ASCOLTO ATTIVO. Antonella Scalognini URBINO

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1 ASCOLTO ATTIVO "Coloro che sono stati ascoltati attivamente maturano sotto il profilo emotivo, si aprono all esperienza, stanno meno sulla difensiva, diventano più accettanti e meno autoritari". (Carl Rogers e David Russel in Un rivoluzionario silenzioso ) URBINO Antonella Scalognini

2 Spunto di riflessione Vi è mai capitato di interrompere, dare giudizi, offrire consigli non richiesti, minacciare, accusare, svalutare, deridere, generalizzare, incalzare, imporre, interpretare, di preparare un consiglio o una risposta, mentre ancora l altro sta parlando, mostrando subito il vostro repertorio di personali soluzioni continuando a credere di essere buoni ascoltatori?

3 Non c è dialogo senza il nostro impegno a comprendere quanto l altro ci vuole comunicare;

4 ASCOLTARE L'ideogramma cinese di ascoltare è composto da diversi elementi: Orecchio Occhio per "vedere" l'atteggiamento, lo sguardo del "tu", l'alterità che ci sta davanti, che non è lo specchio di me stesso, non è quello che io vorrei l'altro fosse, ma è proprio "un altro Cuore perché parodiando Il piccolo principe si vede (e si sente) bene solo col cuore Io Tu

5 In questo senso L ascolto è un atto volontario che oltrepassa le parole. Per ascolto non intendiamo tacere per permettere all altro di parlare; L ascolto attivo è un atto intenzionale che impegna la nostra attenzione a cogliere quanto l altro ci riferisce sia in modo esplicito che in modo implicito cioè Ci impegna a riflettere su ciò che si ascolta tramite un consapevole sforzo metacomunicativo (riflessione sulla comunicazione)

6 Perché l ascolto attivo promuove la cooperazione invece del conflitto. Promuove il dialogo che esprime il nostro bisogno di esserci attraverso le dimensioni fisico-energetica, emotiva, razionale e spirituale. Crea le condizioni affinché le relazioni possano alimentarsi non solo nella simpatia, ma anche nella discordanza e nella diversità.

7 Esercizio: La tartaruga di Carl Rogers: La prossima volta che avrete una discussione con una persona, fermatevi e ponete questa regola: ognuno non può esprimere la propria argomentazione se non dopo aver preliminarmente riesposto le idee e le sensazioni dell interlocutore con esattezza e con la conferma di quest ultimo. in altre parole: prima di presentare il proprio punto di vista, provate ad assimilare il quadro di riferimento del vostro interlocutore, per comprendere le sue idee e le sue sensazioni, così da essere in grado di poterle riassumere al posto suo. Difficile???

8 La sfida è anche nel non permettere ai pregiudizi di intervenire attivamente nella relazione: la sfida è dunque la comprensione Quel che si giudica non si può comprendere quando appiccicate un etichetta addosso ad una persona la comprensione si ferma. Nessun giudizio, nessun commento, nessun atteggiamento: semplicemente, si osserva, si studia, si guarda, senza il desiderio di cambiare ciò che è. Perché se si desidera cambiare ciò che è in ciò che dovrebbe essere, si cessa di comprendere. (A. de Mello, Messaggio per un aquila che si crede un pollo, Piemme, Casale Monferrato (AL), 1995).

9 La prassi

10 Nell Ascolto Attivo sono coinvolti tre processi LA RICEZIONE DEL MESSAGGIO L ELABORAZIONE DEL MESSAGGIO LA RISPOSTA AL MESSAGGIO

11 LA RICEZIONE DEL MESSAGGIO E importante nella ricezione del messaggio, facilitata da un autentica disponibilità affettiva, abbassare il livello della propria soggettività per ascoltare realmente l altro. È mettersi nell atteggiamento di ascolto per ricevere il messaggio dell altro

12 Perché l ascolto attivo promuove la cooperazione invece del conflitto. Il primo passo dell ascolto attivo o empatico o profondo o ecologico è..rallentare (eloquio, movimenti)... Solo in questa dimensione, l Altro può esprimersi con completezza e noi possiamo ricevere uscire dalla circolarità degli automatismi reattivi.

13 DIVERSI ORIZZONTI CONOSCITIVI PENSIERO EMOZIONE ENTRAMBI INCARNATI (IL CORPO) PER POTERE FARSI ESPERIENZA

14 La sfida per chi intende cimentarsi nell ascolto empatico, profondo, attivo è quella di accettare le proprie emozioni difficili Senza soffocarle Senza agirle Senza operare distrazioni Senza trasformarle in modalità iperaccudenti o dando consigli e interpretazioni non richieste (modalità passivo-aggressiva)

15 In altre parole a volte o più si ascolta solo ciò che si vuole sentire (filtro) si pensa a cosa si dirà, non concentrandosi su ciò che sta dicendo l interlocutore (prove) si riferisce tutto quanto si ascolta alla propria esperienza (identificazione) si snobba o si accantona quanto viene detto perché ritenuto di poca importanza (denigrazione) si esprime accordo per ogni cosa viene detta (accondiscendenza) si cambia troppo rapidamente argomento mostrando disinteresse (deviazione)

16 L ELABORAZIONE DEL MESSAGGIO SVELARE GLI IMPLICITI COMUNICATIVI L ascolto si deve concentrare su sei dimensioni: - IL CONTENUTO (il contenuto di ciò che mi sta dicendo) - L AUTOPRESENTAZIONE (cosa dice di sé) - L APPELLO (cosa vuole ottenere) - LA RELAZIONE (che tipo di relazione vuole stabilire con me) - L ESPRESSIONE DI SE (quali emozioni esprime) - IL CONTESTO

17 Vediamo due esempi: 1. Non riesco più a far fronte a tutti i miei impegni, sbaglio spesso gli orari degli appuntamenti. Ne avrò presi troppi, tu cosa ne dici? CONTESTO: pausa di lavoro, ad una collega CONTENUTO la difficoltà a seguire tanti impegni AUTORIVELAZIONE sono frastornata e confusa RELAZIONE simmetrica/orizzontale APPELLO desidero che tu mi ascolti e mi dimostri comprensione

18 2. Possibile che quando programmiamo le date delle riunioni ci sia sempre qualcuno di voi che ci rimane male e poi crea un clima di insoddisfazione sul lavoro? CONTESTO: posto di lavoro, durante una riunione CONTENUTO le date delle riunioni- clima di insoddisfazione???... AUTORIVELAZIONE sono arrabbiata e delusa?... RELAZIONE asimmetrica/verticale, chi parla ha potere?... APPELLO desidero più collaborazione e impegno da parte vostra?...

19 1 - CONTENUTO Si tiene conto di che cosa l altro ci vuole informare e di che cosa pensa in relazione all oggetto della comunicazione - Di che cosa sta parlando? - Di che cosa ci vuole informare? - Quali sono le sue idee ed opinioni in merito a quanto ci sta dicendo?

20 2 AUTORIVELAZIONE L emittente in modo consapevole o inconsapevole rivela qualcosa di sé, La carenza di autorivelazione è causa di un comunicazione difficile. Nella dimensione di autopresentazione l attenzione focalizzata nelle seguenti domande: -Che cosa l altro sta dicendo di sé, mentre comunica? -Che cosa vuole che io pensi di lui? -Vuole che io lo valuti positivamente o negativamente?

21 3 - APPELLO o RICHIESTA Nella quale si tiene conto di che cosa l altro in modo esplicito od implicito ci appella a pensare, credere, fare o non fare. Gli appelli possono essere: NASCOSTI PARADOSSALI DIRETTI Una comunicazione positiva si nutre di molti appelli diretti.

22 Nella dimensione dell appello si cerca di rispondere alle domande: -Che cosa l altro mi chiede? -Di che cosa mi vuole convincere? -Che cosa vuole ottenere da me?

23 4 - RELAZIONE Nella quale si tiene conto di come l altro percepisce la relazione in corso e come intende modificarla Esistono, dice Haley (1978), tre tipi fondamentali di relazioni: SIMMETRICHE (es.entrambi vogliono prevaricare) - COMPLEMENTARI (uno up e l altro down) - METACOMPLEMENTARI (l uno chiede all altro una relazione simmetrica ma la conferma paradossalmente sul piano della complementarietà ( devi essere autonoma!)

24 Nella dimensione della relazione si cerca di rispondere alle domande: -In che modo l altro mi percepisce? -Che tipo di relazione ha instaurato con me? -Come vorrebbe modificarla?

25 5 - ESPRESSIONE Nella quale si tiene conto dei vissuti relativi a ciò che viene detto, ossia dei sentimenti, delle emozioni, degli stati d animo che il soggetto prova ad esprimere. DOMANDE Che cosa l altro sente dentro di sé? -Quali stati d animo esprime? -Quali sentimenti ed emozioni?

26 Nell analizzare alcune caratteristiche del messaggio si può incorrere nell errore di privilegiarne una rispetto alle altre, non discriminando più accuratamente l informazione, ma distorcendola in base alla dimensione che si ha amplificato, poiché si è operata una iper-funzionalità che crea una difficoltà comunicativa.

27 Vediamole una per una, in risposta alla medesima fraseesempio: Emittente: Mi è andata male non sono riuscita a farmi sostituire e perderò la serata in teatro Iper-contenuto è l amplificazione del contenuto a scapito dei segnali emotivi; prevale un attenzione centrata sugli aspetti cognitivi e logico-razionali; è spesso una difficoltà che appartiene a persone che tendono a razionalizzare ed oggettivare qualsiasi situazione. Risposta: Che commedia fanno? Iper-autorivelazione è l amplificazione dell aspetto emotivo e/o comportamentale dell emittente, che comporta un espansione di valore sulla personalità dell altro, con conseguente svalutazione; è una difficoltà che appartiene a persone che hanno bisogno di controllare le situazioni. Risposta: Mi sembra difficile, forse sei tu che non sei sembrato abbastanza convinto della richiesta di sostituzione!

28 Iper-relazione è l amplificazione che vede nel messaggio dell altro una definizione della relazione, una implicita precisazione dei ruoli; dipende dalla preoccupazione che emerge dai messaggi non verbali, sul modo di inviare il messaggio, come se l emittente contemporaneamente chiedesse Cosa penserà di me? ; se il ricevente dà eccessiva importanza a questa accentuazione, si verifica una risposta di tipo interpretativo, entro limiti già circoscritti. Risposta Cosa vuoi che ti dica! Chiedi sempre così poco che quando lo fai magari si può pensare che non hai bisogno veramente! Iper-appello è l amplificazione di chi tende a cogliere una richiesta personale in tutto ciò che viene detto; si potrebbe attribuire la definizione di sindrome del salvatore ; produce l effetto di rendere incapace l altro di trovare soluzioni proprie, in quanto il ricevente si attiva rispetto ai bisogni dell emittente per accollarseli. Risposta: Da oggi allora ci mettiamo d accordo: quando devi andare dal capoufficio a chiedere un favore me lo dici e vengo con te!

29 LA RISPOSTA AL MESSAGGIO Il dialogo autentico si attua attraverso uno scambio di messaggi caldi e partecipati Chi ascolta non può limitarsi a ricevere ma occorre, attraverso le proprie risposte, che si adoperi per facilitare il processo di scambio di messaggi con il ricevente.

30 La risposta al messaggio viene da parte di chi ascolta al proprio interlocutore dopo che il messaggio è stato interpretato allo scopo di informarlo su qualcosa o aiutarlo a risolvere un problema o ampliare la comprensione di se stesso. È importante ricordare la differenza tra esplorazione del problema e soluzione dello stesso!!!

31 Bibliografia essenziale E. Cheli, Relazioni in armonia, Milano, Franco Angeli, J. Liss, L ascolto profondo La Meridiana ed., 2004 F. Nanetti, Counseling L arte di comunicare I segreti del corpo Empatia transpersonale, ed Pendragon Carl R. Rogers, La terapia centrata sul cliente, La Meridiana ed., 2007 P.Watzlawick et al., La Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, 1971.

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