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1 FORUM mensile della regione liguria per l orientamento, la formazione e il lavoro > Agricoltura in Liguria: da un analisi regionale, un indagine su sicurezza e qualità nello Spezzino Unione Europea Fondo sociale europeo Regione Liguria Fondo Sociale Europeo

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3 Numero 84 aprile 2010 Anno IX indice Unione Europea Fondo sociale europeo L agricoltura in Liguria: dati di scenario Principali politiche e documenti regionali I punti di forza e di debolezza dell agricoltura ligure II V VII Agricoltura alla Spezia: un analisi di sfondo e un approfondimento XI Regione Liguria Qualità, regolarità e sicurezza nella Provincia della Spezia: alcuni risultati significativi dall indagine Considerazioni e riflessioni conclusive XVIII XXIII Guida alla lettura Forum presenta, nell inserto, una sintesi dell Indagine sulla qualità, regolarità e sicurezza nel lavoro in agricoltura che, come anticipato in un articolo lo scorso numero, è stata recentemente presentata alla Spezia. Come ricorderanno i lettori, la ricerca si sviluppa nell ambito del Progetto Regionale Qualità, regolarità e sicurezza nel lavoro che la Regione Liguria ha recentemente avviato. Promosso dall Ufficio Sicurezza e Qualità del Lavoro e realizzato da Agenzia Liguria Lavoro, si pone l obiettivo di fornire, al sistema regionale, strumenti conoscitivi, qualitativi e quantitativi per supportare la realizzazione di azioni mirate ai bisogni delle imprese e dei lavoratori, in materia di qualità, regolarità e sicurezza del lavoro. Si svolge in collaborazione con gli Enti locali, le Parti Sociali e le Amministrazioni pubbliche e private e prende in esame due particolari settori: l agricoltura, appunto, e la grande distribuzione organizzata. La ricerca in agricoltura si è concentrata sul tema della regolarità del lavoro, anche in relazione con quello della salute. Si compone di due parti: un analisi di sfondo, curata dall UO Osservatorio Mercato del Lavoro un approfondimento qualitativo, a cura dell UO Monitoraggio e Analisi, con focus sul territorio spezzino. Nella versione integrale, a cui si rimanda per approfondimenti, disponibile previo contatto con Agenzia Liguria Lavoro, è possibile ricavare, tra l altro, dati quantitativi sullo scenario internazionale e italiano, oltre che le indicazioni metodologiche e la bibliografia di riferimento. La ricerca, ovviamente, nella sua versione completa, è assai estesa e fornisce tabelle dettagliate sui singoli argomenti trattati. La redazione di Forum è pertanto intervenuta, presentando un abstract, steso in sintonia con il gruppo di lavoro, responsabile della ricerca. Il gruppo di lavoro Il Dipartimento Ricerca, Innovazione, Istruzione, Formazione, Lavoro e Cultura della Regione Liguria ha promosso, attraverso l Ufficio Sicurezza e Qualità del Lavoro, il Progetto regionale Qualità, regolarità e sicurezza nel lavoro, affidandone l attuazione ad Agenzia Liguria Lavoro. Le attività sono state realizzate, anche grazie al coinvolgimento diretto delle Associazioni Datoriali interessate ed in collaborazione con i soggetti istituzionali. Hanno partecipato, sino dalle fasi iniziali delle attività: CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Unione Provinciale Agricoltori, CGIL FLAI, FAI CISL, UILA e le strutture regionali del Dipartimento Agricoltura, Protezione Civile e Turismo e al Settore Politiche Agricole. Il gruppo di Agenzia Liguria Lavoro è costituito, per l analisi di contesto, dall UO Osservatorio Mercato del Lavoro e precisamente da: Adriana Rossato, con funzioni di coordinamento, Monica Fiorentino, Lia Orzati, Valeria Pastore. Per l impostazione dell indagine diretta, dall UO Monitoraggio e Analisi da: Elisabetta Garbarino, con funzioni di coordinamento, Cristina Alloisio, Carola Bargagliotti, Alessandra Giansoldati. Per la realizzazione, Agenzia ha affidato l incarico all Ente Bilaterale Agricoltura della Provincia della Spezia: Mara Bertolotto e Francesco Ferrari hanno realizzato l indagine. Le attività sono state condotte nel corso del 2009.

4 L agricoltura in Liguria: dati di scenario Le aziende agricole Secondo i dati Istat per l anno 2007, il numero di aziende agricole in Liguria è di unità; questo colloca la regione al penultimo posto a livello nazionale, seguita solo dalla Valle d Aosta. Le aziende liguri, inoltre, registrano una costante diminuzione: 31% rispetto al 2000 e 10,5% rispetto al 2005 (Istat, 2007). Oltre al numero ridotto, la dimensione delle aziende agricole liguri è la più piccola d Italia con una grandezza media pari a circa 1,78 ettari di superficie, rispetto ad una media nazionale del 6,2% Attraverso l elaborazione dei dati forniti da Movimprese è possibile tracciare un quadro più aggiornato del numero di imprese agricole presenti in Liguria. Confrontando le imprese attive del settore agricoltura registrate nell anno 1998 e nel 2008 si nota una diminuzione in Liguria del 22%. Il calo è particolarmente marcato nelle province di Genova ( 26,9%) e Imperia ( 26,7%), minore ma pur sempre significativo per le province di Savona ( 14,3%) e della Spezia ( 11,6%). Osservando la ripartizione per province delle aziende agricole si evidenzia come nel 2008 (ma le proporzioni rimangono simili anche negli altri periodi), la maggior parte sia concentrata in quella di Imperia (40,4%), segue Savona (31,5%), Genova (19,1%) e Spezia (9%). Imprese attive del settore agricoltura in Liguria anno 2008 Fonte: Elaborazione OML su dati Movimprese La superficie utilizzata e la sua conduzione La superficie totale del territorio regionale è di circa chilometri quadrati, per il 65,1% montuosi e per il 34,9% collinari 1 (Annuario statistico regionale, 2008) 2. Rispetto ad una media nazionale di ettari, la superficie agricola utilizzata ligure di ettari (Istat, 2007/8; Soar, 2008) (circa il 10% del totale della superficie territoriale) è la più contenuta d Italia e mostra una continua tendenza alla diminuzione. 1 Secondo la classificazione ISTAT, non sono presenti aree di pianura. 2 Il Programma di sviluppo rurale della Regione Liguria per il periodo (Regione Liguria, 2007: 31) in base all elaborazione dati Eurostat del 2004, specifica ulteriormente la superficie ligure. I km2 indicati dall Eurostat nel 2004 sono così suddivisi: 62,6% (3.394 km2) di superficie forestale totale; 16,5% (894 km 2 ) di aree naturali diverse dalle foreste; 25% (1.385 km2) di superficie agricola totale; 9,3 % (503 Km²) di superficie agricola utilizzata (circa il 36,31% della superficie agricola totale); 4,7% (255 km2) di aree edificate. II

5 Esaminando la superficie impiegata per forma di utilizzazione dei terreni, si osserva che il 54% di superficie è utilizzata per boschi e arboricoltura da legno e che la superficie agricola non utilizzata e di altro tipo è il 9,4%. Il restante 36,6% di superficie investita è la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) e comprende per il 19,4% prati permanenti e pascoli, per l 11,5% coltivazioni permanenti e per il restante 5,7% seminativi. Da segnalare l aumento nel 2007 rispetto all anno 2005 della superficie agricola non utilizzata e di altro tipo del +19,4%. La forma di conduzione prevalente della superficie totale è la sola manodopera familiare con il 67,7%, seguita dalla conduzione con salariati e/o compartecipanti con il 26,9%; molto distanziate la manodopera familiare prevalente (2,9%), la conduzione a colonia e altra forma (1,8%) e quella extrafamiliare (0,8%). Le produzioni Confrontando i principali settori di produzione dell agricoltura in Liguria per gli anni 1988, 1998 e 2008, si può osservare la costante prevalenza di coltivazioni agricole, seguita dagli allevamenti zootecnici e dalle attività di servizi connessi. Nello specifico, dal 1988 al 1998 le coltivazioni agricole sono passate dall 82,4% all 85,7%, con una variazione del +70,2%; gli allevamenti zootecnici in termini percentuali sono passati dal 14,1% al 10,5%, con una variazione in positivo del +21,4%, così come le attività di servizi connessi, che dal 3,4% crescono al 3,8% con una variazione più alta del +82,6%. Dal 1998 al 2008 si nota soprattutto un aumento della percentuale di attività di servizi connessi che passano dal 3,8% al 7,9%, con una variazione del +98,7% (aumentando rispetto al 1988 del +262,8%), e degli allevamenti zootecnici che dal 10,5% passano al 12,5%, con una variazione del +14,9%. Si segnala invece una diminuzione della produzione dell agricoltura nel 2008 che, con una variazione del -10% rispetto al 1998, passa in termini percentuali dall 85,7% al 79, 7%. Come affermato nel PSR le produzioni agricole liguri si possono dividere, dal punto di vista della dimensione dei mercati, in due grandi categorie: fiori e piante ornamentali; prodotti alimentari. I fiori e le piante ornamentali hanno un mercato di livello continentale, mentre i prodotti alimentari si collocano interamente sui mercati locali o in particolari nicchie di commercio specializzato in prodotti regionali di alta gamma (quest ultima affermazione vale in particolare per olio, vino e pesto) (PSR, 2007: 39). Produzioni delle coltivazioni agricole della branca agricoltura in Liguria anno 2008 Fonte: Elaborazione OML su dati ISTAT Per quanto riguarda le produzioni degli allevamenti zootecnici prevale la produzione di carne (75,2%) seguita dal latte (13,4%), dalle uova (10,8%) e dal miele (0,6%) e in minima parte dai prodotti zootecnici non alimentari (0,01%). III

6 Le forze lavoro in agricoltura In Liguria, le unità di lavoro totali 3 (dipendenti ed indipendenti) che operano nel settore dell agricoltura nel 2008 sono le uniche ad aumentare sia rispetto all anno precedente, sia rispetto agli altri settori, sempre secondo i dati Istat. Si registra una variazione del +1,8% per l agricoltura ed un calo del 2,5% nell industria e del 0,3% nei servizi. Se si confrontano invece i dati del 2008 con quelli del 1998 i segni si invertono: rispetto al decennio scorso le unità di lavoro nel settore agricolo sono diminuite del 5,4%, mentre sono aumentate nell industria del +4,8% e nei servizi del +3,1%. In rapporto agli altri settori le unità di lavoro nel settore agricolo sono passate dal 3,7% del 1998, al 3,4% del 2008; anche nel settore dei servizi si registra una flessione dal 76,9% al 76,8%, mentre aumentano nell industria, dal 19,5% al 19,8%. Secondo i dati dei conti economici regionali Istat, la media degli occupati nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca passa dal 1998 al 2008 da a unità, con una variazione positiva del +13,8% ( unità), registrando invece il calo più negativo del periodo nel 2003 con unità. Anche rispetto al 2007 si segnala un aumento degli occupati nel settore agricolo che è del +5,8% ( unità). Rispetto agli altri settori gli occupati nel settore primario sono passati dal 2,5% del 1998, al 2,7% del 2008; quelli nei servizi dal 77,3% al 77,7%, mentre diminuisce la percentuale nell industria, dal 20,1% al 19,7%. Attraverso i dati delle comunicazioni obbligatorie 4 si osserva che hanno iniziato almeno un rapporto di lavoro o similare nel settore agricolo nell anno 2008 un 64,4% di maschi e un 35,6% di femmine domiciliati in Liguria. Osservando i dati del secondo trimestre 2009, le proporzioni restano pressoché invariate con un 65,9% di uomini e un 34,1% di donne assunte nell agricoltura. Anche per il secondo trimestre del 2009, l 89,9% dei lavoratori ha un contratto a tempo determinato, seguito da un 6,9% con contratti a tempo indeterminato, da un 2,1% di lavoro flessibile, dallo 0,6% di tirocinio, dallo 0,3% di apprendistato e infine dallo 0,2% di altre tipologie contrattuali. Avviati in agricoltura domiciliati in Liguria per tipologia contrattuale - Anno trim trim Tipologia contrattuale v.a. v.% v.a. v.% Apprendistato 35 1% 3 0,3% Lavoro flessibile 51 1,5% 20 2,1% Tempo indeterminato 301 8,9% 67 6,9% Tempo determinato ,7% ,9% Altre tipologie contrattuali 4 0,1% 2 0,2% Tirocinio 49 1,4% 6 0,6% Non Definito 12 0,4% 0 0 Totale % % 3 Le unità di lavoro sono pari al numero di posizioni lavorative equivalenti a tempo pieno. L insieme delle unità di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e delle posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie) trasformate in unità a tempo pieno. 4 Si intendono per Comunicazioni Obbligatorie (CO) tutte le comunicazioni che i datori di lavoro pubblici e privati devono trasmettere quando si instaura un rapporto di lavoro assunzione e/o in tutti casi in cui si verifichi una variazione dello stesso proroga, trasformazione, cessazione. Con la Legge Finanziaria 2007 vengono introdotte importanti novità in materia di CO: a) la compilazione di un solo modello che adempie agli obblighi del Centro per l Impiego, dell Inps, dell Inail e del Ministero del Lavoro; b) la compilazione deve essere effettuata esclusivamente per via telematica ai servizi competenti secondo le modalità stabilite da ciascuna Regione e Provincia Autonoma; c) la comunicazione deve essere effettuata antecedentemente rispetto all instaurarsi del rapporto di lavoro; d) viene esteso l obbligo di effettuare la comunicazione a tutti i datori di lavoro comprese le pubbliche amministrazioni- per tutti i tipi di lavoro subordinato, includendo quindi i collaboratori che prima ne rimanevano esclusi, per alcune categorie di lavoratori autonomi, per l associazione in partecipazione, per altre esperienze lavorative lavori socialmente utili, borsa lavoro, e per i tirocini. IV

7 Principali politiche e documenti regionali In Liguria, inizia a prendere corpo il concetto di Servizi di Sviluppo Agricolo (S.S.A.) nella Deliberazione della Giunta Regionale n (Regione Liguria, 2005: ), per poi consolidarsi, con la spinta della Comunità Economica Europea 5, nella Legge regionale del 29 marzo 1990, n. 13 Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo. La legge è rimasta in vigore per quindici anni, dopodiché il mutato contesto agricolo e normativo da una parte, e nuovi orientamenti e impulsi finanziari dell Unione Europea 6 e in particolare del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) dall altra, hanno avviato un nuovo approccio per i Servizi di Sviluppo Agricolo. La legge regionale Da queste basi nasce in Liguria la Legge regionale del 29 novembre 2004 n. 22 Disciplina dei servizi di sviluppo e degli interventi per lo sviluppo rurale, con la finalità di disciplinare i Servizi di Sviluppo Agricolo in armonia con la legislazione e la programmazione comunitaria, nazionale e regionale. In particolare la Regione Liguria, (cfr. art. 2) «ispirandosi ai principi della sussidiarietà, promuove, sostiene e coordina il sistema integrato di servizi di sviluppo agricolo 7 che: si ispira a principi di efficienza, di multifunzionalità e di sostenibilità; garantisce la diffusione e la trasferibilità delle informazioni, dei metodi, delle innovazioni e delle esperienze, la capillarità e la qualità del servizio, nonché il libero accesso a tutti i potenziali beneficiari; promuove modelli di intervento e di sviluppo a livello territoriale, locale e regionale e di filiera in forma unitaria, sinergica ed organica. L obiettivo della legge è di rispondere alle nuove sfide del mondo produttivo agricolo che richiede sempre più competitività e competenze specifiche per confrontarsi con (Regione Liguria, 2005: 328): «un settore che vive una crisi strutturale e abbisogna di strumenti adeguati alla situazione; un sistema agroalimentare e un mercato che sta subendo profonde trasformazioni e si caratterizza per una forte concorrenza estera, in una congiuntura economica negativa ; una diversa e maggiore coscienza dei consumatori che richiedono sicurezza e qualità delle produzioni; gli orientamenti comunitari verso un agricoltura a basso impatto ambientale e verso lo sviluppo rurale». Per fare questo, la Regione Liguria, con la Legge regionale n. 22/2004, ha voluto «sostenere ed affermare il ruolo strategico che i servizi di sviluppo agricolo possono e devono rappresentare per l agricoltura nell ambito della programmazione regionale» attraverso una sistematizzazione degli strumenti di sostegno alle aziende agricole per: migliorare il livello complessivo di rendimento delle aziende adeguare le imprese secondo le norme obbligatorie nell ambito: della protezione ambientale, della sanità pubblica, della salute delle piante e degli animali, del benessere degli animali della sicurezza dei luoghi di lavoro. INSERTO SPECIALE 5 Si fa riferimento in particolare al Regolamento CEE n. 270/79 che «ha consentito l avvio di un importante fase di rinnovamento dell intervento pubblico in agricoltura, individuando nella figura del divulgatore agricolo, lo strumento tecnico qualificato da impiegare nelle attività di supporto alle aziende agricole» (Regione Liguria, 2005:327). L introduzione di questa figura nelle strutture regionali e nelle Organizzazioni professionali di categoria, prosegue la delibera (Regione Liguria, 2005:327), ha consentito alla Regione Liguria di adottare, ai sensi della LR n.13/1990, «un sistema misto dei servizi, pubblico privato, caratterizzato dalla distinzione/separazione tra assistenza tecnica specialistica e assistenza tecnica di base». 6 Vedi Obiettivo 5B e Reg. CEE n. 2078/92 (misura H) (Regione Liguria, 2005:327). 7 I servizi di sviluppo agricolo (art. 1) hanno la funzione di: a) approfondire e ampliare la conoscenza in materia agricola e agro-ambientale; b) migliorare e rafforzare le condizioni socio-economiche degli addetti al settore agricolo; c) aumentare la competenza e la competitività imprenditoriale; d) supportare l equilibrata fruizione e lo sviluppo sostenibile delle risorse agricole, zootecniche e ambientali del territorio ligure; e) contribuire alla valorizzazione, alla qualificazione, alla certificazione e alla commercializzazione delle produzioni agricole, zootecniche e delle risorse naturali; f) promuovere la migliore integrazione delle attività agricole e rurali con le realtà imprenditoriali e sociali che il territorio esprime; g) favorire l accesso ai giovani e garantire pari opportunità all imprenditoria femminile; h) contribuire all educazione e alla sicurezza alimentare; i) contribuire al recupero, alla conservazione, al miglioramento varietale, alla tutela e alla valorizzazione del germoplasma e delle razze locali; j) incentivare al risparmio energetico anche attraverso la produzione e l utilizzo di fonti alternative di energia; k) collaborare alla salvaguardia e all integrità ambientale e paesaggistica del territorio ligure nel quadro dello sviluppo economico sostenibile regionale; l) contribuire a tutelare la salute degli operatori agricoli, delle popolazioni rurali e dei consumatori; m) accompagnare le politiche agricole comunitarie e nazionali. V

8 Lo Strumento Operativo Agricolo Regionale Nella Legge regionale si individua un elemento particolarmente innovativo, denominato Strumento Operativo Agricolo Regionale (SOAR), per definire le linee di indirizzo, di orientamento e di intervento che l Assessorato all Agricoltura vuole perseguire. Il SOAR «intende delineare un articolata organizzazione dei servizi di sviluppo agricolo, al fine di garantire un reale rinnovamento e di rispondere con maggiore efficienza ed efficacia alle esigenze dell agricoltura ligure, in un periodo di transizione in cui si sta esaurendo la programmazione del PSR e si stanno delineando con precisione i nuovi orientamenti comunitari». Esso ha durata biennale (cfr ; ) ed è redatto dalla Regione Liguria di concerto con le Organizzazione professionali di categoria 8. Nel SOAR si evidenzia un ulteriore importante obiettivo e strumento della Regione Liguria: la Rete Integrata Regionale (RIR) dei Servizi di Sviluppo per l Agricoltura, volta ad integrare e coordinare i molteplici soggetti dei Servizi di Sviluppo alle imprese agricole, pubblici e privati, variamente distribuiti sul territorio ligure, e cogliere e realizzare progetti e azioni comuni a supporto del comparto agricolo ligure (SOAR, 2008). La Regione Liguria ha inoltre predisposto, a supporto degli obiettivi del SOAR, un portale web dedicato denominato Agriligurianet ( dove si forniscono informazioni e notizie aggiornate, ma anche servizi tecnici e interattivi. Leader+ e altri strumenti a supporto Un programma europeo certamente degno di nota per il settore agricolo è Leader+: nel periodo il programma Leader+ regionale riguardava un area costituita da 181 comuni (su un totale di 235), su cui agivano quattro gruppi di azione locale (GAL): Ponente Leader, Valli del Bormida e Giovo, Appennino Genovese, Aree Rurali della Spezia. La strategia generale del Programma Leader Regionale (PLR) Liguria è stata imperniata sull obiettivo globale di contribuire allo sviluppo economico e sociale delle zone rurali tramite la promozione, l animazione, l organizzazione delle comunità locali e delle filiere produttive, la valorizzazione del territorio e delle sue risorse, la creazione di relazioni con altri territori. Oltre a questi riferimenti, negli ultimi anni, sempre sotto l impulso principale dell Unione Europea, sono stati prodotti interessanti documenti di analisi e programmazione agricola regionale, tra i quali si ricordano: la Valutazione ex post del Piano di Sviluppo Rurale ; la Valutazione ex ante per il Programma di sviluppo rurale della Regione Liguria ; il Programma di sviluppo rurale della Regione Liguria Oltre a delineare un quadro dell agricoltura ligure, nel SOAR sono evidenziati i punti di forza e di debolezza dei principali settori produttivi, è censito e analizzato il sistema dei servizi all agricoltura liguri. Sono poi presentati gli obiettivi generali e i risultati attesi dei Servizi di sviluppo agricolo e le linee d intervento finanziate. VI

9 I punti di forza e di debolezza dell agricoltura ligure INSERTO SPECIALE Presentiamo i punti di forza e i punti di debolezza del settore dell agricoltura ligure, individuati dal Piano di Sviluppo Regionale e dal rapporto del SOAR Tra i punti di forza sono indicati: l elevato grado di specializzazione degli operatori in termine di capacità produttiva e gestionale nonché produzioni di qualità orientate al mercato; produzioni tipiche e di qualità (DOP, DOC, biologico, prodotti tradizionali); presenza di filiere corte realizzate dai produttori primari: in Liguria esistono un buon numero di operatori che trasformano e commercializzano direttamente sul territorio i prodotti originari (soprattutto per olio, vino, fiori, ortaggi e frutta, basilico) e ciò consente di mantenere sul territorio un valore aggiunto più elevato; garanzia di tutela e di salvaguardia ambientale e paesaggistica; patrimonio ambientale e paesaggistico di pregio, dove spesso l attività agricola crea il paesaggio. Tra le criticità, sono state segnalate, invece: difficoltà a mantenere i livelli di competitività: negli ultimi anni la concorrenza, in particolare nel settore florovivaistico, è diventata particolarmente aggressiva sia in ambito UE (Olanda) sia extra UE, anche per l elevato livello interno dei costi di produzione (energia e manodopera); progressiva diminuzione delle superfici oggetto di coltivazione dovuta sia all abbandono dei terreni nelle aree marginali per la scarsa redditività dell agricoltura, sia per la competitività per l uso FLORICOLTURA Punti di forza Criticità alto grado di specializzazione e professionalità competitività sui mercati derivante da produzioni presenza del Distretto florovivaistico extraregionali (UE ed extra UE) produzioni liguri tipiche con buoni standard qualitativi debolezza del sistema infrastrutturale e di filiera presenza di strutture e reti commerciali forte incremento dei costi di produzione (es. energia, presenza di aziende vivaistiche specialistiche manodopera, e mezzi tecnici) strutture di ricerca applicata e di servizi presenti difficoltà di attuare adeguate strategie di prevenzione sul territorio e di difesa anche per la mancanza di prodotti fitosanitari efficaci e comunque autorizzati difficoltà di programmazione delle produzioni floricole scarsa attività brevettuale con relativa dipendenza da prodotti esteri aziende di ridotte dimensioni e difficoltà ad ampliamento per elevati valori fondiari non adeguata attività di divulgazione, di informazione e di aggiornamento tecnico e commerciale difficoltà commerciali per frammentazione dell offerta, (es. per le produzioni in vaso) scarsa tutela e qualificazione delle produzioni locali. VII

10 del suolo, particolarmente evidente nelle aree costiere, a vantaggio di altri settori produttivi (attività residenziali, commerciali, turistiche o artigianali); crescente frammentazione fondiaria. Soffermandosi sui singoli comparti della produzione agricola sono evidenziati ulteriori dettagli di punti di forza e criticità che riportiamo nelle tabelle seguenti. ORTICOLTURA Punti di forza alto grado di specializzazione e professionalità apprezzamento delle produzioni orticole tipiche locali e relativi trasformati Criticità aziende di ridotte dimensioni elevati costi di produzione (es. energia e mezzi tecnici) debolezza del sistema infrastrutturale e di filiera difficoltà di attuare adeguate strategie di prevenzione e di difesa anche per la mancanza di prodotti fitosanitari efficaci e comunque autorizzati possibile impatto ambientale e vincoli normativi per alcune tecniche di coltivazione (es. direttiva nitrati) insufficiente divulgazione di informazioni e aggiornamenti tecnici e commerciali difficoltà commerciali per frammentazione dell offerta scarsi livelli di produzioni tipiche locali scarsi processi di certificazione di qualità VITICOLTURA Punti di forza Criticità vitalità e dinamismo delle aziende di punta del comparto aziende di ridotte dimensioni redditi sufficienti e buona capacità di investimento debolezza del sistema di filiera per le aziende specializzate difficoltà ambientali di coltivazione (es. meccanizzazione) sufficiente valorizzazione e riconoscibilità del prodotto difficoltà nel reperire nuovi diritti all impianto incremento negli ultimi anni delle superfici difficoltà nell ampliamento delle aziende (nuove superfici a denominazione di origine e di qualità da destinare ai nuovi impianti) buona domanda e consumi legati al turismo carenza di informazioni e consulenza tecnica sia in fase di elemento tipico del paesaggio e valenza ambientale produzione uva sia di trasformazione (particolarmente in aziende non specializzate) problematiche fitopatologiche emergenti (es. flavescenza dorata) e diffusione virosi necessità di diversificazione e di innovazione di prodotto pratiche enologiche non adatte ad evidenziare le specifiche attitudini e potenzialità viticole scarsa disponibilità di materiale vivaistico certificato specie per i vitigni autoctoni liguri VIII

11 OLIVICOLTURA Punti di forza efficienza produttiva diversificata a livello regionale buona domanda e consumi legati al turismo elemento tipico del paesaggio e valenza ambientale Criticità aziende di ridotte dimensioni e frammentazione delle superfici debolezza del sistema di filiera scarsa tecnica colturale anche per difficoltà orografiche (meccanizzazione) produttività variabile a livello territoriale ed incostante nelle diverse annate scarso incremento delle superfici a DOP incidenza marcata di infestazione della mosca dell olivo soprattutto negli ultimi anni scarsa consulenza tecnica in fase di produzione, di trasformazione e commercializzazione non adeguati servizi alla commercializzazione con particolare riferimento alla filiera corta problematica dello smaltimento e/o riutilizzo delle acque reflue e sanse umide scarsa innovazione di prodotto (es. olii monovarietali) scarsa disponibilità di materiale vivaistico qualitativamente garantito ZOOTECNIA Punti di forza produzioni tipiche locali presidio ambientale e mantenimento dello spazio rurale presenza di aree vocate alla produzione con metodo biologico associazionismo organizzato tipico di questo settore buona presenza di tecnici e strutture specialistiche a supporto delle produzioni Criticità localizzazione in aree sfavorevoli debolezza del sistema infrastrutturale aziende di ridotte dimensioni e con limitato numero di capi per azienda frammentazione dell offerta e debolezza della filiera insufficiente aggiornamento tecnico e normativo (sia produttivo sia igienico-sanitario) limitata redditività non adeguate strutture della/e filiera/e scarsa diversificazione, tipicizzazione, tutela e valorizzazione delle produzioni zootecniche IX

12 CULTURE MINORI Frutticoltura, Piccoli frutti, Prodotti del sottobosco Punti di forza Criticità produzioni localizzate in aree tradizionalmente vocate aziende di ridotte dimensioni e con caratteri di tipicità offerta frammentata presidio ambientale e mantenimento spazio rurale scarsi livelli produttivi possibile riconversione verso la produzione con metodo scarsa informazione tecnica biologico. scarsa tutela delle produzioni AGRICOLTURA BIOLOGICA Punti di forza produzioni localizzate in aree tradizionalmente vocate e con caratteri di tipicità presidio ambientale e mantenimento spazio rurale continuo aumento della richiesta da parte dei consumatori Criticità aziende di ridotte dimensioni offerta frammentata scarsa aggregazione nella filiera a fini commerciali scarsi livelli produttivi scarsa informazione tecnica e disponibilità di servizi specifici Interessanti riflessioni sono state fatte anche in merito alle aziende multifunzionali. Per multifunzionali si intendono quelle attività complementari delle aziende agricole (in particolare l agriturismo e le fattorie didattiche) volte alla fornitura di beni o servizi mediante l utilizzazione prevalente delle attrezzature e delle risorse aziendali. AGRITURISMO Punti di forza introduzione di una nuova legge regionale che disciplina l attività agrituristica (L.R. n.37 del 21 novembre 2007) ampia diffusione dell attività agrituristica a livello regionale opportunità di integrazione del reddito aziendale mantenimento e sviluppo delle aree rurali forte richiesta della domanda da parte di turisti e consumatori Criticità offerta agrituristica non sempre sufficientemente qualificata insufficiente aggiornamento tecnico e normativo insufficienti supporti promozionali insufficiente cooperazione tra le aziende e collegamento con altri soggetti economici FATTORIE DIDATTICHE Punti di forza Criticità inserimento delle fattorie didattiche nell ambito aumento del livello qualitativo dell offerta dell attività agrituristica di cui alla L.R. n. 37/2007 corsi didattici più rispondenti alle esigenze del mondo sviluppo e diffusione di fattorie didattiche a livello della scuola regionale mancanza di una rete tra fattorie didattiche e orti elevato interesse per il valore educativo, culturale scolastici ed ecologico scarso aggiornamento della formazione per gli operatori forte interesse delle scuole (studenti, insegnanti, mense agricoli e gli insegnanti scolastiche) alle tematiche connesse all agricoltura scarso coordinamento con i settori regionali in materia di e all educazione alimentare formazione e scuola opportunità di integrazione del reddito aziendale mantenimento e sviluppo delle aree rurali X

13 Agricoltura alla Spezia: un analisi di sfondo e un approfondimento INSERTO SPECIALE La fase preliminare dell indagine ha preso le mosse dalla necessità di conoscere più da vicino l universo delle imprese del territorio spezzino al fine di consentire l esatta individuazione del campione da analizzare. Di fatto sono stati analizzati i dati quantitativi provenienti da interlocutori istituzionali quali la Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato (aziende iscritte al 2008), l ASL/INAIL per ciò che attiene agli infortuni sul lavoro dal 2000 al 2007, la Direzione Provinciale per il Lavoro per i resoconti dell attività di vigilanza ordinaria (DPL), l Ispettorato Provinciale per l Agricoltura della Spezia per il rilascio dei patentini per fitofarmaci, nonché l INPS per ciò che attiene alle denunce di assunzione del quarto trimestre 2008 e l Ufficio Studi della Regione Liguria. Caratteristiche demografiche La prevalenza di titolari di imprese agricole è di sesso femminile, pressoché in tutti i comuni della Provincia: 493 aziende intestate a donne a fronte di 427 intestate a uomini. Età del titolare Le imprese definite giovani ovvero quelle il cui titolare ha un età inferiore a 25 anni sono prevalentemente localizzate in Alta Val di Vara (3 a Varese Ligure, 3 a Sesta Godano, 2 a Rocchetta Vara e 1 a Zignago). Nella pressoché totalità dei casi si tratta di aziende legate alla zootecnia ed alla coltivazione del fondo. Un azienda svolge anche attività connesse alla silvicoltura. Rapporto percentuale tra lavoratori italiani e stranieri Il personale occupato in agricoltura è di provenienza non italiana nel 26% dei casi. Si nota una significativa prevalenza di lavoratori rumeni rispetto alle altre etnie (41 unità). A seguire, con notevole distacco (10 unità) i lavoratori provenienti dal Marocco. Localizzazione territoriale (dati CCIAA) Aziende Area Alta Val di Vara Carro 15 AVV Carrodano 7 AVV Maissana 52 AVV Rocchetta Vara 38 AVV Sesta Godano 48 AVV Varese Ligure 201 AVV Zignago 41 AVV Totale 402 Fonte: CCIAA La Spezia Aziende Area Golfo La Spezia 39 Golfo Lerici 13 Golfo Portovenere 4 Golfo Totale 56 XI

14 Aziende Area Val di Magra Arcola 18 Magra Castelnuovo Magra 36 Magra Ortonovo 26 Magra Santo Stefano di Magra 28 Magra Sarzana 116 Magra Vezzano Ligure 15 Magra Ameglia 19 Magra Totale 258 Aziende Area Media-Bassa Val di Vara Beverino 13 MVV Bolano 14 MVV Borghetto di Vara 11 MVV Brugnato 8 MVV Calice al Cornoviglio 23 MVV Follo 10 MVV Pignone 9 MVV Riccò del Golfo 9 MVV Totale 97 Alcune definizioni utili I Coltivatori diretti Sono proprietari, affittuari, usufruttuari, pastori e assegnatari di fondi nonché appartenenti ai rispettivi nuclei familiari che, direttamente, abitualmente e prevalentemente, si dedicano alla coltivazione, all allevamento del bestiame e allo svolgimento delle attività connesse. I Mezzadri Coloro che, in proprio o quali capi della famiglia colonica, si associano al concedente, apportando alla impresa agricola il proprio lavoro e quello della famiglia. La famiglia deve stabilmente risiedere nel fondo. Gli Imprenditori agricoli professionali Coloro che dedicano all attività agricola almeno il 50% dell attività complessiva e con un ricavo almeno del 50% del reddito globale. Nelle zone montane e svantaggiate il tempo di lavoro e la quota di reddito si riducono al 25%. Aziende Area Riviera Bonassola 4 Riviera Deiva Marina 3 Riviera Framura 12 Riviera Levanto 50 Riviera Monterosso al Mare 15 Riviera Riomaggiore 5 Riviera Vernazza 17 Riviera Totale 106 Fonte: CCIAA La Spezia L Alta Val di Vara e la Val di Magra si confermano le zone a maggiore vocazione agricola della provincia spezzina. Risultati diversi per ciò che attiene alla localizzazione territoriale delle aziende agricole si riscontrano nei dati riportati dal Censimento Generale dell Agricoltura dell ISTAT del XII

15 Localizzazione Imprese Agricole Professionali Aziende che assumono Comune Aziende Brugnato 2 Castelnuovo Magra 3 Follo 1 La Spezia 1 Monterosso al Mare 1 Sarzana 3 Sesta Godano 1 Varese Ligure 1 Vernazza 2 sionali Totale 15 Fonte: INPS La Spezia Localizzazione Mezzadri Comune Aziende Arcola 1 Castelnuovo Magra 1 Totale 2 Fonte: INPS La Spezia Personale occupato Risultano iscritte all INPS 159 aziende attive con dipendenti su complessive 687 aziende pari al 23% del totale delle aziende attive. Le posizioni attive totali sono 775. A livello nazionale Il quadro della forza lavoro impiegata nel settore agricolo appare ancora caratterizzato dalla larghissima prevalenza della manodopera familiare. Appena l 1,3% delle aziende ricorre all impiego di manodopera extrafamiliare assunta a tempo indeterminato e solo il 14,6% utilizza manodopera extrafamiliare assunta a tempo determinato (fonte ISTAT- 5 ^ Censimento Generale dell Agricoltura 2000) Fonte: INPS Dall analisi dei dati CCIAA i Comuni indicati nella tabella seguente sono quelli che hanno una maggior presenza di aziende che assumono personale. Aziende che assumono per Comune Comune Fonte: CCIAA Aziende che assumono Sarzana 40 Varese Ligure 15 Castelnuovo Magra 11 La Spezia 6 Arcola 6 Ameglia 5 Santo Stefano M. 5 Vernazza 5 Calice al Cornov. 4 Bolano 4 Le dichiarazioni della manodopera agricola (DMAG) di assunzioni di personale a tempo determinato (OTD) del 4^ trimestre 2008 confermano i dati camerali, ovvero la netta prevalenza delle assunzioni in Val di Magra (41%) (primo comune Sarzana, seguito da Castelnuovo Magra) e in Alta Val di Vara (27%), in particolare Varese Ligure. XIII

16 Assunzioni a tempo determinato addetti a tempo determinato, mentre due tempi indeterminati sono stati assunti in cooperative (Sarzana e Levanto). Filiere produttive: zootecnia, forestazione, manutenzione del verde, agriturismo AVV MVV Magra Golfo Alta Val di Vara Media-Bassa Val di Vara Val di Magra Golfo Riviera Riviera Fonte: INPS Anche per le assunzioni di personale a tempo indeterminato la Val di Magra si conferma al primo posto, decisamente inferiori le assunzioni dell Alta Val di Vara. Assunzioni a tempo indeterminato Fonte: INPS Vale la pena di sottolineare che tre cooperative (tutte dell Alta Val di Vara) hanno assunto altrettanti Sono state individuate le seguenti filiere produttive che rappresentano le attività presenti sul territorio provinciale: La zootecnia bovina ha una consistenza di circa capi, per la maggior parte concentrati nella Val di Vara, mentre in Val di Magra di circa capi, dei quali 700 rappresentano il patrimonio zootecnico della tenuta di Marinella. La zootecnia equina consiste in circa capi. Non esistendo, in ambito provinciale, allevamenti intensivi, essa è legata sia al settore dell agriturismo sia alla presenza di maneggi o aziende similari, comunque per la maggior parte legata al settore hobbystico e del tempo libero. Il patrimonio ovi-caprino provinciale è di circa capi, anch esso per la maggior parte concentrato sul territorio della Val di Vara e, salvo alcune rare eccezioni, non è legato a razionali aziende zootecniche, così che la produzione provinciale non riesce a garantire la necessaria continuità produttiva, né, tanto meno, la programmazione delle nascite e la conseguente destagionalizzazione della produzione. (fonte CCIAA) La forestazione è prevalente sia in Alta Val di Vara sia nella Media. Spesso indicata come attività secondaria ma piuttosto interessante dal punto di vista dei rischi di infortunio; la vitivinicoltura è prevalente in Riviera e in alcuni Comuni della Val di Magra; l olivicoltura in Riviera e nell area Golfo; l orticoltura in Val di Magra, così come il florovivaismo. Manutenzione del verde: risultano iscritte presso la sezione ordinaria della CCIAA, 93 aziende. In costante crescita l attività agrituristica che XIV

17 conta complessive 96 aziende, di cui 40 in Val di Vara, 19 nella Riviera spezzina, 25 in Val di Magra e 12 nell Area Golfo. L agriturismo rappresenta quindi una significativa evoluzione dell agricoltura, tradizionalmente intesa, la quale ha dimostrato di cercare in altri comparti (in questo caso il turismo) quel valore aggiunto che essa, da sola, non riesce ad offrire. Il lavoro irregolare Nel corso dell anno 2008, la Direzione Provinciale del Lavoro, sezione Ispezioni del Lavoro, ha effettuato attività di vigilanza ordinaria per le aziende operanti nel settore agricolo. Tale attività ha interessato 18 aziende, con un numero di dipendenti inferiore a 10. Sono stati interessati alle ispezioni complessivamente 48 dipendenti, di cui 12 extracomunitari e 2 minori. I lavoratori in nero rilevati sono stati complessivamente sei, di cui uno extracomunitario. Il numero dei lavoratori risultati irregolari sono stati 10. Le violazioni amministrative comminate risultano dal grafico a fondo pagina. Coerentemente con la maggiore vocazione agricola di questi territori rispetto ad altri, anche gli infortuni si manifestano in misura maggiore in Val di Magra e Alta Val di Vara. Il 2004 risulta anno particolarmente pesante, anche per la gravità degli incidenti. I mesi di marzo e settembre evidenziano un picco infortunistico. Potrebbe trattarsi di infortuni legati al taglio del bosco e per settembre di attività legate alla vendemmia. Si manifesta una netta prevalenza dell infortunistica nei soggetti di sesso maschile pur a fronte di una maggioranza di imprese a titolarità femminile. Si nota una maggiore incidenza degli infortuni nella popolazione femminile nella fascia di età anni, mentre, estremamente significativo, è il dato che vede una prevalenza dell infortunistica nel sesso maschile compreso tra i 30 e 40 anni. Estremamente significativo il dato missing ovvero dati perduti all origine in quanto non rilevati (145 su 381 circa il 38%). Meno problematica l individuazione del tipo di infortunio. Si evidenzia una netta prevalenza delle contusioni, seguite dalle ferite e lussazioni. La sicurezza e l uso dei fitofarmaci INSERTO SPECIALE Incidenti in agricoltura L andamento infortunistico in agricoltura segna, negli ultimi due anni osservati , una significativa diminuzione, rispetto agli anni precedenti ed, in particolare, rispetto al picco del Tale diminuzione si è manifestata soprattutto nel Comune di Sarzana (9 eventi nel 2007) che scende ben al di sotto della media degli anni precedenti (oltre 13 eventi per anno). L utilizzo di fitofarmaci e gli effetti che questi producono sulla salute umana e sul contesto ambientale costituiscono un tema di rilevante attualità, sul quale la ricerca scientifica, da tempo, si dibatte al fine di individuare la reale soglia di pericolosità di queste sostanze e le possibili soluzioni per ridurne l impatto. Il problema dell utilizzo dei fitofarmaci presenta due diversi aspetti: 1) gli effetti che queste sostanze producono sulla salute umana, in riferimento a due diverse categorie di soggetti: Violazioni Fonte: Direzione provinciale del Lavoro La Spezia XV

18 Agente Materiale per anno evento Agente Totale Missing Macchine Operatrici Macchine Operatrici non utensili Macchine Utensili Mezzi sollevamento stoccaggio smistamento Mezzi di trasporto terrestre non su rotaie Mezzi di trasporto su rotaie Attrezzi Utensili Apparecchiature Polveri Materiali solidi Plastici Frammenti schegge scorie Superfici lavoro e transito Scale e passerelle Parti costitutive edifici Infissi Arredi e impianti fissi Microclima Animali Vegetali Contenitori Parti meccaniche Totale Fonte: INAIL La Spezia a) i lavoratori agricoli e delle industrie chimiche, in quanto persone che hanno un contatto diretto con tali sostanze; b) i consumatori, in quanto possono, attraverso gli alimenti, assumere residui di tali sostanze. 2) l impatto che essi determinano sull ambiente. Di fondamentale importanza per la prevenzione è il rilascio o il rinnovo dei patentini per l acquisto e l impiego dei presidi sanitari in agricoltura. Nella Provincia della Spezia sono attualmente attivi 443 patentini. Stanti le filiere colturali, che abbiamo indicato come prevalenti, è evidente che, in alcune aree,vi sia una maggiore presenza di patentini e nello specifico in Val di Magra (coltivazioni orticole e floricole) e in Riviera (olivicoltura ed vitivinicoltura). Per ciò che attiene al fenomeno delle intossicazioni per uso di fitofarmaci, si segnala che esso non può essere realmente stimato, in quanto non esiste, a livello nazionale, un ente che raccolga, in modo sistematico, i dati relativi ai casi di intossicazione, ma esistono, attualmente, solo alcuni soggetti che detengono, in merito, dati parziali e, cioè: i Centri Antiveleni (CAV) di alcuni ospedali italiani e l Inail che, comunque, detiene solo i dati relativi ai casi denunciati e indennizzati di infortuni dovuti all utilizzo di fitosanitari. Non sono disponibili, tra l altro, dati sulle malattie professionali indotte dall utilizzo di queste sostanze. XVI

19 Alcuni dati, in sintesi Il quadro che emerge dall analisi iniziale e propedeutica all indagine vera e propria è quello di un agricoltura in linea con le caratteristiche morfologiche del territorio: più professionale in Val di Magra con interessanti aziende operanti nel settore florovivaistico ed orticolo, di nicchia nella Medio/Bassa Val di Vara, ma con alcune peculiarità quali pregiate coltivazioni orticole o apicoltura; indissolubilmente legata alla zootecnia nell Alta Val di Vara o vocata a coltivazioni tipicamente mediterranee quali l olivo e la vite nella Riviera e nell area Golfo. Alcune aziende della Val di Vara vedono associata alla loro attività principale la silvicoltura. Il settore manutenzione del verde e giardinaggio annovera 93 aziende, talune delle quali hanno assunto la forma di cooperative sociali. Il panorama della provincia si caratterizza per la presenza di 920 ditte individuali suddivise, tra 608 Coltivatrici dirette e 312 Imprenditori Agricoli. Le imprese agricole sono 96 (dati CCIAA maggio 2008). L attività agrituristica si conferma come significativa evoluzione dell agricoltura tradizionalmente intesa che cerca, in altri settori, quel valore aggiunto che essa, da sola, non riesce ad offrire. Anche da un punto di vista occupazionale si confermano al primo posto la Val di Magra e l Alta Val di Vara con 775 posizioni INPS attive (titolari e dipendenti) su 687 aziende attive. I comuni maggiormente interessati sono Sarzana, Castelnuovo Magra e Varese Ligure. L indagine rispetto ai patentini per uso dei fitofarmaci ha evidenziato le due aree nelle quali si fa maggior uso di tali prodotti, o almeno, dove maggiore è il numero di autorizzazioni rilasciate. Tali dati sono in linea con le tipologie colturali ad esse afferenti, ovvero orto-floro-vivaismo in Val di Magra e Vitivinicoltura in Riviera. Per ciò che concerne la titolarità delle aziende si nota una prevalenza delle componente femminile (54% a fronte del 46% di titolari uomini) ed una netta incidenza di aziende agricole il cui titolare ha più di 60 anni. Fanno ben sperare le oltre 150 aziende intestate a soggetti di età inferiore ai 40 anni. L analisi dei dati ottenuti dalla Direzione Provinciale del Lavoro e concernenti la vigilanza ordinaria evidenziano l irregolarità di 10 aziende su 18 oggetto di controllo. Dette indagini hanno riguardato 48 lavoratori, di cui 6 sono risultati irregolari (5 lavoratori in nero). Da ultimo, l indagine sull infortunistica in agricoltura. Estremamente significativo il dato missing, ovvero dati non rilevati all origine per ciò che attiene alla modalità di infortunio. Meno problematica l individuazione della sede della lesione. Aggiungiamo che su 488 infortuni denunciati (nel periodo ) sono stati considerati tali 381. L incidenza infortunistica è maggiore nel sesso maschile. Un segnale positivo è dato dalla riduzione degli incidenti negli anni 2006 e XVII

20 Qualità, regolarità e sicurezza nella Provincia della Spezia: alcuni risultati significativi dall indagine Gli obiettivi e la metodologia L indagine è stata impostata, non nella convinzione di cogliere subito risultati esaustivi della percezione che gli operatori agricoli hanno della regolarità e dalla sicurezza sul lavoro, anche alla luce delle normative ad esse relative (DL 81/2008 e legge regionale n. 30/2007), ma con l obiettivo di ricercare metodi ed informazioni che costituiscano la base per ulteriori indagini più affinate ed esportabili nelle altre province liguri. In base a quanto previsto dal Progetto, ovvero fornire al sistema regionale strumenti qualitativi e quantitativi per la realizzazione di attività mirate e rispondenti ai bisogni delle aziende agricole, occorre sottolineare che, per noi, la chiave di comprensione dei meccanismi di funzionamento del sistema agricolo locale, con tutte le sue problematiche e potenzialità, va ricercata nel contatto diretto con gli operatori. È stato strutturato un questionario, poi somministrato ad un campione di imprese per filiera produttiva, ubicazione, caratteristiche del titolare e numero di dipendenti. Qualche dato di sintesi Dalla ricerca emerge un quadro delle aziende e della forza lavoro spezzina, impegnata in agricoltura: si tratta, soprattutto, di manodopera in ambito familiare. Un dato significativo: la maggior parte delle aziende ha titolarità femminile. Le filiere di produzione tipiche sono: la vitivinicoltura, l olivicoltura, l orticoltura, la forestazione, il florovivaismo, la zootecnia, l apicoltura. È emerso con chiarezza il fatto che l agricoltura di questo territorio sta crescendo, soprattutto le aziende agrituristiche, e la ricerca ha fatto emergere alcuni dati particolarmente interessanti, quali il desiderio di sviluppo e, quindi, di formazione e la consapevolezza dei rischi, connessi al tipo di lavoro; gran parte delle imprese chiede, infatti, di poter partecipare a corsi sulla sicurezza, soprattutto per l uso corretto delle attrezzature. Sono state individuate le tipologie di figure professionali di difficile reperimento. Gli spazi di crescita ci sono, ed emergono proprio dal dato della disponibilità all assunzione, soprattutto a tempo determinato ma non solo in alcuni territori che la ricerca mette in evidenza. Particolarmente significativi i temi della vigilanza, con i dati sulla presenza di lavoratori irregolari e degli incidenti accaduti. Il tema della certificazione di qualità non pare riscuotere molto interesse tra le imprese spezzine, poche la possiedono e poche la ritengono utile. L organizzazione delle aziende contattate Il questionario si apre con una serie di domande volte a comprendere qual è l organizzazione delle aziende esaminate. Gli intervistati riferiscono di un attività uniformemente distribuita durante l anno. La struttura della manodopera Nella stragrande maggioranza dei casi (circa il 70% delle risposte) le aziende si avvalgono del lavoro dei familiari. Tra le 26 aziende che rispondono, ritenendo l assunzione a tempo determinato la soluzione ad un eventuale maggior sforzo produttivo, 19 sono tra le aziende di maggiori dimensioni del campione (ovvero quelle che hanno dichiarato avere dipendenti). Sono ubicate prevalentemente in Val di Magra (16 aziende). Al contrario, le imprese piccole (nessun dipendente) riferiscono di avvalersi del lavoro dei familiari. Solo in 5 su 48 considerano l assunzione a tempo XVIII

21 determinato una possibile soluzione allo sforzo produttivo. Le 7 aziende che indicano il ricorso a lavoratori non in regola, come una possibilità per far fronte ad un maggior sforzo produttivo, sono prevalentemente appartenenti alla filiera zootecnia e vitivinicoltura. Scarso appeal per i voucher indicati solo da 7 aziende, anche in questo caso ubicate prevalentemente in Val di Magra (4 su 7) Sempre in relazione al reperimento della manodopera, Il 60% degli intervistati ritiene che nel settore nel quale opera vi siano difficoltà nel reclutamento di personale. Tra le 45 aziende che ritengono esista carenza di personale, prevalgono le aziende che lamentano una mancanza di personale specializzato. È evidente la necessità di operai agricoli semplici (OTD), soprattutto nella filiera zootecnia dell Alta Val di Vara (21). Alcuni, invece, pongono l accento sulla disponibilità a far molte ore di lavoro. Nel settore orticoltura, il 50% degli intervistati ritiene che vi sia carenza di manodopera, senza peraltro indicare figure ben precise. Stessa percentuale nel settore florovivaistico, dove invece chi lamenta la carenza di personale precisa la necessità che lo stesso sia preparato ed in grado di lavorare in serra. Molto più evidente invece nel settore vitivinicolo l assenza di personale specializzato ed esperto (vengono citate le figure dei cantinieri e dei potatori). Praticamente inesistente la necessità di personale specializzato nel settore olivicolo (7 aziende su 9 dichiarano di non avvertire necessità di personale specializzato). Un azienda indica le figure dei potatori e del personale per la raccolta delle olive. Giardinieri esperti sono le professionalità indicate dalle aziende di manutenzione del verde. Gli apicoltori parlano più in generale di necessità di personale adeguatamente formato. Il lavoro irregolare Per ciò che attiene al lavoro irregolare e alla possibilità di interventi per la sua limitazione il 59% degli intervistati lo ritiene possibile. Da segnalare il 17% delle aziende (esclusivamente zootecniche dell Alta Val di Vara) che ritiene il fenomeno poco rilevante o addirittura assente. Rispetto alle modalità con le quali sia possibile intervenire per ridurre il lavoro irregolare tra le aziende che lo ritengono possibile vengono indicate le possibilità che emergono dal grafico seguente, in primis il ripensamento di forme contrattuali specifiche per il settore. Quali potrebbero essere gli interventi posti in essere dalle Istituzioni? Fonte: Elaborazioni su dati indagine diretta Lavoro occasionale e rischio di infortunio Altissima la percentuale delle aziende che individuano uno stretto legame tra lavoratori occasionali e rischio di infortunio. Si segnala che tra le complessive 15 aziende che non vedono l esistenza del legame, 9 sono ubicate in Val di Magra e alcune di esse assumono personale a tempo determinato. Nel grafico seguente vengono elencate le possibili ragioni del legame. Da notare come anche nelle risposte a questa domanda venga fortemente posto l accento sul corretto utilizzo delle attrezzature. XIX

22 Le tipologie di lavoratori coinvolti nel sommerso Le aziende ritengono che la questione del lavoro sommerso sia un problema prevalentemente riguardante i lavoratori stranieri, sia regolari sia irregolari (37% delle risposte). A seguire coloro i quali hanno già un lavoro regolare (22%), i disoccupati (17%) e gli inattivi (15%). Minoritarie le altre risposte. Evidenziamo altresì che le risposte sono trasversali rispetto alle aree geografiche, alle filiere e alle caratteristiche anagrafiche degli intervistati. La sicurezza in azienda Per ciò che attiene all attribuzione dei compiti ai lavoratori in azienda spicca, tra tutte le altre, l attribuzione dei compiti in base alle necessità aziendali. In merito alla domanda relativa all utilizzo delle misure di sicurezza, il 60% degli intervistati non lo ritiene risolutivo dei problemi aziendali. Più possibilista il restante 40% che ne individua una risorsa. Si segnala che una sola azienda lo considera un aggravio di lavoro. Delle 44 aziende che non vedono nell utilizzo delle misure di sicurezza la risoluzione ai problemi, 34 sono ubicate in Alta Val di Vara e Magra, ovvero nelle zone a più spiccata vocazione agricola del territorio spezzino. Molto più orientata la risposta alla domanda successiva, ovvero la correlazione tra conoscenza del funzionamento dei macchinari e la riduzione dei rischi. Ben il 92% degli intervistati ne evidenzia lo stretto legame. Anche in merito alla domanda più generale, legata alle buone prassi in materia di sicurezza, 47 aziende delle 75 intervistate dicono di esserne al corrente. Nessuno dichiara di non conoscerle. La risposta alla domanda successiva relativa alle istruzioni sulle confezioni dei prodotti chimici è stata fornita da 61 aziende sulle 75 testate, in quanto 14 aziende dell Alta Val di Vara, operanti nella filiera della zootecnica, hanno dichiarato di non farne uso. Tra le risposte ottenute, invece, emerge una leggera prevalenza di chi riscontra poca chiarezza (30) o addirittura incomprensibilità (3). In percentuale il 54% riguarda risposte negative o parzialmente negative. La quasi totalità delle aziende è al corrente che il rilascio dei patentini per l utilizzo dei fitofarmaci compete all Ispettorato per l Agricoltura. Un azienda (acquacoltura) non risponde in quanto non si avvale dell utilizzo di prodotti chimici. Quali potrebbero essere le ragioni del legame tra lavoratori occasionali ed infortunio? Fonte: Elaborazioni su dati indagine diretta XX

23 Le figure del Responsabile del Servizio Protezione e Prevenzione (RSPP) e dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) Con riferimento alla domanda relativa al Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza, le aziende con personale inferiore alle 15 unità sono generalmente al corrente che questi possa essere nominato per ambiti territoriali (71% del campione). La valutazione dei rischi in azienda è stata effettuata da oltre la metà degli intervistati (52%) La tutela della salute dei lavoratori viene vissuta come un problema tutto interno all azienda (43 aziende su 75). Altre 13 aziende mettono l accento sulle sanzioni e solo 7 ne ravvisano una verifica di opportunità. Si segnalano 12 aziende del settore zootecnico dell Alta Val di Vara che non rispondono alla domanda. La figura del Responsabile del Servizio Protezione e Prevenzione esiste solamente nel 29% delle aziende intervistate. Il raggiungimento dell obiettivo incidenti zero viene considerato possibile solo da 8 aziende su 75, pari all 11% circa degli intervistati La percezione del sostegno alla sicurezza da parte degli enti Oltre la metà degli intervistati vede nelle associazioni di categoria un valido sostegno per le aziende che vogliano crescere nella consapevolezza della necessità di prevenire gli infortuni (52%). Il restante 43% non sa, mentre solo 3 aziende non individuano tale ruolo di sostegno. Solo 5 aziende, sul totale degli intervistati, cono- La certificazione di qualità La certificazione di qualità non suscita molto interesse tra le aziende. Solo il 25% la possiede, mentre il 38% non la ritiene necessaria. Possibilista il 21% degli intervistati, 4 aziende non rispondono e l 11% dichiara di non aver mai preso in considerazione l ipotesi di perseguirla. Tra le certificazioni possedute la prevalente è quella biologica per le aziende zootecniche ubicate in Alta Val di Vara. Presenti alcune Dop e Doc e la certificazione ISO9001 per le aziende che operano nella manutenzione del verde. Molto scarsa la fiducia che le aziende ripongono nelle certificazioni di qualità del prodotto provenienti da un ente esterno. La stragrande maggioranza degli intervistati nega l esistenza di un rapporto tra qualità del prodotto certificata e risposta del mercato. Nessuna particolare osservazione può essere fatta dall analisi dei dati disaggregati per filiere, aree geografiche o caratteristiche anagrafiche. Lo scetticismo è trasversale. Tra i 16 intervistati che individuano un legame tra mercato e qualità certificata del prodotto viene indicata come ragione la maggior tutela del consumatore a sua volta legata strettamente alla qualità del prodotto. Le aziende si dimostrano globalmente possibiliste nell intravedere una relazione tra miglioramento dell organizzazione aziendale e redditività. Solo il 21% si esprime negativamente. Le 17 aziende che motivano la loro risposta affermativa ritengono che siano attuabili interventi molto concreti che investono in particolar modo la struttura fissa dell azienda: macchinari, aumento superficie, investimento in serre (9 aziende). Qualche intervistato pone l accento sulla risorsa umana e parla di assunzione di nuovo personale e di formazione (4). Un paio di aziende ritengono di poter rivedere l organizzazione giuridica. XXI

24 sce il C.I.MA.C.L.A. (Cassa Integrazione Malattia Contributo contrattuale Lavoratori Agricoli e florovivaisti) e i suoi compiti. Tali aziende sono tutte ubicate in Val di Magra e hanno un titolare di età compresa tra i 41 e i 60 anni. Anche l Ente Bilaterale per l Agricoltura e l Osservatorio sono scarsamente noti alle aziende in merito alle loro competenze in materia di informazione e formazione sulla sicurezza. L informazione e la formazione in azienda sulla sicurezza sono state effettuate solo per la metà delle aziende intervistate. Tutte le aziende che hanno effettuato informazione e formazione dichiarano di averlo fatto attraverso corsi. Poche aziende sono a conoscenza dell esistenza di finanziamenti finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza. Di queste solo 17 ne indicano la tipologia. Il Piano di Sviluppo Rurale è noto a 16 aziende, delle quali 12 sono ubicate in Alta Val di Vara. Gli interventi regionali e l impiego dei Fondi pubblici Questa impostazione pare essere confermata anche dalla risposta all ultima domanda, quella che forse ha destato maggiori timori: l impiego dei fondi. Le aziende che hanno risposto confermano la bontà di un intervento a favore della sicurezza, vista come priorità assoluta (e ciò in apparente contrasto con il raggiungimento della condizione incidenti zero ritenuta possibile solo da 8 aziende su 75) al punto che, qualche impresa, si spinge a chiedere alla Regione di impiegare fondi per le consulenze in azienda, al fine di fornire sul campo un sostegno tecnico competente. Un altro aspetto rilevante riguarda le aspettative per gli interventi regionali. La metà delle aziende intervistate approva le politiche regionali; le aziende che ritengono che siano soldi spesi bene (35 su 75) parlano in primis di riduzione del rischio di infortunio, di sicurezza come valore assoluto, di maggiore professionalità e di tranquillità per il datore di lavoro. All ultimo quesito cioè Dove indirizzerebbe le risorse disponibili? le aziende parlano, in generale, di cultura della sicurezza e la declinano in varie voci, prima tra tutte la formazione, seguita da consulenza e possibilità di avere finanziamenti per mettersi in regola. Il primo soccorso riappare per due aziende, così come la stesura del manuale sulla sicurezza. Circa un quarto delle aziende non dà indicazioni specifiche. Si rileva, d altro canto, l opportunità di un intervento informativo circa le possibilità di finanziamento. Infatti gli intervistati che esprimono qualche perplessità circa gli stanziamenti, ammettono contem- XXII

25 poraneamente di non essere al corrente dell esistenza di finanziamenti finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza. Da qui la necessità di un più capillare intervento sul versante della comunicazione. La capacità di comunicare degli enti preposti Un grosso sforzo comunicativo è poi richiesto sia al C.I.MA.C.LA sia all Ente Bilaterale per l Agricoltura sia all Osservatorio Provinciale: i loro compiti in materia di formazione sulla sicurezza sono sconosciuti al 93% degli intervistati. Ulteriore riflessione emerge circa l opportunità di coinvolgere le aziende agricole in un percorso di sensibilizzazione e approfondimento sull utilità delle figure della sicurezza (RLS, RLS territoriale, RSPP) viste, non solo come risposta ad un obbligo legislativo, ma come un opportunità di miglioramento per l azienda. Decisamente meglio fanno le Associazioni di categoria che vedono riconosciuto, da oltre il 52% degli intervistati, il loro sostegno alle aziende (da non sottovalutare anche le 32 aziende che, in merito al sostegno per la prevenzione si limitano a rispondere non so ). Considerazioni e riflessioni conclusive Il lavoro d indagine qualitativa svolto sul campo ci presenta un quadro dell agricoltura del territorio spezzino allineato con quanto emerso nell indagine preliminare, almeno per ciò che concerne gli aspetti oggettivi (imprese di piccola dimensione a prevalente conduzione familiare ben integrate nel territorio) ma, nel contempo, ci offre spazi per una lettura più approfondita dei dati emersi. Intanto un primo successo può essere ascritto al fatto che le aziende abbiano colto l occasione di riflettere su loro stesse e sui loro bisogni. Ciò probabilmente è stato determinato anche dal metodo utilizzato per la somministrazione del questionario, ovvero quello della persona conosciuta che di fatto ha tranquillizzato le aziende sulle effettive finalità dell indagine. Abbiamo ragione di credere che, sulla base di tutto ciò e delle modalità di scelta del campione, i risultati possano considerarsi ben attendibili. Si delinea un quadro, dicevamo fatte le debite eccezioni per la Val di Magra, l Alta Val di Vara e di alcune imprese legate alla manutenzione del verde di una piccola agricoltura aperta alla crescita, consapevole dei rischi che corre e desiderosa di sviluppare le proprie conoscenze. Ma l indagine ha fornito un ulteriore serie di elementi di riflessione: le imprese del territorio vogliono crescere migliorando l organizzazione, crescita che, molto concretamente, viene declinata in investimenti in stalle, serre, ampliamento della gamma dei prodotti o nella produttività degli animali. Più controverso è invece il rapporto con la certificazione di qualità, da molti vista come un dispendio eccessivo di energie e di denaro per il suo conseguimento e/o mantenimento al quale spesso non corrisponde un adeguato riconoscimento economico. XXIII

26 Anche per i disciplinari di produzione il giudizio non è univoco: le aziende che esprimono riserve lo fanno in primo luogo per l eccessiva burocrazia che, talvolta e al pari della certificazione di qualità comporterebbe il rischio di incorrere in sanzioni per la complessità degli adempimenti. Vale la pena di sottolineare che, pure in materia di sicurezza sul lavoro, molte aziende temono l inadempimento normativo quale possibile fattore di rischio. Ci pare quindi di poter leggere nelle varie risposte una richiesta di semplificazione amministrativa. Tra le indicazioni emerse sulla tipologia dei corsi che suscitano interesse, nell ordine, incontriamo: Utilizzo in sicurezza delle attrezzature (44 scelte) Misure di primo soccorso (32 scelte) I prodotti fitosanitari (31 scelte) Il taglio degli alberi (19 scelte) Normativa in materia di contratti di lavoro (13 scelte) Rumori e vibrazioni (13 scelte) Certificazione di qualità (12 scelte) Movimentazione manuale dei carichi (12 scelte) Agenti biologici (4 scelte) La formazione aziendale sulla sicurezza Sintomatico è il fatto che ben il 91% delle aziende intervistate si dichiari disponibile a frequentare un corso di formazione, indicando l utilizzo in sicurezza delle attrezzature quale tematica di maggior interesse. Molto interessante il dato relativo al quesito seguente, ovvero la disponibilità a seguire un corso di formazione in materia di qualità, regolarità, prevenzione e sicurezza: ben il 91% degli intervistati si dichiara favorevole e disponibile. Vale la pena di sottolineare che ogni azienda ha indicato in media 2,4 corsi verso i quali nutre interesse. Le scelte rispecchiano molto quanto emerso dall indagine conoscitiva, ovvero, in primis, all attribuire ad un corretto uso delle attrezzature un grande significato, ai fini della prevenzione e sicurezza (44 su 180). Le scelte sono trasversali rispetto alle caratteristiche del campione (sesso, ubicazione, filiera, età). Molto interessante anche l individuazione del corso di primo soccorso, anch essa trasversale rispetto al campione. Le aziende convergono nel ritenere che il possesso di nozioni di primo soccorso possa rivelarsi estremamente utile. Le aziende della Val di Magra dimostrano interesse per le tematiche legate all utilizzo dei prodotti fitofarmaci (18 su complessive 31 scelte). L interesse per il taglio degli alberi è invece prevalentemente concentrato nell Alta Val di Vara (17 su 19). Tra le aziende che hanno segnalato come tematiche i contratti di lavoro sono presenti un certo numero di aziende con dipendenti, prevalentemente ubicate in Val di Magra e Riviera. La tematica relativa ai rumori e vibrazioni interessa in particolar modo ad aziende operanti nel settore della manutenzione del verde. I titolari delle aziende interessate sono tutti di sesso maschile. La certificazione di qualità suscita attenzione prevalentemente in Val di Magra e nell area Golfo. Alcune delle aziende si occupano di olivicoltura (4) e di vitivinicoltura (2). Il non eccessivo interesse per i corsi legati alla certificazione di qualità parrebbe confermare quanto già visto in precedenza, ovvero la negazione (57 aziende su 75 testate) di un legame tra certificazione e miglior risposta del mercato. La movimentazione manuale dei carichi è stata indicata da 12 aziende, appartenenti ai diversi segmenti del campione. Modesto interesse, nonostante la tematica, è stato manifestato per formazione legata ai rischi biologici, ovvero al contatto con animali (4 scelte). Gli intervistati, pur assegnando i compiti ai lavoratori prevalentemente in base alle necessità aziendali e XXIV

27 solo in piccola parte in base alla formazione che i lavoratori stessi hanno avuto (15 risposte su 75), ritengono che la conoscenza del corretto funzionamento delle attrezzature costituisca di gran lunga il principale metodo per prevenire gli infortuni. Anche per ciò che attiene all utilizzo corretto dei prodotti fitosanitari, si evince un bisogno di formazione (peraltro localizzato in prevalenza ove si fa maggior utilizzo di tali prodotti). Ma al di là delle tematiche indicate, ci preme sottolineare come le stesse aziende siano, in generale,consce del bisogno di formazione (68 su 75) al punto da indicare in media la disponibilità alla frequenza di 2,4 corsi per azienda. Indicazioni sull organizzazione e la regolarità del lavoro Le imprese agricole spezzine, la cui dimensione si è più volte ribadito è in generale modesta, confidano sul lavoro dei familiari anche per far fronte ad un maggiore sforzo produttivo. Le assunzioni a tempo determinato sono praticate da imprese di dimensione maggiore, ubicate in Val di Magra, analogamente per i voucher. Va peraltro segnalato che 7 aziende riconoscono nell impiego dei lavoratori non in regola un ausilio per i momenti di maggior sforzo produttivo. Il lavoratore straniero è colui che, in base alla maggioranza delle risposte, viene indicato come il più interessato. La maggior parte delle aziende ritiene comunque possibile un intervento da parte delle istituzioni, volto a ridurre il lavoro irregolare (59%) attraverso la predisposizione di forme contrattuali specifiche (27 risposte su 75 intervistati), incentivi per l assunzione regolare (19), riduzione degli oneri contributivi (14), nonché contenimento degli adempimenti burocratici (12). Ci pare opportuno sottolineare come vi sia, in primis, la richiesta di un attenzione mirata al settore agricolo, in grado di consentire un effettivo adempimento normativo in materia di regolarità lavorativa piuttosto che una mera richiesta di sgravi contributivi. Segnaliamo inoltre la diffusa consapevolezza del legame tra lavoratori occasionali e rischio di infortunio, a sua volta dovuto ad inesperienza ed incompetenza. Inoltre, un discreto numero di aziende ritiene che, nel settore in cui opera, vi sia bisogno di personale specializzato, ma non tutti indicano quali figure. Vengono segnalate tra le altre necessità di cantinieri, addetti alle serre, apicoltori, florovivaisti e potatori. Alla luce di questi risultati di massima varrebbe forse la pena di procedere a comprendere meglio le figure professionali sulle quali puntare per uno sviluppo formativo che sia in linea con le richieste del mercato. INSERTO SPECIALE XXV

28 Regione Liguria Provincia di Genova Provincia di Savona Provincia di Imperia Provincia di La Spezia XXVI

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