ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE. per la promozione della cultura economica

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1 ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE per la promozione della cultura economica OSSERVATORIO SULL ACCESSO AL CREDITO IN PROVINCIA DI CREMONA I risultati della Prima indagine congiunturale -

2 L Osservatorio sul Credito della provincia di Cremona, si è sviluppato negli anni con il fine di monitorare dinamiche di fondo e cambiamenti del sistema creditizio locale e di valutare caratteristiche, punti di forza e criticità dell accesso al credito delle imprese cremonesi, fornendo un utile strumento conoscitivo ad attori locali e Istituzioni per l adozione di strategie e politiche ad hoc, in linea con le reali necessità del territorio. Tuttavia, poiché i dati di fonte Banca d Italia, utilizzati per le analisi nelle passate edizioni, non consentono (a causa del lag temporale di aggiornamento) di fornire informazioni e dati in tempo reale sui possibili impatti della crisi finanziario-economica degli ultimi mesi sulla stabilità finanziaria del tessuto di impresa locale, nonché sulle possibili modifiche dell offerta di credito alle a- ziende, si è impostata l edizione 2009 utilizzando un diverso strumento di analisi basato su indagini periodiche sul campo. Attraverso la somministrazione periodica di un questionario di rilevazione su un panel di imprese della provincia di Cremona, è possibile monitorare, infatti, l evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le piccole e medie imprese praticate dagli istituti bancari operanti sul territorio, onde fornire una fotografia attuale non solo della consistenza della domanda ma anche dell adeguatezza dell offerta di credito e di servizi bancari alle imprese cremonesi. 2

3 Il Rapporto è stato realizzato da un gruppo di lavoro dell Istituto G. Tagliacarne. 3

4 INDICE PREMESSA IL RUOLO DEL SISTEMA BANCARIO IN PROVINCIA DI CREMONA L ACCESSO AL CREDITO IN PROVINCIA DI CREMONA...18 APPENDICE STATISTICA...29 MODELLO DI RILEVAZIONE

5 PREMESSA Nell analizzare il quadro delle dinamiche del credito (fattore importante nel processo di crescita e sviluppo di ciascun contesto territoriale) è opportuno fornire un breve excursus sul clima economico dell ultimo anno e mezzo, caratterizzato da numerosi elementi di perturbazione. Innanzi tutto va sottolineato come il 2008 sia stato per il nostro Paese un anno dai toni contrastanti: i segnali positivi registrati nel primo semestre hanno lasciato il posto, nell ultima parte dell anno, ad una flessione rilevante dei livelli di produzione, proseguita anche nei primi mesi del 2009, nonostante un accentuato ridimensionamento dei prezzi delle materie prime - soprattutto energetiche -, determinato da previsioni non ottimistiche sull andamento dell economia, conseguenti alla crisi di importanti gruppi finanziari americani osservati nel mese di settembre ed al crollo delle borse mondiali di ottobre. Questi elementi oscurano il quadro socio economico e finanziario al punto che, allo stato attuale, risulta difficile formulare previsioni. Si alimenta, dunque, il clima di incertezza tra gli operatori economici, con le imprese che congelano gli investimenti e le famiglie che riducono i consumi. Si registra, inoltre, una flessione della domanda di beni immobiliari che ha avuto effetti negativi sia sulla disponibilità patrimoniale delle famiglie, sia sull andamento del settore edile che, negli ultimi anni, aveva registrato performance molto positive. I segnali di rallentamento dell economia sono confermati dall andamento del PIL italiano la cui variazione dovrebbe risultare negativa, nel 2009, e collocarsi tra il -2% ed il -4% (fonte: OECD). Le previsioni a breve termine, quindi, risultano orientate ad un diffuso pessimismo sulla scia di una crescente preoccupazione per l instabilità del clima internazionale, cui si aggiunge un mix di elementi ostativi per lo sviluppo scaturenti dalla presenza di fattori strutturali penalizzanti per la nostra economia e tuttora irrisolti, quali l elevato debito pubblico, un eccessiva frammentazione del sistema produttivo, una rigidità del modello di specializzazione settoriale, una forte dipendenza energetica dall estero. Per questi motivi il presente report è finalizzato a verificare possibili primi effetti della crisi sui rapporti banche-imprese nella provincia di Cremona in un ottica sia di analisi della domanda di credito delle aziende locali sia di valutazione delle scelte di affidamento di credito delle banche e di eventuali criticità nella fase di erogazione delle risorse finanziarie. 5

6 1 - IL RUOLO DEL SISTEMA BANCARIO IN PROVINCIA DI CREMONA La gestione finanziaria delle imprese di media e piccola dimensione, costituenti l ossatura economica del sistema economico nazionale e ancor più di quello provinciale, evidenzia, allo stato attuale, esigenze di profondo ripensamento, sia in termini di modalità tecniche di accesso al mercato del credito sia in riferimento all approccio relazionale dell impresa verso gli attori del mercato creditizio. D altro canto la crescente competizione globale ha evidenziato i limiti dell intero sistema economico nazionale nella progettazione di una struttura finanziaria solida e in grado di garantire la sopravvivenza dell impresa sul mercato. Sempre più importante diviene quindi, in questo contesto, far crescere qualitativamente i rapporti con il sistema creditizio, ed in primis con gli istituti bancari, soggetti questi che possono rappresentare importanti partners a sostegno della crescita della cultura ed organizzazione finanziaria delle medie e piccole imprese. In quest ottica, nella prima sezione del presente rapporto congiunturale si è voluto indagare proprio il rapporto intercorrente tra gli Istituti bancari e le imprese della provincia di Cremona e analizzare quanto il ricorso al sistema bancario sia divenuto ancora più centrale per la crescita economica del territorio. Grazie ad un indagine 1 sul campo è, infatti, possibile valutare lo scenario dei punti di vista delle imprese che operano nel contesto provinciale, la percezione degli imprenditori del rapporto con il proprio referente bancario e, quindi, le eventuali difficoltà nell accesso al credito, compresi gli ostacoli che possono aver determinato una revisione/modifica dei sistemi di valutazione dell affidabilità della clientela. Per quanto riguarda il tessuto produttivo, inoltre, si è ritenuto utile condurre un analisi sulle imprese non solo in un ottica di comparazione tra settori economici (agricoltura, manifatturiero, commercio, etc.), ma anche ponendo a confronto la natura artigiana dell azienda rispetto alla non artigiana o esplorando altre caratteristiche aziendali, quali la natura giuridica dell impresa, la classe dimensionale, etc. Per comprendere appieno come si articola il rapporto tra imprese e intermediari bancari è necessario, tuttavia, verificare l intensità e la modalità dei loro contatti. Indagando il grado di relazionalità tra tessuto produttivo e sistema bancario, è opportuno sottolineare come le imprese cremonesi dimostrino una spiccata diversificazione dei partner bancari, relazionandosi nel 55,4% 1 L indagine sul campo ha interessato un campione di imprese operanti nella provincia di Cremona. Il metodo statistico utilizzato per estrarre i soggetti/imprese da intervistare è stato quello del campione stratificato proporzionale, finalizzato ad un indagine qualitativa multiscopo. La stratificazione è avvenuta considerando i pesi dei settori di attività economica in cui è suddiviso il tessuto di impresa all interno della provincia. L indagine campionaria, quindi, ha coinvolto circa 178 imprese locali. 6

7 dei casi con tre o più istituti di credito, nel 20,9% dei casi con due banche e solo nel 23,7% con un solo Istituto bancario. Graf. 1.1 Numerosità delle banche cui si appoggiano le imprese della provincia di Cremona per le operazioni legate alle proprie attività (Valori percentuali sul totale intervistati) 100% 90% 80% 70% 43,8 61,5 37,1 55,4 60% 80,6 18,6 50% 40% 37,5 20,9 30% 20% 10% 0% 18,8 Agricoltura 12,9 6,5 Manifatturiero 30,8 44,3 23,7 7,7 Costruzioni Commercio imprese Una sola banca Due banche Tre o più banche Dalla lettura della successiva tabella, inoltre, emerge come la prevalenza dei rapporti con tre o più banche sia da ascrivere al comparto estrattivo e manifatturiero (80,6% dei casi), seguito dal comparto delle costruzioni (61,5% delle imprese); invero, i rapporti con un solo Istituto di credito sono da attribuire principalmente alle imprese operanti al settore del commercio (44,3% dei casi). Si rilevano, infine, particolari differenze nelle imprese extra-agricole artigiane e non. Se, infatti, tra le imprese artigiane prevale il ricorso ad un solo referente creditizio (41,2% dei casi), tra le non artigiane è largamente diffuso l utilizzo di almeno tre banche nei rapporti finanziari (62,6%). Tab. 1.1 Numerosità delle banche cui si appoggiano le imprese della provincia di Cremona per le operazioni legate alle proprie attività, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Artigiane non artigiane imprese Una sola 18,8 6,5 7,7 44,3 41,2 19,1 23,7 banca Due 37,5 12,9 30,8 18,6 29,4 18,3 20,9 banche Tre o più 43,8 80,6 61,5 37,1 29,4 62,6 55,4 banche 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 7

8 Tra coloro i quali dialogano con più di un istituto creditizio, si trovano le società di capitali (come pure le imprese con oltre 10 ), visto che l 84,2% delle stesse opera regolarmente con tre o più banche, seguite dalle società di persone (nel 49% dei casi). Per le ditte individuali, invece, il 56,1% degli imprenditori tende a conservare un rapporto privilegiato con la propria banca di fiducia, anche se il 17,1% di questa tipologia di impresa manifesta la tendenza ad ampliare la numerosità dei propri interlocutori creditizi, potendosi trovare nella necessità di dover richiedere servizi specifici a più operatori. Tab. 1.2 Numerosità delle banche cui si appoggiano le imprese della provincia di Cremona per le operazioni legate alle proprie attività, per forma giuridica (Valori percentuali sul totale intervistati) Soc. Personduale imprese Ditta indivi- Soc. Capitali Altre forme Una sola banca 17,6 7,9 56,1 44,4 23,7 Due banche 33,3 7,9 26,8 33,3 20,9 Tre o più banche 49,0 84,2 17,1 22,2 55,4 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Oltre la scelta sulla numerosità degli Istituti creditizi di riferimento, è stata anche indagata la tipologia di banca con cui si relazionano in prevalenza le imprese di Cremona. Ebbene, operando una disaggregazione del campione per settore economico si rileva come, a livello generale, non esista una particolare preferenza di scelta accordata sulla base delle caratteristiche strutturali dell Istituto creditizio (il 62,7% delle imprese, infatti, non ha una particolare tipologia di riferimento). Importanti scostamenti, invero, si rilevano operando una distinzione tra imprese artigiane e non, dove le prime preferiscono relazionarsi con banche di credito cooperativo nel 41,2% dei casi, contro il 12,2% delle non artigiane. Tab. 1.3 Tipologia di istituto bancario con cui si relazionano in prevalenza le imprese della provincia di Cremona, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Costruzioni Commercio non artigiane Manifatturiero Artigiane imprese Banche di Credito Cooperativo 18,8 9,7 15,4 25,7 41,2 12,2 18,1 Altre banche (SpA, Popolari, 6,3 12,9 23,1 30,0 26,5 19,1 19,2 etc.) Non ha una tipologia di 75,0 77,4 61,5 44,3 32,4 68,7 62,7 riferimento 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 8

9 Emerge, comunque, come più sensibili alla scelta di una specifica tipologia di banca, siano le imprese del commercio: il 30% delle imprese commerciali preferisce, infatti, rivolgersi alle banche costituite come SPA e nel 25,7% dei casi le stesse si relazionano con Banche di Credito Cooperativo. La preferenza per le Banche SPA si riscontra anche in altri settori quali, ad esempio, le costruzioni e l estrattivo-manifatturiero, seppur con quote più contenute rispetto al commercio (23,1% e 12,9%, rispettivamente), mentre il ricorso agli istituti creditizi cooperativi appare piuttosto ridotto (15,4% e 9,7%). Nel settore agricolo, al contrario, si rileva la preferenza per il credito cooperativo (18,8%) rispetto alle altre tipologie bancarie (6,3%). Opportuna, anche in questo caso, sembra l analisi dei dati riferiti alla tipologia di istituto bancario con cui si relazionano in prevalenza le imprese secondo la diversa tipologia societaria delle stesse. Nel caso delle ditte individuali la scelta del referente creditizio si divide equamente tra banche di Credito Cooperativo ed altre tipologie, laddove solo il 36,6% degli imprenditori non e- sprime una preferenza (rispetto al 62,7% del totale imprese). Oltre un quarto delle imprese (25,5% dei casi) strutturate in società di persone si appoggia alle banche cooperative, mentre per la gran parte delle società di capitali non si rilevano particolari preferenze nella scelta della tipologia di istituto bancario con cui relazionarsi. Tab. 1.4 Tipologia di istituto bancario con cui si relazionano in prevalenza le imprese della provincia di Cremona, per forma giuridica (Valori percentuali sul totale intervistati) Soc. Personduale imprese Ditta indivi- Soc. Capitali Altre forme Banche di Credito 25,5 5,3 31,7 22,2 18,1 Cooperativo Altre banche (SpA, 15,7 14,5 31,7 22,2 19,2 Popolari, etc.) Non ha una tipologia 58,8 80,3 36,6 55,6 62,7 di riferimento 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Nel caso in cui l azienda abbia scelto una determinata tipologia di partner bancario, appare interessante analizzare la durata del rapporto intercorrente tra le parti, così da verificare l effettiva fidelizzazione del cliente. Da quanto si rileva, emerge come per il 74,2% delle imprese la durata del rapporto bancario con lo stesso istituto di credito è ultradecennale, per il 16,7% delle stesse tale rapporto intercorre con la banca di riferimento da più di tre anni (ma da meno di dieci) e solo per il 9,1% da meno di tre anni. Inoltre, risultanze non dissimili emergono anche operando un confronto di tipo settoriale, a dimostrazione di come il tessuto economico mostri soddisfazione per il proprio interlocutore bancario. 9

10 Tab. 1.5 Durata del rapporto con il proprio Istituto di credito di riferimento delle imprese della provincia di Cremona, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Anni Agricoltura Costruzioni Commercio non artigiane Manifatturiero Artigiane imprese Fino a 3 0,0 14,3 0,0 10,3 0,0 14,6 9, ,0 7,1 20,0 17,9 13,0 17,1 16,7 Oltre 10 75,0 78,6 80,0 71,8 87,0 68,3 74,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Entrando ora nello specifico del livello di soddisfazione delle imprese cremonesi riguardo all offerta di credito nella provincia, si osservano i giudizi e- spressi in riferimento alla quantità di credito disponibile, alla diversa tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione e successiva accettazione delle richieste di fido. Dalle risultanze dell indagine, si rileva come adeguata sia soprattutto la tipologia dei servizi finanziari offerti (secondo il 61,6% delle imprese, mentre il 25,4% la giudica come inadeguata), seguita dalla quantità di credito disponibile/erogabile (adeguata nel 58,2% dei casi, contro il 32,2% delle imprese che percepisce, invece, una situazione di inadeguatezza). Più critico è l atteggiamento verso i tempi di valutazione ed accettazione della richiesta di fido avanzata alla banca, visto che il giudizio di adeguatezza è indicato solo dal 43,5% degli imprenditori contro il 45,2% degli stessi che, invece, esprime un giudizio di insufficienza. Graf. 1.2 Giudizio delle imprese della provincia di Cremona sulle caratteristiche generali dell offerta di credito (Valori percentuali sul totale intervistati) 100% 9,6 13,0 11,3 90% 80% 32,2 25,4 70% 45,2 60% 50% 40% 30% 20% 58,2 61,6 43,5 10% 0% Credito disponibile/erogabile Tipologia di strumenti finanziari offerti Tempi di valutazione/accettazione richieste fido Adeguata Inadeguata Non sa/non risponde 10

11 Scendendo nel dettaglio dei diversi settori di appartenenza, le opinioni degli imprenditori tendono ad assumere vesti piuttosto differenziate: sulla quantità di credito disponibile percezioni più che positive si rilevano nei settori agricolo (65,6% dei casi), estrattivo manifatturiero (59,7%) e commerciale (57,1%), mentre nel settore edile prevalgono valutazioni di inadeguatezza (53,8% dei casi). Infine, sono le imprese artigiane a mostrare un gradimento superiore (67,6%) rispetto alle non artigiane (54,2%). Per la gamma di strumenti finanziari offerti, invero, sono le imprese agricole (68,8%) e quelle del commercio (64,3%) a mostrare maggiori segnali di gradimento. Infine, per la tempistica di valutazione ed accettazione della pratica di finanziamento si assiste, in tutti i settori, ad una separazione piuttosto equilibrata tra quanti apprezzano e quanti mostrano segnali di inadeguatezza dei tempi di risposta all imprenditore. La criticità vera del sistema bancario sembra, quindi, annidarsi prevalentemente nella tempistica con cui il sistema bancario fornisce risposta alle richieste di credito delle imprese cremonesi. Tab. 1.6 Giudizio delle imprese della provincia di Cremona, per settore economico, sulle caratteristiche generali dell offerta di finanziamenti (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Costruzioni Commercio non artigiane Manifatturiero Artigiane imprese Credito disponibile/erogabile Adeguata 65,6 59,7 38,5 57,1 67,6 54,2 58,2 Inadeguata 34,4 27,4 53,8 31,4 26,5 34,4 32,2 Non sa/non risponde 0,0 12,9 7,7 11,4 5,9 11,5 9,6 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tipologia di strumenti finanziari offerti Adeguata 68,8 58,1 46,2 64,3 61,8 60,3 61,6 Inadeguata 25,0 30,6 38,5 18,6 29,4 25,2 25,4 Non sa/non risponde 6,3 11,3 15,4 17,1 8,8 14,5 13,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tempi di valutazione/accettazione richieste fido Adeguata 37,5 50,0 38,5 41,4 50,0 41,2 43,5 Inadeguata 56,3 41,9 53,8 41,4 47,1 45,0 45,2 Non sa/non risponde 6,3 8,1 7,7 17,1 2,9 13,7 11,3 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 11

12 Sempre in tema di giudizi resi dal tessuto economico sul rapporto con il sistema credito, sono stati indagati gli aspetti più direttamente legati al costo del finanziamento, sia in termini di tasso applicato (TAEG), sia di garanzie richieste sul finanziamento e di costi complessivi dell operazione di affidamento. Occorre rilevare come per i tassi di interesse esista ancora una forte influenza dovuta all instabilità dei mercati finanziari internazionali, per via della crisi dei mutui sub prime ed alle conseguenti decisioni di politica economica. La crisi di liquidità bancaria che ha raggiunto anche l Europa ha causato un inasprimento delle condizioni quantitative e qualitative del credito erogato. Lo shock avvenuto appena un anno fa ha interrotto un trend di progressiva diminuzione dei tassi a livello provinciale e nazionale, dove il gap tra i valori italiani e quelli dei maggiori paesi europei si era in parte colmato sia per effetto della crescente concorrenza tra istituti di credito nazionali ed esteri, sia per effetto degli stimoli indotti dal processo di convergenze che interessa le varie sfere istituzionali dell Euro-sistema. Partendo proprio dal primo indicatore, va evidenziato come il 50,3% del totale delle imprese provinciali esprima giudizi di adeguatezza, contro il 39% dei casi che esprime valutazioni di insufficienza, così come per la richiesta di garanzie reali e/o personali dalle banche (qui le opinioni di inadeguatezza sono pari al 36,7% del totale). Viceversa, i giudizi negativi prevalgono sul costo complessivo dell operazione, visto che nel 41,8% dei casi sono reputati accettabili, mentre coloro i quali percepiscono situazioni di troppa onerosità sono pari al 45,8% del campione. Va, comunque, sottolineato come l indagine presso le imprese sia stata svolta in una fase dell anno in cui i venti della crisi hanno cominciato a spirare con maggior forza rispetto al 2008, con la conseguenza che i giudizi espressi risentono del maggior livello di attenzione sui prestiti erogati che le banche hanno dovuto porre in essere su indicazione della Banca d Italia, rendendo più stringenti i parametri legati all erogazione di credito, in particolare per i nuovi clienti. 12

13 Graf. 1.3 Giudizio delle imprese della provincia di Cremona sul costo complessivo dell offerta di finanziamenti (Valori percentuali sul totale intervistati) 100% 10,7 13,0 12,4 90% 80% 70% 50,3 50,3 41,8 60% 50% 40% 30% 20% 39,0 36,7 45,8 10% 0% Tasso applicato Garanzie richieste Costo complessivo operazione Inadeguato/oneroso Adeguato/Accettabile Non sa/non risponde Differenze di giudizio si rilevano, poi, con riferimento ai settori di appartenenza, dove sono le imprese edili a segnalare (nel 53,8% dei casi) l eccessiva onerosità del tasso applicato, contro il 32,3% delle imprese dell estrattivo e manifatturiero, per le quali, infatti, prevalgono giudizi positivi, così come nel settore agricolo (58,1% e 56,3%, rispettivamente i casi di adeguatezza). Tra imprese non artigiane e artigiane, infine, sono queste ultime a risentire maggiormente dei tassi applicati dal sistema bancario (il 36,6% delle non artigiane indica tassi elevati ed inadeguati, contro il 47,1% delle altre). Altro parametro preso a riferimento, quale chiave di lettura per la valutazione dell adeguatezza dell offerta di credito, è il livello delle garanzie reali e personali richieste dalle banche a copertura dei fidi concessi. I giudizi delle imprese sull onerosità delle garanzie sono difformi se si guarda ai diversi settori economici. Si rileva, infatti, come le maggiori percentuali di soddisfazione provengano dai settori estrattivo-manifatturiero (54,8% dei casi) e commerciale (51,4%), mentre, al contrario, giudizi meno positivi si riscontrano nelle risposte fornite dalle imprese edili (61,5% dei casi di inadeguatezza) e agricole (43,8%). Infine, è stato valutato il costo complessivo dell operazione. Dal dettaglio settoriale emergono, con tutta la loro chiarezza, le difficoltà palesate dal settore edile, in cui il 76,9% delle imprese denuncia l onerosità del costo complessivo di un operazione, seguito, in tale percezione, dalle imprese agricole (53,1%). Per il comparto manifatturiero si registra una sostanziale coincidenza tra quanti dichiarano adeguato il costo complessivo del finanziamento bancario (46,8%) e quanti lo giudicano oneroso (45,2%), mentre percezioni moderata- 13

14 mente positive sono quelle delle imprese commerciali dove il 44,3% degli imprenditori si reputa soddisfatto dei costi applicati. Tab. 1.7 Giudizio delle imprese della provincia di Cremona, per settore economico, sul costo complessivo dell offerta di finanziamenti (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Costruzioni Commercio non artigiane Manifatturiero Artigiane imprese Tasso applicato Inadeguato/oneroso 40,6 32,3 53,8 41,4 47,1 36,6 39,0 Adeguato/Accettabile 56,3 58,1 38,5 42,9 41,2 52,7 50,3 Non sa/non risponde 3,1 9,7 7,7 15,7 11,8 10,7 10,7 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Garanzie richieste Inadeguato/oneroso 43,8 33,9 61,5 31,4 47,1 33,6 36,7 Adeguato/Accettabile 50,0 54,8 23,1 51,4 44,1 51,9 50,3 Non sa/non risponde 6,3 11,3 15,4 17,1 8,8 14,5 13,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Costo complessivo operazione Inadeguato/oneroso 53,1 45,2 76,9 37,1 47,1 45,0 45,8 Adeguato/Accettabile 37,5 46,8 15,4 44,3 38,2 42,7 41,8 Non sa/non risponde 9,4 8,1 7,7 18,6 14,7 12,2 12,4 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Al fine di ampliare ulteriormente l analisi delle dinamiche del rapporto banche-imprese si è ritenuto utile indagare la natura dei giudizi espressi in riferimento all andamento dei principali parametri dell offerta di credito rispetto alla fine del In relazione alla quantità, alla tipologia dell offerta bancaria ed alla durata temporale della valutazione ed accettazione di una richiesta di fido, prevalgono giudizi di sostanziale stabilità. Si nota, però, come sia peggiorata per il 24,9% delle imprese la quantità di credito disponibile, per il 13,6% l ampliamento della gamma dei servizi offerti e secondo il 30,5% degli imprenditori anche la tempistica che intercorre tra la richiesta di un fido, la valutazione della domanda e, quindi, l eventuale accettazione della stessa. A livello settoriale, infine, i parametri di giudizio peggiori si ascrivono, per tutti e tre gli indicatori, al settore edile e commerciale. 14

15 Tab. 1.8 Giudizio delle imprese della provincia di Cremona, per settore economico, sull evoluzione delle caratteristiche generali dell offerta di finanziamenti rispetto a dicembre 2008 (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Artigiane non artigiane imprese Credito disponibile/erogabile Migliorata 3,1 4,8 0,0 4,3 0,0 5,3 4,0 Peggiorata 25,0 19,4 53,8 24,3 20,6 27,5 24,9 Rimasta 59,4 62,9 46,2 55,7 61,8 55,7 58,2 stabile Non 12,5 12,9 0,0 15,7 17,6 11,5 13,0 sa/non risponde 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tipologia di strumenti finanziari offerti Migliorata 18,8 1,6 7,7 4,3 2,9 6,9 6,2 Peggiorata 3,1 14,5 23,1 15,7 17,6 13,7 13,6 Rimasta 65,6 66,1 61,5 64,3 67,6 63,4 65,0 stabile Non 12,5 17,7 7,7 15,7 11,8 16,0 15,3 sa/non risponde 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tempi di valutazione/accettazione richieste fido Migliorata 0,0 1,6 0,0 0,0 2,9 0,0 0,6 Peggiorata 37,5 21,0 46,2 32,9 26,5 33,6 30,5 Rimasta 50,0 64,5 53,8 45,7 58,8 51,1 53,7 stabile Non sa/ 12,5 12,9 0,0 21,4 11,8 15,3 15,3 risponde 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Stessa analisi temporale è stata condotta sui parametri relativi al costo complessivo del finanziamento. Dalla lettura dei dati emerge come l attuale situazione, rispetto alla fine del 2008, sia peggiorata. Il 26,6% delle imprese reputa, infatti, più oneroso il tasso applicato al proprio fido, il 27,1% rileva un peggioramento del livello delle garanzie reali e/o personali richieste dal sistema bancario per la propria pratica di finanziamento e, quindi, il 29,9% un incremento nel costo complessivo del finanziamento. Differenze si evincono, altresì, a livello settoriale dove è da sottolineare la percezione manifestata dalle imprese edili, per le quali emerge la maggior severità di giudizio sia rispetto al TAEG e al livello delle garanzie (il 46,2% in ambo i casi), sia rispetto al costo complessivo del finanziamento (53,8% delle imprese) rispetto alla media dei settori. Diverso, invece, l atteggiamento di quanti operano nei settori estrattivomanifatturiero ed agricolo, dove la percentuale di imprese che esprimono un parere di miglioramento supera la media del sistema imprenditoriale (eccetto che nel caso delle garanzie richieste per le quali prevalgono situazioni di stabilità). Non si rilevano, infine, particolari situazioni di difformità di vedute tra imprese artigiane e non. 15

16 E evidente, quindi, come l industria manifatturiera sembri essere meno critica nei confronti del sistema bancario in relazione alla recente evoluzione dei costi di finanziamento e delle garanzie richieste. Tab. 1.9 Giudizio delle imprese della provincia di Cremona, per settore economico, sull evoluzione del costo complessivo dei finanziamenti rispetto a dicembre 2008 (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Artigiane non artigiane imprese Tasso applicato Peggiorato/Più oneroso 28,1 16,1 46,2 31,4 32,4 26,0 26,6 Migliorato/Meno oneroso 31,3 24,2 30,8 20,0 20,6 26,7 24,3 Rimasto stabile 31,3 43,5 23,1 27,1 26,5 32,8 33,3 Non sa/non risponde 9,4 16,1 0,0 21,4 20,6 14,5 15,8 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Garanzie richieste Peggiorato/Più oneroso 25,0 25,8 46,2 25,7 38,2 26,0 27,1 Migliorato/Meno oneroso 0,0 0,0 7,7 1,4 0,0 1,5 1,1 Rimasto stabile 62,5 64,5 38,5 50,0 44,1 58,0 56,5 Non sa/non risponde 12,5 9,7 7,7 22,9 17,6 14,5 15,3 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Costo complessivo finanziamento Peggiorato/Più oneroso 25,0 25,8 53,8 31,4 29,4 31,3 29,9 Migliorato/Meno oneroso 9,4 8,1 15,4 5,7 2,9 9,2 7,9 Rimasto stabile 50,0 46,8 30,8 35,7 35,3 42,0 41,8 Non sa/non risponde 15,6 19,4 0,0 27,1 32,4 17,6 20,3 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Dopo aver esaminato in generale il clima dei rapporti tra sistema creditizio e tessuto imprenditoriale, intendiamo ora verificare quale sia l effettivo grado di partecipazione della banca alle strategie di sviluppo delle imprese, con una disamina sull importanza del ruolo degli istituti di credito. In tal senso, le risposte fornite dal sistema imprenditoriale sottolineano l importanza strategica del mondo bancario: dall indagine, infatti, emerge come venga attribuito alle banche, dal 75,7% delle imprese, un ruolo indispensabile per lo sviluppo dell attività imprenditoriale in provincia (il ruolo degli Istituti creditizi assume, invece, una importanza particolare, ma non indispensabile, per il 23,7% delle imprese). Dalle risposte fornite si nota, poi, come i valori più elevati relativi alla essenzialità del sostegno bancario si rilevino nel settore edile (dove il ruolo bancario è imprescindibile per lo sviluppo economico del comparto per il 92,3% de- 16

17 gli imprenditori), ovvero nel settore che dimostra un atteggiamento più critico rispetto all offerta di credito. Infine, particolari difformità si rilevano nei diversi atteggiamenti tra imprenditori artigiani e non, dove per i primi il ruolo del sistema bancario nelle strategie di sviluppo sembra essere meno determinante rispetto ai non artigiani (67,6% contro il 79,4%). Tab Ruolo del sistema bancario nelle prospettive di sviluppo delle imprese della provincia di Cremona, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Costruzioni Commercio non artigiane Manifatturiero Artigiane imprese Indispensabile 78,1 79,0 92,3 68,6 67,6 79,4 75,7 Abbastanza importante 21,9 19,4 7,7 31,4 32,4 19,8 23,7 Poco importante 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Per niente importante 0,0 1,6 0,0 0,0 0,0 0,8 0,6 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Interessante, inoltre, la lettura dei dati prima esposti in riferimento sia alla longevità delle imprese provinciali sia alle diverse classi di. Operando, infatti, una disaggregazione per anno di costituzione dell impresa emerge come il ruolo delle banche assuma contenuti di strategicità soprattutto per le imprese di più recente costituzione (stante il 100,0% di risposte fornite in tale direzione), con situazioni progressivamente meno dipendenti dagli istituti bancari al crescere dell età dell impresa (solo il 67,9% delle imprese nate prima del 1980 considera come essenziale il ruolo della banca nel proprio percorso di sviluppo strategico). Tab Ruolo del sistema bancario nelle prospettive di sviluppo delle imprese della provincia di Cremona, per anno di costituzione (Valori percentuali sul totale intervistati) Prima del imprese oltre 1980 Indispensabile 67,9 77,8 84,8 78,6 100,0 75,7 Abbastanza importante 30,8 22,2 15,2 21,4 0,0 23,7 Poco importante 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Per niente importante 1,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,6 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Infine, disaggregando il campione per classi di, si nota come il ruolo diventi proporzionalmente più indispensabile per le imprese con numerosità di crescente, caratterizzate da una maggiore strutturazione e, sicuramente, da diverse esigenze di investimento. Le imprese che appartengono 17

18 alla classe di superiore alle 50 unità, infatti, individuano, nell 82,4% dei casi, come indispensabile il ruolo delle banche nelle strategie di sviluppo ed investimento, contro il 69,8% delle imprese con meno di 5. Tab Ruolo del sistema bancario nelle prospettive di sviluppo delle imprese della provincia di Cremona, per classe di (Valori percentuali sul totale intervistati) Meno di 5 Da 6 a 9 Da 10 a e oltre imprese Indispensabile 69,8 72,4 80,9 82,4 75,7 Abbastanza importante 30,2 27,6 17,6 17,6 23,7 Poco importante 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Per niente importante 0,0 0,0 1,5 0,0 0,6 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 2 L ACCESSO AL CREDITO IN PROVINCIA DI CREMONA Per comprendere appieno come si articola il rapporto tra imprese e sistema creditizio è necessaria la corretta comprensione della soddisfazione dei bisogni che emergono sul territorio, il grado di maturità delle imprese nella valutazione della propria situazione finanziaria e, in ultimo, l eventuale apertura al sistema dei confidi. Solo alla luce di queste informazioni è possibile valutare il grado di coerenza non solo tra aspettative e soddisfazione dei bisogni avvertiti ma, soprattutto, tra la domanda potenziale di servizi creditizi e l offerta di nuovi strumenti finanziari da parte degli intermediari bancari. Entrando nel vivo delle caratteristiche dell accesso al credito in provincia, il primo aspetto che è stato indagato è relativo alla richiesta o meno da parte delle imprese cremonesi di una linea di credito alle banche. Ebbene, prescindendo dalla forma tecnica, emerge come il 93,3% degli intervistati dichiara di avere una linea di credito aperta, a fronte di un 5,6% che non ne ha e non manifesta l intenzione di chiedere un fido in quanto sostanzialmente non necessita di risorse finanziarie aggiuntive. Infine, solo l 1% degli imprenditori non ha ancora linee di credito aperte ma, a breve, avanzerà richiesta al sistema bancario. 18

19 Graf. 2.1 Possesso di una linea di credito presso le banche da parte delle imprese della provincia di Cremona (Valori percentuali sul totale intervistati) Sì 93,3% No, non è stata accolta richiesta 0,0% No, ma è intenzionato a chiedere fido/credito 1,1% No, e NON è intenzionato a chiedere fido/credito 5,6% No, ha fatto richiesta ed è in attesa di risposta 0,0% Si rileva come a livello settoriale non vi sia una eccessiva difformità di atteggiamento verso gli Istituti di credito. Il settore delle costruzioni, in ogni caso, è quello che nella totalità dei casi dichiara l esistenza di una linea di credito con la propria banca, mentre il settore meno incline a tale operazione è quello del commercio (gli imprenditori che hanno chiesto finanziamenti sono l 87,1% del totale). Tab. 2.1 Possesso di una linea di credito presso le banche da parte delle imprese della provincia di Cremona, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Costruzioni Commercio non artigiane Manifatturiero Artigiane imprese Sì 96,9 96,8 100,0 87,1 97,1 91,6 93,3 No, ha fatto richiesta ed è in attesa 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 di risposta No, non è stata accolta 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 richiesta No, e NON è intenzionato a 3,1 1,6 0,0 11,4 0,0 7,6 5,6 chiedere fido/credito No, ma è intenzionato a chiedere 0,0 1,6 0,0 1,4 2,9 0,8 1,1 fido/credito 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 19

20 Alle imprese che hanno una linea di credito (sia nuovo fido che rinegoziazione di un fido esistente) è stata chiesta, altresì, la durata temporale d inizio dell apertura di credito, così da avere un giudizio complessivo sull operazione di finanziamento. Dalle risposte formulate emerge come nell 87,9% dei casi l apertura della linea di credito esista da più di cinque anni, mentre nel 12,1% dei casi da meno di cinque anni, ma da più di uno. A livello settoriale non si rilevano particolari dissomiglianze anche se sono i settori estrattivo-manifatturiero (il 93,3% degli imprenditori segnala aperture di linee di credito da più di cinque anni) ed edile (il 92,3%) a mostrare i segni di maggiore longevità del rapporto di credito con il sistema bancario. Tab. 2.2 Durata della linea di credito aperta presso le banche da parte delle imprese della provincia di Cremona, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Costruzioni Commercio non artigiane Manifatturiero Artigiane imprese Da oltre 5 anni 83,9 93,3 92,3 83,6 84,8 88,3 87,9 Da meno di 5 anni ma 16,1 6,7 7,7 16,4 15,2 11,7 12,1 da più di un anno Da meno di un anno e 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 da più di 6 mesi Da meno di 6 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 mesi 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Negli ultimi anni il sistema creditizio ha progressivamente ampliato la propria gamma di prodotti e servizi per il mercato di riferimento, affiancando alla tradizionale attività di intermediazione creditizia, l offerta di prodotti e servizi sempre più particolareggiati, pensati per assistere le imprese nelle più diverse esigenze, anche non strettamente finanziarie. A fronte di tale atteggiamento, però, si sono registrate, a livello nazionale, sostanziali difficoltà nell accesso al credito da parte delle imprese, acuitesi con il dispiegarsi della crisi che ha investito i mercati finanziari. Volendo indagare, quindi, tali aspetti in provincia di Cremona, sono state analizzate le dinamiche recenti dei principali elementi che regolano il rapporto di fido. Considerando, quindi, il monte fidi complessivamente erogato, emerge come, rispetto alla fine del 2008, lo stesso sia rimasto sostanzialmente stabile, se- 20

21 condo il 72,1% delle imprese, sia aumentato per il 15,2% degli imprenditori e diminuito solo nell 8,5% dei casi. A livello settoriale, invero, è l estrattivo-manifatturiero ad aver più diffusamente visto aumentato il proprio monte fidi (nel 18,3% dei casi), seguito dal settore commerciale (16,4% delle imprese) e da quello agricolo (12,9%). Il settore edile, di contro, fa registrare il valore più elevato in termini di riduzione dell ammontare della linea di credito rispetto a dicembre 2008 (il 23,1% dei costruttori). Agricoltura Tab. 2.3 Andamento del monte fidi erogato dalle banche alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Manifatturiero Costruzioni Commercio Artigiane non artigiane imprese Aumentato 12,9 18,3 0,0 16,4 18,2 15,8 15,2 Diminuito 6,5 3,3 23,1 11,5 9,1 8,3 8,5 Rimasto stabile 74,2 75,0 76,9 67,2 66,7 73,3 72,1 Non sa/non risponde 6,5 3,3 0,0 4,9 6,1 2,5 4,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Dalla lettura della successiva tabella si nota, poi, come a livello di garanzie reali e/o personali richieste, il sistema bancario abbia lasciato, nel 74,5% dei casi, situazioni completamente immutate rispetto allo scorso dicembre; un quinto circa del sistema economico, però, non sembra concordare appieno con tale percezione dichiarando, infatti, un aumento delle garanzie richieste. A livello settoriale, tale aspetto assume particolare rilevanza nel settore edile (il 23,1% dei casi) e commerciale (21,3%), con una maggiore consistenza, ancora, tra le imprese artigiane (il 30,3%) rispetto alle non artigiane (secondo il 16,7% del totale). Agricoltura Tab. 2.4 Livello delle garanzie richieste sui fidi dalle banche alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Manifatturiero Costruzioni Commercio Artigiane non artigiane imprese Aumentato 19,4 15,0 23,1 21,3 30,3 16,7 18,8 Diminuito 0,0 0,0 0,0 1,6 3,0 0,0 0,6 Stabile 71,0 78,3 76,9 72,1 60,6 78,3 74,5 Non a/non risponde 9,7 6,7 0,0 4,9 6,1 5,0 6,1 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 21

22 Interessante, inoltre, appare la disamina dei giudizi espressi dalle imprese sulle richieste di garanzie reali e/o personali avanzate dal sistema bancario secondo la forma giuridica. Dalle risultanze emerse si nota, nonostante come poc anzi evidenziato una diffusa percezione di stabilità dei livelli delle garanzie richieste dal sistema bancario, che le società di persone (28,3% dei casi) sono quelle a lamentare il più elevato incremento delle garanzie sui fidi, seguite dalle ditte individuali (18,9%) e, quindi, dalle società di capitali (15,1%). Tab. 2.5 Livello delle garanzie richieste sui fidi dalle banche alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008, per natura giuridica (Valori percentuali sul totale intervistati) Soc. Persone Soc. Capitali Ditta individuale Altre forme imprese Aumentato 28,3 15,1 18,9 0,0 18,8 Diminuito 0,0 0,0 2,7 0,0 0,6 Rimasto stabile 71,7 79,5 62,2 100,0 74,5 Non sa/non risponde 0,0 5,5 16,2 0,0 6,1 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Infine, il dato relativo alle garanzie richieste dalle banche sui fidi è stato letto in riferimento alle diverse classi di. Sono le imprese di piccola dimensione, con 6-9, a denunciare gli incrementi del livello delle garanzie richieste più elevati (32,1% dei casi), seguite dalle micro imprese, con meno di 5 (20,8% dei casi), e, quindi, dalle imprese con più di 10 e meno di 50 (qui, secondo il 14,7% del totale). Sono le imprese di maggiori dimensioni, con più di 50, di contro, ad aver percepito, nel 93,8% dei casi, situazioni di stabilità del livello delle garanzie richieste sui fidi (solo il 6,3% delle stesse imprese denuncia una crescita). Tab. 2.6 Livello delle garanzie richieste sui fidi dalle banche alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008, per classe di (Valori percentuali sul totale intervistati) Meno di 5 Da 6 a 9 Addetti Da 10 a e oltre imprese Aumentato 20,8 32,1 14,7 6,3 18,8 Diminuito 1,9 0,0 0,0 0,0 0,6 Rimasto stabile 67,9 64,3 79,4 93,8 74,5 Non sa/ 9,4 3,6 5,9 0,0 6,1 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Nella disamina dell accesso al credito è stato indagato, inoltre, rispetto alla fine del 2008, l atteggiamento del sistema bancario in provincia di Cremona in termini di revoche dei fidi alle imprese. 22

23 Dalle risultanze dell indagine emerge come nel 90,3% dei casi le imprese non abbiano ricevuto revoche di finanziamento dalla propria banca, mentre solo il 5,5% del totale provinciale ha ricevuto tale richiesta; inoltre, solo nel 4,2% dei casi non si riesce (o non si vuole) formulare una risposta in tal senso. A livello settoriale, però, emerge un diverso atteggiamento nelle risposte fornite; il settore edile lamenta, nel 15,4% dei casi, una richiesta di revoca del fido da parte delle banche, a fronte del 5% delle imprese estrattivo-manifatturiere e commerciali. Divergenze si rilevano, infine, anche operando una distinzione tra imprese artigiane, che dichiarano nessuna richiesta di revoca, e non artigiane, dove la quota di quanti hanno ricevuto negli ultimi mesi richieste di tal genere, è pari al 6,7% del totale. Tab. 2.7 Revoche dei fidi concessi dalle banche alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Agricoltura Costruzioni Commercio non artigiane Manifatturiero Artigiane imprese Sì 3,2 5,0 15,4 4,9 0,0 6,7 5,5 No 93,5 91,7 84,6 88,5 93,9 90,0 90,3 Non 3,2 3,3 0,0 6,6 6,1 3,3 4,2 sa/non risponde 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Altro fenomeno che è stato indagato riguarda la richiesta di rientro dei fidi in essere da parte delle banche. Anche in questo caso, emerge come nell 86,7% dei casi le imprese non abbiano subito richieste di rientro sul finanziamento dalla propria banca rispetto a dicembre A livello settoriale, così come già rilevato, emerge un atteggiamento critico nelle risposte fornite dal settore edile che dichiara, nel caso in specie, richieste di rientro nel 30,8% dei casi, contro l 8,3% delle imprese estrattivomanifatturiere, il 6,6% delle imprese commerciali e, quindi, il 6,5% delle agricole. Di contro, in questo caso sono le imprese artigiane a lamentare maggiormente il comportamento del sistema bancario in merito alle richieste di rientro dei fidi (12,1% dei casi) contro l 8,3% del totale delle non artigiane. Agricoltura Tab. 2.8 Richieste di rientro sui fidi concessi dalle banche alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008, per settore economico (Valori percentuali sul totale intervistati) Manifatturiero Costruzioni Commercio Artigiane non artigiane imprese Sì 6,5 8,3 30,8 6,6 12,1 8,3 9,1 No 90,3 88,3 69,2 86,9 81,8 88,3 86,7 Non sa/ 3,2 3,3 0,0 6,6 6,1 3,3 4,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 23

24 Anche per le richieste di rientro sui fidi è sembrato opportuno indagare il fenomeno operando una disaggregazione delle risposte secondo la diversa forma giuridica delle imprese. Dalle risultanze emerse, si nota come la richiesta di rientro riguardi solo le società di capitali e di persone, dove per le prime il rientro dei fidi ha interessato il 13,7% delle imprese, mentre, per le seconde, la richiesta di rientro è stata avanzata nel 10,9% dei casi. Tab. 2.9 Richieste di rientro sui fidi concessi dalle banche alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008, per natura giuridica (Valori percentuali sul totale intervistati) Soc. Persone Soc. Capitali Ditta individuale Altre forme imprese Si 10,9 13,7 0,0 0,0 9,1 No 89,1 83,6 86,5 100,0 86,7 Non sa/non risponde 0,0 2,7 13,5 0,0 4,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Dalla disaggregazione del campione per classe di, infine, si rileva come siano le medie imprese (con ) e quelle piccole (con la classe ricompresa tra i 6 ed i 9 ) le aziende maggiormente interessate da più alte percentuali di richieste di rientro sui fidi, rispettivamente nel 14,7% e 10,7% dei casi. Tab Richieste di rientro sui fidi concessi dalle banche alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008, per classe di (Valori percentuali sul totale intervistati) Meno di 5 Da 6 a 9 Addetti Da 10 a e oltre imprese Si 1,9 10,7 14,7 6,3 9,1 No 90,6 85,7 82,4 93,8 86,7 Non sa/non risponde 7,5 3,6 2,9 0,0 4,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Passando ora ad una disamina delle principali modifiche intercorse nel rapporto debitorio con la banca rispetto a dicembre 2008, ciò che sembra e- mergere dalle risposte fornite, è un diffuso peggioramento del costo complessivo del finanziamento (30,8% dei casi). Non va trascurata, però, l incidenza di coloro i quali percepiscono una situazione di sostanziale soddisfazione delle condizioni applicate alle linee di credito aperte (44,2% del totale). Occorre, poi, rilevare l esistenza di una discreta quota di imprese (il 26,3%) che manifesta un peggioramento dei tassi applicati e, quindi, di un 10,3% di aziende che indica una riduzione del credito concesso. Tra le altre modifiche intervenute (segnalate dall 8,3% delle imprese) va, comunque, segnalato sia 24

25 l allungamento dei tempi di decisione in merito alle richieste di fido, sia un aumento delle commissioni di massimo scoperto. Tab Modifica dei parametri riferiti ai finanziamenti erogati alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008, per settore economico (Valori percentuali* sul totale intervistati) Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Artigiane non artigiane imprese Peggioramento dei costi applicati 22,6 28,6 54,5 32,8 28,1 33,9 30,8 Riduzione della quantità di credito 6,5 5,4 18,2 15,5 9,4 10,7 10,3 concesso Aumento del tasso applicato 25,8 23,2 27,3 29,3 25,0 26,8 26,3 Riduzione dell orizzonte temporale 9,7 7,1 9,1 13,8 15,6 9,8 10,3 del debito Intervenute altre modifiche 0,0 12,5 9,1 8,6 12,5 8,0 8,3 No, condizioni applicate soddisfacenti 51,6 46,4 27,3 41,4 43,8 42,0 44,2 *Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può essere diverso da 100 Il settore che avverte i maggiori cambiamenti nelle condizioni di finanziamento è quello edile dove oltre la metà degli imprenditori (54,5%) sottolinea un generale inasprimento dei costi dell erogazione finanziaria, seguito dal settore del commercio, con il 32,8% degli imprenditori; più elevate, inoltre, risultano le incidenze degli imprenditori non artigiani che manifestano giudizi tendenzialmente negativi sui costi applicati in provincia, rispetto alle imprese artigiane (il 33,9% contro il 28,1%). Pertanto, le considerazioni della clientela sui costi del finanziamento tendono complessivamente a diversificarsi nelle varie realtà imprenditoriali; quello che, in sostanza emerge, è, allora, un diverso atteggiamento, in un periodo di crisi congiunturale quale quello odierno, con specifici settori che desiderano una banca che sia dalla loro parte nell individuazione delle migliori condizioni di accesso al credito. L impresa che attraversa una fase di congiuntura economica avversa, quindi, palesa il bisogno della presenza di un Istituto di riferimento, che sia in grado di adottare strumenti meno standard e più flessibili, atti a soddisfare esigenze anche straordinarie. Interessante, però, risulta anche la lettura relativa alle modificazioni occorse alle condizioni di finanziamento, guardando alle diverse forme giuridiche delle imprese. Ebbene, dalle risposte fornite emerge come siano soprattutto le società di capitali a lamentare il peggioramento dei costi applicati al finan- 25

26 ziamento (40,8% dei casi), seguite dalle ditte individuali (29,7%) e dalle società di persone (17,1%). In termini di tassi, escludendo il dato relativo alle altre forme giuridiche, sono invece le ditte individuali a denunciare più diffusamente un aumento dei tassi applicati rispetto a dicembre 2008 (29,7% dei casi). In definitiva, è possibile rilevare come, rispetto a dicembre 2008, siano le società di capitali a lamentare i maggiori correttivi apportati dal sistema bancario alle condizioni dei finanziamenti in essere, con solo il 38% delle aziende che dichiara come accettabile la condizione attuale dei parametri finanziari. Tab Modifica dei parametri riferiti ai finanziamenti erogati alle imprese della provincia di Cremona rispetto a dicembre 2008 per forma giuridica (Valori percentuali* sul totale intervistati) Soc. Persone Soc. Capitali Ditta individuale Altre forme imprese Peggioramento dei costi applicati 17,1 40,8 29,7 14,3 30,8 Riduzione della quantità di credito 4,9 12,7 13,5 0,0 10,3 concesso Aumento del tasso applicato 26,8 22,5 29,7 42,9 26,3 Riduzione dell orizzonte temporale 12,2 9,9 10,8 0,0 10,3 del debito Intervenute altre modifiche 9,8 8,5 8,1 0,0 8,3 No, condizioni applicate soddisfacenti 51,2 38,0 45,9 57,1 44,2 *Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può essere diverso da 100 Infine, come già operato per le precedenti tematiche di approfondimento, sembra opportuno indagare l attuale situazione dei parametri bancari sui finanziamenti, secondo le diverse classi di delle imprese provinciali. Si rileva, allora, come sia la classe media di ad avvertire i maggiori cambiamenti in termini di costo del finanziamento: le imprese da 10 a 49 segnalano un incremento dei costi del finanziamento nel 34,4% dei casi, seguite dalle imprese con 6-9 (32,1%) e, quindi, da quelle con meno di 5 (28,8%). In termini di incremento del tasso applicato, invece, si rileva una diretta proporzionalità tra incremento dei tassi di interesse e dimensione aziendale: il 36,5% delle imprese con meno di 5 avverte, infatti, un incremento dei tassi di interesse, contro il solo 13,3% delle imprese con più di 50. Nel complesso, comunque, Il clima dei rapporti banche-imprese non sembra essersi sensibilmente deteriorato nei primi mesi del 2009, in virtù del fatto che non si è assistito, come dichiarato dagli imprenditori cremonesi, ad un diffuso processo di razionamento del credito. Occorre, tuttavia, monitorare nei prossimi mesi in particolare possibili ulteriori modifiche sul versante dei costi e delle commissioni bancarie, che rappresentano attualmente la principale nota stonata registrata in provincia. 26

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