INQUADRIAMO LA LESIONE DAI FATTORI DI RISCHIO ALLA NUTRIZIONE. Dr.ssa R. Pasqualini

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1 INQUADRIAMO LA LESIONE DAI FATTORI DI RISCHIO ALLA NUTRIZIONE Dr.ssa R. Pasqualini

2 Fattori di rischio FATTORI INTRISECI Malnutrizione Età avanzata Incontinenza Malattie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, neurologiche, psichiche, febbre e infezioni Immobilità, fratture Obesità (aumento del carico); magrezza (riduzione del cuscinetto tra cute e prominenze ossee) FATTORI ESTRINSECI Stress meccanico (frizione alla mobilizzazione) Inadeguata riduzione del carico negli allettati Interventi chirurgici della durata > 2,5 ore Essiccazione della medicazione Terapia con steroidi e immunosoppressori Alto turn-over e carenze nei flussi formativi tra gli operatori Disidratazione e Ipoperfusione Immunodepressione

3 COME L INVECCHIAMENTO INFLUENZA IL PROCESSO DI GUARIGIONE DELLE LESIONI Con l invecchiamento: si assottiglia la giunzione dermo-epidermide, diminuisce il numero dei melanociti e delle cellule di Langherans, diminuisce il numero di fibre elastiche, diminuisce la vascolarizzazione dei tessuti, diminuisce la quantità di collagene nel derma, diminuisce la migrazione e la proliferazione cellulare, aumenta la risposta infiammatoria e la degradazione del collagene. L età non altera il processo di guarigione di per sé; tuttavia i cambiamenti correlati all età possono compromettere il processo di guarigione delle ferite, come ad esempio una maggior facilità allo sviluppo dell ischemia tissutale. WOUNDS 2007, vol. 3, n 1; D.A. Minimas

4 DEFINIZIONE INTERNAZIONALE EPUAP E NPUAP CLASSIFICAZIONE NPUAP (National Pressure Ulcer Advisory Panel) Un ulcera da pressione è una lesione localizzata alla cute e/o agli strati sottostanti, generalmente in corrispondenza di una prominenza ossea, quale risultato di pressione, o pressione in combinazione con forze di taglio. Numerosi fattori contribuenti o confondenti sono associati con le ulcere da pressione. La classificazione NPUAP definisce i seguenti stadi: I. Eritema: arrossamento della cute senza soluzione di continuità, che non scompare alla digito pressione; II. Lesione cutanea a spessore parziale che coinvolge solo gli strati esterni della cute (epidermide/o derma). L ulcera è superficiale e si presenta come una abrasione, una vescica o una lieve cavità. III. Lesione della cute a tutto spessore con interessamento del sottocute, si può estendere fino alla fascia muscolare; si presenta come una cavità profonda che può sottominare il tessuto adiacente. In questa fase si ha la presenza di essudato sieroso o purulento. IV. Lesione a tutto spessore con necrosi tessutale, danno ai muscoli, alle ossa, ai tendini.

5 Categorie aggiuntive Non stadiabile/non classificabile: perdita a tutto spessore di cute o tessuto, in cui l effettiva profondità dell ulcera è completamente nascosta da slough (di colore beige, giallo, grigiastro, verde o marrone) e/o escara (di colore beige marrone e/o nero) presenti sulla lesione. Solo se rimosso lo slough e/o l escara si può determinare la reale profondità della lesione. Un escara stabile (secca, adesa integra senza fluttuazione o eritema) localizzata sui talloni, ha la funzione di naturale copertura del corpo e non dovrebbe essere rimosso (vedi capitolo trattamento lesioni del tallone). Sospetto danno dei tessuti profondi - profondità ignota: area localizzata color porpora o marrone rossastro di cute integra, oppure vescica a contenuto ematico, secondaria al danno dei tessuti molli sottostanti dovuta a pressione e/o a forze di stiramento. L area potrebbe essere preceduta da tessuto che appare dolente, duro molliccio, cedevole, più caldo o più freddo, rispetto al tessuto adiacente. L evoluzione potrebbe includere una sottile vescica su un letto di lesione di colore scuro e ricoprirsi con un escara sottile.

6 I STADIO: eritema non sbiancabile: cute intatta

7 II STADIO: spessore parziale: perdita di spessore del derma. Può presentarsi anche come vescica chiusa e/o aperta con siero e/o sangue.

8 III STADIO: perdita di cute a spessore totale: il grasso sottocutaneo può essere visibile ma le ossa e i tendini o/i muscoli non sono esposti. Può includere sottominature e tunnelizzazioni. La profondità varia dalla sede della lesione: il ponte del naso, l orecchio, l occipite e i malleoli hanno lesioni al III stadio poco profonde perché non hanno adipe; l ischio può avere una profondità molto maggiore.

9 IV STADIO: perdita di tessuto a spessore totale: con ossa, tendini, muscoli esposti. Spesso include sottominature e tunnelizzazioni. Possono estendersi nel muscolo e/o nelle strutture di supporto (fascia, tendine, capsula articolare) provocando osteomieliti od osteiti.

10 NON STADIABILI: perdita di tessuto a spessore totale in cui la profondità dell ulcera è completamente oscurata da slough e/o dall escara. Fino a che lo slough e/o l escara non vengono rimossi la profondità reale non può essere determinata.

11 Sospetto danno dei tessuti profondi profondità ignota Area localizzata di color porpora o marron rossastro, di cute integra oppure vescica a contenuto ematico, secondaria al danno dei tessuti molli sottostanti dovuto a pressione e/o forze di stiramento. L area potrebbe essere preceduta da tessuto che appare dolente, duro, cedevole, edematoso, più caldo o più freddo rispetto al tessuto adiacente. L evoluzione potrebbe includere una sottile vescica su un letto di colore scuro. La lesione potrebbe evolver ulteriormente ricoprendosi di un escara sottile. L evoluzione potrebbe esporre in tempi rapidi ulteriori strati di tessuto anche applicando un trattamento ottimale.

12 CLASSIFICAZIONE IN STATO La lesione può presentarsi in uno o più dei seguenti stati: Necrotica Colliquata Infetta Fibrinosa Fibrino-membranosa Detersa Granuleggiante (con tessuto di granulazione) Maleodorante La lesione può essere Poco Essudante, Essudante, Molto Essudante e può presentarsi Sottominata e/o con Tramiti Fistolosi. Nella scala di Sessing sono presi in considerazione parametri quali il fondo e il bordo della lesione cutanea, la presenza di essudato e il suo odore, l'escara necrotica.

13 SCALA DI SESSING 1. Cute normale ma a rischio. 2. Cute integra, ma iperpigmentata ed iperemia. 3. Fondo e bordo dell'ulcera granuleggianti con presenza di modesto essudato. 4. Tessuto di granulazione presente in limitata quantità, presenza di tessuto necrotico in zone limitate, essudato in quantità moderate. 5. Escara necrotica, essudato abbondante e maleodorante, bordi ischemici. 6. Essudato purulento, intenso odore, tessuto necrotico, sepsi.

14 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Il rischio di lesioni da pressione dovrà essere valutato all ingresso, tutte le volte che le condizioni generali della persona assistita si modificano, ogni sette giorni e alla dimissione, attraverso l utilizzo della scala di BRADEN. La valutazione del rischio non può essere affidata esclusivamente al valore ottenuto dalla scala, ma deve essere integrata dall esperienza e dal giudizio clinico del professionista. Indicatori e Variabili TOT Percezione sensoriale Non limitata Leggermente limitata Molto limitata Totalmente limitata Umidità Raramente bagnato Occasionalmente bagnato Spesso bagnato Costantemente bagnato Grado di attività fisica Cammina frequentement e Cammina occasionalmente In poltrona Allettato Motilità Limitazioni assenti Parzialmente limitata Molto limitata Completa immobilità Nutrizione eccellente Adeguata Probabilmente inadeguata Molto povera Frizionamento e scivolamento Senza problemi apparenti Problema potenziale Problema

15 SCALA DI BRADEN INTERVENTO Piano di monitoraggio per individuazione precoce delle lesioni da decubito Piano di monitoraggio e piano di prevenzione con eventuale utilizzo di presidi antidecubito <13 Piano di monitoraggio e piano di prevenzione con ricorso a presidi antidecubito

16 COME VALUTARE UNA LESIONE CUTANEA La valutazione della lesione è un aspetto cruciale del wound-care, richiede l'esame clinico della zona interessata, la rilevazione delle caratteristiche qualitative, quali ad esempio essudato, fibrina e caratteristiche dei tessuti presenti, e delle caratteristiche quantitative, ossia lunghezza, profondità e larghezza. I dati raccolti da questa analisi devono essere contestualizzati all'interno del processo di presa in carico della persona assistita, in questo modo la valutazione permetterà di: 1. Stabilire le cause di insorgenza della lesione 2. Identificare i fattori intrinseci ed estrinseci che interferiscono o ostacolano il processo di guarigione 3. Documentare lo stato della lesione, il numero, seguendo la direzione testapiedi e la tipologia delle lesioni presenti al momento dell'osservazione 4. Monitorare l'andamento 5. Valutare l'efficacia del trattamento. La valutazione della lesione richiede la descrizione della localizzazione, dello stadio, della dimensione, l'eventuale presenza di tessuto sottominato, tunnellizzazioni, di aree necrotiche di granulazione e di epitelizzazione. La lesione deve essere valutata all'ingresso, almeno una volta a settimana e tutte le volte che le condizioni cliniche della persona assistita si modificano. Una lesione detersa dovrebbe mostrare segni di guarigione entro le prime 2-4 settimane di trattamento. Se non ci sono miglioramenti occorre rivalutare il trattamento. Occorre tenere sempre presente che il cambio di medicazione, soprattutto se è presente tessuto di granulazione, potrebbe essere doloroso. Stimare il dolore utilizzando scale validate, optare per medicazioni non traumatizzanti e ricercare modalità di intervento appropriate.

17 L analisi della cute perilesionale richiede la valutazione del colore, della temperatura secchezza o macerazione, la consistenza l integrità e la presenza di dolore. Si consiglia di prendere in esame l area compresa entro 4 cm dai margini della lesione. Il colore e l aspetto complessivo della cute perilesionale offrono informazioni utili per determinare l eziologia della lesione, la presenza di eventuali complicazioni, o eventuali effetti del trattamento locale. Se intorno alla lesione compare una zona eritematosa calda e dolente potrebbe essere un sintomo di infezione. Al contrario un eritema più modesto fa pensare ad una dermatite allergica da contatto secondaria all applicazione di medicazioni o prodotti topici. Nella fase del trattamento la cute perilesionale deve essere protetta dall'azione di preparati proteolitici o dall'essudato, applicando ossido di zinco o vasellina bianca. Il letto della lesione deve essere descritto analizzando il colore e il tipo di tessuto presente; il tessuto può essere vitale di colore rosso, rosa. Il tessuto non vitale e di colore giallo e nero. Tessuto non vitale: la necrosi è data dalla morte tessutale, la superficie della lesione si ricopre di uno stato di tessuto devitalizzato che tende a disperdere umidità. Man mano che queste la disidratazione aumenta il colore diviene sempre più scuro e la cute si indurisce. Il tessuto necrotico ritarda il processo di guarigione e per tanto deve essere rimosso. lo slough è indicatore di infiammazione della lesione, si presenta come una patina ispessita e compatta, ma filamentoso e a stralci. Il colore varia dal biancastro al giallo crema l escara è tessuto necrotico e indica la distruzione dei tessuti a tutto spessore. Si parla di escara stabile, quando appare simile a cuoio, di colore nero intenso o marrone, e la cute perilesionale non risulta indurita o fluttuante. Questo tipo di escara è tipica delle lesioni ischemiche degli arti e delle lesioni del tallone. L escara instabile appare molliccia, spugnosa con perdite purulenti. La cute perilesionale è infiammata, edematosa e dolorante.

18 Tessuto vitale: la granulazione è un tessuto riccamente vascolarizzato di colore rosa scuro o rosso ed ha un aspetto tipicamente a bottoncini, al tocco è compatta non dolorosa e poco sanguinante l essudato è di varie tipologie, quello sieroso che appare trasparente acquoso e inodore, siero-ematico di colore rosato, ed essudato sanguigno che appare francamente rosso per la presenza di sangue. L essudato sieroso o siero ematico compaiono nella fase proliferativa del processo di guarigione. Al contrario un essudato denso e torbido è sintomo di un infezione in atto, il colore può dare indicazione del patogeno responsabile dell infezione ad esempio un colore blu-verdastro è tipico dello Pseudomonas Aeruginosa, un colore giallo ambra è tipico dello Stafilococco Aureus odore: una lesione sana non emana cattivi odori, per questo un ulcera maleodorante può essere segnale di un infezione in atto. Va però ricordato che talvolta il tipo di medicazione utilizzata può influire sull odore, l uso di un idro colloide o di un idrogel può dare origine a un odore acre e pungente. Per questo è raccomandato valutare l odore della lesione dopo la detersione.

19 INFEZIONE L infezione di una ferita o di una lesione da pressione è una complicanza temibile a fronte soprattutto delle numerose resistenze batteriche degli ultimi anni. La presenza di microrganismi nelle ferite può rispecchiare tre distinte situazioni: CONTAMINAZIONE: quando sono presenti microrganismi che non si replicano; COLONIZZAZIONE: si verifica quando i microrganismi superano le difese locali, si replicano ma non causano sintomi clinici o reazioni immunitarie e non alterano l equilibrio fisiologico della persona assistita; INFEZIONE: è caratterizzata da segni clinici associati alla replicazione di microrganismi, dovuti sia ad un danno del microrganismo sia alla produzione di sostanze tossiche. L esposizione del tessuto sottocutaneo fornisce un substrato favorevole per la proliferazione di una notevole varietà di microrganismi. Le condizioni diventano ottimali per la crescita microbica quando il tessuto non è più vitale o quando la risposta immunitaria della persona assistita non è adeguata. I batteri più frequenti isolati nelle lesioni sono: Staphylococcus Aureus, Clostridium Perfringens, Clostridum Difficile, Enterobatteri, Escherichia Coli, Serratia, Klebsiella ecc. La diagnosi di infezione deve basarsi su segni clinici come calore, odore, eritema, edema, febbre e presenza di pus. Evidenze sempre maggiori suggeriscono che i dati qualitativi e quantitativi ottenuti analizzando prelievi con tampone danno risultati simili a quelli ottenuti mediante l analisi bioptica. L analisi microbiologica del tampone viene influenzata dell uso di disinfettanti topici, mentre l analisi della biopsia viene influenzata dall uso di antibiotici sistemici.

20 TAMPONE CUTANEO Prima di effettuare il tampone cutaneo di una lesione, la stessa deve essere detersa con soluzione fisiologica, se presente tessuto devitalizzato deve essere rimosso. Il campionamento va effettuato con movimento rotatorio ed ondulante, al fine di prelevare il maggior numero possibile di batteri da varie zone. Si consiglia di focalizzare il prelievo nelle zone che presentano maggiori segni di infezione. 1. Effettuare lavaggio delle mani accurato e sostituzione dei guanti ad ogni paziente; 2. Utilizzare ferri sterili per lo sbrigliamento delle lesioni; 3. Se presente materiale purulento saranno necessari lavaggi e curettaggi più frequenti; 4. Bisogna tenere presente che tutte le lesioni sono colonizzate da batteri, pertanto l esame colturale NON è una manovra di routine. Se ci sono segni clinici di infezione il tampone colturale potrà consentire l esecuzione di un antibiogramma; 5. La terapia antibiotica per via sistemica deve essere impiegata in caso di sepsi, infezione dei tessuti molli, osteomielite. La gravità dell infezione è il parametro chiave per la scelta trattamento antibiotico. La scelta dipende dalla presenza di cellulite, infezione di strutture profonde, linfangite, ischemia, osteomielite, segni di infezione sistemica; 6. La terapia antibiotica sistemica non è necessaria nelle lesioni con segni di infezione localizzata.

21 7. In presenza di ulcere infette si deve disinfettare con antisettici, poiché sebbene potenzialmente citotossici sono efficaci se usati correttamente. Il loro effetto mirato ostacola lo sviluppo di resistenze rispetto agli antibiotici. 8. Gli antisettici più comuni sono: iodio povidone, derivati dell argento, clorexidina, ipocloriti. Devono essere utilizzati solo in presenza di infezione e alla minor concentrazione possibile, dopo l uso detergere la lesione con Fisiologica o Ringer; 9. Le lesioni infette possono essere medicate con medicazioni antimicrobiche a rilascio d argento. Nello stesso tipo di lesione possono essere utilizzati anche medicazioni assorbenti con alginati e idrofibre, associate a medicazioni a base di argento ionico che trattengono i batteri nelle loro fibre, bloccandone l attività e rimuovendoli dal letto della ferita; 10. Le medicazioni antimicrobiche vanno sostituite a saturazione e non prima di 48 ore; 11. L utilizzo di antibiotici topici è controverso, per la nota difficoltà di penetrazione dell antibiotico nella lesione, per lo spettro antimicrobico più limitato, rispetto agli antisettici, per la difficoltà a raggiungere la concentrazione minima efficace sul letto della ferita e ovviamente per il rischio di creare antibiotico resistenze. PROMEMORIA ANTISETTICI ACIDO ACETICO: è attivo contro lo Pseudomonas, si deve proteggere la cute circostante; CLOREXIDINA: può essere utilizzata per i pazienti allergici allo iodio; PEROSSIDO DI IDROGENO: Deve essere utilizzato con cautela perché può dare embolia gassosa; ARGENTO: le nuove medicazioni rilasciano nanocristalli di argento a contatto con l essudato; IODIO: lo iodio povidone rilascia modiche quantità di iodio abbassando i livelli di tossicità; AMUCHINA: antisettico e disinfettante a base di cloro; PHMB poliesametilene biguanide. Agisce legandosi alla membrana esterna delle cellule batteriche inibendone il metabolismo e dando origine a lisi e morte cellulare.

22 ACIDO ACETICO CLOREXIDINA PEROSSIDO DI IDROGENO ARGENTO IODIO E attivo contro lo Pseudomonas, si deve proteggere la cute circostante Può essere usata in alternativa ai pazienti allergici allo iodio Deve essere utilizzata con cautela perché può dare embolia gassosa Le nuove medicazioni rilasciano nanocristalli di argento a contatto con l essudato Lo iodio povidone rilascia modiche quantità di iodio abbassando i livelli di tossicità AMUCHINA PHMB: poliesametilene biguanide GRAM + GRAM - FUNGHI RESISTENZA CLOREXIDINA IODIO ARGENTO

23 MALNUTRIZIONE E LESIONI Tutti i soggetti con lesioni dovrebbero essere sottoposti a valutazione dello stato nutrizionale all ingresso e ogni qualvolta le condizioni cliniche mutino: - valutare il peso del soggetto, l eventuale calo (>5% in 30 gg; >10% in 180 gg) valutare la capacità ad alimentarsi in modo autonomo valutare la qualità e la quantità dei nutrienti introdotti con la dieta Garantire la giusta quantità di calorie: Kcal/Kg con modificazioni per i soggetti sottopeso considerare la possibilità di nutrizione entrale e/o parenterale Garantire un adeguato apporto proteico per conservare un bilancio positivo di nitrati 1,25-1,5 gr/kg di proteine valutare la funzionalità renale Gli amminoacidi essenziali sono importanti: - L arginina stimola la secrezione di insulina, promuove il trasporto degli amminoacidi nei tessuti e supporta la formazione di proteine all interno delle cellule. Uno studio con implementazione di arginina aveva dimostrato una buona tollerabilità da parte dei pz, ma non aveva migliorato la guarigione della lesione. Un altro studio aveva invece dimostrato un miglioramento della lesione. Ma non si conoscono ancora i livelli massimi di supplementazione, sicuri per i pazienti. La glutamina richiama fibroblasti e cellule epiteliali. Livelli sicuri di supplementazione sono di 0,57 gr/kg corporeo, ma non ci sono evidenze che migliori la guarigione delle lesioni.

24 Garantire un adeguato apporto di liquidi: - E necessario calcolare l adeguato apporto di liquidi: 1 ml per Kcal consumata monitorare eventuali segni/sintomi di disidratazione: calo ponderale, turgore della cute, diuresi, ipersodiemia o osmolarità plasmatica aggiungere idratazione in caso di vomito/diarrea, febbre, essudato abbondante Garantire un adeguato apporto di minerali e vitamine: - La vitamina c è coinvolta nella sintesi del collagene. Una sua carenza è correlata ad una ritardata guarigione della ferita e ad una fragilità capillare. Inoltre un deficit di vit c aumenta l immunodeficienza e la incapacità a fronteggiare le infezioni. Non è raccomandata una supplementazione giornaliera rispetto al normale introito con frutta e verdura. Lo zinco è coinvolto nella sintesi di collagene e nella sintesi del DNA e RNA cellulare. E trasportato legato all albumina, perciò decresce con l ipo albuminemia. Le lesioni molto essudanti possono dare deficit di zinco. Carenza di zinco può portare perdita di appetito, anomalie nel gusto, problemi di immunità e di riparazione tissutale. Non ci sono evidenze che l implementazione di zinco migliori il processo di guarigione della lesione ma se vi sono segni clinici di deficit si consiglia di aggiungere 40 mg/ die.

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26 Terapia a pressione negativa VAC (Vacuum Assisted Closure): è un sistema che applica una pressione subatmosferica controllata sul sito della ferita creando un ambiente protetto e umido, ottimale per la guarigione della ferita, che riduce il rischio di complicanze per la cute perilesionale. In ambiente occlusivo infatti la migrazione cellulare risulta più rapida. Un tubo connette lo strumento VAC con una spugna (schiuma di poliuretano o alcol polivinilico - PVA) drenando i fluidi della ferita. Un film adesivo viene posto al di sopra della spugna per consentire la generazione di una pressione negativa. La forma delle spugne consente una diffusione uniforme della pressione su tutta la superficie dell'ulcera. La pressione applicata consente l'espansione dei vasi sanguigni ed aumenta l'ossigenazione tessutale locale ed un maggior rilascio di nutrienti. Solitamente la pressione applicata è di 125 mm Hg, con tali pressioni si arriva a quadruplicare l'irrorazione sanguigna. La terapia con VAC deve essere mantenuta almeno 22 ore al giorno, la medicazione va cambiata ogni 48 ore, ogni se infetta. È raccomandato iniziare la terapia ad intensità bassa, ciò permette un aumento graduale della pressione una volta che la pressione una volta che la schiuma sia contratta nella ferita. L intensità del trattamento può rimanere bassa per tutta la durata soprattutto se si utilizza l impostazione intermittente. Talora c è la necessità di aumentare l intensità per le ferite estese.

27 INDICAZIONI ALLA VAC: Lesioni tegumentarie in persone affette da diabete e\o vasculopatie o comunque in pazienti ad alto rischio se sottoposti ad interventi ricostruttivi. I vasculopatici devono presentare un compenso vascolare accettabile; Lesioni da pressione di III e IV grado; Esposizione di piani tendinei e\o scheletrici; Lesioni tegumentarie che hanno raggiunto il piano fasciale in persone non passibili di interventi ricostruttivi diretti per problematiche generali; Ampie deiscenze di ferite post-traumatiche o chirurgiche e in preparazione ad interventi di chirurgia ricostruttiva. CONTROINDICAZIONI ALLA VAC: Lesioni francamente infette in particolare quando siano presenti batteri non soprofiti (pseudomonas aeruginosa, escherichia coli, serratia) e batteri soprofiti con alte e diffuse resistenze farmacologiche; Lesioni con tessuti non vascolarizzati, con escare, slough o tessuti necrotici in colliquazione; è necessaria toilette chirurgica; Esposizione di nervi vasi e organi; Lesioni neoplastiche anche sospette, occorre referto bioptico prima di procedere; Pazienti con diatesi emorragica per patologie o per terapie in atto (NAO; TAO)

28 TIPI DI MEDICAZIONI IN SCHIUMA: 1. VAC Granufoam: schiuma nera di poliuretano con celle reticolate aperte, efficace per la formazione di tessuto di granulazione per ridurre la superficie della lesione. È idrofoba, promuovendo la rimozione dell'essudato. Vantaggi: Contatto diretto e completo, questa schiuma con argento permette un contatto diretto dell argento con la lesione, si evitano così ulteriori strati d argento che possono inibire la pressione negativa e la formazione del tessuto di granulazione; Somministrazione continua di argento direttamente sul letto della ferita, l argento metallico microlegato è distribuito uniformemente attraverso la medicazione, ciò permette una somministrazione continua di argento anche dopo l adattamento; Facile da usare, un'unica applicazione di VAC Granufoam Silver Dressing elimina la necessità di medicazioni aggiuntive; Protezione efficace, in base ai test dell alone di inibizione microbico, (ZOI) in vitro, ciò rappresenta un efficace barriera alla penetrazione batterica. Gli ioni d argento protettivi riducono i batteri aerobici, gram-positivi e gram-negativi, lieviti, funghi e può aiutare a ridurre le infezioni delle ferite. 2. VAC Versfoam: è una schiuma bianca densa, di alcol polivinilico a celle aperte ad elevata resistenza tensile. È idrofila, mantiene l'umidità perché è imbevuta di soluzione fisiologica sterile. È utile nei pazienti con lesioni dolorose, ma data la sua alta densità, le intensità del trattamento devono essere mantenute alte, almeno 125 mm Hg.

29 Ossigenoterapia (OTI): L ossigenoterapia è una pratica terapeutica che consiste nel far sì che il paziente respiri ossigeno puro a pressione maggiore di quella atmosferica. In tal modo si ottiene che una maggior quantità di O2 sia trasportato nel nostro sangue, e venga spinto dai capillari alle cellule con più facilità grazie alla maggior pressione alla quale viene a trovarsi nei capillari stessi. L ossigeno somministrato agisce sui tessuti devitalizzati o, comunque, sofferenti, con meccanismo da contatto e mediante l azione della componente disciolta nel sangue in parte legata alla emoglobina, in parte disciolta nel sangue come componente libera (quest ultima rappresenta la componente attiva della sostanza). L ossigeno iperbarico: fornisce O2 ai tessuti ischemici (deficit circolatorio o di trasporto); ha azione antibatterica contro anaerobi ed alcuni aerobi; ha azione antiedema ha azione antinfiammatoria, antireattiva; facilita la proliferazione vascolare capillare e la rivascolarizzazione di aree ischemiche; accelera la demarcazione fra tessuto certamente necrotico e quello ischemico recuperabile; favorisce la produzione di collagene; attiva l osteogenesi e la depostone di Ca+.

30 L OTI è indicata: Ulcere da pressione in pazienti paraplegici con aspettativa di vita lunga in vista di intervento ricostruttivo; Ulcere da pressione (specie dei talloni) in pazienti di qualsiasi età con possibilità di riabilitazione in vista di intervento ricostruttivo; Nel caso di ulcere vascolari degli arti inferiori, ma è necessario attuare lo studio vascolare prima di indirizzare il paziente all OTI, poiché questa è indicata elettivamente nelle ulcere da pressione in presenza di un flusso ematico efficace; Osteomieliti, osteoporosi, osteonecrosi asettica, osteolisi, protesi infette. L OTI è controindicata in soggetti affetti da malattie cardiorespiratorie o otovestibolari.

31 GRAZIE PER L ATTENZIONE!!!!!!

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