Risultati provvisori in Provincia di Milano dicembre 2011

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1 6 CENSIMENTO GENERALE DELL AGRICOLTURA 2010 Risultati provvisori in Provincia di Milano dicembre 2011 a cura dell Ufficio Provinciale di Censimento istituito presso il Settore Agricoltura, Parchi, Caccia e Pesca della Provincia di Milano

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3 Il 6 Censimento Generale dell Agricoltura ha rappresentato un momento fondamentale per raccogliere informazioni sulle aziende agricole e zootecniche del nostro territorio. Grazie alla collaborazione degli imprenditori agricoli e di tutti i soggetti che, a vario titolo, conducono un attività agricola così come definita dal campo di osservazione del Censimento, si è potuto raccogliere una grande quantità di informazioni, dai dati di superficie a quelli sugli allevamenti, dallo sviluppo rurale alla sostenibilità ambientale. I dati raccolti possono offrire indicazioni su una molteplicità di fenomeni agricoli, cogliendo le dinamiche dei processi di trasformazione ad un livello di dettaglio non desumibile da altri tipi di indagine e permettendo di osservare i mutamenti avvenuti nel nostro Paese, a livello regionale e provinciale. Le informazioni che ne derivano sono fondamentali per l'orientamento delle scelte economiche, sociali e istituzionali e per gli interventi di programmazione delle politiche agricole europee, nazionali e regionali. La Provincia di Milano ha avuto il compito di seguire lo svolgimento di tutte le attività del 6 Censimento dell Agricoltura nel proprio territorio, coordinando e monitorando la rilevazione, fornendo assistenza tecnico-operativa a tutti gli operatori coinvolti e assicurando il buon andamento di tutte le operazioni. In questa pubblicazione, si desidera presentare i più importanti risultati provvisori che Istat ha messo a disposizione per la provincia di Milano, mostrando le principali tendenze e i principali cambiamenti avvenuti nel nostro territorio nell ultimo decennio. I dati provvisori sono assai più numerosi di quelli diffusi come primi risultati in occasione del precedente censimento del 2000, grazie al particolare modello organizzativo che è stato utilizzato. Per poter disporre di un maggior livello di dettaglio, si rimanda alla diffusione dei risultati definitivi, che saranno pubblicati da Istat a partire dal mese di aprile 2012 e che comprenderanno tutti i dati rilevati nel questionario. Luca Agnelli Assessore all Agricoltura, Parchi, Caccia e Pesca

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5 SOMMARIO Finalità Organizzazione dell attività Pubblicazione dei dati I risultati provvisori in Provincia di Milano (dicembre 2011) - Aziende e superfici - Allevamenti - Manodopera e lavoro Documento a cura dell Ufficio Provinciale di Censimento istituito presso il Settore Agricoltura, Parchi, Caccia e Pesca della Provincia di Milano

6 Finalità Il 6 Censimento generale dell agricoltura è stato realizzato con l obiettivo di delineare un quadro informativo statistico, aggiornato e dettagliato, sulla struttura del sistema agricolo e zootecnico a livello nazionale, regionale e locale. L obbligo di svolgere una rilevazione censuaria è stato stabilito dalla normativa europea che prevedeva che gli Stati membri conducessero un indagine sulla struttura delle aziende agricole nel 2010 sottoforma di censimento e stabiliva norme precise in materia di definizioni e classificazioni, specificando il campo di osservazione e dettagliando i dati da sottoporre a rilevazione censuaria. La produzione di statistiche comparabili in tutti gli Stati membri dell Unione europea sui fenomeni agricoli, di sviluppo rurale e di sostenibilità ambientale, è del resto necessaria ai fini della programmazione e della valutazione di tutte le politiche agricole comunitarie. L esecuzione dei censimenti rientra tra i compiti istituzionali assegnati all Istat, il quale, per lo svolgimento delle rilevazioni, si avvale anche della collaborazione degli uffici di statistica del Sistema statistico nazionale (Sistan) costituiti presso le Regioni. Il 6 Censimento generale dell agricoltura è stato indetto e finanziato dallo Stato ed è stato disciplinato da un apposito regolamento di esecuzione e da un piano generale di Censimento, in conformità del quale ogni Regione ha redatto un proprio piano regionale scegliendo tra due modelli alternativi di organizzazione della rete censuaria territoriale: il modello ad alta partecipazione della Regione o il modello a partecipazione integrativa. Il regolamento ha fissato la data di riferimento delle informazioni censuarie (24 ottobre 2010) e ha inoltre stabilito le modalità di organizzazione e di esecuzione del Censimento e il suo campo di osservazione. Sulla base del Piano generale di Censimento redatto dall Istat, le Regioni hanno quindi predisposto le strutture organizzative più adatte alle esigenze censuarie, al fine di rispettare le proprie specificità e di utilizzare le strutture operative competenti in materia di agricoltura presenti sul proprio territorio. Il Censimento del 2010 ha presentato diverse novità. Innanzitutto, Istat ha fatto riferimento a una lista di unità agricole predisposta mediante l integrazione di fonti amministrative e statistiche, che ha previsto la rilevazione presso la sede legale del conduttore anziché presso il centro aziendale come nel passato. Inoltre, per la prima volta, è stata data la possibilità al rispondente di compilare il questionario direttamente via internet, senza attendere il rilevatore. Gli elenchi delle aziende da intervistare, i questionari da compilare e il programma di registrazione sono stati predisposti da Istat. L indagine è avvenuta nella maggior parte dei casi per intervista diretta del conduttore dell azienda agricola da parte del rilevatore, oppure tramite compilazione diretta via web (il 2,9% delle aziende a livello nazionale).

7 Organizzazione dell attività In Lombardia, le attività censuarie sono state seguite dall Ufficio Regionale di Censimento (istituito all interno della Struttura Statistica ed Osservatori di Éupolis Lombardia - Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione), in collaborazione con la Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia, ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all Agricoltura e alle Foreste), l Istat - Sede territoriale per la Lombardia - e le Province. La Regione Lombardia, con Delibera di Giunta Regionale dell 8 luglio 2010, ha approvato il Piano Regionale di Censimento, nel quale ha adottato uno schema organizzativo ad alta partecipazione, che prevedeva la possibilità di scegliere la composizione della propria rete di rilevazione e ha attribuito alla Regione un maggiore coinvolgimento nelle operazioni censuarie. La stessa Regione Lombardia ha quindi affidato alle Province, enti competenti a livello territoriale in materia di agricoltura e foreste, l attività di coordinamento e di controllo della rilevazione censuaria; la Provincia di Milano, con propria Delibera, ha così costituito gli organi provinciali di Censimento. L attività di coordinamento e tutti i compiti previsti dal Piano Regionale di Censimento sono stati condotti per la Regione Lombardia dall'ufficio Regionale di Censimento, composto dalla Struttura Statistica ed Osservatori e dalla Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia, da Éupolis ed ERSAF. La Sede territoriale Istat per la Lombardia, grazie ai Responsabili Istat Territoriali, ha sovrainteso a tutte le attività svolte dagli organi censuari, ha curato in collaborazione con l Ufficio Regionale di Censimento le attività di formazione e di predisposizione del materiale didattico per il personale del censimento e ha fornito l assistenza tecnica su particolari criticità nella fase di rilevazione in campo. Per la Provincia di Milano, le attività censuarie sono state gestite dall Ufficio Provinciale di Censimento (UPC), istituito presso il Settore Agricoltura, Parchi Caccia e Pesca della Provincia di Milano e formato da: un rappresentante del Servizio Statistica della Provincia appartenente al SISTAN (Sistema Statistico Nazionale), tre rappresentanti del Settore Agricoltura, Parchi, Caccia e Pesca della Provincia (il Responsabile UPC, il suo sostituto/delegato e un collaboratore amministrativo), un rappresentante della Regione Lombardia, un rappresentante della Provincia di Monza e della Brianza e i Coordinatori Intercomunali di Censimento. Tramite Protocollo di Intesa tra la Provincia di Milano e la Provincia di Monza e della Brianza, si è convenuto che tutte le attività del Censimento Agricoltura in capo alla Provincia di Monza fossero gestite integralmente dalla Provincia di Milano. L UPC ha rappresentato un punto di riferimento tecnico operativo sia per i rilevatori che per i coordinatori, nonché un organo di controllo sull andamento dell attività di rilevazione. L Ufficio Provinciale ha tra l altro provveduto a organizzare i corsi di formazione per i rilevatori in collaborazione con l Ufficio Regionale di Censimento e con Istat (in particolare, con la Sede regionale Istat). Oltre agli organi sopra citati, hanno fatto parte della complessa rete censuaria anche una Commissione Tecnica Regionale, con il compito di garantire la consultazione tecnica tra i vari organi di censimento e di coordinare le attività di ispezione, e la Commissione Tecnica Provinciale (una per ogni Provincia che ha costituito l UPC), con il compito di adottare le azioni ritenute più idonee per superare eventuali situazioni critiche sorte durante le operazioni di rilevazione nel proprio territorio.

8 Il 6 Censimento dell Agricoltura ha richiesto quindi, a livello regionale, una complessa serie di operazioni di rilevazione e di controllo dei dati, che ha comportato l impiego di 515 tra rilevatori e coordinatori intercomunali e il coordinamento tecnico-organizzativo di Regione Lombardia e delle Province. L attività di rilevazione e di prima verifica dei dati ha impegnato l Ufficio Provinciale dal mese di ottobre 2010 fino a giugno 2011, con la pubblicazione dei primi dati provvisori a cura di Istat il 5 luglio Per le Province di Milano e di Monza, sono stati incaricati in totale 70 Rilevatori e 8 Coordinatori Intercomunali di Censimento, selezionati e contrattualizzati dalla Regione Lombardia tramite ERSAF attraverso apposito bando di selezione pubblica e assegnati all UPC di Milano.

9 Pubblicazione dei dati ISTAT ha presentato a Roma il 5 luglio 2011 i dati provvisori di livello nazionale e regionale ufficializzando i risultati dell intenso lavoro svolto grazie a tutti i soggetti che hanno fatto parte della rete censuaria e alla fondamentale collaborazione e disponibilità di tutte le aziende agricole che hanno partecipato alla rilevazione. I dati provvisori pubblicati da Istat sono consultabili all indirizzo: La Regione Lombardia appartiene al gruppo delle 16 Regioni che hanno adottato, per lo svolgimento del censimento, un modello organizzativo ad alta partecipazione con registrazione diretta dei dati; ciò ha reso possibile la disponibilità, ad un livello di dettaglio anche provinciale, di informazioni sulla numerosità delle aziende, sulla consistenza della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e della Superficie Agricola Totale (SAT), sulla quantità dei capi allevati nonché informazioni sul fattore lavoro. I dati provvisori regionali sono disponibili sui seguenti siti web: e I dati provvisori che sono stati diffusi, anche quelli contenuti in questo opuscolo, riguardano la variabili principali comprese nel questionario del censimento. E previsto che i risultati definitivi del 6 Censimento Generale dell Agricoltura 2010, che comprenderanno tutte le variabili rilevate, principali e secondarie, saranno diffusi entro il mese di aprile 2012 al termine del lavoro di elaborazione e di validazione dei dati ad opera di Istat.

10 I risultati provvisori in Provincia di Milano (dicembre 2011) Prima di procedere nell analisi dei dati provvisori di livello provinciale, è importante sottolineare che tutti i dati censuari al momento disponibili si riferiscono alle aziende agricole rilevate che hanno indicato il centro aziendale come ricadente in comuni della provincia di Milano 1. Le superfici di queste aziende agricole (in termini di Superficie Agricola Utilizzata - SAU - e di Superficie Agricola Totale - SAT) e i relativi allevamenti sono stati tutti attribuiti al comune dove è stato individuato il centro aziendale e non ai comuni di effettiva ubicazione delle superfici e degli allevamenti. I dati non sono quindi georeferenziati e potrebbero fare riferimento anche a province o regioni diverse rispetto a quella in esame. E probabile inoltre che i dati definitivi possano variare rispetto ai dati provvisori a seguito dei processi di elaborazione e validazione ancora in atto. Con i primi risultati provvisori è comunque possibile rilevare a livello territoriale alcune tendenze di carattere generale e i principali mutamenti avvenuti nella nostra provincia nell ultimo decennio. I dati provvisori 2010 sono posti a confronto con quelli del Censimento riferito all anno 2000; questi ultimi sono stati ricalcolati da Istat rispetto a quelli precedentemente pubblicati in quanto è stato considerato il nuovo campo di osservazione in base alle regole comunitarie vigenti nel 2010 e si è considerata la provincia di Milano senza la nuova provincia di Monza e della Brianza. Inoltre, occorre far presente che i dati provinciali e regionali riferiti ad alcune variabili possono presentare delle differenze in alcune tabelle, come nella tabella sulla distribuzione aziende per classi di SAU e in quelle relative alla manodopera. In queste tabelle non sono conteggiati i dati, non ancora disponibili, relativi ad aziende con conduttore residente in una delle quattro Regioni a partecipazione integrativa 2 o nel Molise. Per una corretta lettura delle tabelle e dei dati riportati di seguito, si invita a prendere visione della nota metodologica in appendice. Aziende e superfici In base ai primi risultati provvisori del 6 Censimento Generale dell Agricoltura (tab. 1), le aziende agricole attive in Provincia di Milano alla data del 24 ottobre 2010 risultano circa 2.370, con una superficie agricola utilizzata (SAU) di poco superiore a ha e una superficie agricola totale (SAT) di circa ha. Rispetto al precedente Censimento riferito all anno 2000, si è assistito a una flessione del 30% nel numero delle aziende agricole e a una riduzione dell 8,5% per la SAU e dell 8% per la SAT. A questo proposito, è bene ricordare che le aziende 1 In base alle definizioni delle Istruzioni per la rilevazione 24 ottobre 2010 del 6 Censimento Generale dell Agricoltura: Per centro aziendale si intende il fabbricato, o il complesso dei fabbricati, connesso all attività aziendale e situato entro il perimetro dei terreni aziendali. Il centro aziendale, pertanto, può essere localizzato in corrispondenza dell abitazione del conduttore o delle abitazioni dell altra manodopera impiegata nei lavori agricoli aziendali, oppure in corrispondenza di ricoveri per animali, o di strutture utilizzate per altre produzioni agricole (ad esempio le serre), di locali per l immagazzinamento dei prodotti (magazzini, sili da foraggio, fienili, eccetera) o per il deposito di macchine e attrezzi di uso agricolo. È da evidenziare che nel caso in cui la residenza o sede legale del conduttore si trovi al di fuori del perimetro dei terreni aziendali, il centro aziendale non coincide con la stessa, ma con il fabbricato o il complesso di fabbricati connessi all attività agricola. In assenza di fabbricati, il centro aziendale si identifica con la porzione più estesa dei terreni aziendali. 2 Regioni a partecipazione integrativa: Veneto, Toscana, Marche e Puglia.

11 esclusivamente forestali non sono state censite nel 2010 al contrario di quanto avvenne nel Censimento 2000; la superficie a boschi presente nel Censimento del 2010 riguarda quindi solo le aree boschive annesse ad aziende agricole. Anche in Regione Lombardia si è avuta una riduzione nel numero di aziende agricole e di superficie aziendale; la riduzione è risultata più contenuta per quanto riguarda il numero delle aziende (-24,2% rispetto al 2000) e per la SAU (-5,3%) rispetto alla provincia di Milano, mentre è stata maggiore la riduzione per la superficie agricola totale aziendale (-9,1%). Provincia e Regione TABELLA 1 - Aziende in complesso, Superficie Agricola Utilizzata e Superficie Totale (Censimento Agricoltura 2000 e 2010 per il 2010: dati provvisori) Aziende 2010 Aziende 2000 Variaz. % SAU 2010 (ettari) SAU 2000 (ettari) Variaz. % SAT 2010 (ettari) SAT 2000 (ettari) Variaz. % Milano , , ,76-8, , ,45-8,0 Lombardia , , ,36-5, , ,87-9,1 Milano % su Lombardia 4,4 4,7 -- 6,6 6,8 -- 5,8 5,8 -- ITALIA , , ,76-2, , ,66-8,0 Fonte: Istat 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI Per effetto della maggiore riduzione del numero di aziende rispetto alla SAU e alla SAT, cresce a livello provinciale l estensione media aziendale, che passa per la SAU da 21,05 ha/azienda del 2000 a 27,81 ha/azienda nel 2010, valore decisamente superiore alla media regionale (pari a 18,42 ha/azienda) e a quella nazionale (pari a 7,9 ha/azienda). Anche le dimensioni medie aziendali come superficie totale aumentano: da 23,12 ha/azienda del 2000 a 30,45 ha/azienda nel 2010, tra i valori più elevati a livello regionale (tab. 2). Per quanto riguarda l utilizzazione della SAU (tab. 2), una prima indicazione seppur provvisoria è l aumento di superficie investita a coltivazioni legnose agrarie e la diminuzione delle foraggere permanenti e dei seminativi rispetto al In rapporto alla SAU, le colture a seminativo sono comunque le più rappresentate, con oltre l 86% della superficie investita. All interno dei seminativi, si osserva una diminuzione degli investimenti a cereali (-5,9%) che costituiscono sempre la principale voce dei seminativi provinciali e un aumento delle foraggere avvicendate (oltre 1900 ettari di aumento). Anche per le ortive si assiste a un aumento delle superfici investite rispetto al Dalla distribuzione delle aziende e della superficie per classi di ampiezza SAU (tab. 3), si evidenzia rispetto al 2000 una diminuzione in valori assoluti e percentuali sia nel numero delle aziende che nella SAU condotta per tutte le classi di ampiezza considerate. Questa diminuzione è maggiore per le aziende con meno di 5 ettari di SAU, mentre è molto più contenuta per le aziende con più di 50 ettari. Quest ultima categoria di aziende, pur rappresentando quasi il 18% delle aziende rilevate nel 2010, conduce oltre il 64% della SAU, con un incremento della sua rappresentatività rispetto al precedente Censimento di circa 5 punti percentuali. E evidente quindi un fenomeno di accorpamento aziendale che ha determinato dal 2000 in avanti l uscita delle aziende di piccole e medie dimensioni a favore di quelle con maggior ampiezza. Lo stesso fenomeno si evidenzia pure a livello regionale, anche se in Regione si ha una maggior rappresentatività delle aziende con minore dimensione rispetto alla provincia di Milano.

12 TABELLA 2 - Utilizzazione della SAU e superfici medie aziendali (anni 2010 e 2000) Milano 2010 Milano 2000 Variazione % Regione Lombardia 2010 Regione Lombardia 2000 Variazione % Milano in % su Lombardia (anno 2010) Aziende , ,2 4,4 Superficie Totale (ha) , ,45-8, , ,8 7-9,1 5,8 SAU (ha) , ,76-8, , ,3 6-5,3 6,6 - Seminativi , ,08-7, , ,98-2,1 7,8 di cui: - Cereali , ,11-5, , ,50 0,8 9,0 - Foraggere avvicendate , ,31 22, , ,33 28,9 5,3 - ortive 488,23 416,83 17, , ,46 41,6 2,8 - Legnose Agrarie 503,47 426,66 18, , ,79 11,5 1,4 - Foraggere permanenti Superficie media (ha/az.) 8.382, ,68-15, , ,02-15,6 3,6 30,45 23,12 31,7 22,79 18,99 20,0 133,6 SAU media (ha/az.) 27,81 21,05 32,1 18,42 14,64 25,8 151,0 Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI TABELLA 3 - Distribuzione aziende per classi di SAU (Provincia di Milano) Classi di SAU (in ettari) Aziende 2010 Aziende 2000 Variazioni assolute Variazione % aziende 2010/2000 SAU 2010 SAU 2000 Variazioni assolute Variazione % SAU 2010/2000 Meno di 2, ,5 447,93 900,08-452,15-50,2 Da 2,00 a 4, ,8 997, ,64-478,43-32,4 Da 5,00 a 19, , , , ,17-14,1 Da 20,00 a 49, , , , ,87-19,2 Oltre 50, , , ,90-489,92-1,2 Totale , , , ,54-8,6 Classi < 5 ettari Provincia di Milano Da 5 a 19,99 ettari Da 20 a 49,99 ettari Oltre 50,00 ettari < 5 ettari Regione Lombardia Da 5 a 19,99 ettari Da 20 a 49,99 ettari Oltre 50,00 ettari % Aziende ,8 26,6 19,6 18,0 49,8 27,7 13,6 8,9 % Aziende ,3 21,8 17,2 12,7 56,0 26,7 11,2 6,2 % SAU ,2 10,7 22,9 64,2 4,8 16,1 23,4 55,7 % SAU ,4 11,4 25,9 59,4 6,5 19,2 23,8 50,5 Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI N.B.: in tabella non sono conteggiati i dati, non ancora disponibili, relativi ad aziende con conduttore residente in una delle quattro Regioni a partecipazione integrativa (Veneto, Toscana, Marche e Puglia) o nel Molise.

13 Allevamenti E opportuno far presente che per il settore zootecnico il confronto con i dati del precedente censimento è al momento possibile solo per gli allevamenti di bovini, bufalini ed equini. Per le altre specie allevate, infatti, il confronto tra i dati provvisori del Censimento 2010 e quelli definitivi del Censimento 2000 sia come numero aziende che come capi allevati è solo indicativo, in quanto non rientrano nel campo di osservazione dell ultimo Censimento Generale dell Agricoltura i capi di bestiame destinati all autoconsumo familiare, rilevati invece nel precedente Censimento del Anche per la presenza di allevamenti alla data del 24 ottobre 2010, attività presente in circa 926 aziende, si registra una riduzione in termini numerici rispetto al 2000 (-33,4% - vedi tab. 4). TABELLA 4 - Aziende con allevamenti: Provincia di Milano e Regione Lombardia Censimento Agricoltura 2000 e 2010 per il 2010: dati provvisori (data di riferimento per il Censimento 2010: 24 ottobre 2010) Milano 2010 Milano 2000 Variazione % Regione Lombardia 2010 Regione Lombardia 2000 Variazione % Milano in % su Lombardia (anno 2010) Allevamenti totali - numero , ,3 4,3 Bovini - numero capi , ,6 5,3 Bovini capi per allevamento Bufalini - numero capi , , , ,4 8,5 Equini - numero capi , ,7 7,5 Ovini - numero capi , ,5 4,7 Caprini - numero capi , ,9 6,7 Suini - numero capi , ,4 1,5 Avicoli - numero capi , ,4 1,0 Conigli - numero capi , ,0 4,9 Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI Nel comparto dei bovini, l allevamento più rappresentato in provincia, il numero delle aziende si riduce del 25,8% rispetto al 2000, con un calo del patrimonio bovino del 18,4%. La dimensione media degli allevamenti si amplia, passando da 109 capi/azienda a oltre 120 capi/azienda, fenomeno che si evidenzia in maniera simile anche in Regione, seppur con valori inferiori: da 82 capi nel 2000, si passa infatti a una media di 101 capi per azienda. A livello nazionale, il numero medio di capi per azienda è decisamente più basso: 46 capi in base ai primi dati provvisori del 2010 (erano 35 nel 2000).

14 Anche gli allevamenti con vacche da latte si riducono del 29,8% come numero di aziende e del 15,3% come capi di bestiame, con un aumento della dimensione media aziendale (da 75 vacche/azienda a oltre 90 vedi tab. 5). TABELLA 5 - Aziende con allevamenti - Milano: numero aziende e numero di capi (data di riferimento per il Censimento 2010: 24 ottobre 2010) Allevamenti Capi censiti Capi per allevamento Variaz. % allevamenti 2010/2000 Allevamenti totali ,4 Variaz.% capi 2010/200 Bovini ,27 109,40-25,8-18,4 - di cui vacche da latte ,47 74,96-29,8-15,3 Bufalini ,40 79,25 25,0 175,1 Equini ,59 7,85 27,9 23,7 Ovini ,04 219,81 3,8-14,0 Caprini ,66 16,02-27,7 268,7 Suini ,83 545,56-56,1-30,8 Avicoli ,00 520,56-85,7-24,6 Conigli ,36 58,87-88,6 10,7 Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI Rispetto al precedente censimento, si registra un significativo incremento del patrimonio equino sia come numero di allevamenti (+27,9%) che come consistenza di capi allevati (+23,7%); questo trend positivo può essere collegato all incremento dell attività di agriturismo, che ha fatto registrare in questi ultimi anni anche in provincia di Milano un notevole aumento del numero complessivo delle aziende autorizzate (dal 2007 al 2010: + 40,9%) Per gli allevamenti ovini si registra una diminuzione del numero di capi (-14%) a fronte di un pressoché identico numero di allevamenti, mentre per i caprini si assiste a un forte incremento del numero dei capi allevati (più che triplicato) e a una diminuzione nel numero di allevamenti (- 27,7%), con un conseguente ampliamento delle dimensioni medie aziendali. Per il settore dei suini si assiste ad una diminuzione del numero delle aziende (-56,1%) e del numero dei capi allevati (-30,8%) e a un incremento del numero medio di capi per azienda (oltre 860 capi). La stessa tendenza si registra per gli allevamenti avicoli, dove il calo del numero delle aziende è ancora più elevato (-85,7%) e l aumento del numero medio di capi per azienda ancora maggiore (da 520 capi nel 2000 a capi nel 2010). La forte diminuzione nel numero di aziende per gli allevamenti suinicoli e avicoli può essere spiegata dall esclusione nella rilevazione censuaria 2010 degli allevamenti per l autoconsumo, che invece erano stati rilevati nel Per il settore cunicolo l elevata diminuzione del numero di allevamenti (quasi -89%) può essere facilmente spiegata, anche in questo caso, dall esclusione nella rilevazione censuaria 2010 degli allevamenti per l autoconsumo; si osserva invece un aumento del numero complessivo di capi allevati (+10,7%) e un forte incremento del numero medio di capi per allevamento, che risulta quasi decuplicato rispetto al 2000 (da 59 a 570 capi per allevamento).

15 Valutando i dati degli allevamenti bovini in base alle classi di ampiezza per numero di capi (tab. 6), si osserva che dal 2000 ad oggi si è ridotto il numero degli allevamenti per tutte le classi di ampiezza ad eccezione degli allevamenti al di sopra dei 500 capi; quest ultima classe è anche l unica che ha visto un incremento nel numero dei capi, numero che si è ridotto nelle altre classi, in particolar modo in quelle al di sotto dei 100 capi. Questi dati indicano una crisi generalizzata del settore, che ha portato a una riduzione evidente e più o meno omogenea degli allevamenti, attenuata solo in parte da un aumento della concentrazione dei capi nelle aziende di più grande dimensione. Classe numero di capi Da 1 a 9 TABELLA 6 Allevamenti bovini per ampiezza Da 10 a 19 Da 20 a 49 Da 50 a 99 Da 100 a 499 Oltre 500 Totale Allevamenti bovini Capi bovini Distribuzione % allevamenti 22,7 9,4 14,0 15,1 36,1 2,8 100,0 Distribuzione % capi 0,7 1,1 3,7 9,1 65,1 20,3 100,0 Allevamenti bovini Capi bovini Distribuzione % allevamenti 19,6 8,9 15,4 17,9 36,6 1,6 100,0 Distribuzione % capi 0,8 1,1 4,5 11,6 67,5 14,5 100,0 Variazione % allevamenti 2010/ ,0-21,8-32,6-37,6-26,8 28,6-25,8 Variazione % capi 2010/ ,0-24,8-32,7-35,9-21,3 14,4-18,4 Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI GRAFICO 1 Allevamenti bovini per ampiezza: classi con più di 100 capi Distribuzione capi in % > 100 capi: capi (85,4%) 0,7 1,1 3,7 9,1 65,1 20,3 > 100 capi: 253 allevamenti (38,9%) 22,7 9,4 14,0 15,1 36,1 2,8 Distribuzione allevamenti in % Da 1 a 9 capi Da 10 a 19 capi Da 20 a 49 capi Da 50 a 99 capi Da 100 a 499 capi Oltre 500 capi Nel Classi con più di 100 capi: 335 allevamenti (38,2%) e capi (82%) Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI

16 Nel Grafico 1 è possibile osservare come le classi con più di 100 capi bovini sono rappresentate complessivamente dal 38,9% degli allevamenti (253 unità), ma detengono circa l 85% dei capi bovini allevati. Nel Censimento del 2000, l incidenza percentuale del numero di allevamenti era simile (38,2%), ma la rappresentatività come numero di capi era leggermente più bassa (82%) anche se in valore assoluto i capi erano decisamente in numero più elevato (oltre capi in più rispetto al 2010). Anche per le vacche da latte (tab. 7) la diminuzione del numero di allevamenti e del numero di capi è generalizzata in tutte le classi di ampiezza, con i valori più evidenti nelle classi mediopiccole (da 1 a 99 capi). Nelle classi oltre i 100 capi, le diminuzioni sono più contenute, con un lieve incremento nel numero di vacche da latte allevate per la classe da 100 a 499 capi. TABELLA 7 Allevamenti di vacche da latte per ampiezza Classe numero di capi Da 1 a 9 Allevamenti vacche da latte 2010 Da 10 a 19 Da 20 a 49 Da 50 a 99 Da 100 a 499 Oltre 500 Totale Vacche da latte Distribuzione % allevamenti 13,1 3,4 19,3 29,3 34,4 0,6 100,0 Distribuzione % vacche 0,4 0, 6 7,3 22,5 64,6 4,6 100,0 Allevamenti vacche da latte Vacche da latte Distribuzione % allevamenti 10,4 4,9 25,9 32,7 25,7 0,4 100,0 Distribuzione % vacche 0,4 0,9 11,5 30,1 52,9 4,2 100,0 Variazione % allevamenti 2010/ ,3-52,0-47,7-37,1-6,1 0,0-29,8 Variazione % vacche 2010/ ,8-47,8-46,1-36,6 3,4-7,1-15,3 Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI Dal Grafico 2 si può osservare, in maniera analoga a quanto riscontrato per i bovini nel loro complesso, che le classi di ampiezza con più di 100 capi sono il 34,9% degli allevamenti e detengono più dei due terzi dei capi (69,2%), con un aumento della loro rappresentatività rispetto al 2000 sia in termini di numero di allevamenti che di numero di capi. Le classi sotto i 99 capi rappresentano il 65,1% degli allevamenti ma possiedono poco più del 30% dei capi; dal confronto con i dati del Censimento 2000, si riscontra che la forte diminuzione nel numero di vacche da latte è avvenuta proprio nelle classi di ampiezza sotto i 99 capi, per le quali nel corso di 10 anni si è avuta una diminuzione di circa capi, pari al 39% della consistenza censita nel 2000 (in termini numerici, erano complessivamente capi).

17 GRAFICO 2 Allevamenti di vacche da latte per ampiezza: confronto tra classi con più di 100 capi e classi con meno di 99 capi Distribuzione capi in % 0,4 0,6 7,3 22,5 64,6 4,6 Classi con meno di 99 capi: capi (30,8%) 233 allevamenti (65,1%) Classi con più di 100 capi: capi (69,2%) 125 allevamenti (34,9%) 13,1 3,4 19,3 29,3 34,4 0,6 Distribuzione allevamenti in % Da 1 a 9 capi Da 10 a 19 capi Da 20 a 49 capi Da 50 a 99 capi Da 100 a 499 capi Oltre 500 capi Nel 2000: Classi fino a 99 capi: 377 allevamenti (73,9%) e capi (42,9%) Classi con più di 100 capi: 133 allevamenti (26,1%) e capi (57,1%) Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI

18 Manodopera e lavoro Le prime elaborazioni dei dati provvisori relativi alla manodopera aziendale evidenziano rispetto al 2000 una diminuzione nel numero dei lavoratori aziendali, sia in ambito provinciale che in ambito regionale (tab. 8). Per una più completa valutazione dei dati, si rimanda comunque alla pubblicazione dei dati definitivi 3. TABELLA 8 Caratteristiche della manodopera Milano 2010 Milano 2000 Variazione % 2010/2000 Regione Lombardia 2010 Regione Lombardia 2000 Variazione % 2010/2000 Milano in % su Lombardia (anno 2010) Aziende , ,4 4,4 SAU (ettari) , ,76-8, , ,3 6-5,6 6,6 Lavoratori aziendali , ,2 4,5 - di cui "familiari" , ,1 4,4 - di cui "altra manodopera aziendale" % di lavoratori familiari sul totale , ,6 5,0 71,4 82,3-73,9 84,6 - - Giornate di lavoro , ,3 5,7 - di cui da "familiari" , ,9 5,3 - di cui da "altra manodopera aziendale" % di giornate di lavoro dei familiari sul totale Giornate di lavoro per ettaro di SAU , ,6 6,8 74,1 78,3-78,5 85, ,73 17,63-5,1 19,51 21,74-10,2 85,8 Lavoratori/azienda 2,53 2,13 18,8 2,45 2,16 13,4 103,4 Giornate di lavoro/azienda , ,1 128,8 - di cui manodopera familiare - di cui "altra manodopera aziendale" , ,3 121, , ,8 136,6 Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI Il numero dei lavoratori familiari rimane sempre preponderante rispetto alla altra manodopera aziendale, ma diminuisce di importanza per quasi undici punti percentuali (da 82,3% nel 2000 a 3 Nelle tabelle relative alle manodopera non sono conteggiati i dati, non ancora disponibili, relativi ad aziende con conduttore residente in una delle quattro Regioni a partecipazione integrativa (Veneto, Toscana, Marche, Puglia) o nel Molise. Inoltre, in queste tabelle, non viene preso in considerazione il contoterzismo, cioè il lavoro effettuato con persone e mezzi tecnici extra-aziendali forniti da terzi.

19 71,4% nel 2010) a favore dell altra tipologia, riferita alla manodopera salariata, che passa quindi dal 17,7% al 28,6% nella composizione dei lavoratori aziendali e aumenta numericamente di quasi il 35% rispetto al precedente Censimento. Anche le giornate di lavoro 4 diminuiscono complessivamente, ma questa diminuzione avviene esclusivamente a carico della manodopera familiare, mentre le giornate di lavoro dell altra manodopera aziendale tendono ad aumentare (+3,6%). Anche in ambito regionale si evidenziano le stesse tendenze, ma con un più marcato aumento del numero dei lavoratori facenti parti dell altra manodopera aziendale e delle relative giornate di lavoro. Queste variazioni comportano un aumento delle giornate di lavoro per la manodopera familiare (da 165 giornate/persona a 188 giornate/persona) ed un calo per l altra manodopera aziendale (da 212 a 163 giornate/persona). A livello aziendale, considerando l incremento della dimensione media della superficie, si osserva parallelamente una diminuzione del numero di giornate lavorate per ettaro di SAU, un incremento del numero di lavoratori per azienda (da 2,13 a 2,53 lavoratori) e un aumento del numero di giornate lavorate per azienda (da 368 a 457 giornate). TABELLA 9 Titolo di studio del capo azienda Notizie sul capo azienda Laurea - indirizzo agrario Maschi 2010 Maschi 2000 Femmine 2010 Femmine 2000 Totale 2010 Totale 2000 In valore assoluto In % In valore assoluto In % In valore assoluto In % In valore assoluto In % In valore assoluto In % In valore assoluto 65 3,2 54 1,9 6 1,7 6 1,2 71 3,0 60 1,8 In % Laurea - Altro tipo 128 6,3 96 3, ,4 21 4, , ,5 Diploma superiore - Agrario Diploma superiore - Altro tipo Diploma di qualifica - Agrario Diploma di qualifica - Altro tipo Titolo superiore alla scuola dell'obbligo Scuola dell'obbligo 174 8, ,1 8 2,3 15 3, , , , , , , , ,3 27 1,3 n.d ,6 n.d ,2 n.d ,4 n.d ,9 n.d ,9 n.d , , , , , , , , , , , ,9 Nessun titolo 9 0,5 25 0,9 2 0,6 6 1,2 11 0,5 31 0,9 Totale , , , , , ,0 Istruzione con indirizzo agrario , ,9 16 4,6 21 4, , ,4 Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI 4 Per giornate di lavoro si intendono giornate di lavoro di otto ore.

20 Per quanto riguarda il titolo di studio del capo azienda (tab. 9), si riscontra un significativo aumento del grado di istruzione. Nel 2000, il 28,2% dei capi azienda aveva un titolo superiore a quello della scuola dell obbligo; questo valore passa al 46,7% in base ai risultati provvisori dell ultimo censimento, con un incidenza maggiore per i capi azienda femmine (52,3%) rispetto ai maschi (45,7%). I capi azienda femmina sono sempre meno rappresentate rispetto ai maschi (346 su 2367 capi azienda totali, pari al 14,6%) e mantengono all incirca inalterata la stessa incidenza percentuale che avevano nel 2000 (14,9%). I capi azienda con titolo ad indirizzo agrario aumentano sia in termini assoluti che percentuali; nel 2010, quasi il 12% ha un titolo di studio attinente all agricoltura, mentre nel 2000 questo valore si attestava al 7,4%. In base alla classe di età (tab. 10), aumenta la percentuale dei capi azienda compresi nella classe da 35 a 49 anni, mentre diminuisce nella classe sopra i 65 anni; per le altre due classi riportate in tabella, le percentuali variano in maniera limitata. In generale, quindi, il tasso di ricambio generazionale aumenta di poco tra i due censimenti. Riguardo invece alla percentuale di presenza femminile tra i capi azienda, si osserva una maggiore rappresentatività delle donne nelle classi con meno di 49 anni rispetto al TABELLA 10 Capo azienda per classi di età Categorie / Classi di età < di 35 anni Da 35 a 49 anni Da 50 a 64 anni > di 65 anni Totale Maschi Maschi Femmine Femmine Totale Totale % 2010 per classi di età 6,7 28,8 36,1 28,4 100,0 % 2000 per classi di età 6,8 23,3 37,0 32,9 100,0 % Femmine ,0 16,6 14,0 12,8 14,6 % Femmine ,8 12,1 15,6 16,4 14,9 Fonte: Elaborazioni UPC su dati Istat - 6 Censimento Generale dell'agricoltura - DATI PROVVISORI

21 GRAFICO 3 Capo azienda per classi di età: confronto anni > di 65 anni: 28,4% < di 35 anni: 6,7% Da 35 a 49 anni: 28,8% > di 65 anni: 32,9% < di 35 anni: 6,8% Da 35 a 49 anni: 23,3% Da 50 a 64 anni: 36,1% Da 50 a 64 anni: 37,0% Censimento 2010 Dati Provvisori Censimento 2000

22 APPENDICE: 6 CENSIMENTO GENERALE DELL AGRICOLTURA 2010 NOTA METODOLOGICA (tratta dal Comunicato Stampa Istat 6 Censimento generale dell agricoltura - Risultati Provvisori del 5 luglio 2011) I risultati definitivi del 6^ Censimento generale dell Agricoltura 2010, a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale, saranno diffusi entro il mese di aprile 2012 al termine del lavoro di elaborazione di tutte le variabili dei questionari compilati. Si informa, inoltre, che a corredo dei dati definitivi l Istat metterà a disposizione anche i risultati di due indagini postcensuarie che stimeranno l errore di misura sulle principali variabili e di copertura della rilevazione censuaria. I dati provvisori pubblicati fanno riferimento al campo di osservazione comunitario previsto dal Regolamento (CE) n. 1166/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio. Tale campo di osservazione è in parte differente da quello utilizzato nel Per le aziende con terreni il prospetto sottostante mette a confronto le regole di inclusione delle unità nel campo di osservazione UE del 2010 e del Campi di osservazione UE dei Censimenti agricoli 2010 e 2000 Campo di osservazione UE del Censimento 2010 Campo di osservazione UE del Censimento Aziende >= alla soglia SAU di inclusione - Aziende >= 1 ha di SAU regionale (dalle 20 alle 40 are) N.B.: Per Regione Lombardia: 30 are (0,3 ha) - Aziende con SAU compresa tra 0 e 1 ettaro e valore vendita >= 4 milioni di lire - Aziende con qualunque superficie ad - Aziende con SAU = 0 con valore vendita >= ortofrutta, fiori/piante ornamentali e vite o 4 milioni di lire almeno un animale destinato alla vendita Al fine di rendere omogenei i confronti tra i due censimenti nelle tavole diffuse il campo di osservazione UE del 2000 è stato ricalcolato secondo le regole del Per il settore zootecnico il confronto con i dati del precedente censimento è al momento possibile solo per gli allevamenti di bovini, bufalini ed equini. Per le altre specie allevate, infatti, il confronto tra dati provvisori del 2010 e quelli definitivi del 2000 non è opportuno in quanto non rientrano nel campo di osservazione del 6^ Censimento Generale dell Agricoltura i capi di bestiame destinati all autoconsumo familiare. È importante sottolineare che i dati provvisori pubblicati sono attribuiti alla Regione o Provincia autonoma nella quale è localizzato il centro aziendale, indipendentemente dalla residenza del conduttore e dell Ufficio di Censimento che ha rilevato l azienda. Sebbene questa regola sia applicata anche ai dati relativi al lavoro, in essi non sono conteggiati quelli, non ancora disponibili, relativi ad aziende con conduttore residente in una delle quattro Regioni a partecipazione integrativa 5 o nel Molise ( ). Infine, si ricorda che le aziende esclusivamente forestali non sono state censite nel Pertanto la superficie a boschi presente nel Censimento del 2010, in linea con le disposizioni comunitarie, riguarda esclusivamente le aree boschive annesse ad aziende agricole. 5 Regioni a partecipazione integrativa: Veneto, Toscana, Marche e Puglia.

23

24 Provincia di Milano Settore Agricoltura, parchi, caccia e pesca Viale Piceno Milano numero verde Uffici di zona: Abbiategrasso, Via XX Settembre 64 Tel Fax Legnano, Via Dei Mille 12 Tel /04 Fax

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