FINAL Report Periodo coperto: 01/01/ /09/2014

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1 (Projects submitting final reports after January 4 must use this format.) LIFE Project Number LIFE8 NAT/IT/353 FINAL Report Periodo coperto: // 3/9/4 Reporting Date 3/9/4 Montecristo Montecristo : eradicazione di componenti floro-faunistiche aliene invasive e tutela di specie e habitat nell'arcipelago Toscano Project Data Project location Isole di Montecristo e Pianosa, Arcipelago Toscano, Italia Project start date: // Project end date: 3/6/4 Total Project duration (in months) 54 months Total budget , Total eligible budget , EU contribution: (%) of total costs (%) of eligible costs , Beneficiary Data Name Beneficiary Corpo forestale dello Stato Contact person Mr Stafano VAGNILUCA Postal address Via E.Bicocchi, I-58 FOLLONICA IT ITALY Visit address Via E.Bicocchi, I-58 FOLLONICA IT ITALY Telephone Fax: s.vagniluca@corpoforestale.it Project Website

2 . List of contents Executive summary 3 Introduction 4 Administrative part 5 Tecnical part 6 Comment on financial reports 7 annexes 8 financial report annexes. Executive Summary (maximum 5 pages) Le specie aliene invasive nelle piccole isole risultano avere un impatto spesso esiziale su specie e habitat oggetto di tutela. Per questo si è scelto di progettare interventi straordinari e non più rinviabili sulle isole meno abitate dell Arcipelago toscano ma che avevano subito danni gravi per la introduzione di specie aliene: Montecristo e Pianosa. Di superficie paragonabile, intorno ai mille ettari ciascuna, ma profondamente diverse per morfologia e vicissitudini storiche. Montecristo, riserva naturale dal 97, area diplomata nel 988 dal Consiglio d Europa, inclusa nel Parco nazionale nel 996, gestita storicamente dal Corpo forestale dello Stato viveva una stridente contraddizione tra la percezione di isola deserta e selvaggia e la severità dei danni operati dall uomo con introduzioni di specie aliene. Perfino la capra selvatica, pure oggetto di tutela, deriva da introduzioni remote e risulta determinante per la rinnovazione di qualsiasi specie vegetale che le susciti un pur minimo interesse pabulare. Ma per altre componenti la tolleranza non poteva essere che pari a zero e ci si riferisce al ratto nero ed all ailanto. Il primo introdotto in epoca storica ha trovato a Montecristo, come spesso succede nelle piccole realtà insulari mediterranee e non, un ambiente ideale privo di predatori, non molto ricco di risorse, ma sufficiente a mantenere una popolazione prolifica e insistente. Il secondo introdotto più recentemente, inappetibile (mah) dalla capra, il principale limitatore dei vegetali, ha trovato condizioni ottimali per la sua diffusione, quella condizione di alternanza tra aree nude e suolo poco evoluto. Gli interventi di contenimento operati in passato, basati semplicemente su maldestre estirpazioni o, peggio, taglio di piante, non hanno fatto altro che dar sfogo alla potenzialità di diffusione e di colonizzazione. La flora spontanea, le leccete, gli ericeti millenari, oltre al morso della capra soffrivano della competizione di questa specie. A Pianosa i problemi sono più complessi e derivano da un passato di colonia agricola e quindi di un ambiente profondamente modificato. Tuttavia i preziosi ginepreti costieri venivano invasi dal pino d Aleppo, pure introdotto con le migliori intenzioni quale specie forestale in grado di dare formazioni stabili e resistenti. Anche a Pianosa l ailanto è stato introdotto e si è diffuso nelle aree agricole abbandonate intorno alle abitazioni. Faceva inoltre la sua comparsa il Carpobrotus sulla costa, nota pianta a comportamento invasivo coprente. Pertanto le azioni del progetto sono state individuate nelle seguenti:. eradicazione del ratto nero a Montecristo. eradicazione dell ailanto da Montecristo 3. eradicazione di specie vegetali invasive (ailanto, Carpobrotus, Acacia, Senecio) da Pianosa 4. azioni a tutela della capra contro eventuali danni per effetto della eradicazione del ratto

3 5. tutela di habitat a Montecristo 6. monitoraggio dell efficacia delle azioni Eradicazione del Ratto a Montecristo sono state condotte azioni preliminari per definire quantità di intervento e periodo ottimale, arrivando alla conclusione che la distribuzione delle esche in inverno, al momento della stasi riproduttiva, avrebbe portato ai risultati migliori. A Montecristo si è registrata una stasi invernale, quando in altre isole era sempre stata osservata durante l estate. La distribuzione delle esche ha comportato uno sforzo organizzativo notevole, sia in termini di trasporti dei materiali e delle attrezzature, sua per la distribuzione in sé. L esperienza pregressa in altre situazioni come all isola di Molara in Sardegna è stata determinante. L utilizzo di apparecchiature sofisticate per monitorare in tempo reale la capillare distribuzione delle esche sul territorio ha consentito di ottimizzare tempo e quantità di materiale. L eradicazione del ratto da Montecristo ha avuto come effetto immediato il successo riproduttivo della berta minore, che ha sull Isola quasi il % della popolazione mondiale, ma che aveva qui un successo riproduttivo pari a zero. Grazie alla eradicazione già dal primo anno si è potuto verificare che il 95% dei pulcini nati a Montecristo lasciavano il nido illesi, giacché l unico vero fattore limitante era costituito dal ratto. Così molte altre specie hanno tratto giovamento dall eliminazione dei ratti, quali altre specie ornitiche, non ultimi gli uccelli migratori, che hanno un pericolo in meno quando atterrano stremati a Montecristo per una sosta. I controlli successivi della linea di monitoraggio hanno finora confortato circa il successo dell operazione. Le misure di biosecurity consentiranno di minimizzare il rischio di ritorno sull isola del nefasto roditore. Eradicazione dell ailanto a Montecristo. Le azioni preliminari hanno consentito di avere cognizione della reale distribuzione della pianta sull isola e delle difficoltà di accesso ai vari cantieri. Pure avendo la percezione della grande diffusione della pianta sull Isola, la reale sfida da affrontare è stata chiara solo al momento della redazione della carta di distribuzione: 83 ettari invasi, alcuni localizzati in postazioni raggiungibili solo dopo un lungo cammino o addirittura calandosi con modalità alpinistiche. La metodologia è stata accuratamente messa a punto, ma il nemico principale da battere è la bassa accessibilità delle aree invase più remote, da dove un individuo sfuggito al trattamento in pochi anni può esser capace di produrre seme. Lo sforzo prodotto è stato intenso e prolungato. È stato impegnato personale interno del Corpo forestale dello Stato molto motivato e professionalmente ben istruito. Sono state elaborate le strategie di intervento che a tutt oggi costituiscono un punto di riferimento per chiunque voglia intraprendere un azione di contenimento dell ailanto. La definitiva eradicazione potrà essere conseguita attuando, come già sta avvenendo, i piani di azione successivi, che prevedono un continuo monitoraggio ed un intervento sugli eventuali ricacci con risorse proprie del C.F.S. Eradicazione di specie vegetali da Pianosa. Le azioni preliminari hanno consentito di valutare la reale diffusione delle specie invasive a Pianosa e di definire le modalità di intervento, Le specie su cui è stato effettuato l intervento sono state Carpobrotus spp. Acacia saligna, Acacia pycnacantha e Senecio mikanioides. Inoltre sono stati trattati 5 ettari di superficie invasa da ailanto. Per acacie e fico degli ottentotti l eradicazione può dirsi acquisita, mentre per senecio e ailanto occorrerà procedere al monitoraggio e all intervento per eventuale riscoppio di porzioni radicali non diseccati o germinazione di semi latenti, che diano origine a nuovi getti. Il tutto secondo quanto previsto dallo specifico after Life plan. È stato portato avanti anche l intervento di recupero di Ginepreti a Juniperus phoenicea 3

4 4. 5. invasi da pino d Aleppo. Tale specie risultava essere stata introdotta per garantire una copertura forestale, ma le caratteristiche di propagazione ne hanno esaltato le facoltà invasive a danno di ginepreti e leccete. Particolarmente difficile risulta l eliminazione dei semi che i coni serotini della specie rendono disponibili anche dopo l esbosco della pianta. Azioni a tutela della capra a Montecristo. Pure introdotta, la popolazione ircina di Montecristo è l unica che vive allo stato selvatico da tempi antichi, conservando molte caratteristiche originarie della specie selvatica. Pertanto il progetto ha previsto azioni di tutela contro possibili rischi derivanti dalla distribuzione aerea di esche contenti rodenticida. Un nucleo di capre è stato messo in sicurezza in un grande recinto costruito isolando il promontorio che separa Cala Maestra e Cala Santa Maria. 4 soggetti, poi divenuti 5 per effetto dei parti, sono stati mantenuti nel recinto per quasi un anno. Una volta avuta la certezza che le esche erano state tutte completamente degradate e quindi rese indisponibili, le capre sono state fatte uscire, dopo averle dotate tutte di marca auricolare e 3 di radiocollare VHF/GPS a sgancio automatico programmato, per raccogliere dati ecologici come home range e abitudini alimentari o riproduttive, utili in vista di un piano di gestione?. Il recinto è stato poi utilizzato come ampia area di esclusione dove procedere alle piantagioni di cui al successivo punto 5. Un piccolo nucleo di 5 capre è stato trasferito al bioparco di Roma, per la conservazione ex situ e per consentire la divulgazione delle attività di progetto verso un bacino di utenza indiscutibilmente molto più ampio rispetto ai soli visitatori di Montecristo. A Roma, in una struttura quale è il Bioparco, visitata ogni anno da 6. persone, le capre hanno uno spazio dedicato nel quale, grazie ad una specifica cartellonistica, si spiegano le finalità del progetto. Parallelamente per una migliore caratterizzazione della popolazione sono state eseguite analisi genetiche sia sugli esemplari presenti sull isola che su quelli presenti ex situ ritenuti provenienti da catture passate. 8 i campioni esaminati di cui 8 provenienti ex situ. A queste si aggiungono 45 campioni derivanti da reperti museali. Durante tutta le durate del progetto è stato eseguito il monitoraggio per valutare la consistenza della popolazione. I dati indicano una certa stabilità della popolazione e quindi una buona condizione di conservazione. È possibile affermare che la popolazione ircina di Montecristo non ha subito danni dalla distribuzione aerea delle esche rodenticide. Recupero di habitat a Montecristo. Eliminata la predazione del ratto dei semi e la concorrenza dell ailanto, le formazioni vegetali a Montecristo oltre alle limitazioni del clima e della giacitura subiscono la brucatura da parte delle capre. Pertanto il sistema utilizzato è quello del recinto di esclusione. Nel corso degli anni di gestione ne sono stati costruiti diversi, che hanno consentito soprattutto alle eriche di sfuggire al morso delle capre. Nel progetto è stato previsto di utilizzare la grande area recintata costruita come ricovero per il nucleo di capre quale area di esclusione una volta fatte uscire le capre stesse. La costruzione della recinzione non è stata un operazione banale, perché ha comportato il trasporto a piè d opera di materiali e mezzi con elicottero del C.F.S.. La rete prescelta, zincata e a maglia sciolta è quella che meglio si adatta ad un profilo molto accidentato, con alternanza di massi e pianetti. È stata sostenuta da pali a sezione a T infissi con fori praticati con rotodemolitore e cemento a pronta presa. La stessa tipologia è stata adottata nelle altre recinzioni ripristinate in quota. Parallelamente è stato prodotto il materiale di propagazione, prelevando ghiande dai lecci secolari e facendole germinare in fitocella presso un vivaio volante a Montecristo o presso il Centro Nazionale per la Biodiversità forestale del C.F.S. di Pieve Santo Stefano (AR), che ha contribuito anche per la conservazione ex situ Oltre al leccio sono state messe a dimora piantine di Mirto, mentre altre specie (Arbutus unedo, Juniperus phoenicea, Dryopteris tyrrena) sono state riprodotte, ma la produzione di piantine è stata tale da 4

5 6. consentirne la conservazione, ma non la messa a dimora. Nel grande recinto di Cala Maestra è emerso subito il problema della siccità che mandava incontro a morte sicura le piantine, problema risolto con l installazione di un impianto di irrigazione a goccia. Complessivamente nei recinti sono state messe a dimora 99 lecci 79 mirti e 6 corbezzoli. monitoraggio di flora e fauna e dell efficacia delle azioni. Per la fauna il monitoraggio viene eseguito da ISPRA. il successo riproduttivo della Berta minore è un dato ormai acquisito ed uno dei punti cardine dell efficacia delle azioni di progetto. Il successo è stato del 96% per il e del 93% per il 3. Non ci sono ovviamente segni di predazione da ratti, e l insuccesso può ascriversi ad eventuale infertilità dell uovo o a morte di uno o entrambi i genitori. Per un migliore monitoraggio sono stati installati 9 nidi artificiali in Cala Maestra, come attività aggiuntiva e non compresa nel Progetto, corredati da richiamo acustico. Uno dei nidi è stato occupato da una coppia nidificante nel 4, dopo la certa visita di prospectors dell anno precedente. Il monitoraggio ha inoltre consentito di evidenziare la nidificazione da parte della Berta maggiore, che rappresenta un valore aggiunto dell opera di eradicazione del ratto sulla salute delle popolazioni dei procellariformi protetti. Altre specie sono oggetto di monitoraggio. Tra queste il gabbiano reale, che si insedia a Montecristo in inverno e nidifica a partire dal mese di marzo. Questa circostanza lo ha reso particolarmente vulnerabile all intervento di eradicazione del ratto, considerato il carattere onnivoro della specie. Molti esemplari sono infatti risultati avvelenati dalle esche distribuite ma questo è stato giudicato un costo biologico sostenibile, per una popolazione che pure ridimensionata conta almeno 3 coppie nidificanti nel 4. Tale evenienza si ritiene abbia inoltre favorito le altre specie di uccelli marini a rischio, compreso il gabbiano corso, che non nidifica attualmente a Montecristo anche per la competizione con il gabbiano reale. Altre specie ornitiche sono monitorate, registrando la presenza di gheppio, falco pellegrino, assiolo e anche corvo imperiale, i quali quindi non hanno subito interferenze gravi con la eradicazione del ratto. Un incremento è stato registrato nella popolazione di coturnice orientale (Alectoris chukar), specie alloctona stimata con una presenza di 87 individui, probabilmente per maggiore disponibilità di cibo. Pure le popolazioni di anfibi e rettili non danno segni di interferenza con l eradicazione del ratto. Il monitoraggio della vegetazione ha inoltre evidenziato la ovvia maggiore disponibilità di semi non più predati dai ratti. Ma ha anche messo in luce come la rimozione dell ailanto abbia determinato una modifica dei processi ecologici che hanno consentito la liberazione di risorse utili per l instaurazione di nuove piante. Molte specie a carattere eliofilo per la disponibilità di luce, molte delle quali fanno parte del corteggio d specie tipico degli habitat meritevoli di conservazioni, quali pratelli di terofite 6* e degli stagni effimeri mediterranei 37*. Queste presenze stanno a significare il recupero di questo habitat laddove venga eliminata la copertura di ailanto, seppure con processi molto lenti e legati anche ad altri fattori, quali pressione di ungulati e clima. Invasive alien species in the small islands of the Mediterranean sea often turn out to have a fatal impact on protected species and habitats. For this reason we chose to design exceptional and no longer delayable operations on the less inhabited islands in the Tuscan Archipelago, where the most serious damages due to the introduction of alien species can be seen: Montecristo and Pianosa. Surface comparable, around ten square kilometers each, these islands are very different in morphology and historical events. Montecristo is a natural reserve since 97 and has been awarded in 988 by the Council of Europe with the European Diploma of Protected Areas. It is included in the National Park since 996, and. it is managed by the State Forestry Corps (CFS). Montecristo historically lived a striking contradiction between the perception of desert and wild island and the severity of the 5

6 damage operated by man with introductions of alien species. Even the protected wild goat derived from remote introductions and is decisive for the renewal of any plant species that will inspire even the slightest attraction. But for other alien components tolerance could only be equal to zero and it refers to the black rat and tree of heaven. The first introduced in historical times has found in Montecristo, as often happens in the small islands, an ideal environment free of predators, not very rich in resources, but sufficient to maintain a prolific and persistent population. The second introduced more recently, uneated by the goat, the main plants limitator, found optimal conditions for its diffusion: alternation between bare areas and poor soil. The containment interventions operated in the past, based simply on clumsy grubbing, or worse, cutting plants, have not done anything but give vent to the potential for dispersal and colonization. The spontaneous flora, the holm oak, the millennial hether stands, in addition to the bite of the goat, suffered the competition of this plant. In Pianosa problems are more complex and stem from a history of a farming colony: a deeply altered environment. However, the precious coastal juniper forests were invaded by the Aleppo pine, that was previously introduced to give stable and resistant formations. Even in Pianosa the tree of heaven was introduced and spread in agricultural areas around the abandoned houses. Carpobrotus also was appearing on the coast, with its covering and invasive behavior. Therefore, the project activities have been identified as follows: eradication of the black rat in Montecristo. eradication of tree of heaven from Montecristo 3 eradication of invasive plant species (tree of heaven, Carpobrotus, Acacia, Senecio) from Pianosa 4. measures to protect goat against eventual damages due to the eradication of the rat 5. protection of habitat in Montecristo 6 monitoring the effectiveness of actions. Eradication of Rat Montecristo. Preparatory actions were conducted to define the amount of intervention and the optimal time, coming to the conclusion that the distribution of baits in winter would lead to better results, as the rats has a reproductive stasis. In other islands the stop had always been observed during the summer. The distribution of the baits has entailed a considerable organizational effort, both in terms of transport of materials and equipment and for the distribution of baits in itself. Previous experiences in other islands such as Molara, near Sardinia, has been very helpful. The use of sophisticated equipment to monitor in real time the widespread of the baits distribution on the terrain allowed to optimize time and matherials. The eradication of rats from Montecristo gave immediate effect the reproductive success of the Yeolkuan shearwater, which in the island has almost % of the world population, but with a reproductive success equal to zero. Thanks to rats eradication soon in the first year 95% of the chicks born in Montecristo left the nest unharmed, since the only real limiting factor was the rat. So many other species have benefited from the elimination of rats, such as the coluber, migratory birds, which have a danger less when they land, exhausted, at Montecristo for a stopover. The subsequent monitoring of the line monitoring have so far comforted about the success of the operation. The biosecurity measures allow to minimize the risk of a return to the island of the nefarious rodent. Eradication of tree of heaven from Montecristo. The preliminary actions allowed full knowledge of the actual plant distribution. They also shoed the difficulties of access to the various sites. Well as having the perception of the wide spread of the plant on the Island, the severity of the challenge was clear only at the time the distribution map was completed: 83 hectares invaded, located in some sites that can only be reached after a long journey or even descending manner mountaineering. The methodology has been carefully fine-tuning, but the main enemy to beat is the low accessibility of the invaded more remote areas, from where an individual that has escaped treatment, in a few years may be able to produce seed. The effort produced was intense and prolonged. He has been involved personnel of the State Forestry Corps highly motivated and well educated professionally. We developed intervention strategies that still provide a point of reference for anyone who wants to take action to contain the tree of heaven. The final eradication can be achieved by implementing action plans, with the continuous monitoring and intervention on any sprouts with own resources of the CFS. 3 Eradication of plant species from Pianosa. The preliminary actions have allowed to estimate the actual spread of invasive species in Pianosa and define the intervention methods.the species on which it was carried out the intervention were Carpobrotus spp. Acacia saligna, Acacia pycnacantha and Senecio mikanioides. Some 5 hectares invaded by Ailanthus were also treated. The eradication of acacia and fig Hottentot can be considered acquired, while ragweed and tree of heaven will be necessary to carry out monitoring and intervention for any sprout from portions of roots not killed or germination of dormant seeds, which give rise to new shoots as stated in the specific after Life plan. Also the restoration of juniper Juniperus phoenicea satands invaded by Aleppo pine has been carried out. This species appeared to have been introduced to ensure forest cover, but the propagation characteristics have exalted the invasive faculties to the detriment of juniper and oak woods. Particularly difficult is the elimination of the seeds that are available from serotypes cones even after the extraction of the whole plant. 6

7 4 Actions to protect Montecristo Goat. The goat population of Monte Cristo is the only one that preserves many characteristics of the wild species, even though it is clearly been introduced since aancient times. Therefore, the project includes actions to protect it against the possible risks arising from the aerial distribution of baits with rodenticide. A group of goats was made safe in a large enclosure built by isolating the promontory that separates Cala Maestra and Cala Santa Maria. 44 goats, increased up to 5 as a result of the 8 births, were kept in the enclosure for almost a year. Once it was sure that the baits were all completely dissolved and so unavailable, the goats were brought out. They all have been equipped with ear tags and 3 with radio collar VHF / GPS with planned automatic release to collect ecological data such as home range and feeding or reproductive habits. The fence was then used as a broad exclusion area. where have been implemented the plantations referred to in paragraph 5 below. A small group of goats was then transferred to the bio-park in Rome, for the ex situ conservation and to allow the demonstration of the project activities to a uditory unquestionably much wider than just visitors of Monte Cristo. The Biopark in Rome is visited annually by 6, people. Here goats have a dedicated space where some specific posters explaine the purpose of the project. At the same time for a better characterization of population genetic, analyzes were performed on both specimens on the island and on the ex situ deemed originating from former catches. 8 samples have been tested, including 8 from ex situ and 45 samples from museum exhibits. Throughout the duration of the project, monitoring to assess the size of the population was carried out. The data indicate a certain stability of the population and therefore a good state of preservation. We can say that the goat population in Montecristo was not damaged by the aerial distribution of rodenticide baits. 5 Habitat recovery in Montecristo. As the rat predation of seeds and the competition by the tree of heaven were eliminated, the Montecristo vegetation, addition to the limitations of climate and arrangement, suffers the bite of the goats. Therefore eclosures appeare to be to most appropriate method to protect vegetation. Over the years many enclosures have been built in different places, which allowed especially to heather to escape the bite of the goats. In the project it was planned to use the large fenced-in area built as a shelter for the group of goats as an area of exclusion once brought out the goats themselves. The construction of the fence was not a trivial task. Materials and tools had to be trasported on the work sites by a CFS helicopter. The network chosen, galvanized and loose mesh, is the one that best fits a very bumpy profile, with alternation of rocks and shelves. It was supported by poles in T-section with holes drilled in adding quick-setting cement. The same type has been adopted in other fences restored at high altitude. At the same time it was produced propagation material. Acorns have been collected from ancient holm oak Then they have been seeded in plastic pots in a nursery both in Montecristo and at the National Centre for Forest Biodiversity (CNBF) in Pieve Santo Stefano near Arezzo, which has also contributed to the ex situ conservation. In addition to the holm oak myrtle seedlings were planted, while other species (Arbutus unedo, Juniperus phoenicea, Dryopteris tyrrena) were reproduced, but the seedlings production was sufficient to enable the storage, but not the planting. In the large enclosure of Cala Maestra the problem of drought was immediately revealed as the main cause of the seedlings. This problem has been solved with the installation of a drip irrigation system. Overall 99 holm oaks 79 myrtle and 6 arbutus have been planted in the enclosures. 6. monitoring of flora and fauna and the effectiveness of actions. The fauna monitoring is performed by ISPRA. the reproductive success of Yelkouan Shearwater is now a fact, and is also he cornerstones of the project s actions effectiveness. The success rate was 96% for and 93% for 3 There are obviously no signs of predation by rats, and the failure may be due to any of the egg infertility or death of one or both parents. For better monitoring 9 artificial nests were installed in Cala Maestra, as additional action and not included in the project, accompanied by audible decoy. One of the nests was occupied by a breeding pair in 4, after the visit of some prospectors in the previous year. The monitoring has also allowed us to highlight the nesting by the Cory's Shearwater, as ana added value of rat eradication on Procellariiformes protection. Other species are being monitored. Among these, the herring gull, which is setting up a Montecristo in winter and nests from the month of March. This circumstance has made it particularly vulnerable to the rat eradication. Many specimens in fact were poisoned by direct ingestion of baits but this was considered a sustainable biological cost for a population that has also scaled at least 3 breeding pairs in 4 This event is believed to have encouraged other endangered seabird species, including the Audouin s gull, which does not nest at Montecristo because of the herring gull s competition. Other bird species are monitored by recording the presence of kestrel, peregrine falcon, scops owls, and even raven, which therefore did not suffer significant interference with the eradication of rats. An increase was recorded in the eastern population of rock partridge (Alectoris chukar), non-native species with an estimated attendance of 87 individuals, probably due to greater availability of food. Populations of amphibians and reptiles show no signs of interference with the eradication of rats. The vegetation monitoring has also highlighted the obvious increased availability of seeds no longer preyed upon by rats. But he also highlighted how the removal dell'ailanto has resulted in a change in the ecological processes that have resulted in the release of resources for the establishment of new plants. Many species in nature heliophilous for the availability of light, many of which are part of the retinue of species typical of habitats worthy of conservations, such as meads of therophytes 6* and 37* Mediterranean ephemeral ponds. These appearances signify the recovery of this habitat where ailanthus canopy is eliminated, albeit with very slow processes and also linked to other factors, such as pressure of ungulates and climate. 7

8 3. Introduction Il progetto si prefiggeva lo scopo di eradicare da Montecristo due delle tre specie aliene invasive, che costituivano una minaccia per la biodiversità del sito: Rattus rattus ed Ailanthus altissima. Per la terza specie aliena, appartenente ad un ceppo molto vicino alla capra selvatica, introdotto in tempi storici, il progetto prevedeva il contenimento dell impatto senza perderne la presenza in natura e anzi proteggendola dai possibili effetti della distribuzione del veleno per i ratti. Tale obbiettivo era in relazione al valore storico culturale di questa antica popolazione, la cui conservazione costituisce uno dei punti chiave del rilascio del Diploma europeo per le aree protette attribuito alla riserva di Montecristo dal 988. Inoltre il regime di stretto controllo sugli accessi rendeva particolarmente esente l isola dal rischio di ricolonizzazione da parte dei ratti, il che ha indotto a procedere ad un azione non priva di rischio di insuccesso, data la grande superficie. Pertanto eradicazione dei ratti, eradicazione di ailanto e contenimento dell azione della capra con la costituzione di recinti entro cui effettuare piantagioni sono stati gli obbiettivi fissati per Montecristo. Su Pianosa il progetto prevedeva di eradicare tre specie, e cioè Carpobrots spp., Acacia pycnacantha e Ailanthus altissima, poi incluso anche Acacia saligna e Senecio mikanioides. Inoltre prevedeva la difesa dei ginepreti mediante il taglio e la eliminazione delle piante di pino d Aleppo che vi si sono andate insediando nel tempo. Siti Coinvolti L Isola di Montecristo è riserva naturale dello Stato, compresa nel Parco Nazionale dell arcipelago Toscano. Si tratta di un Sito di Importanza Comunitaria (IT564) e di una Zona di Protezione Speciale (IT567). La gestione dell isola è interamente dedicata alla conservazione della natura. Tre caratteristiche principali la identificano: l isolamento, trovandosi a 7 km dalla trerraferma e priva di collegamenti di linea, non ha mai ospitato una popolazione umana residente nell ultimo secolo; è integralmente protetta da oltre quarant anni. Ospita solo personale di sorveglianza (4 unità in media) e non presenta strade o altre infrastrutture. La fascia marina circostante è pure protetta almeno dal 977, e vige il divieto di navigazione, balneazione e ancoraggio nel raggio di circa metri dalla costa e di pesca da circa 6 metri. È di proprietà interamente pubblica. Ha una morfologia aspra ed una costituzione interamente granitica, con estesi affioramenti rocciosi. La copertura vegetale è costituita prevalentemente da cisteti e macchia dominata da Erica arborea, garicghe e prati annui. Ospita la principale colonia toscana di Puffinus yelkouan con consistenza stimata in 7 coppie nidificanti, frazione che costituisce indicativamente il % della consistenza globale della specie. L Isola di Pianosa ha ospitato una colonia penale chiusa nel 997. Interamente inclusa nel Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano, è caratterizzato da una pressione antropica piuttosto bassa, e molto regolata. La fascia di mare di miglio marino dalla costa è protetto con divieto di navigazione, balneazione e pesca. Si tratta di un Sito di Importanza Comunitaria (IT563) e di una zona di protezione speciale (IT566). Ha una conformazione pianeggiate in ragione della natura calcarea del substrato. La maggiore parte della zona terrestre è occupata da terreni ex agricoli in corso di ricolonizzazione dalla macchia e da garighe. Sulla costa sono presenti importanti ginepreti, che costituiscono gli esempi più estesi e meglio conservati della formazione in Toscana. Le scogliere sono caratterizzate dall importante endemismo Limonium planasiae. Specie e habitat bersaglio Specie animali 8

9 Berta minore Puffinus yelkouan (All. I Direttiva Uccelli). Endemica del Mediterraneo centrale e orientale, nidificante a Montecristo con popolazione di rilevanza internazionale (4-7 coppie, 3-% della popolazione globale; cf. Bourgeois e Vidal 8. The endemic Mediterranean yelkouan shearwater Puffinus yelkouan: distribution, threats and a plea for more data. Oryx, 4: 87-94), la seconda o terza in assoluto per importanza nazionale. Periodo di presenza sull isola: novembre-luglio (nidificazione in marzo-luglio) Discoglossus sardus (All II Dir. Habitat). Anfibio endemico centro-mediterraneo ad areale ristretto, presente in Toscana solo su due isole e in un singolo tratto costiero (isola fossile Monte Argentario); relativamente abbondante nei corsi d acqua di Montecristo. Tarantolino Euleptes europaea (=Phyllodactylus europaeus) (All II Dir. Habitat). Rettile endemico centro-mediterraneo ad areale ristretto, molto diffuso a Montecristo e sull isolotto La Scola, satellite di Pianosa (ove sembra assente nell isola principale). Specie migratrici di Passeriformi incluse nell All. I Direttiva Uccelli. Entrambe le isole sono di particolare importanza per la sosta di elevati contingenti di migratori (soprattutto Passeriformi ma non solo), come dimostrato nel corso dei programmi coordinati di inanellamento svolti in passato a Montecristo e più recentemente a Pianosa (Progetto Piccole Isole coordinato INFS ISPRA). Fra le specie nell All. I che regolarmente transitano sulle isole in numero significativo: Anthus campestris, Ficedula albicollis, Lanius collurio (ordine di grandezza del volume di migrazione: migliaia di indd.), Acrocephalus melanopogon (unità o decine di indd.), ecc. nonché Caprimulgus europaeus (centinaia/migliaia). Fra le specie nidificanti dell All. I sono da citare, per entrambe le isole, Caprimulgus europaeus e Sylvia undata. Hydrobates pelagicus (All. I Direttiva Uccelli). Nidificante nel passato recente a Montecristo, probabile estinzione attorno al 96. Capra aegagrus (inclusa nell All. II Dir. Habitat ma al di fuori dell areale naturale di distrubuzione e forse più propriamente da classificare come C. hircus). Montecristo ospita la sola popolazione di capra che vive allo stato selvatico in Italia. L analisi morfologica e genetica indica che la popolazione si è originata da antiche introduzioni di capre domestiche preistoriche, a cui sono seguite alcune introduzioni successive di capre domestiche recenti. Sebbene l origine sia quasi certamente artificiale (il corretto nome scientifico sarebbe di conseguenza C. hircus), la popolazione ha riconquistato la vita selvatica in tempi remoti, analogamente alle popolazioni presenti in diverse isole greche. A ciò si deve l interesse di cui gode questa popolazione, la cui conservazione è uno dei motivi del riconoscimento del diploma europeo per le aree protette all Isola di Montecristo e in linea con quanto previsto per il gruppo A nella classificazione dei Caprini inselvatichiti in IUCN Caprine Specialist Group (Clutton Brock 986. Feral Caprine. IUCN SSC Caprinae Specialist Group News No., 8). La popolazione è stata soggetta a prelievi a fini di controllo dal 975 al 997, per favorire la persistenza e la rinnovazione della vegetazione esistente ed in particolare di. Nel periodo 3-6 l ex INFS (ISPRA) ha svolto un approfondita campagna di studiomonitoraggio; la popolazione ha mostrato un forte decremento (47%) rispetto alle ultime stime precedenti. Le simulazioni realizzate mostrano, fra gli altri risultati, che la popolazione potrebbe conservare inalterati i livelli attuali di diversità genetica anche in caso di forti riduzioni e per un periodo di anni (AAVV 6. Monitoraggio della popolazione di capre dell Isola di Montecristo. Anni 3-6. Rapporto conclusivo. INFS, 49 pp.). Habitat target principali del progetto 9

10 Stagni temporanei mediterranei (Cod. Corine Biotopes:,34; Cod. Natura : 37; Habitat prioritario: si) Habitat presente all Isola di Montecristo su superfici significative (% del Sito pari a complessivi ha) anche se frammentate nel paesaggio vegetale, instaurandosi in piccole depressioni periodicamente soggette a temporanee sommersioni da parte delle acque meteoriche. Si tratta di un habitat altamente specializzato, caratterizzato da rare piante annue, geofite e pteridofite. L habitat risulta estremamente vulnerabile e minacciato dalla presenza di nuclei di Ailanthus altissima. Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea (Cod. Corine Biotopes: 34,5; Cod. Natura : 6; Habitat prioritario: si) Pratelli xerici a dominanza di terofite su litosuoli e suoli superficiali ricchi di sabbia, altamente permeabili, sia su rocce carbonatiche che silicee e con pochi nutrienti. Le specie di flora presentano una fenologia tardo-vernale o primaverile, seccando completamente durante la stagione estiva. L habitat è presente in Toscana sulle coste calcaree e sui travertini del senese, nonché in alcune stazioni nell Arcipelago. A Montecristo e a Pianosa l habitat risulta presente su superfici rilevanti pari, rispettivamente al 5% (56 ha) e al % (9 ha) dei territori dei Siti, a costituire, assieme alle macchie e garighe, un caratteristico mosaico ambientale. Parte dell habitat prativo risulta alterato dalla diffusione di nuclei di Ailanthus altissima (Montecristo). Matorral arborescenti di Juniperus sp.pl. (Cod. Corine Biotopes: 3,3-3,36; Cod. Natura : 5; Habitat prioritario: no) Habitat presente sulle coste rocciose, soprattutto su substrato calcareo, a contatto spaziale della vegetazione alofila aeroalina sia dei Crithmo-Limonieti, sia degli elicriseti costieri. Attribuibile all associazione Teucrio fruticantis-juniperetum phoeniceae, si caratterizza per la presenza di Juniperus phoenicea ssp. turbinata, Teucrium fruticans e Prasium majus. L habitat è presente nelle coste rocciose dell Isola di Pianosa (sito di maggiore importanza per l habitat in Toscana), estendendosi in formazioni pure o quasi su circa 57 ha - oltre il 5% del Sito - (ginepri in formazioni arbustive multispecifiche sono presenti su ulteriori ha), con una elevata caratterizzazione ecologica, anche se risulta minacciato dalla diffusione di Pinus halepensis (proveniente da formazioni d impianto artificiale) e, assai più marginalmente, di Carpobrotus sp. In un precedente progetto LIFE sono state svolte azioni per la tutela dell habitat rispetto all invasione di Pinus halepensis, i cui esiti appaiono ad oggi del tutto positivi. Dune mobili embrionali (Cod. Corine Biotopes: 6,; Cod. Natura : ; Habitat prioritario: no) Habitat presente in facies degradata ed in forma relittuale (,% della superficie del Sito) lungo la costa sabbiosa in prossimità del paese a Pianosa. Le dune embrionali, che ospitano comunque specie di flora psammofila quali Matthiola tricuspidata, Otanthus maritimus e Pancratium maritimum, risultano ulteriormente degradate dalla presenza cospicua in rapporto alla modesta superficie di habitat - di Carpobrotus sp.. Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica (Cod. Corine Biotopes: 6,; Cod. Natura : 8; Habitat prioritario: no) Habitat degli ambienti rocciosi xerici mediterranei presente in Toscana in alcune isole dell Arcipelago Toscano (Montecristo, Capraia, Isola d Elba), caratterizzandosi per la presenza di specie di flora specie rare o endemiche (a Montecristo: Linaria capraria, Mentha requienii subsp. bistaminata, Arenaria balearica). Nell Isola di Montecristo risulta presente, in modo frammentato, nelle prozioni più interne ed elevate, occupando complessivamente una superficie di circa 5 ha (5% del Sito). Si tratta di un habitat ad elevata naturalità che all Isola

11 di Montecristo è minacciato dalla presenza di nuclei di Ailanthus altissima e, forse, da specie animali aliene. Foreste di e Quercus rotundifolia (Cod. Corine Biotopes: 45,3; Cod. Natura : 934; Habitat prioritario: no) Sebbene la scheda di Natura non contempli la presenza dell habitat 934, a Montecristo la presenza di piante secolari di leccio in condizioni stazionali simili a quelle dei versanti settentrionali del M.Capanne (Isola d Elba), dove sono presenti leccete mesofile (leccio misto a orniello), indicano la pregressa presenza di queste formazioni. L assenza di questo habitat è da mettere in relazione alla presenza delle capre che brucano gli esemplari giovani impedendone la rinnovazione; la concorrenza dell ailanto e la predazione esercitata sui semi da parte del ratto nero costituiscono ulteriori elementi di minaccia, che potrebbero condizionarne il recupero in assenza delle capre. Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium sp.pl. endemici (Cod. Corine Biotopes: 8,; Cod. Natura : 4; Habitat prioritario: no) Le coste rocciose di Montecristo e Pianosa si caratterizzano per la presenza (sul % della superficie di entrambi i Siti) di mosaici di formazioni casmofitiche e litofitiche aeroaline e di garighe costiere subalofile ricche di specie di flora endemiche (ad es. Limonium sommieranium e Limonium planasiae). A Pianosa costituisce l habitat a maggiore rappresentatività e migliore stato di conservazione, anche se risulta localmente danneggiato dalla presenza e dalla possibile futura diffusione di Carpobrotus sp.. Propblemi principali focalizzati (incluse le minacce) Montecristo Puffinus yelkouan - Predazione da ratto su uova e nidiacei, in misura tale da rendere la produttività pari o molto vicina a zero (tutti i nidi controllati a partire da fine anni 8, per un totale indicativo di 7 controlli, risultavano predati). Hydrobates pelagicus ssp. melitensis - estinzione probabilmente attorno al 96, ragionevolmente dovuta ad accresciuto impatto della predazione da ratto. Rettili e Anfibi inclusi in All. II Dir. Habitat Predazione da ratto Specie migratrici di Passeriformi incluse nell All. I Direttiva Uccelli Mortalità elevata, non rilevata nelle altre isole italiane oggetto di indagini durante la migrazione primaverile (progetto PPI), legata al degrado di habitat, e alla conseguente carenza di risorse trofiche, a causa di eccessiva densità di capre, alla semplificazione degli habitat invasi da Ailanthus, all impatto dei ratti su flora e invertebrati; conseguente impossibilità per gli uccelli in sosta di recuperare energie per la prosecuzione della migrazione. Le medesime problematiche incidono sulle popolazioni nidificanti di Caprimulgus europaeus e Sylvia undata. Alterazione di habitat (All. I Dir. Habitat) per effetto dell azione combinata di specie alloctone: habitat cod. *37, *6, 8, 934 (quest ultimo virtualmente scomparso). Pianosa Habitat Matorral arborescenti di Juniperus sp.pl. (All. I Dir. Habitat, cod. 5) per invasione di Pinus halepensis proveniente da impianti artificiali. Habitat inclusi nell All. I Dir. Habitat: Dune mobili embrionali (cod. ), Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium sp.pl. endemici (cod 4), minacciati da invasione da parte di specie aliene invasive (Carpobrotus sp.pl., Acacia pycnacantha e Ailanthus altissima). Particolarmente a rischio l habitat perché presente su una superficie molto ridotta e interamente a rischio di invasione. Contesto socio economico

12 Le azioni di progetto si sono svolte in aree pressoché disabitate. Tuttavia il risalto dato alle azioni di progetto ed il fatto che venissero svolte su isole a forte valore evocativo, quale Montecristo, ha suscitato una notevole discussione ed alcune espressioni molto critiche. Soprattutto l eradicazione dei ratti, per la connotazione di operazione di controllo mirata a sopprimere degli animali, ha suscitato reazione da parte di frange animaliste più intransigenti che ha rappresentato la propria contrarietà in varie sedi. A parte queste espressioni si ritiene che il progetto abbia conseguito l approvazione e la stima di gran parte del mondo scientifico e degli addetti ai lavori per la gestione delle aree protette, come impresa coraggiosa e lungimirante. Il progetto ha consentito di investire risorse specifiche e quindi di creare posti di lavoro e di affidare servizi e forniture a varie ditte specializzate. Riguardo ai risultati di lungo termine, si ritiene di avere avviato una virtuosa fase a Montecristo che porterà ad un aumento tangibile del livello di biodiversità. La eradicazione dei ratti ha dato esiti immediati e il mantenimento dell immunità attraverso le misure di biosecurity consentiranno di godere dei buoni risultati ottenuti a lungo. L ailanto si è rivelato un nemico molto ostico, spalleggiato dalle innegabili caratteristiche riproduttive e dalla accidentalità dell Isola. Le azioni successive saranno essenziali per il mantenimento del buon risultato ottenuto, anche perché il rischio non solo di riscoppio, ma di nuove introduzioni è tangibile e reale. Nel frattempo la vegetazione evolverà però nella direzione voluta. 4. Administrative part L organizzazione delle attività di progetto si è basata su un costante contatto tra i componenti del gruppo di coordinamento. La linea di condotta principale che ha dato ottimi risultati è stata quella di garantire la circolazione delle informazioni. Ogni fatto inerente il progetto è stato messo in circolo affinché tutti i beneficiari ne prendessero cognizione. La condivisione di molte attività operative ha portato a cementare i rapporti interpersonali, creando un team di grande efficienza ed affidabilità. I momenti cruciali sono stati senza dubbio quelli relativi alla organizzazione della distribuzione delle esche per l azione C nel gennaio dove tutti i beneficiari con varie figure, erano presenti a Montecristo, compreso il monitor. Nell ambito del progetto ci sono state molte attività che sono state svolte in collaborazione tra due o più beneficiari. Inoltre, sempre riguardo a Montecristo, le esigenze logistiche sono sempre state curate dal C.F.S. e questo ha consentito di avere in ogni momento il quadro preciso della situazione. Dal punto di vista amministrativo ogni partner ha gestito le proprie attività autonomamente, riferendo al beneficiario coordinatore secondo la cadenza dettata dall accordo di partenariato. All occorrenza il beneficiario coordinatore ha preso i contatti con il Monitor e, se necessario, con la Commissione per le comunicazioni del caso. Sono state svolte riunioni di coordinamento nelle seguenti date:.. Follonica 5.5. Follonica visita Monitor 3.. Roma Ispettorato generale CFS 5.4. Follonica -.6. Follonica visita Monitor.. Firenze NEMO --.. Montecristo visita monitor.. Roma Ispettorato generale CFS 7.. Follonica

13 Follonica Follonica e Montecristo visita Commissione Follonica Portoferraio Montecristo convegno finale BENEFICIARI DEL PROGETTO. Corpo forestale dello Stato (C.F.S) Beneficiario coordinatore organismo pubblico sotto il controllo del Ministero delle politiche agricole alimentali e forestali, il cui ordinamento prevede oltre allo svolgimento di funzioni di polizia, di provvedere alla tutela ed alla salvaguardia di riserve naturali dello Stato di importanza nazionale ed internazionale con attività di gestione e sorveglianza.. il Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano (PNAT), Beneficiario associato istituito nel 996, opera istituzionalmente nel territorio che comprende le isole dell Arcipelago Toscano, in ambiente sia terrestre che marino 3. l Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) Beneficiario associato. Creato sotto il controllo del Ministero dell ambiente detl territorio e del mare nel 8 dalla fusione di tre preesistenti istituti. La sezione principalmente coinvolta nel progetto è quella che si occupa di gestione della fauna selvatica. 4. la Società Nature and Environment Management Operators S.r.l. (NEMO) beneficiario associato - impresa privata che opera nel campo degli studi sulle risorse naturali COFINANZIATORI. Regione Toscana. Provincia di Livorno SOSTENITORI Fondazione Bioparco di Roma 3

14 PROJECT MANAGEMENT STRUCTURE GRUPPO DI COORDINAMENTO 4

15 GRUPPI OPERATIVI C.F.S. CORPO FORESTALE DELLO STATO Ispettorato Generale Supervisione e controllo atti: Alessandro Bottacci, Dirigente Ufficio Biodiversità Coordinamento Adempimenti tecnici: Marco Panella, Funzionario Tecnico Coordinamento Adempimenti Contabili: Paolo Di Girolamo, Dirigente Operatore Amministrativo: Annino Petrella Operatore Tecnico: Moira Vitale Marco Tedeschi Operatore della Comunicazione: Melita Mazzeo UTB Follonica Direttore tecnico operativo: Collaboratore Project Manager: Funzioni Tecnico Operative: Logistica e Trasporti: Contabilità: Giovanni Quilghini, Funzionario Tecnico Eugenio Peruzzo, Ispettore Superiore Alessandro Bisciotti, Sovrintendente; Leonardo Zema Assistente Capo e Riccardo Micheloni, Assistente Capo Ettore Fabiani, Ispettore Sup.; Andrea Cabiddu, Vice Ispettore; Gabriele Morucci, Vice Ispettore; Centini Paolo, vice sovrintendente; Peppino Floris, Agente. Leone Mento, Sovrintendente Claudia Massa, vice sovrintendente, Paola Rapetti, addetta inserimento dati. PNAT Parco Nazionale Arcipelago Toscano COORDINAMENTO: Franca Zanichelli, Direttore FUNZIONI TECNICO OPERATIVE: Michele Corsi (B3 Assistente tecnico) Laureato junior Angelino Carta (co.co.co); Laureato junior Francesca Puppo (co.co.co). Azioni del progetto di competenza PNAT FUNZIONI CONTABILI E AMMINISTRATIVE: Rita Giglioli (C Collaboratore di amministrazione), Patrizia Paolini (B Assistente di amministrazione) Az. E ISPRA FUNZIONI TECNICHE e SUPERVISIONE SCIENTIFICA: S. Toso dirigente di ricerca; Elisabetta. Raganella, tecnologo; P. Genovesi, tecnologo; E. Randi, dirigente di ricerca (Az. C4 ed E5) Camilla Gotti, Laureato senior (assegno di ricerca); Mario Cozzo, Laureato senior (co.co.co) FUNZIONI CONTABILI E AMMINISTRATIVE: Marialba Cazzato, collaboratore di amministrazione; Mariangela Selvatici, funzionario di amministrazione (Az. E3). NEMO FUNZIONI TECNICHE E OPERATIVE Paolo Sposimo, Laureato senior (co.co.co) [Az. A, A, C, E4, E5]; Cristina Castelli, Laureato senior (co.co.co) [Az. A, E4, C]; Leonardo Lombardi Laureato senior (co.co.co) [Az. E5]; Barbara Lastrucci, Laureato junior (co.co.co) [Az. A, E5, C]; Michele Angelo Giunti, Laureato senior (libero professionista) [Az. A, C]; Lorenzo Lazzaro, Laureato junior (co.co.pro) [Az. E5]; Giorgio Marsiaj (collaboratore occasionale); Massimo Putzu tecnico specializzato (impresa individuale) [Az. C],, Francesco Angioni, tecnico con esperienza di alpinismo (co.co.pro) [Az. C], Viviana Cherici Laureato senior (libero professionista) [Az. C] FUNZIONI CONTABILI E AMMINISTRATIVE: Vanessa Nocentini, contabile IV livello 5

16 Il presente Rapporto è stato preceduto dall Inception Report, datato 9/7/, dal Progress Report in data 3/5/, dal Midterm Report del 3 giugno e dal Progress Report del 3 settembre. Non ci sono state variazioni sostanziali rispetto al Grant Agreement. I tempi sono stati rispettati, gli obbiettivi raggiunti e i finanziamenti impiegati. 5. parte tecnica Azione A - Azioni preparatorie sul ratto nero (Rattus rattus) a Montecristo Inizio progettuale I trim fine progettuale III trime. Inizio effettivo I trimestre fine effettiva III trimestre L azione è stata avviata a gennaio con la pianificazione del monitoraggio e i primi ordini dei materiali necessari (data prima fattura di acquisto: //); è stata condotta e conclusa nei tempi previsti (considerando che l eradicazione dei ratti si è svolta a gennaio anziché settembre come ritenuto inizialmente più probabile), sono stati raggiunti tutti gli obiettivi indicati e ha compreso numerose attività non indicate nel progetto (test su Gasteropodi, pesci e discoglossi, peer review, piano operativo aggiuntivo al piano generale dell azione; cf. oltre). Le indagini sul ratto nero sono state completate secondo la modalità previste, con un ritardo nella quarta sessione per problemi legati alle condizioni meteomarine. Sono stati effettuati i trappolamenti standardizzati alla fine dell inverno (marzo ), della primavera (giugno ) e dell estate (settembre ), mentre il previsto controllo di fine autunno (dicembre ) è stato effettuato nella seconda metà dell inverno (inizio febbraio ). Il ritardo è risultato utile in quanto ha permesso di confermare per la stagione / la prolungata assenza non prevista - di attività riproduttiva dei ratti riscontrata nell inverno precedente grazie al campionamento di marzo. Sono stati individuati 5 transetti standard (previsti 68), ciascuno con trappole poste a intervalli di m, tenuti in attività per 5 notti consecutive, con - notti precedenti di pre-baiting. Da metà marzo a inizio maggio è stato tenuto in attività un sistema di trappolamento permanente (non previsto) nell area delle abitazioni, costituito da 9 trappole controllate giornalmente. I transetti standard sono stati disposti relativamente vicino a Cala Maestra, per le difficoltà di trasportare erogatori e trappole ed effettuare i controlli per 5 giorni consecutivi a notevole distanza e al di fuori dei pochissimi sentieri. Sono stati svolti campionamenti speditivi in altre 5 aree per esaminare settori dell isola con diversa altitudine/esposizione, effettuando un controllo singolo (anziché per 5 notti consecutive) oppure utilizzando una metodologia indiretta basata sul consumo di blocchetti da g di esca priva di principio attivo. Il dettaglio dei risultati è stato fornito in allegato al Progress Report del. Il dato più rilevante emerso è stato la mancanza di soggetti giovani registrata a marzo e confermata a febbraio (peso degli animali più piccoli in entrambe le sessioni pari a 5 g), che indica un assenza di attività riproduttiva nei precedenti mesi invernali, non imputabile a particolari anomalie nell andamento meteorologico (molto differente nei due inverni in esame). A giugno il 6 % degli indd. catturati era rappresentato da giovani (con peso < g), presenti sebbene se con minor frequenza (circa 8%) anche a settembre. A febbraio si è avuto il tasso minimo di cattura. Nell area di trappolamento permanente i primissimi giovani (piccolissimi, peso pari a g) sono stati catturati il 6.4., e l ultima cattura di ind. < g è avvenuta il 6/ ( ind. di 8 g). I dati raccolti con il monitoraggio speditivo in altre zone dell isola sono in linea con quanto osservato a Cala Maestra. 6

17 Sono stati raccolti campioni di tessuto di 3 indd. di ratto nero per la caratterizzazione genetica della popolazione. Per le specie non target, sono stati effettuati test ex situ sulle specie endemiche di Molluschi terrestri (Oxychilus oglasicola, Ciliellopsis oglasae). Sebbene i rodenticidi anticoagulanti siano considerati non tossici nei confronti degli invertebrati, sporadicamente sono stati riscontrati alti tassi di mortalità a carico di singole specie di Gasteropodi (cf. piano di eradicazione). A giugno sono state somministrate esche in blocchi e in pellet contenenti brodifacoum e clorofacinone, rispettivamente a e a 4 indd. di O. oglasicola e di C. oglasae (il campione di quest ultima specie è limitato a causa della difficoltà nel trovare ind. vivi, sebbene i gusci vuoti siano frequenti e presenti dal livello del mare sino alle massime quote). Non vi sono stati casi di mortalità nonostante che tutti i soggetti si siano abbondantemente nutriti delle esche. Per verificare l eventuale impatto di caduta di pellets in pozze dove sono presenti larve di discoglosso Discoglossus sardus è stato effettuato un test su un campione di larve mantenute in un secchio dove sono stati immessi pellets contenenti brodifacoum; un campione di controllo (stesso numero di larve) cui è stato somministrato analogo rodenticida, privo però di principio attivo (esca virtuale ) è stato mantenuto in condizioni analoghe. Nei due secchi si sono sviluppati rispettivamente 8 (campione con brodifacoum) e 9 (controllo) individui metamorfosati; non vi sono state apprezzabili differenze di sviluppo fra gli animali dei due campioni. Per verificare il rischio a carico di pesci marini costieri dovuto all eventuale caduta di pellets in mare, sono stati effettuati test per valutare quali fossero le eventuali specie di pesci che possano alimentarsi con i pellet in modo non occasionale. I test sono consistiti nel rilascio in acqua, entro m dalla linea di costa, di pellets privi di principio attivo; un operatore ha osservato da distanza e annotato quali e quante specie mostravano interesse verso i pellets, li assaggiavano e/o li mangiavano attivamente. Sono stati effettuati 9 test in punti diversi della costa, campionando i diversi ambienti (fondale roccioso, fondale sabbioso, posidonieto). La descrizione dettagliata dei test e i risultati sono riportati nell allegato al Progress Report del. Le sole specie che hanno mostrato interesse in modo non accidentale sono state la salpa (Sarpa salpa) e la donzella (Coris julis), due delle specie di pesci più comuni nell area in esame e lungo le coste italiane. Il piano per l eradicazione del ratto nero, sottoposto preliminarmente a peer review, consegnato in allegato al Progress Report, è scaricabile nelle pagine web del progetto. Aggiornamenti e completamenti a uso interno sono stati apportati fino a novembre. Sulla base di questo piano è stato elaborato il Piano operativo dell eradicazione, dove sono state sinteticamente riportate le parti generali e descritte più dettagliatamente le modalità tecniche/operative dell operazione (date, descrizione delle attività, personale coinvolto, logistica, ecc.). Il Piano operativo (allegato al Rapporto Intermedio) è stato rivisto e integrato sino a pochi giorni prima dell intervento. Riguardo alle principali scelte relative alle modalità d intervento, sinteticamente si riportano alcune delle conclusioni, più estesamente argomentate nei piani allegati. Come principio attivo, dato il carattere pioneristico dell operazione, in riferimento all area geografica interessata e alle esperienze maturate dallo staff, e alla presenza di una sola specie di interesse conservazionistico non target a rischio significativo (capra di Montecristo), si è scelto di utilizzare il brodifacoum, più affidabile, in virtù del suo diffusissimo uso nelle eradicazioni, rispetto al clorofacinone che non sarebbe stato possibile utilizzare in quanto ormai in disuso in Italia e del quale non esistono in commercio prodotti in pellets. Una recente review ha dimostrato come l uso di anticoagulante di prima generazione (a livello mondiale il più usato è il difacinone, non ammesso in Italia) aumenta molto i rischi di fallimento in caso di distribuzione aerea e ha fino a oggi permesso di eradicare i ratti solo su isolotti di superficie inferiore a ha (Parkes et al.. Diagnosing the cause of failure to eradicate introduced rodents on islands: brodifacoum versus diphacinone and method of bait delivery. Conservation Evidence 8, -6.). 7

18 È stato previsto lo svolgimento di un primo lancio, valutando la necessità o meno di effettuare un secondo lancio dopo almeno 5- giorni in base all andamento della distribuzione, alla presenza dei pellets a terra subito dopo il lancio e soprattutto - alle condizioni meteo (presenza e intensità delle precipitazioni) nei giorni successivi al lancio. Riguardo al periodo della distribuzione, questo era indicato per la fine dell'estate (seconda metà di agosto - settembre) salvo indicazioni diverse derivanti dal monitoraggio dei ratti. Alla luce delle indicazioni derivanti dal monitoraggio, è apparso preferibile effettuare l intervento nella seconda metà dell inverno. Si è quindi optato per effettuare l eradicazione a gennaiofebbraio. Non vi sono indicatori specifici per questa azione. Azione A - Azioni preparatorie sull ailanto (Ailanthus altissima) a Montecristo Inizio progettuale // Fine progettuale 3//3 Inizio effettivo // fine effettivo 3/6/4. Le prime ricognizioni, compiute nei mesi di febbraio e marzo, hanno consentito di cartografare le aree in cui compiere successivi sopralluoghi al fine di procedere alla cartografia di dettaglio e alla compilazione di una scheda predisposta per l acquisizione di attributi medi relativi a densità, distribuzione, statura e diametro medio, presenza e consistenza di individui in grado di fruttificare. Successivamente ha avuto inizio la ricognizione in campo delle aree site in prossimità della linea di costa utilizzando mezzo nautico. Nel mese di giugno è stato effettuato un sorvolo di dettaglio mediate elicottero AB 4, in dotazione al Corpo Forestale dello Stato, allo scopo di verificare ed integrare i rilievi svolti ed ottenere un dato di distribuzione dei nuclei di Ailanto posti nelle arre centrali dell isola, in corrispondenza del crinale roccioso da Monte Fortezza a Punta dei Lecci. Nel corso del sorvolo sono stati acquisiti punti mediante tecniche GPS, oltre alla realizzazione di un filmato di ausilio alla pianificazione dei successivi sopralluoghi, ed anche allo scopo di documentare la distribuzione ex ante della specie invasiva. L utilizzo di velivolo in dotazione al C.F.S. ha premesso di realizzare n risparmio pari a 6.8, (FORM F3 External assistance costs). La distribuzione dei nuclei di Ailanto è evidenziata in cartografia allegata al progress report. Il progetto GIS si è avvalso di layer preesistenti (raster e vettoriali) cartografia numerica CTR e ortofoto AGEA anno 7. Gli strati informativi poligonali relativi alla distribuzione dell ailanto sono stati acquisiti mediante verifica diretta sopraluogo, foto interpretazione a video e contestuale verifica con rilievi per traccia o per media di posizione mediante tecnica GPS. Il territorio interessato dalla presenza di ailanto è stato suddiviso in due tipologie di distribuzione: nuclei di ailanto propriamente detti, cartografabili univocamente con geometria poligonale, e superfici invase da ailanto, zone cioè in cui la presenza di ailanto è costante con piante e piccoli gruppi non contigui, inseriti nella compagine vegetazionali o diffusi in aree rocciose. Il layer nuclei di ailanto gode dei seguenti attributi in ordine agli scopi della cartografia: tipologia di rilievo, tipologia nucleo, classe di accessibilità, classe di statura e diametro medio di ailanto, classe di copertura ailanto, presenza/assenza di individui classificati adulti e disseminanti. Il layer dei sentieri è stato rilevato mediante GPS. Sulla base dei rilievi effettuati risulta la seguente situazione: Superficie invasa da ailanto Nuclei di ailanto distinti in Nuclei con individui disseminanti Nuclei senza individui adulti disseminanti Ha di cui Ha Ha Ha

19 Riguardo la definizione dei sistemi di controllo, l azione è stata avviata a febbraio, con la pianificazione dei test preliminari, a sua volta preceduta da un analisi critica della bibliografia reperibile su web; sono contestualmente stati consultati il dott. for. M.A. Giunti, incaricato dalla NEMO (in data /3/) per la stesura del progetto esecutivo dell azione C, e il Dipartimento universitario incaricato di monitorare, fra l altro, gli effetti dell azione C. I primi acquisti dei materiali necessari per i test sono stati effettuati a maggio (data prima fattura di acquisto: 9/5/). La sperimentazione è stata effettuata in tre periodi nel (- giugno, --3 luglio, - settembre). La progettazione esecutiva relativa all azione C è stata completata nei tempi previsti e l azione si è protratta fino al 3/6/4 con la direzione dei lavori relativi agli ultimi interventi di eradicazione. Azione A3 - Azioni preparatorie per interventi Pianosa Inizio progettuale I trim fine progettuale IV trim 3. Inizio effettivo II trimestre fine effettiva III trimestre 4 L'azione è iniziata in aprile quindi con un leggero ritardo rispetto al previsto (I trimestre ), quando è stato effettuato un sopralluogo a Pianosa da parte di tecnici afferenti all Università di Firenze per integrare le informazioni circa la distribuzione di nuclei di essenze alloctone non ancora conosciute nel dettaglio. In questa fase è stata prodotta una cartografia provvisoria allegata all Inception Report. Detta cartografia realizzata in scala :5 e :, riporta i nuclei di ailanto e delle altre specie aliene oggetto di intervento: Senecio angulatus, Acacia saligna, Acacia pycnantha, Ailanthus altissima, Carpobrotus spp. Per le specie arboree, ciascun nucleo è stato caratterizzato rispetto al numero di piante di dimensioni medie o medio grandi, ripartite in classi dimensionali. La redazione della cartografia era necessaria per la progettazione degli interventi di rimozione di queste specie. Inoltre per definire le modalità operative di eliminazione del Carpobrotus in aree sensibili (dune), in ottobre, è stato effettuato un intervento di rimozione sperimentale di alcune piante per verificare l'eventuale erosione di suolo in assenza di copertura vegetale. Le modalità operative sono riportate nella relazione allegata all Inception Report. L'esperimento ha consentito di escludere il verificarsi di fenomeni erosivi dovuti all'eventuale rimozione della specie su habitat dunali. In aggiunta tecnici dell Università di Firenze hanno individuato alcuni plots di monitoraggio per seguire l evoluzione delle fitocenosi prima e dopo l intervento di eradicazione sia nel caso del Carpobrotus che in altre aree ed i cui risultati sono riportati nella sezione relativa al monitoraggio della flora e della vegetazione (cf Azione E.5). Il lavoro è proseguito con l affidamento dell incarico di progettazione e direzione lavori per la redazione dei progetti esecutivi alla Soc. Coop. Agr. For. DREAM Italia con sede in Pratovecchio. La progettazione effettuata nel corso dell inverno ha prodotto due documenti distinti: il progetto esecutivo per l eliminazione delle specie alloctone (approvato con provvedimento del Direttore il marzo ) e il progetto esecutivo per gli interventi di taglio del pino d Aleppo (approvato con provvedimento del Direttore il maggio ) (Allegati al Progress Report ). A dicembre è stato necessario approvare una variante e suppletiva al progetto poiché è stato rinvenuto durante le attività stesse un consistente nucleo di Senecio celato dalla vegetazione e poiché per intercorsi divieti di abbruciamento è stato necessario prevedere la cippatura di materiali di risulta aggiuntivi A marzo la direzione lavori ha proposto una variante e suppletiva al progetto per il recupero delle formazioni costiere di ginepro in seguito al manifestarsi di due condizioni: la presenza, in seguito all'apertura degli spazi dovuti al taglio delle piante di pino più grandi, di un numero di piante giovani celate dagli arbusti e non evidenziate in fase di progettazione e la 9

20 necessità di operare manualmente con l'esbosco del materiale di risulta per tutelare il resto della vegetazione non oggetto di intervento Nel mese di agosto 3 è stato possibile, grazie al riutilizzo di economie avute nell affidamento di incarichi di altri lavori/servizi e previa consultazione della Commissione ( del 7.5.3), definire un incarico aggiuntivo per la progettazione di un ulteriore intervento di riqualificazione della flora autoctona dell Isola di Pianosa. Il progetto esecutivo, approvato con Provvedimento del Direttore del settembre 4, (allegato al Progress Report 3) prevede la realizzazione di una serie di tagli di Pinus halepensis in altre aree presenti lungo la costa sud occidentale per favorire il ginepro fenicio. Si prevedono infine interventi di taglio della stessa pianta per favorire un ceduo di leccio coniferato presente tra Punta Secca e Cala del Bruciato (costa sud). I lavori sono iniziati a giugno e si sono conclusi in aprile 4 così come descritto in seguito (cf. Azione C3). La tabella sottostante descrive le varie fasi della direzione dei lavori. Attività rilievi ailanto - verifica consistenza piante in fase riproduttiva consegna lavori ailanto - trattamento piante in fase riproduttiva (cercinature ed endoterapie) controllo effetti intervento precedente interventi esotiche: taglio e trattamenti ailanto, estirpazione carpobrotus, taglio e trattamento acacie, trattamenti senecio sopralluogo verifica e definizione interventi: aree intervento esotiche interventi su ailanto (solo aspersioni), su carpobrotus (estirpazione ultima area), senecio (aspersioni) sopralluogo di verifica esotiche. No carpobrotus e acacia ripetizione interventi su ailanto (aspersioni, taglio ed endoterapia) e senecio (aspersioni) sopralluogo verifica e definizione interventi: aree intervento esotiche. No carpobrotus e acacia intervento su ailanto (aspersioni, taglio e endoterapie), aspersioni senecio intervento su ailanto (aspersioni, taglio e endoterapie), aspersioni senecio chiusura lavori sopralluoghi verifica esotiche periodo febbraio maggio giugno progetto rilievi consegna lavori taglio pino aleppo sopralluoghi verifica lavori sopralluoghi verifica lavori manutenzione (rimozione rinnovazione) e sopralluoghi manutenzione (rimozione rinnovazione) e sopralluoghi chiusura lavori febbraio primi novembre novembre -marzo fine novembre febbraio ottobre ottobre 3 dicembre 3 Tutela ginepreti rilievi consegna lavori taglio pino aleppo luglio 3 novembre 3 novembre 3-aprile 4 Tutela ginepreti Secondo progetto giugno luglio ottobre maggio giugno luglio-agosto Eliminazione esotiche settembre maggio 3 luglio 3 ottobre 3 dicembre 3 maggio e luglio 4

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