A.T.C. Lucca 11 [PIANO DI GESTIONE DEL CINGHIALE STAGIONE VENATORIA ] Dott. Siriano Luccarini

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1 A.T.C. Lucca 11 [PIANO DI GESTIONE DEL CINGHIALE STAGIONE VENATORIA ]

2 A.T.C. LUCCA 11 PIANO DI GESTIONE DEL CINGHIALE STAGIONE VENATORIA PREMESSA E QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO La gestione del cinghiale risulta molto complessa anche in virtù delle dinamiche che le popolazioni hanno assunto negli ultimi anni. La situazione del cinghiale è attualmente caratterizzata da elevate densità nei territori vocati e consistente presenza, almeno in certi periodi dell anno, nei territori non vocati, alto tasso di accrescimento delle popolazioni, a cui si accompagnano elevati danni alle attività agricole, incremento degli incedenti stradali nonché concorrenza interspecifica con altra fauna, soprattutto nei territori non vocati. Le nuove disposizioni normative relative alle modifiche della Legge Regionale 3/94 ed al successivo Regolamento di Attuazione (DPGR n. 51R del ), già indicate all interno del PRAF introducono nuove prospettive per la gestione faunistico venatoria del cinghiale prevedendo la realizzazione di piani ordinari e straordinari di gestione ed attività di prevenzione dei danni adeguati ai territori, alle attività agricole presenti e al rischio danni. In questo contesto emerge la necessità di predisporre un Piano di Gestione del cinghiale per la Stagione Venatoria che, analogamente a quanto già attuato negli scorsi anni, sia fondato su di una prassi gestionale adattativa, i cui obiettivi non siano considerati come immutabili ma possano variare nel tempo in dipendenza di un progressivo affinamento del sistema gestionale nel suo complesso e soprattutto in funzione delle necessità e delle emergenze che potranno verificarsi nel corso della stagione venatoria. Piano di gestione del cinghiale

3 2. ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO In maniera analoga a quanto realizzato negli anni precedenti, anche per la Stagione Venatoria , il territorio a caccia programmata dell A.T.C. Lucca 11, è stato organizzato in 7 Distretti di Gestione. Nella figura 2.1 viene illustrata la localizzazione dei Distretti, mentre nella tabella 2.1 vengono riportati di dati territoriali relativi alle superfici. Figura 2.1: Localizzazione dei Distretti di Gestione del cinghiale Piano di gestione del cinghiale

4 Tabella 2.1: Dati cartografici di base dei Distretti di Gestione del cinghiale DISTRETTO COMUNI INTERESSATI Superficie totale (ettari) Percentuale di bosco Distretto 1 Giuncugnano-Sillano % Distretto 2 S. Romano-Villa Collemandina % Distretto 12 Gallicano-Molazzana-Vergemoli % Distretto 14 Careggine-Vagli-Castelnuovo % Distretto 15 Castiglione-Fosciandora-Pieve Fosciana % Distretto 16 Minucciano-Camporgiano % Distretto 17 Piazza al Serchio % TOTALE % 3. I CACCIATORI DI CINGHIALE Nella Stagione Venatoria la caccia al cinghiale in braccata, è stata effettuata da 1015 cacciatori suddivisi in 20 squadre di caccia. Nel complesso l 82% dei cacciatori di cinghiale (n=836) risulta residente all interno del territorio dell A.T.C. Lucca 11, mentre il rimanente 18%, è residente in comuni non ricompresi nell A.T.C. LU 11 (Tab. 3.1). Tabella 3.1: Dati relativi ai cacciatori di cinghiale. Residenza anagrafica dei cacciatori iscritti alle squadre di caccia al cinghiale Nemeo cacciatori Percentuale Residenti nei comuni dell'atc LUCCA % Residenti in Provincia di Lucca % Residenti in Toscana 14 1% Residenti fuori regione 36 4% TOTALE 1015 Considerando soltanto i cacciatori iscritti alle squadre di caccia al cinghiale e residenti nei comuni dell A.T.C. Lucca 11 emerge che i comuni di Piano di gestione del cinghiale

5 Castelnuovo Garfagnana, Piazza al Serchio, Minucciano e Gallicano ospitano oltre il 48% dei cacciatori di cinghiale (Fig. 3.1). Figura 3.1: Numero di cacciatori iscritti alle squadre di caccia al cinghiale nella Stagione Venatoria Se, invece, sulla base dei dati forniti dalla Regione Toscana, si considera l interesse per la caccia al cinghiale in relazione al numero di cacciatori iscritti all A.T.C. Lucca 11 e residenti nei comuni dell A.T.C. medesimo si ottiene un dato estremamente indicativo del grande interesse che questo tipo di attività venatoria suscita in quasi tutto l A.T.C. Lucca 11. Infatti, il 75% degli iscritti all A.T.C Lucca 11 e residenti nei comuni del medesimo A.T.C. risultano anche iscritti ad una squadra di caccia al cinghiale. La suddivisione dei cacciatori di cinghiale in fasce di età evidenzia come siano le età comprese fra i 50 ed i 70 anni a rappresentare la maggioranza dei cacciatori di cinghiale. E interessante notare che esistono 157 cacciatori nella fascia anni ed addirittura 20 cacciatori di cinghiale di oltre 80 anni (Fig. 3.2). Piano di gestione del cinghiale

6 Figura 3.2: Ripartizioni tra classi di età dei cacciatori iscritti alle squadre di caccia al cinghiale (S.V ) > 80 Classi di età 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% Numero cacciatori cinghiale Percentuale 4. I DATI DI PRELIEVO Per quanto riguarda i prelievi di cinghiale le uniche informazione che si possono ottenere sono rappresentate dai dati cinegetici raccolti direttamente dai cacciatori. Di conseguenza anche per la Stagione Venatoria a ciascuna squadra dell A.T.C. Lucca 11 è stato fornito un registro di caccia in cui il responsabile della squadra doveva riportare alcune semplici informazioni relative all esercizio della caccia al cinghiale in braccata, come prevede la normativa vigente. I tipi di informazioni che vengono richieste riguardano il luogo in cui si svolge la braccata, il numero di cacciatori partecipanti, suddivisi tra iscritti alla squadra ed ospiti, il sesso dei cinghiali abbattuti, la stima dell età, suddivisa per semplicità in sole tre classi di età, il peso reale degli animali abbattuti, il numero di embrioni per ciascuna femmina, ed infine il numero e la specie di animali avvistati durante la braccata. Dalla analisi dei registri riconsegnati dopo la fine del periodo di caccia è emerso che, nella Stagione Venatoria , sono stati abbattuti Piano di gestione del cinghiale

7 nell A.T.C. Lucca 11 complessivamente 1695 cinghiali a fronte di un Piano di Prelievo di 1670 capi (Fig. 4.1 e 4.2). Figura 4.1: Risultati degli abbattimenti di cinghiale nella Stagione Venatoria Sup. totale Distretti (ettari) Sup. bosco Distretti (ettari) Numero battute Totale capi abbattuti 1695 Numero Distretti 7 Capi su battute 3.5 Numero squadre 20 Numero iscritti 1015 PIANO PRELIEVO Capi x kmq sup. Distretti Capi x kmq bosco Distretti Perc. realizzazione PIANO PRELIEVO % Numero battute ANNULLATE Percentuale battute annullate 74 15% Figura 4.2: Andamento degli abbattimenti di cinghiale nell A.T.C. Lucca 11. Cinghiali abbattuti Stagioni Venatorie Piano di gestione del cinghiale

8 Rispetto alle precedenti stagioni venatorie si è quindi registrato un incremento del prelievo. I dati relativi a ciascun Distretto sono riportati nella figura 4.3 mentre nella figura 4.4 viene evidenziata la percentuale di realizzazione dei Piani di Prelievo per ciascun Distretto di Gestione, e nella figura 4.5 la percentuale di partecipazione dei cacciatori iscritti alle squadre. Figura 4.3: Prospetto riassuntivo dell attività venatoria nei Distretti di Gestione (Stag. Ven ). Risultati caccia Nome Distretto Distretto Numero Battute Tot. Capi abbattuti Piano Prelievo S.V Perc. di realizzazione del P.P. Giuncugnano - Sillano % S. Romano Garf. - Villa Collemandina Fabbriche di Vallico - Gallicano - Molazzana - Verrgemoli Careggine - Castelnuovo Garf. - Vagli Sotto Castiglione Garf. - Fosciandora - Pieve Fosciana % % % % Minucciano - Camporgiano % Piazza al Serchio % Dist. Media batt. per squadra Media abb. per squadra Sforzo di caccia Capi su Battute Media capi abbattuti per Cacc. Iscr. Media capi abbattuti per Cacc. Partec. Densità di abbattimento Capi / 100ha Distretto Capi / 100ha bosco Distretto Piano di gestione del cinghiale

9 Figura 4.4: Percentuale di realizzazione dei Piani di Prelievo nei Distretti di Gestione (Stag.Ven.12-13). 140% 120% 100% 80% 60% 40% 20% 0% Distretti di Gestione Figura 4.5: Percentuale di partecipazione alle braccate da parte dei cacciatori iscritti ai Distretti (Stag.Ven.12-13). 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Distretti di Gestione Nella figura 4.6 viene mostrata la relazione esistente tra numero di cacciatori che partecipano alle battute di caccia ed il numero di capi abbatti. Come si intuisce chiaramente dal grafico se si vuole aumentare il numero di cinghiali abbattuti, mantenendo costante il numero di battute a disposizione, dovrebbe necessariamente aumentare il numero dei partecipanti. Piano di gestione del cinghiale

10 Figura 4.6: Relazione tra cinghiali abbattuti e numero di cacciatori partecipanti nell A.T.C Capi abbattuti y = x R² = Cacciatori partecipanti Nella figura 4.7 viene mostrata la partecipazione media degli iscritti di ciascuna squadra alle battute di caccia. Figura 4.7: Percentuale di partecipazione alle braccate da parte dei cacciatori iscritti aille squadre di caccia (Stag.Ven.12-13). 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Le Padelle Alpina Caprignana Orecchiella Solengo Bigo Cinghiale Sprting Club Club Della Setola La Mancria Vallica Molazzana 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Castelnovese La Foce Vagli Sopra Capraia Castiglione- Chiozza Fosciandora- La Pieve Minucciano- Verrucolette Enal Piazza Piazza al Camporgiano Serchio Piano di gestione del cinghiale

11 Per quanto riguarda la valutazione del parametro relativo alla consistenza ed alla densità, considerando come regolare il prelievo a cui sono sottoposti i cinghiali all interno di ciascun Distretto di Gestione, è stato utilizzato lo sforzo di caccia rapportato all entità del prelievo. Si tratta, quindi, di realizzare una stima indiretta ed a posteriori della consistenza la cui affidabilità presuppone che ci sia la dichiarazione effettiva di tutti i capi abbattuti da parte di ciascuna squadra di caccia e che esista una sostanziale stabilità numerica della popolazione durante l intero periodo ad eccezione delle perdite dovute al prelievo venatorio. I risultati dell attuazione di questa metodologia, applicata a sei periodi successivi nel corso della stagione venatoria , sono mostrati nella figura 4.8. Tuttavia, in considerazione del fatto che tutte queste elaborazioni vengono effettuate sulla base di dati forniti dalle singole squadre di caccia al cinghiale, l interpretazione dei risultati emersi con l applicazione di questa metodologia deve essere estremamente prudente e comunque è consigliabile ricorrere a questo tipo di elaborazione soltanto nei casi in cui il prelievo venatorio risulti capace di sottrarre una quota molto importante della popolazione. Figura 4.8: Stima della consistenza sulla base di un indice di sforzo di caccia Capi abbattuti per periodo y = x Totale cumulativo abbattuti Consistenza stimata 6100 capi Piano di gestione del cinghiale

12 5. IL MONITORAGGIO DEI DANNI Il monitoraggio costante della distribuzione geografica e dell entità dell impatto della fauna selvatica sulle colture costituisce uno degli aspetti essenziali per una strategia di gestione finalizzata alla riduzione del conflitto tra i diversi soggetti coinvolti. La conoscenza accurata del fenomeno danno permette, infatti, di effettuare interventi mirati di prevenzione e, nel contempo, se abbinata al monitoraggio della dinamica delle popolazioni, consente di definire le densità-obiettivo compatibili con le attività agricole. A partire dal 2010, il Comitato di Gestione dell A.T.C. Lucca 11, in collaborazione e con il supporto dei tecnici incaricati, ha predisposto un protocollo di operatività standardizzato per il rilevamento e l accertamento dei danni, che ha consentito di realizzare una banca dati relativa al fenomeno dei danni, indispensabile per la gestione unitaria delle informazioni riguardanti questo delicato aspetto della gestione del territorio a caccia programmata. Nel dettaglio è stato predisposto un verbale di accertamento, che, in occasione di ciascun sopralluogo, è stato compilato in triplice copia: una per il richiedente, una per il tecnico ed una per l A.T.C.. Ciascuna verifica è stata condotta, dal tecnico incaricato, entro 10 giorni dalla data della richiesta, ed in tutti i casi in cui l area interessata dai danni ricadeva all interno delle aree vocate al cinghiale, veniva richiesta la presenza anche del responsabile del Distretto di Gestione del cinghiale in cui ricadeva il danno o di un suo rappresentante. Le valutazioni inerenti la quantificazione dei danni sono state sempre ad esclusivo giudizio del tecnico, ma la presenza di rappresentanti del mondo venatorio da un lato ha consentito di mettere realmente a conoscenza i cacciatori dell impatto che in alcuni casi può avere il cinghiale sulle attività agricole, e dall altro di far comprendere al mondo agricolo l impegno profuso per concorrere ad una valutazione oggettiva del danno reale. La procedura di verifica adottata ha consentito, in alcuni casi, l accordo diretto tra proprietario e cacciatori con l impegno da parte di questi ultimi di ripristinare la coltura danneggiata a cui a fatto seguito, da parte del richiedente, il ritiro della richiesta di risarcimento danni. Piano di gestione del cinghiale

13 E stato inoltre richiesto al tecnico di dedicare particolare attenzione nell accertamento del danno al riconoscimento della e/o delle specie responsabili dei danneggiamenti. In questo modo, sono state evitate tutte quelle elaborazioni che si sarebbero rese necessarie nel caso in cui, dall analisi delle perizie, non fosse stato possibile procedere all attribuzione certa del danno ad una singola specie. Nel corso del 2012 sono pervenute all A.T.C. Lucca 11, 66 domande di accertamento danni. L importo complessivo dei danni accertati è risultato essere pari ad 33'761,46. Nella tabella 5.1 vengono riportati, su scala comunale, gli importi dei contributi che l A.T.C. Lucca 11 dovrà erogare per la rifusione dei danni causati dalla fauna selvatica nel corso del 2012, dalla quale emerge come circa il 77% dei costi interessano soltanto tre comuni: San Romano in Garfagnana, Villa Collemandina e Piazza al Serchio. Tabella 5.1: Importi totali dei danni registrati nel Comune Importo totale dei danni 2012 Percentuale San Romano in Garfagnana 15' % Villa Collemandina 5' % Piazza al Serchio 4' % Castiglione di Garfagnana 2' % Minucciano 1' % Giuncugnano 1' % Camporgiano % Careggine % Pieve Fosciana % Castelnuovo di Garfagnana % Fosciandora % Totale complessivo 33' Le figura 5.2 e 5.3, invece metteno in evidenza come il cinghiale rappresenti la principale causa dei danneggiamenti alle colture presenti nell A.T.C. Lucca 11, e di conseguenza emerge che il costo medio, in termini di rifusione dei Piano di gestione del cinghiale

14 danni, di ciascun cinghiale abbattuto durante la Stagione Venatoria è pari a 12,68 euro. Infine, la figura 5.4 mette in evidenza, anche come la presenza di altre specie di ungulati oltre al cinghiale, possa essere fattore di criticità per alcuni comuni, come per esempio il cervo a Fosciandora. Figura 5.2 Ripartizione percentuale dei danni per specie nel % 3.6% 3.2% 0.7% 25% 64% CINGHIALE CERVO CAPRIOLO ISTRICE CORNACCHIA TASSO Figura 5.3 Entità dei danni per specie nel ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' CINGHIALE CERVO CAPRIOLO ISTRICE CORNACCHIA TASSO Piano di gestione del cinghiale

15 Figura 5.4 Ripartizione percentuale dei danni causati dagli Ungulati nel % 90% 80% 70% Danni 2012 Cinghiale 60% 50% 40% Danni 2012 Cervo 30% 20% 10% Danni 2012 Capriolo 0% Camporgiano Careggine Castelnuovo di Garfagnana Castiglione di Garfagnana Fosciandora Giuncugnano Minucciano Piazza al Serchio Pieve Fosciana San Romano in Garfagnana Villa Collemandina 6. LA PREVENZIONE DEI DANNI In accordo con quanto prevede l art. 90 del D.P.G.R. 51/R del 17 settembre 2012, il Piano di gestione del cinghiale deve contenere anche il programma delle attività di prevenzione dei danni che l A.T.C. intende portare avanti per la stagione venatoria Di conseguenza in questo paragrafo vengono illustrate le attività che il Comitato di Gestione intende attuare e che per quanto riguardano gli interventi di prevenzione dei danni da cinghiale prevedono il concreto coinvolgimento e la fattiva collaborazione delle squadre di caccia al cinghiale. In quest ottica, si inseriscono gli incontri con i Responsabili dei distretti di Gestione e delle squadre di caccia, realizzati dalla Commissione Caccia la Cinghiale dell A.T.C. Lucca 11, durante i quali sono state illustrate le finalità e gli obiettivi del programma di prevenzione e si sono gettate le basi per l avvio della collaborazione. Grazie alla possibilità di disporre di un sistema di archiviazione di ciascuna pratica relativa alle richieste ed agli accertamenti dei danni in ambiente GIS è stato possibile evidenziare fin da subito quali siano le aree di principale interesse per la prevenzione e sui cui concentrare le attività (Fig. 6.1). Piano di gestione del cinghiale

16 In considerazione di tutto ciò, le metodologie di difesa dai danni che saranno messe in atto nella prossima stagione venatoria, e che prevedono sia interventi indiretti che azioni dirette sulla specie, vengono elencate di seguito: Interventi indiretti Recinzioni elettriche Colture a perdere Foraggiamento dissuasivo Interventi diretti Scacce Controllo numerico Figura 6.1 Individuazione delle aree di maggior criticità per i danni da cinghiale nell A.T.C. Lucca 11. Piano di gestione del cinghiale

17 6.1 LE RECINZIONI ELETTRICHE Per quanto riguarda questa metodologia di prevenzione dei danni l A.T.C. Lucca 11, in collaborazione con il tecnici incaricati, nel corso del 2010, ha presentato all Amministrazione Provinciale un progetto per l attribuzione di finanziamenti finalizzati alla messa in opera di attività di prevenzione dei danni da fauna selvatica alle colture agricole. Tale progetto, che si e concluso nel 2012, risultava incentrato principalmente nella fornitura in comodato d uso di tutto il materiale necessario per la realizzazione di recinzioni elettrificate. A tale scopo è stata bandita una gara di appalto per l individuazione del fornitore del materiale necessario, mediante la comparazione delle caratteristiche tecniche dei prodotti offerti e quindi principalmente in funzione del rapporto qualità-prezzo. Questa tecnica di prevenzione si attua attraverso l installazione di recinzioni a due o più fili elettrificati attorno alle colture in modo da impedirne l accesso da parte della fauna selvatica. Di conseguenza, questa metodologia di prevenzione, proprio in funzione delle sue caratteristiche tecniche, da un lato fornisce ottimi risultati per la protezione di colture di elevato valore economico e che occupano superfici non troppo estese, e dall altro lato richiede un cospicuo impegno non tanto nell installazione quanto nella successiva gestione, connessa soprattutto al mantenimento della pulizia dell intero perimetro. Il cospicuo impegno economico riversato su questo tipo di attività, sta ad indicare l'accresciuto interesse da parte del Comitato di Gestione nei confronti ci questa strategia gestionale. In questo modo, destinando adeguate risorse economiche nelle attività di prevenzione, il Comitato di Gestione intende perseguire nella riduzione degli importi erogati per la rifusione dei danni, attenuando così gli eventuali contrasti tra mondo agricolo e venatorio. Nella tabella 6.2 vengono riportati i dati relativi alla tipologia ed alla quantità di materiale concesso nel 2010, 2011 e nel 2012 in comodato d uso per la realizzazione delle recinzioni elettrificate. Piano di gestione del cinghiale

18 Tabella 6.2. Materiale concesso in comodato d uso gratuito per la prevenzione danni mediante recinzioni elettrificate. ANNO Numero richieste espletate Lunghezza totale filo (metri) Numero Bobine Filo 200 m Numero Bobine Filo 400 m Numero Bobine Filo 1000 m TOTALE ANNO Numero elettrificatori a batteria Numero Batterie Numero elettrificatori a rete Numero isolatori Numero maniglie Numero picchetti messa a terra Numero cartelli segnalazione TOTALE In riferimento a questa metodologia di prevenzione dei danni, in considerazione degli ottimi risultati ottenuti negli anni precedenti, anche per la prossima stagione venatoria l A.T.C. Lucca 11 intende perseguire con la fornitura del materiale per la realizzazione di recinzioni elettrificate. Infatti, già a settembre 2012 ha presentato un progetto triennale alla Provincia di Lucca, la quale però ha richiesto una rimodulazione dello stesso sia in termini economici che di durata temporale. Al momento il Comitato di Gestione dell A.T.C. 11 è in attesa dell approvazione definitiva del progetto da parte della Provincia, e del successivo trasferimento dei fondi necessari per l acquisto del materiale. Ciò nonostante al fine di anticipare il più possibile la fornitura del materiale, è già stata espletata la gara per l individuazione del fornitore ed sono già stati approntati tutti i documenti necessari all espletamento della cessione in comodato d uso gratuito. 6.2 COLTURE A PERDERE Per questo tipo di intervento risulta fondamentale la collaborazione tra mondo agricolo e venatorio. Innanzi tutto, sarà compito delle squadre di caccia al cinghiale dei Distretti di Gestione adoperarsi per l individuazione di appezzamenti di terreno agricolo da destinare alla realizzazione di colture a Piano di gestione del cinghiale

19 perdere. Dall altra parte i proprietari dovranno dichiarare di consentire la lavorazione del terreno ed assumere l impegno a lasciare sul posto il raccolto, compilando un apposita scheda all uopo predisposta. In questo tipo di intervento l A.T.C. 11 può destinare un contributo economico per la copertura delle spese derivate dalla lavorazione del terreno e dall acquisto delle sementi. La realizzazione di questi interventi potrà essere condotta sia dai conduttori agricoli che dai cacciatori. In questo tipo di intervento è di cruciale importanza la corretta identificazione delle aree da coltivare, che devono essere localizzate ai margini del bosco, o dove è possibile al suo interno, ed in prossimità delle zone di rimessa dei cinghiali, in modo da assicurare le condizioni di tranquillità necessarie a favorirne la frequentazione da parte dei cinghiali. 6.3 FORAGGIAMENTO DISSUASIVO In considerazione della posizione presa dalla Regione Toscana (rif. Art. 32 co. 1 lettera nn, L.R n. 3) in merito a questa metodologia di prevenzione dei danni risulta opportuno riportare alcune precisazioni. La somministrazione di cibo complementare (foraggiamento con mais in grani), ha rappresentato una pratica ampiamente adottata da molte squadre di caccia al cinghiale. Tuttavia, il ricorso a tale attività se non pianificato e controllato, soprattutto in relazione ai tempi e nei luoghi in cui viene messa in atto, può risultare controproducente nei confronti della prevenzione dei danni. Di conseguenza, in considerazione della distribuzione delle aree maggiormente interessate dal fenomeno dei danneggiamenti, si propone il ricorso a questa attività di prevenzione prevalentemente all interno delle aree protette od in corrispondenza delle aree di rimessa dei cinghiali. L obiettivo che si intende raggiungere con questa attività è quello di fornire ai cinghiali, che a seguito dell attività venatoria si rifugiano all interno di aree protette o comunque in siti difficilmente accessibili, una risorsa alimentare aggiuntiva in modo da ridurre i naturali spostamenti che gli individui compiono per la ricerca del cibo, e che finiscono, inevitabilmente, per concentrare questo ungulato nelle aree coltivate adiacenti. Piano di gestione del cinghiale

20 Se sarà possibile fare ricorso a tale metodologia di prevenzione, saranno svolti dei sopralluoghi con la collaborazione dei responsabili delle squadre di caccia al cinghiale, che si renderanno disponibili a realizzare tale attività, con lo scopo di individuare e cartografare in maniera precisa i siti e/o i percorsi da utilizzare per il foraggiamento. La cartografia relativa ai siti in cui sarà svolto il foraggiamento dissuasivo potrà essere fornita agli organi preposti alla vigilanza, corredata dai riferimenti relativi al personale coinvolto ed ai mezzi utilizzati, nonché dal calendario delle uscite, predeterminato e concordato con gli operatori. 6.4 INTERVENTI DIRETTI: LE SCACCE ED IL CONTROLLO NUMERICO Gli interventi diretti sulla specie finalizzati al contenimento numerico delle popolazioni per il mantenimento delle densità sostenibili, sono previsti e codificati dall articolo 92 del D.P.G.R. 51/R del 17/9/2012. Di conseguenza nell ambito di questa disposizione normativa per la Stagione Venatoria , si potrà prevede l assegnazione delle aree di intervento, individuate e cartografate in relazione alla presenza dei danni, direttamente alle squadre di caccia al cinghiale che svolgono la loro attività venatoria nei comprensori territoriali adiacenti o a gruppi di intervento costituiti da cacciatori abilitati ai sensi dell art. 37 LR 3/94. Questo tipo di organizzazione potrà consentire una rapida realizzazione degli interventi, nonché fornire la possibilità di effettuare rapide verifiche della loro efficacia. Infatti, qualora l operato di un gruppo di intervento venga ritenuto non idoneo ed inefficace il Comitato di Gestione, potrà sospendere da questa attività tale gruppo ed avvalersi di altri gruppi, per la realizzazione di ulteriori interventi nella medesima area. Per il contenimento dei danni si potrà far ricorso, anche alla pratica delle scacce senza sparo al fine di allontanare i cinghiali dalle aree coltivate. Ovviamente se tale attività non avrà risultati concreti e prolungati nel tempo, si dovrà necessariamente ricorrere agli interventi con abbattimento, mediante l applicazione delle seguenti tipologie di caccia: braccata, girata, o appostamento. Ovviamente dovranno essere specificati accuratamente i tempi in cui si potrà ricorrere all utilizzo di tali metodologie di controllo in quanto il ricorso ad una metodologia piuttosto che l altra può avere degli Piano di gestione del cinghiale

21 effetti negativi nei confronti di altre specie presenti sul medesimo territorio e di interesse non solo venatorio ma anche conservazionistico. Analogamente dovranno essere preventivamente codificate anche le modalità di individuazione del personale da coinvolgere in tali attività 7. LA DENSITÀ OTTIMALE PER LA SPECIE Per una specie come il cinghiale non esistono valori di densità ottimale universalmente validi, di conseguenza sono le caratteristiche socioambientali del territorio che devono orientarne l individuazione. In generale i piani di prelievo devono servire a condizionare le popolazioni verso un equilibrio che soddisfi le esigenze di conservazione della specie e quelle venatorie e minimizzi, nel contempo, i danni arrecati alle attività agricole ed alle altre componenti dell ecosistema. Operativamente, la definizione delle densità obiettivo deve essere effettuata sulla base di criteri e dati oggettivi, come l entità effettiva degli abbattimenti, le caratteristiche ambientali dei diversi Distretti di Gestione, ed il confronto tra il valore medio di ciascun cinghiale abbattuto ed il suo costo medio in termini di denaro erogato per il compenso dei danni arrecati alle colture. Di conseguenza un passo fondamentale per riuscire a dare le indicazioni di densità così come richiede la normativa vigente, risulta l attendibilità dei dati di abbattimento riferita dai cacciatori. Attualmente per l A.T.C. Lucca 11, gli unici dati disponibili per stimare le densità obiettivo dei Distretti di Gestione del cinghiale, sono quelli contenuti nei registri di abbattimento compilate dai cacciatori e gli importi erogati per il risarcimento dei danni rilevati all interno dei comuni. Partendo da queste informazioni e considerando le informazioni reperibili in letteratura riferite alla percentuale di prelievo effettuato dalla caccia su animali marcati (Apollonio M., Scandura M., Bongi P., Ghiandai F., Luccarini S., Gestione e controllo degli Ungulati selvatici nelle aree protette. In: Lucifero M., Genghini M., Valorizzazione agro-forestale e faunistica dei territori collinari e montani. Ist. Naz. Fauna Selv., Min. Pol. Agr. Alim. e For., St.e.r.n.a. Ed.Grafiche 3B, Toscanella di Dozza (BO)), gli eventuali capi abbattuti ma Piano di gestione del cinghiale

22 non dichiarati dai cacciatori, la produttività e la fertilità delle femmine abbattute, ricavata dai dati forniti purtroppo solo da una parte delle squadre di caccia, i tassi di mortalità, scaturiti da una valutazione ragionata dei valori medi di questo parametro reperibili in bibliografia, si è giunti alla determinazione delle densità obiettivo per ciascun Distretto di Gestione riportata nella tabella 7.1. Tabella 7.1: Determinazione delle densità obiettivo di abbattimento. Distretti di Gestione Distretto 1 Distretto 2 Distretto 12 Distretto 14 Distretto 15 Distretto 16 Distretto 17 Densità obiettivo di abbattimento > 2 capi per km2 di bosco > 5 capi per km2 di bosco > 6 capi per km2 di bosco > 2 capi per km2 di bosco > 2 capi per km2 di bosco > 2 capi per km2 di bosco > 3 capi per km2 di bosco Come già ricordato, l attuale normativa regionale prevede anche la necessità di fornire dei valori soglia di densità massima per questa specie. In relazione a tale aspetto è importante precisare che in considerazione sia dell estrema variabilità delle condizioni faunistiche, ambientali ed antropiche che caratterizzano i Distretti di Gestione, sia delle normali variazioni spaziali e temporali che caratterizzano l andamento della densità, sia della difficoltà intrinseca di valutare la densità di una specie particolarmente elusiva, sarebbe forse più opportuno impostare la gestione faunistico venatoria del cinghiale basandosi principalmente sul rapporto tra entità economica del danno e tasso di abbattimento, stabilendo a priori per ogni annualità, la soglia economica massima di danni indennizzabili per capo abbattuto. Ciò premesso è possibile comunque fornire il dato di densità massima riferita alla fine della stagione venatoria per i diversi Distretti di Gestione e riportata nella tabella 7.2. Piano di gestione del cinghiale

23 Tabella 7.2: Densità obiettivo prevista al termine della Stagione Venatoria Distretti di Gestione Densità obiettivo prevista Distretto capi per km 2 Distretto capi per km 2 Distretto capi per km 2 Distretto capi per km 2 Distretto capi per km 2 Distretto capi per km 2 Distretto capi per km 2 TOTALE capi per km 2 Poiché inizialmente la definizione delle densità obiettivo avviene a priori, esse non vanno considerate come valori immutabili ma, dal momento che una corretta gestione faunistica si basa sul principio della gestione adattativa, potranno variare nel tempo in dipendenza di un progressivo affinamento del sistema gestionale nel suo complesso. 8. IL PIANO DI PRELIEVO MINIMO DEL CINGHIALE PER LA STAGIONE VENATORIA In ottemperanza con quanto prevede la normativa regionale attualmente in vigore, per la Stagione Venatoria è stato elaborato il Piano di Prelievo suddiviso per Distretti di Gestione mostrato in figura 8.1. Complessivamente, a livello di Distretti di Gestione del cinghiale dell A.T.C. Lucca 11, per la prossima stagione venatoria si prevede un prelievo minimo di 1640 capi. Piano di gestione del cinghiale

24 Figura 8.1: Piano di Prelievo minimo del cinghiale per la Stagione Venatoria Distretto Capi da abbattere DISTRETTO 1 60 DISTRETTO DISTRETTO DISTRETTO DISTRETTO DISTRETTO DISTRETTO A.T.C. LUCCA Come già riportato nel paragrafo precedente la gestione faunistico-venatoria del cinghiale dovrebbe basarsi su principi adattativi, tali da adeguarsi alle diverse condizioni che si possono presentare durante una annualità di gestione. Di conseguenza il Piano di Prelievo proposto nella tabella 8.1 dovrebbe essere sottoposto a verifica sia prima che durante la Stagione Venatoria al fine di consentire di apportare eventuali correttivi se necessari. Il tecnico incaricato Piano di gestione del cinghiale

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