Politecnico di Milano. Dipartimento BEST. UdR Governance, progetto e valorizzazione dell ambiente costruito

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1 IL PIANO D AREA DEL PARCO NATURALE DELLA VALLE DEL TICINO PIEMONTESE a cura di Fabrizio Schiaffonati, Arturo Majocchi, Elena Mussinelli Collana Studi e Progetti - 7 Libreria CLUP Milano 2006 ISBN Inquadramento territoriale 2. Evoluzione del quadro normativo 3. Indirizzi e obiettivi del nuovo Piano d area 4. Metodologia di Piano 5. Contenuti del Piano 6. Elaborati del Piano Il testo raccoglie gli studi e le ricerche sviluppati per l elaborazione del nuovo Piano d area del Parco Naturale della Valle del Ticino, Regione Piemonte, documentando gli aspetti metodologici, procedurali e operativi che hanno guidato una azione programmatica e pianificatoria orientata alla sostenibilità ambientale e socio-economica dello sviluppo locale. Si tratta di una iniziativa articolata, che opera in sinergia con ulteriori azioni in corso sui versanti della pianificazione socio-economica e della programmazione integrata, promosse dallo stesso Ente di gestione del Parco, in collaborazione con il gruppo di ricerca del Dipartimento BEST (Building Environment Science and Technology) del Politecnico di Milano, e finalizzata a sperimentare una dimensione evolutiva del progetto ambientale con un rinnovato approccio alle problematiche della salvaguardia e della valorizzazione integrata delle risorse culturali, ambientali e paesaggistiche. Il caso studio offre quindi, oltre l aspetto propriamente documentale, molteplici spunti di riflessione teorica sui temi della progettazione ambientale e dei nuovi strumenti disciplinari per la tutela attiva dei patrimoni naturalistici e lo sviluppo sostenibile del territorio. Tale ambito di ricerca rappresenta una significativa opportunità per le discipline d area tecnologica, anche con riferimento al rinnovamento del contesto normativo ed alle sue ricadute sugli statuti del progetto alle diverse scale. cd-rom allegato Politecnico di Milano. Dipartimento BEST. UdR Governance, progetto e valorizzazione dell ambiente costruito

2 Collana STUDI E PROGETTI direzione Fabrizio Schiaffonati redazione Elena Mussinelli Unità di ricerca Progettazione e gestione dei sistemi edilizi e ambientali Fabrizio Schiaffonati, Davide Allegri, Adriana Baglioni, Corrado Baldi, Oscar Bellini, Eugenio Bettinelli, Roberto Bolici, Maddalena Buffoli, Stefano Capolongo, Pietro Chierici, Laura Daglio, Daniele Fanzini, Emilio Faroldi, Matteo Gambaro, Elisabetta Ginelli, Luca Marescotti, Elena Mussinelli, Massimiliano Nastri, Ilaria Oberti, Diletta Pellecchia, Francesca Plantamura, Andrea Poltronieri, Gianluca Pozzi, Raffaella Riva, Andrea Tartaglia. Politecnico di Milano Facoltà di Architettura e Società Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell Ambiente Costruito Building Environment Science and Technology B.E.S.T. Il testo raccoglie gli studi e le ricerche sviluppati per l elaborazione del nuovo Piano d area del Parco Naturale della Valle del Ticino, Regione Piemonte, documentando gli aspetti metodologici, contenutistici e operativi che hanno guidato l azione programmatica e pianificatoria. Gruppo di lavoro Responsabile: Fabrizio Schiaffonati (Direttore del Dipartimento B.E.S.T.) Coordinamento: Arturo Majocchi, Elena Mussinelli Consulenti: Ugo Majone, Luca Marescotti, Alessandro Segale Collaboratori: Beatrice Eiselt, Caterina Martini, Diletta Pellecchia, Vittoria Riboni, Raffaella Riva, Andrea Tartaglia, con Monica Perroni (Ente di gestione del Parco del Ticino) Cd rom allegato Relazione generale e Norme tecniche di attuazione, a cura di Fabrizio Schiaffonati, Arturo Majocchi, Elena Mussinelli, Diletta Pellecchia, Raffaella Riva, Andrea Tartaglia Studi di settore: 01. Quadro programmatico e normativo, a cura di Arturo Majocchi 02. Struttura socio-economica, a cura di Alessandro Segale, Diletta Pellecchia, Emanuela Stifano 03. Sistema delle acque, a cura di Ugo Majone, Vittoria Riboni 04. Sistemi infrastrutturali, a cura di Luca Marescotti 05. Aspetti geomorfologici e pedologici, a cura di Beatrice Eiselt 06. Inquinamento acustico ed atmosferico, a cura di Luca Marescotti, Beatrice Eiselt 07. Aspetti naturalistici, forestali, floristici e faunistici, a cura di Diletta Pellecchia 08. Attività estrattive, a cura di Vittoria Riboni, Raffaella Riva 09. Paesaggio, beni archeologici, architettonici e culturali, a cura di Raffaella Riva, Andrea Tartaglia Elaborazioni cartografiche, a cura di Caterina Martini. La presente pubblicazione è stata realizzata con il contributo dell Ente di gestione del Parco Naturale della Valle del Ticino piemontese. DIDATTICA PROGETTI RICERCHE SAGGI ISBN Prima edizione Copyright Libreria Clup Soc. Coop., È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. In copertina: Valle del Ticino dal cielo - si ringrazia la Agusta Westland spa - Cascina Costa di Samarate (VA) - per aver messo a disposizione l immagine. Finito di stampare nel mese di settembre 2006 da DigitalPrint Service srl - Segrate (MI) Libreria Clup Soc. Coop. Via Ampère 20, Milano tel fax clup@galactica.it Sede legale e amministrativa: Corso di Porta Vittoria 28, Milano

3 Il Piano d area del Parco Naturale della Valle del Ticino piemontese a cura di Fabrizio Schiaffonati Arturo Majocchi Elena Mussinelli Libreria Clup

4 INDICE PREFAZIONE di Pietro Mocchetto e Paolo Gambaro... 7 INTRODUZIONE di Fabrizio Schiaffonati... 9 PRESENTAZIONE INQUADRAMENTO TERRITORIALE Istituzione del Parco Naturale della Valle del Ticino Inquadramento geografico e amministrativo Inquadramento idrogeologico e paesistico Sistema dell accessibilità a scala territoriale EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO Piano d area del Scenario culturale e normativo italiano Livelli e strumenti della pianificazione in materia di tutela del suolo e sistema delle acque Livelli e strumenti della pianificazione della Regione Piemonte in materia di aree protette Scenario normativo internazionale Orientamenti per il nuovo Piano d area INDIRIZZI E OBIETTIVI DEL NUOVO PIANO D AREA Adeguamento del Piano al nuovo scenario culturale e normativo Analisi della domanda... 49

5 3.3 Ricerche complementari al Piano d area Obiettivi di gestione del nuovo Piano d area Processo di consultazione dei soggetti istituzionali METODOLOGIA DI PIANO Strumento di valorizzazione e promozione Approccio conoscitivo all area Criteri di zonizzazione Sistema della fruizione Elaborazioni cartografiche CONTENUTI DEL PIANO Piano di gestione Rapporti con gli altri strumenti di pianificazione Ambiti paesaggistici e azzonamento Strumenti di attuazione ELABORATI DEL PIANO Relazione generale di Piano Norme tecniche di attuazione Allegati alle Norme tecniche di attuazione Cartografia di Piano Studi di settore

6 PREFAZIONE Lo strumento di governo del territorio del Parco del Ticino piemontese, ancora vigente nelle more di approvazione del nuovo Piano d area, è stato approvato dal Consiglio Regionale nel Evidentemente si fonda su analisi e metodi che risentono fortemente delle impostazioni e degli approcci culturali caratterizzati da una volontà conservativa e vincolistica tipica degli anni settanta. Del resto tutti, o quasi, gli strumenti di gestione delle aree protette sono nati con queste caratteristiche. Chi ha vissuto l esperienza di applicare e far rispettare le norme contenute nel vecchio Piano d area ha registrato anno dopo anno l inadeguatezza di dispositivi cogenti che non corrispondevano alle esigenze di una sempre più rapida evoluzione dell ambiente. Soprattutto mancavano le possibilità fondamentali di adeguamento ed indirizzo verso un miglioramento della qualità ambientale e una ipotesi di sviluppo sostenibile. Non potevano essere definiti né il rapporto dell uomo con il territorio, né le ipotesi di evoluzione. A volte, anzi, le norme sono state occasione di conflitto con i cittadini del Parco, rendendo più difficile il già complicato rapporto con l Ente ed ostacolando una sua diffusa immagine positiva. Questi i motivi fondamentali per cui gli organi gestionali dell Ente hanno elaborato nel dicembre del 2001 un documento di indirizzo per la redazione di un nuovo Piano d area definito obiettivo prioritario dall intero Consiglio del Parco. Doveva essere sviluppata una nuova analisi del territorio che non solo considerasse le modifiche avvenute, ma facesse di ogni aspetto sintesi finalizzata a fondare linee di sviluppo sostenibile, di qualità ambientale, di nuovo approccio culturale nella responsabilità amministrativa. Tutto questo tenendo conto del fatto che il Parco aveva acquisito dal 2000 riconoscimento di Sito di Importanza Comunitaria e dal 2002, 7

7 congiuntamente con quello lombardo, era stato qualificato dall UNESCO come Riserva della Biosfera nell ambito del programma MAB, Man and Biosphere. Il nuovo Piano doveva inoltre essere adeguato alle disposizioni italiane ed europee vigenti, essere coerente con i criteri definiti in sede comunitaria, armonizzare nella sintesi le differenti scale di pianificazione interfacciandosi con i sistemi sovraordinati, con le scelte e gli obiettivi dei Piani regionali, provinciali, comunali. Occorreva quindi arrivare ad un risultato che non avesse solamente valenza di tradizionale pianificazione urbanistica: le nuove zonizzazioni del territorio dovevano essere funzionali ad una serie di altri Piani integrati e sussidiari, indispensabili per definire le linee di evoluzione volute dal Parco e condivise con tutte le Amministrazioni interessate e tutti gli aventi interesse : un Piano socio-economico con caratteristiche di sostenibilità, integrazione, cooperazione, sussidiarietà e condivisione; un Piano di assestamento forestale; un Piano naturalistico indispensabile per un territorio protetto. Senza dimenticare la qualificazione delle attività agricole, il controllo delle attività estrattive e la redazione di Piani attuativi, la navigazione del fiume, la promozione e razionalizzazione della fruizione, la riqualificazione paesaggistica, la qualità e l uso delle acque, i problemi di viabilità e le grandi infrastrutture che sempre più minacciosamente investono il territorio protetto, l introduzione della procedura preventiva della Valutazione di incidenza. L ambizione più grande è stata forse quella di contribuire con la costruzione di uno strumento dalle caratteristiche nuove a ripensare in termini di sostenibilità il rapporto tra uomo e ambiente fondato sulla considerazione di responsabilità: l uomo vive nell ambiente e dell ambiente che purtroppo ha la caratteristica di non essere rinnovabile e distrutto non può più essere trasmesso alle generazioni future. Un impegno così complesso ed articolato richiedeva, a nostro avviso, una quantità di competenze ed una capacità di analizzare e sintetizzare realtà complesse, un metodo di lavoro interdisciplinare, una capacità di audit collaudata e funzionale, un eccellente profilo scientifico che questa Amministrazione ritiene di aver acquisito attraverso un contratto di ricerca stipulato con il Politecnico di Milano e, nello specifico, con il Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell Ambiente Costruito (B.E.S.T.). Al suo Direttore, e per noi anche responsabile scientifico, un apprezzamento per aver saputo interpretare e tradurre in un Piano organico ed aggiornato le nostre richieste. La nostra gratitudine si estende a tutti i componenti del gruppo di ricerca ed al nostro personale che con continuità e professionalità ha contribuito a portare a termine il lavoro. Ente di gestione del Parco Naturale della Valle del Ticino Il Presidente Dott. Pietro Mocchetto Il Vicepresidente Arch. Paolo Gambaro 8

8 INTRODUZIONE La presente pubblicazione documenta i contenuti conoscitivi e programmatico del nuovo Piano d area del Parco Naturale della Valle del Ticino Regione Piemonte. La revisione del Piano, avviata nel dicembre 2001, è stata sviluppata dall Ente di gestione con la collaborazione del Politecnico di Milano, Dipartimento B.E.S.T., che ha elaborato gli studi e le ricerche di supporto all aggiornamento del quadro analitico e all orientamento delle nuove scelte pianificatorie. Molteplici sono le ragioni che hanno indotto l Ente di gestione a procedere alla redazione di un nuovo Piano. In primo luogo è parsa evidente l inadeguatezza del precedente Piano, adottato nel 1985 e basato su elementi informativi e approcci pianificatori in parte superati. Il quadro analitico e documentale risultava ormai incompleto, non aggiornato e non finalizzato a sostenere operativamente le decisioni di assetto del territorio. L impianto pianificatorio appariva inoltre connotato prevalentemente da scelte di tutela, con una forte cogenza e prevalenza di un apparato normativo di tipo vincolistico, in mancanza di contenuti proiettivi in ordine agli aspetti gestionali ed attuativi, anche nella loro dimensione socio-economica. L inserimento dell area a Parco nel programma Man and Biosphere (MAB) dell UNESCO con il titolo di Riserva della Biosfera e l assegnazione della qualifica di Sito di Importanza Comunitaria (SICp IT ) all interno della rete ecologica europea Natura 2000 hanno imposto poi un adeguamento strutturale della zonizzazione e delle relative Norme tecniche di attuazione in relazione agli obiettivi e ai criteri definiti in sede comunitaria; anche per armonizzare maggiormente il quadro pianificatorio del Parco piemontese con quello vigente nel contiguo Parco lombardo, anch esso inserito nel programma MAB e qualificato come SIC. 9

9 L aggiornamento del Piano ha richiesto, infine, azioni complesse per una più generale ed ampia messa a sistema del quadro programmatorio, dalla grande scala della pianificazione sovraordinata, attraverso le previsioni, gli indirizzi e i vincoli delle strumentazioni settoriali, sino al livello di una più efficace e sinergica integrazione del mosaico dei Piani comunali, in particolare per le aree preparco; con un significativo impegno nell audit del territorio e numerosi momenti di consultazione e verifica tra i diversi soggetti a vario titolo interessati dalle previsioni di Piano. Affrontare questo percorso ha quindi significato confrontarsi con uno scenario pianificatorio profondamente modificato, caratterizzato dall emergere di nuove istanze socio-economiche e da forme evolute di gestione del processo di costruzione del Piano: un modello partecipato e proattivo, improntato al principio della sussidiarietà e alle logiche dello sviluppo sostenibile e della fattibilità attuativa, in grado di coniugare le precipue finalità di tutela che connotano un Parco Naturale di valenza sovranazionale con una prospettiva di valorizzazione delle risorse naturali, culturali e paesaggistiche. L interesse della pubblicazione, oltre il valore documentale dei contenuti del Piano, sta dunque nel restituire un percorso di ricerca che ha inteso sperimentare la dimensione multiscalare e l articolazione infradisciplinare proprie della progettazione ambientale, con approcci integrati orientati al governo delle decisioni nelle diverse fasi del processo, anche con riferimento alle nuove procedure della valutazione strategica ed a forme evolute per la valorizzazione delle qualità ambientali e fruitive del Parco all interno del più ampio contesto territoriale. Un risultato ci auguriamo significativo, reso possibile anche per la particolare competenza e sensibilità dimostrate da Pietro Mocchetto, Presidente dell Ente di gestione del Parco, e Paolo Gambaro, Vicepresidente, che hanno valorizzato il lavoro dei ricercatori del Politecnico con chiari orientamenti e scelte coerenti. Il nuovo Piano d area è il risultato di questa intensa collaborazione e del costante impegno di Benedetto Franchina, Direttore del Parco, nonché dell intero staff tecnico che ha collaborato alla redazione del Piano. A tutti va quindi un sentito ringraziamento. Politecnico di Milano, Dipartimento B.E.S.T. Il Direttore Prof. Fabrizio Schiaffonati 10

10 PRESENTAZIONE La redazione del nuovo Piano d area del Parco Naturale della Valle del Ticino Regione Piemonte si colloca nell ambito del contratto di ricerca siglato nell ottobre del 2002 tra il Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell Ambiente Costruito B.E.S.T. (Building Environment Science and Technology) del Politecnico di Milano e l Ente di gestione del Parco. Il nuovo Piano - finanziato con l accordo di programma quadro per interventi di valorizzazione ambientale nelle aree protette, sottoscritto tra la Direzione per la Conservazione della Natura del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e la Regione Piemonte - rappresenta quindi l esito di una collaborazione scientifica avviata per rispondere adeguatamente alle profonde modifiche dello scenario di riferimento in materia ambientale e di tutela e valorizzazione delle aree protette, nonché alla complessità e interdisciplinarietà richieste dal tema. L attività si inserisce inoltre all interno di una convenzione quadro tra l Ateneo milanese e l Ente di gestione del Parco, in riferimento alla quale si sono promosse azioni complementari per l approfondimento conoscitivo del territorio alla scala 1:10.000, lo sviluppo di strumenti innovativi di gestione per la valorizzazione fruitiva del Parco, la redazione del Piano pluriennale di sviluppo socio-economico, la pianificazione attuativa di recupero ambientale e fruitivo delle cave dismesse in area Parco e, in collaborazione con il Parco lombardo della Valle del Ticino, la valutazione della sostenibilità ambientale della nuova via navigabile sul fiume, nella tratta sub-lacuale fino allo sbarramento del Panperduto. Questa visione programmatoria a medio termine si sta oggi concretizzando con l impiego dello strumento del Programma integrato di sviluppo locale (PISL), messo a disposizione dalla Regione Piemonte, attraverso cui l Ente di gestione mira ad accelerare il processo virtuoso di 11

11 riqualificazione, valorizzazione delle risorse e riconversione delle attività non sostenibili, già avviato negli ultimi anni. Struttura e competenze del gruppo di lavoro del Dipartimento B.E.S.T. La struttura organizzativa delle figure professionali messe in campo dal Dipartimento B.E.S.T. del Politecnico di Milano si è così articolata: Responsabile scientifico della ricerca Prof. Fabrizio Schiaffonati (Direttore del Dipartimento B.E.S.T.) Coordinamento operativo Prof.ssa Elena Mussinelli, Arch. Arturo Majocchi Gruppo di lavoro Prof. Fabrizio Schiaffonati, Programmazione e progettazione ambientale Arch. Arturo Majocchi, Pianificazione urbanistica e ambientale Prof. Ugo Majone, Idrologia e idrogeomorfologia Prof. Luca Marescotti, Infrastrutture Prof.ssa Elena Mussinelli, Struttura insediativa, beni architettonici e culturali Prof. Alessandro Segale, Componenti ambientali e economia del territorio Collaboratori Dott.ssa Beatrice Eiselt, Analisi ambientali e cartografia Arch. Caterina Martini, Inquadramento programmatico e cartografia Arch. Diletta Pellecchia, Pianificazione ambientale e socio-economica Ing. Vittoria Riboni, Idrologia e idrogeomorfologia Arch. Raffaella Riva, Beni culturali e paesaggio Arch. Andrea Tartaglia, Struttura insediativa Arch. Monica Perroni, Rapporti tra Ente di gestione del Parco e gruppo di lavoro Obiettivi del nuovo Piano d area La revisione del Piano d area vigente, approvato nel 1985, era stata inserita tra gli obiettivi prioritari del programma amministrativo dell Ente di gestione per rispondere alla mutata visione culturale della conservazione dell ambiente e del paesaggio, anche a fronte dei riconoscimenti ottenuti dal Parco a livello internazionale. Il Parco Naturale piemontese, esteso per ettari su parte del territorio di undici Comuni della Provincia di Novara, è infatti un contesto di grande pregio ambientale e paesistico e, con il Parco Regionale lombardo lungo la sponda orientale del Ticino, costituisce una delle maggiori aree fluviali protette in Europa. Nel novembre del 2002 entrambi i Parchi sono stati insigniti del titolo di Riserva della Biosfera nell ambito del programma Man and Biosphere (MAB) dell UNESCO; inoltre il Parco piemontese, che dal 2000 era inserito nell elenco dei proposti Siti di Importanza 12

12 Comunitaria della rete ecologica europea Natura 2000 (codice sito SICp IT ), dal 2005 ha ricevuto definitivamente anche questo riconoscimento. Se il Piano d area del 1985 ricalcava, per impostazione generale e contenuti, i principali orientamenti espressi dal quadro normativo dei primi anni ottanta, con una zonizzazione che articolava il territorio in sub-aree, e un approccio alle problematiche ambientali improntato a logiche di tipo vincolistico, il nuovo Piano si configura invece come strumento aperto e flessibile che individua le politiche di tutela e le norme di settore per la valorizzazione delle peculiarità ambientali, ecologiche, paesaggistiche e storico-culturali del Parco. Le strategie di Piano sono improntate ai nuovi concetti di sostenibilità dello sviluppo, competitività e cooperazione, qualità, integrazione, multiscalarità, sussidiarietà e condivisione. In particolare il Piano si pone gli obiettivi generali di: ridefinire e adeguare i contenuti programmatici e prescrittivi alla normativa nazionale ed europea vigente; mantenere un adeguato livello di coerenza tra le politiche del Piano, le scale e i livelli della pianificazione sovraordinata e sottordinata, promuovendo il coordinamento e l orientamento delle politiche settoriali in materia di qualità delle acque, sicurezza idrogeologica, qualificazione delle attività agricole, razionalizzazione dello sfruttamento economico delle risorse, controllo delle attività estrattive, navigabilità, promozione della fruizione, turismo e tempo libero; promuovere la tutela attiva del territorio, attraverso forme di programmazione e gestione partecipata, finalizzate allo sviluppo socioeconomico e alla riqualificazione ambientale e paesistica. Il nuovo Piano d area si compone di: Relazione generale, che illustra la filosofia del Piano; Studi di settore, allegati alla Relazione generale, che documentano le analisi effettuate; Norme tecniche di attuazione; Allegati alle Norme tecniche di attuazione; Tavole tematiche di sintesi del quadro analitico (scale da 1: a 1:10.000), che restituiscono il quadro conoscitivo derivato dagli Studi di settore e da una campagna di rilievo puntuale condotta sull intero territorio degli undici Comuni del Parco; Tavole di progetto (scale 1: e 1:10.000), mutuate e verificate con accurate azioni di audit del territorio e di interfaccia con i soggetti locali. Documenti di Piano 13

13 Coinvolgimento degli stakeholder Elemento qualificante del nuovo Piano è il coinvolgimento dei soggetti locali e degli Enti sovraordinati nelle scelte pianificatorie. Nell iter di revisione il gruppo di lavoro ha infatti organizzato incontri con le Amministrazioni comunali, la Regione Piemonte, la Provincia di Novara, il Consorzio di irrigazione e bonifica Est Sesia quale principale gestore dei canali irrigui della zona, l ENI Divisione Agip concessionaria del bacino petrolifero di Villafortuna-Trecate, le società TAV e Italferr del gruppo Ferrovie dello Stato, le Ferrovie Nord Milano. Tali incontri hanno reso possibile la ricostruzione del complesso quadro di trasformazioni territoriali e infrastrutturali che interessano oggi il novarese. Nuova zonizzazione La nuova zonizzazione proposta nel Piano deriva quindi da un articolato insieme di studi e analisi sul campo, dal confronto con l azzonamento MAB dei Parchi Naturali piemontese e lombardo e dall individuazione di una strategia fruitiva strutturata su vari livelli. Superata la logica funzionale del precedente Piano, la nuova zonizzazione si pone in stretta correlazione con gli indirizzi di sviluppo, salvaguardia e valorizzazione territoriale delle zone contigue al Parco, in particolare con riferimento alle direttive del Piano territoriale di coordinamento del Parco lombardo e del Progetto territoriale operativo regionale, area di approfondimento Ovest Ticino (PTO Ovest Ticino) 1, e assume nuove logiche di tutela a carattere sistemico e graduale, verificandone la compatibilità con azioni di valorizzazione fruitiva. Efficacia del nuovo Piano Il Piano d area costituisce il Piano per il Parco ai sensi della legge quadro in materia di aree protette 2, ha effetto di Piano paesistico ai sensi della legge regionale 3 aprile 1989 n. 20, e sostituisce la strumentazione urbanistica, paesistica e territoriale di qualsiasi livello 3. Il nuovo Piano si propone inoltre come Piano di gestione del sito Natura 2000, rappresentando lo strumento che garantisce il raggiungimento degli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie che caratterizzano l area. La Regione Piemonte, se lo riterrà opportuno, potrà infatti nominare l Ente Parco soggetto gestore del sito. Il riconoscimento di Sito di Importanza Comunitaria in base alla normativa vigente implica che tutti gli interventi di pianificazione attuativa all interno del Parco e nell area contigua, che possano comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali, delle specie e Gli strumenti di pianificazione sovraordinata e locale sono analiticamente presentati nello Studio di settore 01 Quadro programmatico e normativo. Art. 25 comma 1 della legge 6 dicembre 1991 n. 394 Legge quadro sulle aree protette. Art. 25 comma 2 della legge 6 dicembre 1991 n

14 degli habitat tutelati nel Parco Naturale, siano sottoposti a Valutazione di incidenza 4 da effettuarsi a quattro livelli (screening, valutazione appropriata, valutazione delle soluzioni alternative e valutazione delle misure compensative). Il nuovo Piano applica quindi la procedura preventiva della Valutazione di incidenza per Piani, progetti e interventi all interno del Parco e nelle aree limitrofe ritenute sensibili e, in attesa del regolamento che disciplinerà le modalità di redazione e presentazione della Valutazione, adotta la procedura di analisi e valutazione di compatibilità ambientale così come definita nell allegato F della L.R. 40/1998. In questa stessa direzione si muovono le direttive del PTO Ovest Ticino, approvato nel , che segnala l opportunità e la necessità di istituire una fascia di preparco, richiamando l esigenza di ricorrere a strumenti di pianificazione sovracomunale per affrontare e gestire le problematiche ambientali del territorio. Analoghe indicazioni per l istituzione di aree di controllo degli effetti ambientali e paesaggistici dello sviluppo insediativo residenziale sono ulteriormente richiamate e ribadite nel Piano territoriale provinciale di Novara, adottato nel 2002, e approvato con delibera del Consiglio Regionale 5 ottobre 2004 n , che per esse prescrive il parere di compatibilità territoriale formulato dalla Provincia o dalla Regione. Queste considerazioni hanno fatto emergere con forza la necessità di ricomprendere il Parco all interno di un contesto territoriale più ampio, sul quale estendere le logiche di tutela e valorizzazione espresse nel Piano d area stesso e la procedura della Valutazione di incidenza. La politica dell Ente di gestione e del gruppo di lavoro è stata quindi quella di chiedere alle Amministrazioni comunali, già dal novembre 2002, un atteggiamento collaborativo e partecipe alla definizione degli obiettivi di sviluppo sostenibile del Parco e delle aree che lo circondano, per intraprendere una comune azione volta alla massima valorizzazione delle risorse territoriali, pur nella piena tutela dei valori ambientali La Valutazione di incidenza è disciplinata a livello nazionale dall art. 6 del D.P.R. 12 marzo 2003 n. 120 di modifica del regolamento recante attuazione della direttiva Habitat 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. A livello regionale il riferimento è il D.P.G.R. 16 novembre 2001 n. 16/R Regolamento regionale recante disposizioni in materia di procedimento di Valutazione d incidenza. Il Progetto territoriale operativo, area di approfondimento Ovest Ticino, riguarda otto degli undici Comuni del Parco, sono esclusi Castelletto sopra Ticino, Varallo Pombia e Pombia. Questi ultimi, con altri Comuni del novarese andranno a far parte di un nuovo comprensorio previsto dalla Provincia di Novara e definito come Ovest Ticino Settentrionale. Il Piano territoriale della Provincia di Novara propone tra l altro l istituzione di aree intercomunali da sottoporre a pianificazione settoriale (ad esempio paesistica e produttiva). Occorre sottolineare peraltro che di fatto gli strumenti sovracomunali danno indicazioni di utilizzo del territorio e di normativa per l area cosiddetta contigua alla fascia del vero e proprio Parco, demandando totalmente all Ente di gestione la pianificazione del territorio di competenza. 15

15 Strumenti di attuazione Il nuovo Piano d area è articolato in diversi livelli di gestione e intervento sul territorio, anche con il ricorso a innovativi strumenti di attuazione. Nello specifico sono stati definiti, a livello intercomunale, cinque Ambiti di pianificazione concertata e coordinata, che presentano tematiche omogenee di carattere ambientale, paesistico, insediativo e fruitivo, per i quali si ritiene necessario specificare indirizzi di pianificazione condivisi tra i Comuni del Parco, gli eventuali Enti sovraordinati e i Comuni limitrofi su sponda lombarda. Le azioni di pianificazione concertata possono essere promosse dall Ente di gestione e dai Comuni interessati, tramite accordi di programma o conferenze di servizi. All interno di ciascun Ambito sono inoltre individuate aree particolarmente complesse, nelle quali sono compresenti problematiche connesse alla componente fruitiva, alla tutela ambientale e ai nodi del sistema infrastrutturale, e per le quali è quindi necessario elaborare Progetti d area integrati (ovvero masterplan o piani direttori) per il coordinamento dei Piani attuativi a scala locale di intervento. I Progetti d area integrati sono strumenti facoltativi, ma al tempo stesso estremamente utili per promuovere azioni coordinate di indirizzo in presenza di una molteplicità di obiettivi talvolta divergenti. A tal fine possono essere promossi dall Ente di gestione in collaborazione con i Comuni interessati e rappresentano l anello di collegamento strumentale tra il Piano d area e i Piani attuativi ed esecutivi di dettaglio. Sistema della fruizione Il tema della fruizione rappresenta un elemento centrale nel nuovo Piano: interpretato come fattore di sviluppo socio-economico del territorio, pone in stretta relazione la localizzazione delle aree di concentrazione delle attività con i gradi di tutela del Parco, fino a limitare alle sole attività didattiche e sperimentali controllate, la fruizione delle zone di riserva speciale a massima tutela. Le opportunità fruitive sono quindi articolate in una rete di offerte che, attraverso la razionalizzazione e la complementarietà di strutture e attività, consente di soddisfare una domanda qualitativamente estesa, contenendo i fenomeni di pressione insediativa e privilegiando la valorizzazione delle strutture esistenti. Di fatto la fruizione viene a costituire un vero e proprio Piano di settore, che localizza 48 zone per le quali vengono individuate le attività e le tipologie di intervento consentite, demandandone la quantificazione alla pianificazione attuativa, agli Ambiti di pianificazione coordinata e concertata e ai Progetti d area integrati. 16

16 Il presente testo restituisce i contenuti conoscitivi, metodologici e progettuali illustrati nella Relazione generale del nuovo Piano d area. La prima parte della Relazione, di carattere introduttivo, richiama i momenti salienti della storia del Parco, dalla sua istituzione nel 1978 fino ad oggi, seguiti dall inquadramento territoriale ed ambientale del Parco stesso e da un primo momento di riflessione sul quadro esigenziale formulato dalla committenza, nonché sull analisi dell articolazione della domanda espressa in sede locale, anche con riferimento all evoluzione dello scenario culturale e normativo. Di seguito la Relazione generale illustra la filosofia del Piano, filosofia che verte su un più significativo orientamento dei processi di pianificazione del territorio del Parco verso obiettivi di miglioramento della qualità dell ambiente, di sostenibilità dello sviluppo socio-economico e di coordinamento tra le diverse scale della pianificazione, perseguiti anche attraverso l adozione di modelli proattivi e partecipati. Con riferimento alla situazione di fatto e agli indirizzi programmatici formulati a scala regionale, provinciale o di settore, la Relazione delinea gli obiettivi di conservazione integrata dei delicati equilibri ambientali che caratterizzano il Parco e illustra le strategie di Piano, orientate ad una utilizzazione sostenibile delle risorse ambientali nonché al recupero e alla rifunzionalizzazione delle strutture esistenti e alla valorizzazione dei beni culturali nel contesto territoriale d area vasta. Viene in particolare posto l accento sulla domanda espressa in sede locale. Quindi la Relazione chiarisce la metodologia e le modalità operative adottate nelle analisi territoriali, negli sviluppi progettuali e nella redazione del Piano stesso, verificando il complessivo quadro delle coerenze alla scala programmatica e legislativa. Vengono inoltre precisati i criteri di zonizzazione del territorio e di valorizzazione del paesaggio, intesi come linee strategiche di intervento che determinano gli obiettivi di Piano a breve e medio termine, armonizzando interessi locali e esigenze di tutela, attraverso la definizione partecipata e coordinata delle modalità di trasformazione e fruizione delle risorse territoriali. Nell ottica del miglioramento continuo delle politiche e delle azioni di Piano, vengono presentate anche le criticità emerse dalla valutazione del territorio e del paesaggio in relazione alle diverse componenti naturali, antropiche, culturali e percettive. Successivamente nella Relazione vengono descritti analiticamente i contenuti del Piano, rispetto alla sua efficacia, ai rapporti con gli altri strumenti di pianificazione alla scala territoriale e locale, alla zonizzazione, al sistema della fruizione, ai Piani di settore e agli indirizzi per la pianificazione delle aree contigue, alle procedure di adozione e di eventuali varianti e aggiornamenti. Sono poi approfonditi gli elaborati che costituiscono il nuovo Piano d area e la sua struttura normativa. Relazione generale del nuovo Piano d area 17

17 Infine sono presentati sinteticamente i contenuti salienti degli Studi di settore sviluppati per la redazione del nuovo Piano che hanno costituito il quadro analitico e conoscitivo alla base del processo pianificatorio. Gli elaborati che costituiscono il nuovo Piano d area - Relazione generale, Studi di settore, Norme tecniche di attuazione, Allegati, Tavole di sintesi e di progetto - sono integralmente contenuti nel cd-rom allegato al presente testo. 18

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