RINASCIMENTO URBANO. cemento per lo sviluppo. sdvision. Sustainable Development Magazine 2013/2014

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1 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 NUOVA AGENDA PER LA CITTÀ ARCHITETTURA SOSTENIBILE AL FEMMINILE SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO RIGENERAZIONE URBANA INNOVAZIONE PER L EDILIZIA SOSTENIBILE RINASCIMENTO URBANO cemento per lo sviluppo

2 Operando in un mondo caratterizzato da limiti ambientali crescenti e da sfide sociali sempre più complesse, Italcementi Group ha posto la sostenibilità alla base del suo sviluppo strategico. Sostenibilità per il Gruppo significa efficienza responsabile, mirata alla creazione durevole di valore. L impegno principale del Gruppo è diretto a fornire soluzioni per l edilizia sostenibile in tutto il ciclo di vita del costruire. Il perno è l innovazione, spinta oltre la soglia del prodotto verso l intero processo costruttivo e quindi verso la ricerca di soluzioni mirate a ridurre gli impatti ambientali, a valorizzare l uso corretto delle risorse e a generare forme di habitat socialmente condivise fin dal cantiere, nella logistica, nell utilizzo dell edificio e nella sua demolizione. Nella convinzione che non basti più cambiare il prodotto, aumentandone l efficienza ambientale e sociale. È indispensabile cambiare il modo in cui viene utilizzato, rendendosi parte attiva di un nuovo modello di uso e fruizione del suolo. Ponte della Musica, Roma

3 Pronti alla svolta Le città sono il motore della nostra economia, il fondamento della nostra cultura e, per una gran parte di noi, il luogo in cui viviamo. La sfida che oggi abbiamo di fronte è rendere le città sostenibili dal punto di vista dei possibili impatti sull ambiente e dell integrazione sociale. La partita dello sviluppo sostenibile si giocherà negli anni a venire principalmente nelle aree urbane. Lo dicono chiaramente i numeri relativi all andamento della popolazione mondiale, nel Nord come nel Sud del mondo. L eredità di un passato che ha spesso privilegiato la quantità rispetto alla qualità è sicuramente pesante. Oggi, la sperimentazione diffusa di piani urbanistici innovativi e la spinta dell innovazione tecnologica rendono possibile la creazione di ambienti urbani capaci di garantire una migliore qualità della vita per tutti i cittadini. Il settore delle costruzioni è in prima fila tra gli attori del cambiamento e Italcementi Group intende rappresentare l anello forte della catena del costruire sostenibile al servizio dei bisogni delle città. La direzione giusta è chiara e condivisa: occorre presidiare con rigore l uso del suolo, progettare modalità di restituzione del territorio e puntare alla rigenerazione dei tessuti urbani e alla riqualificazione prima di tutto energetica del costruito. L impegno del nostro Gruppo nelle attività di ricerca e innovazione, da sempre prioritarie per la nostra strategia industriale, ci consente oggi di proporre alla building community il cemento e il calcestruzzo come materiali dotati di un alto contenuto innovativo e, perciò, preziosi e strategici per lo sviluppo urbano in atto. E non sono solo i risultati derivanti da anni di applicazione dei parametri di sostenibilità ambientale e sociale ai nostri processi produttivi a fondare questa convinzione, ma anche, e soprattutto, la nostra capacità attuale di proporre un uso dei materiali cementizi attento e mirato alle esigenze specifiche dell edilizia sostenibile. I cementi e i calcestruzzi Italcementi si presentano oggi ai mercati come materiali di elevata qualità sia dal punto di vista della loro intrinseca efficienza ambientale sia per le prestazioni che possono garantire nelle molteplici applicazioni del costruire sostenibile. Oggi è questa la nostra strategia di sostenibilità, mirata a creare valore durevole e diffuso per l economia e per le persone. Con un duplice obiettivo: uscire dalla crisi e guidare il cambiamento verso un utilizzo del cemento capace di generare benefici collettivi reali e tangibili. CARLO PESENTI Consigliere Delegato Italcementi Group 4 ITALCEMENTI GROUP 202: SOSTENIBILITÀ IN SINTESI I numeri della Relazione Annuale di Sostenibilità in breve 26 CITTÀ CANTIERE PROGETTUALE RIGENERAZIONE URBANA PER IL BUON VIVERE SOSTENIBILE Numerose città hanno avviato strategie innovative di rigenerazione urbana, che includono la riqualificazione, messa in sicurezza e manutenzione del patrimonio edilizio esistente, il recupero di aree dismesse e la valorizzazione di spazi puibblici 8 PIANETA URBANO 20 FUORI DAGLI SCHEMI VISIONE, CULTURA E PASSIONE NEL COSTRUIRE: ITALCEMENTI CREDE NELL ARCHITETTURA AL FEMMINILE Gli architetti possono svolgere un ruolo significativo nell indirizzare le sfide della società. Le donne possono dare un contributo importante in questa direzione UNA NUOVA AGENDA PER LA CITTÀ Per la prima volta nella storia dell umanità la maggior parte della popolazione mondiale vive nelle città e continuerà ad aumentare negli anni futuri 40 ITALCEMENTI PER L EDILIZIA SOSTENIBILE CEMENTO E SVILUPPO: MISSIONE POSSIBILE Nella cultura del costruire sostenibile, i prodotti del Gruppo, organizzati nel sistema i.nova, si propongono come materiali tecnologicamente avanzati, efficienti in termini ambientali e capaci di restituire ai territori paesaggi urbani e infrastrutturali di elevata qualità estetica indice sdvision 2 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 3

4 ITALCEMENTI GROUP 202: SOSTENIBILITÀ IN SINTESI Italcementi Group, con una capacità produttiva annua pari a 60 milioni di tonnellate di cemento da 49 cementerie (65 milioni di tonnellate considerando anche gli impianti gestiti e appartenenti a società consolidate a equity, e un totale complessivo di 53 cementerie), è il quinto produttore di cemento a livello mondiale. A fianco dell attività di produzione di cemento, completano il dispositivo industriale del Gruppo 0 centri di macinazione, 7 terminali di trading e 449 centrali di calcestruzzo, che integrano l esperienza, il know-how e le culture di 22 Paesi in 4 continenti del mondo con uno staff costituito da circa dipendenti. Nel 202 il Gruppo ha registrato un fatturato consolidato di circa 4,5 miliardi di Euro. Italcementi, fra le prime dieci società industriali italiane, è quotata alla Borsa Italiana. Italcementi Group è membro del WBCSD - World Business Council for Sustainable Development e ha aderito all UN Global Compact, iniziativa strategica promossa dall ONU con l obiettivo di allineare le azioni delle aziende a principi universalmente condivisi nelle aree dei diritti umani, delle condizioni di lavoro, dell ambiente e della correttezza etica. Attraverso le attività dei suoi Centri di Ricerca e Innovazione in Italia e in Francia, i più avanzati in Europa, il Gruppo si propone di anticipare gli orientamenti e le necessità del mercato promuovendo l architettura sostenibile. RICAVI 202 PER AREA GEOGRAFICA LA NOSTRA PRESENZA NEL MONDO TOTALE GRUPPO AL Sample Name 22 Paesi 5 Cave di inerti 53 Cementerie 7 Terminali 0 Centri di macinazione Circa dipendenti 449 Centrali di calcestruzzo ALBANIA ARABIA SAUDITA Sample Name BELGIO BULGARIA 2 0 Sample Name GAMBIA 9 5 Sample Name GRECIA ITALIA 20 RICAVI 202 PER SETTORE DI ATTIVITÀ CIPRO (*) 2 FRANCIA Giovanni Ferrario Direttore Generale 4,5 miliardi di Euro di fatturato nel 202 Sample Name EGITTO Carlo Pesenti Consigliere Delegato Giampiero Pesenti Presidente Sample Name Sample Name Cemento e clinker... 65% Europa emergente, Nord Africa e Medio Oriente...2,2% Calcestruzzo e inerti...28% Altre attività... 7% Nord America...9,8% Asia...,6% Europa centro-occidentale...52,% Trading...3,7% Altro...,6% KAZAKISTAN INDIA 2 KUWAIT Sample Name Sample Name MAROCCO Sample Name SPAGNA 3 Sample Name TAILANDIA Sample Name 32 2 Dati di rilievo Ricavi 7 Sample Name Sample Name 26 USA E CANADA SRI LANKA MAURITANIA 32 3 CINA (*) SIRIA (*) (*) Paesi dove il Gruppo detiene una quota < 33% Volumi di vendita milioni di Margine operativo lordo corrente 632 milioni di Risultato operativo 5 milioni di Tasso di innovazione Cemento e clinker 45,9 Mt Calcestruzzo 2,9 Mmc Inerti 34,0 Mt 2,6% sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 5

5 202 sostenibilità in sintesi INDICE DI FREQUENZA DEGLI INFORTUNI CON ASSENZA DA LAVORO (per milioni di ore lavorate) 6 5,8 6,2 6, PIANI DI RIABILITAZIONE DELLE CAVE (%) DONNE MANAGER (%) 0 EMISSIONI DI CO2 (kg/t cemento) ORE DI FORMAZIONE PER LAVORATORE TASSO DI IMPLEMENTAZIONE DELLO STANDARD DI GRUPPO PER LE EMISSIONI IN ATMOSFERA sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 7

6 pianeta urbano Una nuova agenda per la città Per la prima volta nella storia dell umanità la maggior parte della popolazione mondiale vive nelle città e negli anni futuri questo dato continuerà ad aumentare. Nel Nord e nel Sud del mondo le città sono motore di ricchezza e di occupazione, di innovazione e creatività. Ma lo scenario attuale richiede un impegno comune per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile, capace di garantire integrazione sociale, efficienza ambientale e tutela del suolo. L industria del cemento è un attore importante del cambiamento. Italcementi Group è pronto a fare la sua parte, tenendo ferme le tre leve fondamentali della sua strategia industriale: responsabilità sociale, innovazione e ricerca. 8 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 9

7 pianeta urbano Nel mondo la popolazione urbana sta aumentando molto rapidamente. All inizio del diciannovesimo secolo, solo il 2% della popolazione mondiale era insediata nelle città. Nel ventunesimo secolo la popolazione urbana è pari al 50% e raggiungerà il 60% nel Per la prima volta nella storia dell umanità la maggioranza della popolazione mondiale vive nelle città e questa proporzione continua ad aumentare. Nel 2050 sette persone su dieci vivranno infatti in città, componendo il 70% di una popolazione che si stima raggiungerà i 9 miliardi di persone. Attualmente circa la metà degli abitanti delle aree urbane vivono in città dai ai abitanti, e meno del 0% vivono nelle megalopoli con oltre 0 milioni di abitanti. Nel frattempo la popolazione mondiale è aumentata da 700 milioni a 7 miliardi di persone. La transizione verso un mondo prevalentemente urbano è, con buona probabilità, irreversibile e porta con sé cambiamenti radicali nell uso del suolo, dell energia, dell acqua e delle risorse in generale. Le azioni che verranno messe in campo per gestire il cambiamento in atto saranno quindi la chiave della nostra futura prosperità. I NUMERI DELLA POPOLAZIONE URBANA NEL MONDO Popolazione totale Popolazione urbana Popolazione in aree urbane degradate Mondo America latina Africa Asia 7 miliardi 596 milioni miliardo 4,2 miliardi 3,6 miliardi (52%) 862,5 milioni (24%) 472 milioni (79%) 3,4 milioni (25,5%) 43 milioni (40%) 225,9 milioni (5%),9 miliardi (45%) 522,7 milioni (30%) u persona su 2 al mondo vive in città u persona su 4, tra gli abitanti delle aree urbane, vive in baraccopoli (in Africa persona su 2, in America Latina su 4, in Asia su 3) Fonte: UN-Habitat, State of the World Cities Report L attuale popolazione mondiale di 7,2 miliardi di persone aumenterà di circa un miliardo nei prossimi 2 anni, assestandosi attorno a 8, miliardi nel Nel 2050 il mondo sarà popolato da 9,6 miliardi di persone, di cui il 70% vivrà nelle città (UN World Population Prospects, The 202 Revision). Paesi emergenti e Paesi maturi a confronto Il tasso più rapido di urbanizzazione si registra nei Paesi emergenti. Tra il 995 e il 2005 la popolazione urbana in questi Paesi è aumentata a un tasso medio di,2 milioni di persone a settimana, circa persone al giorno. A metà del ventunesimo secolo, si stima che la popolazione urbana di questi Paesi sarà più che raddoppiata, con un incremento da 2,5 milioni di persone nel 2009 ad almeno 5,2 milioni nel Le aree urbane di questi Paesi si trovano oggi ad affrontare numerose sfide: la povertà, la difficile integrazione sociale tra ricchi e poveri, condizioni abitative inadeguate, spesso la mancanza di condizioni di vita appropriate con intere comunità segregate in vere e proprie baraccopoli, la scarsità dei servizi di base, cui si aggiungono, in alcune zone del mondo, i rischi connessi ai cambiamenti climatici. Nei Paesi maturi, si prevede che la popolazione urbana rimanga pressoché stabile: al 2025 si stima infatti un incremento dagli attuali 920 milioni di persone a poco oltre un miliardo. In questi Paesi l immigrazione contribuirà per più di due terzi alla crescita urbana. Senza immigrazione la popolazione urbana dei Paesi maturi diminuirebbe o resterebbe sostanzialmente statica. La pressione umana è dunque minore nelle aree urbane dei Paesi maturi, ma si conferma anche in questa parte del mondo, da un lato, l esigenza di garantire condizioni adeguate di abitazione alle fasce sociali più disagiate e, dall altro, di ridurre l impronta ecologica delle città che, oltre ad occupare porzioni significative di territorio, sono responsabili di circa l 80% del consumo globale di energia, di oltre il 70% delle emissioni di gas serra e di oltre il 70% della produzione mondiale di rifiuti. 0 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204

8 pianeta urbano Interessante, in questa prospettiva, è la definizione del quadro europeo, che rivela alcune specificità. La realtà europea L Europa è infatti uno dei continenti a più alta urbanizzazione nel mondo, con più dei due terzi della sua popolazione insediata nelle aree urbane. Secondo Eurostat la popolazione dell Europa a 27 aumenterà dai 50 milioni di persone registrati a inizio 200 a 525 milioni nel 2035 e toccherà probabilmente il picco di 526 milioni attorno al Sensibili le differenze tra gli Stati Membri: nel 2060 sarà il Regno Unito il Paese con la popolazione più numerosa (79 milioni), seguito dalla Francia (74 milioni), dalla Germania (66 milioni), dall Italia (65 milioni) e dalla Spagna (52 milioni). Le città svolgeranno quindi un ruolo chiave nel futuro sviluppo europeo e la sfida che dovranno affrontare ruota attorno ai tre pilastri della sostenibilità: ambientale, dovendo garantire un uso più efficiente e rispettoso delle risorse naturali e dei territori a favore delle generazioni future; economico, dovendo rendere disponibili alloggi economicamente accessibili ai nuovi cittadini, anche dal punto di vista dei consumi energetici; sociale, dovendo rispondere ai bisogni di una popolazione multi-culturale e più longeva. DISTRIBUZIONE DELL AUMENTO PERCENTUALE DELLA POPOLAZIONE URBANA NELLE PRINCIPALI REGIONI DEL MONDO (rispetto all incremento totale) Asia... 57,2% America latina, Caraibi...4% Africa...3,2% Europa...9% Nord America...6,% Oceania...0,6% Asia...54% Africa...32,5% America latina, Caraibi...6,8% Nord America...4,2% Europa...2% Oceania...0,5% Fonte: United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division: World Urbanization Prospects, the 20 Revision. New York, 202 SVILUPPO DELLA POPOLAZIONE URBANA MONDIALE (Fonte: INED 202) Miliardi di abitanti Dal 2000 al 200 la popolazione delle baraccopoli nel mondo è aumentata da 776,7 a 827,6 milioni di persone. Nel 990 gli abitanti delle baraccopoli erano 650 milioni. Analisi Popolazione rurale Popolazione urbana Anno Il quadro completo Se quindi nei Paesi emergenti l impegno è generare nelle città condizioni di habitat e di vita favorevoli per un numero crescente di persone, nei Paesi maturi il focus si sposta verso una riqualificazione degli habitat esistenti in vista di una maggiore efficienza ambientale, economica e sociale. Completa lo scenario l esigenza di implementare competenze e capacità di intervento rapido per la riabilitazione di aree urbane colpite da calamità naturali, in particolare da eventi sismici e da fenomeni di dissesto idrogeologico, e, allo stesso tempo, di realizzare interventi di riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio edilizio e infrastrutturale esistente per un adeguata prevenzione del rischio sismico e per la mitigazione di eventi climatici estremi. Un approccio olistico allo sviluppo urbano In questo quadro le strategie internazionali e nazionali più avanzate spingono a vedere la crescente urbanizzazione e le sue attuali criticità come una straordinaria opportunità per mettere a punto soluzioni per lo sviluppo economico e umano. Le città sono motore di ricchezza e di occupazione, di innovazione e creatività, consentono elevate economie di scala e offrono il contesto ideale per lo sviluppo delle infrastrutture. Nei fatti un nuovo disegno della città, capace di rispondere ai bisogni attuali della popolazione urbana con il supporto costante dell innovazione tecnologica, può generare livelli elevati di benessere sociale e Previsioni promuovere nuove opportunità di crescita economica. La strada indicata a livello internazionale è l urbanizzazione sostenibile come fonte di un generale e diffuso sviluppo economico e sociale sostenibile. E questo processo dovrà caratterizzare sia i Paesi emergenti sia i Paesi maturi, con interventi differenti ma ispirati da una medesima strategia. Come è stato precisato nel documento conclusivo dell ultimo Vertice Mondiale RIO+20, The Future We Want, se ben pianificate e sviluppate, le città sono in grado di promuovere società economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibili. E la strada indicata è quella di un approccio olistico allo sviluppo urbano e agli insediamenti umani, che fornisce alloggi e infrastrutture economicamente accessibili e che dà priorità alla riqualificazione delle baraccopoli e alla rigenerazione urbana, aprendo così prospettive mirate ai bisogni specifici delle città del Sud e del Nord del mondo. 2 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 3

9 pianeta urbano Shanghai, megalopoli icona del contrasto tra architetture futuribili e slums L industria del cemento, in quanto promotrice di un innovazione tecnologica attenta ai valori ambientali e sociali, può svolgere un ruolo pionieristico nello sviluppo di soluzioni costruttive ecocompatibili ed economicamente efficienti per l ambiente urbano sostenibile del prossimo futuro. Il ruolo dell industria del cemento Nel 202 la produzione mondiale di cemento ha registrato un volume totale di 3,6 miliardi di tonnellate, pari a un incremento complessivo del 3% rispetto al 20 (CEMBUREAU 202). Nel quadro mondiale è tuttavia la Cina a fare la parte del leone, con un incremento annuo del 3,6% e una quota pari al 59,3% della produzione globale di cemento. Lasciando la Cina fuori dal quadro, l incremento della produzione globale di cemento scende a,8%, con una sensibile riduzione, quindi, rispetto al tasso di crescita del 2,8% registrato nel 20. Inoltre, mentre il settore ha tenuto in modo soddisfacente negli Stati Uniti e in Giappone, e ha registrato incrementi sensibili in Sud America, Africa e Asia, ha evidenziato un impressionante calo del 20% in Europa. La produzione di cemento in Europa è scesa del 40% rispetto ai livelli pre-crisi e in alcuni Paesi europei il decremento arriva all 80%, in pratica a livelli mai più visti dagli anni Cinquanta. Si impone quindi un attenzione particolare per il rilancio dell industria del cemento nelle regioni europee, che rimangono un perno fondamentale dell economia mondiale. Sostenere il settore delle costruzioni e l industria del cemento in Europa significa infatti dare spazio a prospettive di nuovo sviluppo e di nuova crescita dell economia europea nel suo complesso, anche considerando la centralità dell indotto. Al di là della cornice regolativa, che sicuramente andrebbe rivista in Europa per rendere meno onerosi i costi di sistema che gravano oggi sul settore, nei fatti le linee strategiche dello sviluppo urbano più sopra descritte aprono nuove opportunità per un industria del cemento che abbia fatto dell innovazione il cuore della propria strategia di business. L industria del cemento, promuovendo l innovazione tecnologica, può infatti svolgere un ruolo pionieristico nello sviluppo di soluzioni costruttive eco-compatibili ed economicamente efficienti per l ambiente urbano sostenibile. In Europa l industria del cemento e del calcestruzzo ha tutte le carte in regola per supportare la strategia fissata dalle istituzioni comunitarie per il 2020, che ruota attorno a quattro obiettivi: inclusione sociale ed educazione, innovazione, occupazione, clima ed energia. Riguardo al primo obiettivo Italcementi Group, come realtà industriale allo stesso tempo globale e locale, sviluppa la propria attività sui territori contribuendo in modo significativo al benessere delle comunità locali, anche con iniziative nei settori dell educazione e della tutela della salute dei dipendenti e delle loro famiglie. L innovazione è inoltre per il Gruppo la leva principale di competitività nei mercati locali e internazionali. Sul fronte dell occupazione, Italcementi Group garantisce oggi lavoro a persone in 22 Paesi. Uscire dalla crisi attuale significa anche poter continuare a garantire posti di lavoro e, possibilmente, riportarli ai livelli pre-crisi. Infine, clima ed energia sono una priorità del Gruppo, che ha fatto della riduzione delle emissioni di CO 2 un obiettivo chiave della propria strategia produttiva. Più in generale Italcementi Group è pronto ad affrontare la nuova agenda della città mondiale, al fianco di pianificatori e progettisti con prodotti, servizi e soluzioni capaci di rispondere ai molteplici bisogni attuali (pagg. 40 ss.) e quindi: alloggi economicamente e perciò socialmente accessibili; rigenerazione urbana per l efficienza energetica e ambientale e per il risparmio di suolo; riqualificazione urbana al servizio di strategie costruttive e infrastrutturali smart; messa in sicurezza di edifici e infrastrutture dal rischio sismico e di dissesto idro-geologico; qualità architettonica ed estetica dei luoghi per la creazione di edifici e infrastrutture faro. 4 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 5

10 pianeta urbano La nuova anima del cemento Intervista a Mario Cucinella Bastano poche parole per presentare Mario Cucinella. Architetto italiano attivo nel campo della progettazione eco-sostenibile, all inizio degli anni Novanta lavora con il team di Renzo Piano a Genova e a Parigi. Oggi è visiting Professor alla Nottingham University e lecturer presso altre scuole europee di design e architettura. Nel 2007 ha lanciato il progetto per la realizzazione di una casa da 00mila Euro a basso impatto ambientale. sd- Vision ha chiesto a Mario Cucinella di indicare il percorso per riavviare il dialogo tra il mondo delle costruzioni, la comunità economica e la comunità sociale su basi di reciproco riconoscimento e di responsabilità condivisa. One Airport Square, Accra, Ghana Il settore del cemento oggi si trova a far fronte a un duplice problema: la crisi del settore edilizio e una vera e propria demonizzazione del prodotto cemento, percepito come la causa principale del deturpamento del territorio. Qual è il suo pensiero al riguardo? Dobbiamo partire da una premessa: i prodotti industriali non nascono come entità autonome, ma insieme a una visione. Oggi più che in passato. Il cemento purtroppo è stato associato ad azioni realmente devastanti per il territorio. Noi sappiamo però che non è il cemento in sé ad aver generato gli eco-mostri, ma la logica speculativa e totalmente irrispettosa del bene collettivo che li ha imposti ai nostri territori. Sta di fatto che oggi il cemento si porta dietro una criticità culturale. È quindi necessario cambiare questa associazione culturale dando un anima al materiale. Oggi dobbiamo cioè spiegare che l utilizzo di questo materiale permetterà di contribuire in modo positivo alla rigenerazione della città e che proprio la riqualificazione del patrimonio edilizio e infrastrutturale esistente rappresenta una priorità delle strategie più avanzate di sviluppo urbano. In particolare è oggi possibile associare l impiego del cemento alla riqualificazione di un patrimonio immobiliare che giace in pessime condizioni di conservazione. Il che equivale a connettere l utilizzo di questo materiale con un beneficio collettivo reale e tangibile. E che per di più non implica alcun ulteriore consumo di suolo. Mario Cucinella presso i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo Quale la cornice di riferimento dei nuovi percorsi di sviluppo dell ambiente urbano? In Europa sicuramente le nuove normative in tema di efficienza energetica in edilizia, che impongono, da qui al 209, che tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione siano a quasi zero energia. Dal 2020 lo stesso target dovrà essere raggiunto anche dagli edifici privati e, nel frattempo, dovrà essere avviato un processo di trasformazione anche per il patrimonio edilizio esistente (v. pag. 32, 6 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 7

11 pianeta urbano ndr). Dobbiamo renderci conto che sarà uno sforzo grandissimo, che richiede soprattutto professionalità e filiere che possano accompagnare e sostenere un cambiamento di questa entità. Insomma nei prossimi dieci anni dovremo cambiare radicalmente i nostri parametri culturali di riferimento. Quindi, secondo lei, la leva principale di una possibile ripresa del settore è l apertura verso un cambiamento culturale? Sì, non c è dubbio. Abbiamo bisogno di attivare percorsi qualificati di formazione continua per i professionisti e per gli operatori della filiera. Oggi non sono pronti ad affrontare il percorso disegnato dall Europa. In questa prospettiva il ruolo delle aziende è e sarà cruciale. Solo le aziende oggi possono ancora investire in formazione e gli attori che si muoveranno in questa direzione, puntando sulla formazione e sull innovazione, saranno gli unici a vincere nei mercati. Noi dobbiamo imparare a pensare attraverso le nuove Quale visione deve ispirare la riqualificazione degli edifici esistenti? Oltre agli aspetti di efficientamento energetico e ambientale in generale, è indispensabile guardare il contesto in cui si colloca l edificio esistente da riqualificare. Fino ad oggi ci siamo occupati dell edificio in sé, sganciatecnologie. E ho in mente le ultime frontiere dell innovazione nel costruire come la digital fabrication (che consente di creare oggetti solidi e tridimensionali partendo da disegni digitali), l impiego del computational design e della robotica in architettura, la ricerca sui materiali avanzati con caratteristiche programmabili, l osservazione dell efficienza della natura come possibile modello per nuove generazioni di materiali. Penso anche ai molteplici miglioramenti in resistenza ed efficienza nei materiali ottenuti in questi ultimi anni. Insomma dobbiamo convincerci che l innovazione è l unica alternativa per affrontare la crisi a tutti i livelli. In questa prospettiva lo stesso quadro normativo è in ritardo. E non a caso i player più avanzati del settore edilizio già propongono soluzioni costruttive che vanno molto oltre gli obblighi di legge e adottano i criteri proposti dai sistemi volontari di certificazione idonei ad offrire garanzie agli investitori. Come immaginiamo la nuova Nuova sede dell Autorité de Régulation de la Poste et des Télécommunications, Algeri, Algeria città rigenerata e riqualificata? Quali benefici collettivi pensiamo di creare? La città che si rigenera deve puntare prima di tutto a creare condizioni di benessere per chi la abita nella relazione con l ambiente, con lo spazio e con la comunità. Il beneficio principale offerto da una città è il vivere insieme e deve quindi essere messo in primo piano il valore sociale della città. È venuto il momento di spostare l asse dell attenzione dai benefici economici ai benefici sociali connessi alla dimensione urbana. In pratica se fino ad oggi la città ha espresso la sua attrattività in termini di valore economico degli asset immobiliari, oggi la città deve attrarre per il suo valore sociale. Dobbiamo anche imparare a prenderci cura della città. Città rigenerata e riqualificata non deve significare per forza di cose un processo di trasformazione all insegna del glamour. Significa anche mettere a posto i marciapiedi, i giardini, gli aspetti minori che fanno la felicità e il benessere di tutti. In questa prospettiva, strettamente legata alla creazione di una situazione diffusa di benessere nell ambiente urbano, anche la città smart acquista nuovi significati: la nuova città rigenerata è smart non solo perché supportata dall impiego di tecnologie avanzate, ma anche perché le persone che la abitano vengono messe in condizione di vivere esperienze uniche, in questo senso appunto smart. La smart city diventa quindi il motore di una crescente felicità collettiva. to dal suo contesto, cercando di garantire standard elevati di efficienza funzionale e di estetica architettonica. Oggi dobbiamo muoverci in direzione opposta: partire dal quadro di riferimento e riqualificare il costruito esistente in base alle esigenze specifiche espresse dal contesto umano e ambientale. Quali idee progettuali la convincono particolarmente in questo momento? Quelle che rispondono realmente alla domanda attuale. A partire da una prospettiva radicale di retrofit energetico del patrimonio residenziale obsoleto. In Italia, ad esempio, siamo assestati su una più o meno generalizzata classe E, questa è la verità. Dovremmo quindi pensare a un serio passaggio in classe A, con enormi benefici in termini di risparmio energetico e di creazione di opportunità di lavoro. Per il patrimonio pubblico obsoleto si potrebbe prospettare un passaggio in classe B. Penso inoltre che, nella prospettiva di una reale rigenerazione urbana, dovremmo mettere in campo soluzioni nuove di gestione dei cantieri e della logistica. Suggerisco, ad esempio, l utilizzo di immobili invenduti durante la ristrutturazione per garantire un adeguata sistemazione alle persone coinvolte. Interventi importanti di riqualificazione possono poi essere fatti sulle aree industriali dismesse. Tutto ciò, ripeto, con zero consumo di suolo. E poi ho sempre in mente la casa 00k: una casa vera da 00mila Euro, a basso costo, a misura di desiderio e a basso impatto ambientale. Prima o poi riuscirò a realizzarla. Anche la prefabbricazione, sperimentata nell assistenza alle zone terremotate, con i materiali e le soluzioni costruttive oggi disponibili è davvero convincente, soprattutto se confrontata con una buona parte dell edilizia pubblica obsoleta. s 8 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 9

12 fuori dagli schemi Visione, cultura e passione nel costruire: Italcementi crede nell architettura al femminile Gli architetti possono svolgere un ruolo significativo nell indirizzare le sfide della società, non solo come creatori di forme o edifici iconici. Migliorare la qualità delle nostre città, lavorare per la sostenibilità dell ambiente urbano, contribuire all educazione o suggerire soluzioni per stili di vita più attenti a un uso razionale delle risorse e del suolo sono alcune aree di intervento in cui il lavoro degli architetti è prezioso. Le donne possono dare un contributo importante in questa direzione. Per questo, Italcementi Group ha lanciato arcvision Prize-Women and Architecture, premio internazionale di architettura al femminile. Pavillon Humanidade, Rio de Janeiro, di Carla Juaçaba, vincitrice dell edizione sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 2

13 fuori dagli schemi Nel 203 Italcementi Group ha lanciato arc Vision Prize-Women and Architecture, premio internazionale di architettura mirato a selezionare progettiste che abbiano meglio interpretato il ruolo di architetto con opere significative nel campo delle costruzioni civili, residenziali o di servizio particolarmente attente ai valori sociali, ambientali, della cultura e dell educazione. Come ha sottolineato Carlo Pesenti, Consigliere delegato di Italcementi, negli ultimi anni si è andata rafforzando la sensibilità del Gruppo per la valorizzazione della figura femminile nella realtà aziendale e sociale e ora vogliamo coniugare questa nostra vocazione con l impegno e l attenzione da sempre dedicati al mondo del costruire. Con arcvision Prize, Italcementi Group intende quindi dare vita a una discriminazione positiva a favore delle donne nel mondo della professione di architetto. La filosofia del Premio Più in generale, l iniziativa Italcementi vuole essere uno stimolo al pensiero radicale in architettura, una spinta a fare dell innovazione e della modernità il perno attorno a cui far ruotare la nuova progettazione dell habitat sostenibile. Con arcvision Prize Italcementi Group invita la building community a pensare fuori dagli schemi, oltre che valorizzando il ruolo delle donne nella professione di architetto, anche finalizzando espressamente il Premio al riconoscimento di attività di ricerca e progettazione che rappresentino, accanto all eccellenza qualitativa, una particolare attenzione ad alcuni temi centrali del costruire: l innovazione tecnologica, la sostenibilità, l impatto sociale e culturale dei progetti, in coerenza con le esigenze e Carlo Pesenti e Martha Thorne, arcvision Prize- Women and Architecture 203 ArcVision Prize- Women and Architecture aiuta a sviluppare e consolidare alcuni valori chiave di Italcementi Group: rispetto dell ambiente, impatto sociale delle costruzioni e qualità dei materiali. le aspettative delle persone che andranno ad abitare i luoghi progettati. In questa prospettiva, le donne architetto vengono valorizzate come interpreti attente e sensibili del cambiamento, dei bisogni delle comunità urbane, della ri-progettazione di un ambiente urbano sostenibile. La giuria 203 Una giuria di eccellenza, ovviamente tutta al femminile, per la prima edizione 203 di arcvision Prize. Ne hanno fatto parte: Shaikha Al Maskari, Membro del Board dell Arab International Women s Forum, Vera Baboun, Sindaco di Betlemme, Odil Decq, architetto (una delle anime del Premio insieme a Stefano Casciani, Direttore Scientifico), Victoire de Margerie, Presidente di Rondol Technology, Yvonne Farrell, architetto, Samia Nkrumah, Presidente del Kwame Nkrumah Pan African Center, Kazuyo Sejima, architetto, Benedetta Tagliabue, architetto e Martha Thorne, Direttore Esecutivo del Premio Pritzker. I progetti premiati In base alle regole generali del Premio, la selezione è effettuata tra professioniste che hanno progettato un opera costruita, o in corso di realizzazione, significativa nel campo delle infrastrutture sociali e capace di esprimere soluzioni e valori innovativi sotto il profilo funzionale e tecnico e della sostenibilità nel costruire. Per l edizione 203 sono state valutate 9 progettiste attive in 5 Paesi del mondo. Il premio da 50mila Euro, da devolvere in tutto o in parte a iniziative progettuali con finalità sociali, comprensivo della possibilità di partecipare a un workshop di ricerca di due settimane presso i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group, è stato assegnato quest anno all architetto Carla Juaçaba, classe 976, brasiliana, per la capacità delle sue opere di gestire con successo la sensibilità del contesto culturale e ambientale, oltre che per Benedetta Tagliabue Samia Nkrumah Victoire de Margerie la ricerca di soluzioni funzionali e non convenzionali. A convincere la giuria è stato soprattutto il suo Padiglione Humanidade 202, costruito per il Vertice mondiale RIO+20, progettato con materiali riciclabili e riutilizzabili, a basso impatto ambientale e velocemente smontabili. Menzioni d onore anche agli architetti Izaskun Chinchilla, spagnola, per l approccio progettuale non convenzionale, Anupama Kundoo, indiana, per la sua capacità di ricerca sui materiali, e Siiri Vallner, estone, per la sua sensibile interpretazione degli spazi e dei luoghi. 22 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 23

14 fuori dagli schemi PROGETTI EMERGENTI arcvision Prize-Women and Architecture Volontariat Homes, Pondicherry, India progetto di housing sociale che prevede la cottura in situ della struttura di mattoni e malta in fango, oltre all impiego di vari materiali di recupero, ideato da Anupama Kundoo, architetto indiana, menzione d onore arcvision Prize 203 Alveole 4, Saint Nazaire, Francia intervento spettacolare di riconversione di area dismessa (base sottomarina tedesca della seconda guerra mondiale), progettato da Giulia Andi, architetto italiana selezionata per arcvision Prize 203 Singapore Continuous Sky Gardens terrace, edificio di 50 piani che ridefinisce il rapporto tra espansione urbana verticale e utilizzo degli spazi a misura d uomo, progettato da Belinda Huang, architetto di Singapore selezionata per arcvision Prize 203 Le strategie smart cities devono comprendere a fondo i bisogni sociali delle comunità di riferimento. Smart cities per promuovere lo sviluppo Intervista a Vera Baboun Vera Baboun, Sindaco di Betlemme è la prima donna nella storia della città a ricoprire questo incarico istituzionale. Arabo-cattolica, ha studiato letteratura inglese all Università ebraica di Gerusalemme. È stata maestra elementare e ora insegna all Università di Betlemme. Ha cinque figli. Personaggio emblematico nel rappresentare l emancipazione femminile e la capacità di dialogo tra le diversità, Vera Baboun è il punto di riferimento ideale per provare a pensare out of the box. È stata membro della giuria dell edizione 203 di arcvision Prize-Women and Architecture. Propone a sdvision una riflessione sulle prospettive dello sviluppo sostenibile e sull impiego delle tecnologie di informazione e comunicazione nella dimensione urbana. Come interpreta il ruolo delle donne nel cambiamento in atto verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile nelle aree urbane? Le donne sono creative, hanno una profonda capacità trasformatrice, la visione del cambiamento e modalità uniche per attivarne il processo. È quindi indispensabile che venga riconosciuto il loro ruolo. Il Premio che Italcementi Group ha dedicato alle donne impegnate nel mondo dell architettura esprime chiaramente questo riconoscimento. È importante inoltre che il Premio abbia sottolineato la centralità dell architettura contemporanea nel migliorare la qualità della vita delle persone nelle città in un contesto di rispetto crescente per l ambiente. Ma la chiave vera del cambiamento è che le donne e gli uomini, insieme, si completino per generare un modello di sviluppo più equo e sostenibile. Questo percorso deve avere in sé una trasformazione profonda che riguarda gli individui: le persone devono essere consapevoli delle loro capacità trasformative. Ciascuno deve sentirsi attore del cambiamento. Come donna che vive in una società patriarcale, credo nella mia capacità di prendere decisioni e sono arrivata alla mia posizione attuale perché ho sempre creduto in questa mia capacità. Le strategie smart cities possono essere un terreno fertile per l impegno dei vari attori a favore dello sviluppo sostenibile? Certamente, soprattutto se queste strategie vengono fondate su modelli di Information and Communication Technologies for Development (IC- T4D), in cui le nuove tecnologie vengono finalizzate a target di sviluppo socio-economico e di tutela dei diritti umani. In questa prospettiva una migliore informazione e comunicazione può alimentare lo sviluppo di comunità urbane più attente ai bisogni delle persone. Le strategie smart cities, quindi, oltre ad affidarsi all innovazione tecnologica, devono comprendere e includere i bisogni sociali, la povertà, l agricoltura, la salute e l educazione di base. Ed è proprio nelle realtà urbane dei Paesi emergenti che queste strategie possono garantire beni e servizi a tutti coloro che sono stati esclusi, contribuendo a sradicare la povertà. La mia idea è quindi quella di una Smart City for Development. s 24 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 25

15 città cantiere progettuale Rigenerazione urbana per il buon vivere sostenibile Attente a misurare e a contenere la propria impronta ecologica, progettate a misura d uomo, cablate, accessibili, abilitanti, attrattive per i visitatori del mondo e per uomini e donne di talento, competitive su scala globale. Sono queste le caratteristiche delle città capaci di futuro. Il processo di cambiamento è in atto in numerose città che hanno avviato strategie innovative di rigenerazione urbana, dando vita a incubatori di innovazione e di attività produttive capaci di sperimentare tipologie abitative e di fruizione dell ambiente urbano realmente al passo con i nuovi bisogni emergenti. 26 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 27

16 città cantiere progettuale La rigenerazione urbana si è già affermata negli ultimi vent anni come uno degli assi principali dell attività urbanistica ed edilizia in varie parti del mondo e oggi, di fronte a trasformazioni socio-economiche sempre più rapide e rilevanti, è la strategia fondamentale per garantire la qualità dell habitat urbano. Come si è visto nelle pagine precedenti, i trend internazionali prevalenti indicano lo sviluppo urbano sostenibile come il percorso che può garantire la maggiore efficienza complessiva delle strategie di rinnovamento delle città. La prospettiva odierna, forte di alcune esperienze già realizzate in diverse realtà a livello globale, e d altro canto resa particolarmente sensibile da bisogni che si sono tramutati, nel tempo, in vere e proprie emergenze ambientali e sociali, può e deve esprimere un pensiero radicale, capace di attivare un cambiamento culturale favorevole all innovazione, alla modernità e all integrazione sociale. Lasciandosi per sempre alle spalle inutili pregiudizi che non fanno che alimentare miopi reazioni contro, espressione di una vera e propria sindrome del no a tutto. Le strategie di rigenerazione urbana attivano un processo permanente di riqualificazione e rinnovamento, dando voce al bisogno di cambiamento implicito nella dinamica di sviluppo tipica delle città. Ne è testimonianza evidente la città di Tokio in cui ha trovato conferma, all inizio del 2000, la politica di rinascimento urbano già lanciata dal governo nei primi anni Ottanta. In un percorso avviato ormai più di venti anni fa, si sono progressivamente trasformate le condizioni di fruizione e di habitat, e insieme l estetica di una delle aree metropolitane più significative del mondo. E nel Nord Europa Copenhagen, che da anni lavora per realizzare quartieri senz auto, piste ciclabili e percorsi pedonali sicuri, scuole ad alta efficienza energetica, instancabili sperimentazioni sul tema dell housing, divenendo un modello anche per il design di qualità nelle opere di nuova realizzazione. Come ri-costruire la città sostenibile La rigenerazione urbana è una pratica finalizzata a riqualificare edifici e infrastrutture, ma anche ad abbattere e ricostruire immobili giunti a fine ciclo di vita o che sotto-utilizzano Le strategie di rigenerazione urbana danno voce al bisogno di cambiamento implicito nella dinamica di sviluppo delle città. L architettura di oggi plasmerà il mondo in cui vivremo nei prossimi anni. L architettura per migliorare la vita nelle città Intervista a Odile Decq Odile Decq è un esponente di punta dell architettura d avanguardia contemporanea. Fondatrice dello studio ODBC con Benoît Cornette, ha lavorato con lui fino alla sua prematura scomparsa nel 998. Nel 990 Decq e Cornette hanno conquistato fama internazionale con il progetto della Banque Populaire de l Ouest di Rennes. Dopo numerosi premi, il loro lavoro è stato insignito del Leone d Oro alla Biennale di Architettura di Venezia nel 996. Odile Decq ha consolidato il suo profilo internazionale con la progettazione di uno dei simboli della nuova architettura, MACRO, il Museo d Arte Contemporanea di Roma, inaugurato nel 200. È attiva nell insegnamento, in particolare all Ecole Spéciale d Architecture di Parigi che ha diretto fino al 202. È visiting professor in numerose università internazionali, tra cui la Columbia University a New York. sdvision ha chiesto a Odile Decq di esprimere il suo punto di vista sul concetto di città smart e sostenibile e sul ruolo dell architettura nel processo di rigenerazione urbana. Quale è il ruolo dell architetto nel processo di rigenerazione e di rinnovamento urbano? Nel tempo, l architettura ha rappresentato in modo costante uno dei riflessi più profondamente importanti della cultura umana. Gli architetti sono sempre coinvolti nei processi di rigenerazione urbana. Agli architetti viene chiesto dai politici e dai pianificatori urbani di pensare le città del futuro. E oggi il ruolo attivo degli architetti nello sviluppo urbano sta diventando sempre più importante a causa della crescita imponente della popolazione urbana nei Paesi maturi e nei Paesi emergenti. Il fuoco della pianificazione e dell innovazione urbana deve essere spostato dalle Tokio Copenhagen 28 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 29

17 città cantiere progettuale zone centrali della città alle periferie. Oggi i bisogni che attendono di essere soddisfatti non riguardano i cittadini che vivono nei centri città, ma le persone che abitano nei sobborghi. È quindi fondamentale iniziare a pensare in termini di area metropolitana: se continuiamo a parlare solo di città, il rischio è concentrare la maggior parte degli sforzi creativi e innovativi nelle aree centrali. In questa prospettiva, il ruolo dell architetto è ancora più importante che in passato. Ovviamente l architetto non lavora da solo, ma, come ho detto, con i politici, i sociologi, i pianificatori e gli sviluppatori. Dobbiamo ripensare l ambiente urbano: questa è la nostra sfida odierna. Perciò il punto non è certo aggiungere nuovi edifici, ma piuttosto creare un buon ambiente per le nuove persone che si stanno spostando verso le città. E direi di più: oggi la nostra sfida non è la bellezza degli edifici urbani, ma una buona organizzazione dell area metropolitana basata su costruzioni e infrastrutture efficienti, e in cui le persone possano vivere con facilità e muoversi secondo i loro bisogni specifici. Qual è la sua visione della città sostenibile e smart? Sono stufa di parlare di sostenibilità, perché quando si parla di città soste- nibili ci si concentra prevalentemente sull efficienza energetica, rendendo la questione puramente tecnica. Ma la città non è una questione tecnica. È prima di tutto un ambito di conoscenza che riguarda gli esseri umani. Da questo punto di vista, preferisco parlare di protezione dell ambiente nel contesto urbano. Per quanto riguarda il concetto di smart city, ancora una volta non può ridursi a un fatto di efficienza energetica. A mio avviso una smart city è un luogo in cui le persone sono socialmente connesse, dove possono circolare e viaggiare, aver tutto ciò di cui hanno bisogno restando nelle loro case. In altre parole è un organizzazione completa, che integra la dimensione locale e globale consentendo alle persone di vivere una vita migliore. Ritiene che l architetto dovrebbe dedicare una particolare attenzione ai bisogni delle persone, ai luoghi e all interazione con l ambiente urbano nel suo complesso? Certamente, gli architetti non si occupano solo di edifici. Devono pensare prima di tutto a come collocare le persone in un buon ambiente. La mia sensazione è che gli architetti oggi siano ancora troppo coinvolti dalla questione del design. Ma le nuove generazioni ragionano diversamen- La sfida dell architettura contemporanea non è la bellezza degli edifici urbani, ma una buona organizzazione dell area metropolitana. te. Il nostro scopo vero è pensare agli esseri umani, dobbiamo ritornare al passato, quando agli architetti era richiesto di fornire una vita migliore alle persone. Spero che questo approccio riesca a prevalere in futuro. Oggi un buon architetto deve venire a patti con il passato. Che cosa significa nella prospettiva della rigenerazione urbana? Dobbiamo trovare un punto di incontro con il passato perché è ancora qui tra noi, rappresenta il nostro contesto. Dobbiamo adattarci al passato e trasformarlo in una soluzione migliore, riusare l esistente a beneficio di una nuova vita. Il nostro punto di partenza non sarà mai, e non può esserlo, una tabula rasa. Pensa che la diversità dovrebbe rappresentare un aspetto chiave della nuova città sostenibile e smart? La diversità in architettura, nella popolazione, nei programmi e nelle strategie è ciò di cui abbiamo bisogno. Non siamo tutti uguali, anzi siamo tutti diversi, abbiamo modi e stili di vita differenti. Una società mono-culturale è semplicemente un non senso. Porta alla morte. Viviamo già in una società multi-culturale e questa è la nostra dimensione più appropriata. Dovremmo sviluppare l abilità di mescolare diverse identità e culture per generare i risultati migliori per le persone. Le aree urbane sono certamente il posto giusto per sperimentare e realizzare questa prospettiva. Pensa che le nuove città sostenibili e smart della parte più ricca del mondo abbiamo qualcosa da imparare dalle città che si stanno sviluppando nella parte più povera? Verso quali Paesi e città dovremmo indirizzare la nostra ispirazione? Penso che sia più che altro una questione di attitudine. Dobbiamo prima di tutto pensare che il futuro è possibile. Questo significa che non dobbiamo restare ancorati alla nostra storia ma dobbiamo piuttosto guardare al futuro per costruire un nuovo futuro per le generazioni più giovani. Non dobbiamo ripetere il passato, dobbiamo piuttosto pensare in modo nuovo. Dobbiamo pensare qualcosa di differente. È difficile dire dove guardare per farsi ispirare perché il processo in atto è velocissimo. Un buon esempio oggi è sicuramente rappresentato dalle città balcaniche, da un lato, per l utilizzo delle tecnologie IC, e alle città cinesi dall altro lato per lo sviluppo di nuovi edifici. s le potenzialità reddituali del suolo occupato. Rigenerazione urbana sostenibile non è tuttavia solo una pratica urbanistica, ma una strategia complessiva per uno sviluppo sostenibile delle città che riduce l impronta ecologica dell ambiente costruito, limita la dispersione urbana, frena il consumo di nuovo territorio e mira alla riqualificazione delle periferie come punto di partenza per modificare l assetto edilizio ed ambientale delle città. Come ogni strategia di sostenibilità, anche la rigenerazione urbana sostenibile ruota attorni ai tre pilastri dello sviluppo economico, della salvaguardia ambientale e dello sviluppo sociale. Reintervenire sul patrimonio esistente significa quindi trovare un punto di equilibrio tra i bisogni della collettività e le esigenze del mercato. Vuol dire lanciare una progettualità in cui la qualità urbana e ambientale, l innovazione, la mobilità e l attrattività sociale e culturale diventano paradigmi imprescindibili. I tempi sono maturi per un cambiamento di notevole portata e non mancano le normative quadro di riferimento. D altra parte il Le periferie non devono più rappresentare i luoghi marginali dei centri storici, ma devono diventare zone urbane integrate nel tessuto edilizio, architettonico e sociale della città. modello di sviluppo del mercato delle costruzioni è già cambiato: le analisi di settore mettono infatti in luce uno scenario futuro caratterizzato da una crescente attività di manutenzione delle opere esistenti, da un progressivo adeguamento agli standard di sicurezza e da una vera e propria rincorsa agli standard di efficienza energetica e ambientale. In pratica, l espansione sta lasciando spazio al recupero, alla riqualificazione, alla rigenerazione, creando per questa via nuove opportunità di crescita per i territori e per i Paesi. La rigenerazione urbana sostenibile mobilita quindi nuova economia e lavoro in direzione di una diffusa attività di riqualificazione, messa in sicurezza e manutenzione del patrimonio edilizio pubblico e privato esistente, del recupero di aree dismesse (produttive, terziarie, militari, demaniali e così via) e della valorizzazione degli spazi pubblici. Ed è inoltre funzionale alle strategie smart city. Certamente perché il cambiamento si attivi è indispensabile, da parte di tutti, superare il tabù della demolizione e della ricostruzione. Spesso, 30 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 3

18 città cantiere progettuale Amburgo, HafenCity ad esempio, i costi per rimettere a nuovo edifici non adeguati al rischio sismico sono più alti di una ricostruzione vera e propria. In Europa si trovano molti esempi di brutte periferie demolite e ricostruite come nuovi quartieri urbani integrati. La Francia, colpita nel 2005 dalla rivolta delle Banlieues (letteralmente i non luoghi ), ha emanato una legge nazionale e istituito un agenzia di riferimento, l Agence Nationale pour la Rénovation Urbaine (ANRU), deputata alla riqualificazione urbana del Paese, grazie alla quale molti dei quartieri periferici costruiti nel secondo dopoguerra sono stati demoliti per far posto a nuove realizzazioni. E dagli anni Novanta la città di Barcellona, anche in accompagnamento a numerosi grandi eventi di portata mondiale, ha sviluppato un piano di rigenerazione urbana totale, che ha trovato prima espressione nei 00 progetti di Oriol Bohigas e poi nell ammodernamento delle strutture sportive, nei molti interventi sul fronte mare, nella distribuzione di opere e infrastrutture e negli interventi di recupero e ristrutturazione in molti quartieri della città dal centro alle periferie. Edifici esistenti a misura d ambiente Un passaggio fondamentale delle strategie di rigenerazione urbana sostenibile è l applicazione di parametri adeguati di compatibilità ambientale, ormai acquisiti per le nuove edificazioni, anche al patrimonio edilizio esistente. La riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente in base a standard innovativi in campo energetico, tecnico e ambientale è una priorità per garantire ai cittadini qualità e sicurezza dell abitare, oltre che una maggiore efficienza economica. Per avere efficacia, i programmi di La rigenerazione urbana sostenibile promuove nuova economia e lavoro ed è funzionale alle strategie smart city. Bilbao Edifici a quasi zero energia per l Europa rappresenta il 40% del consumo totale di energia nell Unione europea. La riduzione del consumo di energia L edilizia in questo settore è quindi una priorità del Pacchetto nel settore dell efficienza energetica. Si muove in questa direzione la Direttiva 202/27/UE sull efficienza energetica confermando le prescrizioni della Direttiva 200/3/UE sulla prestazione energetica degli edifici. Entro la fine del 2020 per tutti gli edifici ma già dalla fine del 208 per quelli pubblici o ad uso pubblico ogni nuova costruzione in Europa dovrà essere a energia quasi zero, mentre un processo di trasformazione verso l energia quasi zero dovrà essere avviato anche per il patrimonio edilizio esistente. Gli edifici a energia quasi zero sono edifici ad alte prestazioni, con un bassissimo fabbisogno energetico coperto in parte o completamente con le fonti rinnovabili. Gli Stati membri UE dovranno preparare un piano per lo sviluppo degli edifici a energia quasi zero; in questo piano daranno una loro interpretazione della definizione in base al contesto climatico nazionale e stabiliranno azioni per promuovere questo tipo di edifici da qui al gennaio 202, data in cui l obbligo si applicherà a tutti i nuovi edifici. Si impegneranno anche per promuovere la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente per renderlo a energia quasi zero. Gli interventi includono la riqualificazione, messa in sicurezza e manutenzione del patrimonio edilizio esistente, il recupero delle aree dismesse e la valorizzazione degli spazi pubblici. adeguamento del patrimonio esistente ai parametri di efficienza energetica e ambientale non dovrebbero prevedere interventi su singoli edifici, né su parti di territorio considerate in modo separato dalla città nel suo insieme. Sarebbe invece opportuno agire su porzioni di città, su quartieri, messi in relazione dinamica con il sistema urbano complessivo, in modo che la rigenerazione di una parte faccia da volano per altre porzioni dell area urbana. Ed è proprio nei quartieri che si possono riqualificare o costruire non solo edifici, ma anche comunità, servizi di prossimità, più in generale condizioni di vita urbana sostenibile. Arrestare il consumo di suolo In secondo luogo, attraverso le strategie di rigenerazione urbana sostenibile, è possibile arrestare il consumo di nuovo territorio, liberando aree già urbanizzate e trasformandole in spazi pubblici capaci in alcuni casi di riqualificare il capitale sociale delle periferie. Oppure generando nuove infrastrutture verdi o riqualificando quelle esistenti. Questo processo è 32 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 33

19 città cantiere progettuale già stato avviato in numerose città del mondo. La riqualificazione degli spazi pubblici, in particolare, incidendo sulla qualità della vita degli abitanti e sul loro senso di appartenenza ai luoghi, può costituire un fattore decisivo nella riduzione delle disparità tra quartieri ricchi e poveri, contribuendo a promuovere una maggiore coesione sociale e quindi a realizzare uno degli obiettivi chiave delle strategie di sostenibilità urbana. A questo riguardo, nel panorama internazionale fa scuola Barcellona, per il ruolo attivo dello spazio pubblico nella strategia di rigenerazione urbana avviata nella città che, dai primi anni Novanta, ha prodotto centinaia di nuove piazze, parchi e giardini. Forte l impegno di Amburgo come città green (nel 20 ha guadagnato il zione di alberghi e appartamenti per locazione a breve termine ad uso aziendale. Restando in Spagna, anche Bilbao si distingue. E non solo per la grande scultura di Frank Gehry, il Museo Guggenheim, e il suo indiscusso successo, ma anche e soprattutto per una pianificazione urbana che ha saputo convertire una città soffocata dalle acciaierie e dai container del porto fluviale e industriale in un area urbana caratterizzata da una nuova vocazione turistica e culturale, accompagnata da un rapporto modificato con l acqua del fiume. Nella strategia di Bilbao il focus è sull individuazione di potenziali aree dismesse e sulla loro riqualificazione, oltre che su un progressivo e intelligente sviluppo di adeguate infrastrutture per la mobilità. E nella Bilbao rigetitolo di Capitale Europea Verde), che ha dedicato una particolare attenzione al cambiamento climatico. Ricoperta per il 20% da parchi e boschi, oggi la città si colloca nel quadro europeo come modello di riqualificazione urbanistica eco-sostenibile. Per attivare il cambiamento è indispensabile superare il tabù della demolizione e della ricostruzione. Anche perché, spesso, i costi di ricostruzione sono più vantaggiosi. Nuova vita per le aree dismesse Terzo passaggio fondamentale è la riconversione delle aree industriali dismesse, che rappresenta un ulteriore grande opportunità di sperimentazione per lo sviluppo urbano sostenibile. A Barcellona, ad esempio, migliaia di alloggi abusivi sono stati ammodernati promuovendo, all interno di aree industriali dismesse, la costruzione di nuova edilizia residenziale agevolata e la realizzanerata non mancano certo le grandi firme dell architettura mondiale. Oltre a Gehry, hanno lavorato a Bilbao Santiago Calatrava che ha disegnato il ponte Zubizuri e il nuovo aeroporto, Arata Isozaki che ha firmato due torri residenziali, Cesar Pelli che ha ultimato la torre Iberdrola (con i suoi 65 metri di altezza ha cambiato lo skyline della città basca), Philippe Starck e Ricardo Bastida. Per la riqualificazione di aree urbane dismesse spicca anche Amburgo, vera e propria città-cantiere, che ha saputo convertire i magazzini portuali di HafenCity in edilizia residenziale supportata da un efficiente sistema di infrastrutture e servizi. La trasformazione ha generato una interessante combinazione di diverse destinazioni d uso. A HafenCity l ar- FONDAZIONE ITALCEMENTI Bergamo 2.(035): idee di città per un mondo che cambia Rendere Bergamo un vero e proprio laboratorio di idee, proposte e soluzioni che possano costituire un modello di riferimento per altri contesti urbani europei in coerenza con i programmi di ricerca dell Unione Europea per le smart cities e le smart communities. È l obiettivo del Progetto Bergamo 2.(035), sviluppato nell ambito del programma di ricerca e insegnamento Smart[er] Citizens grazie alla collaborazione tra l Università degli Studi di Bergamo, la Graduate School of Design di Harvard e la Fondazione Italcementi Cav. Lav. Carlo Pesenti. Con spirito inclusivo, Bergamo 2.(035) vuole offrire alle istituzioni e alla comunità cittadina un idea di quello che sarà lo sviluppo delle città nei prossimi vent anni: una visione della città del futuro, dalle infrastrutture al tessuto economico, dalla mobilità al benessere sociale, da calare e applicare alla realtà bergamasca per gettare le basi di un percorso di vero rinnovamento. La collaborazione con Harvard sarà preziosa per contribuire a progettare luoghi fisici e sociali adeguati a raccogliere le sfide del futuro, sia dal punto di vista delle tecnologie che dei cambiamenti socio-culturali. La cornice di riferimento resta quella di una crescita sostenibile in armonia con i bisogni e le specificità del territorio. È un contributo importante che Italcementi Group intende dare, con questo Progetto, alla crescita della città e del territorio di Bergamo, dove l azienda ha avviato la sua attività 50 anni fa. L obiettivo, ambizioso, è individuare un modello intelligente di comunità, una smart community caratterizzata da un efficace interazione tra la popolazione, le istituzioni e le infrastrutture tradizionali e moderne, in grado di produrre una crescita economica sostenibile e un elevata qualità di vita, attraverso una gestione partecipativa e intelligente delle risorse naturali e grazie a una diffusa capacità di apprendimento e di innovazione. Il modello elaborato sarà quindi declinato sul futuro della città di Bergamo. Il progetto coinvolge l intero Ateneo bergamasco: è prevista la collaborazione di tutti i Dipartimenti con un approccio interdisciplinare. I filoni di ricerca del Progetto riguarderanno quattro aree tematiche: ambiente ed ecologia, per assicurare la sostenibilità ambientale e sociale; mobilità e infrastrutture, per il migliore sviluppo del territorio a lungo termine con il supporto delle opportunità offerte dal progresso tecnologico; struttura economica e reti industriali, per lo sviluppo del benessere sociale della comunità; capitale sociale e produzione di conoscenza, per assicurare eccellenza diffusa e distribuita in un contesto territoriale innovativo e proattivo. s 34 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 35

20 città cantiere progettuale Innovazione e responsabilità per la nuova città connessa Intervista a Martha Thorne Nota a livello internazionale come Direttore Esecutivo del Premio Pritzker, il Nobel dell architettura, Martha Thorne è anche attiva sul fronte della comunicazione e dell educazione. Dopo una duplice formazione in pianificazione urbana presso la Pennsylvania University e in economia alla London School of Economics, Martha Thorne ha lavorato come curatrice del Department of Architecture del Chicago Art Institute dal 996 al 2005, anno in cui le viene affidata la guida operativa del Premio Pitzker. Attualmente è anche attiva presso la IE School of Architecture di Madrid, da cui coordina una rete mondiale di scuole e università di architettura. sd- Vision ha chiesto a Martha Thorne di esprimere la sua visione sullo sviluppo urbano. Come può l architettura rispondere a sfide globali come la crescita della popolazione, l immigrazione e il cambiamento del clima? L architettura da sola non è in grado di rispondere alle grandi questioni delle nostre società attuali. Tuttavia l architettura è in una posizione unica per considerare come le tendenze principali della nostra società possota da molti punti di vista se aspira ad essere sostenibile. Questo include la sostenibilità ambientale, ma anche la sostenibilità economica e sociale. L obiettivo deve includere un uso razionale ed efficiente delle risorse, che contribuisca alla qualità della vita di tutti i cittadini, così come la capacità di definire piani di azione con risultati positivi nel breve e nel lungo termine. Nelle città sostenibili, l individuo, la comunità e la città nel suo complesso devono condividere obiettivi e responsabilità. Questo processo inizia dalla consapevolezza di ciò che deve essere fatto e di come tutti possono fare la loro parte. Quali sono, a suo parere, gli aspetti chiave di una città sostenibile? Gli aspetti della sostenibilità sono numerosi e spaziano dalle azioni minori fino alle strategie su larga scala. Una città dovrebbe essere equilibrati indipendenti, non collegati alla regione, al Paese o ad altre città. Dobbiamo ripensare la città alla luce dei molti cambiamenti intervenuti nella nostra società a livello tecnologico, commerciale, dei trasporti, della nuova dimensione globale e del rapido processo di urbanizzazione in corso in molte parti del mondo. Dobbiamo soprattutto renderci consapevoli delle connessioni esistenti. In parole semplici, dobbiamo ricordare che siamo tutti connessi. Oggi, nelle nostre analisi delle città, dobbiamo includere parametri quantitativi e qualitativi. Non è sufficiente pensare che la crescita economica e un bilancio positivo determinino il successo di una città. Dobbiamo rivedere il nostro concetto di progresso per includere la sostenibilità e la vivibilità. Dobbiamo ripensare il concetto di città? In passato, abbiamo alcune volte concepito le città come insediamenno essere riflesse in termini spaziali o nel nostro ambiente costruito. Dobbiamo ricordare che le società stanno cambiando rapidamente e che è quindi indispensabile integrare nei progetti architettonici i concetti di flessibilità e di longevità. Una strada che può consentire all architettura di assecondare il cambiamento è la conversione degli edifici esistenti a nuove destinazioni d uso. La ricerca sul campo può condurre all utilizzo di nuovi materiali, a prodotti di riciclo e a ripensare le modalità esistenti del produrre e costruire. Ad esempio invece di asfaltare grandi superfici nelle aree urbane, l utilizzo di materiali che consentono all acqua di filtrare nel suolo potrebbe essere una soluzione semplice, diretta e positiva per migliorare rapidamente molti aspetti dell ambiente urbano. Come cambia la relazione tra l individuo e la comunità nella città sostenibile? Come è possibile trasferire questo cambiamento nelle strategie e nelle scelte costruttive? Nelle città sostenibili, l individuo, la comunità e la città nel suo complesso devono condividere obiettivi e respon- cheologia industriale incontra infatti il design e le ultime tecnologie in un laboratorio sulla rigenerazione di aree dismesse, dove opere firmate da Chipperfield, Meier, Koolhaas, Citterio e Fuksas si integrano in un sistema articolato e di alta qualità diffusa. Tra i progetti più interessanti anche una scuola primaria pensata per invogliare le famiglie giovani a trasferirsi nel nuovo quartiere. È la Katharinenschule firmata da Spengler & Wiescholek che si sviluppa su cinque piani e ospita 450 bambini, con una funzionalità adatta anche ad attività extrascolastiche: sul tetto un cortile pergolato che si colora con i frutti di stagione. Barcellona Infine anche Marsiglia, nel 203 Capitale Europea della Cultura, dopo anni di immobilità, nell arco di dieci anni ha avviato un processo di trasformazione senza precedenti. Crescendo da dentro, perché limitata dal mare e dalla montagna, la città francese ha rigenerato completamente il suo waterfront con musei e spazi pubblici ottenuti dalla riconversione di vecchi edifici inutilizzati. Al servizio delle strategie smart city La molteplicità di interventi che possono dare vita alla rigenerazione urbana trovano la sintesi più efficace nelle strategie smart city e smart community. Al di là delle molte sperimentazioni in atto nel mondo, le numerose definizioni di smart cities di fatto sottintendono un insieme coordinato di interventi che mirano a rendere le città più sostenibili. Innanzitutto da un punto di vista energetico-ambientale, attraverso scelte e tecnologie che permettono di risparmiare energia, di utilizzare energia rinnovabile sia nelle case sia nelle strade. In secondo luogo da un punto di vista funzionale, assicurando qualità e flessibilità dei servizi urbani rispetto alle esigenze degli utenti. La sostenibilità della smart city è misurata anche in termini di qualità della vita a partire 36 sdvision Sustainable Development Magazine 203/204 37

schede di approfondimento.

schede di approfondimento. I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 è l insieme delle attività volte a smaltirli, riducendo lo spreco(inparticolaredirisorsenaturaliedienergia)elimitandoipericoliperlasalutee

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