Linee di indirizzo delle Politiche Giovanili Città di Cinisello Balsamo

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1 Linee di indirizzo delle Politiche Giovanili Città di Cinisello Balsamo Le "nuove" Politiche Giovanili ALLEGATO 1 Da alcuni anni si è sviluppato, nella prassi forse più che nella teoria, un processo di innovazione nelle politiche giovanili che è collegato alle grandi trasformazioni degli scenari e delle prospettive del nostro sistema Italia ed Europa: trasformazioni avvenute sul piano sociale e culturale (demografia, fiscalità, welfare, sicurezza, processi di inclusione ed esclusione sociale...) sia sul piano politico istituzionale (si pensi ai processi di integrazione europea, la riforma del Titolo V, ecc.). Tradizionalmente, le politiche giovanili sono nate e si sono radicate (a partire dalle esperienze degli enti locali), su alcuni presupposti che oggi appaiono in via di superamento. I giovani sono stati rappresentati principalmente come gruppo sociale portatore di bisogni e di interessi specifici e/o come specifica categoria di consumatori. A volte le due connotazioni si sono sovrapposte. Ciò ha portato a sviluppare una politica dell'offerta che ha attribuito ai giovani interessi, bisogni e domande conseguenti. Le politiche locali hanno, generalmente, scelto di favorire lo sviluppo di mercati (anche locali) per i beni tipicamente giovanili costruendo diversi equilibri tra pubblico e privato, variabili a seconda delle congiunture e delle tradizioni di welfare locale. In modo quasi generalizzato le Amministrazioni locali si sono assunte il compito di sviluppare principalmente l offerta di spazi per la ricreazione e la creatività (beni assegnati e destinati, paradossalmente, solo a due categorie di cittadini: giovani e terza età) e di informazione (orientata contemporaneamente all universo dei beni di consumo e dei diritti percepiti come tipicamente giovanili). Parallelamente ha continuato a svilupparsi un'attenzione speciale alla condizione giovanile percepita e rappresentata nei suoi versanti del disagio, della devianza e della disaffiliazione. La nuova prospettiva e il nuovo orientamento hanno invece come riferimento i temi della società della conoscenza e dell'informazione, delle sfide che ne derivano per i sistemi locali ed europei. Da questo punto di vista, le politiche giovanili si configurano come politiche degli investimenti nelle risorse umane: politiche delle identità, dell'innovazione, dell'autonomia. Da questo, come da ogni altro punto di vista che riguarda il rapporto tra la sfera pubblica e la sfera privata, i Comuni rappresentano già da anni il luogo di sperimentazione dell'innovazione. In questa prospettiva, per esempio, i Comuni e le Province hanno spesso praticato l'integrazione delle politiche giovanili nelle più complesse e articolate politiche di promozione dei diritti sociali e della cittadinanza. Nei contesti locali le Amministrazioni hanno largamente operato in partnership con il privato sociale e più raramente con le altre forme di rappresentanza dei cittadini. In alcuni casi significativi le sperimentazioni hanno coinvolto, spesso in processi bottom up, le Regioni. I Comuni non sono gli unici attori del rinnovamento delle politiche giovanili. E per molti aspetti non sono neppure i principali. Tuttavia, anche per il ruolo, sono portatori di interessi, esperienze e conoscenza preziosi in sé ed essenziali per garantire a tutti gli altri attori il pieno esercizio delle rispettive competenze. Il cambiamento di prospettiva, confermato anche dagli indirizzi politici della strategia di Lisbona, si è concentrato sull'obiettivo di fare delle politiche giovanili delle vere e proprie politiche di sviluppo, valorizzazione e promozione delle risorse umane. Ne deriva il superamento delle politiche di riparazione/ricreazione in cui, ancora fino alla fine del secolo scorso, si identificavano le politiche pubbliche. Di conseguenza è diventato inevitabile cambiare punto di vista, cambiare strategie e cambiare gli strumenti. Le ipotesi sui cui fondare le nuove politiche giovanili possono essere così descritte:

2 a) Le politiche giovanili si configurano come politiche di investimento sociale, dell'autonomia e della fiducia. In questo approccio, esse diventano una dimensione chiave del come si guarda lo sviluppo sociale, culturale, economico e civile di una comunità. Si tratta quindi di politiche che mettano insieme la promozione di competenze e abilità sociali, la riduzione delle forme di dipendenza e ritardo nella transizione a ruoli adulti, l'opportunità di partecipare alla costruzione del sociale, l'assunzione di potere e responsabilità nei diversi contesti di vita. Le politiche giovanili in quanto tali, non sono né politiche per i giovani, né politiche dei giovani. Esse si collocano nell'integrazione dei due versanti, per cui è importante sondare sia il rapporto dei giovani con le politiche, sia l'effettiva azione politica nei confronti dei giovani. b) Le politiche giovanili non sono efficaci senza il coinvolgimento diretto e concreto dei giovani nelle decisioni e nelle azioni che li riguardano. La partecipazione costituisce l elemento fondamentale della cultura democratica ed è strettamente collegata con la socializzazione politica, che riguarda i valori e lo sviluppo del potenziale umano dei giovani, i loro desideri, le loro curiosità e il piacere di scoprire e sperimentare per sviluppare nuove prospettive. Se il coinvolgimento dei giovani sembra essere diventato necessario in tutte le scelte di gestione e amministrazione del nostro territorio, tuttavia il modo più sbagliato di intenderlo è credere che esista un modo, un metodo, una via. Il coinvolgimento dei giovani è un processo di emersione che, in ogni ambito, ha una sua specificità. Non vi può essere dunque un modello uguale per ogni funzione, apparato, settore, servizio, unità operativa, progetto. Non si tratta infatti di un adempimento ma di una strategia; non è una prescrizione ma una scelta, non è un obbligo di legge ma una condivisione di senso. Questo è l'orientamento seguito dall'amministrazione Comunale in dieci anni di processi partecipati avviati in numerosi ambiti di lavoro: esiste coinvolgimento quando vi è sempre la possibilità di interrogare direttamente i giovani sulle loro esigenze e i loro bisogni. Tuttavia, i giovani si fanno coinvolgere più facilmente se sono convinti che la loro partecipazione possa costituire un investimento per il loro futuro. La categoria della partecipazione diventa quindi un orizzonte in cui agire processi di apprendimento personale e cambiamento sociale che si influenzano reciprocamente, l'uno necessario all altro. La strada per fare della partecipazione il fondamento pratico della vita democratica consiste nel fare crescere insieme la dimensione relazionale dell'individuo (la reciprocità che genera fiducia) e il contesto sociale e istituzionale della comunità, in modo che sfera soggettiva e sfera pubblica si possano reciprocamente influenzare, secondo i principi dei processi di empowerment e di sviluppo delle key-skills (n.d.r. le 8 competenze chiave). c) Al centro delle politiche giovanili c'è la categoria della cittadinanza, dei diritti e dei doveri dei giovani e del loro effettivo esercizio. Non si tratta solo di diritti al futuro, ovvero di garanzie che vanno date per la vita di domani, ma anche di diritti coniugati al presente, di aspettative che già oggi attendono una risposta. In altri termini, i giovani non sono solo cittadini del domani, ma anche dell'oggi. d) Il tema dei diritti e delle opportunità richiama la necessità di motivare i giovani ad assumersi nuove responsabilità. I giovani sono una risorsa della e per la società. Se si vogliono prevenire i facili rischi del paternalismo, è necessario che le politiche giovanili aprano nuove piste d'azione, creando le condizioni migliori perché i giovani possano esprimere al meglio il loro contributo alla ricerca del bene comune. Non si tratta pertanto solo di una risposta alle loro richieste, ma di incoraggiare, sostenere e promuovere la progettazione e processi virtuosi di empowerment e di partecipazione attiva alla vita della città. e) Le politiche giovanili non sono solo politiche settoriali, ma sono politiche trasversali a diversi ambiti di intervento. Senza azioni di mainstreaming e collegamenti strategici con le altre politiche dello sviluppo (scuola, università, lavoro, previdenza, casa, ambiente, servizi sociali) che hanno un impatto determinante sulle prospettive di vita dei giovani, le politiche specifiche per i giovani rischiano di rimanere marginali e poco incisive. Per lavorare efficacemente sul tessuto sociale e culturale del territorio risulta quindi necessario l'incontro tra le diverse generazioni.

3 1. La programmazione delle politiche e la funzione della U.O. Politiche per i Giovani L Amministrazione Comunale di Cinisello Balsamo, attraverso l'u.o. Politiche per i Giovani, promuove azioni e attività che favoriscono la formazione dei cittadini nella direzione di sviluppo dell'autonomia e della inclusione sociale e lavorativa dei giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni. Nel rispetto delle normative regionali che delineano gli scenari auspicabili per la programmazione locale, la U.O. Politiche per i Giovani promuove il raccordo e il coordinamento tra le agenzie formalmente riconosciute e di nuova o recente costituzione che a vario titolo intervengono sul territorio con azioni e progetti di carattere educativo, formativo e sociale, finalizzati alla promozione del benessere dei giovani cittadini e delle loro famiglie, in contesti di educazione formale, non formale e informale. L'urgenza e al tempo stesso la sfida che oggi il Comune di Cinisello Balsamo accoglie nella pianificazione delle politiche giovanili tiene conto di alcuni elementi: il cambio dello scenario culturale, sociale, economico degli ultimi tempi che ha portato inevitabilmente ad un cambio di concezione di target giovanile e di politiche ad esso dedicate; la scarsità di risorse finanziarie gestibili a livello locale che porta a pianificare in modo sempre più strategico l'interazione tra pubblico e privato; le indicazioni politico-programmatiche della Regione Lombardia ma soprattutto della Unione Europea che guardano ai giovani come elemento centrale di sviluppo e di investimento per la crescita sociale ed economico che si guardi alla dimensione locale, nazionale o europeo. Diventa pertanto importante per il Comune di Cinisello Balsamo elaborare un Programma strategico di indirizzo delle politiche giovanili intorno al quale socializzare e condividere il sistema delle azioni da mettere in campo. Tale programma, collocandosi nei nuovi scenari locali ed internazionali, si focalizza sulla dimensione cognitiva dell'economia e sul rafforzamento della dimensione qualitativa dei contesti territoriali, come condizione dello sviluppo e della competitività, con un'attenzione particolare alla città allargata come luogo dove le nuove relazioni produttive vivono, si sviluppano e alimentano un sistema in grado di raccogliere le sfide poste dall'innovazione e dall'era digitale. L'attenzione pertanto, da parte di chi promuove una cultura di protagonismo giovanile deve focalizzarsi sul modello urbano da un lato e sulla società della conoscenza e dell'accesso all'informazione dall'altro. Il Libro Bianco, la strategia di Lisbona del 2001 e gli Orientamenti strategici comunitari per la coesione sociale e territoriale del chiedono alle città di essere motori di sviluppo, ossia di includere misure finalizzate all'imprenditorialità, all'innovazione e all'implementazione di servizi; chiedono alle città di diventare poli capaci di attrarre e mantenere personale altamente qualificato, attraverso misure volte a promuovere e sostenere lo sviluppo dei talenti e a incoraggiare l'accessibilità e l'offerta di servizi culturali. Il Programma della città di Cinisello Balsamo si gioca quindi lungo due direttrici progettuali e metodologiche: 1) la promozione di coesione sociale, ossia l'investimento sul capitale sociale; 2) la promozione di competenze sociali e professionali, ossia l'investimento sul capitale umano. La prima è la funzione della comunità territoriale che per sue caratteristiche rientra nell'area metropolitana e in quella connotazione di Milano come mega-city-region che supera i tradizionali confini amministrativi e geografici assorbiti da un continuum urbano e da una rete di sinapsi fisiche e simboliche: i giovani di Cinisello Balsamo non sono connessi alla metropoli solo per una ragionevole mobilità formativa, professionale, culturale, aggregativa, ma sono connessi cognitivamente e simbolicamente ad un immaginario collettivo di significati che incide sul loro percorso evolutivo.

4 Promuovere coesione sociale allora diventa per il comune un'urgenza educativa e strutturale, dal momento che accoglie posti di lavoro, imprese, istituti di istruzione superiore, centri di socializzazione; diventa la strategia per attrarre e trattenere giovani, incubatori di idee e talenti e spenderli in e per un mercato di economia di conoscenza locale-allargato. Bisogna creare le condizioni perché questo scambio relazionale-fiduciario tra attori della comunità avvenga, perché ciò che è prodotto dalle nuove generazioni emerga e cresca, perché la dimensione produttiva colga nel conglomerato composito di capitale fisso sociale delle esternalità positive da offrire a chi scambia ricchezza. La seconda direttrice è l'essenza operativa del programma: nell'economia della conoscenza, l'accesso alle opportunità e lo sviluppo del tessuto comunitario nelle sue diverse dimensioni (sociale, culturale, economico, formativo, tecnologico, partecipativo) si basano sempre di più su fattori immateriali, quali ad esempio la ricerca e l'affinamento delle doti creative, il talento personale, la competenza di applicarlo in un contesto gruppale. I giovani per loro stessa caratteristica anagrafica sono riconosciuti potenziali creativi, ossia naturali portatori di innovazione, a cui oggi si lega ricchezza e occupazione. Lo stesso potenziale creativo che viene sempre più richiesto dalle imprese per incidere efficacemente sul territorio e avere sostenibilità sul mercato economica. Le scelte e gli stili di vita delle persone diventano quindi fondamentali per il loro percorso di autonomia, sapendo che oggi la stessa città diventa, per chi produce, un tessuto connettivo di luoghi fisici, ma soprattutto tematici/simbolici. Una funzione irrinunciabile della governance pubblica diventa quindi l'investimento su i giovani talenti, la promozione di percorsi formativi, l'individuazione di reti sociali e di canali comunicativi dinamici ed efficienti affinché si diffonda e si implementi il capitale umano. In questo modo la governance pubblica riesce ad offrire nuovi modelli organizzativi per lo sviluppo di nuovi scenari di sostenibilità culturale e di cittadinanza Gli obiettivi e le strategie La sistematizzazione delle politiche giovanili deve partire dall'interpretazione del rapporto giovani città area metropolitana, ponendosi i seguenti obiettivi: - promuovere nel territorio le condizioni e i fattori capaci di attrarre talenti e sviluppare capitale creativo ed innovativo; - potenziare l'offerta di servizi preposti ai processi di formazione e di sostegno all'occupabilità, con una particolare attenzione allo sviluppo delle competenze imprenditoriali individuali e sociali; - rimuovere gli ostacoli che impediscono gli accessi al sapere, all'informazione e alla partecipazione sociale; - consolidare ed implementare le reti esistenti del territorio affinché possano diventare punti di diffusione di fiducia e di capitale sociale. Le strategie messe in atto: - individuare nel territorio i nuovi luoghi dell'innovazione dove la creatività si connette all'imprenditorialità e l'investimento sul capitale umano si connette a quello formativo e sociale (si pensi al potenziale che può esprimere il Centro Culturale Il Pertini); - adottare un metodo integrato di sviluppo delle politiche giovanili sia interassessorile sia di concertazione con il mondo del privato no profit e profit (il coordinamento quale funzione strategica della delega alle Politiche Giovanili); - assumere e affinare un processo progettuale sovralocale, in linea con le indicazioni del quadro regionale, nazionale ed europeo (ne sono un esempio il Piano Territoriale per le

5 Politiche Giovanili e la rete Europea di cui fa parte la città di Cinisello Balsamo). Coerentemente, in questa cornice, si inserisce la partecipazione del Comune di Cinisello Balsamo alla definizione del Piano Territoriale per le Politiche Giovanili cofinanziato da Regione Lombardia e promosso inoltre da AFOL Nord Milano (ente capofila), Comune di sesto San Giovanni, Comune di Cormano, Comune di Cologno Monzese, Comune di Paderno Dugnano e diverse realtà del privato sociale del Nord Milano tra cui, per il territorio di Cinisello Balsamo, dall'ass. MARSE Onlus e la Coop. Il Torpedone. Tra gli obiettivo del Piano vi è quello di sviluppare occasioni di formazione sia in ambito formale che complementare al sistema tradizionale di apprendimento, con particolare attenzione alla conoscenza di professioni innovative e a esperienze di pre-formazione, anche qui valorizzando il metodo del fare per apprendere (Learning by Doing). Il piano prevede in ultima istanza la definizione di una Agenda Giovani per le politiche giovaili del Nord Milano. Per raggiungere gli obiettivi sopra indicati si è scelto di adottare una strategia che, mettendo in campo numerose micro azioni, costringe a condividere saperi e costruire soluzioni insieme, creando un terreno fertile perché il numero di giovani coinvolti dalle azioni sia sempre maggiore. Per concorrere al raggiungimento degli obiettivi ogni azioni deve essere collegata alle altre e, ogni soggetto deve lavorare in sinergie con gli altri. La U.O. Politiche per i Giovani è la struttura individuata che l'ac destina al coordinamento delle azioni. Si pone altresì come snodo tra questa rete e le strategie messe in atto dall'ente a favore dei giovani presso le proprie strutture che operano in contesti formali, non formali e informali per la promozione delle competenze chiave per l'apprendimento permanente. Le strategie messe in atto: - individuare nel territorio i nuovi luoghi dell'innovazione dove la creatività si connette all'imprenditorialità e l'investimento sul capitale umano si connette a quello formativo e sociale (si pensi al potenziale che può esprimere il Centro Culturale Il Pertini); - adottare un metodo integrato di sviluppo delle politiche giovanili sia interassessorile sia di concertazione con il mondo del privato no profit e profit (il coordinamento quale funzione strategica della delega alle Politiche Giovanili); - assumere e affinare un processo progettuale sovralocale, in linea con le indicazioni del quadro regionale, nazionale ed europeo (il Piano Territoriale per le Politiche Giovanili, la implementazione e sviluppo dei progetti Europei, l'ampliamento delle reti Europee e il consolidamento di quelle di cui la città di Cinisello Balsamo fa già parte). 1.2 Le linee guida del Programma: le competenze chiave europee per l'apprendimento Le azioni e attività promosse dalla U.O. Politiche per i Giovani si basano e si baseranno esclusivamente sull'approccio "learning by doing" (letteralmente "imparare facendo"). Saranno cioè avviate e promosse solo quelle azioni che permettano ai giovani di vivere da protagonisti l'esperienza proposta, sia essa formativa, sociale, culturale, professionale, ecc. Ciascuna azione di sistema e progettuale dell Unità Operativa sarà ideata e sviluppata in conformità al quadro di riferimento europeo relativo alle otto competenze chiave per l'apprendimento permanente. Le competenze chiave consistono in una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto: in particolare, sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e l'occupazione. Le otto competenze chiave, riportate nella raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio d'europa del 18 Dicembre 2006 (2006/962/CE) nel dettaglio, sono:

6 1) comunicazione nella madrelingua, nonché la capacità di esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale che scritta, interagendo adeguatamente e in modo creativo sul piano linguistico nei differenti contesti culturali e sociali. 2) comunicazione nelle lingue straniere che, oltre a condividere le principali abilità richieste per la comunicazione nella lingua madre, prevede competenze quali la mediazione e la comprensione interculturale. Il livello di padronanza di un individuo varia inevitabilmente tra le quattro dimensioni (comprensione orale, espressione orale, comprensione scritta e espressione orale) e tra le diverse lingue e a seconda del suo background sociale e culturale, del suo ambiente e delle sue esigenza e/o dei suoi interessi. 3) competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia, ovvero labilità di sviluppare e applicare il pensiero matematico nella risoluzione di una serie di problemi in situazioni quotidiane. La padronanza delle competenze aritmetico-matematiche permette di porre l accento sugli aspetti del processo, oltre che su quelli della conoscenza, e comporta la capacità di usare modelli matematici di pensiero (quello logico e spaziale) e di presentazione (formule, modelli, costrutti, grafici, carte). La competenza in campo scientifico, invece, si riferisce alla capacità e alla disponibilità a usare tali conoscenze per spiegare il mondo che ci circonda, sapendo identificare le problematiche e traendo conclusioni basate su fatti comprovati. 4) competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. È supportata da abilità di base nelle TIC: l uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet. 5) imparare a imparare, ovvero la capacità di imparare a gestire e organizzare in maniera efficace la propria modalità di apprendimento, nonché di prendere consapevolezza dei proprio bisogni e delle proprie necessità. Questa competenza comporta l acquisizione di una metodologia utile e replicabile nell ambito dell istruzione, della formazione, del lavoro. 6) competenze sociali e civiche che aiutano i cittadini a partecipare in modo attivo, costruttivo e consapevole alla vita civile, sociale e lavorativa delle città, favorendo il dialogo interculturale, l'interazione e l'inclusione. 7) spirito di iniziativa e imprenditorialità coinvolge la capacità di creare, sperimentare e tradurre in azione progetti ed iniziative non solo sul territorio e a livello sociale ma anche sul piano lavorativo e nella sfera domestica, imparando a riconoscere le opportunità e a raggiungere gli obiettivi preposti. 8) consapevolezza ed espressione culturale che comprende la conoscenza, la comprensione e la salvaguardia delle diversità culturali, artistiche e comunicative sia a livello nazionale che a livello europeo e mondiale. Queste competenze coinvolgono allo stesso tempo la necessità di comprendere e sviluppare l espressione creativa delle idee, delle esperienze e delle emozioni attraverso le arti performative, la letteratura e le arti visive.

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