HEALTH MANAGEMENT ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO FIRENZE

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1 1 OGGETTO MOBILITÀ VOLONTARIA: PRESUPPOSTI E REQUISITI QUESITI (posti in data 21 febbraio 2015) Sono un dirigente medico con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato attualmente in aspettativa per un incarico a tempo determinato presso un altra Azienda. Qualche giorno fa ho ricevuto una telefonata da un direttore di struttura complessa di una ulteriore Azienda, dove avevo sostenuto un colloquio di mobilità. Mi diceva che molto probabilmente una sua collaboratrice avrebbe accettato un trasferimento ed io sono in posizione utile per l'assunzione a tempo indeterminato. Le mie domande sono: 1) il fatto di aver firmato un contratto per un tempo determinato di un anno mi vincola per l'accettazione del posto a tempo indeterminato in mobilità? 2) per quanto riguarda il preavviso, devo darlo sia all'azienda presso cui ho il contratto a tempo indeterminato che a quella presso cui sto lavorando a tempo determinato? sono sempre i soliti 3 mesi per entrambe le aziende o il contratto a tempo determinato prevede un periodo differente? 3) qualcuno mi aveva ventilato l'ipotesi che l'azienda presso la quale ho il contratto a tempo indeterminato potesse chiedermi di rientrare in sede per i 3 mesi dovuti, pur essendo in aspettativa: è vero? 4) sentivo parlare di una nuova recente legge che consente all'azienda di appartenenza di negare il consenso alla mobilità in caso di carenza del personale: è vero? essendo io già in aspettativa, la cosa potrebbe comunque riguardarmi?

2 2 RISPOSTE (inviate in data 1 marzo 2015) Ancor prima di entrare nel merito dei singoli quesiti è opportuno richiamare sinteticamente la normativa vigente in materia di mobilità. Occorre in questo come in ogni altro istituto che disciplina il rapporto di lavoro della dirigenza medica, tener conto non solo delle norme stabilite dal contratto collettivo nazionale di lavoro, che nel caso specifico sono contenute nell articolo 20 del CCNL 1998_2001, ma anche delle norme legislative, che in quanto tali in molti casi prevalgono sulle norme contrattuali. Il comma 1 dell articolo 20 del CCNL 1998_2001, sottoscritto come noto l 8 giugno 2000, subordinava il trasferimento per mobilità ad altra Azienda sanitaria al solo assenso dell Azienda di destinazione. Già nella originaria formulazione l articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (avente ad oggetto Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) subordinava il passaggio diretto da una amministrazione ad un altra al consenso dell amministrazione di appartenenza. Il testo originario dell articolo 30 dispone infatti al comma 1 1. Le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti appartenenti alla stessa qualifica in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento. Il trasferimento è disposto previo consenso dell'amministrazione di appartenenza. Né può intendersi come derogatorio alla obbligatorietà del consenso il rinvio alla contrattazione collettiva contenuto nel comma 2, perché esso dispone che i contratti collettivi nazionali possano disciplinare quanto previsto al comma 1, che prevede tra l altro il consenso obbligatorio dell amministrazione di appartenenza. 2. I contratti collettivi nazionali possono definire le procedure e i criteri generali per l'attuazione di quanto previsto dal comma 1. Il testo dell articolo 30 del decreto legislativo 165 ha subito negli anni numerose e significative modifiche, tra le quali si riportano di seguito quelle più significative.

3 3 Il decreto legge 31 gennaio 2005, n. 7 ha disposto (con l'articolo 5, comma 1-quater) l'introduzione dei commi 2-bis, 2-ter, 2-quater. Particolare rilievo riveste il comma 2-bis che introduce l obbligo per le amministrazioni di espletare le procedure di mobilità prima di procedere all espletamento di procedure concorsuali per la copertura di posti vacanti in organico. 2-bis Le amministrazioni, prima di procedere all'espletamento di procedure concorsuali, finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, devono attivare le procedure di mobilità di cui al comma 1, provvedendo, in via prioritaria, all'immissione in ruolo dei dipendenti, provenienti da altre amministrazioni, in posizione di comando o di fuori ruolo appartenenti alla stessa area funzionale che facciano domanda di trasferimento nei ruoli delle amministrazioni in cui prestano servizio. Il trasferimento è disposto, nei limiti dei posti vacanti, con inquadramento nell'area funzionale e posizione economica corrispondente a quella posseduta presso le amministrazioni di provenienza La legge 28 novembre 2005, n. 246 ha disposto (con l'articolo 16, comma 1, lettera a)) la modifica del comma 1 introducendo una norma che sancisce la nullità di disposizioni volte ad eludere l obbligo di espletare le procedure di mobilità prima di bandire nuovi concorsi. 2. I contratti collettivi nazionali possono definire le procedure e i criteri generali per l'attuazione di quanto previsto dal comma 1. In ogni caso sono nulli gli accordi, gli atti o le clausole dei contratti collettivi volti ad eludere l'applicazione del principio del previo esperimento di mobilità rispetto al reclutamento di nuovo personale. La legge 23 dicembre 2005, n. 266, con il comma 230, introduce nell articolo 35 del decreto legislativo 165 una disposizione che incide sulle procedure di mobilità perché subordina il trasferimento di un dipendente pubblico assunto per concorso al compimento di un quinquennio nella sede di prima destinazione. 5-bis. I vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti collettivi".

4 4 Il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 ha disposto (con l'articolo 49, comma 1) la modifica del comma 1 e l'introduzione del comma 1- bis. Nella formulazione del comma 1 introdotta dal decreto legislativo 150 devono essere in particolare evidenziati i seguenti contenuti: 1) l obbligo per le amministrazioni pubbliche di rendere noti i posti che si intendono coprire per mobilità ed i criteri di valutazione che saranno adottati introducendo implicitamente una valutazione comparativa dei candidati con evidenti garanzie di trasparenza ed imparzialità 2) il concetto che il trasferimento per mobilità si concretizza come cessione del contratto di lavoro; 3) il fatto che il trasferimento per mobilità non è subordinato solo al consenso dell amministrazione di appartenenza, ma al consenso esplicito dei responsabili delle strutture operative di appartenenza e di destinazione del dipendente trasferito. 1. Le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante cessione del contratto di lavoro di dipendenti appartenenti alla stessa qualifica in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento. Le amministrazioni devono in ogni caso rendere pubbliche le disponibilità dei posti in organico da ricoprire attraverso passaggio diretto di personale da altre amministrazioni, fissando preventivamente i criteri di scelta. Il trasferimento è disposto previo parere favorevole dei dirigenti responsabili dei servizi e degli uffici cui il personale è o sarà assegnato sulla base della professionalità in possesso del dipendente in relazione al posto ricoperto o da ricoprire. Le ultime modifiche apportate all articolo 30 del decreto legislativo 165 sono quelle introdotte dal decreto legge 24 giungo 2014, n. 90, che ha modificato i commi da 1 a 2 e introdotto i commi da 2.1 a 2.4. I commi citati, nel testo introdotto dal decreto legge 90, sono riportati integralmente nella sezione riferimenti normativi. Tra le innovazioni da essi apportate meritano specifica sottolineatura le seguenti: 1) l eliminazione dell assenso dei responsabili delle strutture di provenienza e di destinazione del dipendente trasferito per mobilità, fermo restando il preventivo consenso dell amministrazione di appartenenza;

5 5 2) una ulteriore regolamentazione delle procedure di mobilità, con l obbligo di pubblicazione sul sito istituzionale per almeno 30 giorni di un avviso in cui siano precisati i posti che si intendono coprire, le competenze professionali ed i requisiti richiesti; 3) la formazione del dipendente trasferito per adeguarne competenze e conoscenze tecniche alle nuove mansioni attribuite, formazione resa necessaria essendo possibile il trasferimento per qualifiche corrispondenti e non necessariamente per la stessa qualifica; 4) la possibilità, per ora in via sperimentale, in prospettiva in via ordinaria, del trasferimento d ufficio anche tra amministrazioni diverse, a fronte di evidenti carenze di organico, anche senza l assenso dell amministrazione di appartenenza; 5) la mobilità d ufficio sia interna, sia tra amministrazioni diverse, previo accordo tra le due amministrazioni, nel raggio di 50 Km dalla sede di lavoro in deroga a quanto disposto dal terzo periodo del comma 1 dell articolo 2013 del codice civile (secondo il quale il trasferimento di un lavoratore da una unità produttiva ed un altra è possibile solo a fronte di comprovate esigenze tecnico organizzative). La ratio complessiva delle modifiche introdotte dal decreto legge 90 è quella di utilizzare l istituto della mobilità quale strumento per sopperire a carenze di organico senza assumere nuovo personale, con evidenti benefici in termini di contenimento della spesa pubblica. Richiamate le norme fondamentali che disciplinano la mobilità possono essere affrontati i singoli quesiti posti. 1) il fatto di aver firmato un contratto per un tempo determinato di un anno mi vincola per l'accettazione del posto a tempo indeterminato in mobilità? Il comma 5 dell articolo 16 del CCNL 1994_1997, che disciplina i rapporti di lavoro a tempo determinato, precisa che Ai Dirigenti assunti a tempo determinato si applica il trattamento economico e normativo previsto dal presente contratto per le relative posizioni a tempo indeterminato. Ne consegue che anche nei rapporti di lavoro a tempo determinato trovano applicazione il comma 2 dell articolo 35 del medesimo CCNL 1994_1997 (Nel caso di recesso del dirigente, questi deve darne comunicazione scritta rispettando i termini di preavviso) ed

6 6 Il successivo comma 2 dell articolo 39 (In caso di dimissioni del dirigente il termine di preavviso è di tre mesi). Laddove si ponessero esigenze particolari per le quali il dirigente deve rendersi disponibile in tempi più brevi può essere cercato un accordo con l azienda presso la quale si ha attualmente il rapporto di lavoro a tempo determinato, e laddove questo accordo non si riveli possibile, subire l applicazione del comma 4 dello stesso articolo 39, che precisa: La parte che risolve il rapporto di lavoro senza l osservanza dei termini di cui al comma 1, è tenuta a corrispondere all altra parte un indennità pari all importo della retri-buzione spettante per il periodo di mancato preavviso. L azienda o ente ha diritto di trattenere su quanto dalla stessa eventualmente dovuto al dipendente un importo corrispondente alla retribuzione per il periodo di preavviso da questi non dato. 2) per quanto riguarda il preavviso, devo darlo sia all'azienda presso cui ho il contratto a tempo indeterminato che a quella presso cui sto lavorando a tempo determinato? sono sempre i soliti 3 mesi per entrambe le aziende o il contratto a tempo determinato prevede un periodo differente? Il trasferimento per mobilità dall azienda con la quale il dirigente ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato è possibile solo previo consenso dell Azienda stessa. Il comma 2 dell articolo 20 del CCNL 1998_2001, che disciplina la mobilità volontaria della dirigenza medica (Il nulla osta dell azienda o ente di appartenenza, qualora non venga concesso entro dieci giorni dalla richiesta, è sostituito dal preavviso di tre mesi) non è applicabile prevalendo su di esso la norma legislativa di cui all articolo 30 del decreto legislativo 165, secondo la quale, sin dalla formulazione originaria, il trasferimento da una amministrazione ad un altra è possibile solo previo consenso dell amministrazione di appartenenza. Questa peraltro può negare il proprio consenso solo a fronte di comprovate esigenze organizzative, e ciò non tanto in applicazione di precise disposizioni legislative o contrattuali, ma in ossequio ai principi di correttezza e buona fede sanciti dagli articoli 1175 e 1375 del codice civile quali principi fondanti l esecuzione dei contratti, inclusi tra questi i contratti di lavoro.

7 7 la buona fede assume un valore di canone oggettivo sulla base del quale valutare la condotta e la legittimità delle pretese di una parte nei confronti dell altra. Si tratta di un criterio che sullo sfondo ha un modello di lealtà e di correttezza non codificato in alcuna norma giuridica, ma che si rinviene dai principi generali dell ordinamento giuridico. (enciclopedia Treccani) I principi di correttezza e buona fede sono entrati nel tessuto connettivo dell'ordinamento giuridico, espressione di un generale principio di solidarietà sociale imposto dall articolo 2 della nostra costituzionale: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Una volta collocati nel quadro dei valori introdotti dalla Carta costituzionale, la rilevanza dei principi di correttezza e buona fede si esplica nell'imporre, a ciascuna delle parti il dovere di agire in modo da preservare gli interessi dell'altra, a prescindere dall'esistenza di specifici obblighi contrattuali o di quanto espressamente stabilito da singole norme di legge. In questa prospettiva, si è pervenuti ad affermare che il criterio della buona fede costituisce strumento, per il giudice, atto a controllare, anche in senso modificativo od integrativo, lo statuto negoziale, in funzione di garanzia del giusto equilibrio degli opposti interessi. In sostanza una amministrazione pubblica non può negare il proprio assenso al trasferimento per mobilità di un proprio dipendente, se non dimostra che la concessione di tale assenso comporterebbe un danno oggettivo rispetto ad esigenze organizzative che in ogni caso sono preminenti rispetto alle esigenze del dipendente stesso. Posto che questo è un principio etico ancor prima che giuridico resta a discrezione dell amministrazione di appartenenza concedere o meno il necessario nullaosta, per cui prima ancora di formalizzare una richiesta in tal senso è quanto mai opportuno precostituire le indispensabili condizioni di consenso parlando con trasparente franchezza in primo luogo con il direttore della struttura complessa di appartenenza, in secondo luogo con il responsabile del servizio personale. Il consenso del primo è necessario per superare eventuali

8 8 contrapposizioni rispetto ad esigenze organizzative che rimangono sempre e comunque preminenti rispetto alle esigenze individuali del dirigente interessato. Il coinvolgimento del secondo è opportuno per il ruolo ad esso attribuito di garante della correttezza formale degli atti e per avere garanzie che il nulla osta richiesto sia rilasciato con la tempestività necessaria. In questa fase di conquista del consenso sostanziale di interlocutori che comunque sono chiamati ad esprimerlo, sarà possibile anche concordare con l azienda di appartenenza la data del trasferimento, in modo da tener conto delle procedure che questa dovrà attivare per la sostituzione ed al contempo non disattendere le aspettative dell azienda di destinazione. 3) qualcuno mi aveva ventilato l'ipotesi che l'azienda presso la quale ho il contratto a tempo indeterminato potesse chiedermi di rientrare in sede per i 3 mesi dovuti, pur essendo in aspettativa: è vero? La concessione del nulla osta per il trasferimento in mobilità dovrà prevedere una data predefinita in cui il contratto di lavoro viene ceduto all amministrazione di destinazione. Fino a quella data valgono le obbligazioni in essere tra le parti, inclusa l aspettativa concessa per rendere possibile il conferimento dell incarico a tempo determinato. Le amministrazioni di fatto interessate sono tre: quella con la quale il dirigente ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, quella dove attualmente ha un incarico a tempo determinato e quella dove aspira ad essere trasferito. Occorre gestire i rapporti con tutte e tre le amministrazioni interessate con la trasparenza e la flessibilità necessarie, evitando che resistenze di varia natura possano ostacolare la realizzazione di un progetto che appare rispondente alle proprie aspirazioni.

9 9 4) sentivo parlare di una nuova recente legge che consente all'azienda di appartenenza di negare il consenso alla mobilità in caso di carenza del personale: è vero? essendo io già in aspettativa, la cosa potrebbe comunque riguardarmi? Le modifiche recentemente introdotte dal decreto legge 90 del 2014 all articolo 30 del decreto legislativo 165, che disciplina il passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse, tendono ad utilizzare la mobilità per superare le carenze di personale che possono esserci in una determinata amministrazione, trasferendo in essa d ufficio, ed in prospettiva anche a prescindere dal consenso dell amministrazione di appartenenza, personale di un altra amministrazione. La carenza di personale di una data amministrazione è condizione che facilita il trasferimento di personale da un altra amministrazione, e rende più difficile il trasferimento del proprio personale ad un altra amministrazione. Una delle motivazioni che legittimano la mancata concessione del nulla osta può effettivamente essere una dotazione organica insufficiente, e difficoltà ad ottenere, ad esempio in presenza di piani di rientro, le necessarie autorizzazioni regionali per procedere alla sostituzione. Il fatto che il dirigente che chiede il trasferimento sia attualmente in aspettativa non rileva, perché la sostituzione durante il periodo di aspettativa è stata effettuata utilizzando un rapporto di lavoro a termine, mentre la sostituzione di un trasferimento per mobilità richiede una assunzione a tempo indeterminato, per mobilità o in base ad una procedura concorsuale. Queste oggettive difficoltà che l azienda che cede un proprio dirigente deve affrontare sono una ragione in più per precostituire il consenso necessario agendo prima che sul piano burocratico formale sul piano del coinvolgimento personale dei diretti interessati, che dovranno comunque adoperarsi, secondo il ruolo e le responsabilità a ciascuno di essi attribuite, per far sì che il trasferimento concesso non determini discontinuità nell erogazione dei servizi.

10 10 RIFERIMENTI NORMATIVI CCNL 1998_2001 ARTICOLO 20 mobilità volontaria 1. assenso dell azienda di destinazione quale unico vincolo La mobilità volontaria dei dirigenti tra le aziende e tutti gli enti del Servizio Sanitario Nazionale, anche di Regioni diverse, in presenza della relativa vacanza di organico, avviene a domanda del dirigente che abbia superato il periodo di prova, con l'assenso dell'azienda di destinazione e nel rispetto dell'area e disciplina di appartenenza del dirigente stesso. 2. possibilità di sostituire il nullaosta col preavviso di tre mesi Il nulla osta dell'azienda o ente di appartenenza, qualora non venga concesso entro dieci giorni dalla richiesta, è sostituito dal preavviso di tre mesi. I commi 1 e 2 risultano di fatto disapplicati per effetto delle modifiche al comma 2 dell articolo 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 apportate dall articolo 1, comma 1, della legge 4 marzo 2009, n. 15, che ha ripristinato la priorità della legge rispetto al contratto, precisando che le norme di legge non sono derogabili dalla contrattazione collettiva, a meno che la legge espressamente non lo preveda. Questo principio ha reso ineludibile l assenso dell amministrazione di appartenenza, già previsto dal comma 1 dell articolo 30 del decreto legislativo 165 (che disciplina la mobilità dei dipendenti pubblici) fin dalla prima versione, e ribadito nel testo modificato dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, che prevedeva che il trasferimento fosse disposto previo parere favorevole dei dirigenti responsabili dei servizi e degli uffici cui il personale è o sarà assegnato sulla base della professionalità in possesso del dipendente in relazione al posto ricoperto o da ricoprire. 3. continuità del rapporto di lavoro in caso di mobilità La mobilità non comporta novazione del rapporto di lavoro. Il fascicolo personale segue il dirigente trasferito e nel conferimento dell incarico dirigenziale che deve essere conferito al dirigente tra quelli previsti dalla normativa vigente, l'azienda di destinazione tiene conto dell'insieme delle valutazioni riportate dal dirigente anche nelle precedenti amministrazioni. Il conferimento dell incarico deve essere perfezionato attraverso la stipula del contratto individuale.

11 11 RIFERIMENTI NORMATIVI CCNL 1998_2001 ARTICOLO perdita dell incarico di struttura complessa in caso di mobilità La mobilità di cui al presente articolo se richiesta da un dirigente con incarico di direzione di struttura complessa comporta nel trasferimento, la perdita di tale incarico. L'azienda o l'ente di destinazione provvederanno all'affidamento al dirigente trasferito di un incarico di struttura semplice o di un incarico professionale, anche di alta specializzazione, tenuto conto della clausola precedente. L'incarico di direzione di struttura complessa potrà essere conferito dalla nuova azienda previo espletamento delle procedure previste dalla normativa vigente (avviso pubblico, valutazione di idoneità formulata da una commissione appositamente nominata, scelta motivata del direttore generale). LEGGE 23 dicembre 2005, n. 266 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006) All'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dopo il comma 5, è inserito il seguente: "5-bis. I vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti collettivi". DECRETO LEGISLATIVO 30 marzo 2001, n. 165 Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. Articolo 35 Reclutamento del personale 5-bis. I vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti collettivi.

12 12 RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 articolo 2, comma 2, ultimo periodo testo vigente fino al 19 marzo 2009 Eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, o a categorie di essi, possono essere derogate da successivi contratti o accordi collettivi e, per la parte derogata non sono ulteriormente applicabili, salvo che la legge disponga espressamente in senso contrario. testo vigente dal 20 marzo 2009 a seguito della modifica apportata dall articolo 1, comma 1, della legge 4 marzo n. 15 entrata in vigore il 20 marzo 2009 Eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, o a categorie di essi, possono essere derogate da successivi contratti o accordi collettivi e, per la parte derogata, non sono ulteriormente applicabili, solo qualora ciò sia espressamente previsto dalla legge.

13 13 RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 Articolo 30 Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse testo vigente fino al 24 giugno la mobilità come cessione del rapporto di lavoro Le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante cessione del contratto di lavoro di dipendenti appartenenti alla stessa qualifica in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento. Le amministrazioni devono in ogni caso rendere pubbliche le disponibilità dei posti in organico da ricoprire attraverso passaggio diretto di personale da altre amministrazioni, fissando preventivamente i criteri di scelta. Il trasferimento è disposto previo parere favorevole dei dirigenti responsabili dei servizi e degli uffici cui il personale è o sarà assegnato sulla base della professionalità in possesso del dipendente in relazione al posto ricoperto o da ricoprire. 1-bis. norme per agevolare i processi di mobilità Fermo restando quanto previsto al comma 2, con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e previa intesa con la conferenza unificata, sentite le confederazioni sindacali rappresentative, sono disposte le misure per agevolare i processi di mobilità, anche volontaria, per garantire l'esercizio delle funzioni istituzionali da parte delle amministrazioni che presentano carenze di organico. 2. funzioni e limiti dei contratti collettivi nazionali di lavoro I contratti collettivi nazionali possono definire le procedure e i criteri generali per l'attuazione di quanto previsto dal comma 1. In ogni caso sono nulli gli accordi, gli atti o le clausole dei contratti collettivi volti ad eludere l'applicazione del principio del previo esperimento di mobilità rispetto al reclutamento di nuovo personale.

14 14 RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 Articolo 30 Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse testo vigente fino al 24 giugno bis. obbligo di esperimento preventivo delle procedure di mobilità Le amministrazioni, prima di procedere all'espletamento di procedure concorsuali, finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, devono attivare le procedure di mobilità di cui al comma 1, provvedendo, in via prioritaria, all'immissione in ruolo dei dipendenti, provenienti da altre amministrazioni, in posizione di comando o di fuori ruolo, appartenenti alla stessa area funzionale, che facciano domanda di trasferimento nei ruoli delle amministrazioni in cui prestano servizio. Il trasferimento è disposto, nei limiti dei posti vacanti, con inquadramento nell'area funzionale e posizione economica corrispondente a quella posseduta presso le amministrazioni di provenienza; il trasferimento può essere disposto anche se la vacanza sia presente in area diversa da quella di inquadramento assicurando la necessaria neutralità finanziaria. 2-quinquies. trattamento giuridico ed economico in caso di mobilità Salvo diversa previsione, a seguito dell'iscrizione nel ruolo dell'amministrazione di destinazione, al dipendente trasferito per mobilità si applica esclusivamente il trattamento giuridico ed economico, compreso quello accessorio, previsto nei contratti collettivi vigenti nel comparto della stessa amministrazione. 2-sexies. assegnazione temporanea da altre amministrazioni Le pubbliche amministrazioni, per motivate esigenze organizzative, risultanti dai documenti di programmazione con i quali devono procedere periodicamente a ridefinire la propria organizzazione e le relative dotazioni orga-niche, possono utilizzare in assegnazione temporanea, con le mo-dalità previste dai rispettivi ordinamenti, personale di altre ammi-nistrazioni per un periodo non superiore a tre anni, fermo restando quanto già previsto da norme speciali sulla materia, nonché il regime di spesa eventualmente previsto da tali norme e dal presente decreto.

15 15 RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 Articolo 30 Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse testo vigente dal 25 giugno 2014 (come modificato dall articolo 4 del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90) 1. criteri e procedure per il trasferimento ad altra amministrazione Le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti appartenenti a una qualifica corrispondente e in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento, previo assenso dell' amministrazione di appartenenza. Le amministrazioni, fissando preventivamente i requisiti e le competenze professionali richieste, pubblicano sul proprio sito istituzionale, per un periodo pari almeno a trenta giorni, un bando in cui sono indicati i posti che intendono ricoprire attraverso passaggio diretto di personale di altre amministrazioni, con indicazione dei requisiti da possedere. In via sperimentale e fino all introduzione di nuove procedure per la determinazione dei fabbisogni standard di personale delle amministrazioni pubbliche, per il trasferimento tra le sedi centrali di differenti ministeri, agenzie ed enti pubblici non economici nazionali non è richiesto l'assenso dell'amministrazione di appartenenza, la quale dispone il trasferimento entro due mesi dalla richiesta dell'amministrazione di destinazione, fatti salvi i termini per il preavviso e a condizione che l'amministrazione di destinazione abbia una percentuale di posti vacanti superiore all'amministrazione di appartenenza. Per agevolare le procedure di mobilità, la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della funzione pubblica istituisce un portale finalizzato all'incontro tra la domanda e l'offerta di mobilità. 1-bis. riqualificazione del personale trasferito L'amministrazione di destinazione provvede alla riqualificazione dei dipendenti la cui domanda di trasferimento è accolta, eventualmente avvalendosi, ove sia necessario predisporre percorsi specifici o settoriali di formazione, della Scuola nazionale dell'amministrazione. All'attuazione del presente comma si provvede utilizzando le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

16 16 RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 Articolo 30 Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse testo vigente dal 25 giugno 2014 (come modificato dall articolo 4 del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90) 2. fruibilità della prestazione lavorativa tra sedi diverse Nell'ambito dei rapporti di lavoro i dipendenti pubblici possono essere trasferiti all'interno della stessa amministrazione o, previo accordo tra le amministrazioni interessate, in altra amministrazione, in sedi collocate nel territorio dello stesso comune ovvero a distanza non superiore a cinquanta chilometri dalla sede cui sono adibiti. Ai fini del presente comma non si applica il terzo periodo del primo comma dell'articolo 2103 del codice civile. Con decreto del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, previa consultazione con le confederazioni sindacali rappresentative e previa intesa, ove necessario, in sede di conferenza unificata stato, regioni, comunità locali, possono essere fissati criteri per realizzare i processi di cui al presente comma, anche con passaggi diretti di personale tra amministrazioni senza preventivo accordo, per garantire l'esercizio delle funzioni istituzionali da parte delle amministrazioni che presentano carenze di organico. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano ai dipendenti con figli di età inferiore a tre anni, che hanno diritto al congedo parentale, e ai soggetti che hanno a carico un congiunto in condizioni di disabilità grave, con il consenso degli stessi alla prestazione della propria attività lavorativa in un'altra sede finanziamento delle procedure di mobilità Nei casi di cui ai commi 1 e 2 per i quali sia necessario un trasferimento di risorse, si applica il comma nullità di clausole contrattuali in contrasto con i commi 1 e 2 Sono nulli gli accordi, gli atti o le clausole dei contratti collettivi in contrasto con le disposizioni di cui ai commi 1 e 2.

17 17 RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 Articolo 30 Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse testo vigente dal 25 giugno 2014 (come modificato dall articolo 4 del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90) 2.3. istituzione e disciplina di un fondo per finanziare la mobilità Al fine di favorire i processi di cui ai commi 1 e 2, è istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un fondo destinato al miglioramento dell'allocazione del personale presso le pubbliche amministrazioni, con una dotazione di 15 milioni di euro per l'anno 2014 e di 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015, da attribuire alle amministrazioni destinatarie dei predetti processi. Al fondo confluiscono, altresì, le risorse corrispondenti al cinquanta per cento del trattamento economico spettante al personale trasferito mediante versamento all'entrata dello Stato da parte dell'amministrazione cedente e corrispondente riassegnazione al fondo, ovvero mediante contestuale riduzione dei trasferimenti statali all'amministrazione cedente. I criteri di utilizzo e le modalità di gestione delle risorse del fondo sono stabiliti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. In sede di prima applicazione, nell'assegnazione delle risorse vengono prioritariamente valutate le richieste finalizzate all'ottimale funzionamento degli uffici giudiziari che presentino rilevanti carenze di personale e conseguentemente alla piena applicazione della riforma delle Province di cui alla legge 7 aprile 2014, n. 56. Le risorse sono assegnate alle amministrazioni di destinazione sino al momento di effettiva permanenza in servizio del personale oggetto delle procedure di cui ai commi 1 e 2. I successivi commi dell articolo 30 sono rimasti immutati.

18 18 RIFERIMENTI NORMATIVI CODICE CIVILE Articolo 2013 Prestazione del lavoro Il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza alcuna diminuzione della retribuzione. Nel caso di assegnazione a mansioni superiori il prestatore ha diritto al trattamento corrispondente all'attività svolta, e l'assegnazione stessa diviene definitiva, ove la medesima non abbia avuto luogo per sostituzione di lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto, dopo un periodo fissato dai contratti collettivi, e comunque non superiore a tre mesi. Egli non può essere trasferito da una unità produttiva ad un'altra se non per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive. Articolo 1175 Comportamento secondo correttezza Il debitore e il creditore devono comportarsi secondo le regole della correttezza, in relazione ai principi della solidarietà corporativa. Articolo 1375 Esecuzione di buona fede Il contratto deve essere eseguito secondo buona fede.

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