Regno Unito. Il mercato dei prodotti biologici

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1 Regno Unito Il mercato dei prodotti biologici Londra, Agosto

2 INTRODUZIONE AL SETTORE INDUSTRIALE Il Regno Unito e uno dei maggiori mercati di sbocco per le produzioni alimentari del nostro paese. Nel 2012 le esportazioni italiane di prodotti alimentari e bevande verso il Regno Unito hanno fatturato 2 miliardi di sterline rispetto ai 1,986 miliardi del 2011 (+0,8%). La quota di mercato in valore detenuta dall Italia nel 2012 e stata pari al 6,01%, uguale a quella del L Italia si posiziona al primo posto, in valore, per la pasta ( st 198 milioni), le conserve di pomodoro ( st 165 milioni) e prosciutti e salumi ( st. 57,7 milioni). L Italia e il secondo fornitore di vino dell Regno Unito per valore ( st 478milioni), preceduto dalla Francia ( st. 1,1 miliardi). La crisi finanziaria globale ha avuto effetti molto significativi, in particolare per l occupazione e per il consistente indebitamento privato delle famiglie britanniche, determinando un raffreddamento della domanda. Il reddito medio nel 2012 e aumentato dell 1,5% rispetto all anno precedente passando dalle st 498 settimanali alle st 506. I prezzi dei prodotti alimentari sono considerabilmente aumentati dal 2007 per raggiungere nel luglio 2010 aumenti del +46% per le uova, del +43% per il burro, del +36% per la carne suina, del +27% per i formaggi, del +26% per il latte, del +23% per la carne bovina, del +22% per il pane e del +17% per le carni avicole. Nel 2011 l ammontare medio che una famiglia inglese ha speso per cibi e bevande, incluse le bevande alcoliche ha raggiunto 39,93 per persona per settimana contro le 39,23 del La maggior parte di questa cifra riguardava prodotti alimentari e bevande analcoliche per un ammontare di 24,92 per persona per settimana. Se si tiene conto dell inflazione l ammontare speso era inferiore del 3,3% rispetto al Nel 2011 le famiglie hanno speso il 81% dell intero ammontare per prodotti alimentari e bevande analcoliche nei supermercati. Per quanto riguarda le bevande alcoliche il 55% e stato acquistato e consumato in ristoranti, pubs, ecc. il 31% acquistato dai supermercati ed il rimanente 14% da negozi specializzati. 2

3 IL BIOLOGICO NEL CONTESTO GLOBALE Nel contesto globale le vendite di prodotti biologici sono aumentate del 25,1% rispetto al 2008, anno d inizio della recessione mondiale. Le vendite mondiali di prodotti biologici sono stimate ad oltre 45 miliardi di Euro di cui 21,5 miliardi di Euro venduti in Europa. In tutti i paesi europei e negli USA continua la crescita del settore biologico e le previsioni continuano ad essere positive. Il nord America e l Europa rappresentano il 90% del mercato per vendite di prodotti biologici. I Stati Uniti con 21 miliardi di Euro, la Germania con 6,6 miliardi di Euro e la Francia con 3,8 miliardi di Euro. Gli USA detengono infatti il primato con una quota di mercato del 44% seguiti dalla Germania (14%), la Francia (8%) ed il Regno Unito (4%). L Italia si posiziona al sesto posto con una quota di mercato del 3%. L Oceania nel 2011 aveva la percentuale piu alta di terreni ad agricoltura biologica con il 33%, seguita dall Europa con il 29%, l America latina 18%, l Asia 10%, il Nord America 7% e l Africa 3%. IL BIOLOGICO NEL REGNO UNITO Nel Regno Unito i terreni ad agricoltura biologica nel 2012 erano di ettari pari al 3,8% dell intera area agricola. La percentuale piu alta era nell Inghilterra con ettari pari al 3,9% dell intera area agricola seguita dalla Scozia con ettari (3% dell intera area agricola), il Galles ettari (8% dell intera area agricola) e l Irlanda del Nord con ettari (1,2% dell intera area agricola). Con eccezione del Galles che ha registrato un aumento nei terreni dedicati all agricoltura biologica del +3,4% tutte le altre aree del Regno Unito hanno diminuito le aree ad agricoltura biologica con il maggior calo nell Irlanda del Nord (-20%), la Scozia (-10,1%) e l Inghilterra (- 8,7%). Se si considera l intera area del Regno Unito la diminuzione e stata del -8,7%. Il numero di produttori biologici e (-4,9%). Di questi il 64% sono agricoltori ed il rimanente 36% trasformatori. Il 2012 e stato un anno difficile per tutti gli agricoltori sia biologici che convenzionali. Gli elevati costi del mangime per gli animali e della benzina hanno aggravato l impatto delle condizioni meterologiche di maltempo che non erano avute da molti anni. Prima, l inizio senza piogge del 2012 ha causato problemi di germinazione con i raccolti primaverili; poi le condizioni piu piovose rispetto ad altri anni hanno avuto un costo nella resa dei raccolti e nella loro qualita, infatti le pioggie hanno ha lasciato molti pascoli in bisogno di manutenzione ed hanno aumentato l incidenza di malattie come la fasciola hepatica ( fluke ). Nonostante cio ci sono i presupposti per gli agricoltori biologici di essere ottimisti per il futuro. L intensificarsi dell interesse nella provenienza del cibo nella scia della crisi della contraffazione della carne bovina con carne di cavallo puo solo servire a rafforzare una lunga lista di fattori positivi: aumento della profittibilita media per le aziende biologiche negli ultimi cinque anni; aumento della spesa da parte dei giovani consumatori; l aprirsi del settore del catering, la forza dei dettaglianti specializzati; l infallibile crescita del mercato nel resto dell Europa ed il boom delle vendite on-line. 3

4 Quello che i produttori hanno bisogno nel corrente clima di incertezza delle CAP reform (riforme nella Common Agricultural Policy) ed il minimo supporto dei supermercati e un iniezione di certezza ed impegno sia da parte dei politici che dai dettaglianti per assicurare che i livelli di produzione si stabilizzino e che la scarsita dell offerta non soffochi un ritorno alla crescita. PROFILO DEL CONSUMATORE BRITANNICO Uno studio divide i consumatori in quattro tipologie: Gourmless (46%), non attenti alla qualità di prodotti e ingredienti e non interessati alla relazione alimentazione equilibrata/salute, i cui acquisti sono spesso determinati da esigenze di praticita e comodità e dalla necessità di un alimentazione veloce. Unconvenience (24%), acquistano prodotti freschi di qualità nei supermercati. Locals (16%), acquistano prodotti alimentari freschi e naturali, preferibilmente da piccoli punti vendita, anche in base a comodità e praticità d acquisto. Puristi (14%, 2/3 dei quali donne), acquistano esclusivamente prodotti alimentari d elevata qualità, freschi e biologici. Negli ultimi anni i temi etici e ambientali sono sempre piu sentiti nel Regno Unito. Sono nate nuove forme di collaborazione tra produttori, distributori e societa di risparmio energetico per ridurre le emissioni di CO2 nelle operazioni di trasporto e logistica. Il commercio equo e solidale cresce a ritmi sostenuti (le vendite dei prodotti con etichetta Fairtrade 1 - raddoppiati per numero dal 2005 al 2007 hanno registrato nel 2007 un incremento del 72% rispetto al 2006) ed un incremento del 39% nel 2010 con un valore stimato a 1,17 miliardi di sterline. Nel 2011 e 2012 il tasso di crescita era meno alto che in passato con incrementi del 10% e del 18% rispettivamente per un valore d1,53 miliardi di sterline nel Il Regno Unito e il leader mondiale per le vendite di tè fairtrade con una quota del 70% Le maggiori catene di supermercati hanno eliminato i contenitori non bio-degradabili in numerose linee di prodotto, allo scopo di ridurre progressivamente il packaging e fornire maggiori informazioni nelle etichette. 1 Per ulteriori informazioni sul commercio equo e solidale si suggerisce di visitare il sito ufficiale dell organizzazione Fairtrade si rivolge ai produttori provenienti dei paesi in via di sviluppo. 4

5 PROFILO DEL CONSUMATORE DI PRODOTTI BIOLOGICI Il cibo e le bevande biologiche continuano a riscontrare un vasto interesse. Su cinque famiglie quattro (80,3%) acquistano prodotti biologici. Piu della meta di chi fa lo shopping (55%) ritiene che sia importante acquistare prodotti biologici mentre solo una piccola parte (6%) non lo considera un fattore per niente importante. Salute, tutela della natura e dell ambiente e sapore sono le tre principali motivazioni per l acquisto di prodotti biologici. Degli acquirenti di prodotti biologici piu della meta (55%) menzionano come ragione per l acquisto di prodotti bio il mangiare salutare e l assenza di prodotti chimici. Di tutti i consumatori di prodotti biologici quasi la meta (44%) sono motivati dalla tutela dell ambiente e natura, mentre poco piu di un terzo circa (35%) menziona il sapore ed un terzo (31%) il benessere degli animali. Il sapore e la tutela dell ambiente appaiono essere fattori meno influenzanti all acquisto rispetto a due anni fa, ma le motivazioni salutari sono rimaste invariate. I giovani, sotto i 28 anni sono il gruppo che spendono di piu per l acquisto di prodotti biologici rispetto ad un anno fa. Il dettagliante specializzato in prodotti biologici Planet Organic afferma che gli studenti infatti sono una parte importante della loro base di clienti e rappresentano il 10% di tutti gli acquirenti nei loro 5 punti vendita. Gli acquisti da parte di studenti sono aumentati del 15% nel 2012, una percentuale molto superiore al 5% di aumento nelle transazioni dell intera catena. I pensionati e gli empty-nesters rappresentano quasi la meta della spesa per prodotti biologici (48,6%). La fascia di eta piu entusiasta e quella sotto i 35 anni di eta, che rappresenta il 16% del mercato per i prodotti biologici. Questo gruppo di consumatori, spesso conosciuti come la Jamie generation (generazione di Jamie Oliver famoso chef britannico che ha portato avanti campagne per la promozione del mangiar sano) rappresenta una sempre crescente base di acquirenti impegnati per il futuro e continuano a incrementare significativamente la spesa media di prodotti biologici. Cibo vero, vera qualita I consumatori di prodotti biologici sono piu interessati alla qualita del cibo, la provenienza e all acquisto di prodotti di origine locale rispetto alla media dei consumatori ed e doppiamente probabile che acquistino prodotti con etichetta fairtrade (commercio equo e solidale). Una ricerca approfondita indica che le motivazioni all acquisto da parte dei consumatori di prodotti biologici possano essere raggruppate in quattro generali e a volte anche sovrapposte motivazioni: Vita salutare Essere un cittadino globale o fare la cosa giusta da una perspettiva etica. Dare la preferenza al cibo vero, cibo predominatamente naturale e non trattato. La ricerca della qualita (alcuni consumatori scelgono le opzioni biologiche per occasioni speciali (cene) ed anche come qualcosa di inaspettato 5

6 I consumatori convinti Piu di tre quarti delle famiglie inglesi acquistano prodotti biologici, ma il totale degli acquisti e dominato da un piccolo nucleo di consumatori totalmente convinti. Un terzo (33%) di tutti i consumatori di prodotti biologici rappresenta piu di tre quarti della spesa totale (85%) mentre la meta di tutte le vendite di prodotti biologici (51%) e da attribuire al 6% del totale di acquirenti di prodotti biologici. I piu impegnati sono i consumatori di eta dai 28 ai 44 anni. Infatti questo e il gruppo che spende maggiormente per prodotti biologici rispetto alla media nazionale di tutti i gruppi di eta. The squeezed middle (la classe media sotto pressione) La quota di spesa per prodotti biologici da parte della classe media britannica e nuovamente diminuita lo scorso anno. In fatti la proporzione della spesa del gruppo della fascia sociale media C1, che include professionisti in ruoli amministrativi e di impiegati piu che le posizioni di manager, e scesa dal 34% al 32%. L implicazione e che questo e il gruppo di consumatori che maggiormente sono obbligati a stringere la cinghia di fronte ai tagli del governo dovuti al regime di austerita e agli aumenti di tasse. 6

7 Concentrazione regionale I prodotti biologici sono piu popolari a Londra, il sud-est e l est del Regno Unito. Queste sono infatti le zone dove i consumatori spendono piu della media nazionale per le bevande ed il cibo biologico. Londra da sola rappresenta quasi un terzo delle vendite di prodotti biologici (32%) in tutto il paese, con una spesa considerevole per acquisti per internet. Nel 2012 le vendite totali di prodotti biologici nel Regno Unito hanno subito un calo dell 1,5% e sono state equivalenti a st 1,64 miliardi. 7

8 Supermercati La maggior parte di prodotti biologici vengono ancora acquistati dai supermercati che nel 2012 avevano una quota di mercato del 70,7% in diminuzione rispetto al 2008 quando la loro quota di mercato era del 73,1%. Le vendite di prodotti biologici nelle catene di supermercati ammontavano nel 2012 a st 1,16 miliardi un calo del -2,4% rispetto al Quota vendite di prodotti biologici Waitrose 4,8% +1,1% Sainsbury s 2% -1,1% Tesco 1% -6,9% Marks & Spencer 1% -20% Morrisons 0,5% +3,5% Co-operative 0,4% -9,3% Asda 0,2% -10% Categorie di prodotti maggiormente venduti Tesco: gastronomia, salute e bellezza Sainsbury: ortofrutta,carni e pollame Waitrose: yoghurt, dolciumi, birra e superalcoolici Morrisons: carni bovine, agnello, vino e latte Co-operative: latte, ortofrutta e yoghurt Marks & Spencer: carni, latte e frutta Quote di mercato dei prodotti biologici venduti nei supermercati Prodotti Quota di mercato Variazione 2011/2012 Latticini/chilled convenience 30,8% -4,8% Frutta, verdura, insalate 22,8% -7,7% Alimenti per l infanzia 13,9% -2,6% Bevande 6% -6,5% Carni Fresche 5% -5,9% Carni avicole e selvaggina 1,6% -29,9% Pesce fresco 0,6% +1,4% Le vendite per internet dei supermercati hanno un trend positivo. Tesco ha introdotto una nuova zona biologica" sul loro sito web e sta pilotando uno schema di consegne a domicilio (home delivery box) a Londra., Percentuale vendite on-line prodotti biologici Ocado (solo on-line) 100% Asda 8,5% Tesco 8,4% Sainsbury 7% Waitrose 3.5% 8

9 Ocado e la storia di successo nel 2012 tra i principali dettaglianti. Questo supermercato on line ha aumentato le vendite di prodotti biologici del 6,4%, superando Asda e Morrisons per diventare il quarto piu grande dettagliante di prodotti biologici. Ha esteso la gamma di ortofrutta biologica e prevede un ulteriore crescita tra il 10 e 15% nel Delle linee di prodotti biologici che si possono trovare sul sito di Ocado circa 10% sono a marchio privato di Daylesford e Laverstoke Park. I prodotti con marchio Waitrose rappresentano l 80% delle piu vendute linee di prodotti biologici. La causa del declino generale nelle vendite di prodotti biologici nei supermercati e attribuibile a diversi fattori: 1. Un anno difficile in quanto le famiglie continuano a risparmiare sulle spese familiari 2. Tagli nella gamma di prodotti biologici offerti, riducendo la scelta e la disponibilita 3. Una mancanza di investimenti per prodotti biologici own-label e minime attivita di promozione. Il lungo declino economico ha senza dubbi raffreddato la domanda dei prodotti biologici, ma una disproporzionata reazione da parte di alcuni dei supermercati ha abbassato ulteriormente le vendite riducendo la disponibilita di prodotti per chi vuole continuare ad acquistare il biologico. Questo non solo danneggia il mercato a breve termine ma anche colpisce i prospetti per una futura crescita provocando una riduzione nella produzione. Il mercato delle uova e un tipico esempio. La produzione di uova biologiche e scesa del 9,7% nel 2011 in parte a causa della riduzione degli ordini da parte dei dettaglianti e la minore disponibilita di spazio sugli scaffali e di conseguenza le vendite di uova biologiche sono state ostacolate nel 2012 dovute alla carenza di offerta. Ocado, infatti, riporta che non riusciva a trovare sufficienti fornitori di uova biologiche per soddisfare la domanda dei suoi clienti. Waitrose si sta trovando adesso di fronte alla stessa situazione per quanto riguarda la disponibilita di uova, carne bovina e salmone biologico di origine britannica. I dettaglianti indipendenti Le vendite di prodotti biologici nel 2012 sono aumentate dello 0,7% per i punti di vendita indipendenti che comprendono i cosiddetti box schemes (borsa spesa), vendite a domicilio, farms e health stores, mercati rionali e catering. Il settore dei dettaglianti indipendenti e stimato a 480,6 milioni di sterline. I grandi vincitori sono stati i grandi negozi specializzati in centro citta, ben piazzati grazie alla loro location centrale e l offerta estensiva di prodotti biologici che hanno rubato clienti dai supermercati. I principali dettaglianti indipendenti sono: Whole Foods Market con 7 punti vendita (5 a Londra, 1 a Glasgow ed 1 a Cheltenham) che ha riportato un aumento del 9% nel fatturato per il Planet Organic con 5 punti vendita a Londra che ha registrato un aumento del 10% rispetto al As Nature Intended 4 punti vendita a Londra 9

10 Unicorn Grocery una grande co-operativa a Manchester con un aumento del 10% nel fatturato. Unicorn Grocery ritiene che le ragioni per questo aumento siano legate alla continua riduzione di linee organiche offerte dai supermercati ed alla tendenza di cucinare a casa invece di andare fuori ed anche ai prezzi convenienti offerti da questa co-operativa che risultano dal fatto che acquistano direttamente dai produttori. Le vendite di prodotti biologici nei dettaglianti indipendenti nel 2012 ammontavano a 249,1 milioni di sterline un aumento dell 1% rispetto al 2011 quando le vendite ammontavano a 246,6 milioni di sterline. Box schemes e consegne a domicilio Box schemes, consegne a domicilio e vendita per corrispondenza (mail order) sono aumentate del 4,4% per raggiungere 174,3 milioni sterline. Questo terzo anno consecutivo di crescita positiva e stato spearheaded da Abel & Cole e Riverford, i due principali indipendenti box schemes, il fatturato dei quali e aumentato del 20% e dell 8% rispettivamente. Le consegne setimmanali di Abel & Cole hanno raggiunto le , aumemtando di un quarto. Questo successo e stato attribuito ad un miglioramento del servizio e della qualita dei prodotti, combinato a nuove strategie di marketing. Riverford attribuisce come principali fattori della sua crescita l introduzione di nuove linee di prodotti ed un aumento delle consegne. Al contrario la situazione e stata meno rosea per i piu piccoli box-schemes le cui vendite sono diminuite. Questa categoria tende ad essere isolata da zone urbane e la minore gamma di prodotti offerti rispetto ai concorrenti piu grandi e la mancanza di risorse necessarie per attrarre nuovi clienti. Mercati rionali e vendite dirette dai contadini (farm shops) Diversi mercati e punti di vendita diretta stanno lottando per superare il periodo tempestuoso economico in cui il paese si trova. Le vendite di prodotti biologici in questo settore sono scese del -14,1% nel 2012 portando alla chiusura di alcuni business mentre i piu fortunati hanno avuto una crescita modesta. Catering Il Soil Association (l associazione britannica di certificazione organica) ha calcolato che le vendite di prodotti biologici da parte di ristoranti e mense sia aumentato dell 1,6% nel Il valore di questo settore e stimato a 15,9 milioni di sterline il che rappresenta poco meno dell 1% dell intero mercato biologico britannico. L interesse nei prodotti biologici continua ad essere stimolato dal Food for Life Catering Mark lo schema con crescita maggiore per il settore del catering. Oltre 140 milioni di pasti riconosciuti con il Catering Mark sono stati serviti nel 2012, un aumento del 40% rispetto all anno precedente. 20% delle scuole inglesi fanno parte di questo sistema assieme alla piu grande catena di giardini per l infanzia e 15 universita. In agosto 2012 si e verificata una significante svolta nel settore quando Pearson e diventata la prima delle FTSE100 societa ad ottenere il catering mark. 10

11 Il catering mark sta guadagnando momentum in Scozia con il supporto finanziario del governo scozzese ed i fondi finanziari agricoli europei per lo sviluppo rurale. Nel 2012 il numero di accredited pasti serviti con l accreditazione del Caterin Mark ha raggiunto i 3,5 milioni. In Galles piu di un milione di pasti con il Catering Mark sono stati serviti da 7 istituzioni: 1 ospedale, 4 universita e 2 autorita locali. Nella high street una delle societa sostenitrice nell approviggionarsi di prodotti biologici e McDonald s che adopera latte biologico di origine britannica nel the, caffe e nei Happy Meals dei bambini. Nel 2012 McDonald ha usato 21.1 milioni di latte biologico, un aumento del 5,5% rispetto all anno precedente. NORMATIVE PER LE IMPORTAZIONI In quanto il Regno Unito e parte della CE non esistono restrizioni per le importazioni di prodotti agroalimentari dall Italia. I prodotti devono essere conformi alle normative comuniarie vigenti in materia. Le etichette devono essere in lingua inglese. I contenuti delle etichette son simili a quelli delle etichette italiane. Molto importante e la menzione degli ingredienti che possono causare allergie. Per i prodotti alimentari la VAT (IVA) e dello 0% con eccezione della cioccolata, prodotti contenenti cioccolata, snacks e patatine fritte per i quali e del 20%. I vini oltre che alla VAT sono soggetti ai diritti di accisa che per il vino tranquillo e di Lst 2 per bottiglia di 750ml. Per il vino spumante le accise sono di st 2,56 per bottiglia di 750ml. Le etichette dei vini nel Regno Unito sono conformi alle normative europee. I vini imessi nel mercato dopo il 30 giugno 2012 devonno indicare gli allergeni (uova e latte), se i residui nel prodotto finale sono superiori a 0,25 ppm UE Regolamento R579/2012. I prodotti biologici devono essere certificati da un Ente riconosciuto a livello europeo e non e necessaria la certificazione di un ente inglese. Non necessariamente gli importatori di prodotti biologici devono essere registrati. Solo se i prodotti biologici vengono trasformati l importatore deve avere una licenza da un ente di certificazione britannico. OPPORTUNITA PER LE AZIENDE ITALIANE Il Regno Unito può riservare grandi soddisfazioni alle aziende italiane che affrontano con determinazione e flessibilità il mercato britannico, il cui elemento chiave di differenziazione rispetto ad altri mercati europei e l enorme potere d acquisto di pochi operatori della GDO. Per soddisfare la crescente domanda di prodotti alimentari italiani di qualità e cogliere le opportunità che derivano dal mercato britannico e della diversa filiera distributiva e necessario: Essere flessibili-innovativi, disponibili ad adattare prodotto, confezione ed etichetta alle diverse abitudini alimentari e d acquisto dei consumatori britannici. I momenti di consumo alimentare nel Regno Unito all interno di una giornata tipo sono diversi da quelli del nostro paese. La sfida per l imprenditore italiano che intende avere successo nel mercato britannico e quella di trovare la formula magica che coniughi tradizione e innovazione. 11

12 Puntare sulla qualità e sui canali distributivi che servono i segmenti di mercato sensibili a qualita, rispetto per l ambiente e consumo etico. Per alcuni segmenti della popolazione britannica il prezzo non rappresenta il criterio principale in grado di indirizzare gli acquisiti. Una fetta di consumatori si mostra, infatti, disponibile a sperimentare prodotti che incorporino contenuti di qualità, etica, ambiente e tradizione, anche a prezzi superiori. Focalizzare l attenzione sui segmenti del mercato britannico più sensibili alla qualità del cibo e degli alimenti made in Italy. Le PMI del nostro paese possono trovare interessanti nicchie di mercato in Gran Bretagna puntando sui segmenti locals e puristi, mentre i budget promozionali delle PMI e degli enti territoriali del nostro paese sono di norma insufficienti per realizzare efficaci campagne di comunicazione/promozione che contribuiscano a modificare in maniera duratura la percezione dei consumatori non consapevoli delle specificita della cucina italiana (i cosiddetti gourmless). Circa un terzo dei consumatori britannici ritiene i prodotti alimentari italiani ottimi per una dieta salutare. E su questa fascia che le PMI devono puntare. Pianificare e ottimizzare la logistica e trasporto Italia-Regno Unito. Tempi e costi di trasporto si rivelano spesso una barriera difficile da superare per le PMI italiane che tentano di entrare nel mercato britannico. Gli importatori preferiscono spesso avviare la collaborazione con le PMI italiane con piccoli ordini, sia per non riempire il magazzino, sia per gli elevati costi fissi del Regno Unito (in particolare di Londra 2 ). Numerosi operatori italiani hanno deciso in passato di non procedere con piccoli ordini provenienti dal Regno Unito per l elevata incidenza dei costi di trasporto. Ma i piccoli ordini degli importatori/grossisti possono costituire in alcuni casi la premessa per fruttuosi rapporti commerciali nel medio periodo. Investire in comunicazione, soprattutto per le aziende alimentari italiane mediograndi, con marchi apprezzati nel nostro paese e capacità produttiva non pienamente utilizzata. Oltre il 50% del fatturato dei supermercati inglesi proviene dal private label ed in alcune categorie raggiunge il 70-80%. La GDO britannica ha difficoltà ad instaurare relazioni commerciali durature con aziende italiane piccole che producono alimenti e bevande poco conosciuti. Per guadagnare il giusto posizionamento negli scaffali della GDO e margini unitari di contribuzione, e necessario investire nella comunicazione (ad es. sponsorizzando eventi commerciali/no-profit, collaborando con alcuni dei più popolari chef britannici che gia promuovono la cucina italiana, attivando campagne ben focalizzate sul target da raggiungere, anche in collaborazione con le riviste in house dei supermercati, etc..) diventa fondamentale. adattare il packaging ai gusti e alla legislazione locale, vista la diversita rispetto a quello italiano utilizzato nelle confezioni dei prodotti alimentari e delle bevande. Prima di avviare attività di marketing sul mercato britannico, si suggerisce di verificare gli standard previsti dalla legge/associazione di categoria 3. Per emergere in un mercato molto competitivo (e in alcuni segmenti maturo) e inoltre necessario proporre i prodotti adattando la confezione/etichetta alle recenti tendenze del mercato. 2 Gli affitti commerciali a Londra sono pittosto elevati (le quotazioni degli affitti si ottengono per frazioni di m2). I ristoranti/dettaglianti specializzati non possono giustificare economicamente l affitto di aree magazzino in prossimita dei punti vendita. La mancanza di spazi accessori alle attivita di ristorazione/dettaglio richiede approviggionamento continuo dagli importatori/distributori. 3 British Retail Consortium (BRC)- e Institute of Packaging 12

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