con colate di fango alcune ancora attive; nella dorsale, con formazioni arenacee, si rilevano frane quiescenti per lo più legate a fenomeni di crollo. L incisione dei corsi d acqua può riattivare situazioni in equilibrio precario; è quindi necessario contrastare l erosione attraverso opere di sistemazione idraulica lungo i rii (vedi schede nel testo). La zonizzazione del PSAI, a cui sono legate norme sovraordinate anche rispetto al Piano territoriale del Parco, è il quadro di riferimento di sintesi che rileva il grado di pericolosità di frana presente nelle diverse parti del territorio in esame. d) allegati tav. 1.3 DINAMICHE DEL DISSESTO, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note FRANE: RER temi dell inventario del FRANE ATTIVE CARTA GEOLOGICA dissesto (coperture) FRANE QUIESCENTI (1:10.000) AREALI PRIORITARI DI INTERVENTO SCHEDE IN 18 Consorzio Parco dei laghi di Suviana e Brasimone e Comunità Montana Alta e Media valle del Reno, Il monte delle acque: progetto per la sistemazione e il recupero del sistema idrico drenante sito a monte dell abitato di Stagno in comune di Camugnano, Progetto generale, dott. for. A. Barbieri,

31 1. Inquadramento 1.5 SISTEMA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000, 31 DEPOSITI PEDEMONTANI ATTITUDINI ALLE TASFORMAZIONI EDILIZIE ED URBANISTICHE DISSESTO - ZONIZZAZIONE DELLE AREE PERIMETRATE AMBITO INTERESSATO DA OPERE DI SISTEMAZIONE E RECUPERO DEL SISTEMA IDRICO DRENANTE temi di base crinali reticolo idrografico invasi confini legge istitutiva confini ampliamenti sic confine regionale base cartografica carta topografica RELAZIONE GEOLOGICA Elmi (1:10.000) TAV TESI Beghelli (1:10.000) PTCP/PSAI (1:5.000) PTCP/PSAI (1:5.000) digitalizzazione PROGETTO PARCO E C.M. RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva 31

32 32, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 1.4 COPERTURA DEL SUOLO a) metodologia di analisi Per l analisi della copertura dei suoli si sono utilizzati gli strati informativi: - della CARTA DELL USO DEL SUOLO della Regione Emilia-Romagna, 19 - del PTCP, relativamente a viabilità esistente, ferrovie, alvei e invasi. Per rappresentare i tematismi sintetici della copertura del suolo di cui alla tav. 1.4 del quadro conoscitivo del PTP, gli strati informativi delle singole carte sono stati raggruppati secondo lo schema seguente: CARTA DELL USO DEL SUOLO territori boscati e ambienti seminaturali: aree boscate ambienti con vegetazione arbustiva e/o erbacea in evoluzione zone aperte con vegetazione rada o assente territori agricoli: seminativi colture permanenti prati stabili zone agricole eterogenee ambiente delle acque: acque continentali acque marittime territori modellati artificialmente: zone urbanizzate insediamenti produttivi, commerciali, dei servizi pubblici e privati, delle reti e delle aree infrastrutturali aree estrattive, discariche, cantieri e terreni artefatti e abbandonati aree verdi artificiali non agricole PTCP alvei attivi e invasi strade, autostrade, ferrovie b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive dati territoriali COPERTURA DEL SUOLO parco e area contigua (legge istitutiva) ampliamento ha % ha % territori boscati e ambienti seminaturali 2.738,69 82,24 559,34 97,09 territori agricoli 333,77 10,02 5,82 1,01 ambiente delle acque 200,89 6,03 6,56 1,14 territori modellati artificialmente 56,77 1,70 4,35 0,76 totale 3.330,12 100,00 576,07 100,00 caratteri Le coperture prevalenti nell area-legge istitutiva e negli ampliamenti risultano essere le aree boscate (boschi e cespuglieti); l agricoltura, nelle sue componenti a seminativo, a prato ed eterogenea, sensibilmente minore, è comunque ancora significativamente presente nell area-legge istitutiva (compare in prevalenza nella parte più settentrionale e nella fascia trasversale all altezza del lago Brasimone), ma risulta invece quasi del tutto assente negli areali individuati come ampliamenti. 19 Fotointerpretazione delle immagini satellitari Quickbird del volo del 2003, edizione RER

33 1. Inquadramento 1.5 SISTEMA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000, 33 Gli specchi d acqua sono costituiti dagli invasi artificiali per la produzione di energia elettrica (laghi di Brasimone e Suviana nell area legge istitutiva; lago di S. Damiano nell ampliamento a nord). All interno dell ambito del Parco e area contigua le aree urbanizzate, gli insediamenti produttivi, le infrastrutture per la mobilità e la produzione di e- nergia sono concentrati presso i due invasi. Di grande utilità, per una lettura diacronica dell uso del suolo dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, è il lavoro contenuto in una tesi di laurea relativa alle Felci aquiline nel territorio del Parco dei Laghi (legge istitutiva); 20 partendo dalle fotointerpretazioni delle foto aeree dei voli degli anni 1944, 1954 e 1999, sono state costruite le cartografie relative ai diversi usi del suolo (fig. 4) confrontabili anche dal punto di vista quantitativo. Raggruppando le voci utilizzate nella cartografie della tesi citata secondo quelle della copertura del suolo (tav. 1.4) si ottiene il seguente prospetto: COPERTURA DEL SUOLO copertura (tav. 1.4) ha % ha % ha % territori boscati e ambienti seminaturali 2.075,6 62, ,4 71, ,69 82,24 territori agricoli 1.095,8 32,91 767,5 23,06 333,77 10,02 ambiente delle acque 158,3 4,76 166,7 5,01 200,89 6,03 territori modellati artificialmente non rilevati - non rilevati - 56,77 1,70 Si nota un progressivo abbandono dei coltivi e viceversa un aumento della naturalità con dinamiche costanti verso il bosco. Gli insediamenti di una certa consistenza si rilevano solo alla più recente soglia temporale di riferimento. Per il territorio interessato dall ampliamento si è osservato il dinamismo dell uso del suolo utilizzando uno studio analitico del PTI (Piano Territoriale Infraregionale) della Provincia di Bologna (fig. 5) che sovrappone il dato al 1955 con il dato al In queste parti di territorio di crinale, è evidente la persistenza, con anche qualche conversione da prato-pascolo, della copertura a bosco. Si rilevano i- noltre aree coltive (prati e pascoli) ora abbandonate. 20 CERVASIO F., Confronto multitemporale dell uso del suolo e monitoraggio della Felce aquilina in aree aperte nel Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone (Bo), Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria, laurea in Scienze Forestali e Ambientali - rel. Prof. M.P. Pinzetta, aa

34 34, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE fig. 4 - Uso storico del suolo ( ) per il territorio a parco e area contigua (legge istitutiva), Cervasio F., aa Le voci di legenda sono: Lago, Bosco, Aree aperte, Zone edificate, Zone agricole, Affioramenti rocciosi, Specchi d acqua, Arbusteti. 34

35 1. Inquadramento 1.5 SISTEMA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000, 35 La tavola si legge in sovrapposizione: - le diverse grafie in bianco sono riferite agli usi al il colore è riferito agli usi al Il colore pieno, senza grafia bianca, significa persistenza di uso. fig. 5 - PTI Provincia Bologna, Carta delle dinamiche dell'uso reale del suolo della provincia di Bologna dal 1955 al 1980, Bertozzi R., Buscaroli A., Cavalcoli P., Pirazzoli M., Vianello G., tav. 2 - scala 1:50.000, particolare. 35

36 36, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE c) conclusioni Le dinamiche della copertura del suolo nel periodo corrispondente alla seconda metà del secolo scorso ( ) risultano avere queste tendenze: territori boscati e ambienti seminaturali copertura prevalente dell area protetta compresi gli ampliamenti; risulta in aumento, e significativamente a favore del bosco, con tendenza continua; territori agricoli presenti in prevalenza nella parte più settentrionale e nella fascia trasversale all altezza del bacino del Brasimone; copertura in diminuzione con tendenza continua; ambiente delle acque invasi artificiali per la produzione di energia elettrica (laghi di Brasimone e Suviana nell area legge istitutiva, lago di S. Damiano nell ampliamento a nord); territori modellati artificialmente le aree urbanizzate, gli insediamenti produttivi, le infrastrutture per la mobilità e la produzione di energia sono concentrati presso i due invasi e nella fascia pedemontana, presenti in quantità assai limitata, in aumento con tendenza continua; gli insediamenti di una certa consistenza si rilevano solo alla più recente soglia temporale di riferimento. d) allegati tav. 1.4 COPERTURA DEL SUOLO, 1: (44X86) temi fonte (scala) note COPERTURA DEL SUOLO RER USO DEL SUOLO 2003 ed (1:25.000) RETICOLO IDROGRAFICO: PRINCIPALE, SECONDARIO, MINORE PTCP VIABILITÀ (strade) PTCP temi di base crinali confini legge istitutiva confini ampliamento sic confine regionale base cartografica carta topografica RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) 36

37 1. Inquadramento 1.5 SISTEMA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000, SISTEMA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000 a) metodologia di analisi I riferimenti, per questa parte tematica sul ruolo del Parco regionale dei Laghi nel sistema delle aree protette, sono la legislazione nonché la pianificazione e programmazione vigenti in materia. b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive SISTEMA REGIONALE E PROVINCIALE I parchi regionali e interregionali, unitamente alle riserve naturali, alle a- ree di riequilibrio ecologico (ARE) e ai siti della rete Natura 2000 (SIC e ZPS), 21 sono parte - come sistema - della rete ecologica di livello provinciale (PTCP, titolo III e tav. 5) nonché regionale e costituiscono il SISTEMA REGIONALE DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI DELLA RETE NATURA La funzione di tale sistema è quella di promuovere in forma unitaria la conservazione e la valorizzazione sostenibile del patrimonio naturale regionale e di connettere tra loro le Aree protette ed i siti della rete Natura 2000 affinché perseguano le rispettive finalità in forme tra loro coordinate e complementari; l obiettivo primario nelle politiche di gestione del sistema regionale è la tutela della biodiversità. 22 Così la programmazione regionale in materia di aree protette, di cui al PIANO D AZIONE AMBIENTALE PER UN FUTURO SOSTENIBILE , conferma, rispetto alla programmazione del triennio precedente, quali obiettivi da perseguire con sistematicità, la tutela, la valorizzazione e il mantenimento della diversità biologica del sistema delle aree protette e dei siti della rete Natura In particolare, gli obiettivi del piano qui di interesse sono: 23 - costruzione del sistema regionale delle aree protette e dei siti della rete Natura 2000 per interconnettere tra di loro, anche attraverso idonei corridoi ecologici, i territori che conservano la parte più significativa della diversità biologica della regione e per creare le premesse alla realizzazione della rete ecologica regionale quale parte delle reti ecologiche nazionali ed europee; - approfondita conoscenza dello stato della biodiversità regionale ed il costante monitoraggio della sua evoluzione; - avvio della gestione attiva e partecipata del sistema delle aree di rete Natura 2000 individuate in attuazione delle Direttive comunitarie Habitat e Uccelli ; - tutela della fauna selvatica e della flora spontanea per conservare la diversità genetica delle popolazioni, nonché per il mantenimento degli habitat indispensabili alla loro sopravvivenza e riproduzione; - utilizzazione e valorizzazione del reticolo idrografico sia naturale che artificiale nel suo complesso come ambito privilegiato per azioni di conservazione, rinaturalizzazione e buona gestione ecologica finalizzate alla realizzazione di corridoi ecologici tra le aree protette e tra queste ed i siti della rete Natura 2000; - valorizzazione del ruolo dell'attività agricola ecosostenibile non solo in funzione di processi produttivi e di prodotti agricoli ottenuti con metodi compatibili con l'ambiente, ma anche in funzione della conservazione e valorizzazione del paesaggio e della biodiversità. 21 Sono parte delle aree protette anche i Paesaggi naturali e seminaturali protetti; tali tipologie di aree non sono (ancora) presenti nel territorio della regione Emilia-Romagna. 22 Cf. LR 6/2005, in particolare artt. 3 e Cf. in particolare cap. 4 del Piano d Azione Ambientale Regione Emilia-Romagna. 37

38 38, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE In tema di patrimonio forestale, il piano in particolare rileva che l attuale presenza nel territorio regionale è in grande prevalenza costituita da ecosistemi paranaturali, cioè a composizione e struttura alterate, più o meno intensamente, dall intervento umano. In corrispondenza delle foreste meglio conservate (oltre ettari; circa il 20% del totale regionale) sono state istituite le aree naturali protette e individuati i siti della rete Natura 2000 (psic e ZPS). L obiettivo principale e di lungo periodo per il settore forestale consiste quindi nel rendere i popolamenti boschivi maggiormente autosufficienti e stabili attraverso interventi selvicolturali atti a migliorarne l efficienza multifunzionale e attraverso interventi selvicolturali capaci di accelerare i processi naturali di ricostituzione boschiva in termini di biomassa e di complessità strutturale. fig. 6 - Sistema delle aree protette (parchi e riserve) delle regioni Emilia-Romagna e Toscana. Anche il PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP), riconosce al sistema delle aree protette un ruolo fondamentale nello svolgimento di alcune funzioniobiettivo, quali: - costituire la struttura portante della rete ecologica di livello provinciale, come pure della rete ecologica di scala europea Rete Natura 2000, delle quali il sistema delle aree protette rappresenta l insieme dei nodi ecologici che rivestono valore strategico ai fini della conservazione della biodiversità nel territorio provinciale. A tale fine le funzioni di collegamento tra le singole aree protette dovranno essere assicurate dai Corridoi ecologici rappresentati dai corsi d acqua e dalle a- ree individuate come Connettivo ecologico di particolare interesse naturalistico e paesaggistico; - rappresentare la struttura territoriale e gestionale di eccellenza in cui prioritariamente favorire la creazione di un sistema integrato di offerta di qualità, con 38

39 1. Inquadramento 1.5 SISTEMA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000, 39 particolare riferimento all offerta turistica, agrituristica, ricreativa, culturale, didattico-scientifica, ma anche gastronomica e di produzioni tipiche, in stretto raccordo con gli obiettivi e gli indirizzi di riqualificazione e valorizzazione attiva propri delle specifiche Unità di paesaggio, nonché con le disposizioni relative al territorio rurale; - costituire un momento di gestione e coordinamento con la collaborazione degli Enti gestori delle singole aree e la Provincia, nel quale ciascuna area svolga un proprio specifico ruolo, in sinergia con le altre e cooperi alla realizzazione di una comune rete di promozione, di offerta di fruizione e di servizi strutturata a livello di sistema, che consenta la realizzazione di una sperimentazione coordinata di programmi e processi di sviluppo socioeconomico ed ambientale sostenibile. RUOLO SPECIFICO DEL PARCO REGIONALE DEI LAGHI SUVIANA E BRASIMONE All interno del sistema sopra definito, ciascuna area protetta ha specifiche e distinte finalità istitutive in relazione ai caratteri propri di ogni area e del relativo contesto territoriale. 24 La legge istitutiva attribuisce al Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone queste finalità: 25 - conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi naturali, con particolare riferimento alle rupi, ai giacimenti fossiliferi e mineralogici, alle specie floristiche e faunistiche rare per il territorio appenninico bolognese e loro habitat, ai boschi di maggior pregio ecologico e ambientale; - qualificazione e promozione dell attività economica, sociale e culturale della popolazione residente anche al fine di un miglior rapporto uomoambiente; - promozione di attività educative, formative e di ricerca scientifica; - sviluppo e valorizzazione delle attività culturali, ricreative e turistiche collegate alle fruizioni ambientali e compatibili con esse. L area è inserita nel contesto di crinale dell Appennino tosco-emiliano anche se non in continuità con l esteso sistema di aree protette interregionali poste a più a ovest. Tale ambito è invece fortemente connesso agli insediamenti della pianura: qui nasce e scorre l acqua potabile per l acquedotto, qui si produce energia elettrica, qui giunge la dorsale di crinale, spartiacque tra Reno e Setta, quale collegamento alternativo a Bologna attraversando il Parco storico regionale di Monte Sole e quello provinciale di Montovolo. All interno del territorio dell area protetta, come rilevato anche dalla legge istitutiva, si trovano poi peculiarità naturali quali le formazioni geologiche, le sorgenti di acqua minerale, le aree forestali (ora ancora più prevalenti rispetto al resto del territorio grazie alle aree di ampliamento), nonché peculiarità storico-culturali quali i borghi antichi di confine. Da poco tempo, parte del suo territorio è stato designato come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), per contribuire così appieno anche alla coerenza della rete ecologica europea. c) conclusioni Il Parco dei laghi Suviana e Brasimone è parte di un sistema di aree protette, e di una rete ecologica, di livello provinciale, regionale e anche comunitario, istituiti per la tutela della biodiversità; il suo ruolo specifico è dato dalla collocazione di crinale - con una peculiare connessione, per diversi aspetti, agli insediamenti di pianura -, nonché dalle peculiarità naturali e storicoculturali presenti nel suo territorio. 24 LR 6/2005, art LR 38/95, art

40 40, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE d) allegati tav. 1.5 SISTEMA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note PARCHI REGIONALI PTCP RISERVE REGIONALI PTCP PARCHI ATTUATI DALLA PROVINCIA DI PTCP BOLOGNA AREE DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO (ARE) PTCP SIC SIT RER ZPS SIT RER SIC/ZPS SIT RER RETICOLO IDROGRAFICO PRINCIPALE E INVASI PTCP CRINALI PTCP CENTRI ABITATI PTCP FERROVIE PTCP AUTOSTRADE PTCP VIABILITÀ PRINCIPALE PTCP CONFINI AMMINISTRATIVI (provinciali e comunali) PTCP 40

41 1. Inquadramento 1.6 UNITA DI PAESAGGIO, UNITA DI PAESAGGIO a) metodologia di analisi Le caratteristiche paesaggistiche dell area di studio sono sinteticamente individuate e classificate nelle unità di paesaggio del Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP), il quale individua anche le zone di particolare interesse paesaggistico ambientale e gli ambiti agricoli di rilievo paesaggistico. Le finalità delle singole tematiche paesaggistiche del PTCP sono riportate nella parte 4.4 del presente documento. b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive dati territoriali territorio interessato da udp 12 udp 9 territorio a parco e area contigua (legge istitutiva) 77 % 23 % ampliamento nord 100 % ampliamento centro 100 % ampliamento sud 100 % territorio interessato dal parco e area contigua (legge istitutiva) compreso l ampliamento udp % (su 5.363,90 ha) udp 9 1 % (su ,97 ha) territorio interessato dalla zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale territorio a parco e area contigua (legge istitutiva) 71 % ampliamento nord 58 % ampliamento centro 100 % ampliamento sud 45 % La parte di zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale localizzata in comune di Camugnano è quasi interamente contenuta nel perimetro del parco e aea contigua; la restante parte invece localizzata in comune di Castiglione dei Pepoli è solo in parte contenuta negli areali proposti come ampliamento dell area protetta. L intero territorio rurale compreso nel parco e area contigua (legge istitutiva) compreso l ampliamento è individuato dal PTP come ambito agricolo a prevalente rilievo paesaggistico. caratteri Il territorio dell area di studio è interessato nella parte a sud dall unità di paesaggio n. 12 MONTAGNA DELLA DORSALE APPENNINICA, ricompresa nel Sistema dei crinali indicato nel PTCP, e dalla n. 9 MONTAGNA MEDIA OCCIDENTALE nella parte a nord. Si riporta la sintesi descrittiva per ciascuna unità di paesaggio contenuta nell Allegato A - Norme PTCP, nonché gli obiettivi prioritari e indirizzi per gli strumenti di pianificazione e programmazione ripresi dal Titolo 3 art Norme PTCP. 41

42 42, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE UdP n. 12 Montagna della Dorsale Appenninica 42 Sintesi delle principali caratteristiche - elevata stabilità dei versanti; - maggior parte della superficie ricoperta da boschi e castagneti; - bassa vocazione all agricoltura; - agricoltura ristretta al pascolo brado, alla forestazione e alla conservazione della naturalità; - bacini di Suviana e Brasimone e omonimo Parco del Laghi; - discreta presenza di infrastrutture; - tendenza allo sviluppo del settore turistico. Localizzazione L UdP comprende il territorio che si estende dal Fiume Reno all altezza di Porretta alla direttrice dell Autostrada A1 Bologna-Firenze. Interessa parzialmente i territori comunali di Castel di Casio, Camugnano e Castiglione dei Pepoli. Morfologia Le litologie presenti in questo ambito sono tra le più conservative della media montagna. Anche la stabilità è complessivamente maggiore e favorisce la formazione di suoli evoluti sui ripiani strutturali, sulle paleosuperfici e sui pendii poco acclivi. Resta comunque la relativa fragilità di questi ambienti ove modificazioni anche apparentemente modeste (deforestazione, taglio selettivo del bosco a pelle di leopardo, aratura di terreni saldi, ecc.) possono determinare la fine di un precario equilibrio morfo-pedogenetico (reptazione sui versanti più acclivi, franosità sui versanti dotati di coltri di alterazione profonde), oppure lo spostamento verso la morfogenesi in ambienti peraltro relativamente stabilizzati verso la pedogenesi. Ambiente e paesaggio Nelle quote più alte l assenza di alberature è condizionato più dalla natura dei suoli che dall effettivo raggiungimento del limite climatico della vegetazione. I boschi che ricoprono la maggior parte della superficie sono costituiti da cedui di faggio alle quote più elevate, cedui misti di cerro e castagno, impianti di conifere alle quote intermedie e relitti di selve di castagno nella fascia posta ad altimetria più bassa. La fisionomia naturale di questi boschi è stata profondamente alterata dall'uomo: esso ha, infatti, ridotto l'originario alto fusto di faggio e i boschi misti con acero e tiglio estendendo i cedui monospecifici di faggio ed ha diffuso le conifere e, in tempi più antichi, le selve castanili. L assetto faunistico è simile a quello del resto della montagna e in considerazione della facilità di valico con la Toscana è fortemente correlato anche alle dinamiche ivi presenti. L eccessivo sviluppo degli ungulati appare il tema dominante. La presenza dei consorzi utilisti appare residuale e concentrata nel solo settore territoriale verso il Comune di Castiglione dei Pepoli. L area si connota per la presenza dei laghi artificiali di Suviana e Brasimone per lo sfruttamento idroelettrico. Sistema insediativo Le infrastrutture di trasporto (direttissima, A1) pur attestandosi alla parte basale dell area hanno interagito con il territorio permettendo una permanenza più prolungata della popolazione, con minori abbandoni, nel periodo tra le due guerre, rispetto al resto della montagna in territorio provinciale. I nuclei abitati situati nell'area, un tempo caratterizzati da un'economia strettamente silvo-pastorale, oggi sono semi abbandonati o sono caratterizzati da un'economia mista, in cui prevale il turismo. Assetto agricolo e tipicità Dall analisi della Carta dell uso del suolo emerge che l intera area è rappresentata da un territorio a scarsa idoneità all uso agricolo dove i suoli hanno limitazioni molto severe che restringono il loro uso al pascolo brado, alla forestazione e al mantenimento dell ambiente naturale. In questo contesto l Ente del Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasiamone svolge un importante funzione di tutela delle e- mergenze ambientali caratteristiche. Dal punto di vista socio-economico l'area è collegata strettamente con i centri posti a corona immediatamente a valle (es. Castiglione dei Pepoli). Le produzioni a- gricole tipiche per ora concorrono in modo limitato all identità dell UdP. Gli obiettivi prioritari da perseguire sono: - Offrire al sistema metropolitano occasioni fruitive per il turismo ambientale, il tempo libero e le attività ricreative, sportive, culturali, attraverso il Parco dei Laghi con riferimento anche alle confinanti province di Firenze e Pistoia;

43 1. Inquadramento 1.6 UNITA DI PAESAGGIO, 43 - Promuovere e mantenere le attività agricole multifunzionali con connotati tipicamente montani, rivolti al soddisfacimento della domanda di servizi turistico-ricreativi dell area urbana centrale, incentivando in tutti gli ambiti agricoli produzioni per il consumo di qualità e fortemente connotate; - Valorizzare in particolar modo la struttura organizzativa storica del territorio (strade storiche, strade panoramiche, ) i centri storici e i nuclei storici non urbani, evidenziandoli come peculiare patrimonio storico di questa parte del territorio montano, ai fini dell offerta turistico ricreativa e culturale locale; Gli indirizzi per gli strumenti di pianificazione e programmazione, in particolare per la pianificazione di scala territoriale, sono: - Individuare, nell ambito della pianificazione del Parco dei Laghi, strategie idonee alla compensazione della spiccata artificializzazione della fascia basale del sottosistema costituito dal PEC, dall autostrada A1 e il complesso sistema idroelettrico dei laghi di Suviana e del Brasimone; - Promuovere interventi di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico insediativo e della relativa infrastrutturazione promuovendo l offerta territoriale delle zone di particolare interesse paesaggisticoambientale con funzione ricreativa e culturale attivando processi di sviluppo socioeconomico sostenibile; - Sottoporre preventivamente ad una attenta valutazione degli impatti paesaggistici e idrogeologici gli ampliamenti dei centri abitati, previsti eventualmente dai nuovi strumenti urbanistici comunali, e proporre l'individuazione di tipologie edilizie e aggregative in armonia con quelle tradizionali; - Migliorare i boschi esistenti attraverso la riconversione verso forme di ceduo a turni più lunghi e in casi limitati a fustaia. I nuovi impianti dovrebbero essere collegati strettamente ad interventi di presidio idrogeologico; - Recuperare i manufatti rurali tradizionali esistenti, incentivando a tal fine forme di sviluppo sostenibile legate all attività agricola multifunzionale. UdP n.9 Montagna Media Occidentale Sintesi delle principali caratteristiche - crinali modestamente rilevati e cime subarrotondate; - elevati valori paesaggistici; - bassa vocazione agricola; - equilibrio tra usi agricoli e usi forestali; - ridotta attività agricola; - buona infrastrutturazione (Direttissima, Porrettana, Val di Setta) - sviluppo del turismo. Localizzazione L UdP corrisponde in larga misura al Sinistra-Reno e comprende del lato destro del fiume il territorio del Parco di Monte Sole e il resto della dorsale Reno Setta; comprende inoltre il piccolo parco provinciale di Montovolo. Interessa i territori comunali dei comuni di Lizzano in B., Porretta Terme, Camugnano, Granaglione, Castel di Casio, Gaggio Montano, Castiglione dei Pepoli, Castel d Aiano, Vergato, Marzabotto, Grizzana, Savigno, e in piccola parte Sasso Marconi, Monte S. Pietro e Monzuno. Morfologia Essa è caratterizzata dalla presenza relativamente frequente di piccoli altopiani e tavolati strutturali, paleosuperfici, paleovalli a fondo concavo e più raramente valloni in lenta evoluzione o fissili, spalloni in debole pendenza. I crinali, modestamente rilevati, sono ben marcati da versanti brevi e molto acclivi, presentano cime frequenti e per lo più subarrotondate, separate da selle poco marcate; rappresentate anche le creste stabili. Le quote largamente prevalenti sono comprese tra i 500 ed i 650 metri con cime che raggiungono i 900 metri ed incisioni vallive fino a circa 300 metri. Va segnalata la presenza non sporadica di fenomeni carsici, sia superficiali che ipogei, questi ultimi indotti soprattutto dalla fratturazione, che a lungo rappresentano un significativo agente morfogenico producendo piccole doline e valli cieche, cavità, solchi, ecc.. Nelle aree instabili è intensa l erosione super- 43

44 44, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 44 ficiale. La morfodinamica è dominata dai processi idrici in tutte le forme e da franosità cronica e movimenti di massa di ogni dimensione ed età; localmente è dominante l'erosione chimica superficiale e ipogea. Gli agenti trasportatori hanno in genere ottima efficienza. Depositi prevalenti per accumulo e sovrapposizione con intense modificazioni delle geometrie e, a volte, anche degli alvei fluviotorrentizi; i depositi alluvionali, per lo più temporanei, sono ben diffusi a causa della diminuzione di pendenza relativa degli alvei fluviali che attraversano queste aree. Contropendenze interrompono la continuità di pendii acclivi che si alternano a versanti più dolci ed ondulati. I dissesti di maggiore entità a volte hanno influito sull'andamento degli alvei dei fiumi e torrenti principali. L'attività idrica superficiale scava con facilità profondi solchi e forme di ruscellamento che denudano scarpate e ripidi pendii facendoli regredire verso monte. Ambiente e paesaggio E' la zona della montagna bolognese che, in corrispondenza delle aree più stabili presenta i maggiori valori paesaggistici ed un notevole equilibrio tra usi agricoli e usi forestali. La vegetazione forestale spesso rigogliosa, conserva a volte elementi di grande naturalità, e castagneti da frutto in vario stato di conservazione. I boschi sono in genere misti, di latifoglie (cerro e roverella, carpino, ecc.) tenuti in prevalenza a ceduo. Nella zona, in sinistra Reno, si è potuta mantenere una discreta attività zootecnica, grazie alla qualificazione di prodotti tipici. Sistema insediativo L'amenità del paesaggio, l'altitudine non eccessiva, la presenza o vicinanza di significativi centri urbani, hanno favorito lo svilupparsi di un'economia turistica estiva e di fine settimana (importante anche la raccolta dei prodotti del sottobosco e delle castagne), che, assieme ad una ridotta attività agricola (segnata spesso dal part-time) e lo sviluppo di attività artigianali caratterizza oggi l'economia della zona. In questa UP sono presenti attività termali (a Porretta) e di acque oligominerali (Cereglio di Vergato). La forte infrastrutturazione e la rapidità di collegamento sulla valle del Reno (Ferrovia Porrettana e in misura minore la Strada Statale parzialmente adeguata) e del Setta (Direttissima e A1) ha permesso anche l insediamento stabile di pendolari verso l area metropolitana. Assetto agricolo e tipicità La prevalenza di emergenze naturali e paesaggistiche lascia poco all agricoltura intesa in senso intensivo. La diffusione di colture foraggere sostiene la produzione del parmigiano reggiano e del vitellone. Lo sfruttamento economico dei castagneti per i diversi prodotti è una delle attività prevalenti. Gli obiettivi prioritari da perseguire sono: - Agevolare la permanenza delle attività agricole tradizionali; - Promuovere l offerta territoriale coordinata a livello di sistema delle diverse aree di particolare interesse paesaggistico-ambientale presenti in questa UdP (il Parco Storico di Monte Sole, il Parco di Montovolo) ai fini della fruizione ricreativa, culturale e di sviluppo socio-economico sostenibile, valorizzando il ruolo strategico del crinale Reno-Setta come elemento di fruizione e di collegamento ambientale e funzionale con le aree protette del sistema di crinale (Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone). Gli indirizzi per gli strumenti di pianificazione e programmazione, in particolare per la pianificazione di scala territoriale, sono: - Promuovere interventi di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico insediativo e della relativa infrastrutturazione promuovendo l offerta territoriale delle zone di particolare interesse paesaggisticoambientale con funzione ricreativa e culturale attivando processi di sviluppo socioeconomico sostenibile; - Salvaguardare il territorio dalle tendenze alla semplificazione paesaggistica; la riduzione delle colture tradizionali dovrà selettivamente o- rientarsi ad interessare solo le zone più acclivi o interessate da dissesti; - Attivare interventi di miglioramento dei boschi cedui esistenti prevedendo limitati incrementi delle superfici boscate utilizzando solo specie di elevata compatibilità bioclimatica (specie forestali autoctone); - Favorire gli inserimenti, o gli ampliamenti, di limitate quantità di colture minori fortemente compatibili con gli obiettivi di tutela ambientale (quali ciliegio e noce da frutto, patate da seme, altre forme di frutticoltura minore);

45 1. Inquadramento 1.6 UNITA DI PAESAGGIO, 45 - Riutilizzare le aree instabili (subordinatamente alle esigenze della difesa idrogeologica e incentivando interventi di ricomposizione fondiaria) orientandole verso l estensivazione o, in combinazione con questa, alla rinaturalizzazione e utilizzare il territorio per il tempo libero (zootecnia estensiva, naturalizzazione scientifica e divulgativa, aziende faunistico venatorie, ecc.); - Negli ambiti idrogeologicamente fragili i nuovi insediamenti anche di tipo agricolo sono da evitare o da limitare ai soli casi di interventi coordinati di riassetto di intere pendici o micro-bacini. L area di studio del Parco è inoltre interessata quasi interamente da una ZONA DI PARTICOLARE INTERESSE PAESAGGISTICO AMBIENTALE ed è completamente ricompresa in un AMBITO AGRICOLO DI RILIEVO PAESAGGISTICO, per i quali gli obiettivi e gli indirizzi per la pianificazione espressi dal PTCP sono riportati nella parte 4.4 del presente documento. c) conclusioni Il territorio dell area protetta, compreso l ampliamento proposto, è decisamente rappresentativo dell UdP n Montagna della Dorsale Appenninica (Sistema di crinale), di cui si assumono gli obiettivi e gli indirizzi per la pianificazione. Il PTCP inoltre indica l intera area protetta come parte dell Ambito agricolo a prevalente rilievo paesaggistico e la porzione montana come Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale; questo evidenzia l importanza degli aspetti paesaggistico-ambientali dell area protetta nel territorio provinciale. d) allegati tav. 1.6 UNITÀ DI PAESAGGIO, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note UNITÀ DI PAESAGGIO PTCP ZONA DI PARTICOLARE INTERESSE PAESAGGISTICO-AMBIENTALE PTCP AMBITO AGRICOLO A PREVALENTE RILIEVO PAESAGGISTICO PTCP temi di base reticolo idrografico invasi crinali confini legge istitutiva confini ampliamento sic confine regionale base cartografica carta topografica RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) 45

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47 2. ASPETTI AMBIENTALI

48 48, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 2.1 ACQUE a) metodologia di analisi La risorsa idrica, suddivisa come acque superficiali e sotterranee, è analizzata in termini di qualità e uso. Sulla qualità delle acque si riportano i dati chimico-fisici relativi ai monitoraggi pubblicati degli ultimi anni (Arpa, Provincia di Bologna), nonché si svolgono alcune considerazioni, con individuazioni anche cartografiche, relative agli ambiti di riferimento (vegetazione di ripa, fascia di ricarica - per l ambito fluviale; vulnerabilità e permeabilità - per l ambito sorgentizio). Le considerazioni sul Deflusso Minimo Vitale dei corsi d acqua principali (t. Limentra di Treppio e t. Brasimone) sono desunte dal vigente Piano regionale di Tutela delle Acque. Sull uso plurimo delle acque degli invasi di Suviana, Brasimone e S. Damiano si riportano i dati forniti da Enel. Infine si riporta lo stato conoscitivo sulle dotazioni esistenti e di progetto relative alla raccolta e trattamento dei reflui, desunto dai dati del soggetto gestore (HERA). b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) RISORSE IDRICHE SUPERFICIALI A. INVASI dati territoriali (da Arpa Emilia-Romagna. Gli invasi di Suviana e Brasimone - Monitoraggio 2003 e Monitoraggio Dati provvisori e fonte ENEL) Vol. Profondità max* Quota Superficie Anno Corpo idrico Tributari Emissari max. (m) (Kmq) costr. (mc) (m) B. Suviana 470 B. Brasimone 845 B. S. Damiano 521 Limentra di Treppio Brasimone, Rio Torto Brasimone, Fosso della Chiesa vecchia Limentra di Treppio 1.59 Brasimone milioni 6.6 milioni Brasimone ** * corrisponde alla diga ** a questo livello corrisponde un areale molto limitato; la profondità del corpo della diga risulta di 15 m (da IRSA-CNR. LIMNO - Banca dati dei laghi italiani) invaso di Suviana e bacino imbrifero Quota media 470 m slm Superficie 1,48 kmq Superficie del bacino imbrifero 76 kmq Altitudine media 470 m slm Altitudine alla max regolazione 470 m slm Quota max del bacino imbrifero 1314 m slm Profondità max 74 m Volume 43,85 mc 10 6 invaso di Brasimone e bacino imbrifero - Superficie 0,54 kmq Superficie del bacino imbrifero 14,5 kmq - Altitudine alla max regolazione 845,18 m slm Quota max del bacino imbrifero 1276 m slm Profondità max 32,5 m Volume 6,28 mc

49 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 49 fig. 7 - Invaso e bacino imbrifero di Suviana e Brasimone, IRSA-CNR. LIMNO - Banca dati dei laghi italiani. caratteri Qualità delle acque 26 Sulla qualità delle acque del bacino di S. Damiano non vi sono dati pubblicati, in quanto ARPA e Provincia effettuano monitoraggi e campionamenti solo delle acque dei bacini di Suviana e Brasimone. Di seguito si riporta il quadro riassuntivo dei principali parametri chimicofisici dei bacini di Suviana e Brasimone disponibile nella banca dati LIMNO realizzata dall Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). fonte: IRSA-CNR. LIMNO - Banca dati dei laghi italiani Suviana Stato trofico Ultima misura di fosforo totale alla circolazione disponibile nella banca dati LIMNO: 03/02/ µgp/l Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone: variazioni temporali e spaziali delle caratteristiche chimiche delle acque. Riv. Idrobiol., 30: Analisi delle acque Ultima misura archiviata nella banca dati, in supericie o nello strato mescolato, durante la circolazione invernale: Temperatura COLONNA 11/01/ C Conducibilità COLONNA 03/02/ µs/cm 20 C Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici del Lago di Suviana, nodo della futura rete degli approvvigionamenti idrici superficiali dell'acquedotto del Reno. Atti Convegno Bacini lacustri artificiali, Sassari, 4-6 ottobre 1977, Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone: variazioni temporali e spaziali 26 Parte curata in particolare dal dott. Giuliano Gandolfi. 49

50 50, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 50 Trasparenza NoDisp 11/01/ m ph COLONNA 03/02/ NoUni Alcalinità COLONNA 03/02/ meq/l Ossigeno disciolto Percentuale di saturazione dell'ossigeno COLONNA 03/02/ mg/l COLONNA 26/02/ % Fosforo totale COLONNA 03/02/ µgp/l delle caratteristiche chimiche delle acque. Riv. Idrobiol., 30: Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Caratteristiche termiche e chimiche del Lago di Suviana (Appennino Tosco- Emiliano). Atti Acc. Sc. Ist. Bologna, 6: Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Fosforo reattivo, come fosforo COLONNA 03/02/ µgp/l Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Fosforo reattivo, come fosfato Azoto ammoniacale SUPERFICIE 11/01/ COLONNA 03/02/ µgn/l Nitrati SUPERFICIE 11/01/ µgno3/l Azoto nitrico COLONNA 03/02/ µgn/l Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici µgpo4/l..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema Silice reattiva COLONNA 03/02/ mgsio2/l limnico Suviana-Brasimone..., Analisi delle acque Ultima misura archiviata nella banca dati, in supericie o nell'epilimnio, durante la stratificazione estiva: Temperatura METALIMNIO 20/07/ C Trasparenza NoDisp 20/07/ m ph EPILIMNIO 20/07/ NoUni Fosforo reattivo, come fosfato Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici..., Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici..., Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici..., EPILIMNIO 20/07/ µgpo4/l Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici..., Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici Nitrati EPILIMNIO 20/07/ µgno3/l..., Analisi delle acque Ultima misura archiviata nella banca dati, in qualsiasi momento stagionale: Temperatura SUPERFICIE 27/11/ C non indicato Conducibilità SUPERFICIE 27/11/ µs/cm 20 C non indicato Trasparenza NoDisp 11/01/ m ph SUPERFICIE 27/11/ NoUni non indicato Alcalinità SUPERFICIE 27/11/ meq/l non indicato Ossigeno disciolto COLONNA 03/02/ mg/l Percentuale di saturazione dell'ossigeno COLONNA 26/02/ % Fosforo totale SUPERFICIE 27/11/ µgp/l non indicato Fosforo reattivo, come fosforo Fosforo reattivo, come fosfato COLONNA 03/02/ µgp/l SUPERFICIE 11/01/ µgpo4/l Azoto ammoniacale SUPERFICIE 27/11/ µgn/l non indicato Nitrati SUPERFICIE 11/01/ µgno3/l Azoto nitrico SUPERFICIE 27/11/ µgn/l non indicato Silice reattiva SUPERFICIE 27/11/ mg/l non indicato Calcio SUPERFICIE 27/11/ mg/l non indicato Magnesio SUPERFICIE 27/11/ mg/l non indicato Sodio SUPERFICIE 27/11/ mg/l non indicato Potassio SUPERFICIE 27/11/ mg/l non indicato Solfati SUPERFICIE 27/11/ mg/l non indicato Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Caratteristiche termiche e chimiche del Lago di Suviana..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici..., Bonomi, G. & G. Salmoiraghi Aspetti limnologici...,

51 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 51 Cloruri SUPERFICIE 27/11/ mg/l non indicato Brasimone Stato trofico Ultima misura di fosforo totale alla circolazione disponibile nella banca dati LIMNO: 03/02/ µgp/l Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone: variazioni temporali e spaziali delle caratteristiche chimiche delle acque. Riv. Idrobiol., 30: Analisi delle acque Ultima misura archiviata nella banca dati, in supericie o nello strato mescolato, durante la circolazione invernale: Conducibilità ph Alcalinità COLONNA COLONNA COLONNA Ossigeno disciolto COLONNA Fosforo totale Fosforo reattivo, come fosforo COLONNA COLONNA Azoto ammoniacale COLONNA Azoto nitrico Silice reattiva COLONNA COLONNA 03/02/ /02/ /02/ /02/ /02/ /02/ /02/ /02/ /02/ µs/cm 20 C 7.8 NoUni 1.81 meq/l mg/l 13 µgp/l 6 µgp/l 60.5 µgn/l µgn/l mgsio2 /l Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone: variazioni temporali e spaziali delle caratteristiche chimiche delle acque. Riv. Idrobiol., 30: Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Analisi delle acque Ultima misura archiviata nella banca dati, in qualsiasi momento stagionale: Conducibilità SUPERFICIE 26/10/ µs/cm 20 C ph SUPERFICIE 26/10/ NoUni Alcalinità SUPERFICIE 26/10/ meq/l Ossigeno disciolto COLONNA 03/02/ mg/l Fosforo totale COLONNA 03/02/ µgp/l Fosforo reattivo, come fosforo COLONNA 03/02/ µgp/l Azoto ammoniacale SUPERFICIE 26/10/ µgn/l Azoto nitrico SUPERFICIE 26/10/ µgn/l Silice reattiva SUPERFICIE 26/10/ mgsio2/l Calcio SUPERFICIE 26/10/ mg/l Magnesio SUPERFICIE 26/10/ mg/l Sodio SUPERFICIE 26/10/ mg/l Potassio SUPERFICIE 26/10/ mg/l Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche dei principali laghi dell'appennino Tosco-Emiliano: risultati preliminari (Maggio-Ottobre 1989). Atti 9 Congresso A.I.O.L., Santa Margherita Ligure, novembre Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche dei principali laghi dell'appennino Tosco-Emiliano..., Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Barioni, E., B. Gumiero & G. Salmoiraghi Sistema limnico Suviana-Brasimone..., Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche..., Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche..., Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche..., Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche..., Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche..., Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche..., Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche...,

52 52, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Solfati SUPERFICIE 26/10/ mg/l Cloruri SUPERFICIE 26/10/ mg/l Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche..., Viaroli, P., V. Rossi, A. Clerici & P. Menozzi Caratteristiche litologiche ed idrochimiche..., fonte: Arpa Emilia-Romagna. Gli invasi di Suviana e Brasimone (Monitoraggio 2003 e Monitoraggio Dati provvisori) Di seguito si riporta il quadro riassuntivo dei principali parametri chimicofisici dei due bacini analizzati nelle campagne di studio condotte dall Università di Bologna: Camp. 1986/87 ph Conducibilità (μs/cm a 20 C) min. mediana max. min. mediana max. L. Suviana L. Brasimone Ossigeno disciolto (mg/l) Clorofilla (μg/l) min. mediana max. min. mediana max. L. Suviana L. Brasimone Azoto ammoniacale (μg/l) Azoto nitrico (μg/l) min. mediana max. min. mediana max. L. Suviana L. Brasimone P ortofosfato (μg/l) P totale (μg/l) min. mediana max. min. mediana max. L. Suviana L. Brasimone Trasparenza Secchi (m) min. mediana max. L. Suviana L. Brasimone Le campagne di Arpa sono sintetizzate, per gli opportuni confronti, in una tabella simile alla precedente. Dati ph Conducibilità (μs/cm a 20 C) min. mediana max. min. mediana max. L. Suviana L. Brasimone Ossigeno disciolto (mg/l) Clorofilla (μg/l) min. mediana max. min. mediana max. L. Suviana L. Brasimone Azoto ammoniacale (μg/l) Azoto nitrico (μg/l) min. mediana max. min. mediana max. L. Suviana < < L. Brasimone < < P ortofosfato (μg/l) P totale (μg/l) min. mediana max. min. mediana max. L. Suviana <10 <10 <10 < L. Brasimone <10 <10 <10 < Trasparenza Secchi (m) min. mediana max. L. Suviana L. Brasimone Dall analisi dei dati sopra riportati tratti dalla banca dati del CNR e dai monitoraggi di Arpa è possibile concludere quanto segue. Temperature: Il Brasimone è caratterizzato da un profilo di temperatura praticamente ortogrado cioè costante mentre Suviana, pure di significativa profondità, presenta stratificazioni termiche poco stabili di norma osservabili nel periodo tardo estivo. 52

53 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 53 Clorofilla a : Le concentrazioni rilevate nel periodo sono generalmente basse, tipiche degli ambienti oligotrofici, con punte di μg/l in entrambi i bacini. Trasparenza: Gli invasi a sostenuto ricambio idrico sono caratterizzati da turbolenza che ritarda i fenomeni di sedimentazione del particolato. Le variazioni di livello (particolarmente importanti nel Brasimone) causano la risospensione dei materiali sedimentati. Per questa ragione la trasparenza (misurata col disco di Secchi) viene ridotta non tanto dalla presenza di microalghe ma dal particolato inerte sospeso che diffonde la luce attraverso il meccanismo dello scattering. Ossigeno Disciolto: non sono state riscontrate negli strati più superficiali e nei mesi estivi della campagna , concentrazioni superiori ai valori di saturazione, mentre in precedenza (Bonomi e Salmoiraghi, 1979; Vannini, 1982) erano state evidenziate condizioni di sovrasaturazione estive. Alcalinità: in entrambi i laghi è stata rilevata, in estate, un livello di alcalinità totale inferiore a quella dei mesi invernali. Questo fenomeno è dovuto alla fotosintesi. Fosforo: le concentrazioni medie sono molto basse, proprie di ambienti altoappenninici con bassa presenza antropica. Infine, il tempo teorico di ricambio delle acque è stato stimato essere di 4 giorni per l invaso di Brasimone e 25 per quello di Suviana. La classificazione riportata di seguito contiene la sintesi dei risultati analitici ottenuti nei monitoraggi dell ultimo quadriennio compiuti da Arpa secondo i criteri del Decreto 391/2003, permettendo quindi una condizione di confronto omogenea. Anno Invaso Trasparenza Ossigeno Clorofilla "a" Fosforo totale Stato ecologico SECA Stato Ambientale SACA 2002 Suviana Classe 2 Buono 2003 Suviana Classe 2 Buono 2004 Suviana Classe 2 Buono 2005 Suviana Classe 2 Buono 2002 Brasimone Classe 3 Sufficiente 2003 Brasimone Classe 3 Sufficiente 2004 Brasimone Classe 2 Buono 2005 Brasimone Classe 2 Buono Entrambi gli invasi mostrano buone caratteristiche di qualità; in particolare contribuiscono a questa valutazione l ossigenazione e le basse concentrazioni di clorofilla. Il lago Brasimone, a causa delle dimensioni relativamente ridotte, risente maggiormente degli scambi idrici con il lago Suviana che movimentano i limi del fondo con conseguente riduzione della trasparenza. Escludendo questo aspetto, proprio a causa degli scambi continui di acqua, le caratteristiche chimiche sono molto simili e i risultati dei monitoraggi ben rappresentano questa situazione. Gli obiettivi ambientali posti dal DLgs 152/99, e ripresi dal PTA, ai corpi idrici artificiali (All. 1 punto 3.6) sono ampiamente acquisiti. 27 Uso delle acque Le acque degli invasi 28 presenti nel territorio dell area protetta (legge istitutiva e ampliamento) sono prioritariamente utilizzate per la produzione di e- 27 Si veda la parte b.3) del presente capitolo. 28 Le informazioni qui contenute sono principalmente desunte da ENEL, Dichiarazione ambientale Impianti idroelettrici dell Asta del Reno - EMAS. 53

54 54, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE nergia elettrica 29 e sono parte del sistema di impianti idroelettrici dell asta del Reno, realizzati nel periodo compreso tra gli anni 1911 e 1975, collegati tra loro per la maggior parte attraverso opere idrauliche per l utilizzazione delle acque. Gli impianti utilizzano le acque accumulate negli invasi formati dai vari affluenti (cf. fig. 8); inoltre vi è l impianto di pompaggio di Bargi che deriva le acque dal serbatoio del Brasimone (Scalere) e le scarica nel sottostante serbatoio di Suviana per la produzione nelle ore diurne: Tali acque vengono poi restituite nelle ore notturne al serbatoio del Brasimone; questo ultimo passaggio richiede un pompaggio con l utilizzo di energia proveniente da impianti a produzione termica. Il dispendio di questa è superiore di circa il 30% rispetto all energia che verrà prodotta dal volume di acqua così pompato, ma l intero processo è finalizzato a garantire stabilità alla rete nazionale a cui la centrale di Bargi è collegata. fig. 8 - Schema degli impianti dell asta del Reno, ENEL Attualmente il lago S. Damiano è stato by-passato da una condotta che dalla centrale di S. Maria incanala le acque per la centrale a valle Le Piane. I bacini di Suviana e Brasimone 30 costituiscono inoltre una riserva d acqua che, nei periodi estivi di carenza idrica, viene destinata anche per l uso irriguo, secondo i parametri previsti dai disciplinari di concessione. Tali acque sono inoltre utilizzate a fini acquedottistici: - direttamente dal bacino, le acque del Suviana sono estratte mediante pozzo e convogliate nella rete acquedottistica dell area di Porretta, Attualmente a livello nazionale, l acqua è la fonte rinnovabile maggiormente utilizzata per la produzione di energia elettrica, ricoprendo il 18,88% (dato al ) del fabbisogno energetico del Paese; il contributo della produzione idroelettrica è fondamentale nelle ore ad elevata richiesta di carico. Le altre produzioni di energia da fonte rinnovabile sono la geotermica, l eolica e la solare che insieme ricoprono il 3,71% del fabbisogno energetico del Paese. La restante quota di produzione (77,41%) si ottiene dagli impianti termici che utilizzano quali combustibili olio combustibile, gas naturale, carbone, orimulsion, gasolio, lignite (cf. ENEL, Dichiarazione ambientale 2004, p. 13). 30 La limitata capacità di accumulo del bacino di S. Damiano consente di utilizzare tale invaso solo per funzioni di modulazione giornaliera della produzione. 31 La tav. 2.1 del QC del PTP riporta 2 pozzi idropotabili relativi alle acque del lago di Suviana, come indicati dal PTCP (tav. 2); si segnala che il PTA riporta un solo punto di presa (v. il successivo punto b.3 del presente capitolo 2.1 ACQUE). 54

55 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 55 - indirettamente mediante il t. Brasimone e quindi il t. Setta, le acque del bacino di Brasimone sono utilizzate per l approvvigionamento idrico degli impianti acquedottistici di Bologna. Si segnala che è istituito e operante presso ATO 32 il Gruppo tecnico approvvigionamento idrico a fini acquedottistici dell area bolognese per esaminare e valutare le necessità legate agli usi plurimi delle acque, nonché al tema del DMV dei corsi d acqua, anche in riferimento ai bacini di nostro interesse. La Dichiarazione ambientale 2004 di cui alla certificazione EMAS, 33 riguardante l attività di produzione dell energia elettrica, evidenzia quali impatti sull ambiente produce tale uso delle acque degli invasi; qui si riportano in sintesi gli impatti dichiarati in particolare sulla qualità delle acque e più in generale sull ambiente lacustre e quello fluviale ricettore. SCARICHI IDRICI 34 Scarichi La possibilità di inquinamenti delle acque meteoriche dalle opere e dalle strutture superficiali è estremamente bassa e pertanto questo aspetto è considerato non significativo. Il recapito in acque superficiali di acque reflue di natura domestica riguarda gli scarichi dei servizi igienici degli impianti di Bargi Suviana S.Maria. Tutti gli scarichi sono dotati di depuratori biologici. La presenza dei depuratori e la limitata presenza di personale (che si reca negli impianti in modo sporadico) rendono non significativo il loro impatto ambientale. Lo scarico di reflui di natura domestica degli uffici di Suviana recapita nel suolo sulla base di una specifica autorizzazione. Restituzioni disciplinate dall art. 40 del DLgs 152/ RESTITUZIONE DELLE ACQUE TURBINATE La centrale di Bargi recapita le acque provenienti dalle turbine nel lago di Suviana. Le acque utilizzate, provenienti dal bacino superiore (lago del Brasimone), non vengono né disperse né inquinate e le caratteristiche fisiche non subiscono variazioni apprezzabili. L impatto è limitato alle variazioni dei livelli dei due bacini, che possono presentare escursioni giornaliere. 36 Le acque restituite ai corsi d acqua a valle degli sbarramenti non vengono né disperse né inquinate e le caratteristiche fisiche non subiscono variazioni apprezzabili. L aspetto è stato pertanto valutato non significativo. - RILASCI DELLE ACQUE DAGLI SBARRAMENTI I rilasci di acqua dagli sbarramenti costituiscono in ogni caso aspetti ambientali significativi, sia quando sono effettuati per adempiere a prescrizioni concessorie o per garantire il Deflusso Minimo Vitale (DMV), sia quando sono effettuati allo scopo di svasare parzialmente o totalmente i bacini per necessità operative. o prescrizioni concessorie Una derivazione idroelettrica si configura come un flusso canalizzato di acqua tra un punto a monte e uno a valle, che alimentando uno o più gruppi generatori di una centrale, produce energia elettrica. Una derivazione idroelettrica può anche essere costituita da un flusso di acqua pompata da un bacino inferiore ad un bacino superiore di accumulo, da dove l'acqua viene ripresa per produrre energia elettrica. Per sfruttare una derivazione idroelettrica l esercente deve essere titolare di uno specifico atto di concessione rilasciato dalla Regione competente che stabilisce il valore medio del dislivello fra il pelo libero dell acqua nel bacino di monte e il pelo libero dell acqua nel bacino di valle che riceve l acqua rilasciata dalla centrale, nonché la portata media di 32 La LR 25/99 ha individuato nelle diverse province gli Ambiti Territoriali Ottimali per la gestione del servizio idrico integrato. 33 Sulla certificazione EMAS, vedi parte 3.2-INFRASTRUTTURE E INSEDIAMENTI. 34 Occorre distinguere tra scarichi e rilasci. L'art. 40 del DLgs 152/99 sottrae la restituzione delle acque impiegate nella produzione di energia elettrica alla disciplina generale degli scarichi, attribuendo alle Regioni la prerogativa di disciplinare la gestione di queste acque in funzione del mantenimento o raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici. Lo stesso articolo stabilisce invece i criteri che le amministrazioni competenti dovranno seguire per autorizzare e controllare le operazioni di svaso, sghiaiamento e sfangamento dei bacini. Sotto il profilo normativo si distinguono quindi gli scarichi, le restituzioni dagli impianti e i rilasci dalle dighe. 35 La gestione degli sbarramenti (dighe) è ora disciplinata dall art. 114 del DLgs 152/ Norme in materia ambientale. 36 L impatto prodotto dalle variazioni giornaliere del livello dei bacini è valutato nella parte successiva relativa alle questioni locali; i dati sono invece riportati nella parte sull uso dell acqua. 55

56 56, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE acqua che può essere derivata; in alcuni casi definisce anche la portata massima derivabile. Il dislivello medio è denominato amministrativamente salto medio di concessione o salto concesso. Il Disciplinare di Concessione inoltre stabilisce le limitazioni e gli obblighi che sono a carico del concessionario, tra cui i rilasci nei corsi d acqua interessati dalla derivazione. 37 o deflusso minimo vitale Nei bacini idrografici caratterizzati da consistenti prelievi o trasferimenti, sia a valle che oltre la linea di displuvio, le derivazioni devono essere disciplinate in modo da garantire il livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati. 38 o svaso Lo svaso dei bacini può essere necessario per interventi sulle opere di intercettazione, oppure per mantenere la capacità di invaso del bacino che si riduce progressivamente a causa dei materiali trasportati dai corsi d acqua che man mano si accumulano nel bacino stesso. Si può agire per asportazione meccanica oppure attivando la fluitazione diretta dei materiali da parte delle acque rilasciate. In ogni caso le operazioni di svaso generano un impatto significativo sui corsi d acqua. Caso per caso è pertanto necessario predisporre un dettagliato progetto di gestione che definisca la programmazione delle operazioni, le modalità esecutive, le misure di prevenzione e tutela dei corpi idrici recettori; tale progetto di gestione deve essere redatto dall esercente e approvato dalla Regione. Il progetto di gestione, ai sensi del comma 4 dall art. 40 del DLgs 152/99, potrà essere presentato solo dopo l emanazione di appositi criteri da parte del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti e del Ministro dell Ambiente. In ottemperanza a quanto previsto dal progetto di gestione, in occasione dello svaso di S. Maria, sono stati effettuati i controlli sulla qualità delle acque e sulla densità della ittiofauna in più sezioni d alveo a valle degli sbarramenti, prima dello svaso (settembre 2002) e dopo lo svaso (dicembre 2003), nonché controlli di tipo chimico-fisico sulla qualità delle acque svasate (torbidità, ossigeno disciolto, ecc.) durante le operazioni di svaso. Tali controlli non hanno evidenziato effetti particolari sulla fauna macrobentonica in corrispondenza della stazione più vicina alla diga; nelle stazioni più lontane dallo sbarramento invece si è rilevata una flessione della classe di qualità idrobiologica, alla quale ha contribuito, con elevata probabilità, la forte siccità verificatasi in occasione dell estate del I confronti tra i risultati dei campionamenti ittici effettuati prima e dopo le operazioni di svaso hanno evidenziato variazioni qualitative e quantitative del popolamento ittico praticamente irrilevanti nella stazione più vicina alla diga, mentre la diminuzione (nei dati sia numerici che ponderali) rilevata nelle stazioni più a valle è da imputare sicuramente a cambiamenti nelle caratteristiche dell habitat fluviale a seguito dei lavori di risistemazione dell alveo. In base infine ai controlli chimico-fisici effettuati durante le operazioni di svaso, si è rilevato che i parametri di qualità delle acque svasate (con particolare riguardo per l ossigeno disciolto e la torbidità) si sono mantenuti per tutta la durata delle operazioni idrauliche entro un campo di valori accettabili per la salvaguardia dell'ambiente fluviale. 39 USO DI MATERIALI E RISORSE NATURALI Uso dell acqua La gestione della risorsa idrica è naturalmente un aspetto significativo sia per la produzione di energia elettrica sia per la disponibilità rispetto ad altri usi, in particolare l irriguo. La riserva d acqua disponibile dipende principalmente dalle precipitazioni atmosferiche e dai target di svaso programmati per i serbatoi di Suviana e Brasimone. Durante il periodo di alta idraulicità, tali serbatoi sono utilizzati con l obiettivo di accumulo di riserva d acqua, che successivamente, nei periodi estivi di carenza idrica, viene destinata anche per l uso irriguo, come previsto dai disciplinari di concessione. La limitata capacità di accumulo del bacino di Santa Maria consente di utilizzarlo solo con funzioni di modulazione giornaliera della produzione. 37 Il Disciplinare stabilisce anche come calcolare i canoni e sovraccanoni che l'esercente dovrà corrispondere annualmente: i canoni demaniali sono corrisposti alla Regione, i sovraccanoni rivieraschi e quelli relativi ai bacini imbriferi montani sono corrisposti ai Comuni interessati, ai Comuni non consorziati e alle relative Province di appartenenza. In forza delle disposizioni della L 136/1999 (capitolo III, art. 28 comma 4), a decorrere dal 1 gennaio 1999, anche la pratica del pompaggio è soggetta al pagamento di un canone a favore dei Comuni che in misura diversa sono interessati dalla derivazione. I criteri di ripartizione sono stabiliti dalla L 388/2000, art. 28 comma 9 punti a) e b). Le concessioni con ENEL per l uso delle acque dei bacini di Suviana, Brasimone e S. Damiano scadono nel Per ora (gennaio 2007) ENEL effettua dei rilasci, relativi al DMV, dallo sbarramento di Pavana (t. Limentra di Sambuca); per l area di studio, fino ad ora, sono stati effettuati sopralluoghi dell Autorità di Bacino al t. Limentra di Treppio a valle della diga di Suviana. Sull argomento si rimanda inoltre alla parte B. CORSI D ACQUA. 39 Nella programmazione fino al 2015 di ENEL, in particolare per il 2008, è inserita la valutazione della necessità di effettuare lo svaso del bacino di Suviana per la manutenzione degli impianti (l ultima manutenzione risale al 1970). 56

57 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 57 La variazione giornaliera del livello dei laghi di Suviana e Brasimone dipende dal ciclo di generazione-pompaggio attuato con la centrale di Bargi e dagli apporti naturali che provengono dai relativi bacini imbriferi e che sono naturalmente condizionati dall andamento stagionale delle magre e delle morbide. Dimensioni dei bacini imbriferi, capacità di accumulo dei singoli invasi e quote di massimo invaso (che corrispondono alle quote massime raggiungibili in occasione di eventi di piena) dati um Suviana Brasimone Santa Maria (Scalere) Bacino imbrifero sotteso kmq 208,000 14,500 29,500 Superficie dell invaso alla quota massima kmq 1,480 0,543 0,063 Capacità totale dell invaso mc Capacità utile dell invaso mc Tipo di utilizzazione dell invaso serbatoio serbatoio modulazione stagionale stagionale Quota di massimo invaso m slm 470,00 845,38 521,26 Quota massima di regolazione m slm 470,00 845,18 520,26 Quota minima di regolazione m slm 441,00 822,68 515,31 Livelli minimo e massimo (m slm) Serbatoio o Riferimenti Bacino Esercizio Max Min Max Min Max Min Max Min Brasimone 844,97 834,50 844,73 834,50 844,97 832,51 845,38 820,18 Suviana 469,84 457,74 469,90 459,78 469,66 457,39 470,00 441,00 Santa Maria 520,42 518,02 520,20 505,00 520,54 517,70 521,26 515,91 Variazioni di livello degli invasi su base stagionale (riferite al periodo ) I livelli minimi del bacino di Santa Maria sono stati raggiunti in occasione delle operazioni di svaso effettuate nel QUESTIONI LOCALI Coesistenza dell'attività produttiva con usi a scopi naturalistici e turistici del territorio La collocazione di buona parte degli impianti nell'area nel perimetro del Parco Regionale dei Laghi Suviana e Brasimone rendono questo aspetto significativo. In questa sede è stato valutato l impatto prodotto dalle variazioni di livello dei bacini di Suviana e Brasimone (Scalere) che, in relazione ai programmi di produzione e pompaggio, possono presentare escursioni massime giornaliere rispettivamente di 2,0 m (Suviana) e 6,5 m (Brasimone). È stato inoltre valutato il possibile impatto, ai fini della fruibilità degli invasi, determinato dalle turbolenze introdotte dal funzionamento in produzione ovvero in pompaggio della centrale di Bargi. Per quanto attiene alla fruibilità dei bacini ai fini turistici, sportivi e ricreativi, le limitazioni alla fruibilità degli invasi determinate dalla presenza di zone interdette (sia a natanti che alla balneazione) risulta essere molto contenuta, in quanto i tratti di bacino interessati sono naturalmente quelli meno accessibili. Per contro, sia nel bacino di Suviana, che in quelli del Brasimone e di Santa Maria si sono moltiplicate iniziative di promozione turistica. Sotto il profilo na- 57

58 58, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE turalistico è da rilevare che i laghi artificiali si sono connaturati con il territorio circostante fino a costituire un habitat di straordinaria eccellenza ambientale. Nei laghi in questione viene praticata la pesca sportiva, il nuoto, il canottaggio e il windsurf, mentre sulle rive e nelle aree circostanti viene praticato il trekking, escursioni in mountan-bike e a cavallo; sono inoltre disponibili aree attrezzate per il campeggio. La gestione dei laghi e delle altre attività produttive tiene in considerazione questa coesistenza favorendo le iniziative di sviluppo turistico nei modi possibili e nel rispetto dei vincoli stabiliti dal Parco. Non essendosi rilevati effetti particolari prodotti delle variazioni di livello sulla flora e sulla fauna, si ritiene che la presenza dei bacini abbia un impatto positivo. 40 IMPATTI BIOLOGICI E NATURALISTICI Modifiche dell ecosistema fluviale L aspetto è stato valutato significativo, sia per quanto concerne gli impatti derivanti dalle operazioni di svaso e fluitazione già trattati sopra, sia per gli effetti prodotti dall interruzione del flusso dell acqua dovuto alla presenza degli sbarramenti. Sono in corso di definizione, da parte delle Autorità competenti, i valori di Deflusso Minimo Vitale (DMV) da rilasciare a valle degli sbarramenti. 41 Modifiche della densità della ittiofauna Le operazioni di svaso incidono in maniera significativa sulla densità di popolazione ittica. È possibile compensare completamente questi impatti attraverso una opportuna programmazione di semine ittiche. In occasione delle attività di svaso, vengono concordate con le Amministrazioni competenti, e pertanto inserite nel progetto di gestione, opportune semine ittiche. Enel ha in questi anni sottoscritto diverse convenzioni/accordi con gli enti e soggetti coinvolti nel territorio in esame, con le quali si stabiliscono condizioni, caratteristiche e opportunità per un uso plurimo degli invasi; in particolare: protocollo d intesa tra Enel e Ministero dell Ambiente, Legambiente e Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve naturali, L energia dei parchi, con l obiettivo di promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, di conservare e valorizzare i contesti ambientali protetti nei quali siano inseriti impianti per la produzione elettrica e di informare e divulgare iniziative per un uso razionale dell energia. Tale iniziativa ha a- gevolato l accesso alle risorse finanziarie disponibili sia in ambito europeo (progetti Life Natura e Life Ambiente ) sia in ambito nazionale e regionale (fondi strutturali ) per interventi di riqualificazione e adeguamento ambientale degli impianti destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili; protocollo d intesa tra Unità di Bologna e Regione Emilia Romagna Servizio Provinciale Difesa del Suolo del , Protocollo d intesa per la gestione dei livelli del bacino di Suviana nel periodo 15 ottobre-15 marzo, che prevede di mantenere il livello del lago di Suviana (al di fuori degli eventi di piena) normalmente non al di sopra di 466 m slm, allo scopo di disporre, nel periodo suddetto, di una capacità di accumulo da utilizzare in occasione di eventi di piena; convenzioni tra Unità di Bologna e Parco regionale dei laghi Suviana e Brasimone: 40 Dalla relazione sull indagine vegetazionale parte del quadro conoscitivo del PTP (cf. SIROTTI M., Indagine sui principali aspetti botanici del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 1999) si legge che Nello spettro biologico sono scarsamente rappresentate le elofite (solo 0,3%) e mancano totalmente le idrofite; la scarsa presenza delle prime o la quasi totale assenza delle seconde (specie entrambe legate all ambiente acquatico), pur essendo presenti nel territorio del Parco due ampi bacini lacustri, è da mettere in relazione con le variazioni giornaliere, ripetute, continue e vistose, del loro livello che non consentono quindi l affermarsi di piante acquatiche. 41 Si veda per il DMV quanto riportato nella parte precedente relativa agli impatti degli SCARICHI IDRICI, nonché nella successiva sezione B. CORSI D ACQUA. 58

59 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 59 o o del riguardante il bacino di Suviana (per la cessione del comodato da parte dei Comuni di Camugnano e Castel di Casio, 42 di durata illimitata, delle sponde del lago di Suviana di proprietà di ENEL; nonché per la valorizzazione delle sponde, con durata di un anno, ma tacitamente rinnovata di anno in anno salvo disdetta) del riguardante il bacino di Santa Maria (comodato per la gestione delle sponde, prorogato fino al ). convenzione tra Enel e Comitato Regionale Emilia-Romagna delle Federazione Italiana Canoa Kayak del relativamente all utilizzo di rilasci in alveo dai serbatoi di accumulo degli impianti dell Asta del Reno, nei mesi estivi, per fini turistico-sportivi, nel rispetto delle norme dettate per la tutela del patrimonio idrico e per la gestione ottimale di tale risorsa (in particolare, di nostro interesse, è il rilascio di acqua nel t. Limentra dal bacino di Suviana). B. CORSI D ACQUA dati territoriali L area di studio è tutta compresa nel bacino idrografico del fiume Reno; i principali corsi d acqua sono il torrente Limentra di Treppio, il torrente Setta (affluenti diretti del fiume Reno) e il torrente Brasimone (affluente del Setta). Questo ultimo nasce sul crinale che segna il confine regionale ovvero, fino all immissione nel lago S. Damiano, risulta quasi totalmente compreso nel territorio dell area protetta di cui alla legge istituiva (vedi anche fig. 7). 43 caratteri Qualità delle acque 44 fonte: Arpa Emilia-Romagna. Gli invasi di Suviana e Brasimone (Monitoraggio 2003 e Monitoraggio Dati provvisori) Gli obiettivi ambientali per specifica destinazione dei corpi idrici artificiali devono garantire quelli fissati per i corpi idrici naturali ad essi connessi (All. 1 punto 3.6 D.Lgs. 152/99). Il torrente Brasimone e il torrente Limentra, connessi rispettivamente ai Bacini di Brasimone e di Suviana, sono designati e classificati per destinazione funzionale vita dei pesci (All. 2B D.Lgs. 152/99). Il quadro, con i dati di qualità ricavati dai monitoraggi , è di seguito riportato: Nome stazione Limentra a monte del Bacino di Suviana (S) Limentra chiusura bacino (C) Brasimone a monte del Bacino del Brasimone (S) Brasimone chiusura bacino (C) LIM 2002 LIM 2003 LIM 2004 LIM 2005 IBE 2002 IBE 2003 IBE 2004 IBE (S) Salmonicolo (C) Ciprinicolo 42 Il contratto originale, stipulato fra ENEL e i due Comuni, è del Si segnala un errore nella copertura dei bacini idrografici (fonte PTCP) relativamente a quello del Setta che non comprende la fonte del t. Brasimone in provincia di Prato - regione Toscana. 44 Parte curata in particolare dal dott. Giuliano Gandolfi. 59

60 60, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE fonte: Arpa Emilia-Romagna. La qualità dei corsi d acqua della Provincia di Bologna (Monitoraggio 2003) Classificazione, ai sensi del D.Lgs. 152/99, della rete ambientale delle acque superficiali della Provincia di Bologna. I risultati LIM e IBE dell anno 2003 sono integrati con quelli disponibili della fase conoscitiva (biennio ). Di seguito vengono riportati i quadri descrittivi della qualità chimico microbiologica o di Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) e i risultati dell Indice Biotico Esteso (IBE). LIVELLO DI INQUINAMENTO DA MACRODESCRITTORI (LIM) Corpo idrico Stazione F. Reno Casalecchio chiusura bacino montano INDICE BIOTICO ESTESO (IBE) Corpo idrico Stazione F. Reno Casalecchio chiusura bacino montano Lo Stato Ecologico dei Corsi d Acqua (SECA) risulta, secondo i criteri dati dal D.Lgs. 152/99 allegato 1, dal confronto dei dati IBE/LIM ottenuti nel monitoraggio. Lo Stato Ambientale dei Corsi d Acqua (SACA) considera l eventuale presenza di microinquinanti (sostanze chimiche pericolose per la salute e l ambiente): in tal caso i valori di SECA già individuati possono essere declassati. Corpo idrico Stazione Tipo corpo idrico LIM 2003 IBE 2003 SECA 2003 SACA 2003 Casalecchio F. Reno chiusura C.i. naturali Classe 3 SUFFICIENTE bacino montano Di seguito si riportano i risultati di qualità ambientale ottenuti dalla campagna di monitoraggio per la vita dei pesci (D.Lgs. 152/99 All. 2B). Corpo idrico Stazione Tipo LIM 2003 IBE 2003 Limentra A monte del Bacino di Suviana S Limentra Chiusura bacino C Brasimone A monte bacino S Brasimone Chiusura bacino C Setta Ponte Cipolla S 8-9 Setta Pian del Voglio S fonte: Arpa Emilia-Romagna. La qualità dei corsi d acqua della Provincia di Bologna (Monitoraggio 2005-Dati provvisori) Nelle parti seguenti è riportata la classificazione, ai sensi del D.Lgs. 152/99, della rete ambientale delle acque superficiali della Provincia di Bologna. I risultati LIM e IBE dell anno 2005 sono integrati con quelli disponibili, vigente il D.Lgs. 152/99. Di seguito vengono riportati i quadri descrittivi della qualità chimico microbiologica o di Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) e i risultati dell Indice Biotico Esteso (IBE) per il periodo considerato. 60 LIVELLO DI INQUINAMENTO DA MACRODESCRITTORI (LIM) Corpo idrico Stazione Casalecchio chiusura bacino F. Reno montano INDICE BIOTICO ESTESO (IBE) Corpo idrico Stazione Casalecchio chiusura bacino F. Reno montano

61 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 61 Lo Stato Ecologico dei Corsi d Acqua (SECA) risulta, secondo i criteri dati dal D.Lgs. 152/99 allegato 1, dal confronto dei dati IBE/LIM ottenuti nel monitoraggio. Lo Stato Ambientale dei Corsi d Acqua (SACA) considera l eventuale presenza di microinquinanti (sostanze chimiche pericolose per la salute e l ambiente): in tal caso i valori di SECA già individuati possono essere declassati. Corpo idrico Stazione Tipo corpo idrico LIM 2005 IBE 2005 SECA 2005 SACA 2005 F. Reno Casalecchio chiusura bacino montano C.i. naturali Classe 3 SUFFICIENTE Di seguito si riportano i risultati di qualità ambientale ottenuti dalla campagna di monitoraggio per la vita dei pesci (D.Lgs. 152/99 All. 2B). Corpo idrico Stazione Tipo LIM 2005 IBE 2005 Limentra A monte del Bacino di Suviana S Limentra Chiusura bacino C Brasimone A monte bacino S Brasimone Chiusura bacino C Setta Ponte Cipolla S 9 Setta Pian del Voglio S Dai dati sopra esposti derivati dalle campagne di monitoraggio di Arpa emerge quanto segue. I valori del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) calcolati secondo i criteri dati dall allegato 1 del D.Lgs. 152/99, attestano la qualità dei torrenti Limentra di Treppio e Brasimone a una classe 2, cioè buona, prossima, nel caso dei tratti immissari a monte dei bacini, ad una qualità elevata. La qualità biologica descritta dall Indice Biotico Esteso (IBE) porta, invece, a considerazioni diverse: i valori osservati scadono sensibilmente passando da monte a valle dei bacini. Verosimilmente la sottrazione della risorsa e il regime idrico ampiamente artificiale imposto agli emissari influenzano significativamente la composizione delle comunità macrobentoniche ospitate e quindi la qualità biologica. Lo stato ecologico (SECA) e lo stato ambientale (SACA) dei corsi d acqua considerati evidenziano valori degli elementi della qualità biologica che si discostano moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. I valori mostrano segni di alterazione derivanti dall'attività umana e sono sensibilmente più disturbati che nella condizione di "buono stato". La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. Deflusso minimo vitale (DMV) 45 fonte: Piano Regionale Tutela delle Acque CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE La Delibera n. 7/2002 dell Autorità di Bacino del Fiume Po definisce una regola di calcolo del deflusso minimo vitale per i corsi d acqua naturali, ad esclusione dell asta del Po. La metodologia proposta è stata estesa all intera regione, con le opportune correzioni per la porzione bolognese romagnola, pervenendo alla quantificazione del DMV su un consistente numero di tratti e defi- 45 Parte curata dal dott. Giuliano Gandolfi. 61

62 62, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE nendo nelle Norme oltre le modalità generali di calcolo, la tempistica di applicazione, le deroghe e le azioni di monitoraggio. Il provvedimento determinerà un incremento dei deflussi medi estivi sulle aste fluviali, delle quali si tiene conto nella modellistica condotta agli orizzonti temporali 2008 e Criteri di regolazione delle portate in alveo definiti dall Autorità di Bacino del Fiume Po La Delibera n.7/2002 dell Autorità di Bacino del Fiume Po innanzitutto dà la seguente definizione: Il deflusso minimo vitale (DMV) è il deflusso che, in un corso d acqua, deve essere presente a valle delle captazioni idriche al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati. Il DMV si compone di una componente idrologica, stimata in base alle peculiarità del regime idrologico, e da eventuali fattori correttivi che tengono conto delle caratteristiche morfologiche dell alveo del corso d acqua, della naturalità e dei pregi naturalistici, della destinazione funzionale e degli obiettivi di qualità definiti dalle Regioni nell ambito dei Piani di tutela delle acque. Il deflusso minimo vitale (DMV) in una determinata sezione del corpo idrico è calcolato secondo la formula seguente: DMV = k q media S *M*Z *A *T (in l/s) Dove: k = parametro sperimentale determinato per singole aree idrografiche q media = portata specifica media annua per unità di superficie del bacino (in l/s Km 2 ) S = superficie del bacino sottesa dalla sezione del corpo idrico (in Km 2 ) M = parametro morfologico Z = il massimo dei valori dei tre parametri N, F, Q, calcolati distintamente, dove: N = parametro naturalistico F = parametro di fruizione Q = parametro relativo alla qualità delle acque fluviali A = parametro relativo all interazione tra le acque superficiali e le acque sotterranee. T = parametro relativo alla modulazione nel tempo del DMV. Il valore del termine k*q media *S rappresenta la componente idrologica del DMV; in esso q media *S (l/s) rappresenta in pratica la portata media annua nella sezione. Gli altri parametri rappresentano dei fattori di correzione che tengono conto, ove necessario, delle particolari condizioni locali. In particolare i parametri M ed A esprimono la necessità di adeguamento della componente idrologica del DMV alle particolari caratteristiche morfologiche dell alveo e delle modalità di scorrimento della corrente, nonché degli scambi idrici tra le acque superficiali e sotterranee. I parametri N, F, Q esprimono la maggiorazione della componente i- drologica del DMV necessaria in relazione alle condizioni di pregio naturalistico, alla specifica destinazione d uso della risorsa idrica e al raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dal Piano di Tutela delle Acque o in altri piani settoriali. Nel caso in cui ricorrano le condizioni per l applicazione di almeno due dei suddetti parametri, si dovrà considerare il valore numericamente più elevato, idoneo a garantire una adeguata tutela anche per le altre componenti. Spetta alle Regioni, nell ambito dei propri Piani di Tutela delle Acque o attraverso altri strumenti regionali di pianificazione, nel rispetto dei criteri stabiliti dall'autorità di bacino del Po: definire le modalità di calcolo del fattore q media sulla base dei criteri di seguito illustrati, e aggiornare, sulla base di approfondimenti svolti sui propri corsi d acqua, la determinazione del fattore k; individuare i corsi d acqua superficiali o tratti di essi su cui saranno applicati i parametri M, A, Z, T; assegnare ai corsi d acqua di cui sopra, il valore dei parametri M, A, Z, T. Determinazione del parametro k Il parametro k esprime la percentuale della portata media che deve essere considerata nel calcolo del deflusso minimo vitale. Bacini idrografici di superficie inferiore o uguale a 50 Km 2 In considerazione delle caratteristiche peculiari di ogni singolo bacino idrografico, è opportuno che il parametro k sia determinato a livello regionale sulla base degli elementi acquisiti attraverso gli studi finalizzati alla redazione dei Piani di Tutela delle Acque. Analisi dell applicazione della formula dell Autorità di Bacino del Po a tutto il territorio regionale Il criterio dell Autorità di Bacino del Fiume Po è stato applicato prima sulle sezioni fluviali del Servizio Idrografico oggetto del monitoraggio storico dell idrometria, quindi alle sezioni di riferimento relative alla bacinizzazione del territorio regionale e confrontato con precedenti valutazioni, deflussi idrologici di magra e dati spe- 62

63 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 63 rimentali, pervenendo complessivamente a valutazioni più che positive, a livello regionale. L analisi applicativa condotta di tale metodologia ha evidenziato che, per la porzione bologneseromagnola si giungerebbe a deflussi minimali più prossimi a quelli di magra del 13% rispetto alla situazione dell area emiliana drenante in Po, in ragione del più elevato carattere torrentizio dell area. Per correggere tale difformità il coefficiente 0,086 all interno del parametro k può quindi essere ridotto a 0,075 per gli a- reali Reno-Destra Reno, Bacini Romagnoli e Marecchia-Conca. Elementi di applicazione dei DMV L analisi della metodologia deliberata dall Autorità di Bacino del Fiume Po ha quindi portato a ritenere che essa possa essere applicata all intero territorio regionale, con riferimento ai corsi d acqua naturali, sia pure con qualche correzione per i bacini bolognesi-romagnoli e per i tratti terminali di pianura dei corsi d acqua con bacino imbrifero superiore a 1830 Km2 (Taro, Secchia e Reno). Allo stato attuale si è assunta la sola componente idrologica: DMV = k*q m dove: DMV deflusso minimo vitale in m 3 /s; Qm portata media nella sezione in m 3 /s; k parametro dato da - 2,24*10-5*S + k 0 con: S superficie imbrifera sottesa dalla sezione in Km 2 ; k 0 pari a 0,086 per gli affluenti emiliani del Po, corretto a 0,075 per il restante territorio regionale, in relazione a condizioni naturali di magra più siccitose. Avendo verificato che il periodo è risultato mediamente più siccitoso del dato storico a causa di un probabile mutamento climatico in atto, cautelativamente si assume per Qm il deflusso medio dell undicennio, prevedendo di riconsiderare successivamente il dato storico qualora il periodo attuale riproponga deflussi dell ordine di quelli storici. Sulla base di tale criterio la Tabella seguente fornisce una sintesi regionale di valori di riferimento per sezioni, calcolati sulla base dei deflussi medi , derivanti dalle ricostruzioni compiute attraverso la modellazione idrologica. Tali valori sono già applicati per le nuove derivazioni, in particolare nei bacini di superficie superiore ai 50 Km 2, mentre per le derivazioni preesistenti l applicazione sarà graduale, con percentuali crescenti, raggiungendo quindi il valore intero alla fine del Valori di DMV di riferimento sulla base dei deflussi medi ricostruiti del periodo Codice Corso d'acqua Toponimo Superficie sottesa (Km 2 ) Portata med (m 3 /s) BA T. Limentra di Treppio Valle Diga di Suvia- DMV (m 3 /s) na BB T. LImentra di Treppio Immissione in Reno CBB T. Brasimone Immissione in Setta Per quanto riguarda la componente morfologico ambientale, le Norme stabiliscono che essa dovrà essere operativa entro il 2016, con il parametro relativo alla qualità delle acque fluviali (Q) e quello relativo alla modulazione nel tempo del DMV (T) che possono anche essere applicati prima del 2008 per esigenze pressanti di miglioramento qualitativo, su tratti da definirsi. Disponibilità di risorse idriche superficiali Il primo semestre del 2003 il nord Italia è stato caratterizzato da un lungo periodo a piovosità estremamente scarsa, preceduto da apporti nevosi del periodo ridotti mediamente del 35% rispetto ai valori storici. Il livello del Po è giunto ai minimi storici e le regioni più colpite sono state il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l'emilia Romagna. Le condizioni meteo-climatiche e di deflusso hanno avuto ripercussioni, in alcuni casi di una certa gravità, su tutto l approvvigionamento idrico padano. La centrale elettrica di Porto Tolle, in Veneto, una delle più grandi del Paese ha rischiato di chiudere per la mancanza di acqua necessaria a raffreddare gli impianti (la normativa stabilisce che la priorità nell'utilizzo dell'acqua riguardano l idropotabile destinato all'uomo e l'agricoltura). Grazie alle iniziative di emergenza nazionale si è potuta bloccare la discesa del livello del fiume Po. Ciò nonostante in Emilia-Romagna la mancanza d'acqua ha ridotto le produzioni agricole e aumentato i costi irrigui. Ad esempio il comparto frutticolo è stato colto da questa crisi idrica nella fase di accrescimento dei frutti e nella formazione dell'apparato gemmario, inoltre lo squilibrio idrico e termico ha favorito alcune fisiopatie. Anche i comparti zootecnico e lattiero-caseario hanno risentito dell'andamento climatico con un calo della produzione. Nel comparto civile nonostante l elevata disponibilità di acqua e l ottimo grado di copertura del territorio per quanto riguarda il servizio di acquedotto, alcuni Comuni hanno riscontrato 63

64 64, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE situazioni di emergenza idrica anomale. Diversi Comuni hanno dovuto adottare specifiche ordinanze per limitare i consumi d acqua potabile. Deficit rispetto al deflusso minimo vitale (DMV) idrologico dei corsi d acqua (periodo maggiosettembre). L effetto del Piano indicato in figura è associato all applicazione del DMV. In caso si rendano necessarie deroghe, l entità del deficit rispetto al DMV ad esse connesse sarà contenuto dalle seguenti azioni: 1) maggiore utilizzo di acque da Po; 2) misure di risparmio e razionalizzazione degli usi; 3) riutilizzo di acque reflue dei depuratori a fini irrigui. Scenario tendenziale senza PTA Molti dei corsi d acqua appenninici della regione presentano una situazione di deficit idrico estivo rispetto al DMV, principalmente legata ai prelievi irrigui, ma anche legate al loro regime torrentizio e quindi al modesto deflusso naturale nei mesi estivi. Non è disponibile una serie storica puntuale sull andamento tendenziale di questo fenomeno, ma si ritiene che il deficit sia stato relativamente stabile negli ultimi anni, con variabilità annuali legate ad annate particolarmente siccitose. Effetti del PTA Il mantenimento del DMV (quando naturalmente presente) è uno degli elementi che devono essere tenuti in considerazione nella pianificazione del bilancio idrico regionale (ai sensi del D.Lgs. 152/99, art. 22). Il mantenimento del DMV concorre a più obiettivi tra cui quelli di qualità delle acque e di tutela della vita acquatica. Il PTA postula un annullamento completo degli eccessi di prelievo rispetto al DMV al Le azioni che concorreranno maggiormente al raggiungimento di questo obiettivo riguardano il rispetto dei DMV per le grosse derivazioni irrigue da corsi d acqua appenninici. Il rispetto del DMV deve essere valutato in sede di provvedimenti concessori e controllato dalle Autorità competenti. Sono però possibili deroghe (per necessità ambientali, storico-culturali, igienico sanitarie; per derivazioni con invasi di accumulo; per le derivazioni acquedottistiche idropotabili nei casi d indisponibilità di risorse alternative). Ambito fluviale A livello planimetrico l ambito fluviale è costituito dal corso d acqua e dalle aree limitrofe in connessione idrogeologica con esso; il dato cartografico al riguardo è costituto dall alveo e dalle fasce di pertinenza e di tutela dei corsi d acqua individuate dal PTCP (cf. parte 4.1 del presente quadro conoscitivo), nonché dagli areali interessati dai terrazzi fluviali e dai conoidi di deiezione (desunti dalla tav. 1.1 MORFOLOGIA). La qualità di tale sistema è determinata anche dallo stato della vegetazione ripariale individuata cartograficamente nella tav. 2.1, in cui sono riportati in un unica colorazione i temi relativi desunti da: DATO DISPONIBILE PER LA SOLA PARTE DI TERRITORIO ALL INTERNO DEL PERIMETRO LEGGE ISTITUTIVA - Carta della vegetazione (Si - boschi e boscaglie ripariali, Pc - vegetazione erbacea igrofila) Per i dettagli sulla carta si rimanda alla parte 2.2 del presente quadro conoscitivo. 64

65 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 65 - Censimento degli habitat di interesse comunitario ( Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp., Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion), Vegetazione legnosa riparia di Salix elaeagnos dei bacini e degli alvei fluviali,, 91E0 - Foreste alluvionali e boscaglie di Alnus glutinosa (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae), 92A0 - Boschi riparali a Salix alba e Populus spp.) 47 DATO DISPONIBILE PER L INTERA AREA DI STUDIO - Carta forestale (formazione 11 - vegetazione ripariale, come aggregata per la tav. 2.3). 48 La vegetazione ripariale riunisce tutte le formazioni di latifoglie igrofile che si sviluppano sulle rive di fiumi e torrenti ed in presenza di aree caratterizzate da elevata umidità del terreno. Costituiscono spesso boschetti misti di Pioppi, Salici, Ontani, Noccioli e nella loro estensione e forma materializzano le aste dei torrenti principali, assumendo talvolta un importante spunto di carattere paesaggistico. Hanno una grande importanza nell ecosistema, perché riducono l irraggiamento solare alla superficie delle acque, offrono riparo e cibo alla fauna, esplicano funzione di trattenuta del terreno sulle sponde e, con le radici immerse, anche di trattenuta di elementi minerali (talora metalli pesanti) in circolazione. Spesso vengono ceduate per ragioni di ripulitura dei torrenti, ai fini di un migliore deflusso delle acque: questa drastica operazione crea notevoli problemi all ecosistema, vista l importanza di queste fasce alberate, tanto che sarebbe opportuno prevedere una accurata revisione e riconsiderazione di questa attività, programmando interventi meno impattanti. Sono ovviamente presenti alle quote medio-basse, dove cioè fiumi e torrenti allargano i propri alvei e mantengono un livello di portata idrica minimo anche durante il periodo estivo; ricoprono le scarpate spondali e quindi si trovano a vegetare su pendenze localmente molto elevate; per quanto riguarda le esposizioni non si hanno informazioni di rilievo, visto che queste formazioni seguono generalmente i torrenti, situandosi su entrambe le sponde. 49 All interno del perimetro legge istitutiva le formazioni forestali di ripa, distribuite in prevalenza lungo il corso dei due torrenti principali, risultano con sufficiente grado di varietà floristica (125 elementi equivalenti al 19-20% del corteggio floristico complessivo). 50 Per il t. Setta, l ambito fluviale si caratterizza per la vegetazione di ripa solo a valle del tratto che segna il confine occidentale dell ampliamento a sud (m. Tavianella) in cui tale ambito è costituito unicamente dall alveo attivo. Per gli aspetti pianificatori sul tema si veda la parte 4.1 del quadro conoscitivo PTP, in particolare gli aspetti del PTCP/PTPR/PSAI relativi a: Alvei attivi e invasi; reticolo idrografico Fascia di tutela fluviale Fascia di pertinenza fluviale Aree dei terrazzi fluviali connessi 47 Per i dettagli sullo studio degli habitat si rimanda alla parte 2.5 del presente quadro conoscitivo. 48 Per i dettagli sulla carta si rimanda alla parte 2.3 del presente quadro conoscitivo. 49 PINZAUTI S., Relazione forestale (Quadro conoscitivo PTP), p SIROTTI M., Indagine sui principali aspetti botanici del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 1999 (Quadro conoscitivo PTP), p

66 66, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE b.2) RISORSE IDRICHE SOTTERRANEE dati territoriali area protetta-legge istitutiva ampliamenti Camugnano Castel di Castiglione totale totale Camugnano totale Casio dei Pepoli sorgenti libere sorgenti ad uso acquedottistico totali caratteri La tavola B.2.2 del quadro conoscitivo del PTCP della Provincia di Bologna è segnalata quale documento di base del processo di pianificazione per la corretta utilizzazione e protezione della risorsa idrica a livello territoriale. 51 Per il territorio montano l indicazione di vulnerabilità intrinseca riguarda le aree del sistema fluviale, e comprende gli invasi ed alvei in evoluzione e i terrazzi direttamente connessi all alveo fluviale. Per quanto riguarda la zonizzazione di permeabilità relativa, si nota che nel territorio in esame (cf. fig. 9) la zona più rappresentata è la APs, caratterizzata dalla presenza di litotipi ad alta permeabilità per fratturazione, con presenza di numerose locali sorgenti. fig. 9 - PTCP Provincia di Bologna, tavola B Vulnerabilità intrinseca delle falde acquifere profonde e permeabilità del substrato appenninico, scala 1: (particolare). 51 PTCP - Quadro conoscitivo, B.2.2 Vulnerabilità delle falde acquifere e permeabilità del substrato appenninico, p

67 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 67 Sul tema sorgenti, lo strato informativo più aggiornato attualmente disponibile è quello presente negli elaborati cartografici dello stesso PTCP (tav. 2), che si basa sullo studio Sorella acqua... la fonte e il ricordo, condotto dalla stessa Provincia negli anni sorgenti in provincia di Bologna sorgenti libere sorgenti ad uso acquedottistico totale delle sorgenti note Soprattutto nell area appenninica sono molti i centri abitati serviti da reti alimentate direttamente da sorgenti, al fine di evitare la realizzazione di lunghe condotte adduttrici. Le rimanenti sorgenti, non captate a fini acquedottistici, sono una risorsa locale preziosa da tutelare e valorizzare anche come opportunità fruitive del territorio. sorgenti libere censite nei tre comuni di interesse Camugnano bacino Reno - bacino Setta 19 Castel di Casio bacino Reno 5 Castiglione dei Pepoli bacino Setta 8 In particolare, dalle analisi fisico-chimiche lo studio della Provincia ha posto in evidenza alcune sorgenti con particolari caratteristiche qualitative: le 4 sorgenti individuate come acque minimamente mineralizzate, in ragione del bassissimo residuo fisso, 53 sono tutte localizzate in comune di Camugnano, all interno dell area protetta-legge istitutiva. 54 elenco, e giudizio di qualità, delle sorgenti libere localizzate nell area di studio (cf. tav ACQUE, quadro conoscitivo PTP)) id denominazione giudizio qualità portata localizzazione 10/1 Chiesa di Baigno Bicarbonato e calcio sono gli elementi che caratterizzano quest acqua oligominerale. Aumento della diuresi e maggior eliminazione di scorie metaboliche sono gli effetti principali legati alla sua assunzione. Indicata nelle diete iposodiche. 10/2 Palazzaccio Acqua leggermente mineralizzata. Dotata di una buona azione diuretica, facilita l eliminazione di acido urico e scorie azotate. Il basso contenuto di sodio la indica nelle diete povere di questo ione. 10/3 Fonte di Bianco 10/4 Fonte del Faggio o Catinelli 10/5 Dell'Ortara o Della Madonnina Acqua leggermente mineralizzata, favorisce la diuresi risultando idonea nelle diete iposodiche. Come tutte le acque che contengono meno di 10 mg/l di nitrati può essere utilizzata nell alimentazione di neonati e gravide. Acqua oligominerale a prevalenza bicarbonato calcica con quota di nitrati inferiore a 10 mg/l. Svolge una azione diuretica favorendo l eliminazione dell acido urico. Indicata nelle diete prive di sodio. Acqua leggermente mineralizzata, dove la componente ionica è rappresentata principalmente da bicarbonato e calcio. Indicata nelle diete povere di sodio, favorisce la diuresi e l eliminazione dell acido urico. 10/6 Fontanacce Acqua leggermente mineralizzata, trova, come le altre acque con le medesime caratteristiche, una indicazione in quei casi dove si vuole incrementare la diuresi e ridurre l apporto di sodio. I nitrati sono sotto i 10 mg/l. 10/7 La Torre Si tratta di un acqua oligominerale dove la prevalenza ionica bicarbonato-calcica consente una buo- 3,1 l/min (sett.) 0,72 l/min (febb.) 7,8 l/min (febb.) 7,8 l/min (febb.) 12,6 l/min (genn.) 14,4 l/min (genn.) 6 l/min (genn.) pressi di Barceda, in prossimità dell area protetta case Roncacce, nell area protetta. La pietra utilizzata per la sua fattura è quella del luogo, forse resti dell'antico palazzo; la madonnina raffigurata è quella di Boccadirio. torrente Brasimone, nell area protetta bacino del Brasimone, nell area protetta torrente Brasimone, loc. Molino, al limite dell area protetta torrente Brasimone, in prossimità dell area protetta loc. Trasserra, e- sterna all area pro- 52 Scopo dell indagine è stata la verifica nel territorio provinciale della presenza di acque sorgive con qualità (fisico-chimica), tale da giustificare particolari iniziative per la loro tutela al fine di assicurarne una sicura fruizione. 53 Le acque minerali sono acque sorgive che contengono sali (misurati come residuo fisso dell acqua a 180 ) in percentuali tali da svolgere un ruolo biologico importante per la salute. La loro classificazione dipende dalla quantità e dalla qualità dei sali disciolti, secondo quanto prescrive la normativa di riferimento (cf. Provincia di Bologna, Sorella acqua... la fonte e il ricordo, pp ). Le sorgenti individuate come minimamente mineralizzate sono: 10/9, 10/11, 10/12, 10/ Lo studio Sorella acqua... contiene i dati fisico-chimici per ciascuna sorgente censita, a cui si rimanda. 67

68 68, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE id denominazione giudizio qualità portata localizzazione na azione diuretica. Il tenore di sodio superiore tetta a 20 mg/l la controindica per le diete iposodiche. 10/9 Della Diga Si tratta di una delle poche acque minimamente mineralizzate della nostra provincia. Questo tipo di acqua determina un marcato aumento della diuresi, favorisce l eliminazione dell acido urico e dei prodotti del metabolismo. In considerazione anche del basso ph, trova una elettiva indicazione nella prevenzione della calcolosi renale ed una felice collocazione nelle diete che richiedono un ridotto apporto di sodio. 7,2 l/min (genn.) bacino Brasimone, nell area protetta 10/10 Piancolorè Acqua leggermente mineralizzata. La scarsa componente salina fa sì che quest acqua risulti idonea in tutti quei casi in cui si vuole favorire la diuresi e l eliminazione dell acido urico. Indicata nelle diete iposodiche. 10/11 Barbicone o Succhiata di Sopra 10/12 Succhiata di Sotto 10/13 Pian dei Poderi 10/14 Fontana del Boia 68 Si tratta di una delle poche acque minimamente mineralizzate della nostra provincia. Oltre a risultare indicata nelle diete iposodiche trova una indicazione elettiva nel favorire la diuresi, l eliminazione dell acido urico e scorie azotate, svolgendo un ruolo importante nella prevenzione della calcolosi renale. Il basso contenuto salino (inferiore a 50 mg/l) la colloca fra le acque minimamente mineralizzate. Fra tutte le sorgenti esaminate è una di quelle con il minor contenuto di mineralizzatori. Diuresi aumentata ed azione antiurica la indicano anche nella patologia gottosa oltre che per le diete povere di sodio. Un uso costante può tornare utile quale prevenzione della calcolosi delle vie urinarie. Si tratta di un acqua leggermente mineralizzata. Può svolgere una buona azione diuretica e facilitare l eliminazione dell acido urico e di piccoli calcoli. E indicata nelle diete povere di sodio. Acqua leggermente mineralizzata. Trova impiego in tutti quei casi dove necessita favorire la diuresi e l eliminazione dell acido urico. E indicata nelle diete povere di sodio. 10/15 Pra la volpe Acqua leggermente mineralizzata a prevalenza bicarbonato-calcica. L azione principale di quest acqua è l aumento della diuresi con conseguente effetto di lavaggio delle vie urinarie. Indicata nelle diete povere di sodio. 10/18 Cacciapolla Portata sostanzialmente nulla, non sufficiente per l'effettuazione del prelievo. 10/19 Fonte del Tassinaro L effetto principale di quest acqua minimamente mineralizzata è quello di favorire la diuresi, e- liminare le scorie metaboliche e svolgere, grazie anche al suo basso ph, un azione di prevenzione della calcolosi renale. Le acque minimamente mineralizzate trovano inoltre un felice impiego in tutte le situazioni in cui è necessario un intervento dietetico caratterizzato da un ridotto apporto di sodio. 10/20 Spiaggetta Acqua oligominerale con prevalenza di ioni bicarbonato e calcio. Questo tipo di acqua svolge la sua azione prevalentemente a livello dell apparato uroescretore, favorendo la diuresi e l eliminazione di scorie tossiche. E indicata nelle diete iposodiche. 10/ni Chiapporato sorgente non censita nel lavoro Sorella acqua ma nel quaderno successivo Indagine conoscitiva su 10,2 l/min (genn.) 13,2 l/min (genn.) 10,2 l/min (genn.) 22,8 l/min (genn.) pressi del rio dell Alba, nell area protetta. La fontana sorge all'ombra di faggi secolari ed in primavera assume, per le numerose specie vegetali presenti, infiniti colori. torrente Brasimone, loc. Succhiata, nell area protetta. La sorgente sgorga fra vecchie pietre ricoperte di muschi da un tubo in ferro. torrente Brasimone, loc. Lavaccioni, nell area protetta. La sorgente è di fattura assai rudimentale; un tubo di plastica dalla stabilità precaria in qualche modo incastrato fra le pietre, ammucchiate alla meno peggio. pressi di Lavaccioni di Sotto, nell area protetta. Fattura molto semplice in pietra locale, la cui acqua sgorga da una pietra erosa dal suo stesso scorrere. - torrente Brasimone, nei pressi di Ca Fontana del Boia, nell area protetta. L'aspetto della fonte è poco invitante (un tubo nero legato ad un albero). In realtà la fonte vera si trova dall'altra parte del fiume ed i taglialegna della zona l'hanno intubata per renderne più comodo l'utilizzo. - torrente Brasimone, nei pressi della Fonte di Bianco (10/3), nell area protetta 6 l/min (febb.) 0,7 l/min (sett.) 2,2 l/min (ott.) pressi di Monte Baducco, nell area protetta pressi loc. Scaliera, nell area protetta. Accanto alla sorgente c'è una captazione che porta l'acqua alla fontana Della Diga (10/9) bacino Suviana, nell area protetta loc. Chiapporato, nell area protetta

69 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 69 id denominazione giudizio qualità portata localizzazione alcune sorgenti del Parco dei Laghi 10/ni Sorgente della Faggeta sorgente non censita nel lavoro Sorella acqua ma segnalata dalle relazioni faunistiche nei pressi del monte della Scoperta, 10/ni Case di Sopra 15/1 Fonte dell Amore 15/2 Antica fonte di Perio 15/3 Fonte di Bucedri 22/1 Sorgente della Bandida 22/2 Ca di Landino sorgente non censita nel lavoro Sorella acqua ma segnalata dalle relazioni faunistiche Classificata in base al suo residuo fisso come acqua oligominerale a prevalenza bicarbonatocalcica, deve le sue proprietà diuretiche ed antiuriche oltre che al ridotto tasso di mineralizzatori, all azione antispastica del calcio sull apparato uroescretore. Indicata nelle diete iposodiche. Acqua oligominerale a prevalenza bicarbonatocalcica. Dotata di azione diuretica ed antiurica, il suo uso prolungato può favorire l eliminazione di piccoli calcoli. Indicata nelle diete povere di sodio. Presenta le caratteristiche tipiche delle acque oligominerali a prevalenza bicarbonato-calcica: buon effetto diuretico con associato un aumento della capacità di eliminazione delle scorie metaboliche e talora di piccoli calcoli. Trova impiego nelle diete iposodiche. Acqua leggermente mineralizzata con prevalenza di ioni bicarbonato e calcio. Le acque bicarbonato calciche risultano più diuretiche delle bicarbonato sodiche. Quest acqua svolge un azione favorente la diuresi, antiurica ed è indicata nelle diete iposodiche. Acqua oligominerale, dove gli ioni bicarbonato e calcio predominano rispetto agli altri elementi disciolti. La sua azione principale la svolge a livello dell apparato uroescretore, stimolando la diuresi e favorendo l eliminazione di acido urico e di prodotti di rifiuto del metabolismo. Il basso contenuto di sodio la rende idonea nelle diete povere di sodio. 22/3 Re Molino Portata sostanzialmente nulla, non sufficiente per l'effettuazione del prelievo. 22/4 Fonte del Malpasso 22/5 Fonte di Boccadirio Gli ioni bicarbonato e calcio sono gli elementi che prevalgono in quest acqua oligominerale dotata di azione diuretica e antiurica. Può favorire l eliminazione di piccoli calcoli ed è indicata nelle diete povere di sodio. Si tratta di un altra acqua a prevalenza bicarbonato-calcica. Azione diuretica ed antiurica sono le principali proprietà di quest acqua. Il basso contenuto di sodio la rende idonea nelle diete povere di questo elemento. 22/6 Beppone Acqua leggermente mineralizzata; le sue proprietà derivano dall incentivazione del processo di depurazione legato all aumento della diuresi. Indicata nei soggetti ipertesi, affetti da gotta, può favorire l eliminazione di piccoli calcoli. 22/7 Fonte dei Berti Portata sostanzialmente nulla, non sufficiente per l'effettuazione del prelievo. 22/8 Fonte Rozzaro Come tutte le acque oligominerali a prevalenza bicarbonato-calcica favorisce la diuresi, facilitando l eliminazione dell acido urico, sostanze azotate e talora di piccoli calcoli. E indicata nelle diete iposodiche. id 10/... comune di Camugnano id 15/... comune di Castel di Casio id 22/... comune di Castiglione dei Pepoli 5,1 l/min (ott.) 14,2 l/min (ott.) 8,5 l/min (ott.) nell area protetta loc. Case di Sopra, nell area protetta sito di riproduzione di specie anfibie loc. La Moccia, in prossimità dell area protetta pressi di Badi, e- sterna all area protetta. C'è un'area attrezzata con giochi per bimbi. loc. Massovrana, al limite dell area protetta. Nei pressi c'è anche un bel lavatoio. - Fosso della Chiesa Vecchia, al limite dell area protetta ampliamento. Secca in estate. 5,2 l/min (sett.) torrente Setta, Ca di Landino, esterna all area protetta. E' costituita da un tubo in ferro murato in una parte di roccia, ma l'acqua fuoriesce da più parti della roccia. - Baragazza, esterna all area protetta. A volte, durante l'estate, si secca. Acqua molto leggera. Fattura in cemento con due cannelle. La fonte si è seccata nei primi mesi del 1998, e gli abitanti sospettano una sua captazione a monte, visto che in precedenza la sua portata era abbondante. 21,4 l/min (sett.) 1,9 l/min (sett.) 7,3 l/min (sett.) Roncobilaccio, esterna all area protetta. Acqua leggera. Santuario di Boccadirio, esterna all area protetta. Struttura in pietra con tre cannelle, di cui una secca. La Serra, esterna all area protetta - Abetaia, in prossimità dell area protetta ampliamento - pressi Fosso della Chiesa Vecchia, in prossimità dell area protetta ampliamento. Portata scarsa. 69

70 70, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Lo studio Sorella acqua... la fonte e il ricordo evidenzia la necessità di integrare queste prime indagini con analisi chimico-fisiche-batteriologiche, da effettuare con frequenza e con un maggiore numero di parametri. La conoscenza dell acquifero sotterraneo deve poi essere completata da prospezioni geologiche che definiscano la dimensione del serbatoio sotterraneo, la sua protezione, le vie di ricarica; si dovranno così identificare delle aree particolarmente importanti ai fini del percorso di infiltrazione delle acque nel terreno, ove limitare o controllare attività o insediamenti pericolosi. Quale stadio successivo sulle analisi delle sorgenti, il quaderno della Provincia di Bologna Indagine conoscitiva su alcune sorgenti del Parco dei Laghi 55 contiene un aggiornamento dei dati qualitativi su alcune delle sorgenti localizzate all interno del territorio dell area protetta, per le quali è individuata anche una stima del bacino sorgentizio. 56 id denominazione stima del bacino sorgentizio di minima di massima 10/4 Fonte del Faggio o Catinelli ha ha 10/9 Della Diga ha ha 10/10 Piancolorè ha ha 10/14 Fontana del Boia ha ha 10/ni Chiapporato ha ha 15/1 Fonte dell Amore ha ha Per gli aspetti pianificatori sul tema si veda anche la parte 4.1 del quadro conoscitivo PTP, in particolare gli aspetti del PTCP relativi a: Tutela della qualità e uso razionale delle risorse idriche superficiali e sotterranee Aree dei terrazzi fluviali connessi Aree di salvaguardia delle opere di captazione di acque ad uso potabile Sul tema inoltre si annota quanto contenuto nel decreto legislativo 152/2006: art Disciplina delle acque nelle aree protette. 1. Nell'ambito delle aree naturali protette nazionali e regionali, l'ente gestore dell'area protetta, sentita l'autorità di bacino, definisce le acque sorgive, fluenti e sotterranee necessarie alla conservazione degli ecosistemi, che non possono essere captate. 2. Il riconoscimento e la concessione preferenziale delle acque superficiali o sorgentizie che hanno assunto natura pubblica per effetto dell'articolo 1 della legge 5 gennaio 1994, n. 36, nonché le concessioni in sanatoria, sono rilasciati su parere dell'ente gestore dell'area naturale protetta. Gli enti gestori di aree protette verificano le captazioni e le derivazioni già assentite all'interno delle aree medesime e richiedono all'autorità competente la modifica delle quantità di rilascio qualora riconoscano alterazioni degli equilibri biologici dei corsi d'acqua oggetto di captazione, senza che ciò possa dare luogo alla corresponsione di indennizzi da parte della pubblica amministrazione, fatta salva la relativa riduzione del canone demaniale di concessione. b.3) PIANIFICAZIONE VIGENTE IN MATERIA DI TUTELA DELLE ACQUE Attraverso l attuazione del Piano di Tutela delle Acque (PTA), 57 la Regione Emilia-Romagna, in adeguamento ai principi generali espressi dalla L 36/94, perse- 55 Provincia di Bologna, Indagine conoscitiva su alcune sorgenti del Parco dei Laghi, Quaderni del rospo 4, La delimitazione delle aree di possibile alimentazione delle sorgenti (stima del bacino sorgentizio di minima e di massima) è stata svolta con un metodo altimetrico/morfologico, ovvero in base ai dati fisici (curve altimetriche, fossi degli impluvi, crinale) e dai risultati delle indagini condotte sui campioni di roccia e suolo provenienti dalle aree di ricarica delle sorgenti indagate (per i dettagli sul metodo si veda Provincia di Bologna, Indagine conoscitiva su alcune sorgenti..., pp. 4-7). 57 Approvato dall Assemblea Legislativa con deliberazione n. 40 del 21 dicembre

71 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 71 gue la tutela e il risanamento delle acque superficiali, marine e sotterranee secondo la disciplina generale definita dal DLgs 152/99. A tal fine il piano individua: a) gli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici e gli interventi volti a garantire il loro raggiungimento o mantenimento b) le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico. OBIETTIVI DI QUALITÀ Nel territorio dell area protetta risultano corpi idrici significativi, e pertanto da monitorare e classificare ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale, ai sensi dell Allegato 1 del DLgs 152/99: BAS - Lago di Suviana CBAS - Lago del Brasimone Per tali corpi significativi, è posto dal PTA il raggiungimento e mantenimento dell OBIETTIVO DI QUALITÀ (SACA) sufficiente al 2008 e il raggiungimento dello stato buono al La classificazione dei corpi idrici per specifica destinazione invece individua: a) le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, corrispondente al seguente punto di presa per il territorio in esame da tab PTA-Relazione categoria del. GR cod_stazione bacino corso d acqua denominazione stazione A2 10/ Reno Lago di Suviana SUVIANA b) le acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci salmonicoli e dei ciprinicoli, le cui qualità sono rilevate dalle seguenti stazioni per il territorio in esame da tab PTA-Relazione ID_tratto cod_stazione bacino corso d acqua denom_stazione tipo di acqua BO Reno t. Limentra a monte b. Suviana in corso di campionamento BO Reno t. Limentra chiusura bacino Limentra in corso di campionamento BO Reno t. Brasimone a monte b. Brasimone in corso di campionamento BO Reno t. Brasimone chiusura bacino Brasimone in corso di campionamento Gli OBIETTIVI DI QUALITÀ PER SPECIFICA DESTINAZIONE fissate al 2016 dal PTA sono il raggiungimento: a) della categoria A2 per le acque destinate alla produzione di acqua potabile b) dei parametri di qualità richiesti dagli artt. 10 e 12 del DLgs 152/99. Si veda sulla qualità delle acque superficiali quanto descritto nella parte b.1) del presente capitolo 2.1. La classificazione dei corpi idrici, la determinazione degli obiettivi di qualità e l individuazione del programma di misure per il raggiungimento degli stessi, sono misure di salvaguardia del PTA che restano in vigore fino all adozione da parte del PTCP dei provvedimenti ad esso attribuiti ai sensi della LR 3/99 (PTA, artt. 19 e 85). 58 Il DLgs 152/99 introduce lo Stato Ecologico dei corpi idrici superficiali come l espressione della complessità degli ecosistemi acquatici, alla cui definizione concorrono sia parametri chimicofiici di base relativi al bilancio dell ossigeno ed allo stato trofico, attraverso l indice LIM (Livello di Inquinamenro dei Macrodescrittori), sia la composizione della comunità macrobentonica delle acque correnti attraverso il valore dell IBE (Indice Biotico Esteso). La classificazione dello Stato Ecologico di un corpo idrico superficiale (SECA) è determinata dal risultato peggiore tra i valori LIM e IBE. Lo Stato Ambientale dei corsi d Acqua (SACA) considera l eventuale presenza di microinquinanti (sostanze chimiche pericolose per la salute e l ambiente): in tal caso i valori di SECA già individuati possono essere declassati. 71

72 72, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Il PTCP della Provincia di Bologna, redatto prima dell adozione del PTA, fissa ai sensi del DLgs 152/99 i seguenti OBIETTIVI PER LA QUALITÀ DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI nel territorio analizzato (art. 5.1 e Allegato B alle Norme), assunti in via transitoria, in assenza (allora) del PTA: 1. ob. di qualità ambientale Corpo Idrico Tratto OBIETTIVO AL 2008 SACA OBIETTIVO AL 2016 SACA Reno Dai confini della Provincia fino a Casalecchio di Reno Buono Buono Setta Dai confini della Provincia fino all immissione in Reno Buono Buono 2. ob. di qualità specifici riferiti all uso idropotabile La qualità delle acque nei tratti a monte delle seguenti sezioni deve essere conforme a quanto previsto dal DLgs 152/99: COMUNE NOME STAZIONE CORPO IDRICO CATEGORIA (DLgs 152/99 art. 7) Castel di Casio BO Bacino di Suviana Limentra di Treppio A2 3. ob. di qualità specifici riferiti alla vita dei pesci Le caratteristiche chimico-fisiche nei seguenti tratti dei corsi d acqua devono essere conformi a- gli obiettivi di qualità posti per le specie ittiche indicate: COMUNE PROV. CORPO IDRICO NOME STAZIONE Salmonidi Ciprinidi Camugnano BO Limentra a monte Bacino Suviana S C Grizzana BO Limentra chiusura bacino Limentra S C Camugnano BO Brasimone a monte Bacino Brasimone S C Designata Classificata Grizzana BO Brasimone chiusura bacino t. Brasimone S C Castiglione dei Pepoli BO Setta Ponte Cipolla S C Castiglione dei Pepoli BO Setta Pian del Voglio S C 4. ob. di qualità specifici riferiti all uso ricreativo (proposta) per tutti i corsi d acqua dei bacini montani 5. ob. di qualità specifici riferiti all uso irriguo (proposta) per tutti i corsi d acqua significativi definiti dal DLgs 152/99 MISURE DI TUTELA QUALITATIVE E QUANTITATIVE Il PTA dispone un programma di misure (art. 18) per il raggiungimento degli o- biettivi di qualità ambientale che comprende le seguenti misure. 1. Misure per la tutela qualitativa della risorsa idrica 1.1 Disciplina degli scarichi E richiamata la Direttiva regionale in materia (delib. GR n del ). Inoltre ci si pone l obiettivo di abbattimento di almeno il 75% del carico di azoto totale e fosforo totale nei bacini/sottobacini idrografici dei corpi i- drici superficiali che recapitano nel fiume Po o in Adriatico. A tal fine nelle fasi attuative del PTA sono individuati i sistemi fognari depurativi delle acque reflue urbane per i quali si rendono necessarie azioni di adeguamento infrastrutturale. Si tratta inoltre il tema delle acque di prima pioggia e di lavaggio di aree esterne. 1.2 Misure di tutela per le zone vulnerabili da nitrati d origine agricola Tali zone sono delimitate dalla Provincia. 1.3 Disciplina delle attività di utilizzazione agronomica Fino all emanazione della disciplina regionale sull attività di utilizzazione agronomica mediante spandimento sul suolo agricolo degli effluenti d allevamento per le zone non rientranti nelle zone vulnerabili da nitrati, si applicano le disposizioni regionali elencate all art. 32 del PTA. 1.4 Misure di tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici La Regione incentiva ricerche e progetti pilota per individuare i requisiti minimi delle aree di pertinenza dei corpi idrici (profondità della fascia, tipo di vegetazione) in rapporto al duplice ruolo delle aree (fasce tampone per gli 72

73 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 73 inquinanti di origine diffusa; aree naturali ad elevata biodiversità) e in rapporto alle diverse caratteristiche territoriali, nonché per definire il complesso dei caratteri delle aree perifluviali e della morfologia dell alveo che influiscono sulla capacità autodepurativa del corso d acqua. Sulla base di tali studi, la Regione emana una direttiva d indirizzi circa le misure, inerenti le aree perifluviali e la morfologia dell alveo e delle ripe, che determinano l aumento della capacità autodepurativa dei corsi d acqua, e che promuovono la conservazione o l incremento di biodiversità. I PTCP, in accordo con le Autorità di Bacino competenti, definiscono gli ambiti nei quali è prioritaria l applicazione delle misure sopradescritte nonché la tipologia degli interventi previsti. 1.5 Misure di tutela per le zone vulnerabili da prodotti fitosanitari La prima indagine compiuta (par della Relazione del PTA) non ha individuato condizioni di rischio rispetto all utilizzo di prodotti fitosanitari autorizzati nei territori da tutelare (aree di ricarica e aree naturali protette). 1.6 Misure di tutela per le zone soggette a fenomeni di siccità 1.7 Disciplina per la salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano Le aree in oggetto sono: a) le aree destinate alla tutela qualitativa e quantitativa delle acque destinate al consumo umano erogate a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse, suddivise in zone di tutela assoluta delle captazioni e derivazioni e zone di rispetto delle captazioni e derivazioni; b) le zone di protezione, destinate alla protezione del patrimonio idrico. Per le zone di cui alla lettera a), una specifica direttiva regionale definisce i criteri per l individuazione, le competenze, la disposizioni da applicare. L individuazione di tali zone costituisce adempimento da parte della Provincia per il perfezionamento del PTA. All interno della zona di cui alla lettera b), vi sono: le aree di ricarica della falda, le emergenze naturali e le zone di riserva. Il PTA individua: - le aree di ricarica delle zone di protezione delle acque sotterranee nel territorio di pedecollina-pianura (tav. 1 PTA), per le quali valgono le disposizioni dell art la delimitazione delle zone di protezione delle acque superficiali (fig del par PTA-Relazione). Tali zone sono distinte in: zone di protezione di invasi (bacini artificiali di interesse regionale destinati all approvvigionamento idropotabile), costituite dal bacino imbrifero che alimenta l invaso a monte della captazione; zone di protezione di captazione di acque superficiali (corsi d acqua naturali) la cui presa è altimetricamente a una quota superiore a 100 m slm, costituite dall intero bacino imbrifero a monte della captazione. Le disposizioni riguardanti tali zone sono finalizzate alla tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche oggetto di derivazione e fini idropotabili e sono riconducibili alla disciplina finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione di cui al Titolo II del PTA (cf. art. 46, comma 1 e 2). Il PTA inoltre introduce la necessità di ulteriori disposizioni integrative (cf. art. 46 comma 3) per le porzioni dei bacini imbriferi immediatamente a monte della presa per una estensione di 10 kmq. Per le zone di cui alla precedente lettera b), il PTA demanda al PTCP o sue varianti: - l individuazione, all interno delle zone di protezione delle acque sotterranee nel territorio di pedecollina-pianura, l emergenze naturali della falda (fontanili) e le zone di riserva (in riferimento alla presenza di risorse non ancora destinate al consumo umano, ma potenzialmente sfruttabili per captazioni da realizzare nell ambito degli interventi programmati dalle ATO) (adeguamento entro 12 mesi dall approvazione del PTA); 73

74 74, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE - l individuazione delle porzioni dei bacini imbriferi, nell ambito delle zone di protezione delle acque superficiali, secondo il metodo geometricomorfologico indicato al par della Relazione (adeguamento entro 12 mesi dall approvazione del PTA); - l individuazione delle zone di protezione delle acque sotterranee in territorio collinare-montano, da effettuare in base a studi idrogeologici, idrochimici e ideologici, prendendo come riferimento iniziale i perimetri delle rocce magazzino di prima approssimazione (fig. 1-17, par PTA- Relazione). Le rocce magazzino corrispondono a raggruppamenti di unità geologiche sede di significative concentrazioni di sorgenti e costituiscono l oggetto dei successivi approfondimenti da eseguirsi in ambito provinciale. Le zone di protezione comprendono: le aree di ricarica (costituenti la versione dettagliata delle rocce magazzino di prima approssimazione e ottenute per confronto tra la distribuzione delle sorgenti censite e la geologia. Corrispondono alle unità geologiche sedi dei principali acquiferi sfruttati o potenzialmente sfruttabili per l approvvigionamento idropotabile); le e- mergenze naturali della falda (fenomeni sorgentizi e affini), evidenziando e differenziando le sorgenti di particolare pregio naturalistico-ambientale; le zone di riserva (aree, ricadenti nelle aree di ricarica, da individuarsi in riferimento alla presenza di risorse non ancora destinate al consumo umano, ma potenzialmente sfruttabili per captazioni da realizzare nell ambito degli interventi programmati dalle ATO). Le disposizioni per tali aree sono contenute all art. 47 del PTA; in assenza dell individuazione delle delimitazioni provinciali, le misure di tutela da applicarsi alle rocce magazzino di prima approssimazione sono riconducibili alla disciplina finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione di cui al Titolo II del PTA (cf. art. 47 comma 8) (adempimento delegato alle Province per il perfezionamento del PTA). Il territorio oggetto del presente lavoro è interessato da: - le zone di protezione delle acque superficiali (cf. fig. 10), - le rocce magazzino di prima approssimazione (cf. fig. 11). 2. Misure per la tutela quantitativa della risorsa idrica 2.1 Misure per la regolazione dei rilasci apportati al Deflusso minimo vitale Nel bilancio idrico il volume di risorsa idrica superficiale considerato utilizzabile è il volume di acqua che resta escludendo il volume da attribuirsi, per finalità di tutela ambientale, al Deflusso minimo vitale dei corpi idrici interessati; le derivazioni di acqua pubblica devono quindi essere regolate in modo da garantire il minimo deflusso vitale dei corpi idrici. Per Deflusso minimo vitale (DMV) si intende la portata istantanea che in ogni tratto omogeneo del corso d acqua garantisce la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali (cf. artt. 51 e 52). Ai fini della regolazione dei prelievi idrici, il DMV viene calcolato nelle sezioni immediatamente a valle delle opere di captazione dei corsi d acqua dell Emilia-Romagna. Per il calcolo si veda l art. 54 del PTA e quanto riportato nella parte b.1) del presente capitolo 2.1. Il DMV è imposto dalla autorità competente al momento del rilascio della concessione ed è imposto anche alle concessioni di derivazione in essere entro il L applicazione della componente idrologica del DMV, in tali ultimi casi, avverrà in modo graduale secondo il disposto dell art. 57. L art. 58 riporta le deroghe a quanto disposto sopra. 74

75 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 75 In particolare, per le derivazioni che si avvalgono di invasi di accumulo, realizzati mediante opere di sbarramento sul corpo idrico, esistenti alla data di adozione del PTA o che figurano tra gli interventi previsti dai piani di bacino o dai piani di tutela delle acque, dovrà essere garantito il rilascio in continuo del DMV secondo la tempistica di cui all art. 57 comma 2 e 4. Qualora in determinati periodi gli obblighi suddetti pregiudichino l uso funzionale dell invaso o la sicurezza delle opere di contenimento, la portata che dovrà essere rilasciata a valle dello sbarramento non potrà essere inferiore alle portate in arrivo da monte. Per le concessioni di derivazioni in essere, di pubblico generale interesse, costituite da più punti di derivazione in corpi idrici diversi ma comunque limitrofi ed affluenti del medesimo corpo idrico principale, la Regione può disporre che la quota minima di risorsa da lasciar defluire in alveo sia quella che permette di garantire la salvaguardia delle caratteristiche del corpo idrico principale, nella sezione immediatamente a valle dell ultima affluenza, ovvero tale portata sia considerata comprensiva e sostitutiva dei singoli DMV da lasciar defluire nei corpi idrici minori derivati, purché nei singoli tratti sottesi dalle derivazioni siano rispettati gli specifici obiettivi di qualità e destinazione d uso. In corrispondenza delle derivazioni maggiormente incidenti sul bilancio idrico dovranno essere installati a carico dell utente idonei dispositivi per la misurazione delle portate transitanti nel corpo idrico e di quelle derivate. La Regione, attraverso il Servizio competente in materia di pianificazione della risorsa idrica, in collaborazione con le diverse Autorità di bacino e le Province interessate, verificherà periodicamente gli effetti prodotti dall applicazione della norma in oggetto e potrà apportare eventuali modifiche - anche in diminuzione - dei valori fissati dalla presente norma e/o fissare, in particolare per i corpi idrici aventi un bacino imbrifero inferiore o pari a 50 kmq, DMV differenziati temporalmente. 2.2 Misure per il risparmio idrico 2.3 Misure per il riutilizzo delle acque reflue 75

76 76, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE fig PTA Regione Emilia-Romagna, Fig Bacini imbriferi relativi ai punti di presa delle acque superficiali destinate alla produzione acqua potabile.

77 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 77 fig PTA Regione Emilia-Romagna, Fig Inquadramento della distribuzione dei principali acquiferi in ambito montano - prima approssimazione. 77

78 78, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE b.4) INFRASTRUTTURE PER LA RACCOLTA E IL TRATTAMENTO DEI REFLUI caratteri Lo strato conoscitivo sulle infrastrutture attualmente esistenti nel territorio in esame per la raccolta e il trattamento dei reflui ha una valenza qualitativa (non quantitativa) al fine di evidenziare i fattori che possono influire sulla qualità delle acque degli invasi (Brasimone, Suviana, S. Damiano), nonché dei corsi d acqua principali (Limentra di Treppio, Brasimone, Setta). I depuratori presenti e strettamente in relazione al territorio dell area protetta sono descritti per territorio comunale La schedatura delle informazioni relative ai depuratori reperite presso Hera è stata curata della laureanda Sara Abbate, che ha svolto un periodo di tirocinio presso il Parco. Nono sono stati recuperati presso Hera i dati relativi al depuratore adiacente all invaso di Suviana sponda sinistra, in comune di Castel di Casio, e al depuratore (fossa Himoff) a servizio della loc. la Guardata, in comune di Camugnano (per questo ultimo il dato dimensionale fornito dal Comune è di 100 a.e.). 78

79 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 79 Comune di Castel di Casio DEPURATORE BADI Codice cartografico: Codice analitico : CDC001 Indirizzo : Località La Macchia Bacino idrografico : Bacino di Suviana Cartografia della localizzazione dell impianto Schema dell impianto 79

80 80, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Dati di progetto Anno di realizzazione 1992 Data di affidamento 01/01/1991 Potenzialità impianto (A.E.) 800 Portata idraulica impianto (m 3 /h) 6,7 Dotazione idrica pro capite di progetto (L/ab d) 201 Sistemi di misura Telecontrollo NO Impianto interrato NO Tipo di trattamento Terziario (disinfezione) Numero di linee 1 Tipo di aerazione linea acque Diffusori a bolle Limiti normativi per lo scarico Tab.2 L.R.7/83 Dati tecnici di processo 2006 Portata annua stimata (m 3 /anno) Portata media oraria (m 3 /h) 4,7 Carico organico trattato (A.E.) 35 Carico idraulico trattato (A.E.) 560 Dotazione idrica pro capite utilizzata (L/ab d) 200 Carico inquinante medio giornaliero (kg COD/d) 8 Carico inquinante medio annuo (kg COD/anno) Carico in Azoto medio giornaliero (kg N/d) 0,7 Carico in Azoto medio annuo (kg N/anno) 268 Quantità fanghi liquidi smaltiti (kg/anno) 0 Quantità fanghi palabili smaltiti (kg/anno) 0 Produzione di fango specifica (kg s.s./kg COD rimosso ) 0 Consumi energetici annui (kwh) Consumo energetico specifico (kwh/kg COD rimosso ) 7,74 Dati analitici medi Entrata Uscita Limiti normativi Rimozione ph 7,96 8,01 5,5 9,5 / SST (mg/l) 25 22, % BOD 5 (mg/l O 2 ) 14 10, % COD (mg/l O 2 ) 31 20, % TKN (mg/l N) 6,6 3,3 50% N-NH 4 (mg/l NH 4 ) 8,7 5, % N-NO 2 (mg/l N) 0,40 0,6 / N-NO 3 (mg/l N) 1,2 30 / Fosforo totale (mg/l P) 0,4 0, % / 80

81 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 81 Comune di Camugnano DEPURATORE BARGI SPIAGGETTA Codice cartografico : Codice analitico : CAM002 Indirizzo : Lungolago Suviana Bacino idrografico : Bacino di Suviana Cartografia dell impianto Schema dell impianto LINEA FANGHI assente 81

82 82, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Dati di progetto Anno di realizzazione 2003 Data di affidamento 01/01/2005 Potenzialità impianto (A.E.) 110 Portata idraulica impianto (m 3 /h) 1,1 Dotazione idrica pro capite di progetto (L/ab d) 250 Sistemi di misura Telecontrollo NO Impianto interrato SI Tipo di trattamento Secondario Numero di linee 1 Tipo di aerazione linea acque Diffusori a bolle Limiti normativi per lo scarico Tab.3 art.7 DGR 1053/03 Dati tecnici di processo 2006 Portata annua stimata (m 3 /anno) Portata media oraria (m 3 /h) 0,3 Carico organico trattato (A.E.) n.d. Carico idraulico trattato (A.E.) 37 Dotazione idrica pro capite utilizzata (L/ab d) 200 Carico inquinante medio giornaliero (kg COD/d) n.d. Carico inquinante medio annuo (kg COD/anno) n.d. Carico in Azoto medio giornaliero (kg N/d) n.d. Carico in Azoto medio annuo (kg N/anno) n.d. Quantità fanghi liquidi smaltiti (kg/anno) 0 Quantità fanghi palabili smaltiti (kg/anno) 0 Produzione di fango specifica (kg s.s./kg COD rimosso ) 0 Consumi energetici annui (kwh) Consumo energetico specifico (kwh/kg COD rimosso ) n.d. Dati analitici medi 2005 (2 campioni) Entrata Uscita Limiti normativi Rimozione ph n.d. 7,87 / SST (mg/l) n.d. 30,0 200 / BOD 5 (mg/l O 2 ) n.d. 28,0 250 / COD (mg/l O 2 ) n.d. 37,5 500 / TKN (mg/l N) n.d. 5,2 / N-NH 4 (mg/l NH 4 ) n.d. 2,9 / N-NO 2 (mg/l N) 0,78 / N-NO 3 (mg/l N) 0,8 / Fosforo totale (mg/l P) n.d. 1,2 / / 82

83 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 83 Comune di Camugnano DEPURATORE MOLINO MOGNE Codice cartografico : Codice analitico : CAM001 Indirizzo : Strada Comunale Zanchetta Bacino idrografico : Torrente Setta Cartografia dell impianto Schema dell impianto LINEA FANGHI assente 83

84 84, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Dati di progetto Anno di realizzazione 1995 Data di affidamento 01/01/2005 Potenzialità impianto (A.E.) 200 Portata idraulica impianto (m 3 /h) 2,1 Dotazione idrica pro capite di progetto (L/ab d) 250 Sistemi di misura / Telecontrollo NO Impianto interrato SI Tipo di trattamento Secondario Numero di linee 1 Tipo di aerazione linea acque Diffusori a bolle Limiti normativi per lo scarico Tab.2 L.R.7/83 Dati tecnici di processo 2006 Portata annua stimata (m 3 /anno) Portata media oraria (m 3 /h) 0,6 Carico organico trattato (A.E.) 17 Carico idraulico trattato (A.E.) 67 Dotazione idrica pro capite utilizzata (L/ab d) 200 Carico inquinante medio giornaliero (kg COD/d) n.d. Carico inquinante medio annuo (kg COD/anno) n.d. Carico in Azoto medio giornaliero (kg N/d) n.d. Carico in Azoto medio annuo (kg N/anno) n.d. Quantità fanghi liquidi smaltiti (kg/anno) Quantità fanghi palabili smaltiti (kg/anno) 0 Produzione di fango specifica (kg s.s./kg COD rimosso ) n.d. Consumi energetici annui (kwh) Consumo energetico specifico (kwh/kg COD rimosso ) n.d. Dati analitici medi Entrata Uscita Limiti normativi Rimozione ph 7,72 7,83 5,5 9,5 / SST (mg/l) , % BOD 5 (mg/l O 2 ) 74 35, % COD (mg/l O 2 ) , % TKN (mg/l N) n.d. 20,3 / N-NH 4 (mg/l NH 4 ) n.d. 22,5 50 / N-NO 2 (mg/l N) 0,50 0,6 / N-NO 3 (mg/l N) 2,2 30 / Fosforo totale (mg/l P) 1,6 1, % Commento sull andamento dell impianto Si tratta di un piccolo impianto di 200 A.E., che tratta un refluo di origine prevalentemente domestica. Gli scarichi in fognatura di origine domestica, per loro natura, sono saltuari e discontinui. Inoltre il reticolo fognario a monte dell impianto è relativamente breve, impedendo quindi l equalizzazione dei reflui e determinando consistenti punte di carico, che sfavoriscono le condizioni per creare una microfauna adeguata a garantire livelli di efficienza elevata nella depurazione biologica, causando a volte difficoltà nella gestione del depuratore. Nel 2001 l impianto è stato alimentato con un carico organico pari al 92% della potenzialità e un carico idraulico nell ordine del 78% del valore progettuale. La capacità depurativa dell impianto è risultata buona per la matrice carboniosa, un po meno per le forme azotate, come si osserva dalle percentuali di rimozione elaborate. Il refluo effluente è risultato rispettare i limiti definiti dalla Tab. 2 della L.R. 7/83. 84

85 2. Aspetti ambientali 2.1 ACQUE, 85 c) conclusioni risorse idriche superficiali L uso delle acque degli invasi è plurimo e complesso (energia idroelettrica legata alla rete nazionale, tenuta in caso di piena, usi irrigui, usi potabili). La qualità delle acque degli invasi (Suviana e Brasimone) risulta in sintesi buona e con caratteristiche simili essendo gli invasi tra loro comunicanti. Le escursioni dei livelli lacuali non permettono l attecchimento di vegetazione igrofila. Gli impatti ambientali sugli ecosistemi fluviali interessati dagli invasi risultano significativi sia per l interruzione del flusso di acqua dovuta agli sbarramenti (i valori sulla qualità biologica descritti dall Indice Biotico E- steso (IBE) scadono sensibilmente passando da monte a valle dei bacini) sia in caso di operazioni di svaso (incidenza significativa sulla densità di popolazione ittica a valle). I valori di Deflusso Minimo Vitale (DMV) da rilasciare a valle degli sbarramenti sono in corso di definizione da parte delle Autorità competenti. Gli ambiti fluviali del t. Brasimone e del t. Limentra, a monte degli invasi, si caratterizzano per l alveo, le fasce di tutela e pertinenza (ovvero i depositi di terrazzo connessi al corso d acqua) e la fascia di vegetazione ripariale. La qualità delle acque di tali tratti è da buona ad elevata (indice LIM). risorse idriche sotterranee L estesa porzione dell area di studio interessata litologicamente dalla formazione delle arenarie presenta un alta permeabilità per fratturazione; il territorio è ricco di sorgenti di acque minerali (qui sono localizzate le uniche 4 sorgenti, nel territorio provinciale, individuate come acque minimamente mineralizzate in ragione del bassissimo residuo fisso) di cui molte sfruttate per la rete acquedottistica. Le acque sotterranee rappresentano la più importante risorsa rinnovabile di qualunque territorio; la tutela di tale risorsa assume un carattere prioritario (cf. QC-PTCP parte B.2.2). Le sorgenti inoltre sono elementi di arricchimento e caratterizzazione nella fruizione del territorio. Il censimento provinciale sulle sorgenti libere è da integrare con le necessarie analisi biologiche sulla qualità delle acque. d) allegati tav. 2.1 ACQUE, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note BACINI IDROGRAFICI PTCP/PSAI (1:5000) CRINALI INVASI PTCP + digitalizzazione PTCP/PSAI (1:5000) + digitalizzazione digitalizzazione con denominazione si è digitalizzato il crinale di confine regionale su base ctr si è digitalizzato il lago Tavianella su base ctr CONDOTTE CANALI ARTIFICIALI digitalizzazione sopralluoghi e su base ctr POZZI IDROPOTABILI PTCP RETICOLO IDROGRAFICO PTCP/PSAI (PRINCIPALE, SECONDARIO, MINORE) (1:5000) RETICOLO IDROGRAFICO PTP conferenza + (MINUTO) digitalizzazione ALVEI ATTIVI PTCP FASCE TUTELA FLUVIALE E FASCE DI PERTINENZA FLUVIALE PTCP LIMITE FASCE DI TUTELA E PERTINENZA per la tutela della qualtà delle risorse idriche sotterranee VEGETAZIONE RIPARIALE digitalizzazione RER CARTA DELLA VEGETAZIONE DEL la tutela della qualità delle risorse idriche sotterranee è attiva solo per le fasce relative ai corsi d acqua (sono escluse le fasce relative agli invasi) per la parte esterna all area protetta-legge i- stitutiva la copertura (ve- 85

86 86, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE TERRAZZI FLUVIALI E CONOIDI DI DEIEZIONE SORGENTI LIBERE SORGENTI AD USO ACQUEDOTTISTICO SORGENTI PROGETTO TUTELA DELLE ACQUE SORGIVE NELLE ZONE NATURALI PROTETTE DEPURATORI STAZIONI DI MONITORAGGIO ACQUE SUPERFICIALI VITA PESCI temi di base confini legge istitutiva confini ampliamenti sic confine regionale base cartografica carta topografica PARCO (1:10.000) PARCO CENSIMENTO HABITAT PROV. BO CARTA FORESTALE (1:10.000) RER - CARTA GEOLOGICA (1:10.000) PTCP studio Sorella acqua PTCP studio Sorella acqua digitalizzazione da opuscolo 2003 Provincia Bo PSC Castel di casio PRG Camugnano PRG Castiglione dei Pepoli ARPA ER RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) getazione ripariale) è ottenuta dall elaborazione della carta forestale secondo la metodologia riportata nella parte 2.3 selezione di alcune tra le sorgenti libere 86

87 2. Aspetti ambientali 2.2 VEGETAZIONE, VEGETAZIONE a) metodologia di analisi Gli aspetti vegetazionali sono analizzati e descritti nella relazione specifica di M. Sirotti già presentata in conferenza di pianificazione, la quale è parte del quadro conoscitivo del PTP. 60 La presente integrazione è dovuta all aggiornamento conoscitivo dato dalla Carta delle vegetazione del Parco dei laghi di Suviana e Brasimone, 61 dal recente censimento floristico 62 nonché da ricerche effettuate nel corso di tesi di laurea relative in specifico alla presenza della felce aquilina nelle aree aperte. 63 Per i territori proposti come ampliamenti dell area protetta è assente l analisi floristica. Per le aree boscate si veda anche il successivo punto 2.3. Per gli habitat di interesse comunitario si rimanda al successivo punto 2.5. Per l elaborazione della tav. 2.2, nella porzione relativa all area protetta-legge istitutiva, si è proceduto a riportare i dati della Carta della vegetazione secondo le comunità vegetali descritte nella relazione di M. Sirotti; questa la tabella di conversione: legenda tav. 2.2 all interno del perimetro legge istitutiva carta della vegetazione voci relazione Sirotti 1 Seminativi (in prevalenza colture cerealicole) Se 2 Medicai Fo 3 Prati permanenti più o meno regolarmente sfalciati (Arrenatereti) Ar 4 Praterie secondarie (Brometi e Brachipodieti) Bk 5 Arbusteti Ac, Ps 6 Pteridieti (formazioni a dominanza di Felce aquilina) Cu 7 Vegetazione delle rupi e dei versanti rocciosi Sl 8 Boschi a prevalenza di Cerro e Roverella (cenosi forestali termofile e semimesofile) Do 9 Boschi a prevalenza di Carpino nero (cenosi forestali mesofile) 10 Castagneti (cedui e da frutto) Cf 11 Faggete Ft 12 Boschi igrofili Si 13 Boscaglie ruderali (a prevalenza di Robinia) Rr 14 Rimboschimenti con Pino nero e Pino silvestre (quest ultimo poco frequente) Bd, Ru 15 Altri rimboschimenti (con Duglasia, Abete rosso, ecc.) Ba, Bu restanti coperture della carta della vegetazione Prati umidi delle sponde lacustri Pc Impianti di latifoglie pregiate da legno Lr Seminativi arborati Sa Vigneti Vi Per il territorio esterno al perimetro della legge istitutiva si è riportato il dato sulla copertura vegetale dell Uso del suolo RER 1: : legenda tav. 2.2 all esterno del perimetro legge istitutiva Uso del suolo Seminativi Sn, Se, Sv, So, Sr Colture permanenti Cv, Cf, Co, Cp, Cl Prati stabili Pp Zone agricole eterogenee Zt, Zo, Ze Aree boscate Boschi a prevalenza di faggi Bf Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni Bq Boschi a prevalenza di salici e pioppi Bs Castagneti da frutto Bc 60 SIROTTI M., Indagine sui principali aspetti botanici del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 1999 (Quadro conoscitivo PTP). 61 Regione Emilia-Romagna, Carta della vegetazione del Parco dei laghi di Suviana e Brasimone, Speranza M., Ubaldi D. e altri, 2003, scala 1: SIROTTI M., Censimento floristico completo della flora vascolare del Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone, Relazione finale - giugno CERVASIO F., Confronto multitemporale dell uso del suolo e monitoraggio della Felce aquilina in aree aperte nel Parco dei laghi di Suviana e Brasimone (Bo), Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria, laurea in Scienze Forestali e Ambientali - rel. Prof. M.P. Ponzetta, aa DI LEO V., L espansione della felce aquilina ed i problemi ad essa connessi. Un approccio di studio nell ambito territoriale del Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone, Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria, laurea in Scienze Forestali e Ambientali - rel. Prof. M.P. Ponzetta, aa Fotointerpretazione delle immagini satellitari Quickbird del volo del 2003, edizione RER

88 88, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Ambienti con vegetazione arbustiva e/o erbacea in evoluzione Boschi di conifere Ba Boschi misti di conifere e latifoglie Bm Praterie e brughiere di alta quota Tp Cespuglieti e arbusteti Tc Aree con vegetazione arbustiva e/o erbacea con alberi Tn sparsi Aree con rimboschimenti recenti Ta b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) COMUNITA VEGETALI dati territoriali territorio all interno del perimetro legge istitutiva comunità vegetali ha % sulla copertura carta della vegetazione % sulla sup. area protetta-legge istitutiva 11 Faggete 1.193,73 39,89 35, Boschi a prevalenza di Cerro e Roverella (cenosi forestali termofile e semimesofile) Boschi a prevalenza di Carpino nero (cenosi forestali mesofile) Prati permanenti più o meno regolarmente sfalciati (Arrenatereti) 791,95 26,46 23,78 210,95 7,05 6,33 10 Castagneti (cedui e da frutto) 199,07 6,65 5,98 Rimboschimenti con Pino nero e 14 Pino silvestre (quest ultimo poco 168,80 5,64 5,07 frequente) 5 Arbusteti 102,63 3,43 3,08 Praterie secondarie (Brometi e 4 Brachipodieti) 100,09 3,34 3,01 Altri rimboschimenti (con Duglasia, Abete rosso, ecc.) 15 64,39 2,15 1,93 Pteridieti (formazioni a dominanza di Felce aquilina) 6 44,39 1,48 1,33 Seminativi (in prevalenza colture 1 cerealicole) 42,93 1,43 1,29 2 Medicai 21,26 0,71 0,64 12 Boschi igrofili 17,74 0,59 0,53 Vegetazione delle rupi e dei versanti rocciosi 7 15,11 0,50 0,45 Boscaglie ruderali (a prevalenza 13 di Robinia) 10,70 0,36 0,32 totale ,75 99,69 89,60 Impianti di latifoglie pregiate da legno Seminativi erborati Vigneti 7,23 0,24 0,22 Prati umidi delle sponde lacustri 1,94 0,07 0,06 totale 2 9,17 0,31 0,28 totale (1 + 2) 2.992,92 100,00 89,88 territorio interessato dagli ampliamenti (totale) 88 copertura vegetazionale ha % sulla copertura vegetazione % sulla sup. totale ampliamenti Seminativi 0,66 0,12 0,11 Colture permanenti Prati stabili Zone agricole eterogenee 5,16 0,91 0,90 Boschi a prevalenza di faggi 229,60 40,36 40,05

89 2. Aspetti ambientali 2.2 VEGETAZIONE, 89 Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni 90,67 16,04 15,82 Boschi a prevalenza di salici e pioppi Castagneti da frutto 1,01 0,18 0,18 Boschi di conifere 119,84 21,21 20,90 Boschi misti di conifere e latifoglie 115,19 20,38 20,09 Praterie e brughiere di alta quota Cespuglieti e arbusteti Aree con vegetazione arbustiva e/o erbacea con alberi sparsi 0,43 0,08 0,07 Aree con rimboschimenti recenti 2,58 0,46 0,45 totale 565,16 100,00 98,58 Il dato della copertura vegetazionale riportato dalla carta dell Uso del suolo per il territorio esterno al perimetro dell area protetta-legge istitutiva è utile per localizzare e quantificare le aree con vegetazione di tipo non forestale (cespuglieti, aree agricole, prati stabili). Le tipologie e la localizzazione delle aree forestali sono invece più opportunamente rilevabili dalla tav. 2.3 la quale utilizza i dati della Carta Forestale della Provincia di Bologna. In particolare nel territorio interessato dagli ampliamenti, le aree con vegetazione non forestale interessano l 1,08% della superficie totale. caratteri La tavola 2.2 del quadro conoscitivo del PTP riporta, oltre alle comunità vegetali raggruppate secondo quanto illustrato nella metodologia e secondo le quantità di cui sopra, i seguenti temi: 65 AREE DI PARTICOLARE INTERESSE VEGETAZIONALE Per l area protetta (legge istitutiva), l analisi vegetazionale presentata in conferenza ha individuato alcune aree meritevoli di particolare protezione in base alle caratteristiche floristico-vegetazionali ed ambientali riscontrate; tali aree risultano inoltre rappresentative anche delle principali emergenze botaniche del territorio e ben diversificate sia per le comunità vegetali presenti al loro interno sia per le proprie caratteristiche paesaggistico-ambientali. Se ne riporta sinteticamente la descrizione. a) Rupi del sito Balze del Cigno - comprende la porzione piana sommitale dell emergenza e parte del castagneto ceduo adiacente - rappresenta uno degli ambienti più interessanti e peculiari del Parco per la sua unicità sotto l aspetto floristico - costituisce l unica stazione segnalata nel Parco, o una delle poche, per le seguenti specie protette: Saxifraga granulata, Saxifraga paniculata, Dictamus albus, Sempervivum tectorum, Dianthus sylvestris - la scelta di una fascia di rispetto verso ovest a margine delle balze rocciose verticali ha la funzione di potenziare le azioni di salvaguardia dei lembi sommitali delle rupi. Tale fascia di rispetto comprende parte del castagneto ceduo a- diacente nel quale è stata segnalata la presenza di altre due specie protette: Erythronium dens-canis e Vinca minor b) Complesso di monte di Baigno - Porranceto - caratterizzata da estesi prati permanenti, praterie secondarie a bromo e brachipodio (habitat di interesse comunitario) e arbusteti più o meno densi, tra Porranceto e Ceredaccio - area in cui è compresa gran parte della diversità floristica del Parco nonché alcune cenosi di notevole importanza; nel complesso l area rappresenta una delle più ampie zone aperte di questo tratto di Appennino ed è inoltre sede di elevata diversità biologica, vegetale ed animale (rettili, uccelli e micromammiferi ma anche 65 Gli areali riportati in tav. 2.2 del QC del PTP sono la digitalizzazione degli areali contenuti nella tav. 2 citata nella relazione botanica presentata in conferenza. L areale d) è stato aggiornato sulla base delle indicazioni dello stesso esperto, ampliandolo per comprendere le aree aperte nei pressi di Capravecchio e Val di Noce. 89

90 90, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE pascolo per i grandi ungulati); l area riveste anche una notevole importanza dal punto di vista paesaggistico - nei prati sfalciati sono state rinvenute le seguenti orchidee: Orchis morio, Gymnadenia conopsea, Orchis sambucina, Orchis macula; nei prati secondari si possono trovare ancora, oltre alle specie precedenti, anche Anacamptis pyramidalis, Ophrys fuciflora, e negli arbusteti adiacenti sono presenti Orchis purpurea e Listera ovata. Negli aspetti più freschi di queste cenosi sono state rinvenute anche Gentiana cruciata e Daphne laureola, entrambe protette - nei pressi di Porranceto è inoltre presente un castagneto da frutto assai maturo e con piante di notevoli dimensioni; il valore ambientale di questa formazione ed il buon grado di conservazione dei suoi aspetti di naturalità è dimostrato dal ricco sottobosco erbaceo di specie protette, in particolare orchidee quali Neottia nidus-avis, Listera ovata, Dactylorhiza maculata, Orchis sambucina, Platanthera clorantha, P. bifolia c) Faggete di crinale - area che dal crinale scende anche a quote più basse nella zona compresa tra il t. Brasimone ed il rio Canal dell Inferno - in questa area sono compresi alcuni lembi di faggeta ben strutturata e che ha raggiunto un discreto grado di evoluzione e di maturità; ciò è confermato dalla presenza di specie erbacee ed arboree protette particolarmente esigenti dal punto di vista ambientale (maturità del bosco, evoluzione del profilo pedologico, ecc.) e pertanto ottimi indicatori del buon stato di conservazione di questi ecosistemi. Si tratta in particolare di: Corallorhiza trifida, Leucojum vernum, Lilium martagon, Galanthus nivalis, Phyllitis scolopendrium tra le erbacee e di Taxus baccata tra le arboree d) Complesso di monte Calvi - Chiapporato - comprende le cenosi vegetali delle quote più elevate del Parco e racchiude una discreta diversità di ambienti concentrata attorno ai versanti orientale (cenosi prative) e meridionale di monte Calvi (pendici rocciose), e nei castagneti da frutto attorno al nucleo abitato di Chiapporato - nelle praterie arbustate e sulle balze meridionali di monte Calvi è abbastanza comune ed abbondante Dianthus seguieri, un garofano selvatico protetto assai poco frequente altrove sull intero territorio regionale STAZIONI DI ALCUNE SPECIE FLORISTICHE PROTETTE La relazione relativa al recente censimento floristico (2005), condotto sul territorio dell area protetta (legge istitutiva), riporta la localizzazione delle stazioni rinvenute nel corso dell indagine relative alle specie protette ritenute più rare e comunque di particolare interesse conservazionistico, o ancora il cui status e la cui presenza all interno dell area protetta sono sottoposti a pressanti minacce. Si tratta di 84 areali in cui sono state rilevate nel complesso 22 specie floristiche diverse; nell elenco delle specie protette sotto riportato è segnalato, per ciascuna delle 22 specie, il numero delle stazioni di rilevamento. 66 b.2) ANALISI FLORISTICA specie presenti 67 Con il censimento floristico (2005) sono stati aggiornati i dati presentati in conferenza; questi i risultati in sintesi. SPECIE 767 FAMIGLIE 93 Le famiglie più numerose (che comprendono il 58% delle specie che compongono il quadro floristico generale) sono: 1. Compositae (84 specie), 2. Graminaceae (71 specie), 3. Leguminosae (69 specie), 4. Labiatae (39 specie), 5. Rosaceae (36 specie), 6. Caryophyllaceae (32 specie), 7. Scrophulariaceae (32 specie), 8. Cruciferae (30 specie), 66 La numerazione compare nel data-base relativo alle stazioni del censimento floristico, di cui alla tav. 2.2 VEGETAZIONE. 67 L elenco completo delle specie botaniche rinvenute nel Parco è riportato alle pp della relazione finale del Censimento floristico (2005). 90

91 2. Aspetti ambientali 2.2 VEGETAZIONE, Orchidaceae (i cui 28 taxa sono tutti sottoposti a protezione dalla LR 2/77), 10. Umbelliferae (23 specie), 11. Liliaceae (22 specie). Da sole le prime 5 famiglie comprendono poco meno del 40% delle specie che compongono il quadro floristico generale. specie protette Il numero di specie protette a livello regionale (LR 2/77) si attesta a 57 elementi, ovvero a poco meno del 10% del totale di specie finora censite nel Parco, ma che rappresenta, rispetto alle circa 160 specie protette di cui alla legge regionale, il 35%. Tra i 57 taxa protetti due sole sono le specie legnose, ovvero Tasso (Taxus baccata) e Agrifoglio (Ilex aquifolium); entrambe proprie di habitat forestali. Le altre 55 specie sono rappresentate quasi esclusivamente da elementi erbacei (ad eccezione dei generi Sempervivum e Saxifraga) per lo più legati ad ambienti aperti, in particolare praterie secondarie, derivate dall abbandono di prati in precedenza sfalciati o di ex-pascoli. Solo una parte cresce prevalentemente in ambienti di margine o in veri e propri habitat forestali (per esempio alcune orchidee). Nel territorio del Parco, già il censimento presentato in conferenza non aveva rilevato specie vegetali di interesse comunitario di cui all allegato II della direttiva Habitat CEE 92/43. famiglia Amaryllidaceae specie Galanthus nivalis L. Leucojum vernum L. Apocynacae Vinca minor L. habitat di crescita prevalente Boschi umidi, vallecole umose e fresche Boschi umidi, paludi, fossi Boschi di latifoglie località/toponimi di rinvenimento n. stazione monte della Scoperta 13 monte della Scoperta, sponde bacino Brasimone nei pressi di Scaliere, alto corso torrente Brasimone tra Il Molino e Il Piano, sponde bacino Suviana nei pressi di Pianucci, Cavanuccia 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43 81, 82, 83, 84 Aquifoliaceae Ilex aquifolium L. 24 Aspleniaceae Phyllitis Boschi umidi, pozzi, caverne monte Gatta Poggio delle Vecchiette, scolopendrium (L.) Newman Caryophyllaceae Compositae Crassulaceae Gentianaceae Dianthus armeria L. Dianthus balbisii Ser. Dianthus monspessulanus L. Dianthus seguieri Vill. Dianthus sylvestris Wulfen ssp. sylvestris Doronicum columnae Ten. Sempervivum aracnoideum L. Sempervivum tectorum L. Gentiana asclepiadea L. Gentiana ciliata L. Gentiana cruciata L. Boschi di latifoglie Prati aridi e boschi Boschi, brughiere Prati aridi, boschi steppici, rupi Pendii aridi e rupestri Ambienti ombrosi umidi su pietrame o rupi Rupi, pendii aridi e soleggiati Radure, cespuglieti, boschi umidi Pascoli aridi Prati, pascoli, cespuglieti sponde Brasimone nei pressi di Cassina di Sopra, Porranceto nei pressi di Barbamozza 52, 53, 54 3, 4, 5, 6, 7 nei pressi di Scaliere 10, 11 Poggio delle Vecchiette tra Casalino e Madonna del Cigno nei pressi di Rio delle Cascine nei pressi di Ca Fontana del Boia Val di Sasso 70, 71, 72, 73, 74, 75, 76, 77 14, 15, 16 17, 18, 19, 20, 91

92 92, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Iridaceae Liliaceae Orchidaceae 92 Crocus napolitanus Mord. et Loisel. Erythronium denscanis L. Fritillaria tenella Bieb. Lilium bulbiferum L. ssp. croceum (Chaix) Baker Lilium martagon L. Scilla bifolia L. Anacamptis pyramidalis (L) L.C. Rich. Cephalanthera damasonium (Miller) Druce Cephalanthera longifolia (Hudson) Fritsch Cephalanthera rubra (L.) L. C. Rich. Coeloglossum viride (L.) Hartm. Corallorhiza trifida Chatel. Dactylorhiza maculata (L.) Soó Dactylorhiza sambucina (L.) Soó Epipactis helleborine (L.) Crantz Epipactis microphylla (Ehrh.) Swartz Goodyera repens R. Br. Gymnadenia conopsea (L.) R. Br. Limodorum abortivum (L.) Swartz Listera ovata (L.) R.Br. Neottia nidus-avis (L.) L. C. Rich. Ophrys apifera Hudson Ophrys bertolonii Mor. Ophrys fuciflora (Crantz) Moench Ophrys fusca Link Orchis laxiflora Lam. Orchis mascula L. Orchis morio L. Orchis provincialis Balb. Boschi, pascoli montani Boschi di latifoglie Prati aridi steppici, pendii rupestri soleggiati Vegetazione ad alte erbe, cedui Boschi chiari, cedui, boscaglie, prati montani e radure Boschi di latifoglie Prati aridi ed umidi, luoghi paludosi Boschi di latifoglie Boschi e cespuglieti Boschi e cespuglieti Cespuglieti, pascoli, praterie a quote elevate Succhiata, Pggio delle Vecchiette tra Casalino e Madonna del Cigno tra Casalino e Madonna del Cigno nei pressi di Casalino monte Gatta monte Gatta versante orientale di monte Calvi Boschi densi 2 Boschi freschi di latifolgie e loro margini, castagneti, cespuglieti, prati umidi Castagneti, radure, prati più o meno aridi e praterie d altitudine Boschi di latifoglie Macereti, prati a- ridi, boscaglie Rimboschimenti maturi di Pino nero Prati, pascoli, boscaglie Boschi submediterranei e faggete termofile Boschi, cespuglieti Boschi di latifoglie soprattutto faggete Luoghi erbosi freschi tra i cespugli, radure Prati aridi, garighe, incolti Prati aridi, garighe Macchie, garighe, incolti monte della Scoperta nei pressi di Rio Sassalbo 22, 23 Mangiamele monte Calvi 1 44, 45, 46 Prati umidi, paludi 48, 49 Boschi, macchie e cespuglieti Prati aridi, cespuglieti Boscaglie, loro margini, cespugliesponde del Bacino Brasimone, nei pressi di Rio Catinelli 47

93 2. Aspetti ambientali 2.2 VEGETAZIONE, 93 Ranunculaceae ti Orchis purpurea Hudson Boschi xerofili, cespuglieti Orchis tridentata 50, 51 Orchis ustulata L. Prati e cespuglieti Capravecchia Platanthera bifolia (L.) Rchb. Boschi, arbusteti, prati Platanthera chlorantha (Custer) Boschi, arbusteti, prati umidi Rchb. Aquilegia vulgaris Koch Rutaceae Dictamus albus L. Saxifragaceae Saxifraga granulata L. Saxifraga paniculata Miller Taxaceae Taxus baccata L. Faggete Thymelaeaceae Daphne laureola L. Boschi soprattutto faggete, forre, cespuglieti Prati aridi, rupi soleggiate, cespuglieti Ambienti rupestri, Pascoli aridi e rupestri Rupi sgretolantisi, sfatticcio, ghiaie consolidate, pascoli pietrosi Boschi di latifoglie tra Casalino e Madonna del Cigno tra Casalino e Madonna del Cigno, tra Il Molino e Il Piano, nei pressi di Scaliere tra Casalino e Madonna del Cigno 8, 9 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61 62, 63, 64, 65, 66, 67, 68, 69 78, 79, 80 fig Individuazione delle stazioni relative alle specie floristiche protette (LR 2/77) ritenute più rare e comunque di particolare interesse conservazionistico, o ancora il cui status e la cui presenza all interno dell area protetta sono sottoposti a pressanti minacce - M. Sirotti, Censimento floristico completo della flora vascolare del Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone, giugno

94 94, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE specie rare o di interesse fitogeografico o storico-relittuale Dalle informazioni contenuto nel Censimento floristico, 2005, lo stesso autore - quale approfondimento per la formazione del presente quadro conoscitivo - ha evidenziato alcune specie floristiche che per vario motivo possono essere considerate di interesse conservazionistico, anche se non sottoposte a protezione dalla LR 2/77: in quanto o rare a livello regionale o di interesse fitogeografico (alcune anche perché endemiche) o indicatrici di valore ecologico per le comunità nelle quali si trovano (molte appartengono alla flora della faggeta) o ancora infine di valore storico relittuale (può essere il caso del Fiordaliso = Centaurea cyanus, o delle siepi di Bosso Buxus sempervirens); si è inoltre tenuto conto di alcune specie, in particolare arboree ed arbustive, legate ad habitat di interesse comunitario ai sensi della Direttiva Habitat, ovvero Alnus incana, Salix elaeagnos, Calluna vulgaris e, tra le erbacee, Molinia arundinacea e Adiantum capillus-veneris. 94 famiglia specie_lat specie_it Aceraceae Aceraceae Aceraceae Adiantaceae Adoxaceae Aspidiaceae Aspleniaceae Aspleniaceae Athyriaceae Balsaminaceae Betulaceae Buxaceae arbustiva Campanulaceae Caryophyllaceae Caryophyllaceae Celastraceae Compositae Compositae Compositae Compositae Acer monspessulanum L. Acer platanoides L. Acer pseudoplatanus L. Adiantum capillus-veneris L. Adoxa moschatellina L. Gymnocarpium dryopteris (L.) Newman Asplenium rutamuraria L. Asplenium septentrionale (L.) Hoffm Cystopteris fragilis (L.) Bernh. Impatiens nolitangere L. Alnus incana (L.) Moench Buxus sempervirens L. Phyteuma ovatum Honck. Cerastium arvense L. ssp. arvense Saponaria ocymoides L. Euonymus latifolius (L.) Miller Centaurea cyanus L. Centaurea deusta Ten. Cirsium palustre (L.) Scop. Doronicum pardalianches L. Acero riccio Acero montano habitat di crescita prevalente Boschi termofili di latifoglie Boschi termofili Faggete, piantato per filari alberati Boschi di latifoglie (soprattutto faggete) e boscaglie umide Boschi, pietraie Rupi, muri Rupi e stillicidi località/toponimi di rinvenimento Balze rocciose tra Casellina e Madonna del Cigno Tra le Fabbriche Vecchie e Serramaggio, sponde Lago Suviana Monte Gatta, tra la Guscella e la Guardata Nei pressi di Rio delle Cascine Muretti della strada nei pressi della Diga del Brasimone Nei pressi di Madonna del Cigno Monte Gatta Nei pressi di S. Giuseppe Tra Belvedere e Val di Noce Ca Visconti Tra Scaliere e Ca Ortedè Tra Casalino e Madonna del Cigno Fiordaliso Campi di cereali Nei pressi di Barbamozza Ambienti aridi Sponde settentrionali Lago Suviana Prati umidi, paludi, radure boschive Boschi, forre tipo arborea arborea arborea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea arborea Boschi di ontani, forre, cespuglieti, radure Boscaglie palustri e riparie Vecchie siepi nei pressi di abitazioni Prati, cespuglieti e boschi chiari Ambienti aridi e spesso sassosi erbacea erbacea erbacea Suoli scoperti, frane Boschi di latifoglie arbustiva erbacea erbacea erbacea erbacea

95 2. Aspetti ambientali 2.2 VEGETAZIONE, 95 famiglia specie_lat specie_it habitat di crescita prevalente di rinvenimento località/toponimi tipo Compositae Lactuca perennis Rupi, pietraie, Madonna del Cigno L. muri erbacea Crassulaceae Sedum maximum Rupi, pietraie soprattuttdonna Tra Casalino e Ma- (L.) Suter del Cigno erbacea all ombra Cruciferae Alyssum alyssoidesi Prati aridi sasso- erbacea Cruciferae Arabis alpina Ambienti ombrosi e Nei pressi di Case umidi su rupi Roncacce erbacea Cruciferae Cardamine heptaphylla Faggete (Vill.) erbacea O. E. Schulz Cruciferae Cardamine kitaibelii Faggete umide Be- erbacea cherer Cruciferae Hornungia petraea (L.) Rchb. donna del Cigno Prati aridi, rupi Tra Casalino e Ma- erbacea Cruciferae Nasturtium officinale R.Br. renti, sponde Acque ferme e cor- erbacea Cyperaceae Carex flava L. Paludi e sorgenti Nei pressi di S. Giuseppe erbacea Cyperaceae Carex leporina Sentieri, pozze, Nei pressi di Cassina di Sopra L. nardeti, radure erbacea Cyperaceae Carex remota L. Carice a- Boschi umidi Nei pressi di Il scellare Piano erbacea Ericaceae Calluna vulgaris (L.) Hull Brughiere, pascoli magri, cespuglieti arbustiva Ericaceae Erica arborea L. Macchie, garighe arbustiva Ericaceae Vaccinium myrtillus L. Boschi, brughiere, cespuglieti arbustiva Euphorbiaceae Mercurialis perennis L. Boschi mesofili, soprattutto fagge- Monte Gatta, Monte Baducco erbacea Fagaceae Graminaceae Graminaceae Graminaceae Graminaceae Graminaceae Graminaceae Graminaceae Hypericaceae Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Alopecurus pratensis L. Danthonia alpina Vest Danthonia decumbens Festuca gigantea Vill. Glyceria plicata Fries Molinia arundinacea Schrank Sesleria italica (Pamp.) Ujhelyi Hypericum androsaemum L. Rovere te Boschi, su suolo acido Prati umidi Prati aridi Pascoli aridi su terreno acido Boschi umidi di latifoglie, incolti umidi Paludi, fossati, sponde Prati in pendio con scorrimento d acqua Pendii franosi, greti Boschi stazioni umide ed ombrose Tra Scaliere e Cassina di Sopra Nei pressi di S. Giuseppe Madonna del Cigno arborea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea Hypericaceae Hypericum tetrapterum Fries Iridaceae Iris graminea L. Giaggiolo nano Juncaceae Luzula pedemontana Boiss. e Reuter Juncaceae Luzula sieberi Tausch Labiatae Scutellaria columnae All. Leguminose Astragalus purpureus Lam. Leguminose Lathyrus pannonicus (Jacq.) Garcke Leguminose Melilotus neapolitana Ten. Paludi, sponde, canneti Boscaglie, bordi dei boschi, radure Boschi di latifoglie, forre Brughiere Boschi Pendii aridi Prati aridi e margini di boschi Incolti aridi sabbiosi Nei pressi di Stagno Monte di Baigno erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea 95

96 96, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 96 famiglia specie_lat specie_it Leguminose Liliaceae Liliaceae Liliaceae Loranthaceae Malvaceae Onagraceae Ophioglossaceae Oxalidaceae Plantaginaceae Polygalaceae Polygalaceae Genista pilosa L. Anthericum liliago L. Paris quadrifolia L. Polygonatum multiflorum (L.) All. Loranthus europaeus Jacq. Lavatera punctata All. Epilobium dodonaei Vill. Ophioglossum vulgatum L. Oxalis acetosella L. Plantago serpentina All. Polygala flavescens DC. Polygala vulgaris L. habitat di crescita prevalente Prati montani Pendii soleggiati, prati aridi Boschi umidi Boschi densi Boschi Campi, siepi, incolti Greti, ghiaie, alluvioni Prati umidi e torbosi Accumuli di materia organica nei boschi e cespuglieti Prati aridi, pendii sassosi, rupi Prati aridi località/toponimi di rinvenimento Tra Casalino e Madonna del Cigno Nei pressi di Il Piano Spiaggione del Brasimone tipo arbustiva erbacea erbacea erbacea arbustiva erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea Prati acidi subalpini, pascoli, prati palustri, boscaglie Boschi di latifoglie Pyrolaceae Monotropa hypopitys L. erbacea Pyrolaceae Pyrola minor L. Faggete erbacea Ranunculaceae L. prattutto faggete Actaea spicata Boschi montani so- Monte Gatta erbacea Ranunculaceatroides L. glie sina di Sopra Isopyrum thalic- Boschi di latifo- Nei pressi di Cas- erbacea Ranunculaceatanifolius L. Ranunculus pla- Boschi, forre Monte Gatta erbacea Rosaceae Alchemilla xanthochlora Rothm. Prati concimati Monte Gatta erbacea Rosaceae Aruncus dioicus Boschi montani soprattutto Monte Gatta (Walter) Fernald in forre erbacea umide Rosaceae Potentilla argentea L. soleggiate, muri Prati aridi, rupi erbacea Rosaceae Amelanchier Steppa rupestre su Tra Casalino e Madonna ovalis Medicus rocce calcaree so- del Cigno Rosaceae leggiate Siepi Scrophulariaceae Scrophulariaceae Solanaceae Rosaceae Rosa gallica L. Cedui, boscaglie, prati aridi Salicaceae Salix elaeagnos Sabbie umide dei Scop. greti Santalaceae Thesium linophyllon Prati aridi L. Saxifragaceae Chrysosplenium Forre, boschi umi- alternifolium L. di Scrophulariaceacrantha Digitalis mi- Radure boschive, Roth cedui Scrophulariaceae Pseudolysimachion barrelieri (Schott ex R. et S.) Veronica montana L. Veronica prostrata L. Atropa belladonna L. Pascoli aridi soleggiati e sassosi, boscaglie di querce Boschi di latifoglie in ambienti umidi e ombrosi Prati aridi su terreni superficiali Radure umide, cedui, schiarite dei boschi di latifoglie Nei pressi di Cassina di Sopra Nei pressi di Fosso del Turco arbustiva Pyracantha coccinea M. J. Roemer arbustiva arbustiva arbustiva erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea erbacea Tiliaceae Tilia platyphyl- Tiglio no- Boschi umidi, for- Monte Gatta arborea

97 2. Aspetti ambientali 2.2 VEGETAZIONE, 97 famiglia specie_lat specie_it habitat di crescita prevalente los Scop. strano re Umbelliferae Trochiscanthes Faggete nodiflora (All.) Koch Valerianaceateris Valeriana trip- Boschi, sorgenti, L. generalmente su pietre località/toponimi di rinvenimento Monte Gatta tipo erbacea erbacea b.3) AZIONI PER IL RECUPERO E IL MIGLIORAMENTO DI AMBIENTI VEGETAZIONALI INTERVENTI DI RIPRISTINO, RECUPERO, MANUTENZIONE, MIGLIORAMENTO AMBIENTALE E VALORIZZAZIONE DI AREE APERTE IN AMBIENTE MONTANO (progetti ) Due recenti tesi in scienze forestali hanno indagato il territorio dell area protetta sulla presenza della Felce aquilina (Pteridium aquilinum). 68 Cenosi dense e quasi monospecifiche a dominanza di Pteridium aquilinum, o miste con Cytisus scoparius, sono molto comuni sugli Appennini e sulle Alpi Apuane, dove hanno invaso aree pascolive ed ex coltivi; la veloce capacità di colonizzazione di questa specie infestante rappresenta per queste aree un fenomeno progressivo e di non facile controllo. Le conseguenze principali della diffusione della Felce aquilina comportano la riduzione di aree aperte destinate al pascolo di domestici e selvatici, il blocco del dinamismo vegetale, ed un generale impoverimento della biodiversità, oltre a causare un effetto di contaminazione dell ambiente attraverso le spore o attraverso sostanze tossiche contenute nella pianta che possono essere ingerite dagli animali o venire lisciviate nel terreno e quindi nelle falde acquifere essendo solubile in acqua. In base alle condizioni più favorevoli per la colonizzazione delle aree aperte da parte della felce (altitudine tra i e e m slm; pendenza tra 10% e 30%; esposizione nord, nord-est, est, sud-est), F. Cervasio ha realizzato un modello in cui è evidenziato il grado di rischio di infestazione delle aree a- perte da parte delle felci (fig. 13), e nel quale è evidente il maggiore rischio a cui sono sottoposte le aree del versante orientale di monte Calvi. La tesi di V. Di Leo si è invece concentrata sulla valutazione dell efficacia dei diversi metodi di controllo della felce per il miglioramento ambientale delle aree aperte per il pascolo della fauna selvatica. La chiusura delle aree aperte nella fascia forestale ha infatti come conseguenza anche la diminuzione della recettività di questi territori per diverse specie animali selvatiche, in particolare per il cervo che di conseguenza si spinge verso i fondovalle, in ambienti non specificamente ad esso vocati, recando inoltre danni alle attività antropiche. La ricerca si è basata sui dati scaturiti dal monitoraggio delle aree sottoposte a controllo della felce da parte del Consorzio del Parco negli anni ; 69 i risultati ottenuti incoraggiano al proseguimento degli interventi di controllo della felce, anche nella consapevolezza che la loro attuazione, per portare a risultati visibili e duraturi, deve essere protratta per tempi alquanto lunghi. Gli interventi di controllo sulla felce nell aree aperte sono infatti proseguiti fino al 2005 con l aggiunta anche di altre aree; 70 gli areali interessati risultano pertanto essere(cf. tav. 2.2): - parte del versante orientale di Monte Calvi dal crinale al torrente Brasimone; 68 Per i riferimenti, vedi il paragrafo precedente a) metodologia di analisi. 69 Gli interventi sono stati reailizzati con finanziamenti del Progetto Ripristino aree aperte a Monte Calvi - Convenzione con la Regione Emilia-Romagna stipulata in data Progetto provinciale pluriennale "Recupero e miglioramento di prati-pascoli degradati in ambiente montano al fine di mantenere la capacità portante del territorio nei riguardi dei grossi ungulati". 97

98 98, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE - parte del versante settentrionale del crinale tra la Pianaccia e monte delle Lamacce; - striscia del versante meridionale dell Alpe; - areali a Piana dei Poderi; - areali tra Capravecchia e Foragatti. Su ciascuna di queste aree si sono effettuati almeno due sfalci. Attualmente è in corso un progetto di ricerca e monitoraggio sugli esiti degli interventi. fig Modello predittivo dell infestazione della felce nelle aree aperte del Parco, Cervasio F., aa c) conclusioni La legge istitutiva finalizza il parco alla conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi naturali, con particolare riferimento, tra gli altri, alle specie floristiche rare per il territorio appenninico bolognese e loro habitat. Dall analisi del valore ambientale espresso da ciascuna formazione vegetale (dato dal rapporto tra il numero di specie protette ed il numero totale dei taxa presenti) risulta di maggior valore la formazione dei castagneti (in prevalenza da frutto ancora attivi o comunque di recente abbandono), cui seguono i rimboschimenti a pino nero, le faggete, le cenosi rupicole, le praterie secondarie, gli arbusteti, i prati permanenti e quindi le altre categorie. L analisi vegetazionale presentata in conferenza ha individuato alcune aree meritevoli di particolare protezione in base alle caratteristiche floristicovegetazionali ed ambientali riscontrate; tali aree risultano inoltre rappresentative anche delle principali emergenze botaniche del territorio e ben diversificate sia per le comunità vegetali presenti al loro interno sia per le proprie caratteristiche paesaggistico-ambientali (Rupi del sito Balze del Cigno, Complesso di monte di Baigno Porranceto, Faggete di crinale, Complesso di monte Calvi Chiapporato). L analisi floristica rileva la presenza di 767 specie, di cui 57 protette dalla LR 2/77 (il 35% del totale delle specie protette regionali) e comprendenti per la maggior parte specie rappresentate da elementi erbacei per lo più legati ad ambienti aperti, in particolare praterie secondarie. Tali ambienti sono importanti, per l alternarsi con le aree boscate, anche a fini faunistici; è da porre una particolare attenzione alla loro conservazione, a rischio per le dinamiche di successione naturali e per la presenza di specie pioniere e a veloce co- 98

99 2. Aspetti ambientali 2.2 VEGETAZIONE, 99 lonizzazione, quali la felce aquilina. Interventi di controllo sulla felce nell aree aperte sono stati realizzati recentemente dall EdG e attualmente è in corso un progetto di ricerca e monitoraggio sugli esiti di tali interventi. d) allegati tav. 2.2 VEGETAZIONE, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note COMUNITA VEGETALI COPERTURA VEGETAZIONALE STAZIONI DI ALCUNE SPECIE FLORISTICHE PROTETTE AREE DI PARTICOLARE INTERESSE VEGETAZIONALE MANUTENZIONE, MIGLIORAMENTO AMBIENTALE E VALORIZZAZIONE DI AREE APERTE IN AMBIENTE MONTANO temi di base crinali reticolo idrografico principale invasi confini legge istitutiva confini ampliamenti sic confine regionale base cartografica carta topografica RER CARTA DELLA VEGETAZIONE DEL PARCO (1:10.000) RER USO DEL SUOLO 2003 ed (1:25.000) PARCO CENSIMENTO FLORISTICO PARCO 2005 TAV RELAZIONE BOTANICA Sirotti (1:25.000) PARCO INTERVENTI DI RIPRISTINO, RECUPERO, MANUTENZIONE, MIGLIORAMENTO AMBIENTALE E VALORIZZAZIONE DI AREE APERTE IN AMBIENTE MONTANO (PROGETTI ) digitalizzazione da dato catastale RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) sintesi per comunità vegetali illustrate nella relazione botanica del QC PTPconferenza tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva tema solo per la parte all esterno del perimetro legge istitutiva tema solo per la parte all interno del perimetro legge istitutiva areali contenuti nella tav. 2 citata nella relazione botanica presentata in conferenza; l areale d) è stato aggiornato sulla base delle indicazioni dello stesso e- sperto, ampliandolo per comprendere le aree aperte nei pressi di Capravecchio e Val di Noce 99

100 100, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 2.3 AREE FORESTALI a) metodologia di analisi Gli aspetti forestali sono analizzati e descritti nella relazione specifica di S. Pinzauti già presentata in conferenza di pianificazione, la quale è parte del quadro conoscitivo del PTP. 71 La presente integrazione è necessaria in particolare modo per analizzare le caratteristiche forestali dei territori proposti come ampliamento dell area protetta, nonché per riportare nella cartografia allegata al quadro conoscitivo alcune considerazioni dello stesso Pinzauti, soprattutto in relazione alle aree di maggior pregio ecologico e ambientale da sottoporre a tutela e valorizzazione. Il tema sulle aree boscate è inoltre aggiornato in base ai dati della vigente Carta forestale della Provincia di Bologna (di cui all art. 7.2 delle Norme del PTCP). Per l elaborazione della tav. 2.3, si è proceduto ad aggregare i dati contenuti nella Carta Forestale secondo le formazioni descritte nella relazione di S. Pinzauti; questa la tabella di conversione: legenda tav. 2.3 formazioni arboree (voci relazione Pinzauti) sigla Boschi a prevalenza di querce 1 Boschi misti di latifoglie a prevalenza di querce 3-1 Boschi a prevalenza di carpino nero 2 Boschi misti di latifoglie a prevalenza di carpino nero Boschi a prevalenza di castagno 4 Boschi misti di latifoglie a prevalenza di castagno Boschi a prevalenza di faggio 5 Boschi misti di latifoglie a prevalenza di faggio 3-5 Boschi misti di altre latifoglie 3 Boschi di conifere 6 Boschi misti di conifere e latifoglie 7 Castagneti da frutto dati carta forestale classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Qc, Qpu seconda specie: Qc, Qpu, X classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Qc, Qpu seconda specie: restanti classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Oc seconda specie: Oc, X classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Oc seconda specie: restanti classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Cs seconda specie: Cs, X classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Cs seconda specie: restanti classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Fs seconda specie: Fs, X classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Fs seconda specie: restanti classe: 3 sottoclasse: 5 restanti classe: 3 sottoclasse: 6 classe: 3 sottoclasse: 7 classe: 2 sottoclasse: 2 categoria: 2 71 PINZAUTI S., Relazione forestale (Quadro conoscitivo PTP). In tale relazione si fa riferimento alla carta dell Uso del suolo e alla Carta forestale (entrambe alla scala 1:10.000) elaborate dall autore nell ambito della stessa ricerca. La presente integrazione del quadro conoscitivo del PTP ha assunto, tra la cartografia di base, le carte tematiche prodotte successivamente a tale studio, ovvero la Carta della vegetazione del Parco dei laghi Suviana e Brasimone (già più volte citata) e la Carta forestale 1: della Provincia di Bologna (cf. tav. 2.2 e tav. 2.3). 100

101 2. Aspetti ambientali 2.3 AREE FORESTALI, 101 Impianti di arboricoltura da legno 9 Rimboschimenti recenti 10 Vegetazione ripariale 11 Fustaie e conversioni in atto di castagno Fustaie e conversioni in atto di faggio Castagneti da frutto abbandonati Arbusteti C 12 F 8 A classe: 2 sottoclasse: 2 categoria: 4, 9 classe: 3 sottoclasse: 9 classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: P, Pni, Rp, Sa classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Cs governo: FF classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Fs governo: FF, FT classe: 3 sottoclasse: 5 prima specie: Cs governo: ABB, IRR classe: 3 sottoclasse: 2, 3 Per il significato di classi, sottoclassi e categorie si fa riferimento alla legenda della carta forestale adattata a Corine Land Cover. 72 livello I (classe) livello II (sottoclasse) livello III (categoria) 3 - Foreste e ambienti semi - naturali (Area forestale) 2 - Territori agricoli (Area agricola) Ambienti a vegetazione arbustiva e/o erbacea Lande e cespuglieti Foreste e vegetazione arbustiva in evoluzione Spazi aperti senza o con poca vegetazione Zone incendiate (percorse da incendio) Soprassuoli boschivi di latifoglie Boschi bassi Soprassuoli boschivi di conifere Boschi compositi Soprassuoli boschivi misti Boschi alti Aree forestali transitoriamente prive di vegetazione Aree forestali diverse da quelle precedentemente elencate arborea Rimboschimenti Colture permanenti Castagneti da frutto (coltivati) Pioppeti Altri impianti di arboricolt. da legno Per le sigle delle specie legnose: SPECIE SIGLA NOTE Abies alba Aa A. nebrodensis * Acacia specie varie A Gruppo che risulta difficile scindere Acer campestre Ac A. Iobelii * A. monspessulanum * oppure Am A. opalus Ao A. platanoides Apl oppure gruppo unico sotto Ap A. pseudoplatanus Ap (incluso Apl) Ailanthus altissima ( = A. glandulosa) Aal AInus cordata Aco A. glutinosa Ag A. incana Ai A. viridis Av Betula aetnensis * B. pendula Bp B. pubescens * Buxus sempervirens Bs Carpinus betulus Cb C. orientalis Co Castanea sativa Cs Cedrus specie varie C 72 Gli elenchi e le legende riportati di seguito sono tratti dalle Norme metodologiche per la realizzazione della carta forestale della Regione Emilia-Romagna alla scala 1: e Allegato B - "Elenco generale delle specie legnose da rappresentare nella Carta forestale d'italia" Integrazione all elenco delle specie legnose apportata in corso d'opera durante la redazione della Carta Forestale Regionale nelle Province di Forlì-Cesena e Modena, Regione Emilia-Romagna - Assessorato agricoltura, ambiente e sviluppo sostenibile - Servizio Parchi e Risorse Forestali, aprile

102 102, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Celtis australis Ca C. tournefortii ssp. aetnensis * Ceratonia siliqua Csi Cercis siliquastrum * Chamaerops humilis * Cistus specie varie Ci Corylus avellana Cav Cupressus arizonica Car C. macrocarpa Cm C. sempervirens Cse Erica arborea (incl. E. scoparia) E Eucalyptus specie varie Eu Gruppo che risulta difficile scindere nelle varie specie Fagus sylvatica Fs Fraxinus angustifolia ( = F. oxyphylla) Fa Se il riconoscimento è difficile da accompagnare al seguente F. excelsior Fe F. ornus Fo Genista aetnensis * oppure Ga llex aquifolium * oppure la Juglans nigra Jn Juniperus communis Jc J. nana (incl. J. haemisphaerica) Jna J. phoenicea Jp J. oxycedrus (incl. J. macrocarpa) Jo J. sabina * Laburnum anagyroides ( = Cytisus laburnum), incluso L. alpinum ( = C. alpinus) La Larix decidua Ld Laurus nobilis * Nerium oleander * oppure No Olea europaea var. oleaster Oo Ostrya carpinifolia Oc Phyllirea specie varie * oppure Pv Picea abies ( = Picea excelsa) Pa * nella valle del Sestaione Pinus canariensis Pca P. cembra Pc * in formazioni relitte P. halepensis Ph P. Iaricio Pl P. leucodermis * oppure Ple P. mugo Pm Incluse forme prostrate di P. uncinata P. nigra Pn P. pinaster Pp P. pinea Ppi P. radiata ( = P. insignis) Pr P. strobus Pst P. sylvestris Ps P. uncinata Pu Pistacia lentiscus PIn Platanus orientalis * Populus alba (inci. P. canescens) Pal P. euroamericana ( = P. canadensis) P P. nigra Pni P. tremula Pt Prunus avium Pav P. brigantina ( = P. bragantiaca) * P. cocomilia * P. mahaleb * Prunus padus * oppure Ppa Pseudotsuga menziesii ( = P. douglasii) Pme Pyrus specie varie Py Incluso P. amygdaliformis, P. pyraster e P. nivalis oppure * Quercus cerris Qc Q. coccifera (inci. Q. cailiprinos) Qco Q. crenata ( = Q. pseudosuber) * Q. frainetto Qf Q. ilex Qi Q. macrolepis ( = Q. aegylops) Qm Q. petraea ( = Q. sessilis) Qpe Q entità di incerta determinazione Q. pubescens ( = Q. lanuginosa) Qpu o intermedia (ibridi) Q. robur ( = Q. pedunculata) Qr Q. suber Qs Q. trojana * Rhododendron ferrugineum Rf oppure considerati insieme R.hirsutum Rh Robinia pseudoacacia Rp Salix alba (inclusi altri salici arborei) Sa S. caprea (sensu lato) Sc Sorbus aria Sar S. aucuparia Sau Spartium junceum Sj Styrax officinale * Tamarix specie diverse T Taxus baccata Tb Tilia cordata Tc Tx per ibrido o entità di incerta T. platyphyllos Tp determinazione Ulmus glabra ( = U. montana] Ug U. minor ( = U. campestris) Um Vitex agnus-castus * 102

103 2. Aspetti ambientali 2.3 AREE FORESTALI, 103 * Specie endemiche o relitte, comunque ad areale assai ridotto da indicare, caso per caso, con numeri da riportare in legenda (ad es. 1). Integrazione all'elenco delle specie legnose apportata in corso d'opera durante la redazione della Carta Forestale Regionale nelle Province di Forlì-Cesena e Modena. SPECIE SIGLA Aesculus hippocastanum Ah Amorpha fruticosa Af Chamaecyparis lawsoniana Cl Cornus mas Cma Cornus sanguinea Csa Cotinus coggygria Cc Crataegus monogyna Cmo Crataegus spp. Cr Cytisus sessilifolius Cy Hippophae rhamnoides Hr Juglans regia Jr Magnolia grandiflora Mg Morus alba Ma Morus nigra Mn Platanus orientalis Po Picea pungens Ppu Pinus excelsa Pex Prunus spinosa Psp Quercus rubra Qru Rhamnus alaternus Ra Rosa canina Rc Rubus spp. R Sambucus nigra Sni Sambucus racemosa Sra Sarothamnus scoparius Ss Sequoia sempervirens Sse Sorbus torminalis St Per le forme di governo: SE ceduo semplice SI ceduo "invecchiato" SS ceduo semplice trattato a sterzo SSI ceduo a sterzo "invecchiato" MM ceduo semplice con n. di matricine >120 MI idem c.s. in abbandono CC ceduo composto CI idem c.s. in abbandono FF alto fusto FT fustaie transitorie e cedui in conversione FD Fustaie disetaneiformi SU cedui semplici, SSU cedui a sterzo, MU matricinati, CU composti FU e fustaie UTILIZZATI NG non governato ABB (1) castagneto da frutto non coltivato (abbandonato) IRR (1) castagneto da frutto abbandonato e in evoluzione (irregolare) 103

104 104, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) TIPOLOGIE FORESTALI dati territoriali formazioni arboree Boschi a prevalenza di querce Boschi misti di latifoglie a prevalenza di querce Boschi a prevalenza di carpino nero Boschi misti di latifoglie a prevalenza di carpino nero Boschi a prevalenza di castagno Boschi misti di latifoglie a prevalenza di castagno Boschi a prevalenza di faggio Boschi misti di latifoglie a prevalenza di faggio Boschi misti di altre latifoglie sigla area protetta-legge istitutiva % % sulla sulla sup. (ha) sup. sup. forestata legge sup. (ha) ampliamenti % sulla sup. forestata % sulla sup. ampliamenti 1 52,00 2,07 1,56 0,02 0,00 0, ,64 1,18 0,9 7,58 1,36 1, ,21 2,00 1,51 0, ,71 19,12 14,44 53,50 9,62 9, ,64 1,46 1,10 0, ,96 21,64 16,33 51,72 9,30 8, ,15 29,04 21,93 194,96 35,05 33, ,49 4,28 3,23 5,08 0,91 0,88 3 0, ,20 0,58 0,56 Boschi di conifere 6 202,59 8,06 6,08 236,00 42,43 40,95 Boschi misti di conifere e latifoglie 7 10,20 0,41 0,31 0, Castagneti da frutto 8 2,18 0,09 0,07 1,37 0,25 0,24 Impianti di arboricoltura da legno 9 0, , Rimboschimenti recenti 10 75,41 3,00 2,26 0,04 0,01 0,01 Vegetazione ripariale 11 12,72 0,51 0,38 0,00 0,00 0,00 Fustaie e conversioni in atto di castagno Fustaie e conversioni in atto di faggio Castagneti da frutto abbandonati 12 C 0, , F 60,10 2,39 1,80 0,00 0,00 0,00 8 A 119,99 4,77 3,60 2,77 0,50 0,48 Arbusteti ,24 3,83 3, totale (compresi arbusteti) 2.614,01 100,00 78,50 556,25 100,00 96,52 104

105 2. Aspetti ambientali 2.3 AREE FORESTALI, 105 caratteri 73 Le caratteristiche delle aree forestali dell area protetta-legge istitutiva sono illustrate nella relazione di S. Pinzauti; se ne riporta qui una sintesi. Boschi a prevalenza di querce ambiente governo stato indicazioni gestionali Occupano le porzioni a quote più basse prediligendo le esposizioni più calde; in genere su versanti a pendenze media. Si mescolano con il Carpino o con il Castagno cedendo loro il posto alle altitudini maggiori. Sono quasi tutti governati a ceduo, e, nella maggior parte, utilizzati con una certa regolarità grazie alla vicinanza con vie d accesso ed alla richiesta mercantile di legna da ardere. La densità di copertura è elevata, a testimonianza di buone condizioni di vegetazione; l età stimata appartiene in maggioranza alla seconda classe, indice di una relativa giovinezza dei boschi. Sono stati osservati circa 16 ha di querceto assimilabili a fustaia nei dintorni del lago di Suviana, probabilmente originati da invecchiamento di vecchi cedui seguito da interventi di avviamento: i risultati di queste operazioni, anche se relativi a situazioni piuttosto localizzate, sembrano indicare che l azione di conversione a fustaia potrebbe essere estesa anche a buona parte dei querceti. Boschi a prevalenza di carpino ambiente governo stato indicazioni gestionali Il Carpino nero è specie che tende generalmente a mescolarsi con le altre latifoglie, piuttosto che formare popolamenti puri che, non di rado, sono indice di ridotta fertilità stazionale o di situazioni ambientali difficili per l insediamento e l affermazione di comunità vegetali più esigenti. In genere occupano stazioni a quote inferiori ai 1000 m, su esposizioni prevalentemente occidentali e pendenze variabili. Dove le condizioni orografiche lo consentono vengono governati a ceduo, anche se non sembrano essere stati oggetto di utilizzazioni recenti. Più di un terzo risulta non utilizzato ed assolve ad importanti funzioni di tutela dei versanti dall erosione e di rivestimento vegetale di ampie pareti rocciose, anche se, spesso, le densità sono piuttosto basse Boschi misti di latifoglie ambiente governo stato indicazioni gestionali Risultano una delle tipologie forestali più diffuse; la loro presenza permette di avanzare ipotesi sulla composizione di boschi più vicini alle condizioni naturali locali. Sono composti da varie specie ed occupano in prevalenza le aree a contatto fra le formazioni forestali più importanti: Castagno- Faggio e Querce-Castagno. Vegetano in prevalenza in una fascia compresa fra gli 800 ed i 1000 m, su varie pendenze ma con una leggera prevalenza delle classi inferiori, ad esposizioni prevalentemente fresche, nei quadranti Nord e Ovest Sono stati per anni governati a ceduo, trattati a taglio raso con rilascio di matricine; anche oggi più della metà risulta oggetto di simili interventi. Lo stato sanitario è generalmente buono, ma sono presenti numerose situazioni di instabilità dovuta a schianti determinati dall abbandono dei cedui, dal conseguente invecchiamento delle strutture e dalla elevata densità di molte situazioni. La condizione di instabilità, benché censita come scadente non sembra per ora recare forti pregiudizi per il futuro sviluppo dei popolamenti, anche se sta a significare la necessità di interventi di miglioramento ambientale. Boschi a prevalenza di castagno ambiente Il castagno vegeta generalmente allo stato puro, dato il grande vigore vegetativo che gli consente di occupare velocemente lo spazio arboreo; si insediano comunque altre latifoglie dell orizzonte montano che permettono un certo arricchimento della componente arborea; tra queste, Querce e Faggio estendono il loro areale di vegetazione a carico del Castagno mentre il Carpino nero tende ad invadere cedui e castagneti abbandonati dove condizioni stazionali più povere determinano la degradazione del bosco. I boschi di Castagno si sviluppano entro un range di quote piuttosto ampio, 73 Parte curata in particolare dalla dott.ssa Lucia Bolognesi. 105

106 106, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE governo stato indicazioni gestionali da circa 500 m a quasi 1100 m; le esposizioni prevalenti stanno tra i quadranti nord ed ovest, quindi in situazioni più fresche ed umide, mentre le pendenze dei versanti risultano principalmente comprese fra 36% e 60%. Questi boschi, governati a ceduo, sembrano in gran parte originati dalla ceduazione delle vecchie selve castanili operata molti anni addietro, al fine di limitare la diffusione del cancro. Il ceduo da paleria ha ancora oggi buoni sbocchi mercantili, grazie alla caratteristiche di durabilità del legno e viene spesso impiegato per numerosi funzioni in agricoltura; per questo si osservano piccole porzioni utilizzate di recente. Allo stesso tempo, alcuni cedui molto invecchiati stanno sviluppando strutture di notevole interesse sia per forma che per dimensione, in grado di fornire assortimenti legnosi di valore. Va rilevato il buono stato fitosanitario di questi boschi che, dopo anni di grandi infestazioni da parte del cancro, sembrano aver recuperato e vegetano in condizioni soddisfacenti: sono caratterizzati da forte densità, strutture tendenzialmente coetanee, età medio-alte (comunque ben lontane da fasi di senescenza). Gli unici danni più evidenti sono quelli provocati dal morso del cervo in un area molto circoscritta localizzata nel versante Sud del Monte di Baigno: ad un primo esame tutti i polloni di Castagno hanno subito il distacco di un lembo di corteccia; comunque questo fenomeno non sembra, al momento, arrecare particolari problemi per la stabilità del popolamento. Dove l abbandono del ceduo è più recente, si osservano boschi molto intricati, con elevata mortalità dovuta alla concorrenza interindividuale: condizioni che, comunque, non sembrano pregiudicare la stabilità ed il futuro sviluppo dei soprassuoli. Boschi a prevalenza di faggio ambiente governo stato Il bosco di faggio vegeta in composizione quasi pura, lasciando poco spazio all ingresso delle altre specie arboree. La maggior parte dei boschi di faggio vegeta nella fascia altimetrica più alta, arrivando a rivestire anche i crinali a contatto con la Toscana; la parte restante occupa le quote medie, non spingendosi mai sotto la isoipsa degli 850 m; più della metà dei boschi di faggio è ubicato su versanti con pendenze inferiori al 60%, in esposizioni fresche, prevalentemente disposte verso i quadranti Nord ed Ovest. Il faggio è sempre stato governato a ceduo, in passato trattato abbastanza comunemente a sterzo. Le caratteristiche orografiche, la scarsità di mezzi di trasporto, le necessità di mercato, inducevano alla trasformazione in loco della legna in carbone: anche questo fatto è ben documentato dagli innumerevoli resti di aie carbonili presenti un po ovunque. Ancora oggi la legna di faggio sembra riscuotere un certo interesse mercantile (vi sono numerose domande di taglio presentate alla locale Comunità Montana inerenti anche cedui invecchiati e, per di più, ubicati all interno della zona B legge istitutiva; cf. tav. 0.1); le potenzialità produttive sono generalmente buone, e offrono possibilità di ricavare notevoli quantità di prodotto. In alcune situazioni, l abbandono ha creato strutture molto particolari, a volte assimilabili a vere e proprie fustaie, oppure a fustaie transitorie, dove la selezione naturale ha operato negli anni una riduzione del numero dei soggetti arborei presenti. La densità è, per la quasi totalità, colma o quasi, lo stato di salute è buono. Negli ultimi anni sono state condotte alcune utilizzazioni molto discutibili, che hanno colpito cedui piuttosto vecchi, effettuando le operazioni senza alcun rispetto per il suolo forestale, per i corsi d acqua adiacenti, per le stesse matricine. Si osservano infatti cedui sottoposti a taglio raso in cui la ripresa vegetativa dalle ceppaie stenta molto a manifestarsi e ad affermarsi e, al tempo stesso, si hanno matricine troppo esili, quindi facilmente danneggiabili dagli eventi atmosferici, non adatte ad assolvere la funzione di produzione seme per il rinnovo del bosco. Il faggio è, per fortuna, una specie plastica, che riesce spesso a sopperire, anche se in tempi lunghi, a questo tipo di sollecitazioni: è chiaro, però, che non si deve approfittare troppo di questa caratteristica, in special modo all interno di un area protetta! indicazioni gestionali Boschi di conifere 106

107 2. Aspetti ambientali 2.3 AREE FORESTALI, 107 ambiente governo stato indicazioni gestionali Sono ubicati fino a quote superiori ai 1000 m, con formazioni che scendono fino ai 730 m. La maggior parte degli impianti è stato eseguito su pendenze inferiori al 35% e solo una minima parte su pendenze comprese fra 60 e 100%; nessuno è situato su pendenze superiori a 100%; le esposizioni risultano per la maggior parte nel quadrante Ovest. Tutti di impianto artificiale, rappresentano l esito di una politica di imboschimento condotta nel secondo dopoguerra con finalità di recupero di terreni degradati e di produzione di legname da opera o da triturazione. Hanno età variabili da 20 anni fino a anni; vengono in generale lasciati a se stessi, omettendo ogni intervento colturale: ne risultano così boschi molto densi, costituiti da piante filate e, quindi, anche più soggette a danni provocati da agenti atmosferici (in genere vento e neve) I boschi presenti sulle rive del lago di Suviana sono in gran parte curati dal Corpo Forestale dello Stato, che ha provveduto alla esecuzioni di tagli colturali e diradamenti ed alla ripulitura del sottobosco. Quest ultima operazione risulta molto importante in quanto queste aree hanno un importante valore turistico ricreativo, specialmente nelle stagioni più calde; anche alcuni rimboschimenti all interno delle proprietà dell ENEA del Brasimone sono stati oggetto di recenti interventi colturali a cura dell Ente Proprietario. Boschi misti conifere-latifoglie ambiente governo Sono originati dalla invasione spontanea di vecchi rimboschimenti da parte delle latifoglie autoctone che hanno raggiunto il piano dominante e fanno i- potizzare una futura e completa sostituzione dell impianto artificiale. Queste formazioni sono composte, alle quote più basse, da Pino nero e Carpino, Orniello, Roverella, alle quote più alte da Abeti (rosso e bianco) e Faggio o Castagno. Sono molto interessanti in quanto permettono di evidenziare il ruolo di specie pioniera e preparatrice svolto dalla conifera quando impiantata su terreno nudo, ruolo che sta oggi consentendo un graduale spostamento della situazione verso un maggior grado di naturalità e di biodiversità. Una parte vede il trattamento a ceduo del bosco di latifoglie con il rilascio, come di norma oltre alle matricine anche delle conifere presenti; la maggioranza è invece non utilizzata. La densità è medio-alta, lo stato sanitario buono. La completa e repentina eliminazione delle conifere, specie chiaramente non facenti parte della flora locale, potrebbe ancora arrecare disagi alla futura costituzione di soprassuoli più naturali, inducendo invece alla invasione da parte di rovi ed altre specie arbustive. Castagneti da frutto (in coltivazione o abbandonati) ambiente governo stato indicazioni gestionali stato indicazioni gestionali I castagneti abbandonati si trovano alle esposizioni più fresche, su pendenze medio-basse; di quelli coltivati nessuno è ubicato alle pendenze maggiori Sono ancora coltivati in minima parte; prevalentemente risultano in stato di abbandono. Le condizioni sanitarie sono buone anche per le parti in abbandono. I boschi in stato di abbandono risultano in condizioni tali da permetterne un recupero paesaggistico ed, eventualmente, produttivo grazie anche alla presenza di alcuni manufatti potenzialmente ristrutturabili (ad esempio i Seccatoi). Il castagneto di Porancé ha una valenza importante nel sistema Parco e va considerato come un importante monumento da sottoporre a tutela viste le caratteristiche strutturali e dimensionali delle piante ed il buono stato fitosanitario Impianti di arboricoltura da legno ambiente governo stato indicazioni gestionali Risulta una classe poco rappresentata; gli impianti sono eseguiti principalmente con Noce, probabilmente dietro contributo della CEE con la politica del Set-Aside. Sono impianti piuttosto giovani, in condizioni strutturali medie, talora scadenti (l impianto della zona della Succhiata sembra lasciato a se stesso o comunque poco curato). Rimboschimenti recenti ambiente Si tratta di giovani impianti, in cui ancora le chiome degli alberi non sono arrivate a contatto; principalmente composti di conifere. 107

108 108, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE governo stato indicazioni gestionali Sono presenti a quote generalmente superiori a 1000 m, su pendenze mediobasse (per facilitare la meccanizzazione delle operazioni), alle esposizione più calde (quadranti Est e Sud). Sono generalmente invasi da arbusti che provocano soffocamento delle piantine ed entrano in concorrenza per acqua, luce ed elementi nutritivi; l accrescimento è piuttosto lento, anche a causa di danni provocati dal bestiame selvatico che tende ad brucare la gemma apicale oppure ad asportare parti di corteccia con lo sfregamento delle corna. Lo stato sanitario è comunque generalmente buono. Vegetazione ripariale ambiente governo stato indicazioni gestionali Sono ovviamente presenti alle quote medio-basse, dove cioè fiumi e torrenti allargano i propri alvei e mantengono un livello di portata idrica minimo anche durante il periodo estivo; ricoprono le scarpate spondali e quindi si trovano a vegetare su pendenze localmente molto elevate. Spesso vengono ceduate per ragioni di ripulitura dei torrenti, ai fini di un migliore deflusso delle acque. La ceduazione risulta una drastica operazione che crea notevoli problemi all ecosistema, vista l importanza di queste fasce alberate, tanto che sarebbe opportuno prevedere una accurata revisione e riconsiderazione di questa attività, programmando interventi meno impattanti. Fustaie e conversioni in atto ambiente governo stato indicazioni gestionali Questa attività è stata intrapresa in alcune parti del territorio del Parco, in tempi più o meno recenti e sta portando interessanti risultati. L opera di conversione all alto fusto si rivolge generalmente a vecchi cedui, in cui le utilizzazioni sono cessate da tempo e dove le strutture iniziano a manifestare segni di differenziazione e si può osservare la formazione di piani dominanti e dominati tra i vari gruppi di polloni e di matricine. Rispetto alla conversione di boschi di castagno, le conversioni di boschi di faggio hanno una tradizione più consolidata: la piccola fustaia presente alla sorgente della faggeta, forse anch essa opera di antichi selvicoltori, era già citata nelle cronache della Pro Montibus et Silvis di fine 800; più e- stese sono quelle effettuate dal comune di Camugnano, organizzata da piano specifico, nell area di proprietà comunale in zona Lavaccioni. Le uniche esperienze per ora condotte su castagno sono state svolte all interno della proprietà ENEA, e sembrano dare indicazioni interessanti per una futura opera più estesa. L opera del selvicoltore ha la funzione di accelerare il processo di differenziazione e selezione naturale che si instaura nei boschi in evoluzione spontanea verso la fustaia: tagli opportunamente dimensionati, tali da ridurre gradualmente la densità del bosco senza creare drastiche aperture che favorirebbero nuova emissione di polloni, eliminano soggetti morti, deperienti, dominati, riducendo il numero di polloni per ceppaia fino a ricostituire il naturale rapporto di 1:1 tra fusto e radici, che si era alterato con il passato governo a ceduo a favore della componente epigea. Con il tempo si arriva alla formazione della fustaia transitoria, costituita da polloni affrancati, robusti, in grado di produrre seme in abbondanza per la nuova rigenerazione del bosco, che potrà avvalersi dei vantaggi della ricombinazione genica determinati dalla riproduzione sessuata. I caratteri dei territori interessati dalla proposta di ampliamento, emersa in conferenza di pianificazione da parte del Comune di Castiglione dei Pepoli, derivano da rimboschimenti e attività selvicolturali che hanno preso inizio anche più di un secolo fa. In particolare già nel 1899 era possibile osservare la florida selva del Monte Gatta e la messa a dimora di abeti (rimboschimento ad opera della Commissione di rimboschimento sorta nel 1888 su iniziativa del Credito Agricolo della Cassa di Risparmio). Nell Abetaia di Monte Gatta, nel 1900, grazie ad un contributo da parte del Credito Agricolo alla Società Pro Montibus et Sylvis, 74 è stato possibile pensare all impianto di un vi- 74 La Società Pro Montibus et Sylvis nasce nel 1899 (diventerà Ente morale riconosciuto nel 1906), su iniziativa di autorevoli personaggi del comune di Castiglione e di Bologna, con l intento 108

109 2. Aspetti ambientali 2.3 AREE FORESTALI, 109 vaio che servisse non soltanto per fornire piantine... ma anche come modello a chi volesse seguirne l esempio. 75 L Abetaia, dal , è di proprietà della Società Pro Montibus et Sylvis, che nel corso degli anni ne ha ampliato l estensione all attuale superficie di ha ; all interno dell Abetina Ranuzzi-Segni è posto un piccolo rifugio di proprietà della stessa società la quale, in occasione del centenario della sua fondazione, ha sottolineato come il modesto bosco (di proprietà)... può considerarsi prezioso come museo vivente all aperto e come area dimostrativa per realizzare esempi di una moderna selvicoltura. 76 Allo stato attuale i popolamenti forestali del Monte Gatta, se si esclude la proprietà già descritta della Pro Montibus et Sylvis e 3 piccoli nuclei di conifere, sono caratterizzati dalla dominanza del faggio. La forma di governo prevalente è il ceduo, anche se negli anni 90 sono stati realizzati, verso la sommità, numerosi interventi di conversione all alto fusto. Queste fustaie transitorie presentano discrete condizioni vegetative. I cedui invecchiati presentano invece condizioni molto variabili, dipendenti da fattori diversi quali la feracità, la giacitura e la pendenza del terreno, la densità delle ceppaie, etc. Le stazioni di maggiore acclività sono quelle che presentano con più frequenza ceppaie divelte e sradicate. Anche il Monte Coroncina è stato oggetto di rimboschimenti: in questa zona, le località denominate Cottede, Acquaiola, e Tana dell Orso, ed altre secondarie (sempre in Comune di Castiglione e di proprietà dell Amministrazione Comunale), formavano anticamente una vasta e non interrotta faggeta, mentre all inizio del secolo (scorso) la presenza del bosco era ormai assai limitata, occupando appena 1/6 dell intera superficie, calcolata di ettari 266 circa, mentre tutta la rimanente era incolta popolata soltanto di ginestre (Spartium scoparium). Grazie all intervento del Consorzio Governativo Provinciale per il rimboschimento (istituito per interessamento della Pro Montibus con Decreto Reale del dicembre 1901) si poté dare inizio ai lavori di ricostituzione boschiva mediante piantagione di Abeti bianchi (Abies pectinata), Abeti rossi (Abies excelsa) e Larici (Larix europea), e predisposto un vivaio in loco; venne continuato sistematicamente il rimboschimento negli anni successivi, con la messa a dimora di decine di migliaia di piantine di Abete bianco, di Pino nero d Austria e di Castagno. 77 Allo stato attuale si evidenzia come nel complesso del Monte Coroncina le fustaie di conifere, con prevalenza di abete bianco, rosso e douglasia che presentano condizioni in media soddisfacenti, ottime nel versante meridionale, siano in molti casi prossime a maturità, avendo un età superiore agli 80 anni. I giovani rimboschimenti, che occupano una superficie di circa 37 ha, sono stati realizzati quali interventi di rinnovazione artificiale a seguito dei tagli raso di pinete di pino nero mature, sostituite da abetine di abete bianco e a- bete rosso. Le fustaie di conifere si distribuiscono in quest area a macchia di leopardo, intercalate da cedui di faggio invecchiati, talvolta da fustaie transitorie e da popolamenti misti di latifoglie e conifere, derivanti da rinfoltimenti di pascoli arborati e di cedui impoveriti dall eccessivo sfruttamento. Il vivaio forestale "Cottede", 78 localizzato nel Comune di Castiglione dei Pepoli (BO), nei pressi di Monte Tavianella, ad una altitudine di circa 840 m. di promuovere la ricostituzione dei boschi nelle aree ormai degradate e improduttive per difendere il territorio da frane ed alluvioni e per creare nuove risorse e fonti di lavoro. La testata della rivista L Alpe (quindicinale pubblicato dalla Società) del 1903 riporta in sintesi il programma societario: Rimboschimento, Leggi Forestali, Pascoli alpini, vivai ed arborei alpini, protezione delle piante, industrie alpine e silvane, conservazione e propagazione dell avifauna utile, piscicoltura. 75 G. Monti, Il I Centenario della Pro Montibus et Sylvis : cronache delle manifestazioni, in CAVAZZA C. (a cura di), L'Appennino dal passato al futuro. I cento anni della Società Emiliana Pro Montibus et Sylvis, 2002, p U. Bagnaresi, Pro Montibus et Sylvis: 100 anni dedicati alla montagna e al bosco, in CAVAZZA C. (a cura di), L'Appennino dal passato al futuro..., p G. Monti, Il I Centenario..., pp Dati desunti dalla Relazione redatta da F. Ambrosini relativa al Progetto esecutivo dei lavori di ordinaria coltura e manutenzione del Vivaio forestale regionale "Cottede" in Comune di Castiglione dei Pepoli (BO). Annata silvana 2004/2005, delibera GR n. 108 del

110 110, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE s.l.m., si estende su una superficie complessiva di ha di cui circa ha coltivabili. Pur essendo di modeste dimensioni, è situato in buona esposizione, su terreno ottimale, concesso in comodato gratuito alla Regione Emilia-Romagna dal Comune di Castiglione dei Pepoli, proprietario del fondo e di oltre 560 ha di foresta circostante. 79 La conformazione degli appezzamenti in larghe terrazze è tale da consentire la meccanizzazione delle principali operazioni colturali, quali la preparazione del terreno ed il trapianto. L'impianto di irrigazione è a pioggia e pur non essendo di realizzazione recente, è confacente alle necessità del vivaio. Problemi dovuti alla vetustà presenta invece l'impianto di approvvigionamento idrico, che richiede annualmente interventi di manutenzione straordinaria. I fabbricati esistenti sono sufficienti al ricovero delle attrezzature e adeguati alle esigenze sono pure i servizi in uso alle maestranze, pur se necessitanti di manutenzioni e migliorie nell impiantistica. E inoltre presente una cella frigorifera delle dimensioni di 150 mc, utilizzabile anche da altri vivai regionali. L'ordinaria attività del vivaio è orientata verso la produzione di semenzali di latifoglie della fascia fitoclimatica collinare e montana, quali aceri, castagno, frassini, nocciolo, ontani, ecc.; non viene più proseguita la produzione di conifere (semine e trapianti), considerandone la praticamente assente richiesta per interventi di forestazione. Il vivaio conserva una collezione di varietà di marroni da frutto, derivanti da precedenti esperienze intraprese dall A.R.F. (Azienda Regionale Foreste, istituita con LR 18/74 e abrogata con LR 27/98); le piante sono annualmente oggetto di manutenzioni e potature, così da permetterne inoltre il prelievo di marze. Da tempo è stata avviata la produzione di piante destinate principalmente ai Comuni per opere di arredo urbano e per gli adempimenti previsti dalle LR 113/92 "Obbligo per il Comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica". Anche se in maniera consistentemente ridotta, si prevede di effettuare una certa varietà di trapianti di latifoglie autoctone da portare a conveniente sviluppo. La manodopera che presta servizio presso il vivaio è rappresentata da un operaio specializzato, assunto a tempo indeterminato, che svolge mansioni di caposquadra, e un operaio a tempo determinato, specializzato, che svolge complessivamente circa 160 giornate lavorative annue. L areale dell ampliamento a nord interessato dalla base del versante nord del monte Gatta sul t. Brasimone è ricoperto, in continuità con le parti a monte, da boschi di latifoglie a prevalenza di castagno. b.2) FORME DI GOVERNO Il dato sulla forma di governo delle aree boscate che viene riportato in fig. 14 è desunto dalla Carta forestale della Provincia di Bologna. La predominanza, nell area interessata dall area protetta e ampliamenti, è decisamente del ceduo semplice invecchiato, che interessa la maggior parte delle formazioni a latifoglie a prevalenza di faggio, castagno e carpino. I querceti, i misti di latifoglie a prevalenza di faggio, nonché alcuni areali di misti di latifoglie a castagno (monte di Baigno) sono governati a ceduo matricinato. Alcuni areali a faggio nel versante occidentale del Poggio delle Vecchiette sono governati a fustaia (coetanea, transitoria e ceduo in conversione). I boschi di conifere e i rimboschimenti sono per lo più a fustaia coetanea. I castagneti da frutto risultano o abbandonati o con forma di governo irregolare. 79 Sono state di recente intraprese (2005) trattative per il coinvolgimento del Consorzio del Parco nella gestione del vivaio. 110

111 2. Aspetti ambientali 2.3 AREE FORESTALI, 111 b.3) AREE BOSCATE DI PARTICOLARE INTERESSE La relazione di S. Pinzauti riporta in evidenza alcune aree di interesse per le formazioni presenti, a cui si aggiunge un area localizzata nelle parti di ampliamento: 1. Zona di Ortedè (pressi del Lago Brasimone - proprietà Enea): interessante per i boschi di castagno, alcuni in fase di conversione all alto fusto e per le diverse specie di conifere, in particolare per la parcella di Douglasia che presenta un vigore vegetativo particolarmente elevato. 2. Area di Pian Coloreto (a sud del Lago Brasimone - proprietà Enea): presenza di un vecchio lembo di fustaia di faggio, interessante anche dal punto di vista storico perché documentata in scritti della fine dell 800, confinante con aree in conversione e con boschi di conifere caratterizzati dalla presenza di varie specie. 3. Zona del Poggio delle Vecchiette e del Monte della Scoperta: aree comunicanti con rete sentieristica da tempo consolidata; la prima (a) è caratterizzata dalla presenza di un buon numero di piante di Tasso, specie protetta a livello regionale, alcune di grandi dimensioni; la seconda (b) da notevoli esemplari di faggio e da un ceduo abbandonato da oltre 50 anni in cui si e- splicano interessanti processi dinamici, già oggetto di ricerca scientifica. 4. Zona di Monte Calvi: importante per la molteplicità di strutture (arboree, arbustive, erbacee) che determinano una diversità territoriale molto spiccata e comunque contrastante con la uniformità strutturale dei limitrofi boschi di faggio. 5. Zona di Porancè (castagneto da frutto e prati limitrofi, fino al lago Brasimone): i grandi castagni da frutto rappresentano una importante ricchezza storica e paesaggistica, date anche le buone condizioni fitosanitarie. Si ritiene di proporre l intero castagneto come area monumentale e come sito di interesse storico-culturale ed ambientale. Il grande prato, uno tra i più estesi di tutta la fascia dell alto Appennino bolognese, rappresenta una importante punto di biodiversificazione strutturale e specifica. 6. Zona del Monte di Baigno: interessante l intero contrafforte dove, al variare di quota ed esposizione, si sviluppano quasi tutte le principali specie presenti nel Parco; interessante anche la porzione ad esposizione nord dove un vecchio rimboschimento invaso da latifoglie spontanee, sta assumendo interessanti caratteri di naturalità e monumentalità. A questo elenco si aggiunge, per i territori di ampliamento, la seguente zona: 7. Zona dell Abetina della Pro-Montibus et Sylvis: può considerarsi un areale prezioso come museo vivente all aperto e come area dimostrativa per realizzare esempi di moderna selvicoltura. Per gli aspetti pianificatori sul tema si veda la parte 4.1 del quadro conoscitivo PTP, in particolare gli aspetti del PTCP/PTPR relativi a: Sistema delle aree forestali 111

112 112, Quadro fig conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Provincia di Bologna, Carta forestale - Forme di governo (originale in scala 1:10.000).

113 2. Aspetti ambientali 2.3 AREE FORESTALI, 113 c) conclusioni La legge istitutiva finalizza il parco alla conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi naturali, con particolare riferimento, tra gli altri, ai boschi di maggior pregio ecologico e ambientale. Gli areali individuati come di particolare interesse racchiudono ambienti con valenze sia ecologiche che paesaggistiche, nonché di carattere scientifico; si pongono in evidenza: le formazioni dei castagneti da frutto (sia per il significato storico-paesaggistico che ambientale), le faggete mature (anche di valore storico), i vecchi rimboschimenti di conifere ora invasi da latifoglie autoctone (a maggior grado di naturalità e di biodiversità). Si evidenzia l opportunità di utilizzare parte dei territori boscati quali laboratori per sperimentare moderne tecniche selvicolturali a sempre minor impatto ambientale. d) allegati tav. 2.3 AREE FORESTALI, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note FORMAZIONI FORESTALI LOCALIZZAZIONE AREE BOSCATE DI PARTICOLARE INTERESSE temi di base crinali reticolo idrografico principale invasi confini legge istitutiva confini ampliamento sic confine regionale base cartografica carta topografica PROVINCIA BO CARTA FORESTALE (1:10.000) digitalizzazione RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) sintesi per tipologie forestali illustrate nella relazione forestale del QC PTPconferenza il tema deriva dalla relazione forestale del QC PTPconferenza 113

114 114, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 2.4 FAUNA a) metodologia di analisi Gli aspetti faunistici sono analizzati e descritti nelle relazioni specifiche di S. Mattioli, D. Scaravelli e G. Tedaldi già presentate in conferenza di pianificazione, le quali sono parte del quadro conoscitivo del PTP. 80 La presente integrazione è relativa ad alcuni dati sulle caratteristiche e presenze faunistiche nel territorio dell area protetta desunti da successive ricerche e monitoraggi; nonché all analisi delle indicazioni riportate nel vigente piano faunistico provinciale. Per gli elenchi completi delle specie faunistiche rilevate nel territorio dell area protetta-legge istitutiva si rimanda alle relazioni specifiche già parte del quadro conoscitivo del PTP di cui sopra. b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) SITI DI PARTICOLARE INTERESSE FAUNISTICO Le analisi del quadro conoscitivo del PTP sulla fauna evidenziano alcuni siti di particolare interesse faunistico, in quanto ambienti di vita (anche solo puntuali stazioni di rilevamento) per specie animali di interesse conservazionistico, che qui si elencano: A) presenza del Gambero di fiume Austropotamobius pallipes fulcisianus - t. Limentra di Treppio (a monte del bacino) - alto corso del t. Brasimone B) puntuali stazioni di rilevamento (ambienti umidi o rupestri) di specie di anfibi maggiormente minacciate - cava del Cigno (Geotritone italico Speleomantes italicus sin. Hydromantes italicus) - pozza semiartificiale loc. Case di Sopra (Tritone alpestre o Tritone montano Triturus alpestris apuanus, Tritone punteggiato o volgare Triturus vulgaris meridionalis, Tritone crestato Triturus carnifex) - medio corso Rio Fontanelle (Salamandra pezzata Salamandra salamandra gigliolii) - pozza sponda destra lago Brasimone (Tritone alpestre o Tritone montano, Tritone punteggiato o volgare) - vasca sorgente del Porranceto (Tritone crestato) - Grotta delle Fate (Geotritone italico) C) areale riproduttivo storico del cervo; mosaico di ambienti di elevata e- terogeneità ecologica con effetti positivi sulla comunità ornitica - monte Calvi (massiccio) D) aree aperte, ambiente adatto a numerose specie faunistiche - tra monte di Baigno e Porranceto E) sito potenziale di nidificazione di Falco pellegrino, Lanario e Gufo reale - parete del Cigno F) presenza di specie di particolare interesse conservazionistico quali il Coleottero Carabide anoftalmo ipogeo Duvalius bianchii cycnus, i chirotteri R. ferrumequinum e R. hipposideros - Grotta delle Fate 80 MATTIOLI S., Macrofauna (Quadro conoscitivo PTP). SCARAVELLI D., Indagini sugli invertebrati del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 1999 (Quadro conoscitivo PTP). SCARAVELLI D., Indagini sui chirotteri del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 1999 (Quadro conoscitivo PTP). TEDALDI G., Indagini sull erpetofauna del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 1999 (Quadro conoscitivo PTP). 114

115 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 115 b.2) VOCAZIONE FAUNISTICA E ZONE DI PROTEZIONE (PIANO FAUNISTICO VENATORIO) dati territoriali oasi di protezione SIC interessato dall oasi area protetta-legge i- stitutiva interessata dall oasi ampliamenti 4.560,23 ha ha 2.436,72 ha 530,40 ha 80% 73% 92% parte nord 0% parte centrale 100% pare sud 100% oasi di protezione % di superficie dell oasi compresa nell area protetta-legge compresa negli amplia- totale istitutiva menti 4.560,23 ha 53% 12% 65% La parte di territorio esterna all area protetta (compresi gli ampliamenti) interessata dall oasi di protezione 82 è quasi interamente in Comune di Castiglione dei Pepoli (parte a est); solo una piccola porzione risulta in Comune di Camugnano, localizzata nei pressi di Baigno. Nell area di studio sono inoltre presenti: - una zona di rifugio 83 in continuità con l oasi verso nord - due zone di ripopolamento e cattura 84 (a nord del lago di Suviana e a nord del lago San Damiano). Non sono presenti aziende faunistico-venatorie o aziende agri-turistiche venatorie. caratteri Al capitolo V. ATTUALE GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA IN PROVINCIA DI BOLOGNA il Piano faunistico venatorio sintetizza alcuni dati sulle caratteristiche dei territori interessati dal parco, in riferimento anche alla carta regionale delle vocazioni faunistiche L estensione di superficie indicata è quella riportata nel database delle zone di protezione faunistica (fonte: SIT della Provincia di Bologna), dato che però differisce dall estensione di ha riportata nella delibera di perimetrazione dell oasi (Del. GP. n. 49 del , di rinnovo dell oasi fino ). I conteggi sono stati fatti rispetto allo strato informativo del SIT. 82 Ai sensi della LR 8/94, art. 19 le oasi di protezione sono destinate alla conservazione degli habitat naturali, al rifugio, alla sosta ed alla produzione di specie selvatiche con particolare riferimento a quelle protette. Il PFV precisa che mentre in ambiente planiziale le oasi devono assolvere fondamentalmente al ruolo di protezione di zone umide, nel comprensorio appenninico il loro compito principale anche se non esclusivo può essere ricondotto alla tutela di siti di nidificazione di alcune specie di Falconiformi e Strigiformi (cap. VI. NUOVI INDIRIZZI DI GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA, p. 205). 83 Zona di rifugio: secondo la LR 8/94 la Provincia può istituire Zone di Rifugio dove è vietato temporaneamente (per la durata della stagione venatoria) l esercizio della caccia, quando sia in corso l istituzione o il rinnovo di una zona di protezione o si venga a trovare nell impossibilità di realizzarla a causa dell opposizione motivata dei proprietari o dei conduttori dei fondi agricoli ivi ricompresi. Può inoltre istituirle in concomitanza con il non rinnovo o revoca di un ambito di gestione privato o per tutelare in via d urgenza presenze faunistiche di rilievo: si tratta quindi di un istituto snello e di rapida applicazione che offre alla pubblica amministrazione un notevole grado di elasticità. 84 Zona di ripopolamento e cattura: secondo la L 157/92 questo istituto è deputato "alla riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale e alla cattura della stessa per l'immissione sul territorio". In altre parole le ZRC servono soprattutto a incrementare la consistenza delle popolazioni naturali di alcune specie di interesse gestionale, con produzione di esemplari adatti al ripopolamento (sia attraverso la cattura e il rilascio in nuove aree, sia attraverso l'irradiamento spontaneo derivante dalla dispersione). La LR 8/94 e successive modificazioni, attribuisce alla ZRC anche il ruolo di favorire la sosta e la riproduzione delle specie migratorie. 85 Approvata con delibera CR n del

116 116, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE fig Confine dei distretti di gestione degli ungulati - distretti ATC BO3 e BO4, Piano Faunistico venatorio tav. 19 (particolare). protezione - zone particolari - vocazione per il cinghiale - vocazione per il cervo - vocazione per il capriolo - vocazione per la lepre - vocazione per il fagiano - vocazione per la starna - vocazione per la pernice rossa - - distretto n 13 ATC BO4: Castel di Casio - Camugnano - distretto n 14 ATC BO4: Castiglione dei Pepoli - ambito - alta e media montagna - alta e media montagna - superficie ha ha - copertura del suolo - 36% di agricoltura, sviluppo piuttosto buono di boschi(50%) e - 38% di agricoltura, sviluppo molto buono dei boschi (53%) presenza significativa di arbusteti (9%) - zone di - Parco Regionale dei laghi Suvia- - Oasi Abetina-Coroncina, Rifugio na e Brasimone - due zone di censimento e prelievo dei Cervidi (Castel di Casio Sud e Camugnano) - idoneità nulla 7% - idoneità bassa 6% - idoneità media 22% - idoneità elevata 65% - L'alta vocazionalità complessiva del territorio trova riscontro nel numero elevato di capi abbattuti in braccata per unità di superficie durante la stagione venatoria. - idoneità nulla 55% - idoneità bassa 25% - idoneità elevata 20% - Sparvo - idoneità nulla 15% - idoneità bassa 20% - idoneità media 30% - idoneità elevata 35% - idoneità nulla 40% - idoneità bassa 25% - idoneità media 20% - idoneità elevata 15% - idoneità (medio-) bassa 96% - idoneità (medio-) bassa 95% - idoneità bassa 100% - idoneità bassa 100% - idoneità bassa 100% - idoneità bassa 100% - idoneità nulla 100% - idoneità nulla 100% - idoneità media 100% - idoneità media 100% 116

117 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 117 La maggior parte del territorio dell area protetta (legge istitutiva), nonché i territori degli ampliamenti proposti (esclusa la parte relativa al lago S. Damiano) sono compresi in una estesa oasi di protezione individuata dal vigente piano faunistico-venatorio (PFV) della Provincia di Bologna. 86 La deliberazione esecutiva della Giunta Provinciale n. 49 del ha rinnovato l istituzione dell Oasi di protezione Abetina Coroncina fino al (scadenza di validità del prossimo Piano faunistico-venatorio) con la descrizione del perimetro e la sua individuazione cartografica; 87 si tratta dell oasi di protezione di maggiore estensione del territorio provinciale. L oasi di protezione scadrà, per la parte interessata dal Parco dei laghi Suviana e Brasimone, con l operatività del Piano territoriale del Parco. 88 In tale zona è compreso il valico montano, interessato da rotte migratorie, del monte della Scoperta (Camugnano) (delibera del CP n. 606 del ). Si sottolinea che attualmente risulta esclusa dall oasi di protezione la parete del Cigno, sito potenziale di nidificazione del pellegrino, per la quale S. Mattioli, nella sua relazione del quadro conoscitivo del PTP-conf., metteva invece in evidenza la necessità della predisposizione di una fascia a caccia interdetta lungo il margine superiore della rupe, per una profondità di 60 m. 89 Tale sito comprende un ambiente ipogeo, la grotta delle Fate, di estrema importanza faunistica in cui D. Scaravelli ha rilevato un esemplare di Duvalius bianchii cycnus, un Coleottero Carabide anoftalmo ipogeo, presente nella lista BioItaly 96 della Regione Emilia-Romagna e nel Libro Rosso della fauna troglobia italiana minacciata come rarissima e endemica. 90 La stessa grotta è di interesse per la conservazione del Geotritone italico (Speleomantes italicus sin. Hydromantes italicus), compreso nell allegato III della convenzione di Berna (per cui occorre disciplinare la sfruttamento di tale specie) e nell allegato IV della direttiva habitat (specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa). 91 In tale cavità è stato a suo tempo avvistato un esemplare di R. ferrumequinum (allegato II direttiva Habitat), che però nei controlli effettuati da D. Scaravelli per la formazione del quadro conoscitivo del PTP non è stato più riscontrato; solo nell autunno è stato trovato un maschio isolato di R. hipposideros (allegato II direttiva Habitat). 92 Altra area parzialmente esclusa dall oasi di protezione faunistica risulta quella dei vasti prati presso il Porranceto, anche essi rilevati dagli autori della parte faunistica (ma anche dal botanico e dal forestale) del quadro conoscitivo del PTP come areali prioritari per le caratteristiche ambientali e paesaggistiche ai fini della conservazione faunistica. L oasi inoltre non comprende l intero territorio dell area protetta interessato dall omonimo SIC (Sito di Importanza Comunitaria, v, parte 2.5). b.3) DATI SULLA POPOLAZIONE DEL CERVO La gestione faunistico-venatoria sperimentale della popolazione di cervo del Comprensorio ACATE (Areale Cero Appennino Tosco Emiliano) ha avuto inizio con la sottoscrizione da parte delle due regioni interessate (Toscana ed Emilia- 86 Il piano faunistico è stato approvato con delibera CP n. 32 del e prorogato fino al con delibera CP n. 94 del ; è attualmente in corso il lavoro per la formazione del nuovo piano La descrizione dei confini riportata nel testo della delibera (allegato 1) differisce dal perimetro riportato nella cartografia allegata alla stessa delibera (tale dato cartogafico è contenuto anche nel SIT provinciale); dalla descrizione della delibera risulta che il perimetro dell oasi: nella parte ovest deve seguire la strada comunale che passa da Ca di Giai e non il rio; nella parte nord seguirebbe comunque la strada SP 43 da Barceda fino ala diga del Brasimone. 88 Questo è detto nel Piano faunistico-venatorio provinciale ; nella delibera di rinnovo dell oasi non se ne fa cenno. 89 MATTIOLI S., Macrofauna. 90 SCARAVELLI D., Indagini sugli invertebrati..., pp. 3 e TEDALDI G., Indagini sull erpetofauna SCARAVELLI D., Indagini sui chirotteri... L autore segnala la necessità di apporre un semplice cancello all ingresso della cavità così da scoraggiare gli estemporanei esploratori, costituito da 2 sbarre antitaglio incernierate a due longheroni. Una piccola spesa che renderà sicura la cavità. 117

118 118, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Romagna) di un Protocollo d intesa che ha definito gli obiettivi prioritari della gestione, in forma organica ed unitaria, e la costituzione degli organi responsabili (Commissione di Coordinamento e Commissione Tecnica). Gli strumenti di programmazione e regolamentazione sono: il Piano poliennale di gestione, il Programma annuale di gestione, il Regolamento di gestione. Tale esperienza di gestione non ha precedenti in Italia; le sue peculiarità sono: la gestione è indirizzata all intera popolazione di cervo, al di sopra dei confini amministrativi delle due regioni e vede coinvolte tre province (Bologna, Prato, Pistoia) il monitoraggio si è protratto per 8 anni prima di dare l avvio al prelievo venatorio (annata ) sono state sperimentate tecniche di prelievo di animali vivi prima del prelievo venatorio. La gestione faunistico-venatoria è pianificata dalla Commissione Tecnica Interregionale in base alle linee guida fornite dalla Commissione di Coordinamento. 93 Tra le attività vi è il monitoraggio dei capi abbattuti in caccia o rinvenuti morti, attraverso esami morfologici e biometrici; da tale banca dati è stato possibile descrivere la popolazione appenninica del cervo (costituita da circa individui), la quale presenta una costituzione complessivamente buona, con caratteristiche decisamente superiori per gli esemplari rinvenuti nel versante emiliano, dovuta a più favorevoli condizioni fisiografiche e climatiche. 94 Il territorio dell area protetta-legge istitutiva è oggetto di uno specifico monitoraggio relativamente alla popolazione di cervo dell Appennino toscoemiliano. I dati ultimi, relativi agli anni e basati sul monitoraggio del numero di maschi bramitanti, stimano all interno del parco una popolazione complessiva di poco superiore ai 200 individui durante la stagione riproduttiva del 2003 e, nel confronto con i dati delle annate precedenti, per l areale di monte Calvi evidenziano che: durante i primi sette anni di censimento ( ) vi è stata una dinamica positiva che ha permesso di contare fino a 3,6 maschi bramitanti per 100 ettari quindi vi è stata una stabilizzazione della densità infine in soli due anni, tra il 2000 e il 2002, è avvenuto un brusco calo. L ipotesi possibile è la riduzione delle superfici utili per il pascolo nell area storica di riproduzione (monte Calvi), con l invasione progressiva da parte di specie infestanti quali felci e ginestre. Questa ridotta capacità recettiva ha probabilmente ridotto il numero delle femmine che frequentavano l area e quindi anche il numero dei maschi interessati. A supporto di tale ipotesi vi è il fatto che in contemporanea al repentino calo sopra evidenziato si sono rilevate le prime presenze di maschi bramitanti nelle aree periferiche di Baigno, Barbamozza e Porranceto; si nota quindi una sorta di diluizione dell attività riproduttiva su una zona più ampia e caratterizzata da una disponibilità trofica, prati e pascoli, molto più elevata di quella dell areale storico di monte Calvi, nel quale inoltre la densità di maschi bramitanti aveva comunque raggiunto valori veramente elevati. Nel 2003 si nota una leggera ripresa, anche se l entità di questa dovrà essere valutata nel medio lungoperiodo Cf. Commissione tecnica interregionale ACATE, Gestione del cervo nel comprensorio del cervo dell Appennino tosco-emiliano, Relazioni finali - annate Cf. GIAGGIOLI A., Caratterizzazione biometrica di una popolazione di cervo (Cervus elaphus) dell Appennino tosco-emiliano, Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria, laurea in Scienze Forestali ed Ambientali - rel. prof. R. Tiberi, aa Cf. DREAM Italia, Progetto relativo al monitoraggio della popolazione di cervo dell Appennino tosco-emiliano nel Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone - anni , Relazione finale, settembre 2004; in particolare i dati e le considerazioni riportate sono state desunte dalle pp

119 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 119 b.4) PRESENZE ORNITICHE (integrazioni) L'INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica), che sta svolgendo uno studio sull avifauna commissionato dal Consorzio di gestione del Parco per l area protetta-legge istitutiva, ha redatto un elenco parziale composto da 60 specie di uccelli (tra cui quelle censite durante i rilievi in loco del giugno 2005). 96 Specie avvistate durante i rilievi Allodola Averla Piccola Balestruccio Capinera Cincia bigia Cincia mora Cinciallegra Cinciarella Ciuffolotto Codibugnolo Codirosso Colombaccio Cornacchia grigia Cuculo Fanello Fiorrancino Fringuello Ghiandaia Luì piccolo Merlo Passero Passera scopaiola Pettirosso Picchio muratore Picchio rosso maggiore Picchio verde Poiana Prispolone Quaglia Rampichino Regolo Rigogolo Rondine Saltimpalo Scricciolo Sterpazzola Sterpazzolina Storno Strillozzo Succiacapre Tordo Tottavilla Verdone Specie avvistate in aree esterne ai rilievi Airone cenerino Cardellino Falco pellegrino Rondine montana Sparviere Specie non rilevate per carenza di rilievi ma assai probabili Allocco Ballerina gialla Cincia dal ciuffo Fagiano Gheppio Pigliamosche Specie non rilevate ma possibili in base agli ambienti presenti Cincia bigia alpestre Luì bianco Merlo acquaiolo 96 Tale elenco costituisce un integrazione a quanto riportato in MATTIOLI S., Macrofauna, che segnala la presenza accertata di 67 specie ornitiche, e di 7 potenziali. 119

120 120, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Verzellino Zigolo nero Usignolo b.5) FAUNA ITTICA 97 fonti: FRANZOI P., TRISOLINI R., ROSSI R., Osservazioni sulla gestione della fauna ittica del sistema lago Brasimone-lago Suviana (Appennino Tosco-Emiliano). Riv. Idrobiol., 29 (1), 1990, pp FRANZOI P., TRISOLINI R., DEVOTO G., ROSSI R., Biologia e regime alimentare del persico (Perca fluviatilis L.) nei laghi Suviana e Brasimone (bacini artificiali dell Appennino Tosco-Emilaino). Riv. Idrobiol., 30 (1), 1991, pp ROSSI R., CARRIERI A., RIZZO M.G., La fauna ittica dei laghi Suviana e Brasimone (bacini artificiali dell Appennino Tosco-Emiliano). Riv. Idrobiol., 30 (1), 1991, pp TRISOLINI R., FRANZOI P., ROSSI R., Struttura e dinamica di popolazione di alcune specie di Ciprinidi Leuciscus cephalus (L., 1758), cavedano; Chondrostoma soetta (Bonaparte, 1840), savetta; e Rutilus pigus (Lacépède, 1804), pigo nei laghi Suviana e Brasimone(bacini artificiali dell Appennino Tosco-Emilaino). Riv. Idrobiol., 30 (1), 1991, pp Il territorio del Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone è caratterizzato dalla presenza dei laghi di Suviana, Brasimone e Santa Maria, tre bacini artificiali utilizzati per la produzione di energia elettrica popolati da una fauna ittica costituita prevalentemente da stocks riprodotti artificialmente nelle strutture ittiogeniche della Provincia di Bologna oppure catturati altrove e seminati per scopi di pesca sportiva e dilettantistica. Infatti, a partire dal 1975, la gestione della fauna ittica nei due laghi ha seguito la strada della ricostituzione degli stocks dopo ogni stagione di pesca, mediante semina in primo luogo delle specie di maggior interesse per la pesca sportiva quali la trota fario, la carpa, la tinca ed il luccio. Mentre per il Suviana e il Brasimone le informazioni esistenti sono scarse e limitate ad alcune indagini eseguite negli negli anni '70 e '80, soprattutto tramite interviste ai pescatori sportivi, per Santa Maria non esistono studi sull'ittiofauna che ospita. Gli ultimi studi compiuti sull ittiofauna dei bacini di Suviana e del Brasimone (realizzati nell ambito di un piano di ricerche finanziato da ENEA nel biennio ) hanno consentito di rinvenire, in totale, 17 specie appartenenti a 6 diverse famiglie. Lista delle specie ittiche rinvenute nei laghi Suviana e Brasimone (da Rossi et al., 1991). Famiglia Specie Nome comune Acipenseridi Acipenser naccari Storione cobice Anguillidi Anguilla anguilla Anguilla Salmonidi Salmo (trutta) trutta Trota fario Esocidi Esox lucius Luccio Ciprinidi Rutilus rutilus Gardon Rutilus erythrophthalmus Triotto Rutilus pigus Pigo Leuciscus cephalus Cavedano Tinca tinca Tinca Scardinius erythrophthalmus Scardola Alburnus alburnus alborella Alborella Chondrostoma soetta Savetta Chondrostoma toxostoma Lasca Barbus barbus plebejus Barbo Cyprinus carpio Carpa Carassius carassius Carassio Percidi Perca fluviatilis Persico reale 97 Parte curata dal dott. Giuliano Gandolfi. 120

121 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 121 Tali studi evidenziano come nei due bacini si sia ricreata, nel complesso, in ambiente di media ed alta collina una popolazione tipica dell area della pianura padana, con netta predominanza del persico reale e di ciprinidi. Sottolineano, inoltre, che, a parte il persico reale, le altre specie hanno tutte problemi di riproduzione dovuti alle repentine variazioni giornaliere del livello dell acqua dei due bacini. Il successo riproduttivo di questa specie è da mettere in relazione alla sua minore dipendenza, per la riproduzione, dalla presenza di macrofite acquatiche (assenti nei due invasi), ma è in grado di utilizzare diversi substrati ed inoltre può riprodursi a profondità variabili da meno di 1 m fino ad una decina di m. questo significa che la specie, almeno negli ambienti considerati, può riprodursi anche in aree diverse da quelle di riva, particolarmente stressate dal pompaggio. Nel mese di giugno 2006, a circa venti anni dalle ultime ricerche effettuate, il Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone ha proposto il progetto biennale di ricerca Valutazione e gestione dei popolamenti ittici dei laghi dell Appennino Bolognese (Suviana, Brasimone e Santa Maria) cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna (con Deliberazione di GR n. 850 del 19/06/2006) da svolgere in collaborazione con il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale dell'università di Bologna e con la Provincia di Bologna - Servizio Tutela e Sviluppo Fauna. Tale progetto, iniziato nel mese di settembre 2006, si articola in campionamenti con elettropesca da barca, interviste ai pescatori e controllo dei cestini di pesca e si pone i seguenti obiettivi: - fornire un elenco sistematico delle specie ittiche presenti nei laghi Suviana, Brasimone e Santa Maria; - definire struttura e dinamica di popolazione delle specie ittiche prevalenti; - stimare il successo riproduttivo delle specie ittiche prevalenti; - stimare la pressione di pesca esercitata sui tre laghi; - valutare quali-quantitativamente il prelievo alieutico; - proporre modelli gestionali per la regolamentazione della pressione di pesca e per i ripopolamenti; - individuare possibili interventi per incrementare il successo riproduttivo dell ittiofauna; - incrementare e diffondere le conoscenze di base sulle specie ittiche prevalenti attraverso la promozione di attività didattico-educative e divulgative. Le prime uscite di campionamento hanno consentito di accertare, sul piano qualitativo, la presenza delle seguenti specie. Lista delle specie ittiche rinvenute nel lago Santa Maria (dati 2006; ricerca in corso). Famiglia Specie Nome comune Esocidi Esox lucius Luccio Ciprinidi Alburnus alburnus alborella Alborella Leuciscus cephalus Cavedano Scardinius erythrophthalmus Scardola Rutilus rutilus Gardon Cyprinus carpio Carpa Gobio gobio Gobione Percidi Perca fluviatilis Persico reale Centrarchidi Lepomis gibbosus Persico sole Lista delle specie ittiche rinvenute nel lago Brasimone (dati 2006; ricerca in corso). 121

122 122, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Famiglia Specie Nome comune Esocidi Esox lucius Luccio Ciprinidi Alburnus alburnus alborella Alborella Leuciscus cephalus Cavedano Rutilus rutilus Gardon Cyprinus carpio Carpa Gobio gobio Gobione Percidi Perca fluviatilis Persico reale Centrarchidi Lepomis gibbosus Persico sole Lista delle specie ittiche rinvenute nel lago Suviana (dati 2006; ricerca in corso). Famiglia Specie Nome comune Salmonidi Salmo (trutta) trutta Trota fario Esocidi Esox lucius Luccio Ciprinidi Alburnus alburnus alborella Alborella Leuciscus cephalus Cavedano Rutilus rutilus Gardon Cyprinus carpio Carpa Gobio gobio Gobione Percidi Perca fluviatilis Persico reale Centrarchidi Lepomis gibbosus Persico sole I primi dati della ricerca sembrano confermare il successo riproduttivo del persico reale nei tre bacini, in cui sono stati reclutati individui di classe di età 0+. Inoltre è stata accertata la presenza di numeroso novellame di gardon (Rutilus rutilus), un ciprinide alloctono (già segnalato dagli studi effettuati alla fine anni 80) dotato di notevole capacità di adattamento e prolificità la cui presenza è divenuta abbondante nei tre invasi. b.6) PIANIFICAZIONE E GESTIONE DELLA FAUNA ITTICA E DELLA PESCA 98 CARTE E PIANI ITTICI REGIONALE E PROVINCIALI La Carta Ittica è un importante strumento gestionale che, attraverso indagini conoscitive mirate condotte sugli ecosistemi fluviali, ed in particolare attraverso i campionamenti dell ittiofauna, consente la programmazione di gran parte delle attività legate al mondo della pesca e dei pesci. Il documento viene redatto in base agli esiti di un congruo numero di prelievi di ittiofauna, effettuati su tratti significativi dei principali corsi d acqua appartenenti ai singoli bacini idrografici. I parametri ricavati da tale attività sono importantissimi per poter effettuare valutazioni sui parametri popolazionistici, quali ad esempio la produzione di un determinato tratto di fiume relativamente ad una singola specie o a tutte le specie presenti, oppure il tasso di mortalità o di accrescimento. L insieme dei dati raccolti costituisce la base per studiare la dinamica di popolazione di una specie, cioè per capire quanto essa varia numericamente e nella sua composizione (avannotti, giovani, adulti) nel tempo, sia per cause naturali, sia per effetto di attività antropiche. 98 Parte curata dal dott. Giuliano Gandolfi. 122

123 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 123 Il Piano ittico (quinquennale quello regionale, annuale quello provinciale) costituisce lo strumento programmatico per gli interventi che la Regione e la Provincia intendono attuare in materia di gestione del patrimonio ittico e della pesca. REGOLAMENTAZIONE All interno del calendario pesca 2007 (Provincia di Bologna): ZONE di RIPOPOLAMENTO e FREGA Sono gli ambiti protetti più numerosi ed estesi. I tratti interessati sono normalmente lunghi alcuni chilometri e rimangono interdetti alla pesca per alcuni anni. Bacino di Suviana Parte destra nel tratto di proprietà ENEL adiacente al cancello, risalendo a monte oltre il termine del complesso di 300 mt circa. Dalla diga agli ancoraggi a terra delle boe di delimitazione dell area di scarico, su entrambi i lati. Bacino di Brasimone Tutto il tratto del Centro ENEA protetto dal muraglione compreso il rio Torto e relativi affluenti. Torrente Brasimone Dal ponticello di Ca Fontana del Boia al ponte di immissione nel bacino Brasimone, compresi i relativi affluenti. ZONE a regime SPECIALE di PESCA Le zone a regime speciale di pesca sono ambiti protetti che puntano alla tutela e valorizzazione del patrimonio ittico mediante provvedimenti di semplice limitazione dell'attività di pesca e del prelievo. o o L - ZONA SPERIMENTALE DI PESCA IN AREA DI PARCO REGIONALE La pesca consentita con canna munita di un solo amo privo di ardiglione; è vietata la detenzione di esemplari di Trota fario di lunghezza inferiore a cm 25. Ciascun pescatore non potrà trattenere più di 2 individui di Trota fario per giornata di pesca e dopo la cattura del secondo esemplare dovrà cessare immediatamente l attività. Torrente Limentra Dalla confluenza del Fosso di Chiapporato alla briglia di chiusura del Bacino di Suviana. H ZONE per l ESERCIZIO del CARP-FISHING Bacino di Brasimone (pesca consentita con 1 sola canna) Intero perimetro ad esclusione del tratto individuato a Zona di ripopolamento e frega. ZONAZIONE ALIEUTICA Le acque presenti nel territorio dell area protetta, compresi gli ampliamenti, secondo la zonazione ittica (ciascun corso d acqua viene suddiviso in zone omogenee a seconda del suo popolamento ittico predominante) sono suddivise in acque di categoria C (i tre invasi) a ciprinidi reofili ed in acque di categoria D a salmonidi i torrenti Limentra di Treppio e Brasimone. b.7) PRESENZE FAUNISTICHE NEI TERRITORI INTERESSATI DALL AMPLIAMENTO Per il territorio interessato dagli ampliamenti mancano studi specifici sul tema della fauna. Il Piano di Assestamento Forestale del Comune di Castiglione dei Pepoli riporta un primo elenco di specie animali presenti, redatto sulla base di fonti bibliografiche, osservazioni dirette e testimonianze locali, in cui si nota la segnalazione di specie di uccelli rapaci in numero maggiore e di tipo diverso ri- 123

124 124, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE spetto ai dati attualmente noti per il territorio dell area protetta-legge i- stitutiva; l elenco rimane da verificare con studi specifici. UCCELLI Migratori Anthus trivialis Prispolone Delichon urbica Balestruccio Hirundo rustica Rondine Luscinia megarhyncos Usignolo Monticola saxatilis Codirossone Muscicapa striata Pigliamosche Oenanthe oenanthe Culbianco Phoenicurus phoenicurus Codirosso Sylvia borin Beccafico Upupa epops Upupa Rapaci Accipiter gentilis Astore Accipiter nisus Sparviere Bubo bubo Gufo reale Buteo buteo Poiana Circus pygargus Albanella minore Falco peregrinus Falco pellegrino Milvus migrans Nibbio MAMMIFERI Carnivori Felix silvestris Gatto selvatico Lutra lutra Lontra Martes foina Faina Meles meles Tasso Mustela nivalis Donnola Mustela putorius Puzzola Vulpes vulpes Volpe Ungulati Capreolus capreolus Capriolo Dama dama Daino Sus scropha Cinghiale Roditori Apodemus sylvaticus Topo selvatico Lorex aureus Toporagno comune Marmota marmota Marmotta Microtus nivalis Arvicola delle nevi Glis glis Ghiro Sciurus vulgaris Scoiattolo INVERTEBRATI Austropotamobius pallipes Gambero di fiume Callimorpha quadripunctata Callimorfa Cerambix cerdo Capricorno legnaiolo Lucanus cervus Cervo volante Parnassius apollo Apollo Parnassius mnemosine Nemosine ANFIBI E RETTILI Elaphe longissima Saettone Speleomantes italicus Speleomante Triturus alpestris Tritone alpino Vipera aspis Vipera comune b.8) AZIONI PER LA CONSERVAZIONE E/O RIPRISTINO DI HABITAT PER LA FAUNA; AGGIORNAMENTO DATI SULLE PRESENZE RECUPERO AREE APERTE Il progetto, illustrato per sommi capi nella parte VEGETAZIONE, relativo ad azioni di mantenimento e recupero di aree aperte invase dalla Felce aquilina, si prospetta come uno strumento per la conservazione della biodiversità; i risultati di uno specifico studio sulle specie ornitiche presenti nei territori dell area protetta, sviluppato da Parco, INFS e Università di Firenze (Cirsemaf) confermano che le aree aperte attirano numerose specie di uccelli che u- tilizzano in particolare l interfaccia ecotonale prato-bosco. In tempi mediolunghi a scala territoriale, la chiusura di tali superfici sembra portare ad una banalizzazione dell avifauna, sebbene i primi stadi della ricolonizzazione 124

125 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 125 arbustiva dei pascoli abbandonati contribuiscano sensibilmente ad un aumento di diversità a piccola scala. 99 INSTALLAZIONE DI RIFUGI ARTIFICIALI PER I CHIROTTERI E DI CAVITÀ ARTIFICIALI PER L AVIFAUNA Il territorio del Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone, così come molte altre aree appenniniche, è costituito da vaste aree boscate con caratteristiche ecologiche assai favorevoli per numerose specie di chirotteri insettivori e uccelli. Il Progetto 100 ha previsto l'installazione di rifugi artificiali e una serie di campagne di rilevamento finalizzati all individuazione delle presenze di chirotteri negli ambienti boscati dell area protetta-legge istitutiva. I rifugi (100 in totale) sono stati posti in gruppi di 10 in diverse tipologie forestali, privilegiando le fustaie o comunque ambienti il più possibile tranquilli; 101 il progetto ha quindi previsto il controllo periodico dell'efficienza di queste strutture di protezione e il rilievo delle presenze in esse insediate nel periodo Il monitoraggio dei nidi doveva identificare le specie occupanti, l eventuale riproduzione e la fenologia delle specie legate ai boschi. Il Progetto 102 ha previsto l'installazione di rifugi artificiali e una serie di campagne di rilevamento finalizzati all individuazione delle presenze di uccelli negli ambienti boscati dell area protetta-legge istitutiva. Tali metodologie di rilevamento da tempo sono tra le più indicate per lo studio e la conservazione di questa particolare sezione della comunità ornitica. Il progetto ha avuto durata triennale ed ha valutato specie presenti, loro densità, successo riproduttivo, tipo di uso delle cavità, raccogliendo anche dati sugli ambienti e le aree di nidificazione. Sono stati installati a tal fine rifugi artificiali con differenti dimensioni e diametri del foro di ingresso. 103 Il progetto aveva anche finalità di tipo didattico-divulgativo, attraverso l osservazione di alcuni rifugi da parte dei visitatori; ciò doveva rendere disponibili al pubblico possibilità di osservazione più agevoli delle specie ornitiche nidificanti così come lo svolgimento di attività di sensibilizzazione sull'importanza degli alberi maturi, secchi, marcescenti e con anfratti e cavità negli ecosistemi forestali. Purtroppo questo ha soprattutto aumentato il numero di rifugi persi e ha costretto a ridisporre ad altezze più elevate altri nidi artificiali. stazioni di monitoraggio Nel posizionare i rifugi sono stati campionati ambienti forestali diversificati; le stesse aree sono interessate da entrambi i monitoraggi (sia dei chirotteri che delle specie ornitiche forestali) divenendo così ulteriore elemento di confronto per una più esaustiva indagine sulla struttura delle comunità animali legate alle diverse realtà ambientali. 99 Progetto Conservazione della biodiversità e gestione faunistica nei sistemi agro-silvopastorali appenninici: il caso del Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone ed aree contigue. Poster a cura di R. Nardelli e M. Genghini per INFS (Istituto Nazionale Fauna Selvatica). 100 Progetto Installazione di rifugi artificiali per chirotteri - LAGO08, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone e Regione Emilia-Romagna, Programma di Investimento Parchi e Riserve regionali, a cura di D. Scaravelli, M. Bertozzi - ST.E.R.N.A., Forlì. 101 Il progetto prevedeva l'acquisizione di diverse tipologie di nidi da disporre in 10 aree di saggio poste nelle tipologie forestali prevalenti nel Parco; in fase realizzativa si è optato per l installazione di nidi di due tipologie prevalenti, in legno e in cemento/segatura. 102 Progetto Installazione e monitoraggio di cavità artificiali per l avifauna n.140 LAGO07, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone e Regione Emilia-Romagna, Programma di Investimento Parchi e Riserve regionali, a cura di D. Scaravelli, M. Bertozzi - ST.E.R.N.A., Forlì. 103 Il progetto prevedeva l'acquisizione di diverse tipologie di nidi da disporre in 10 aree di saggio poste nelle tipologie forestali prevalenti nel Parco; in fase realizzativa si è optato per l installazione di nidi di due tipologie prevalenti, in legno e in cemento/segatura. Il monitoraggio dei nidi per l avifauna ha avuto l obiettivo di identificare le specie occupanti, il numero di pulli e il successo riproduttivo nelle due generazioni riscontrabili in questi ambienti per la maggior parte delle specie legate ai boschi. 125

126 126, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE - Stazione 1: pineta di Quercetta di sopra - Stazione 2: area ripariale/querceto tra Molino dei Sassi e riva del Suviana sotto S. Giorgio - Stazione 3: querceto di Chiapporato - Stazione 4: castagneto di Chiapporato - Stazione 5: castagneto presso la Rupe del Cigno - Stazione 6: castagneto di Porancé - Stazione 7: faggeta del M. Baigno verso il Brasimone - Stazione 8: faggeta presso la Pianaccia - Stazione 9: faggeta sopra Lavaccioni di sopra - Stazione 10: faggeta presso Poggio delle Vecchiette Con un areale di 1 km di raggio, si sono identificate le caratteristiche di uso del suolo per ciascuna stazione 126

127 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 127 legenda sigle (le coperture derivano dalla Carta dell uso del suolo 1: Regione Emilia-Romagna) Zs Cespuglieti Zr Zone a prevalente affioramento litoide Zm Zone non fotointerpretabili Ze Aree agricole eterogenee S Seminativi Pp Prati stabili L Corpi d'acqua (laghi, bacini) I Zone urbanizzate Cf Castagneti da frutto Br Rimboschimenti recenti Ba Formazioni di conifere adulte B Formazioni boschive a prevalenza di latifoglie RISULTATI: presenze chirotteri Questo gruppo di Mammiferi è considerato un importante bioindicatore della "salute" di un territorio, intesa come conservazione del patrimonio naturale e bassa presenza di polluenti. Proprio per questa loro estrema sensibilità al bioaccumulo soprattutto di pesticidi e al disturbo apportato ai luoghi di riposo le 30 specie di Chirotteri europei vertono spesso in critiche condizioni di popolazione; molte di esse sono già classificate come "in pericolo" o minacciate. Il bisogno di approfondire le conoscenze sulla loro presenza, distribuzione ed eco-etologia locale diviene quindi prioritario ai fini della loro protezione, anche in considerazione loro accordata dalle disposizioni legislative. L'importante ruolo di regolatori di molte specie di insetti notturni "molesti" inoltre li rende ulteriormente "utili". Dati relativi alla presenza di chirotteri nell area protetta-legge istitutiva, nel periodo precedente il progetto Specie luogo data modalità raccolta fenologia E. serotinus La Serretta, Suviana bat detector alcuni esemplari in caccia E. serotinus loc. Casolino, Brasimone bat detector alcuni esemplari in caccia H. savii Dintorni Lago Brasimone bat detector alcuni esemplari in caccia H. savii La Serretta, Suviana bat detector alcuni esemplari in caccia H.savii loc. Casolino, Brasimone bat detector alcuni esemplari in caccia H.savii Dintorni Lago Brasimone bat detector alcuni esemplari in caccia M. daubentoni Lago Brasimone vicino al bat detector alcuni esemplari in caccia P.E.C. M. daubentoni Lago Suviana bat detector alcuni esemplari in caccia P. kuhlii Dintorni Lago Brasimone bat detector alcuni esemplari in caccia P. kuhlii Dintorni Lago Brasimone bat detector alcuni esemplari in caccia P. kuhlii Lago Suviana bat detector alcuni esemplari in caccia P. kuhlii La Serretta, Suviana bat detector alcuni esemplari in caccia P. kuhlii loc. Baigno, Suviana bat detector alcuni esemplari in caccia P. kuhlii loc. Casolino, Brasimone bat detector alcuni esemplari in caccia R.hipposideros La Lamma, Suviana osserv. diretta un maschio in riposo R.hipposideros Grotta del Cigno delle Mogne Varie osserv. diretta Maschi e femmine in riposo (da 1 a 3 esemplari) R.ferruequinum Grotta del Cigno delle Mogne Varie osserv. diretta 1 o due esemplari La cavità di maggior importanza è la Grotta delle Fate del Cigno delle Mogne. 127

128 128, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Specie presenti. Attuale lista faunistica del Parco, dopo i rilievi effettuati (progetto) Specie nome italiano distribuzione territoriale e habitat Nel Parco è stato segnalato solamente per un individuo avvistato presso la Buca delle Fate del Cigno in svernamento. Durante la presente ricerca non è poi mai stato individuato. Ulteriori indagini per Ferro di cavallo maggio- Rhinolophus ferrumequinum accertarne la presenza o magari la possibilità di riproduzione sono re importanti anche in considerazione dell'importanza conservazionistica della specie. Rhinolophus hipposideros Myotis daubentonii Pipistrellus kuhlii Hypsugo savii Eptesicus serotinus Ferro di cavallo minore Vespertilio di Daubenton Pipistrello albolimbato Pipistrello di Savi Serotino Nel parco sono stati al momento individuati solo due luoghi, la buca delle Fate, utilizzata per l'ibernazione, e un edificio presso La Lama di Suviana. Si trattava in entrambi i casi di maschi isolati. Importante sarà anche per questa minuta e delicata specie cercare di approfondire le eventuali presenze in edifici abitati e non. Nel Parco appare legato ai due specchi d'acqua principali e lungo il corso di Limentra e Brasimone. Non sono conosciuti al momento i roost della specie, che appare comunque abbastanza numerosa anche se piuttosto localizzata Estremamente diffuso in regione, è stato trovato in molte zone del bolognese dove è spesso numeroso in prossimità degli abitati, dove caccia insetti sotto i lampioni o sopra i tetti delle abitazioni. Si rifugia sotto le tegole e le grondaie, nei cassonetti degli avvolgibili e in crepe e altri posti dove comunque si senta protetto da pareti strette attorno al corpo. Si ciba di piccoli insetti che caccia attivamente dopo essere uscito ben oltre l'imbrunire. Nel Parco è specie comune che si incontra in ogni centro abitato così come in ambiti meno antropizzati, Durante i rilievi è stato più volte trovato in caccia sotto i lampioni o lungo il margine delle aree boscate così come sui corsi d'acqua e al bordo dei laghi. Le colonie solitamente si trovano negli edifici o negli alberi cavi. Nel Parco è stato segnalato tra gli abitati vicino ai due laghi, con pochi esemplari contattati mediante batdetector. Ancora assai pochi i dati conosciuti e sarà importante soprattutto la collaborazione della popolazione per questa specie che abitualmente frequenta gli edifici. Stato di conservazione delle specie presenti. Valutazioni sullo stato di conservazione in Europa espresse nel 1996 dalla IUCN (International of Union for Conservation of Nature), le categorie proposte da Dondini & Vergari (1997) sullo status delle specie nel nostro Paese e il grado di tutela previsto dalla Direttiva Habitat 92/43 Specie Categorie IUCN per Allegato Direttiva Categorie per l Italia l Europa Habitat Rhinolophus ferrumequinum LR cd V II Rhinolophus hipposideros V EN II Myotis daubentonii NE V IV Pipistrellus kuhlii NE LR IV Hypsugo savii NE LR IV Eptesicus serotinus NE LR IV Legenda: EN= endangered (in pericolo); V= vulnerable (vulnerabile); LR= lower risk (basso rischio); NE= not evaluated (non valutato); cd= conservation dependent (dipendente da azioni di conservazione). Per quanto riguarda la Direttiva Habitat si nota che solamente i due ferri di cavallo, R. ferrumequinum e R. hipposideros, sono presenti in allegato II, quali specie animali la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione. Le altre specie risiedono in allegato IV che comprende le specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa. Confronto tra le faune nazionali, regionali e del Parco. Italia Emilia Romagna Parco potenziali per il Parco Rhinolophus blasii Rhinolophus euryale X Rhinolophus ferrumequinum X X Rhinolophus hipposideros X X Rhinolophus mehelyi Myotis bechsteinii X X Myotis blythii X Myotis brandtii Myotis capaccinii Myotis dasycneme * Myotis daubentonii X X 128

129 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 129 Myotis emarginatus X X Myotis myotis X Myotis mystacinus X X Myotis nattereri X X Pipistrellus kuhlii X X Pipistrellus nathusii X X Pipistrellus pipistrellus X X Nyctalus leisleri X X Nyctalus noctula X X Nyctalus lasiopterus X Hypsugo savii X X Eptesicus nilssonii Eptesicus serotinus X X Vespertilio murinus Barbastella barbastellus X X Plecotus auritus X Plecotus austriacus X X Miniopterus schreibersii X Tadarida teniotis X n. specie (totale 16) (*un solo esemplare del secolo scorso) Per quanto riguarda l uso dei rifugi artificiali, durante le campagne di rilevamento (2000, 2001, 2002) non si è rilevata alcuna presenza di Chirotteri, né segni della loro presenza. Per i nidi in legno si è verificata una discreta colonizzazione da parte del solo ghiro, che ha forzato le fessure d entrata e u- tilizzato oltre il 50% dei nidi disponibili. Le spiegazioni di questo fallimento sono riconducibili a due principali fattori. Come già in passato le ricerche avevano sottolineato, i boschi del Parco sono decisamente poveri dal punto di vista chirotterologico. Queste nuove disponibilità di rifugi non hanno quindi trovato al momento possibili inquilini e solo il trascorre del tempo e la messa in opera da parte del Parco delle a- zioni di riconversione all alto fusto e di aumento della biodiversità che potranno dare nuove speranze di ricolonizzazione di questi boschi da parte di una delle razioni della zoocenosi più delicate. RISULTATI: presenze ornitiche La maggior parte degli uccelli insettivori necessita di ambienti generalmente costituiti da cavità naturali (anfratti rocciosi, cavità alla base di alberi ma soprattutto fori e fessure presenti nel tronco e nei rami degli alberi) per la riproduzione e la sosta. L'abbattimento di piante secche, marcescenti e con cavità è stato ed è una pratica assai diffusa negli ambienti agrari e forestali e quindi, ad esclusione di castagneti maturi, gli uccelli insettivori disertano durante la riproduzione vaste aree adatte, dove gli insetti, privati dei loro predatori, si diffondono molto più rapidamente. Dati relativi alla presenza di uccelli nell area protetta-legge istitutiva, nel periodo precedente il progetto (taxa di particolare rilevanza conservazionistica) specie storicamente documentatmente specie considerate potenzial- specie rilevate presenti Allodola Averla piccola Codirossone Falco pecchiaolo Gheppio Martin pescatore Picchio verde Pigliamosche Quaglia Rondine Succiacapre Torcicollo Tortora Tottavilla Barbagianni, rilevato inoltre recentemente presso Suviana nel 1998 Gufo reale, segnalato per il 129

130 130, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Cigno delle Mogne Allocco, confermato recentemente Aquila reale, che utilizza i territori sommitali quali zone di caccia Falco Pellegrino Assiolo Codirossone Zigolo muciatto Ortolano Si tratta di una fauna ancora decisamente interessante e tipica delle strutture ecosistematiche dell alto Appennino Emiliano, legata soprattutto agli ambienti aperti, cespugliati ed intramezzati da colture. L attuale struttura degli ecosistemi forestali presenti ha dimostrato però una consistente carenza di alberi grandi con cavità, a sicuro detrimento di tutte le specie hole-depending che appaiono poco rappresentate e con popolazioni poco consistenti. Anche i castagneti da frutto rimasti sono comunque ristretti a poche aree importanti mentre la maggior parte della copertura forestale è costituita da ceduazioni o da ambiti in passato mal governati. I rilevamenti avvenuti nei tre anni di attivazione del progetto hanno evidenziato, soprattutto nei nidi artificiali, una massiccia colonizzazione ad opera di Ghiro che appare assolutamente dominante nei boschi indagati. Un solo nido di scricciolo è stato rilevato. Interessante come proprio la stazione di Porancè non abbia avuto alcuna risposta ai nidi; si confermerebbe in tal caso l'assunto che nelle zone con numerose cavità naturali non vi sia una ricerca attiva o comunque una risposta positiva nei confronti dei rifugi artificiali. Dal punto di vista delle diverse specie presenti si evidenzia come solo il Ghiro sia stato trovato in tutte le stazioni. Cinciallegra è presente in 7 stazioni, Cinciarella in 8, Cincia mora in 1 e Moscardino in 4. Cincia mora non è presente nella stazione più alta ma in un ambiente fresco a lato dell affluente del lago di Suviana, in un area con forte presenza di Conifere, a sottolineare quanto conosciuto per la specie. Presenze nelle diverse stazioni SITO GHIRO CINCIALLEGRA CIANCIARELLA CINCIA MORA MOSCARDINO N.TAXA PRESENTI 1 X X X X 4 2 X X X X 4 3 X X 2 5 X X X 3 6 X X X 3 7 X X 2 8 X X X X 4 9 X X X 3 10 X X 2 presenza in stazioni % in stazioni ,78 66,67 11,11 44,44 Il quadro comunque non è ancora chiaro in quanto è evidente per l altalenarsi dei riscontri effettuati che i boschi considerati risentono ancora in modo deciso delle passate conduzioni e la disponibilità di rifugi possa in effetti essere un fattore che ha pesantemente condizionato la comunità aviare. Specie presenti. Attuale lista faunistica del Parco, dopo i rilievi effettuati (progetto) specie nome italiano distribuzione territoriale e habitat Parus ater Cincia mora Frequenta soprattutto i boschi misti di latifoglie e conifere, in particolare le formazioni boschive ad abete rosso, cui questa cincia è strettamente legata. Tra le cince locali, è quella più montana con una distribuzione che interessa buona parte del medio e tutto l alto Appennino; gli indici di abbondanza seguono un andamento crescente lungo il gradiente altitudinale, con i valori massimi distribuiti in modo omogeneo nella fascia montana, oltre gli 800 m di quota, dove la specie è diffusa e comune. 130

131 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 131 Parus caeruleus Parus major Cinciarella Cinciallegra La specie è legata principalmente ai boschi di latifoglie, in particolare querceti e castagneti; questi ultimi, se caratterizzati da vecchie piante in grado di offrire idonei siti di nidificazione, ospitano popolazioni con elevate densità. Evita le giovani formazioni boschive e quelle troppo chiuse, preferendo i boschi radurati e maturi e le aree ecotonali. I boschi di conifere sono frequentati quando sono misti a caducifoglie. Gli indici di abbondanza sono più elevati (fino a 5-10 individui/ora per tavoletta) nella fascia collinare e submontana (fino a 800 m di altitudine), dove la specie abita una notevole varietà di ambienti alberati o semi-alberati, specialmente a caducifoglie come querce, Castagno, Robinia, ecc. Vengono preferiti i boschetti radurati, alternati a zone coltivate, e le aree alberate vicino alle abitazioni (Gellini e Ceccarelli, 2000). Alle quote più elevate risulta meno abbondante e, dove la vegetazione arborea dà luogo ad estese formazioni boschive, si rinviene per lo più nelle zone marginali. Fra le cince locali è la specie più comune ed ecologicamente più adattabile; la sua presenza risulta pressoché costante nei coltivi intersecati da filari alberati, nei giardini, nei parchi e anche in zone urbane. Un fattore che può limitare la sua diffusione sembra essere la mancanza di cavità naturali o artificiali per la nidificazione. Altre specie identificate durante i rilevamenti: specie nome italiano distribuzione territoriale e habitat Glis glis Ghiro L'ambiente elettivo è costituito da boschi di latifoglie e misti di varia età, ma frequenta anche parchi, giardini e frutteti. Spesso si introduce all interno delle abitazioni, fienili, ruderi, dove di solito si stabilisce ai piani superiori, solai, ecc. Il Moscardino ha subito in passato le conseguenze della riduzione del suo ambiente preferito, soprattutto a causa delle mutate tecniche a- gricole, ed è quasi scomparso da molte località di pianura, tanto che Moscardinus avellanarius Moscardino alcuni Paesi lo hanno inserito nell elenco delle specie protette o minacciate. Occorre peraltro ricordare che, date le abitudini di vita e l'ambiente frequentato, il Moscardino passa facilmente inosservato. La sua presenza è generalmente collegata ad aree boscate, rappresentate da cedui misti nell area appenninica. In definitiva i siti controllati mostrano una generale scarsa produttività a- viare con pochi nidi delle tre specie di cince presenti. In nessun sito è stata rilevata la presenza contemporanea dei tre taxa (cinciallegra, cinciarella, cincia mora). Le ricerche hanno mostrato un quadro non particolarmente ricco e le nidificazioni sono state decisamente poco consistenti. Appare come i boschi considerati siano stati in passato sottoposti a uno stress gestionale particolarmente forte che ha condizionato la presenza di comunità stabili di uccelli. Si riscontra inoltre un decremento delle presenze per tutte e tre le specie nei due anni con dati statisticamente validi. Di interesse la presenza cospicua da parte del Ghiro, grazie alla quale si sono inoltre intraprese specifiche ricerche sull ecologia del roditore. b.9) STRUTTURE PER L OSSERVAZIONE FAUNISTICA In località Pian di Bonarosa è installata un'altana per l'osservazione della fauna selvatica in comodato al Parco. 131

132 132, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE c) conclusioni La legge istitutiva finalizza il parco alla conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi naturali, con particolare riferimento, tra gli altri, alle specie faunistiche rare per il territorio appenninico bolognese e loro habitat. A tal fine sono stati segnalati, per l area di studio, siti e ambienti di particolare interesse faunistico, quali: l alto corso del t. Limentra di Treppio e del t. Brasimone, la parete delle Balze del Cigno e la cavità Grotta delle Fate, diverse emergenze della vena d acqua, monte Calvi, l areale del monte di Baigno e delle aree aperte del Porranceto. Le specie faunistiche di interesse conservazionistico sono riportate nelle relazioni del quadro conoscitivo presentate in Conferenza di pianificazione, a cui si rimanda. Le azioni intraprese dall Ente di Gestione del Parco, per l installazione di rifugi artificiali nelle aree boscate dell area protetta, hanno rilevato scarse o nulle presenze di chirotteri e uccelli insettivori; i boschi, sottoposti in passato a stress gestionali perticolarmente elevati, risultano ambienti non favorevoli e pertanto sono necessarie azioni di riconversione all alto fusto e di aumento della biodiversità al fine di creare le condizioni per la loro ricolonizzazione da parte di diverse specie faunistiche. E in corso (settembre 2006) un progetto di ricerca promosso dal Parco per la valutazione e gestione dei popolamenti ittici degli invasi Suviana, Brasimone e S. Damiano, quale aggiornamento dei dati attualmente disponibili (del 1991). Sul tema ittico si concentra l'attenzione di un consistente popolo di pescatori sportivi, che svolgono attività di pesca non solo nei laghi ma anche nei corsi d'acqua ed in particolare sul Limentra. Tali ricerche risultano fondamentali non solo per mantenere un aggiornato piano di intervento gestionale nei confronti di una risorsa anche intensamente sfruttata per la pesca sportiva, ma anche per poter valutare opportunamente, anche sotto l aspetto ittico, le operazioni di svaso dei laghi artificiali. d) allegati tav. 2.4 FAUNA, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note SITI DI PARTICOLARE INTERESSE digitalizzazione FAUNISTICO ZONA DI RIFUGIO PROVINCIA BO SIT AMBIENTE il tema deriva dalle relazioni faunistiche del QC PTP-conferenza OASI DI PROTEZIONE FAUNISTICA ZONA DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA ZONE DI RIPOPOLAMENTO E FREGA ZONE A REGIME SPECIALE DI PESCA NO KILL ZONE A REGIME SPECIALE DI PESCA CARP FISHING ALTANA PER L'OSSERVAZIONE DELLA FAUNA SELVATICA LOCALIZZAZIONE RIFUGI E CAVITA'- STAZIONI DI RILEVAMENTO 132 PROVINCIA BO SIT AMBIENTE PROVINCIA BO SIT AMBIENTE digitalizzazione digitalizzazione PARCO PROGETTI: "INSTALLAZIONE DI RIFUGI ARTIFICIALI PER CHIROTTERI" E "INSTALLAZIONE E MONITORAGGIO DI CAVITÀ ARTIFICIALI PER L'AVIFAUNA" la fonte è costituita dalle indicazioni contenute nel calendario proviciale della pesca 2006 informazioni dal parco

133 2. Aspetti ambientali 2.4 FAUNA, 133 temi di base crinali reticolo idrografico principale invasi confini legge istitutiva confini ampliamenti sic confine regionale base cartografica carta topografica digitalizzzazione RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) 133

134 Cod. Natura 2000 Cod. Corine Prioritario (*) 134, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 2.5 SIC E HABITAT. RETE ECOLOGICA a) metodologia di analisi Con delibera di GR n. 1242/2002 è stato individuato da parte della Regione Emilia-Romagna, ai sensi della direttiva Habitat 92/43/CEE, il Sito di Importanza Comunitaria SIC IT Laghi di Suviana e Brasimone. Le informazioni sulle caratteristiche di tale sito sono contenute nella Scheda regionale del formulario rete Natura 2000 (aggiornata con delibera di GR n. 167 del ). 104 Gli habitat di interesse comunitario compresi nel SIC e nell area protettalegge istitutiva sono stati individuati (anche cartograficamente) da uno specifico censimento ( ), commissionato dal Consorzio di gestione del parco. 105 Il SIC IT è anche elemento nodale della rete ecologica di livello provinciale individuata dal PTCP. Tutti questi aspetti sono successivi al quadro conoscitivo del PTP presentato in conferenza di pianificazione, pertanto qui se ne dà una sintetica lettura. b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) OBIETTIVI DI CONSERVAZIONE DEL SIC dati territoriali SIC IT Laghi di Suviana e Brasimone superficie (ha) % rispetto al territorio legge istitutiva 1901,72 57 % Il SIC è interamente compreso all interno dell area protetta-legge istitutiva; le considerazioni sulla perimetrazione sono contenute nella parte 0 del lavoro, a cui si rimanda. Tabella di lettura sintetica dei dati contenuti nel censimento degli habitat 2005 (elaborazione del quadro conoscitivo PTP) superficie nel SIC suddivisione della superficie totale stato di conservazione medio Descrizione di dettaglio dell habitat % rispetto al SIC % nel SIC % nel resto dell'area protetta nel SIC nel resto dell area protetta habitat legati ad ambienti aperti e a vegetazione erbacea prativa o comunque non espressamente legnosa Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp * Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell Alisso- Sedion albi * Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su sub-strato calcareo (Festuco-Brometalia) (* con stupenda fioritura di orchidee) 0, ,00 0,00 3,0-0,351 95,77 4,23 3,0 2,8 3,141 81,07 18,93 2,9 2,9 104 All indirizzo è possibile scaricare la Scheda rete Natura 2000 della Regione Emilia-Romagna riferita al SIC IT Laghi di Suviana e Brasimone (aggiornamento ). 105 SIROTTI M. (a cura di), Censimento degli habitat di interesse comunitario nel Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone, Relazione finale, EcoSistema maggio

135 2. Aspetti ambientali 2.5 SIC E HABITAT. RETE ECOLOGICA, * Percorsi substeppici di graminacee ed altre piante annue dei 0,008 77,46 22,54 3,0 3,3 Thero-Brachypodietea Praterie con Molinia sp. su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi 0, ,00 0,00 2,0 - (Molinion caeruleae) Prati da sfalcio submontani 4,653 77,96 22,04 3,2 2, * Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion) 0,000 0,00 100,00-2, Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica 0,000 0,00 100,00-3, Rocce silicee con vegetazione (!!!) pioniera del Sedo-Sclerantion 106 0,008 81,43 18,57 2,6 2,0 8,164 habitat rappresentati da formazioni legnose in prevalenza arbustive o da suffrutici Vegetazione legnosa riparia di Salix elaeagnos dei bacini e degli 0,108 43,84 56,16 2,3 3,0 alvei fluviali Lande secche europee 0, ,00 0,00 3, Formazioni di Juniperus communis su lande o praterie calcicole 0,817 84,89 15,11 2,7 2,7 0,926 habitat rappresentati da vegetazione legnosa tipicamente boschiva 91E * Foreste alluvionali e boscaglie di Alnus glutinosa (Alno-Padion, 0,000 0,00 100,00-2,2 Alnion incanae, Salicion albae) Foreste di Castanea sativa 6,917 42,84 57,16 3,3 3,0 92A Boschi ripariali a Salix alba e Populus spp. 0,044 23,57 76,43 3,0 3,0 6,961 copertura totale 16,051 Lo stato di conservazione di ciascun habitat corrisponde ad una media tra le diverse stazioni osservate ed è riferito alla seguente scala: 1 = Pessimo; 2 = Mediocre; 3 = Sufficiente; 4 = Buono; 5 = Ottimo. caratteri habitat di interesse comunitario (Allegato I direttiva Habitat) La relazione che accompagna il censimento degli habitat di interesse comunitario condotto nel territorio interessato dal SIC e dall area protetta-legge i- stitutiva contiene la seguente valutazione del sito in relazione agli habitat presenti. Gli aspetti più caratterizzanti sono rappresentati dalle seguenti 4 tipologie di habitat: (*) Formazioni erbose calcicole rupicole dell Alysso-Sedion albi, legato in particolare ad ambienti rocciosi costituiti da pareti in prevalenza subverticali o verticali (Balze del Cigno) e in parte anche da scarpate stradali, importanti per la presenza di taxa protetti (LR 2/77) esclusive di questi habitat; (*) Formazioni erbose secche seminaturali... dei Festuco- Brometalia contraddistinte spesso dalla presenza di orchidee; Praterie da sfalcio submontane attribuibili agli Arrhenatheretalia particolarmente diversificate floristicamente, sviluppate per am- 106 L habitat 8230 Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Sclerantion è sottolineato con evidenti elementi di perplessità (!!!) in quanto non previsto nell elenco degli habitat presenti nella Regione Emilia-Romagna (Alessandrini & Tosetti, 2001). In realtà sono state attribuite a questo codice situazioni per lo più puntiformi, ovvero di assai limitata estensione, e di natura secondaria, caratterizzate da aspetti assai impoveriti che vedono la presenza della sola specie Sedum sexangulare tra le numerose previste in elenco per l habitat. Tali aspetti nella maggior parte dei casi appaiono mosaicati e compresi all interno di situazioni riconducibili all habitat Si tratta, nella maggior parte dei casi, di piccole aree in cui la specie è favorita da situazioni di degrado e rarefazione della compagine erbacea in presenza di erosione e di scarso substrato pedogenetico su substrati di natura arenacea (SIROTTI M., Censimento degli habitat di interesse comunitario..., pp. 9-10). 135

136 136, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE pi tratti, e, insieme all habitat precedente, depositari di buona parte della diversità floristica del Parco; Foreste di Castanea sativa, presenti in forma sia di castagneti da frutto in attività, sia di castagneti da frutto in abbandono o del tutto abbandonati (in entrambi i casi sono talvolta presenti esemplari arborei di notevoli dimensioni) sia infine di semplici cedui di castagno, l habitat con la maggiore estensione sia nel Parco sia all interno del SIC. Confrontando le percentuali di presenza, in ciascuna delle due aree, degli habitat comuni al Parco ed al SIC si può notare come, salvo alcune eccezioni, queste siano sensibilmente superiori all interno del SIC rispetto a quanto non accada per il Parco. Fanno eccezione in particolare: - l habitat 9260 Foreste di Castanea sativa (ampi tratti di Castagneto sono localizzati nei pressi di Chiapporato, esterni al SIC), - l habitat 92A0 Boschi ripariali a Salix alba e Populus spp. (in corrispondenza dell alveo del torrente Limentra di Treppio sono le aree in cui l habitat è presente all esterno del SIC) - in misura inferiore, l habitat 3240 Vegetazione legnosa riparia di Salix elaeagnos (anche in questo caso le situazioni meglio conservate e più estese sono localizzate nell alveo del torrente Limentra di Treppio, esterno al SIC). Se si aggiunge, a quanto detto, la presenza, nel tratto di torrente considerato, anche dell habitat prioritario 91E0 (*) Foreste alluvionali e boscaglie di Alnus glutinosa, non presente, o comunque non rilevato nel corso dell indagine, entro i confini dell attuale SIC, si ritiene di poter suggerire, nell ambito di una possibile revisione, o di un eventuale ampliamento, dei confini del SIC, la inclusione della porzione sudoccidentale del Parco, rappresentata per l appunto dai territori compresi tra l abitato di Chiapporato (presenza di estesi boschi di castagno con esemplari di cospicue dimensioni) e l alto corso del Torrente Limentra fino, ad esempio, all immissione dello stesso nel Bacino di Suviana. Non ne è stata rilevata la presenza, ma potrebbero essere potenzialmente presenti nel Parco situazioni riconducibili all habitat 9210 (*) Faggete degli appennini con Taxus ed Ilex con valore di habitat prioritario. In realtà nel Parco esiste ed è stato censito un popolamento di Taxus baccata, presente nella porzione di orizzonte montano occupato dalla faggeta ma nella stessa area non è presente l altra specie guida, ovvero Ilex aquifolium, e pertanto non si è ritenuto elevare l area al rango di possibile habitat. Non si esclude peraltro che altrove nel Parco, in particolare all interno delle aree che ricadono nel comprensorio ENEA, possano esservi comunità vegetali riconducibili all habitat. 107 In realtà nella Scheda regionale rete Natura 2000 l habitat prioritario 9210 (*) Faggeti degli Appennini di Taxus e di Ilex compare come presente, con una copertura del 3% rispetto alla superficie del SIC. 107 SIROTTI M. (a cura di), Censimento degli habitat di interesse comunitario..., pp Si rimanda a tale studio per ogni dettaglio sulle valutazioni per singolo habitat e singola stazione rilevata. 136

137 2. Aspetti ambientali 2.5 SIC E HABITAT. RETE ECOLOGICA, 137 specie di interesse comunitario e loro habitat 108 UCCELLI elencati nell'allegato I della Direttiva 79/409 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo Falco peregrinus Pellegrino valutazione sito (dati scheda Natura 2000) popolazione conservazione isolamento globale 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione valore significativo valore significativo habitat 109 localizzazione nel SIC o nell area protetta - nidifica a ridosso del confine regionale (buona idoneità ambientale) - parete del Cigno (sito potenziale di nidificazione) 108 Dalla Scheda regionale si sono estratte le informazioni sulle specie di interesse comunitario presenti nel sito. I criteri per la valutazione del sito per ciascuna specie sono i seguenti (cf. Manuale formulario Natura 2000): popolazione = dimensione e densità della popolazione della specie presente sul sito rispetto alle popolazioni presenti sul territorio nazionale. Quest'ultimo aspetto è in genere abbastanza difficile da valutare. La misura ottimale dovrebbe essere una percentuale risultante dal rapporto tra la popolazione presente sul sito e quella sul territorio nazionale. Si dovrebbe ricorrere a una stima o a una classe di intervalli secondo il seguente modello progressivo: A: 100% > = p > 15% B: 15% > = p > 2% C: 2% > = p > 0% D: popolazione non significativa conservazione = grado di conservazione degli elementi dell'habitat importanti per la specie in questione e possibilità di ripristino Il dato sintetico finale si basa sulla valutazione di entrambi gli aspetti. A: conservazione eccellente = elementi in condizioni eccellenti indipendentemente dalla notazione relativa alle possibilità di ripristino. B: buona conservazione = elementi ben conservati indipendentemente dalla notazione relativa alle possibilità di ripristino. = elementi in medio o parziale degrado e ripristino facile. C: conservazione media o limitata = tutte le altre combinazioni. isolamento = grado di isolamento della popolazione presente sul sito rispetto all'area di ripartizione naturale della specie. Questo criterio può essere interpretato come stima approssimativa del contributo di una data popolazione alla diversità genetica della specie e al grado di fragilità di questa popolazione specifica. Semplificando, si può dire che più la popolazione è isolata (in relazione alla sua area di ripartizione naturale), maggiore è il suo contributo alla diversità genetica della specie. Di conseguenza il termine "isolamento" dovrebbe essere preso in considerazione in un contesto più ampio, applicandolo anche agli stretti endemismi, alle sottospecie/varietà/razze, nonché alle sottopopolazioni di una metapopolazione. In tale contesto. si dovrebbe ricorrere alla seguente classificazione: A: popolazione (in gran parte) isolata B: popolazione non isolata, ma ai margini dell'area di distribuzione C: popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione valutazione globale = valutazione globale del valore del sito per la conservazione della specie interessata Questo criterio si riferisce alla stima globale del valore del sito per la conservazione delle specie interessate e può essere utilizzato per riassumere i criteri precedenti e valutare anche altri elementi del sito ritenuti importanti per una data specie. Tali elementi possono variare da una specie all'altra e includere attività umane, sul sito e nelle aree circostanti, in grado di influenzare lo stato di conservazione della specie, la gestione del territorio, la protezione statutaria del sito, le relazioni ecologiche tra i diversi tipi di habitat e specie, ecc. Per questa valutazione globale si può ricorrere al "miglior giudizio di esperti", applicando il sistema di classificazione seguente: A: valore eccellente B: valore buono C: valore significativo. 109 Si riportano per ciascuna specie le informazioni disponibili, desunte dalle relazioni del quadro conoscitivo del PTP sugli aspetti faunistici, riguardanti gli habitat e la localizzazione puntuale rilevata nel corso degli studi nel SIC. 137

138 138, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE UCCELLI migratori abituali non elencati nell'allegato I della Direttiva 79/409 Coturnix coturnix Quaglia Streptopelia turtur Tortora Alauda arvensis Allodola Turdus philomel Tordo bottaccio 138 valutazione sito (dati scheda Natura 2000) popolazione conservazione isolamento globale 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione MAMMIFERI elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43 Canis lupus (*) Lupo Rhinolophus hipposideros Ferro di cavallo minore Rhinolophus ferrumequinum Ferro di cavallo maggiore valutazione sito (dati scheda Natura 2000) valore significativo habitat localizzazione nel SIC o nell area protetta praterie e colture cerealicole presente con popolamenti inferiori alle aspettative valore significativo - valore significativo popolazione conservazione isolamento globale 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione ANFIBI e RETTILI elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43 Salamandrina ter- non signifi- valutazione sito (dati scheda Natura 2000) - ambienti aperti specie poco frequente e limitata alle zone settentrionali, al di sotto dei 900 m valore significativo - valore buono valore buono valore buono popolazione conservazione isolamento globale - habitat localizzazione nel SIC o nell area protetta grandi complessi forestali, basso disturbo antropico e buone biomasse di ungulati selvatici presenza limitata a visite e permanenze occasionali foraggia tra il fogliame di siepi e boschetti trovati solo esemplari isolati in riposo o ibernazione Grotta delle Fate casa abbandonata presso il lago di Suviana si alimenta tra la vegetazione ripariale e nelle zone aperte con siepi e boschetti trovati solo esemplari isolati in riposo o ibernazione Grotta delle Fate habitat localizzazione nel SIC o nell area protetta -

139 2. Aspetti ambientali 2.5 SIC E HABITAT. RETE ECOLOGICA, 139 digitata Salamandrina dagli occhiali cativa mancato ritrovamento PESCI elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43 Leuciscus souffia Vairone Barbus plebejus Barbo valutazione sito (dati scheda Natura 2000) popolazione conservazione isolamento globale 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione INVERTEBRATI elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43 valutazione sito (dati scheda Natura 2000) popolazione conservazione isolamento globale Osmoderma eremita 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione Lucanus cervus 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione Cerambyx cerdo 0-2 % buona popolazione non isolata all'interno di una vasta fascia di distribuzione Austropotamobius pallipes Gambero di fiume 0-2 % buona popolazione (in gran parte) isolata habitat localizzazione nel SIC o nell area protetta valore buono - valore buono - valore buono valore buono valore buono valore buono - - habitat localizzazione nel SIC o nell area protetta vive come saproxilofago nelle parti marcescenti soprattutto di salici e pioppi probabile presenza (da investigare) le larve vivono nel legno morto di alberi di latifoglie soprattutto nelle vecchie ceppaie e tronchi morti di quercia in boschi ben conservati - vecchie querce ancora in vita - corsi d acqua alto corso del Brasimone lungo il t. Limentra di Treppio, appena a monte del lago di Suviana (esterno al SIC) PIANTE elencate nell'allegato II della Direttiva 92/43 Nel SIC e nel territorio dell area protetta-legge istitutiva, non è stata rilevata la presenza di specie vegetali di interesse comunitario. 139

140 140, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE b.2) RUOLO DELL AREA PROTETTA NELLA RETE ECOLOGICA PROVINCIALE dati territoriali Il nodo complesso corrisponde all area protetta-legge istituiva. Il connettivo ecologico di particolare interesse naturalistico e paesaggistico risulta di superficie pari a 2011 ha. Il connettivo ecologico diffuso interessa la restante parte di territorio esclusi gli abitati. Gli ampliamenti dell area protetta sono interessati dal connettivo di particolare interesse naturalistico e paesaggistico per 350 ha (60% della superficie complessiva - ampliamento nord 60%, ampliamento centro 100%, ampliamento sud 44%). caratteri La fascia collinare e montana della provincia di Bologna è interessata e coinvolta dalla rete ecologica provinciale 110 per l intero suo ambito territoriale, a differenza della pianura che ne contiene solo elementi puntuali; ciò è dovuto alle caratteristiche naturalistiche-ambientali proprie di tale fascia (diffusa presenza di boschi, praterie, affioramenti litoidi intervallati da mediopiccoli appezzamenti coltivati), nonché alla presenza di territori sottoposti già a particolari tutele ai fini della conservazione della natura (tutti i parchi regionali presenti nel territorio provinciale sono di tipo collinaremontano). In particolare l area studio del presente quadro conoscitivo risulta caratterizzata come: NODO COMPLESSO (coincidente con l area protetta-legge istitutiva; oltre a interessare l areale di Poggio Castello in comune di Castiglione dei Pepoli) norma ptcp (art. 3.5): porzione di territorio caratterizzata da habitat e/o specie animali e vegetali rari o minacciati e che contribuisce all articolazione del paesaggio; la finalità di tale zona è la conservazione e valorizzazione della biodiversità presente e potenziale (art. 3.5), CORRIDOIO ECOLOGICO (t. Limentra e t. Brasimone, entrambi nel tratto a valle degli invasi artificiali, il t. Setta) norma ptcp (art. 3.5): quando i Corridoi ecologici corrispondono ai corsi d acqua (intesi come alveo, fascia di tutela e/o fascia di pertinenza), tutti gli interventi di gestione e di manutenzione ordinari e straordinari che riguarderanno tali ambiti dovranno essere svolti prestando attenzione al loro ruolo ecologico, in sinergia con i progetti d attuazione delle reti ecologiche. CONNETTIVO DIFFUSO (ricopre il resto del territorio) norma ptcp (art. 3.5): è costituito dall insieme delle aree boscate, cespugliate, a prato-pascolo e rocciose del territorio collinare-montano; in tali aree dovrà essere favorita, soprattutto attraverso interventi ge- 110 PTCP Provincia di Bologna, tav. 5 e relative norme di attuazione (in particolare titolo III); cf. anche parte 4 del presente quadro conoscitivo. Tra gli obiettivi della rete ecologica provinciale si sottolineano quelli che coinvolgono direttamente l area di studio del presente lavoro (cf. art norme PTCP): Promuovere nel territorio collinare e montano un sistema a rete che interconnetta l insieme dei principali spazi naturali o semi-naturali esistenti, rafforzandone la valenza non solo in termini ecologici, ma anche in termini fruitivi, accrescendo le potenzialità in termini di occasioni per uno sviluppo sostenibile di quei territori; Rafforzare la funzione di corridoio ecologico svolta dai corsi d acqua e dai canali, riconoscendo anche alle fasce di pertinenza e tutela fluviale il ruolo di ambiti vitali propri del corso d'acqua, all'interno del quale deve essere garantito in modo unitario un triplice obiettivo: qualità idraulica, qualità naturalistica e qualità paesaggistica, in equilibrio tra loro; Associare alla funzione strettamente ambientale della rete ecologica quella di strumento per la diffusione della conoscenza, della corretta fruizione del territorio e della percezione del paesaggio. 140

141 2. Aspetti ambientali 2.5 SIC E HABITAT. RETE ECOLOGICA, 141 stionali, la creazione di corridoi ecologici a completamento delle connessioni individuate nelle aree di Connettivo ecologico di particolare interesse naturalistico e paesaggistico. CONNETTIVO ECOLOGICO DI PARTICOLARE INTERESSE NATURALISTICO E PAESAGGISTICO (è un rafforzativo del connettivo diffuso; nell area studio comprende le parti di ampliamento dell area protetta, escluso il versante meridionale del monte Tavianella e il lago di S. Damiano) norma ptcp (art. 3.5): è costituito da porzioni del territorio collinare-montano che presentano caratteristiche sia naturalistiche che paesaggistiche di maggior valore rispetto al resto del territorio; tali aree, insieme ai principali corsi d acqua, dovranno garantire in maniera preminente la funzione di connessione tra i nodi ecologici complessi propri del territorio collinare e montano. c) conclusioni La rete Natura 2000, rete ecologica europea coerente formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali di cui all'allegato I e habitat delle specie di cui all'allegato II della direttiva Habitat, ha il compito di garantire il mantenimento ovvero, all'occorrenza, il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, dei tipi di habitat naturali di interesse comunitario e degli habitat delle specie di interesse comunitario nella loro area di ripartizione naturale (cf. art. 3 direttiva 92/43/CEE). In tal senso gli obiettivi di conservazione del SIC IT Laghi di Suviana e Brasimone sono riportati nel precedente paragrafo b.1). Ai sensi della LR 7/2004, ai fini della gestione del SIC, all Ente di gestione dell area protetta compete: - l adozione delle misure di conservazione necessarie, anche mediante uno specifico piano di gestione (da adottare, sentite le associazioni interessate, nell'ambito dei propri strumenti di pianificazione) - l espressione del parere ai fini della valutazione d incidenza di piani che possono avere incidenza significativa sul sito - la valutazione di incidenza sui progetti e interventi che possono avere incidenza significativa sul sito. Il SIC e l area protetta rappresentano, per la rete ecologica provinciale, ambiti preferenziali su cui attivare la salvaguardia della biodiversità; l intero territorio ad essi adiacente costituisce ambito di cui rafforzare la valenza in termini ecologici e fruitivi, accrescendone le potenzialità in termini di sviluppo sostenibile. Il SIC è interamente compreso all interno dell area protetta-legge istitutiva; presenta 12 habitat di interesse comunitario, di cui 3 prioritari. L 8,1% della superficie del SIC è interessata da habitat legati agli ambienti aperti e a vegetazione erbacea prativa, quasi il 7% da habitat rappresentati da vegetazione legnosa tipicamente boschiva. Il censimento condotto nel territorio dell intera area protetta (legge istitutiva) ha evidenziato la presenza di stazioni di habitat (anche prioritari) anche, o soltanto, all esterno del perimetro attuale del SIC ed in particolare nei territori compresi tra l abitato di Chiapporato e l alto corso del Torrente Limentra fino all immissione dello stesso nel Bacino di Suviana. Gli habitat di interesse comunitario rilevati solo all esterno del SIC sono 3, di cui 2 prioritari. d) allegati tav. 2.5 SIC E HABITAT. RETE ECOLOGICA, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note RETE ECOLOGICA: NODI ECOLOGICI COMPLESSI CORRIDOI ECOLOGICI CONNETTIVO ECOLOGICO DIFFUSO CONNETTIVO ECOLOGICO DI PARTICOLARE INTERESSE NATURALISTICO E PAESAGGISTICO PTCP 141

142 142, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE SIC IT HABITAT INTERESSE COMUNITARIO temi di base crinali reticolo idrografico alvei attivi invasi confini legge istitutiva confini ampliamenti confine regionale base cartografica carta topografica PTCP PARCO CENSIMENTO HABITAT RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) tema per il SIC e per la parte all interno del perimetro legge istitutiva 142

143 3. ASPETTI INSEDIATIVI E SOCIO-ECONOMICI

144 144, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA a) metodologia di analisi La finalità della presente sezione analitica consiste nella comprensione dell organizzazione di questo territorio nelle diverse epoche, comprendendone le stratificazioni, e nell individuazione delle persistenze. Le diverse fasi storiche sono rappresentate sinteticamente da quattro periodi: 1. il primo comprende l arco temporale dalla Preistoria al periodo romano; 2. il secondo il periodo dal Medioevo al Settecento; 3. il terzo l Ottocento; 4. l ultima soglia storica è il Primo Novecento, in cui l organizzazione insediativa di questo territorio ha cominciato ad essere trasformata in modo significativo. L organizzazione territoriale alle diverse soglie storiche è stata ricostruita attraverso l analisi dei ritrovamenti archeologici natura e localizzazione -, le ricostruzioni bibliografiche 112 e cartografiche, 113 la lettura diretta della cartografia storica, 114 a partire dai tematismi riportati nel PTCP. 115 b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) BREVE INTRODUZIONE STORICA 116 Valli solitarie tra l'emilia e la Toscana Aree montuose impervie e lontane dalle principali direttrici storiche, le località del parco hanno lasciato scarse tracce nei documenti più antichi, e solo a partire dal medioevo feudale è possibile tracciare un quadro più chiaro dell'assetto del territorio. Per le epoche precedenti, oltre a importanti ritrovamenti etruschi in località del Camugnanese piuttosto distanti dal parco (come le due statuette votive di Monteacuto Ragazza), le conoscenze sui frequentatori e i primi residenti di queste alte valli sono soprattutto legate a reperti romani (monete presso il torrente Brasimone e a Le Mogne, alcune statuette nelle vicinanze di Castiglione) e a indizi che suggeriscono una presenza stabile di guarnigioni longobarde a Stagno, Bargi e Castiglione dei Pepoli. 111 SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELL'EMILIA-ROMAGNA, Indagine preliminare delle persistenze archeologiche presenti nei Comuni di Castel di Casio Camugnano, Castiglione dei Pepoli nell'ambito della valorizzazione territoriale del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 2004 (allegato al parere rilasciato in sede di Conferenza di pianificazione del PTP). 112 DE MARCHI L., Primi risultati di una ricerca di archeologia globale del territorio in val Reno, estratto da Nuèter, XXVII, pp , GUIDOTTI P., il Camugnanese dal XII al XX secolo (capitoli per una storia), COMUNE DI CAMUGNANO, Terre e acque di Camugnano. veleggiando per l Appennino Tosco-Emiliano (Itinerari Camugnanesi), TOURING CLUB ITALIANO, L Italia. Emilia Romagna, ISTITUTO PER I BENI CULTURALI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA, COMUNE DI CASTIGLIONE DEI PEPOLI, a cura di Guidotti P., Il Castiglionese dei Pepoli. Forme naturali e storiche della montagna, PROVINCIA DI BOLOGNA, Carta generale dei beni culturali e naturali del territorio della provincia di Bologna, GUIDOTTI P., Analisi di un territorio/1. Il Castiglionese dei Pepoli. Forme naturali e storiche, GRUPPO DI STUDI SAVENA SETTA SAMBRO, a cura di Righetti L. con i contributi di Abatantuono M. e Canarini R., Il Castiglionese di fine 800. Appunti e note nel ricordo della I festa degli alberi, RIGHETTI L., La nascita dell industria idroelettrica nella valle del Brasimone, Provincia di Bologna, Memoria dei siti (ricostruzione del Catasto Gregoriano su base CTR ). Regione Emilia-Romagna Provincia di Bologna - Club Alpino Italiano, Carta escursionistica Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 1:25.000, Carta topografica IGM 1:25.000, 1938 (reperita presso IBACN). 115 PTCP Provincia di Bologna, tav. 1 (Centri storici e viabilità storica di livello provinciale), PTCP Provincia di Bologna, Relazione - Allegato 2. Prima individuazione degli edifici di interesse storico-architettonico, A cura del Centro Villa Ghigi, 24. Parco Regionale Laghi Suviana e Brasimone. Storia, Pubblicazione promossa dall Assessorato Ambiente e Territorio della Regione Emilia-Romagna,

145 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 145 Tra i secoli XII e XIV le alte valli del Limentra di Treppio, del Brasimone e del Setta, dopo essere state in parte possessi matildici, furono dominio dei conti Alberti di Prato e Mangona, e da questi affidate a nobili locali. Le fortificazioni (castelli, borghi fortificati, rocche, torri) presenti nel territorio costituivano una rete difensiva e di avvistamenti, ritenuti strategici per questo settore appenninico nel controllo dei collegamenti con la Toscana. Di questi castelli restano alcune tracce materiali o in alcuni casi unicamente la memoria del sito su cui sorgevano. In epoca comunale i borghi montani furono motivo di contese tra Pistoia e Bologna, con diversi scontri e un susseguirsi di giuramenti di fedeltà da parte delle comunità locali ora all'una ora all'altra città. I primi decenni del '200 furono il periodo più aspro, poi le tensioni si affievolirono e il dominio degli Alberti, in seguito appoggiati dai conti di Panico, durò con alterne vicende fino a metà del '300; a essi subentrò il potere di Bologna, che cercò di amministrare il territorio tramite il Capitanato della montagna (fino al '400 situato a Castel di Casio) ma, troppo distante e impegnata in altri fronti, lasciò sempre ampio spazio a nobili e possidenti locali. Le terre di Castiglione, allora detto Castiglione dei Gatti (forse dal celtico gat, bosco), vennero acquisite nel 1340 da Giovanni e Giacomo della casata bolognese dei Pepoli e unite ai possedimenti che il padre Taddeo aveva ricevuto in cambio dei servigi resi a Firenze nella guerra contro Pisa. I Pepoli accrebbero col tempo la loro influenza nella zona e costruirono una propria residenza nel paese per meglio controllare la vasta proprietà. Nel 1478 Giovanni Bentivoglio, signore di Bologna, acquisì molte terre nel Camugnanese, che poi concesse in enfiteusi ai precedenti proprietari. Dopo la cacciata dei Bentivoglio da Bologna, l'inizio del '500 vide la nascita delle contee: il governo pontificio destinò Monzuno e altre terre, tra cui Camugnano, ai Manzoli, mentre la contea di Bargi, insieme a Stagno, Suviana e Badi, venne assegnata ai Bargellini; questa ultima venne abolita già intorno al 1530, mentre la prima contea fu revocata da Gregorio XIII nel I secoli XVII e XVIII videro il permanere del dominio pontificio, reso meno presente dal trasferimento del Capitanato a Vergato e dal prolungarsi delle dispute diplomatiche sui confini con il Granducato di Toscana e i Bardi della contea di Vernio, che si conclusero solo nel 1795 con una nuova apposizione di cippi confinari. Il passaggio delle truppe napoleoniche segnò un momento di particolare fermento, con sommosse contro le imposizioni francesi (tasse e leva obbligatoria); le agitazioni dovute alle condizioni di estrema povertà della zona si protrassero anche dopo la restaurazione pontificia, fino a che, con l'unità d'italia, le alte valli furono riunite nei territori comunali attuali e nel secolo successivo vennero interessate da imponenti opere pubbliche. Vita e mestieri dei secoli passati L'economia della zona si è basata per secoli sulle pratiche tradizionali e le coltivazioni che il clima e le asperità del territorio montuoso consentivano. Le ricchezze maggiori sono sempre state l'allevamento del bestiame, lo sfruttamento dei boschi per la produzione di legname e carbone e la coltivazione del castagno, ancora oggi presente in formazioni quasi pure destinate alla produzione dei frutti o più di frequente ormai mescolato al faggio in boschi cedui. Le castagne, dopo l'essiccazione nei caratteristici essiccatoi, venivano portate ai mulini mossi dalle acque dei torrenti Brasimone e Limentra, dove confluivano anche i pochi cereali raccolti. Pecore e mucche pascolavano nei pianori erbosi anche alle quote più alte, mentre ai maiali, il cui allevamento era stato incentivato dai Longobardi, erano riservate le aree prossime agli abitati e gli abbondanti frutti dei querceti. All'attività nei campi o nei boschi si affiancavano modeste attività artigianali come la lavorazione di lana e cotone e quella del legno, per produrre oggetti di uso domestico. L acqua come forza motrice era utilizzata nei mulini lungo i corsi d acqua principali, preludio di quella stagione successiva di sfruttamento delle acque per la produzione di energia elettrica. Un qualche rilievo nell'economia delle valli ebbero le miniere della valle del Limentra di Treppio: una ferriera di proprietà dei bolognesi Volta rimase atti- 145

146 146, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE va tra '400 e '500 nei dintorni di Stagno, in località le Fabbriche Vecchie, e in seguito fu venduta a una famiglia di Pistoia che costruì le cosiddette Fabbriche Nuove in una posizione più a monte del torrente, in territorio toscano; l'attività decadde però nel secolo successivo lasciando traccia di sé solo nei toponimi. Un altra ferriera per la lavorazione del ferro e del rame fu attiva nella valle del Brasimone in località Le Fabbriche tra il 500 e il 600. Assai rinomata, invece, grazie all'abilità della famiglia Acquafresca, fu la lavorazione del ferro e del bronzo per produrre armi, che tra i secoli XVII e XVIII ebbe a Bargi uno dei centri più importanti della montagna bolognese. I principali luoghi di scambi commerciali erano i mercati di Castiglione e Porretta, ma la scarsa rete viabile rendeva assai difficoltosi i trasporti. I boschi e le limitate attività artigianali non permettevano comunque a tutte le famiglie di assicurarsi di che vivere. In montagna i mesi invernali erano sempre i più difficili e alla tradizionale transumanza delle greggi verso le maremme toscane si aggiungevano le frequenti emigrazioni stagionali, che non di rado divenivano stabili, di lavoratori verso altre regioni o nazioni (boscaioli e carbonai sceglievano spesso la Corsica). Un progetto imprenditoriale agricolo-forestale interessò le pendici dei monti di Castiglione. Nel 700, ad opera della famiglia Pepoli, furono piantati molti abeti per emulare l attività imprenditoriale dei Bardi di Vernio, che trasportavano poi a valle il legname nei corsi d acqua per fluitazione. Nell Ottocento queste vallate cominciarono a divenire meta di villeggiatura, cure terapiche, gite escursionistiche e di ricerca scientifica; Castiglione in particolare si specializzò nelle attività ricettive e ricreative, nonostante l isolamento stradale sia perdurato fino alla fine del secolo. L'avvento delle grandi opere pubbliche A partire dall'inizio del secolo XX questo settore dell'appennino bolognese è stato sede di alcune grandi opere pubbliche che hanno portato a un nuovo assetto del territorio e a notevoli trasformazioni del paesaggio. Ma questo territorio nel passaggio tra l Ottocento e il Novecento fu teatro di sperimentazioni tecnico-scientifiche, come ad esempio alcune piccole opere per la produzione dell energia elettrica necessaria al fabbisogno locale, preludio della stagione delle grandi opere. Al fine di produrre l energia necessaria per il funzionamento delle industrie di Bologna, nel 1910 furono avviati i lavori per la costruzione di una diga nei pressi del mulino delle Scalere, dove la valle del Brasimone si restringeva e il torrente formava una suggestiva serie di salti. La diga venne utilizzata anche per il passaggio di una nuova strada che collegava Castiglione a Riola passando per Camugnano, consentendo di raggiungere la Porrettana e la ferrovia Bologna-Pistoia. La centrale idroelettrica collegata all'invaso del Brasimone fu costruita più a valle, nei pressi dell'antica chiesa di S. Maria, dove nel 1917 venne realizzata una seconda diga per aumentare la produzione. Questo impianto venne successivamente integrato con un piccolo invaso al Corgnolo e un altro al Balzo dei Corvi e collegato alla centrale delle Piane a Lagaro. Negli anni venti le Ferrovie dello Stato ultimarono la costruzione di un invaso a Pavana, nella vicina valle del Limentra di Sambuca, destinato a fornire energia per l'elettrificazione delle linea ferroviaria Porrettana e nel 1928 iniziarono i lavori di sbarramento del Limentra di Treppio ai Cinghi di Bargi e Suviana. La nuova diga, la più alta allora esistente in Italia (97 m), venne completata nel 1933 con ingente impiego di uomini e mezzi: per la sua realizzazione vennero costruite nuove strade e una teleferica di collegamento tra Suviana e la stazione di Porretta per il trasporto del cemento utilizzato per consolidare il materiale lapideo derivato dalla frantumazione della roccia recuperata in loco. Nel nuovo grande bacino vennero fatte confluire anche le acque di Pavana attraverso un condotto sotterraneo. A conclusione della stagione delle grandi opere idroelettriche è stato realizzato, all'inizio degli anni settanta, il collegamento tra i due bacini del Brasimone e di Suviana tramite condotte forzate e un impianto in grado sia di ge- 146

147 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 147 nerare energia elettrica sia di pompare acqua verso il bacino superiore per continuare il ciclo produttivo. Negli anni sessanta era stata anche avviata la costruzione di un impianto sperimentale per la produzione di energia nucleare (denominato PEC) sulla riva meridionale del bacino del Brasimone. Il progetto è stato definitivamente abbandonato in seguito al referendum nazionale del b.1) ANALISI DIACRONICA Per la ricostruzione dell organizzazione storica del territorio sono stati considerati i seguenti siti ed elementi: localizzazione dei ritrovamenti archeologici (dalla Preistoria al Medioevo) indicati dalla Soprintendenza; viabilità storica (sentieri e mulattiere) individuate nel Catasto Gregoriano come riportate nella carta Memoria dei Siti e strade storiche (carrozzabili, carrettabili) individuate nella carta IGM del 1938 e localizzazione dei punti della viabilità storica (ponti, valichi, guadi) desunti dai testi; centri principali medievali e cinquecenteschi (castelli, rocche, borghi, nuclei insediativi) desunti dai testi, sedi parrocchiali individuate nel Catasto Gregoriano come riportate nella carta Memoria dei Siti, località e centri novecenteschi individuati nella carta IGM del 1938; edifici urbani o specialistici come palazzi, ville, stabilimenti di cura, colonie scolastiche, osservatori scientifici, desunti dai testi; edifici e complessi religiosi (pievi, hospitalia, oratori, chiese, santuari) desunti dai testi; siti/edifici/elementi produttivi come ferriere, mulini e siti ed elementi per la produzione di energia idroelettrica, desunti dai testi e dalla lettura della CTR, invasi e dighe individuati nella carta IGM del 1938; nuclei rurali del QC del PTCP; edifici rurali del QC del PTCP e desunti dai testi. 147

148 148, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 1. dalla Preistoria al periodo romano Le testimonianze relative a questo periodo storico risultano assai scarse per una esauriente ricostruzione della distribuzione territoriale di insediamenti e tracciati viari; di questo lungo periodo sono riportate in cartografia le localizzazioni dei ritrovamenti archeologici segnalati dalla Soprintendenza (12 siti nell area di studio), che, affiancate ai siti indicati da De Marchi, danno una idea della presenza antropica sul territorio. Ritrovamenti archeologici PERIODO PREISTORICO - Cappella Frascari Greglio (8) manufatto litico, scheggia di cristallo di rocca databile al Mesolitico, materiale proveniente dall alta valle del Reno - Serra dei Coppi tra Monte Vigese e Mont Ovolo (9) manufatto in diaspro databile al Mesolitico - Serra dei Coppi crinale di Monte Vigese (10) frammenti ceramici e frustoli di concotto, ceramiche vacuolari e d impasto, per lo più appartenenti a grandi recipienti ad orlo svasato e corpo forse più globulare che biconico, datati all epoca Villanoviana, tra IX e VII sec. a.c. - Podere Bottecchio - Burzanella (13) deposito di quattordici asce enee in ottimo stato di conservazione, interpretate come oggetti utilizzati per scambi commerciali in una sorta di pre-moneta, figura in bronzo di forma schematica - Cinghione Baigno (14) ascia di bronzo alta 11,2 cm ma originariamente più lunga perché usurata, presenta margini usurati - Castello di Bargi (17) (sommità dell altura) selci lavorate attribuibili al Paleolitico, frammenti ceramici dell Età del Bronzo PERIODO ETRUSCO - Ca de Macchie Lagaro (5) tombe etrusche con colatoio, vasetti di bucchero, frammenti di tazze a figure rosse su fondo nero, tazza brammentata a ceramica nera, candelabro in ferro, arabyllos ansato in bucchero, frammenti di lamine di bronzo - Confienti - Lagaro (6) sepolture ritenute di età gallica, contenenti corredi funebri riferibili alla cultura etrusca: fondo di kilix decorato a figure rosse, oinochoe di fattura più rozza - Serra dei Coppi crinale di Monte Vigese (10) ceramiche depurate e d impasto attribuibili al VI-V sec. a.c., due orli di ciotole etruscopadane decorate da linea incisa sulla parete - Querzè Burzanella (12) statuetta femminile rivestita di chitone e manto e con un tutulo sul capo, riconducibile all arte etrusco-italica - Castello di Bargi (17) (sommità dell altura) ceramiche di epoca etrusca - Casette Costozza (20) (confluenza di Limentra e Fustello) coccio di tazza d impasto a fattura rozza con all interno un iscrizione in lingua etrusca a caratteri latini (AFFNINARSEV, l interpretazione ricondurrebbe l iscrizione ad una formula apotropaica al dio Appenninus per scongiurare il fuoco: affinin arse verte), databile dai caratteri epigrafici tra metà III e metà II sec. a.c. - La Gaggiola Pian di Casale (22) (sul poggio) resti di insediamento a fondi di capanna con stoviglie, cocci, ossa, corna di cervo, un mazzuolo in pietra verde con foro cilindrico per il manico, due lame di pugnale in bronzo, una fibula fogliata in bronzo, un cubetto di ambra, una ciotola a vernice nera lucida con all interno graffiata una scitta di difficile comprensione, frammenti di vasi etruscocampani, fibule in bronzo e pezzi di aes rude. Sito datato tra VIII e III sec. a.c. bronzetto di guerriero oggi perduto datato alla fine del V sec. PERIODO ROMANO - Rasora (2A), Sparvo (2), Cavillano 117 monete romane, dubbio di autenticità - Le Piane Lagaro (3) monete romane - Monte Gatta (4) segnalato un centro detto Ara di Castro definito come tempietto, tracce di fabbricato attribuite all epoca romana, ma di dubbio riconoscimento - Ca de Macchie Lagaro (5) cinque tombe a inumazione scavate nella roccia con suppellettili varie: vaso in bronzo e monete romane - Ca di Macchie Lagaro (7) resti di sepolture di età romana, vaso contenente sette monete di età romana - Ca de Paoletti Le Mogne (16) 117 Informazioni insufficienti o localizzazione incerta. 148

149 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 149 due lucerne di terracotta, di cui una a forma di candela e nove monete di cui quattro attribuibili all età romana, nelle quali era ben visibile la sigla S.C. e S.G. - Castel di Casio (18) vasi cinerari contenenti varie monete tra cui alcune di Tiberio, una d oro di Nerone, monete di rame e di stagno di Galba e Vespasiano, altre monete di bronzo di Traiano e Adriano EPOCA IMPRECISATA - Chiesa Vecchia Castiglione dei Pepoli (1) idoletti, la tradizione vuole che la chiesa sia sorta sui resti di un tempio pagano, forse si trattava di una stipe votiva - Le Mogne (15) teschio, vaso contenente carboni, monete d oro, forse facenti parte di una sepoltura - Pieve di Casio (21) tomba di epoca imprecisata Insediamenti - Monte di Bargi insediamento d altura Punti della viabilità (percorrenze transvallive, ponti, guadi, valichi) - Castrola (Porretta, Castel di Casio, Camugnano, Castiglione) - Serra dello Zanchetto - Serra dei Coppi Dalla Preistoria al periodo romano 149

150 150, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 2. dal Medioevo al Settecento, i feudi, i comuni, le contee Di questo periodo limitate risultano le persistenze materiali, ma dalle testimonianze documentali si evince che l ambito in esame è stato per secoli un territorio di confine conteso tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio (cippi confinari definitivi nel 1795). Nel Medioevo il territorio era organizzato in feudi dominati dagli insediamenti fortificati (rocche e castelli), generalmente in posizione dominante su speroni rocciosi in modo tale da controllare il territorio circostante. I collegamenti viari, pressoché invariati fino alla fine del Settecento, e- rano costituiti da mulattiere e sentieri, principalmente lungo i fondovalle maggiori e sui crinali montuosi, lungo i quali si trovavano oratori ed hospitalia, oltre a ponti, pedagne e guadi nei punti di attraversamento dei corsi d acqua. Successivamente il governo territoriale viene ordinato in comuni, poi in contee (Camugnano-Monzuno, Bargi, Vigo, Castiglione, Vernio), una strutturazione gerarchica organizzata in centri principali e in centri minori. Ritrovamenti archeologici - Stagno (11) (area sottostante il paese) materiale medievale o posteriore, frammenti di ceramica grezza raramente decorata a onde sulla superficie esterna, rare graffite arcaiche, ceramica invetriata postmedievale, databili tra X e XII sec. - Badi (19) frammenti di ceramica grezza, scorie di lavorazione del vetro, databili tra X e XII sec. - Castello di Bargi (17) (sommità dell altura) frammenti di vasi medievali Viabilità (sentieri, mulattiere, valichi, guadi, ponti) strada di fondovalle lungo il Reno (Bologna-Pistoia) - strada della Futa (Bologna-Firenze) - strada Bologna-Camugnano itinerario: Carbonara, traghetto, Montovolo, Vimignano, Verzuno, Guerzano, Cà de Fabbri - strada Bologna-Castiglione itinerari: la strada del Setta Bologna-Sasso, nell alveo fino a Lagaro, poi sentieri; la via maestra bolognese Pianoro, Monzuno, Piano, Lagaro, poi sentieri - strada Castiglione-Vergato itinerario: Brasimone, Trasserra, San Damiano, Monteacutoragazza, Grizzana - strada Futa-Castiglione itinerario: Stale, torrente Gabellato, Roncobilaccio, Baragazza - strada Castiglione-Prato itinerario: Bagucci, Rasora, Storaia, Montepiano, Vaiano. - strada Castiglione-Pistoia itinerario: Brasimone, Mogne, Serra dello Zanchetto, Guzzano, Castrola, Casio, Moscacchia, Limentra di Sambuca - ponte di Castrola* notizie già dal 1000, distrutto e ricostruito nel 300, era situato sulle percorrenze transvallive che collegavano le valli del Reno, del Limentra, del Brasimone, progettato da Lorenzini nel 700, ricostruito ponte ai cinghi di Bargi* progettato da Gian Giacomo Dotti realizzato nel ponte dei Badioli sul Limentra a Badi esisteva un ponte in legno nel 1775, scomparso nell ottocento - ponte alle Fabbriche di Stagno* ponte settecentesco, distrutto 1844, restato le testate - ponte alle Moline delle Mogne sul Brasimone sostituito più volte nel tempo - ponte al Mulino sul Gambellato ponte in pietra 1708, distrutto, successivi ponti in legno - ponte sul Setta alla Badia Vecchia Centri principali medievali - Castel di Casio* castello medievale, resta la torre - Bargi (Castello)* castello medievale, insediamento d altura a carattere viario-gestionale - Stagno* 118 L asterisco (*) indica la presenza di resti o persistenze. 150

151 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 151 castello, nucleo medievale, culmine di crinale, insediamento abitativo e strategicogestionale - Vigo* rocca e borgo esterno medievali - Le Mogne* castello medievale, nucleo abitato, feudo consortile - Mogone, presso Serra dello Zanchetto* castello medievale - Montecapello, presso Guzzano (Poggetto dei Pecoroni) rocca medievale - Burzanella rocca medievale - Castrola* castrum medievale sul poggio, località abitata e fortificata a difesa del ponte di legno sul Limentra - Castellazzo (Castiglione dei Pepoli) castrum medievale, distrutto Muscarolo (Poggio S.Giusto) castrum medievale - Poggio Castello (Baragazza) castrum medievale - Civitella* castrum medievale Centri principali cinquecenteschi - Badi - Baigno - Baragazza - Bargi - Camugnano il Poggio - Carpineta - Castel di Casio - Castiglione dei Pepoli - Costozza - Guzzano - Le Mogne - San Damiano - Sparvo - Stagno - Suviana Edifici urbani o specialistici - Palazzo Comelli a Bargi* insediamento, palazzo cinquecentesco - Palazzo Pepoli a Castiglione* palazzo del governo con torre cinquecenteschi, restaurato 600 (ponte coperto) - Palazzino a Castiglione* palazzina di residenza nobiliare settecentesca - Torre dell orologio a Castiglione* torretta settecentesca 1724, con teatro pubblico (non più esistente) - Palazzo de Bianchi a Pian del Voglio* palazzo cinquecentesco Edifici e complessi religiosi - chiesa di S.Giovanni Battista* pieve medioevale di Verzuno, poi chiesa ricostruita più a valle sui resti del castello a fine XV sec., ricostruita pieve di S.Pietro a Guzzano* pieve medioevale, ricostruita 1460, 1551, 1654, ampliata nel settecento, ricostruita spostata a metà ottocento - pieve Castello a Castel di Casio pieve medioevale, scomparsa - oratorio di S.Maria in Porcole a Piderla di Bargi ospitale medioevale, scomparso - ospitale delle Crocicchie ospitale medioevale, scomparso - chiesa di S.Antonio di Greglio* ospitale medioevale 1210, oratorio ricostruito - chiesa di S.Martino a Camugnano* origine romanica, ricostruita 1616, nel settecento, ristrutturata 1889 e chiesa dei SS.Giacomo e Cristoforo a Bargi* chiesa romanica, ricostruita sulle preesistenze dell antico castrum nel settecento - chiesa di S.Donnino a Burzanella* 151

152 152, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 152 origine romanica, rimaneggiata nell ottocento - chiesa di S.Stefano di Vigo* chiesa romanica, ricostruita nel 1598, ampliata a metà ottocento, campanile rifatto nel novecento - chiesa di S.Michele Arcangelo a Le Mogne chiesa romanica, limitati interventi XVI sec., ricostruita interamente chiesa di S.Giorgio a Stagno chiesa medioevale, scomparsa - chiesa di S.Michele Arcangelo a Stagno* chiesa medioevale, ristrutturata - chiesa della Beata Vergine del Cigno* forse fortificazione altomedioevale, prima chiesa 1521, ricostruita chiesa di S.Giovanni Battista a Trasserra* XII sec., rifatta nel settecento - chiesa di S.Stefano a Baigno* chiesa medioevale, ampliata chiesa di S.Bartolomeo a San Damiano* origine medioevale, ristrutturata - chiesa dei SS. Carlo e Bernardino a Carpineta* costruita 1625, ricostruita chiesa di S.Maria M. a Collina - Burzanella* chiesa medioevale - chiesa di S.Biagio a Castel di Casio* chiesa medioevale, ricostruita 1600 e chiesa di S.Prospero di Badi* chiesa chiesa dei SS.Giusto e Clemente a Suviana* chiesa Chiesa Vecchia Madonna della Cintura a Castiglione* (ex S.Lorenzo) ricostruita nel settecento - chiesa di S.Lorenzo a Castiglione* oratorio realizzato nel 1576, trasformata in parrocchiale nel seicento, ristrutturata a metà ottocento - chiesa di S.Michele a Baragazza* chiesa romanica, restaurata e ampliata , nuova chiesa sito diverso 1756, campanile 1852, facciata chiesa di S.Michele Arcangelo a Sparvo* presente già nel 400, ricostruita due volte tra 600 e chiesa dei SS.Giacomo Maggiore e Andrea Apostoli a Creda* chiesa medievale, ricostruita più volte fino al oratorio alla Lamma* oratorio chiesa dei SS.Giovanni e Paolo a Rasora* oratorio di S.Rocco del 600, ricostruito 700, diventa chiesa plebana - santuario della Beata Vergine di Boccadirio* realizzato 500, trasformato fine 700 e inizio oratorio di S.Maria Dolorosa - cappella Frascari* costruita , campanile oratorio di S.Vincenzo de Paoli a Gumiera* costruito metà oratorio di S.Giovanni Battista a Chiapporato* oratorio 700, recentemente ristrutturato - oratorio di S.Tommaso a Costozza* costruzione romanica, ripristinato e abbandonato varie volte, recentemente ristrutturato - oratorio di S.Luigi Gonzaga a Burzanella* oratorio oratorio della Beata Vergine di Fondale a Carpineta localizzazione incerta, oratorio medievale - oratorio di S.Tommaso a Costozza* oratorio medievale - oratorio di S.Ilario di Badi* costruzione romanica, oratorio di S.Giusto Martire (poggetto presso lago San Damiano)* oratorio edificato nel 500, restano alcuni ruderi - oratorio di S.Stanislao Koska a Palazzo Pepoli oratorio edificato nel 500 nel palazzo del governo, scomparso - oratorio della Beata Vergine di S.Luca ai Linari* edificato badia di S.Maria di Oppieda monastero, badia vallombrosana sorta nel 1100, distrutta 1317, altre notizie incerte, scomparsa Siti produttivi - le Fabbriche sul Limentra

153 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 153 miniera, fabbriche, borgo, di fine 400, scomparsi - le Fabbriche sul Brasimone ferriera attiva tra 500 e 600 Nuclei rurali - Boccadirio - Burzanella - Ca del Fabbro - Chiapporato - Cinghiane - Massovrana - Palazzolo - Poggio Meriggio - Prediera di sopra - Stagno - Vigaia Edifici rurali - La Torraccia a Fiovenza - Bargi* casa-torre, insediamento quattro-cinquecentesco - Casa Forte della Serra, presso lo Zanchetto* fortilizio trecentesco, rimaneggiato successivamente - Ca Bianca a Bonagheto* casa 1496, rimaneggiata successivamente - Torre di Roda presso Camugnano* casa-torre quattrocentesca - Badia Nuova* datazione? - Ca Mazzoli - Carpineta* Cantarella San Damiano* Capravecchio - Stagno* probabilmente Ca Vecchia La Torre di Badi* Cisino - Pieve di Casio* Collina - Bargi* Guerzano* I Pianacci - Bargi* L Alborato - Bargi* L Ospedale - Bargi* Ospedale Pieve di Casio* La Torretta - Bargi* torre, probabilmente I Campacci - Badi* torretta da vigna, probabilmente La Torre - Badi* torretta da vigna, probabilmente

154 154, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Dal Medioevo al Settecento Castelli, rocche, borghi fortificati medievali Centri cinquecenteschi 154

155 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, l Ottocento L Ottocento è caratterizzato dalla successione di dominazioni, francese, austriaca, poi di nuovo sotto il governo dello Stato Pontificio, ed infine l annessione al Regno d Italia. L impianto territoriale, costituito da insediamenti e strade, resta pressoché invariato, mentre muta l organizzazione amministrativa (distretti e cantoni, mandamenti e comuni), diviene maggiormente centralizzata e burocratizzata, vengono introdotti tasse, leva obbligatoria e, nel corso del secolo, i servizi scolastico, postale, telegrafico, sanitario e ferroviario. Un certo impulso hanno avuto durante il secolo le attività legate alla villeggiatura, alle cure, all escursionismo e alla ricerca scientifica, in particolare a Castiglione e nella valle del Brasimone. Viabilità - strada Porrettana* ferrovia Porrettana* strada carrozzabile Lagaro - Castiglione Toscana* ponte sul Limentra ai Linari presso la foce del Reno, ponte di Castrola* ponte alle Fabbriche Vecchie* ponte sulla Zetta a Carpineta strada Poggio (Camugnano) Castiglione per Sassè, Pontegazzi, Serra, Molino Nuovo - strada Casio Casola per Roda, Ponte Zetta, Rio - strada Poggio stazione di Riola per Guerzano, Roncorozzo, Capanne Verzuno, Montone, Limentra; variante: Poggio, Serra, chiesa di Carpineta, Limentra - strada Poggio Toscana per Cà del Campo, Belvedere, Baigno, Bargi, Stagno - strada Poggio Mogne per Mabellina, Monte Pergola, Trasserra, S.Damiano - strada Poggio Vigo per Cà di Gallo, Frascari, Greglio, Cà Brunetti - strada Poggio Grizzana per Lago, Frascari, Collina, Querzè, Mazzana, Rio Mazzano, Tavernola - strada Poggio Guzzano per Cà di Campo, Belvedere Centri principali (Toponimi principali - Catasto Gregoriano Memoria dei Siti) - BADI (sede parrocchiale) - BAIGNO - BARAGAZZA (sede parrocchiale) - BARGI - CAMUGNANO (sede parrocchiale) - CARPINETA (sede parrocchiale) - CASTEL DI CASIO (sede parrocchiale) - CASTIGLIONE (sede parrocchiale) - GIAPORATO (sede parrocchiale) (v. fig. 16) - GUZZANO (sede parrocchiale) - MOGNE (sede parrocchiale) - PIAN DEL VOGLIO (sede parrocchiale) - PIEVE DI CASIO (sede parrocchiale) - STAGNO (sede parrocchiale) (v. fig. 17) - TRASSERRA (sede parrocchiale) - SAN DAMIANO (sede parrocchiale) - RASORA (sede parrocchiale) - SAN GIACOMO (sede parrocchiale) - SUVIANA 155

156 156, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Altri centri (Toponimi secondari - Catasto Gregoriano) - ACQUAFRESCA - CORGNOLO - ACQUARINI - CRIMONA - ALBERATO - CRIMONI - ALLA CAFA - DOZZE - BADIA - FABBRICHE - BAGUCCI DI SOPRA - FARFALETTO - BARCETA - FIOVENZA - BIANCARELLE - FONTE STABIADONE - BONAGHE' - FORMARULLI - BOQUINO - FORNELLACCIO - BOSCHI DI PRA' MAGGIOLINO - FORNO VECCHIO - CA' BELGIERI - GUARDATA - CA' BIANCA - GUSCELLA - CA' DALEGRANTE - LA FABBRICA - CA' DARIA - LA FATTORIA - CA' DE BENEDETTI - LA MACCIA - CA' DE FANTI - LAMA - CA' DE FATTI - LINARI - CA' DE FOGACI - MANSOVRANA - CA' DE LENZI - MOLINEI - CA' DE NERI - MOLINO - CA' DE NESI - MONTE - CA' DE PRUGNOLI - MULINO (1) - CA' DEI SARLI - MULINO (2) - CA' DEL TOPO - MULINO (3) - CA' DI CAMPINI - MULINO (4) - CA' DI COSTANZA - MULINO DI BADI - CA' DI FABBRI - OSPEDALE - CA' DI FIORAVANTI - OSTERIA - CA' DI LANDINO - PALAZZO - CA' DI LEONE - PELOCA - CA' DI MARCHINO - PESATORE - CA' DI PRADALBA - PIAMAGGIOLINO - CA' DI TARTARONI - PIANACCI - CA' DONATI - PIANE - CA' NUOVA - PIDERLA - CALCINARA - PIGNOLI DI SOPRA - CAMPACCIOLI - PIGNOLI DI SOTTO - CAPRAVECCHIA - PILLA - CASA CAPONI - PODERE - CASA DEL CONTE - POGGIALI DI SOPRA - CASA DEL MONTE - POGGIALI DI SOTTO - CASA DI JACOMACCIO - POGGIOMERIGGIO - CASA DI SANTONE - PORONCETO - CASA GRANDE - PREDOLA - CASA LISA - QUERCETTA DI SOPRA - CASA SOPRANI - QUERCETTA DI SOTTO - CASA VALLERIO - ROMICCI - CASA VOLPINI - RONCACCIO - CASACCIA - RONCHI - CASE DI VALLI - RONCOBILACCIO - CASELLA - S.GIUSTO - CASELLINA - SAN GIORGIO - CASETTA DEL RIO - SANTA MARIA - CASIGNI - SANTUARIO DI BOCCA DI RIO - CASONI - SAVALENTOLA - CASSINA DI SOPRA - SCADORA - CASSINA DI SOTTO - SCALERE - CASTAGNACCIA - SERRA (1) - CASTAGNETINI - SERRA (2) - CASTELLO DI BARGI - SERRAGLIO (sede parrocchiale) - SERRAMAGGIO - CASTUCCIA - SPAZZAVENTO - CAVANNA - SPIANAREGGIOLA - CESURELLA - SPINALACQUA - CHIESA PARROCCHIALE (BAIGNO) - STOBBIE (sede parrocchiale) - TAVOLETTE - CHIESA VECCHIA - TERIA - CIGNO - TORRACCIA 156

157 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, TORRE - VIGNADE' NESI - VIZZARETE DI SOPRA Edifici urbani o specialistici - villa Ruggeri al Brasimone* villa padronale ottocentesca, restaurata - ville e palazzine Ruggeri ai Poggiali di Castiglione* localizzazione?, ville ottocentesche - Stabilimento elettro-idro-terapico e climatico Ruggeri (Castiglione)* 1880, ampliamento dell hotel Mattei, cure elettroterapiche con acqua fredda, attività escursionistiche e ricreative per gli ospiti, impianti sportivi, servizi di trasporto, telegrafo - osservatorio meteorologico di M. Gatta* realizzato 1882, ospitava anemometro e termografo, restano i ruderi del piccolo edificio, era parte della rete di osservazione meteorologica e sismologia nazionale - osservatorio meteorologico di Castiglione* all interno di Palazzo Pepoli, ospitava barometro, psicrometro a ventilatore, pluviometro, nevometro - Colonia A - colonia scolastica a Castiglione 1899, presso la chiesa di S.Lorenzo Siti/edifici/elementi produttivi (mulini, opere idrauliche) 119 mulini del Limentra e affluenti: - mulino Belgieri (Le Fabbriche Vecchie)* - opere idrauliche del mulino Belgieri (Le Fabbriche Vecchie)* presa dal torrente Limentra e canale di adduzione al mulino - Molino dei Sassi* ancora esistenti gli edifici, ristrutturati - Molino di Casio* ancora presenti le macine - mulino dello Zetta 1 (Molino Zetta) - mulino dello Zetta 2 (Molino Zetta) - Molino Provalecchio* - Molino di Carpineta* ancora presenti le macine - Molino Nanni scomparso - Molino del Fosso* - Molino di Torbola* ancora presenti le macine mulini del Brasimone e affluenti: - mulino delle Scalere o Ruggeri (Le Scalere) realizzato 800, opificio più importante della zona, era costituito da due mulini, demoliti durante la costruzione della diga del Brasimone - mulino delle Mogne (Il Molino)* ancora esistenti gli edifici - mulino di Trasserra (Il Molino) - mulino dei Sassi Rossi (Molino dei Sassi Rossi) - mulino di Spinalacqua (Spinalacqua)* ancora esistenti gli edifici e le prese - Molino della Chiesa Vecchia o del prete (Chiesa Vecchia) scomparso - Molino di Ambrogio (Chiesa Vecchia) scomparso mulini del Setta, del Gambellato e affluenti: - mulino di Baragazza (Molino di Sotto) - mulino di Rasora (Molino della Sorgiva) - mulino di Segalara (Molino di Segalara) - mulino di Setta (Molino di Setta) - Molinuccio Edifici rurali cascine Ruggeri al Brasimone (aziende zootecniche e forestali) - Cascina Ortedè* 800, restano alcuni ruderi - Cascine di Sotto 119 La localizzazione dei mulini è stata desunta prevalentemente dalla lettura della CTR, le informazioni circa l effettiva persistenza di manufatti edilizi storici è stata fornita da testimonianze orali. 157

158 158, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 800, sommersa dal lago ai primi del 900, realizzata più a monte presso il rio Torta, demolita durante la realizzazione del PEC - Cascine di Sopra* 800 (con tracce del 500?) - Cascine della Guardata* 800 L Ottocento 158

159 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 159 fig Centro storico di Giaporato (ora Chiapporato), particolare dal Catasto gregoriano, , Archivio di Stato. 159

160 160, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE fig Stato. Centro storico di Stagno, particolare dal Catasto gregoriano, , Archivio di 160

161 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 161 il Primo Novecento Dal Primo Novecento il territorio in esame comincia a modificarsi in maniera sostanziale, poiché interessato dalle nuove infrastrutturazioni costituenti un unico grande sistema di sfruttamento delle acque (i grandi bacini, le dighe, le condotte e le centrali idroelettriche), dalle prime strade carrabili, carreggiabili, carrettabili, campestri (fonte IGM) con i relativi ponti, da opere pubbliche quali acquedotti, fontane, lavatoi, cimiteri e scuole. I primi due tratti di carrozzabile, da Riola a Camugnano prima e da Camugnano a Castiglione e alla Futa successivamente rientravano nel più ampio progetto di grande collegamento viario appenninico costituito a est dalla direttrice Bologna-Firenze della Futa e a ovest dalla ferrovia e la strada Porrettana; il collegamento inoltre prosegue trasversalmente giungendo fino alla pianura modenese, attraverso Pietracolora, Castel d Aiano, Zocca fino a Vignola. Viabilità - ferrovia Bologna-Firenze* , cantiere della Direttissima, con villaggio operaio a Ca di Landino - strada carrozzabile Camugnano Riola* strada carrozzabile Camugnano Guzzano Bargi* strada carrozzabile Camugnano Castiglione Baragazza Futa* strada carrozzabile Serra dello Zanchetto - Baigno - Bargi* strada carrozzabile Aravecchia - Trasserra - Pampana nuovo ponte alle Moline di Mogne 1921 Centri principali (toponimo principale - rilievo IGM 1938) - BADI - BADIA NUOVA - BADIA VECCHIA - BAGUCCI - BAIGNO - BARAGAZZA - BARCEDA - BARGI - BELVEDERE - BURZANELLA - C. MORICCE - C.SE BADUCCO - C.SE MONTE TAVIANELLA - C.SE RONCACCE - CA' DE' CERRI - CA' DI LANDINO - CA' DI SETTA - CA' GABRIELLI - CAMUGNANO - CAPANNA - CARPINETA - CASTEL DI CASIO - CASTIGLIONE DE' PEPOLI - CAVANICCE - CHIAPPORATO - COSTOZZA - CREDA - CROCICCHIE - GUZZANO - IL MOLINO - LA COLLINA - LA TORRACCIA - LAGORA - LE PIANE - LE SCALERE - MASSOVRANA - MOGNE - PIAN DEL VOGLIO - PIANORI - PIEVE DI CASIO - PORANCE' - RASORA - RONCOBILACCIO - SAN DAMIANO - SAN GIORGIO - SERRAGLIO - SPINARECCIA - STAGNO - SUVIANA - TRADIO - TRASSERRA 161

162 162, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Altri centri - località secondarie (toponimo secondario - rilievo IGM 1938) ALBERETE DI MEZZO - ALBERETE DI SOPRA - ALBERETE DI SOTTO - ALBORATO - BADIA - BARBA MOZZA - C DEL PASTORE - C. CAMPORE - C. CASSANINI - C. CASSELINA - C. CERDACCIO - C. DEL FABBRO - C. DI SOPRA - C. FARMADICCIA - C. FARNE' - C. FONTANELLE - C. GARDINI - C. LAMMA - C. LINARI - C. MAPPIANA - C. MARI - C. MORESCHI - C. OPPIEDA - C. ORTEDE' - C. PALAZZI - C. PERI - C. PIANONE - C. PRADESINO - C. RUGGERI - C. SEGALARA - C. SERRETTA - C. SPAZZAVENTO - C. SUSINETTO - C. VECCHIETTE - C.NA DI SOTTO - C.SE BADIA - C.SE BAGNANA - C.SE CESINO - C.SE GUIDOTTI - C.SE PRINO - C.SE RONCO NUOVO - C.SE VEDRAGNO - CA' CARROCCI - CA' DE MORELLI - CA' DEL CUCCO - CA' DEL VENTO - CA' DI BRAVI - CA' DI COSTANZO - CA' DI GIAI - CA' DI NANINO - CA' DI NESI - CA' DI ROMICCIA - CA' FONTANA DEL BOIA - CA' FONTE - CA' GRANDE - CA' LEONESI - CA' MATTEI - CA' NOVA DEI CASTAGNETI - CA' PEGHETTA - CA' ROSSA - CA' SODI - CAGNAIA - CAMPI DI SOPRA - CAMPO DI MICHELE - CAMPODURO - CAPANNA DE' MORATTI - CAPPELLA DEL CIGNO - CAPREVECCHIE - CARPANE - CASALE - CASIGNI - CASONCELLO - CASONE - CASONE - CASTELLO ANGONE - CASTELLO DI BARGI - CERRETA - CHIESA VECCHIA - CINGHIONE - CORGNOLO - CORNACCHIONI - CREMONA - DOMINUS VOBISCUM - FORAGATTI - FORMARULLI - FORNO VECCHIO - I PIANACCI - I SODI - IL BALINELLO - IL BOSCACCIO - IL CAMPANO - IL CASONE - IL GIOVO - IL PALAZZO - IL PIANELLO - IL PODERE - LA CA' - LA CALCINARA - LA CASTAGNACCIA - LA FOSSA - LA GUARDATA - LA GUSCELLA - LA PIANACCIA - LA SERRA - LA SERRA - LA TORRE - L'ACQUAIOLA - LAVACCIONI DI SOTTO - LE CASETTE - LE COTTEDE - LE FABBRICHE NUOVE - LE FABBRICHE VECCHIE - LE SERRE - LIZZO - LOGOMANO - L'OLMETA - MOLINELLO - MOLINO DI CASIO - MOLINO DI RIO D'AVENA - MOLINO NANNI - MONTE - MONTILOCCHI - PARROCCHIA DI BAIGNO - PIAN DE BINO - PIDA - PIGNOLI - POGGIO DI TRASERRA - POGGIOMERIGGIO - QUERCETA - SAN GIUSEPPE - SANT ILARIO - SANTO STEFANO - SANTUARIO DI BOCCADIRIO - SASSO BIBBIO - SERRAMAGGIO - SORGENTE LA FAGGETA

163 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, TORRE BAGNANA - UCCELLAIA - V.LA RANUZZI - VAL DI NADIA - VAL DI SASSO - VALLI - VEGINA - VILLA RUGGERI - VIZZARELLE DI SOPRA - VIZZARELLE DI SOTTO - VOLPIANA Edifici urbani o specialistici - Colonia B - colonia scolastica a Castiglione 1911, Ca dell Allegrante - Colonia a Pian delle Fate - colonia scolastica a Castiglione* 1935, colonia elioterapica - villaggio operaio a Ca di Landino* cantiere della Direttissima, la ferrovia Bologna-Firenze - casermetta delle Cottede Novecento? Siti/edifici/elementi produttivi Impianti tecnologici per la produzione idroelettrica locale - Officina idroelettrica ai mulini delle Mogne* realizzata da Lorenzo Pezzoli nel 1903, con bacino artificiale (serbatoio di carico), canale di alimentazione che intercettava la acque del Brasimone, officina con le turbine, realizzata per dare luce a Castiglione (1903 illumina lo stabilimento idroelettroterapico) - torretta di trasformazione dell energia elettrica a Castiglione* 1903 Impianti tecnologici per la produzione idroelettrica sovralocale - bacino idroelettrico diga delle Scalere* in loc. Scalere sul Brasimone strada sulla diga del Brasimone* centrale di S.Maria* realizzata in loc. S.Maria di Spinalacqua - condotte dal bacino delle Scalere alla centrale di S.Maria* bacinino di M. Gatta* localizzazione incerta, , immetteva nelle condotte del Brasimone le acque del rio Canala, dismesso - bacino idroelettrico diga di S.Maria S.Damiano* realizzato condotte dal bacino di San Damiano alla vasca di carico delle Piane* centrale e piccolo serbatoio al Corgnolo* 1917, bombardato durante la seconda guerra mondiale, dismesso - centrale a Le piane di Lagaro e bacino ai Balzi del Corvo* diga Molino del Pallone* sul Reno con galleria-canale di collegamento al Limentra di Sambuca diga e centrale di Pavana* con galleria-canale di collegamento al Limentra di Treppio bacino idroelettrico diga di Suviana* ai cinghi di Bargi sul Limentra di Treppio per elettrificare la ferrovia Porrettana (FS) - centrale idroelettrica di Suviana * entra in servizio nel strada sulla diga di Suviana*

164 164, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Il primo Novecento 164

165 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 165 b.2) PERSISTENZE Nella tav. 3.1, sono stati riportati gli elementi rilevati come di impianto storico nello studio di cui al punto b.1) precedente, unitamente alle indicazioni, in materia di tutela del sistema insediativo storico, contenute nei vigenti strumenti di pianificazione territoriale (PTCP) e urbanistica (PRG e PSC comunali), nonché dai rilievi effettuati durante i sopralluoghi effettuati per lo svolgimento del presente studio. Gli elementi risultano così individuati: centri storici indicati dal PTCP 120 Il PTCP della Provincia di Bologna (art. 8.3, Allegato E, tav. 1), in recepimento e integrazione di quanto disposto dal PTPR, individua i centri o nuclei non urbani storici da sottoporre a particolare tutela ai sensi dell art. A-7 della LR 20/2000; è compito dei PSC l individuazione del perimetro del centro o nucleo storico e la specifica disciplina di tutela, da definire in coerenza con le disposizioni regionali e del PTCP stesso. I centri storici sono classificati come semplici, complessi o relazioni tra loro. centri storici riportati nei PRG e PSC/RUE 121 CAMUGNANO (PRG artt. 13 e 14): Il PRG vigente individua le zone A come le parti del territorio interessate da complessi urbanistico-edilizi o da singoli edifici che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale, comprese le aree circostanti che possono considerarsi parte integrante dei complessi stessi. Tali areali costituiscono le unità minime di intervento, che possono comprendere una o più unità ediklizie, e per le quali è prescritta la presentazione di un progetto unitario. I borghi di Chiapporato e Stagno invece sono classificati come zona B2 sottoposta alle normative e indicazioni contenute nei Piani di Recupero di iniziativa pubblica (approvati con delibera CC n. 6 del ). 122 Per tali piani non è mai stata adottata la Convenzione specifica richiamata dalle norme. CASTEL DI CASIO (PSC art. 3.1): Il PSC vigente individua come centri storici (CS) quegli aggregati insediativi che manifestano un livello di complessità storica, culturale e morfologica di una certa rilevanza. Costituiscono i centri storici i tessuti urbani di antica formazione che hanno mantenuto la riconoscibilità della struttura insediativa e della stratificazione dei processi della loro formazione. Essi sono costituiti dal patrimonio edilizio, dalla rete viaria, dagli spazi e dagli altri manufatti storici in essi contenuti. CASTIGLIONE DEI PEPOLI (PRG/VG art. 24): Il PRG/VG individua e definisce le zone A come le parti del territorio interessate da agglomerati urbanistico-edilizi che presentano caratteristiche storiche, artistiche o di particolare pregio ambientale, oppure da porzioni di essi, comprese le aree circostanti che possono considerarsi, per tali caratteristiche, parte integrante degli agglomerati stessi. nuclei storici riportati nei PRG e PSC/RUE CAMUGNANO (PRG art. 13) : Gli edifici classificati (S1, S2, S3) al di fuori degli areali indicati come zone A sono individuati dal piano comunale con le relative pertinenze e indicati in cartografia come Edifici o complessi di interesse storico-culturale. Tale denominazione è riportata nella cartografia del PRG (tav. ZONE OMOGENEE) ma non viee ripresa nelle Norme di attuazione. CASTEL DI CASIO (PSC art. 3.1): Il PSC vigente individua come nuclei storici (NS) gli insediamenti storici diffusi nel territorio. Costituiscono i nuclei storici (come i centri storici) i tessuti urbani di antica formazione che hanno mantenuto la riconoscibilità della struttura insediativa e della stratificazione dei processi della loro formazione. Essi sono costituiti dal patrimonio edilizio, dalla rete viaria, dagli spazi e dagli altri manufatti storici in essi contenuti. CASTIGLIONE DEI PEPOLI (PRG artt. 14, 24 e 25): All'interno delle zone E sono individuate le aree sottoposte a vincolo di tutela (E4). Per gli edifici in essa compresi, con indicata specifica categoria di tutela, sono previsti interventi assimilabili alle zone A; all interno di tali aree valgono in ogni caso le prescrizioni generali per le zone A (di cui all art. 24 comma 5). All interno delle zone B vengono individuati gli edifici e i complessi edilizi di interesse culturale, storico-artistico, ambientale,soggetti a specifiche categorie di tutela e i conseguenti usi compatibili, con le eventuali aree libere di pertinenza o gli spazi circostanti di rispetto non edificabili. toponimi storici indicati nella carta IGM 1: del Cf. parte 4.1 del presente quadro conoscitivo. 121 Comune di Camugnano, Piano Regolatore Generale (PRG), Delibera di approvazione della Giunta Provinciale n. 143/2004; Comune di Castel di Casio, Piano Strutturale Comunale (PSC) approvato con del. CC n. 18 del e Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) approvato con del. CC n. 19 DEL ; Comune di Castiglione dei Pepoli, Piano Regolatore Generale Variante Generale (PRG/VG), approvato con del. GP n. 397 del , modificato con varianti specifiche approvate con del. CC n. 20 del e ulteriormente modificato con varianti parziali approvate con delib. GP n. 425 del Comune di Camugnano, Piani di recupero dei borghi di Stagno e Chiapporato, progettisti V. Degli Esposti - E. Lazzari. Il lavoro si compone di relazione illustrativa, norme tecniche di attuazione, tavole cartografiche e relazione geologica (G. Elmi). 165

166 166, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Le tavolette IGM 1: del 1938 riportano i toponimi degli insediamenti con differente grandezza (corpo) del carattere in relazione all importanza della località; tale indicazione è stata recuperata nella tabella sottostante con la dicitura toponimo principale (corpo maggiore) e toponimo secondario (corpo minore). edifici classificati dai PRG e PSC/RUE CAMUGNANO (PRG artt. 13, 14, 17): Il PRG vigente classifica gli edifici di valenza storicatipologica in zona A (e zone ad essa assimilabili) 123 come S1 Edificio di alto valore storicotipologico, S2 Edificio di interesse storico-tipologico, S3 Edificio di residuo interesse storico tipologico; inoltre all interno delle zone A (e zone ad essa assimilabili) possono essere contenuti edifici non classificati in quanto Edifici di impianto storico, irreversibilmente modificati oppure Edifici all interno di un contesto storico, del quale non si è reperita documentazione attestante la data d impianto e di cui non prevale alcun interesse storicotipologico. Il PRG inoltre indica le categorie di intervento ammesse per gli edifici classificati e gli usi compatibili. CASTEL DI CASIO (PSC artt e 3.1; RUE capo 2.3): Il PSC vigente individua degli insediamenti storici gli Edifici di interesse storico-architettonico diffusi nel territorio urbano e rurale, ai quali attribuisce la categoria di tutela, mentre il RUE vigente individua gli Edifici di pregio storico-culturale e testimoniale diffusi nel territorio urbano e rurale, attribuisce la categoria di tutela appropriata, le modalità di intervento compatibili e le destinazioni d uso ammissibili. CASTIGLIONE DEI PEPOLI: (PRG/VG art. 24): Il PRG/VG vigente individua gli edifici o annessi di particolare interesse storico-architettonico indicandoli con categoria A1, A2 (schedati e riportati nell'allegato 1 al PRG) e A3, e per essi il piano indica le categorie di intervento ammesse e le destinazioni d uso ammissibili La Categoria A1 comprende le unità edilizie che hanno assunto rilevante importanza nel contesto urbano e territoriale per specifici pregi o caratteri architettonici o artistici. La Categoria A2 comprende le unità edilizie che, anche non presentando particolari pregi architettonici ed artistici, costituiscono parte integrante del patrimonio edilizio dell insediamento storico, sia in quanto elementi partecipanti alla formazione dell ambiente storico antico, sia perché significativi dal punto di vista tipologico per la distribuzione interna degli ambienti, la disposizione degli elementi di collegamento verticali o per altre caratteristiche morfologiche. La Categoria A3 comprende le unità edilizie che non presentano particolari caratteristiche storicoambientali, ma sono compatibili con l organizzazione morfologica del contesto urbanistico o presentano caratteristiche strettamente ambientali. Inoltre, nel PRG/VG vigente (art. 13)sono individuati e tutelati i manufatti isolati con caratteristiche storiche, architettoniche e ambientali - parchi e giardini di pregio, elementi storici e architettonici isolati su tutto il territorio comunale anche se non espressamente indicati nella cartografia di piano (ad es. fontane, lapidi, edicole sacre, pavimentazioni in acciottolato o in pietra, cippi, pozzi e forni, cornicioni, recinzioni). edifici/elementi di particolare interesse storico, architettonico, tipologico Si tratta di un ulteriore strato informativo, rispetto ai punti precedenti, ottenuto attraverso ricerche bibliografiche e informazioni contenute nelle schede di censimento e rilevazione degli edifici extraurbani del PTP presentato in conferenza, 124 nonché dai rilievi effettuati da sopralluoghi per il presente lavoro, con l intento di porre in evidenza il particolare interesse storico di alcuni elementi ancora leggibili nel territorio. siti di ritrovamenti archeologici (dalla Preistoria al Medioevo) La fonte per tale individuazione è la Soprintendenza per i beni archeologici dell'emilia- Romagna, Indagine preliminare delle persistenze archeologiche presenti nei Comuni di Castel di Casio Camugnano, Castiglione dei Pepoli nell'ambito della valorizzazione territoriale del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 2004 (allegato al parere rilasciato in sede di Conferenza di pianificazione del PTP). CAMUGNANO tema non presente nel PRG CASTEL DI CASIO tema non presente nel PSC/RUE CASTIGLIONE DEI PEPOLI (PRG/VG art. 11): il PRG/VG vigente disciplina i ritrovamenti archeologici e i relativi ambiti soggetti a tutela. elementi della viabilità storica Il sistema della viabilità storica si compone dei seguenti strati informativi: - viabilità storica individuata dal PTCP (tav. 1, art. 8.5); - mulattiere e sentieri riportati nella carta Memoria dei Siti in quanto indicati nel Catasto Gregoriano (tratti ancora esistenti e tratti scomparsi); - strade indicate nella carta IGM del 1938; - punti della viabilità (ponti e valichi storici) indicati da Guidotti e dagli Itinerari Camugnanesi. - viabilità storica (sede viaria, slarghi, piazze ed elementi di pertinenza) individuata e disciplinata nel PSC e nel RUE di Castel di Casio (PSC artt e 3.1, RUE art ), 125 individuata e disciplinata nel PRG di Camugnano (art. 20/m comma 1) 126 e indivi- 123 Negli areali di pertinenza indicati come Edifici o complessi di interesse storico-culturale in territorio urbanizzato o in territorio rurale. 124 Una sintesi dei dati riportati nelle schede di cui al PTP-conferenza sono allegate al presente cap Per gli areali interessati dall area protetta, la viabilità storica individuata dagli strumenti di pianificazione del Comune di Castel di Casio coincide con quanto riportato nella carta della Memoria dei Siti e nella cartografia IGM

167 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 167 duata come percorsi storici ancora riconoscibili e disciplinati nel PRG/VG di Castiglione (art. 8). 127 altri elementi infrastrutturali storici Si tratta della localizzazione degli invasi artificiali, delle condotte idrauliche di collegamento tra gli invasi, del canale di adduzione delle acque del torrente Limentra di Treppio al complesso produttivo Le Fabbriche. Ciascun elemento storico presente in tavola 3.1 e compreso nei territori della legge istitutiva e degli ampliamenti è stato elencato nella seguente tabella al fine di illustrarne in dettaglio lo stato di pianificazione vigente, il tipo di interesse nonché lo stato di fatto. La numerazione segue la suddivisione degli elementi nelle seguenti categorie: a. centro storico, b. insediamento storico (borgo o nucleo), c. edificio/elemento storico, d. sito archeologico, e. elemento della viabilità storica. 126 Non si riporta in tav. 3.1 il tematismo del PRG in quanto non presente in cartografia (presenti solo le strade panoramiche). 127 Lo strato informativo sulla viabilità storica non è stato riportato in tav. 3.1 per non reperibilità del dato. 167

168 PARCO L.IST AMPLIAM. CONF. PRESISTENZE 168, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE tipo toponimo CTR comune PTCP toponimo CATASTO GREGORIANO toponimo IGM 1938 PRG-PSC/RUE particolare interesse storico, architettonico, tipologico e archeologico stato/note a.1 BAIGNO CAMUGNANO X centro storico relazionato con PARROCCHIA DI BAIGNO- CASTELLARO a.2 CA' MELATI CAMUGNANO P A R Z. centro storico semplice (BARGI) a.3 CHIAPPORATO CAMUGNANO X centro storico semplice nucleo rurale di pregio (n. 173 Allegato 2 Relazione PTCP) PRINCIPALE BAIGNO PRINCIPALE BARGI PRINCIPALE GIAPPORATO CON PARROCCHIA LE PRINCIPALE BAIGNO PRINCIPALE BARGI PRINCIPALE CHIAPPORAT O zona A con edifici classificati; è parte del territorio urbanizzato zona A CA MELATI CA DEI FANTI - con edifici classificati; è parte del territorio urbanizzato zona B2 con PdR vigente con edifici classificati c.1: S.STEFANO DI BAIGNO chiesa c.7: PALAZZO COMELLI palazzo (n. 179 Allegato 2 Relazione PTCP) borgo con edifici rurali di pregio (carta escursionistica RER) Chiapporato è un borgo sviluppatosi tra i secoli XVII e XIX, situato alle pendici del versante occidentale di Monte Calvi tra castagni secolari. In posizione dominante è la chiesa con annessa canonica (in comodato al Consorzio di gestione del Parco e recentemente oggetto di risanamento) e piccolo cimitero. Gli spazi aperti pubblici sono costituiti dai percorsi acciottolati e dagli spazi pertinenziali della canonica. CENTRO (GREG.) BORGO (GREG.) CENTRO NO CIMITERO (GREG.) Attualmente è abitato da una sola famiglia; è privo di una rete per la distribuzione dell acqua potabile ed è invece da poco tempo servito dalla rete elettrica. Gli edifici, prevalentemente in sasso con elementi tipici dell architettura rurale montana (porte e finestre riquadrate in arenaria, tetti a lastre), sono in parte fatiscenti o SI SI SI 168

169 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 169 a.4 STAGNO CAMUGNANO X centro storico semplice nucleo rurale di pregio; castello-borgo (n. 175 Allegato 2 Relazione PTCP) POGGIO PRINCIPALE STAGNO (CON POGGIO E RIO) CON PARROCCHIA LE PRINCIPALE STAGNO (CON POGGIO E RIO) zona B2 con PdR vigente con edifici classificati zona A con edifici classificati c.22: S.GIOVANNI BATTISTA A CHIAPPORATO oratorio e cimitero persistenze di castello e borgo medievale (Guidotti) borgo con edifici rurali di pregio risalenti al periodo medioevale (carta escursionistica RER) c.75: S.MICHELE DI STAGNO chiesa (n. 153 Allegato 2 Relazione PTCP) un edificio interesse architettonico PTP conferenza allo stato di rudere. Dalla relazione geologica, allegata al Piano di Recupero, si rileva che lo stato collabente degli edifici non è dovuto all insufficiente portanza del piano di fondazione o a precarie condizioni di stabilità del versante ma a cattiva qualità del materiale utilizzato come legante per i setti murari in sasso e a carenza di elementi di rinforzo strutturale. 128 (sopralluogo) CENTRO NO CIMITERO (GREG.) Recentemente la chiesa e il piazzale di accesso all abitato sono stati oggetto di risanamento e recupero (sopralluogo) BORGO (GREG.) RIO zona B BORGO (GREG.) SI SI SI 128 G. ELMI, Relazione geologica allegata ai piani di recupero dei borghi di Stagno e Chiapporato, p

170 PARCO L.IST AMPLIAM. CONF. PRESISTENZE 170, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE toponimo CTR comune PTCP toponimo CATASTO GREGORIANO toponimo IGM 1938 PRG-PSC/RUE particolare interesse storico, architettonico, tipologico e archeologico stato/note b.1 ACQUARINI C/O CAMUGNANO X b.2 BAIGNO C/O CAMUGNANO X b.3 BAIGNO C/O CAMUGNANO X b.4 BAIGNO C/O CAMUGNANO X b.5 BARBAMOZZA CAMUGNANO X b.6 BARCEDA CAMUGNANO b CA' DI COSTANZO C/O CAMUGNANO PA RZ X SECONDARIO ACQUARINI SECONDARIO CALCINARA SECONDARIO TORRE SECONDARIO CA' DI PRADALBA SECONDARIO BARCETA SECONDARIO BOSCHI DI PRA' MAGGIOLINO b.8 CA' DI GIAI CAMUGNANO X NO b.9 CA' DI GIAI C/O CAMUGNANO X SECONDARIO CA' DI SECONDARIO BARBA MOZZA PRINCIPALE BARCEDA SECONDARIO CA' DI GIAI zona E EDIFICI (GREG.) NO zona A con edifici classificati zona B, perimetro urbano BORGO (GREG.) EDIFICI (GREG.) zona E EDIFICI (GREG.) NO zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati zona A con edifici classificati è parte del territorio urbanizzato edifici rurali in buono stato con attività agricola (sopralluogo) BORGO (GREG.) zona E EDIFICI (GREG.) SI zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati EDIFICI (GREG.) edifici rurali in buono stato con attività agricola (sopralluogo) zona E EDIFICI (GREG.) SI SI SI SI SI SI

171 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 171 b.10 b.11 b.12 b.13 CA' DI ROMICCIA CA' DI ROMICCIA C/O CA' DI ROMICCIA C/O CA' DI ROMICCIA C/O CAMUGNANO CAMUGNANO b.14 CA' DI SANTONE CAMUGNANO X b.15 CA' DI VALERIO CAMUGNANO X b.16 CA' FONTANA DEL BOIA b.17 CA' FONTE X X MARCHINO SECONDARIO ROMICCI SECONDARIO SAVALENTOLA CAMUGNANO X NO CAMUGNANO X NO SECONDARIO CASA DI SANTONE SECONDARIO CASA VALLERIO CAMUGNANO X NO CASTIGLIONE DEI PEPOLI b.18 CA' NESI CAMUGNANO X b.19 CA' NUOVA C/O CASTIGLIONE DEI PEPOLI X NO SECONDARIO VIGNADE' NESI SECONDARIO S.GIUSTO SECONDARIO CA' DI ROMICCIA SECONDARIO CA' DI ROMICCIA SECONDARIO CA' DI ROMICCIA SECONDARIO IL GIOVIO SECONDARIO CA' FONTANA DEL BOIA SECONDARIO CA' FONTE zona E BORGO (GREG.) NO zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati 171 EDIFICI (GREG.) edifici recuperati zona E EDIFICI (GREG.) NO zona E EDIFICI (GREG.) NO zona E EDIFICI (GREG.) zona B, C EDIFICI (GREG.) SI zona E zona B3, perimetro urbano edifici classificati EDIFICI (GREG.) edifici rurali, alcuni recuperati altri in stato di abbandono in pessime condizioni, ruderi (sopralluogo) EDIFICI (GREG.) zona E EDIFICI (GREG.) SI zona E? CHIESA E CASTELLO EDIFICI (GREG.) SI NO RUDE RI CTR SI SI NO RUDE

172 172, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE RI? b.20 CA' ORTEDE' CAMUGNANO X b.21 CA' VISCONTI CAMUGNANO X SECONDARIO CASA DI JACOMACCIO SECONDARIO C. ORTEDE' zona E cascina ottocentesca, azienda zootecnicoforestale edifici in stato di rudere (scheda PTPconf) zona B EDIFICI (GREG.) SI EDIFICI (GREG.) SI b.22 CAPRAVECCHIO CAMUGNANO X b.23 b.24 CAPRAVECCHIO- VAL DI NOCE SUD C/O CASA DELL'AC- QUAIOLA CAMUGNANO CASTIGLIONE DEI PEPOLI b.25 CASALINO CAMUGNANO X b.26 CASE DI SOPRA CAMUGNANO X b.27 CASE RONCACCE CAMUGNANO X X X SECONDARIO CAPRAVECCHI A SECONDARIO CA' DE NERI SECONDARIO CASELLINA SECONDARIO CASSINA DI SOPRA SECONDARIO RONCACCIO SECONDARIO CAPREVECCHI E SECONDARIO L'ACQUAIOLA SECONDARIO C. CASSELINA SECONDARIO C. DI SOPRA PRINCIPALE C.SE RONCACCE zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati borgata rurale costituita da più e- difici, ruderi ed edifici fatiscenti, visibili le strutture degli essiccati per le castagne; tratti di strada storica lastricata (sopralluogo) zona E EDIFICI (GREG.) SI zona E2? zona E, B zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati c.16: CASCINA DI SOPRA edifici rurali interesse architettonico PTP conferenza EDIFICI (GREG.) edifici rurali in buono stato (sopralluogo) EDIFICI (GREG.) EDIFICI (GREG.) SI SI SI SI 172

173 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 173 b.28 CASE RONCACCE C/O b.29 CASETTA VOLPINI b.30 CASONI CAMUGNANO CAMUGNANO CASTIGLIONE DEI PEPOLI X X SECONDARIO PALAZZO SECONDARIO CASA VOLPINI SECONDARIO CASONI b.31 CORNACCHIONE CAMUGNANO X NO b.32 COSTARELLE C/O CAMUGNANO X b.33 COSTARELLE C/O CAMUGNANO X b.34 COSTARELLE C/O CAMUGNANO X b.35 CRIMONA CAMUGNANO X b.36 FIOVENZA CAMUGNANO b.37 FORAGATTI CAMUGNANO X b.38 FORNO VECCHIO CAMUGNANO b.39 IL BALINELLO DI SOPRA b.40 IL CEREDACCIO CAMUGNANO X PA RZ PA RZ SECONDARIO TERIA SECONDARIO TERIA SECONDARIO TERIA SECONDARIO CRIMONA SECONDARIO FIOVENZA SECONDARIO FORNO VECCHIO CAMUGNANO X NO SECONDARIO LE CASETTE SECONDARIO CASONE SECONDARIO CORNACCHION I SECONDARIO CREMONA PRINCIPALE LA TORRACCIA SECONDARIO FORAGATTI SECONDARIO FORNO VECCHIO SECONDARIO IL BALINELLO SECONDARIO zona E EDIFICI (GREG.) NO zona E EDIFICI (GREG.) SI zona B3, perimetro urbano edifici classificati 173 BORGO (GREG.) zona E EDIFICI (GREG.) SI zona B EDIFICI (GREG.) SI zona B EDIFICI (GREG.) SI zona E EDIFICI (GREG.) NO zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati zona A edifici classificati zona E zona A con edifici classificati EDIFICI (GREG.) edifici rurali (sopralluogo) SI SI? (GREG.) SI edifici rurali fatiscenti (sopralluogo) EDIFICI (GREG.) zona E EDIFICI (GREG.) SI zona E SI SI

174 174, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE b.41 IL MOLINO CAMUGNANO b.42 IL PIANO CAMUGNANO X b.43 IL PODERE CAMUGNANO X b.44 LA GUARDATA CAMUGNANO X b.45 LA GUSCELLA CAMUGNANO X b.46 LA GUSCELLA CAMUGNANO X b.47 LA LAMMA CAMUGNANO X PA RZ SECONDARIO MULINO SECONDARIO PIANE SECONDARIO PODERE SECONDARIO GUARDATA SECONDARIO CA' DI LEONE SECONDARIO GUSCELLA SECONDARIO LAMA C. CERDACCIO PRINCIPALE IL MOLINO PRINCIPALE LE PIANE SECONDARIO IL PODERE SECONDARIO LA GUARDATA SECONDARIO LA GUSCELLA SECONDARIO C. LAMMA zona B è parte del territorio urbanizzato zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati perimetro urbano con zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati MULINO (GREG.) la parte addossata alla rupe presenta alcuni edifici in buone condizioni, altri in pessimo stato (sopralluogo) BORGO (GREG.) nucleo rurale abbandonato, edifici in pessime condizioni (sopralluogo) EDIFICI (GREG.) EDIFICI (GREG.) il nucleo rurale è una cascina ottocentesca, azienda zootecnicoforestale EDIFICI (GREG.) edifici rurali (sopralluogo) zona B EDIFICI (GREG.) SI zona E3 edifici o complessi di interesse stoc.41: ORATORIO LA LAMMA oratorio (n. 177 Allegato 2 Relazione PTCP) BORGO? (GREG.) ruderi ed edifici fatiscenti, presen- SI SI SI SI SI SI 174

175 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 175 b.48 LA MACCIA CASTEL DI CASIO X SECONDARIO LA MACCIA b.49 LA PIANACCIA CAMUGNANO X NO b.50 LA SERRA C/O b.51 LA SERRA C/O CASTEL DI CASIO CASTEL DI CASIO X X SECONDARIO MULINO DI BADI NO b.52 LA SERRETTA CAMUGNANO X NO b.53 LA TORRACCIA CAMUGNANO b.54 b.55 b.56 b.57 LAGO DI SUVIANA LAGO DI SUVIANA LAGO DI SUVIANA LAGO DI SUVIANA CAMUGNANO CAMUGNANO CAMUGNANO CAMUGNANO PA RZ X X X X SECONDARIO TORRACCIA SECONDARIO CASA CAPONI SECONDARIO CASA SOPRANI SECONDARIO MULINO SECONDARIO QUERCETTA SECONDARIO LA PIANACCIA SECONDARIO LA SERRA SECONDARIO C. SERRETTA PRINCIPALE LA TORRACCIA ricoculturale con edifici classificati NS3 nucleo storico con edifici classificati di pregio storico-culturale e testimoniale 175 za oratorio del 500 BORGO (GREG.) zona E EDIFICI (GREG.) SI ASP-4, PARCO LUNGO RENO PARCO LUNGO RENO zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati zona A con edifici classificati c.49: LA TORRACCIA casa-torre (n. 164 Allegato 2 Relazione PTCP) EDIFICI MULINO (GREG.) campeggio (sopralluogo) EDIFICI (GREG.) EDIFICI (GREG.)? (GREG.) zona E, LAGO EDIFICI (GREG.) NO zona E, LAGO EDIFICI (GREG.) NO zona E, LAGO EDIFICI MULINO (GREG.) zona E, LAGO EDIFICI (GREG.) NO SI SI NO RUDE RI CTR SI SI NO

176 176, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE DI SOTTO b.58 L'ALBORATO CAMUGNANO X b.59 LAVACCIONI DI SOTTO b.60 LE COTTEDE b.61 LE FABBRICHE VECCHIE SECONDARIO ALBERATO CAMUGNANO X NO CASTIGLIONE DEI PEPOLI CAMUGNANO b.62 LUOGO UMANO CAMUGNANO X b.63 MADONNA DEL CIGNO CAMUGNANO b.64 MONTE BADUCCO CASTIGLIONE DEI PEPOLI b.65 MONTE BADUCCO CASTIGLIONE DEI PEPOLI X X SECONDARIO FABBRICHE SECONDARIO CA' BELGIERI SECONDARIO CIGNO SECONDARIO MONTE SECONDARIO ALBORATO SECONDARIO LAVACCIONI DI SOTTO SECONDARIO LE COTTEDE SECONDARIO LE FABBRICHE VECCHIE SECONDARIO LOGOMANO SECONDARIO CAPPELLA DEL CIGNO PRINCIPALE C.SE BADUCCO NO SECONDARIO zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati zona E zona E2 edifici classificati PRG zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati zona A, G4 con edifici classificati zona B2, zona B3, perimetro urbano edifici classificati PRG zona B3, perimetro urba- c.42: edifici rurali di pregio (n. 155 Allegato 2 Relazione PTCP) c.55 c.56: MULINO BELGIERI mulino e opere idrauliche c.58: BEATA VERGINE DEL CIGNO chiesa interesse architettonico PTP conferenza EDIFICI (GREG.) EDIFICI (GREG.) edifici rurali (sopralluogo) EDIFICI NO MULINO NO CANALE E OPERE (GREG.) edifici rurali in buone condizioni; tracce delle opere idrauliche e del mulino; resti del ponte ottocentesco (sopralluogo) EDIFICI (GREG.) ruderi ed edifici fatiscenti (sopralluogo) EDIFICI (GREG.) chiesa e edificio annesso in buone condizioni (sopralluogo) BORGO (GREG.) EDIFICI (GREG.) SI SI SI SI SI SI SI SI 176

177 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 177 CA' FONTE no b.66 MORESCHI CAMUGNANO X b.67 PALAZZI CAMUGNANO X b.68 PIAMAGGIOLINO CAMUGNANO X b.69 PIANELLO CAMUGNANO X b.70 PIANELLO C/O CAMUGNANO X b.71 PIANUCCI CAMUGNANO X b.72 PIDERLA CAMUGNANO b.73 POGGIO CAMUGNANO X b.74 POGGIO DELLE VECCHIETTE C/O CAMUGNANO b.75 PORRANCETO CAMUGNANO X PA RZ X SECONDARIO PIAMAGGIOLI NO SECONDARIO PESATORE SECONDARIO ACQUAFRESCA SECONDARIO PIDERLA SECONDARIO DOZZE SECONDARIO PORONCETO SECONDARIO C. MORESCHI SECONDARIO IL PALAZZO SECONDARIO IL PIANELLO SECONDARIO I PIANACCI SECONDARIO C. VECCHIETTE PRINCIPALE PORANCE' edifici classificati PRG zona E zona E zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati edifici residenziali lungo strada, in buono stato (sopralluogo) BORGO (GREG.) zona E? zona E EDIFICI (GREG.) SI zona E, B zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati c.72: edifici rurali di pregio (n. 162 Allegato 2 Relazione PTCP) EDIFICI (GREG.) EDIFICI (GREG.) zona B EDIFICI (GREG.) SI zona E zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici clas- EDIFICI (GREG.) SI SI SI SI SI NO SI 177

178 178, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE sificati b.76 QUERCETI DI SOPRA CAMUGNANO X SECONDARIO QUERCETTA DI SOPRA SECONDARIO QUERCETA zona D5 EDIFICI (GREG.) BORGO (GREG.) NO RUDE RI CTR b.77 SAN GIORGIO CAMUGNANO X b.78 SAN GIORGIO- PIA' DI POGGIO C/O CAMUGNANO X SECONDARIO SAN GIORGIO SECONDARIO STOBBIE PRINCIPALE S.GIORGIO zona A con edifici classificati zona B nucleo rurale con edifici in cattivo stato di conservazione (sopralluogo) BORGO (GREG.) edifici rurali in sasso (sopralluogo) EDIFICI (GREG.) SI SI b.79 SCALIERA C/O CAMUGNANO X b.80 SERRAMAGGIO C/O CAMUGNANO b.81 SOLCINO CAMUGNANO X b.82 SOLCINO CAMUGNANO X b.83 SOLCINO CAMUGNANO X b.84 b.85 b.86 b.87 SORGENTE CACCIAPOLLA C/O SORGENTE CACCIAPOLLA C/O SORGENTE CACCIAPOLLA C/O SORGENTE LA FAGGETA CAMUGNANO CAMUGNANO CAMUGNANO CAMUGNANO X X X X X SECONDARIO SCALERE SECONDARIO SERRAMAGGIO SECONDARIO CA' DONATI SECONDARIO CA' DONATI SECONDARIO CA' DONATI SECONDARIO SCADORA SECONDARIO SCADORA SECONDARIO SCADORA PRINCIPALE LE SCALERE SECONDARIO SERRAMAGGIO SECONDARIO SORGENTE LA zona E, LAGO località dei mulini non più esistenti; sono presenti alcuni edifici legati alla presenza degli impianti (sopralluogo) zona E EDIFICI (GREG.) NO zona E zona E zona E BORGO SPARSO (GREG.) BORGO SPARSO (GREG.) BORGO SPARSO (GREG.) zona E EDIFICI (GREG.) NO zona E EDIFICI (GREG.) NO zona E EDIFICI (GREG.) NO zona E NO NO SI SI NO 178

179 PARCO L.IST AMPLIAM. CONF. PRESISTENZE 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 179 b.88 VAL DI BOI C/O CAMUGNANO X b.89 VAL DI SASSO CAMUGNANO X SECONDARIO CASTAGNETIN I b.90 VAL DI NADIA CAMUGNANO X NO b.91 VEGINA CAMUGNANO X b.92 VILLA RUGGERI CAMUGNANO X b.93 b.94 VILLA RUGGERI C/O VILLA RUGGERI C/O CAMUGNANO CAMUGNANO X X SECONDARIO CASSINA DI SOTTO FAGGETA SECONDARIO VAL DI SASSO SECONDARIO VAL DI NADIA SECONDARIO VEGINA SECONDARIO VILLA RUGGERI SECONDARIO C.NA DI SOTTO zona E EDIFICI (GREG.) SI zona E? zona E EDIFICI (GREG.) zona E? zona F6 c.88: VILLA RUGGERI villa ottocentesca o novecentesca villa centro ricerche ENEA (sopralluogo) zona E, LAGO EDIFICI (GREG.) NO zona F6 edifici rurali non più esistenti, ora centro ricerche ENEA NO RUDE RI CTR SI NO toponimo CTR comune PTCP toponimo CATASTO GREGORIANO toponimo IGM 1938 PRG-PSC/RUE particolare interesse storico, architettonico, tipologico e archeologico stato/note c.1 BAIGNO CAMUGNANO X edificio classificato S1 S.STEFANO DI BAIGNO chiesa chiesa di origine medievale, ampliamento seicentesco SI c.2 BARCEDA C/O CAMUGNANO PA RZ NO zona B, perimetro urbano EDIFICI (GREG.) SI 179

180 180, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE c.3 c.4 c.5 c.6 CA' DI LISSA C/O CA' DI MUCCHIO C/O CA' DI MUCCHIO C/O CA' FONTANA DEL BOIA C/O c.7 CA' MELATI c.8 c.9 CAPANNA DI BETTA CAPRAVECCHIO C/O c.10 CAPRAVECCHIO C/O c.11 CAPRAVECCHIO C/O c.12 CAPRAVECCHIO C/O c.13 CAPRAVECCHIO C/O c.14 CAPRAVECCHIO C/O c.15 CAPRAVECCHIO C/O CASTIGLIONE DEI PEPOLI X NO zona E EDIFICI MULINO CON CANALE (GREG.) CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO CASTIGLIONE DEI PEPOLI c.16 CASE DI SOPRA CAMUGNANO X c.17 CASE RONCACCE C/O P A R Z edifici classificati S1 e S2 PALAZZO COMELLI palazzo (n. 179 Allegato 2 Relazione PTCP) palazzo cinquecentesco NO zona E2 EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO edificio classificato S2 CASCINA DI SOPRA edifici rurali interesse architettonico PTP conferenza edifici rurali interesse architettonico PTP conferenza cascina ottocentesca, azienda zootecnicoforestale; parti di edifici cinquecenteschi CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI NO SI SI 180

181 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 181 c.18 CASE RONCACCE C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI c.19 CASERMETTA DELLE COTTEDE c.20 CASETTA MEI C/O c.21 CAVANUCCIA c.22 CHIAPPORATO c.23 CHIAPPORATO C/O c.24 CHIAPPORATO C/O c.25 CHIAPPORATO DI LA' CASTIGLIONE DEI PEPOLI X zona E2 EDIFICI CLASSIFICATI PRG edificio classificato A3.1 CASERMETTA DELLE COTTEDE casermetta della forestale edificio funzionale al vivaio delle Cottede edificio che necessita di interventi di manutenzione (rifacimento del tetto) (sopralluogo) CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CASTEL DI CASIO PA RZ NO CS centro storico con edifici classificati di pregio storico-culturale e testimoniale CAMUGNANO X edificio classificato S1 181 S.GIOVANNI BATTISTA A CHIAPPORATO oratorio e cimitero oratorio recentemente ristrutturato insieme alla canonica (sopralluogo) BORGO (GREG.) CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati BORGO (GREG.) CHIAPPORATO DI c.26 CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO LA' C/O c.27 COLONNA CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI SI SI SI SI RUDE RI CTR

182 182, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE c.28 CORNACCHIONE C/O c.29 CORNACCHIONE C/O c.30 CORNACCHIONE C/O c.31 CORNACCHIONE C/O c.32 CORNACCHIONE C/O 182 CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) c.33 COSTARELLE C/O CAMUGNANO X NO zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati (c/o Teria) EDIFICI (GREG.) c.33 COSTARELLE C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI NO c.34 IL BALINELLO DI SOPRA C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) c.35 IL MULINO C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.36 IL MULINO C/O CAMUGNANO X zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati c.37 IL MULINO C/O CAMUGNANO X edificio classificato S2 zona E CENTRALINA IDROELETTRICA DEL BRASIMONE edifici e strutture della centralina idroelettrica del Brasimone in stato di abbandono, in pessime condizioni e pericolanti (sopralluogo) OPERE IDRAULICHE DELLA CENTRALINA DEL BRASIMONE opere idrauliche tracce del canale di adduzione dal t. Brasimone, vasca di carico, NO RUDE RI CTR NO RUDE RI CTR SI RUDE RI CTR SI SI

183 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 183 salto (sopralluogo) zona E3 edifici o complessi di interesse c.38 sto- IL PIANO (Bargirico- CAMUGNANO X culturale con edifici classificati c.39 IL PIANO C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI c.40 IL PIANO C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO ORATORIO LA LAMMA oratorio c.41 LA LAMMA CAMUGNANO X edifici classificati S3 lazione PTCP) orato- (n. 177 Allegato 2 Rerio cinquecentesco SI c.42 L'ALBORATO c.43 LA MACCIA C/O c.44 c.45 c.46 c.47 c.48 LAGO DI SUVIANA LAGO DI SUVIANA LAGO DEL BRASIMONE LAGO SAN DAMIANO LAGO SAN DAMIANO CAMUGNANO X edifici classificati S3 CASTEL DI CASIO 183 edifici rurali di pregio (n. 155 Allegato 2 Relazione PTCP) X NO zona E, LAGO EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E, LAGO EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO CASTEL CASIO CAMUGNANO CASTIGLIONE DEI PEPOLI CAMUGNANO CASTIGLIONE DEI PEPOLI c.49 LA TORRACCIA CAMUGNANO DI X X X X P A R Z C.E. zona F7 edificio classificato S2 DIGA DI SUVIANA diga attiva (sopralluogo) DIGA DELLE SCALERE diga attiva (sopralluogo) CENTRALE IDROELETTRICA DI S.MARIA centrale idroelettrica attiva (sopralluogo) DIGA DI SAN DAMIANO diga attiva (sopralluogo) casa-torre (n. 164 Allegato 2 Relazione PTCP) casa-torre in insediamento quattrocinquecentesco SI SI SI SI SI SI

184 184, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE c LAVACCIONI DI SOTTO C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) c.51 LAVACCIONI DI SOTTO C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.52 LAVACCIONI DI SOTTO C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.53 LAVACCIONI DI SOTTO C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI c.54 LE COTTEDE C/O CASTIGLIONE DEI PEPOLI NO zona E2 EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X edifici MULINO BELGIERI SI c.55 LE FABBRICHE classificati mulino parzialmente VECCHIE S3 visibile. c.56 c.57 c.58 c.59 LE FABBRICHE VECCHIE C/0 LUOGO UMANO C/O MADONNA DEL CIGNO MOLINO DEI SASSI (sopralluogo) CAMUGNANO X CANALE DEL MULINO BELGIERI opere idrauliche presa idraulica e canale in lastre di arenaria, parzialmente riconoscibile (sopralluogo) CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X CAMUGNANO X NO edificio classificato S1 zona B edifici non classificati BEATA VERGINE DEL CIGNO chiesa interesse architettonico PTP conferenza chiesa settecentesca, sorge sul sito di una rocca al bertesca edificio in buone condizioni (sopralluogo) mulino EDIFICI (GREG.) MULINO CON CANALE DERIVAZ SPONDA DX LIMENTRA restano gli edifici, forse alcune opere edifici rurali in sasso (sopralluogo) c.60 MONTE BADUCCO CASTIGLIONE NO zona E2 EDIFICI (GREG.) SI DEI PEPOLI c.61 MONTE CASTIGLIONE X NO zona E2 EDIFICI (GREG.) NO? RUDE RI CTR SI SI SI

185 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 185 c.62 c.63 c.64 c.65 CORONCINA C/O MONTE GATTA C/O MONTE GATTA C/O MONTE GATTA C/O MONTE GATTA C/O DEI PEPOLI CASTIGLIONE DEI PEPOLI CAMUGNANO CASTIGLIONE DEI PEPOLI X zona E2 OSSERVATORIO METEOROLOGICO DI MONTE GATTA osservatorio meteorologico ruderi dell edificio che o- spitava i dispositivi di misurazione P A R Z CONDOTTE DIGA DELLE SCALERE CENTRALE S.MARIA condotte idrauliche attive (sopralluogo) CAMUGNANO X BACININO DI M. GATTA opere idrauliche ruderi? CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) c.66 MORESCHI C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.67 MORESCHI C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.68 PIANA DEI PODERI CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI c.69 PIANA DEI PODERI C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI c.70 PIANA DEI PODERI C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.71 PIANA DEI PODERI C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI c.72 PIANUCCI CAMUGNANO X edifici non classificati edifici rurali di pregio (n. 162 Allegato 2 Relazione PTCP) c.73 POGGIO C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.74 RIO C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X edificio classificato S1 S.MICHELE DI STAGNO chiesa (n. 153 Allegato 2 Relazione PTCP) chiesa SI c.75 STAGNO di origine medievale, rimaneggiata più volte, recentemente oggetto di risanamento (sopralluogo) 185 SI SI SI NO SEGN I SU CTR SI

186 PARCO L.IST AMPLIAM. CONF. 186, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE c.76 SUCCHIATA CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI c.77 SUCCHIATA C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.78 VAL DI BOI CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI c.79 VAL DI BOI C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI c.80 VAL DI NADIA C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.81 VAL DI NADIA C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.82 VAL DI NADIA C/O CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO c.83 c.84 c.85 c.86 c.87 VAL DI NOCE NORD VAL DI NOCE NORD C/O VAL DI NOCE NORD C/O VAL DI NOCE SUD VILLA RUGGERI C/O c.88 VILLA RUGGERI CAMUGNANO CAMUGNANO X NO zona E3 edifici o complessi di interesse storicoculturale con edifici classificati EDIFICI (GREG.) CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) NO CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI CAMUGNANO X NO zona E EDIFICI (GREG.) SI CAMUGNANO X NO zona E, LAGO EDIFICI (GREG.) NO X edificio non classificato villa ottocentesca o novecentesca, buono stato, utilizzata come uffici centro ENEA (sopralluogo) SI SI toponimo CTR comune PTCP toponimo CATASTO GREGORIANO toponimo IGM 1938 PRG-PSC/RUE particolare interesse storico, architettonico, tipologico e archeologico stato/note PRES ISTE NZE d.1 MONTE GATTA CAMUGNANO CASTIGLIONE X X sito di ritrovamenti archeologici - sito 4 (Soprintendenza) d.2 STAGNO CAMUGNANO X sito di ritrovamenti archeologici - sito 11 (Soprintendenza) 186

187 PARCO L.IST AMPLIAM. CONF. 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 187 toponimo CTR comune PTCP toponimo CATASTO GREGORIANO toponimo IGM 1938 PRG-PSC/RUE particolare interesse storico, architettonico, tipologico e archeologico stato/note PRES ISTE NZE e.1 e.2 LE FABBRICHE VECCHIE SERRA DELLO ZANCHETTO CAMUGNANO X ponte in muratura ottocentesco CAMUGNANO X valico storico visibili le testate, passerella in legno (sopralluogo) non segnalato (sopralluogo) SI SI 187

188 188, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE c) conclusioni Ai sensi della LR 6/2005 art. 25 comma 2 lett. b), il Piano territoriale del Parco determina gli interventi conservativi, di restauro e di riqualificazione, da operarsi nel territorio del Parco e detta disposizioni per la salvaguardia dei beni ambientali, naturali, paesistici e culturali. Il presente strato conoscitivo sul sistema insediativo storico si inserisce in tale finalità, ovvero sarà recepito nelle sue individuazioni e caratteristiche dalle norme di attuazione del Piano Territoriale del Parco, fermo restando il ruolo proprio degli strumenti di pianificazione urbanistica in materia di individuazione e di disciplina specifica di tutela come disposto dagli artt. A-7, A-8 e A-9 della LR 20/2000. Della presenza umana in questo territorio si riscontrano tracce fin dai tempi antichi, testimoniata dai ritrovamenti archeologici dei primi insediamenti e dalla individuazione di percorrenze transvallive. Da sempre terra di confine, nella zona restano ampie testimonianze di un sistema di insediamenti fortificati (rocche e castelli). Si tratta di un territorio caratterizzato dall utilizzo delle sue risorse a scopo produttivo: le produzioni agricole e forestali e l allevamento hanno fortemente connotato la zona e se ne riscontrano tracce nell impianto boschivo, nella distribuzione degli insediamenti, piccoli e sparsi a mezza costa, delle strutture di servizio alle attività produttive all interno dei boschi, dei centri principali nella parte pedemontana, nella viabilità costituita esclusivamente da sentieri e mulattiere, fino a tutto l Ottocento. Dai sopralluoghi svolti si rileva che tale patrimonio storico, soprattutto gli insediamenti sui versanti, è quasi interamente abbandonato e privo delle manutenzioni necessarie per la sua conservazione. Una peculiarità di questo territorio è inoltre la testimonianza della evoluzione tecnologica della produzione di energia idroelettrica, dapprima con i mulini e i relativi impianti, in seguito con piccoli impianti locali di produzione di energia elettrica sfruttando la forza delle acque, prime sperimentazioni tecnico-scientifiche, infine dal primo Novecento con le grandi opere, la costruzione delle dighe e la creazione degli invasi, le centrali idroelettriche, le condotte e le linee elettriche; è in questo ultimo periodo che avviene la sostanziale modificazione del paesaggio. Dall ottocento il territorio è anche meta di villeggiatura, di cure idroterapiche, di gite escursionistiche e di sopralluoghi per la ricerca scientifica. La ricostruzione dell organizzazione storica di questo territorio è stata finalizzata alla identificazione delle persistenze di questi aspetti, e alla individuazione di tutte le località presenti nella cartografia storica, come potenziali siti di ulteriori persistenze. d) allegati tav. 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note CENTRI STORICI PTCP PTCP CENTRI STORICI (PRG, PSC/RUE) PRG CAMUGNANO PSC/RUE CASTEL DI CASIO PRG CASTIGLIONE DEI PEPOLI NUCLEI STORICI (PRG, PSC/RUE) PRG CAMUGNANO PSC/RUE CASTEL DI CASIO TOPONIMI STORICI (CATASTO GREGORIANO) TOPONIMI STORICI (IGM 1938) ALTRE LOCALITA STORICHE 188 digitalizzazione CATASTO GREGORIANO digitalizzazione digitalizzazione il tema deriva dalla carta IGM 1938

189 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.1 ORGANIZZAZIONE STORICA, 189 (CATASTO GREGORIANO) EDIFICI CLASSIFICATI (PRG, PSC/RUE) EDIFICI/ELEMENTI DI PARTICOLARE INTERESSE STORICO, ARCHITETTONICO, TIPOLOGICO LOCALIZZAZIONE DI RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI FERROVIA BOLOGNA-FIRENZE VIABILITÀ STORICA DI LIVELLO PROVINCIALE VIABILITÀ STORICA CARRABILI E CARRETTABILI VIABILITÀ STORICA MULATTIERE E SENTIERI CATASTO GREGORIANO PRG CAMUGNANO PSC/RUE CASTEL DI CASIO digitalizzazione digitalizzazione PTCP PTCP digitalizzazione digitalizzazione il tema deriva dallo studio della bibliografia storica, dalla carta escursionistica, dagli Itinerari Camugnanesi, da sopralluoghi il tema deriva dal parere della Soprintendenza ai beni archeologici rilasciato in sede di conferenza il tema deriva dalla carta IGM 1938; sono indicati i tratti viari storici persistenti il tema deriva dalla carta Memoria dei siti (Catasto Gregoriano) PROV. BO; sono riportati sia i tratti storici viari persistenti sia quelli non persistenti INVASI PTCP CONDOTTE digitalizzazione fonte ente di gestione CANALI digitalizzazione rilievo da sopralluogo CRINALI PTCP RETICOLO IDROGRAFICO PRINCIPALE PTCP IDROGRAFIA MINUTA PTP conferenza + digitalizzazione temi di base confini legge istitutiva confini ampliamenti sic confini comunali confine regionale base cartografica carta topografica RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) 189

190 190, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE a) metodologia di analisi Al fine di comprendere la struttura insediativa attuale sono stati individuati e analizzati i diversi elementi che compongono il sistema insediativo e infrastrutturale del territorio in esame. Per gli aspetti insediativi in particolare sono state analizzate la distribuzione e le caratteristiche dei territori urbanizzati (perimetri urbani indicati negli strumenti urbanistici vigenti) e dell edificazione in territorio rurale (dato catastale 2005). Per quanto riguarda la componente tecnologica e scientifica, gli elementi caratterizzanti il territorio sono: - le infrastrutture e le strutture connesse alla produzione e trasmissione dell energia elettrica, di cui sono state esaminate tutte le componenti (le aree che ospitano le centrali idroelettriche e gli impianti, le dighe di contenimento degli invasi, le condotte per l acqua e le linee elettriche); - il centro di ricerche ENEA del Brasimone, del quale si sono evidenziate le caratteristiche territoriali e infrastrutturali. Gli impianti tecnologici legati all uso delle acque degli invasi sono riportati nel capitolo 2.1 ACQUE. Sono state inoltre analizzate le infrastrutture per la mobilità, intesa come circolazione di persone, comprendendo in questo sistema: le ferrovie, la rete viaria con le sue diverse caratteristiche di rango (autostrade, strade provinciali, locali, limitazioni all accesso veicolare) e fisiche (fondo stradale, panoramicità), i parcheggi esistenti e le aree di sosta veicolare, la rete sentieristica presente e i percorsi e gli itinerari segnalati e tabellati del territorio. Per quanto riguarda gli aspetti legati alle attrezzature per la fruizione sono state censite le dotazioni presenti sul territorio in esame, quali: le strutture legate alla fruizione e all educazione ambientale, gli edifici pubblici inutilizzati, sottoutilizzati o in fase di realizzazione (strutture potenziali), le aree attrezzate per la sosta, i punti panoramici e i belvedere, alcune strutture ricettive (i rifugi, i bivacchi, le foresterie, i campeggi). Di ciascuna dotazione censite sono state indagate le caratteristiche fisiche (areali, stato di fatto, ecc.) e gestionali (proprietà del Consorzio di gestione, di Enti pubblici, di privati, convenzioni, ecc.). b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) INSEDIAMENTI dati territoriali Fabbricati (catasto dato quantitativo generale senza distinzioni in tipologie e usi) comune territorio comunale perimetro legge istitutiva ampliamenti n. edifici n. edifici in n. edifici n. edifici in territorio rurale (esterno n. edifici n. edifici rio rurale in territo- territorio rurale (completamente) perimetri urbanimente) (completa- Camugnano cod (83%) 920 (20%) 745 (81%) - - Castel di Casio (45%) 31 (1%) 15 (48%) - - cod Castiglione dei Pepoli (42%) (1%) 23 (46%) cod totale

191 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 191 caratteri Gli insediamenti (perimetri del territorio urbanizzato - strumenti urbanistici vigenti) interessati dagli areali dell area protetta istituita e degli ampliamenti presentati in conferenza di pianificazione risultano i seguenti. Nel comune di Camugnano: - Baigno Interamente all interno del Parco, si sviluppa per un area complessiva di 5,9 ettari lungo la S.P. 40; è costituito da una zona A a valle della provinciale, da zone B residenziali sature e da una zona D3 turistico-alberghiera. Al di fuori del perimetro urbanizzato, a monte dell insediamento sono individuate due piccole zone residenziali (zona B e zona C) con porzioni di verde privato, un piccolo nuovo tratto di viabilità F7, due aree di sosta e parcheggio G1 e due aree contigue destinate a verde pubblico e sport G5. Le restanti aree adiacenti risultano zone agricole normali E1 e zone a tutela boschiva E2, queste ultime situate a ridosso dell insediamento, costituiscono il M. di Baigno. - La Guardata Insediamento contenuto nel Parco, costituito da due areali separati con un area complessiva di 2,5 ettari sviluppati lungo la S.P. 60 e affacciato sul lago del Brasimone; è costituito da un nucleo storico (edifici o complessi di interesse storico-culturale), zone B residenziali sature, verde privato, da zone D3 turistico-alberghiera e sosta e parcheggio G1. Al di fuori del perimetro urbanizzato, sono individuate zone B, verde privato e verde pubblico G5, parcheggi G1 e un depuratore F6. - Barceda Insediamento sviluppato lungo la S.P. 40 per un area complessiva di 4,5 ettari, prevalentemente a valle della strada, parzialmente contenuto nell aera del Parco; è costituito da una zona A, zone B residenziali sature con verde privato, una zona C di espansione residenziale a intervento diretto, una zona D3 turistico-alberghiera e due di sosta e parcheggio G1. Al di fuori del perimetro urbanizzato, a monte dell insediamento, sono individuate zone a- gricole normali E1, zone a tutela boschiva E2 e una zona a verde pubblico e sport G5. - Bargi a) Ca Melati - Ca dei Fanti - L Ospedale b) Collina L insediamento di Bargi è costituito da due perimetri urbani, parzialmente interessati dal Parco, che si sviluppano lungo la S.P. 40 per un area rispettivamente di 4,3 ettari (a) e di 4,2 ettari (b). La prima frazione è costituita da tre zone A e due zone B residenziali sature; la seconda da quattro piccole zone A, zone residenziali sature B. Adiacenti ai perimetri urbanizzati risultano individuati nuovi tratti di viabilità, verde privato e zone agricole normali E1; è presente inoltre nelle vicinanze un altro piccolo borgo costituito da una zona A, due zone B, due zone C e verde privato. - Il Molino Adiacente al confine del Parco, situato alla confluenza del torrente Brasimone con il rio Randonara, l insediamento ha una superficie di 2,1 ettari, interamente indicato come zona B. Nel comune di Castel di Casio: - La Maccia Piccolo insediamento urbano all interno del Parco, costituito da un nucleo storico NS, per una superficie di 0,5 ettari. - Cavannuccia Piccolo insediamento interno al Parco, con una superficie di 0,3 ettari, indicato come centro storico CS. - lungo lago - La Serra (campeggio Camping Suviana ) Insediamento con una superficie pari a 1,4 ettari costituito da un campeggio (ASP) e da due parcheggi a bordo strada (ACp) e ricompreso all interno del Parco Lungo Lago di Suviana; è situato prevalentemente all interno del perimetro del Parco. In adiacenza è presente un depuratore e sono previsti un nuovo ambito specializzato per attività produttive turistiche (ASP5) e ambiti di compatibilità per modesti interventi edilizi integrativi (All) a congiungersi con un altro piccolo insediamento (AC). - Badi-Massovrana Insediamento complesso ai margini del Parco, con una estensione di 15,5 ettari. Più prossimi al Parco sono il centro storico di Massovrana e alcune attrezzature e spazi collettivi di interesse sovracomunale, in particolare verde pubblico (ACv). - Covanna di Suviana-Tramonti Insediamento complesso ai margini del Parco, con una estensione di 14 ettari. La porzione più prossima al Parco è ricompresa all interno del Parco Lungo Lago di Suviana, comprende aree a parcheggio di interesse sovracomunale (ACp) e aree a verde pubblico (ACv). - lungo lago - Spinede (campeggio Camping del lago ) Insediamento con una superficie pari a 1,7 ettari, a confine con il Parco lungo la strada che costeggia il lago, costituito da un campeggio (ASP) e da un piccolo ambito consolidato (AC). - lungo lago -? 191

192 192, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Piccolo insediamento con un area di 0,6 ettari formato da un ambito consolidato (AC), un area a parcheggio di rilievo sovracomunale (ACp) e da un ambito specializzato per attività turistiche (ASP4). Nel comune di Castiglione dei Pepoli: - Monte Baducco Adiacente al confine del Parco, situato alle pendici nord del M. Gatta, l insediamento ha una superficie di 3,9 ettari, costituito da zone B, verde privato, una chiesa e un parcheggio. Intorno al perimetro urbano risultano interamente zone E2 (aree boscate). Lungo la strada che conduce all insediamento è presente una zona D4/4 (attrezzature per lo sport e per lo svago). - Monte Tavianella Insediamento situato all interno dell ampliamento più orientale, formato da tre distinte aree urbanizzate con una superficie complessiva di 10,7 ettari, indicate come zone B; in prossimità dell insediamento è individuata una zona D7 (campeggio). I fabbricati indicati dal catasto 2005 ricompresi all interno dell area protetta e degli ampliamenti sono circa mille, il maggior numero dei quali in comune di Camugnano. Gli edifici del comune di Camugnano ricadenti all interno dell area protetta sono circa un quinto del totale, e di questi la quasi totalità in territorio extraurbano. Per gli altri due comuni, i fabbricati all interno dell area protetta e degli ampliamenti risultano molto pochi - circa l 1% del totale -, di cui poco meno della metà ricadono interamente in territorio rurale. b.2) STRUTTURE E INFRASTRUTTURE PER LA PRODUZIONE E LA TRASMISSIONE DI ENERGIA ELETTRICA Dighe denominazione comune posizione PRG-PSC/RUE diga dei Cinghi di Bargi diga delle Scalere del Brasimone diga di San Damiano diga di Pavana Pistoiese Invasi artificiali 192 Camugnano Castel di Casio al confine del Parco Camugnano nel Parco Ø Camugnano Camugnano Castiglione dei P. al confine dell ampliamento fuori inquadramento Impianto Tecnologico (Castel di Casio) Ø Camugnano Ø Camugnano Ø Castiglione denominazione comune posizione PTCP-PTA invaso del Brasimone Camugnano nel Parco alveo attivo corpo idrico significativo invaso di Suviana alveo attivo Camugnano nel Parco corpo idrico significativo Castel di Casio uso idroptabile invaso di S. Damiano invaso di Pavana Pistoiese Condotte idrauliche Camugnano Castiglione dei P. nell ampliamento alveo attivo fuori inquadramento descrizione comune posizione PRG-PSC/RUE dall invaso di Pavana a quello di Suviana; Pavana Pistoiese sfioro, galleria interrata Castel di Casio parte nel Parco dall invaso del Brasimone a quello di Suviana; condotte forzate, parzialmente e- sterne, parzialmente interrate dall invaso del Brasimone alla centrale di S.Maria; condotte a caduta Camugnano Camugnano Castiglione dei P. nel Parco parte nel Parco, parte nell ampliamento impianto tecnologico all uscita nel lago di Suviana (Castel di Casio) zona tecnologica F6 per le condotte esterne non specificato in zona E2 aree boscate

193 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 193 esterne Centrali idroelettriche e stazioni denominazione località comune posizione PRG-PSC/RUE centrale di Suviana Suviana Bargi Camugnano fuori dal Parco zona tecnologica F6 centrale di Bargi Bargi (Ca di Romiccia) Camugnano nel Parco zona tecnologica F6 stazione di Bargi Bargi Camugnano nel Parco zona tecnologica F6 centrale di S.Maria San Damiano zona F7 attrezzature Castiglione nell ampliamento per l'energia elettrica dei P. centrale nel centro ENEA centro ricerche ENEA Linee elettriche in partenza dagli impianti Camugnano nel Parco zona tecnologica F6 impianto stazione Bargi centrale Suviana centrale Santa Maria n. linee in uscita livello di tensione (Volt) utenza (cod. linea) Calvenzano (338) Martignone (339) centrale Bargi (340 e 341) centrale Suviana (996) S. Maria (995) Brasimone ENEA (755) Calvenzano (825) Porretta (785) centrale Bargi (762 e 763) Bargi (996) centrale Le Piane (784) Brasimone ENEA (707) utenze private proprietà Terna SpA Terna SpA Enel Distribuzione SpA????? caratteri Gli impianti per la produzione di energia elettrica dell Asta del Reno, ovvero gli impianti di Bargi, Suviana, Le Piane, Santa Maria, Pioppe di Salvaro e Pavana sono di ENEL e controllati dall Unità Esercizio di Suviana, 129 il cui coordinamento è affidato al Capo Area Idroelettrica di Bologna, che dipende direttamente dal Direttore dell Unità di Business Bologna. Il Comitato ECOLABEL - ECOAUDIT Sezione EMAS Italia, ha deliberato in data 17 febbraio 2005 l iscrizione dell Unità di Business Bologna Area Idroelettrica di Bologna - Unità Esercizio Suviana nel registro comunitario dell EMAS disciplinato dal Regolamento UE 761/2001 Sull adesione volontaria delle organizzazioni a un Sistema Comunitario di Ecogestione e Audit. 130 In tale certificazione sono comprese quindi le centrali di produzione energia elettrica, gli invasi, gli sbarramenti, le condotte e i servizi annessi. Il sistema di produzione interessato dal Parco e dagli ampliamenti proposti in conferenza è costituito dal bacino del Brasimone che, con la realizzazione della diga delle Scalere, della condotta forzata del M. Gatta e la centrale di S.Maria nei pressi di lago di San Damiano, entrati in funzione nel 1911, costituisce il primo impianto di produzione di energia idroelettrica del territorio, nato per fornire energia agli impianti industriali di Bologna. Tale sistema è costituito inoltre dal bacino e dalla diga di San Damiano (1917), che sfrutta le acque in uscita dalla centrale di S.Maria convogliate con una condotta interrata al bacino e quindi alla centrale delle Piane di Lagaro (1923), dal ba- 129 Il complesso idraulico del Reno è gestito e controllato in modo unitario da un posto di Telecontrollo ubicato a Polpet (Belluno), presidiato 24 ore su Per conservare l iscrizione a EMAS, la Direzione dell Unità di Business Bologna dovrà presentare al Comitato ECOLABEL, una nuova Dichiarazione ambientale convalidata entro tre anni da questa. I- noltre, dovrà far convalidare i previsti aggiornamenti annuali da trasmettere all Organismo Competente e da mettere a disposizione del pubblico (secondo l art. 3 comma 3 b, del Reg. UE 761/2001). 193

194 194, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE cino di Suviana e dalla centrale posta immediatamente a valle dell invaso, entrati in funzione nel 1933 per elettrificare la ferrovia Porrettana, dalla centrale di Bargi che, insieme alle condotte forzate che collegano i bacini di Suviana e Brasimone, funziona dagli anni settanta; le acque del bacino di Suviana sono inoltre collegate per mezzo di una galleria con il bacino e la centrale di Pavana (1928). Produzione di energia elettrica lorda (milioni di kwh) Impianto Potenza efficiente MW Bargi ,9 438,7 448,5 Suviana 27 36,6 40,1 25,9 Santa Maria 6 11,1 10,9 8,8 Le Piane 10 7,3 8,1 6,5 Pioppe di Salvaro 0,3 0,7 0,8 0,6 Pavana 0,11 0,7 0,8 0,5 totale 404,3 499,4 490,8 da pompaggio 347,9 438,7 448,5 da apporti naturali 56,4 60,7 42,3 Si nota che la maggior parte dell energia prodotta dagli impianti dell Asta del Reno deriva dall impianto di pompaggio di Bargi; essendo Bargi un impianto di rilievo nazionale, la sua produzione è influenzata dalle richieste del GRTN, che possono modificare i programmi di produzione elaborati giornalmente dall UB-BO. Caratteristiche costruttive degli impianti Unità di misura Bargi Suviana Santa Maria Comune - Camugnano (BO) Camugnano (BO) Castiglione dei Pepoli (BO) Potenza installata kva Potenza efficiente kw Producibilità media annua milioni di kwh 346,03 (1) 35,28 8,57 Coefficiente energetico 1,15 (3) 0,87 (2) kwh/m3 0,177 0,630 (1) con apporto da pompaggio (2) in generazione (3) in pompaggio Dati di concessione Potenza nominale di concessione Portata di concessione Unità di misura Bargi Suviana Santa Maria kw m3/sec 104,6 (4) 75,4 (5) 8,42 1,90 Salto utile m 64,44 68,17 311,80 (4) Portata massima in generazione (5) Portata massima in pompaggio Dalla Dichiarazione ambientale si evidenziano i principali impatti ambientali 132 di tali strutture: Impatto visivo La collocazione degli impianti in una zona a vocazione naturalistica e turistica conferisce la massima rilevanza all'impatto visivo, ciò anche in considerazione dell'obiettivo generale dichiarato sulla Politica ambientale di Enel. La collocazione in pozzo (ossia immersa sulla sponda del lago) della centrale di Bargi fa sì che risulti preminente l'impatto visivo delle dighe di Suviana, Scalere (Brasimo- 131 ENEL, Dichiarazione ambientale Impianti idroelettrici dell Asta del Reno - EMAS. 132 Agli elementi suscettibili di produrre impatti significativi bisogna applicare un corretto Sistema di Gestione, vale a dire, attività sistematiche di sorveglianza, misure tecniche e gestionali appropriate, obiettivi di miglioramento in linea con la Politica e le strategie aziendali in materia d ambiente; ciò allo scopo di prevenire, o quantomeno ridurre, gli impatti negativi e di accrescere quelli positivi. 194

195 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 195 ne) e Pavana. Le altre strutture fuori terra costituiscono poli visuali distinguibili solo dalle immediate vicinanze e pertanto danno luogo ad un impatto visivo di minore importanza. Campi elettrici e magnetici a bassa frequenza Il funzionamento di macchine e di apparecchiature elettriche a corrente alternata ad una frequenza di 50 oscillazioni al secondo (50 Hz), come è quella usata nelle applicazioni industriali e domestiche, genera campi elettrici e campi magnetici: queste perturbazioni rimangono confinate nell intorno delle apparecchiature elettriche e lungo le linee di trasmissione. L esercizio di antenne trasmittenti nelle telecomunicazioni comporta l emissione di campi elettromagnetici ad alta frequenza (milioni di oscillazioni al secondo) che sono invece capaci di viaggiare nello spazio. Entrambe le perturbazioni non hanno capacità ionizzanti e pertanto entro i valori di esposizione raccomandati intensità e tempi non sono in grado di produrre effetti biologici immediati. Le linee elettriche che cominciano dalle stazioni elettriche degli impianti appartengono alla società Terna, i campi elettrici e magnetici derivanti dall'esercizio di queste linee non sono quindi sotto il diretto controllo di Enel GEM. Non risultano esposizioni della popolazione ai campi derivanti dalle apparecchiature elettriche degli impianti del Reno gestiti dall Unità di Business Bologna. Su tali impianti inoltre non sono istallate antenne di telefonia mobile, ma solo antenne per teletrasmissioni che presentano un impatto elettromagnetico minore e comunque non interessano agglomerati abitativi (le antenne sono gestite dalla Divisione Telecomunicazioni di Enel). Gli impianti per la trasmissione dell energia elettrica sono costituiti dalle linee elettriche in partenza dagli impianti di produzione e da altre linee passanti (in particolare la linea ad alta tensione a servizio delle Ferrovie sul versante di Monte Gatta - loc. Monte Baducco). Non vi sono dati pubblicati, o comunque conosciuti, relativi ad indagini e studi relativi all impatto delle linee elettriche esistenti nel territorio in rapporto all avifauna. b.3) CENTRO DI RICERCA ENEA dati territoriali L areale recintato del Centro ENEA presenta una superficie pari a 83,60 ha. caratteri L ENEA è proprietaria di una vasta area nel bacino Brasimone, in cui è localizzato un centro di ricerca con circa 150 addetti tra ricercatori e tecnici specializzati. Il centro è sorto per la sperimentazione di tecnologie avanzate nel campo della produzione di energia nucleare, ma a seguito del referendum del 1987 è stato riconvertito in centro studi sull energia. Le attività del centro ENEA 133 sono rivolte al settore dell'ingegneria sperimentale e si svolgono nell'ambito di numerosi progetti internazionali in avanzate infrastrutture impiantistiche e laboratori. Il Centro, inoltre, organizza corsi di formazione alla sicurezza (antincendio, primo soccorso, diagnosi di sicurezza, valutazione di rischio) a supporto del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, della Pubblica Amministrazione e delle Piccole e Medie Imprese. La direzione del centro fornisce assistenza e servizi a tutte le unità programmatiche che operano nel centro; assicura il mantenimento e la gestione del patrimonio infrastrutturale impiantistico e la gestione operativa di tutto il personale; garantisce la corretta applicazione della legislazione in materia di sicurezza e salute dei lavoratori; favorisce l'integrazione con il territorio e 133 Informazioni recuperate dal sito del Centro Ricerca ENEA 195

196 196, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE gestisce la Biblioteca. La documentazione presente nella biblioteca del centro è relativa principalmente alle tematiche riguardanti fisica e ingegneria nucleare, dosimetria, scienze ambientali, ingegneria dei materiali. L area del centro ENEA, interamente recintata, è situata sul lato sud delle sponde del lago del Brasimone; comprende le vallette formate dal Rio dell Alba e dal Rio Torto, questo ultimo tombato nella parte finale, una parte delle pendici dei versanti boscati del Poggio delle Vecchiette e delle cime del crinale tosco-emiliano nonché alcuni modesti rilievi. L ambito è in prevalenza ricoperto da aree boscate, in particolare da boschi di faggio ceduo; in sponda sinistra del Rio dell Alba vi è un areale a bosco misto di latifoglie a prevalenza di faggio, nei pressi delle rive del lago e nella parte alta della valle del Rio Torto vi sono alcuni rimboschimenti di conifere; le restanti porzioni, in sponda destra del Rio dell alba e in prossimità della località Spiaggione, sono costituite da aree aperte, praterie secondarie e arbusteti. Oltre agli ambienti del bosco e degli spazi aperti, l area recintata è caratterizzata dall ambito lacustre del lago del Brasimone e dall ambito fluviale del Rio Torto. Dal punto di vista geologico l ambito è caratterizzato dalla presenza di alcuni limitati affioramenti rocciosi ed è attraversato dal livello a lucine nella parte alta della valle Rio Torto. Sono inoltre segnalate cinque frane quiescenti, di cui due, gravitanti sulla valle del Rio Torto, da sottoporre ad intervento (cf. parte 1.3). Le porzioni impermeabilizzate sono costituite dagli edifici e dagli impianti del centro ricerche (laboratori, uffici, centralina elettrica, potabilizzatore, depositi), dagli impianti del PEC inutilizzati, da altri fabbricati inutilizzati situati in prevalenza nei fondovalle dei rii -, dalle aree aperte pertinenziali delle costruzioni (comprese le aree a parcheggio), e dalle strade a- sfaltate. La recinzione, posta lungo il limite del Centro di ricerca, non permette il passaggio della fauna selvatica, né in entrata né in uscita dal centro. Localizzata in riva al lago è Villa Ruggeri, edificio storico (cf. parte 3.1), attualmente utilizzata come spazio di rappresentanza e uffici del centro. Il PRG vigente individua l areale recintato del Centro ENEA come zona tecnologica F6 (Norme PRG di Camugnano, art. 18/f). b.4) INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ Ferrovie denominazione descrizione posizione stazioni Bologna Firenze Bologna Pistoia tratto rettilineo completamente in galleria situata nella valle del Reno tratto che interessa gli ampliamenti fuori dal Parco stazione più vicina: San Benedetto Val di Sambro stazioni più prossime: Castel di Casio, Porretta Terme, Ponte della Venturina Rete viaria Autostrade denominazione descrizione posizione caselli situata nella parte A1 Milano Napoli situata nella valle del Reno; è attualmente in fase di miglioramento; ha tratti in galleria più orientale dell ambito in esame, fuori dal Parco e dagli ampliamenti Variante di Valico è attualmente in fase di realizzazione; prevalentemente in galleria ad est degli ampliamenti del Parco caselli più prossimi al Parco: Pian del Voglio e Roncobilaccio 196

197 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 197 Rete viaria - Strade provinciali denominazione descrizione comune posizione SP 40 costeggia il lago di Suviana, Porretta Terme passa sulla diga, attraversa gli Camugnano abitati di Badi, Bargi, Baigno e Castel di Casio Serra dello Barceda Zanchetto SP 62 Serra dello Zanchetto Castiglione dei Pepoli SP 72 Serra dello Zanchetto Riola attraversa gli abitati de La Guardata e Castiglione, passa sulla diga del Brasimone e poi in costa sul versante destro della valle del torrente Brasimone a nord dell invaso attraversa l abitato di Camugnano Camugnano Castiglione dei Pepoli Camugnano per una parte confine nord e est del Parco confine del Parco attraversa il Parco nella porzione nordest fuori dal Parco SP 43 Badi confine toscano (Treppio) in costa sul versante sinistro della valle del torrente di Limentra di Treppio a monte dell invaso di Suviana Castel di Casio è confine del Parco nella parte a ovest da Badi verso sud SP 8 Castiglione dei Pepoli S. Giacomo SP 23 Suviana Riola SP 39 collegamento SS 325 SP 72 SS 325 Bologna Firenze costituisce insieme alle SSPP 40 e 62 una sorta di collegamento trasversale est-ovest pedemontano Castiglione dei Pepoli parte orientale dell inquadramento valle del Limentra Castel di Casio fuori dal Parco passa per Trasserra Camugnano fuori dal Parco collega Emilia-Romagna e Toscana; è situata sul versante sinistro della valle del t. Setta nella parte sud dell inquadramento, fra i due ampliamenti proposti più meridionali, attraversa Castiglione dei Pepoli, prosegue verso nord sul versante destro della valle del t. Brasimone Camugnano Castiglione dei Pepoli fuori dal Parco Strade Locali - Limitazioni all accesso veicolare (elenco con dati) Nei territori dei comuni di Castiglione dei Pepoli e Castel di Casio, interessati dall area protetta e ampliamenti, non vi sono limitazioni all accesso veicolare. Il Comune di Camugnano, con ordinanza del sindaco n. 144 del , ha posto il divieto permanente di transito e sosta per tutti i veicoli 134 in qualsiasi strada di smacchio (ovvero esbosco) e nelle piste e strade di cui all elenco che segue: località tipo comune note Logumano-Lavaccioni strada antincendio Camugnano Cascina-Rio Torto strada antincendio Camugnano Serra dei Galli- Boschi del Farneto Fontana del Boia- Cornacchione strada antincendio strada forestale Camugnano Camugnano fuori dall area protetta sopralluogo: posizione del cartello non chiara e si intuisce che il divieto riguarda la strada per la Succhiata Lavaccioni-Casa Sabadini Camugnano strada forestale Val di Noce-Colonna strada forestale Camugnano Grossara-Alborato strada forestale Camugnano non individuato nella tav. 3.2 Vesina-Serra Maggio- vecchia strada comunale Camugnano Chiapporato Fontana del Boia- vecchia strada comu- Camugnano 134 Da tale divieto sono esclusi i mezzi di servizio del Comune, del CFS, dei carabinieri, dei VVFF e quelli dei proprietari dei fondi aventi diritto, per lavori di disboscamento o per qualsiasi altro asservimento, purché in possesso di apposito permesso rilasciato dal Comune di Camugnano e alle condizioni del medesimo specificate. 197

198 198, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Lavaccioni Trogacci-Pogghiolino- Cassanini Poggiolino-Poggio di Costozza Piano d Alborato- Logumano Foragatti-Valdinadia- Balinello nale vecchia strada comunale vecchia strada comunale vecchia strada comunale vecchia strada comunale Camugnano Camugnano Camugnano Camugnano fuori dall area protetta fuori dall area protetta Strade panoramiche 135 sigla partenza - arrivo descrizione posizione SP 23 SP 40 SP 43 SP 62 SP 72 Suviana Riola Porretta Terme Serra dello Zanchetto Badi confine toscano (Treppio) Serra dello Zanchetto Castiglione dei Pepoli Serra dello Zanchetto Riola SS 325 Bologna Firenze nel tratto Castel di Casio - Suviana nel tratto Badi Serra dello Zanchetto viabilità panoramica PTCP nel tratto Badi - Treppio viabilità panoramica PTCP interamente viabilità panoramica PTCP nel tratto tra Serra dello Zanchetto e SP 39 nel tratto interessato dall inquadramento fuori dal Parco per una parte confine nord e est del Parco è confine del Parco nella parte a ovest da Badi verso sud confine del Parco attraversa il Parco nella porzione nord-est fuori dal Parco fuori dal Parco Itinerari camugnanesi 136 Percorsi automobilistici e motociclistici, gli itinerari sono indicati su appositi punti informativi posizionati in alcuni punti particolari dei percorsi. I punti di interesse segnalati dalla guida e nelle mappe sono tabellati in loco, con piccoli pannelli informativi. I percorsi e i pannelli informativi, nonché la loro manutenzione, sono stati realizzati dal comune di Camugnano. sigla partenza - arrivo descrizione posizione note IC-1 IC-2 IC-3 lago di Suviana Serra dello Zanchetto SP72 Ponte di Verzuno 24 km di percorso automobilistico e motociclistico; SP40 lago di Suviana, Bargi (e sobborghi; deviazione per Stagno e Chiapporato), Baigno, strada locale asfaltata Baigno, lago del Brasimone, La Guardata, SP62 La Guardata, Serra dello Zanchetto (deviazione per Le Mogne e San Damiano), SP40 fino a Barceda, strada locale per Costozza e il Mulinello, SP 23 per il lago di Suviana percorso automobilistico e motociclistico lungo la SP62 di collegamento tra l anello nord e l anello sud 20 km di percorso automobilistico e motociclistico; Ponte di Verzuno, Verzuno, Vigo, Predolo, Serretto di Vigo, Greglio (deviazione per Burzanella), Frascari di Vigo (deviazione per Trasserra), Camugnano, Carpineta, Ponte di Verzuno (SP73 SP62) parte nel Parco, parte a confine, parte fuori dal Parco fuori dal Parco fuori dal Parco anello sud collegamento anello nord anello sud anello nord 135 PTCP Provincia di Bologna - Allegato C alle Norme di attuazione; TCI, Guida Emilia-Romagna, 2005; TCI, Grande carta stradale d Italia. Emilia-Romagna. 1: Comune di Camugnano, Terre e acque di Camugnano. veleggiando per l Appennino Tosco-Emiliano. i- tinerari camugnanesi,

199 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 199 Percorsi a cura del Parco 137 Sono 4 percorsi didattici e ricreativi realizzati o sistemati e mantenuti dal Consorzio di gestione del Parco. sigla partenza - arrivo descrizione posizione note PP-1 PP-2 strada locale in sponda sinistra lago Brasimone La Spiaggetta Querceti di Sopra sentiero didattico; dalla strada ci si inoltra in una lingua boscata della sponda sinistra del lago del Brasimone sentiero Guccini; lungo il lago di Suviana in sponda destra, dal parcheggio della Spiaggetta a Querceti di Sopra nel Parco nel Parco era parte del giro di ispezione del guardiano della diga PP-3 Poranceto sentiero del Pero nel Parco PP-4 la Spiaggetta percorso accessibile da disabili motori dal parcheggio alla struttura ricettiva nel Parco realizzato in collaborazione con la provincia di Bologna Percorsi a cura del CAI 138 Sono i percorsi indicati con segnavia bianco-rosso a cura del Club Alpino Italiano. I percorsi riportati nella carta escursionistica 2005 per la parte sul versante emiliano sono indicati con tre numeri, se non di tre cifre, preceduti da zeri, mentre quelli sul versante toscano 139 non sono preceduti da zeri. La manutenzione ordinaria dei sentieri all interno del Parco è affidata al CAI con apposita convenzione, 140 mentre la manutenzione straordinaria è realizzata dal Consorzio del Parco. sigla partenza - arrivo descrizione posizione note A Castiglione dei Pepoli Le Scalere - P.155 Monte Baducco - p.001 Castiglione dei Pepoli - p.001 Case Monte Tavianella - Crocicchie Barbamozza - p A Bargi - p B p.155 L Alpe p.009 Castiglione (p.003), versante ovest M. Gatta (p.001a), Le Scalere, Ca Ortedè, sponda destra lago del Brasimone, C.se di Sopra (p.003), Pian Coloreto, S.Giuseppe (p.27), crinale tosco-emiliano, M. della Scoperta, sorgente La Faggeta, M. delle Lamacce, La Pianaccia, Eremo del Viandante (p.21a), versante est M. Calvi, Pian di Bella Rosa, p.155 al Balinello Monte Baducco, versante ovest M. Gatta, p.001 Castiglione, Monte Baducco, versante ovest parte alta M. Gatta, La Serra, C.se di Sopra, p.001 Case Monte Tavianella (p.017, p.015, p.29), M. Tavianella, M. Coroncina (p.013), Sorgente Ampollina, La Castagnaccia, Formarulli, Ca di Landino, Crocicchie (p.007) Barbamozza (p.011, p.155), versante nord dell Alpe e del M. di Stagno, Luogo Umano, Foragatti (p.009a), Val di Noce, p.155 Bargi, Ca Melati, L Alborato, (p.011), pendici nord del M. di Stagno, p.009 (p.155) passo del Balinello, crinale M. di Stagno, l Alpe, p.009 prevalentemente nel Parco nel Parco prevalentemente al confine del Parco, confine con ampliamento centro attraversa l ampliamento sud nel Parco nel Parco nel Parco tabellazione carente è tabellato al Balinello, non è indicato nella carta e- 137 Indicati in: Regione Emilia-Romagna Provincia di Bologna - Club Alpino Italiano, Carta escursionistica Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, 1:25.000, Cf. carta escursionistica RER. 139 Indicati nella rete escursionistica toscana. 140 Convenzione tra il Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone e il Club Alpino Italiano sottosezione di Castiglione dei Pepoli con validità annuale, rinnovata anche per l anno

200 200, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Poranceto - Ca di Valerio Santuario Boccadirio p.005 Case Monte Tavianella - Pian Coloreto Case Monte Tavianella - Passeggere Castiglione dei Pepoli Ca Terre Rosse 033 Rasora p A 043B A 21C Castiglione dei Pepoli p.003 Rasora rifugio Ranuzzi Segni La Guardata - Riola Il Molino Il Cigno La Guardata p.043 La Guscella p.043 Molino del Pallone - Barbamozza lago di Suviana M. Belvedere Riola Badia Taona crinale tosco-emiliano Fossato M. delle Scalette Molino dei Sassi - Toscana Poranceto, Ceredaccio (p.039), Barbamozza (p.009, p.155) santuario Boccadirio (p.017), Valli, versante nord del M. Coroncina, p.005 Case Monte Tavianella (p.017, p.005, p.29), lago Tavianella, versante toscano, Le Cottede, Villa Cipriani, La Storaia, Piana di Bettuccia, Spinareccia, Pian Coloreto (p.001) Case Monte Tavianella (p.005, p.015, p.29), poggio alle Forche, Spazzavento, Boccadirio (p.013), Roncobilaccio, ecc. Castiglione dei Pepoli, lago di San Damiano, centrale di S.Maria, ponte sul Brasimone, ecc. Rasora (p.037), fonte del Rozzaro (p.035), versante sud M. Gatta, M. Gatta, p.003 Castiglione dei Pepoli, rifugio Ranuzzi Segni (Casa dell Abetina) (p.037), Monte Bagucci, fonte del Rozzaro (p.033), p.003 Rasora (p.033), Bagucci (p.007), rifugio Ranuzzi Segni (Casa dell Abetina) (p.035) La Guardata (p.043a) lago del Brasimone, Ceredaccio (p.011), crinale, Serra dello Zanchetto, crinale ecc. Il Molino, Ca di Beppe, Mogne, rio Randonara, Madonna del Cigno, crinale delle balze del Cigno, balze del Cigno, torrente Brasimone, Il Piano, Il Molino La Guardata (p.039), Casalino, crinale delle balze del Cigno (p.043) SP 62, La Guscella, Ca Visconti, rio Randonara (p.043) Barbamozza (p.011, p.009), sponda sinistra torrente Brasimone, Ca Fontana del Boia, Lavaccioni, Piana dei Poderi, Balinello di Sopra (p.001), (p.009b), M. di Stagno, Capravecchio (p.009), Belvedere, Stagno, Rio, Costarelle, S.Giorgio, Molino dei Sassi (p.21c), ponte sul Limentra, sponda sinistra del Limentra, sponda sinistra del lago di Suviana, campeggio (p.157), Badi- Collina, Poggio di Badi, Pavana, ecc. lago di Suviana sponda sinistra (p.155) campeggio, Pida, ecc. tratto Badi, Ca di Costanzo, S.Ilario Toscana, M. delle Scalette (p.001, p.21a), crinale, M. delle Lamacce (coincide con p.001), Toscana passo dell Alpe di Cavarzano, ecc. Fossato (Toscana), Chiapporato, Chiapporato di Là, crinale (p.001, p.00), Eremo del Viandante, M. delle Scalette Molino dei Sassi (p.155) torrente Limentra, Fabbriche Vecchie, Fabbriche Nuove, Toscana, ecc. nel Parco lambisce l ampliamento sud collega il Parco con l ampliamento sud, prevalentemente fuori dal Parco lambisce l ampliamento sud attraversa l ampliamento nord Parco, ampliamento centro ampliamento centro e confine con il Parco lambisce l ampliamento centro e l ampliamento sud dal crinale setta-brasimone al Parco prevalentemente nel Parco nel Parco nel Parco porzione nel Parco porzione nel Parco lambisce il Parco porzione a confine del Parco porzione nel Parco porzione nel Parco scursionistica 25000, è indicato sulla carta escursionistica 50000; non è tabellato dal p.009 tabellazione multipla tratti di strada forestale e sentiero tabellazione carente dalle Fabbriche Vec-

201 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 201 chie verso la Toscana 27 Toscana val di Setta S.Giuseppe Toscana valle del Setta, S.Giuseppe (p.001) lambisce il Parco Percorso naturalistico-didattico Re di Macchia 141 Nell ambito dell Accordo di programma MURST-ENEA, Attività: Caratterizzazione Ambienti Fragili siglato nel 1996 con il Ministero per l università e la ricerca scientifica, ENEA ha realizzato un percorso naturalistico didattico all interno del Parco per consentire di sperimentare a differenti livelli di approfondimento, per differente interesse, preparazione, età, una grande varietà di ambienti, indicati da apposita tabellazione. Guide e opuscoli esplicativi previsti nel progetto non sono ancora stati realizzati. Il percorso si sviluppa all interno della proprietà ENEA, prevalentemente sui sentieri CAI che ricalcano la vecchia strada comunale Castiglione-Rasora ( via piana ) e lungo la strada che costeggia la sponda destra del lago Brasimone. La manutenzione del percorso, effettuata prevalente da ENEA, è realizzata anche dal CAI e dal Consorzio di gestione del Parco. sigla partenza - arrivo descrizione posizione note PND-1 SP62 Pian Coloreto circa 4,5 km di itinerario pedonale; arrivando da Castiglione si lascia la SP40 prima della diga del Brasimone; sentiero parzialmente coincidente con p.001; si chiude sulla strada in sponda destra del lago nel Parco realizzato e tabellato Sentieri Energia e Natura 142 In collaborazione con il Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone, Enel ha individuato e attrezzato alcuni Sentieri Energia e Natura che si sviluppano all interno dell area protetta e lungo il torrente Brasimone, consentendo di scoprire le caratteristiche e il funzionamento degli impianti collegati ai bacini di Suviana, Brasimone e S.Maria. Cartelli informativi permettono di cogliere, oltre alle caratteristiche del percorso, i principali dati tecnici e di funzionamento degli impianti di produzione idroelettrica. La guida riporta inoltre posizione e informazioni su centrali e dighe Enel, stazioni ferroviarie, punti panoramici, aree picnic e rifugi. sigla partenza - arrivo descrizione posizione note SEN-1 SEN-2 Castiglione dei Pepoli Suviana Castiglione dei Pepoli Lagaro circa 18 km percorribili a piedi; da Castiglione al lago del Brasimone p.001bo, SP62 sulla diga, strada a- sfaltata in sponda sinistra del lago, p.155 Barbamozza, Stagno, Molino dei Sassi, sponda sinistra lago di Suviana circa 18 km percorribili in mountain bike; da Castiglione alla centrale di S.Maria, si costeggia il lago di San Damiano p.031bo, Serra di Pasquino, Appennino, Trasserra, Poggio, Molino, Labaro (o ritorno al lago e a Castiglione per Creda) prevalentemente nel Parco interessa parzialmente l ampliamento del lago di San Damiano; il resto è fuori realizzato e tabellato la deviazione per La Pianaccia è tabellata al bivio in località Balinello in fase di progettazione è indicato nella guida e in un pannello informativo presso il lago S.Damiano Via dei santuari 143 Itinerario escursionistico in 7 tappe da Bologna a Prato, è un percorso di interesse storicodevozionale - ricalca parzialmente una strada transappenninica tra Bologna e la Toscana e tocca alcuni santuari e abbazie (Beata Vergine di S.Luca, S.Maria di Montovolo, Beata Vergine di Boccadirio, Abbazia di Montepiano) e di interesse naturalistico-ambientale attraversando alcuni parchi 141 ENEA, Caratterizzazione di ambienti fragili. Il Parco dei laghi Suviana e Brasimone (Bologna), Enel, in coll. con Touring Club Italiano, I piaceri dell energia. Natura, sport, gastronomia, arte e scienza. Guida 2006, A cura della sez. di Bologna del CAI, Alta via dei santuari,

202 202, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE appenninici (Parco Regionale Storico di Montesole, Parco Provinciale di Montovolo, Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone). L itinerario, descritto in una apposita guida, è stato realizzato e tabellato dalle sezioni del Club Alpino Italiano di Bologna e di Prato, si percorre a piedi, prevalentemente su sentieri CAI, da Bologna in sponda destra del Reno e da Sasso Marconi lungo i crinali. Le sezioni CAI si occupano della manutenzione ordinaria del percorso. sigla partenza - arrivo descrizione posizione note SAN-1 SAN-2 da Ca Terre Rosse a Montepiano per il lago del Brasimone da Ca Terre Rosse a Montepiano per il lago di San Damiano e Boccadirio tratto da Ca Terre Rosse sul crinale p.039 fino a La Guardata, attraversata la diga p.001 per C. di Sopra fino a San Giuseppe, Montepiano per p.27 e p.23 tratto da Ca Terre Rosse sul crinale p.031 per il lago di San Damiano, Castiglione dei Pepoli, Crocicchie, Ca di Landino, quindi p.005 fino sotto il M. Coroncina, p.013 per Boccadirio, p.017 fino a C.se Monte Tavianella, p.015 oppure p.29 e p.00 per Montepiano attraversa gli ampliamenti attraversa il parco tabellato tabellato Ecotrailmarathon 144 Gara competitiva di 42,195 km per podismo e mountain-bike, interamente all interno dei boschi e dei sentieri CAI del Parco, organizzata dalla Polisportiva Parco dei Laghi in collaborazione con la Lega Atletica e Podismo Uisp Bologna. La gara è inserita in un progetto dell UISP atto a far conoscere e a valorizzare i parchi, l ambiente e i luoghi dell Appennino. Nel 2005 si è svolta la prima edizione, nel 2006 la seconda. Il percorso è stato appositamente tabellato dalla Polisportiva; la sua manutenzione è effettuata dal CAI e dal Consorzio di gestione del Parco. sigla partenza - arrivo descrizione posizione note ETM Castiglione dei Pepoli percorso di circa 42km percorribile in mountain bike; da Castiglione centro storico, lago di San Damiano, Il Molino, Le Mogne, Bonaghe, Ca Visconti, Casalino, La Guardata, il Ceredaccio, Barbamozza, Luogo Umano, Val di Noce, Caprevecchie, M. di Stagno, Balinello, La Pianaccia, crinale di M. della Scoperta e Poggio delle Vecchiette, S.Giuseppe, Pian Coloreto, Case di Sopra, La Serra, Monte Bagucci, Casa dell Abetina, Castiglione parzialmente nel Parco e negli ampliamenti prevalentemente sui tracciati dei sentieri CAI pp. 031, 043, 043A, 039, 009, 155, 001, 003, 035 e su strade locali; tabellato Parcheggi e aree di sosta esistenti o di progetto (presenti negli strumenti urbanistici vigenti) sigla località comune posizione PRG-PSC/RUE note zone di sosta PCAM-1 Baigno Camugnano nel Parco e par- 3 areali cheggio G1 PCAM-2 Bargi Il Piano Camugnano nel Parco zone di sosta e parcheggio 2 areali G1 PCAM-3 Barceda Camugnano nel Parco zone di sosta e parcheggio 2 areali G1 PCAM-4 La Guardata Camugnano nel Parco zone di sosta e parcheggio 5 areali G1 zone di sosta e par- La Spiaggetta sponda PCAM-5 destra lago di Suviana Camugnano nel Parco cheggio G1 1 areale PCAM-6 Bargi Camugnano fuori dal Parco zone di sosta e parcheggio 4 areali G1 PCAM-7 Castellaro Camugnano fuori dal Parco zone di so- 1 areale 144 Tracciato fornito dall EdG. 202

203 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 203 PCAM-8 Il Molino Camugnano fuori dal Parco PCAM-9 Le Mogne Camugnano fuori dal Parco PCDC-1 PCDC-2 PCDC-3 PCDC-4 La Serra (presso il campeggio) lungo la strada, sponda sinistra lago di Suviana lungo la strada, sponda sinistra lago di Suviana, tra Tramonti e Cavannuccia La Serra (presso il campeggio) lungo la strada, sponda sinistra lago di Suviana (presso il campeggio) lungo la strada, sponda sinistra lago di Suviana Castel di Casio Castel di Casio Castel di Casio Castel di Casio nel Parco nel Parco fuori dal Parco fuori dal Parco PCDC-5 Tramonti Castel di Casio fuori dal Parco PCDC-6 lungo la strada, sponda sinistra lago di Suviana, tra Tramonti e Cavannuccia PCDP-1 abitato del capoluogo PCDP-2 abitato di Monte Baducco PCDP-3 abitato di Rasora Castel di Casio Castiglione dei Pepoli Castiglione dei Pepoli Castiglione dei Pepoli fuori dal Parco sta e parcheggio G1 zone di sosta e parcheggio G1 zone di sosta e parcheggio G1 parcheggi di interesse sovracomunale Acp parcheggi di interesse sovracomunale Acp parcheggi di interesse sovracomunale Acp parcheggi di interesse sovracomunale Acp parcheggi di interesse sovracomunale Acp parcheggi di interesse sovracomunale Acp 2 areali 2 areali 1 areale a bordo strada 1 areale 1 areale 1 areale a bordo strada fuori dal Parco zone G1/G6 15 areali fuori dal Parco zone G1/G6 1 areale fuori dal Parco zone G1/G6 4 areali I parcheggi, collocati nell area Spiaggetta, lungo la strada Comunale Farnè - Centrale ENEL in sponda destra del lago di Suviana e lungo la sponda sinistra, sono a pagamento senza custodia, nei giorni festivi del periodo dalle 8.00 alle 18.00; la loro gestione è in capo all Ente di Gestione del Parco. All interno del territorio dell area protetta sono inoltre presenti altre aree per la sosta veicolare, a volte anche segnalate, non indicate all interno degli strumenti urbanistici, riportate in forma di punti in tav. 3.2 del presente quadro conoscitivo. b.5) ATTREZZATURE PER LA FRUIZIONE Strutture del Parco esistenti e di progetto sigla nome località comune posizione proprietà gestione PRG-PSC/RUE note SP-1 SP-2 Centro Parco Museo del bosco Camugnano Camugnano fuori dal Parco Poranceto Camugnano nel Parco Comune di Camugnano Consorzio di gestione del Parco servizi e attrezzature pubbliche di interesse generale F1 zona a tutela boschiva E2 Comune di Consorzio di attrezzature collet- Laboratorio delle Casio Parco tive civili Castel di gestione del Suviana - Castel di fuori dal SP-3 Tramonti Casio Parco acque e religiose ACa SP-4 Casti- Castiglione fuori dal proget- 203

204 204, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE glione dei Pepoli Parco to per un ufficio del parco a Castiglione Altre strutture per l educazione ambientale esistenti sigla nome località comune posizione proprietà gestione PRG-PSC/RUE note CIEB Centro Informazione Energia Brasimone La Guardata Camugnano nel Parco ENEA/Enel ENEA servizi e attrezzature pubbliche di interesse generale F1 Il Centro Informazione Energia Brasimone, struttura del Centro di Ricerca ENEA, 145 opera dal 1985, aperto al pubblico, con lo scopo di diffondere e promuovere l'informazione sulle attività svolte dall'ente. Il Centro Informazione, ubicato sulla sponda destra del lago Brasimone opposta al Centro Ricerche, consiste in un edificio che comprende una sala destinata a conferenze e proiezioni della capienza di 130 posti a sedere, attrezzato con un sistema audiovisivo integrato, una sala espositiva e una piccola biblioteca per la consultazione del materiale informativo. 146 Aree attrezzate esistenti sigla località comune posizione proprietà gestione PRG-PSC/RUE note AT-1 AT-2 AT-3 AT-3 SP 62 tra Palazzi e Casalino lago di Suviana sponda sinistra lago di Suviana sponda destra La Spiaggetta Querceti di Sopra lago del Brasimone sponda sinistra La Guardata Camugnano Castel di Casio Camugnano Camugnano nel Parco nel Parco Enel nel Parco Enel nel Parco Enel Provincia di Bologna consorzio di gestione del parco consorzio di gestione del parco zone agricole normali E1; rispetto stradale 30m Parco Lungo Lago di Suviana zona turisticoambientale attrezzata all aria aperta D5; zone a tutela boschiva E2 zona per complessi turistici all aperto D4 2 areali, a- ree attrezzate realizzate dalla provincia di Bologna 12 aree attrezzate 7 aree attrezzate 2 aree attrezzate La sponda sinistra del lago di Suviana è definita nel PSC/RUE del Comune di Castel di Casio come Parco Lungo Lago di Suviana ; la sponda destra dello stesso lago è definita dal PRG del Comune di Camugnano coma zona D5 Zona turisticoambientale attrezzata all aria aperta. Entrambi gli areali sono riportati in tav. 3.2 del presente quadro conoscitivo. Rifugi, bivacchi, foresteria esistenti sigla nome località comune posizione proprietà gestione PRG-PSC/RUE RF-1 Eremo del La Viandante Pianaccia Camugnano nel Parco privato zone a tutela boschiva E2 RF-2 foresteria del co/comuni ne Temporali Poranceto Camugnano nel Parco par- Associaziozone agricole norma- E1 145 Informazioni riportate nel sito del Centro Ricerca ENEA Le attività che si svolgono presso il Centro Informazione Energia Brasimone sono riportate nella parte b.5) del cap

205 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 205 RF-3 Poranceto rifugio Ranuzzi Segni Casa dell abet ina Abetina Castiglione dei Pepoli negli ampliamenti tà montana soc. pro monti bus et sylvis nea d Imprese zone forestali di tutela integrale E2 Complessi turistici all aperto (campeggi) esistenti sigla nome località comune posizione proprietà gestione PRG-PSC/RUE CA-1 CA-2 Camping Suviana Camping del lago La Serra lungo lago di Suviana sponda sinistra Spinede lungo lago di Suviana sponda sinistra Castel di Casio Castel di Casio nel Parco pubblica al confine con il Parco ambiti specializzati per attività turistiche ASP4 ambiti specializzati per attività turistiche ASP4 Aree sosta camper (Camper Service) esistenti Camugnano. Area gratuita per 6-7 camper adiacente alla Foresteria del Poranceto, presso il Centro Visita del Parco. Aperto tutti i giorni da Giugno a Settembre. PS 147 Camugnano. Lago Brasimone, 100 m sotto il centro Energia nel piccolo piazzale con fontanella e chiesetta. PS Camugnano. Piazzale sul lato Est del lago loc. La Spiaggetta. Sempre aperto, a pagamento i giorni festivi da Giugno ad Agosto. PS Castel di Casio. SP 40 al km 12,400, sul lato Ovest del Lago di Suviana. Sempre aperto, gratuito, non c'è spazio per la sosta. CS Edifici pubblici esisenti (non utilizzati o sottoutilizzati) e in fase di realizzazione sigla nome località comune posizione proprietà gestione PRG-PSC/RUE note parrocchia zona edifi- EP-1 di cata stori- canonica di Chiapporato parco consorzio Camugnano nel Parco San Giacomo di a Piano di ca soggetta Chiapporato Bargi Recupero B2 EP-2 EP-3 EP-4 EP-5 edifici del vivaio delle Cottede Palazzo Comelli Colonia Molinellese Osservatorio Astronomico Pubblico 148 Le Cottede Bargi Ca Melati Poggio di Badi M. Gatta Castiglione dei Pepoli Camugnano Castel di Casio Castiglione dei Pepoli negli ampliamenti fuori dal Parco fuori dal Parco negli ampliamenti comune di Castiglione dei Pepoli comune di Camugnano comune di Molinella comune di Castiglione dei Pepoli Regione ER verrà gestito dal Gruppo M1 Astrofili Castiglionesi zona E2 zona A ambiti specializzati per attività turistiche ASP4 zona E2 gli edifici verranno dati in gestione al Parco in fase di realizzazione finalità didatti- 147 PS, Punto Sosta, parcheggio idoneo ad ospitare i v.r. a motore, ma non espressamente riservato ad essi. Se non diversamente segnalato, si intende che l'area è stata indicata come adatta alla sosta da utente segnalatore. CS, Camper Service, segnalazione indicante la presenza di struttura dedicata allo smaltimento acque reflue grigie e nere. Fonte: Informazioni riportate nel sito del Gruppo M1 Astrofili Castiglionesi 205

206 206, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE che e turistiche Punti panoramici, belvedere 149 sigla località comune posizione gestione concessione PRG-PSC/RUE B-1 Madonna del Cigno Camugnano nel Parco B-2 c/o M. di Baigno incrocio sentieri p.011-p.139 Poranceto - Ceredaccio Camugnano nel Parco B-3 M. di Baigno (cima) Camugnano nel Parco B-4 M. Calvi (cima) Camugnano nel Parco B-5 M. di Stagno (cima) Camugnano nel Parco B-6 abitato di Stagno Camugnano nel Parco B-7 zone a tutela boschiva E2 zone agricole normali E1 zone a tutela boschiva E2 zone a tutela boschiva E2 zone a tutela boschiva E2 zona edificata storica assoggettata a Piano di Recupero B2 zone tecnologiche F6; c/o Ca' di Romiccia strada Bargi - Stagno Camugnano nel Parco rispetto stradale 30m B-8 diga di Suviana Castel di Casio B-9 Serra dello Zanchetto Camugnano B-10 M. Gatta (cima) Camugnano B-11 Suviana B-12 S.Ilario Badi B-13 M. delle Scalette (seconda cima) Castel di Casio Castel di Casio Toscana B-14 c/o Chiapporato di Là Toscana B-15 Poggio Pieve di Casio Castel di Casio sul confine del Parco sul confine del Parco confine Parco e ampliamento fuori dal Parco fuori dal Parco fuori dal Parco fuori dal Parco fuori dal Parco impianti tecnologici zone agricole normali E1; rispetto stradale 30m zone agricole normali E1 centro storico CS nucleo storico NS centro storico CS note presso le condotte forzate c) conclusioni aspetti insediativi Gli insediamenti, intesi come perimetri urbani negli strumenti urbanistici vigenti, sono principalmente ubicati nella parte pedemontana del territorio, in prossimità della viabilità principale. I fabbricati in territorio rurale risultano più numerosi nel comune di Camugnano e ricadono prevalentemente in territorio rurale, al di fuori dei perimetri urbani, mentre gli edifici del comune di Castel di Casio e Castiglione dei Pepoli sono pochissimi nel territorio dell area protetta e meno della metà in territorio rurale. componente tecnologica e scientifica Le infrastrutture e le strutture connesse alla produzione e trasmissione dell energia elettrica e il centro di ricerche ENEA del Brasimone contraddistinguono fortemente il territorio; sono localizzati a ridosso degli invasi e comunque nella fascia pedemontana. Gli impianti per la trasmissione dell energia elettrica costituiscono insieme agli impianti di produzione un sistema che attraversa il territorio in esame - direzione est-ovest, fascia pede- 149 Indicati nella carta escursionistica RER, segnalati dal gruppo di lavoro del Parco. 206

207 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 207 montana - e lo caratterizza enormemente dal punto di vista paesaggistico. Non vi sono dati pubblicati, o comunque conosciuti, relativi ad indagini e studi relativi all impatto delle linee elettriche esistenti nel territorio soprattutto in rapporto all avifauna. infrastrutture per la mobilità Le linee ferroviarie presenti nel territorio in esame sono le Ferrovie dello Stato e la Bologna-Pistoia comunque all esterno dell area protetta. La rete viaria è costituita dall autostrada A1 Milano-Napoli, fuori dall area protetta, e dalla Variante di Valico, che intercetta gli ampliamenti in galleria, dalle strade provinciali, tracciati di mezza costa principalmente nella fascia pedemontana, che risultano avere notevole potenzialità per la percezione del paesaggio e dell area protetta, dalle strade locali asfaltate, che collegano i centri e gli insediamenti minori, dalle strade locali sterrate, forestali e vicinali, e dalla rete dei sentieri segnalati, distribuiti su tutto il territorio dell area protetta. I parcheggi sono prevalentemente concentrati lungo le strade di accesso agli invasi, insufficienti nella zona del bacino del Brasimone, e nei centri urbani; si segnala inoltre la presenza di aree di sosta veicolare, non segnalate ma comunque utilizzate, presso i punti di partenza dei sentieri. Si evidenzia una buona presenza di percorsi tematici e itinerari segnalati, appoggiati alla rete sentieristica CAI e alla viabilità locale e provinciale; si tratta di percorsi automobilistici, motociclistici, ciclistici ed escursionistici, in alcuni casi ben segnalati e con evidenziazione di punti di interesse panoramico, storico, tecnologico ecc. Si segnala inoltre la presenza di alcuni sentieri tematici realizzati dall EDG del parco. attrezzature per la fruizione Lp area protetta è dotata di alcune strutture legate alla fruizione e all educazione ambientale, alcune di queste direttamente di proprietà dell EdG, altre in gestione. Nel territorio sono presenti edifici pubblici o di uso pubblico inutilizzati, sottoutilizzati o in fase di sistemazione, potenziali luoghi per ulteriori attrezzature di appoggio per la fruizione dell area protetta. Le aree attrezzate per la sosta dei visitatori sono prevalentemente ubicate sulle sponde dei bacini, gestite e mantenute dall EDG. I punti panoramici e i belvedere all interno dell area protetta sono costituiti principalmente dalle cime e da alcuni insediamenti di versante; risultano prevalentemente non attrezzati. Sono inoltre presenti alcune strutture ricettive di particolare interesse ai fini fruitivi dell area protetta quali campeggi, rifugi e una foresteria. d) allegati tav. 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 1: (formato 44X86) temi fonte (scala) note PERIMETRI URBANI PRG CAMUGNANO PSC CASTEL DI CASIO PRG CASTIGLIONE DEI PEPOLI EDIFICI TERRITORIO RURALE PROV. BO CATASTO 2004 DIGHE digitalizzazione CENTRALI E IMPIANTI PRG CAMUGNANO + digitalizzazione area centrale S. Maria CONDOTTE digitalizzazione CONDOTTE INTERRATE digitalizzazione LINEE ELETTRICHE (A.T. E A.M.) PROV. BO l area in comune di castiglione (centrale di S. Maria) corrisponde alla zona F7 del PRG 207

208 208, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE CENTRO DI RICERCA ENEA PRG CAMUGNANO (PERIMETRO RECINTATO) FERROVIA IN GALLERIA PTCP AUTOSTRADA ESISTENTE PTCP AUTOSTRADA IN CORSO DI REALIZZAZIONE PTCP PREVALENTEMENTE IN GALLERIA STRADE STATALI E PROVINCIALI PTCP STRADE LOCALI ASFALTATE PTCP + digitalizzazione da CTR STRADE LOCALI STERRATE PTCP + digitalizzazione da CTR LIMITAZIONI ALL'ACCESSO VEICOLARE digitalizzazione il tema deriva dagli atti comunali SENTIERI SEGNALATI RER CARTA ESCURSIONISTICA (1:25.000) + digitalizzazione STRADE PANORAMICHE PTCP + GUIDA 2005 TCI EMILIA-ROMAGNA e TCI GRANDE CARTA STRADALE D ITALIA - EMILIA-ROMAGNA 1: digitalizzazione ITINERARI CAMUGNANESI TERRE E ACQUE DI CAMUGNANO PERCORSI A CURA DEL PARCO RER CARTA ESCURSIONISTICA (1:25.000) PERCORSI A CURA DEL CLUB ALPINO ITALIANO PERCORSO NATURALISTICO-DIDATTICO RE DI MACCHIA 208 RER CARTA ESCURSIONISTICA (1:25.000) ENEA - CARATTERIZZAZIONE DI AMBIENTI FRAGILI. IL PARCO DEI LAGHI SUVIANA E BRASIMONE SENTIERI NATURA E ENERGIA GUIDA 2006 ENEL - I PIACERI DELL ENERGIA digitalizzazione VIA DEI SANTUARI digitalizzazione ECOTRAILMARATHON digitalizzazione fonte Consorzio di gestione PARCHEGGI PIANIFICATI areali ALTRE AREE DI SOSTA VEICOLARE punti STRUTTURE DEL PARCO CENTRO DI INFORMAZIONE ENERGIA BRASIMONE AREE ATTREZZATE RIFUGI, BIVACCHI, FORESTERIE CAMPEGGI PRG CAMUGNANO PSC/RUE CASTEL DI CASIO PRG CASTIGLIONE digitalizzazione RER CARTA ESCURSIONISTICA (1:25.000) RER CARTA ESCURSIONISTICA (1:25.000) digitalizzazione RER CARTA ESCURSIONISTICA (1:25.000) RER CARTA ESCURSIONISTICA sopralluoghi e dati forniti dal Parco

209 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.2 INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE, 209 EDIFICI PUBBLICI NON UTILIZZATI PUNTI PANORAMICI - BELVEDERE ZONA D5 - ZONA TURISTICO-AMBIENTALE ATTREZZATA ALL ARIA APERTA PARCO LUNGO LAGO DI SUVIANA temi di base crinali reticolo idrografico idrografia minuta invasi confini legge istitutiva confini ampliamento confini regionale e comunali confine regionale base cartografica carta topografica (1:25.000) digitalizzazione digitalizzazione PRG CAMUGNANO PSC/RUE CASTEL DI CASIO RER CARTA TOPOGRAFICA (1:25.000) sponda destra del lago di Suviana sponda sinistra del lago di Suviana 209

210 210, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE 3.3 ENTI E PROPRIETA a) metodologia di analisi Lo strato informativo di questa sezione riguarda l individuazione cartografica delle proprietà demaniali, degli enti locali (Provincia, Comunità montane, Comuni), degli usi civici, di enti nazionali (Enel, Enea), di particolari società (Gruppo Hera, Pro Montibus et Sylvis), delle proprietà ecclesiastiche, nonché dei terreni con convenzioni e comodati in atto a favore del Consorzio di gestione del Parco. La fonte utilizzata è il Catasto terreni e fabbricati Provincia di Bologna 2004, con alcuni specifici aggiornamenti (proprietà e convenzioni Consorzio di gestione, proprietà Comune di Minerbio, Enel). Da tale strato informativo si è recuperato anche il dato sui territori gravati da usi civici; è in corso presso il Comune di Camugnano un aggiornamento di tale tema. b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive PROPRIETA PUBBLICHE, ECCLESIASTICHE E DI PARTICOLARI ENTI O SOCIETA elenco proprietà in COMUNE DI CAMUGNANO proprietà soggetti intestatari nei territori interessati dal Parco e dagli ampiamenti proposti in conferenza di pianificazione DEMANIO DELLO STATO x PROPRIETÀ DEMANIALI DEMANIO DELLO STATO BENI DEL CESSATO PARTITO FASCISTA - DEMANIO PUBBLICO DELLO STATO - PROPRIETÀ COMUNITÀ MONTANE ZONA 10 E ZONA 11 PROPRIETÀ PROVINCIA DI BOLOGNA COMUNITA MONTANA N.10 MEDIA E ALTA VALLE DEL RENO (E EX COMUNITA MONTANA DELL APPENNINO BOLOGNESE N.1) PROVINCIA DI BOLOGNA PROPRIETÀ PARCO CONSORZIO DI GESTIONE 150 x PROPRIETÀ COMUNE COMUNE DI CAMUGNANO 151 x COMUNE DI GRIZZANA MORANDI - PROPRIETÀ ALTRI COMUNI COMUNE DI MINERBIO 152 (luogo umano - val di nadia???) x COMUNE DI CAMUGNANO PER I BENI GODUTI PROMISCUAMENTE DALLA GENERALITA DEGLI UTENTI x DELLA FRAZIONE DI BAIGNO COMUNE DI CAMUGNANO PER I BENI GODUTI PROMISCUAMENTE DALLA GENERALITA DEGLI UTENTI x DELLA FRAZIONE DI BARGI CONSORZI UTILISTI COMUNE DI CAMUGNANO PER I BENI GODUTI PROMISCUAMENTE DALLA GENERALITA DEGLI UTENTI - DELLA FRAZIONE DI VIGO COMUNE DI CAMUGNANO PER I BENI GODUTI PROMISCUAMENTE DALLA GENERALITA DEGLI UTENTI x DELLA FRAZIONE DI MOGNE COMUNE DI CAMUGNANO PER I BENI GODUTI PROVVISORIAMENTE DALLA GENERALITA DEGLI UTENTI DELLE MOGNE x x x 150 Aggiornamento rispetto al catasto 2004: fg 67 mapp. 303; fg 68 mapp. 317; fg 69 mapp ; fg 73 mapp. 271; fg 74 mapp Compresi i mapp. gravati da usi civici (vedi UTILISTI). 152 Aggiornamento rispetto al catasto 2004: fg 74 mapp parz parz parz parz ; fg 83 mapp

211 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.3 ENTI E PROPRIETA, 211 PROPRIETÀ ENEL 153 PROPRIETÀ ENEA - CNR PROPRIETÀ GRUPPO HERA PROPRIETÀ GRUPPO HERA PROPRIETÀ PRO MONTIBUS ET SYLVIS PROPRIETÀ ECCLESIASTICHE 154 GENERALITA DEGLI UTENTI DELLA PARROCCHIA DELLE MOGNE ENEL ENTE NAZIONALE PER L ENERGIA ELETTRICA E.N.E.L. ENTE NAZIONALE PER L ENERGIA ELETTRICA CON SEDE IN ROMA ENEL PRODUZIONE S.P.A. ENEL DISTRIBUZIONE S.P.A. - ENEL S.P.A. x ENEA - COMITATO NAZIONALE PER LA RICERCA E LO SVILUPPO DELL ENERGIA NUCLEARE E DELLE ENERGIE x ALTERNATIVE CON SEDE IN ROMA ENEA - COMITATO NAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA RICERCA PER L ENERGIA NUCLEARE E DELLE RICERCHE x ALTERNATIVE ENEA - COMITATO NAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA RICERCA x CONSORZIO A.CO.SER. x CO.SER. - SEABO spa x - - CHIESA PARROCCHIALE DI S.MICHELE ARCANGELO DI STAGNO DI CAMUGNANO x CHIESA PARROCCHIALE DI S.MARTINO DI CAMUGNANO - CHIESA PARROCCHIALE DI S.GIOVANNI BATTISTA DI VERZUNO - ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO DELL ARCHIDIOCESI DI BOLOGNA - ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO DELLA DIOCESI DI BOLOGNA x ISTITUTO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO DELLA DIOCESI DI BOLOGNA - ISTITUTO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO DELLA DIOCESI DI IMOLA - PARROCCHIA DEI SS.CARLO E BERNARDINO DI CARPINETA - PARROCCHIA DI S.DONNINO DI BURZANELLA - PARROCCHIA DI S.GIACOMO DI BARGI x PARROCCHIA DI S.GIOVANNI BATTISTA DI TRASSERRA - PARROCCHIA DI S.GIOVANNI BATTISTA DI VERZUNO - PARROCCHIA DI S.LORENZO DI VIMIGNANO - PARROCCHIA DI S.MARTINO DI CAMUGNANO - PARROCCHIA DI S.MARTINO - PARROCCHIA DI S.MICHELE ARCANGELO DI LE MOGNE x PARROCCHIA DI S.STEFANO DI BAIGNO x PARROCCHIA DI S.GIACOMO DI BARGI CON SEDE IN CAMUGNANO - PREBENDA PARROCCHIALE IN S.MARTINO DI CAMUGNANO - x x - x elenco proprietà in COMUNE DI CASTEL DI CASIO proprietà soggetti intestatari nei territori interessati dal Parco e dagli ampiamenti proposti in conferenza di pianificazione DEMANIO DELLO STATO - DEMANIO DELLO STATO (BENI DEL CESSATO PARTITO PROPRIETÀ DEMANIALI FASCISTA) - DEMANIO PUBBLICO DELLO STATO - DEMANIO PUBBLICO DELLO STATO RAMO STRADE - PROPRIETÀ COMUNITÀ MONTANE ZONA 10 E ZONA PROPRIETÀ PROVINCIA DI PROVINCIA DI BOLOGNA - BOLOGNA PROVINCIA DI BOLOGNA CON SEDE A BOLOGNA x PROPRIETÀ COMUNE COMUNE DI CASTEL DI CASIO x PROPRIETÀ ALTRI COMUNI COMUNE DI GAGGIO MONTANO Aggiornamento rispetto al catasto 2004: fg 65 mapp. 405; fg 66 mapp. 1; fg 73 mapp. 1; fg 79 mapp Compresi i mapp. gravati da usi civici (vedi in UTILISTI la voce GENERALITA DEGLI UTENTI DELLA PARROCCHIA DELLE MOGNE ). 211

212 212, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE COMUNE DI GRANAGLIONE - COMUNE DI MOLINELLA (COMPRESA LA FONDAZIONE COLONIA MONTANA MOLINELLESE) - COMUNE DI PORRETTA TERME - COMUNE DI SAMBUCA PISTOIESE - PROPRIETÀ ENEL 155 ENEL ENTE NAZIONALE PER L ENERGIA ELETTRICA x ENEL SOCIETA PER AZIONI - ENEL DISTRIBUZIONE S.P.A. - PROPRIETÀ ENEA - CNR - - CONSORZIO A.CO.SER. x PROPRIETÀ GRUPPO HERA CO.SER. - SEABO spa - PROPRIETÀ GRUPPO HERA PROPRIETÀ PRO MONTIBUS ET SYLVIS PROPRIETÀ ECCLESIASTICHE - - CHIESA PARROCCHIALE DI CASOLA - ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO DELL ARCHIDIOCESI DI BOLOGNA - ISTITUTO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO DELLA DIOCESI DI BOLOGNA x PARROCCHIA DEI SS.GIUSTO E CLEMENTE DI SUVIANA - PARROCCHIA DEI SS.QUIRICO E GIULIETTA DI PIEVE DI CASIO - PARROCCHIA DI S.BIAGIO DI CASTEL DI CASIO - PARROCCHIA DI S.MARIA ASSUNTA DI CASOLA DEI BAGNI - PARROCCHIA DI S.PROSPERO DI BADI - elenco proprietà in COMUNE DI CASTIGLIONE DEI PEPOLI proprietà soggetti intestatari nei territori interessati dal Parco e dagli ampiamenti proposti in conferenza di pianificazione DEMANIO DELLO STATO - DEMANIO DELLO STATO RAMO LAVORI PUBBLICI - PROPRIETÀ DEMANIALI DEMANIO DELLO STATO (EX P.N.F.) - DEMANIO DELLO STATO CIMITERI MILITARI ALLEATI - DEMANIO PUBBLICO DELLO STATO - PROPRIETÀ COMUNITÀ MONTANE ZONA 10 E ZONA 11 PROPRIETÀ PROVINCIA DI BOLOGNA COMUNITA MONTANA N. 11 CINQUE VALLI BOLOGNESI (EX VALLI DEL SAVENA E DELL IDICE) PROVINCIA DI BOLOGNA - COMUNE DI CASTIGLIONE DEI PEPOLI x PROPRIETÀ COMUNE COMUNE DI CASTIGLIONE DEI PEPOLI PER GLI ABITANTI DELLA CONTRADA BAGUCCI DI SOPRA - PROPRIETÀ ALTRI COMUNI - - ENEL ENTE NAZIONALE PER L ENERGIA ELETTRICA x PROPRIETÀ ENEL ENEL SOCIETA PER AZIONI - ENEL DISTRIBUZIONE S.P.A. x ENEL S.P.A. - PROPRIETÀ ENEA - CNR - - CONSORZIO A.CO.SER. - PROPRIETÀ GRUPPO HERA CO.SER. - SEABO spa - PROPRIETÀ PRO MONTIBUS SOCIETA EMILIANA PRO MONTIBUS ET SILIS ENTE MORALE ET SYLVIS CON SEDE IN BOLOGNA x PROPRIETÀ ECCLESIASTICHE CHIESA PARROCCHIALE S.LORENZO MARTIRE - CHIESA PARROCCHIALE S.MARIA DI LAGARO - ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO DELL ARCHIDIOCESI DI BOLOGNA - ISTITUTO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO DELLA DIOCESI DI BOLOGNA - PARROCCHIA DI S.MARIA DI LAGARO - PARROCCHIA DI S.MICHELE ARCANGELO DI BARAGAZZA Aggiornamento rispetto al catasto 2004: fg 42 mapp. 540; fg 43 mapp. 439; fg 47 mapp

213 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.3 ENTI E PROPRIETA, 213 PARROCCHIA DI S.MICHELE ARCANGELO DI SPARVO - PARROCCHIA DI S.GIACOMO DELLE CALVANE - PARROCCHIA DI S.GIACOMO DI CREDA - PARROCCHIA DI S.LORENZO DI CASTIGLIONE DEI PEPOLI - POVERI DELLA PARROCCHIA DI LAGARO RAPPRESENTATI DALLA CONGREGAZIONE DI CARITA DI CASTIGLIONE DEI - PEPOLI SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLE GRAZIE IN BOCCA DI RIO IN PROVINCIA DI BOLOGNA - SANTUARIO DI BOCCADIRIO - CONVENZIONI E COMODATI CON IL CONSORZIO DI GESTIONE DEL PARCO proprietario descrizione in comune di atto scadenza cessione di contratto di comodato degli immobili Parrocchia San Giacomo di Bargi Chiapporato Camugnano a Chiesa e Canonica del Comune di Camugnano favore del Parco stipulato in data Comune di Camugnano Centro Parco Camugnano Comunità Montana Alta e Media Valle del Reno ENEL Produzione spa ENEL Produzione spa Complesso del Porranceto Sponde lago Suviana Sponde lago San Damiano Camugnano Camugnano Castel di Casio Camugnano Castiglione dei Pepoli contratto di comodato stipultao in data per l utilizzo della sala polivalente ad uso uffici e Centro visitatori comodato gratuito convenzione : cessione comodato uso sponde da parte dei 2 comuni al parco convenzione : comodato uso al parco per la gestione delle sponde uso illimitato sponde; valorizzazione rinnovata tacitamente ogni anno, salvo disdetta prorogato al c) conclusioni Le proprietà pubbliche (comprese quelle di ENEL ed ENEA) all interno dell area protetta risultano consistenti; sono costituite prevalentemente dagli invasi e dalle relative sponde e dai territori boscati di Poggio delle Vecchiette, e di parte de versanti di M. Gatta e M. Tavianella. d) allegati tav. 3.3 ENTI E PROPRIETA, 1: (formato 44X86) 213

214 214, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE temi fonte (scala) note PROPRIETA DEL CONSORZIO DI GESTIONE DEL PARCO CATASTO 2004 PROV. BO aggiornamento Consorzio di gestione PROPRIETÀ DEMANIALI CATASTO 2004 PROV. BO PROPRIETÀ COMUNITÀ MONTANE (zona 10 e zona 11) CATASTO 2004 PROV. BO PROPRIETÀ PROVINCIA DI BOLOGNA CATASTO 2004 PROV. BO PROPRIETÀ COMUNI DI CAMUGNANO, CASTEL DI CASIO, CASTIGLIONE DEI PEPOLI CATASTO 2004 PROV. BO PROPRIETÀ ALTRI COMUNI CATASTO 2004 PROV. BO con aggiornamento Comune di Minerbio PROPRIETÀ COMUNE DI CAMUGNANO PER I BENI GODUTI PROMISCUAMENTE O CATASTO 2004 PROV. BO PROVVISORIAMENTE DALLA GENERALITÀ DEGLI UTENTI DELLE FRAZIONI DI BAIGNO, BARGI, MOGNE, VIGO PROPRIETÀ DELLA GENERALITÀ DEGLI UTENTI DELLA PARROCCHIA DELLE MOGNE CATASTO 2004 PROV. BO PROPRIETÀ ENEL CATASTO 2004 con aggiornamento ENEL PROV. BO PROPRIETÀ ENEA - CNR CATASTO 2004 PROV. BO PROPRIETÀ PRO MONTIBUS ET SYLVIS CATASTO 2004 PROV. BO PROPRIETÀ ECCLESISTICHE CATASTO 2004 PROV. BO CONVENZIONI E COMODATI AL CONSORZIO DI GESTIONE DEL PARCO temi di base invasi confini legge istitutiva confini ampliamento confine regionale base cartografica carta topografica CATASTO 2004 PROV. BO RER CARTA TOPOGRAFICA (25.000) aggiornamento Consorzio di gestione 214

215 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.4 DATI SOCIO-ECONOMICI, DATI SOCIO-ECONOMICI a) metodologia di analisi L analisi della presente sezione è stata condotta a partire dalle considerazioni generali storiche e tendenziali - sull andamento demografico e gli aspetti socio-economici dei comuni appenninici interessati dall area protetta-legge istitutiva, riportate nella Relazione del PTP presentata in conferenza di pianificazione. 156 Il necessario aggiornamento dei dati (censimento ISTAT 2001 e ampliamenti territoriali proposti) e le relative considerazioni sono contenute nel Programma triennale di gestione e valorizzazione del Parco Regionale dei laghi di Suviana e Brasimone ; 157 qui se ne riporta una sintesi unitamente ai dati sulla popolazione forniti dai Comuni di Camugnano, Castel di Casio e Castiglione dei Pepoli e relativi al territorio dell area protetta compresi gli ampliamenti. In questa sezione si recuperano inoltre i dati relativi alle attività proposte in questi anni dall Ente nelle strutture del Parco e al grado di risposta che hanno suscitato. b) consistenza, dinamica pregressa e tendenze evolutive b.1) POPOLAZIONE fonte: Programma triennale di gestione e valorizzazione del Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone anagrafe comunale (dato 2006) dati territoriali Il Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone si estende quasi interamente all interno dei confini del comune di Camugnano; solo una piccola parte ricade nel comune di Castel di Casio. Gli ampliamenti proposti ricadono prevalentemente nel comune di castiglione dei Pepoli, mentre una piccola porzione nel comune di Camugnano. Comuni interessati dal Parco e dagli ampliamenti - residenti, estensione e densità, Fonte: elaborazioni eco&eco su dati Istat 2001 Comuni Residenti (n.) Estensione (kmq) Densità (ab/kmq) Camugnano ,61 22,1 Castel di Casio ,45 66,9 Castiglione dei Pepoli ,80 91,3 Totale Comuni ,86 53,9 Provincia di Bologna ,36 247,2 Residenti all interno dei confini dell area protetta-legge istitutiva, ottobre Fonte: elaborazione eco&eco su dati anagrafici comunali Comuni Residenti (n.) Camugnano 286 Castel di Casio 5 Totale 291 Residenti all interno dei confini dell area protetta-legge istitutiva, Fonte: dati anagrafici comunali Comuni Residenti (n.) note Camugnano - dato non pervenuto 156 LAZZARI E. (a cura), Relazione, PTP-conferenza; in particolare il capitolo 3 per gli aspetti generali, i capitoli 6 e 7 per i dati specifici. 157 Programma triennale di gestione e valorizzazione del Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone, in particolare Parte I - Relazione, elaborato a cura di C. Porrino, settembre

216 216, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Castel di Casio 50 Castiglione dei Pepoli 8 Totale - dato stimato dal Comune al dato al resid. a Monte Tavianella Popolazione residente - serie storica , valori assoluti. Fonte: elaborazioni eco&eco su dati Istat; dati anagrafici comunali 2006 Comuni note Camugnano dato non pervenuto Castel di Casio dato non pervenuto Castiglione dei Pepoli al Totale Comuni Provincia di Bologna Popolazione residente per fascia di età, 2001, valori assoluti. Fonte: elaborazioni eco&eco su dati Istat Comuni oltre 65 totale Camugnano Castel di Casio Castiglione dei Pepoli Totale Comuni Provincia di Bologna Popolazione residente per fascia di età, 2001, valori percentuali. Fonte: elaborazioni eco&eco su dati Istat Comuni oltre 65 Camugnano 2,3% 10,1% 8,4% 23,9% 25,4% 32,2% Castel di Casio 4,6% 12,7% 7,9% 29,7% 26,2% 23,4% Castiglione dei Pepoli 3,6% 11,0% 9,7% 28,6% 26,8% 23,9% Totale Comuni 3,6% 11,3% 9,0% 28,0% 26,4% 25,3% Provincia di Bologna 4,0% 11,0% 7,8% 30,8% 27,0% 23,3% Tasso di variazione della popolazione residente per fascia di età, , valori percentuali. Fonte: elaborazioni eco&eco su dati Istat 216 Comuni oltre 65 Camugnano -1,2% -1,7% -1,5% -3,0% 1,8% 4,3% Castel di Casio 1,9% 3,4% -6,1% 2,3% 0,3% 0,1% Castiglione dei Pepoli 0,0% -1,4% -3,3% 0,6% 1,5% 2,6% Totale Comuni 0,3% -0,2% -3,7% 0,4% 1,2% 2,3% Provincia di Bologna 0,9% 1,0% -4,8% 1,9% -0,9% 2,8% caratteri I Comuni dell area protetta, nel loro complesso, sono caratterizzati da limitata densità abitativa, del resto tipica dei territori montani; il comune con la densità abitativa più alta risulta Castiglione dei Pepoli. L intera area considerata è stata caratterizzata da intensi fenomeni migratori, che hanno ridotto la popolazione residente da abitanti circa registrati nel 1951 a abitanti circa nel Il comune maggiormente interessato dal fenomeno di abbandono è Camugnano, che - come gran parte delle aree rurali nella nostra regione e nell intero Paese - ha perso più del 60% degli abitanti in questo lasso di tempo. Ciò nonostante, nell ultimo decennio la tendenza si è invertita, ed il numero degli abitanti è aumentato dal 1991 al 2001 di 46 unità, pari al 2,2% dell intera popolazione. A Castel di Casio, il cui centro urbano è più vicino a Porretta, alla SS 324 ed alla linea ferroviaria, si è verificata la situazione opposta, con popolazione che è progressivamente, ancorché lentamente, aumentata fin dal 1971, facendo registrare un incremento di ben 12 punti percentuali tra 1991 e il Nel comune di Castiglione dei Pepoli, in-

217 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.4 DATI SOCIO-ECONOMICI, 217 vece, la tendenza allo spopolamento non si è ancora invertita, sebbene nel periodo intercorso tra gli ultimi due censimenti il tasso di diminuzione della popolazione sia pari ad appena l 1,36%. L indice di vecchiaia (anziani/giovani) nei comuni di Camugnano e Castiglione dei Pepoli è, come prevedibile, maggiore rispetto alla media provinciale (211,4). In particolare, nel comune di Camugnano il rapporto percentuale tra la popolazione con oltre 65 anni e gli abitanti compresi nella fascia di età 0-14 è addirittura di 317,6, nel comune di Castiglione dei Pepoli, invece, l indice assume un valore di 218,2, più vicino al dato provinciale. Entrambi i comuni in ogni caso hanno visto crescere questo rapporto dal 1991 al 2001 in maniera nettamente maggiore dell andamento provinciale, Camugnano in particolare registra un aumento di circa 83 punti. In totale contrasto con l andamento generale, ma in linea con quanto anticipato in relazione al bilancio demografico, sono i dati relativi a Castel di Casio; qui l indice di vecchiaia è diminuito dal 1991 al 2001 di quasi 70 punti, risultando inferiore al valore medio provinciale. Il tasso di attività nell area considerata è generalmente inferiore al dato provinciale. La principale ragione di tale differenza è da identificare da un lato con l elevata incidenza di soggetti ritirati dal lavoro, dall altro con il minore tasso di partecipazione femminile; a supporto di quest ultima interpretazione, basti considerare che il tasso di attività femminile nei tre comuni è inferiore al dato provinciale di 8-11 punti percentuali. In particolare, il tasso di disoccupazione femminile è molto alto nei comuni di Camugnano e Castiglione dei Pepoli, pari a circa il doppio il tasso provinciale, mentre a Castel di Casio la situazione è più bilanciata. In generale anche la disoccupazione giovanile è molto alta e superiore al dato provinciale. Gli indicatori di benessere economico fanno registrare valori tra i più bassi dell intero territorio provinciale; tra i tre comuni, spicca negativamente ancora una volta Camugnano, dove l imponibile medio nel 1998 risultava di oltre il 30% inferiore alla media provinciale. b.2) ATTIVITÀ ECONOMICHE fonte: Programma triennale di gestione e valorizzazione del Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone dati territoriali Al censimento 2001, le imprese presenti nei comuni dell area di studio erano 737, in crescita rispetto al 1996 dell 11,3%, dato che risulta in linea con il generale aumento (+12,1%) registrato a livello provinciale, e che cambia l orientamento dell area che aveva visto scendere dell 8,2% il numero delle imprese tra il 1991 ed il Per quanto riguarda gli addetti, la crescita registrata nell area supera di un punto percentuale la crescita provinciale, assestandosi sul 12,4%. Ciononostante, il numero di addetti per impresa non supera le 3 unità contro le 4,5 della media provinciale. Castel di Casio ha visto l aumento maggiore nel numero delle imprese, mentre Camugnano ha registrato l incremento maggiore per quanto riguarda gli addetti. Imprese e addetti, Fonte: elaborazioni eco&eco su dati Istat Comuni Variazione ass Variazione % Variazione ass Variazione % imprese addetti imprese addetti imprese addetti imprese addetti imprese addetti imprese addetti imprese addetti Camugnano ,0% -24,3% ,0% 21,1% Castel di Casio ,3% 6,5% ,6% 9,9% Castiglione ,2% -0,8% ,6% 11,8% 217

218 U.L % Addetti % U.L % Addetti % U.L % Addetti % U.L % Addetti % U.L % Addetti % U.L % Addetti % U.L % Addetti % U.L % Addetti % U.L % Addetti % U.L % Addetti % Agricoltura, caccia, silvicoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio, comunicazioni Intermediazione finanziaria Attività immobiliari, noleggio, ricerca Altri servizi pubblici, sociali e alla persona altro 218, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE dei Pepoli Totale Comuni ,9% -2,5% ,3% 12,4% Provincia di Bologna ,3% -2,5% ,1% 11,4% Anche i dati relativi alle unità locali sono in linea con i valori registrati nel territorio provinciale. In particolare, dal 1996 al 2001, l incremento di unità locali nell area è stato del 9,2% e l incremento degli addetti del 7,5%. Il territorio considerato ha una forte caratterizzazione rurale; la percentuale di unità locali afferenti al settore dell agricoltura (23,5%) è quasi doppia rispetto quella provinciale (12,4%). Camugnano, in particolare, raccoglie nell agricoltura più del 40% delle sue attività. Si distingue, in questo quadro, Castiglione dei Pepoli che registra nel commercio il maggior numero di u- nità produttive (29,4%). Per quanto riguarda invece gli addetti, il settore che impiega il maggior numero di unità è il manifatturiero (26,7%), in linea con l orientamento provinciale. Di rilievo, infine, la consistenza del comparto delle costruzioni nel comune di Castel di Casio, dove trovano impiego nell edilizia quasi il 30% degli addetti. Unità locali e addetti per settore di attività classificato tramite il codice ATECORD 91, dati al 30/9/2003, valori percentuali. Fonte: elaborazioni eco&eco su dati Infocamere - Registro delle Imprese A D F G H I J K O settori comuni Camugnano 40,8 22,4 8,2 34,1 18,4 13,8 11,6 8,2 5,6 7,9 7,1 6,5 1,1 0,0 3,4 2,4 2,2 1,8 1,5 2,9 Castel di Casio 27,8 10,7 12,2 22,5 24,0 28,5 13,3 7,7 6,5 5,5 2,3 1,6 0,8 0,3 5,7 4,7 4,2 17,5 3,4 1,1 Castiglione dei P. 15,3 5,5 10,5 25,9 17,2 12,8 29,4 24,6 7,5 9,3 3,5 2,9 3,7 2,6 6,1 7,0 4,7 2,5 2,1 7,0 Totale Comuni 23,5 9,5 10,4 26,7 18,9 16,0 22,1 18,4 6,9 8,3 4,0 3,3 2,5 1,7 5,4 5,7 4,0 5,3 2,3 5,1 Provincia di BO 12,4 4,4 14,5 36,4 11,8 7,3 26,6 19,0 4,8 4,7 6,0 5,1 3,4 3,8 14,5 12,4 4,1 2,8 1,9 4,0 218

219 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.4 DATI SOCIO-ECONOMICI, 219 AGRICOLTURA (dal sito della Provincia di Bologna - anagrafe aziende agricole per particelle 2006) Il dato presente nello shapefile indica la superficie totale dell'azienda e corrisponde alla superficie catastale. Sul SIT della Provincia sono disponibili anche i dati della SAU, più una serie di altri dati georeferenziati come aziende bio, agriturismi, finanziamenti europei, ecc.. Aziende agricole nei comuni interessati dall area protetta comuni n. aziende a- gricole nei comuni n. particelle agricole nei comuni n. aziende agricole nell area protetta i- stituita n. aziende agricole negli ampliamenticonferenza Camugnano Castel di Casio Castiglione dei Pepoli Distribuzione territoriale delle aziende agricole (in viola) presenti nei comuni di Camugnano, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli 219

220 220, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Aziende agricole nell area protetta istituita e ampliamenti - superficie catastale superficie media ha superficie tot. ha % rispetto alla superficie tot. area protetta istituita 8, ,005 9,37 ampliamenti-conferenza 0,712 5,697 1,55 Distribuzione territoriale delle aziende agricole (in rosso) presenti nei perimetri dell area protetta istituita e degli ampliamenti Distribuzione territoriale delle aziende agricole superficie (a colore diverso corrisponde una azienda agricola diversa) 220

221 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.4 DATI SOCIO-ECONOMICI, 221 Aziende agricole e forme di possesso nell area protetta istituita e ampliamenti area protetta istituita ampliamenticonferenza n. aziende con particelle tutte in proprietà n. aziende con particelle tutte in affitto n. aziende con particelle in proprietà e affitto n. aziende con particelle in affitto e altre forme n. tot area protetta istituita ampliamenticonferenza superficie particelle in proprietà ha superficie particelle in affitto ha superficie particelle con altre forme ha superficie tot. ha 136, ,956 10, ,005 4,067 1,630-5,697 Distribuzione territoriale delle aziende agricole presenti nei perimetri dell area protetta istituita e degli ampliamenti per forme di possesso delle particelle (in rosso scuro PROPRIETA, in rosa AFFITTO, in arancione ALTRE FORME) 221

222 222, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Produzioni biologiche nelle aziende agricole dell area protetta istituita e ampliamenti area protetta istituita n. aziende non specificato ampliamenticonferenza n. aziende biologico n. aziende non biologico n. tot area protetta istituita ampliamenticonferenza superficie particelle biologico ha superficie particelle non biologico ha superficie particelle non specificato ha superficie tot. ha 44, , , ,005 0,310 0,044 5,344 5,697 Distribuzione territoriale della conduzione delle particelle delle aziende agricole presenti nei perimetri dell area protetta istituita e degli ampliamenti (in giallo BIOLOGICO, in blu NON BIOLOGICO, in rosso NON SPECIFICATO) caratteri Il territorio dell area protetta si caratterizza da un lato per la presenza delle grandi infrastrutture di proprietà ENEL ed ENEA, dall altro per la prevalenza di attività del settore primario. Il settore primario è molto forte; nei comuni interessati dall area di studio si contano più di 150 aziende agricole. 158 Le produzioni prevalenti sono i cereali ed il foraggio, questo ultimo impiegato da alcune aziende zootecniche locali, presenti tanto nella filiera del parmigiano-reggiano, quanto in quella della carne. A Castiglione dei Pepoli è presente un azienda di dimensioni maggiori (Cooperativa CASP Valle del Brasimone) che cura la trasformazione di cereali e la fornitura di servizi alle altre aziende agricole dell area. Notevole è la diffusione di pratiche biologiche, sia certificate che sostanziali. Tra i prodotti agro-alimentari tipici, si segnalano le carni, il tartufo (Camugnano è entrato a fare parte nel 2003 della Associazione Città del tartufo), i funghi ed il miele. 158 All interno dei confini dell area protetta però, in ragione della predominanza di copertura forestale, le aziende agricole si riducono ad appena tre. 222

223 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.4 DATI SOCIO-ECONOMICI, 223 Il Parco, in collaborazione con CIA, Coldiretti ed ASCOM, sta operando per la nascita di un consorzio per la valorizzazione delle carni locali, con costituzione di una filiera biologica certificata dalle aziende ai macelli, ai dettaglianti, fino ai ristoranti locali. Infine si contano tre aziende agrituristiche all interno dell area protetta, cui vanno aggiungendosene altre nei comuni interessati dall area protetta. Con il Programma di investimenti di Parchi e Riserve Regionali, all interno del Progetto Esecutivo SOLE 0BO02SOLE Interventi di promozione e sostegno dell agricoltura nei parchi attraverso l analisi del territorio, la fornitura di servizi e la realizzazione di a- zioni, è stato realizzato il censimento delle aziende agricole operanti all interno del Parco dei laghi 159. L individuazione delle aziende è stata realizzata attingendo a molteplici fonti: richiesta di informazioni alle associazioni di categoria presenti sul territorio, analisi dei dati dell ultimo censimento ISTAT dell agricoltura (dati ottenuti dal Comune), interviste alle a- ziende contattate, sfruttando la rete di conoscenze degli operatori di settore. Non tutte le aziende contattate sono state disposte a rispondere alla scheda di rilevamento delle aziende predisposta dal Sistema dei Parchi: le motivazioni di tale rifiuto non sono chiare, ma si percepiva una reticenza di fondo verso l Ente Parco. Secondo i dati ottenuti, le aziende agricole che operano dentro il Parco sono poche, poco attive e nella maggior parte dei casi gestite da persone ormai anziane che dichiarano di non essere intenzionate ad investire per il futuro. Diversa è la situazione fuori dal confine del Parco, dove invece le condizioni più favorevoli hanno favorito lo sviluppo di numerose realtà aziendali dinamiche e produttive. In totale all interno del territorio dell area protetta (legge istitutiva) sono state censite 8 aziende, alle quali se ne aggiungono altre 3 che hanno rifiutato di rispondere al questionario. La coltivazione principale è senz altro il prato stabile: se si escludono poche eccezioni, non sono mai previste rotazioni colturali. Si evidenzia ancora una volta come si tratti di aziende più di nome che di fatto. Interessante è sottolineare che due delle aziende svolgono attività agrituristica dentro il Parco (una in loc. La Succhiata, l altra in prossimità del lago di Suviana in loc. Fiovenza, area turistica facilmente raggiungibile). Nel corso delle interviste agli agricoltori si è cercato di comprendere quali potessero essere le esigenze delle aziende e se fosse possibile soddisfarle con la proposta di azioni finanziate dall Ente. Un certo interesse è rivolto alla possibilità di rimettere in coltura castagneti da frutto abbandonati (la Comunità Montana ha finanziato di recente azioni analoghe). La possibilità di realizzare interventi per conservare e/o migliorare gli habitat non viene invece percepita come un opportunità per le aziende. Tenendo conto delle informazioni raccolte l Ente si è quindi attivato per pubblicare un bando per l assegnazione dei fondi messi a disposizione dal progetto di sistema. Il Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, ottenuta per l erogazione dei fondi l autorizzazione della Commissione Europea, ha pubblicato in data 13 luglio 2004 un bando pubblico che prevedeva 4 tipologie di azioni ammissibili, delle quali tre di interventi su habitat e una di tipo più strettamente agronomico. In totale si sono assegnati 6.182,78 per gli interventi di conservazione degli habitat e 5.460,22 per il recupero di castagneti da frutto abbandonati. Importante sottolineare che per le azioni a carico degli habitat abbiano partecipato esclusivamente soggetti privati. Una questione problematica è la gestione dell importante patrimonio forestale locale: la maggior parte delle pertinenze sono di natura privata, con proprietari in alcuni casi emigrati che non hanno più interesse ad una corretta gestione del bosco e che cedono i diritti di prelievo in piedi a contoterzisti e produttori di legname, per lo più provenienti dalla Toscana. Per ovviare a questa situazione, che aggiunge ulteriori e gravi problemi di i- per-sfruttamento ad una risorsa forestale già sovrautilizzata dai residenti, l Ente Parco e la Comunità Montana stanno cercando di stimolare la nascita di consorzi tra proprietari. Un altro elemento di potenziale novità nella gestione forestale locale è dato dalla imminente assegnazione all Ente Parco del vivaio regionale denominato "Le Cottede", in comune di Castiglione dei Pepoli. Irrilevante, di fatto, è la presenza di artigianato e di attività produttive di carattere industriale nel territorio dell area protetta. L unico ambito produttivo che si trova vicino all area del Parco è l ambito Porretta-Silla, classificato dal PTCP come consolidato per funzioni prevalentemente produttive manifatturiere, dove le imprese di maggiori dimensioni sono la Saeco International Group SpA che ha come attività prevalente la produzione di macchine da caffè e accessori, la Demm Officine Meccaniche SpA in fase di ridimesionamento, e la DECIMA SpA, entrambe di Porretta ed entrambe svolgono attività nel campo della meccanica. 159 A cura della dott.ssa for. Lucia Bolognesi,

224 224, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Sono presenti inoltre due piccole zone produttive in località Tramonti ed una in località Badi, classificate come zone industriali artigianali; infine un altra zona produttiva si trova in località Molino ed è ancora da attuare. Il turismo nell area è legato in particolare alla fruizione primaverile ed e- stiva dei bacini lacustri, dove sono ormai radicate attività di canoa e windsurf. Nella maggior parte dei casi si tratta di fruizione giornaliera, sebbene non manchino, nei mesi più caldi dell anno, visitatori dalla pianura legati alla presenza di seconde case. Il Parco, inoltre, ha favorito la ristrutturazione e la riapertura a breve termine della cosiddetta Colonia Molinellese a Poggio di Badi (Castel di Casio), adibita a centro di accoglienza per ragazzi nel periodo estivo. Il territorio dei comuni di Camugnano, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, presenta nell'insieme una disponibilità di posti letto di poco inferiore a 1200, distribuita su 28 esercizi ricettivi di cui 18 alberghieri e 11 extra alberghieri (solo 10 segnalati nella banca dati turistica provinciale). Le strutture alberghiere sono contraddistinte da dimensioni medie che si collocano al di sopra delle realtà più strettamente legate al turismo montano (che raramente superano i 40 posto letto). Ciò è ancora più marcato negli alberghi a 3 stelle, che presentano una dimensione media che va oltre gli 80 posti letto. La ragione di tale particolarità può essere facilmente spiegata dalla storia degli esercizi ricettivi del castiglionese e camugnanese, che per anni sono stati al servizio quasi esclusivo delle imprese che si occupavano della costruzione e della manutenzione del tronco autostradale prima e degli impianti ENEL- ENEA poi. La ricettività extra-alberghiera è costituita da varie tipologie di strutture: 1 affittacamere, 1 casa e appartamenti per vacanze (La Prossima di Castel di Casio, non segnalata nella banca dati turistica), 3 B&B, 2 campeggi e 4 agriturismi. L utilizzo medio lordo delle strutture ricettive nei comuni del Parco mostra un valore che si attesta intorno al 9,75%. Tale valore evidenzia una marcata stagionalità nei flussi turistici che negli ultimi anni non è tanto legata al clima, quanto piuttosto ai periodi di ponte e soprattutto ai fine settimana. b.3) FRUITORI/VISITATORI fonte: Programma triennale di gestione e valorizzazione del Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone Ente di Gestione del Parco Piano Faunistico Venatorio provinciale dati territoriali Nel 2003, nel territorio dei Comuni del Parco si sono registrati arrivi (che hanno prodotto presenze; rappresentano poco più del 1% del flusso turistico provinciale (al pari delle presenze che incidono per l 1,24% sul totale provinciale). Flussi turistici nei tre comuni interessati dall area protetta e ampliamenti castiglione dei flussi turistici camugnano castel di casio pepoli 224 totale arrivi alberghiero italiani stranieri extra-alberghiero italiani stranieri presenze alberghiero italiani stranieri extra-alberghiero italiani stranieri totale arrivi italiani stranieri

225 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.4 DATI SOCIO-ECONOMICI, 225 presenze italiani stranieri Nel territorio istituito ad area protetta non si svolge attività venatoria, compresa l area contigua per la quale non è stata ancora predisposta la regolamentazione di tale attività. Da alcuni anni si svolgono nel territorio dell area protetta interventi di controllo sul cinghiale; questi i dati relativi al numero di selecontrollori che vi partecipano. dati piano di controllo data n. partecipanti tipo capi tot. abbattuti n.progr. sesso eta' in mesi 21/12/ BRACCATA 3 1 F /12/ GIRATA 0 2 M M /01/ BRACCATA 9 1 F /01/ GIRATA 0 18/02/ GIRATA 0 totale 12 2 M F F M M M M F 38+ Nel piano di controllo in 11 interventi sono stati abbattuti 54 cinghiali. Nel piano di controllo in 11 interventi sono stati abbattuti 67 cinghiali. Nel piano di controllo in 12 interventi sono stati abbattuti 106 cinghiali. Nel piano di controllo in 3 interventi sono stati abbattuti 5 cinghiali. Cacciatori residenti - stagione venatoria Comune numero % sul totale provinciale Camugnano 85 0,79 Castel di Casio 63 0,59 Castiglione dei Pepoli 209 1,94 Riguardo l attività di pesca, che si svolge nei corsi d acqua e negli invasi presenti nell area protetta, non esistono dati sul numero di persone coinvolte o altri dati in merito (si veda inoltre la parte 2.4 del presente quadro conoscitivo). Riguardo infine la raccolta dei prodotti del sottobosco, questa attività è gestita dalla Comunità Montana zona 10 per convenzione con il Parco. Gli unici dati che possono essere disponibili sono quelli relativi alla vendita dei tesserini per la raccolta dei funghi presso la Comunità Montana stessa. caratteri Il movimento turistico nei comuni interessati dall area protetta riguarda principalmente gli esercizi alberghieri a discapito di quelli extralberghieri, su cui incide maggiormente la stagionalità (più dell 85% dei posti letto di tale comparto è determinato da 2 campeggi siti nel Comune di Castel di Casio). Il comparto extralberghiero (agriturismi, campeggio, centro turistico) è interessato soprattutto da soggiorni brevi e week-end, durante il periodo estivo, con un bacino d utenza di contiguità (Toscana ed Emilia Romagna). 225

226 226, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Negli alberghi i turisti soggiornano nel territorio dell area protetta in media 2,5 giorni, ad eccezione del territorio di Castel di Casio in cui la permanenza media nelle due strutture è di 20 gg ( Del Lago ospita stage, Villa Prati lavoratori), e 1,5 giorni nelle strutture extralberghiere. 160 La maggior parte dei turisti proviene dall Emilia-Romagna (soprattutto dai centri urbani maggiori dell Emilia); numerosi anche i turisti dalla Campania, dal Lazio e dalla Toscana. Occorre segnalare tra il numero di turisti la presenza di soggetti che hanno come motivo principale di spostamento il lavoro piuttosto che la vacanza, soprattutto per ciò che riguarda la Campania. Il territorio è frequentato anche da un certo numero di turisti stranieri: la componente è quantitativamente rilevante, tanto da superare di circa unità il flusso di turisti italiani (nel 2003 sono stati a fronte di italiani). E inoltre presente, data la relativa vicinanza di un uscita dell autostrada A1 del territorio di Castiglione dei Pepoli un turismo di passaggio di breve durata (soprattutto di pullman che hanno come destinazione finale Roma o altre località del Lazio o della Campania, spesso di turisti stranieri). Questo flusso interessa soprattutto gli alberghi. La frequentazione del territorio, sebbene significativa, è oggi prevalentemente giornaliera, legata alla presenza dei laghi o alla ristorazione tipica (migliaia di visitatori durante il fine settimana tra giugno e settembre). La sponda destra del lago di Suviana, il secondo fine settimana di luglio è presa d assalto dai motociclisti del motoraduno "BIKER'S LAKE" (manifestazione che ha esordito nel 1995). A tale evento viene riservato l ingresso al lago dalla strada lungo la sponda; l area occupata è data in affitto dall Ente di gestione del Parco e utilizzata in quei giorni per la manifestazione (spettacoli, consumo di cibi e bevande, soggiorno con tende). La presenza di motociclisti è notevole (dal sito del motoraduno si parla di alcune migliaia di presenze nei tre giorni di incontro). 161 b.4) ATTIVITÀ DELL ENTE DI GESTIONE PER LA DIDATTICA E LA FRUIZIONE fonte: elaborazioni su dati dell EdG Questa parte contiene il resoconto delle attività che l Ente di gestione svolge ordinariamente con le scuole e attraverso le strutture del Parco; l attuazione da parte dell EdG di progetti riguardanti ambiti e problematiche specifici del territorio dell area protetta (habitat, assetto del territorio,...) è trattata nella parte relativa agli aspetti ambientali (cap. 2), a cui si rimanda. 160 Le tipologie di clientela che risiedono più a lungo negli alberghi locali sono rappresentate principalmente da anziani, durante il periodo estivo, e operai. 161 Il sito contiene anche le seguenti avvertenze da osservare durante il moto raduno: - E' vietato accendere fuochi e gettare mozziconi di sigarette nel bosco: REALE PERICOLO DI INCENDIO!!! - E' vietato danneggiare piante, cespugli ed arbusti in genere. - Riporre i rifiuti nei cassonetti o negli appositi contenitori. - E' vietato gettare qualsiasi materiale nel lago. - All'interno del raduno e dei centri abitati mantenere una velocità moderata. 226

227 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.4 DATI SOCIO-ECONOMICI, 227 dati territoriali attività con le scuole convenzionate (comuni gemellati e consorziati - attività gratuita) lezioni in uscite e visite al parco attività ore anno classe scolastico classi alunni classi alunni didattica attività con le scuole non convenzionate (attività a pagamento) lezioni in uscite e visite al parco attività ore anno classe scolastico classi alunni classi alunni didattica presenze nei centri visita del Parco centri visita Parco 2000* 2001# 2002** 2003** 2004** 2005** Museo del bosco, loc. Poranceto Laboratorio Educativo delle Acque, ? loc. Suviana Centro Parco, Camugnano ???? * il dato sulle presenze è una stima ottenuta con la maggiorazione di più del 50% del numero di presenze effettivamente rilevate dal Registro di presenza # il dato si attiene al Registro delle presenze (compilato dal visitatore) ** il dato sulle presenze si attiene al Registro della presenze effettive (compilato dagli operatori del Parco) presenze (numero e %) ai principali eventi/manifestazioni eventi Festa di Calendimaggio (dedicata alle scuole) (9%) E se nel parco vivesse uno gnomo... (bambini 6-11 anni) (15%) Parco officinale Festa della smielatura (33%) Il bramito del cervo (9%) Festa della Foresta (abbinata ad una gara podistica) Festa della Castagna (26%) Escursioni tematiche - 15 (?) (8%) caratteri L attività di educazione ambientale, rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, con particolare riferimento a quelle del territorio e dei Comuni gemellati con il Parco, offre contenuti peculiari quali l Acqua, il Bosco, gli Animali, le Piante e la Tecnologia idroelettrica. Alle singole classi vengono proposti moduli completi, nel senso che affrontano in maniera esaustiva i diversi temi trattati. Ogni modulo è composto da due interventi: una lezione in aula per introdurre gli argomenti ed una visita guidata al parco per vedere e toccare con mano ciò che si sta apprendendo. Per la tematica legata alla tecnologia idroelettrica svolta con le scuole, sono previste anche visite alla centrale di Santa Maria (sporadicamente Suviana). Per quanto riguarda le attività svolte presso i centro visita non legate alla didattica, è evidente che l attività con maggior numero di presenze risulta essere, in tutti gli anni, la Festa della smielatura, che si svolge al Porranceto con la partecipazione dell Associazione apicoltori val Limentra. 227

228 228, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Al Porranceto si svolgono anche le altre manifestazioni che approfondiscono ciascuna temi specifici del parco; in particolare, oltre alla smielatura, si svolgono eventi legati al tema della castagna, del bosco e del cervo. Il Parco inoltre propone dal 2005 escursioni di approfondimento e scoperta degli elementi storico-naturalistici presenti e caratterizzanti il territorio; l attività riscuote un discreto grado di interesse. Nel territorio dell area protetta si svolge anche l iniziativa Centrali aperte, legata al Week-end sul lago, regata velica per disabili; l evento è gestito da Enel in collaborazione con il Parco. Durante la giornata Enel, oltre a realizzare la regata, organizza visite guidate aperte a tutti all interno della centrale idroelettrica di Bargi; il Parco accompagna i visitatori in escursioni lungo il sentiero 155, sulle sponde del lago. b.5) ALTRE ATTIVITA EDUCATIVE E RICREATIVE fonte: Programma triennale di gestione e valorizzazione del Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone Dati sul Centro Informazione Energia Brasimone dal sito attività e iniziative nei comuni interessati dal Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone Nei comuni del Parco opera il CENTRO INFORMAZIONE ENERGIA BRASIMONE, gestito dall ENEA e con sede operativa presso il Bacino del Brasimone. Il Centro svolge attività educative incentrate sull energia, svolte direttamente dal personale interno del Centro ENEA. Gli utenti del Centro sono soprattutto scuole in visita di studio. L'attività di informazione e formazione è rivolta ai mutamenti climatici, all'uso delle fonti rinnovabili e al risparmio energetico, al rapporto tra energia e ambiente. Il Centro, inserito nella rete dei Centri di Educazione Ambientale della Regione Emilia Romagna, partecipa a progetti di educazione ambientale di varie scuole della provincia di Bologna ed organizza seminari tematici avvalendosi anche della collaborazione di esperti. Educazione A fianco delle tradizionali attività di informazione, il Centro organizza e ospita Ambientale una serie di iniziative quali corsi di formazione per studenti, corsi di aggiornamento per insegnanti, stage, convegni, anche in collaborazione con le associazioni di categoria. Particolare importanza rivestono le iniziative che il Centro Informazione organizza in occasione della Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica promossa dal MIUR. Per gli ultimi anni delle scuole medie superiori è possibile prevedere, nei giorni feriali e previo accordo con i responsabili tecnici, anche una visita ai laboratori del Centro Ricerche. Al momento, non sono state sviluppate collaborazioni tra il Centro e il Consorzio di Gestione del Parco nel settore dell educazione ambientale. Nel territorio di Castel di Casio si trova il Laboratorio delle Acque di Suviana che, oltre ad essere uno dei Centri Visita del parco, fa parte del Museo Aperto della Montagna Bolognese, il progetto di valorizzazione dei siti di interesse storico- Musei antropologico e ambientale dell Appennino bolognese promosso dalla Comunità Montana Valle del Reno. Nel Parco opera un Centro Ippico: l azienda agrituristica Ca di Fatino di Castiglione dei Pepoli che si occupa dell allevamento di cavalli da equitazione; è dotata di scuola di equitazione e organizza passeggiate a cavallo. Ippoturismo Il territorio del Parco è interessato da il Tour dei Parchi Bolognesi, una delle due ippovie individuate dalla FITETREC-ANTE nella provincia di Bologna. Le tappe che interessano il Parco: Borgo Capanne-Parco dei Laghi-Abetina-Boccadirio. Il territorio del Parco è interessato da un percorso ciclabile Suviana-Bargi-Stagno- Bargi-Baigno-Castellaro-Costozza-Suviana individuato dalla FIAB e dal TCI 162, ma non tabellato. Cicloturismo Il territorio è stato meta anche di diverse escursioni organizzate, ad esempio quelle promosse dal progetto "Bici in Treno", nato dal Monte Sole Bike Group e dalla FIAB, in collaborazione con Trenitalia. Esiste una rete di percorsi ben segnalata dalle sezioni CAI della provincia. Il territorio è toccato da una direttrice storica, di epoca medievale, la Via dei Escursionismo e trekking Santuari 163 che si snoda fra il Setta e il Reno. Il territorio è stato spesso interessato dalle escursioni realizzate dal CAI di Bologna nell ambito di Trekking col Treno. In collaborazione con il Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone, Enel ha individuato e attrezzato alcuni Sentieri Energia e Natura che si sviluppano all interno dell area protetta e lungo il torrente Brasimone, consentendo di scoprire le caratte- 162 Nella guida Touring Club Italiano, Emilia-Romagna in bicicletta. Guida alla rete escursionistica regionale delle vie ciclabili, A cura della sez. di Bologna del CAI, Alta via dei santuari, Itinerario escursionistico in 7 tappe da Bologna a Prato lungo i centri di devozione dell'appennino. 228

229 3. Aspetti insediativi e socio-economici 3.4 DATI SOCIO-ECONOMICI, 229 Podismo e mountain bike Tiro con l'arco Canoa/Rafting ristiche e il funzionamento degli impianti collegati ai bacini di Suviana, Brasimone e S.Maria. La polisportiva Parco dei Laghi in collaborazione con la Lega Atletica e Podismo Uisp Bologna organizza l Ecotrailmarathon, 164 gara competitiva di 42,195 km per podismo e mountain-bike che si svolge all interno dei boschi e dei sentieri CAI del Parco. L intero percorso è stato appositamente tabellato. La gara è inserita in un progetto dell UISP atto a far conoscere e a valorizzare i parchi, l ambiente e i luoghi dell Appennino. Nel 2005 si è svolta la prima edizione, nel 2006 la seconda. La società sportiva Quattro Gatti, una compagnia affiliata alla FIARC (Federazione Italiana Arcieri Tiro di Campagna), svolge i propri corsi a Castel Di Casio. E' inoltre attivo il gruppo degli arcieri di Bargi. Il Parco, grazie alla presenza dei bacini di Suviana e del Brasimone, è particolarmente vocato alla pratica della Canoa. Se ne occupa in particolare il Canoa Club Bologna, l unica società affiliata alla Federazione Italiana Canoa Kayak (FICK) presente nella provincia; sulla sponda del lago di Suviana, ha in gestione una struttura (la baita ) dotata di rimessaggio canoe, bagno, docce, acqua calda e cucina. Il Canoa Club Bologna organizza in loco attività didattica e ricreativa. Durante il periodo estivo offre un servizio di noleggio canoe. Organizza inoltre stages per le scuole e i gruppi giovanili: il CampSuviana una vacanza di cinque giorni per ragazzi, seguita da istruttori FICK. Attività proposte: lezioni di canoa e brevi gite ed escursioni sempre in canoa sul lago, escursioni a piedi lungo i sentieri dei boschi vicini, accompagnati da guide del CAI, giochi di gruppo, animazione e socializzazione. Al momento viene organizzato in genere un solo turno all anno, durante il periodo estivo, con la partecipazione in media di una ventina di ragazzi. Il Canoa Club Bologna segnala però la propria difficoltà a trovare negli ultimi anni persone all interno della Associazione interessate a svolgere attività di accompagnamento e didattica. E' anche attivo il gruppo di canoisti di Castiglione dei Pepoli. Il Torrente Limentra è inoltre sede dell attività della società River Rafting, che ha un centro operativo a Ponte di Verzuno. River Rafting organizza discese con servizio di accompagnamento e raduni sportivi amatoriali (ad es. il White Water Women Day ). Per aumentare il flusso idrico lungo il torrente Limentra durante le discese concordano con ENEL l apertura delle saracinesche nella Diga di Suviana; ciò ovviamente è oneroso e comporta costi rilevanti per la società. Hanno inoltre alcune difficoltà organizzative, conseguenti ad un rapporto difficile con le Amministrazioni locali. Nei territori comunali interessati dall area di studio non risultano presenti: - Fattorie-Didattiche (ai sensi del Progetto promosso dall Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna) - Centri di ricerca e divulgazione scientifica, strutture museali, collezioni scientifiche, giardini zoologici e botanici, ecc - Speleologia - Orienteering - Imprese che operano nei servizi di supporto all eco-turismo ed alla fruizione ecosostenibile. c) conclusioni L area di studio mostra i caratteri tipici delle aree marginali appenniniche: ad una densità media nei tre comuni abbondantemente inferiore ad un quarto del dato provinciale, e con il comune di Camugnano che si attesta addirittura su un valore di 22 abitanti per chilometro quadrato, contro i 247 della media della provincia, fanno riscontro il forte calo di residenti dal 1951 al 1991 (-37% per l intera area, -62,5% per Camugnano) ed il progressivo invecchiamento della popolazione. Come per molti centri della montagna bolognese, nel decennio questo andamento sembra essersi invertito, con incremento della popolazione (+2,2% a Camugnano, +12% a Castel di Casio) e, per quanto concerne Castel di Casio - senza dubbio il centro più dinamico tra quelli su cui insiste il Parco - un eccezionale rinnovamento demografico. I dati relativi ai flussi turistici nel territorio dei Comuni dell area protetta evidenziano presenze che rappresentano poco più dell 1% del flusso turistico provinciale. Il territorio dell area protetta si caratterizza da un lato per la presenza delle grandi infrastrutture di proprietà ENEL ed ENEA per la produzione di e- nergia idroelettrica e l attività di ricerca tecnico-scientifica, dall altro per la prevalenza di attività del settore primario, sebbene vi sia un crescente

230 230, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE interesse locale ad una valorizzazione turistica dell area, incentrata su una fruizione eco-compatibile. Le attività del Consorzio di gestione sono incentrate sull attuazione di interventi specifici in materia di salvaguardia e miglioramento ambientale (i progetti riportati nel presente quadro conoscitivo sono relativi al recupero delle canalette loc. Stagno, al recupero di aree aperte, all installazione di rifugi e cavità artificiali) oltre all ordinaria attività di educazione ambientale e di gestione dei centri visita con l organizzazione di particolari eventi durante l anno (che si svolgono prioritariamente al centro visita del Poranceto). Nella zona si svolgono altre attività educative e ricreative legate principalmente ad attività ed eventi sportivi. 230

231 3. Aspetti insediativi e socio-economici ALLEGATI, 231 ALLEGATI - localizzazione edifici di valore ptp conferenza e database In occasione del PTP presentato in conferenza di pianificazione è stato realizzato un censimento e un rilevamento degli edifici sparsi all interno del perimetro dell area protetta (legge istitutiva) composto dalle Schede di censimento e rilevazione degli edifici extraurbani (marzo 2001), che riportano la valutazione circa l interesse storico, architettonico, tipologico dei singoli manufatti edilizi. Il censimento ha riguardato 267 edifici, 3 dei quali risultano di valore architettonico, 207 di valore tipologico, 8 il cui valore non è specificato, poiché non risulta compilata la scheda, i restanti 49 edifici risultano privi di valore. Di seguito si riporta una cartografia e un database elaborati sulla base delle schede di rilevamento. Nella tavola è riportata la distribuzione territoriale degli edifici censiti e l attribuzione di valore; nel database sono riportate alcune informazioni tratte dalle schede (valore degli edifici, note, tipo). Tale lavoro viene presentato solo a fini conoscitivi, in quanto non vi è una relazione che motivi le scelte circa i valori attribuiti a fini della conservazione degli edifici rilevati. Quello che verrà poi assunto dal piano ai fini della tutela del sistema insediativo storico saranno le valutazioni in qualche modo documentate. 231

232 232, Quadro conoscitivo del PTP dei laghi di Suviana e Brasimone - RELAZIONE GENERALE Distribuzione territoriale e valore storico, architettonico, tipologico degli edifici extraurbani 232

233 3. Aspetti insediativi e socio-economici ALLEGATI,

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