ZOOTECNIA SICILIANA Azioni divulgative dei Servizi allo Sviluppo ( )

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2 REGIONE SICILIANA ASSESSORATO AGRICOLTURA E FORESTE SERVIZI ALLO SVILUPPO ZOOTECNIA SICILIANA Azioni divulgative dei Servizi allo Sviluppo ( ) A CURA DI: Ettore Costanzo Gr. IV -Servizi allo Sviluppo- Palermo Angelo Vassallo Sezione Operativa n 49 Regalbuto Tommaso G. Fascetto Sezione Operativa 50 Troina COORDINAMENTO REDAZIONALE Stefano Caruso Sezione Operativa 50 Troina CONSULENZA SCIENTIFICA Alfìo Lanza Direttore Istituto Scienze e Tecnologie Produzioni animali Università di Catania Stampato con fondi P.O.P. 1994/99 - Mis Servizi di assistenza tecnica e di divulgazione agricola

3 PRESENTAZIONE // comparto zootecnico rappresenta una componente importante dell'economia agricola siciliana. Come altri settori produttivi, va modernizzato in tempi brevi al fine di porlo in condizioni di più incisiva competitivita sui mercati. Ormai in ambito CEE il confronto con le agricolture europee diventa sempre più serrato. Proprio per questo bisogna intervenire a largo raggio cercando di abbassare i costi di produzione, di migliorare la qualità dei prodotti e di massimizzare i redditi degli operatori. Per raggiungere questi obiettivi occorre fare ricorso ad un massiccio pacchetto di innovazioni tenologiche, economiche ed organizzative. Da anni ormai i Servizi allo Sviluppo svolgono azioni in favore della zootecnia volte al raggiungimento degli obiettivi sopra indicati ed in particolare alla razionalizzazione delle tecniche di allevamento ed alla valorizzazione dei prodotti. A questo riguardo si coglie l'occasione per ringraziare le Facoltà di Scienze Agrarie delle Università di Catania e di Palermo, la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'università di Messina, l'istituto Sperimentale Zootecnico di Palermo, l'istituto Sperimentale Zooprofilattico di Palermo, il Consorzio per la ricerca sulla filiera lattiero-casearia di Ragusa e l'associazione Regionale Allevatori per la collaborazione che hanno prestato nel corso di questi anni; collaborazione che, si è certi, continuerà in futuro. Si sente anche il dovere di ringraziare le Sezioni Operative di Spadafora, Giampilieri Marina, Cesarò, Mistretta, Palazzolo Acreide, Regalbuto, Gangi, Lercara Friddi, Monreale e S. Giovanni Gemini per la collaborazione prestata ai fini della redazione di questo volume ed in particolare la Sezione Operativa n 50 di Troina che ne ha anche curato la stampa. Un grazie particolare va agli autori dr. Ettore Costanzo e dr. Angelo Vassallo. Infine, si auspica che il presente volume, che raccoglie le esperienze più significative sin qui maturate dai Servizi allo Sviluppo in diversi tenitori della Sicilia, possa tornare di utilità all'allevatore nell'ambito della sua attività professionale; esperienze che, si spera, possano essergli utili soprattutto per affrontare le sfide degli anni duemila. Salvatore Cuffaro Assessore Regionale Agricoltura e Foreste 3

4 PREMESSA La zootecnica ha caratterizzato per lungo tempo le attività economiche della Sicilia e rappresenta ancora oggi una componente importante dell'agricoltura. Ha avuto inizio con i primi insediamenti antropici ed ha accompagnato la storia dei Siciliani fino ai nostri giorni. Si può intuire quindi che rapporto c'è stato tra l'uomo e la zootecnia nel corso dei millenni e quale risvolto culturale abbia determinato. Di certo il bagaglio culturale che si è tramandato nel corso delle diverse generazioni delle popolazioni siciliane (articolate nei ceppi Siculi, Sicani ed Elimi) è giunto fino ai nostri giorni. Le grandi famiglie patriarcali, capeggiate dal capo dei pastori (il curatolo) sono un ricordo di un passato non troppo lontano. In termini di localizzazione, oggi la zootecnia interessa per lo più le aree meno favorite dove le componenti ambientali ed economiche-sociali, nonché i fattori infrastnitturali, giocano un ruolo fondamentale, e talvolta limitante, nello sviluppo del settore. Conscia di questi problemi, l'amministrazione regionale ha ritenuto opportuno redigere due Piani nel settore zootecnico: il Piano Ovicaprino ed il Piano Zootecnico che ormai sono diventati punto di riferimento sia per gli obiettivi di sviluppo sia per i criteri d'intervento a livello tecnico, amministrativo e legislativo. Certamente il futuro della zootecnia siciliana va inquadrato nel contesto più ampio del quadro europeo in funzione della domanda dei beni alimentari e degli aspetti qualitativi connessi. È noto che a tutt'oggi la Sicilia è deficitaria in certi settori della produzione zootecnica: colmare in tempi relativamente brevi tali deficit è un obiettivo prioritario che dovrà caratterizzare la politica degli interventi negli anni duemila, tenendo presente anche che lo sviluppo del settore determinerà anche risvolti occupazionali di notevole rilievo. I Servizi alla Sviluppo dal canto loro, in linea con i summenzionati Piani, ormai da tempo attuano interventi in favore della zootecnia volti a divulgare da un lato le razionali tecniche di allevamento e dall'altro a migliorare gli aspetti alimentari ed igienici riguardanti le stalle, il latte ed il personale addetto. Detti Servizi danno notevole importanza anche alla divulgazione di norme di profilassi e di terapia delle più comuni malattie che affliggono il mondo animale. A questo riguardo va subito rilevato che un animale malato non è in grado di esplicare appieno la propria potenzialità produttiva. L'intervento igienicosanitario, ripristinando la salute dell'animale, assicura alti livelli produttivi e nel contempo garantisce la salute dell'uomo. Parimenti l'alimentazione razionale e sana favorisce una crescita più rapida nei soggetti giovani, mentre nei soggetti adulti determina maggiori livelli di produttività. I Servizi allo Sviluppo inoltre hanno esteso i loro interventi, tuttora in corso, alla tipicizzazione ed alla valorizzazione dei prodotti finiti, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione dei formaggi storico-tradizionali, di cui al decreto assessoriale n del 18/11/1998. Tale decreto individua i formaggi siciliani a pasta pressata (pecorino siciliano dop, maiorchino, piacentino, picurino, formaggio ri capra, padduni, canestrato, fiore sicano), a pasta filata (ragusano dop, palermitano, cascavaddu ragusano, vastedda palermitana, vastedda Valle del Belice, provola siciliana, provola ragusana, provola dei Nebrodi, provola delle Madonie) e le ricotte (Iblea, infornata, di vacca, di pecora, di capra, mista e salata). Infine, per quanto riguarda i salumi si ricorda il salame S. Angelo. Felice Crosta direttore regionale agricoltura e foreste Renato Piazza coordinatore regionale servizi allo sviluppo 4

5 INTRODUZIONE Questa pubblicazione sul comparto zootecnico riguardante l'attività di assistenza tecnica nel periodo è in linea con la storia della zootecnìa siciliana di questi ultimi anni, ovviamente non riguardando tutte le sfaccettature di un processo evolutivo abbastanza lungo e soprattutto alquanto complesso, ma certamente del tutto pertinente con alcune tematiche, che man mano, si dimostravano attuali in un contesto che, a tutti i livelli, ci si è sforzati di modernizzare, pur rispettando i canoni di una sana tradizione. Molte di tali tematiche scaturivano proprio dalle analisi approfondite che la Regione Sicilia ha fatto per il tramite di propri consulenti scelti tra quanti nel mondo scientifico ed operativo si sono occupati di zootecnia e soprattutto di una zootecnia legata al territorio. La Preconferenza sulla Zootecnia del 1987 mise in evidenza tutta una serie di limiti allo sviluppo su alcuni dei quali era possibile intervenire; propose però delle azioni attuabili soltanto se si fosse realizzata la necessaria sinergia fra operatori a vario titolo, comprendendo fra questi, spesso in pole position, proprio i servizi di assistenza tecnica. Pur convinto come sono che si sarebbe potuto dare di più, alcuni mirabili risultati conseguiti, anche precedentemente al 1985, ma soprattutto in questi ultimi anni, con la realizzazione di una stretta collaborazione tra Regione, Università, Centri di Ricerca, ed Associazione Allevatori, credo possano e debbano essere considerati con piena soddisfazione. Basti citare soltanto il Consorzio per la filiera lattiero-casearia (ed il suo predecessore Progetto Ibleo), che, se risultati ha conseguito e sta conseguendo, lo deve anche ad un rapporto sempre più stretto e perciò produttivo fra le varie figure professionali, istituzionali e non. La strada, anzi l'unica strada da percorrere è questa, ma indubbiamente la definizione dei ruoli deve essere ancor meglio chiarita e soprattutto occorrerà un coordinamento più efficace e unitario, che superi quindi la logica del piccolo orto. Una recentissima esperienza fatta per conto dell'esa mi ha ancora più convinto della necessità che gli allevatori vengano assistiti ed indirizzati. Non è un compito facile ma una certezza esiste: la professionalità ed il buon senso, per non dire un adeguato livello psicologico dell'assistente tecnico, alla lunga pagano. In conclusione credo si debba dare merito agli estensori di tale pubblicazione, ma soprattutto ai colleghi che hanno realizzato sia le azioni dimostrative che il resto, affinchè loro stessi e i colleghi più giovani possano trarne spunto per azioni sempre più incisive. Colgo l'occasione per ribadire ciò che affermo da almeno vent'anni. Bisognerà che il servizio regionale di assistenza tecnica scelga, prepari e aggiorni dei tecnici specialisti (in questo caso di zootecnia), non necessariamente tanti quante sono le SOAT, ma in numero sufficiente per poter fare applicare le innovazioni, di concerto con l'auspicato "Centro permanente per la formazione e l'aggiornamento professionale" previsto dagli estensori del Piano Zootecnico Regionale. Alfio Lanza direttore Istituto Scienze e Tecnologie Produzioni animali Università di Catania 5

6 NOTIZIE GENERALI CONSISTENZA E PRODUZIONI DEL COMPARTO ZOOTECNICO IN SICILIA Dati ISTAT 1991 Con i suoi addetti, cifra comprendente sia i titolari di azienda sia le diverse figure di operai impiegati, la zootecnia siciliana conferma la sua importanza economica nell'ambito del sistema produttivo dell'isola. Se si aggiunge che questi addetti sono prevalentemente concentrati nelle aree svantaggiate, ove ancora più difficile è trovare uno sbocco di lavoro alternativo, a tale comparto produttivo si deve attribuire anche uno specifico significato sociale. Complessivamente l'apporto della zootecnia sulla plv agricola siciliana ammonta al 17%, a sua volta così ripartito: 55% bovini (carne e latte), 18% ovi-caprini (carne e latte), 21% avicoli (carne e uova) e 6% suini. BOVINI: nell'allevamento bovino, complessivamente costituito da poco meno di capi, prevalgono 2 distinte tendenze: 1) l'allevamento da carne secondo la linea vacca - vitello, diffuso soprattutto nelle aree svantaggiate, rappresentato dalle razza indigene (Modicana e Cinisara) e soprattutto da popolazioni ad elevata eterogeneità genetica ove massiccio è stato l'apporto delle razze francesi da carne, soprattutto la Charolaise, in qualità 6

7 di razze incrocianti; in questo sistema ancora forti sono le influenze del passato: scarsità di strutture, mediocri condizioni sanitarie, allevamento brado e/o transumante; il prodotto commerciale di questo tipo di allevamento è il vitello di 8-10 mesi, con importanza del tutto secondaria del latte eventualmente ottenuto durante il periodo primaverile; 2) in altre aree, spesso le più favorevoli, esiste invece un allevamento bovino da latte, talora di elevati livelli tecnici, imperniato sulle razze specializzate Pezzata Nera, Bruna e, in sensibile aumento negli ultimi anni, Pezzata Rossa; questa zootecnia ha ormai fatto propri i principi e le tecniche del moderno allevamento da latte, mentre esiste ancora un divario in termini di competitività dovuto soprattutto al costo, più elevato che altrove, delle materie prime; in questo caso il prodotto principale è il latte, lavorato in azienda o ceduto a trasformatori professionisti, e secondariamente i vitelli venduti anche a pochi giorni dalla nascita; le produzioni casearie tipiche sono rappresentate dai caciocavalli Ragusano e Palermitano, dalle provole dei Nebrodi e delle Madonie e dai canestrati misti in cui il latte bovino viene variamente miscelato con latte ovi-caprino. OVINI: il patrimonio ovino siciliano ammonta a circa capi; le razze più rappresentate sono la Pinzerita, la Comisana, la Valle del Belice e la Barbaresca, anche se, in realtà, il maggior numero di animali è verosimilmente rappresentato da tipi genetici intermedi, che si sono originati nel tempo a causa della introduzione di arieti Comisani, Sardi e della Valle del Belice su una popolazione Pinzirita. Ogni razza o tipo genetico ha comunque una sua area preferenziale di diffusione: la Valle del Belice nella omonima area geografica a cavallo tra le provincie di Agrigento e Trapani ma in forte espansione per via delle sue caratteristiche produttive e della sua adattabilità; la Comisana nelle aree di pianura e rivierasche e la Pinzerita nelle aree montane delle provincie di Palermo e Messina e in tutto l'entroterra dell'isola. Infine, ovini di razza Barbaresca, una razza a coda grassa derivante dagli ovini Barbarin attualmente presenti in aree nordafricane, sono attualmente allevati in purezza in rari nuclei diffusi in varie parti della Sicilia o, più spesso, hanno miscelato il loro sangue soprattutto con la Pinzirita; da notare che questa razza è a duplice attitudine (carne e latte) e, come è stato evidenziato più avanti nella prova sull'incrocio industriale degli ovini, può essere presa in considerazione come razza incrociante. Difficile risulta però inquadrare l'ovinicoltura siciliana in un'unica tipologia. Si passa infatti dagli allevamenti stanziali, provvisti di snelle e idonee strutture per il ricovero degli animali, soddisfacenti condizioni igienico-sanitarie dei capi e ali- 7

8 mentazione razionale, a quelli basati quasi su un sistema pastorale arcaico: allevamento brado e transumante, assenza di strutture, alimentazione empirica e spesso altalenante e insoddisfacenti condizioni igienico-sanitarie dei capi allevati. I prodotti più caratteristici sono l'agnello di 7-8 Kg, il castrato e i formaggi tipici: Pecorino Siciliano (tuma, primosale, pepato, stagionato), Piacentino ennese, Vastedda, Maiorchino, ricotta di pecora e canestrati misti. Va subito rilevato che su questo versante molto lavoro ancora deve essere fatto: strutture di trasformazione, tecniche di allevamento, aspetti sanitari e alimentazione. CAPRINI: in Sicilia se ne allevano capi; le razze e le popolazioni più rappresentate sono la Maltese, la Rossa Mediterranea e l'argentata dell'etna. Ancora presente, anche se in numero ridotto, è la capra Girgentana. Importanza riveste inoltre, per le aree montane dei Nebrodi dove è maggiormente diffusa, il tipo genetico noto come Capra dei Nebrodi. Attenzione particolare deve essere rivolta alla Girgentana, una razza ormai in forte declino tipica dell'area centro-meridionale della Sicilia: è un animale meno produttivo e più vivace rispetto alla Maltese o alla Rossa Mediterranea, ma è stato messo in evidenza che il suo latte risulta essere molto indicato nell'alimentazione umana, e questo grazie alla elevata compatibilita tra la sua frazione caseinica e quella umana. La capillare diffusione della capra fornitrice del latte per l'alimentazione dei bambini nelle comunità rurali è ormai un ricordo e il suo allevamento è spesso associato a quello della pecora, anche perché la tradizione casearia siciliana non conosce un prodotto con solo latte di capra che, se stagionato, appaia gradito al consumatore, mentre la miscela con latte di pecora, rispettando certe proporzioni, fornisce un prodotto abbastanza apprezzato; gli impegni nei confronti di questo tipo di allevamento sono analoghi a quanto detto per gli ovini. ALTRE SPECIE: notevole interesse hanno gli avicoli e i suini, frutto di una elevata specializzazione e appannaggio di allevamenti spesso intensivi, anche se discorso a parte e maggiore attenzione deve essere rivolta alla razza autoctona nota come Suino Nero dei Nebrodi. 8

9 AZIONI DIMOSTRATIVE

10 SVEZZAMENTO PRECOCE E ALLATTAMENTO ARTIFICIALE DEI VITELLI Lo svezzamento precoce dei vitelli è una tecnica ormai largamente diffusa negli allevamenti bovini specializzati nella produzione del latte. Il successo della tecnica è andato via via migliorando da quando si è acquisita una migliore conoscenza dei fabbisogni alimentari dei vitelli e l'industria mangimistica ha saputo mettere a punto farine lattee complete e sicure dal punto di vista sanitario. AZIONE DIMOSTRATIVA Finalità: dimostrare la semplicità di gestione tecnica e la convenienza economica dello svezzamento precoce dei vitelli. - Le azioni dimostrative sono state realizzate dalle S.O.A.T. di Spadafora e Regalbuto; - A Spadafora sono stati confrontati, in una iniziativa piuttosto articolata, due gruppi di animali ; un primo gruppo di 5 vitelli che dopo essere stati scolostrati hanno ricevuto del latte ricostituito in quantità decrescenti fino alla 8 a settimana, e un secondo gruppo di 8 vitelli i quali, come normalmente avviene in questa tipologia di allevamento, hanno continuato a succhiare direttamente dalla madre circa la metà del latte prodotto mentre l'altra metà è stato munto. I cinque vitelli svezzati precocemente sono stati nutriti la prima settimana con latte materno e successivamente con latte ricostituito al %, somministrato a 38 C mattina e sera, in ragione di 6-7 litri durante la seconda e la terza settimana, e diminuendo questa quantità di un litro a settimana fino ad arrivare a un litro durante l'ottava settimana; a questi vitelli dalla seconda settimana veniva messo a disposizione fieno di medica di ottima qualità e mangime svezzamento in quantità crescenti partendo da 0.3 Kg/die; agli otto vitelli allattati alla madre, in aggiunta è stato somministrato solo mangime, anche in questo caso, per avere una omogeneità di valutazione, il confronto dei costi si è fermato alla 8 a settimana. A Regalbuto sono stati confrontati 5 vitelli svezzati precocemente a 60 giorni con 5 vitelli allattati dalla madre, seguendo per il resto la stessa metodologia della Soat di Spadafora (vedi tabella pagina seguente). RISULTATI In entrambi i casi si è valutato un aspetto tecnico-pratico ed uno economico; per l'aspetto tecnico-pratico è stata evidenziata l'importanza della corretta ge- 11

11 stione della tecnica, per esempio riguardo al posizionamento del biberon e alla pulizia dei contenitori; riguardo all'aspetto economico si può sintetizzare che i vitelli svezzati precocemente hanno raggiunto un peso finale inferiore rispetto ai vitelli allattati dalla madre, ma con una forbice del costo medio della dieta Vitello allattato con latte ricostituito che va da 2500 a 4000 lire per vitello e per giorno. In considerazione del fatto che i vitelli svezzati precocemente sono in grado di recuperare successivamente la differenza di peso, il vantaggio economico complessivo è certo. TABELLA SCHEMA ALIMENTAZIONE 12

12 ALLATTAMENTO ARTIFICIALE DEGLI AGNELLI Le principali produzioni dell'allevamento ovino sono il latte e gli agnelli. Gli agnelli tradizionalmente vengono allattati direttamente dalla madre per giorni per l'ottenimento dell'agnello da latte. I primi mesi di lattazione sono i più produttivi e coincidono con la fine del mese di agosto e di settembre, periodo nel quale l'offerta di formaggio e ricotta è scarsa. Il ricorso all'allattamento artificiale permette sia di soddisfare in maniera ottimale le esigenze alimentari degli agnelli, soprattutto nel caso di parti gemellari, sia di disporre del latte per la vendita o la caseificazione. La tecnica consiste nella somministrazione di latte ricostituito in appositi distributori. I vantaggi sono: - aumento della quantità di latte destinato alla caseificazione; - possibilità di allevamento di agnelli orfani; - soddisfacimento completo delle esigenze nutritive di agnelli nati da parti plurimi; - regime alimentare costante per tutti gli agnelli; - riduzione della mortalità a seguito dell'aumento dei controlli sanitari e per il mancato contatto con madri eventualmente infette; - opportunità di svezzamento graduale; - possibilità di aumento del peso di macellazione. AZIONE DIMOSTRATIVA Finalità: Dimostrare la convenienza tecnica ed economica ad alimentare gli agnelli con latte ricostituito. Le azioni dimostrative sono state realizzate dalle S.O.A.T. di Monreale, Lercara Friddi e Cesarò. A Monreale sono stati allattati artificialmente circa 20 agnelli di razza comisana utilizzando latte ricostituito al 20 % di s.s. in ragione di una media di 270 gr. di latte per capo e per giorno integrato con un prodotto polivitaminico. Gli agnelli sono stati sistemati in gabbie a scomparti singoli ed alimentati, attraverso tettarelle, fino a 30 giorni; A Lercara sono state effettuate, nei diversi anni, 4 prove in 4 aziende diverse utilizzando complessivamente 45 agnelli; il modello ha previsto l'allattamento naturale del colostro, tranne che in una iniziativa, e l'allontanamento dalla madre 13

13 entro le 48 ore. Il latte ricostituito è stato somministrato con secchi muniti di tettarelle fino a circa 36 giorni con un consumo di mezzo litro la prima settimana, un litro la seconda settimana e un litro e mezzo le settimane successive. Dalla seconda settimana è stato messo a disposizione degli agnelli del mangime svezzamento. A Cesarò la prova è stata effettuata mediamente su 30 agnelli provenienti da pecore sottoposte a flushing con parto gemellare. Uno dei gemelli è stato lasciato sotto la pecora, mentre l'altro è stato allontanato dopo la fase colostrale; a quest'ultimo è stato somministrato latte ricostituito al 17 % di s.s. secondo le dosi riportate nella seguente tabella: SCHEDA DI ALIMENTAZIONE GIORNALIERA 14

14 Per quanto riguarda le farine lattee, la Soat di Lercara è stata l'unica ad aver utilizzato, in una iniziativa, una formulazione che si scioglie in acqua a temperatura ambiente; in tutte le altre iniziative si utilizzava invece una formulazione da sciogliere in acqua tiepida e somministrare a circa 38 C. RISULTATI I risultati sono stati positivi in tutte le azioni dimostrative, sia sotto l'aspetto degli incrementi ponderali sia sotto l'aspetto dei costi d'alimentazione. Il costo complessivo medio per agnello è stato a Monreale di con un utile netto di. 355 per agnello al giorno, a Cesarò l'utile netto è stato di. 345 mentre a Lercara è variato da. 318 a 425. C'è da sottolineare che il latte sottratto all'alimentazione degli agnelli è stato utilizzato per la caseificazione in un periodo nel quale l'offerta di formaggio e ricotta è scarsa e quindi con la possibilità di vendere il prodotto ad un prezzo più elevato. Agnelli allattati con latte ricostituito 15

15 SVEZZAMENTO PRECOCE DEGLI AGNELLI Gli agnelli nella tradizione pastorale vengono alimentati con solo latte per un periodo variabile da 40 a 55 giorni. Per utilizzare al più presto il latte per la vendita o la caseificazione è utile somministrare agli agnelli mangime svezzamento e fieno in modo da svezzarli velocemente, passando in tempi brevi dall'alimentazione lattea a quella solida. Lo svezzamento precoce consente di anticipare la piena funzionalità dei prestomaci e permette nel contempo la riduzione dei costi di allattamento che risultano sempre i più elevati dell'intero ciclo produttivo. L'età più idonea allo svezzamento dipende essenzialmente da due condizioni: - il raggiungimento di un peso corporeo di almeno 2,5 volte quello della nascita; - un consumo giornaliero di alimenti solidi di almeno gr. E' stato possibile dimostrare che uno svezzamento completato a sei settimane è tale da assicurare risultati tecnici uguali e spesso superiori ad uno svezzamento tardivo. AZIONE DIMOSTRATIVA Finalità: dimostrare la convenienza tecnica ed economica dello svezzamento precoce degli agnelli. Le azioni dimostrative sono state realizzate dalle S.O.A.T. di Gangi e Regalbuto. A Gangi sono stati messi a confronto due gruppi di 12 agnelli ciascuno, il gruppo di controllo è stato sistemato in gabbia a scompartì singoli dal terzo giorno di vita e alimentato artificialmente secondo il seguente schema: latte ricostituito al 20% di s.s. fino al 45 giorno di età e, dal 10 giorno, mangime svezzamento e fieno di buona qualità ad libitum; il gruppo testimone è stato lasciato libero con le madri fino all'età di 48 giorni. A Regalbuto sono stati confrontati due gruppi di 14 agnelli ciascuno, al primo gruppo è stato messo a disposizione, dal 13 giorno di vita, mangime svezzamento e fieno a volontà fino all'età di 43 giorni; il secondo gruppo è stato svezzato bruscamente a 54 giorni. Ad ambedue gruppi è stato messo a disposizione mangime per l'ingrasso fino a 120 giorni di età. 16

16 RISULTATI A Gangi il gruppo d'agnelli allattato artificialmente ha avuto un incremento medio a capo di Kg 8.5, contro i Kg 8.1 del gruppo testimone a 48 giorni di vita. L'uso dell'allattamento artificiale ha permesso di ottimizzare la crescita degli agnelli, soprattutto dei gemelli. A Regalbuto il gruppo svezzato precocemente e gradualmente ha mostrato incrementi ponderali superiori al gruppo di controllo di gr 1250 ad agnello in 33 giorni, quindi con un incremento in più del 30%. La spesa necessaria per l'integrazione alimentare è stata compensata dall'incremento in peso e dalla disponibilità del latte per la trasformazione, con utile netto di a pecora. 17

17 INCROCIO INDUSTRIALE L'incrocio industriale è una tecnica di riproduzione che permette di ottenere animali migliori rispetto ai genitori. Affinchè si verifichi il miglioramento genetico è necessario far accoppiare animali appartenenti a due diverse razze, in modo da ottenere un "meticcio di prima riproduzione". In realtà questo principio fondamentale non viene quasi mai rispettato dagli allevatori con la conseguenza di uno scadimento delle caratteristiche morfologiche e produttive degli animali ottenuti. Nell'ambito dell'incremento delle produzioni carnee l'incrocio industriale è prassi ormai consolidata ed è finalizzata allo sfruttamento dei noto fenomeno dell'eterosi. Risultati significativi si ottengono incrociando arieti Bergamaschi con pecore Pinzirite o Comisane, ma ottimi risultati si ottengono anche utilizzando arieti di razza Barbaresca. PROVA DIMOSTRATIVA Finalità: Migliorare la capacità produttiva di fattrici appartenenti a razze non specializzate per la carne. Le iniziative dimostrative sono state realizzate dalle S.O.A.T. di Cesarò e di Spadafora. A Cesarò e a Spadafora la prova è stata effettuata su 25 pecore di razza Pinzirita con un ariete di razza Barbaresca. Gli agnelli nati dalle pecore fecondate dall'ariete Barbaresco sono stati confrontati con quelli nati dalle altre pecore. Bisogna sottolineare che tale tecnica non ha comportato nessuna significativa variazione nella gestione dell'allevamento, ed è pertanto applicabile con relativa semplicità. RISULTATI A Cesarò gli agnelli meticci sono stati macellati mediamente al 23 giorno d'età con un peso medio di 11 Kg. mentre gli agnelli in purezza sono stati macellati al 30 giorno di età con un peso medio di 9 Kg. Gli agnelli meticci hanno quindi riportato un peso maggiore in meno tempo con un guadagno in carne e latte di circa a capo. A Spadafora si è registrata una differenza tra il gruppo in purezza e l'incrocio di circa 650 gr. in media a capo, macellando gli agnelli a 28 giorni. 18

18 PRODUZIONE DELL'AGNELLONE PESANTE L'agnellone pesante è un animale di circa 5 mesi con un peso medio di Kg., alimentato con foraggi e mangime concentrato; essendo ancora giovane, presenta carni tenere e saporite con ottime caratteristiche nutrizionali. Il consumo di tali carni non è molto diffuso nella nostra regione per la mancanza di una adeguata conoscenza delle ottime caratteristiche organolettiche. Tuttavia è un'abitudine che andrebbe valorizzata ed incrementata, anche per ridurre la quantità di carni ovine importate. A seconda delle richieste di mercato, una volta completato lo svezzamento, la produzione può orientarsi o verso l'agnellone leggero (macellazione a 100/130 gg con peso vivo intorno ai 20/25 Kg) o verso l'agnellone pesante (macellazione a 180 gg con peso vivo intorno ai 35/40 Kg). La tecnica prevede un'alimentazione ad libitum dell'agnello svezzato a base di concentrato e fieno ovvero di concentrato e paglia, tale da poter assicurare un contenuto in energia metabolizzabile dì almeno Kcal/Kg ed un contenuto in protidi digeribili non inferiore all'11,5%, mentre la fibra grezza non dovrebbe eccedere il 15-16%. AZIONE DIMOSTRATIVA Finalità: Dimostrare la convenienza tecnica ed economica della produzione dell'agnellone pesante. L'azione dimostrativa è stata realizzata dalla S.O.A.T. di Mistretta. La prova è stata effettuata su 25 agnelli alimentati con mangime concentrato, fieno e paglia fino all'età di 140 giorni pesati ogni 15 giorni. La quantità media giornaliera del concentrato utilizzato è stata di mezzo chilogrammo con la seguente formulazione: Kcal./Kg ; Proteine di g. 11,05; Fibra grezza

19 RISULTATI Alla fine della prova gli agnelloni hanno fatto registrare un incremento medio giornaliero per capo di Kg. 0,145 e per un totale di Kg. 18,4. Il basso prezzo di vendita non ha consentito di ottenere risultati economicamente vantaggiosi; tale pratica è consigliabile per le aziende che hanno risorse foraggere non altrimenti utilizzabili e per razionalizzare l'impiego di manodopera aziendale. 20

20 SINCRONIZZAZIONE DEI CALORI NEGLI OVINI AZIONE DIMOSTRATIVA Le agnelle raggiungono la maturità sessuale intorno a 10 mesi di età e presentano un ciclo estrale che dura giorni mentre l'estro o calore dura ore. Le pecore allevate in zone climatiche temperate, come la Sicilia, presentano dei cicli estrali distribuiti in tutto l'anno, mentre quelle allevate in climi freddi presentano cicli stagionali. Con l'uso di particolari ormoni è possibile intervenire sul ciclo estrale orientandolo efficacemente al fine di ottenere i seguenti risultati: instaurare la fertilità durante i calori i silenti; praticare la monta naturale o la fecondazione assistita anche quando le manifestazioni estrali non sono ben evidenti; concentrare i parti in particolari momenti per ottenere carne e latte nei periodi più favorevoli per il mercato; raggruppare le nascite in un periodo di circa 8 giorni per rendere più facile l'assistenza al parto e costituire gruppi omogenei di agnelli; aumentare la prolificità degli animali con una maggiore percentuale di parti gemellari. Inseminazione assistita in pecora sincronizzata 21

21 L'induzione e la sincronizzazione degli estri, con l'uso di ormoni, presentano inoltre i seguenti vantaggi: - programmazione e/o destagionalizzazione dei parti e, di conseguenza, delle produzioni (latte e carne) in funzione delle richieste del mercato e delle disponibilità foraggere; - pianificazione delle operazioni in allevamento (risparmio di manodopera) e migliore organizzazione del lavoro aziendale; - costituzione di gruppi di pecore omogenee per stadio fisiologico ai fini di un più adeguato razionamento alimentare; - possibilità di elevare la prolificità favorendo i parti gemellari; - controllo individuale delle condizioni sanitarie con particolare riferimento alla sfera genitale; - possibilità di applicazione dell'inseminazione artificiale. A fronte di tali vantaggi si rileva, tuttavia, che i risultati, in termini di percentuale di pecore in estro e di fertilità, sono fortemente variabili in funzione del periodo di trattamento e delle condizioni fisiologiche, nutrizionali e sanitarie delle pecore; ma è doveroso rilevare anche che il costo del trattamento ancora oggi è piuttosto elevato. Finalità: Ottimizzare e programmare le nascite degli agnelli. Le azioni dimostrative sono state realizzate dalle S.O.A.T. di Monreale, Cesarò e Troina. A Monreale sono stati sottoposti alla sincronizzazione 115 pecore e 40 agnelle di razza comisana mentre a Cesarò 25 agnelle di razza pinzirita e a Troina 100 pecore di razza pinzirita. La metodologia utilizzata è stata uniforme in tutte le prove, ed ha previsto l'inserimento in vagina di una spugnetta impregnata con 40 mg di F.G.A. (acetato di fluorogestone); dopo giorni è stata asportata la spugnetta e somministrate pervia intramuscolare 300LJ.I. di P.M.S.G. (gonadotropina sierica). Dopo 48 ore gli animali sono stati avviati alla monta naturale. RISULTATI A Monreale si è avuta una media di pecore e agnelle in calore dell' 85,8% e un tasso di fertilità del 71,1 %;gli agnelli nati sono stati 165 con una prolificità dell'1,5. A Cesarò le agnelle andate in calore hanno raggiunto 88% mentre il tasso di fertilità è stato del 70%. A Troina le pecore andate in calore hanno raggiunto il 90% con un tasso di fertilità pari al 75% e un tasso di prolificità di 1,5. 22

22 FLUSHING Il flushing è una tecnica che consente di incrementare la gemellarità attraverso una forzatura alimentare della durata di 60 giorni a cavallo del periodo della monta. L'effetto è quello di stimolare la maturazione di un maggior numero di follicoli ovarici aumentando quindi il numero dei parti gemellari; tale tecnica è particolarmente indicata per gli animali appartenenti a razze selezionate per l'alto tasso di gemellarità. Un'altra condizione importante è che gli animali si trovino, prima della forzatura alimentare, in una situazione di moderata carenza alimentare; infatti in una dieta costantemente ottimale la tecnica non sembra influenzare significativamente la fertilità e la prolificità. L'integrazione alimentare poco oltre i normali fabbisogni permette invece l'estrinsecazione di migliori performance riproduttive delle fattrici. La divulgazione di tale tecnica ha come finalità l'incremento della prolificità Pecore sottoposte a forzatura alimentare 23

23 con il conseguente incremento del reddito dell'allevatore attraverso l'aumento globale della produzione carnea, La tecnica consiste nel sottoporre le pecore ad un piano alimentare ad alto livello nutritivo per le due settimane antecedenti il periodo delle monte e proseguendo per le altre sei successivamente a tale periodo. Il flushing si realizza integrando il pascolo con 400 gr al giorno e per capo di concentrato. La pratica in genere risulta tanto più efficace quanto più poveri risultano i pascoli utilizzati. Il flushing con incrocio industriale è la stessa tecnica prima descritta con la differenza che vengono utilizzati arieti di razza diversa (da carne) con lo scopo di effettuare contemporaneamente l'incrocio industriale. In tal modo si sfrutta il noto fenomeno dell'eterosi in base al quale i prodotti finali danno risultati produttivi superiori ai soggetti di partenza. AZIONE DIMOSTRATIVA Finalità: Incrementare il tasso di gemellarità negli ovini. Le iniziative dimostrative sono state realizzate dalle S.O.A.T. di Cesarò, Giampileri Marina, Mistretta, Regalbuto e Spadafora. In un caso le pecore utilizzate erano derivate Comisane, in tutti gli altri casi Pinzirite. In sintesi le iniziative hanno previsto la suddivisione degli animali in due gruppi. Al primo è stato somministrato 400 gr di mangime concentrato a capo, eventualmente integrato con vitamine e sali minerali, per due settimane prima e sei settimane dopo la monta, mentre il secondo gruppo è stato utilizzato come testimone. E' stato valutato l'aumento percentuale dei parti gemellari e l'aumento del peso corporeo delle pecore. RISULTATI In generale i risultati ottenuti non sono stati ottimali, con aumento del tasso di gemellarità limitato al 10%, inferiore a quanto riportato in studi sperimentali; mentre, come prevedibile, si è ottenuto un favorevole effetto sul peso e sulla produzione del latte negli ovini alimentati con mangime. Si ritiene che nello scarso incremento della percentuale di gemellarità abbia influito anche una questione tipicamente genetica, legata cioè alla razza utilizzata, tanto è vero che la percentuale di gemellarità è più elevata nel caso della razza Comisana, animale proveniente da allevamenti in cui la gemellarità è favorita, e più bassa nel caso della Pinzirita, pecora delle zone marginali dove la selezione ha teso sempre a ostacolare la gemellarità. 24

24 TOSATURA AGEVOLATA NEGLI OVINI La tosatura è una pratica necessaria per il benessere degli ovini e in passato, grazie all'elevato valore della lana, la pratica era sicuramente remunerativa; oggi invece la lana è considerata pressoché uno scarto. La tecnica di tosatura tradizionale prevede l'immobilizzazione dell'animale mediante legatura e l'uso di forbici manuali, la legatura determina una situazione di stress nell'animale mentre l'uso di forbici manuali causa spesso ferite profonde. AZIONE DIMOSTRATIVA Finalità: Ridurre i tempi di tosatura, i rischi di ferite e gli effetti dello stress. L'iniziativa dimostrativa è stata realizzata dalla S.O.A.T. di S. Giovanni Gemini. Sono stati confrontati i tempi di tosatura e le ferite provocate sia dalla tosatura agevolata con l'uso di una tosatrice pneumatica a pecora libera che dalla tosatura tradizionale con l'uso di una forbice manuale con legatura della pecora. Tosatura agevolata in una pecora 25

25 RISULTATI Con il metodo tradizionale i tempi di tosatura di una pecora sono stati di circa dieci minuti contro i due di quella agevolata, inoltre con il metodo tradizionale si sono verificate ferite più profonde. La tosatura agevolata permette di risparmiare tempo, di ridurre i rischi sanitari e limitare gli effetti negativi dello stress. TEMPI DI TOSATURA 26

26 CONTROLLO DELLE ENDOPARASSITOSI NEGLI OVINI Gli ovini come gli altri animali, spesso ospitano al loro interno dei parassiti. Gli organi maggiormente interessati sono lo stomaco, l'intestino, i polmoni e il fegato; in base alla localizzazione finale i parassiti prendono il nome di Strongili broncopolmonari o gastro intestinali, tenie e Distomi epatici. I danni che i parassiti provocano sono in relazione al percorso che effettuano all'interno dell'animale, al loro numero e al tipo di sostanza di cui si nutrono. In generale i parassiti hanno le seguenti azioni dannose: 1) Azione spoliatrice: sottraggono sostanze nutritive all'animale che li ospita; 2) Azione tossica: i parassiti producono sostanze che determinano una leggera ma continua intossicazione all'animale; 3) Azione meccanica: durante il loro viaggio all'interno dell'animale possono ostruire vasi sanguigni, bronchi e dotti biliari; 4) Azione traumatica: determinata dal perforamento di diversi organi durante la migrazione; 5) Azione inoculatrice: possono inoculare e trasmettere microbi patogeni. Tutte queste azioni determinano uno stato di malattia che nei casi gravi può Uovo di parassiti intestinali al microscopio (ingr. 400x) 27

27 portare a morte l'animale ma più frequentemente causano una diminuzione della produzione di latte, carne, lana e una predisposizione verso altre malattie. Per la terapia delle parassitosi sono disponibili diversi farmaci ma, a prescindere dal farmaco prescelto, è necessario che il trattamento venga fatto non a caso o a calendario ( primavera e autunno ), ma in base ad un programma che deve essere adattato alle diverse realtà aziendali, e tenga conto di: 1) tipo di animale ( pecora in lattazione, in asciutta, agnelli, agnelloni); 2) tipo di ricoveri ( ovili aperti, chiusi, con pavimento in cemento o in terra); 3) tipo di pascoli ( vergini o parassitati ); 4) andamento climatico ( favorevole o sfavorevole allo sviluppo delle larve); 5) precedenti trattamenti antiparassitari ( epoca, tipo di prodotto utilizzato ). In ogni caso è necessario attuare un controllo della carica parassitarla attraverso l'esame delle feci che dà indicazioni precise sulla situazione aziendale. In generale si possono consigliare i seguenti trattamenti antiparassitari: AZIONE DIMOSTRATIVA Finalità: Dimostrare i danni che gli endoparassiti provocano negli ovini e le perdite economiche conseguenti. Le azioni dimostrative sono state realizzate dalle S.O.A.T. di Monreale, Palazzolo Acreide e Regalbuto. A Monreale sono state sottoposte alla prova dimostrativa, in due anni, prima 200 e poi 400 ovini con due trattamenti antiparassitari l'anno, uno in primavera e 28

28 l'altro in autunno. Gli animali sono stati identificati e divisi in due gruppi uno da sottoporre al trattamento antiparassitario e l'altro come testimone. Per ogni animale si è stato controllato, sia prima che dopo il trattamento antiparassitario, il peso corporeo e la produzione di latte. A Palazzolo Acreide la prova ha riguardato 18 pecore di razza Barbaresca controllando il peso corporeo e la produzione di latte sia prima che dopo il trattamento. A Regalbuto sono stati sottoposti alla prova per due anni, circa 200 capi nel periodo autunnale controllando la produzione di latte sia prima che dopo il trattamento. Al fine di controllare la carica parassitaria presente, sia prima che dopo il trattamento, dagli animali venivano prelevate le feci direttamente dal retto e sottoposte ad esame microscopico, ciò permetteva anche di stabilire quale prodotto antiparassitario utilizzare. RISULTATI A Monreale è stato rilevato un aumento sia del peso che della produzione di latte nelle pecore trattate rispetto a quelle non trattate. A Palazzolo Acreide la prova ha voluto confermare la validità del trattamento antiparassitario mirato; in questa iniziativa, a distanza di 2 mesi dal trattamento e, ponendo come base di riferimento l'intero gregge, si è verificato che gli animali non trattati hanno perso il 6,3% in peso e il 13% in produzione lattea, mentre quelli trattati hanno guadagnato il 6,7% in peso e l'8,6% in produzione lattea, con una forbice tra i due gruppi del 13% in peso e del 22% in produzione lattea. A Regalbuto è stato riscontrato un aumento della produzione di latte del 13%; considerando un valore medio del latte di /litro e un costo per due trattamenti di si è valutato un guadagno netto per pecora di Questo calcolo non tiene conto di tutti gli altri vantaggi, produttivi e sanitari, che si ottengono liberando gli animali dalle parassitosi. 29

29 I SOTTOPRODOTTI NELL'ALIMENTAZIONE DEL CONIGLIO Il coniglio, sebbene sia un animale monogastrico, può essere alimentato introducendo nella sua dieta foraggi e sottoprodotti agricoli ottenuti in azienda o provenienti dalle industrie alimentari, spesso non sfruttabili efficacemente da altri animali. Nella formazione della dieta possono essere inseriti alimenti di facile reperibilità locale: il fieno di sulla, come fonte proteica fibrosa, la granella di cece per aumentare la concentrazione proteica ed energetica, vinaccioli integrali caratterizzati da un alto tenore in lignina e in olio. Per migliorare le prestazioni di crescita e ridurre i problemi digestivi si possono usare i probiotici, colture di microrganismi, in particolare lieviti, lattobacilli e batteri sporigeni, che inglobate nell'alimento agirebbero come equilibratori della microflora intestinale. AZIONE DIMOSTRATIVA Finalità: Dimostrare la possibilità di utilizzare efficacemente alimenti locali nella dieta dei conigli. L'azione dimostrativa è stata realizzata dalla S.O.A.T. di Monreale. L'iniziativa ha riguardato 4 gruppi omogenei di conigli di 42 giorni di età, alimen- Alimenti di facile reperibilità locale 30

30 tati rispettivamente con dieta commerciale, dieta locale, dieta locale con aggiunta di 200 mg/kg di probiotici e dieta locale con aggiunta di 400 mg/kg di probiotici. I conigli, a gruppi di 5-6 maschi e 4-5 femmine e alimentati a volontà, sono stati mantenuti in gabbie disposte su un piano e munite di tramoggia. Nel corso della prova sono stati controllati gli accrescimenti ponderali e i consumi alimentari per gruppi. A conclusione delle prove protrattesi per 58 giorni si è proceduto, previo digiuno di 24 ore, alla macellazione di tutti i soggetti e all'esecuzione dei rilievi sulle carcasse. COMPOSIZIONE PERCENTUALE DELLA DIETA "LOCALE" COMPOSIZIONE CHIMICA DEGLI ALIMENTI LOCALI E DELLE DIETE (% s.s.) 31

31 RISULTATI I conigli alimentati con la dieta "locale", priva di probiotici, hanno fatto registrare prestazioni di crescita comparabili a quelle del gruppo alimentato con la dieta commerciale e hanno fornito carcasse di uguale peso e pari resa alla macellazione. La somministrazione delle diete addizionate con probiotici ha determinato la produzione di carcasse più leggere senza peraltro influenzare la resa alla macellazione. La mortalità dei conigli durante l'ingrasso non è risultata significativamente diversa tra i gruppi. I risultati confermano la possibilità di somministrare ai conigli in accrescimento diete costituite in larga parte da alimenti alternativi e sottoprodotti agroindustriali disponibili localmente senza modificare le prestazioni di crescita e le caratteristiche delle carcasse. 32

32 VARROASI DELLE API La varroasi è una malattia determinata da un acaro la cui femmina si mitre dell'emolinfa delle api e delle loro larve; è stata individuata per la prima volta nel 1904 sull'isola di Giava e si diffuse, attraverso gli scambi commerciali, intorno agli anni 60, in Europa. In Italia le prime segnalazioni sono avvenute in provincia di Gorizia nel 1981 e in provincia di Palermo nel L'azione della Varroa danneggia principalmente la covata e le api che sfarfallano presentano, spesso, una riduzione del loro peso di circa il 25%, deformazione delle ali e una minore vitalità e longevità. In assenza di adeguati interventi si assiste, dopo poco tempo, alla riduzione e alla scomparsa della famiglia. Spesso ad aggravare la malattia intervengono agenti secondari come virus e batteri. I danni economici che la varroasi causa sono molto gravi per l'alta mortalità negli alveari. Controllo periodico dello stato sanitario delle api 33

33 AZIONE DIMOSTRATIVA Finalità: dimostrare l'efficacia di alcuni prodotti contro la varroasi. L'azione dimostrativa è stata realizzata dalla S.O.A.T. di Palazzolo Acreide. L'iniziativa è stata realizzata su arnie con assenza di melario con fondo mobile dove sono stati posti fogli di carta plastificata, trattata con vasellina per la raccolta degli acari. La sostituzione dei fogli e la conta degli acari è stata fatta con cadenza settimanale. L'efficacia del prodotto oggetto della prova è stata confrontata con un altro formulato. La prova ha interessato 8 alveari situati nella stessa zona e trattati con tavoletta Api Life Var spezzata in più parti e posta sopra i telaini. Il trattamento è stato ripetuto il primo anno dopo 12 giorni e il secondo anno è stato fatto per tre volte a distanza di 8 giorni; trascorso tale periodo è stato effettuato il controllo utilizzando un panno spugna imbevuto con 40 ml di acido formico in soluzione acquosa al 60% ed effettuando 4 trattamenti a intervalli di 5 giorni. Per ottenere una idonea camera di evaporazione, durante i trattamenti sono stati capovolti i coprifavi, laddove il coprifavo era privo di spondine, si utilizzava una cornice che si situava sui favi. Nel corso del terzo anno di studio è stato provato l'acido ossalico, sono stati trattati sette alveari con una soluzione a base di 13 gr di acido ossalico anidro e 100 gr di zucchero in 100 gr di acqua. Per ogni favo sono stati distribuiti 5 ml di soluzione procedendo direttamente sulle api, mediante una siringa; sono stati effettuati tre trattamenti a distanza di otto giorni; il conteggio delle varroe è stato fatto al secondo e all'ottavo giorno dopo ogni trattamento. RISULTATI Il primo anno con l'uso della tavoletta di Api Life Var con ripetizione del trattamento dopo 12 giorni si è avuta una efficacia del 91,2%. Il secondo anno utilizzando lo stesso prodotto ma con tre trattamenti a distanza di 8 giorni si è avuta una efficacia del 94,5%. Il terzo anno con l'uso dell'acido ossalico anidro si è avuta una efficacia del 75%. 34

34 ATTIVITÀ DIVULGATIVE

35 ANAGRAFE ZOOTECNICA La conoscenza del reale patrimonio zootecnico è il presupposto indispensabile per qualunque politica di intervento sia di carattere sanitario che strutturale. Gli scopi che si prefìgge l'anagrafe zootecnica sono diversi: 1) Individuare gli allevamenti e gli allevatori; 2) Accertare il numero degli animali presenti negli allevamenti; 3) Controllare lo spostamento degli animali; 4) Programmare i piani di risanamento dalle malattie infettive; 5) Individuare gli animali ammessi ai premi CEE e impedire le truffe; 6) Individuare gli animali ammessi ai programmi di selezione genetica; 7) Controllare i furti di bestiame. L'anagrafe interessa tutte le aziende zootecniche. ATTIVITÀ' DIVULGATIVA Gli opuscoli illustrano gli adempimenti previsti dal D.P.R. 317 del 30/04/96 sulla identificazione degli animali, interessando Bovini, Ovini, Caprini e Suini, e de- Vitello identificato con marche auricolari 37

36 scrivendo le varie fasi da seguire per una corretta anagrafe zootecnica. Gli elementi essenziali descritti sono: 1) CODICE AZIENDALE Ogni azienda zootecnica è identificata da un codice costituito dalla sigla dell'italia, dalle ultime tre cifre del codice ISTAT del comune ove ha sede l'azienda, dalla sigla della provincia e da un numero a tre cifre. 2) MODALITÀ' DI IDENTIFICAZIONE I bovini vengono identificati con due marche apposte ai padiglioni auricolari entro 30 giorni dalla nascita. Gli ovicaprini vengono identificati con due tatuaggi o con una marca e un tatuaggio entro 60 giorni dalla nascita. I suini vengono identificati con un tatuaggio entro 70 giorni dalla nascita. 3) MODALITÀ' DI REGISTRAZIONE I bovini e gli ovicaprini vanno registrati individualmente in appositi registri dove vengono annotati le nascite, morti e vendite; inoltre i bovini sono provvisti di un passaporto che li accompagna nei loro spostamenti. I suini vanno registrati per gruppi entro 3 giorni dalla identificazione o da vendite e acquisti. 4) MOVIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI Per lo spostamento degli animali si deve compilare il "Modello 4" dove vengono riportati i dati dell'azienda di provenienza, di destinazione e l'attestazione sanitaria. AUTORI: l'argomento è stato trattato sotto forma di opuscolo dalle S.O.A.T. di Regalbuto e Traina, sotto forma di foglio divulgativo, in collaborazione, con le S.O.A.T. di S. Croce Camerina, Modica, Ragusa, Sezioni dell'e.s.a e Coldiretti di Ragusa. 38

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