COARTICOLAZIONE E ACCENTO
|
|
- Michelangelo Fantoni
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 COARTICOLAZIONE E ACCENTO Claudio Zmarich, Cinzia Avesani, Massimiliano Marchiori Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del C.N.R., sede di Padova zmarich@pd.istc.cnr.it, avesani@pd.istc.cnr.it, massimiliano.marchiori@yahoo.it 1. SOMMARIO Lo scopo di questa ricerca è di analizzare la coarticolazione anticipatoria di sillabe CV (C= /d/, V= /a/ o /i/) in condizioni in cui le sillabe da produrre sono fatte variare sistematicamente per accento lessicale e tipologia di focus pragmatico-intonativo. Infatti per la lingua inglese è stato trovato (v. De Jong, Beckman & Edwards, 1993) che le sillabe prosodicamente prominenti evidenziano una minore coarticolazione dei loro costituenti segmentali (qui C e V) rispetto a sillabe che sono meno prominenti (come le atone di parole che sono prive di focus). Un maggior grado di prominenza vocalica e consonantica nelle sillabe focalizzate dovrebbe essere realizzato da labbra e lingua con movimenti tra i rispettivi target che sono più ampi, più lunghi e più rapidi. Questa strategia massimizza le caratteristiche di luogo di consonanti e vocali e riduce le reciproche influenze coarticolatorie. Hanno preso parte all esperimento quattro soggetti adulti del Nord Italia (Zmarich e Marchiori, 2005). Ciascun locutore ha letto 3 volte un corpus di 6 frasi composte di Nome- Verbo o Verbo-Nome nelle quali il verbo è una parola naturale, mentre il nome è una pseudo-parola trisillabica nella quale la posizione dell accento lessicale è stata variata sistematicamente sulle tre sillabe: viene dadada/dididi, dadada/dididi viene. Ogni enunciato è costituito dalla lettura di una risposta informativamente adeguata ad una domanda presentata tramite auricolari ai locutori. In tal modo si sono ottenuti enunciati con focus ampio o neutro (focus distribuito sull intera frase, ad es. [viene dadada/dididi] F ), con focus ristretto alla parola iniziale (ad es. dadada/dididi] F viene ) e con focus ristretto alla parola finale (ad es. viene dadada/dididi] F ). Sia il nome che il verbo possono costituire il focus ristretto della frase.quando una parola è in focus ristretto, l altra è in posizione preo postfocaleed è presupposta e, dunque fuori dalla portata del focus. La metrica scelta per investigare la coarticolazione CV è quella delle equazioni di luogo (Locus equations), che permettono di quantificare il grado di coarticolazione di V su C poiché utilizzano i parametri delle regressioni lineari dei valori in frequenza di F2 misurati all inizio della transizione CV e al centro di V, in base alla formula: F2 onset =kf2 vocale +c. I risultati evidenziano come la struttura prosodica influenza non solo le caratteristiche fonetiche soprasegmentali del parlato ma anche la sua realizzazione segmentale: le sillabe toniche sono significativamente meno coarticolate delle atone mentre le variazioni di coarticolazione indotte dalla focalizzazione contrastiva, che sono state per la prima volta oggetto di studio per l italiano, si sono rivelate essere abbastanza sistematiche ma di grandezza minore e statisticamente non significative. 2. INTRODUZIONE Lo scopo di questa ricerca è di analizzare la coarticolazione anticipatoria, cioè l influenza articolatoria di un fono sul fono che lo precede) in sillabe CV che si differenziano solo per la vocale (C= /d/, V= /a/ o /i/), e che variano sistematicamente per
2 accento lessicale (accentato vs. atono) e tipologia di focus (focus contrastivo ristretto vs assenza di focus). Da studi acustici condotti su un certo numero di lingue (inglese, svedese, tedesco ecc.. cfr. Lehiste, 1970) sappiamo che le sillabe prosodicamente prominenti sono più lunghe, meno centralizzate, di tono più alto rispetto a sillabe che sono meno prominenti. Dagli studi articolatori inoltre sappiamo che il maggior grado di prominenza vocalica e consonantica nelle sillabe focalizzate viene realizzato da labbra e lingua con movimenti tra i rispettivi target che sono più ampi, più lunghi, più rapidi e che esibiscono una maggior attività elettromiografica. (cfr. Fowler, 1995). Per quanto riguarda l influenza della prominenza prosodico-pragmatica sulla coarticolazione, studi sull inglese e sullo svedese la descrivono come una correlazione negativa, nel senso che le sillabe che sono prominenti dal punto di vista prosodico (quasi sempre per accento lessicale o intonativo-nucleare), evidenziano un grado minore di coarticolazione rispetto alle sillabe meno prominenti. E stato affermato che un rafforzamento articolatorio come quello mostrato dalle sillabe accentate corrisponde ad una maggiore resistenza coarticolatoria (Fowler, 1981; de Jong, Beckman & Edwards, 1993; de Jong, 1995). Questa strategia massimizza le caratteristiche di luogo e grado di costrizione di consonanti e vocali e riduce le reciproche influenze coarticolatorie. I dati acustici dimostrano che le vocali accentate sono meno sensibili a effetti contestuali rispetto alle vocali non accentate (Nord 1974; Fowler, 1981). Dati cinematici e acustici in Harrington, Fletcher & Beckman (2000) e in Cho (2001) mostrano che la prominenza vocalica in inglese è costantemente associata con una iperarticolazione del ciclo della mandibola (per aumentare la sonorità), mentre l iperarticolazione del gesto linguale (per rafforzare l opposizione fonologica) si verifica per le vocali basse con la posteriorizzazione del dorso della lingua, laddove le due strategie sommano i loro effetti per rafforzare la prominenza, e con l anteriorizzazione per la vocale /i/. Di particolare interesse è il dato che riguarda la realizzazione cinematica della vocale interessata dal focus contrastivo (Erickson, 2002): essa avviene, nel caso di /a/, con un abbassamento della mandibola e una ritrazione del dorso della lingua che contribuiscono a ravvicinare al massimo F1 (innalzandola) e F2 (abbassandola); nel caso di /i/, con un abbassamento della mandibola e un innalzamento, unito a uno spostamento in avanti, del dorso della lingua che contribuiscono a separare massimamente F1 (abbassandola) e F2 (innalzandola). Le tendenze su delineate sono confermate per l italiano relativamente all opposizione tra sillabe atone e toniche (Vayra, Fowler e Avesani, 1987; Farnetani, 1990; Vayra e Fowler, 1992; Farnetani e Recasens, 1993; Magno, Vagges e Zmarich, 1995; Farnetani and Vayra, 1996; Farnetani, 2000; Farnetani, 2003) e al contrasto tra sillabe toniche e focalizzate (Avesani, Vayra e Zmarich, 2006), anche se la maggior parte dei risultati, di tipo sia acustico che articolatorio, può essere riferita solo alle vocali. Farnetani (2000, 2003) ad es., riscontra che le vocali più accentate (lessicalmente) riportano valori di F2 più estremi (più alti per /i/ e più bassi per /a/). Più pertinente rispetto all oggetto del nostro studio risultano le osservazione di Farnetani (1990) che gli effetti coarticolatori di V-su-C in termini di contatto linguopalatale per le consonanti dentali sono minori nelle sillabe toniche che nelle sillabe atone.
3 3. PROCEDURA SPERIMENTALE 3.1 Soggetti e stimoli Hanno preso parte all esperimento quattro locutori di area veneta (3 uomini, 1 donna), studenti universitari, la cui età media è 30 anni. (Zmarich e Marchiori, 2005). Ciascun locutore ha letto 3 volte un corpus di 6 frasi composte di Nome-Verbo e 6 frasi composte di Verbo-Nome nelle quali il verbo è una parola naturale, mentre il nome è una pseudo-parola trisillabica CVCVCV (C=[d], V=[a,i] nella quale la posizione dell accento lessicale è stata variata sistematicamente: viene dadada/dididi, dadada/dididi viene. Ogni enunciato è la risposta informativamente adeguata ad una domanda preregistrata trasmessa tramite auricolare ai locutori. In tal modo ciascuna delle 6 frasi è stata prodotta (i) con focus ampio (focus distribuito sull intera frase, ad es. [viene dadada/dididi] F ), (ii) con focus contrastivo ristretto alla parola iniziale (ad es. [dadada/dididi] F viene )e(iii)con focus contrastivo ristretto alla parola finale (ad es. viene [dadada/dididi] F ).Siailnomeche il verbo possono costituire il focus ristretto della frase. In (ii) e (iii) quando una parola è in focus ristretto, l altra è presupposta e, dunque fuori dalla portata del focus ( out of focus ). Il numero finale di frasi prodotte da ciascun soggetto si aggira attorno alle Metodi di analisi Abbiamo escluso tutte le produzioni che dal punto di vista percettivo non si conformavano al target (cioè consonanti e vocali qualitativamente diverse da quelle attese). La metrica scelta per studiare la coarticolazione CV è quella ben conosciuta delle equazioni di luogo (Locus equations, Sussman et al., 1991), che permettono di quantificare il grado di coarticolazione (ma vedi le obiezioni di Lofqvist, 1999) di V su C poiché descrivono le regressioni lineari dei valori in frequenza di F2 misurati all inizio della transizione CV e al centro di V, in base alla formula: F2 onset =kf2 vocale +c. Ivaloridik (la pendenza della retta di regressione) variano idealmente da 0 (completa assenza di coarticolazione, poiché al variare del valore di V (F2 vocale ) non varia quello di C (F2 onset ), a 1 (massima coarticolazione, poiché la variazione del valore di C è completamente determinata dal valore di V). I valori di c sono relativi all intercetta, per F2 vocale =0.Per ragioni di chiarezza, da ora in avanti chiameremo F2c il valore di F2 misurato all inizio della transizione (in Sussman et al.: F2 onset ) e F2v il valore di F2 misurato al centro della vocale (in Sussman et al.: F2 vocale ). Abbiamo utilizzato Praat per calcolare il tracciato delle formanti LPC e la sezione spettrale (spectral slice). Qui presentiamo i valori relativi alla sola sezione spettrale giudicata da noi più affidabile e precisa (la sezione spettrale è una rappresentazione diagrammatica dello spazio formantico in un preciso istante temporale, in cui in ordinata figura l energia e in ascissa figura la frequenza in Hz) Opzioni selezionate per l analisi delle formanti: - passo d avanzamento della finestra d analisi: 100 ms - lunghezza della finestra d analisi: 24 ms per i maschi, 12 ms per la femmina - estensione massima per la ricerca delle formanti: 5000 Hz per i maschi, 5500 per la femmina I due punti di misurazione delle formanti sono (Sussman et al. 1991: 1312): - F2c: valore di frequenza di F2 alla prima pulsazione glottica riconoscibile e non troppo rumorosa dopo lo scoppio del rilascio dell occlusione; - F2v: valore di frequenza a metà del nucleo vocalico, nella regione di massima ampiezza della forma d onda e possibilmente nello stato stazionario di F2 del sonogramma.
4 Nel presente esperimento si è cercato di creare un corpus in cui gli effetti coarticolatori da analizzare fossero di tipo: - anticipatorio della vocale sulla consonante, scegliendo di analizzare un tipo di sillaba costituita dalla consonante dentoalveolare /d/ seguita da vocale, la cui articolazione secondo Lindblom (1998) risulta da un compromesso tra la possibilità di massimizzare la coarticolazione (il dorso della lingua è già in posizione per V) e la necessità di massimizzare l economia articolatoria (il dorso della lingua assume una posizione più neutra al fine di minimizzare la distanza tra l apice della lingua e la chiostra dentoalveolare). Per quanto riguarda l articolazione della /d/ dell Italiano, essa risulta essere particolarmente sensibile a restrizioni nei movimenti linguali imposte dal tipo di vocale, /a/ o /i/, mentre l influenza della consonante sulla vocale risulta scarsa, soprattutto quando questa viene articolata con un maggior grado d innalzamento del dorso e un maggior contatto linguopalatale, come accade per [i] (Farnetani, 1990); - interni alla sillaba, scegliendo di analizzare la sillaba centrale di un trisillabo costruito dalla triplice reiterazione dello stesso tipo di sillaba (/da/ o /di/). In questo modo sono state ridottele possibilità di influenze coarticolatorie provenienti da segmenti diversi presenti in un dominio più ampio della sillaba; - conseguenza diretta della variazione nei gradi di prominenza, scegliendo di confrontare sillabe che si differenziano solo in base alla combinatoria delle condizioni di accento lessicale (presente/assente) e prominenza pragmatica (focus ristretto vs assenza di focus). Nel contempo, si è cercato di minimizzare quelle condizioni che avrebbero potuto portare a variazioni del grado di coarticolazione dovute a variabili non controllate (vedi Recasens 1999), come: - la posizione contestuale della sillaba nella parola (analizzando la sola sillaba centrale); - il ruolo sintattico della parola (sempre soggetto); - la velocità e l accuratezza di elocuzione (precisa e non veloce); o che avrebbero potuto creare artefatti nella misurazione semplicemente a causa del metodo adottato (le equazioni di luogo), come nel caso di valori di V.O.T. positivi eccessivamente alti esibiti da qualche produzione di consonanti sorde dell italiano. Infatti, poiché nelle equazioni di luogo i valori delle consonanti che sono messi in relazione alle vocali sono misurati sul primo ciclo glottico dopo il rilascio dell occlusione, se questo è troppo distante dal rilascio probabilmente contiene un valore di F2 che risente dell avvenuto riposizionamento della lingua per l articolazione della vocale (Sussman & Modarresi, 2003). 4. RISULTATI Ciascuno dei 4 soggetti ha prodotto mediamente 6 sillabe toniche e 12 atone per ciascuna delle diverse combinazioni di tipi vocalici e condizioni di focus. La tabella 1 mostra i valori medi individuali per F2c e F2v nelle diverse condizioni di accento lessicale, focalizzazione e contesto vocalico.
5 Soggetto Accento Focus Vocale F2cons F2voc H A O a N A O a V A O a Z A O a H T O a N T O a V T O a Z T O a H A R a N A R a V A R a Z A R a H T R a N T R a V T R a Z T R a H A O i N A O i V A O i Z A O i H T O i N T O i V T O i Z T O i H A R i N A R i V A R i Z A R i H T R i N T R i V T R i Z T R i Tab. 1: Valori individuali (per i soggetti H, N, V, Z) dei valori medi (Hz) per F2c e F2v nelle diverse condizioni di accento lessicale, focalizzazione e contesto vocalico. La tabella 2 mostra i valori individuali relativi all indice di correlazione (r), alla pendenza (k) e all intercetta della retta di regressione interpolante le coppie di valori F2c e F2v per ciascuna delle condizioni di accento lessicale e di focus. I valori individuali di F2c sono stati considerati come variabili dipendenti e i corrispondenti valori di F2v come variabili indipendenti in una serie di analisi della regressione computate separatamente a seconda delle condizioni di focus e di accento lessicale.
6 Soggetto Accento Focus r k-pendenza Intercetta H A O N A O V A O Z A O H T O N T O V T O Z T O H A R N A R V A R Z A R H T R N T R V T R Z T R Tab. 1: Valori individuali (per i soggetti H, N, V, Z) del coefficiente di correlazione (r), della pendenza (k) e dell intercetta per la retta di regressione delle coppie di F2c e F2v per ciascuna delle combinazioni tra le condizioni di accento lessicale (A=atono, T=tonico) e di focus pragmatico-informativo (O=assenza di focus, R=focus ristretto) Le figure 1 e 2 mostrano gli otto diagrammi individuali risultanti dalla proiezione nello spazio cartesiano delle coordinate F2c*F2v nella condizione di assenza di focus, rispettivamente per le sillabe atone (fig.1) e accentate (fig.2). I risultati mostrano che i valori individuali di k sono minori per le sillabe accentate rispetto a quelle atone, indicando così una relazione inversa tra grado di prominenza e grado di coarticolazione.
7 Fig. 1. Distribuzione dei valori di F2c e F2v interpolati dalla retta di regressione lineare, per i soggetti H, N, V, Z, per le sillabe atone in assenza di focus. Fig. 2. Distribuzione dei valori di F2c e F2v interpolati dalla retta di regressione lineare, per i soggetti H, N, V, Z, per le sillabe toniche in assenza di focus.
8 Le figure 3 e 4 mostrano gli otto diagrammi individuali risultanti dalla proiezione nello spazio cartesiano delle coordinate F2c*F2v nella condizione di focus ristretto, rispettivamente per le sillabe atone (fig.3) e accentate (fig.4). I risultati mostrano che, anche in questo caso, i valori individuali di k sono minori per le sillabe accentate rispetto a quelle atone, indicando così la relazione inversa tra grado di prominenza e grado di coarticolazione già verificata prima per le sillabe non focalizzate. Per verificare la significatività delle differenze tra le medie dei valori individuali della pendenza (k) e dell intercetta (c), abbiamo eseguito un analisi della varianza a due vie separatamente su ciascuna di queste variabili, considerate come dipendenti, in funzione delle variabili indipendenti relative all accento lessicale (Atona, Tonica) e al Focus (Ristretto, Assente). I risultati mostrano che le sillabe accentate solo lessicalmente (toniche) esibiscono valori significativamente inferiori di k [F (1,12)=32,224, p=0,000] e valori significativamente maggiori di c [F (1,12)=17,097, p=0,001] rispetto alle sillabe atone. Le condizioni di focus e le interazioni tra queste e lo status accentuale non producono alcuna differenza significativa, sebbene i valori inferiori di k e c mostrino come le sillabe atone e toniche siano sempre un po meno coarticolate quando si trovano in focus ristretto rispetto a quando sono in posizione pre- o post-focale Fig. 3. Distribuzione dei valori di F2c e F2v interpolati dalla retta di regressione lineare, per i soggetti H, N, V, Z, per le sillabe atone in focus ristretto.
9 Fig. 4. Distribuzione dei valori di F2c e F2v interpolati dalla retta di regressione lineare, per i soggetti H, N, V, Z, per le sillabe toniche in focus ristretto. Le figure 5 e 6 mostrano i valori medi individuali di F2 per la consonante e la vocale confrontando, separatamente per ciascuna vocale, la condizione di prominenza minima (sillaba atona in assenza di focus) con quella di prominenza massima (sillaba tonica in focus). E evidente come per quasi tutti i soggetti, la divaricazione tra i valori di F2c e F2v di ciascuna sillaba è massima quando la prominenza è massima. Per verificare dal punto di vista statistico l influenza delle condizioni sperimentali sui valori medi di consonante e vocale, abbiamo effettuato anche un analisi della varianza a due fattori, (accento lessicale e condizione di focalizzazione) condotta separatamente per ciascun soggetto e contesto vocalico sui valori dell intervallo F2c F2v (Hz): le differenze dovute al contrasto sillaba tonica vs sillaba atona risultano quasi sempre significative (p<.05, fatta eccezione per la sillaba di prodotta dal soggetto H), mentre quelle dovute al focus lo sono solo per la sillaba di prodotta da N, per la sillaba da prodotta da V, e per entrambe le sillabe prodotte da Z.
10 Fig. 5. Valori medi (Hz) di F2c e F2v per i soggetti H, N, V, Z, per la sillaba /da/, atona non in focus (sin) e tonica in focus ristretto (des) Fig. 6.Valori medi (Hz) di F2c e F2v per i soggetti H, N, V, Z, per la sillaba /di/, atona non in focus (sin) e tonica in focus ristretto (des) Per scoprire se la divaricazione presente in condizioni di massima prominenza è realizzata attraverso la variazione dei valori di F2c, o di F2v o di entrambi, è stata eseguita sui loro valori un analisi della varianza a due fattori (accento lessicale e condizione di focalizzazione), separatamente per ciascun soggetto e contesto vocalico. Nel caso di F2c, sono risultati significativamente diversi i valori relativi alla sillaba da prodotti da N per il fattore accento lessicale (tonica: 1595 Hz vs. atona: 1445 Hz; F 1,23 = , p =.000) e focus (focus ristretto: 1543 Hz vs assenza di focus: 1496 Hz; F 1,23 =
11 6.624, p =.017) e da Z per il fattore focus (focus ristretto: 1375 Hz vs assenza di focus: 1433 Hz; F 1,19 = 5.709, p =.027). Per quanto riguarda la vocale, i valori di F2v sono risultati significativamente più differenziati per l influenza dei fattori sperimentali. Relativamente alla sillaba da, sono risultati significativamente diversi per il fattore accento lessicale i valori prodotti da H (tonica: 1248 Hz vs. atona: 1336 Hz; F 1,17 = , p =.003), da V (tonica: 1531 Hz vs. atona: 1455 Hz; F 1,29 = 9.103, p =.005) e da Z (tonica: 1351 Hz vs. atona: 1394 Hz; F 1,19 = 5.708, p =.027). Relativamente alla sillaba di, sono risultati significativamente diversi per il fattore accento lessicale i valori prodotti da H (tonica: 2021 Hz vs. atona: 1927 Hz; F 1,34 = , p =.000), da N (tonica 2451 Hz vs. atona 2289 Hz; F 1,36 = , p =.000), da V (tonica: 2736 Hz vs. atona: 2508 Hz; F 1,32 = , p =.000) e da Z (tonica: 2190 Hz vs. atona: 2014 Hz; F 1,36 = , p =.000). Di particolare interesse risulta la significatività dell interazione tra i fattori accento e condizione di focalizzazione per la sillaba di prodotta dal soggetto N (Tonica in focus>tonica non focalizzata>atona in focus=atona non focalizzata; F 1,36 = 4.582, p =.039) e dal soggetto Z (Tonica in focus>tonica non focalizzata>atona in focus=atona non focalizzata; F 1,33 = , p =.003). Questo risultato sembrerebbe domostrare che la condizione di focalizzazione è in grado di produrre delle differenze, ma solo per le sillabe già prominenti per accento lessicale. 5. DISCUSSIONE In questo studio abbiamo dimostrato che lo status prosodico di una sillaba ne modifica il grado di coarticolazione intrasillabica: le sillabe più prominenti risultano essere meno coarticolate rispetto alle sillabe meno prominenti. I fattori sperimentali che in questo studio sono stati fatti variare per differenziare il livello di prominenza delle sillabe sono rappresentati dall accento lessicale (sillaba tonica vs sillaba atona) e dallo status di focalizzazione informativo-pragmatica (sillabe in focus contrastivo vs sillabe prive di focus). I risultati hanno confermato la coarticolazione delle sillabe toniche rispetto ad atone già riscontrato in altri studi acustici e articolatori sull italiano, generalmente dedicati però alle sole vocali, caratterizzate come iperarticolate (Vayra, Fowler e Avesani, 1987; Farnetani, 1990; Vayra e Fowler, 1992; Farnetani e Recasens, 1993; Magno, Vagges e Zmarich, 1995, Farnetani and Vayra, 1996; Avesani, Vayra e Zmarich, 2006), mentre le variazioni di coarticolazione indotte dalla focalizzazione contrastiva, che sono state per la prima volta oggetto di studio per l italiano, benché presenti, si sono rivelate essere di grandezza minore e statisticamente non significative. Il fatto che anche le sillabe atone delle parole in focus siano sistematicamente, sebbene non significativamente, meno coarticolate rispetto alle atone non in focus, è un risultato interpretabile alle luce delle proprietà del focus. Dobbiamo considerare che il focus è una proprietà pragmatica che interessa un intero costituente (nel nostro caso di focus ristretto, una sola parola), e possiamo ipotizzare che la maggiore salienza pragmatica si rifletta su tutte le sillabe componenti in modo scalare. Un indicazione in tal senso proviene dagli studi sugli effetti temporali del focus in svedese (Heldner e Strangert, 2001) e in inglese (Turk e White, 1999) che indicano che l allungamento in parole marcate dal focus non sia ristretto alla sola sillaba associata all accento focale. In questa luce, il grado di coarticolazione (inversamente proporzionale al grado di prominenza) si manifesta con maggiore evidenza su quelle sillabe che costituiscono la testa del costituente prosodico in focus, e dunque, nel nostro caso, in maggiore misura sulle sillabe toniche rispetto alle sillabe atone.
12 Ad essere più precisi, si può aggiungere che la focalizzazione contrastiva influisce sui valori di F2 della consonante solo per i due soggetti che manifestano poco o per nulla una variazione di F2 sulla vocale, e influisce significativamente, per due soggetti su quattro, sui valori di F2 della vocale ma soltanto quando la sillaba è già stata resa prominente dall accento lessicale. Per riassumere, la riduzione del grado di coarticolazione dalle sillabe toniche in focus ristretto alle atone non focalizzate è realizzata attraverso le seguenti manovre articolatorie dell apice (per la consonante) e del dorso della lingua (per le vocali), desunte dalle variazioni dei valori di F2 per la consonante e la vocale, e dunque traducibili in spostamenti lungo l asse antero-posteriore della cavità orale (Fant, 1970; Stevens, 1987): d + i: per quanto riguarda i valori di F2 della consonante, essi non variano significativamente al variare delle condizioni sperimentali. Per quanto riguarda i valori di F2 della vocale, tutti e quattro i soggetti realizzano uno spostamento in avanti del dorso della lingua in funzione della presenza dell accento lessicale. L interpretazione articolatoria dei dati acustici che qui viene proposta trae sostegno anche dalla dimostrata relazione acustico-cinematica tra l aumento di F2 della vocale [i] focalizzata e l avanzamento del dorso della lingua, riscontrata nei soggetti di Erickson (2002). La significatività delle interazioni tra lo status accentuale e quello legato alla focalizzazione in due soggetti e la quasi significatività (p=.051) per un terzo soggetto (V) dipende dal fatto che la focalizzazione influenza il grado di anteriorizzazione solo per le vocali che sono già prominenti per accento lessicale, mentre è ininfluente sulle vocali atone, il cui valor resta invariato al variare della condizione di focalizzazione. d+a: per quanto riguarda i valori di F2 della consonante, solo in questo contesto vocalico essi variano in base ai fattori sperimentali, ma solo per due soggetti che oltretutto manifestano la variazione in modo diametralmente opposto. Il soggetto N anteriorizza il locus consonantico in modo direttamente proporzionale al grado di prominenza (Tonica in focus> Tonica non focalizzata>atona in focus>atona non focalizzata) mentre il soggetto Z risente della sola condizione di focus, e manifesta la maggior prominenza focale con una posteriorizzazione del locus consonantico. Per quanto riguarda i valori di F2 della vocale, per nessun soggetto variano in modo statisticamente significativo in funzione del focus contrastivo, mentre si ha una posteriorizzazione statisticamente sigificativa (due soggetti) o quasi significativa (un soggetto, p=.056) dovuta alla presenza dell accento lessicale. Solo per un soggetto (V) la presenza dell accento lessicale induce un avanzamento del dorso della lingua. Ovviamente nulla può qui essere detto con certezza riguardo agli spostamenti di apice e dorso della lingua nella dimensione alto-basso, indicizzata indirettamente dai valori di F1 che in questo studio non sono stati presi in considerazione. Resta comunque da dire che i cambiamenti sull asse verticale sono quelli che tradizionalmente hanno ricevuto maggiori attenzioni, grazie al numero di studi sia acustici che cinematici centrati su questo parametro, perché maggiormente responsabili di quell aumento dell intensità e della durata articolatoria che caratterizza le sillabe più prominenti rispetto a quelle meno prominenti. Questo effetto è stato da tempo attribuito prevalentemente all abbassamento della mandibola (cfr. sonority expansion hypothesis, Beckman et al., 1992; 1994), e non ha un rapporto necessario con lo spostamento della lingua lungo l asse antero-posteriore per influsso coarticolatorio qui studiato. Anzi, la maggior divaricazione dei valori di F2 della consonante e della vocale per le sillabe più prominenti è servita a de Jong (1995) per integrare il modello esplicativo della prominenza di Beckman e coll. con il modello della Hyper-Hypo Articulation di Lindblom (1990), da lui applicato alla sillaba. Questa
13 interpretazione può ricevere maggior credito dai risultati di Sussman, Dalston & Gumbert (1998), che applicando il metodo della Equazioni di Luogo hanno potuto dimostrare una riduzione del grado di coarticolazione nel parlato iperarticolato (spontaneo) rispetto a quello ipoarticolato (parole isolate) per le produzioni di /dv/ in contesti vocalici anteriori. 6. CONCLUSIONE Il maggior risultato di questo studio sulla coarticolazione anticipatoria delle vocali /a/ o /i/ sulla consonante /d/ condotto attraverso il metodo conosciuto col nome di Equazioni di Luogo (cfr. Locus Equation, Sussman et al., 1991, 1999) è una ulteriore conferma che la struttura prosodica influenza non solo le caratteristiche fonetiche soprasegmentali del parlato ma anche la sua realizzazione segmentale: le sillabe toniche sono significativamente meno coarticolate delle atone mentre le variazioni di coarticolazione indotte dalla focalizzazione contrastiva, che sono state per la prima volta oggetto di studio per l italiano, si sono rivelate essere abbastanza sistematiche ma di grandezza minore e statisticamente non significative. La riduzione coarticolatoria che avviene nelle posizioni prosodicamente forti, come la sillaba interessata dall accento lessicale e secondariamente dal focus ristretto, può essere assimilata all uso che del concetto di iperarticolazione (Lindblom 1963, 1990) fa de Jong (1995). Da questo punto di vista il processo di iperarticolazione può assolvere al compito di facilitare la chiarezza fonetica, cioè di rafforzare i contrasti linguistici di tipo sia sintagmatico (con gli elementi contigui) che paradigmatico (con gli altri foni del sistema). 7. BIBLIOGRAFIA Avesani, Vayra e Zmarich, 2006 Beckman M., Edwards J., Fletcher M., 1992, Prosodic structure and tempo in a sonority model of articulatory dynamics. In Docherty G. e Ladd R. (a cura di), Papers in Laboratory Phonology II. Segment, gestrure and tone, Cambridge, U.K., Cambridge University Press: Beckman, M., Edwards, J., 1994, Articulatory evidence for differentiating stress categories. In P.A. Keating (a cura di), Papers in Laboratory Phonology III: Phonological Structure and Phonetic Form, Cambridge, U.K., Cambridge University Press: Cho (2001) De Jong, K The supraglottal articulation of prominence in English: linguistic stress as localized hyperarticulation, J. Acoust. Soc. Am. 97 (1), Erickson, D Articulation of extreme formant patterns for emphasized vowels. Phonetica, 59, Fant, 1970 Farnetani, E., Vayra, M The role of prosody in the shaping of articulation in Italian CV syllables. In: From Control Strategies to Acoustics. Proc. of the 1st ESCA Tutorial and Research Workshop on Speech Production Modeling, Autrans, May , 9-12.
14 Farnetani, E V-C-V lingual coarticulation and its spatiotemporal domain, in Speech Production and Speech Modelling. In W.J. Hardcastle, A. Marchal (eds.), NATO ASI Series, Dordrecht: Kluwer Academic Publ., Farnetani, E Hyper- to Hypo-articulated vowels: articulatory-acoustic relations. In: Proceedings of the 5 th Seminar on Speech production: Models and Data and CREST Workshop on Models of Speech Production. Kloster Seeon, Bavaria, Farnetani, E The supralaryngeal articulation of prominence in Italian vowels. In P. Cosi, E. Magno Caldognetto, A. Zamboni (a cura di), Voce, Canto, Parlato. Studi in onore di Franco Ferrero, Padova: Unipress, Fowler, 1981 Fowler, C Acoustic and kinematic correlates of contrastive stress accent in spoken English. In: Bell-Berti F., Raphael L. (eds), Producing speech: contemporary issues, New York: AIP Press: Harrington, Fletcher & Beckman (2000) Keating, P. A., Cho, T., Fougeron, C., Hsu, C. S Domain-initial articulatory strengthening in four languages. In J. Local, R. Ogden, R. Temple (eds) Phonetic Interpretation. Papers in Laboratory Phonology VI, Cambridge: Cambridge University Press, Lehiste (1970) Lindblom, B. 1963, On vowel reduction. The Royal Institute of Technology, Speech Transmission Laboratory. Stockholm, Sweden. Report No 29. Lindblom B. (1990) Lindblom, B An articulatory perspective on the locus equation. Behavioral and Brain Sciences, 21, Löfqvist, A. 1999, Interarticulator Phasing, Locus Equation, and degree of coarticulation, J. Acoust. Soc. Am.106 (4), Nord, 1974 Sussman, H. M., McCaffrey H. A. & Matthews, S. A An investigation of locus equations as a source of relation invariance for stop place categorization, J. Acoust. Soc. Am., 90, Sussman, Dalston & Gumbert (1998). Sussman, H. M., Duder, C., Dalston, E., Cacciatore, A An acoustic analysis of the developmental of CV coarticulation: A case study, Journal of Speech, Language and Hearing Research, 42, Heldner M., Strangert E Temporal effects of focus in Swedish, Journal of Phonetics, 29, Turk, A, White L Structural influence on accentual lengthening in English,, Journal of Phonetics, 27 (2),
La balbuzie come disturbo prosodico: dati sperimentali su soggetti italiani
C. Zmarich, C. Avesani, S. Bernardini La balbuzie come disturbo prosodico: dati sperimentali su soggetti italiani in corso di stampa in (P. Cosi e E. Magno Caldognetto (a cura di), Atti delle XI Giornate
DettagliBALBUZIE E COARTICOLAZIONE
BALBUZIE E COARTICOLAZIONE Caterina Pisciotta, #Massimiliano Marchiori, Claudio Zmarich Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC), C.N.R., Sede di Padova; #Psicologo, libero professionista
DettagliLa media e la mediana sono indicatori di centralità, che indicano un centro dei dati.
La media e la mediana sono indicatori di centralità, che indicano un centro dei dati. Un indicatore che sintetizza in un unico numero tutti i dati, nascondendo quindi la molteplicità dei dati. Per esempio,
DettagliNOTE SULLA FONETICA DEL RITMO DELL ITALIANO
NOTE SULLA FONETICA DEL RITMO DELL ITALIANO Rosa Giordano Università Federico II di Napoli rosgiordano@tiscali.it 1. SOMMARIO Questo lavoro presenta l analisi prosodica strumentale di un campione di parlato
DettagliPROCEDURE/TECNICHE DI ANALISI / MISURE DI ASSOCIAZIONE A) ANALISI DELLA VARIANZA
PROCEDURE/TECNICHE DI ANALISI / MISURE DI ASSOCIAZIONE A) ANALISI DELLA VARIANZA PROCEDURA/TECNICA DI ANALISI DEI DATI SPECIFICAMENTE DESTINATA A STUDIARE LA RELAZIONE TRA UNA VARIABILE NOMINALE (ASSUNTA
DettagliCONTROLLO ARTICOLATORIO DELL OPPOSIZIONE DI QUANTITA VOCALICA IN AREA EMILIANA: ANALISI CINEMATICA DEI GESTI LABIALI
Zmarich C., Uguzzoni A., Ferrari V., Controllo articolatorio dell'opposizione di quantità vocalica in area emiliana: analisi cinematica dei gesti labiali, in G. Marotta e N. Nocchi (a cura di), Atti delle
DettagliProgetti AVIP e API Unità di ricerca della Scuola Normale Superiore, Pisa
Silvia Calamai, Barbara Gili Fivela Progetti AVIP e API Unità di ricerca della Scuola Normale Superiore, Pisa (in corso di stampa negli Atti del Convegno Nazionale Il parlato Italiano, Napoli 13-15.II.2003)
DettagliSU ALCUNI ASPETTI DELLA RIDUZIONE VOCALICA NELLA VARIETÁ NAPOLETANA
Atti delle XIV Giornate del GFS Viterbo, 4-6 dicembre 2003 SU ALCUNI ASPETTI DELLA RIDUZIONE VOCALICA NELLA VARIETÁ NAPOLETANA Manuela Lo Prejato*, Giuliana Clemente*, Renata Savy** *CIRASS, Università
DettagliANALISI ACUSTICA DI VOCALI IN MONOSILLABI CLITICI IN PARLATO SPONTANEO ITALIANO.
ANALISI ACUSTICA DI VOCALI IN MONOSILLABI CLITICI IN PARLATO SPONTANEO ITALIANO. Renata Savy* & Francesco Cutugno** *Dip. di Linguistica - Università di Roma 3 Via del Castro Pretorio 20, 00185, Roma **CIRASS
DettagliStatistica di base per l analisi socio-economica
Laurea Magistrale in Management e comunicazione d impresa Statistica di base per l analisi socio-economica Giovanni Di Bartolomeo gdibartolomeo@unite.it Definizioni di base Una popolazione è l insieme
DettagliIl modello spazio temporale per la previsione dell'erosione nel breve termine. Note Metodologiche
Il modello spazio temporale per la previsione dell'erosione nel breve termine Note Metodologiche 1 Analisi della dinamica temporale dei fenomeni meteo marini sulla Spiaggia di Alimini Descrizione dei dati
DettagliGeometria Analitica Domande e Risposte
Geometria Analitica Domande e Risposte A. Il Piano Cartesiano. Qual è la formula della distanza tra due punti nel piano cartesiano? Per calcolare la formula della distanza tra due punti nel piano cartesiano
DettagliINTRODUZIONE ALLA CINEMATICA DEL PUNTO MATERIALE PROF. FRANCESCO DE PALMA
INTRODUZIONE ALLA CINEMATICA DEL PUNTO MATERIALE PROF. FRANCESCO DE PALMA Sommario MOTO E TRAIETTORIA... 3 PUNTO MATERIALE... 3 TRAIETTORIA... 3 VELOCITÀ... 4 VELOCITÀ MEDIA... 4 VELOCITÀ ISTANTANEA...
DettagliTecniche statistiche di analisi del cambiamento
Tecniche statistiche di analisi del cambiamento 07-Anova con covariata (vers. 1.2, 20 marzo 2017) Germano Rossi 1 germano.rossi@unimib.it 1 Dipartimento di Psicologia, Università di Milano-Bicocca 2016-17
DettagliSCOPO DELL ANALISI DI CORRELAZIONE
CORRELAZIONE 1 SCOPO DELL ANALISI DI CORRELAZIONE STUDIARE LA RELAZIONE TRA DUE VARIABILI X E Y 2 diagrammi di dispersione un diagramma di dispersione (o grafico di dispersione) èuna rappresentazione grafica
DettagliCorso di Psicometria Progredito
Corso di Psicometria Progredito 5. La correlazione lineare Gianmarco Altoè Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia Università di Cagliari, Anno Accademico 2013-2014 Sommario 1 Tipi di relazione
DettagliElementi di matematica - dott. I. GRASSI
Gli assi cartesiani e la retta. Il concetto di derivata. È ormai d uso comune nei libri, in televisione, nei quotidiani descrivere fenomeni di varia natura per mezzo di rappresentazioni grafiche. Tali
DettagliScale Logaritmiche. Matematica con Elementi di Statistica a.a. 2015/16
Scale Logaritmiche Scala Logaritmica: sull asse prescelto (ad esempio, l asse x) si rappresenta il punto di ascissa = 0 0 nella direzione positiva si rappresentano, a distanze uguali fra di loro, i punti
DettagliMeccanica: Introduzione. Lo Studio del moto degli oggetti
Meccanica: Introduzione Lo Studio del moto degli oggetti 1 Grandezze fisiche n Scalari : esprimibili mediante singoli numeri (es. massa,temperatura, energia, carica elettrica ecc.) n Vettoriali : per essere
DettagliIndici acustici macroprosodici dello stato emotivo del parlante
E. Magno Caldognetto, C. Zmarich, F.E. Ferrero Indici acustici macroprosodici dello stato emotivo del parlante in Atti del XXVI Convegno Nazionale di Acustica, Torino, 27-29 Maggio 1998, 1998, 263-266
DettagliIl ruolo del contesto sintattico nell assegnazione dell accento di parola in italiano
XX Congresso Nazionale AIP Sezione Psicologia Sperimentale Il ruolo del contesto sintattico nell assegnazione dell accento di parola in italiano Giacomo Spinelli a,b, Simone Sulpizio c, Silvia Primativo
DettagliREGRESSIONE E CORRELAZIONE
REGRESSIONE E CORRELAZIONE Nella Statistica, per studio della connessione si intende la ricerca di eventuali relazioni, di dipendenza ed interdipendenza, intercorrenti tra due variabili statistiche 1.
DettagliProdotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scientifico
Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema Laboratori del Sapere Scientifico Liceo Statale C. Lorenzini Classico, Linguistico, Scientifico,Scienze
DettagliI laureati scuole di provenienza, durata degli studi, votazioni ed età
I laureati scuole di provenienza, durata degli studi, votazioni ed età Il campione in esame comprende gli 11450 laureati presso l Università di Lecce nel periodo maggio 1997 aprile 2004, corrispondente
DettagliIl blocco amplificatore realizza la funzione di elevare il livello (di tensione o corrente) del segnale (in tensione o corrente) in uscita da una
l blocco amplificatore realizza la funzione di elevare il livello (di tensione o corrente) del segnale (in tensione o corrente) in uscita da una sorgente. Nel caso, come riportato in figura, il segnale
DettagliRappresentazione di Dati: Scala lineare Scala logaritmica. Grafici Lin Lin Grafici Lin Log Grafici Log Log
Rappresentazione di Dati: Scala lineare Scala logaritmica Grafici Lin Lin Grafici Lin Log Grafici Log Log Grafici in scala lineare Grafici Lin Lin Nella rappresentazione di dati in un piano cartesiano
DettagliScale di Misurazione Lezione 2
Last updated April 26, 2016 Scale di Misurazione Lezione 2 G. Bacaro Statistica CdL in Scienze e Tecnologie per l'ambiente e la Natura II anno, II semestre Tipi di Variabili 1 Scale di Misurazione 1. Variabile
DettagliPROGRAMMA DELL INSEGNAMENTO. Prof. Emanuele Banfi / Prof. Ignazio Mauro Mirto. Modulo 1 Elementi di Fonetica e Fonologia
PROGRAMMA DELL INSEGNAMENTO Docenti Prof. Emanuele Banfi / Prof. Ignazio Mauro Mirto Insegnamento LINGUISTICA GENERALE Modulo 1 Elementi di Fonetica e Fonologia 1.1. Alfabeti e corrispondenza biunivoca;
DettagliTeoria e tecniche dei test. Concetti di base
Teoria e tecniche dei test Lezione 2 2013/14 ALCUNE NOZIONI STATITICHE DI BASE Concetti di base Campione e popolazione (1) La popolazione è l insieme di individui o oggetti che si vogliono studiare. Questi
DettagliFondamenti di Linguistica
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA Facoltà di Lettere e Filosofia Lingue e culture straniere occidentali e orientali LINGUISTICA GENERALE Modulo A (9 CFU) Fondamenti di Linguistica PROF.SSA CLARA FERRANTI
DettagliR - Esercitazione 6. Andrea Fasulo Venerdì 22 Dicembre Università Roma Tre
R - Esercitazione 6 Andrea Fasulo fasulo.andrea@yahoo.it Università Roma Tre Venerdì 22 Dicembre 2017 Il modello di regressione lineare semplice (I) Esempi tratti da: Stock, Watson Introduzione all econometria
DettagliGEOMETRIA ANALITICA Prof. Erasmo Modica
ISTITUTO PROVINCIALE DI CULTURA E LINGUE NINNI CASSARÀ SEZIONE DISTACCATA DI CEFALÙ CLASSE V C GEOMETRIA ANALITICA Prof. Erasmo Modica LE COORDINATE CARTESIANE Quando si vuole fissare un sistema di coordinate
DettagliL ORGANIZZAZIONE TEMPORALE DEI GESTI VOCALICI E CONSONANTICI NELLE CONSONANTI SCEMPIE E GEMINATE DELL ITALIANO
L ORGANIZZAZIONE TEMPORALE DEI GESTI VOCALICI E CONSONANTICI NELLE CONSONANTI SCEMPIE E GEMINATE DELL ITALIANO *Claudio Zmarich, Barbara Gili Fivela, ^Pascal Perrier, ^Christophe Savariaux, *Graziano Tisato
DettagliFISICA. Fai un esempio di...: a)...un corpo in moto per il quale siano negative sia la velocità sia l accelerazione;
FISICA Serie 6: Cinematica del punto materiale V I liceo Esercizio 1 Alcuni esempi Fai un esempio di...: a)...un corpo in moto per il quale siano negative sia la velocità sia l accelerazione; b)...un corpo
DettagliCapitolo 12. Suggerimenti agli esercizi a cura di Elena Siletti. Esercizio 12.1: Suggerimento
Capitolo Suggerimenti agli esercizi a cura di Elena Siletti Esercizio.: Suggerimento Per verificare se due fenomeni sono dipendenti in media sarebbe necessario confrontare le medie condizionate, in questo
DettagliGENETICA QUANTITATIVA
GENETICA QUANTITATIVA Caratteri quantitativi e qualitativi I caratteri discontinui o qualitativi esibiscono un numero ridotto di fenotipi e mostrano una relazione genotipo-fenotipo semplice I caratteri
DettagliLinguistica Computazionale
Linguistica Computazionale La Legge di Zipf 13 ottobre 2014 Distribuzione della frequenza delle parole Rango di una parola (r v ) posizione occupata da una parola in un ordinamento di frequenza discendente
DettagliUtilizzo di index() per determinare la colonna delle x
Utilizzo di inde() per determinare la colonna delle In generale devo essere in grado di costruire un foglio dati con una colonna delle i cui estremi siano (a,b) bbiamo visto che le righe sono individuate
DettagliAnalisi della redditività r in termini di tendenza
Laboratorio 2010 Scuola Duemila 1 Esercitazione svolta di laboratorio n. 3 Analisi della redditività r e dell effetto fetto leva in termini di tendenza Roberto Bandinelli Riccardo Mazzoni Il caso Gli analisti
DettagliITCS Erasmo da Rotterdam. Anno Scolastico 2014/2015. CLASSE 4^ M Costruzioni, ambiente e territorio
ITCS Erasmo da Rotterdam Anno Scolastico 014/015 CLASSE 4^ M Costruzioni, ambiente e territorio INDICAZIONI PER IL LAVORO ESTIVO DI MATEMATICA e COMPLEMENTI di MATEMATICA GLI STUDENTI CON IL DEBITO FORMATIVO
DettagliFocus Contrastivo nella periferia sinistra della frase:
Focus Contrastivo nella periferia sinistra della frase: un solo accento, ma non solo un accento Giuliano Bocci e Cinzia Avesani Università di Siena; ISTC-CNR Padova giulianobocci@unisi.it; avesani@pd.istc.cnr.it
DettagliUniversità del Piemonte Orientale Specializzazioni di area sanitaria Statistica Medica
Università del Piemonte Orientale Specializzazioni di area sanitaria Statistica Medica Regressione Lineare e Correlazione Argomenti della lezione Determinismo e variabilità Correlazione Regressione Lineare
DettagliL analisi dei dati. Primi elementi. EEE- Cosmic Box proff.: M.Cottino, P.Porta
L analisi dei dati Primi elementi Metodo dei minimi quadrati Negli esperimenti spesso si misurano parecchie volte due diverse variabili fisiche per investigare la relazione matematica tra le due variabili.
DettagliLezioni di Statistica del 15 e 18 aprile Docente: Massimo Cristallo
UIVERSITA DEGLI STUDI DI BASILICATA FACOLTA DI ECOOMIA Corso di laurea in Economia Aziendale anno accademico 2012/2013 Lezioni di Statistica del 15 e 18 aprile 2013 Docente: Massimo Cristallo LA RELAZIOE
DettagliDisequazioni di secondo grado
Disequazioni di secondo grado. Disequazioni Definizione: una disequazione è una relazione di disuguaglianza tra due espressioni. Detti p() e g() due polinomi definiti in un insieme A, una disequazione
DettagliIEA TIMSS 2015 PRINCIPALI RISULTATI ITALIA. Presentazione Indagine internazionale
Presentazione Indagine internazionale IEA TIMSS 2015 PRINCIPALI RISULTATI ITALIA GRADO 4 - Quarto anno scuola primaria GRADO 8 - Terzo anno scuola secondaria di primo grado Roma, 6 dicembre 2016 L'indagine
DettagliGEOMETRIA ANALITICA
GEOMETRIA ANALITICA matematica@blogscuola.it LE COORDINATE CARTESIANE Quando si vuole fissare un sistema di coordinate cartesiane su una retta r, è necessario considerare: un punto O detto origine; un
DettagliStatistica descrittiva in due variabili
Statistica descrittiva in due variabili 1 / 65 Statistica descrittiva in due variabili 1 / 65 Supponiamo di misurare su un campione statistico due diverse variabili X e Y. Indichiamo come al solito con
DettagliDispensa di Statistica
Dispensa di Statistica 1 parziale 2012/2013 Diagrammi... 2 Indici di posizione... 4 Media... 4 Moda... 5 Mediana... 5 Indici di dispersione... 7 Varianza... 7 Scarto Quadratico Medio (SQM)... 7 La disuguaglianza
DettagliL elasticità e le sue applicazioni in economia Introduzione
L elasticità e le sue applicazioni in economia Introduzione Fino ad ora l analisi su domanda, offerta ed equilibrio di mercato è stata di tipo qualitativo. Se vogliamo avere una misura quantitativa degli
DettagliAcquisizione, rappresentazione e analisi di dati sperimentali Aurelio Agliolo Gallitto
Acquisizione, rappresentazione e analisi di dati sperimentali Aurelio Agliolo Gallitto Dipartimento di Scienze Fisiche ed Astronomiche Introduzione Esperimenti illustrativi, per visualizzare un determinato
Dettagli5.4. La matrice di correlazione
6 CO 4 (mg/m 3 ) 2 domenica lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato Giorni della settimana P. Bissuola Outliers Extremes P. Matter Outliers Extremes Le distribuzioni degli inquinanti non mostrano
DettagliIntervallo di fiducia del coefficiente angolare e dell intercetta L intervallo di fiducia del coefficiente angolare (b 1 ) è dato da:
Analisi chimica strumentale Intervallo di fiducia del coefficiente angolare e dell intercetta L intervallo di fiducia del coefficiente angolare (b 1 ) è dato da: (31.4) dove s y è la varianza dei valori
DettagliOnde sonore stazionarie in un tubo risonante
Onde sonore stazionarie in un tubo risonante Scopo dell esperimento Determinare la velocità del suono analizzando le caratteristiche delle onde sonore stazionarie in un tubo risonante. Richiamo teorico
DettagliDURATA VOCALICA, STRUTTURA SILLABICA E VELOCITA' DI ELOQUIO NEL PARLATO CONNESSO.
DURT VOLI, STRUTTUR SILLBI E VELOIT' DI ELOQUIO NEL PRLTO ONNESSO. R. Landi, R. Savy IRSS - Università degli Studi di Napoli "Federico II" SOMMRIO. Partendo da un corpus di parlato connesso [1], si è cercato
DettagliExcel. È data la distribuzione di 1863 famiglie italiane secondo il numero di componenti:
Excel È data la distribuzione di 1863 famiglie italiane secondo il numero di componenti: Calcolare per ogni classe della distribuzione: (a) le frequenze relative; Sia data la distribuzione degli studenti
DettagliGRUPPO QUATTRO RUOTE. Alessandro Tondo Laura Lavazza Matteo Scordo Alessandro Giosa Gruppo Quattro Ruote 1
GRUPPO QUATTRO RUOTE Alessandro Tondo 19632 Laura Lavazza 19758 Matteo Scordo 19813 Alessandro Giosa 19894 Gruppo Quattro Ruote 1 3.1 Analisi fattoriale (continua) Confrontando dal punto di vista interpretativo
DettagliANALISI DI FREQUENZA
Giada Grosoli matr. 1391 Lezione del 19/1/ ora 8:3-1:3 ANALISI DI FREQUENZA Nello studio dell acustica è molto importante l analisi di frequenza del suono. E fondamentale infatti valutare, oltre al livello
DettagliUniversità degli Studi Guglielmo Marconi
Alfabeto fonetico Fonetica. Parlato e scritto L alfabeto fonetico Si basa sulla corrispondenza tra grafema e fono: una sola lettera per un solo suono e, viceversa, un solo suono cui corrisponde una sola
DettagliStudio delle oscillazioni del pendolo semplice e misura dell accelerazione di gravita g.
Studio delle oscillazioni del pendolo semplice e misura dell accelerazione di gravita g. Abstract (Descrivere brevemente lo scopo dell esperienza) In questa esperienza vengono studiate le proprieta del
Dettagli10 Quasi esperimenti. Giulio Vidotto Raffaele Cioffi
10 Quasi esperimenti Giulio Vidotto Raffaele Cioffi Indice: 10.1 La differenza principale tra quasi esperimenti e veri esperimenti 10.2 Disegni con gruppo di controllo non equivalenti 10.3 Disegni senza
DettagliCondizione di allineamento di tre punti
LA RETTA L equazione lineare in x e y L equazione: 0 con,,, e non contemporaneamente nulli, si dice equazione lineare nelle due variabili e. Ogni coppia ; tale che: 0 si dice soluzione dell equazione.
DettagliCasa dello Studente. Casa dello Studente
Esercitazione - 14 aprile 2016 ESERCIZIO 1 Di seguito si riporta il giudizio (punteggio da 0 a 5) espresso da un gruppo di studenti rispetto alle diverse residenze studentesche di un Ateneo: a) Si calcolino
DettagliStatistica Descrittiva Soluzioni 3. Medie potenziate
ISTITUZIONI DI STATISTICA A. A. 2007/2008 Marco Minozzo e Annamaria Guolo Laurea in Economia del Commercio Internazionale Laurea in Economia e Amministrazione delle Imprese Università degli Studi di Verona
DettagliPiano cartesiano e retta
Piano cartesiano e retta Il punto, la retta e il piano sono concetti primitivi di cui non si da una definizione rigorosa, essi sono i tre enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Osservazione
DettagliLA RETTA NEL PIANO CARTESIANO
LA RETTA NEL PIANO CARTESIANO LE COORDINATE CARTESIANE Quando si vuole fissare un sistema di coordinate cartesiane su una retta r, è necessario considerare: un punto O detto origine; un verso di percorrenza;
DettagliTecniche di Ordinamento dei Vettori
Tecniche di Ordinamento dei Vettori Corso di Laurea Ingegneria Corso B A.A. 2010-2011 1 Contenuto 1) Generalità 2) Metodi a Minimo Ingombro di Memoria 2.1) Ordinamento per selezione ( Selection Sort )
Dettaglifigura. A figura. B Il modulo è la lunghezza o intensità del vettore. Il punto di applicazione è l origine del vettore detto anche coda.
Martinelli Sara 1A Lab. Di fisica del Liceo Scopo: verificare la regola del parallelogramma. Materiale utilizzato: Telaio 5 morse Asta orizzontale Base metallica 2 piantane verticali Pesi Goniometro stampato
Dettagli8. ANALISI DELLA COVARIANZA (ANCOVA)
8. ANALISI DELLA COVARIANZA (ANCOVA) L analisi della covarianza è un metodo statistico che risulta dalla combinazione dell analisi di regressione con l analisi della varianza. È utile quando all analisi
DettagliCORSO DI STATISTICA (parte 1) - ESERCITAZIONE 3
CORSO DI STATISTICA (parte 1) - ESERCITAZIONE 3 Dott.ssa Antonella Costanzo a.costanzo@unicas.it Esercizio 1. Sintesi a cinque e misure di variabilità rispetto ad un centro Una catena di fast-food ha selezionato
DettagliLezione 5 MOTO CIRCOLARE UNIFORME
Corsi di Laurea in Scienze motorie - Classe L-22 (D.M. 270/04) Dr. Andrea Malizia 1 MOTO CIRCOLARE UNIFORME 2 Per descrivere un moto curvilineo occorrono due assi cartesiani ortogonali ed un orologio.
DettagliI nostri amici vettori
Capitolo I nostri amici vettori. Perché si introducono i vettori r Si può descrivere la posizione di una particella in un piano tramite un vettore avente la coda nell origine degli assi e la testa nella
DettagliGeometria analitica di base. Equazioni di primo grado nel piano cartesiano Funzioni quadratiche Funzioni a tratti Funzioni di proporzionalità inversa
Equazioni di primo grado nel piano cartesiano Funzioni quadratiche Funzioni a tratti Funzioni di proporzionalità inversa Equazioni di primo grado nel piano cartesiano Risoluzione grafica di un equazione
DettagliVARIAZIONE PROSODICA DEL CONNETTORE PRAGMATICO MAGARI : UNO STUDIO ACUSTICO E PERCETTIVO
VARIAZIONE PROSODICA DEL CONNETTORE PRAGMATICO MAGARI : UNO STUDIO ACUSTICO E PERCETTIVO Antonella Gaillard-Corvaglia Equipe Langues Romanes (EA170) / Sorbonne Nouvelle, Paris III antoc75@hotmail.com 1.
DettagliFONOLOGIA. Gli scopi dello studio della fonologia di una lingua:
FONOLOGIA Gli scopi dello studio della fonologia di una lingua: 1. Stabilire le regolarita che caratterizzano l inventario segmentale della lingua 2. Determinare i patterns di distribuzione dei segmenti
DettagliAcquisizione, rappresentazione e analisi di dati sperimentali
Acquisizione, rappresentazione e analisi di dati sperimentali Aurelio Agliolo Gallitto Dipartimento di Fisica, Università di Palermo Introduzione Esperimenti illustrativi, per visualizzare un determinato
DettagliPRIMA SEZIONE ESEMPI DI DOMANDE SU FRAZIONI, POTENZE, EQUAZIONI, PROBLEMI, PERCENTUALI, GRAFICI E TABELLE Ogni quiz è riferito al grafico soprastante
PRIMA SEZIONE ESEMPI DI DOMANDE SU FRAZIONI, POTENZE, EQUAZIONI, PROBLEMI, PERCENTUALI, GRAFICI E TABELLE Ogni quiz è riferito al grafico soprastante TABELLE La seguente tabella rappresenta la dimensione
DettagliLa disprassia verbale: definizioni, valutazione e intervento
La disprassia verbale: definizioni, valutazione e intervento La Disprassia Verbale in Età Evolutiva (DVE) è un disordine del linguaggio su base neurologica (soft signs) nel quale il bambino presenta delle
DettagliLezione 1
Lezione 1 Ordini di grandezza Dimensioni fisiche Grandezze scalari e vettoriali Algebra dei vettori Coordinate Cartesiane e rappresentazioni grafiche Verifica Cenno sulle dimensioni delle grandezze fisiche
DettagliESERCIZIO 1. Vengono riportati di seguito i risultati di un analisi discriminante.
ESERCIZIO 1. Vengono riportati di seguito i risultati di un analisi discriminante. Test di uguaglianza delle medie di gruppo SELF_EFF COLL_EFF COIN_LAV IMPEGNO SODDISF CAP_IST COLLEGHI Lambda di Wilks
DettagliEsercitazioni di statistica
Esercitazioni di statistica Misure di associazione: Indipendenza assoluta e in media Stefania Spina Universitá di Napoli Federico II stefania.spina@unina.it 22 ottobre 2014 Stefania Spina Esercitazioni
DettagliAnalisi dei Dati Tabelle e Grafici
Analisi dei Dati Tabelle e Grafici Spesso una misurazione consiste nello studio di una grandezza,y i in funzione di un altra, x i. Esempi: o lo spazio percorso da un oggetto in funzione di un intervallo
DettagliLa regressione lineare. Rappresentazione analitica delle distribuzioni
La regressione lineare Rappresentazione analitica delle distribuzioni Richiamiamo il concetto di dipendenza tra le distribuzioni di due caratteri X e Y. Ricordiamo che abbiamo definito dipendenza perfetta
DettagliTest delle Ipotesi Parte I
Test delle Ipotesi Parte I Test delle Ipotesi sulla media Introduzione Definizioni basilari Teoria per il caso di varianza nota Rischi nel test delle ipotesi Teoria per il caso di varianza non nota Test
DettagliUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA - 9.Statistica - CTF Matematica - Seconda Parte Codice Compito: - Numero d Ordine D. 1 Un veicolo marcia per 50 km alla velocita v, e per altri 50 km alla velocita
Dettagli0 altimenti 1 soggetto trova lavoroentro 6 mesi}
Lezione n. 16 (a cura di Peluso Filomena Francesca) Oltre alle normali variabili risposta che presentano una continuità almeno all'interno di un certo intervallo di valori, esistono variabili risposta
DettagliSperimentazioni di Fisica I mod. A Statistica - Lezione 2
Sperimentazioni di Fisica I mod. A Statistica - Lezione 2 A. Garfagnini M. Mazzocco C. Sada Dipartimento di Fisica G. Galilei, Università di Padova AA 2014/2015 Elementi di Statistica Lezione 2: 1. Istogrammi
DettagliCANALE STAZIONARIO CANALE TEMPO INVARIANTE
CANALE STAZIONARIO Si parla di un Canale Stazionario quando i fenomeni che avvengono possono essere modellati da processi casuali e le proprietà statistiche di tali processi sono indipendenti dal tempo.
DettagliFISICA. Serie 3: Cinematica del punto materiale II. Esercizio 1 Velocità media. I liceo
FISICA Serie 3: Cinematica del punto materiale II I liceo Le funzioni affini Una funzione f è detta una funzione del tempo se ad ogni istante t associa il valore di una grandezza fisica f a quell istante,
Dettagli7. Forze elastiche. Nella figura 1 il periodo è T = 2s e corrisponde ad un moto unidimensionale limitato tra i valori x = 0 ed x = 1.
1 Moti periodici 7. Forze elastiche Un caso particolare di moto accelerato è un moto periodico. In figura 1 è riportato un esempio di moto periodico unidimensionale. Un moto periodico si ripete identicamente
DettagliLE COORDINATE CARTESIANE
CORSO ZERO DI MATEMATICA per Ing. Chimica e Ing. delle Telecomunicazioni GEOMETRIA ANALITICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LE COORDINATE CARTESIANE Quando si vuole fissare un sistema di coordinate
DettagliEsercitazione n 2. Costruzione di grafici
Esercitazione n 2 Costruzione di grafici I grafici I grafici sono rappresentazione di dati numerici e/o di funzioni. Devono facilitare all utente la visualizzazione e la comprensione dei numeri e del fenomeno
DettagliConfronto fra gruppi: il metodo ANOVA. Nicola Tedesco (Statistica Sociale) Confronto fra gruppi: il metodo ANOVA 1 / 23
Confronto fra gruppi: il metodo ANOVA Nicola Tedesco (Statistica Sociale) Confronto fra gruppi: il metodo ANOVA 1 / 23 1 Nella popolazione, per ciascun gruppo la distribuzione della variabile risposta
DettagliMetodologia Sperimentale Agronomica / Metodi Statistici per la Ricerca Ambientale
DIPARTIMENTO DI SCIENZE AGRARIE E AMBIENTALI PRODUZIONE, TERRITORIO, AGROENERGIA Marco Acutis marco.acutis@unimi.it www.acutis.it CdS Scienze della Produzione e Protezione delle Piante (g59) CdS Biotecnologie
DettagliLa Retta Ogni funzione di primo grado rappresenta, graficamente, una retta. L equazione della retta può essere scritta in due modi
La Retta Ogni funzione di primo grado rappresenta, graficamente, una retta. L equazione della retta può essere scritta in due modi Forma implicita Forma esplicita a x b y c 0 y m x q a c y x b b Esempio
DettagliEsercitazione del
Esercizi sulla regressione lineare. Esercitazione del 21.05.2013 Esercizio dal tema d esame del 13.06.2011. Si consideri il seguente campione di n = 9 osservazioni relative ai caratteri ed Y: 7 17 8 36
DettagliConsonanti scempie e geminate nel morbo di Parkinson: la produzione di bilabiali
DOI: 10.17469/O2101AISV000018 BARBARA GILI FIVELA, MASSIMILIANO M. IRACI, MIRKO GRIMALDI, CLAUDIO ZMARICH Consonanti scempie e geminate nel morbo di Parkinson: la produzione di bilabiali This study aims
DettagliIntroduzione. Michelangelo Laterza Principi di Statica e di Dinamica delle Strutture
Introduzione La meccanica è quella parte delle scienze applicate che studia le forze ed il moto. In questo campo è fondamentale la nozione di equilibrio, ovvero la condizione che si instaura quando le
DettagliL errore percentuale di una misura è l errore relativo moltiplicato per 100 ed espresso in percentuale. Si indica con e p e risulta: e ( e 100)%
UNITÀ L ELBORZIONE DEI DTI IN FISIC 1. Gli errori di misura.. Errori di sensibilità, errori casuali, errori sistematici. 3. La stima dell errore. 4. La media, la semidispersione e lo scarto quadratico
Dettagli