PIANO DI GESTIONE E PRELIEVO DEL CINGHIALE

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1 PIANO DI GESTIONE E PRELIEVO DEL CINGHIALE Stagione venatoria

2 INDICE 1. PREMESSA 2.. QUADRO NORMATIVO 2.1. DELIMITAZIONE DELLE AREE VOCATE E NON VOCATE 3. DISTRIBUZIONE PROVINCIALE 4.. ANALISI DEI DANNI E INTERVENTI DI PREVENZIONE 5. GESTIONE DEL CINGHIALE NELLE AREE VOCATE: ALLEGATO 1 PIANO PER LA GESTIONE DEL CINGHIALE NELL ATC LUCCA 12 STAGIONE VENATORIA 2013/2014 ALLEGATO 2 PIANO PER LA GESTIONE DEL CINGHIALE NELL ATC LUCCA 11 STAGIONE VENATORIA 2013/ PROGRAMMA DI GESTIONE E CONTROLLO DEI TERRITORI NON VOCATI ALLA PRESENZA DEL CINGHIALE OVVERO DOVE LA PRESENZA DEL CINGHIALE NON È COMPATIBILE CON LE ATTIVITÀ AGRICOLE

3 1. PREMESSA Il cinghiale (Sus scrofa) risulta attualmente l ungulato più abbondante e diffuso nella Provincia di Lucca e anche quello più difficile da gestire. Questa specie è caratterizzata da elevate densità nei territori vocati e consistente presenza, almeno in certi periodi dell anno, nei territori non vocati dove questa specie arreca elevati danni alle produzioni agricole. Il problema dei danni, oltre che alla densità della popolazione, è legato alle disponibilità alimentari del territorio ed in particolare a quella offerta dalle superfici forestali. Al questo riguardo è da tenere presente l effetto delll imenottero cinipide Dryocosmus kuriphilus Yatsumatsu sulla fruttificazione del castagno che ha influito in questi ultimi due anni sull erratismo alimentare di questa specie. Il cinghiale, non trovando risorse alimentari sufficienti nelle aree boscate, si è avvicinato sempre di più alle aree agricole e a quelle urbane, esercitando un forte negativo impatto sulle coltivazioni e sulla popolazione. Gli indennizzi per danni arrecati dal cinghiale alle colture agricole sul territorio a caccia programmata nel 2012 ammontano a ,17 di cui ,46 registrati all interno delle aree non vocate alla specie. Nelle aree a divieto di caccia della Provincia i danni registrati nel 2012 ammontano ad 4.960,32 ricadenti nella Zone di protezione lungo le rotte di migrazione dell avifauna del Bientina e nella Zona di protezione lungo le rotte di migrazione dell avifauna del fiume Serchio in prossimità della città. D'altra parte, il cinghiale rappresenta una specie di grande e crescente importanza venatoria con tutte le conseguenze dirette ed indotte che ciò comporta sul piano faunistico e gestionale Ad oggi più della metà dei cacciatori della Provincia risultano iscritti al Registro Provinciale della caccia al cinghiale in battuta come risulta dalla tabella sottostante (Tab. 1). Questa situazione ha contribuito ad acuire i contrasti tra le diverse categorie sociali (cacciatori, agricoltori, enti pubblici) con interessi divergenti rendendo, unitamente ad alcune obiettive difficoltà di ordine tecnico, la gestione di questa specie particolarmente problematica. Tab. 1 Cacciatori iscritti al Registro provinciale di caccia al cinghiale rispetto al totale dei cacciatori. N. cacciatori N. cacciatori iscritti al Registro % 2001/ , / , / , / , / , / , / , / , / , / , / , / ,13

4 2. QUADRO NORMATIVO La gestione delle popolazioni di cinghiale (Sus scrofa) allo stato selvatico trova il proprio riferimento normativo nella legge 11 febbraio 1992, n. 157, nella L.R. 3/1994 di recepimento della normativa nazionale, nel Decreto del Presidente della Giunta Regionale Toscana 26 luglio 2011, n. 33/R Regolamento di attuazione della legge regionale 13 gennaio 1994 n. 3. Da un punto di vista giuridico il cinghiale fa parte della fauna selvatica oggetto di tutela da parte della legge nazionale sopra citata (art. 2, comma 1), ma, ai fini dell esercizio venatorio, ne è consentito l abbattimento nel periodo compreso tra il 1 di ottobre e il 31 dicembre o tra il 1 novembre e il 31 gennaio (art. 18, comma 1, lettera d). La specie può inoltre essere sottoposta a piani di controllo numerico, autorizzati dalle Regioni e dalle Province, qualora si renda localmente responsabile di danni alle coltivazioni agricole o determini problemi di carattere sanitario (L. 157/1992 art. 19, comma 2; L.R. 3/1994 art. 37 comma 2). I piani di controllo possono prescindere dai tempi e dalla modalità di prelievo stabiliti per la caccia, ma debbono essere attuati da personale appositamente autorizzato. Il Decreto del Presidente della Giunta Regionale Toscana 26 luglio 2011, n. 33/R, indica come il territorio agricolo forestale delle Province debba essere suddiviso in aree in cui la presenza del cinghiale sia compatibile con le attività agricole (aree vocate) e in aree in cui detta presenza non è tollerata (aree non vocate). Le indicazioni normative distinguono pertanto le zone in cui la gestione della specie può avere indirizzi di tipo conservativo, individuabili nelle aree prevalentemente boscate, ed in altre dove invece deve essere attuata una gestione non conservativa, finalizzata all eradicazione del cinghiale con l obiettivo di ridurre i danni alle coltivazioni agricole. 2.1 DELIMITAZIONE DELLE AREE VOCATE E NON VOCATE Le aree vocate alla presenza del cinghiale corrispondono sostanzialmente alle superfici interessate da boschi. Sulla base di quanto stabilito dal Piano Regionale Agricolo Forestale (P.R.A.F.) , le superfici massime vocate al cinghiale in ciascuna Provincia non possono essere superiori a quelle definite nel piano faunistico venatorio regionale che per la provincia di Lucca ammontano a ha Sono escluse dalle aree vocate alla presenza del cinghiale le zone in cui la specie si è radicata di recente e le zone interessate da attività agricole o arboricoltura da legno. Aree vocate alla presenza degli altri ungulati Le aree vocate alla presenza degli altri ungulati sono individuate considerando le esigenza di tutela della biodiversità ed escludendo tendenzialmente le colture agricole presenti nella zona e le attività silvicolturali in atto. Sono escluse dalle aree vocate alla presenza degli altri ungulati le zone in cui cervidi e bovidi si sono radicati di recente. Con riferimento a ciascuna area vocata individuata dovrà essere determinata la capacità ricettiva, anche interspecifica, dell area stessa. Aree non vocate alla presenza del cinghiale e degli altri ungulati. Nelle aree non vocate alla presenza del cinghiale e degli altri ungulati sono previste forme di gestione non conservative delle specie, cioè tendenti alla densità zero.

5 Qualora le forme ordinarie di gestione non abbiano consentito il raggiungimento degli obiettivi di densità programmati o siano evidenti situazioni di criticità, anche a livello locale, devono essere approvati ed efficacemente implementati piani straordinari di gestioni o piani di controllo delle specie. Le Province devono garantire il raggiungimento delle densità sostenibili programmate nel piano faunistico venatorio provinciale tenuto conto dei parametri previsti nel presente piano in relazione alle diverse specie ungulate. Nel piano annuale di gestione sono specificati gli obiettivi di medio temine da perseguire e le modalità operative previste. La relazione sull attività svolta che deve essere allegata al piano annuale di gestione deve contenere un report sulle densità di ungulati presenti su tutto il territorio provinciale con specifico riferimento alla situazione esistente nelle aree a divieto di caccia (aree protette, istituti faunistici ecc.). Il report deve riportare gli esiti delle verifiche annuali dei risultati raggiunti. Per implementare le strategie ordinarie o straordinarie di contenimento faunistico degli ungulati le Province predispongono gli idonei apprestamenti di sito sul territorio (chiusini, reti, altane ecc.). 3. DISTRIBUZIONE PROVINCIALE E CARTA DELLA VOCAZIONALITA Il cinghiale è distribuito uniformemente in tutto il territorio agro forestale della Provincia escluso le porzioni più intensamente urbanizzate dei singoli comuni; la superficie complessivamente occupata dalla specie raggiunge i ettari (93,9% della superficie Provinciale) (Fig. 1). Nella Fig. 2 è indicata l area vocata del cinghiale in Provincia di Lucca, che corrisponde sostanzialmente alla superficie interessata dai boschi (ha )

6 Fig. 1. Carta di distribuzione del cinghiale in Provincia di Lucca

7 Fig. 2 Carta di vocazione del cinghiale in Provincia di Lucca

8 4. ANALISI DEI DANNI E INTERVENTI DI PREVENZIONE L analisi e il monitoraggio costante dell impatto della fauna selvatica sulle colture agricole costituisce uno degli aspetti essenziali per una strategia di gestione finalizzata alla riduzione del conflitto tra i diversi soggetti coinvolti. La conoscenza accurata dei danni permette infatti di effettuare interventi mirati di prevenzione e, nel caso, di controllo della specie che ha provocato i danni ai sensi dell art. 37 della L.R. 3/1994. Nel contempo, la conoscenza del fenomeno danno, permette, unitamente al monitoraggio della dinamica delle popolazioni, di definire le densità obiettivo compatibili con le attività agricole. Nel corso del 2012 sono pervenute all ATC Lucca 11, 66 domande di accertamento dei danni per un importo complessivo di ,46 di cui ,25 a carico del cinghiale. Come risulta dalla Tab 2., la maggior parte dei danni si sono verificati in tre comuni: San Romano in Garfagnana, Villa Collemandina e Piazza al Serchio. I danni registrati nella aree vocate alla specie hanno rappresentato l 80% del totale dei danni arrecati dal cinghiale. Tab. 2 importi relativi ai danni da cinghiale nell ATC Lucca 11 COMUNI AREA VOCATA AREA NON VOCATA TOTALE DANNI CINGHIALE % DANNI AREA VOCATA % DANNI AREA NON VOCATA Camporgiano 78,79 471,50 550,29 14% 86% Careggine 634,50 0,00 634,50 100% 0% Castelnuovo 0,00 293,50 Garfagnana 293,50 0% 100% Castiglione 306, ,00 Garfagnana 2.241,80 14% 86% Giuncugnano 1.136,60 0, ,60 100% 0% Minucciano 1.094,11 439, ,66 71% 29% Piazza al Serchio 2.919,52 760, ,52 79% 21% Pieve Fosciana 0,00 450,00 450,00 0% 100% San Romano 6.973,39 0,00 Garfagnana 6.973,39 100% 0% Villa Collemandina 4.001,99 0, ,99 100% 0% TOTALE , , ,25 80% 20% Nell ATC Lucca 12, nel corso dell anno 2012, sono pervenute 71 pratiche di risarcimento danni per un importo complessivo di ,23 di cui ,46 a carico del cinghiale. La maggior parte dei danni si sono verificati nella aree non vocate alla specie, come risulta dalla Tab. 3. La coltura maggiormente danneggiata dal cinghiale è il mais, per la quale sono stati riconosciuti danni per ,13, registrati unicamente all interno dell area non vocata alla specie. Tab.3 importi relativi ai danni arrecati dal cinghiale nell ATC Lucca 12 AREA VOCATA AREA NON VOCATA TOTALE DANNI CINGHIALE % DANNI AREA VOCATA % DANNI AREA NON VOCATA TOTALE 6.443, , ,46 10,58 % 89,42

9 Per quanto concerne i danni di competenza provinciale, nel 2012 sono pervenute 12 domande di risarcimento danni alle colture agricole nelle zone a divieto di caccia. I danni arrecati dal cinghiale alle colture agricole si sono verificati unicamente nella Zona di protezione del Bientina e del fiume Serchio, all interno della zona non vocata al cinghiale. La coltura oggetto di danno da parte del cinghiale è stata quasi esclusivamente la coltura di mais (Tab. 4). Tab.4 importi relativi ai danni arrecati dal cinghiale nelle zone a divieto di caccia della Provincia MAIS GIRASOLE TOTALE DANNI CINGHIALE Zona di protezione del Bientina 2.397,17 201, ,05 Zona di protezione del Fiume Serchio 2.361, ,27 TOTALE 4.758,44 201, ,32 Nella destinazione delle risorse disponibili per la tutela delle colture agricole, deve essere garantita da parte della Provincia e degli ATC priorità al finanziamento delle iniziative di prevenzione danni, secondo quanto stabilito dal P.R.A.F , che devono essere predisposte tenendo conto della realtà agricola presente sul territorio, dell ammontare dei danni che si sono verificati, delle popolazioni animali presenti e delle caratteristiche dei luoghi. Oltre ai sistemi preventivi classici (recinzioni elettriche e metalliche, protezioni acustiche, repellenti., etc.) è possibile implementare, anche in via sperimentale, sistemi innovativi di prevenzione. Costituiscono comunque azione di prevenzione tutti gli interventi agronomici, ambientali e silvocolturali in grado di offrire alla fauna selvatica fonti trofiche alternative alle produzioni agricole, per cui laddove possibile, devono essere privilegiati, ai sensi del P.R.A.F punto 4.4., gli interventi di miglioramento ambientale e i progetti di dimensioni comprensoriali, coordinati con specifici interventi complementari, realizzati tramite la collaborazione tra cacciatori ed agricoltori. In questo quadro, nel corso degli ultimi due anni, sono stati finanziati agli Ambiti Territoriali di Caccia progetti per attività di prevenzione danni da fauna selvatica alle colture agricole, al fine di ridurre l impatto esercitato dalle specie selvatiche, in primis il cinghiale, sull ecosistema agrario. Sono stati pertanto concessi agli agricoltori, da parte degli Enti competenti, diversi sistemi di prevenzione del danno, principalmente recinzioni elettrificate ma anche sostanze repellenti in grado di agire sul gusto e/o olfatto dell animale. Questi metodi sperimentati in diverse realtà della provincia su colture come mais, girasole, vigneti hanno contribuito a ridurre l entità dei danni da parte del cinghiale. A queste misure di prevenzione, ai fini del contenimento dei danni da cinghiali, sono state affiancati anche interventi di foraggiamento dissuasivo che si sono rilevati utili al fine di ridurre le abitudini erratiche della specie ed impedire, per quanto possibile, il suo sconfinamento all interno delle aree ad essa non vocate.tali interventi sono stati realizzati in aree limitate dei due Ambiti Territoriali di Caccia, individuate cartograficamente, all interno delle aree boscose dei distretti di gestione. Questi interventi di foraggiamento sono stati necessari in questi ultimi due anni per limitare l erratismo alimentare del cinghiale che a seguito della scarsa offerta alimentare fornita dal bosco, in particolare per effetto del cinipide sulla fruttificazione del castagno, si è avvicinato sempre di più alle aree agricole e a quelle urbane, esercitando un impatto sulle coltivazioni e sulla popolazione.

10 5. GESTIONE DEL CINGHIALE NELLE AREE VOCATE In base al D.P.G.R. n. 33/R 2011 art. 87 Regolamento di attuazione della legge regionale 13 gennaio 1994 n. 3 la Provincia individua nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale per la gestione degli ungulati i territori vocati, la cui gestione è attuata individuando un unità di gestione per ogni popolazione presente sul territorio. L unità di gestione può comprendere i distretti di gestione, definiti dagli ATC. I Comitati di gestione degli ATC, sentiti i cacciatori di cinghiale iscritti, individua, per ogni Distretto, zone di caccia o aree di battuta. Nella tabella sottostante (Tab. 5) sono indicati i dati principali relativi ai distretti di caccia al cinghiale per ciascun Ambito Territoriale di Caccia della Provincia nel periodo Nell analisi di detta tabella vi è da tenere conto che a seguito della Delibera di Consiglio Provinciale n. 81/2008 l ATC Lucca 11 ha subito un ampliamento andando ad includere complessivamente 16 comuni. Tab. 5 Dati principali relativi ai distretti di caccia al cinghiale per ciascun Ambito Territoriale di Caccia della Provincia nel periodo STAGIONE VENATORIA AREA VOCATA ha AREA DISTRETTI ha ATC LUCCA 12 N. DISTRETTI N. CACCIATORI N. SQUADRE 2005/ / / / / / / / STAGIONE VENATORIA AREA VOCATA ha AREA DISTRETTI ha ATC LUCCA 11 N. DISTRETTI N. CACCIATORI N. SQUADRE 2005/ / / / / / / /

11 La Provincia, ai sensi dell art. 28 bis comma 3 della L.R. 3/1994, predispone il piano annuale di gestione e prelievo degli ungulati, che deve garantire il raggiungimento e il mantenimento delle densità sostenibili, anche interspecifiche, definite a livello locale, tenuto conto degli effettivi danneggiamenti alle coltivazioni agricole e ai boschi, perseguendo gli obiettivi indicati nel piano faunistico venatorio provinciale. Nella tabella sottostante (Tab. 6) sono riportate le densità obiettivo indicative per aree a diversa vocazione per il cinghiale (Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2006/2010). Tab. 6 densità obiettivo indicative per aree a diversa vocazione per cinghiale VOCAZIONE CARATTERISTICHE AMBIENTALI Aree non vocate Aree ad alta prevalenza di colture agricole con scarsa presenza di bosco e territori naturali o seminaturali Aree a bassa vocazione Aree con alta frammentazione del bosco e degli altri ambienti naturali e semi naturali, fortemente interdigitati con aree coltivate Aree ad alta vocazione Aree a scarsa frammentazione ambienti naturali e seminaturali, con prevalenza del bosco Aree protette Aree solitamente caratterizzate da alta naturalità DENSITA POTENZIALE Basse 0 ind./km 2 Sino ad elevate Da media ad elevata degli DENSITA OBIETTIVO Basse (normalmente inferiore a 3 ind./km 2 ) Medio elevata (indicativamente comprese fra 3 ind./km e 10 ind./km 2 ). a condizione che non si registrino danni sensibili al patrimonio agro forestale o alle altre componenti delle zoocenosi terrestri. In questi casi la densità può essere fissata anche a densità < 3 ind/km 2 Da media ad elevata Qualsiasi densità che non provochi danni sensibili al patrimonio agro forestale o alle altre componenti delle zoocenosi terrestri. Di seguito sono riportate in dettaglio le densità sostenibili per il cinghiale nei Distretti di gestione presenti negli Ambiti Territoriali di Caccia Lucca 12 e Lucca 11 per la stagione venatoria

12 Tab. 7 ATC LUCCA 12. Densità agricola e forestale massima a fine stagione venatoria prevista per i vari distretti. Distretto Aree di caccia Vocazionalità Densità obiettivo 2011/12 N. capi/100 Ha 1 SERAVEZZA STAZZEMA NORD aree ad alta vocazione 3,5 2 PIETRASANTA STAZZEMA SUD aree ad alta vocazione 3,5 3 CAMAIORE aree ad alta vocazione 3,5 4 PESCAGLIA aree ad alta vocazione 3,5 5 MASSAROSA CAMAIORE LUCCA aree a bassa vocazione 2,5 6 LUCCA CAPANNORI SUD "MONTI PISANI" aree a bassa vocazione 3,0 7 LUCCA CAPANNORI NORD BORGO A MOZZANO aree ad alta vocazione 4,0 8 CAPANNORI NORD VILLA BASILICA aree ad alta vocazione 3,5 9 BAGNI DI LUCCA SUD VILLA BASILICA aree ad alta vocazione 3,5 10 LUCCA BORGO A MOZ ZANO FABBRICHE V.CO aree a bassa vocazione 2,5 11 BAGNI DI LUCCA NORD aree a bassa vocazione 2,5 13 BARGA COREGLIA ANT.LLI BAGNI DI LUCCA NORD aree a bassa vocazione 2,0 Tab. 8 ATC LUCCA 11. Densità obiettivo prevista al termine della Stagione Venatoria nei vari distretti Distretti di Gestione Comuni interessati Superficie totale (ha) Percentuale bosco Densità obiettivo prevista Distretto 1 Giuncugnano Sillano % 1.8 capi per km 2 Distretto 2 S. Romano Villa Collemandina % 4.4 capi per km 2 Distretto 12 Gallicano Molazzana Vergemoli % 5.8 capi per km 2 Distretto 14 Careggine Vagli Castelnuovo % 2.7 capi per km 2 Distretto 15 Castiglione Fosciandora Pieve Fosciana % 1.7 capi per km 2 Distretto 16 Minucciano Camporgiano % 2.0 capi per km 2 Distretto 17 Piazza al Serchio % 3.3 capi per km 2 TOTALE % capi per km 2 La densità agricola e forestale individuata per ciascun distretto potrà essere modificata anche annualmente a seguito dell acquisizione di ulteriori informazioni circa le diverse tipologie di colture presenti sul territorio e sulla consistenza delle popolazioni di cinghiale.

13 La gestione del cinghiale che si propone non può che essere una gestione adattativa intendendo con essa l attuazione di una serie di azioni e soluzioni tecniche che consentano di risolvere in maniera dinamica i vari aspetti del problema presenza cinghiale che di volta in volta si possono porre per raggiungere l obiettivo prefissato: il conseguimento di una densità di popolazione che mantenga i danni al patrimonio agricolo al livello più basso possibile, per renderli socialmente ed economicamente accettabili. I piani annuali redatti dai due Ambiti Territoriali di caccia ricadenti sul territorio provinciale sono riportati negli Allegati 1 e 2 del presente atto. Allegato 1 : ATC Lucca 11.Piano di gestione del cinghiale stagione venatoria Allegato 2: ATC Lucca 12.Piano di gestione del cinghiale stagione venatoria

14 6. PROGRAMMA DI GESTIONE E CONTROLLO DEI TERRITORI NON VOCATI ALLA PRESENZA DEL CINGHIALE OVVERO DOVE LA PRESENZA DEL CINGHIALE NON È COMPATIBILE CON LE ATTIVITÀ AGRICOLE. REDATTO AI SENSI DELL ARTICOLO 28 BIS DELLA L.R. 3/94 Riferimenti normativi L articolo 28 bis della L.R. 3/94 individua al comma 4) la categoria di aree in cui la presenza del cinghiale e degli altri ungulati non è compatibile con lo svolgimento delle attività agricole e dispone quanto segue: Art. 28 bis L.R. 3/94 Gestione Faunistico Venatoria degli Ungulati (omissis) 4. Nelle aree in cui la presenza del cinghiale e degli altri ungulati non è compatibile con lo svolgimento delle attività agricole le province adottano forme di gestione non conservative delle specie. Le province predispongono programmi di gestione e di controllo avvalendosi, per la loro attuazione, dei proprietari e conduttori dei fondi ovvero dei cacciatori di selezione, delle squadre di caccia al cinghiale e dei cacciatori abilitati ai sensi dell articolo 37) (omissis) Il Regolamento approvato con DPGRT 33/r/2011 nel disciplinare nel maggiore dettaglio tale norma precisa all art. 88): Art. 88 DPGRT 33/r/2011 Territori non vocati alla presenza del cinghiale e degli altri ungulati (articolo 28 bis l.r. 3/1994) 1. Nei territori non vocati alla presenza del cinghiale e degli altri ungulati la provincia predispone i programmi di gestione e di controllo di cui all articolo 28 bis, comma 4 della l.r. 3/1994 da attuare in ogni periodo dell anno. I programmi di gestione e di controllo fissano i tempi, le modalità, gli obiettivi da conseguire, le azioni necessarie per la prevenzione dei danni alle coltivazioni agricole e ai boschi e per la salvaguardia della piccola selvaggina e le scadenze di verifica. 2. I programmi di gestione e di controllo di cui all articolo 28 bis, comma 4, della l.r. 3/1994 sono parte integrante del piano di gestione e prelievo degli ungulati di cui all articolo 28 bis, comma 3, della l.r. 3/ Nel caso in cui la Provincia provveda alla attuazione dei programmi di gestione e e di controllo su cervidi e bovidi avvalendosi dei cacciatori deve essere riconosciuta priorità a coloro che hanno effettuato l opzione di cui all art. 28 comma 3, lettera d) della L.R, 3/94. Art. 1) Finalità del Programma Dal quadro normativo meglio sopra delineato emerge come la finalità del presente regolamento sia quella di definire una strategia per la gestione delle aree non vocate alla presenza del cinghiale volta nel tempo alla massima riduzione del danno alle attività produttive, anche attraverso l'applicazione di metodi finalizzati alla massima riduzione numerica di animali.

15 Art. 2) Articolazione del Programma Il presente Programma si articola come previsto dalle norme in apertura richiamate in Programma di Gestione da attuarsi mediante le forme di caccia ordinarie e Programma di Controllo. Detta articolazione risulta indispensabile per una serie di motivi: riferimenti normativi; caccia e controllo sono definiti rispettivamente dagli artt. 12 e 18 della 157/92 e dall art.19 della stessa normativa di riferimento, e questo rappresenta un primo chiaro elemento di distinzione. Il controllo è inoltre previsto anche dalla normativa sulle aree protette (art /91), mentre la stessa non prevede la caccia. Entrambe sono comunque deroghe al generico regime di protezione della fauna selvatica sancito dall art. 1 della 157/92. motivazioni dell intervento; per esercitare la caccia non servono particolari motivazioni, ma è sufficiente che una specie sia cacciabile e sia presente sul territorio con consistenze compatibili con il prelievo. Per applicare il controllo è necessario che ci sia un impatto della specie obbiettivo del controllo sulle attività antropiche, e che tale danno abbia superato una soglia di tollerabilità. In particolare devono essere presenti danni alle attività agricole o forestali, problematiche sanitarie (zoonosi) o infine presenza di specie alloctone. mezzi utilizzabili; per i mezzi utilizzabili per la caccia si fa riferimento all art. 13 della 157/92, mentre per il controllo è possibile utilizzare tutti gli strumenti purché gli stessi siano selettivi. tempi di applicazione; la caccia può essere esercitata solo negli orari e nel periodo previsti dall art. 18 della 157/92, mentre i piani di controllo possono essere applicati durante tutto l arco dell anno e senza limiti di orario. personale coinvolto; la normativa di riferimento prevede per la caccia i cittadini in possesso dei requisiti previsti dall art. 22 della 157/92, mentre per il controllo dovrebbe essere coinvolto tendenzialmente personale d Istituto che può essere supportato da personale specificatamente preparato. Art. 3) Programma di Gestione L Analisi L esperienza degli ultimi anni ha posto in luce come difficilmente gli interventi di riduzione numerica nelle zone non vocate alla presenza del cinghiale applicati attraverso la caccia abbiano sortito da soli gli effetti voluti; In particolare il ruolo della Atc sui cacciatori iscritti risulta in queste particolari aree assai depotenziato. In effetti i Comitati non hanno al momento strumenti operativi diretti per poter verificare l entità dei prelievi in queste aree né possono condizionare le attività incrementandole a seconda delle esigenze. Ciò di fatto rende non estendibile alle zone non vocate specifici compiti assegnati dalla normativa e pertanto tradizionalmente applicati solo alle zone vocate. Si pensi ad esempio a quanto specificatamente previsto tra i compiti della ATC per la gestione faunistico venatoria degli ungulati ed elencati dall art. 89) del Regolamento approvato con DPGRT 33/r/2013; Tra di essi vi è ad esempio al comma 1) lettera e) ove si precisa:

16 Art. 89 DPGRT 13/r/2011. Compiti dell ATC per la gestione faunistico venatoria degli ungulati (omissis) e) individua modalità, localizzazione e tempi di effettuazione dei prelievi, nel rispetto della normativa vigente; (omissis) Tale specificazione del resto si inserisce pienamente nella volontà del Legislatore che ha voluto su un piano addirittura più generale assegnare agli ATC azioni di razionalizzazione del prelievo per forme di caccia specifiche. (Cfr. L.R. 3/94 art. 12 comma 1 lettera c). Del resto anche le categorie di soggetti individuati dal comma 4) dell art. 28 bis della L.R. 3/94 o trovano rappresentanza istituzionale proprio nel Comitato di Gestione degli ATC come è il caso dei proprietari e conduttori dei fondi attraverso le Associazioni di Categoria o sono soggetti come i cacciatori di selezione e gli iscritti alle squadre di caccia al cinghiale che gli stessi Comitati di Gestione degli ATC sono chiamati a coordinare ed organizzare. Fanno ovviamente eccezione gli abilitati ex art. 37 della L.R. 3/94 ma la previsione di coinvolgimento di questi ultimi soggetti esula dalle finalità di un Programma di Gestione andandosi a collocare a pieno diritto nel Programma di Controllo che vedremo più avanti. Infine il presente Programma non può non contenere alcune riflessioni sul mutato quadro di colonizzazione del territorio da parte di varie specie ed in primis del cinghiale. Negli ultimi anni infatti si è registrato nella nostra Provincia un aumento significativo dei danni provocati soprattutto dalla specie cinghiale alle attività agricole da intendersi sia come parziale o totale compromissione delle opere approntate sui terreni agricoli sia come depauperamento delle stesse colture in campo. Questa tendenza è stata solo in parte riassorbita grazie solo ad un diverso dato statistico di riferimento assunto dopo la previsione del Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF) che consente la stima e la corresponsione degli indennizzi per danni causati dalla fauna selvatica alle attività agricole solo nei confronti dei soggetti professionali muniti di partita IVA in Agricoltura. Va invece rilevato come per una serie di concause difficilmente pesabili tra loro si va assistendo ad un incremento sensibile delle presenze e degli avvistamenti di cinghiali anche in aree periurbane ove non sarebbe stato lecito ipotizzarne la presenza solo fino a qualche anno addietro. Questo da un lato comporta una presenza anomala in contesti spaziali dove l incompatibilità è manifesta e oltre a provocare danneggiamenti alle colture in campo e ai suoli destinati alle attività agricole sia professionali che non, crea anche una condizione di insicurezza indotta negli abitanti di aree dove fino a ieri questi animali non erano presenti e che pertanto non sono abituati a convivere con animali selvatici di stazza come i cinghiali. Vi è poi da considerare anche l aspetto degli impatti di queste presenze sulle attività antropiche consolidate e sugli spazi funzionali correlati come ad esempio la viabilità principale e secondaria, le pertinenze delle abitazioni, i giardini ecc. D altro canto anche una analisi dei dati oggettivi derivanti dalla corresponsione degli indennizzi p. es. da parte della ATC Lu 12 mostrano un costante oggettivo squilibrio tra i danni rilevati nelle aree vocate e quelli rilevati in aree non vocate o comunque incompatibili con la presenza del cinghiale.

17 Si riporta a titolo meramente esemplificativo il dato dei danni al cinghiale rilevato nell ultimo anno per quanto riguarda la sola ATC Lu 12 parametrato rispetto alla destinazione delle aree ove si è verificato : Danni rilevati da ATC Lu 12 in aree boschive o comunque Danni rilevati da ATC Lu 12 in aree non vocate alla vocate alla presenza del cinghiale presenza del cinghiale Euro 6.443,55 Euro ,91 Tale paradossale squilibrio (anche se in gran parte leggibile da una pluralità di punti di vista ) pur con rapporti variabili di anno in anno rappresenta nel comprensorio più ampio della Provincia un dato assolutamente consolidato. Le ampie zone di territorio vocato e la relativa urbanizzazione del comprensorio della ATC Lu 11 esprime valori e rapporti ancora tendenzialmente opposti anche se sono presenti reiterate segnalazioni da parte anche di interi paesi preoccupati per una incombente presenza di animali selvatici con segnalazioni in prossimità delle abitazioni o in qualche caso con sconfinamenti all interno degli abitati stessi. Vi è poi da considerare che insieme alle aree protette i contesti non vocati alla presenza del cinghiale rivestono la funzione di rifugio e riparo per i cinghiali dopo l inizio delle attività venatorie in battuta sul territorio vocato interrompendo di fatto la possibilità di una pianificazione uniforme del prelievo almeno sul territorio a caccia controllata. L ampia fascia trofica della specie e il suo mai sopravvalutato opportunismo poi consente alla stessa di adattarsi anche a contesti dimensionali modesti e impattanti ove diviene estremamente difficile da gestire (si pensi ad esempio al problema di eventuali interventi di abbattimento in prossimità di case o strade) e dove ai danni alle attività antropiche vanno aggiunti anche quelli derivanti da un mai troppo attentamente valutato danno alle specie selvatiche nidificanti con una perdità di biodiversità difficilmente quantificabile. Le indicazioni gestionali Dal quadro di analisi sommariamente sopra descritto derivano una serie di indicazioni gestionali dirette principalmente agli Ambiti Territoriali di Caccia che gestiscono con competenze proprie il territorio a caccia programmata. Risulta evidente come sia del tutto inadeguata la funzione ed il ruolo sinora avuto dagli stessi sulla gestione delle aree cosiddette non vocate alla presenza del cinghiale soprattutto se posto in raffronto ad una serie di indicazioni normative relative ai compiti assegnati agli ATC che si indicano pur senza pretesa di esaustività L.R. 3/94 art. 12 comma 1) lettera d) (svolge i compiti relativi alla gestione faunistico venatoria degli ungulati) lettera e) (con riferimento alla salvaguardia di nidi e riproduttori), Regolamento approvato con DPGRT 33/r/2011 art. 89 comma1 lett. b) (organizza per ciascuna specie (di ungulati ndr) censimenti o stime annuali delle popolazioni lettera e) individua modalità, localizzazione e tempi di effettuazione dei prelievi (di ungulati ndr), nel rispetto della normativa vigente. La principale indicazione del presente programma va quindi ricercata nel ritagliare un ruolo di maggior protagonismo dei Comitati di Gestione degli Atc nella gestione delle zone ove la presenza del cinghiale non è compatibile con le attività agricole.

18 Si ritiene pertanto che gli ATC della Provincia di Lucca debbano introdurre un regime particolare di gestione delle aree non vocate che passi attraverso la previsione di una razionalizzazione del prelievo venatorio per quanto riguarda la caccia al cinghiale facoltà a loro assicurata dalla vigente normativa si sensi di quanto previsto dall art. 12) comma 1) lettera C) del Regolamento approvato con DPGRT 33/r/2011. Tale particolare regime opportunamente regolamentato dagli ATC deve essere aperto a tutti gli iscritti e realizzato in territori delimitati riferibili alle aree non vocate alla caccia al cinghiale così come individuate nel Piano Faunistico Venatorio. Esso dovrà prevedere i tempi e le modalità di svolgimento nonché le rispettive aree dove possano essere esercitate sia le forme di caccia singole che quelle in battuta. A tal proposito il presente Programma di Gestione prevede espressamente ai sensi dell art. 98 comma 1) del Regolamento approvato con DPGRT 33/r/2011 che il regime di razionalizzazione del prelievo introdotto dagli ATC nelle aree non vocate escluda esplicitamente la caccia in battuta in tutte quelle aree ove le condizioni ambientali non consentano di operare in sicurezza evitando anche solo potenziali pericoli alla incolumità delle persone avendo specifico riguardo alle particolari dinamiche di interazione che vengono a crearsi durante le azioni di caccia in braccata. Infine le forme di razionalizzazione del prelievo introdotte dagli ATC debbono espressamente prevedere le modalità di monitoraggio dei risultati conseguiti e particolari disposizioni relativi alla sicurezza delle attività di caccia. A tal scopo dovrà essere predisposta una apposita modulistica ad uso dei cacciatori e riservata al monitoraggio di dette attività e i Comitati di Gestione potranno altresì introdurre l obbligo di apposizione sui capi abbattuti di fascette inamovibili o marcature auricolari o l utilizzo di altri dispositivi comunque denominati e destinati ad un controllo dei prelievi. Sul tema della sicurezza si prescrive che tutti i soggetti operanti all interno del regime particolare di gestione indossino nell esercizio delle attività di caccia al cinghiale indumenti ad alta visibilità. Entro il 31 marzo gli ATC hanno l obbligo di far pervenire alla Provincia di Lucca i dati riepilogativi relativi sia alle attività di caccia singola che di quelle in battuta riferiti a ciascuna area individuata e ogni altro dato utile a definire i risultati conseguiti dalle azioni di razionalizzazione del prelievo anche con riferimento allo sforzo di caccia applicato. La regolamentazione del regime particolare di gestione e razionalizzazione del prelievo introdotto ai sensi dall art. 12) comma 1) lettera C) del Regolamento approvato con DPGRT 33/r/2011 dovrà essere sottoposto a preliminare presa d atto del Dirigente del Servizio competente della Provincia di Lucca che ne verificherà la corrispondenza alle indicazioni del presente Programma di Gestione. Periodo di applicazione del prelievo La caccia al cinghiale nelle aree non vocate così come individuate nel Piano Faunistico Venatorio è consentita per la stagione venatoria 2013/2014 dal 02 ottobre 2013 al 31 ottobre 2013 e dal 01 dicembre 2013 al 30 gennaio2014. Art. 4) Programma di Controllo Negli istituti di cui all art. 6 bis comma 4 lettere a), b), c), d), e g), della L.R. 3/94, qualora la densità del cinghiale risulti non compatibile con lo svolgimento delle attività agricole o con le finalità per le quali le aree sono state istituite, si potrà

19 prevedere la realizzazione di azioni di contenimento del cinghiale in concomitanza con la realizzazione degli abbattimenti nei distretti vicini o adiacenti. Pertanto dal 1 novembre al 31 dicembre nelle aree in cui siano compatibili con la tipologia del luogo e la sicurezza si potranno prevedere azioni di scaccio verso le contermini aree di battuta. Ove tali azioni non siano realizzabili si procederà con azioni di abbattimento localizzato adottando le tipologie della girata, i tiri selettivi notturni e trappolaggi. Tali azioni, svolte ai sensi dell art. 37 comma 2 della L.R. 3/94, potranno prescindere dall utilizzo di metodi ecologici qualora sia stato rilevato che gli animali vi trovano rifugio impedendo così di fatto di garantire la densità sostenibile prevista per la zona e qualora anche negli ultimi anni si abbia avuto notizia di danni provocati dai cinghiali e l utilizzo di metodi ecologici abbia già dimostrato la propria inefficacia. Durante tutto il rimanente periodo dell anno, dovranno essere valutati la tipologia dei danni alle coltivazioni agricole, il danneggiamento del soprassuolo boschivo, e la localizzazione dei danni con riferimento anche ai territori contermini e, ove necessario, messe in atto azioni di abbattimento localizzato. Anche in questo caso si potrà prescindere dall utilizzo di metodi ecologici qualora anche negli ultimi anni siano stati registrati danni provocati dai cinghiali e l utilizzo di metodi ecologici abbia già dimostrato la propria inefficacia. L Ufficio provvederà ad autorizzare tutti gli interventi di cui sopra con appositi atti nei quali saranno indicati i tempi e le modalità di attuazione secondo le linee guida più sotto riportate. Nelle aree non vocate di cui al comma 4 dell art. 28 bis della L.R. 3/94 e nelle aree vocate oltre alle forme di gestione da attuarsi, durante la stagione venatoria, da parte degli ATC e che devono tendere a garantire la densità sostenibile, qualora, al di fuori del periodo di effettiva apertura della caccia al cinghiale per le due tipologie di area, si registrino danni alle coltivazioni agricole o ai boschi con degrado del soprassuolo, verranno messe in atto azioni di abbattimento. Queste azioni, svolte ai sensi dell art. 37 comma 2 della L.R. 3/94, potranno prescindere dall utilizzo di metodi ecologici qualora anche negli ultimi anni si abbia avuto notizia di danni provocati dai cinghiali e l utilizzo di metodi ecologici abbia già dimostrato la propria inefficacia. L Ufficio provvederà ad autorizzare tutti gli interventi di cui sopra con appositi atti nei quali saranno indicati i tempi e le modalità di attuazione secondo le linee più sotto riportate. Linee guida per l attuazione di interventi di abbattimento. L individuazione della modalità di attuazione dei singoli interventi di contenimento, tiri selettivi notturni con ausilio del faro su zone di pasturazione; battute di caccia nella forma della braccata ; battute di caccia nella forma della girata ; trappolaggi, verrà effettuata in accordo con la Polizia Provinciale, volta, volta, dopo una accurata valutazione dei danni registrati e attribuibili ai cinghiali e della pressione di questi, in generale, sul territorio anche circostante e del contesto ambientale nel quale si dovrà operare. L Ufficio autorizzerà i singoli interventi e il personale coinvolto con il coordinamento della Polizia Provinciale. All esecuzione degli interventi di controllo saranno autorizzati i soggetti previsti dal comma 4 dell art. 28 bis nonché dal comma 3 dell art. 37 della L.R. 3/94, alla presenza diretta di un agente di vigilanza di cui all art 51 della L.R. 3/94. Tali

20 soggetti verranno individuati dai Comitati di Gestione degli ATC su coordinamento della Polizia Provinciale che sovraintenderà alle operazioni ai sensi degli articoli sopra richiamati o verranno individuati direttamente dall Ufficio. Qualora la Polizia Provinciale lo ritenga opportuno potrà attuare direttamente gli interventi di controllo. Ci si potrà anche avvalere dei proprietari o conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani di abbattimento in maniera da garantire una risposta più immediata e rispondente alle reali esigenze con modalità concordate tra l Ufficio e la Polizia Provinciale. Ove i proprietari o i conduttori non siano in possesso di licenza di caccia si ricorrerà alle altre figure previste dall art. 37 della L.R. 3/94 privilegiando in ordine di importanza decrescente : residenti all interno dell area in cui viene attuato il piano di controllo; residenti in aree contigue all area in cui viene attuato il piano di controllo; residenti nel comune all interno del quale ricade l area in cui viene attuato il piano di controllo; altri soggetti abilitati residenti in comuni limitrofi. Nel caso di interventi di caccia in battuta, si avrà riguardo a far intervenire squadre operanti nei limitrofi distretti al cinghiale, fatta eccezione per particolari esigenze. Per ogni zona, negli atti autorizzativi dei singoli interventi, verrà fissato il contingente massimo di cinghiali abbattibile. Ad ogni abbattimento dovrà essere verificato il sesso e l età dell animale e, nel caso delle femmine, dovrà essere registrata la presenza e il numero di feti. I capi abbattuti durante le azioni di controllo saranno destinati ai proprietari e conduttori dei fondi che abbiano subito danno da cinghiale negli ultimi due anni. La quota non utilizzata per rifondere i danni sarà destinata ai partecipanti alle azioni di abbattimento nel rispetto delle norme vigenti. Qualora i capi non siano utilizzati per rifondere i danni o per rimborsare i costi sostenuti per l intervento, dovranno essere inviati, come previsto dall art. 37 comma 6 ter della L.R. 3/94, ai centri di lavorazione abilitati ai sensi del regolamento emanato con decreto del Presidente della Giunta Regionale 1 agosto 2006 n. 40/R. Dovranno essere adottate tutte le misure precauzionali, necessarie per la salvaguardia della pubblica incolumità compreso l obbligo di allontanare le persone estranee alle operazioni; La Polizia Provinciale potrà impartire tutte le disposizioni che riterrà opportune al fine della sicurezza delle operazioni di abbattimento ivi compresa la sospensione delle stesse qualora lo ritenga necessario per ragioni organizzative e/o di sicurezza. Il personale di vigilanza intervenuto, dopo ogni operazione, dovrà redigere un apposito verbale con indicata la località di intervento, il numero dei capi osservati e quelli abbattuti dagli autorizzati; il verbale redatto dalla vigilanza volontaria dovrà essere controfirmato dalla Polizia Provinciale.

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