L'INTEGRAZIONE EUROPEA DELLE STRUTTURE DI VIGILANZA BANCARIA
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- Gianluca Righi
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1 L'INTEGRAZIONE EUROPEA DELLE STRUTTURE DI VIGILANZA BANCARIA Appunti per il corso di Diritto delle banche
2 La crisi (inanziaria avviatasi alla (ine del 2007 ha dato origine ad una serie di modi8iche del quadro regolamentare europeo, orientate ad elaborare una unitaria capacità di reazione alla crisi. Le vischiosità dei processi di modi(ica, dovute anche alla disomogenea condizione dei Paesi aderenti all'unione, ha progressivamente portato alla costruzione di un sistema che - pur complesso e 'bizantino' per molti aspetti - ha acquisito negli ultimi mesi una logica sistematica che pone le condizioni per un suo funzionamento ef(iciente. Il sistema è stato progressivamente costruito e si basa ora su due canali ai quali pur con intrecci e sovrapposizioni è possibile riconoscere diverse e complementari competenze e aree di azione, secondo una linea che tende a tenere distinte la funzione normativa da quella di supervisione. I due canali sono costituiti da: 1- Sistema Europeo di Vigilanza Finanziaria (SEVIF), con competenza regolamentare per tutti i Paesi europei; 2- Unione Bancaria Europea (UBE), espressione riassuntiva di diversi strumenti destinati ad uni(icare l'esercizio dell'attività di vigilanza, al momento nell Eurozona.
3 SEVIF Nella costruzione della risposta normativa europea alla crisi (inanziaria, il primo signi(icativo passo è stato compiuto dando seguito alle indicazioni formulate dal Rapporto de Larosière (cfr. Diritto delle banche, 2012, VII.5). Risultava evidente che le direttive di armonizzazione e il principio dell'home country control non erano suf(icienti per una politica diretta ad assicurare la stabilità del sistema (inanziario europeo. Era quindi necessario avviare la costruzione di una struttura comune, munita di poteri di controllo e d intervento idonei ad assicurare l equilibrio sistemico dei Paesi aderenti. Premessa la distinzione fra vigilanza microprudenziale e macroprudenziale, il Rapporto de Larosière sottolineava l essenzialità del coordinamento in questa seconda area e dell'af(inamento della omogeneizzazione delle regole microprudenziali. Al Rapporto viene dato seguito con un pacchetto di misure dell'autunno 2010, la cui architettura è delineata dalla Comunicazione della Commissione europea COM(2009) 252 del 27 maggio 2009.
4 "#$%&'()*'#&+,-+..),"#$$'//'#&+,0%1#2+), Comunicazione della Commissione Europea 27 maggio ,$)55'#,366! Consiglio euro peo per il rischio sistemico (ESRC) Membri dell UE : presidente (pr esidente della BCE) Vigilanza vicepresidente macroprudenzia le governatori d elle banche cen trali + vicepresidente della BCE Commissione europea presidenti delle autorità europee di vigilanza O sservatori: rappresentanti delle autorità nazionali di vigilanza presidente del comitato economico e finanziario ECOFIN Allarme preventivo sui risch i e raccomandazio ni ai governi Informazioni mi croprudenziali Sistema europeo delle autor ità di vigilanza finanziaria (ESFS) Allarme preventivo sui rischi e raccomandazioni alle autorità di vi gilanza Comitato diret tivo Vigilanza microprudenziale Autorità bancaria europea (EBA) Autorità europ ea per le assicurazioni e le pensioni aziendali o professionali (EIOPA) Autorità europ ea per i valori mobiliari (ESA) Autorità nazionali di vigilanza banc aria Autorità nazio nali di vigilanza sull e assicurazioni e le pensioni aziendali o professionali Autorità nazio nali di vigila nza sui mercati mobiliari 82"0%*#"$/(-%1."(!$)-"(-%.(!'.%2$+((((((((((((((((((((((((((((((((((((((
5 Con un salto di qualità nell attribuzione di competenze a livello europeo, alla guida e coordinamento della vigilanza macroprudenziale è destinato l' European Systemic Risk Board (ESRB), organismo collegiale che si vale del supporto tecnico della BCE (cfr. Diritto delle banche, 2012, I.8 e VII.5) ed è guidato dal Presidente della stessa Banca Centrale Europea. Si procede, poi, anche ad una più ef(iciente organizzazione delle competenze di vigilanza microprudenziale, ripartita su tre Autorità di vigilanza europea (European Supervisory Authorities - ESA), del pari collegiali ed espressione delle autorità dei diversi Paesi membri, in corrispondenza della corrente suddivisione nei tre settori bancario, mobiliare, assicurativo - dell intermediazione (inanziaria. Nella raggiera della tripartizione per segmenti di mercato (inanziario, si situa l Autorità Bancaria Europea (identi(icata, secondo l uso corrente, con l acronimo tratto dalla denominazione in inglese, EBA) cui al pari delle altre autorità di settore - è rimesso il fondamentale compito di rafforzamento della vigilanza quali(icato dalla (issazione di standard tecnici obbligatoriamente comuni (c.d. single rule book), realizzando così interventi volti a ridurre gli ambiti di incertezza e di discrezionalità rinvenibili nelle complesse e strati(icate fonti normative comunitarie.
6 Il sistema si integra con le competenze preesistenti, che solo parzialmente sostituisce, assumendo nel suo complesso la denominazione di Sistema Europeo di Vigilanza Finanziaria- SEVIF (correntemente indicato con l acronimo inglese ESFS- European System of Financial Supervision), che vede af(iancarsi alle neo- istituite autorità e al loro Comitato congiunto, le autorità nazionali e i preesistenti collegi di autorità responsabili per la vigilanza degli intermediari transnazionali. A regolare il raccordo della disciplina nazionale e della Banca d Italia con il SEVIF è destinato l art. 6 T.U., come sostituito dall'art. 1, 3 co., d. lgs. 30 luglio 2012, n. 130 e modi(icato dal d. lgs. 12 maggio 2015, n. 72.
7 UBE La persistente crisi (inanziaria ha dimostrato che il semplice coordinamento della vigilanza (inanziaria tramite il SEVIF non è stato suf(iciente a evitare la frammentazione del mercato (inanziario europeo. Per rimediare a tale problema la Commissione europea ha proposto, a metà del 2012, la costruzione di un'unione Bancaria Europea caratterizzata da un approccio più organico ad integrazione dell'eurozona e, in prospettiva, del mercato unico. L Unione Bancaria Europea è intesa a garantire che il settore bancario nella zona euro e nell'ue in senso lato sia sicuro e af(idabile e che le banche insolvibili siano soggette a misure di risanamento e/ o a procedure liquidatorie senza ricorrere al denaro dei contribuenti e con il minimo impatto sull'economia reale. L UBE è proposta come parallela ed integrata con l Unione Monetaria Europea varata a Maastricht (cfr. Diritto delle banche, 2012, I.8 ). Si compone di tutti i paesi della zona euro, con 'porta aperta' ad ulteriori ingressi di Paesi europei che non adottano l'euro. Principali obiettivi dell UBE: garantire la solidità delle banche e la loro capacità di superare in futuro eventuali crisi (inanziarie evitare situazioni in cui il denaro dei contribuenti è utilizzato per salvare banche in dissesto ridurre la frammentazione del mercato armonizzando le norme che regolano il settore (inanziario rafforzare la stabilità 8inanziaria nella zona euro e nell'insieme dell'ue
8 L'Unione bancaria si sviluppa lungo due direttrici: 1) la creazione di un sistema di vigilanza omogeneo ed integrato, che è ad oggi già operante; 2) la predisposizione di organi e discipline omogenee per la gestione delle crisi bancarie, che è ancora in corso di implementazione. Afferisce alla prima direttrice il Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU, più spesso indicato con l'acronimo inglese SSM, da Single Supervisory Mechanism), istituito dal regolamento n. 1024/2013 (reg. SSM), che assegna alla Banca centrale europea la vigilanza bancaria diretta sui c.d. intermediari signi(icativi, al (ine di garantire che le maggiori banche europee siano soggette a una vigilanza indipendente sulla base di norme comuni. Afferiscono alla seconda direttrice: il Meccanismo di risoluzione unico (SRM- Single Resolution Mechanism), completato da un Fondo di risoluzione unico (SRF- Single Resolution Fund), varato con regolamento 806/2014. Al Sistema spetta la predisposizione di misure qualora si veri(ichi il dissesto di una banca, per garantire che la situazione possa essere gestita in modo ordinato, a un costo minimo per i contribuenti, con eventuale ricorso al Fondo, costituito con (inanziamenti delle banche; il sistema coordinato di disciplina e gestione delle crisi bancarie, ivi incluse le regole sui sistemi di garanzia del depositi, regolato con direttiva 2014/59/UE (cfr. legge delegazione europea 2014).Il sistema è ispirato al principio che la gestione dei dissesti bancari deve essere sostanzialmente (inanziate dagli azionisti e dai creditori degli enti creditizi (c.d bail- in).
9 SSM Dei tre strumenti elencati, solo il primo - il Single Supervisory Mechanism - è entrato a pieno regime dal 4 novembre Obiettivo del SSM è di garantire uniformità e vigilanza coerente degli istituti di credito per prevenire l'arbitraggio regolamentare e la frammentazione del mercato dei servizi (inanziari nell'unione. A tal (ine, il reg. SSM costruisce un sistema di vigilanza integrato. La BCE è responsabile del funzionamento ef(icace e coerente del Meccanismo, che si compone della BCE e delle autorità nazionali competenti (ANC). Alla BCE vengono attribuiti i compiti di vigilanza prudenziale degli enti creditizi negli Stati membri partecipanti, che rivestono la quali(ica di enti 'signi(icativi' secondo i parametri dimensionali e qualitativi (issati dal reg. SSM. A seguito della ricognizione già compiuta, circa 120 banche - che rappresentano l'80% ca. del mercato bancario della zona euro - sono passati al nuovo regime di vigilanza, mentre restano alla competenza delle autorità nazionali oltre banche (550 ca. in Italia). Ciò non vuol dire che queste ultime non siano coinvolte nel SSM, non solo e non tanto perché la BCE può avocare a sè gli interventi anche su intermediari 'non signi(icativi', quanto e soprattutto perché il regolamento consente che l'impronta della nuova vigilanza BCE tocchi l'intero sistema coinvolto nel Meccanismo. Il SSM, infatti, ha una capacità espansiva a (ini di omogeneizzazione dell'azione di vigilanza che è stata subito utilizzata nell'organizzazione che la BCE si è data (cfr. Guida alla vigilanza, 30/9/ 2014, al sito
10 Fruendo del proprio potere di autorganizzazione, la BCE ha istituito quattro Direzioni Generali (DG) apposite per svolgere i compiti di vigilanza conferiteli in cooperazione con le ANC: le DG Vigilanza microprudenziale I e II sono responsabili della vigilanza diretta su base giornaliera degli enti signi(icativi; la DG Vigilanza microprudenziale III è incaricata della supervisione della vigilanza condotta dalle ANC sugli enti meno signikicativi; la DG Vigilanza microprudenziale IV svolge funzioni orizzontali e specialistiche nei confronti di tutti gli enti creditizi sottoposti a vigilanza nell ambito dell MVU e mette a disposizione competenze specialistiche su particolari aspetti della vigilanza, per esempio i modelli interni e le ispezioni in loco". Come si vede, ben 2 DG su 4 sono destinate alla centralizzazione e omogenizzazione dell'esercizio dell'attività di vigilanza su tutti gli intermediari dell'area, perseguendosi con decisione la (inalità di sanare le discrepanze tuttora presenti negli approcci nazionali di vigilanza.
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