Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2010

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1 Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2010

2 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2008

3 Indice Tavola 1 Requisito informativo generale... 5 Tavola 2 Ambito di applicazione Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche Tavola 6 Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell ambito dei metodi IRB Tavola 7 Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB Tavola 8 Tecniche di attenuazione del rischio (CRM) Tavola 9 Rischio di controparte Tavola 10 Operazioni di cartolarizzazione Tavola 11 Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA) Tavola 12 Rischio operativo Tavola 13 Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Tavola 14 Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Glossario / Abbreviazioni Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societarie

4 Note: 1. Tutti gli importi, se non diversamente indicato, sono da intendere in migliaia di euro. 2. Le informazioni sono riferite all area di consolidamento prudenziale. 3. L eventuale mancata quadratura ta i dati esposti nel presente documento dipende esclusivamente dagli arrotondamenti. 4. Gli importi non ponderati relativi alle "garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi", sia per la metodologia standard, sia per la metodologia basata su rating interni, sono stati considerati in base all equivalente creditizio. Gli importi non ponderati al 31 dicembre 2009 sono stati riesposti secondo il medesimo approccio. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2008

5 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Tavola 1 Requisito informativo generale Informativa qualitativa Il Gruppo UniCredit controlla e gestisce i propri rischi attraverso metodologie e processi rigorosi, in grado di dispiegare la loro efficacia in tutte le fasi del ciclo economico. Il presidio ed il controllo dei rischi di Gruppo sono assicurati dalla funzione Risk Management della Capogruppo (Group CRO), cui sono attribuiti i compiti di: ottimizzare la qualità dell attivo del Gruppo, minimizzando il costo dei rischi, coerentemente con gli obiettivi di rischio / redditività assegnati alle Aree di business; determinare, di concerto con la funzione CFO, la propensione al rischio del Gruppo e valutare l adeguatezza patrimoniale dello stesso, e la loro estensione a livello di Aree di business / Entità, nel contesto dell Internal Capital Adequacy (ICAAP), in conformità ai requisiti di Basilea II, Secondo Pilastro; definire, in conformità agli standard di Basilea II ed ai requisiti di Banca d Italia, norme, metodologie, linee guida, politiche e strategie concernenti la gestione dei rischi di Gruppo, e, in cooperazione con l Organization department, i relativi processi e la loro implementazione; porre in essere un sistema di controllo del rischio creditizio e di concentrazione sia a livello di singole controparti / gruppi economici, sia per cluster rilevanti (quali settori economici / industriali), monitorando e fornendo reportistica sui limiti preventivamente definiti; definire e fornire alle Aree di business ed alle Entità i criteri per la valutazione, la gestione, la misurazione, il monitoraggio e la reportistica dei predetti rischi e garantire la coerenza dei sistemi e delle procedure di controllo sia a livello di Gruppo che di singola Entità; supportare le Aree di business nel conseguimento dei loro obiettivi, contribuendo allo sviluppo dei prodotti e dei business; verificare, mediante il processo di convalida in fase iniziale e nel continuo, l adeguatezza dei sistemi di misurazione del rischio adottati nell ambito del Gruppo, orientando le scelte metodologiche verso standard qualitativi sempre più elevati e convergenti, appurando la coerenza delle rispettive modalità di utilizzo nell ambito dei processi; porre in essere un adeguato sistema di analisi preventiva del rischio, in grado di quantificare l impatto sulla struttura economico-finanziaria del Gruppo derivante dal rapido deterioramento del ciclo economico o da altri fattori di shock (c.d. Stress Test). Tale analisi è svolta con riferimento alle singole tipologie di rischio, così come alla loro integrazione e raffronto con il capitale disponibile; creare e diffondere una cultura del rischio estesa a tutto il Gruppo. Durante la maggior parte del 2010, le performance operative delle imprese hanno messo in atto un rimbalzo impressionante. Tuttavia, lo stimolo monetario creato dalle banche centrali, il cosiddetto allentamento quantitativo, non ha avuto gli stessi effetti in tutti i paesi. In particolare, i Paesi europei con un indebitamento eccessivo sono ancora oggetto di forti pressioni affinché adottino determinate misure correttive e una disciplina fiscale che, in ultima analisi, potrebbero rallentare la ripresa economica nei rispettivi mercati nazionali. Di conseguenza, è stato possibile notare tendenze economiche estremamente divergenti con alcuni paesi come la Germania che presentano una forte ripresa della produttività industriale, mentre altri che hanno visto solo moderati aumenti. La qualità del credito delle imprese più grandi, in particolare quelle operanti all'interno dei settori ciclici, ha beneficiato della crescita della domanda internazionale. Anche se il trend è nettamente positivo, esso ha influenzato solo parzialmente il valore del costo del rischio dato che quest ultimo tipicamente riflette con un certo ritardo l effetto degli indicatori economici. 5

6 Alla luce dell ancora sfidante contesto macroeconomico, una solida ed efficace gestione dei rischi riveste la massima priorità nel Gruppo. Pertanto, il Group CRO ha implementato un nuovo modello di governance dei rischi, enfatizzando tale principio guida al fine di: rafforzare la capacità di indirizzo, il coordinamento e le attività di controllo di alcuni rischi aggregati (cosiddetti Portfolio Risks ), tramite centri di responsabilità dedicati ( Portfolio Risk Managers"), interamente focalizzati e specializzati su tali rischi, in ottica di Gruppo ed interdivisionale; aumentare l aderenza al modello di business di Gruppo, assicurando una chiara specializzazione e concentrazione in un ottica meramente transazionale di specifici centri di responsabilità ("Transactional Risk Managers") sui rischi originati dalle funzioni di Gruppo deputate allo loro assunzione (ossia Business Units, funzioni di Tesoreria, Asset Management, Paesi CEE), mantenendo allo stesso tempo tali centri di responsabilità totalmente indipendenti da questi ultimi. In conformità al ridisegno dell architettura del Risk Management ed al fine di rafforzare la capacità di indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo, di migliorarne l efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l interazione tra le differenti funzioni coinvolte, sono operativi specifici Comitati responsabili in materia di rischi, articolati su tre distinti livelli: il Group Risk Committee, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo; i Group Portfolio Risk Committees, cui sono assegnati il compito di indirizzare, controllare e gestire i differenti rischi di portafoglio; i Group Transactional Committees, dedicati alla valutazione delle singole controparti / transazioni aventi impatto sul profilo di rischio complessivo. Rischio di credito Struttura e organizzazione La struttura della funzione Risk Management ha lo scopo di assicurare il giusto bilanciamento tra tipologia di rischio e specializzazione per area di risk origination (es. F & SME, CIB & PB, Treasury, ecc.) tramite l adozione di un approccio a matrice. I portafogli di Gruppo saranno suddivisi in base alla tipologia di rischio ( rischi di credito e cross-border, rischi di mercato e rischi operativi e reputazionali ) e si interfacceranno con le funzioni specializzate per area di risk origination, cosiddetti Transactional Risk Managers o SBA Risk Functions. Con riferimento al rischio di credito tale modello a matrice prevede due differenti centri di responsabilità. Da un lato il "Credit Risks Portfolio Management department, a cui è attribuita la supervisione e la gestione del profilo complessivo di rischio creditizio e cross-border a livello di Gruppo ed altresì incaricato di definire le relative strategie, metodologie e limiti di rischio. Dall altro lato, i "Transactional Risk Managers" che costituiscono i centri di responsabilità per i rischi di credito originati dalle relative aree di risk origination. Accanto ai "Portfolio Risk Managers" ed ai "Transactional Risk Managers", la struttura di Risk Management comprende: il Risk Management Control department, responsabile, tra le altre cose: o della gestione delle attività in ambito "Basilea II" (inclusi la misurazione del capitale interno in conformità al Secondo Pilastro, la definizione del risk appetite ed il coordinamento nel contesto dell Internal Capital Adequacy Assessment Process ( ICAAP )), o della convalida interna dei sistemi per la misurazione dei rischi, o dell assegnazione del rating ad alcune tipologie di Controparti rilevanti (Top Banking, Top Corporate), del presidio del processo di rating override. il GRM Operating Office department, cui compete, tra le altre cose, la produzione dei report sui rischi consolidati; lo Special Credit department, responsabile di coordinare, indirizzare, supportare e con riferimento a pratiche di importo rilevante gestire, attività di restructuring e di recupero dei crediti. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

7 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Al fine di garantire l adeguato svolgimento delle attività di risk management precedentemente svolta dalle banche commerciali che sono state incorporate in seguito al Progetto ONE4C, la struttura organizzativa è stata parzialmente rivista ampliando l ambito di responsabilità di alcune funzioni ovvero costituendo nuove strutture. Con particolare riferimento allo svolgimento dell attività creditizia sono state costituite: la struttura Credit Operations Italy a diretto riporto del Group CRO ed organizzata per filiere creditizie (i.e. F & SME, CIB, PB ) cui è stata attribuita la responsabilità per: o la gestione delle attività di erogazione del credito per la Clientela di UniCredit S.p.A., attraverso la valutazione del merito creditizio delle Controparti, la delibera nell ambito dei poteri deliberativi delegati, delle pratiche di affidamento, o l inoltro della relative proposte agli Organi deliberativi competenti; o il presidio delle fasi di post-delibera creditizia, assicurando l adeguato monitoraggio andamentale delle posizioni in essere. la struttura Individuals Credit Operations, nell ambito della funzione F & SME SBA Risk Transactional Risk Manager, cui è stata attribuita la responsabilità per le medesime attività di competenza del Credit Operations Italy limitatamente ai prodotti creditizi di competenza della Business Unit Household Financing. Al fine di rafforzare la capacità di indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo, di migliorarne l efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l interazione tra le differenti funzioni coinvolte, sono stati costituiti appositi Comitati responsabili in materia di rischi: il Group Risk Committee, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo; il Group Credit Committee, responsabile per la valutazione e la delibera per proposte creditizie concernenti qualsivoglia posizione, ivi incluse quelle a restructuring e workout, strategie rilevanti e azioni correttive da assumere (inclusa la classificazione dello stato laddove applicabile) per le posizioni watchlist, limiti specifici per operazioni connesse al mercato dei capitali di debito sul Trading Book, limiti all esposizione per singolo emittente sul Trading Book. il "Group Credit and Cross-Border Risk Committee, responsabile del controllo e del monitoraggio dei rischi di credito e di quelli cross-border, dell approvazione di strategie, politiche, metodologie e limiti relativi a detti rischi, nonché della reportistica periodica; il "Group Transactional Credit Committee", responsabile per la valutazione e la delibera, nell ambito dei poteri delegati, per: proposte creditizie, ad esclusione di posizioni in restructuring e workout; richieste di rating override, strategie ed azioni correttive rilevanti da intraprendere per posizioni in watchlist, limiti specifici per operazioni connesse al mercato dei capitali di debito, limiti all esposizione per singolo emittente sul portafoglio di negoziazione.; l Italian Transactional Credit Committee, responsabile per la valutazione e la delibera, nell ambito dei poteri delegati, delle proposte creditizie sottoposte dalle Business Unit CIB Italy Network, PB Italy Network e F&SME Italy Network, il Group Special Credit Committee, responsabile della valutazione di operazioni concernenti pratiche classificate come restructuring o recupero dei crediti, nonché del monitoraggio dell andamento complessivo di tale portafoglio. All interno del ridisegno del modello di gestione del rischio della Capogruppo, un ulteriore passo avanti è stato compiuto con l'introduzione del "Global Credit Portfolio Management (GPM)". Facendo leva sulle competenze di questi gestori del portafoglio crediti, essi esercitano un ruolo guida nell importante processo strategico di definizione e implementazione di industry credit risk strategies, che comprende lo sviluppo di portafogli di crediti in linea con i target strategici di business e le ambizioni di rischio. Inoltre, GPM è responsabile per il monitoraggio frequente e regolare del portafoglio di credito al fine di garantire un approccio lungimirante agli sviluppi del settore, fornendo un identificazione precoce dei problemi del settore e dei potenziali clienti e sostenendo le opportunità di guadagno per massimizzare il ritorno del rischio. In aggiunta, dal punto di vista di ogni singola transazione, l'impatto di ogni nuova operazione sul portafoglio crediti è accuratamente valutata e considerata nel processo decisionale. Di conseguenza, è stata raggiunta una gestione propositiva e una definizione attiva del portafoglio crediti del Gruppo, in stretta collaborazione con l'attività di origination dei prestiti. 7

8 Al fine di fornire un miglior servizio alla clientela rappresentata da grandi imprese multinazionali, di accrescere la creazione di valore, di definire un efficace e coerente propensione al rischio a livello di Gruppo nei confronti della clientela e/o gruppi economici, che sono in relazione con più Entità, minimizzando il costo del rischio ed implementando un efficiente processo creditizio, il Gruppo UniCredit ha ridisegnato in maniera globale l'approccio di servizio verso i sopra citati segmenti di clientela (dal punto di vista sia commerciale sia creditizio). Tale nuovo modello (il GAM, Global Account Management ) prevede un coordinamento globale della strategia commerciale e la definizione di una propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite, mediante l identificazione di un gestore e di un risk manager dedicati, come unici punti di riferimento, rispettivamente per il coordinamento della strategia commerciale e creditizia globale relativa al gruppo economico del cliente, nonché per la valutazione della posizione creditizia complessiva ed il monitoraggio del profilo di rischio della stessa. Governance e policies I rapporti tra la Capogruppo e le Entità del Gruppo che esercitano attività creditizia, sono disciplinati da specifiche disposizioni di governance che assicurano alla Capogruppo stessa il ruolo di direzione, supporto e controllo, in particolare nelle seguenti aree di attività: politiche creditizie, strategie creditizie, sviluppo dei modelli, validazione dei sistemi di rating, rischio di concentrazione creditizia, rilascio di prodotti creditizi, monitoraggio e reportistica del rischio creditizio di portafoglio. In particolare, le Entità del Gruppo sono tenute a richiedere alla funzione Risk Management della Capogruppo apposito parere anteriormente alla concessione / riesame di linee di credito nei confronti di singole controparti / gruppi economici, qualora le medesime linee eccedano predeterminate soglie di importo, anche in riferimento all obbligo di osservanza dei limiti di concentrazione dei rischi creditizi, da porre in relazione al patrimonio di Vigilanza. In conformità al ruolo attribuito dalla governance aziendale alla Capogruppo, e specificamente alla funzione Risk Management, le General Group Credit Policies, disposizioni generali relative allo svolgimento dell'attività creditizia a livello di Gruppo, dettano le regole ed i principi volti ad indirizzare, disciplinare ed omogeneizzare la valutazione e la gestione del rischio di credito, in linea con i principi, i requisiti regolamentari e la best practice di Gruppo. Tali disposizioni generali sono integrate da policy dedicate che disciplinano specifiche tematiche (area di business, segmento di attività, tipologia di controparte / transazione, ecc.). Si riportano di seguito alcuni esempi. Per quanto concerne la clientela Banche, Istituzioni Finanziarie e Sovereign, la relativa credit policy di Gruppo è stata rivista nel febbraio 2010 al fine di strutturare in maniera organica ed efficace i principi di valutazione del rischio e di gestione dell attività creditizia con tali controparti, con specifico approfondimento sul sistema di gestione rigorosa dei limiti a livello di Gruppo. Inoltre è stata emanata una policy specifica per la gestione delle situazioni di crisi nei confronti delle controparti di cui trattasi (Banche e Istituzioni Finanziarie) e, al fine di garantire un omogeneo approccio di valutazione e monitoraggio e di definire un set di regole e principi per la gestione dei limiti Paese a livello di Gruppo è stata rivista la relativa policy di Gruppo. Per quanto concerne la credit risk mitigation, a completamento delle esistenti linee guida di carattere generale, sono state emanate due specifiche policy: i) Gestione del collaterale nelle operazioni derivate OTC, pronti contro termine e prestito di titoli, avente lo scopo di definire un framework efficiente ed esaustivo nell ambito della gestione delle garanzie per salvaguardare la banca dall assumere rischi evitabili; ii) Processo di approvazione ed attività concernenti operazioni strutturate di mitigazione del rischio di credito, volta a rafforzare le regole per la valutazione del trasferimento del rischio economico ed assicurare la mitigazione del rischio del portafoglio sottostante. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

9 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Sono state inoltre emanate policy di Gruppo volte a disciplinare operatività specifiche quali Project Finance, Acquisition and Leveraged Finance nonché per la valutazione, il monitoraggio e la gestione dei limiti di rischio di sottoscrizione per il portafoglio oggetto di sindacazione, unitamente alle già esistenti policy riguardanti il Commercial Real Estate Financing e lo Structured Trade and Export Finance (STEF). Infine la normativa di Gruppo concernente la classificazione e la gestione delle posizioni rischiose, il processo di recupero dei crediti nonché la gestione degli accantonamenti generici con l applicazione della metodologia "IBNR" (Incurred But Not Reported Losses), è stata integrata con quella specifica in materia di operazioni di Debt / Equity Swap. In concomitanza con l'attuazione del progetto One4C, è stata avviata un attività di revisione organica della normativa creditizia in vigore nelle banche rientranti in tale perimetro, al fine di dotare la nuova banca di un coerente ed aggiornato impianto normativo. Metodologie della gestione e misurazione Generalmente, il rischio di credito rappresenta il rischio di incorrere in una perdita di valore, riferita ad un'esposizione creditizia, derivante da un inatteso deterioramento del merito di credito della controparte. Ai fini della sua misurazione, il rischio di credito è definito come il rischio di incorrere in perdite derivanti dalla possibilità che una controparte, beneficiaria di un finanziamento (es. prestito rateale), ovvero emittente di un'obbligazione finanziaria (obbligazione, titolo, ecc.), non sia in grado di adempiere i relativi impegni (rimborso a tempo debito degli interessi e/o del capitale o di ogni altro ammontare dovuto (rischio di default)). In senso più ampio, il rischio di credito può essere definito anche come la perdita potenziale riveniente dal default del prenditore / emittente o da un decremento del valore di mercato di un'obbligazione finanziaria, a causa del deterioramento della sua qualità creditizia (rischio di migrazione). Quest ultimo comprende non solo il rischio di default, ma anche il rischio di migrazioni del rating o il rischio di variazione del differenziale di tasso legato al merito creditizio. Allo stato attuale, per la misurazione del rischio di credito, il Gruppo si focalizza solo sul rischio di default; l approccio riferito al mercato verrà applicato alla misurazione del rischio di credito solamente in futuro. La misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello di singola controparte / transazione, sia a livello dell intero portafoglio. Gli strumenti ed i processi a supporto dell attività creditizia nei confronti di singoli prenditori, tanto nella fase di erogazione quanto in quella di monitoraggio, comprendono il processo di assegnazione del rating, differenziato in base alle peculiari caratteristiche dei differenti segmenti di clientela / prodotto, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia. La valutazione del merito creditizio di una controparte impresa, in sede di esame della proposta di affidamento, scaturisce dal processo di analisi dei dati finanziari e di quelli qualitativi (posizionamento competitivo dell'azienda, struttura societaria ed organizzativa, ecc.), caratteristiche geo-settoriali, comportamentali a livello di Entità e di sistema bancario (ad es. Centrale dei rischi), al fine di pervenire all'assegnazione di un rating, da intendersi quale definizione della probabilità di default (PD) della controparte medesima, con un orizzonte temporale di un anno. Il monitoraggio sistematico è incentrato sulla cosiddetta gestione andamentale che, sulla base di tutte le informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio ( scoring ) che rappresenta una valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è ottenuto grazie ad una funzione statistica che sintetizza le informazioni a disposizione, tramite un insieme di variabili rivelatesi significative nell individuare, nel lasso temporale dei dodici mesi, l evento del default. Laddove possibile, il rating interno e, quindi, il grado di rischiosità assegnata alla controparte / transazione, entra nel calcolo dei livelli deliberativi; vale a dire che, a parità di importi da erogare, le deleghe di poteri conferite per l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti Organi si riducono progressivamente in funzione dell'accentuarsi della rischiosità del cliente. Il modello organizzativo adottato prevede l esistenza di una funzione dedicata, indipendente dalle funzioni commerciali e di erogazione, cui è assegnata la responsabilità di gestire l attuazione di un processo cosiddetto di override, cioè dell eventuale correzione del giudizio automatico espresso dal modello. 9

10 Il merito di credito di ciascuna controparte viene rivisto almeno su base annuale, tenendo in considerazione le nuove informazioni acquisite. Ogni controparte è valutata nell ambito anche dell'eventuale gruppo di appartenenza considerando, di regola, il teorico rischio massimo dell intero gruppo economico. Oltre alle metodologie riassunte nei sistemi di rating, la funzione Risk Management utilizza modelli di portafoglio in grado di misurare il rischio di credito a livello aggregato e, nel contempo, di individuare il contributo di singole porzioni di portafoglio o singole controparti alla posizione di rischio complessiva. I parametri di misurazione del rischio di credito a livello di portafoglio sono fondamentalmente tre, calcolati e valutati su un orizzonte temporale di dodici mesi e su basi non attualizzate: Expected Loss (EL) Credit Value at Risk (Credit VaR) Expected Shortfall (ES). Al fine di individuare il Credit VaR a livello di portafoglio, viene specificata la distribuzione delle perdite a livello dello stesso; questa è costituita dalle probabilità di ottenere differenti valori della perdita riferita al portafoglio su un determinato orizzonte temporale ( discrete loss case ). La specifica di tale distribuzione viene determinata combinando le probabilità di default (PD), le perdite al momento del default (LGD) e le esposizioni al default (EAD) dei singoli obbligati, considerando le correlazioni tra i default. La perdita attesa (EL) costituisce il valore della perdita attesa media a livello di portafoglio aggregato, dovuto al potenziale manifestarsi dell inadempienza degli obbligati. La perdita attesa a livello di portafoglio è data dalla somma delle perdite attese dei singoli obbligati, che possono essere determinate attraverso il prodotto di PD x LGD x EAD, ed è indipendente dalle correlazioni tra i default a livello di portafoglio. La perdita attesa è di norma computata come componente di costo nella determinazione del margine. Il Value at Risk rappresenta l ammontare massimo raggiunto il quale, data un certa probabilità, la perdita attesa potrebbe essere superata (=VaR con un livello di confidenza α, che UniCredit ha fissato al 99,97%). Tale valore, chiamato anche Capitale Economico, è un input per la determinazione del capitale a copertura delle perdite potenziali. Il VaR è ampiamente utilizzato quale misura del rischio di portafoglio, seppur abbia alcune limitazioni intrinseche. In particolare, lo stesso non fornisce alcuna informazione concernente le perdite potenziali nel caso in cui i limiti di VaR siano superati. Tale indicazione è invece fornita dall Expected Shortfall (ES) che rappresenta il valore atteso delle perdite che eccedono la soglia di VaR. Il Credit VaR di portafoglio e l ES dipendono significativamente dalla correlazione tra i default e possono essere ridotti attraverso un adeguata diversificazione del portafoglio. I modelli di portafoglio creditizio forniscono misure di capitale economico riallocato sulle singole controparti componenti i portafogli esaminati e sono alla base delle misure di performance rettificate per il rischio. Le misure di capitale economico (Credit VaR) rappresentano, inoltre, un input fondamentale per la predisposizione ed applicazione delle strategie creditizie, per l analisi dei limiti creditizi e di concentrazione dei rischi. Il motore di calcolo del capitale economico viene altresì utilizzato per analisi di stress testing sul portafoglio creditizio, partendo da variabili macroeconomiche che influenzano i diversi segmenti di clientela per Paese, dimensione, ecc. Tutti i sopra citati parametri di rischio sono soggetti ad una validazione iniziale e ad un regolare processo di monitoraggio, con riferimento a ciascun sistema di rating, in tutte le sue componenti: modelli, processi, sistemi IT e data quality. Annualmente, viene sottoposta al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo una relazione che sintetizza gli esiti delle attività di validazione svolte dalla Funzione CRO, con particolare focus sul raffronto tra i differenti sistemi di rating relativi al medesimo segmento. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

11 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 La finalità è di attestare la conformità dei sistemi, unitamente a quella di porre in evidenza aree di possibile miglioramento, così come eventuali disallineamenti nelle metodologie che possano comportare rischi di non perfetta comparabilità nelle misure prodotte. Anche il modello interno di Credit VaR è oggetto di valutazione nell ambito della validazione del Secondo Pilastro di Basilea 2. Attività di reporting e di monitoraggio L obiettivo fondamentale delle attività di reportistica e monitoraggio del portafoglio creditizio, effettuate dalla funzione CRO di Capogruppo, è quello di analizzare le principali componenti del rischio di credito quali i valori di EAD (Esposizione al Default), EL (Expected Loss), migrazioni, costo del rischio, ecc., al fine di adottare tempestivamente tutte le possibili contromisure a livello di portafoglio complessivo, parziale o di singole controparti. La funzione CRO di Capogruppo è responsabile della reportistica attinente al rischio di credito a livello di portafoglio consolidato e di singola controparte, sia su base periodica sia sulla base di richieste ad hoc (da parte dell Alta Direzione di UniCredit o da parte di controparti esterne quali Autorità di Vigilanza o agenzie di rating), con l obiettivo di analizzare le principali componenti di tale rischio e la loro evoluzione temporale, onde poter cogliere tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi, intraprendere opportune iniziative correttive. L andamento del portafoglio di rischio di credito viene analizzato con riferimento ai principali driver quali la crescita e gli indicatori dei parametri di rischio -, ai diversi segmenti di clientela, alle realtà locali, ai settori industriali, nonché all andamento del portafoglio in default ed alla relativa copertura. Le attività di portfolio reporting a livello di Gruppo sono portate avanti in stretta collaborazione con i DRO (Divisional Risk Officer) e i Credit Risk Portfolio Managers che, all interno del loro rispettivo perimetro, implementano le loro specifiche attività di reporting. Dall inizio del secondo semestre del 2010, le attività di reporting vengono effettuate da due funzioni dedicate del CRO, l Unità di Group Risk Reporting e il team di Group Credit Portfolio Reporting. L Unità di Group Risk Reporting è responsabile della reportistica a livello di Gruppo, effettuata facendo leva e utilizzando i dati e le informazioni fornite dalle altre strutture competenti del Group Risk Management. Il team di Credit Risk Portfolio Reporting si assicura, in collaborazione con le altre funzioni competenti del Group Risk Management Operating Office, della reportistica riguardante il rischio di credito del Gruppo con il dettaglio delle aree geografiche e delle Business Units, producendo direttamente i dati relativi alla Strategic Business Area CIB&PB e raccogliendo/aggregando i dati relativi alla Strategic Business Area Family & SME e ai Paesi CEE forniti dal Family & SME departmente e dal CEE Risk Officer. Nel 2010 le attività di reporting sono state ulteriormente sviluppate grazie al graduale miglioramento nella qualità dei dati e dei processi a supporto dei report consolidati (ad esempio lo sviluppo di un report sull Enterprise Risk Management, l ERM). La funzione di Group Risk Reporting, a livello centrale, utilizza anche il Credit Tableau de Boards, uno strumento trimestrale che contiene informazioni dettagliate sui trend nei rischi delle Strategic Business Areas per supportare la produzione dei già menzionati report. L attività di monitoraggio finalizzata individuare e reagire prontamente ad un possibile deterioramento della qualità del credito della controparte, è stata ulteriormente rafforzata. La tempestività nel catturare i segnali di deterioramento delle esposizioni permette la gestione prima del default, ovvero quando vi sono ancora margini per il conseguimento del rimborso della posizione di debito. Strutture dedicate, appartenenti alla funzione CRO di Capogruppo, sono responsabili della reportistica attinente al rischio di credito a livello di portafoglio consolidato e di singola controparte, con l obiettivo di analizzare le principali componenti di tale rischio e la loro evoluzione temporale, onde poter cogliere tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi, intraprendere opportune azioni correttive. 11

12 Strategie creditizie In linea con le disposizioni del Secondo Pilastro, le strategie creditizie sull intero portafoglio crediti di Gruppo rappresentano uno degli strumenti di gestione avanzata del rischio di credito. In conformità sia con il processo di budget sia con il framework del Risk Appetite (Secondo Pilastro), le stesse hanno l obiettivo di fornire una declinazione concreta degli obiettivi di propensione al rischio per Strategic Business Area e per Entità, considerando la vulnerabilità attesa del portafoglio creditizio di Gruppo in presenza di avverse congiunture economiche, così come il rischio di concentrazione settoriale. L obiettivo delle strategie creditizie è triplice: definire la composizione di portafoglio che minimizza l impatto complessivo del rischio di credito, partendo dal framework del Risk Appetite, in linea con i criteri di Gruppo in tema di allocazione del capitale e di creazione di valore; assicurare supporto alle competenti funzioni / Divisioni della Capogruppo ed alle Entità del Gruppo, qualora queste ultime adottino iniziative finalizzate al raggiungimento di una composizione ottimale del portafoglio, attraverso pianificazioni strategiche ed iniziative di business; fornire un insieme delle linee guida e supporto necessari allo svolgimento del processo di budget commerciale e creditizio, coerente con la visione strategica di Gruppo. La predisposizione delle strategie creditizie avviene sintetizzando le analisi di rischio effettuate top-down, con la visione di portafoglio delle funzioni di business, attraverso uno stretto coordinamento tra strutture centralizzate e divisionali della funzione Risk Management e con gli specialisti nell analisi settoriale e di prodotto a livello di Capogruppo. La definizione delle strategie creditizie avviene utilizzando tutte le misurazioni disponibili riferite al rischio di credito. In particolare, le evidenze del modello Credit VaR garantiscono una corretta e prudenziale gestione del rischio di portafoglio, attraverso l applicazione di metodologie e strumenti avanzati. Parallelamente, talune informazioni qualitative, che tengono in considerazione differenti caratteristiche a livello territoriale e divisionale, vengono inglobate e trasformate in variabili di input nei modelli di ottimizzazione del portafoglio creditizio. Più in generale, nell ambito delle strategie creditizie, le analisi di vulnerabilità e quelle a supporto della Capital Adequacy sono svolte tramite degli stress test riferiti al rischio di credito (Primo e Secondo Pilastro). Per quanto attiene specificamente la gestione dei rischi di portafoglio, particolare rilevanza è posta al rischio di concentrazione creditizio, considerata l importanza dello stesso sul totale delle attività creditizie. Tale rischio di concentrazione, coerentemente con la definizione fornita dalla normativa Basilea II, si configura come una singola esposizione o un gruppo di esposizioni tra di loro correlate, potenzialmente in grado di produrre perdite tali da minacciare la solidità del Gruppo o la sua capacità di proseguire nello svolgimento della normale operatività. Al fine di individuare, gestire, misurare e monitorare il rischio di concentrazione, le funzioni preposte in Capogruppo presidiano la definizione ed il monitoraggio di specifici limiti creditizi, volti al controllo di due differenti tipologie di rischio di concentrazione: esposizioni creditizie di importo rilevante in capo ad una singola controparte o ad un insieme di controparti economicamente correlate (c.d. bulk risk for Multinationals, Financial Institutions and Banks); esposizioni creditizie verso controparti appartenenti al medesimo settore di attività economica (sectorial risk). Le simulazioni di stress test costituiscono parte integrante della definizione delle strategie creditizie. Con l utilizzo degli stress test è possibile effettuare una nuova stima di alcuni parametri di rischio tra cui probabilità di default (PD), Perdita Attesa (EL), capitale economico e RWA, nell ipotesi di scenari macroeconomici e finanziari estremamente avversi ma plausibili. I parametri sottoposti a stress test sono utilizzati non solo per fini regolamentari (relativamente al Primo e Secondo Pilastro), ma anche quali indicatori gestionali di vulnerabilità del portafoglio di ogni singola Entità, linea di business, area / settore, gruppo economico o altro raggruppamento rilevante, nella condizione di una fase negativa del ciclo economico. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

13 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 In conformità alle disposizioni regolamentari, gli stress test sono effettuati con cadenza regolare su scenari di stress aggiornati e comunicati sia all Alta Direzione sia all Organo di Vigilanza. In aggiunta alle attività ordinarie, simulazioni ad hoc sono effettuate a fronte di specifiche richieste da parte dell Organo di Vigilanza. Tecniche di mitigazione del rischio di credito In conformità alla International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards (c.d normativa di Basilea II ), il Gruppo è fortemente impegnato a soddisfare tutti i requisiti necessari alla corretta applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) in relazione ai differenti approcci adottati Standardizzato o IRB Avanzato (A-IRB). A tale scopo, sono stati portati a compimento specifici progetti e sono state intraprese specifiche azioni volte sia all implementazione della normativa interna di Gruppo, sia allo sviluppo dei processi e dei Sistemi Informativi. Tenuto conto della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi (europei e non), le implementazioni sono state eseguite nel rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di Vigilanza dei Paesi di appartenenza delle singole Entità. Con specifico riferimento alle tecniche di mitigazione del rischio, sono in vigore linee guida generali di Gruppo emesse dalla Holding al fine di definire regole e principi comuni per l indirizzo, il governo e la gestione standardizzata delle tecniche di mitigazione del rischio in linea con le best practice e in conformità con i requisiti regolamentari previsti dal Nuovo Accordo sul Capitale (Basilea2). A seguito delle linee guida generali sulle tecniche di mitigazione del rischio, le singole Entità hanno emesso linee guida interne, specificando processi, strategie e procedure per la gestione delle garanzie in conformità con i principi di Gruppo. Le linee guida interne definiscono inoltre le regole per l eligibilità, la valutazione e la gestione delle garanzie e assicurano la validità, l opponibilità giuridica, la tempestività di realizzo delle garanzie in conformità con il sistema giuridico locale di ciascun Paese. Le Entità italiane hanno implementato le linee guida di Gruppo attraverso la Local Special Credit Policy- La mitigazione del rischio di credito- linee guida per le Entità Italiane mirata a definire un approccio formale sulle tecniche di mitigazione del rischio fornendo anche indicazioni di gestione e operative con particolare riferimento alla nuova normativa per la vigilanza prudenziale delle banche (Circolare 263 emanata dalla Banca d'italia il 27 dicembre 2006). Nel corso della seconda metà del 2010, nell'ambito del progetto One4C, è stata realizzata dalle Entità comprese nel perimetro una complessiva revisione della normativa interna sul credito e sulle garanzie e i collateral, al fine di dotare la nuova banca di un framework di regole aggiornato e coerente. Le singole Entità hanno realizzato attività di assessment sulla gestione delle garanzie e verifiche sulla compliance delle tecniche di mitigazione del rischio in particolare nell ambito dei processi di applicazione dei sistemi di rating interni, per verificare la presenza di una documentazione adeguata e di linee guida e procedure formalizzate per l utilizzo delle tecniche di mitigazione del rischio ai fini del calcolo del capitale regolamentare in coerenza i requisiti richiesti sulla gestione delle garanzie definiti nell ambito delle linee guida di Gruppo. In particolare, sono state disciplinate le regole generali per l ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio e la gestione delle garanzie reali e personali. Sono state altresì dettagliate norme specifiche per determinate categorie di garanzie reali. Le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non devono essere intese come elementi sostitutivi dell autonoma capacità di rimborso del debitore principale. Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e dell autonoma capacità di rimborso del debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed analisi per il ruolo di fonte sussidiaria di rimborso dell esposizione debitoria. 13

14 Nella valutazione delle tecniche di CRM, il Gruppo attribuisce particolare rilevanza sia al requisito della certezza giuridica di tutte le garanzie reali e personali, sia alla loro congruità. Le Entità devono porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di: assicurare il rispetto dei requisiti contrattuali e legali, in modo tale che i contratti di garanzia siano giuridicamente opponibili secondo quanto previsto dal corpus giuridico ad essi applicabile; condurre adeguati controlli di natura legale che avallino l effettiva opponibilità delle garanzie in tutte le giurisdizioni rilevanti e nei confronti di tutte le parti coinvolte. Le principali tipologie di garanzie utilizzate a supporto del credito dalle Entità del Gruppo sono principalmente le immobiliari, sia residenziali che commerciali, le garanzie finanziarie (inclusi i depositi in depositi in contante, le obbligazioni, azioni e quote di organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM)). Altri tipi di garanzie reali (pegno su merci o su crediti e polizze vita) sono meno comuni. Unicredit Group si avvale di accordi di compensazione. In generale questi sono considerati ammissibili se giuridicamente efficaci e opponibili in tutte le giurisdizioni pertinenti, anche in caso di insolvenza o fallimento della controparte. Le Entità possono utilizzare gli accordi di compensazione solo se sono in grado in qualsiasi momento, di determinare la posizione netta di compensazione (attività e passività con la stessa controparte soggetta al netting), il monitoraggio e il controllo dei debiti, crediti e il valore netto. Le garanzie personali possono essere utilizzate come elementi complementari e accessori alla concessione di prestiti, per i quali l'elemento di mitigazione del rischio è costituito dalla garanzia supplementare per il rimborso. Prima di acquisire una garanzia personale, il fornitore di protezione (o del venditore di protezione in caso di credit default swap) deve essere valutato al fine di misurare la sua solvibilità e profilo di rischio. L'effetto di copertura delle garanzie personali/derivati di credito ai fini della protezione del credito dipende essenzialmente dalla solvibilità del fornitore e l'importo garantito deve essere ragionevolmente proporzionato alla capacità economica del fornitore di protezione. Le Entità hanno sviluppato un sistema di gestione volto ad assicurare un chiaro ed efficace processo di valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie finalizzate a mitigare il rischio di credito. Esse sono tenute a stabilire controlli al fine di assicurare che le garanzie reali e personali acquisite mantengano la loro efficacia per l intera durata dell esposizione garantita. Dette garanzie risultano idonee nel caso in cui siano congrue rispetto alle esposizioni correlate e, per le garanzie personali, qualora non risultino rischi rilevanti in capo al fornitore di protezione. Il sistema di controllo delle tecniche di mitigazione del rischio di credito è incluso nell ambito processo di approvazione del credito e nel processo di monitoraggio del rischio di credito. Controlli e relative responsabilità sono debitamente formalizzate e documentate in norme interne e procedure operative. Le procedure di credito nelle aree di origination e di monitoraggio supportano ampiamente il processo di gestione delle garanzie per i controlli di qualità dei dati e la valutazione delle garanzie e per fornire un appropriato collegamento delle garanzie alle categorie di stima della LGD e ai fini CRM. Inoltre sono stati implementati processi per controllare tutte le informazioni utili per quanto riguarda l'identificazione e la valutazione delle garanzie ed il corretto inserimento nei sistemi. Il Gruppo ha sviluppato un sistema di gestione delle garanzie reali volto ad assicurare che il processo di valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie risulti chiaro ed efficace. I requisiti di ammissibilità, sia generali sia specifici, dovranno essere soddisfatti nel momento in cui la garanzia viene acquisita e ne dovrà essere assicurato il mantenimento fino alla scadenza. Coerentemente, le garanzie reali devono essere valutate con accuratezza e regolarmente e devono essere applicati opportuni scarti prudenziali in fase di acquisizione delle medesime, al fine di evitare che in caso di escussione si verifichino perdite inattese. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

15 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 La valutazione è basata sul valore corrente di mercato o sul prezzo al quale il bene sottostante può essere ragionevolmente venduto (c.d. valore equo ); il valore di mercato degli strumenti finanziari assunti in pegno viene opportunamente rettificato, con applicazione di adeguati scarti, in funzione sia della volatilità del mercato stesso sia di quello delle valute, in conformità a quanto disposto dai requisiti regolamentari di Basilea II. In caso di disallineamento di valuta tra la garanzia e l esposizione correlata, viene applicato un ulteriore scarto prudenziale. Possibili disallineamenti tra la scadenza dell esposizione e quella della garanzia a supporto vengono altresì considerati nella determinazione del valore della garanzia, rettificata mediante l applicazione del relativo scarto. I modelli attualmente in uso nel Gruppo sono prevalentemente basati su scarti prudenziali predeterminati. Un sistema di scarti stimati internamente tramite la metodologia Value at Risk (VaR), già in uso in alcune Entità, è in corso di adozione in tutto il Gruppo per la valutazione del rischio relativo alle garanzie reali finanziarie. L approccio metodologico prevede che il valore a copertura debba essere determinato per ciascun strumento finanziario sulla base del relativo market value (il cosiddetto mark- to-market ), rettificato di uno scarto che deve considerare la rischiosità intrinseca da rapportare a fattori diversi (quali il prezzo, il periodo di possesso ed il rischio di liquidità). Le principali Entità sono inoltre state dotate di uno strumento informatico per l'adeguamento automatico al valore di mercato degli strumenti finanziari acquisiti in pegno, garantendo in questo modo un monitoraggio costante della garanzia. Per quanto riguarda la valutazione delle garanzie immobiliari, specifici processi e procedure, assicurano che la valutazione dell immobile da parte di un perito indipendente venga effettuata ad un valore non superiore a quello di mercato. Per le Entità operanti in Austria, Germania e Italia, sono in essere sistemi di monitoraggio e rivalutazione degli immobili, gestiti tramite sistemi automatici basati su metodi statistici che utilizzano database interni o forniti da infoprovider esterni. Rischio di mercato Il rischio di mercato deriva dall effetto che variazioni nelle variabili di mercato (tassi di interesse, prezzi dei titoli, tassi di cambio, ecc ) possono generare sul valore economico del portafoglio del Gruppo, dove quest ultimo comprende le attività detenute sia nel trading book, ossia nel portafoglio di negoziazione, sia quelle iscritte nel banking book, ovvero l operatività connessa con la gestione caratteristica della banca commerciale e con le scelte di investimento strategiche. La gestione del rischio di mercato nel Gruppo UniCredit ricomprende, perciò, tutte le attività connesse con le operazioni di tesoreria e di gestione della struttura patrimoniale, sia nella Capogruppo, sia nelle singole società che compongono il gruppo stesso. Rischio di Mercato Portafoglio di Negoziazione Strategie e Processi di Gestione del Rischio Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo stabilisce le linee guida strategiche per l assunzione dei rischi di mercato definendo, in funzione della propensione al rischio e degli obiettivi di creazione di valore in rapporto ai rischi assunti, l allocazione del capitale per la Capogruppo stessa e per le società controllate. Il Comitato Rischi della Capogruppo ha funzione consultiva e propositiva circa le decisioni dell Amministratore Delegato e nella definizione di proposte dell Amministratore Delegato al Consiglio di Amministrazione sui seguenti temi: risk appetite di Gruppo inclusi obiettivi di capitalizzazione, criteri di allocazione del capitale, capacità di assunzione del rischio, cost of equity e politica dei dividendi nonché limiti di capitale interno; strategie generali per l ottimizzazione dei rischi, linee guida generali e politiche generali per la gestione dei rischi di Gruppo; modelli interni per la misurazione di tutte le tipologie di rischio ai fini del calcolo capitale di vigilanza; struttura dei limiti per tipologia di rischio; politiche strategiche e piani di funding. 15

16 Allo stesso modo delibera in merito a: la definizione delle linee guida relative alle politiche finanziarie di Gruppo (strategie di gestione dell attivo e del passivo, incluso il profilo della duration a livello Gruppo); l allocazione del rischio alle Business Unit ed alle Entità, linee guida e strategie specifiche relative ai rischi e conseguente definizione dei limiti per il raggiungimento degli obiettivi in termini di risk appetite e limiti per tipologia di rischio; metodi per la misurazione e controllo dei rischi aggregati di Gruppo (derivanti dalla aggregazione delle singole tipologie di rischio); linee guida, policies e strategie per il rischio immobiliare, il rischio su investimenti finanziari ed il rischio di business; i piani di intervento in caso di aspetti critici evidenziati dai report di validazione iniziali e nel tempo; tematiche inerenti l implementazione della normativa nota come Basilea II così come le relative attività di progetto ed i processi. Il Comitato Rischi è composto dai seguenti membri: Amministratore Delegato (Presidente del Comitato), Vice Direttori Generali, Chief Risk Officer (presiede il Comitato in assenza dell Amministratore Delegato), Chief Financial Officer, il Responsabile Legal & Compliance, il Responsabile CEE Division Program ed il Responsabile delle Risorse Umane. Il Responsabile della Direzione Internal Audit partecipa inoltre al Comitato Rischi in qualità di uditore senza diritto di voto. Struttura ed Organizzazione della funzione di Risk Management A giugno 2009, il Consiglio di Amministrazione ha approvato le linee guida per la riorganizzazione del Group Risk Management, con i seguenti obiettivi: miglioramento delle attività di indirizzo, coordinamento e controllo di alcuni rischi aggregati (chiamati Portfolio Risk ), attraverso centri di responsabilità dedicati ( Portfolio Risk Managers ) interamente focalizzati e specializzati sui sopraccitati rischi, da una prospettiva di Gruppo e Cross divisionale; mantenimento della coerenza col modello di business di Gruppo, assicurando una chiara specializzazione e focalizzazione da un punto di vista puramente transazionale di specifici centri di responsabilità sui rischi originati dalle funzioni di Gruppo deputate all assunzione dei rischi, allo stesso tempo mantenendo questi centri di responsabilità ( Transactional Risk Managers ) totalmente indipendenti dalle funzioni deputate all assunzione dei rischi (es. Business Units, funzioni di Tesoreria, Asset Management, Paesi CEE). Con riferimento al Market Risk in particolare è stato costituito il Markets & Balance Sheet Risks Portfolio Management department, responsabile di supervisionare e gestire il profilo complessivo per i rischi di mercato, bilancio e liquidità del Gruppo definendo tutte le relative strategie, metodologie e limiti. La funzione di Market & Balance Sheet Risks è responsabile della gestione dei rischi di trading book e banking book a livello di Gruppo e della garanzia dell uniformità delle politiche in materia di rischio di mercato, metodologie e prassi in tutti i settori e Legal Entity. Tale presidio è garantito attraverso una struttura organizzativa che si articola in tre unità, con le seguenti responsabilità: Market Risk: rischio di mercato da trading, ovvero il rischio di mercato originato dalle business lines che nel Gruppo sono autorizzate a gestire posizioni di trading (risk takers); Balance Sheet Risk: rischio di tesoreria, ovvero il rischio di mercato originato dai corrispondenti portafogli bancari specifici in tutto il Gruppo; Liquidity Risk: rischio di liquidità, ovvero il rischio che la banca non sia nelle condizioni di far fronte agli impegni di pagamento per cassa o per consegna previsti o imprevisti; Risk Architecture & Methodologie: responsabile delle tecnologie, dei metodi (incluso Model Testing) e del Processo Nuovi Prodotti; TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

17 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Il citato dipartimento si interfaccia a sua volta e coopera al fine del monitoraggio del rischio di mercato con le cosiddette funzioni di livello Transazionale responsabili per tutti i rischi (mercato, ma anche credito e operativi) originati dalle relative Aree Strategiche di Business (SBAs)/Divisioni (CIB&PB, Retail, Treasury, Asset Management e CEE). Per i rischi di mercato l esposizione prevalente è in CIB&PB (Corporate, Investment Bank & Private Bank) SBA nella quale è incluso il settore Investment Banking. Recentemente, a seguito della riorganizzazione del Risk Management di Gruppo, nell attività di monitoraggio dei rischi di mercato si è affiancata: l unità di CIB (Corporate & Investment Banking) Market Risk che fa parte del Dipartimento CIB&PB Risks, la quale in coordinamento con la funzione di Market & Balance Sheet Risk Portfolio Management assicura specificamente il presidio dei rischi della specie in capo alle società del gruppo che rientrano nel settore Investment Bank; il dipartimento Treasury Risks che in coordinamento con la funzione Market & Balance Sheet Risk Portfolio Management assicura specificamente il presidio dei rischi della specie in capo alla Holding ed alle società del gruppo che rientrano nel settore Retail. In funzione della riorganizzazione descritta, relativamente ai rischi di mercato è stata rivista la struttura dei Comitati responsabili in materia di rischi di mercato. Questa si articola su tre livelli: Comitati di Primo Livello: o Group Risk Committee Comitati di Secondo Livello: o Group Market Risk Committee o Group Asset & Liabilities Committee Comitati di Terzo Livello: o Group Transactional Markets Committe In linea generale la Capogruppo propone i limiti e le investment policy per il Gruppo e per le sue entità in sintonia con il processo di allocazione del capitale in sede di elaborazione del budget annuale. Inoltre l unità di Asset and Liability Management della Capogruppo, in coordinamento con gli altri centri di liquidità regionali, svolge l attività di gestione dell ALM strategico e operativo, con l obiettivo di assicurare l equilibrio degli assetti patrimoniali e la sostenibilità economica e finanziaria delle politiche di crescita del Gruppo nel mercato dei prestiti, ottimizzando il profilo di rischio di cambio, tasso e liquidità del Gruppo. La Capogruppo monitora le posizioni di rischio a livello di Gruppo. Le singole società componenti il Gruppo hanno la specifica responsabilità di gestire le proprie posizioni di rischio in coerenza con le politiche di gestione del rischio del Gruppo e di comunicare alla Capogruppo i risultati delle attività di monitoraggio da loro svolte. Le singole filiali producono resoconti giornalieri dettagliati sull andamento della loro attività e sulla rischiosità connessa, inviando la documentazione sui rischi di mercato alla Capogruppo. La responsabilità di aggregare tali informazioni e produrre la documentazione informativa sui rischi di mercato complessivi è in carico al Dipartimento Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management della Capogruppo, il quale si preoccupa di garantire che i modelli di misurazione del rischio di mercato delle filiali siano confrontabili e che i loro metodi di monitoraggio e gestione del rischio siano uniformi. Detto dipartimento della Capogruppo, inoltre, controlla le posizioni della Holding e le posizioni aggregate delle filiali, al fine di garantire il monitoraggio dell esposizione totale. Ogni società del Gruppo è comunque direttamente responsabile del controllo dei rischi secondo le linee guida impartite dalla Capogruppo. Restano assegnate alle singole Legal Entity e/o filiali le responsabilità relative allo svolgimento di New Products Process ( NPP ) a livello locale, alla realizzazione delle infrastrutture, alla validazione del P&L e al Desk Control. 17

18 Ambito di applicazione e caratteristiche dei sistemi di misurazione e di reporting del rischio Nel corso dell'esercizio 2010 è proseguito lo sviluppo e ampliamento dei modelli esistenti nella direzione di una sempre più accurata rappresentazione dei profili di rischio propri di portafogli di prodotti finanziari complessi. Il monitoraggio di detti profili di rischio è stato reso ancor più efficace e tempestivo attraverso l'introduzione di Limiti di Rischio Granulari che si aggiungono a quelli di VaR in relazione alle principali attività dell investment banking. Alla stessa stregua, sempre nell'ottica di un perseguimento di valutazioni di prodotto/portafoglio ispirate ai più rigorosi principi di prudenzialità, sono state raffinate e rese più incisive le metodologie per l'appostazione di riserve di valutazione sui prodotti di credito, con un focus particolare in merito a quelli strutturati. All interno del contesto organizzativo descritto in precedenza, la politica seguita dal Gruppo UniCredit nell ambito del market risk management è finalizzata ad una progressiva adozione ed utilizzo di principi, regole e processi comuni in termini di propensione al rischio, definizione dei limiti, sviluppo dei modelli, pricing e disamina dei modelli di rischio. Il Dipartimento Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management è specificamente chiamato a garantire che principi, regole e processi siano in linea con la miglior prassi di settore e coerenti con le norme e gli usi dei diversi paesi in cui vengono applicati. Il principale strumento utilizzato dal Gruppo UniCredit per la misurazione del rischio di mercato sulle posizioni di trading è il Value at Risk (VaR), calcolato secondo l approccio della simulazione storica. In questa fase di convergenza, tuttavia, alcune società appartenenti al Gruppo usano ancora un approccio simulativo di tipo Monte Carlo. In aggiunta ai Limiti di VaR, ulteriori specifiche limitazioni di rischio per la Divisione CIB sono definite in termini di: 1. Loss Warning Levels che sono definiti come il P&L Economico Accumulato su un periodo di 60 giorni a livello di soggetto che assume rischio. Questi si applicano alla Divisione e alle società che ne fanno parte. 2. Stress Test Warning Levels che rappresentano la massima perdita economica che il Gruppo è pronto ad accettare come scaturisce da uno Scenario di Stress Test pivot ; questo è lo scenario definito dal Market Risk Portfolio Management come via via il più appropriato secondo le condizioni di mercato attese e le caratteristiche di rischio prevelenti di portafoglio. Questi si applicano alla Divisione e alle società che ne fanno parte. Il proposito è quello di individuare esposizioni che possono minacciare i risultati economici di Gruppo e mettere in forse la sostenibilità del modello di business attraverso l acquisizione di uno specifico focus sui rischi di secondo ordine (non linearità) che normalmente non sono catturati dal VaR ma posso a loro volta generare perdite reali in determinate condizioni. 3. Granular Market Limits che sono definiti per le principali line di business/desk. Essi esistono indipendentemente, ma operano di concerto con i limiti al Rischio di Mercato e operano in modo consolidato attraverso le diverse società della divisione, se applicabili. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

19 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Politiche di copertura e di attenuazione del rischio Incontri su base settimanale si svolgono a livello del top management della Divisione CIB per discutere i principali fattori di rischio che determinano il risultato economico di portafoglio. Su base mensile un insieme di indicatori di rischio è fornita al Group Risk Committee attraverso l Enterprise Risk Management Report; questi includono gli utilizzi di VaR, Greche e risultati degli Stress Tests. Allo stesso tempo i superi di limiti sono riportati sia al Group Market Risk Committee che al Group Risk Committee, laddove il processo di escalation è normato dalla Policy Speciale sulla Gestione dei Limiti del Rischio di Mercato delle attività di Trading che definisce la natura delle varie soglie/limiti applicati come gli organismi competenti da coinvolgere per stabilire il più appropriato piano di azione per ricondurre le esposizioni nei limiti approvati. Se richiesto un focus è fornito di volta in volta sull attivià di specifici ambiti di business al fine di assicurare il più elevato livello di comprensione e di discussione dei rischi in date aree che sono ritenute meritevoli di particolare attenzione. Rischio operativo Si definisce rischio operativo il rischio di perdite dovute ad errori, violazioni, interruzioni, danni causati da processi interni, personale, sistemi o causati da eventi esterni. Tale definizione include il rischio legale e di compliance, ma esclude quello strategico e reputazionale. Ad esempio possono essere definite operative le perdite derivanti da frodi interne o esterne, rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro, reclami della clientela, distribuzione dei prodotti, multe e altre sanzioni derivanti da violazioni normative, danni ai beni patrimoniali dell azienda, interruzioni dell operatività e disfunzione dei sistemi, gestione dei processi. Framework di Gruppo per la gestione dei rischi operativi Il Gruppo UniCredit ha definito sistema di gestione dei rischi operativi l insieme di politiche e procedure per il controllo, la misurazione e la mitigazione dei rischi operativi nel Gruppo e nelle Entità controllate. Le politiche di rischio operativo, applicabili a tutte le Entità del Gruppo, sono principi comuni che stabiliscono il ruolo degli organi aziendali, della funzione di controllo dei rischi, nonché le interazioni con le altre funzioni coinvolte nel processo. La Capogruppo coordina le Entità del Gruppo secondo quanto stabilito nella normativa interna e nel manuale di controllo dei rischi operativi. Specifici comitati rischi (Comitato Rischi, ALCO, Comitato Rischi Operativi) sono costituiti per monitorare l esposizione, le azioni di mitigazione, le metodologie di misurazione e di controllo. Le metodologie di classificazione e controllo di completezza dei dati, analisi di scenario, indicatori di rischio, reporting e misurazione del capitale di rischio sono responsabilità di Operational & Reputational Risks Portfolio Management department di Capogruppo e sono applicate dalle Entità del Gruppo. Elemento cardine del sistema di controllo è l applicativo informatico a supporto per la raccolta dei dati, il controllo dei rischi e la misurazione del capitale. La conformità del sistema di controllo e misurazione dei rischi operativi alla normativa esterna e agli standard di Gruppo è valutata attraverso un processo di convalida interna. Responsabile di questo processo è il Group Internal Validation department della Capogruppo, struttura indipendente dall Operational & Reputational Risks Portfolio Management department. 19

20 Il Gruppo UniCredit ha ottenuto nel mese di marzo 2008 l autorizzazione all utilizzo del modello AMA (Advanced Measurement Approach) per il calcolo del capitale a fronte dei rischi operativi. L utilizzo di tale metodo verrà nel tempo esteso alle principali Entità del Gruppo in base ad un piano di roll out. Struttura organizzativa L Alta Direzione è responsabile per l approvazione di tutti gli aspetti rilevanti del framework di Gruppo dei rischi operativi, per la verifica dell adeguatezza del sistema di misurazione e controllo e viene informata regolarmente circa le variazioni del profilo di rischio e l esposizione ai rischi operativi, con l eventuale supporto di appositi comitati rischi. Il Comitato Rischi Operativi e Reputazionali di Gruppo, presieduto dal responsabile del Group Risk Management Control, è composto di membri permanenti e membri ospiti. La composizione del Comitato è stata rivista nel 2010, anche alla luce dei cambiamenti nella struttura organizzativa del Group CRO department. La missione del Comitato Rischi Operativi e Reputazionali di Gruppo per quanto riguarda i rischi operativi è di formulare proposte e pareri per il Comitato Rischi di Gruppo per: il risk appetite di Gruppo, compresi gli obiettivi e criteri di allocazione del capitale per i rischi operativi nel Gruppo; la struttura e definizione dei limiti per i rischi operativi e l allocazione alle Business Units, alle Entità del Gruppo e alle portfolios; l approvazione iniziale e modifiche fondamentali ai sistemi di controllo e misurazione dei rischi e gli applicativi per i rischi operativi, compresi possibili piani di azione, processi, IT e requisiti per la qualità dei dati, con il supporto delle autorizzazioni interne relative; strategie globali per l ottimizzazione dei rischi operativi, Governance Guidelines e Policies per la gestione dei rischi operativi nel Gruppo; piani di azione per affrontare possibili criticità rilevati nel sistema di controllo e misurazione dei rischi da Group Internal Validation e nelle attività dell Internal Audit; aggiornamenti su attività progettuali riguardanti Basilea 2 e i rischi operativi; attività relative all ICAAP per i rischi operativi; il report regolamentare annuale dell Internal Validation. Il Comitato Rischi Operativi e Reputazionali di Gruppo limitato ai rischi operativi ha invece funzioni deliberanti per: le Policies dedicate ai rischi operativi; le azioni correttive per il bilanciamento delle posizioni di rischio operativo a livello di gruppo, comprese le azioni di mitigazione pianificate, entro i limiti definiti dai organi competenti; le strategie assicurative a livello di Gruppo, compresei i rinnovi, massimali e franchigie; approvazione iniziale e modifiche fondamentali alle metodologie di controllo e misurazione dei rischi, con il supporto delle autorizzazioni interne relative. L Operational & Reputational Risks Portfolio Management department di Capogruppo fa capo al Group Risk Management (Group CRO) e supervisiona e gestisce il profilo complessivo dei rischi operativi e reputazionali del Gruppo attraverso la definizione delle relative strategie, metodologie e limiti. Per quanto riguarda la funzione di rischi operativi, il dipartimento si articola in tre unità organizzative. L unità di Operational Risk Methodologies and Control è responsabile per la definizione delle metodologie, del calcolo del capitale a rischio operativo di Gruppo e le linee guida per il controllo dei rischi operativi e ha inoltre un ruolo di supporto e controllo nei confronti delle funzioni di Operational Risk Management delle Entità per verificare il rispetto degli standard di Gruppo nella realizzazione dei processi e delle metodologie di controllo. L unità di Operational Risk Strategies and Mitigation è responsabile per la definizione e monitoraggio dei limiti di rischio e la identificazione delle strategie e misure correttive e il monitoraggio delle relative implementazioni. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

21 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 L unità Operational Risk Management è responsabile per l implementazione e mantenimento del sistema di gestione dei rischi operativi nella Capogruppo, UniCredit SpA. Le funzioni di Operational Risk Management nelle Entità controllate forniscono formazione specifica sui rischi operativi al personale, che può anche avvalersi di programmi di formazione disponibili via intranet e sono responsabili per la corretta realizzazione degli elementi del framework di Gruppo. Processo di convalida In ottemperanza ai requisiti regolamentari è stato istituito, sia presso la Capogruppo sia presso le pertinenti Entità del Gruppo, un processo di convalida interna del sistema di controllo e misurazione dei rischi operativi, al fine di verificarne la rispondenza alle prescrizioni normative ed agli standard di Gruppo. Questo processo è di responsabilità della unit Pillar II Risks and Operational Risk Validation, all interno del Group Internal Validation department. Le metodologie di Gruppo per la misurazione e allocazione del capitale a rischio sono convalidate a livello di Capogruppo dalla unità sopraccitata, mentre l implementazione del sistema di controllo e gestione dei rischi operativi nelle Entità controllate è valutata dalle funzioni locali di Operational Risk Management seguendo le istruzioni e linee guida emesse dal Group Internal Validation department. I risultati delle valutazioni locali sono rivisti annualmente dal Group Internal Validation department che esegue ulteriori analisi su dati e documentazione. Report dettagliati vengono poi sottoposti al CRO di Gruppo per l emissione di specifiche Non Binding Opinion alle Entità. I report di convalida locale, insieme alla opinion della Capogruppo e al report dell Internal Audit, sono presentati per approvazione ai competenti Organi delle Entità controllate. I risultati dell attività di convalida, sia a livello di Capogruppo sia delle singole Entità, sono consolidati annualmente nel Group Validation report che, insieme alla relazione annuale dell Internal Audit, è presentato al Consiglio di Amministrazione di UniCredit. Un reporting regolare sulle attività di convalida è inoltre indirizzato al Comitato Rischi Operativi e Reputazionali di Gruppo. Reporting Un sistema di reporting è stato sviluppato dalla Capogruppo per informare l Alta Direzione e gli organi di controllo interno in merito all esposizione ai rischi operativi del Gruppo e alle azioni intraprese per mitigarli. In particolare, con periodicità trimestrale, vengono forniti aggiornamenti sull andamento delle perdite operative, la stima del capitale a rischio, le principali iniziative intraprese per la mitigazione dei rischi operativi nelle varie aree di business e le perdite operative sofferte nei processi creditizi (cd. perdite cross-credit ). Una sintesi sull andamento degli indicatori di rischio più significativi viene distribuita con cadenza mensile. Al Comitato Rischi Operativi e Reputazionali di Gruppo vengono inoltre presentati i risultati delle principali analisi di scenario svolte a livello di Gruppo e le relative azioni di mitigazione intraprese Gestione e mitigazione del rischio La gestione del rischio consiste nella revisione dei processi per la riduzione dei rischi rilevati e nella gestione delle relative politiche assicurative, con l identificazione di idonee franchigie e limiti, mentre la verifica regolare dei piani di continuità operativa assicura la gestione del rischio operativo nei casi di interruzione dei principali servizi. 21

22 Nelle Entità controllate, il Comitato Rischi (o altri organi, secondo quanto previsto dalla regolamentazione locale) rivede i rischi rilevati dalle funzioni di Operational Risk, con il supporto delle funzioni interessate, e verifica le iniziative di mitigazione. Altri rischi e loro integrazione Le fattispecie di rischio precedentemente descritte, pur rappresentando le principali tipologie, non esauriscono il novero di tutte quelle considerate rilevanti per il gruppo, per le quali sono state definite le modalità di aggregazione per giungere alla misurazione della rischiosità complessiva, integrando le singole tipologie tramite la determinazione del capitale interno. Questi sforzi sono volti al conseguimento di due obiettivi: il principale è il miglioramento della comprensione dei value driver all interno di ciascuna linea di business, in modo che la funzione Risk Management possa svolgere un efficace ruolo di supporto nei processi decisionali. Il secondo obiettivo è rappresentato dall affinamento dei sistemi di controllo interno, di cui la funzione Risk Management è uno dei principali attori. L attività di definizione delle tipologie di rischio rilevanti, viene svolta in due fasi. Nella prima fase si provvede alla ricognizione dei rischi impliciti nelle proprie posizioni - attive o passive - e nelle attività svolte, nella seconda alla definizione delle modalità di misurazione. Relativamente alla prima fase, il Gruppo ha individuato le seguenti tipologie di rischio, oltre a quelle precedentemente indicate: rischio di business ( business risk ); rischio immobiliare ( real estate risk ); rischio degli investimenti finanziari ( financial investment risk ); rischio strategico; rischio reputazionale. Di seguito sono riportate le definizioni degli stessi. Rischio di business Deriva da una contrazione dei margini non determinata da rischi di mercato, di credito ed operativo, ma da variazioni del contesto competitivo o del comportamento dei clienti, che possono indurre gravi perdite. Il business risk viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita negli utili sia come input del capitale interno. I dati di esposizione inclusi nel calcolo del Business Risk sono derivati dai conti economici delle Società del Gruppo per le quali tale rischio risulta rilevante e la definizione di ricavi e costi è tale da non creare sovrapposizioni con i rischi di credito, mercato e operativi. Le volatilità e le correlazioni sono stimate a livello divisionale sulla base delle serie storiche mensili dei conti economici delle Società Grandi e Medie appartenenti al Gruppo. Il rischio di business è misurato dall Earning at Risk, definito come la massima perdita con un intervallo di confidenza pari al 99,97% e orizzonte temporale di un anno sotto l ipotesi di normalità della distribuzione. Il Business Risk è calcolato a livello di Gruppo, divisione, Sottogruppo e Società, in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato, dove per quest ultimo il beneficio di intra-diversificazione viene allocato alle Società con un approccio proporzionale. A scopo di monitoraggio, il busines risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale aggregato per supportare il processo di allocazione del capitale. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

23 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Rischio immobiliare ( real estate risk ) Consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni negative del valore del portafoglio immobiliare di proprietà del Gruppo, in capo alle società, a trust immobiliari ed a special-purpose vehicle, mentre sono esclusi gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie ipotecarie e i beni concessi in leasing. Il real estate risk viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nel portafoglio immobiliare sia come input del capitale interno. La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza semestrale, sulla base di un format pre-determinato dalla Capogruppo, e le Società sono tenute a fornire informazioni di carattere generale sugli immobili, tra cui il relativo valore di mercato e di bilancio. Ai fini del calcolo del rischio immobiliare, qualora il valore di mercato non possa essere fornito, esso viene sostituito con il valore di bilancio. A ciascuna Società è inoltre richiesto di associare le proprietà ad indici di area o regionali necessari per il calcolo di volatità e correlazioni nel modello. Il calcolo del real estate risk è basato sulla massima perdita potenziale con un intervallo di confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno tramite il metodo varianza-covarianza sotto ipotesi di normalità della distribuzione. È misurato a livello Gruppo, divisione, sottogruppo e società, in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato; il beneficio di diversificazione intra-rischio viene allocato alle singole Società sulla base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo da queste apportato. A scopo di monitoraggio, il real estate risk è calcolato semestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale aggregato per supportare il processo di allocazione del capitale. Rischio di investimenti finanziari ( financial investment risk ) Deriva dal portafoglio di partecipazioni finaziarie in società non appartenenti al Gruppo e non incluse nel portafoglio di negoziazione (trading book). Tale rischio viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nelle partecipazioni sia come input del capitale interno. Il portafoglio delle partecipazioni finanziarie comprende principalmente azioni (quotate e non quotate), derivati su equity, private equity, partecipazioni in fondi comuni, hedge e di private equity. Per tutte le esposizioni in equity del Gruppo, l assorbimento di capitale può essere calcolato in base a un approccio PD/LGD o un approccio di mercato. L approccio PD/LGD è utilizzato per la valutazione delle società non quotate, inclusi gli investimenti diretti in private equity; l approccio di mercato viene applicato alle partecipazioni azionarie in società quotate e i relativi strumenti di copertura, tutti i fondi comuni, di hedge e private equity, attraverso una mappatura degli indici di mercato. Le esposizioni sono fornite principalmente dai dipartimenti di Capogruppo di Shareholding e Accounting e integrate con i contributi da parte delle Società, in particolare riguardo i controlli sulla qualità dei dati. Nell approccio di mercato, le volatilità e correlazioni sono calcolate sulla base delle serie storiche degli indici regionali e settoriali o del prezzo dell azione per gli investimenti in società quotate. Il modello di misurazione si basa sulla massima perdita potenziale, detta Valore a Rischio (VaR), con intervallo di confidenza al 99,97% e orizzonte temporale di un anno. Il VaR è calcolato a livello Gruppo, divisione, sottogruppo e società sia in termini di capitale di rischio stand-alone sia diversificato. Per quest ultimo il beneficio di diversificazione intra-rischio viene allocato alle singole Società sulla base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo da queste apportato. A scopo di monitoraggio, il financial investment risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale interno per supportare il processo di allocazione del capitale. 23

24 Rischio strategico Dipende da inattesi cambiamenti nel contesto di mercato, dal mancato riconoscimento delle tendenze in atto nel settore bancario, ovvero da inappropriate valutazioni riguardo a tali tendenze. Ciò può portare a decisioni devianti per il raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo e che possono risultare difficilmente reversibili. Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit monitora costantemente le performance del management, analizzando le informazioni ricevute dagli organi competenti e confrontando periodicamente i risultati raggiunti con i target fissati. UniCredit possiede una struttura di Corporate Governace che permette la gestione del rischio strategico a livello di Gruppo. Tale struttura è conforme alla regolamentazione locale e in particolare alle raccomandazioni emesse dalla Borsa Italiana nel Marzo 2006 per le società quotate. La struttura di Corporate Governance assicura che le decisioni strategice siano di competenza del solo Consiglio di Amministrazione. In particolare gli argomenti di compenteza dell alta Direzione di Unicredit sono relativi all emanazione di linee guida di carattere generale e all approvazione e implementazione di tutti i piani strategici, di business e finanziari del Gruppo. Al fine di mitigare il rischio strategico, UniCredit stà rafforzando internamente la cultura del rischio, in particolare un importante iniziativa intrapresa nel corso 2010 è il lancio della Risk Accademy. Questa iniziativa è stata realizzata con la finalità di creare un centro di eccellenza formativa in materia di rischio a livello di Gruppo. Rischio reputazionale Il rischio reputazionale è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili, derivante da una percezione negativa dell immagine del Gruppo Bancario da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza. Nell agosto 2010 il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha approvato le Group Reputational Risk Governance Guidelines che definiscono un insieme di principi e di regole per la misurazione e il controllo del rischio reputazionale. A livello di Capogruppo, la funzione Reputational Risk Measurement and Control è collocata all interno del dipartimento Operational and Reputational Risks Portfolio Management, che riporta direttamente al Responsabile del Group Risk Management. Le Governance Guidelines sono state distribuite alle Entità Legali del Gruppo UniCredit, per la loro successiva implementazione, tramite lettera a firma dell Amministratore Delegato e del Responsabile del Group Risk Management. Gli obiettivi principali della funzione Reputational Risk Measurement and Control sono: sviluppare le metodologie per la misurazione e controllo del rischio reputazionale, favorendone l identificazione, la valutazione e la misurazione; monitorare l implementazione nelle Entità Legali delle metodologie relative ai rischi reputazionali (linee guida generali declinate per la gestione ed il controllo del rischio reputazionale), definendo compiti da eseguire su base regolare; proporre azioni di mitigazione alle funzioni e agli organi competenti; definire le regole operative per valutare il rischio reputazionale dei prodotti. Inoltre, il Group Operational and Reputational Risk Committee, con riporto al Group Risk Committee, ha il ruolo di assicurare la coerenza delle politiche e delle procedure di rischio reputazionale nelle Divisioni di Business e Entità Legali, controllando e monitorando, a livello di Gruppo, il Reputational Risk portfolio. Inoltre, il Group Transactional Credit Commitee ha il compito di valutare il profilo reputazionale delle singole transazioni, basandosi sulle richieste presentate dal business, in linea con quanto definito dalle politiche di rischio reputazionale. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

25 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Infine, nel dicembre 2010, il Group Risk Committee ha approvato la Non Co-operative Jurisdictions (NCJs) Reputational Risk Special Policy che mira a definire regole e principi per la gestione del nuovo business nelle NCJs, al fine di preservare il Gruppo UniCredit dall assunzione di rischio reputazione e fiscale. Alla Special Policy indicata si aggiungono le già esistenti Defense/Weapons Industry e Nuclear Energy Reputational Risk Special Policies. Modalità di misurazione rischi All interno del processo di valutazione dell adeguatezza patrimoniale (ICAAP), coerentemente con il Secondo Pilastro di Basilea II, i rischi di credito, mercato, operativo, di business, immobiliare e di investimenti finanziari sono misurati in maniera quantitativa tramite: capitale economico e aggregazione come componente del capitale interno; stress test. Il profilo di rischio delle società di medie e grandi dimensioni e delle small plus è calcolato in maniera analitica analizzando le singole transazioni, mentre per quelle piccole si usa un approccio sintetico (approccio top down). Il Gruppo misura i rischi di business, immobiliare e di investimenti finanziari con un modello quantitativo, dal momento che l importo di capitale così calcolato fronteggia le perdite potenziali. La natura multi dimensionale del rischio richiede di affiancare alla misurazione del capitale economico un analisi di stress test, non solo al fine di stimare le perdite in alcuni scenari, ma anche di cogliere l impatto delle determinanti delle stesse. Lo stress test è effettuato sia in relazione alle singole tipologie di rischio, sia alla loro aggregazione, tramite la simulazione di cambiamenti congiunti dei fattori di rischio, in modo da supportare coerentemente la stima del capitale economico aggregato. La stima dello Stress Test aggregato considera contemporaneamente l ammontare dei singoli rischi in scenari di stress oltre che il minore beneficio di diversificazione in condizioni di crisi. L adeguatezza delle singole metodologie di misurazione dei rischi sottostanti l ICAAP e della loro coerenza complessiva, inclusi gli stress test e l aggregazione dei rischi, è oggetto dell attività di verifica della validazione interna. Capitale Economico Aggregato e Capitale Interno Il Capitale Economico Aggregato rappresenta il capitale da detenere a fronte delle possibili perdite relative a tutte le attività del Gruppo. Il Capitale economico aggregato di Gruppo prende in considerazione tutti i rischi definiti dal gruppo come tangibili e quantificabili coerentemente con i requisiti di Secondo Pilastro (rischi di mercato, credito, operativo, business, investimenti finanziari e rischio immobiliare, includendo l effetto di diversificazione tra i rischi stessi - inter-diversificazione - e all interno di ciascun portafoglio -intra-diversificazione-). Esso è calcolato tramite un approccio varianza-covarianza con un orizzonte temporale di un anno e ad un livello di confidenza del 99,97%, derivante dal rating target di Gruppo. La matrice di correlazione che include la dipendenza tra rischi si ottiene combinando stime di esperti (analisi di benchmark) con stime empiriche di correlazione lineare tra serie storiche di specifici fattori di rischio. La metodologia del modello di aggregazione, è stata rivista per utilizzare, nel 2011, la funzione Copula e una stima Bayesiana delle correlazioni. Il Capitale Interno, in linea con la propensione al rischio di Gruppo, viene calcolato aggiungendo al Capitale Economico Aggregato un cuscinetto prudenziale che tiene conto dell impatto del ciclo economico e dell incertezza intrinseca alle misure di rischio. Il Capitale Interno è un elemento fondamentale nel processo di valutazione dell adeguatezza patrimoniale del Gruppo tramite il confronto con le Risorse Finanziare Disponibili (Available Financial Resources) definendo la Risk Taking Capacity di Gruppo. Coerentemente con il sistema di governance, la Capogruppo è responsabile dello sviluppo della metodologia, della misurazione a livello di Gruppo e divisioni, della definizione e dell implementazione dei 25

26 processi per la misurazione del Capitale Economico e del Capitale Interno secondo i modelli di Gruppo. Ciascuna Entità, inoltre, è responsabile dello sviluppo dei relativi processi al fine della misurazione del rischio in conformità a quanto stabilito dalla Capogruppo. A fini di controllo, il Capitale Economico viene calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare il processo di allocazione del capitale. Inoltre, la realizzazione di analisi di stress test aggregato consente di considerare gli effetti di scenari macroeconomici particolarmente penalizzanti, sia in termini di perdita condizionata sia in termini di capitale economico stressato. Processo di Valutazione dell Adeguatezza Patrimoniale (ICAAP-Internal Capital Adequacy Assessment Process) Coerentemente con le disposizioni del Secondo Pilastro di Basilea II, la misurazione del profilo di rischio è un elemento fondamentale del processo di valutazione dell adeguatezza patrimoniale (ICAAP). L approccio di Gruppo prevede cinque fasi: definizione dei rischi e del perimetro di riferimento; misurazione e gestione dei rischi; pianificazione del capitale e definizione della propensione al rischio; monitoraggio ed informativa; risk governance. La misurazione del profilo di rischio è effettuata tramite il capitale interno, che è pari all aggregazione del capitale economico relativo ai rischi descritti, al netto dei benefici di diversificazione, più un cushion che considera elementi rilevanti per la determinazione del profilo di rischio quali la variabilità del ciclo economico e il rischio di modello (con riferimento alla qualità dei dati e l accuratezza dei modelli). Il profilo di rischio è definito tramite Internal Capital per le società grandi, medie e small plus mentre per quelle piccole si utilizza un approccio sintetico per consentire un efficiente processo di misurazione a livello consolidato. Il capitale interno è poi articolato a livello consolidato in base alla struttura divisionale. L adeguatezza patrimoniale è da intendersi come equilibrio del patrimonio e dei rischi assunti, in ottica sia di Primo che di Secondo Pilastro, dove è misurata rispettivamente dal Core Tier 1 Ratio, Total Capital Ratio e dalla Risk Taking Capacity. Quest ultima è pari al rapporto tra la il capitale disponibile (AFR - Available Financial Resources) ed il Capitale Interno. Le AFR sono le risorse che possono essere utilizzate per tutelare la banca dall insolvenza. Occorre che tali risorse siano impegnate e definite su base contrattuale, affinché si possa fare affidamento su di esse in periodi di crisi. Poiché le perdite incidono sulle AFR, queste possono anche essere definite come l ammontare di perdite che può essere assorbito prima che la banca divenga insolvente. Il processo di pianificazione del capitale riguarda l allocazione dello stesso alle divisioni e Entità per il raggiungimento degli obiettivi di creazione di valore in base alla propensione al rischio. Il Gruppo, infatti, si pone l obiettivo di generare sul lungo periodo un reddito superiore a quello necessario a remunerare i rischi (costo del capitale di rischio) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il rendimento per i propri azionisti. La propensione al rischio può essere definita come la variabilità in termini di risultati, sia a breve sia a lungo termine, che l Alta Direzione è disposta ad accettare a sostegno di una strategia definita. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

27 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Il quadro di riferimento della propensione a rischio adottato da UniCredit è costituito da tre aree: Adeguatezza patrimoniale; Profittabilità e rischi; Liquidità e provvista (funding). La propensione al rischio e gli obiettivi fissati sono oggetto di monitoraggio e reportistica regolare. La Capogruppo, inoltre, è tenuta a presentare un resoconto su base consolidata riguardo l adeguatezza patrimoniale ed il relativo processo di valutazione, in conformità alle linee guida della Banca d Italia fornendo al contempo un quadro sulle principali Entità. La governance alla base del processo di adeguatezza patrimoniale si articola in due dimensioni: all interno di ciascuna Entità, inclusa la Capogruppo; nelle relazioni tra la Capogruppo (con funzioni di guida, supporto e controllo),le divisioni, le subholding e le entità. Il processo di adeguatezza patrimoniale riveste un importanza fondamentale all interno del Gruppo e richiede pertanto un sistema adeguato di governance dei rischi che assicuri il coinvolgimento dell Alta Direzione ed un appropriata allocazione delle attività di ICAAP alle funzioni competenti. Di fatto, la responsabilità finale è in capo al Consiglio di Amministrazione, poiché il processo di adeguatezza patrimoniale richiede la determinazione della propensione al rischio e la definizione di un indirizzo per la corretta allocazione delle risorse patrimoniali disponibili. L Alta Direzione identifica gli organi/le strutture rilevanti che partecipano al processo e adotta decisioni in merito all attività di segnalazione nei confronti dell organo decisionale competente (ad esempio, il Comitato Rischi di Gruppo). Reporting L Unità di Group Risk Reporting nell ambito della funzione CRO del Gruppo redige la reportistica finanziaria e del portafoglio soggetto a rischio di credito attraverso vari report sia ricorrenti che specifici con cadenze mensili e trimestrali. I suoi principali obiettivi consistono nell analizzare i principali drivers e parametri del rischio di credito (ad es. esposizione al default (EAD), perdita attesa (EL), migrazioni, rettifiche di valore, rapporto di copertura, costo del rischio ecc.), principalmente in ottica di Gruppo e divisionale, nonché di fornire una rappresentazione aggregata di tutti i rischi fronteggiati dal Gruppo UniCredit. La reportistica prodotta ha la finalità di supportare le decisioni manageriali di gestione e mitigazione del rischio. L Unità di Group Risk Reporting ha, altresì, il compito di assicurare la congruenza delle definizioni e delle metriche di rischio utilizzate nonché l efficienza e l efficacia dell intero corpus dei report prodotti all interno della Competence Line del CRO sia a livello di Holding sia a livello di Società del Gruppo. Nel corso del 2010 l Unità di Group Risk Reporting ha proseguito nell attività di perfezionamento della qualità dei dati e dei processi di reporting, rivedendo i report già esistenti ed approfondendo l analisi dei dati anche alla luce delle mutate condizioni di mercato. Le unità dedicate al reporting nell ambito dei portafogli e dei settori di attività hanno inoltre contribuito a monitorare le posizioni esposte a rischio di credito all interno dei propri perimetri di competenza. 27

28 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

29 Tavola 2 Ambito di applicazione >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Informativa qualitativa In questa sezione del terzo pilastro è esposta l area di consolidamento prudenziale del gruppo UniCredit; in questo ambito, denominato Gruppo Bancario, sono incluse società controllate che presentano le seguenti caratteristiche: società bancarie, finanziarie e strumentali controllate direttamente o indirettamente dalla capogruppo e a cui si applica il metodo di consolidamento integrale; società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate direttamente o indirettamente dalla capogruppo in misura pari o superiore al 20 per cento, quando siano controllate congiuntamente con altri soggetti e in base ad accordi con essi; a queste si applica il metodo di consolidamento proporzionale; alle seguenti entità viene applicato il metodo del patrimonio netto: - alle altre società bancarie e finanziarie partecipate direttamente o indirettamente dalla capogruppo in misura pari o superiore al 20 per cento o comunque sottoposte a influenza notevole; - alle imprese, diverse dalle società bancarie, finanziarie e strumentali, controllate direttamente o indirettamente dalla capogruppo in modo esclusivo o congiunto oppure sottoposte ad influenza notevole. Si precisa che, in conformità alla normativa citata, le partecipazioni in società bancarie e finanziarie con percentuale di partecipazione superiore al 10% sono dedotte dal patrimonio di vigilanza; le altre partecipazioni vengono considerate fra le attività di rischio ponderate. Si precisa che l area di consolidamento è costruita secondo la normativa prudenziale precedentemente citata e che la stessa differisce dall area di consolidamento del bilancio d esercizio, che si riferisce allo standard IAS/IFRS; questa situazione può generare disallineamenti tra insiemi di dati omogenei presenti in questo documento e nel bilancio d esercizio: i diversi trattamenti sono esposti nelle liste presenti in questa sezione. 29

30 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo UNICREDIT SPA BANCHE ROMA ITALIA X X AB IMMOBILIENVERWALTUNGS-GMBH ACTIVE ASSET MANAGEMENT GMBH AI BETEILIGUNG GMBH ALINT 458 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. ALLEGRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ALLIB LEASING S.R.O. ALLIB NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA ALLIB ROM S.R.L. ALMS LEASING GMBH. ALPINE CAYMAN ISLANDS LTD. ALV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GRUNWALD GERMANIA X X BAD HOMBURG GERMANIA X X PRAGA REPUBBLICA X X CECA ZAGABRIA CROAZIA X X BUCAREST ROMANIA X X GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X ANI LEASING IFN S.A. ANTARES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ARANY PENZUGYI LIZING ZRT. ARNO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. BUCAREST ROMANIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X AS UNICREDIT BANK BANCHE RIGA LATVIA X X ASPRA FINANCE SPA ATF CAPITAL B.V. ATF FINANCE JSC ATF INKASSATSIYA LTD AUSTRIA LEASING GMBH AUTOGYOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG B.I. INTERNATIONAL LIMITED BA- ALPINE HOLDINGS, INC. BA BETRIEBSOBJEKTE GMBH BA BETRIEBSOBJEKTE GMBH & CO BETA VERMIETUNGS OG BA BETRIEBSOBJEKTE PRAHA SPOL.S.R.O. BA CA LEASING (DEUTSCHLAND) GMBH STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI MILANO ITALIA X X ROTTERDAM OLANDA X X ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X BUDAPEST UNGHERIA X X GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X WILMINGTON U.S.A. X X PRAGA REPUBBLICA CECA BAD HOMBURG GERMANIA X X X X BA CA SECUND LEASING GMBH BA CREDITANSTALT BULUS EOOD BA EUROLEASE BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOFIA BULGARIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

31 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo BA GVG-HOLDING GMBH BA PRIVATE EQUITY GMBH BA/CA-LEASING BETEILIGUNGEN GMBH BA/CA-LEASING FINANZIERUNG GMBH BAC FIDUCIARIA SPA BA-CA ANDANTE LEASING GMBH BACA CENA IMMOBILIEN LEASING GMBH BACA CHEOPS LEASING GMBH BA-CA CONSTRUCTION LEASING OOO BA-CA FINANCE (CAYMAN) II LIMITED BA-CA FINANCE (CAYMAN) LIMITED BACA HYDRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI STRUMENTALI DOGANA SAN MARINO X X SAN RUSSIA X X PIETROBURGO GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X BACA KOMMUNALLEASING GMBH BACA LEASING ALFA S.R.O. BACA LEASING CARMEN GMBH BA-CA LEASING DREI GARAGEN GMBH BACA LEASING GAMA S.R.O. BA-CA LEASING MAR IMMOBILIEN LEASING GMBH BA-CA LEASING MODERATO D.O.O. BACA LEASING UND BETEILGUNGSMANAGEMENT GMBH BA-CA MARKETS & INVESTMENT BETEILIGUNG GMBH BACA MINOS LEASING GMBH BACA NEKRETNINE DOO BA-CA PRESTO LEASING GMBH BACA ROMUS IFN S.A. BACAL ALPHA DOO ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA BACAL BETA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA BACA-LEASING AQUILA INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING GEMINI INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING NERO INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING OMIKRON INGATLANHASZNOSTO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG PRAGA REPUBBLICA X X CECA PRAGA REPUBBLICA X X CECA LJUBLJANA SLOVENIA X X BANJA LUKA BOSNIA AND X X HERCEGOVINA BUCAREST ROMANIA X X ZAGABRIA CROAZIA X X ZAGABRIA CROAZIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X 31

32 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo BACA-LEASING URSUS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BA-CREDITANSTALT LEASING ANGLA SP. Z O.O. BAL CARINA IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL DEMETER IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL HESTIA IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL HORUS IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL HYPNOS IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL LETO IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL OSIRIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. BAL PAN IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL SOBEK IMMOBILIEN LEASING GMBH BALEA SOFT GMBH & CO. KG BALEA SOFT VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH BANCA AGRICOLA COMMERCIALE DELLA R.S.M. S.P.A. BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING IMMOBILIENANLAGEN GMBH BANK AUSTRIA FINANZSERVICE GMBH BANK AUSTRIA GLOBAL INFORMATION SERVICES GMBH BANK AUSTRIA HUNGARIA BETA LEASING KORLATOLT FELELOSSEGU TSRSASAG BANK AUSTRIA LEASING ARGO IMMOBILIEN LEASING GMBH BANK AUSTRIA LEASING HERA IMMOBILIEN LEASING GMBH BANK AUSTRIA LEASING IKARUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. BANK AUSTRIA LEASING MEDEA IMMOBILIEN LEASING GMBH STRUMENTALI STRUMENTALI BANCHE STRUMENTALI BUDAPEST UNGHERIA X X VARSAVIA POLONIA X X AMBURGO GERMANIA X X AMBURGO GERMANIA X X BORGO MAGGIORE SAN MARINO X X BUDAPEST UNGHERIA X X BANK AUSTRIA REAL INVEST CLIENT INVESTMENT GMBH BANK AUSTRIA REAL INVEST GMBH BANCHE BANK AUSTRIA REAL INVEST IMMOBILIEN-KAPITALANLAGE GMBH BANCHE BANK AUSTRIA WOHNBAUBANK AG BANCHE BANK PEKAO SA BANCHE VARSAVIA POLONIA X X BANKHAUS NEELMEYER AG BANCHE BREMA GERMANIA X X BARODA PIONEER ASSET MANAGEMENT COMPANY LTD MUMBAI INDIA X X BAULANDENTWICKLUNG GDST 1682/8 GMBH & CO OEG BDR ROMA PRIMA IRELAND LTD DUBLINO IRLANDA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

33 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELL SCHAFT DER BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING GMBH BIL LEASING-FONDS GMBH & CO VELUM KG BIL LEASING-FONDS VERWALTUNGS- GMBH BIL V & V VERMIETUNGS GMBH BLUE CAPITAL EQUITY GMBH BLUE CAPITAL FONDS GMBH BORDER LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFTM.B.H. BREAKEVEN SRL BREWO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. BULBANK AUTO LEASING EOOD BULBANK LEASING EAD BV GRUNDSTUCKSENTWICKLUNGS- GMBH CABET-HOLDING- AKTIENGESELLSCHAFT CABO BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. CAC REAL ESTATE, S.R.O. CAC-IMMO SRO CAFU VERMOGENSVERWALTUNG GMBH & CO. OG CA-LEASING ALPHA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING BETA 2 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING DELTA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING EPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING EURO, S.R.O. CA-LEASING KAPPA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING LAMBDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING OMEGA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING OVUS S.R.O. CA-LEASING PRAHA S.R.O. CA-LEASING SENIOREN PARK GMBH CA-LEASING TERRA POSLOVANJE Z NEPREMICNINAMI D.O.O. STRUMENTALI MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA AMBURGO GERMANIA X X AMBURGO GERMANIA X X VERONA ITALIA X X SOFIA BULGARIA X X SOFIA BULGARIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA PRAGA REPUBBLICA X X CECA CESKE REPUBBLICA X X BUDEJOVICE CECA BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X PRAGA REPUBBLICA X X CECA BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X PRAGA REPUBBLICA X X CECA PRAGA REPUBBLICA X X CECA LJUBLJANA SLOVENIA X X 33

34 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo CA-LEASING YPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING ZETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CALG 307 MOBILIEN LEASING GMBH CALG 443 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG 451 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG ALPHA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG ANLAGEN LEASING GMBH CALG ANLAGEN LEASING GMBH & CO GRUNDSTUCKVERMIETUNG UND - VERWALTUNG KG CALG DELTA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG GAMMA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1050 WIEN, SIEBENBRUNNENGASSE OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1120 WIEN, SCHONBRUNNER SCHLOSS-STRASSE OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ACHT OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT FUNF OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT VIER OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ZEHN OG CALG MINAL GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CAL-PAPIER INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CAMERON GRANVILLE 2 ASSET MANAGEMENT INC CAMERON GRANVILLE 3 ASSET MANAGEMENT INC. CAMERON GRANVILLE ASSET MANAGEMENT (SPV-AMC), INC BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X TAGUIG FILIPPINE X X TAGUIG FILIPPINE X X TAGUIG FILIPPINE X X CARD COMPLETE SERVICE BANK AG BANCHE CARDS & SYSTEMS EDV- DIENSTLEISTUNGS GMBH CDM CENTRALNY DOM MAKLERSKI PEKAO SA CEAKSCH VERWALTUNGS GMBH CENTRUM KART SA CENTRUM BANKOWOSCI BEZPOSREDNIEJ SPOLKA Z OGRANICZONA ODPOWIEDZIALNOSC CHARADE LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. CHEFREN LEASING GMBH STRUMENTALI STRUMENTALI VARSAVIA POLONIA X X VARSAVIA POLONIA X X CRACOVIA POLONIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

35 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo CIVITAS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. CJSC BANK SIBIR BANCHE OMSK CITY RUSSIA X X CLOSED JOINT-STOCK COMPANY UNICREDIT SECURITIES CO.RI.T. S.P.A. IN LIQUIDAZIONE COFIRI S.P.A. IN LIQUIDAZIONE COMMUNA - LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESEL LSCHAFT M.B.H. MOSCA RUSSIA X X ROMA ITALIA X X ROMA ITALIA X X CONTRA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. CORDUSIO FIDUCIARIA PER MILANO ITALIA X X AZIONI DAB BANK AG BANCHE MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA DEBO LEASING IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X DINERS CLUB CEE HOLDING AG DINERS CLUB POLSKA SP.Z.O.O. VARSAVIA POLONIA X X DINERS CLUB SLOVAKIA S.R.O. BRATISLAVA REPUBBLICA X X SLOVACCA DIREKTANLAGE.AT AG BANCHE SALISBURGO AUSTRIA X X DLV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. DOMUS CLEAN REINIGUNGS GMBH DOMUS FACILITY MANAGEMENT GMBH DUODEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EK MITTELSTANDSFINANZIERUNGS AG ENTASI SRL EPSSILON LIEGENSCHAFTSDEVELOPMENT GMBH EUROFINANCE 2000 SRL EUROLEASE AMUN IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE ANUBIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI STRUMENTALI ROMA ITALIA X X ROMA ITALIA X X EUROLEASE ISIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE MARDUK IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE RA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROPA FACILITY MANAGEMENT LTD. EUROPA FUND MANAGEMENT (EUROPA BEFEKTETESI ALAPKEZELO RT) EUROVENTURES-AUSTRIA-CA- MANAGEMENT GESMBH EXPANDA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X 35

36 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo FACTORBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE FAMILY CREDIT NETWORK SPA MILANO ITALIA X X FINECO LEASING S.P.A. BRESCIA ITALIA X X FINECO VERWALTUNG AG MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA FINECOBANK SPA BANCHE MILANO ITALIA X X FMC LEASING INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG FMZ SAVARIA SZOLGALTATO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X FMZ SIGMA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH FOLIA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. FONDO SIGMA BANCHE ROMA ITALIA X X FOOD & MORE GMBH FUGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. G.N.E. GLOBAL GRUNDSTUCKSVERWERTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. GALA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. GBS GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESEL LSCHAFT M.B.H. GEBAUDELEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESEL LSCHAFT M.B.H. GEMEINDELEASING GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT SIMON BESCHRANKT HAFTENDE KOMMANDITGESELLSCHAF GRUNDSTUCKSVERWALTUNG LINZ- MITTE GMBH GUS CONSULTING GMBH GYOR BEVASARLOKOZPONT INGATLANBERUHAZO ES UZEMELTETO KORLATOLT FELELOSSEGU TAESASAG H.F.S. HYPO-FONDSBETEILIGUNGEN FUR SACHWERTE GMBH HERKU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. HOKA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. HONEU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. HUMAN RESOURCES SERVICE AND DEVELOPMENT GMBH HVB - LEASING PLUTO KFT HVB ALTERNATIVE ADVISORS LLC HVB ASIA LIMITED HVB ASSET LEASING LIMITED HVB ASSET MANAGEMENT HOLDING GMBH STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X WILMINGTON U.S.A. X X SINGAPORE SINGAPORE X X LONDRA MONACO DI BAVIERA GRAN X X BRETAGNA GERMANIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

37 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo HVB AUTO LEASING EOOD HVB CAPITAL ASIA LIMITED HVB CAPITAL LLC HVB CAPITAL LLC II HVB CAPITAL LLC III HVB CAPITAL LLC VI HVB CAPITAL LLC VIII HVB CAPITAL PARTNERS AG HVB EXPORT LEASING GMBH HVB FIERO LEASING EOOD HVB FINANCE LONDON LIMITED HVB FUNDING TRUST I HVB FUNDING TRUST II HVB FUNDING TRUST III HVB FUNDING TRUST VIII HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE BETEILIGUNGS GMBH STRUMENTALI SOFIA BULGARIA X X HONG KONG CINA X X WILMINGTON U.S.A. X X WILMINGTON U.S.A. X X WILMINGTON U.S.A. X X WILMINGTON U.S.A. X X WILMINGTON U.S.A. X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA SOFIA BULGARIA X X LONDRA GRAN X X BRETAGNA WILMINGTON U.S.A. X X WILMINGTON U.S.A. X X WILMINGTON U.S.A. X X WILMINGTON U.S.A. X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE MBH & CO KG STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB GLOBAL ASSETS COMPANY (GP), LLC HVB GLOBAL ASSETS COMPANY L.P. HVB HONG KONG LIMITED HVB IMMOBILIEN AG HVB INTERNATIONAL ASSET LEASING GMBH HVB INVESTMENTS (UK) LIMITED HVB LEASING CZECH REPUBLIC S.R.O. HVB LEASING MAX INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB LEASING OOD HVB LEASING SLOVAKIA S.R.O. HVB LONDON INVESTMENTS (AVON) LIMITED HVB LONDON INVESTMENTS (CAM) LIMITED HVB PRINCIPAL EQUITY GMBH HVB PROJEKT GMBH HVB REALTY CAPITAL INC. HVB SECUR GMBH STRUMENTALI NEW YORK U.S.A. X X NEW YORK U.S.A. X X HONG KONG CINA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA CAYMAN ISOLE CAYMAN X X ISLANDS PRAGA REPUBBLICA X X CECA BUDAPEST UNGHERIA X X SOFIA BULGARIA X X BRATISLAVA LONDRA REPUBBLICA SLOVACCA GRAN BRETAGNA LONDRA GRAN BRETAGNA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA NEW YORK U.S.A. X X MONACO DI BAVIERA X X GERMANIA X X X X 37

38 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo HVB SUPER LEASING EOOD HVB TECTA GMBH HVB VERWA 1 GMBH HVB VERWA 4 GMBH HVB VERWA 4.4 GMBH HVBFF INTERNATIONAL GREECE GMBH HVBFF INTERNATIONALE LEASING GMBH HVBFF OBJEKT BETEILIGUNGS GMBH HVBFF PRODUKTIONSHALLE GMBH I.L. HVB-LEASING AIDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING ATLANTIS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG SOFIA BULGARIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING DANTE INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING FIDELIO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING FORTE INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING GARO KFT HVB-LEASING HAMLET INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING JUPITER KFT HVB-LEASING LAMOND INGATLANHASZNOSITO KFT. HVB-LEASING MAESTOSO INGATLANHASZNOSITO KFT. HVB-LEASING NANO KFT HVB-LEASING OTHELLO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING ROCCA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING RUBIN KFT. HVB-LEASING SMARAGD KFT. HVB-LEASING SPORT INGATLANHASZNOSITO KOLATPOT FEOEOASSEGU TARSASAG HVB-LEASING ZAFIR KFT. HVZ GMBH & CO. OBJEKT KG HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH HYPOVEREINS IMMOBILIEN EOOD STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA SOFIA BULGARIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

39 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo HYPOVEREINSFINANCE N.V. IMMOBILIEN RATING GMBH IMMOBILIENLEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. INPROX CHOMUTOV, S.R.O. STRUMENTALI AMSTERDAM OLANDA X X PRAGA REPUBBLICA X X CECA INPROX KARLOVY VARY, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA X X CECA INPROX KLADNO, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA X X CECA INPROX POPRAD, SPOL. S.R.O. BRATISLAVA REPUBBLICA X X SLOVACCA INPROX SR I., SPOL. S R.O. BRATISLAVA REPUBBLICA X X SLOVACCA INTERKONZUM DOO SARAJEVO SARAJEVO BOSNIA AND X X HERCEGOVINA INTERNATIONALES IMMOBILIEN- MONACO DI GERMANIA X X INSTITUT GMBH BAVIERA INTRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. IRFIS - MEDIOCREDITO DELLA SICILIA BANCHE PALERMO ITALIA X X S.P.A. JAUSERN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. JSC ATF BANK BANCHE ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X KADMOS IMMOBILIEN LEASING GMBH KINABALU FINANCIAL PRODUCTS LLP KINABALU FINANCIAL SOLUTIONS LTD KLEA ZS-IMMOBILIENVERMIETUNG G.M.B.H. KLEA ZS- LIEGENSCHAFTSVERMIETUNG G.M.B.H. KUNSTHAUS LEASING GMBH KUTRA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. LAGERMAX LEASING GMBH STRUMENTALI STRUMENTALI LONDRA GRAN BRETAGNA X X LONDRA GRAN X X BRETAGNA LAGEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LARGO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LASSALLESTRASSE BAU-, PLANUNGS-, ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI LEASFINANZ BANK GMBH BANCHE LEASFINANZ GMBH LEGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LELEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LF BETEILIGUNGEN GMBH LIFE MANAGEMENT ERSTE GMBH LIFE MANAGEMENT ZWEITE GMBH LIMITED LIABILITY COMPANY B.A. REAL ESTATE STRUMENTALI MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA GRUNWALD GERMANIA X X MOSCA RUSSIA X X 39

40 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo LINO HOTEL-LEASING GMBH LIPARK LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LIVA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LLC AI LINE LOCALMIND SPA LOCAT CROATIA DOO LOWES LIMITED LTD SI&C AMC UKRSOTS REAL ESTATE M. A. V. 7., BANK AUSTRIA LEASING BAUTRAGER GMBH & CO.OHG. M.A.I.L. FINANZBERATUNG GESELLSCHAFT M.B.H. MARKETING ZAGREBACKE BANKE DOO MBC IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. MENUETT GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. MERKURHOF GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI MOSCA RUSSIA X X MILANO ITALIA X X ZAGABRIA CROAZIA X X NICOSIA CIPRO X X KIEV UCRAINA X X ZAGABRIA CROAZIA X X AMBURGO GERMANIA X X MEZZANIN FINANZIERUNGS AG BANCHE MIK BETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG MIK INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG MM OMEGA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH MOBILITY CONCEPT GMBH MOGRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. MOVIE MARKET BETEILIGUNGS GMBH NAGE LOKALVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. NATA IMMOBILIEN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. NO. HYPO LEASING ASTRICTA GRUNDSTUCKVERMIETUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X OBERHACHING GERMANIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA OCT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H OLG HANDELS- UND BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELL SCHAFT M.B.H. OOO UNICREDIT LEASING OPEN JOINT STOCK COMPANY UNICREDIT BANK ORESTOS IMMOBILIEN- VERWALTUNGS GMBH PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH & CO OG MOSCA RUSSIA X X BANCHE LUCK UCRAINA X X STRUMENTALI MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

41 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo PARZHOF-ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. PAZONYI'98 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X PEKAO BANK HIPOTECZNY S.A. BANCHE VARSAVIA POLONIA X X PEKAO FAKTORING SP. ZOO PEKAO FINANCIAL SERVICES SP. ZOO PEKAO FUNDUSZ KAPITALOWY SP. ZOO PEKAO LEASING HOLDING S.A. PEKAO LEASING SP ZO.O. PEKAO PIONEER P.T.E. SA PELOPS LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PESTSZENTIMREI SZAKORVOSI RENDELO KFT. PIANA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT (BERMUDA) LIMITED PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT LTD PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT SGR PA PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (ISRAEL) LTD PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (NEW YORK) LTD PIONEER ASSET MANAGEMENT AS PIONEER ASSET MANAGEMENT S.A.I. S.A. PIONEER ASSET MANAGEMENT SA PIONEER FUNDS DISTRIBUTOR INC PIONEER GLOBAL ASSET MANAGEMENT SPA PIONEER GLOBAL FUNDS DISTRIBUTOR LTD PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (AUSTRALIA) PTY LIMITED PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (HK) LIMITED IN LIQUIDATION PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (TAIWAN) LTD. PIONEER GLOBAL INVESTMENTS LIMITED PIONEER INSTITUTIONAL ASSET MANAGEMENT INC PIONEER INVESTMENT COMPANY AS PIONEER INVESTMENT FUND MANAGEMENT LIMITED PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT INC PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LIMITED PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LLC LUBLIN POLONIA X X VARSAVIA POLONIA X X VARSAVIA POLONIA X X VARSAVIA POLONIA X X VARSAVIA POLONIA X X VARSAVIA POLONIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X HAMILTON BERMUDA X X DUBLINO IRLANDA X X MILANO ITALIA X X RAMAT GAN. ISRAELE X X DOVER U.S.A. X X PRAGA REPUBBLICA X X CECA BUCAREST ROMANIA X X LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X BOSTON U.S.A. X X MILANO ITALIA X X HAMILTON BERMUDA X X SYDNEY AUSTRALIA X X HONG KONG CINA X X TAIPEI TAIWAN X X DUBLINO IRLANDA X X WILMINGTON U.S.A. X X PRAGA REPUBBLICA X X CECA BUDAPEST UNGHERIA X X WILMINGTON U.S.A. X X DUBLINO IRLANDA X X MOSCA RUSSIA X X 41

42 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SHAREHOLDER SERVICES INC. PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SOC. DI GESTIONE DEL RISPARMIO PER AZ PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT USA INC. PIONEER INVESTMENTS AG PIONEER INVESTMENTS AUSTRIA GMBH PIONEER INVESTMENTS KAPITALANLAGEGESELLSCHAFT MBH PIONEER PEKAO INVESTMENT FUND COMPANY SA (POLISH NAME: PIONEER PEKAO TFI SA) PIONEER PEKAO INVESTMENT MANAGEMENT SA POMINVEST DD PORTIA GRUNDSTUCKS- VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. OBJEKT KG PORTIA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG POSATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PRELUDE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. PRIM Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PRIVATE JOINT STOCK COMPANY FERROTRADE INTERNATIONAL PROJEKT-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. PRVA STAMBENA STEDIONICA DD ZAGREB PUBLIC JOINT STOCK COMPANY UKRSOTSBANK QUADEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. QUART Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. BOSTON U.S.A. X X MILANO ITALIA X X WILMINGTON U.S.A. X X BERNA SVIZZERA X X BANCHE STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X VARSAVIA POLONIA X X VARSAVIA POLONIA X X SPLIT CROAZIA X X MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GERMANIA X X KIEV UCRAINA X X BANCHE ZAGABRIA CROAZIA X X BANCHE KIEV UCRAINA X X QUERCIA FUNDING SRL QUERCIA SOFTWARE SPA QUINT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. & CO OG REAL ESTATE MANAGEMENT POLAND SP. Z O.O. REAL INVEST IMMOBILIEN GMBH REAL-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. REAL-RENT LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. REGEV REALITATENVERWERTUNGSGESELLS CHAFT M.B.H. STRUMENTALI VERONA ITALIA X X VERONA ITALIA X X VARSAVIA POLONIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

43 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo RIGEL IMMOBILIEN GMBH RONDO LEASING GMBH RSB ANLAGENVERMIETUNG GESELLSCHAFT M.B.H. SALVATORPLATZ- GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH SALVATORPLATZ- GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHG SAARLAND SALVATORPLATZ- GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHG VERWALTUNGSZENTRUM SAS-REAL KFT. SCHOELLERBANK AKTIENGESELLSCHAFT SCHOELLERBANK INVEST AG SECA-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GERMANIA X X GERMANIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X STRUMENTALI BANCHE SALISBURGO AUSTRIA X X SEDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SEXT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H SHS LEASING GMBH SIA UNICREDIT LEASING SIGMA LEASING GMBH SIRIUS IMMOBILIEN GMBH ITALIANA GESTIONE ED INCASSO CREDITI S.P.A. IN LIQUIDAZIONE SOFIGERE SOCIETE PAR ACTIONS SIMPLIFIEE SOFIPA DI GESTIONE DEL RISPARMIO (SGR) S.P.A. SOLOS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. SIRIUS BETEILIGUNGS KG SONATA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. SPECTRUM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. SRQ FINANZPARTNER AG STATUS VERMOGENSVERWALTUNG GMBH STEWE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. STRUCTURED INVEST SOCIETE ANONYME STRUCTURED LEASE GMBH TELEDATA CONSULTING UND SYSTEMMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H. TERRONDA DEVELOPMENT B.V. TERZ Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI RIGA LATVIA X X ROMA ITALIA X X PARIGI FRANCIA X X ROMA ITALIA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X BERLINO GERMANIA X X SCHWERIN GERMANIA X X LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X AMBURGO GERMANIA X X AMSTERDAM OLANDA X X 43

44 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo TIVOLI GRUNDSTUCKS- AKTIENGESELLSCHAFT TREDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. TREUCONSULT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. TREVI FINANCE N. 2 S.P.A. TREVI FINANCE N. 3 S.R.L. TREVI FINANCE S.P.A. TRINITRADE VERMOGENSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG STRUMENTALI MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA CONEGLIANO (TREVISO) CONEGLIANO (TREVISO) CONEGLIANO (TREVISO) MONACO DI BAVIERA ITALIA X X ITALIA X X ITALIA X X GERMANIA X X UCL NEKRETNINE D.O.O. UFFICIUM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. UNI IT SRL UNICOM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. UNICREDIT (CHINA) ADVISORY LIMITED UNICREDIT AUDIT CONSORTILE PER AZIONI STRUMENTALI STRUMENTALI SARAJEVO BOSNIA AND HERCEGOVINA X X TRENTO ITALIA X X PECHINO CINA X X MILANO ITALIA X X UNICREDIT AURORA LEASING GMBH UNICREDIT AUTO LEASING E.O.O.D. SOFIA BULGARIA X X UNICREDIT BANK AD BANJA LUKA BANCHE BANJA LUKA BOSNIA AND X X HERCEGOVINA UNICREDIT BANK AG BANCHE MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA UNICREDIT BANK AUSTRIA AG BANCHE UNICREDIT BANK CZECH REPUBLIC BANCHE PRAGA REPUBBLICA X X A.S. CECA UNICREDIT BANK DD BANCHE MOSTAR BOSNIA AND X X HERCEGOVINA UNICREDIT BANK HUNGARY ZRT. BANCHE BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT BANK IRELAND PLC BANCHE DUBLINO IRLANDA X X UNICREDIT BANK OJSC BANCHE BISHKEK KIRGHIZISTAN X X UNICREDIT BANK SERBIA JSC BANCHE BELGRADO SERBIA X X UNICREDIT BANK SLOVAKIA AS BANCHE BRATISLAVA REPUBBLICA X X SLOVACCA UNICREDIT BANKA SLOVENIJA D.D. BANCHE LJUBLJANA SLOVENIA X X UNICREDIT BETEILIGUNGS GMBH MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA UNICREDIT BPC MORTGAGE S.R.L. VERONA ITALIA X X UNICREDIT BULBANK AD BANCHE SOFIA BULGARIA X X UNICREDIT BUSINESS PARTNER GMBH UNICREDIT BUSINESS PARTNER S.R.O. UNICREDIT BUSINESS PARTNER CONSORTILE PER AZIONI UNICREDIT CA IB ROMANIA SRL TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2010 STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI PRAGA COLOGNO MONZESE REPUBBLICA X X CECA ITALIA X X BUCAREST ROMANIA X X 44

45 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo UNICREDIT CA IB SECURITIES ROMANIA S.A. UNICREDIT CAIB CZECH REPUBLIC AS UNICREDIT CAIB HUNGARY LTD UNICREDIT CAIB POLAND S.A. UNICREDIT CAIB SECURITIES UK LTD. UNICREDIT CAIB SERBIA LTD BELGRADE UNICREDIT CAIB SLOVAKIA, A.S. UNICREDIT CAIB SLOVENIJA DOO UNICREDIT CAPITAL MARKETS LLC UNICREDIT CONSUMER FINANCING AD UNICREDIT CONSUMER FINANCING IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X PRAGA REPUBBLICA X X CECA BUDAPEST UNGHERIA X X VARSAVIA POLONIA X X LONDRA GRAN X X BRETAGNA BELGRADO SERBIA X X BRATISLAVA REPUBBLICA X X SLOVACCA LJUBLJANA SLOVENIA X X NEW YORK U.S.A. X X SOFIA BULGARIA X X BUCAREST ROMANIA X X UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK SPA UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT IMMOBILIARE S.P.A. UNICREDIT DELAWARE INC UNICREDIT DIRECT SERVICES GMBH UNICREDIT FACTORING PENZUGYI SZOLGALTATO ZRT UNICREDIT FACTORING EAD UNICREDIT FACTORING SPA UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. UNICREDIT GARAGEN ERRICHTUNG UND VERWERTUNG GMBH BANCHE VERONA ITALIA X X STRUMENTALI STRUMENTALI VERONA ITALIA X X DOVER U.S.A. X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA BUDAPEST UNGHERIA X X SOFIA BULGARIA X X MILANO ITALIA X X PRAGA REPUBBLICA CECA X X BRATISLAVA REPUBBLICA X X SLOVACCA UNICREDIT GLOBAL INFORMATION SERVICES SOCIETA CONSORTILE PER AZIONI UNICREDIT GLOBAL LEASING EXPORT GMBH UNICREDIT GLOBAL LEASING PARTICIPATION MANAGEMENT GMBH UNICREDIT INGATLANLIZING ZRT UNICREDIT INTERNATIONAL BANK (LUXEMBOURG) SA STRUMENTALI MILANO ITALIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BANCHE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X UNICREDIT JELZALOGBANK ZRT. BANCHE BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT KFZ LEASING GMBH UNICREDIT LEASING (AUSTRIA) GMBH UNICREDIT LEASING AD UNICREDIT LEASING AVIATION GMBH UNICREDIT LEASING BAUTRAGER GMBH UNICREDIT LEASING CORPORATION IFN S.A. SOFIA BULGARIA X X AMBURGO GERMANIA X X BUCAREST ROMANIA X X 45

46 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo UNICREDIT LEASING CROATIA D.O.O. ZAGABRIA CROAZIA X X ZA LEASING UNICREDIT LEASING CZ, A.S. PRAGA REPUBBLICA X X CECA UNICREDIT LEASING D.O.O. SARAJEVO BOSNIA AND X X HERCEGOVINA UNICREDIT LEASING FINANCE GMBH BANCHE AMBURGO GERMANIA X X UNICREDIT LEASING FLEET MANAGEMENT S.R.L. UNICREDIT LEASING FUHRPARKMANAGEMENT GMBH UNICREDIT LEASING GMBH UNICREDIT LEASING HUNGARY ZRT UNICREDIT LEASING IMMOTRUCK ZRT. UNICREDIT LEASING KFT UNICREDIT LEASING LUNA KFT UNICREDIT LEASING MARS KFT UNICREDIT LEASING REAL ESTATE S.R.O. UNICREDIT LEASING ROMANIA S.A. UNICREDIT LEASING S.P.A. UNICREDIT LEASING SLOVAKIA A.S. UNICREDIT LEASING SRBIJA D.O.O. BEOGRAD UNICREDIT LEASING TOB BUCAREST ROMANIA X X AMBURGO GERMANIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BRATISLAVA REPUBBLICA X X SLOVACCA BUCAREST ROMANIA X X BOLOGNA ITALIA X X BRATISLAVA REPUBBLICA X X SLOVACCA BELGRADO SERBIA X X KIEV UCRAINA X X UNICREDIT LEASING URANUS KFT BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT LEASING, LEASING, D.O.O. LJUBLJANA SLOVENIA X X UNICREDIT LONDON INVESTMENTS LONDRA GRAN X X LIMITED BRETAGNA UNICREDIT LUNA LEASING GMBH UNICREDIT LUXEMBOURG FINANCE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X SA UNICREDIT LUXEMBOURG S.A. BANCHE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X UNICREDIT MEDIOCREDITO CENTRALE S.P.A. UNICREDIT MERCHANT S.P.A. UNICREDIT MOBILIEN LEASING GMBH UNICREDIT PEGASUS LEASING GMBH UNICREDIT POLARIS LEASING GMBH UNICREDIT REAL ESTATE CONSORTILE PER AZIONI TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2010 BANCHE ROMA ITALIA X X STRUMENTALI ROMA ITALIA X X GENOVA ITALIA X X UNICREDIT RENT D.O.O. BEOGRAD BELGRADO SERBIA X X UNICREDIT SECURITIES NICOSIA CIPRO X X INTERNATIONAL LIMITED UNICREDIT TECHRENT LEASING GMBH UNICREDIT TIRIAC BANK S.A. BANCHE BUCAREST ROMANIA X X UNICREDIT U.S. FINANCE LLC WILMINGTON U.S.A. X X 46

47 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo UNICREDIT ZEGA LEASING- GESELLSCHAFT M.B.H. UNICREDIT-LEASING HOMONNA INGATLNHASZNOSITO KFT UNICREDIT-LEASING HOSPES KFT UNICREDIT-LEASING MIDAS INGATLANHASZNOSITO KARLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG UNICREDIT-LEASING NEPTUNUS KFT UNICREDIT-LEASING ORION INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG UNICREDIT-LEASING SATURNUS KFT UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST III UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST IV UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC III UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC IV UNIMANAGEMENT SRL UPI POSLOVNI SISTEM DOO US PROPERTY INVESTMENTS INC. VANDERBILT CAPITAL ADVISORS LLC VAPE COMMUNA LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H. VERBA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH VERWALTUNGSGESELLSCHAFT KATHARINENHOF MBH WEALTH MANAGEMENT CAPITAL HOLDING GMBH WEALTHCAP INITIATOREN GMBH WEALTHCAP INVESTORENBETREUUNG GMBH WEALTHCAP PEIA KOMPLEMENTAR GMBH WEALTHCAP PEIA MANAGEMENT GMBH WEALTHCAP REAL ESTATE MANAGEMENT GMBH STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X NEWARK U.S.A. X X NEWARK U.S.A. X X DELAWARE U.S.A. X X DELAWARE U.S.A. X X TORINO ITALIA X X SARAJEVO BOSNIA AND X X HERCEGOVINA DALLAS U.S.A. X X WILMINGTON U.S.A. X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X AMBURGO GERMANIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA AMBURGO GERMANIA X X MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GERMANIA X X GERMANIA X X GERMANIA X X WEALTHCAP STIFTUNGSTREUHAND GMBH WOM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. XELION DORADCY FINANSOWI SP. ZOO Z LEASING ALFA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING ARKTUR IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING AURIGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING CORVUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. AMBURGO GERMANIA X X VARSAVIA POLONIA X X 47

48 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Z LEASING DORADO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING DRACO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING GAMA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING GEMINI IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING HEBE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING HERCULES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING IPSILON IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING ITA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING JANUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING KALLISTO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING KAPA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING LYRA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING NEREIDE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING OMEGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING PERSEUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING POLLUX IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING SCORPIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING TAURUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING VENUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING VOLANS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ZAGREB NEKRETNINE DOO ZAGABRIA CROAZIA X X STRUMENTALI ZAGREBACKA BANKA DD BANCHE ZAGABRIA CROAZIA X X ZANE BH DOO SARAJEVO BOSNIA AND X X STRUMENTALI HERCEGOVINA ZAO IMB-LEASING MOSCA RUSSIA X X ZAO LOCAT LEASING RUSSIA MOSCA RUSSIA X X ZAO UNICREDIT BANK BANCHE MOSCA RUSSIA X X ZB INVEST DOO INFORMATIONS-TECHNOLOGIE AUSTRIA GMBH KOC FINANSAL HIZMETLER AS ORBIT ASSET MANAGEMENT LIMITED RCI FINANCIAL SERVICES S.R.O. STRUMENTALI ZAGABRIA CROAZIA X X ISTANBUL TURCHIA X X HAMILTON BERMUDA X X PRAGA REPUBBLICA CECA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

49 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo STICHTING CUSTODY SERVICES KBN UNICREDIT MENKUL DEGERLER AS YAPI KREDI B TIPI YATIRIM ORTAKLIGI AS YAPI KREDI BANK AZERBAIJAN CLOSED JOINT STOCK COMPANY AMSTERDAM OLANDA X X ISTANBUL TURCHIA X X ISTANBUL TURCHIA X X BANCHE BAKU AZERBAIJAN X X YAPI KREDI BANK NEDERLAND N.V. BANCHE AMSTERDAM OLANDA X X YAPI KREDI DIVERSIFIED PAYMENT RIGHTS FINANCE COMPANY BANCHE ISTANBUL TURCHIA X X YAPI KREDI FAKTORING AS ISTANBUL TURCHIA X X YAPI KREDI FINANSAL KIRALAMA AO ISTANBUL TURCHIA X X YAPI KREDI HOLDING BV AMSTERDAM OLANDA X X YAPI KREDI MOSCOW BANCHE MOSCA RUSSIA X X YAPI KREDI PORTFOY YONETIMI AS BARBAROS TURCHIA X X YAPI KREDI YATIRIM MENKUL ISTANBUL TURCHIA X X DEGERLER AS YAPI VE KREDI BANKASI AS BANCHE ISTANBUL TURCHIA X X A&T-PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. POTSDAMER PLATZ BERLIN KG ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. OBERBAUM CITY KG ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. PARKKOLONNADEN KG ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. STUTTGART KRONPRINZSTRASSE KG AGROB IMMOBILIEN AG AIRPLUS AIR TRAVEL CARD VERTRIEBSGESELLSCHAFT M.B.H. ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJE DOBROVOLJNIM ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJIE OBVEZNIM ANGER MACHINING GMBH ARGENTAURUS IMMOBILIEN- VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH ARRONDA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH ARTIST MARKETING ENTERTAINMENT GMBH ATLANTERRA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH AUFBAU DRESDEN GMBH AVIVA SPA AWT HANDELS GESELLSCHAFT M.B.H. AWT INTERNATIONAL TRADE GMBH BA-CA INFRASTRUCTURE FINANCE ADVISORY GMBH BA-CA WIEN MITTE HOLDING GMBH MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GERMANIA X X GERMANIA X X GERMANIA X X ISMANING GERMANIA X X BANCHE ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ZAGABRIA CROAZIA X X ZAGABRIA CROAZIA X X TRAUN AUSTRIA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MILANO ITALIA X X 49

50 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo BANK AUSTRIA IMMOBILIENSERVICE GMBH BANK FUR TIROL UND VORARLBERG AKTIENGESELLSCHAFT BANQUE DE COMMERCE ET DE PLACEMENTS SA BDK CONSULTING BKS BANK AG (EHEM.BANK FUR KARNTEN UND STEIERMARK AG) BLUE CAPITAL EQUITY MANAGEMENT GMBH BLUE CAPITAL EUROPA IMMOBILIEN GMBH & CO. ACHTE OBJEKTE GROBRITANNIEN KG BLUE CAPITAL USA IMMOBILIEN VERWALTUNGS GMBH CA IMMOBILIEN ANLAGEN AKTIENGESELLSCHAFT CBD INTERNATIONAL SP.ZO.O. CENTAR KAPTOL DOO CENTRAL EUROPEAN CONFECTIONERY HOLDINGS B.V. CENTRAL POLAND FUND LLC CHRISTOPH REISEGGER GESELLSCHAFT M.B.H. CNP UNICREDIT VITA S.P.A. COMPAGNIA ITALPETROLI S.P.A. CONSORZIO SE.TEL. SERVIZI TELEMATICI IN LIQUIDAZIONE CREDANTI HOLDINGS LIMITED CREDITRAS ASSICURAZIONI SPA CREDITRAS VITA SPA CRIVELLI SRL DA VINCI S.R.L. DBC SP. ZOO DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. GROSSKUGEL BAUABSCHNITT ALPHA MANAGEMENT KG DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. GROSSKUGEL BAUABSCHNITT BETA MANAGEMENT KG DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. GROSSKUGEL BAUABSCHNITT GAMMA MANAGEMENT KG BANCHE INNSBRUCK AUSTRIA X X BANCHE GINEVRA SVIZZERA X X LUCK UCRAINA X X BANCHE KLAGENFURT AUSTRIA X X ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) AMBURGO GERMANIA X X AMBURGO GERMANIA X X AMBURGO GERMANIA X X VARSAVIA POLONIA X X ZAGABRIA CROAZIA X X AMSTERDAM OLANDA X X DELAWARE U.S.A. X X MILANO ITALIA X X ROMA ITALIA X X NAPOLI ITALIA X X NICOSIA CIPRO X X MILANO ITALIA X X MILANO ITALIA X X MILANO ITALIA X X ROMA ITALIA X X VARSAVIA POLONIA X X MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GERMANIA X X GERMANIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

51 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo DIRANA LIEGENSCHAFTSVERWERTUNGSGESE LLSCHAFT MBH DRITTE UNIPRO IMMOBILIEN- PROJEKTIERUNGSGES.M.B.H. ENDERLEIN & CO. GMBH ERSTE UNIPRO IMMOBILIEN- PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFTM.B.H. EUROPROGETTI & FINANZA S.P.A. IN LIQUIDAZIONE FIDIA SGR SPA FORSTINGER HANDEL UND SERVICE GMBH G.B.S. - GENERAL BROKER SERVICE S.P.A. GIMMO IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH GOLF- UND COUNTRY CLUB SEDDINER SEE IMMOBILIEN GMBH GRAND CENTRAL RE LIMITED GRUNDSTUCKSAKTIENGESELLSCHAF T AM POTSDAMER PLATZ (HAUS VATERLAND) GRUWA GRUNDBAU UND WASSERBAU GMBH H.F.S. IMMOBILIENFONDS GMBH HOLDING SP. Z.O.O. (IN LIQUIDATION) HYPO-BA LEASING SUD GMBH HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH & CO. KG OBJEKT ARABELLASTRASSE I-FABER SPA IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE 4 GBR IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE WITTENBERGE GBR INCONTRA ASSICURAZIONI S.P.A. INTERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH IPG-INDUSTRIEPARK GYOR PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. IPSE 2000 S.P.A. (IN LIQUIDAZIONE) ISB UNIVERSALE BAU GMBH ISTRA D.M.C. DOO ISTRATURIST UMAG, HOTELIJERSTVO TURIZAM I TURISTICKA AGENCIJA DD IVONA BETEILIGUNGSVERWALTUNG GMBH JOHA GEBAUDE-ERRICHTUNGS-UND VERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBH ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) BERLINO GERMANIA X X BIELEFELD GERMANIA X X BERLINO GERMANIA X X ROMA ITALIA X X MILANO ITALIA X X ROMA ITALIA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X BERLINO GERMANIA X X HAMILTON BERMUDA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X BERLINO GERMANIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA VARSAVIA POLONIA X X KLAGENFURT AUSTRIA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X MILANO ITALIA X X BERLINO GERMANIA X X BERLINO GERMANIA X X MILANO ITALIA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GERASDORF AUSTRIA X X ROMA ITALIA X X BRANDENBURGO GERMANIA X X UMAG CROAZIA X X UMAG CROAZIA X X LEONDING AUSTRIA X X 51

52 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo KAISERWASSER ERRICHTUNGS- UND BETRIEBSGESELLSCHAFT MBH KRAJOWA IZBA ROZLICZENIOWA SA KSG KARTEN-VERRECHNUNGS- UND SERVICEGESELLSCHAFT M.B.H. LLC UKROTSBUD M.A.I.L. BETEILIGUNGSMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B. H. & CO. MCL THETA K MC MARKETING GMBH TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2010 VARSAVIA POLONIA X X KIEV UCRAINA X X MC RETAIL GMBH MEDIOBANCA BANCA DI CREDITO BANCHE MILANO ITALIA X X FINANZIARIO SPA METIS SPA MILANO ITALIA X X MOC VERWALTUNGS GMBH & CO. MONACO DI GERMANIA X X IMMOBILIEN KG BAVIERA MOLL HOLDING GESELLSCHAFT MBH MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA MULTIPLUS CARD DOO ZA ZAGABRIA CROAZIA X X PROMIDZBU I USLUGE MY BETEILIGUNGS GMBH NF OBJEKT FFM GMBH MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA NF OBJEKT MUNCHEN GMBH MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA NF OBJEKTE BERLIN GMBH MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA NOTARTREUHANDBANK AG BANCHE NUOVA TEATRO ELISEO S.P.A. ROMA ITALIA X X NXP CO-INVESTMENT PARTNERS VIII LONDRA GRAN X X L.P. BRETAGNA OAK RIDGE INVESTMENT LLC WILMINGTON U.S.A. X X OBERBANK AG BANCHE LINZ AUSTRIA X X OESTERREICHISCHE CLEARINGBANK BANCHE AG OESTERREICHISCHE KONTROLLBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE OSTERREICHISCHE HOTEL- UND TOURISMUSBANK GESELLSCHAFT M.B.H. OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. CENTERPARK KG OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. GEWERBEPARK KG BANCHE MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GERMANIA X X PAPCEL AS LITOVEL REPUBBLICA X X CECA PAYLIFE BANK GMBH BANCHE PEKAO TELECENTRUM SP. ZOO PIRELLI PEKAO REAL ESTATE SP. Z O.O. PLANETHOME AG PLANETHOME GMBH PMG BAUPROJEKTMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H. & CO FINANZIERUNGS OEG RANA-LIEGENSCHAFTSVERWERTUNG GMBH CRACOVIA POLONIA X X VARSAVIA POLONIA X X UNTERFOHRING GERMANIA X X MANNHEIM GERMANIA X X 52

53 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo RCG HOLDINGS LLC RHOTERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH RONCASA IMMOBILIEN- VERWALTUNGS GMBH S.S.I.S. - SOCIETA SERVIZI INFORMATICI SAMMARINESE SPA SANITA' - S.R.L. IN LIQUIDAZIONE SIA - SSB SPA SIRIUS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH DI GESTIONI ESATTORIALI IN SICILIA SO.G.E.SI. S.P.A. IN LIQ. GESTIONE PER IL REALIZZO SPA IN LIQUIDAZIONE SOLARIS VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG SVILUPPO GLOBALE GEIE T & P FRANKFURT DEVELOPMENT B.V. T & P VASTGOED STUTTGART B.V. TERRENO GRUNDSTUCKSVERWALTUNG GMBH & CO. ENTWICKLUNGS- UND FINANZIERUNGSVERMITTLUNGS-KG TORRE SGR S.P.A. TRICASA GRUNDBESITZ GESELLSCHAFT MBH & CO. 1. VERMIETUNGS KG TRICASA GRUNDBESITZGESELLSCHAFT DES BURGERLICHEN RECHTS NR. 1 UCTAM BALTICS SIA UCTAM RU LIMITED LIABILITY COMPANY UCTAM UPRAVLJANJE DOO UIB UNIVERSALE BAU HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. UNICREDIT TURN-AROUND MANAGEMENT GMBH UNIVERSALE BUCHHOLZ GBR UNIVERSALE INTERNATIONAL GESELLSCHAFT M.B.H. UNIVERSALE INTERNATIONAL POLAND SP.ZO.O. UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTMANAGEMENT GMBH UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTSZERVEZESI KFT. UNIVERSALE INTERNATIONAL REALITATEN GMBH UNIVERSALE INTERNATIONAL SPOL S.R.O., PRAG V.M.G. VERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBH WED DONAU- CITY GMBH WED HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. NEW YORK U.S.A. X X MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA BORGO MAGGIORE GERMANIA X X GERMANIA X X SAN MARINO X X ROMA ITALIA X X MILANO ITALIA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X PALERMO ITALIA X X ROMA ITALIA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X ROMA ITALIA X X AMSTERDAM OLANDA X X AMSTERDAM OLANDA X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X ROMA ITALIA X X MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GERMANIA X X RIGA LATVIA X X MOSCA RUSSIA X X LJUBLJANA SLOVENIA X X BRANDENBURGO GERMANIA X X BERLINO GERMANIA X X VARSAVIA POLONIA X X BERLINO GERMANIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X PRAGA REPUBBLICA CECA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA 53

54 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo WED WIENER ENTWICKLUNGSGESELLSCHAFT FUR DEN DONAURAUM AKTIENGESELLSCHAFT WIEN MITTE IMMOBILIEN GMBH YAPI KREDI EMEKLILIK AS YAPI KREDI KORAY GAYRIMENKUL YATIRIM ORTAKLIGI AS YAPI KREDI SIGORTA AS ZAPADNI TRGOVACKI CENTAR D.O.O. ZETA FUNF HANDELS GMBH ZWEITE UNIPRO IMMOBILIEN- PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. ALTUS ALPHA ARABELLA FINANCE LTD. BA IMMO GEWINNSCHEIN FONDS BA-CA LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH BANDON LEASING LIMITED BAVARIA UNIVERSAL FUNDING CORP.(BUFCO) BLACK FOREST FUNDING CORP. ELEKTRA PURCHASE No. 1 LTD ELEKTRA PURCHASE No. 18 LIMITED EUROPE REAL-ESTATE INVESTMENT FUND EUROPEAN-OFFICE-FOND GELDILUX-TS-2005 S.A. GELDILUX-TS-2007 S.A. GELDILUX-TS-2008 S.A. GELDILUX-TS-2010 S.A. GEMMA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG GRAND CENTRAL FUNDING H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 7 GMBH & CO. KG H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 1 GMBH & CO. KG (IMMOBILIENLEASING) MARTIANEZ COMERCIAL, SOCIEDAD ANONIMA OCEAN BREEZE ENERGY GMBH & CO. KG OCEAN BREEZE FINANCE S.A. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2010 ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ISTANBUL TURCHIA X X ISTANBUL TURCHIA X X ISTANBUL TURCHIA X X RIJEKA CROAZIA X X BERLINO GERMANIA X X DUBLINO IRLANDA X X DUBLINO IRLANDA X X DUBLINO IRLANDA X X DELAWARE U.S.A. X X DELAWARE U.S.A. X X ST. HELIER JERSEY X X DUBLINO IRLANDA X X HUNGARY UNGHERIA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X NEW YORK U.S.A. X X MONACO DI BAVIERA MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X GERMANIA X X PUERTO DE LA CRUZ SPAGNA X X MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X 54

55 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Consolidamento Trattamento nel bilancio Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo PENSIONSKASSE DER HYPO VEREINSBANK VVAG REDSTONE MORTGAGES LIMITED ROSENKAVALIER 2008 GMBH SALOME FUNDING LTD. SIA UNICREDIT INSURANCE BROKER SOFIMMOCENTRALE S.A. SVIF UKRSOTSBUD TENDER OPTION BONDS THE TRANS VALUE TRUST COMPANY, LTD - SFCG "REC Loan ABL" Trust UNICREDIT BROKER DOO SARAJEVO ZA BROKERSKE POSLOVE U OSIGURANJU UNICREDIT BROKER S.R.O. UNICREDIT FUGGETLEN BIZTOSITASKOZVETITO KFT UNICREDIT GLOBAL LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH UNICREDIT INSURANCE BROKER EOOD UNICREDIT INSURANCE BROKER SRL UNICREDIT LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH & CO KG UNICREDIT PARTNER D.O.O UNICREDIT PARTNER D.O.O BEOGRAD UNICREDIT PARTNER LLC UNICREDIT POIJIST'OVACI MAKLERSKA SPOL. S R.O. UNICREDIT ZAVAROVALNO ZASTOPINSKA DRUZBA DOO MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X LONDRA GRAN X X BRETAGNA MONACO DI GERMANIA X X BAVIERA DUBLINO IRLANDA X X RIGA LITUANIA X X BRUSSEL BELGIO X X KIEV UCRAINA X X NEW YORK U.S.A. X X TOKYO GIAPPONE X X SARAJEVO BOSNIA AND HERCEGOVINA BRATISLAVA REPUBBLICA X X SLOVACCA BUDAPEST UNGHERIA X X SOFIA BULGARIA X X BUCAREST ROMANIA X X ZAGABRIA CROAZIA X X BELGRADO SERBIA X X KIEV UCRAINA X X PRAGA REPUBBLICA X X CECA LJUBLJANA SLOVENIA X X X X 55

56 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

57 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 3 Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Informativa qualitativa Strumenti di capitale inclusi nel patrimonio di primo livello (Tier 1) Decorrenza della facoltà di rimborso anticipato importo in valuta originaria importo computato nel patrimonio di vigilanza (Eur/migliaia) possibilità di non corrispondere gli interessi emissione tramite società veicolo controllata tasso di interesse data scadenza (milioni) step-up 9,375% 31-dic-50 lug-20 EUR sì sì no 7,055% perpetual mar-12 EUR sì sì sì 4,028% perpetual ott-15 EUR sì sì sì 5,396% perpetual ott-15 GBP sì sì sì 8,590% 31-dic-50 giu-18 GBP sì sì no 8,125% 31-dic-50 dic-19 EUR sì sì no 12m E + 1,25% 7-giu-11 ( ) EUR no sì no 12m E + 1,25% 7-giu-11 ( ) EUR no sì no 8,741% 30-giu-31 giu-29 USD no sì sì 7,760% 13-ott-36 ott-34 GBP no sì sì 9,00% 22-ott-31 ott-29 USD no sì sì 3,500% 31-dic-31 dic-29 JPY no sì sì 10y CMS ( ) +0,10%, cap 8,00 % perpetual ott-11 EUR no si no 10y CMS ( ) +0,15%, cap 8,00 % perpetual mar-12 EUR no si no TOTALE ( ) non è prevista la facoltà di rimborso anticipato del prestito ( ) Constant Maturity Swap Gli strumenti innovativi e non innovativi di capitale includono titoli soggetti a grandfathering per un totale pari a migliaia, in applicazione del regime transitorio previsto nel Titolo I, Capitolo 2, Sezione II, paragrafo della Circolare 263 del 27 dicembre aggiornamento del 22 dicembre 2010 Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche. Le azioni di risparmio per un totale pari a migliaia, sono state riclassificate dalla voce Capitale alla voce Strumenti non innovativi di capitale. 57

58 Patrimonio di secondo livello (Tier 2) - emissioni di strumenti ibridi di capitalizzazione di importo superiore al 10% del totale degli stessi Decorrenza della facoltà di rimborso anticipato importo computato nel patrimonio di vigilanza (Eur/migliaia) possibilità di non corrispondere gli interessi tasso di interesse data scadenza importo in valuta originaria (milioni) step-up 3,95% 1-feb-16 non applicabile EUR non applicabile Sì ( ) 5,00% 1-feb-16 non applicabile GBP non applicabile Sì ( ) 6,70% 5-giu-18 non applicabile EUR non applicabile Sì ( ) 6,10% 28-feb-12 non applicabile EUR non applicabile Sì ( ) ( ) -- in caso di mancati dividendi il pagamento degli interessi è "sospeso" (deferral of interest) -- qualora si registrino perdite tali da ridurre il capitale sociale e le riserve al di sotto della soglia minima prevista da Banca d'italia per l'esercizio dell'attività bancaria, l'ammontare nominale e gli interessi delle obbligazioni vengono ridotti proporzionalmente. Patrimonio di terzo livello Non sussistono elementi da segnalare nel presente punto. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

59 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 3 Informativa quantitativa Composizione del patrimonio di vigilanza (migliaia di ) PATRIM ONIO DI V IGILANZA A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali A.1 Elementi positivi del patrimonio di base: A Capitale A Sovrapprezzi di emissione A Riserve A Strumenti non innovativi di capitale A Strumenti innovativi di capitale A Utile del periodo A.2 Elementi negativi: ( ) ( ) A Azioni o quote proprie (4.218) (6.019) A Avviamento ( ) ( ) A Altre immobilizzazioni immateriali ( ) ( ) A Perdita del periodo - - A Altri elementi negativi: - - * Rettifiche di valore di vigilanza relative al portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza - - * Altri - - B. Filtri prudenziali del patrimonio di base ( ) ( ) B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) ( ) ( ) C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale del patrimonio di base (TIER 1) (C-D) F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali F.1 Elementi positivi del patrimonio supplementare: F Riserve da valutazione di attività materiali - - F Riserve da valutazione di titoli disponibili per la vendita F Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base - - F Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base - - F Strumenti ibridi di patrimonializzazione F Passività subordinate di 2 livello F Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese F Plusvalenze nette su partecipazioni - - F Altri elementi positivi F.2 Elementi negativi: ( ) ( ) F Minusvalenze nette su partecipazioni - - F Crediti - - F Altri elementi negativi ( ) ( ) G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare ( ) (95.900) G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) - - G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) ( ) (95.900) H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) - - P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) Gli strumenti innovativi e non innovativi di capitale includono titoli soggetti a grandfathering per un totale pari a migliaia, in applicazione del regime transitorio previsto nel Titolo I, Capitolo 2, Sezione II, paragrafo della Circolare 263 del 27 dicembre aggiornamento del 22 dicembre 2010 Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche. Le azioni di risparmio per un totale pari a migliaia, sono state riclassificate dalla voce Capitale alla voce Strumenti non innovativi di capitale. 59

60 Dettaglio Elementi da dedurre (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare) (migliaia di ) Partecipazioni bancarie e finanziarie superiori al 10% del capitale della partecipata Partecipazioni assicurative acquistate dopo il 20 luglio Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive (modelli IRB) Perdite attese relative agli strumenti di capitale e alle esposizioni verso OICR Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP Totale Elementi dedotti (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare) Dettaglio Elementi da dedurre dal Patrimonio di base e supplementare (migliaia di ) Partecipazioni assicurative acquistate prima del 20 luglio Totale Elementi dedotti dal Patrimonio di base e supplementare Si comunica che a partire dal 30 giugno 2010 nel calcolo del patrimonio di vigilanza si è proceduto alla neutralizzazione delle plusvalenze e minusvalenze relative a titoli di debito emessi da Amministrazioni centrali di Paesi Ue, rilevate nelle riserve da valutazione successivamente al 31 dicembre 2009, a seguito dell esercizio della facoltà concessa da Banca d Italia con provvedimento del 18 maggio 2010 in alternativa all approccio asimmetrico. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

61 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Informativa qualitativa Il Gruppo UniCredit assegna un ruolo prioritario alle attività volte alla gestione e all allocazione del capitale (regolamentare ed interno) in funzione dei rischi assunti, ai fini dello sviluppo dell operatività del Gruppo in ottica di creazione di valore. Le attività si articolano nelle diverse fasi del processo di pianificazione e controllo del Gruppo e, in particolare: nei processi di piano e budget: - formulazione della proposta di propensione al rischio e degli obiettivi di patrimonializzazione; - analisi dei rischi associati ai driver del valore e allocazione del capitale alle linee di attività e business unit; - assegnazione degli obiettivi di performance aggiustate per il rischio; - analisi dell impatto sul valore del Gruppo e della creazione di valore per gli azionisti; - elaborazione e proposta del piano finanziario e della dividend policy; nei processi di monitoraggio: - analisi delle performance conseguite a livello di gruppo e di business unit e preparazione dei dati gestionali per uso interno ed esterno; - analisi e controllo dei limiti; - analisi e controllo andamentale dei ratio patrimoniali di gruppo e individuali. Il Gruppo, infatti, si pone l obiettivo di generare un reddito superiore a quello necessario a remunerare i rischi (cost of equity) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il ritorno per i propri azionisti in termini di dividendi e capital gain (total shareholder return) attraverso l allocazione del capitale alle differenti linee di attività e business unit. Il capitale e la sua allocazione, quindi, assumono un importanza rilevante nella definizione delle strategie perché esso rappresenta l oggetto della remunerazione attesa dagli azionisti nel loro investimento nel Gruppo e perché è su di esso che insistono limiti esogeni imposti dalla normativa di Vigilanza. Nel processo di allocazione, le definizioni di capitale utilizzate sono: capitale di rischio o impiegato: è la consistenza patrimoniale conferita dagli azionisti (capitale impiegato), che deve essere remunerata almeno pari alle aspettative (costo dell equity); capitale a rischio: è la quota parte dei mezzi propri che la fronteggia (a preventivo capitale allocato) o ha fronteggiato (a consuntivo capitale assorbito) i rischi assunti per perseguire gli obiettivi di creazione di valore. Il capitale a rischio dipende dalla propensione al rischio e discende dal livello di capitalizzazione obiettivo definito anche in funzione del merito creditizio del Gruppo. 61

62 Esso è misurato seguendo da una parte le tecniche di risk management, per cui il capitale a rischio è definito come capitale interno, dall altra la normativa di vigilanza, per cui il capitale a rischio è definito come capitale regolamentare. In particolare: Il capitale interno è la quota parte di patrimonio effettivamente a rischio misurata con modelli probabilistici secondo un determinato intervallo di confidenza; Il capitale regolamentare è la componente del patrimonio di vigilanza (total capital) rappresentata dal patrimonio netto (core equity o core tier 1) posta a rischio misurata secondo la normativa di vigilanza. La coerenza tra le due differenti definizioni di capitale a rischio si ottiene rapportando le due grandezze in relazione al merito creditizio obiettivo del Gruppo (AA- S&P), che corrisponde ad una probabilità di default pari allo 0,03%. Pertanto il capitale interno è fissato ad un livello tale da coprire con il 99,97% di probabilità (intervallo di confidenza) gli eventi avversi, mentre il capitale regolamentare è quantificato in base ad un core tier 1 ratio target in linea con i principali gruppi bancari internazionali aventi almeno il rating obiettivo. La gestione del capitale, svolta dalla unità operativa Capital Management della Direzione Pianificazione Strategia e Capital Management, ha la finalità di definire il livello di patrimonializzazione obiettivo per il Gruppo e le sue società nel rispetto dei vincoli normativi e della propensione al rischio. Nella gestione dinamica del capitale, l unità operativa Capital Management elabora il piano del capitale ed effettua il monitoraggio dei ratios patrimoniali di Vigilanza anticipando gli opportuni interventi necessari all ottenimento degli obiettivi. Il monitoraggio si riferisce da un lato sia al patrimonio netto sia alla composizione del patrimonio di vigilanza e dall altro alla pianificazione e all andamento dei risk weighted asset (Rwa). La dinamicità della gestione è finalizzata ad individuare gli strumenti di investimento e di approvvigionamento del capitale di rischio e degli strumenti ibridi di patrimonializzazione più idonei al conseguimento degli obiettivi. In caso di deficit di capitale, sono indicati i gap da colmare e le azioni di capital generation misurandone il costo e l efficacia attraverso indicatori di rendimento correti per il rischio: Economic Value Added (EVA), pari alla differenza tra il reddito operativo netto dopo le tasse e il costo del capitale impiegato, e il RARORAC, ovvero il rapporto tra l EVA e il capitale impiegato. In tale contesto l analisi del valore è arricchita dal ruolo di sintesi della unità operativa Capital Management per gli aspetti regolamentari, contabili, finanziari, fiscali, di risk management ecc. e delle loro evoluzioni normative, in modo che siano fornite la valutazione e tutte le indicazioni necessarie alle altre funzioni della Capogruppo o società chiamate a realizzare le azioni. Nel 2010 il Tier 1 Ratio e il Total Capital Ratio si sono attestati a 9.46% e 12.68% da 8.63% e 12.02% nel 2009 rispettivamente, principalmente grazie al rafforzamento patrimoniale completato a febbraio 2010 mentre l Attivo Ponderato per il Rischio si è lievemente incrementato (+0.5%), prevalentemente a seguito del rischio operativo. Il requisito di capitale per il rischio operativo è aumentato nel 2010, soprattutto a causa del rollover delle serie storiche. Per il calcolo del capitale a rischio si considera un periodo storico di cinque anni di perdite operative; questa finestra temporale è spostata nel tempo (aggiornata) ogni volta che si esegue un nuovo calcolo. Nell ultimo computo, la serie storica è stata aggiornata con un periodo meno benevole. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

63 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Rafforzamento patrimoniale Il 7 gennaio 2010 il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha approvato i termini e le condizioni definitivi dell operazione di aumento di capitale deliberata dall Assemblea straordinaria dei soci del 16 novembre A seguito dell offerta in opzione delle azioni ordinarie di nuova emissione (dall 11 gennaio 2010 al 29 gennaio 2010 in Italia e Germania e dal 14 gennaio 2010 al 29 gennaio 2010 in Polonia) sono state sottoscritte n nuove azioni ordinarie UniCredit, pari al 98,23% delle azioni oggetto dell'offerta (e non sono pervenute revoche delle sottoscrizioni con riferimento all offerta al pubblico in Polonia e Germania). I diritti non esercitati nel periodo di opzione (n validi per la sottoscrizione di azioni ordinarie UniCredit) sono stati tutti collocati sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., ai sensi dell'art. 2441, terzo comma, codice civile, per il tramite di UniCredit Bank AG, Milan Branch, nelle sedute dall 8 al 12 febbraio In data 24 febbraio 2010 si è quindi perfezionato l aumento di capitale deliberato dalla ricordata Assemblea del 16 novembre 2009, in seguito al quale il numero di azioni ordinarie emesse è stato di In data 16 marzo 2010, in forza della delega conferita dall Assemblea straordinaria del 12 maggio 2006, il Consiglio di Amministrazione di UniCredit SpA ha deliberato un aumento di capitale di nominali euro mediante l emissione di n azioni ordinarie da assegnare a Personale Direttivo del Gruppo che ricopre posizioni di particolare rilevanza, ai fini del conseguimento degli obiettivi complessivi di Gruppo. La delibera di aumento di capitale è stata iscritta nel Registro delle Imprese il 31 marzo L aumento di capitale deliberato il 16 marzo non ha dato origine ad alcun tipo di rafforzamento patrimoniale. 63

64 Informativa quantitativa RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE CONSISTENZE AL CONSISTENZE AL A. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE IM POR TI NON POND ERA TI IM POR TI POND ER ATI REQUISITO IM POR TI N ON POND ERA TI IM POR TI PON DER ATI REQUISITO A.1 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - ATTIVITA' DI RISCHIO A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese A.1.8. Esposizioni al dettaglio A.1.9. Esposizioni garantite da immobili A Esposizioni scadute A Esposizioni ad alto rischio A Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite A Esposizioni a breve termine verso imprese A Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) A Altre esposizioni A.2 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ATTIVITA' DI RISCHIO A.2.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali A.2.2. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati, enti pubblici e territoriali e altri soggetti A.2.3. Esposizioni verso o garantite da imprese A.2.4. Esposizioni al dettaglio garantite da immobili residenziali A.2.5. Esposizioni rotative al dettaglio qualificate A.2.6. Altre esposizioni al dettaglio A.2.7. Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione A.2.8. Altre attività A.2.9. Finanziamenti specializzati - slotting criteria A Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari A Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP con fattori di ponderazione regolamentari A.3 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE A.3.1. Metodo PD/LGD: Attività di rischio A.3.2. Metodo della ponderazione semplice: Attività di rischio - Strumenti di private equity detenuti in forma sufficientemente diversificata Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati Altri strumenti di capitale A.3.3. Metodo dei modelli interni: Attività di rischio TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

65 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale (migliaia di ) Categorie/Valori Importi non ponderati Importi ponderati / requisiti A. ATTIVITA' DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte Metodologia standardizzata Metodologia basata sui rating interni Base Avanzata Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte B.2 Rischi di mercato Metodologia standard Modelli interni Rischio di concentrazione - - B.3 Rischio operativo Metodo base Metodo standardizzato Metodo avanzato B.4 Altri requisiti prudenziali - - B.5 Altri elementi di calcolo - - B.6 Totale requisiti prudenziali C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate C.2 Patrimonio di base/attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 9,46% 8,63% C.3 Patrimonio di vigilanza incluso Tier 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 12,68% 12,02% Requisito patrimoniale per rischio di mercato (migliaia di ) Rischio di posizione Rischio di regolamento per transazioni DVP Rischio di cambio Requisito patrimoniale per rischio di mercato

66 Riclassificazione di attività finanziarie Le modifiche allo IAS 39 ed all IFRS 7 Riclassificazione delle attività finanziarie approvate dallo IASB nel 2008 permettono, successivamente all iscrizione iniziale, la riclassificazione di determinate attività finanziarie fuori dai portafogli detenute per la negoziazione e disponibili per la vendita. In particolare, possono essere riclassificate: quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita che avrebbero soddisfatto la definizione prevista dai principi contabili internazionali per il portafoglio crediti (se tali attività non fossero state classificate rispettivamente come detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita alla rilevazione iniziale) se l entità ha l intenzione e la capacità di possederle nel prevedibile futuro o fino a scadenza; solo in rare circostanze quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione che al momento della loro iscrizione non soddisfacevano la definizione di crediti. Nella tabella seguente sono riportati, suddivisi in base alle tipologie di strumenti finanziari ed ai portafogli interessati, il valore di bilancio ed il fair value al 31 dicembre 2010 delle attività oggetto di riclassificazione nel secondo semestre 2008 e nel primo semestre Sono inoltre riportate le componenti reddituali relative a tali attività, distinguendo fra quelle che si sarebbero registrate se il trasferimento non fosse stato effettuato e quelle effettivamente registrate, nel conto economico o nel patrimonio netto. Tali componenti reddituali, al lordo delle imposte, sono ulteriormente distinte tra quelle valutative, comprensive di eventuali rettifiche di valore, e le altre, comprensive degli interessi e degli utili/perdite da cessione generati dalle attività trasferite. L effetto netto che si sarebbe quindi rilevato a conto economico nel 2010 se non si fosse proceduto alle riclassificazioni sarebbe stato positivo per migliaia di euro, mentre quello effettivamente rilevato è stato positivo per migliaia di euro. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

67 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività complessiva (migliaia di ) Tipologia strumento finanziario (1) Portafoglio di provenienza (2) Valutative (6) Altre (7) Valutative (8) A. Titoli di debito (26.941) Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso clientela Crediti verso banche Crediti verso clientela Altre (9) (3.100) (24.501) B. Titoli di capitale Attività finanziarie detenute per la negoziazione Portafoglio di destinazione (3) Valore contabile al (4) Fair Value al (5) Componenti reddituali in assenza del trasferimento (ante imposte) Componenti reddituali registrate nell'esercizio (ante imposte) Attività finanziarie disponibili per la vendita C. Finanziamenti Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso clientela Crediti verso banche Crediti verso clientela D. Quote di O.I.C.R Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Totale (26.941) Si precisa che i titoli di debito riclassificati nel portafoglio crediti verso clientela comprendono prodotti strutturati di credito (diversi dai contratti derivati e dagli strumenti finanziari contenenti derivati incorporati) per un valore di bilancio a fine esercizio di migliaia di euro. 67

68 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

69 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche Informativa qualitativa Definizioni di esposizioni deteriorate Le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie: sofferenze - individuano l area dei crediti formalmente deteriorati, costituiti dall esposizione verso clienti che versano in uno stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente o in situazioni equiparabili. La valutazione avviene generalmente su base analitica ovvero, in caso di importi non significativi singolarmente, su base forfetaria per tipologie di esposizioni omogenee; incagli - definiscono quell area creditizia in cui ricadono i rapporti verso soggetti che si trovano in temporanea difficoltà, che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Tra gli incagli sono incluse inoltre le esposizioni, non classificate in sofferenza e concesse a soggetti diversi dalle amministrazioni pubbliche, per le quali risultino soddisfatte entrambe le seguenti condizioni: - siano scadute e non pagate in via continuativa da oltre 270 giorni (ovvero da oltre 150 o 180 giorni per le esposizioni di credito al consumo rispettivamente di durata originaria inferiore o pari e superiore a 36 mesi); - l importo complessivo delle esposizioni di cui al punto precedente e delle altre quote scadute da meno di 270 giorni verso il medesimo debitore, sia almeno pari al 10% dell intera esposizione verso tale debitore. Gli incagli sono valutati analiticamente quando particolari elementi lo consiglino ovvero applicando analiticamente percentuali determinate in modo forfetario su basi storico/statistiche nei restanti casi; esposizioni ristrutturate - rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le quali sono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento del debito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, la conversione di parte dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale; sono valutati analiticamente, ricomprendendo nelle svalutazioni l onere attualizzato riveniente dall eventuale rinegoziazione del tasso a condizioni inferiori al tasso contrattuale originario; esposizioni scadute - rappresentano l intera esposizione nei confronti di controparti, diverse da quelle classificate nelle precedenti categorie, che alla data di riferimento presentano crediti scaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni. Per i crediti al dettaglio, quelli verso enti del settore pubblico e quelli verso imprese, in caso di soggetti residenti o aventi sede in Italia, si considerano deteriorate le esposizioni scadute o sconfinanti da oltre 180 anziché 90 giorni. L esposizione complessiva viene rilevata qualora, alla data di riferimento: - la quota scaduta e/o sconfinante, oppure: - la media delle quote scadute e/o sconfinanti, rilevate su base giornaliera nell ultimo trimestre precedente, sia pari o superiore al 5% dell esposizione stessa. Le esposizioni scadute sono valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche, applicando laddove disponibile la rischiosità rilevata dall appropriato fattore di rischio utilizzato ai fini di Basilea 2 ( perdita in caso di inadempienza - Loss Given Default). La valutazione collettiva riguarda portafogli di attività per i quali, seppur non siano stati riscontrati singolarmente elementi oggettivi di perdita, è loro attribuibile una perdita latente misurabile anche tenendo conto dei fattori di rischio utilizzati ai fini dei requisiti di Basilea 2. 69

70 Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore I crediti sono costituiti da attività finanziarie non derivate verso clientela e verso banche, con pagamenti fissi o determinabili e che non sono quotate in un mercato attivo. I crediti sono iscritti alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte. Tali voci comprendono anche titoli di debito aventi le medesime caratteristiche od oggetto di riclassificazione di portafoglio secondo le regole previste dallo IAS 39 e i valori netti riferiti alle operazioni di leasing finanziario di beni in costruendo e di beni in attesa di locazione finanziaria, i cui contratti abbiano le caratteristiche di contratti con trasferimento dei rischi. Dopo l iniziale rilevazione al fair value, che di norma corrisponde al corrispettivo pagato comprensivo dei costi e ricavi di transazione che sono direttamente attribuibili all acquisizione o all erogazione dell attività finanziaria (ancorché non ancora regolati), i crediti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell interesse effettivo, eventualmente rettificato al fine di tener conto di riduzioni/riprese di valore risultanti dal processo di valutazione. Gli utili (o le perdite) su crediti, ove non coperti, sono rilevati nel conto economico: quando l attività finanziaria in questione è eliminata, alla voce 100.a) Utili (perdite) da cessione di crediti ; ovvero: quando l attività finanziaria ha subito una riduzione di valore, alla voce 130.a) Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti. Gli interessi sui crediti erogati sono classificati alla voce 10. Interessi attivi e proventi assimilati e sono iscritti in base al principio della competenza temporale. Gli interessi di mora sono contabilizzati a conto economico al momento dell eventuale incasso. Un credito è considerato deteriorato quando si ritiene che, probabilmente, non si sarà in grado di recuperarne l intero ammontare, sulla base delle condizioni contrattuali originarie, o un valore equivalente. I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti si basano sull attualizzazione dei flussi finanziari netti attesi per capitale ed interessi; ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L importo della perdita, infatti, per le esposizioni deteriorate classificate come sofferenze, incagli e ristrutturate, secondo le categorie più avanti specificate, è ottenuto come differenza tra il valore di iscrizione e il valore attuale degli stimati flussi di cassa, scontati al tasso di interesse originario dell attività finanziaria. Sia nel primo esercizio di passaggio all applicazione degli IAS/IFRS (2005) sia successivamente, nei casi in cui il tasso di interesse originario di un attività finanziaria oggetto di attualizzazione non sia reperibile, oppure il suo reperimento sarebbe eccessivamente oneroso, si è applicato il tasso medio rilevato sulle posizioni aventi caratteristiche simili ma non deteriorate nell anno in cui si è verificato il deterioramento originario dell attività considerata. Per tutte le posizioni a tasso fisso il tasso così determinato è mantenuto costante anche negli esercizi seguenti. I tempi di recupero, inoltre, sono stimati sulla base delle scadenze eventualmente concordate con i debitori ovvero di business plan o di previsioni ragionevoli, basati sull esperienza storica dei recuperi osservati per classi omogenee di finanziamenti, tenuto conto della forma tecnica, della localizzazione geografica, della tipologia di garanzia e di altri eventuali fattori ritenuti rilevanti. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

71 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tali crediti problematici sono rivisti ed analizzati periodicamente, almeno una volta all anno. Ogni cambiamento successivo nell importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di conto economico 130.a) Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti. Le rettifiche di valore su esposizioni deteriorate sono classificate come specifiche nella citata voce di conto economico anche quando la metodologia di calcolo è di tipo forfetario/statistico, secondo quanto precisato nel precedente capitolo. Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale e degli interessi, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata alla medesima voce di conto economico una ripresa di valore, nel limite massimo del costo ammortizzato che si sarebbe avuto in assenza di precedenti svalutazioni. L eliminazione integrale di un credito è effettuata quando lo stesso è considerato irrecuperabile o è stralciato nella sua interezza. Le cancellazioni sono imputate direttamente alla voce 130.a) Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti di conto economico e sono rilevate in riduzione della quota capitale del credito. Recuperi di parte o di interi importi precedentemente svalutati sono iscritti alla medesima voce. Le rinegoziazioni di crediti finanziari che prevedano la loro cancellazione in cambio di azioni attraverso operazioni di debt/equity swap comportano, nell'intervallo temporale precedente all esecuzione dello scambio, la valutazione dei crediti in oggetto in funzione degli accordi di conversione stipulati alla data di redazione del bilancio. Le eventuali differenze negative tra il valore dei crediti ed il fair value delle azioni è rilevato a conto economico tra le rettifiche di valore. 71

72 Informativa quantitativa Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso banche Tipologia di esposizione/portafoglio contabile Attività finanziarie di negoziazione Esposizion e lorda Esposizion e media Attività finanziarie valutate al fair value Esposizion e lorda Esposizion e media Attività finanziarie disponibili per la vendita Esposizion e lorda Esposizioni per cassa Esposizion e media Consistenze al Attività finanziarie detenute fino alla scadenza Esposizion e lorda Esposizion e media Crediti verso banche Esposizion e lorda Esposizion e media Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Esposizion e lorda Esposizion e media Esposizioni fuori bilancio Esposizion e lorda Esposizione media A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre attività Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Deteriorate b) Altre Totale B TOTALE A+B al TOTALE al TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

73 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso clientela Tipologia di esposizione/portafoglio contabile Attività finanziarie di negoziazione Esposizione lorda Esposizione media Attività finanziarie valutate al fair value Esposizione lorda Esposizione media Attività finanziarie disponibili per la vendita Esposizione lorda Consistenze al Esposizioni per cassa Esposizione media Attività finanziarie detenute fino alla scadenza Esposizione lorda Esposizione media Crediti verso clientela Esposizione lorda Esposizione media Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Esposizione lorda Esposizione media Esposizioni fuori bilancio Esposizione lorda Esposizione media A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre attività Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Deteriorate b) Altre Totale B TOTALE A+B al TOTALE al

74 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche Tipologia di esposizione/aree geografiche Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Consistenze al Italia Altri Paesi Europei America Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Sofferenze b) Incagli c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B Totale A+B al Totale al Asia Resto del mondo TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

75 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela Tipologia di esposizione/aree geografiche Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Consistenze al Italia Altri Paesi Europei America Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Sofferenze b) Incagli c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B Totale A+B al Totale al Asia Resto del mondo 75

76 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (prima parte) Tipologia di esposizione/aree controparti Consistenze al Governi Altri Enti Pubblici Società finanziarie A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta a) Sofferenze b) Incagli c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B TOTALE A+B al TOTALE al TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

77 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (seconda parte) Tipologia di esposizione/aree controparti Consistenze al Imprese di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta a) Sofferenze b) Incagli c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B TOTALE A+B al TOTALE al

78 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività finanziarie Categorie/Scaglioni temporali A vista Da oltre 1 giorno a 7 giorni Da oltre 7 giorni a 15 giorni Da oltre 15 giorni a 1 mese Consistenze al Da oltre 1 mese a 3 mesi Da oltre 3 mesi a 6 mesi Da oltre 6 mesi fino a 1 anno Da oltre 1 anno fino a 5 anni Oltre 5 anni Durata Indeterminat a Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Titoli di debito altri A.3 Quote OICR A.4 Finanziamenti Banche Clientela Passività per cassa B.1 Conti correnti e depositi Banche Clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con Posizioni lunghe Posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza Posizioni lunghe Posizioni corte C.2 Depositi e finanziamenti Posizioni lunghe Posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a Posizioni lunghe Posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

79 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Esposizione per cassa: dinamica delle rettifiche di valore complessive Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni verso banche Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute Consistenze al Totale Sofferenze Incagli Esposizioni verso clientela Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute A. Rettifiche complessive iniziali B. Variazioni in aumento B.1 Rettifiche di valore B.2 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 Altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 Riprese di valore da valutazione C.2 Riprese di valore da incasso C.3 Cancellazioni C.4 Trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.5 Altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali Totale Le rettifiche nette di valore, comprensive di quelle relative alle Altre esposizioni, imputate al conto Economico nell esercizio ammontano a: - Crediti verso banche Crediti verso clientela

80 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

81 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 6 Tavola 6 - Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell ambito dei metodi IRB Informativa qualitativa Rischio di credito metodologia standardizzata Elenco delle ECAI (Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito - External Credit Assessment Institution) ed ECA (Agenzia per il credito all esportazione - Export Credit Agency) utilizzate nella metodologia standardizzata e dei portafogli in cui sono applicati i rating delle stesse. Rischio di credito Portafogli Esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali Esposizioni verso organizzazioni internazionali Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo Esposizioni verso imprese ed altri soggetti Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) ECA / ECAI - Fitch Ratings; - Moody's Investor Services; - Standard and Poor's Rating Services Caratteristiche (1) del rating Solicited e unsolicited L elenco riguardante le Cartolarizzazioni è riportato in Tavola 10. (1) solicited rating: il rating rilasciato sulla base di una richiesta del soggetto valutato e verso un corrispettivo. Sono equiparati ai solicited rating i rating rilasciati in assenza di richiesta qualora precedentemente il soggetto abbia ottenuto un solicited rating dalla medesima ECAI; unsolicited rating: il rating rilasciato in assenza di richiesta del soggetto valutato e di corresponsione di un corrispettivo. 81

82 Informativa quantitativa DistribuzIone delle esposizioni: metodologia standardizzata CONSISTENZE AL CONSISTENZE AL Portafoglio regolamentare Esposizione con attenuazione del rischio di credito Esposizione senza attenuazione del rischio di credito Esposizione con attenuazione del rischio di credito Esposizione senza attenuazione del rischio di credito A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese A.1.8. Esposizioni al dettaglio A.1.9. Esposizioni garantite da immobili A Esposizioni scadute A Esposizioni ad alto rischio A Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite A Esposizioni a breve termine verso imprese A Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) A Altre esposizioni Nella presente tabella le Garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi sono state considerate al valore nominale dell esposizione. Finanziamenti specializzati - slotting criteria Durata residua/giudizio Valore dell' esposizione al Categorie regolamentari 1 - forte 2 - buono 3 - sufficiente 4 - debole 5 - default Durata residua inferiore a 2,5 anni Durata residua pari o superiore a 2,5 anni Totale finanziamenti specializzati al Totale finanziamenti specializzati al Al termine del 2009, UniCredit Bank AG ha introdotto un sistema più avanzato per la valutazione del merito creditizio delle esposizioni riferibili al segmento IPRE, passando da un approccio basato sui criteri di classificazione regolamentari (Slotting Criteria) ad un modello interno basato sulla simulazione dei flussi di cassa futuri (cash-flow-based). Il nuovo modello fornisce una stima interna dei parametri di rischio associati a ciascuna transazione IPRE nel portafoglio di UniCredit Bank AG. Nel 2010 una buona parte di queste transazioni sono state rivalutate con il nuovo modello, riducendo sensibilmente le esposizioni classificate nella categoria slotting criteria. Strumenti di capitale - metodo della ponderazione semplice Categorie Ponderazioni Valore dell'esposizione al Valore dell'esposizione al Strumenti di private equity detenuti informa sufficientemente diversificata 190% Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 290% Altri strumenti di capitale 370% Totale strumenti di capitale TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

83 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 6 Metodologia standardizzata delle attività di rischio Portafogli Valore dell'esposizione Consistenze al Consistenze al Garanzia reale Esposizioni garantite Garanzia personale Derivati su crediti Valore dell'esposizione Garanzia reale Esposizioni garantite Garanzia personale Derivati su crediti Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche Centrali classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Enti territoriali classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Enti senza scopo di lucro ed Enti del settore pubblico classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Banche multilaterali di sviluppo classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Organizzazioni internazionali Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Imprese classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 3 e classi di merito creditizio 5 e Esposizioni al dettaglio Esposizioni garantite da immobili Esposizioni scadute Esposizioni ad alto rischio Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite Esposizioni a breve termine verso imprese classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio da 4 a Esposizioni verso Organismi di investimento collettivo del risparmio (O.I.C.R.) classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 3 e classi di merito creditizio 5 e Altre esposizioni Totale attività di rischio per cassa Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi Totale contratti derivati Totale operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine Compensazione tra prodotti diversi Totale generale

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85 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Tavola 7 Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB Informativa qualitativa Con provvedimento N del 28 marzo 2008 Banca d Italia ha autorizzato il Gruppo Unicredit all utilizzo dei metodi avanzati per la determinazione del requisito patrimoniale sui rischi di credito e sui rischi operativi. In una prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo e da alcune controllate italiane, confluite nel 2010 in UniCredit SpA (UCI) per effetto della operazione societaria ONE4C, nonché da UniCredit Bank AG (UCB AG) e da UniCredit Bank Austria (BA AG). Di recente tali metodi sono stati estesi anche ad UniCredit Credit Management Bank, UniCredit Bank Luxembourg S.A, UniCredit Banka Slovenija d.d., UniCredit Bulbank AD, UniCredit Bank Czech Republic a.s. e UniCredit Bank Ireland p.l.c. L adozione dei sistemi IRB da parte delle rimanenti società avverrà secondo un piano di estensione progressiva approvato dal Gruppo e comunicato all Autorità di Vigilanza. Con specifico riferimento al rischio di credito, il Gruppo è attualmente autorizzato ad utilizzare le stime interne dei parametri PD, LGD ed EAD per il portafoglio crediti di Gruppo (Stati Sovrani, Banche, Multinationazionali e transazioni di Global Project Finance) e per i portafogli creditizi locali delle principali banche del Gruppo (mid-corporate e retail). Relativamente alle imprese clienti delle banche italiane del Gruppo, sono attualmente in uso i parametri di EAD regolamentare. In generale, il seguente schema riassuntivo presenta i sistemi di rating in uso nel Gruppo con l indicazione delle Entità in cui sono utilizzati e della asset class di riferimento. Sistema di rating Soggetto Giuridico Portafoglio di attività Stati Sovrani (PD, LGD, EAD) Banche (PD, LGD, EAD) UCI, UCB AG, BA, UCB CZ* UCI, UCB AG, BA, UCB Lux, UCB Slo*, UCB IE*, UCB BG*, UCB CZ*, Amministrazioni centrali e banche centrali Intermediari Vigilati Multinazionali (PD, LGD, EAD) UCI, UCB AG, BA, UCB Lux, UCB Slo*, UCB BG*, UCB CZ* Imprese Global Project Finance (PD, LGD, EAD) UCI, UCB AG, CZ* UCB Imprese * queste banche sono attualmente autorizzate all utilizzo dell approccio IRB Foundation e dunque utilizzano solo la stima di PD ai fini del calcolo del requisito patrimoniale 85

86 Sistema di rating Soggetto Giuridico Rating Integrato Corporate RIC (PD, LGD) UCI, UCCMB Imprese Portafoglio di attività Rating Integrato Small Business RISB (PD, LGD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari (PD, LGD, EAD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio Scoperti di conto e Carte di Credito (PD, LGD, EAD) UCI, UCCMB Prestiti Personali (PD, LGD, EAD) UCI, UCCMB Mid Corporate (PD, LGD, EAD) UCB AG, UCB Lux Esposizioni rotative al dettaglio qualificate Altre esposizioni al dettaglio Imprese Foreign Small and Mediumsized Enterprises (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese Income Producing Real Estate (IPRE) (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese Acquisition and Leverage Finance (PD, LGD, EAD) UCB AG, UCB Lux Imprese Global Shipping (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese Wind Project Finance (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese Commercial Real Estate Finance (PD, LGD, EAD) Asset Backed Commercial Paper (PD, LGD, EAD) UCB AG, UCB Lux UCB AG Imprese / Esposizioni al dettaglio Posizioni verso la cartolarizzazione Small Business (PD, LGD, EAD) UCB AG Esposizioni al dettaglio Private Individuals (PD, LGD, EAD) UCB AG Esposizioni al dettaglio Mid Corporate (PD, LGD, EAD) BA Imprese IPRE (PD, LGD, EAD) BA, UCB CZ* Imprese Non Profit (PD, LGD, EAD) BA Imprese Small Business (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio Private Individuals (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio Mid-Corporate (PD) UCB Slo* Imprese Mid-Corporate (PD) UCB CZ* Imprese Other minor rating systems (Public Sector Entities, Municipalities, Religious Companies, Leasing) (PD) UCB CZ* Mid-Corporate (PD) UCB BG* Imprese IPRE (slotting criteria) UCB BG Imprese Intermediari Vigilati, Imprese Legenda: UCI UCCMB UCB AG BA UCB IE UniCredit Spa UniCredit Credit Management Bank UniCredit Bank AG UniCredit Bank Austria AG UniCredit Bank Ireland p.l.c. UCB Lux UCB Slo UCB BG UCB CZ UniCredit Bank Luxembourg S.A. UniCredit Banka Slovenija d.d. UniCredit Bulbank AD UniCredit Bank Czech Republic, a.s. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

87 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nel corso del 2010 il progredire delle attività atte a estendere progressivamente i metodi IRB hanno portato il Gruppo, nel rispetto del piano di roll-out condiviso con le autorità di vigilanza, a chiedere l autorizzazione per l adozione dell approccio foundation nella controllata UniCredit Bank Hungary, con riferimento ai seguenti sistemi di rating: Entità giuridica Sistema di rating Classe di Attività GW Banche (PD) Intermediari Vigilati UniCredit Bank GW Multinational (PD) Hungary Imprese Mid Corporate (PD) Tali sistemi non sono ancora utilizzati ai fini del calcolo del requisito regolamentare derivante dagli obblighi di Primo Pilastro; le attività di verifica necessarie alle autorità di vigilanza per la convalida di tali approcci sono in corso e il rilascio dell autorizzazione è previsto nel corso del Nell ottica di un maggiore allineamento ai requisiti normativi si è provveduto ad adottare, sempre nel corso del 2010, una modalità di calcolo più sofisticata per il parametro relativo alla scadenza (Maturity, M). Con riferimento al metodo IRB avanzato per le esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali, intermediari vigilati e imprese, la scadenza delle operazioni aventi un profilo di flussi di cassa predeterminato è adesso calcolata come media delle durate residue contrattuali dei pagamenti, ciascuna ponderata per il relativo importo. Per le attività di rischio diverse da quelle aventi un profilo di flussi di cassa predeterminato, invece, M è posta pari alla durata residua contrattuale della transazione, con applicazione, in ogni caso, del minimo e del massimo regolamentari. Tutti i sistemi di rating interno adottati dal Gruppo rappresentano una componente fondamentale dei processi decisionali e di governance. In particolare le aree di maggiore utilizzo sono le seguenti: i processi creditizi, nelle diverse fasi: - concessione / riesame. L assegnazione dei rating interni rappresenta un momento fondamentale nel processo di valutazione del merito di credito della controparte / transazione e costituisce la fase preliminare per la concessione / riesame delle linee di credito. Il rating, assegnato prima della delibera, viene reso disponibile nell ambito del processo di erogazione, integrato, in maniera sostanziale, nella valutazione e commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating rappresenta, di norma, un fattore fondamentale, con l ammontare delle esposizioni creditizie, per definire l Organo competente per la delibera; - monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a reagire tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità creditizia del cliente, consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente all effettivo stato di default (quando cioè esiste ancora la possibilità di recupero della creditoria). Le azioni si focalizzano principalmente sul controllo andamentale dell esposizione, fino a giungere, laddove necessario, al totale disimpegno nei confronti del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di EAD, la fase di monitoraggio consente l ottimizzazione delle condizioni per una eventuale successiva fase di recupero, tramite richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione della LGD; - recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni classificate a default, condotta a livello di cliente / transazione e finalizzata al calcolo simulato del Valore Netto Attualizzato degli importi netti recuperati e della LGD, si basa sulla definizione della LGD stessa. In presenza di strategie di recupero alternative, viene selezionata quella associata al più basso valore di LGD; - le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stata adottata la metodologia delle perdite sostenute ma non riportate ( Incurred but not reported losses, IBNR), che utilizza i valori della perdita Attesa mediante il parametro Loss Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le controparti classificate a default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di rischio dell esposizione e della LGD; 87

88 - la gestione ed allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per quanto attiene al processo di quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In particolare, gli output dei sistemi di rating vengono integrati, a livello di Capogruppo, con riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei processi volti alla misurazione del capitale (sia regolamentare sia economico) ed alla gestione del medesimo, come pure in quelli volti alla determinazione delle misure risk adjusted performance e del conto economico rettificato a fini di pianificazione strategica; - la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver rilevante nel contesto della pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per la quantificazione dell RWA, delle rettifiche nette di conto economico e degli impieghi di stato patrimoniale; - la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l Alta Direzione a livello consolidato / divisionale/ regionale e per singola Entità, che mostrano l andamento del portafoglio di rischio di credito, fornendo informazioni sulla Esposizione a Default, Perdita Attesa, PD e LGD medie per i diversi segmenti di clientela, in accordo con i sistemi di rating interni implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella definizione del pricing e degli MBO da assegnare ai Gestori, nonché nell identificazione dei clienti con EVA negativo, su cui vengono adottate azioni mirate. Il Gruppo Unicredit, in coerenza con quanto stabilito dalle Nuove Disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche (c.d. normativa di Basilea II ) in tema di tecniche di mitigazione del rischio di credito (CRM), persegue il pieno soddisfacimento dei requisiti necessari per il riconoscimento, ai fini prudenziali, dei diversi strumenti in relazione agli approcci adottati (Standardizzato o IRB Avanzato - A-IRB). A tal fine sono stati effettuati interventi e portati a compimento specifici progetti volti all implementazione della normativa interna di Gruppo e all adeguamento dei processi e dei Sistemi Informativi. Tenuto conto della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi (europei e non), le implementazioni sono state eseguite nel rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di Vigilanza dei Paesi di appartenenza delle singole Entità. Il contesto normativo di riferimento per il Gruppo è rappresentato dalle Special Policies emanate in materia (linee guida per il Gruppo e per le Entità Italiane) che contemplano il recepimento, l interpretazione e l internalizzazione dei requisiti normativi di CRM da parte del Gruppo. La produzione di questa documentazione (per la quale si è fatto riferimento alla Circolare della Banca d'italia n. 263 del 27 dicembre 2006 e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento "Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria) ha perseguito diversi obiettivi: 1. favorire la gestione ottimale delle garanzie; 2. massimizzare l effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sui crediti in default; 3. ottenere un impatto positivo sui requisiti patrimoniali di Gruppo, assicurando che le pratiche di CRM locali rispettino i requisiti minimi richiesti da Basilea II ; 4. definire regole generali per l ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio e la gestione delle garanzie reali e personali e dettagliare regole e requisiti specifici relativamente a determinate tipologie di garanzie. Inoltre lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha comportato, in base al nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo che presso le Entità, un processo di convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento alla revisione dei sistemi stessi. Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla capacità predittiva e performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le prescrizioni normative e gli standard interni, in particolare mediante: valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante e ai criteri metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio; TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

89 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 valutazione dell accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi di performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking; accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione; analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture informatiche connesse con i sistemi di rating. Il processo di convalida istituito nell ambito del Gruppo prevede in primo luogo la distinzione tra validazione iniziale e nel tempo (ongoing). La validazione iniziale ha l obiettivo di valutare il posizionamento dei sistemi di rating del Gruppo in relazione ai requisiti minimi regolamentari e alle linee guida e agli standard di Gruppo inerenti metodologia, processi, qualità dei dati, procedure di validazione quantitativa e qualitativa, governance interna ed ambiente tecnologico, identificando eventuali gap o criticità rispetto a tali requisiti. La validazione ongoing ha invece l obiettivo di valutare in modo continuativo il corretto funzionamento del sistema di rating in tutte le sue componenti e di monitorarne la coerenza rispetto ai requisiti interni e regolamentari. In secondo luogo il processo prevede distinte attribuzioni di responsabilità per la convalida dei cosiddetti Sistemi Group-wide e per quelli Locali. Per i Sistemi Group-wide, la cui metodologia è unica a livello di Gruppo, la responsabilità è assegnata alla Capogruppo. Per quanto riguarda i sistemi di rating locali, a seguito della riorganizzazione nominata ONE4C, la responsabilità compete alla funzione centrale, e alle singole Entità per tutti i rimanenti sistemi. In quest ultimo caso alla Capogruppo è comunque assegnato il compito di monitorare sia in fase iniziale che nel tempo l adeguato svolgimento delle attività di sviluppo e validazione svolte localmente ed il corretto funzionamento del sistema di rating fornendo al contempo suggerimenti derivanti dall attività di benchmarking interno ed esterno e finalizzati al perseguimento della best practice. Sulla base dell attività di rivalidazione la Capogruppo emana un parere non vincolante (Non Binding Opinion) sui sistemi di rating locali sia in fase iniziale, preventivamente all approvazione da parte degli organi competenti, sia a seguito delle attività on-going. Il dipartimento responsabile delle attività di convalida è indipendente, oltre che dalle unità responsabili dello sviluppo dei modelli, anche dalla funzione di revisione interna che sottopone a verifica il processo e l esito della convalida. Tale dipartimento ha definito le linee guida di validazione dei sistemi di rating finalizzate ad una convergenza verso modalità di validazione omogenee sia in termini di contenuti che di strumenti, garantendo in tal modo una condivisione dei criteri di valutazione dei risultati, anche mediante l introduzione di valori soglia comuni (trigger) e favorendo il confronto tra i diversi sistemi. L utilizzo dei trigger consente la riconduzione dei risultati dei test ad un sistema semaforico i cui colori sono associati a diversi livelli di gravità dei fenomeni rilevati. Uno sforzo particolare è stato dedicato alla definizione di un approccio comune alla validazione dei modelli, con l identificazione dei test minimi richiesti e delle modalità di rappresentazione dei relativi risultati. Le tipologie di test si dividono in analisi qualitative ed in analisi quantitative: nella parte qualitativa si valutano la bontà della metodologia utilizzata per la creazione del modello, l inclusione di tutti i fattori rilevanti e la rappresentatività dei dati utilizzati in fase di sviluppo; nella parte quantitativa si valutano performance, stabilità e calibrazione con riferimento sia al modello nel suo complesso che alle specifiche componenti e ai singoli fattori. E stata definita una struttura gerarchica delle suddette analisi, prevedendo un livello di dettaglio in funzione sia della specifica fase di validazione (iniziale, ongoing) o di monitoraggio sia dei risultati ottenuti. Lo svolgimento di taluni test viene infatti richiesto solo qualora si rilevino criticità nello svolgimento delle analisi di ordine gerarchico superiore. 89

90 Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono invece disegno del modello (model design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e governo societario (governance). I dati e i documenti relativi alle attività di convalida sinora effettuate sono memorizzati in appositi spazi di archiviazione che garantiscono una rapida consultazione, la sicurezza delle informazioni e la replicabilità di tutte le analisi effettuate. Inoltre il Gruppo si avvale di un tool di validazione che permette di calcolare, oltre agli indicatori previsti dal Comitato di Basilea nel Working Paper 14 Studies on the validation of Internal Rating Systems, le statistiche previste dalle linee guida di Gruppo per la validazione dei modelli di rischio di credito; lo stesso è conforme ai requisiti IT di Banca d'italia e si integra perfettamente con l ambiente di laboratorio. Questo tool si sta progressivamente implementando nelle Legal Entities del Gruppo. I risultati dell attività di convalida interna, che coinvolgono i sistemi di rating in ogni loro componente (metodologie, processi e aspetti Data Quality e IT), sono annualmente sintetizzati nell ambito di una relazione, il cui obiettivo è portare all attenzione del Top Management e delle Autorità di Vigilanza il grado di adeguatezza dei sistemi oggetto di convalida nonché le principali aree di miglioramento relative agli stessi. Obiettivo invece dell attività di Internal Audit sui sistemi di rating interni è la verifica della funzionalità del complessivo assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel verificare: la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi; l utilizzo gestionale dei sistemi di rating; l adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating. In tale contesto la Internal Audit di Capogruppo (da ora UC IA), allo scopo di supportare le Entità sulla qualità (funzionalità/adeguatezza) dei Sistemi dei Controlli Interni e curare l evoluzione delle metodologie di internal audit in coerenza con i mutamenti degli scenari di riferimento, ha coordinato lo sviluppo di una metodologia comune per l effettuazione delle attività di audit e ne gestisce nel continuo il mantenimento ed il miglioramento. Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni di controllo del rischio ed il rispetto del requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo di convalida interna dei sistemi interni di misurazione e controllo del rischio. Si precisa peraltro che la funzione di Internal Audit non è direttamente coinvolta nella progettazione/selezione del modello. In continuità con la propria mission UC IA effettua attività di audit direttamente su UniCredit SpA e, ove necessario, anche presso le entità del Gruppo, nonché coordinando le attività delle funzioni di Internal Audit. In particolare, le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovano adeguato spazio nella pianificazione dell attività di audit nell ambito del Gruppo (processo di audit planning). Tali attività sono promosse da UC IA che ne condivide l inserimento nel piano dei controlli delle funzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo. UC IA provvede quindi al monitoraggio sull effettuazione di tali verifiche tramite una specifica funzione, eventualmente attivandosi localmente in caso di scostamenti. Inoltre UC IA redige periodicamente una specifica relazione annuale di sintesi che presenta una valutazione circa la complessiva funzionalità del sistema dei controlli interni in materia descrivendo, tra l altro, gli esiti delle verifiche svolte, evidenziando le principali criticità e disfunzioni rilevate e raccomandando alcuni interventi migliorativi. Infine, UC IA informa periodicamente il Collegio Sindacale, l Internal Control & Risks Committee e il Consiglio di Amministrazione della CapoGruppo sullo svolgimento delle proprie attività e sui relativi risultati. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

91 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Sulla base degli esiti delle attività di convalida e di revisione interna, riassunti annualmente nelle citate relazioni annuali delle funzioni di convalida e revisione interna in materia di Basilea 2 Rischio di Credito, nonché sul piano di attività connesso alle aree di miglioramento evidenziate dalle funzioni di controllo interno, il Collegio Sindacale e il Consiglio di Amministrazione hanno confermato all Autorità di Vigilanza, nei primi mesi del 2011, la sussistenza dei requisiti previsti per l utilizzo dei sistemi IRB del Gruppo Unicredit. Modelli Groupwide Premessa A seguito del provvedimento autorizzativo da parte dell Autorità di Vigilanza, nel corso del 2010 è stato introdotto anche il modello di stima dell EAD, che consente di completare l insieme delle metodologie sviluppate per i portafogli creditizi di Gruppo e di allineare le pratiche di misurazione anche in UniCredit Bank AG, che fino ad allora utilizzava un proprio modello di stima dell EAD. Di seguito si fornisce una descrizione dei modelli attualmente utilizzati. Il modello di Rating per gli Stati Sovrani L approccio utilizzato per lo sviluppo del modello di rating Paese è quello dello shadow rating, tramite il quale si vuole replicare la capacità di ranking dei rating esterni (da ECAI) utilizzando fattori macroeconomici e qualitativi. Per giungere al modello finale sono stati percorsi i seguenti passi: Sample Selection: identificazione dei Paesi da includere nel campione; Analisi Univariata: calcolo del potere esplicativo di ciascun fattore qualitativo e quantitativo; Analisi Multivariata: definizione del sottoinsieme ottimale di fattori usando tecniche stepwise supportate dall esperienza degli analisti; Combinazione dei moduli quantitativi e qualitativi; Calibrazione: lo score del modello finale è parametrizzato in modo da riprodurre le PD effettive; Test del Modello: mapping dei risultati del modello con le PD di consenso. Sono stati disegnati 2 modelli separati, per i paesi emergenti e per i paesi sviluppati. Il modulo quantitativo per questi ultimi utilizza variabili relative alla bilancia commerciale, il livello dei tassi di interesse, il peso del sistema bancario, il GDP pro capite ed il livello di indebitamento pubblico. Il modulo qualitativo include variabili relative allo sviluppo del sistema finanziario, condizioni socio-politiche, condizioni economiche. Il modulo quantitativo per i paesi emergenti utilizza le seguenti variabili: il peso delle esportazioni sul Gross Domestic Product (GDP), il livello dell indebitamento sull estero, la rilevanza delle riserve in valuta, il livello degli investimenti diretti esteri sul GDP, il costo del servizio del debito rispetto all export, il tasso di inflazione e il GDP pro capite. Il modulo qualitativo include variabili relative alla stabilità del sistema finanziario, alla flessibilità del sistema economico, alle condizioni socio-politiche, alle condizioni economiche ed al servizio del debito. L unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la definizione implicita di default, le caratteristiche quali-quantitative del modello, le modalità di override, la calibrazione, la segmentazione nei due gruppi (paesi sviluppati ed emergenti), il campione di sviluppo ed ha condotto i consueti test di performance e stabilità. 91

92 Il modello di LGD per gli Stati Sovrani Sviluppato nel novembre 2006, il modello utilizza un approccio regressivo con coinvolgimento degli esperti, partendo da un ampio set di variabili macroeconomiche di cui sei sono state incluse nella versione finale. La variabile dipendente (LGD) è stata calcolata utilizzando dati interni ed esterni. Disegnato con lo scopo di calcolare la LGD per le esposizioni dirette verso controparti sovrane, il modello fornisce la LGD per le sole esposizioni unsecured. Le variabili esplicative selezionate sono: peso del GDP sul totale mondiale, peso del debito estero sulle esportazioni, indicatore della posizione debitoria rispetto al FMI, volatilità dell export, tasso di inflazione medio nel G7 e timing del default (periodo precedente il default). L unità di validazione, oltre ad effettuare gli usuali test di performance e stabilità, ha verificato la coerenza nella definizione di default, segmentazione e override, l utilizzo di fonti interne ed esterne per i recuperi, le stime dei costi e la metodologia di sconto dei recuperi e la necessità di introdurre aggiustamenti conservativi per le fasi negative del ciclo economico. Oltre alla metodologia, l attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per i Paesi e sull utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. Il modello di Rating per le Banche L approccio usato per la stima del rating Banche, definito come shadow rating, tenta di replicare la capacità di ranking dei rating esterni attraverso una combinazione di fattori quantitativi e qualitativi. Si è deciso di costruire due modelli differenti, uno per le banche residenti in paesi sviluppati (DC) ed uno per quelle appartenenti a mercati emergenti (EM), in quanto si ritiene esistano driver di rischio diversi per i due segmenti. Specifici aggiustamenti da applicare alla PD risultante sia dal modello EM che DC sono stati introdotti per considerare i seguenti aspetti: fattore ambientale: il rating viene migliorato per le banche con elevati standard ambientali; supporto governativo e Fondi di garanzia di categoria: sono stati introdotti diversi correttivi per tenere in considerazione il supporto fornito alle banche da governi o da appositi Fondi di garanzia di categoria; rischio di trasferimento: il modello considera il rischio che il debitore non sia in grado di ottenere valuta estera per sostenere i propri impegni anche se in possesso di corrispondente valuta locale. Il modello quantitativo finale per le banche residenti in paesi sviluppati copre diverse categorie di fattori: redditività, profilo di rischio, dimensione e funding. Similmente per le banche nei paesi emergenti, con diverso peso delle categorie di fattori: redditività, profilo di rischio, dimensione, capitalizzazione e funding. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

93 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nel corso del 2009, allo scopo di misurare adeguatamente il rischio di credito implicito nelle esposizioni verso controparti Securities Industry 1, si è proceduto allo sviluppo di un modello specifico per l assegnazione del rating a questa particolare tipologia di istituzioni finanziarie. L approccio utilizzato è abbastanza simile a quello già adottato per le Banche commerciali, tuttavia prevede che il supporto del gruppo economico d appartenenza, particolarmente importante nel segmento SI, sia stimato come modulo indipendente attraverso l elaborazione di risposte qualitative. Sempre nel corso del 2009, si è proceduto ad una revisione del sistema Banche, adattando in particolare il modello PD alle banche commerciali, alla luce dell introduzione del suddetto modello specifico per le controparti Securities Industry. La revisione è stata principalmente guidata dalla volontà di raffinare il modello, incorporando l esperienza derivante da quasi tre anni di utilizzo, e di rimuovere le carenze individuate dalle funzioni di validazione e revisione interna. Tra le principali varianti introdotte rispetto alla versione precedente del modello, vi è l affinamento nella selezione dei tassi di default impliciti nei rating esterni (ora specifici per il settore finanziario e non più genericamente riferiti al mondo Corporate) e la stima statistica, all interno del modulo di calibrazione, del fattore di rischio paese. In aggiunta, i vari tipi di supporto governativo, di gruppo economico, di un eventuale Institutional Protection Fund sono ora trattati distintamente, in maniera omogenea e non più additiva (solo quello con effetto di mitigazione maggiore trova in effetti applicazione). Nel corso del primo trimestre 2010 anche il sotto-modello per le Securities Industry è stato ricalibrato per tener conto della avvenuta revisione del modello di rating per le Banche. L unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, ivi inclusa l estensione alle controparti Securities Industry; nel condurre la propria attività sono state applicate (come anche per il resto dei sistemi) le Linee Guida di validazione ufficiali per l intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di disegno del modello sia analisi di performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma anche a livello di singole componenti e fattori. Il modello LGD per le banche Il modello sviluppato è di tipo esperienziale e fa riferimento alle sole esposizioni in bonis del tipo senior unsecured, che costituiscono la parte preponderante del portafoglio esposizioni verso banche. Il valore individuale di LGD è stato calcolato partendo da un analisi dei bilanci, simulando il ricavato in ipotesi di default dalla vendita di varie categorie di asset della banca, dopo aver remunerato i creditori eventualmente con più elevato grado di priorità. Per ottenere una valutazione realistica e conservativa degli asset della banca sono stati definiti haircut per ogni tipologia di attivo, per considerare il probabile deterioramento che avviene prima del default, le differenze tra valore di mercato e di libro e tra valore di mercato e ricavi dalla vendita. Inoltre, in considerazione del fatto che il successo della fase di recupero dipende in buona parte dal contesto legale/istituzionale di riferimento, sono stati introdotti haircut specifici per ogni paese, che considerino il rischio legale. Infine sono stati introdotti haircut per incorporare i costi del processo di recupero, in base a una valutazione degli esperti di workout. Poiché i recuperi derivanti dagli asset della banca prenditrice si assumono in valuta locale, mentre il reale recupero finale deve essere stimato nella divisa del creditore, agli attivi in valuta locale viene applicato un haircut legato alla volatilità del cambio per considerare il rischio di deprezzamento. 1 Il segmento SI è costituito da contropati impegnate in attività di broker/dealer, merchant/investment banking, corporate finance, M&A e Wealth Management e comprende sia società SI pure, per cui tali attività sono assolutamente prevalenti, sia banche ibride, cioè dedite in ugual misura ad attività commerciale e di investimento. Prima dello sviluppo di un sistema di rating interno dedicato, le controparti SI erano per lo più prive di rating, salvo alcune eccezioni coperte dal sistema Banche. 93

94 Nella corso del 2009, nell ambito del processo di manutenzione evolutiva dei sistemi di rating, è stata rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD, che copre sia le banche commerciali sia quelle d affari (Securities Industry). La nuova versione mantiene inalterato il precedente impianto metodologico, introducendo tuttavia un trattamento più raffinato dei depositi (considerando legislazioni differenti) e scarti maggiori da applicare al valore dei mutui ipotecari iscritti nel bilancio della controparte. L unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno e l ambito di applicazione del modello, componenti, integrazioni esperienziali e override. Per quanto possibile anche benchmark esterni sono stati esaminati; inoltre, particolare attenzione nell analisi è stata rivolta alla valutazione (conservativa) degli haircut definiti in corrispondenza delle diverse tipologie di attivo bancario. Oltre alla metodologia, l attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per le Banche e sull utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. Il modello di Rating per le imprese Multinational Il modello di rating si applica alle imprese multinazionali definite come le società con turnover o ricavi operativi, da bilancio consolidato, maggiori di 500 milioni per almeno 2 anni consecutivi. Seguendo la metodologia dello shadow rating, il modello è composto da una componente quantitativa ed una qualitativa; la sezione quantitativa è sviluppata attorno ad una analisi multivariata di elementi quali rapporti finanziari di patrimonio, redditività, copertura degli interessi e dimensione. Risultato di questo modulo è una probabilità di default. Il modulo qualitativo consiste in un set di questionari che analizzano aspetti societari quali la qualità del management, la struttura organizzativa, la quota di mercato ecc. Risultato del modulo qualitativo è un valore espresso in termini di notches che va a modificare il rating quantitativo, la variazione massima rispetto al rating qualitativo è stata definita dagli esperti; il risultato dei due moduli subisce successivamente un aggiustamento di upgrading/downgrading che riflette l appartenenza della società ad un gruppo. La selezione multivariata ha portato all inclusione delle seguenti variabili, che appaiono opportunamente trasformate; cash flow ordinario sul valore della produzione, utili prima delle imposte sul valore della produzione, EBITDA sulle spese per interessi, adjusted net worth su capital employed e valore della produzione. Queste variabili vengono regredite sul logaritmo della frequenza relativa di default, fornita da Standard & Poors. Nel corso del 2008 il sistema di rating Multinational è stato esteso al segmento Italian Large Corporates (ILC). Tale segmento in generale comprende tutte le imprese con un fatturato/valore della produzione tra EUR 250 milioni e EUR 500 milioni. Considerato il numero di default storicamente ridotto e l elevato grado di analogia con le imprese Multinational (MNC), si è deciso di adeguare la metodologia già stabilita per il segmento MNC, sviluppando il modello sulla base di principi e fasi di processo coerenti. La necessità di un modello per la stima interna dei parametri di rischio PD e LGD per il segmento Italian Large Corporate (ILC) è motivata da un lato dall obiettivo di conformità con i requisiti di Basilea 2 per l approccio IRB avanzato e, dall altro, dalla volontà di migliorare il pieno e puntuale controllo dei parametri di misurazione del rischio di credito. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

95 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nella seconda metà del 2009, nell ambito del processo di manutenzione evolutiva, il sistema di rating Multinational è stato rivisto al fine di rispondere adeguatamente ai rilievi delle funzioni di controllo interno e degli Organi di Vigilanza, oltre che incorporare i suggerimenti provenienti dagli utenti dopo due anni di applicazione del modello: un modulo specifico di calibrazione è stato introdotto nella stima (incorporando, come per le Banche, il fattore di rischio paese) e la componente qualitativa è ora trattata mediante una scorecard statistica (e non più secondo un approccio notching up/down ). La definizione del segmento è stata, inoltre, precisata per riflettere la decisione di rimuovere le aziende di Leasing e Factoring dall ambito di applicazione del modello, poiché tali segmenti saranno trattati da specifici modelli ancora da sviluppare. L unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, applicando le Linee Guida di validazione ufficiali per l intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di disegno del modello sia analisi di performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma anche a livello di singole componenti e fattori. Il modello di LGD per le imprese Multinational Le agenzie di rating hanno recentemente valutato i livelli di recupero per le imprese speculative grade; partendo da queste valutazioni, non disponendo di serie storiche di tassi di recupero interni per le aziende multinational (essendo un portafoglio a basso rischio di default) è stato sviluppato un modello basato sull approccio shadow rating, integrato dall apporto del giudizio degli esperti. La costruzione del modello consiste di diverse fasi: 1. utilizzo di medie settoriali ove le differenze siano interpretabili dagli esperti (euristicamente rappresentano le intercette di un modello regressivo); 2. definizione di una lista di fattori sottoposta dagli esperti; 3. eliminazione degli outliers; 4. proiezione dei fattori al livello di default, definendo la distanza dal default come Log(100%) Log(PD). Questo rende confrontabili società con rating diversi; 5. selezione dei fattori a livello univariato in base al potere discriminante; 6. regressione multivariata, verifica degli impatti; 7. calibrazione e aggiustamento downturn; 8. haircut per rischio legale e costi di recupero, in base al paese di residenza della controparte. Il modello così disegnato rappresenta la LGD derivata da un database relativo al debito obbligazionario e come tale risulta penalizzante in quanto non considera la probabilità e gli effetti della ristrutturazione del debito, tipici dei prestiti bancari e di prodotti similari che costituiscono la parte più rappresentativa del portafoglio del Gruppo di UniCredit. Pertanto è stato utilizzato un cure rate definito dagli esperti sulla base dei risultati ottenuti con i modelli locali sui corporate (Italia, Austria e Germania); questo parametro permette di passare dalla cosiddetta bond LGD ad una loan LGD. Come per il parametro PD, anche la Loss Given Default del sistema Multinationals è stata estesa al segmento Italian Large Corporates nel corso del Nella seconda metà del 2009, nell ambito del normale processo di manutenzione evolutiva, è stata rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD costruito su dati di perdita osservata riferiti a posizioni in default ed integra sia fattori quantitativi che qualitativi; quest ultimo aspetto innovativo rispetto alla precedente versione è particolarmente apprezzabile, considerata la difficoltà di produrre stime robuste e sufficientemente granulari in base a soli dati quantitativi. L unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello e la qualità, la performance e conservatività delle stime. Ha inoltre analizzato in maniera estesa benchmark esterni (presenti in letteratura e/o in forma di recovery rating pubblicati dalle agenzie di rating). Oltre alla metodologia, l attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per le imprese Multinational e sull utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. 95

96 Il rating dei Corporate Treasury/ Funding Vehicles Nel corso del 2009 si è proceduto ad estendere l ambito di applicazione del sistema di rating Banche e Multinational anche a quelle società controllate che esercitino un attività di corporate treasury (ad es. cash concentration, FX management e funding) o che costituiscano un veicolo specializzato (per emissioni di titoli a medio termine - MTN- titoli di credito o obbligazioni) il cui merito di credito sia influenzato dal supporto della controllante/ gruppo mediante fideiussioni esplicite o altri meccanismi (ad es. un accordo di supporto dalla controllante). Poiché, nella maggior parte dei casi, il default di un CTFV è provocato dal default del gruppo a cui appartiene, sia per la PD che per la LGD non garantita (unsecured) si è stimata, sulla base dei contributi e delle opinini degli esperti del settore, la distanza in termini di nothces rispetto ai valori di PD e LGD della capogruppo (e non il valore assoluto), mentre per la EAD si è comunque deciso di estendere il modello già in uso per gli altri segmenti di clientela Groupwide. Le verifiche di performance e calibrazione condotte (utilizzando le distanze obiettivo fornite dagli esperti) dall unità di validazione hanno dato risultati positivi. Il modello di rating per il Global Project Finance Il modello di rating GPF è un modello esperto. Si fonda su un insieme di 29 fattori che guidano un questionario in cui le risposte hanno 5 livelli possibili. I 29 fattori sono raggruppabili in 5 aree di riferimento che coprono i rischi di progetto. Lo score finale è una media ponderata degli score ottenuti dai fattori. Le 5 aree di aggregazione sono: rischio degli sponsor del progetto, rischio di esecuzione o completamento, rischio operativo, rischi esogeni (es. macroeconomici), rischio legato ai cash flows. Lo sviluppo del sistema di rating è stato supportato dagli esperti dal lato dell origination; la specificità del project finance e la parziale indipendenza dalle controparti che sostengono il progetto si possono affrontare solo con un grado elevato di flessibilità, reso possibile dall utilizzo di fenomeni di mitigazione del rischio o dal cambio dei pesi dei singoli fattori oppure con i weak link. La segmentazione del portafoglio si basa sui seguenti criteri: Il progetto è sviluppato da un entità giuridica separata dallo sponsor; Vi è separazione (non- recourseness) tra il veicolo e lo sponsor; talvolta per brevi intervalli di tempo tale separazione può venir meno; La decisione creditizia si basa principalmente sui cash flow futuri prodotti dal progetto; La struttura finanziaria è basata sulla qualità e la quantità di flussi di cassa del progetto; C é una condivisione dei rischi tra i partecipanti al finanziamento; Assets del progetto e ricavi sono a garanzia dei creditori; Dipartimenti specializzati di UCB AG e BA sono esclusivamente coinvolti; Il volume del progetto è superiore a 20 milioni; Progetti per i quali il rischio economico è limitato al 15% (max 30 milioni) con garanzia di assicurazioni sull export esplicitamente escluse dal portafoglio. La calibrazione del modello è stata realizzata determinando quali livelli di score vengono allocati tra i livelli di rating. Pertanto i valori di PD associati non sono continui ma di tipo categorico; ad ogni rating assegnato si assegna un unico valore di PD. L unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la performance a livello aggregato, di risk group e di singolo fattore. Ha inoltre analizzato la stabilità, i meccanismi di aggiustamento e override, la conservatività delle stime ed effettuato un analisi di benchmarking, sebbene la disponibilità di rating esterni sia limitata. Tutte queste analisi hanno riguardato il portafoglio GPF di Gruppo, depositato presso le Entità: UniCredit SpA, UCB AG, BA. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

97 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Seguendo le indicazioni delle funzioni di controllo interno e dell Organo di Vigilanza, nel corso del 2010 sono state avviate le attività di revisione del modello di rating per il Global Project Finance al fine di ridurre l incidenza degli elementi di giudizio esperto sul rating finale e di aumentare il potere predittivo di tutto il sistema. Più in dettaglio le attività in corso prevedono l ottimizzazione statistica dei pesi dei singoli fattori, attualmente definiti su base esperta, la limitazione alla sola pratica dell override delle attuali possibilità di intervento manuale sul rating, una più dettagliata descrizione dei fattori di rischio al fine di rafforzare l'obiettività della valutazione oltre all incorporazione del rischio paese secondo l approccio di Gruppo. Il risultato finale sarà, infine, calibrato alla media di lungo periodo dei tassi di default osservati. Le suddette modifiche saranno rese operative nel corso del Il modello di LGD per le attività di Project Finance (GPF) In sintesi il modello GPF LGD si fonda su stime differenziate per settore industriale sottostante il progetto. Il risultato finale, LGD in percentuale sulla EAD, è dato dal complemento a 1 del tasso di recupero scontato, a cui si aggiungono i costi per il recupero e un aggiustamento per il timing dei recuperi. Per i settori in cui erano disponibili sufficienti informazioni interne, i dati esterni sono stati ignorati, per quelli in cui non vi erano sufficienti dati interni sono state utilizzate le analisi sui tassi di recupero nell ambito del project finance da parte di Standard & Poors, talvolta direttamente, talvolta in combinazione con dati interni laddove la numerosità del sottoinsieme interno lo permettesse. Utilizzando i dati di Standard & Poors a dicembre 2005, è stato definito uno scenario di downturn, prendendo come riferimento il periodo di crisi successivo al caso Enron a cavallo tra il 2001 e il 2002, da quale è stato ricavato uno specifico fattore di downturn. Nel corso del 2008 e del 2009, dando seguito ad alcuni rilievi e suggerimenti degli organi di controllo interno, ripresi anche dall Autorità di Vigilanza nell ambito della relazione finale sulla verifica dello stato di avanzamento delle attività di adeguamento dei sistemi A-IRB (13/03/2009), sono stati definiti alcuni interventi finalizzati a riflettere maggiormente le pratiche di gestione del rischio in essere nel Gruppo. La versione attuale del modello LGD, si basa sulla metodologia distressed assets sviluppata da S&P che esamina la coda della distribuzione del valore degli asset del progetto nella regione in cui il default è avvenuto e definisce quindi la distribuzione di probabilità della LGD come distribuzione della differenza tra debito e valore degli asset in tale regione. Questo framework generale è stato poi adeguato alla realtà e alle pratiche gestionali del Gruppo Unicredit, attraverso l adozione di alcuni adattamenti che riguadano il metodo di calcolo del valore degli asset, la tecnica di determinazione della regione di default e l introduzione di opportune volatility scorecard basate su specifici questionari e calibrate per settore. La nuova versione del modello LGD è stata rilasciata nel seconda metà del Alla luce dei recenti risultati di back-testing, il Gruppo ha deciso di avviare, in parallelo con la revisione del modello di stima della PD, le attività di perfezionamento del modello LGD al fine di migliorarne le performance. Gli interventi in corso di realizzazione riguardano, in primo luogo, l introduzione di un secondo scenario evento estremo, la cui probabilità è individuata sulla base delle risposte ad uno specifico questionario qualitativo: la LGD è ottenuta, con questo nuovo approccio, attraverso la media ponderata della LGD distressed asset calcolata nello scenario standard e nel nuovo. Una seconda modifica importante riguarda la determinazione esplicita del valore degli asset, sostituita dalla stima diretta del rapporto tra debito e il valore (massimo) dei distressed assets (Debt to Maximum Distressed Assets - DMDA), stima effettuata sulla base di un altro questionario qualitativo. Questa scelta ha come effetto la rimozione della volatility scorecard sul valore degli asset, contribuendo così alla stabilizzazione della stima finale. Si sta inoltre rivedendo la modalità di introduzione degli add-on previsti per tener conto delle fasi negative del ciclo economico (downturn add-on) e dei costi di recupero. Infine il nuovo modello consentirà di attribuire una LGD specifica ai prestiti subordinati. In questo contesto l unità di validazione, oltre a svolgere le consuete attività di monitoraggio del funzionamento del modello attualmente in uso, si è concentrata nel 2010 sulla valutazione del disegno del nuovo modello, attività tuttora in corso. 97

98 Il modello di EAD per i segmenti Group Wide La necessità di tale nuovo modello è motivata da un lato dall obiettivo di conformità con i requisiti di Basilea 2 riferiti all approccio IRB avanzato e, dall altro, dal bisogno di misurare il rischio connesso ad ogni attività al fine di gestirlo e di definirne correttamente il prezzo. Il principale driver della EAD è la tipologia di prodotto e il calcolo è legato a tre componenti. In primo luogo, in linea con i requisiti regolamentari, si assume che l esposizione corrente di bilancio continuerà ad esistere fino al default. A questo valore si somma il valore atteso di un ulteriore tiraggio della linea di credito accordata, e in terzo luogo, l eventualità di uno scoperto oltre l attuale linea di credito è considerata come percentuale della linea di credito accordata. Viene inoltre considerata, per i prodotti rilevanti, la probabilità di una richiesta di pagamento da parte di un terzo, cui è stata rilasciata una garanzia in caso di default. Al fine di rendere coerente il campione dei default d impresa con l ambito di applicazione del modello, esso è stato ristretto alle controparti con almeno un fido con una linea di credito garantita non inferiore a L attività di validazione ongoing svolta nel corso del 2010 ha verificato il disegno del modello ed in particolare la ragionevolezza delle assunzioni sottostanti, inclusa la scelta del campione di sviluppo. Le stime del modello sono state confrontate con i corrispondenti valori osservati internamente, utilizzando un dataset out-of-sample costruito con default osservati in fase di downturn ( ) dalle principali Legal Entities. Anche gli aspetti IT e di qualità del dato sono stati oggetto di convalida interna. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

99 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Modelli locali, perimetro Italia In questa sezione si fornisce una descrizione dei modelli locali italiani che hanno già ricevuto l autorizzazione per l utilizzo dell approccio AIRB. Il modello di rating del segmento Corporate Italia Il modello Rating Integrato Corporate (RIC) fornisce il rating delle controparti imprese di Unicredit SpA aventi un fatturato (o total assets laddove il fatturato non è informativo) da 5 a 250 milioni di Euro, secondo la nuova segmentazione, operativa da novembre 2010, decisa nell ambito del progetto di fusione societaria One4C, anche a seguito di una specifica attività di confronto delle performance delle diverse modellistiche disponibili sui segmenti imprese in Italia. Sviluppato in più fasi anche col supporto della società Centrale Bilanci, il modello RIC nella sua prima versione prevedeva l integrazione a più livelli di diverse componenti. Ad un primo livello, il punteggio generato da variabili di bilancio (score CE.BI.) si integrava con informazioni di carattere qualitativo provenienti da questionari compilati dal gestore; ad un secondo livello, lo score precedente si integrava con informazioni di carattere geo-settoriale-dimensionale; successivamente informazioni di natura comportamentale-andamentale (sia interne che di sistema) si fondevano con il risultato del secondo livello per dare origine ad un Rating Integrato Corporate secondo due diversi pesi sulla base del punteggio andamentale. Infine, mediante analisi Kernel della distribuzione dello score RIC sul portafoglio di applicazione si erano individuate 9 classi di rating. Le funzioni di convalida competenti avevano verificato, in sede di Initial Validation del modello, il disegno e la tenuta, in termini di performance e stabilità, sia dei diversi moduli, sia del modello complessivo anche per sotto-portafogli rilevanti, analizzando anche la calibrazione, le regole di override e la copertura del modello per rapporti ed esposizioni del portafoglio della banca. Nel corso del 2008 erano inoltre stati apportati e validati i seguenti miglioramenti al modello, in produzione da marzo 2009: ristima del modulo andamentale, a partire dalle variabili presenti nella precedente versione, attraverso la revisione dei relativi pesi e l eliminazione di tutti quei fattori ritenuti non più significativi, rimuovendo così la ridondanza informativa ed incrementando la capacità predittiva del modulo; ridefinizione dei pesi dell integrazione fra modulo andamentale (sia interno che esterno) e score d impresa di secondo livello, eliminando la doppia funzione d integrazione, fonte di discontinuità nella PD finale per quelle controparti con stesso score di secondo livello, ma con piccole differenze nello score andamentale attorno al valore scelto come soglia. Inoltre era stato utilizzato un campione di sviluppo maggiormente rappresentativo del portafoglio di applicazione, incorporando anche la definizione di default Basilea2 al netto dei Past Due tecnici, ed era stata attestata l adeguatezza della nuova versione del sistema per la sua applicazione all intero portafoglio di comprensivo dei i clienti di provenienza ex-capitalia. Nel corso del 2010 si è proceduto alla ricalibrazione del modello per tener conto dell estensione della serie storica dei default e delle implicazioni derivanti dalle modifiche del portafoglio di applicazione conseguenti al completamento del progetto di fusione One4C. Inoltre, sulla base delle raccomandazioni suggerite dalle funzioni di controllo interno e dall Organo di Vigilanza, si è proceduto anche ad una significativa revisione del modello, che entrerà in produzione nel 2011 e che consentirà, mediante il risviluppo interno dei moduli finanziario, qualitativo ed andamentale, di incrementare la rappresentatività, la performance e la stabilità delle stime di PD. Nel corso del 2010, le attività di convalida, oltre al monitoraggio del funzionamento del modello attualmente in uso, si sono concentrate sulla verifica degli interventi di revisione del modello tuttora in corso, in termini di adeguatezza e rispondenza ai requisiti regolamentari ed agli standard di Gruppo. 99

100 Il modello di rating del segmento Small Business Italia Il modello Rating Integrato Small Business (RISB) fornisce il rating delle controparti imprese di Unicredit SpA aventi un fatturato (o total assets laddove il fatturato non è informativo) fino a 5 milioni di Euro, secondo la nuova segmentazione derivante dal progetto di fusione One4C, verificata dalla competente funzione di convalida interna per quanto concerne la scelta e l applicazione dei modelli di rating. Il modello è stato strutturato in modo da ottimizzare l aggregazione delle diverse fonti informative, sia interne (qualitative, finanziarie, anagrafiche ed andamentali) sia esterne (il flusso di Centrale dei Rischi Banca di Italia e le centrali rischi private), differenziando tra erogazione a nuovi clienti o a clienti già esistenti e sulla base di una segmentazione del portafoglio Imprese che riflette la dimensione e l anzianità dell azienda sul mercato. I moduli sviluppati sono i seguenti: modulo anagrafico; modulo andamentale esterno (CE.RI/SIA); modulo finanziario; moduli Credit Bureau (Experian e Crif); modulo qualitativo; modulo andamentale interno. Il processo di stima dei vari moduli si è articolato nelle fasi di seguito descritte: analisi univariate, analisi multivariate, specificazione del modello e validazione. Il metodo utilizzato è la regressione logistica stepwise. La stima viene effettuata utilizzando la tecnica del Weigh of Evidence (WoE). Al termine della procedura di stima del modello logistico, lo stesso è scalato (omogeneizzato) in modo tale che i punteggi di modelli diversi siano confrontabili. Identificati i regressori significativi, si costruisce lo scorecard report che riassume in maniera sintetica le variabili utilizzate nel modello, il peso di ciascun fattore e il livello di significatività statistica. Lo score omogeneizzato di ciascun modello concorre alla produzione della PD e della classe di Rating della controparte in base al peso relativo del modulo stesso, rapportato a quello degli altri e con modalità legate all anzianità del rapporto del cliente con la banca, distinguendo tra già cliente e nuovo cliente, ed alla tipologia di cliente Small Business considerato. Il modello era stato calibrato nel corso del 2009 anche per tenere in considerazione l integrazione dei portafogli creditizi ex Capitalia. Nel corso del 2010, la calibrazione delle stime è stata effettuata anche al fine di considerare l ampliamento del perimetro di applicazione del modello RISB fino a 5 mln di fatturato, in conseguenza della costituzione della Banca Unica a partire da novembre Nel 2010 la funzione di validazione ha proceduto alla verifica nel continuo della tenuta, in termini di performance e stabilità, anche nei sotto-portafogli rilevanti, del modello nel suo complesso e dei diversi moduli che lo compongono. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta alla valutazione della nuova calibrazione, che ha nel complesso apportato un miglioramento in termini di allineamento tra PD e tassi di default osservati, grazie all introduzione dei dati più recenti nel tasso target. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

101 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Il modello di rating del segmento Privati Italia: Mutui Ipotecari Il Portafoglio Obiettivo del modello di Rating RIP (Rating Integrato Privati), che si basa su un approccio per pool, è costituito dall insieme di tutte le tipologie di mutui ipotecari trattati in Unicredit SpA, destinati all acquisto, costruzione e ristrutturazione di immobili residenziali da parte della clientela privati e all acquisto di immobili per finalità legate all attività economica svolta da parte delle Persone Fisiche appartenenti al settore delle Famiglie Produttrici. Per quanto concerne i prodotti rateali del Gruppo, la considerazione di caratteristiche specifiche del singolo prodotto ai fini della determinazione del pool di appartenenza ha comportato l assegnazione di una probabilità di default potenzialmente differente ad ogni rapporto in capo alla medesima controparte, benché anche le caratteristiche del Cliente siano tra i driver fondamentali per l individuazione dei pool. Analogamente a tutti gli altri sistemi di rating del portafoglio privati del Gruppo, anche lo sviluppo del modello R.I.P. si è articolato in due fasi distinte: la prima consiste nell individuazione dei Pool relativi al portafoglio in fase di erogazione, la seconda nell individuazione dei Pool relativi al portafoglio in essere. Mediante tecniche statistiche sono stati individuati i pool sull intero portafoglio. In seguito a tale processo si è pervenuti alla definizione di strutture ad albero nelle quali le foglie finali corrispondono ai pool individuati. I singoli pool sono stati successivamente aggregati in classi di rating. Nel processo di assegnazione della probabilità di default, la valutazione effettuata in sede di prima erogazione viene mantenuta nel primo semestre di vita del rapporto, salvo sia rilevato uno sconfino di durata superiore al mese, mentre a partire dal settimo mese viene ricalcolata l attribuzione dell operazione al pool corrispondente secondo l albero definito per il portafoglio in essere. All aumentare dell anzianità del mutuo, acquisiscono infatti maggiore rilevanza le variabili andamentali. Per le specificità legate alla diversa provenienza delle esposizioni costituenti il portafoglio di rischio proveniente dalla ex UBCasa, il modello di rating presentava fin dalle origini alcune personalizzazioni, soprattutto con riferimento al portafoglio acquisito mediante vari canali: ex-unicredit Banca, ex-banca per la Casa ed ex-abbey National. Nell analisi del portafoglio complessivo ex UB Casa erano dunque stati definiti quattro alberi di segmentazione la cui variabile discriminante iniziale è la maturità del mutuo (numero di mesi dall erogazione maggiore o minore di 6) e, per i mutui con maggiore maturità, il perimetro di provenienza. In particolare: albero stimato per il portafoglio in fase di erogazione o application, utilizzato nell attribuzione della probabilità di default a tutti i mutui con anzianità inferiore a 6 mesi (inizialmente distinto per ex Banca per la Casa ed ex Unicredit Banca); albero per il portafoglio in essere ex-anbi da adottare per i mutui del perimetro ex-anbi con anzianità superiore a 6 mesi; albero per il portafoglio in essere ex-adalya -Kiron (ex Banca per la Casa) realizzato per la stima della PD dei mutui ex-adalya con anzianità superiore a 6 mesi; albero per il portafoglio in essere ex-unicredito realizzato per la stima della PD dei mutui ex- Unicredito con anzianità superiore a 6 mesi. Elemento comune alle quattro segmentazioni è l assegnazione al pool di rischio maggiore delle pratiche che manifestino un ritardo di pagamento o delinquency superiore al mese. Nel corso del 2008 erano state apportate alcune modifiche derivate dall utilizzo di una definizione di default più aderente alla normativa di vigilanza (sconfino di vigilanza e/o 7 rate arretrate, incaglio o sofferenza), dalla necessità di uniformare le griglie di score di erogazione tra ex Unicredit Banca per la Casa e ex Unicredit Banca e dall ampliamento delle finestre temporali con conseguente calibrazione e ridefinizione delle classi di rating. 101

102 Nello stesso periodo aveva anche avuto luogo lo sviluppo di una griglia specifica, mediante modello statistico basato su funzione logistica, per l erogazione di mutui ipotecari alla clientela Immigrants, segmento costituito da pratiche per le quali almeno un soggetto tra gli intestatari e i garanti sia nato all estero e abbia cittadinanza diversa da quella italiana, nonché l estensione dei metodi IRB avanzati ai mutui ipotecari residenziali di clientela privata provenienti dalle banche del Gruppo ex-capitalia, mediante lo sviluppo di un modello PD andamentale ad hoc creato a partire da dati rappresentativi dei medesimi portafogli. Nel corso del 2009, oltre alla consueta ricalibrazione delle componenti di rischio PD e LGD, si è provveduto a sviluppare un modulo specifico per la stima della PD con riferimento ai mutui ipotecari dei dipendenti del Gruppo UniCredit, precedentemente esclusi dal perimetro di applicazione del sistema di rating RIP Mutui Ipotecari. Nel corso del 2010 sono state intraprese attività specifiche volte ad una significativa revisione del modello RIP Mutui Ipotecari, finalizzata all introduzione di un approccio più prudenziale per l identificazione dei default, anche in funzione delle raccomandazioni suggerite dalle funzioni di controllo interno e dall Organo di Vigilanza, nonché ad un maggiore allineamento con i nuovi processi creditizi e la struttura organizzativa derivata dalla fusione societaria, completata a novembre 2010, Tale intervento consentirà, mediante il risviluppo dei moduli di erogazione e andamentale, di incrementare la rappresentatività e la performance delle stime di PD, oltre a risolvere i rilievi identificati dalle funzioni di controllo. La funzione di validazione aveva verificato nel 2007, in fase di Initial Validation, il disegno del modello e del sottostante score di erogazione, la loro capacità discriminante e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione era stata rivolta all analisi dei sottomodelli identificati dall anzianità del mutuo e dal canale di provenienza, nonchè alla copertura del portafoglio per rapporti ed esposizioni ed alla calibrazione sia a livello complessivo che di sottoportafoglio. Negli anni seguenti la funzione di validazione ha proceduto alla verifica nel continuo della tenuta del modello RIP Mutui Ipotecari in termini di performance e calibrazione, valutando di volta in volta nello specifico i diversi interventi effettuati e descritti in precedenza (i.e. introduzione della griglia di erogazione immigrati, del modello andamentale ex capitalia e del modello per i mutui erogati ai dipendenti UniCredit). Il modello di rating del segmento Privati Italia: Scoperti di Conto Corrente e Carte di Credito a Saldo Il Rating Integrato Privati (RIP) per finanziamenti in Conto Corrente esprime un giudizio complessivo sul merito creditizio del privato affidato o richiedente un affidamento ricompreso nel pool CC (conti correnti, crediti di firma, carte a saldo) e deriva dall integrazione di un set di moduli elementari che sfruttano le informazioni rinvenibili presso le fonti interne (informazioni anagrafiche e andamentali), il flusso di Centrale Rischi di Banca d Italia (CR e SIA) e il Bureau Crif. L aggregazione dei moduli è stata effettuata in modo diverso per i seguenti cinque sotto-segmenti principali di clientela Privata: i nuovi clienti che richiedono un affidamento (c.d. Nuovi); i clienti esistenti ma operanti su base attiva (c.d. Richiedenti ex-base Attiva) che richiedono un affidamento; i clienti esistenti e affidati (c.d. Esistenti Affidati); i clienti esposti ma non affidati (c.d. Esposti Non-Affidati); i dipendenti del Gruppo UniCredit (c.d.dipendenti). L aggregazione dei moduli determina la stima di uno Score di Erogazione, applicato per la valutazione del merito creditizio del cliente sia nel processo di nuovo affidamento che di rinnovo, e di uno score di Monitoraggio, utilizzato per la valutazione del cliente che presenta già una relazione con la Banca. Di seguito viene fornita una rappresentazione schematica del modello: TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

103 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Fase di erogazione Modello Nuovi Clienti Modello Richiedenti ex - Base Attiva Modulo Anagrafico Modulo CRIF Modulo Anagrafico Modulo CRIF Modulo Andamentale Base Attiva Fase di monitoraggio Modello Clienti Esistenti e Affidati Modello Clienti Esistenti Esposti, ma non Affidati Modello Dipendenti del Gruppo Modello Clienti operanti su Base Attiva Modulo Anagrafico Modulo CRIF Modulo Andamentale Esposti/Affidati Modulo Andamentale Esposti/Affidati Modulo Andamentale Esposti/Affidati Modulo Andamentale Base Attiva Moduli/modelli sviluppati su campioni di erogazione Moduli/modelli sviluppati su campioni stock Le variabili ai fini dell inclusione nel modello sono state analizzate a livello univariato e sono state selezionate in base all incidenza dei missing, alla capacità predittiva (D di Somers) e all analisi dei cluster. A livello multivariato le tecniche di selezione utilizzate sono la regressione logistica di tipo stepwise e il livello di correlazione, oltre a valutazioni di carattere economico. L integrazione dei moduli applicabili ai diversi sotto-segmenti di clientela è stata effettuata mediante regressione logistica sui Weight of Evidence (WoE) degli score stimati dai moduli. Le informazioni sottostanti il modulo Anagrafico-Finanziario acquisite in fase di erogazione ed aggiornate solo in minima parte nel corso del monitoraggio del finanziamento perdono progressivamente peso all interno del modello, al passare del tempo. Diversamente, le variabili di carattere andamentale potrebbero non essere presenti in fase di erogazione, ma sicuramente presenti e discriminanti nel corso del monitoraggio. Con particolare riguardo alla periodicità del loro aggiornamento, le informazioni andamentali di fonte CRIF sono aggiornate con cadenza trimestrale, quelle di fonte Interna o CeRi con cadenza mensile. La PD del modello, pur essendo stata stimata esclusivamente su dati dei clienti ex Unicredit Banca, è stata calibrata tenendo conto dei tassi di default dei clienti di entrambi gli ex Gruppi (ex Unicredit ed ex Capitalia). La distribuzione per classi di rating delle esposizioni, come atteso, è maggiormente concentrata sulle classi di rating rappresentative di maggior qualità: il 70% delle esposizioni ha una classe di rating inferiore o uguale a T08, che rappresenta una probabilità di default massima del 3%. In generale, tutte le classi di rating sono sufficientemente popolate e non si osservano concentrazioni significative in singole classi. 103

104 La definizione di default adoperata in fase di sviluppo dei moduli statistici è una definizione gestionale mentre quella utilizzata per la calibrazione è conforme alla normativa di Basilea 2 che considera bad le controparti classificate in sofferenza, incaglio o past due a 180 giorni. Su tale aspetto nel corso del 2010, anche in funzione delle raccomandazioni ricevute dall Organo di Vigilanza, sono state avviate le attività finalizzate alla revisione in senso maggiormente prudenziale della definizione di default ed alla conseguente calibrazione del modello (inclusi i parametri di LGD e EAD). La funzione di validazione ha verificato il disegno del modello, l utilizzo delle fonti informative, le sue performance in termini di rank ordering e calibrazione e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta all analisi dei sottomodelli identificati. Il modello di rating del segmento Privati Italia: Prestiti Personali Il sistema di rating per i prestiti personali è costituito, ai fini della stima della PD, da modelli differenti in ragione della finalità di utilizzo (erogazione o monitoraggio), del canale di erogazione e del portafoglio di applicazione, al fine di cogliere le peculiarità dei diversi segmenti in termini di gestione del business, rischiosità e proprietà statistiche. I modelli sviluppati sono i seguenti: 1. erogazione canale banca portafoglio strategico 2 ; 2. erogazione canale banca portafoglio non strategico 3 ; 3. erogazione canale non banca 4 ; 4. andamentale. Questa struttura è quella che meglio consente di ottimizzare l utilizzo delle principali fonti informative senza introdurre una eccessiva complessità nel modello. Per quanto concerne i modelli di erogazione, aventi l obiettivo di assegnare una probabilità di default ad ogni esposizione al momento della richiesta di un prestito personale, la metodologia di sviluppo utilizzata è la regressione logistica ed i campioni di sviluppo sono costituiti da tutte le pratiche erogate fino a luglio Per quanto concerne invece il modulo andamentale, sviluppato tramite una tecnica di regressione logistica, le variabili discriminanti utilizzate si riferiscono sostanzialmente alle informazioni andamentali interne e alle informazioni relative alla anagrafica del cliente. Gli score di erogazione ed andamentali così definiti sono stati normalizzati, e sono state create 14 classi di rating, definendo anche 4 classi aggiuntive rispettivamente per la categoria dei dipendenti, per gli unrated, per le pratiche erogate a fronte dell evidenza di una policy di rifiuto, e per le pratiche in default. La definizione di default adottata in fase di stima degli score è di tipo gestionale, caratterizzata da un periodo di performance di 18 mesi e dall identificazione del default in base alla presenza di uno stato di sofferenza o ad un numero di rate pagate arretrate superiore o pari a 5 5. Successivamente si è provveduto a calibrare i tre score alla definizione di default prevista dalla normativa di vigilanza tenendo conto dell erogato nel periodo compreso tra settembre 2005 e gennaio Anche per i Prestiti Personali su questo aspetto, come già evidenziato per gli altri segmenti di esposizioni al dettaglio in Italia, nel corso del 2010 sono state avviate le attività finalizzate alla revisione in senso maggiormente prudenziale della definizione di default ed alla conseguente calibrazione del modello (inclusi i parametri di LGD e EAD). 2 Si tratta dei Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB per cui il richiedente o il coobbligato (se presente) abbiano stato di nascita, ricavato dal codice fiscale, incluso nel seguente elenco: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Irlanda del nord, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Principato di Monaco, San Marino, Spagna, Svizzera, Svezia, Città del Vaticano, Stati Uniti d America, Canada, Australia, Nuova Zelanda 3 Si tratta di Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB ma non rientranti nel perimetro del Portafoglio Strategico. 4 Prestiti Personali non erogati tramite le agenzie UCB. 5 La controparte è considerata good in caso di rate arretrate inferiore o pari a 2 e indeterminata con 3 o 4 rate arretrate. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

105 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 La funzione di validazione ha verificato il disegno del modello, l utilizzo delle fonti informative, le sue performance in termini di rank ordering, calibrazione e stabilità, effettuando nel corso del primo trimestre del 2010 anche specifiche analisi per la verifica della possibilità di adottare le stime anche per il portafoglio di provenienza ex Capitalia. LGD per i portafogli locali Italia I modelli di LGD in uso in UniCredit SpA, che ha inglobato da novembre 2010 i portafogli precedentemente in capo a UCCB, RNI e UCFin, sono stati sviluppati secondo un approccio di tipo workout. In particolare, il tasso di perdita viene calcolato considerando i flussi di cassa relativi ai diversi rapporti osservati dal loro ingresso a default fino al termine del processo di recupero. Per quanto attiene alla stima, sono stati definiti specifici moduli per ciascuna fase del default (incaglio, sofferenza e past due), adottando stime regressive nel caso dei blocchi sofferenze ed incagli e medie storiche per la variazione dell esposizione in fase di past due (distinta per rapporti rateali e non rateali). Tale criterio a blocchi determina la necessità di definire una modalità di integrazione dei risultati dei diversi modelli per il calcolo della LGD complessiva. In particolare, è necessario definire due tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default (probabilità che, dato il default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi stati di default (nella terminologia Unicredit questi ultimi vengono definiti Danger Rates). Mentre per i portafogli Corporate e Small Business e per i prodotti mutui ipotecari e conti correnti/carte a saldo tali parametri vengono definiti su base empirica (frequenze relative osservate sui campioni di sviluppo), l approccio di stima adottato per il prodotto Prestiti Personali si basa sulla modellizzazione del WOE (Weight of Evidence) associato ai diversi attributi delle variabili disponibili in fase di application. I modelli sviluppati mediante approccio regressivo prevedono l impiego sia di variabili di tipo anagrafico che inerenti le caratteristiche dei rapporti; inoltre, assumono particolare rilevanza le garanzie a copertura delle esposizioni. A tal proposito, UniCredit SpA ha deciso di incorporare l effetto delle diverse tipologie di garanzie nella LGD, ad eccezione, per il solo portafoglio Corporate, delle fideiussioni rilasciate da istituti bancari, in presenza delle quali è adottato il principio di sostituzione. In generale non si considera dunque la possibilità di trattare separatamente la quota di esposizione garantita e quella non garantita, ma viene calcolata una Loss Given Default a livello di rapporto, in funzione delle garanzie presenti e, ove significativo, del loro valore. Per quanto riguarda Corporate e Small Business, con riferimento ad alcune tipologie di rapporto (Anticipi), si è optato per un modello sviluppato congiuntamente. Per il calcolo del valore di LGD, limitatamente alla fase di sofferenza, si è considerato il massimo livello di dettaglio possibile, ovvero il rapporto. Per quanto riguarda la fase di incaglio, invece, la banca ha sviluppato due modelli per ciascun segmento, differenziando esposizioni rateali e non rateali. Nel corso del 2008 erano state apportate alcune modifiche al modello di LGD per i portafogli italiani (ad esclusione di Prestiti Personali e Conti Correnti/Carte a Saldo, i cui modelli sono stati autorizzati nel 2010). Il primo intervento aveva riguardato l inserimento della variabile tasso risk free all interno dei modelli in modalità continua anziché in modalità discreta. In secondo luogo, si era sviluppato un nuovo approccio per la stima della LGD Downturnche prevedeva il calcolo dell effetto downturn come aggiustamento della LGD stimata dai modelli mediante due coefficienti ottenuti tramite una regressione che interpolava la LGD stimata e una nuova variabile che identificava il passaggio o meno della sofferenza per la fase recessiva. Il terzo intervento era costituito dalla revisione dell effetto dell azione revocatoria fallimentare, mentre il quarto riguardava la correzione delle stime di LGD per le esposizioni già a default per tener conto degli eventuali passaggi a perdita parziali. 105

106 Tutti i modelli erano inoltre stati ricalibrati coerentemente con quanto avvenuto per i modelli di PD; con riferimento specifico alla LGD del sistema Rating Integrato Privati (RIP) per i Mutui Ipotecari si era provveduto a rivedere la modalità di aggregazione delle aree geografiche eliminando le classi Lazio e Umbria e Marche e Toscana e creando la classe Centro, al fine di migliorare l interpretabilità economica e rendere tale modello uniforme con i modelli di LGD analoghi sviluppati in Italia. Nel corso del 2009, i parametri dei modelli LGD locali erano stati aggiornati a seguito dell ampliamento dei campioni di sviluppo che aveva condotto all esclusione di tutti i rapporti con ingresso nello stato di default prima del Tale scelta era stata guidata dalle necessità di garantire una maggiore aderenza tra i processi sottostanti i recuperi osservati nei campioni di sviluppo e quelli attuali. Su raccomandazione delle funzione di controllo interno era stata rivista anche la metodologia di determinazione dei tassi di attualizzazione usati per il calcolo della LGD osservata, con l utilizzodel tasso Risk Free più un premio al rischio basato, oltre che sulla volatilità storica dei recuperi, anche sull asset correlation prevista per il calcolo del requisito di capitale. Inoltre, erano state ridefinite le aree geografiche per il modello relativo al segmento Small Business, con aggregazione delle classi Sud e Isole, per esigenze di maggiore aderenza del modello ai portafogli ex-capitalia nonchè di uniformità con i modelli per i segmenti Corporate e Mutui Ipotecari. Tali modifiche avevano comportato la variazione dei pesi delle variabili predittive dei modelli, senza cambiamenti nel numero e nella tipologia delle variabili stesse. Il 2009 si è anche caratterizzato per l introduzione di nuovi modelli per il calcolo della LGD per i Conti Correnti/Carte a Saldo e i Prestiti Personali. Per quanto riguarda i due nuovi modelli LGD per le esposizioni al dettaglio, la loro struttura è simile a quella degli altri modelli LGD: si basano su un approccio di tipo workout e sono strutturati in moduli differenziati per le posizioni in sofferenza e precontenzioso (incagli e past-due a 180 giorni). Tali blocchi sono poi combinati tra loro mediante la stima di due tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default ( probabilità che, dato il default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi stati di default. La funzione di validazione, che nel corso del 2007 aveva esaminato, con riferimento ai modelli LGD oggetto della richiesta di autorizzazone iniziale, la struttura, la coerenza con la definizione di PD, l effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l allocazione dei costi e il trattamento degli attivi in default e aveva effettuato test volti alla verifica dell accuratezza e della calibrazione dei modelli, negli anni successivi si è concentrata sulla validazione iniziale dei nuovi modelli di LGD (Conti Correnti/Carte a Saldo, Prestiti Personali), sulla valutazione qualitativa di tutte le revisioni e sul monitoraggio di performance e calibrazione dei modelli già autorizzati. Estensione dell approccio A-IRB (LGD) ad UniCredit Credit Management Bank Nella seconda metà del 2010 è stata completata la fusione per incorporazione di Aspra Finance S.p.A. in UniCredit Credit Management Bank S.p.A. In tale contesto, il Gruppo UniCredit ha proceduto ad estendere contestualmente all operazione di fusione, l approccio A-IRB per la misurazione dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di credito, già in uso in Aspra Finance a partire da dicembre L adozione dei metodi A-IRB nella società incorporante ha l obiettivo di garantire la neutralità rispetto al calcolo della perdita attesa e delle attività ponderate per il rischio nell ambito del Gruppo, sia per quanto riguarda il portafoglio creditizio attualmente in capo ad Aspra Finance S.p.A., per il quale i requisiti patrimoniali sono già calcolati secondo un approccio avanzato, sia con riferimento a future cessioni di crediti problematici originati da società del Gruppo già autorizzate all utilizzo dei suddetti metodi. Si ricorda che il focus di Aspra Finance consisteva nell acquisizione e nella gestione di crediti problematici originati da banche o società finanziarie del Gruppo. Di conseguenza, nella società erano stati progressivamente accentrati i portafogli storici Non Performing Loans (NPLs) delle Entità Giuridiche del Gruppo. A tale proposito si osserva che per il portafoglio IRB il fondamentale criterio per la definizione del prezzo dei portafogli NPLs è rappresentato, e sarà rappresentato nelle future cessioni, dalla LGD per le esposizioni in default. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

107 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 I modelli di EAD per i portafogli locali italiani Contestualmente all introduzione dei nuovi sistemi di rating per i finanziamenti in conto corrente e per i prestiti personali, il Gruppo ha sviluppato modelli per la stima della esposizione al momento del default (EAD). Inoltre, il sistema di rating RIP Mutui Ipotecari è stato arricchito di un modello interno per la stima della EAD, autorizzato da parte dell Organo di Vigilanza a dicembre L approccio utilizzato per la valutazione dell EAD è costituito in tutti i casi da una metodologia entro 12 mesi, secondo cui si procede all osservazione della clientela affidata o sconfinante in bonis a una determinata data di riferimento (i.e. 31/12/t) che risulti classificata in default nell arco dei 12 mesi successivi. Con riferimento agli Scoperti di Conto Corrente e alle Carte di Credito a Saldo, la stima dell EAD è differenziata in funzione di determinate famiglie di forme tecniche, Conti correnti/carte a Saldo, Portafoglio Commerciale e Crediti di Firma. Il calcolo dell EAD per i rapporti di conto corrente si differenzia in base alla presenza o meno di margine residuo sulla linea di fido all istante di osservazione; in particolare, in presenza di margine si prevede il calcolo di un equivalente creditizio (CCF), mentre in assenza di margine alla data di riferimento si prevede il calcolo di un indicatore in funzione del solo utilizzo corrente (K). Inoltre, le famiglie conti correnti e carte di credito a saldo sono state gestite congiuntamente data l operatività gestionale che prevede l addebito mensile dell utilizzo della carta di credito su un conto corrente di appoggio, senza possibilità di risalire alle movimentazioni a sé stanti relative ai mesi precedenti. Per quanto riguarda i Crediti di Firma, attraverso cui la banca assume o garantisce un obbligazione del cliente esponendosi al rischio di dover rispondere con il proprio patrimonio in caso di inadempimento dell affidato, si è valutata la probabilità che la garanzia stessa o l impegno concesso possano trasformarsi in un esposizione per cassa. Il modello valuta pertanto la quota dei crediti di firma in essere al momento del default che, in quanto tali, rappresentano un rischio potenziale per l Istituto (il rischio effettivo, ovvero che tali esposizioni potenziali si trasformino in esposizioni per cassa, è valutato nel modello LGD). Per quanto concerne la stima dell esposizione al default sui rapporti di portafoglio commerciale, la funzione di sviluppo ha deciso di calcolare esclusivamente un coefficiente K, data la scarsa numerosità delle osservazioni con margine in questo contesto. Per quanto riguarda i prestiti personali, invece, le analisi svolte hanno evidenziato che l esposizione al momento del default è inferiore al 100% dell esposizione alla data di osservazione in corrispondenza di tutti i segmenti ottenuti dalle variabili di segmentazione e per tutti i portafogli analizzati. Per tale ragione si è deciso di non implementare il modello sviluppato e di assegnare prudenzialmente ad ogni esposizione, a fini regolamentari, una EAD pari a 100%. Infine, con riferimento ai mutui ipotecari l approccio adottato è del tutto analogo a quello utilizzato per i prestiti personali. In questo caso sono stati identificati alcuni sottoportafogli ai quali è associata una EAD media superiore al 100%, in particolare in presenza di un impagato al momento dell osservazione. Coerentemente con la normativa, tutti i rapporti ai quali risulta associata una EAD inferiore al 100% vengono forzati a quest ultimo valore. A fine 2010 è anche stata effettuata una ricalibrazione del modello con estensione della serie storica a dati più recenti. L attività di validazione iniziale di questi modelli di stima si è particolarmente concentrata nella verifica dell impianto metodologico, soprattutto in relazione alla capacità del modelli di cogliere le caratterisitiche proprie dei diversi prodotti specie laddove è comune osservare un incremento di esposizione all avvicinarsi del default. Le attività di convalida hanno poi esaminato il profilo della completezza informativa e le performance e la calibrazione dei modelli. 107

108 Modelli Locali, perimetro Germania Modello di rating Mid corporate Il modello Mittelstandsrating si occupa di fornire i rating delle esposizioni verso la classe imprese di UCB AG con sede in Germania e con fatturato compreso tra i 5 e i 500 milioni di Euro. Il portafoglio obiettivo è stato rivisto alla fine del 2010 (precedentemente il limite inferiore di fatturato era fissato a 3 milioni) nell ambito dell iniziativa del Gruppo chiamata ONE4C volta ad aumentare ulteriormente la soddisfazione dei clienti e ad accrescere la vicinanza ai territori in cui opera il Gruppo. La versione del modello attualmente in uso è stata rilasciata nel corso del 2009 ed è stata sviluppata con l obiettivo di semplificare il modello originario (il numero dei Maja Values è stato ridotto da 12 a 4), introducendo contestualmente i miglioramenti suggeriti dalla precedente fase di convalida. Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo. Il punteggio risultante dall analisi del bilancio determina il rating parziale relativo alle condizioni economiche. Il modulo qualitativo fornisce invece il rating parziale relativo alla situazione dell impresa. Il rating finale nasce dalla combinazione dei due rating parziali. Il modulo quantitativo è costituito da 4 sotto-moduli statistici chiamati Maschinelle Analyse von Jahresabschlüssen (= Analisi automatica del bilancio), in breve MAJA. L ambito di applicazione di ciascuno di questi sotto-moduli dipende dal settore di attività economica dell azienda: (Industria, Commercio, Costruzioni e Servizi). I fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo, selezionati con un processo che ha incluso sia analisi statistiche che interazioni con gli esperti, coprono in generale le seguenti aree di analisi: Struttura degli assets; Situazione finanziaria; Crescita produttiva / Margini. Il modulo qualitativo, rivisto anch esso nel corso del 2009 con lo scopo di semplificrne la struttura ed ottimizzarne le performance, copre invece le aree di analisi relative a: situazione finanziaria; assetto manageriale / imprenditoriale; pianificazione e controllo; settore / mercato / prodotto; fattori di rischio; posizionamento settoriale. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

109 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 In presenza di segnali di deterioramento creditizio (warnig signals), già inclusi in una specifica sezione del modulo qualitativo, il rating viene corretto automaticamente. Il rating finale può infine essere corretto manualmente (override) nel caso in cui informazioni aggiuntive indichino che il rating calcolato non è adeguato. Tale pratica è soggetta a restrizioni e vincoli specifici ed è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna. La revisione effettuata nel 2009 ha visto anche una ricalibrazione del modello sulla base di una più aggiornata serie storica di tassi di default. La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello, la tenuta (performance e stabilità) dei diversi moduli che lo compongono (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la sua calibrazione. Ha inoltre analizzato il processo di assegnazione del rating, le regole di attribuzione delle esposizioni al modello in questione e il processo di override. A seguito della modifica del portafoglio di applicazione è stata effettuata una specifica analisi di tenuta del sistema di rating. Modello di rating Small Business Il modello di rating UCB AG smallcorp ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende tedesche e i privati, residenti in Germania, il cui reddito deriva principalmente dall esercizio di una libera professione, da lavoro indipendente o dai proventi di una SME di cui sono maggiori azionisti o proprietari. Come già detto per il modello di rating mid-corporate, il portafoglio obiettivo di questo modello di rating è stato modificato alla fine del 2010, al fine di riflettere la nuova segmentazione della clientela introdotta con l iniziativa ONE4C. Attualmente il limite superiore del segmento è fissato a 5 Milioni di fatturato per le controparti in contabilità semplificata e 5 milioni di fatturato per le società i cui soci hanno responsabilità personale illimitata (precedentemente tali limiti erano fissati a 5 e 15 milioni di Euro). Il modello di rating "UCB smallcorp AG" è strutturato in tre diversi, che vengono diversamente combinati in funzione della fase di processo creditizio e dell esposizione creditizia della controparte: il modulo Scoring GK è applicato in erogazione per i clienti con esposizione superiore a euro ed in fase di revisione annuale per i clienti con un esposizione superiore a Euro 6 ; il modulo Behaviour Scoring è utilizzato sia nella valutazione automatica mensile della clientela Small Business (con esposizione inferiore a ) che, nella fase di erogazione, in input al modulo Scoring GK; il modulo Small Credit Line scorecard è applicato solo in erogazione e per i clienti con una limitata esposizione creditizia (inferiore a euro) e in assenza di un rating andamentale (Behaviour Score ). Il modulo Scoring GK è composto da due sotto-moduli: GK1 per le società i cui soci hanno responsabilità personale limitata e GK2 per le società i cui soci hanno piena responsabilità civile. In entrambi i casi sono sono utilizzate le medesime informazioni: I cosiddetti "MAJA Values", score di bilancio elaborati statisticamente, simili a quelli utilizzati nel modello Mid-Corporate ; Score Settoriale; Score Andamentale misurato dal modulo Behaviour Scoring; Nel caso di un individuo, il livello di indebitamento è utilizzato come un fattore di rischio aggiuntivo. Il modulo Small Credit Line scorecard è usato solo come punteggio per le esposizioni applicazione limitata (inferiore a ) e non per la revisione annuale del rating. 6 Questo limite è stato aumentato da a durante l'attività di calibrazione dello Scoring GK effettuate nel gennaio 2010, al fine di essere coerenti con il limite fissato per l'aggiornamento mensile del Behaviour Scoring, introdotto nel novembre

110 Il modulo Behaviour Scoring (BKL) è costituito da tre sotto-moduli, basato sulla segmentazione di prodotto: KG: applicato in caso la controparte ha solo un conto corrente; BKG: applicato nel caso in cui il cliente ha un conto corrente e un mutuo; BG: applicato nel caso in cui il cliente ha solo un mutuo; BDG: applicato nel caso in cui i partner hanno altri prodotti (diversi da conti correnti e mutui). Lo score andamentale complessivo si ottiene aggregando a livello di prodotto tutti gli score ottenuti sul singolo rapporto e successivamente combinando lo score di prodotto così ottenuto con le informazioni specifiche del cliente per arrivare a un punteggio di controparte. Il modulo BDG è usato da solo quando il cliente presenta un prodotto diverso dal conto corrente e dal mutuo. Lo score andamentale viene calcolato automaticamente ogni mese. Application phase Annual Review Il rating può essere corretto al verificarsi di uno evento predefinito (all interno di un set di eventi che richiedono un downgrade o un upgrade della controparte) o sulla base di una valutazione esperta. Le correzioni del rating (override) sono soggette ad uno stretto monitoraggio da parte della funzione di convalida interna. Inoltre il processo di override è ammesso solo per i clienti con elevata esposizione. A seguito delle indicazioni della funzione di validazione interna, nel corso del 2010 è stata condotta un attività di calibrazione di tutti i moduli (ad eccezione del modulo BDG) sulla base di una serie storica di default più aggiornata. La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello anche tramite verifica presso gli utenti. Ha inoltre analizzato la performance e la calibrazione del modello complessivo e dei diversi moduli (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la stabilità della popolazione sottostante. Ha infine esaminato il processo di assegnazione del rating e il processo di override. A seguito della modifica del portafoglio di applicazione è stata inoltre effettuata una specifica analisi di tenuta del sistema di rating TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE

111 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Modello di rating Foreign SME Nel corso del 2009 è stato inoltre introdotto un sistema di rating per la valutazione delle imprese estere o appartenenti a gruppi di consolidamento esteri, il cosiddetto Foreign SME. Il rating viene assegnato a tali controparti sulla base di una componente quantitativa esterna specifica per Paese, che viene integrata con un modulo qualitativo sviluppato internamente a partire da quello definito per il segmento Mid Corporate tedesco. La componente qualitativa si compone di quattordici criteri di valutazione che coprono le seguenti aree di indagine: Situazione finanziaria; Management; Pianificazione e controllo; Mercato / Prodotti; Altri Rischi. Nella figura seguente si schematizza il sistemal di rating per le imprese estere appartenenti al segmento SME. Anche in questo caso, le attività di verifica interna hanno consentito di certificarne la conformità ai requisiti normativi, anche tenendo in considerazione il fatto che le ridotte dimensioni dei perimetri di applicazione di ciascun modello non consentono una stima interna del modulo finanziario. Modello di rating Privati Il modello di rating UCB AG private individuals ha come ambito di applicazione tutti i privati, esclusi i liberi professionisti e i lavoratori indipendenti. Sono inoltre esclusi i privati che possiedono un elevato reddito riveniente dall affitto di immobili, che sono considerati parte del portafoglio Commercial Real Estate e valutati con il sistema di rating apposito. 111

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