AFRICAN FAMILIES SERVICE DI LONDRA INCONTRO-SEMINARIO Venerdì 10 maggio 2013

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1 AFRICAN FAMILIES SERVICE DI LONDRA INCONTRO-SEMINARIO Venerdì 10 maggio 2013 L African Families Service di Tower Hamlets (quartiere di Londra) si occupa delle problematiche relative alle famiglie africane a Londra. Il servizio ha un esperienza pluriennale nel campo dell immigrazione, soprattutto nell intervento con i minori migranti africani, le famiglie, gli adolescenti e le donne vittime di tratta. La giornata è stata suddivisa in due parti: la prima ha avuto luogo nell aula magna del liceo scientifico Messedaglia di Verona ed ha richiamato l attenzione del mondo della scuola; la seconda, prevista per il pomeriggio nella sala congressi Il Filò 21 di San martino Buon Albergo, è stata dedicata al mondo dei servizi socio-sanitari ed educativi (assistenti sociali, operatori dei servizi socio-sanitari, educatori e volontari). PRIMA PARTE L incontro della mattina ha coinvolto: 140 studenti delle classi terza, quarta e quinta, accompagnati da quattro professori/resse; alcune assistenti sociali; due ricercatrici di Bologna (Casa delle donne per non subire violenza); alcune educatrici ed operatrici della cooperativa sociale Multi Valori; alcuni soci delle associazioni NWA - Nigerian Women Association e Le Primule. L incontro.ha avuto inizio alle 9,55 con la presentazione del seminario da parte di Massimo Perobelli, docente del liceo scientifico Messedaglia. L organizzatrice dell evento, dott.ssa Oluwakemi Victoria Ajibola, ha quindi presentato le relatrici dell African Families Service di Londra: Ann Roach, dirigente del servizio African Families Service e responsabile del Servizio di tutela dei minori; Amma Anane-Agyei, ideatrice e coordinatrice dell African Families Service, assistente sociale specialistica. L intervento delle relatrici per la mattinana prevedeva la presentazione delle attività svolte dai loro servizi, soprattutto per quanto riguarda i loro interventi nelle scuole. Relazioni delle ospiti londinesi: dott.ssa Amma Anane-Agyei e dott.ssa Ann Roach Le relatrici hanno iniziato l intervento mostrando il video di una giovane scrittrice nigeriana di etnia Igbo, Chimamanda Ngozi Adichie, nata nel 1977, autrice di due libri: L ibisco viola e Metà di un sole giallo. Nel video, la narratrice riflette sul pericolo di una storia unica, sul valore delle parole, delle azioni e soprattutto sull importanza di ricercare la verità in una pluralità di storie. Storie di paesi e storie di genti che non possono essere raccontate da una singola parte, da un unico "pulpito" ma che esigono di essere narrate da quante più prospettive possibili. Pena l incomprensione, l incomunicabilità, la riduzione di un popolo a stereotipo. La ricercatrice di Bologna, Giuditta Creazzo ha condotto la riflessione sulle singole storie e le loro conseguenze. Numerosi studenti sono intervenuti e hanno portato il loro punto di vista. È intervenuta quindi Elena Migliavacca, assistente sociale del Comune di Verona, con una

2 domanda che ha dato modo alle ospiti di chiarire come è nato il servizio londinese e perché si è scelto di dedicarlo esclusivamente alle problematiche che riguardano le famiglie africane. L AFS è un servizio che ha iniziato le sue attività in un quartiere di Londra (Tower Hamlets) con una popolazione di abitanti dei quali il 60% sono Africani. A causa delle problematiche che le famiglie africane portavano ai servizi del territorio, si è ritenuto indispensabile creare un servizio dedicato, non indifferenziato ma sensibile alle differenze culturali. Il lavoro del servizio ha riguardato inizialmente i seguenti aspetti: Percorsi di formazione rivolti sia agli operatori dei servizi territoriali sia alle famiglie delle comunità africane, per promuovere una maggiore consapevolezza riguardo alla necessità di un azione di intermediazione che aiuti a dipanare le incomprensioni tra le parti. Lavoro con le comunità delle minoranze etniche nel fornire loro gli strumenti per comprendere i servizi e agevolarne l utilizzo. Lavoro con i genitori dei minori e con le famiglie africane per aiutarli a comprendere i limiti di comportamento accettati/non accettati nella società britannica e per fornire delle conoscenze in merito alla legislazione sulla tutela dei minori. Lavoro educativo nelle scuole per evitare l espulsione di minori africani mediante degli incontri con i genitori sui casi problematici. Il lavoro con le comunità africane è stato ed è tuttora estremamente importante per favorire la consapevolezza dei genitori e delle famiglie sul sistema di custodia e di tutela del minori nella società britannica. Le figure chiave con cui il servizio ha lavorato fin da subito sono i pastori delle comunità, il riferimento principale per trasmettere alle famiglie informazioni e conoscenze riguardo alla genitorialità e alla tutela dei minori. Al termine della relazione è intervenuta la dott.ssa Ajibola, la quale ha affermato che quest ultimo punto vale anche in Italia, dove i parrocchiani nigeriani danno ascolto ai loro pastori. Anche in Nigeria, la figura che mette pace tra le coppie in conflitto è rappresentata dal pastore della chiesa oppure dall imam della moschea, nel caso dei musulmani. I pastori, infatti, vengono rispettati in quanto viene loro attributa un autorevolezza ai massimi livelli. Relazione sulla Nigeria: dott.ssa Oluwakemi Victoria Ajibola La relatrice inizia l intervento collegandosi al video della scrittrice Adichie, condividendo il proprio impegno nella lotta per pareggiare il ruolo della donna a quello dell uomo in un paese maschilista come la Nigeria. Gli studenti di sesso maschile presenti in aula, interessati all argomento, sono intervenuti con ironia. La dott.ssa Ajibola ha poi sviluppato l intervento focalizzandosi maggiormente sugli aspetti che riguardano la conformazione geo-politica, la suddivisione etnica e l organizzazione sociale della Nigeria, dedicando ampio spazio alle usanze e alle tradizioni locali. La relatrice ha inoltre evidenziato l importanza della famiglia per la cultura nigeriana, illustrandone le differenze rispetto alla società italiana. Infatti in Nigeria è ancora diffusa (sebbene stia diminuendo) la poligamia e il

3 ruolo della donna è subalterno a quello dell uomo (il sistema sociale è basato sul modello patriarcale). In Ghana, invece, ha spiegato la dott.ssa Amma Anane Agyei, esistono due modelli, uno matriarcale e uno patriarcale. SECONDA PARTE La seconda parte dei lavori ha avuto luogo nella sala congressi Il Filò 21 a San Martino Buon Albergo. I lavori hanno avuto inizio alle 15,00 con la presentazioni del seminario e delle relatrici da parte della dott.ssa Iseppi Elisa. Il pomeriggio è stato dedicato al mondo dei servizi, con l intento di coinvolgere le assistenti sociali, gli operatori dei servizi sanitari e socio sanitari, le educatrici e i volontari interessati al tema specifico delle problematiche relative agli utenti nigeriani. Nonostante sul territorio veronese si stia affrontando la questione attraverso varie iniziative, si intendeva offrire l opportunità di approfondire la tematica grazie all intervento di esperte a livello internazionale, con l obiettivo di confrontarsi e valutare la possibilità di creare un servizio analogo sul nostro territorio. La dott.ssa Ajibola aveva avuto modo di incontrare e conoscere l African Families Service qualche mese fa, partecipando ad un training per professionisti dei servizi sociali e altri professionisti, sulla salvaguardia dei minori e delle famiglie dell Africa nera. Al seminario pomeridiano hanno partecipato le operatrici che collaborano nei vari progetti delle associazioni NWA, Le Primule e della cooperativa Multi Valori e alcune donne e operatrici africane che lavorano sul territorio veronese. Ann Roach, la dirigente del servizio di tutela dei minori di Tower Hamlet, ha raccontato la storia dell African Families Service, servizio ideato da Amma Anane-Agyei e da una sua collega, che lavoravano sul territorio come assistenti sociali e rilevarono l esigenza di creare un servizio apposito per le famiglie africane, che fosse cioè sensibile alle differenze culturali. Gli elementi che notarono nel loro lavoro e che le portarono a ideare il servizio furono: l aumento di bambini africani maltrattati; l aumento dei bambini neri esplusi dal percorso scolastico a causa delle loro supposte difficoltà; la mancanza di consapevolezza nelle famiglie di origine africana rispetto alle aspettative dello stato britannico; la mancanza di conoscenze da parte delle famiglie di origine africana riguardo alla legislazione britannica dell accesso e utilizzo del servizio sociale, sul percorso scolastico, sulla tutela dei minori, ecc. Tali elementi rivelavano la necessità di agire su più fronti: con le famiglie africane e con i professionisti dei vari settori (sociale, scolastico, sanitario, ecc.). Ann Roach ha sottolineato che tuttora l AFS lavora ad ampio raggio sulle tematiche illustrate e che ad oggi è diventato un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per quanto riguarda la formazione ed stato riconosciuto nel 2013 come la best practice del Regno Unito. Amma Anane-Agyei, la coordinatrice del servizio, è un esperta riconosciuta ad altissimo livello,

4 tanto che viene consultata anche dal governo britannico. Fra le pratiche attivate dal servizio che stanno funzionando molto bene c è quella della squadra virtuale di professionisti del sociale/sanitario/educativo-scolastico, che è diventata una rete di lavoro e uno spazio riflessivo in cui ragionare assieme sui casi difficili. Il lavoro con le comunità e con le famiglie è servito anche a creare reti sociali fra le donne e fra i genitori, offrendo così ai cittadini di origine africana uno strumento in più per condividere, sostenersi e apprendere. Nonostante l ottimo lavoro dell AFS, i problemi portati dalla popolazione africana sono tuttora notevoli. I cittadini di origine africana sono in costante aumento e al servizio arrivano sempre più richieste anche dall esterno del quartiere. La criminalità giovanile, la violenza organizzata e la tratta e lo sfruttamento sessuale delle ragazze/donne vedono sempre più la presenza di giovani e adulti africani. La visibilità delle pratiche tradizionali e dei maltrattamenti è aumentata, portando problemi di sicurezza e di tutela. A breve il servizio organizzerà un corso di due giornate per salvaguardare le giovani donne vittime della tratta e per la riflessioni del problema della tratta e dello sfruttamento sessuale delle giovani donne. Amma Anane-Agyei illustra il lavoro di formazione che l AFS fa con i genitori africani e con i professionisti, il quale passa attraverso le fasi seguenti: 1. Acquisizione di conoscenza e consapevolezza rispetto a come vengono cresciuti i bambini in Africa, anche attraverso l analisi dei sistemi politici, delle tradizioni, delle credenze e dei sistemi di vita del continente africano. 2. Osservazione della transizione: si analizzano tutti i passaggi che la famiglia ha fatto per arrivare a stabilirsi nel Regno Unito e si acquisisce consapevolezza su come tali passaggi abbiano influito sullo sviluppo del bambino. Il presupposto di questo lavoro consiste nel fatto che ogni società richiede competenze diverse per la crescita dei figli, per cui per crescere i figli in un paese diverso dal proprio è indispensabile acquisire nuove conoscenze abilità. L osservazione della transizione prevede una serie di passaggi: a. Quali sono le capacità che i genitori hanno appreso da bambini. b. Quali capacità hanno acquisito nella loro 2ª casa (il passaggio va ripetuto per tutte le case che i genitori hanno avuto: i paesi in cui hanno vissuto). c. Quali capacità che hanno appreso da bambini non sono state utilizzate nella 2ª casa. d. Quali capacità devono essere apprese nella nuova casa. Attraverso questo percorso i genitori possono arrivare a concepire e percepire quali sono le difficoltà che i loro bambini affrontano nella transizione. L obiettivo del percorso con le famiglie africane riguarda la comprensione delle tradizioni da mantenere e di quelle da abbandonare nella seconda casa. Esiste un abitudine, propria della tradizione africana (comune a tutti i paesi africani e applicata con costanza e continuità), che le famiglie africane devono mantenere anche nella loro nuova casa: le riunioni di famiglia. Gli incontri familiari per discutere, per parlare di come va a scuola,

5 di come va a casa, per parlare della famiglia, devono proseguire in egual numero e con egual costanza rispetto a quanto si faceva in Africa, perché fanno bene alla famiglia e fanno bene ai figli. Le pratiche tradizionali, invece, sono deleterie per lo sviluppo del bambino nel Regno Unito, quindi devono essere abbandonate. Altre pratiche devono essere acquisite, ad esempio l utilizzo del web per creare reti sociali.

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