COARTICOLAZIONE E ACCENTO

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1 COARTICOLAZIONE E ACCENTO Claudio Zmarich, Cinzia Avesani, Massimiliano Marchiori Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del C.N.R., sede di Padova zmarich@pd.istc.cnr.it, avesani@pd.istc.cnr.it, massimiliano.marchiori@yahoo.it 1. SOMMARIO Lo scopo di questa ricerca è di analizzare la coarticolazione anticipatoria di sillabe CV (C= /d/, V= /a/ o /i/) in condizioni in cui le sillabe da produrre sono fatte variare sistematicamente per accento lessicale e tipologia di focus pragmatico-intonativo. Infatti per la lingua inglese è stato trovato (v. De Jong, Beckman & Edwards, 1993) che le sillabe prosodicamente prominenti evidenziano una minore coarticolazione dei loro costituenti segmentali (qui C e V) rispetto a sillabe che sono meno prominenti (come le atone di parole che sono prive di focus). Un maggior grado di prominenza vocalica e consonantica nelle sillabe focalizzate dovrebbe essere realizzato da labbra e lingua con movimenti tra i rispettivi target che sono più ampi, più lunghi e più rapidi. Questa strategia massimizza le caratteristiche di luogo di consonanti e vocali e riduce le reciproche influenze coarticolatorie. Hanno preso parte all esperimento quattro soggetti adulti del Nord Italia (Zmarich e Marchiori, 2005). Ciascun locutore ha letto 3 volte un corpus di 6 frasi composte di Nome- Verbo o Verbo-Nome nelle quali il verbo è una parola naturale, mentre il nome è una pseudo-parola trisillabica nella quale la posizione dell accento lessicale è stata variata sistematicamente sulle tre sillabe: viene dadada/dididi, dadada/dididi viene. Ogni enunciato è costituito dalla lettura di una risposta informativamente adeguata ad una domanda presentata tramite auricolari ai locutori. In tal modo si sono ottenuti enunciati con focus ampio o neutro (focus distribuito sull intera frase, ad es. [viene dadada/dididi] F ), con focus ristretto alla parola iniziale (ad es. dadada/dididi] F viene ) e con focus ristretto alla parola finale (ad es. viene dadada/dididi] F ). Sia il nome che il verbo possono costituire il focus ristretto della frase.quando una parola è in focus ristretto, l altra è in posizione preo postfocaleed è presupposta e, dunque fuori dalla portata del focus. La metrica scelta per investigare la coarticolazione CV è quella delle equazioni di luogo (Locus equations), che permettono di quantificare il grado di coarticolazione di V su C poiché utilizzano i parametri delle regressioni lineari dei valori in frequenza di F2 misurati all inizio della transizione CV e al centro di V, in base alla formula: F2 onset =kf2 vocale +c. I risultati evidenziano come la struttura prosodica influenza non solo le caratteristiche fonetiche soprasegmentali del parlato ma anche la sua realizzazione segmentale: le sillabe toniche sono significativamente meno coarticolate delle atone mentre le variazioni di coarticolazione indotte dalla focalizzazione contrastiva, che sono state per la prima volta oggetto di studio per l italiano, si sono rivelate essere abbastanza sistematiche ma di grandezza minore e statisticamente non significative. 2. INTRODUZIONE Lo scopo di questa ricerca è di analizzare la coarticolazione anticipatoria, cioè l influenza articolatoria di un fono sul fono che lo precede) in sillabe CV che si differenziano solo per la vocale (C= /d/, V= /a/ o /i/), e che variano sistematicamente per

2 accento lessicale (accentato vs. atono) e tipologia di focus (focus contrastivo ristretto vs assenza di focus). Da studi acustici condotti su un certo numero di lingue (inglese, svedese, tedesco ecc.. cfr. Lehiste, 1970) sappiamo che le sillabe prosodicamente prominenti sono più lunghe, meno centralizzate, di tono più alto rispetto a sillabe che sono meno prominenti. Dagli studi articolatori inoltre sappiamo che il maggior grado di prominenza vocalica e consonantica nelle sillabe focalizzate viene realizzato da labbra e lingua con movimenti tra i rispettivi target che sono più ampi, più lunghi, più rapidi e che esibiscono una maggior attività elettromiografica. (cfr. Fowler, 1995). Per quanto riguarda l influenza della prominenza prosodico-pragmatica sulla coarticolazione, studi sull inglese e sullo svedese la descrivono come una correlazione negativa, nel senso che le sillabe che sono prominenti dal punto di vista prosodico (quasi sempre per accento lessicale o intonativo-nucleare), evidenziano un grado minore di coarticolazione rispetto alle sillabe meno prominenti. E stato affermato che un rafforzamento articolatorio come quello mostrato dalle sillabe accentate corrisponde ad una maggiore resistenza coarticolatoria (Fowler, 1981; de Jong, Beckman & Edwards, 1993; de Jong, 1995). Questa strategia massimizza le caratteristiche di luogo e grado di costrizione di consonanti e vocali e riduce le reciproche influenze coarticolatorie. I dati acustici dimostrano che le vocali accentate sono meno sensibili a effetti contestuali rispetto alle vocali non accentate (Nord 1974; Fowler, 1981). Dati cinematici e acustici in Harrington, Fletcher & Beckman (2000) e in Cho (2001) mostrano che la prominenza vocalica in inglese è costantemente associata con una iperarticolazione del ciclo della mandibola (per aumentare la sonorità), mentre l iperarticolazione del gesto linguale (per rafforzare l opposizione fonologica) si verifica per le vocali basse con la posteriorizzazione del dorso della lingua, laddove le due strategie sommano i loro effetti per rafforzare la prominenza, e con l anteriorizzazione per la vocale /i/. Di particolare interesse è il dato che riguarda la realizzazione cinematica della vocale interessata dal focus contrastivo (Erickson, 2002): essa avviene, nel caso di /a/, con un abbassamento della mandibola e una ritrazione del dorso della lingua che contribuiscono a ravvicinare al massimo F1 (innalzandola) e F2 (abbassandola); nel caso di /i/, con un abbassamento della mandibola e un innalzamento, unito a uno spostamento in avanti, del dorso della lingua che contribuiscono a separare massimamente F1 (abbassandola) e F2 (innalzandola). Le tendenze su delineate sono confermate per l italiano relativamente all opposizione tra sillabe atone e toniche (Vayra, Fowler e Avesani, 1987; Farnetani, 1990; Vayra e Fowler, 1992; Farnetani e Recasens, 1993; Magno, Vagges e Zmarich, 1995; Farnetani and Vayra, 1996; Farnetani, 2000; Farnetani, 2003) e al contrasto tra sillabe toniche e focalizzate (Avesani, Vayra e Zmarich, 2006), anche se la maggior parte dei risultati, di tipo sia acustico che articolatorio, può essere riferita solo alle vocali. Farnetani (2000, 2003) ad es., riscontra che le vocali più accentate (lessicalmente) riportano valori di F2 più estremi (più alti per /i/ e più bassi per /a/). Più pertinente rispetto all oggetto del nostro studio risultano le osservazione di Farnetani (1990) che gli effetti coarticolatori di V-su-C in termini di contatto linguopalatale per le consonanti dentali sono minori nelle sillabe toniche che nelle sillabe atone.

3 3. PROCEDURA SPERIMENTALE 3.1 Soggetti e stimoli Hanno preso parte all esperimento quattro locutori di area veneta (3 uomini, 1 donna), studenti universitari, la cui età media è 30 anni. (Zmarich e Marchiori, 2005). Ciascun locutore ha letto 3 volte un corpus di 6 frasi composte di Nome-Verbo e 6 frasi composte di Verbo-Nome nelle quali il verbo è una parola naturale, mentre il nome è una pseudo-parola trisillabica CVCVCV (C=[d], V=[a,i] nella quale la posizione dell accento lessicale è stata variata sistematicamente: viene dadada/dididi, dadada/dididi viene. Ogni enunciato è la risposta informativamente adeguata ad una domanda preregistrata trasmessa tramite auricolare ai locutori. In tal modo ciascuna delle 6 frasi è stata prodotta (i) con focus ampio (focus distribuito sull intera frase, ad es. [viene dadada/dididi] F ), (ii) con focus contrastivo ristretto alla parola iniziale (ad es. [dadada/dididi] F viene )e(iii)con focus contrastivo ristretto alla parola finale (ad es. viene [dadada/dididi] F ).Siailnomeche il verbo possono costituire il focus ristretto della frase. In (ii) e (iii) quando una parola è in focus ristretto, l altra è presupposta e, dunque fuori dalla portata del focus ( out of focus ). Il numero finale di frasi prodotte da ciascun soggetto si aggira attorno alle Metodi di analisi Abbiamo escluso tutte le produzioni che dal punto di vista percettivo non si conformavano al target (cioè consonanti e vocali qualitativamente diverse da quelle attese). La metrica scelta per studiare la coarticolazione CV è quella ben conosciuta delle equazioni di luogo (Locus equations, Sussman et al., 1991), che permettono di quantificare il grado di coarticolazione (ma vedi le obiezioni di Lofqvist, 1999) di V su C poiché descrivono le regressioni lineari dei valori in frequenza di F2 misurati all inizio della transizione CV e al centro di V, in base alla formula: F2 onset =kf2 vocale +c. Ivaloridik (la pendenza della retta di regressione) variano idealmente da 0 (completa assenza di coarticolazione, poiché al variare del valore di V (F2 vocale ) non varia quello di C (F2 onset ), a 1 (massima coarticolazione, poiché la variazione del valore di C è completamente determinata dal valore di V). I valori di c sono relativi all intercetta, per F2 vocale =0.Per ragioni di chiarezza, da ora in avanti chiameremo F2c il valore di F2 misurato all inizio della transizione (in Sussman et al.: F2 onset ) e F2v il valore di F2 misurato al centro della vocale (in Sussman et al.: F2 vocale ). Abbiamo utilizzato Praat per calcolare il tracciato delle formanti LPC e la sezione spettrale (spectral slice). Qui presentiamo i valori relativi alla sola sezione spettrale giudicata da noi più affidabile e precisa (la sezione spettrale è una rappresentazione diagrammatica dello spazio formantico in un preciso istante temporale, in cui in ordinata figura l energia e in ascissa figura la frequenza in Hz) Opzioni selezionate per l analisi delle formanti: - passo d avanzamento della finestra d analisi: 100 ms - lunghezza della finestra d analisi: 24 ms per i maschi, 12 ms per la femmina - estensione massima per la ricerca delle formanti: 5000 Hz per i maschi, 5500 per la femmina I due punti di misurazione delle formanti sono (Sussman et al. 1991: 1312): - F2c: valore di frequenza di F2 alla prima pulsazione glottica riconoscibile e non troppo rumorosa dopo lo scoppio del rilascio dell occlusione; - F2v: valore di frequenza a metà del nucleo vocalico, nella regione di massima ampiezza della forma d onda e possibilmente nello stato stazionario di F2 del sonogramma.

4 Nel presente esperimento si è cercato di creare un corpus in cui gli effetti coarticolatori da analizzare fossero di tipo: - anticipatorio della vocale sulla consonante, scegliendo di analizzare un tipo di sillaba costituita dalla consonante dentoalveolare /d/ seguita da vocale, la cui articolazione secondo Lindblom (1998) risulta da un compromesso tra la possibilità di massimizzare la coarticolazione (il dorso della lingua è già in posizione per V) e la necessità di massimizzare l economia articolatoria (il dorso della lingua assume una posizione più neutra al fine di minimizzare la distanza tra l apice della lingua e la chiostra dentoalveolare). Per quanto riguarda l articolazione della /d/ dell Italiano, essa risulta essere particolarmente sensibile a restrizioni nei movimenti linguali imposte dal tipo di vocale, /a/ o /i/, mentre l influenza della consonante sulla vocale risulta scarsa, soprattutto quando questa viene articolata con un maggior grado d innalzamento del dorso e un maggior contatto linguopalatale, come accade per [i] (Farnetani, 1990); - interni alla sillaba, scegliendo di analizzare la sillaba centrale di un trisillabo costruito dalla triplice reiterazione dello stesso tipo di sillaba (/da/ o /di/). In questo modo sono state ridottele possibilità di influenze coarticolatorie provenienti da segmenti diversi presenti in un dominio più ampio della sillaba; - conseguenza diretta della variazione nei gradi di prominenza, scegliendo di confrontare sillabe che si differenziano solo in base alla combinatoria delle condizioni di accento lessicale (presente/assente) e prominenza pragmatica (focus ristretto vs assenza di focus). Nel contempo, si è cercato di minimizzare quelle condizioni che avrebbero potuto portare a variazioni del grado di coarticolazione dovute a variabili non controllate (vedi Recasens 1999), come: - la posizione contestuale della sillaba nella parola (analizzando la sola sillaba centrale); - il ruolo sintattico della parola (sempre soggetto); - la velocità e l accuratezza di elocuzione (precisa e non veloce); o che avrebbero potuto creare artefatti nella misurazione semplicemente a causa del metodo adottato (le equazioni di luogo), come nel caso di valori di V.O.T. positivi eccessivamente alti esibiti da qualche produzione di consonanti sorde dell italiano. Infatti, poiché nelle equazioni di luogo i valori delle consonanti che sono messi in relazione alle vocali sono misurati sul primo ciclo glottico dopo il rilascio dell occlusione, se questo è troppo distante dal rilascio probabilmente contiene un valore di F2 che risente dell avvenuto riposizionamento della lingua per l articolazione della vocale (Sussman & Modarresi, 2003). 4. RISULTATI Ciascuno dei 4 soggetti ha prodotto mediamente 6 sillabe toniche e 12 atone per ciascuna delle diverse combinazioni di tipi vocalici e condizioni di focus. La tabella 1 mostra i valori medi individuali per F2c e F2v nelle diverse condizioni di accento lessicale, focalizzazione e contesto vocalico.

5 Soggetto Accento Focus Vocale F2cons F2voc H A O a N A O a V A O a Z A O a H T O a N T O a V T O a Z T O a H A R a N A R a V A R a Z A R a H T R a N T R a V T R a Z T R a H A O i N A O i V A O i Z A O i H T O i N T O i V T O i Z T O i H A R i N A R i V A R i Z A R i H T R i N T R i V T R i Z T R i Tab. 1: Valori individuali (per i soggetti H, N, V, Z) dei valori medi (Hz) per F2c e F2v nelle diverse condizioni di accento lessicale, focalizzazione e contesto vocalico. La tabella 2 mostra i valori individuali relativi all indice di correlazione (r), alla pendenza (k) e all intercetta della retta di regressione interpolante le coppie di valori F2c e F2v per ciascuna delle condizioni di accento lessicale e di focus. I valori individuali di F2c sono stati considerati come variabili dipendenti e i corrispondenti valori di F2v come variabili indipendenti in una serie di analisi della regressione computate separatamente a seconda delle condizioni di focus e di accento lessicale.

6 Soggetto Accento Focus r k-pendenza Intercetta H A O N A O V A O Z A O H T O N T O V T O Z T O H A R N A R V A R Z A R H T R N T R V T R Z T R Tab. 1: Valori individuali (per i soggetti H, N, V, Z) del coefficiente di correlazione (r), della pendenza (k) e dell intercetta per la retta di regressione delle coppie di F2c e F2v per ciascuna delle combinazioni tra le condizioni di accento lessicale (A=atono, T=tonico) e di focus pragmatico-informativo (O=assenza di focus, R=focus ristretto) Le figure 1 e 2 mostrano gli otto diagrammi individuali risultanti dalla proiezione nello spazio cartesiano delle coordinate F2c*F2v nella condizione di assenza di focus, rispettivamente per le sillabe atone (fig.1) e accentate (fig.2). I risultati mostrano che i valori individuali di k sono minori per le sillabe accentate rispetto a quelle atone, indicando così una relazione inversa tra grado di prominenza e grado di coarticolazione.

7 Fig. 1. Distribuzione dei valori di F2c e F2v interpolati dalla retta di regressione lineare, per i soggetti H, N, V, Z, per le sillabe atone in assenza di focus. Fig. 2. Distribuzione dei valori di F2c e F2v interpolati dalla retta di regressione lineare, per i soggetti H, N, V, Z, per le sillabe toniche in assenza di focus.

8 Le figure 3 e 4 mostrano gli otto diagrammi individuali risultanti dalla proiezione nello spazio cartesiano delle coordinate F2c*F2v nella condizione di focus ristretto, rispettivamente per le sillabe atone (fig.3) e accentate (fig.4). I risultati mostrano che, anche in questo caso, i valori individuali di k sono minori per le sillabe accentate rispetto a quelle atone, indicando così la relazione inversa tra grado di prominenza e grado di coarticolazione già verificata prima per le sillabe non focalizzate. Per verificare la significatività delle differenze tra le medie dei valori individuali della pendenza (k) e dell intercetta (c), abbiamo eseguito un analisi della varianza a due vie separatamente su ciascuna di queste variabili, considerate come dipendenti, in funzione delle variabili indipendenti relative all accento lessicale (Atona, Tonica) e al Focus (Ristretto, Assente). I risultati mostrano che le sillabe accentate solo lessicalmente (toniche) esibiscono valori significativamente inferiori di k [F (1,12)=32,224, p=0,000] e valori significativamente maggiori di c [F (1,12)=17,097, p=0,001] rispetto alle sillabe atone. Le condizioni di focus e le interazioni tra queste e lo status accentuale non producono alcuna differenza significativa, sebbene i valori inferiori di k e c mostrino come le sillabe atone e toniche siano sempre un po meno coarticolate quando si trovano in focus ristretto rispetto a quando sono in posizione pre- o post-focale Fig. 3. Distribuzione dei valori di F2c e F2v interpolati dalla retta di regressione lineare, per i soggetti H, N, V, Z, per le sillabe atone in focus ristretto.

9 Fig. 4. Distribuzione dei valori di F2c e F2v interpolati dalla retta di regressione lineare, per i soggetti H, N, V, Z, per le sillabe toniche in focus ristretto. Le figure 5 e 6 mostrano i valori medi individuali di F2 per la consonante e la vocale confrontando, separatamente per ciascuna vocale, la condizione di prominenza minima (sillaba atona in assenza di focus) con quella di prominenza massima (sillaba tonica in focus). E evidente come per quasi tutti i soggetti, la divaricazione tra i valori di F2c e F2v di ciascuna sillaba è massima quando la prominenza è massima. Per verificare dal punto di vista statistico l influenza delle condizioni sperimentali sui valori medi di consonante e vocale, abbiamo effettuato anche un analisi della varianza a due fattori, (accento lessicale e condizione di focalizzazione) condotta separatamente per ciascun soggetto e contesto vocalico sui valori dell intervallo F2c F2v (Hz): le differenze dovute al contrasto sillaba tonica vs sillaba atona risultano quasi sempre significative (p<.05, fatta eccezione per la sillaba di prodotta dal soggetto H), mentre quelle dovute al focus lo sono solo per la sillaba di prodotta da N, per la sillaba da prodotta da V, e per entrambe le sillabe prodotte da Z.

10 Fig. 5. Valori medi (Hz) di F2c e F2v per i soggetti H, N, V, Z, per la sillaba /da/, atona non in focus (sin) e tonica in focus ristretto (des) Fig. 6.Valori medi (Hz) di F2c e F2v per i soggetti H, N, V, Z, per la sillaba /di/, atona non in focus (sin) e tonica in focus ristretto (des) Per scoprire se la divaricazione presente in condizioni di massima prominenza è realizzata attraverso la variazione dei valori di F2c, o di F2v o di entrambi, è stata eseguita sui loro valori un analisi della varianza a due fattori (accento lessicale e condizione di focalizzazione), separatamente per ciascun soggetto e contesto vocalico. Nel caso di F2c, sono risultati significativamente diversi i valori relativi alla sillaba da prodotti da N per il fattore accento lessicale (tonica: 1595 Hz vs. atona: 1445 Hz; F 1,23 = , p =.000) e focus (focus ristretto: 1543 Hz vs assenza di focus: 1496 Hz; F 1,23 =

11 6.624, p =.017) e da Z per il fattore focus (focus ristretto: 1375 Hz vs assenza di focus: 1433 Hz; F 1,19 = 5.709, p =.027). Per quanto riguarda la vocale, i valori di F2v sono risultati significativamente più differenziati per l influenza dei fattori sperimentali. Relativamente alla sillaba da, sono risultati significativamente diversi per il fattore accento lessicale i valori prodotti da H (tonica: 1248 Hz vs. atona: 1336 Hz; F 1,17 = , p =.003), da V (tonica: 1531 Hz vs. atona: 1455 Hz; F 1,29 = 9.103, p =.005) e da Z (tonica: 1351 Hz vs. atona: 1394 Hz; F 1,19 = 5.708, p =.027). Relativamente alla sillaba di, sono risultati significativamente diversi per il fattore accento lessicale i valori prodotti da H (tonica: 2021 Hz vs. atona: 1927 Hz; F 1,34 = , p =.000), da N (tonica 2451 Hz vs. atona 2289 Hz; F 1,36 = , p =.000), da V (tonica: 2736 Hz vs. atona: 2508 Hz; F 1,32 = , p =.000) e da Z (tonica: 2190 Hz vs. atona: 2014 Hz; F 1,36 = , p =.000). Di particolare interesse risulta la significatività dell interazione tra i fattori accento e condizione di focalizzazione per la sillaba di prodotta dal soggetto N (Tonica in focus>tonica non focalizzata>atona in focus=atona non focalizzata; F 1,36 = 4.582, p =.039) e dal soggetto Z (Tonica in focus>tonica non focalizzata>atona in focus=atona non focalizzata; F 1,33 = , p =.003). Questo risultato sembrerebbe domostrare che la condizione di focalizzazione è in grado di produrre delle differenze, ma solo per le sillabe già prominenti per accento lessicale. 5. DISCUSSIONE In questo studio abbiamo dimostrato che lo status prosodico di una sillaba ne modifica il grado di coarticolazione intrasillabica: le sillabe più prominenti risultano essere meno coarticolate rispetto alle sillabe meno prominenti. I fattori sperimentali che in questo studio sono stati fatti variare per differenziare il livello di prominenza delle sillabe sono rappresentati dall accento lessicale (sillaba tonica vs sillaba atona) e dallo status di focalizzazione informativo-pragmatica (sillabe in focus contrastivo vs sillabe prive di focus). I risultati hanno confermato la coarticolazione delle sillabe toniche rispetto ad atone già riscontrato in altri studi acustici e articolatori sull italiano, generalmente dedicati però alle sole vocali, caratterizzate come iperarticolate (Vayra, Fowler e Avesani, 1987; Farnetani, 1990; Vayra e Fowler, 1992; Farnetani e Recasens, 1993; Magno, Vagges e Zmarich, 1995, Farnetani and Vayra, 1996; Avesani, Vayra e Zmarich, 2006), mentre le variazioni di coarticolazione indotte dalla focalizzazione contrastiva, che sono state per la prima volta oggetto di studio per l italiano, benché presenti, si sono rivelate essere di grandezza minore e statisticamente non significative. Il fatto che anche le sillabe atone delle parole in focus siano sistematicamente, sebbene non significativamente, meno coarticolate rispetto alle atone non in focus, è un risultato interpretabile alle luce delle proprietà del focus. Dobbiamo considerare che il focus è una proprietà pragmatica che interessa un intero costituente (nel nostro caso di focus ristretto, una sola parola), e possiamo ipotizzare che la maggiore salienza pragmatica si rifletta su tutte le sillabe componenti in modo scalare. Un indicazione in tal senso proviene dagli studi sugli effetti temporali del focus in svedese (Heldner e Strangert, 2001) e in inglese (Turk e White, 1999) che indicano che l allungamento in parole marcate dal focus non sia ristretto alla sola sillaba associata all accento focale. In questa luce, il grado di coarticolazione (inversamente proporzionale al grado di prominenza) si manifesta con maggiore evidenza su quelle sillabe che costituiscono la testa del costituente prosodico in focus, e dunque, nel nostro caso, in maggiore misura sulle sillabe toniche rispetto alle sillabe atone.

12 Ad essere più precisi, si può aggiungere che la focalizzazione contrastiva influisce sui valori di F2 della consonante solo per i due soggetti che manifestano poco o per nulla una variazione di F2 sulla vocale, e influisce significativamente, per due soggetti su quattro, sui valori di F2 della vocale ma soltanto quando la sillaba è già stata resa prominente dall accento lessicale. Per riassumere, la riduzione del grado di coarticolazione dalle sillabe toniche in focus ristretto alle atone non focalizzate è realizzata attraverso le seguenti manovre articolatorie dell apice (per la consonante) e del dorso della lingua (per le vocali), desunte dalle variazioni dei valori di F2 per la consonante e la vocale, e dunque traducibili in spostamenti lungo l asse antero-posteriore della cavità orale (Fant, 1970; Stevens, 1987): d + i: per quanto riguarda i valori di F2 della consonante, essi non variano significativamente al variare delle condizioni sperimentali. Per quanto riguarda i valori di F2 della vocale, tutti e quattro i soggetti realizzano uno spostamento in avanti del dorso della lingua in funzione della presenza dell accento lessicale. L interpretazione articolatoria dei dati acustici che qui viene proposta trae sostegno anche dalla dimostrata relazione acustico-cinematica tra l aumento di F2 della vocale [i] focalizzata e l avanzamento del dorso della lingua, riscontrata nei soggetti di Erickson (2002). La significatività delle interazioni tra lo status accentuale e quello legato alla focalizzazione in due soggetti e la quasi significatività (p=.051) per un terzo soggetto (V) dipende dal fatto che la focalizzazione influenza il grado di anteriorizzazione solo per le vocali che sono già prominenti per accento lessicale, mentre è ininfluente sulle vocali atone, il cui valor resta invariato al variare della condizione di focalizzazione. d+a: per quanto riguarda i valori di F2 della consonante, solo in questo contesto vocalico essi variano in base ai fattori sperimentali, ma solo per due soggetti che oltretutto manifestano la variazione in modo diametralmente opposto. Il soggetto N anteriorizza il locus consonantico in modo direttamente proporzionale al grado di prominenza (Tonica in focus> Tonica non focalizzata>atona in focus>atona non focalizzata) mentre il soggetto Z risente della sola condizione di focus, e manifesta la maggior prominenza focale con una posteriorizzazione del locus consonantico. Per quanto riguarda i valori di F2 della vocale, per nessun soggetto variano in modo statisticamente significativo in funzione del focus contrastivo, mentre si ha una posteriorizzazione statisticamente sigificativa (due soggetti) o quasi significativa (un soggetto, p=.056) dovuta alla presenza dell accento lessicale. Solo per un soggetto (V) la presenza dell accento lessicale induce un avanzamento del dorso della lingua. Ovviamente nulla può qui essere detto con certezza riguardo agli spostamenti di apice e dorso della lingua nella dimensione alto-basso, indicizzata indirettamente dai valori di F1 che in questo studio non sono stati presi in considerazione. Resta comunque da dire che i cambiamenti sull asse verticale sono quelli che tradizionalmente hanno ricevuto maggiori attenzioni, grazie al numero di studi sia acustici che cinematici centrati su questo parametro, perché maggiormente responsabili di quell aumento dell intensità e della durata articolatoria che caratterizza le sillabe più prominenti rispetto a quelle meno prominenti. Questo effetto è stato da tempo attribuito prevalentemente all abbassamento della mandibola (cfr. sonority expansion hypothesis, Beckman et al., 1992; 1994), e non ha un rapporto necessario con lo spostamento della lingua lungo l asse antero-posteriore per influsso coarticolatorio qui studiato. Anzi, la maggior divaricazione dei valori di F2 della consonante e della vocale per le sillabe più prominenti è servita a de Jong (1995) per integrare il modello esplicativo della prominenza di Beckman e coll. con il modello della Hyper-Hypo Articulation di Lindblom (1990), da lui applicato alla sillaba. Questa

13 interpretazione può ricevere maggior credito dai risultati di Sussman, Dalston & Gumbert (1998), che applicando il metodo della Equazioni di Luogo hanno potuto dimostrare una riduzione del grado di coarticolazione nel parlato iperarticolato (spontaneo) rispetto a quello ipoarticolato (parole isolate) per le produzioni di /dv/ in contesti vocalici anteriori. 6. CONCLUSIONE Il maggior risultato di questo studio sulla coarticolazione anticipatoria delle vocali /a/ o /i/ sulla consonante /d/ condotto attraverso il metodo conosciuto col nome di Equazioni di Luogo (cfr. Locus Equation, Sussman et al., 1991, 1999) è una ulteriore conferma che la struttura prosodica influenza non solo le caratteristiche fonetiche soprasegmentali del parlato ma anche la sua realizzazione segmentale: le sillabe toniche sono significativamente meno coarticolate delle atone mentre le variazioni di coarticolazione indotte dalla focalizzazione contrastiva, che sono state per la prima volta oggetto di studio per l italiano, si sono rivelate essere abbastanza sistematiche ma di grandezza minore e statisticamente non significative. La riduzione coarticolatoria che avviene nelle posizioni prosodicamente forti, come la sillaba interessata dall accento lessicale e secondariamente dal focus ristretto, può essere assimilata all uso che del concetto di iperarticolazione (Lindblom 1963, 1990) fa de Jong (1995). Da questo punto di vista il processo di iperarticolazione può assolvere al compito di facilitare la chiarezza fonetica, cioè di rafforzare i contrasti linguistici di tipo sia sintagmatico (con gli elementi contigui) che paradigmatico (con gli altri foni del sistema). 7. BIBLIOGRAFIA Avesani, Vayra e Zmarich, 2006 Beckman M., Edwards J., Fletcher M., 1992, Prosodic structure and tempo in a sonority model of articulatory dynamics. In Docherty G. e Ladd R. (a cura di), Papers in Laboratory Phonology II. Segment, gestrure and tone, Cambridge, U.K., Cambridge University Press: Beckman, M., Edwards, J., 1994, Articulatory evidence for differentiating stress categories. In P.A. Keating (a cura di), Papers in Laboratory Phonology III: Phonological Structure and Phonetic Form, Cambridge, U.K., Cambridge University Press: Cho (2001) De Jong, K The supraglottal articulation of prominence in English: linguistic stress as localized hyperarticulation, J. Acoust. Soc. Am. 97 (1), Erickson, D Articulation of extreme formant patterns for emphasized vowels. Phonetica, 59, Fant, 1970 Farnetani, E., Vayra, M The role of prosody in the shaping of articulation in Italian CV syllables. In: From Control Strategies to Acoustics. Proc. of the 1st ESCA Tutorial and Research Workshop on Speech Production Modeling, Autrans, May , 9-12.

14 Farnetani, E V-C-V lingual coarticulation and its spatiotemporal domain, in Speech Production and Speech Modelling. In W.J. Hardcastle, A. Marchal (eds.), NATO ASI Series, Dordrecht: Kluwer Academic Publ., Farnetani, E Hyper- to Hypo-articulated vowels: articulatory-acoustic relations. In: Proceedings of the 5 th Seminar on Speech production: Models and Data and CREST Workshop on Models of Speech Production. Kloster Seeon, Bavaria, Farnetani, E The supralaryngeal articulation of prominence in Italian vowels. In P. Cosi, E. Magno Caldognetto, A. Zamboni (a cura di), Voce, Canto, Parlato. Studi in onore di Franco Ferrero, Padova: Unipress, Fowler, 1981 Fowler, C Acoustic and kinematic correlates of contrastive stress accent in spoken English. In: Bell-Berti F., Raphael L. (eds), Producing speech: contemporary issues, New York: AIP Press: Harrington, Fletcher & Beckman (2000) Keating, P. A., Cho, T., Fougeron, C., Hsu, C. S Domain-initial articulatory strengthening in four languages. In J. Local, R. Ogden, R. Temple (eds) Phonetic Interpretation. Papers in Laboratory Phonology VI, Cambridge: Cambridge University Press, Lehiste (1970) Lindblom, B. 1963, On vowel reduction. The Royal Institute of Technology, Speech Transmission Laboratory. Stockholm, Sweden. Report No 29. Lindblom B. (1990) Lindblom, B An articulatory perspective on the locus equation. Behavioral and Brain Sciences, 21, Löfqvist, A. 1999, Interarticulator Phasing, Locus Equation, and degree of coarticulation, J. Acoust. Soc. Am.106 (4), Nord, 1974 Sussman, H. M., McCaffrey H. A. & Matthews, S. A An investigation of locus equations as a source of relation invariance for stop place categorization, J. Acoust. Soc. Am., 90, Sussman, Dalston & Gumbert (1998). Sussman, H. M., Duder, C., Dalston, E., Cacciatore, A An acoustic analysis of the developmental of CV coarticulation: A case study, Journal of Speech, Language and Hearing Research, 42, Heldner M., Strangert E Temporal effects of focus in Swedish, Journal of Phonetics, 29, Turk, A, White L Structural influence on accentual lengthening in English,, Journal of Phonetics, 27 (2),

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