1. La società pavese: demografia ed economia

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali LA MOBILITA A PAVIA: ANALISI, CRITICITA E PROSPETTIVE 1 Sabrina Spaghi Collaboratrice Università di Pavia, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali 1. La società pavese: demografia ed economia 1.1 Demografia La città di Pavia registra residenti 2, ovvero circa il 13% della popolazione dell intera provincia 3. Il capoluogo pavese è caratterizzato negli ultimi decenni da un costante declino demografico, fenomeno comune a molte altre realtà urbane: dopo l espansione demografica avvenuta fino agli anni 70, si evidenzia infatti una chiara inversione di tendenza 4. Analizzando l evoluzione demografica della popolazione di Pavia dall inizio dello scorso secolo a oggi (Grafico 1), emerge un processo di continua crescita fino agli anni 70, con un numero di residenti che passa da nel 1901 a settanta anni più tardi. Gli anni 70 registrano il picco massimo di crescita, con una variazione percentuale del 15,8% rispetto al decennio precedente. In seguito la crescita diventa negativa, con una perdita di abitanti fino al Nell ultimo decennio il trend negativo si è arrestato e la popolazione pavese si è stabilizzata sui abitanti. 1 Documento prodotto dall Università degli Studi di Pavia (Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali) nell ambito del progetto Pavia Mobility Manager, co-finanziato dalla Fondazione Cariplo nell ambito del Bando 2010 Promuovere forme di mobilità sostenibile alternative all auto privata. 2 Popolazione residente al Fonte: ISTAT. 3 La popolazione residente in provincia di Pavia è pari a persone al Fonte: ISTAT. 4 La forte spinta insediativa a Pavia era dovuta al fenomeno di forte industrializzazione del nord Italia in seguito alla fine del secondo conflitto mondiale. L inversione del trend di crescita è dovuta alla crisi economica del 1973 e alla ristrutturazione del settore industriale, che ha visto il declino dell industria pesante e la nascita di un modello fatto di micro imprese organizzate a filiera sul territorio e non necessariamente concentrate nei centri urbani. 1

2 Grafico 1: Evoluzione popolazione residente a Pavia nel periodo Popolazione residente a Pavia Periodo Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT. L inversione di trend dagli anni 70 si spiega valutando due fattori: il primo, una forte contrazione delle nascite, fenomeno che negli anni ha portato a un saldo naturale 5 sempre più negativo; il secondo, il saldo migratorio 6, positivo fino agli anni 70 e negativo dagli anni 80. Negli ultimi dieci anni la popolazione pavese si è stabilizzata grazie a due elementi: il tasso di natalità a Pavia è cresciuto di quasi un punto percentuale, portandosi dal 7 a quasi l 8%; contestualmente, il flusso migratorio è aumentato, si registra infatti al 2010 il 10% di residenti stranieri sul totale della popolazione cittadina (Figura 1) 7. Figura 1: Comune di Pavia Saldo naturale e saldo migratorio, periodo: Fonte: Comune di Pavia, Provincia di Pavia, Regione Lombardia, Analisi conoscitive di carattere socio-economico sul commercio a supporto del PGT del Comune di Pavia, agosto 2010, p Il saldo naturale è la differenza tra il numero dei nati e il numero dei morti in un certo periodo. 6 Il saldo migratorio è la differenza tra il numero di immigrati e il numero di emigrati in un certo periodo. 7 I cittadini residenti stranieri sono circa 7.000, soprattutto di nazionalità rumena, ucraina e albanese. Fonte: ISTAT. Comune di Pavia, Settore Ambiente e Territorio, Servizio Agenda 21 Locale, Rapporto sullo Stato dell Ambiente, 2003, pp

3 La dinamica della popolazione del Comune di Pavia evidenzia un andamento in contrasto con la crescita di altre aree prese a confronto (Grafico 2). In particolare, la provincia di Pavia ha registrato nel corso dei decenni un aumento pressoché continuo della propria popolazione, con una crescita anche marcata nell ultimo decennio 8, passando da una popolazione di abitanti nel 2001 a quella attuale di circa Gli abitanti della provincia di Pavia costituiscono circa il 6% della popolazione lombarda (Grafico 3); il territorio provinciale ha una densità abitativa (185 abitanti per km 2 ) fra le più basse in Lombardia, preceduta solo da Sondrio (57) e Mantova (178) (Tabella 1). Grafico 2 - Andamento della popolazione residente per area geografica (variazioni percentuali) nel periodo Pavia Provincia di Pavia Lombardia Nord Ovest Italia Fonte: Comune di Pavia, Provincia di Pavia, Regione Lombardia, Analisi conoscitive di carattere socio-economico sul commercio a supporto del PGT del Comune di Pavia, agosto 2010, p. 7. Grafico 3: Popolazione residente in Lombardia per provincia (2011) Pavia 6% Mantova 4% Cremona 4% Lecco 3% Lodi 2% Sondrio 2% Milano 31% Como 6% Monza/Brianza 9% Varese 9% Bergamo 11% Brescia 13% Fonte: Elaborazione su dati ISTAT. 8 Statistiche popolazione residente in provincia ( ): Statistiche popolazione residente in provincia ( ): 3

4 Tabella 1: Popolazione residente, superficie e densità abitativa nelle province lombarde (2011) Popolazione (residenti) Superficie (km 2 ) Densità (abitanti/km 2 ) Milano , Brescia , Bergamo , Varese , Monza/Brianza , Como , Pavia , Mantova , Cremona , Lecco , Lodi ,2 291 Sondrio ,90 57 TOTALE , Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT. Questa bassa densità abitativa è dovuta alla conformazione del territorio provinciale, utilizzato in pianura prevalentemente per coltivazioni agricole e costituito nel confine sud dalla zona collinare dell Oltrepò pavese. Come in altre zone, anche in provincia di Pavia le caratteristiche strutturali del territorio hanno influenzato la dinamica e la distribuzione della popolazione in un sistema diffuso di medi e piccoli insediamenti e solo pochi centri dai marcati caratteri urbani. La popolazione urbana risiede quindi soprattutto nelle tre più importanti città della provincia: Pavia (capoluogo e città principale nel pavese), Voghera (città principale in Oltrepò), Vigevano (città principale in Lomellina). Il pavese rappresenta la realtà territoriale ed economica principale della provincia, più strettamente collegata con poli urbani importanti come Milano. Rispetto al polo urbano principale, emerge però una realtà interessante: negli ultimi dieci anni, a fronte di una crescita pressoché nulla della popolazione residente nella città di Pavia, si osserva (Tabella 2) una crescita invece piuttosto forte della popolazione residente nei Comuni di cintura al capoluogo. A Cura Carpignano, Borgarello, Certosa e Albuzzano la crescita è stata persino uguale o superiore al 50%. Complessivamente, si può osservare che nel periodo si è registrata una riduzione del 17% dei residenti a Pavia, a fronte di un aumento del 46,5% dei residenti nei Comuni di cintura 9. Si assiste quindi a un progressivo spopolamento delle zone provinciali rurali e collinari, aumentando invece la popolazione nelle aree urbane, con predilezione però per i 9 Elaborazioni su dati Annuario Statistico Regionale. 4

5 piccoli borghi limitrofi alle grandi città. Questo fenomeno è imputabile a ragioni economiche e sociali. Le persone vogliono vivere vicino alla città per la maggiore offerta di lavoro e le opportunità di studio del capoluogo, oltre che per la presenza di servizi commerciali e sociali. Si preferisce vivere però nei Comuni limitrofi piuttosto che nella città per i prezzi più convenienti delle abitazioni, per la disponibilità di mezzi pubblici di collegamento di breve tragitto con il capoluogo, per la migliore qualità della vita 10. Si evince che il luogo di residenza e di lavoro influenza la mobilità cittadina e provinciale. Tabella 2: Crescita della popolazione residente nei Comuni di cintura a Pavia, periodo: Crescita % popolazione residente Albuzzano 49,5 Borgarello 67,1 Cava Manara 24,8 Certosa di Pavia 49,5 Cura Carpignano 95,7 San Genesio ed Uniti 11,5 San Martino Siccomario 14 Torre d Isola 25,1 Travacò Siccomario 20,2 Valle Salimbene 12,3 Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT. Secondo un indagine del 2003 dell Osservatorio sulla Società Pavese (OSP) dell Università di Pavia, la qualità di vita nel capoluogo provinciale è in media buona, ma con grandi differenze secondo il quartiere di residenza. Ad esempio, emerge che la qualità di vita è tendenzialmente più alta nei quartieri di Pavia Nord e Pavia Ovest; mentre risulta tendenzialmente più bassa in Pavia Est e Pavia Storica (Tabella 3, Grafico 4). Analizzando inoltre la distribuzione per età della popolazione, in provincia di Pavia si osserva al 2011 la seguente suddivisione: 12,6% la popolazione con età nella fascia 0-14 anni, 65,0% la popolazione con età 15-64, 22,4% la popolazione over 65. Nella città di Pavia la distribuzione per età rispecchia in linea di massima il dato provinciale, con una maggiore quota di over 65, che rappresentano quasi il 26% dei residenti 11. Interessante è notare come la distribuzione per età sia invece significativamente diversa nei Comuni di cintura al 10 Comune di Pavia, Provincia di Pavia, PGT Documento di Piano: Valutazione Ambientale Strategica (VAS), Rapporto Ambientale, dicembre 2010, p Fonte: ISTAT,

6 capoluogo. Osservando ad esempio i paesi in Tabella 2, emerge che la popolazione residente in tali Comuni è più giovane rispetto al capoluogo e rispetto al dato medio provinciale: aumenta la quota di residenti in età di studio e lavoro (15-64) e diminuisce la quota di pensionati over 65 (Tabella 4). Tabella 3: Quartieri per indice di qualità della vita (2003) Qualità della vita Quartiere Bassa Medio - bassa Medio - alta Alta Totale Pavia Nord 2,1% 30,5% 55,8% 11,6% 100% Pavia Nord-est 2,5% 38,5% 51,6% 7,5% 100% Pavia Est 1,9% 44,2% 48,1% 5,8% 100% Pavia Ovest 0% 35% 65% 0% 100% Pavia Storica 1,7% 45,8% 50,8% 1,7% 100% Totale Pavia 1,8% 38,9% 53,5% 5,7% 100% N.b. = In tabella, per ogni voce, sono indicati il numero totale delle risposte e i valori percentuali di risposta sul totale. Fonte: Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Studi Politici e Sociali Osservatorio sulla Società Pavese (OSP), Prima indagine sulla qualità della vita a Pavia, III Rapporto, dicembre 2003, p. 18. Grafico 4: Qualità della vita per quartieri - % giudizio positivo (qualità medio alta / alta) ,00% 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0,00% Pavia Nord 67,40% 65% 59,10% 53,90% 52,50% Pavia Ovest Pavia Nord-Est Pavia Est Pavia Storica Fonte: Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Studi Politici e Sociali Osservatorio sulla Società Pavese (OSP), Prima indagine sulla qualità della vita a Pavia, III Rapporto, dicembre 2003, p

7 Tabella 4: Distribuzione della popolazione per età nei Comuni di cintura a Pavia, 2011 Età 0-14 (% residenti) Età (% residenti) Età > 65 (% residenti) Albuzzano 15,7 69,3 15,0 Borgarello 18,3 70,0 11,7 Cava Manara 13,8 67,5 18,6 Certosa di Pavia 14,1 71,9 14,0 Cura Carpignano 17,6 71,5 10,9 San Genesio ed Uniti 12,4 68,8 18,8 San Martino Siccomario 12,3 67,0 20,6 Torre d Isola 16,3 68,4 15,3 Travacò Siccomario 12,9 68,5 18,6 Valle Salimbene 11,8 70,4 17,7 Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT. L indice di vecchiaia conferma questo fenomeno. A Pavia, l indice di vecchiaia 12 è pari a 228,6% nel 2011; anche nella Provincia di Pavia il valore risulta nel 2011 sopra la quota 100 (176,9% nel dettaglio), a significare un peso della popolazione anziana più marcato rispetto a quella giovane. Nei Comuni limitrofi al capoluogo invece l indice di vecchiaia è quasi sempre sotto la quota 100, se ne deduce quindi una popolazione più giovane 13. La distribuzione della popolazione per età anagrafica dimostra quindi (insieme al trend della popolazione residente) l esistenza di un processo di decentramento demografico rispetto al capoluogo: le persone preferiscono vivere nei paesi di cintura a Pavia, ed è soprattutto la popolazione giovane, in età di studio o lavorativa, a fare questa scelta. La popolazione anziana preferisce vivere a Pavia, oppure nei paesi di origine della provincia pavese: in entrambi i territori infatti l indice di vecchiaia risulta molto elevato. E importante evidenziare l esistenza di questo fenomeno di decentramento, perché ad esso si collega un conseguente fenomeno di mobilità veicolare in entrata-uscita dal capoluogo verso i Comuni di cintura (e viceversa). Ciò a significare che le caratteristiche peculiari della mobilità pavese dipendono innanzitutto dalla demografia territoriale: la mobilità sistemica per motivi di lavoro-studio dipende dal luogo di residenza e di lavoro-studio di tali persone, la mobilità non sistemica dipende dalla posizione dei quartieri residenziali in relazione ai servizi commerciali, sociali e ricreativi, ecc. Provando ad allargare l analisi al futuro, quali sono le previsioni di trend della popolazione negli anni a venire? Secondo l Istat la popolazione lombarda dovrebbe decrescere progressivamente, arrivando al 2021 ad una diminuzione della popolazione complessiva di 12 L Indice di Vecchiaia è usato per calcolare lo stato di invecchiamento di una popolazione. Esso determina il numero di anziani (persone over 65) ogni 100 giovani (ragazzi con età inferiore ai 14 anni). 13 Fonte: ISTAT,

8 circa 1 milione di unità ( ). Analizzando l andamento delle proiezioni Istat per le province lombarde (Tabella 5), si può osservare che il fenomeno è più accentuato nella provincia di Milano rispetto alle altre province lombarde, nelle quali le dinamiche demografiche sono risultate in generale meno variabili nel tempo (Grafico 5). Applicando l algoritmo di calcolo previsionale alla popolazione di ciascun Comune, è possibile avere una mappa del trend tendenziale futuro della popolazione residente nell intera provincia di Pavia. Si osserva ad esempio che per la città di Pavia si prevede una popolazione di abitanti nel 2016, di abitanti nel 2026 e di abitanti nel Si evince quindi che la stabilità numerica della popolazione cittadina, caratteristica già osservata nei decenni scorsi, si prevede continuerà anche per le prossime decadi. Questo dato previsionale ricavato per l orizzonte di crescita fino al 2036 si basa su dati storici riferiti al solo saldo naturale, ovvero la differenza tra natalità e mortalità, senza considerare i fenomeni di mobilità e migrazione. Per un dato più realistico, va quindi considerato anche il tasso migratorio, correggendo i dati ed includendo quindi anche questo fattore nell algoritmo. Per la città di Pavia il valore corretto è il seguente: abitanti nel 2016, nel 2026, nel Tabella 5: Previsioni di evoluzione della popolazione lombarda per provincia, periodo: Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese Lombardia Fonte: ISTAT. 14 Autorità dell ATO della Provincia di Pavia, Piano d Ambito Pilota, Analisi socio-economica, 2007, pp

9 Previsione popolazione residente Grafico 5: Andamento tendenziale province lombarde, periodo: Anni Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT Oltre alla popolazione residente, per un analisi demografica corretta va considerata anche la popolazione stabile non residente, ovvero quelle persone che sono domiciliate senza risiedere sul territorio. Per la città di Pavia, l Istat stima nel 2016 una popolazione residente + presente pari a , per il 2026 pari a , per il 2036 pari a Per valutare inoltre la reale presenza di popolazione sul territorio, è necessario analizzare anche i dati statistici relativi alla popolazione dei pendolari, ovvero quelle persone che si muovono sistematicamente da un Comune a un altro per motivi di studio e lavoro. Secondo la matrice del pendolarismo della Provincia di Pavia, in base ai dati Istat del censimento 2001, circa la metà della popolazione (48,7%) si muove ogni giorno per motivi di studio e lavoro. Di questi, circa il 24,7% si muove all interno del proprio Comune, mentre il restante 24% si dirige verso altri Comuni. Gli spostamenti per motivi di lavoro risultano più che doppi rispetto agli spostamenti per motivi di studio (Tabella 6). Tabella 6: Sintesi dei movimenti pendolari (2001) Motivo dello spostamento Totale complessivo Lavoro Studio Fonte: Censimento ISTAT

10 Osservando in Tabella 7 i dati comunali relativi al pendolarismo in uscita, presentati secondo la percentuale di incidenza sui residenti e in ordine decrescente, in provincia di Pavia emerge che: Le percentuali più alte di residenti che si spostano sistematicamente fuori dal proprio Comune si hanno nei piccoli paesi della zona Pavese e della Lomellina. I piccoli paesi dell Oltrepò infatti sono presenti solo nella seconda metà della classifica decrescente. I piccoli Comuni di cintura al capoluogo citati precedentemente (Tabelle 2 e 4) si trovano nella prima parte della classifica, a conferma che tali paesi sono diventati la scelta residenziale preferita da molte famiglie, i cui componenti si muovono ogni giorno da e verso Pavia per motivi di studio e lavoro, sfruttando la breve distanza kilometrica esistente. In tali paesi infatti, in media, la percentuale di pendolari è circa il 43%, con punte del 49% a Valle Salimbene e Borgarello (Tabella 8). Le tre più importanti città della provincia hanno percentuali di pendolarismo in uscita dal proprio comune più basse (Pavia 13,1%, Voghera 16,6%, Vigevano 12,6%). Tabella 7: Dati sul pendolarismo comunale in provincia di Pavia,

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13 Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT, Censimento Il pendolarismo verso altre province è caratterizzato dalla polarità di Milano, che attrae ben individui dalla provincia pavese. Altre destinazioni pendolari sono le città di Lodi e Novara, che attirano dalla provincia di Pavia rispettivamente 534 e 998 persone. Secondo i dati Istat del Censimento 2001, i pendolari che compiono giornalmente la tratta Pavia-Milano sono circa (Tabella 9). Si può notare che, mentre i Comuni di cintura a Pavia sono portatori di un forte pendolarismo su Pavia, i Comuni a nord di Pavia sono generatori di pendolarismo sia su Pavia sia su Milano. 13

14 Tabella 8: Popolazione residente che si sposta giornalmente dal Comune di residenza (Comuni di cintura a Pavia), 2001 Popolazione residente pendolare extra-comunale Albuzzano 40,2% Borgarello 49,0% Cava Manara 38,3% Certosa di Pavia 37,7% Cura Carpignano 45,4% San Genesio ed Uniti 45,5% San Martino Siccomario 41,7% Torre d Isola 42,8% Travacò Siccomario 45,3% Valle Salimbene 48,5% Fonte: Elaborazioni su dati Annuario Statistico Regionale Tabella 9: Maggiori movimenti pendolari in uscita dalla provincia di Pavia verso Milano, 2001 Comune Spostamenti verso Milano Pavia Vigevano Voghera Siziano 798 Casorate Primo 740 Landriano 557 Mortara 553 Vidigulfo 447 Torrevecchia Pia 414 Giussago 313 Vellezzo Bellini 289 Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT. Pavia è il principale attrattore di pendolarismo nella provincia ed è caratterizzata dalla presenza di una alta percentuale di abitanti temporanei: studenti di scuole superiori e università, lavoratori, city users come i turisti, gli utenti dei servizi medici, uomini d affari, ecc. Infine, i movimenti pendolari fra le tre principali città nella provincia (Pavia, Vigevano, Voghera) sono piuttosto limitati (Tabella 10): 14

15 Tabella 10: Movimenti pendolari tra le 3 principali città della provincia di Pavia, 2001 Comune abituale di studio o lavoro Totale Pavia Vigevano Voghera complessivo Comune di Pavia // residenza Vigevano 662 // Voghera // Totale complessivo Fonte: Elaborazione su dati ISTAT. Riassumendo, demograficamente nell ultimo decennio Pavia registra una popolazione costante, mentre la provincia di Pavia ha visto aumentare la propria popolazione residente. Le previsioni per il futuro confermano questo trend. I Comuni di cintura a Pavia si caratterizzano per una popolazione in rapida crescita negli ultimi anni. La popolazione più anziana risiede maggiormente nel capoluogo e nei Comuni dell Oltrepò, mentre la popolazione più giovane e in età lavorativa risiede soprattutto nei paesi di cintura alla città. Emerge quindi uno sviluppo demografico decentrato, con la popolazione più giovane e più mobile residente fuori città. Ne deriva una variazione della mobilità sul territorio: si rafforza la mobilità in ingresso/uscita dal capoluogo per motivi di studio/lavoro di persone che vivono fuori città. 1.2 Economia La provincia di Pavia è caratterizzata da un ideale mix produttivo, con caratteri legati a una forte tradizione agricolo - rurale, nella quale si è innestato (dagli anni 50) uno sviluppo industriale intenso soprattutto nei settori dell ingegneria meccanica, tessile - calzaturiero, chimico e agroalimentare 15. L agricoltura riveste un ruolo di primo piano: Pavia detiene il primato di provincia con la maggior produzione di cereali (grano, mais) e riso. Il riso è coltivato su una superficie di oltre ettari (Tabella 11), definendo Pavia la più importante fra le province risicole italiane (Pavia 46% di contributo, Vercelli 38%, Novara 16%). Grande importanza, soprattutto in termini qualitativi, riveste anche la coltivazione dell uva da vino in Oltrepò, rinomata a livello nazionale e internazionale. 15 Camera di Commercio di Pavia: 15

16 Secondo i dati del 6 Censimento Agricoltura del , in provincia di Pavia si evidenzia nel periodo una riduzione del 34% delle aziende agricole 17, una riduzione del 3,6% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e del 3,3% della Superficie Aziendale Totale (SAT) 18. Come in buona parte d Italia, anche in provincia di Pavia emerge quindi un processo di concentrazione dei terreni agricoli in un numero ridotto di aziende 19. Tabella 11: Superfici investite a riso per varietà e provincia (2011) Fonte: Ente Nazionale Risi. Dal punto di vista industriale, si distinguono tre aree di sviluppo, che fanno capo a Pavia, Vigevano e Voghera. Mentre Pavia e Voghera sono caratterizzate da settori produttivi differenziati ed eterogenei (con predilezione per l industria metalmeccanica), nella zona di Vigevano prevale invece il settore calzaturiero 20. Il terziario si conferma il primo settore per numero di aziende e per valore aggiunto della provincia di Pavia, nonostante la vicinanza del polo milanese (forte nucleo terziario a livello locale e nazionale). Negli ultimi anni si assiste a un declino progressivo del terziario tradizionale (commercio in particolare) e alla crescita di una nuova forma di terziario, quello 16 Statistiche ISTAT 6 Censimento Agricoltura 2010: 17 Da nel 2000 a nel A livello regionale la riduzione è stata del 24%, a livello nazionale del 32%. 18 Tali riduzioni di SAU e SAT per la provincia di Pavia risultano più contenute rispetto alle contrazioni a livello regionale e nazionale. 19 Camera di Commercio di Pavia, Rapporto sull economia provinciale 2011, p E di Vigevano la prima fabbrica calzaturiera italiana ad indirizzo industriale; a Vigevano si tennero le prime scuole per modellisti nel periodo post-bellico. Oggi Vigevano conserva questa sua prerogativa con prevalenza di produzione qualitativa. Le calzature prodotte sono destinate per 1/3 al mercato interno e per 2/3 all esportazione. Molto sviluppato anche il settore delle macchine per calzature, che ha reso Vigevano nel tempo leader mondiale nella realizzazione di macchine tecnologicamente avanzate per la fabbricazione di scarpe e pelletteria. 16

17 legato ai servizi alle imprese e alla persona, all assistenza sanitaria e sociale, alla cultura universitaria. Strutturalmente l economia pavese è caratterizzata da micro - imprese (80% sul totale delle imprese), mentre mancano quasi del tutto grandi imprese. Lo spirito imprenditoriale è vivace (Grafico 6): a Pavia la capacità di fare impresa nel 2010 misura 9 imprese ogni 100 abitanti. Grafico 6: Andamento imprese in Lombardia (2011) N.B. Il tasso di mortalità si intende escluse le cessazioni d ufficio. Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Statistica - Dati Movimprese. Dopo il 2010, anno di ripresa del tessuto imprenditoriale pavese, nel 2011 si è registrata una tendenza di deterioramento del tessuto produttivo (Grafico 7), su cui ha sicuramente inciso anche il peggioramento degli indicatori macroeconomici e del clima di fiducia. Grafico 7: Tasso di crescita delle imprese per area geografica ( ) Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA PV su dati Infocamere. 17

18 Il rallentamento delle imprese del 2011 ha interessato un po tutti i principali comparti di attività economica. Nel 2011 a Pavia prevalgono 5 grandi settori economici, che nell insieme coprono circa l 80% delle attività economiche in provincia (Grafico 8): il commercio ( imprese, pari al 22% del totale), seguito dal comparto delle costruzioni (9.319 imprese), dai servizi (8.291 imprese), dall agricoltura (7.433 imprese) e dalle attività manifatturiere (5.628 imprese). Grafico 8: I più importanti settori economici nella provincia di Pavia (2011) Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA PV - Dati Movimprese. Dal punto di vista della forma giuridica, emerge la netta presenza di imprese individuali (61% al 2011), mentre le forme societarie sono equamente divise fra società di capitali e di persone (Grafico 9). Grafico 9: Le imprese pavesi distinte per forma giuridica (2011) Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA PV - Dati Unioncamere-Infocamere-Movimprese. 18

19 A Pavia il numero di imprese straniere presenti sul territorio ammonta a nel 2011, ovvero oltre l 8% del totale delle imprese registrate agli archivi camerali della provincia. Di queste il 33% sono imprese giovanili e oltre il 50% sono imprese artigiane. L imprenditoria straniera è soprattutto individuale (58% sul totale). Inoltre, l imprenditoria immigrata è rappresentata per il 67% dei casi da imprenditori di origine extra-comunitaria, 32% comunitaria 21. Nel grafico 10 si può osservare il trend di crescita delle imprese a conduzione extracomunitaria, che sono cresciute numericamente negli ultimi anni, con un incremento superiore al 60%. Valutando invece l imprenditoria femminile, si osservano al imprese femminili 22 registrate alla Camera di Commercio di Pavia, ovvero il 22% del totale delle imprese registrate (Tabella 12). Infine, va osservata la nascita negli ultimi anni di Nuove Imprese 23, che trovano terreno fertile soprattutto nei comparti relativi alle attività professionali, scientifiche e tecniche, nei servizi di supporto alle imprese. L analisi sulla formazione di nuove imprese nella provincia di Pavia ha evidenziato che il 51% del totale delle iscrizioni avvenute nel 2010 è attribuibile a reali nuove iniziative di impresa. L identikit del neo imprenditore pavese è una persona di sesso maschile di età compresa fra i 35 e i 49 anni. L iniziativa femminile rimane minoritaria, ma non inconsistente se si considera che il 30% delle nuove imprese è riconducibile a imprenditoria femminile. Nei settori dell edilizia e della manifattura prevale l imprenditore maschile, nella sanità e assistenza sociale il femminile. Grafico 10: Trend di crescita delle imprese a conduzione extracomunitaria, periodo: Fonte: Elaborazione Ufficio Studi - CCIAA PV - Fonte Infocamere Stockview. 21 Camera di Commercio di Pavia, Rapporto sull economia provinciale 2011, pp Imprese femminili sono quelle in cui la partecipazione di donne risulta complessivamente superiore al 50%. 23 Per Nuova Impresa si intende la formazione di una unità produttiva o di servizi alle imprese che svolge un attività economica non esercitata in precedenza nello stesso luogo dove avviene l impianto. 19

20 Tabella 12: Imprese femminili nelle province lombarde (2011) Fonte: Elaborazione Ufficio Studi - CCIAA PV - Fonte Infocamere Stockview La produzione industriale negli ultimi anni in provincia di Pavia ha subito un trend altalenante: positiva fino al 2009, ha registrato variazioni negative negli anni seguenti, con un trend in miglioramento seppur negativo (Grafico 11, linea rosa). Tale trend è in linea con i risultati di produzione industriale dell intera Lombardia (linea marrone). Grafico 11: Trend della produzione industriale nella provincia di Pavia, periodo: Fonte: Unioncamere Lombardia - Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia. 20

21 Il territorio della provincia di Pavia presenta quindi alcuni caratteri favorevoli allo sviluppo economico e alcuni punti di debolezza: Punti di forza Imprenditorialità diffusa Centralità del territorio all interno della Lombardia (vicinanza a Milano, posizione logistica favorevole agli scambi con l Ue, con il mediterraneo e i mercati emergenti dell est) Tessuto produttivo eterogeneo Apertura dei mercati a livello internazionale Specializzazione agricola ed eno-gastronomica Nicchie produttive a crescente valore aggiunto nel settore della meccanica Elevata ricchezza pro-capite 24 e capacità di raccolta bancaria Punti di debolezza Scarsità di aree attrezzate Insediamenti industriali limitati, sia per numero che per dimensione Frammentazione delle iniziative imprenditoriali e scarsa propensione all associazionismo Scarsi sistemi di comunicazione fra parti diverse del territorio Orientamento internazionale ancora parziale, sia in senso geografico che strategico Scarsa presenza di strutture di finanza evoluta per lo sviluppo imprenditoriale Prendendo in esame più specificatamente il capoluogo provinciale, la città di Pavia si caratterizza per l arretramento del settore industriale e per la netta preponderanza dei servizi. Tra questi ultimi assume una rilevanza significativa il settore commerciale, che ha sperimentato una contrazione del numero di imprese nel periodo più recente 25, riconducibile a un fenomeno di polarizzazione nelle unità di maggior dimensione: negli ultimi anni sono sorti infatti diversi centri commerciali esterni alla città, soprattutto nei Comuni di cintura a Pavia, come San Martino, Torre d Isola, Travacò, Cava Manara. Ciò può determinare, tra gli altri effetti, una crescita delle esigenze di spostamento nel tempo libero delle famiglie. Nella città di Pavia sono presenti, al 2008, esercizi commerciali in sede fissa, di cui di vicinato. La concentrazione del commercio nella componente di vicinato è quindi molto forte, pari al oltre il 95% dell intera offerta (Tabella 13). Analizzando più nel dettaglio la rete commerciale, la città di Pavia si caratterizza per un offerta commerciale focalizzata nel comparto non alimentare (78% del totale degli esercizi commerciali, Tabella 14). L offerta non alimentare è ampia e variegata, con la presenza di tutti i principali comparti merceologici di riferimento, con prevalenza per abbigliamento e mobili. Diversamente dal centro storico, le aree urbane di semicentro e periferia sono caratterizzate da un processo di indebolimento della rete commerciale di vicinato. Se, infatti, nel centro storico è presente una buona e diversificata rete commerciale in grado di attirare potenziali clienti anche dall interland, nelle zone 24 Al 2010 il reddito medio a Pavia è di euro, il reddito medio in provincia di Pavia è euro. Fonte: ISTAT. 25 Come emerge dallo studio dell Osservatorio sulla società pavese, La qualità della vita a Pavia,

22 periferiche siamo in presenza di insufficienti strutture commerciali che, nella situazione urbanistica data, per essere efficienti e competitive non possono che assumere la dimensione della medio - piccola struttura di vendita 26. Tabella 13: Statistiche sul commercio nella città di Pavia (2008) Numero punti vendita Ripartizione % Esercizi di vicinato ,4% Medie strutture 66 4,4% Grandi strutture 3 0,2% Totale % Fonte: Comune di Pavia Tabella 14: Specializzazione degli esercizi commerciali a Pavia (2008) Numero punti vendita Ripartizione % Alimentare ,2% Non alimentare ,8% Totale % Fonte: Elaborazioni Tradelab su dati forniti dal Comune di Pavia Il sistema commerciale cittadino gravita senza dubbio attorno al centro storico. Infatti più della metà degli esercizi commerciali, di ristorazione e di artigianato di servizio esistenti sono collocati nel centro città. Elemento frenante a nuovi insediamenti commerciali non legati a catene di grandi marche è l alto costo delle locazioni. Una soluzione è l attuazione del Distretto Commerciale Urbano 27 nel centro cittadino (Tabella 15): un area nella quale commercianti, associazioni e amministrazioni possono condividere interventi strutturali di qualificazione urbana, di accessibilità e mobilità, di promozione, comunicazione e marketing territoriale. Lo scopo è rendere il Distretto Commerciale Urbano una valida alternativa ai centri commerciali che stanno sviluppandosi fuori dal Comune cittadino. Per farlo, occorre perseguire strategie simili di vendita e garantire ai clienti gli stessi comfort (gestione della 26 Comune di Pavia, PGT Bozza del Documento di Piano, Allegato C: Quadro conoscitivo a scala locale, giugno 2010, pp Il Distretto Commerciale Urbano va inteso come Area con caratteristiche omogenee per le quali soggetti pubblici e privati propongono interventi di gestione integrata nell interesse comune dello sviluppo sociale, culturale ed economico e della valorizzazione ambientale del contesto urbano e territoriale di riferimento. Fonte: Comune di Pavia, PGT Documento di Piano, 2010, p

23 sosta e del parcheggio, ZTL, isole pedonali, pulizia, sicurezza, ecc.) dei grandi outlet in periferia. Tabella 15: Vie che compongono il Distretto Urbano del Commercio di Pavia 23

24 Fonte: Comune di Pavia, PGT Documento di Piano, 2010, pp Fra le problematiche del Distretto in questione, una riguarda proprio l accessibilità al centro storico: da un lato, la ridotta possibilità di transito veicolare dà un carattere distintivo al Distretto, dall altro manca però una vera strategia di gestione della mobilità sostenibile. Il limite di non potere fare shopping usando l auto deve essere controbilanciato da altri elementi 24

25 positivi percepiti dal cittadino: esempi sono tariffe di parcheggio agevolate fuori dal centro storico nei giorni di shopping, un offerta di trasporto pubblico locale comoda per il centro ed efficiente anche nei giorni festivi, parcheggi biciclette idonei, ecc. Le aree di semicentro e periferia cittadina sono caratterizzate da una desertificazione della rete commerciale di vicinato. Infatti, a parte zone ancora commercialmente attive come Viale Campari e Viale Cremona, per il resto si registra una regressione, soprattutto nelle zone di Pavia Ovest, Nord e Nord-Est. E necessario quindi rivitalizzare commercialmente queste zone, attraverso negozi di periferia e di vicinato, soprattutto per offrire servizi alla popolazione anziana, che spesso è meno propensa a muoversi verso il centro città. Il PGT della città di Pavia prevede inoltre la trasformazione di aree ex produttive e demaniali, come Dogana e Snia, in zone a elevata attrattività commerciale, senza creare contrasto con i negozi di vicinato del centro storico (Figura 2). Figura 2: Localizzazione delle medie strutture di vendita all interno dell area della ex Dogana ed ex Snia. Fonte: Comune di Pavia, PGT Documento di Piano, 2010, p. 57. La mobilità cittadina, il volume di traffico e la scelta di mezzi più o meno sostenibili per gli spostamenti da parte dei cittadini sono influenzati non solo dalla posizione delle attività commerciali sul territorio urbano. Anche i servizi che la città offre, come l istruzione, le attività assistenziali e sanitarie influenzano la mobilità. Ciò vale soprattutto per la città di Pavia, che da sempre eccelle nei campi dell istruzione universitaria e dell assistenza ospedaliera: la presenza di strutture universitarie nel centro storico e in altre zone della città attira giornalmente studenti dalla provincia e da aree extra provinciali. La presenza di un polo sanitario rinomato a livello nazionale (Policlinico San Matteo, Mondino, Fondazione 25

26 Maugeri) nella zona Ovest di Pavia attira giornalmente migliaia di persone bisognose di cure e assistenza. La zona Ovest della città si prevede attirerà sempre più utenti nel futuro, per la presenza di una polarizzazione dei servizi sanitari e delle attività universitarie, con lo sviluppo di funzioni ad essi collegate (parcheggi, mensa, piscina, ecc.). Questo si traduce in una prevedibile crescita della domanda di trasporto privato e pubblico in tali zone. Inoltre, la stessa zona ovest è attualmente in fase di forte sviluppo residenziale e ciò si traduce in una maggior domanda di trasporto da parte dei residenti. In sintesi, la provincia di Pavia e la città di Pavia si presentano come territori dotati di un buon tessuto economico, data la presenza di una eterogeneità sia nei settori commerciali che produttivi. In provincia prevale l enogastronomia (riso, cereali, vino), nella città di Pavia prevale il terziario, soprattutto nella forma di commercio al dettaglio. La produzione industriale e il trend commerciale subiscono, come in Lombardia e in buona parte d Italia, gli effetti della crisi economica, registrando un calo significativo in questi ultimi anni. Nonostante ciò, rimane attiva la propensione per l imprenditoria, soprattutto da parte di giovani e stranieri. La localizzazione delle aree industriali, commerciali e di servizi (presenti e future) è importante perché da essa possono dipendere le caratteristiche della mobilità cittadina: le vie più trafficate per motivi di lavoro e tempo libero, i flussi di traffico, gli orari di punta, la scelta del mezzo di trasporto, le ragioni di una mobilità più o meno sostenibile. 26

27 2. La mobilità pavese: domanda e offerta di mobilità 2.1 Domanda di mobilità Il quadro conoscitivo della domanda di mobilità relativa al Comune di Pavia è in larga parte fornito dai dati contenuti nel Piano Urbano della Mobilità (P.U.M.) del Tale documento si basa essenzialmente sull Indagine origine/destinazione effettuata dalla Regione Lombardia nel 2002 (durante la quale sono state raccolte informazioni circa la mobilità delle persone in Lombardia in un giorno feriale) e su informazioni raccolte in varie fasi della redazione del Piano del Traffico cittadino o di suoi aggiornamenti (1989, 1995, 1999) e del Piano Provinciale del Traffico per la Viabilità Extraurbana (2000). Un altro documento utile all analisi è il 14 Censimento Istat del Come già evidenziato nel capitolo 1, la mobilità interna alla provincia di Pavia è fortemente influenzata dal luogo di residenza e studio/lavoro dei cittadini, oltre che dalla localizzazione delle strutture di servizi e commercio sul territorio. In prima analisi, vanno osservati i dati relativi agli spostamenti, intesi come flussi di traffico in entrata/uscita dalla provincia e dal capoluogo. I viaggi totali effettuati in un giorno feriale che coinvolgono Pavia o la sua Provincia in origine o in destinazione sono : i viaggi interni al capoluogo sono circa (Grafico 12); i viaggi in uscita da Pavia (qualunque destinazione) sono in totale circa (Grafico12); i viaggi in entrata a Pavia (qualunque punto di partenza) sono in totale circa (Grafico 13) 29. Grafico 12: Viaggi con origine Pavia, 2002 Fonte: PUM Pavia L indagine o/d RL 2002 si riferisce a tutti gli spostamenti, mentre l indagine Istat Censimento 2001 si riferisce ai soli movimenti pendolari degli occupati e degli studenti (pendolarismo per motivi di studio/lavoro). 29 Tali statistiche si riferiscono a qualunque fascia oraria, qualunque messo utilizzato e per tutti i motivi di spostamento. 27

28 Grafico 13: Viaggi con destinazione Pavia, 2002 Fonte: PUM Pavia La composizione della mobilità per macroripartizioni è riportata in Tabella 16, in cui sono indicati anche gli spostamenti pendolari (tratti dalle specifiche rilevazioni Istat, condotte nell ambito del Censimento 2001) in una giornata feriale tipo. Tabella 16: Composizione della mobilità in Pavia città (viaggi primari 30 ) Viaggi primari Spostamenti interni Spostamenti pendolari interni (Istat 2001) Spostamenti in uscita (o/d RL 2002) Spostamenti in ingresso (o/d RL 2002) Spostamenti in ingresso pendolari (Istat 2011) Quota spostamenti pendolari su interni totali 51,7% Quota spostamenti pendolari in ingresso sul totale in ingresso 32,5% Fonte: PUM Pavia 2007, ISTAT Censimento Considerando i soli viaggi primari effettuati in un giorno feriale, l analisi evidenzia la predominanza dei flussi in ingresso ( viaggi) rispetto a quelli interni (49.000) e a quelli in uscita (29.000). Il Capoluogo pavese mantiene quindi un ruolo di attrattore netto di traffico dai territori extra-comunali, il cui flusso origina per circa il 73% nel resto della provincia e per il 27% in aree extra provinciali del territorio lombardo. Nel traffico in ingresso di provenienza provinciale assumono un peso preponderante gli altri Comuni della cintura urbana (25,6%), seguiti da quelli dell area nord (17,2%) e nord-est (12%). Ciò conferma il fenomeno di decentramento demografico verso i Comuni di periferia, da cui deriva un modello di sviluppo 30 Per viaggi primari si intendono gli spostamenti delle persone occupate, ovvero che hanno un lavoro. 28

29 economico centrifugo: la popolazione dei Comuni di cintura dipende dalla città e si sposta verso il centro per le proprie attività giornaliere (Figure 3 e 4) 31. Per quanto riguarda, invece, il traffico extra-provinciale, circa il 60% origina dalla provincia di Milano e si va quindi a sommare agli spostamenti di provenienza nord/nord-est. Nel traffico in uscita, circa il 55% coinvolge la provincia, mentre il 45% il territorio extra-provinciale, con la netta preponderanza in quest ultimo della provincia di Milano (80%) 32. Statistiche simili sono derivabili anche dai dati del Censimento Istat 2001 riguardanti esclusivamente la mobilità ripetitiva degli occupati (spostamenti primari). I dati 2001 indicano circa spostamenti interni, a cui si aggiungono altri spostamenti provenienti dalla provincia e provenienti da altre province. Figura 3: Attrazione del capoluogo viaggi primari con destinazione Pavia, 2002 Fonte: Indagine o/d Regione Lombardia, Vedere il capitolo 1 in tema di demografia. 32 Fonte: Regione Lombardia, Indagine sui flussi di traffico,

30 Figura 4: Viaggi primari con destinazione Pavia per motivi di studio e lavoro, 2002 Fonte: Indagine o/d Regione Lombardia, Per quanto riguarda i viaggi interni a Pavia, si può osservare in Tabella 17 gli spostamenti interni alla città disaggregati per mezzo utilizzato e motivo del viaggio. Emerge quindi che, per gli spostamenti interni al capoluogo, la mobilità con autovettura coinvolge circa viaggi ( escludendo i rientri a casa). Gli spostamenti in auto che coinvolgono un solo passeggero sono complessivamente Dal punto di vista delle emissioni per l ambiente, a Pavia nel corso di un giorno avvengono circa spostamenti in auto. Nei viaggi interni al capoluogo (Grafico 14), l auto è usata nel 53% dei casi. Complessivamente, la mobilità non sostenibile copre (auto conducente trasportato, moto, altro) il 59% del totale dei viaggi, per contro la mobilità sostenibile (treno, TPL, bici, piedi, altro) copre il restante 41% 33. Secondo invece le statistiche del Censimento Istat 2001, nell ambito degli spostamenti degli occupati interni al capoluogo, l auto mantiene una quota preponderante (attorno al 54,5%), anche se un ruolo significativo è ricoperto dalla mobilità pedonale (17%), da quella in bicicletta (11%) e su autobus (11%). Nel complesso, la mobilità 33 Escludendo i rientri a casa, i dati non si modificano in modo significativo. 30

31 identificabile come non sostenibile (auto + moto) rappresentava nel 2001 circa il 61%, mentre il complesso della mobilità sostenibile copriva il restante 39%. Dai risultati molto simili delle due indagini si evidenzia quindi che a Pavia la mobilità sostenibile nel complesso riguarda circa il 40% dei viaggi interni. Tabella 17: Matrice o/d viaggi interni a Pavia dati disaggregati per mezzo e motivo, 2002 Fonte: PUM Pavia Confrontando (Tabella 18) i dati dell indagine sui flussi di traffico della Regione Lombardia del 2002 con i dati del Censimento Istat 2001 si possono osservare le differenze fra scelte modali totali e scelte modali dei pendolari 34 : La bicicletta è il mezzo scelto dal 16% della mobilità interna totale, mentre rappresenta solo l 11% degli spostamenti pendolari; La mobilità a piedi non evidenzia differenze fra mobilità totale (21%) e pendolari (19%); L auto complessivamente è usata nel 48% degli spostamenti: negli spostamenti pendolari è però maggiore l uso dell auto come passeggero; 34 L indagine o/d RL 2002 si riferisce a tutti gli spostamenti, mentre l indagine Istat Censimento 2001 si riferisce ai soli movimenti pendolari degli occupati e degli studenti (pendolarismo per motivi di studio/lavoro). Fonte: M. Anselmetti, Contributo alla riduzione delle emissioni atmosferiche da traffico tramite incentivazione dell uso della bicicletta proposta operativa, 2010, p

32 L uso dell autobus è in entrambi in casi pari al 12% del totale; Dopo l automobile (48%), gli spostamenti a piedi (19%) e la bicicletta (16%) sono le modalità di spostamento più utilizzate. Grafico 14: Ripartizione modale degli spostamenti interni a Pavia (tutti i motivi) composizione percentuale per modo utilizzato (2002) Fonte: PUM Pavia Tabella 18: Confronto tra scelte modali (pendolari versus totale) per i viaggi interni a Pavia, 2002 Confronto tra le scelte modali dei movimenti pendolari vs modalità complessiva - Pavia 2001/2002 Mezzo utilizzato Autobus urbano, Auto privata Auto privata Motocicletta, Spostamenti interni Treno, tram, filobus, corriera, (come (come ciclomotore, metropolitana autobus extraurbano conducente) passeggero) scooter Bicicletta Altro mezzo A piedi Totale totali pendolari ripartizione modale totale 0,15 12,25 41,18 6,44 4,22 16,42 0,36 18,98 100,00 ripartizione modale pendolare 0,40 13,58 33,59 15,11 5,27 10,74 0,21 21,10 100,00 il dato relativo all'uso del bus aziendale o scolastico è stato aggregato nella colonna autobus urbano il dato relativo agli spostamenti a piedi è stato corretto, con coeff. molt. 1,9 Fonte: M. Anselmetti, Contributo alla riduzione delle emissioni atmosferiche da traffico tramite incentivazione dell uso della bicicletta proposta operativa, 2010, p. 32. Osservando invece gli spostamenti interni al capoluogo distinti per fascia oraria (Grafico 15), si può notare che i flussi di viaggio subiscono un picco nelle fasce di punta mattutina (h. 7-9) e serale (h ): la fascia di punta serale risulta però meno concentrata e più distribuita nel 32

33 tempo rispetto al picco mattutino. Inoltre, si nota un altrettanto elevato flusso di traffico nelle ore centrali della giornata, soprattutto intorno alle ore 12-13, a cui contribuisce sicuramente l uscita degli studenti dalle scuole dell obbligo. Grafico 15: Spostamenti interni a Pavia per fascia oraria di partenza, 2002 Fonte: PUM Pavia Indagando sui motivi di viaggio, si osserva (Tabella 19) che la domanda di mobilità interna è dovuta soprattutto a ragioni di lavoro (34%), la ragione di studio copre una percentuale minima (9%), mentre per circa il 55% del totale la ragione non è né il lavoro né lo studio (voce altro ), probabilmente si tratta di spostamenti per commissioni o impegni vari in città. Tabella 19: Matrice o/d viaggi primari a Pavia dati disaggregati per modo e motivo, 2002 Fonte: PUM Pavia

34 Valutando la composizione per durata 35, emerge che due terzi degli spostamenti interni degli occupati ha durata inferiore a 15 minuti. Se consideriamo poi, come già visto in precedenza, che oltre il 50% degli spostamenti interni si svolge in auto (Grafico 16), si deduce quale può essere il mercato potenziale dell utilizzo della bicicletta: in un ottica di politica cittadina per la mobilità sostenibile, gli spostamenti in auto inferiori ai 15 minuti potrebbero essere svolti in bicicletta, con beneficio per il singolo (zero costi, zero problemi di parcheggio, beneficio per l attività fisica) e per la collettività (meno congestione, meno inquinamento). Grafico 16: Matrice o/d viaggi interni a Pavia dati disaggregati per mezzo e durata del viaggio, 2002 Fonte: PUM Pavia Alcune considerazioni (Grafico 17): Gli spostamenti a piedi sono quelli che in maggior quota durano meno di 15 minuti (quindi un raggio percorso di circa 1 km dal luogo di residenza); Motocicletta e bicicletta sono usati nell 80% dei casi per spostamenti inferiori ai 15 minuti (quindi un raggio percorso di circa 4 km per la bici, 8 km per la moto); 35 Durata degli spostamenti interni degli occupati. Fonte: Statistiche Istat, Censimento

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