Trust, uno strumento per le aziende e per la famiglia

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1 Trust, uno strumento per le aziende e per la famiglia Imposte dirette ed imposte indirette Venerdì 16 ottobre 2015 Sala Congressi Pitagora Grand Hotel di Forlì

2 RICONOSCIMENTO DEL TRUST IN ITALIA La Convenzione dell Aja è stata ratificata dall'italia in forza della L. 16 ottobre 1989, n L'Italia è stato il secondo paese a ratificare la Convenzione (dopo il Regno Unito). E entrata in vigore, ai sensi dell'art. 30 della Convenzione stessa, dopo il deposito del terzo strumento di ratifica ad opera dell'australia, il 1 gennaio 1992.

3 Ai fini della Convenzione per trust i intendono i rapporti giuridici istituiti da una persona, il disponente, - con atto tra vivi o mortis causa qualora i beni siano stati posti sotto il controllo di un trustee nell interesse di un beneficiario o per un fine determinato. (art.2) Un trust istituito in conformità alla legge (scelta dal disponente -art.6- o in base ai collegamenti più stretti - art.7-) sarà riconosciuto come trust.(art.11) La legge determinata dagli articoli 6 e 7 disciplina la validità, l interpretazione, gli effetti e l amministrazione del trust ( ) (art.8)

4 INQUADRAMENTO DEL TRUST NELL ORDINAMENTO INTERNO Secondo una visione civilistica il trust è un negozio unilaterale programmatico recettizio soggetto a rifiuto (tranne quando il trustee corrisponda al disponente); Questa costruzione consente di includere, in una medesima categoria, sia i trust originati da testamento sia i trust fra vivi originati dal negozio per mezzo del quale il disponente attribuisce il compito a se stesso sia i trust fra vivi originati dal negozio che affida il compito ad un terzo diverso dal disponente. M.Lupoi - Istituzioni del diritto dei Ttrust e degli affidamenti fiduciari,, CEDAM 2011, 6

5 IL CONTENUTO DELL ATTO ISTITUTIVO la volontà del disponente di istituire un trust; intesa quali volontà del disponente di assegnare a un soggetto (trustee) un compito; ll fondo in trust costituito dai beni che il disponente ritiene di trasferire al trust, anche in un momento successivo; i beneficiari individuati nominativamente, per categoria o per mezzo di altri criteri;

6 LA FISCALITA NEI PAESI ADERENTI L art. 19 della Convenzione affronta il problema della fiscalità interna degli Stati aderenti disponendo che La Convenzione non deroga alla competenza degli Stati in materia fiscale. Il riconoscimento del trust nell ordinamento comporta la valutazione degli effetti giuridici che produce quale espressione di una idoneità oggettiva e soggettiva alla realizzazione dei presupposti di imposta.

7 CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE DEI TRUST Suddivisione dei trust per categoria tipologica funzionale: Trust liberali (istituiti nell ambito della famiglia) Trust commerciali (istituiti nell ambito dell attività economica)

8 LA POSIZIONE DELL AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA Dopo un lungo periodo di silenzio, il legislatore è intervenuto in materia di fiscalità diretta dei trust. articolo 1 comma 74 L. 296/2006, (Finanziaria 2007) Per quanto attiene all imposizione indiretta, non vi è invece una chiara previsione relativa ai trust ma semplicemente un assimilazione del trust al vincolo di destinazione ex art ter.

9 IMPOSTE DIRETTE Con la modifica all art.73 TUIR operata dal comma 74 dell articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria 2007) è stato modificato l articolo 73 del TUIR. Alle lettere b), c) e d) del comma 1, tra i soggetti passivi IRES, è stato inserito il trust a cui, di fatto, è attribuita soggettività passiva tributaria.

10 In tale contesto il legislatore ha anche introdotto la nozione di beneficiario individuato al fine di delimitare e definire la relazione tributaria tra soggetto passivo e reddito (fiscale) ad esso riferibile in funzione del concetto di capacità contributiva. Il regime tributario dei trust e dei beneficiari, ai fini delle imposte sui redditi, è pertanto contenuto negli artt. 73, secondo comma, e 44, primo comma, lett. g-sexies, del D.p.r. 22 dicembre 1986, n. 917 (TUIR).

11 LA CLASSIFICAZIONE OPERATA DAL LEGISLATORE Secondo l articolo 73 TUIR i trust si distinguono a seconda che abbiano [lettera (b)] o non abbiano [lettera (c)] per oggetto esclusivo o principale l esercizio di una attività commerciale anche non organizzata in forma di impresa residenti nel territorio dello stato, ovvero non residenti nel territorio dello Stato [lettera (d)]

12 La norma introduce il concetto fiscale di beneficiario Individuato, in termini di determinazione del reddito ad esso imputabile, secondo quanto previsto nell atto istitutivo e nei successivi atti o documenti e determinato dal trust secondo i criteri previsti, per ciascuna categoria, dall art. 8 del TUIR. una presunzione di residenza fiscale dei trust del modello internazionale quando

13 Purchè si sia in presenza di un trust trasparente: almeno un disponente e un beneficiario sono residenti nel territorio dello Stato (paesi black list); e in ogni caso quando vi sia trasferimento di beni immobili e costituzione di diritti reali o vincoli di destinazione in favore del t r u s t ( r e s i d e n t e i n p a e s e b l a c k l i s t ) successivamente all istituzione, da parte di un soggetto residente.

14 Infine colloca Nell art. 44 Tuir il reddito imputato ai beneficiari individuati riqualificandolo nella categoria dei redditi di capitale adottando gli stessi meccanismi di collegamento previsti per le società trasparenti;

15 Seguendo le indicazioni della dottrina l Amministrazione Finanziaria nella Circolare n. 48/E del 6 agosto 2007 ha individuto tre tipologie di trust: Trust opachi (o senza beneficiari del reddito individuati), i cui redditi sono determinati e tassati in capo al trust, quale unico soggetto passivo d imposta; Trust trasparenti (o trust con beneficiari del reddito individuati), i cui redditi vengono determinati in capo al trust e imputati per trasparenza ai beneficiari; Trust misti, ovvero trust che sono in parte trasparenti e in parte opachi.

16 Il secondo comma dell art. 73 TUIR afferma che: Nei casi in cui i beneficiari del trust siano individuati, i redditi conseguiti dal trust sono imputati in ogni caso ai beneficiari in proporzione alla quota di partecipazione individuata nell atto di costituzione del trust o in altri documenti successivi ovvero, in mancanza, in parti uguali. Sulla base del contenuto dell art.73 TUIR, il legislatore ha previsto come ipotesi ordinaria quella del c.d. trust opaco (tassazione del reddito in capo al trust) e come ipotesi residuale quella del trust trasparente subordinata all esistenza di beneficiari individuati.

17 TRUST OPPONIBILI AL FISCO Nella circolare 48/E del 6/08/2007 (Trust. Disciplina fiscale rilevante ai fini delle imposte sui r edditi e delle imposte indirette) l amministrazione finanziaria individua e illustra la sua posizione in materia di trust precisando, tra l altro, che i trust revocabili non sono opponibili al fisco e i redditi prodotti sono pertanto imputati ai disponenti.

18 LE CLASSIFICAZIONI CONTENUTE NELLA CIRCOLARE La circolare 48/E del 6/08/2007 classifica i trust con beneficiari di scopo liberali commerciali con interessi definiti (fixed trust) discrezionali (in cui la determinazione degli interessi è rimessa al trustee o ad altri soggetti)

19 opaco trasparente misto analizzando il trust dal punto di vista del beneficiario di reddito del fondo (o capitale)

20 LA VARIABILITA DELLE POSIZIONI BENEFICIARIE Il tema è stato affrontato nella Risoluzione Ministeriale n. 425 del 5 novembre 2008, in particolare la sussistenza a favore dei beneficiari del diritto all attribuzione del reddito è stabilita ab origine dal disponente; il potere del trustee di decidere come veicolare le attribuzioni reddituali comporta che il trust sia opaco.

21 L art. 73 secondo comma TUIR, pare tuttavia ammettere una diversa conclusione ovvero l attribuzione del reddito ai beneficiari: a) in proporzione alla quota di partecipazione individuata nell atto di costituzione del trust, a) o in altri documenti successivi, ovvero, in mancanza in parti uguali. Gli altri documenti successivi, di cui al secondo comma dell art. 73 TUIR, devono essere idonei a modificare o integrare quanto stabilito nell atto di costituzione del trust in relazione alle attribuzioni reddituali.

22 Non possono essere considerati idonei atti successivi : Le comunicazioni del trustee ai beneficiari con le quali, comunica le sue decisioni in merito all attribuzione del reddito; Le letters of wishes (diffuse nella prassi internazionale) tramite le quali il disponente, o altri soggetti a ciò legittimati, comunicano al trustee i loro desideri circa il concreto esercizio del suoi poteri discrezionali..

23 Al contrario si ritiene che possano costituire atti successivi idonei, ex art.73 TUIR, a incidere sulla soggettività passiva d imposta, le modifiche e/o le integrazioni dell atto istitutivo: attinenti alla individuazione dei beneficiari del reddito e/o dei diritti loro spettanti; perfezionate sulla base dei poteri conferiti al trustee o ad altri soggetti, oppure che il disponente si è riservato; adottate nel rispetto dell atto istitutivo e della legge regolatrice

24 IL DIRITTO DEL BENEFICIARIO ALLA RINUNCIA Il diritto dei trust prevede la possibilità dei beneficiari di rinunciare, in tutto o in parte, alla propria posizione. Tali aspetti sono disciplinati dalla legge regolatrice prescelta a cui è necessario fare riferimento. Ne consegue che anche la posizione beneficiaria individuata può essere oggetto di rinuncia. Il trustee, anche a prescindere da eventuali obblighi contenuti nello strumento istitutivo o imposti nella legge regolatrice, deve comunicare ai beneficiari individuati la diretta imputazione dei redditi del trust ai medesimi per effetto della trasparenza

25 DIVIDENDI ENTI NON COMMERCIALI La Legge di stabilità 2015 (Legge 23 dicembre 2014 n. 190), articolo 1, commi 655 e 656, aumenta retroattivamente la tassazione sugli utili e i dividendi percepiti dagli enti non commerciali a partire dal primo gennaio La percentuale di esclusione da tassazione di tali dividendi, sino ad oggi pari al 95%, scende, infatti, al 22,26%. Gli utili distribuiti dal primo gennaio 2014 sono quindi, imponibili per il 77,74%. A parziale compensazione di tale inasprimento fiscale viene riconosciuto un credito d imposta pari alla maggiore IRES dovuta dagli enti, nel solo periodo d imposta in corso al primo gennaio 2014, che potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione a decorrere dal primo gennaio 2016, per 3 anni, nella misura del 33,33% annuo.

26 Per i trust non commerciali opachi la tassazione del dividendo è passata dall 1,375% (pari al 27,5% di aliquota IRES sul 5% del dividendo) al 21,38% (pari al 27,5% sul 77,74% del dividendo). Nei trust non commerciali trasparenti, i dividendi sono imputati e tassati direttamente in capo ai beneficiari, in proporzione della relativa quota di attribuzione del reddito del Trust. La tassazione in capo al beneficiario (per il quale ipotizziamo un aliquota marginale IRPEF del 43%) sale dal 2,15% al 33,42%.

27 LE IMPOSTE INDIRETTE L articolo 6 del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, rubricato Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria ha dettato una specifica disciplina per la costituzione di vincoli di destinazione, alla nuova imposta di successione e donazione. E questo il primo approccio della normativa nazionale al trattamento fiscale del trust ai fini delle imposte indirette, posto che il trust, la circolare 48/E del 06/08/2007 riconduce il trust nella categoria dei vincoli di destinazione.

28 IMPOSTA DI REGISTRO L atto istitutivo che non contenga anche atti dispositivi redatto con atto pubblico o con scrittura privata autenticata, è assoggettato all imposta di registro in misura fissa ai sensi dell articolo 11 della Tariffa, parte prima, del d.p.r. 26 aprile 1986, n. 131, quale atto privo di contenuto patrimoniale.

29 IMPOSTA SULLE SUCCESSIONI E DONAZIONI (Circolare 48/E del 6 agosto 2007) Il trust si sostanzia in un rapporto giuridico complesso che ha un unica causa fiduciaria. Tutte le vicende del trust (istituzione, dotazione patrimoniale, gestione, realizzazione dell interesse del beneficiario, il raggiungimento dello scopo) sono collegate dalla medesima causa. Ciò induce a ritenere che la costituzione del vincolo di destinazione avvenga sin dall origine a favore del beneficiario (naturalmente nei trust con beneficiario) e sia espressione dell unico disegno volto a consentire la realizzazione dell attribuzione liberale.

30 PASSAGGIO GENERAZIONALE In applicazione del comma 4-ter dell art. 3 del d. lgs. 31 ottobre 1990, n. 346 introdotto dal comma 78 dell'art. 1 della finanziaria 2007, la costituzione del vincolo di destinazione in un trust disposto a favore dei discendenti del disponente non è soggetto all imposta qualora abbia ad oggetto aziende o rami di esse, quote sociali e azioni.

31 IL VINCOLO DEL TRUST Il vincolo del trust non ha nulla a che vedere con il vincolo di destinazione ex art ter c.c. né con altre figure del diritto civile attinenti ai diritti reali. Nel diritto inglese e deilla maggior parte degli ordinamenti che conoscono il trust, il vincolo non tocca la struttura dei diritti reali. La specificità del diritto dei trust sta nel combinare un effetto reale con un effetto obbligatorio e nel rendere quest ultimo opponibile ai terzi secondo presupposti e con effetti diversi da quelli ai quali farebbe normalmente ricorso la cultura civilistica (M.Lupoi Istituzioni del diritto dei trust e degli affidamenti fiduciari,m.lupoi, CEDAM 2011, 8);

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