7. Valori e comportamenti a rischio

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1 7. Valori e comportamenti a rischio di Elena Cattelino, Silvia Bonino ed Emanuela Calandri Perché i comportamenti a rischio? Con l espressione comportamenti a rischio si intendono quelle condotte che possono, in modo diretto o indiretto, mettere in pericolo la salute e il benessere fisico e psicologico degli individui. Sono comportamenti che fanno la loro comparsa per lo più in adolescenza o in età giovanile, e che possono in seguito stabilizzarsi in stili di vita non salutari. Pur essendoci oggi consenso sul fatto che l adolescenza non è una fase dello sviluppo necessariamente problematica, nondimeno essa presenta maggiori aspetti di criticità rispetto alle età precedenti. Infatti, i cambiamenti nello sviluppo cognitivo e sessuale, il processo di costruzione dell identità, i nuovi compiti di sviluppo che si devono affrontare, uniti alla condizione di sospensione sociale, possono portare l adolescente a mettere in atto comportamenti rischiosi per la sua salute e il suo benessere (Moffitt, 1993). Questi comportamenti vengono attuati, nonostante la loro pericolosità, perché permettono all adolescente di raggiungere, all interno di un certo contesto, scopi personalmente significativi in relazione ai compiti di sviluppo di una certa cultura (Bonino, Cattelino e Ciairano, 2007). Possono quindi comparire in quest età comportamenti capaci di compromettere la salute e il benessere sia direttamente, come nel caso della guida pericolosa, sia a lungo termine, come nel caso del cancro e delle malattie cardiovascolari legate al fumo di sigaretta. Questi effetti non riguardano solo la salute fisica, ma si estendono anche alla sfera psicologica e sociale. Per esempio, un anticipata attività sessuale può portare a una gravidanza precoce, che a sua volta ha conseguenze sull abbandono scolastico, con effetti anche sulla futura disoccupazione e sulla vita sociale adulta. Per questo, i comportamenti a rischio sono di per sé dei fattori di rischio per il benessere psicologico e sociale futuro. Se in passato alcuni di questi comportamenti come il consumo di so- 159

2 stanze psicoattive, l attività sessuale precoce, i comportamenti delinquenziali erano stati considerati soprattutto sotto l aspetto della loro legalità o illegalità, in seguito l analisi si è allargata. Non si è trattato soltanto dell inclusione di altri comportamenti che non sono oggetto necessariamente di sanzioni sociali come il fumo di tabacco ma soprattutto di un cambiamento di prospettiva. Il fuoco dell attenzione si è spostato dalla società, e dalla trasgressione delle sue norme, all adolescente, al giovane e all adulto, e di conseguenza alla sua salute fisica e ancor più alla globalità del suo benessere psicosociale. Il repertorio dei comportamenti a rischio presi in considerazione si è così notevolmente ampliato e oggi l analisi dei comportamenti a rischio comprende non solo le abitudini alimentari ma anche la depressione. All ampliarsi dell oggetto di studio si è accompagnata la consapevolezza che queste azioni per lo più non appaiono in forma isolata, ma si strutturano in una pluralità di comportamenti tra loro connessi. In quest ottica, una parte della letteratura sull argomento ha raggruppato i comportamenti a rischio distinguendo due principali espressioni di rischio: quello internalizzato e quello esternalizzato. Il primo riguarda espressioni di disagio che coinvolgono maggiormente il vissuto individuale, come il manifestarsi di sentimenti depressivi, di stress, di malessere. Più visibile è invece il rischio esternalizzato, dato dall attuazione di comportamenti che mettono in pericolo la salute fisica e psicologica, presente e futura, degli individui (comportamenti devianti e aggressivi, uso di sostanze psicoattive, guida pericolosa). Diversi studi hanno evidenziato che le due modalità compaiano o con diversa frequenza nei due generi (Honess, Charman, Zani, Cicognani, Xerri, Jackson, e Bosma, 1997): i maschi, in generale, sono maggiormente coinvolti in espressioni di rischio esternalizzato, mentre nelle femmine prevalgono le forme internalizzate (Borca, Cattelino e Bonino 2002; Palmonari, 1997). L ampliamento del campo d indagine nello studio dei comportamenti a rischio si è accompagnato anche a un espansione degli sforzi esplicativi, nella convinzione che non sia possibile trovare la spiegazione in un unica dimensione, bensì in modelli articolati e complessi che prendono in considerazione la persona, il contesto e l interazione tra essi. Una parte importante degli studi si è così concentrata sugli antecedenti e sui fattori di rischio sia prossimali che distali che potevano rendere ragione del coinvolgimento nei comportamenti pericolosi per la salute e per il benessere. Ne è emersa la consapevolezza che esiste una grandissima variabilità di risposta alle situazioni di rischio e che per meglio comprendere i diversi percorsi d implicazione nel rischio si doveva integrare l analisi dei fattori di rischio con quella dei fattori di protezione. Questi ultimi possono avere ef- 160

3 fetti sia diretti che indiretti. Essi diminuiscono la probabilità di coinvolgimento nei comportamenti a rischio, così come quella di esiti negativi in caso di coinvolgimento, oppure riducono il coinvolgimento già in atto, oppure ancora servono a moderare i fattori di rischio presenti nell ambiente, grazie al cosiddetto effetto cuscinetto. Per comprendere il rischio: il modello concettuale proposto da Jessor Nell analisi dei comportamenti a rischio, si è dimostrato particolarmente fecondo il modello teorico elaborato da Jessor (Jessor e Jessor, 1977). Inizialmente definito come teoria del comportamento problematico, questo modello ha in seguito preso in considerazione, in una prospettiva più ampia, i comportamenti che possono compromettere uno sviluppo salutare, sia sul piano fisico che psicologico e sociale. se possibile spostare la figura Figura 1 Sono evidenziati i quattro sistemi, in reciproca interazione, presi in considerazione dal modello concettuale di Jessor (modificato da Jessor, Donovan e Costa, 1991) nella pagina successiva SISTEMA DELLA PERSONA - Valori - Atteggiamenti - Aspettative - Percezione di sé -.. SISTEMA DEI COMPORTAMENTI SISTEMA DELL AMBIENTE SOCIALE - Scolarità dei genitori - Lavoro svolto dai genitori - Dimensioni del luogo di residenza -.. SISTEMA DELL AMBIENTE PERCEPITO - Famiglia - Coetanei - Scuola -.. Comportamenti a rischio - Fumo di sigarette - Alto consumo di alcol - Fumo di spinelli - Uso di altre droghe - Comportamenti rischiosi - Comportamenti devianti - Guida pericolosa - Rapporti sessuali precoci e non protetti - Comportamenti alimentari disturbati Altri comportamenti - Attività di tempo libero - Partecipazione a gruppi -.. Fonte: Bonino, Cattelino e Ciairano (2007) 161

4 Lo schema interpretativo di Jessor è di tipo costruttivista e sistemico; costruttivista poiché pone al centro l individuo con le sue abilità cognitive e la sua capacità di agire intenzionalmente e e sistemico poiché, nello studio dei comportamenti a rischio, prende in considerazione quattro raggruppamenti di variabili (o sistemi di fattori) tra loro in interazione (Fig. 1, supra): il sistema dei comportamenti (sia a rischio che non), il sistema della persona (valori, atteggiamenti, aspettative, percezione di sé, eccetera), il sistema dell ambiente percepito (famiglia, scuola, coetanei, eccetera) e il sistema dell ambiente sociale (scolarità dei genitori e lavoro da loro svolto, dimensioni del luogo di residenza, eccetera). All interno del sistema della persona che è quello che qui ci interessa viene rivolta un attenzione particolare ai processi di valutazione, elaborazione e costruzione di significato del mondo e della propria personale esperienza, nella convinzione che non sia possibile comprendere l azione umana senza mettere al centro dell analisi la specificità dell attività cognitiva. Solo il riferimento a quest ultima consente di comprendere la complessità dell agire umano, nelle sue valenze anche emotive, affettive e sociali. Per queste ragioni particolare considerazione viene rivolta a come l individuo interpreta sia la realtà esterna che la propria esperienza, a come valuta le possibilità offerte dall ambiente circostante e le proprie azioni, a come anticipa le conseguenze dei propri e altrui comportamenti, a quali sono i suoi interessi, le sue aspettative e i suoi valori. Tale approccio attribuisce quindi una particolare importanza, nell influenzare l attuazione di comportamenti a rischio, alle caratteristiche personali. In specifico, Jessor (Jessor, Donovan e Costa, 1991) ha considerato, all interno del sistema della persona, tre strutture: quella motivazionale (motivational-instigation structure) di cui fanno parte i valori attribuiti al successo e all indipendenza, e le relative aspettative di successo e d indipendenza; quella delle credenze personali (personal belief structure), che comprende il criticismo sociale (convinzioni sul più ampio contesto sociale di appartenenza e in particolare riguardo all inadeguatezza delle politiche, dei costumi, delle istituzioni), l alienazione (sentimenti di isolamento sociale, mancanza di significato per le attività che si svolgono quotidianamente), la stima di sé, il locus of control (grado di controllo che una persona sente di avere sul suo futuro e sugli esiti dei comportamenti adottati); quella del controllo personale (personal control structure), comprendente l atteggiamento di intolleranza della devianza, l atteggiamento morale e la religiosità. Nella sua elaborazione più recente, in relazione al progredire della ricerca sia a livello teorico che empirico, Jessor (1998) ha integrato il suo schema interpretativo con l aggiunta del sistema dei fattori biologici e ge- 162

5 netici e con l analisi, per ciascuno dei sistemi considerati, sia dei fattori di rischio che di quelli di protezione. Così nel sistema della persona i fattori di rischio sono identificati nella bassa percezione di opportunità di vita, nella bassa autostima e nella propensione a prendere dei rischi; i fattori di protezione sono invece identificati nei valori che privilegiano la realizzazione e la salute, e nell intolleranza della devianza. Il modello di Jessor dunque, sulla base sia della teoria che dei risultati di ricerca, attribuisce una rilevante importanza ai valori, come fattori di protezione nei confronti del coinvolgimento nei comportamenti a rischio. Il lavoro di ricerca svolto nel nostro Paese, ispirandosi al modello di Jessor e utilizzando i suoi strumenti (Bonino, Cattelino e Ciairano, 2007), ha confermato il ruolo protettivo di alcuni valori per molti comportamenti a rischio. Per esempio, gli adolescenti e i giovani che disapprovano la devianza presentano un coinvolgimento soltanto sporadico nell alimentazione disturbata, nel fumo di sigarette e di spinelli, nel consumo di altre droghe, nell elevato consumo di alcolici, nel coinvolgimento in comportamenti devianti e rischiosi, nella guida pericolosa. Valori e comportamenti a rischio: quale relazione? I valori sono stati definiti come delle convinzioni personali relativamente stabili nel tempo (Allport, 1961; Rokeach, 1973; Schwartz, 2003); essi pertanto costituiscono riferimenti importanti sulla base dei quali le persone sviluppano specifici atteggiamenti, pianificano le proprie azioni e valutano quelle altrui. Dunque, i valori condizionano le scelte individuali e l adozione di stili di vita salutari o a rischio. Anche se l assunzione di comportamenti a rischio riveste significati molto diversi nei differenti periodi della vita (Bonino, Cattelino e Ciairano, 2007), il riconoscimento individuale in alcuni valori, come per esempio l attribuzione di importanza alla salute, costituisce un fattore rilevante nella scelta della condotta da adottare, in adolescenza come in età adulta. Di fatto non sono numerosi i contributi di ricerca che mettono in relazione i valori e i comportamenti a rischio, soprattutto in età adulta. Come già illustrato all inizio di questo capitolo, consideriamo comportamenti a rischio quelle condotte che possono, in modo diretto o indiretto, mettere in pericolo la salute e il benessere fisico e psicologico degli individui. In questa sede vengono considerati i seguenti comportamenti: il fumo di sigarette, l abuso di alcol e la guida pericolosa (violazioni volontarie al codice della strada e a quello penale). Si tratta di condotte che per la loro pericolosità, rispetto alla 163

6 salute fisica e psicologica delle persone, oggi sono oggetto di numerosi studi nel tentativo di individuarne correlati e predittori utili alla definizione di interventi di prevenzione efficaci. Il costo sociale delle conseguenze di tali comportamenti è infatti elevato: il fumo di sigarette e l abuso di alcol sono fortemente correlati con le patologie oncologiche e cardiovascolari, la guida pericolosa è la principale causa degli incidenti stradali e l Italia è una delle nazioni europee con il più alto tasso di mortalità sulla strada. Queste condotte vengono qui messe in relazione con la struttura dei sistemi valoriali proposta da Schwartz (1992) (per una presentazione approfondita della teoria si rimanda al capitolo 1 di questo volume), approfondendo la relazione fra i valori dichiarati, le preferenze morali (che denotano dei veri e propri atteggiamenti nei confronti della trasgressione) e le condotte messe in atto da un campione di adulti residenti in Italia, dalla Valle d Aosta alla Sicilia. In particolare il modello di Schwartz prevede una struttura prototipica formata da dieci valori (Potere, Successo, Edonismo, Stimolazione, Autodirezione, Universalismo, Benevolenza, Tradizione, Conformismo, Sicurezza), i quali possono essere ricondotti a due dimensioni bipolari: l Apertura al cambiamento, cui sono riconducibili i valori di Autodirezione e di Stimolazione, versus il Conservatorismo, cui sono riconducibili i valori di Tradizione, Conformismo e Sicurezza; l Autoaffermazione, che comprende i valori di Successo e Potere, versus l Autotrascendenza, che comprende invece i valori di Benevolenza e Universalismo. In questo capitolo si valuterà se persone con diversi livelli d implicazione nel rischio si differenziano tra loro proprio sulla base di queste due dimensioni con particolare attenzione all asse dei valori Apertura al cambiamento vs Conservatorismo. Infatti, le persone che attribuiscono molta importanza all autodeterminazione e alle esperienze eccitanti possono più facilmente scegliere condotte rischiose (come per esempio la guida pericolosa o l abuso di alcol) rispetto a persone che invece si riconoscono in valori maggiormente legati alla tradizione e al conformismo e quindi al rispetto delle regole del vivere sociale. Valori, preferenze morali e comportamenti a rischio: alcuni risultati di una ricerca A partire dalle premesse sopra riportate, il contributo empirico presentato in questo capitolo si prefigge alcuni principali obiettivi, e precisamente: analizzare le relazioni che intercorrono fra le dimensioni valoriali 164

7 postulate dal modello di Schwartz e le preferenze morali degli individui; approfondire, su un campione più ristretto: l entità dell implicazione in tre comportamenti a rischio: il fumo di sigarette, l abuso di alcol e la guida pericolosa; la relazione tra valori, preferenze morali e coinvolgimento nei comportamenti a rischio (fumo di sigarette, abuso di alcol, guida pericolosa). Si ipotizza che le persone si differenzino fra loro per il coinvolgimento nei diversi comportamenti a rischio in base a diverse preferenze morali legate alla maggiore o minore accettazione della trasgressione e in base all asse dei valori Apertura al cambiamento vs Conservatorismo. Si prevede anche che tale relazione fra valori, preferenze morali e coinvolgimento in comportamenti a rischio venga influenzata da alcune caratteristiche individuali, quali l età, il livello culturale e il genere. L età dei soggetti: sappiamo infatti che le persone più anziane tendono ad attribuire maggiore importanza ai valori che rientrano nella dimensione sovraordinata del conservatorismo (Capanna, Vecchione, e Schwartz, in stampa) e tendono anche a essere meno pesantemente coinvolte nei comportamenti a rischio. Anche il livello culturale probabilmente ha un ruolo importante: le persone con un grado di istruzione meno elevato attribuiscono maggiore importanza alla tradizione, al conformismo e alla sicurezza (Capanna, Vecchione e Schwartz, 2006); 06 tuttavia esse sembrano essere più coinvolte nei diversi comportamenti considerati. Anche la variabile genere può costituire un fattore importante nella relazione valori-preferenze morali-comportamenti, ti, anche se gli studi in merito non riferiscono, quantomeno in modo costante, una netta differenziazione fra maschi e femmine sull asse dei valori. Per la raccolta dei dati è stato utilizzato un questionario appositamente costruito Io, le mie relazioni e il mio stile di vita (Borca, Calandri e Cattelino, 2006), strumento elaborato dal CIRMPA (Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e lo Sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali) e dalle Università della Valle d Aosta e di Torino, relativo ai valori, ai comportamenti a rischio e allo stile di vita delle persone. Il questionario è stato compilato individualmente dai partecipanti nell arco di tre giorni consecutivi ed è stato restituito in forma anonima. Nel riquadro successivo vengono riportate alcune informazioni rilevanti per la comprensione delle dimensioni analizzate e una breve descrizione del campione. Vengono poi esposti i principali risultati ottenuti. 165

8 SCALE USATE PER LA RILEVAZIONE DEI DATI E CAMPIONE Scale usate per la rilevazione dei dati I valori sono stati misurati utilizzando il Portrait Values Questionnaire (PVQ: Schwartz, 2003; Schwartz, Melech, Lehmann, Burgess e Harris, 2001; adattamento italiano: Capanna, Vecchione, Schwartz, in stampa). a) Tale strumento consente di misurare i dieci valori postulati dalla teoria della struttura psicologica universale dei valori di Schwartz (per una presentazione dello strumento si rimanda al capitolo 1 e al capitolo 14 di questo volume). Le preferenze morali sono state misurate attraverso una scala costituita da una serie di affermazioni, ciascuna delle quali riguarda un comportamento a rischio (per esempio: Prendere droghe pesanti ) o un comportamento illegale (per esempio: Dichiarare al fisco meno di quanto si guadagna ) o ancora un comportamento che implica delle preferenze morali (per esempio: Scommettere forti somme in giochi d azzardo ). Le persone devono indicare il grado in cui ritengono giustificabili tali condotte. Il fumo di sigarette è stato valutato attraverso due domande, la prima relativa alla frequenza con cui si è fumato nella vita (da mai ad abitualmente ) e la seconda relativa alla quantità di sigarette fumate nell ultimo mese (da nessuna a più di un pacchetto ). Sulla base delle risposte a queste due domande è stato costruito un indice di implicazione: Non fumatori (coloro che non hanno mai fumato in vita loro o lo hanno fatto solo una volta), Fumatori occasionali (coloro che hanno fumato poche volte), Fumatori abituali moderati (coloro che hanno fumato diverse volte o fumano abitualmente e che nell ultimo mese hanno fumato da una a cinque sigarette al giorno), Forti fumatori abituali (coloro che hanno fumato diverse volte o fumano abitualmente e che nell ultimo mese hanno fumato da mezzo pacchetto di sigarette in su al giorno). L elevato consumo di alcolici è stato valutato attraverso due domande relative rispettivamente alla frequenza di consumo di alcolici negli ultimi sei mesi (da mai a ogni giorno ) e alla frequenza di assunzione di più di cinque bicchieri di birra, vino o liquore/supercolico negli ultimi due mesi (da mai a più di due volte alla settimana ). Le risposte a queste due domande sono state incrociate tra loro per formare un indice di implicazione a quattro modalità: Non bevitori (sono astemi), Bevitori moderati (sono bevitori che negli ultimi due mesi non hanno mai superato i quattro bicchieri di birra, vino o liquore), Forti bevitori occasionali (negli ultimi due mesi hanno superato i cinque bicchieri di alcolici da una a 4-5 volte), Forti bevitori abituali (negli ultimi due mesi hanno superato i cinque bicchieri di alcolici da una a più di due volte alla settimana). La guida pericolosa è stata valutata attraverso una scala composta da una serie di domande relative alla frequenza con cui, negli ultimi sei mesi, sono stati commessi diversi tipi di infrazione al codice stradale (per esempio: superare i limiti di velocità). Campione Per l analisi delle relazioni che intercorrono fra le dimensioni valoriali postulate dal modello di Schwartz e le preferenze morali si è lavorato con il campione nazionale costituito da persone di quindici regioni italiane, 43% uomini e 57% donne, di età compresa tra 13 e i 95 anni (media 38, deviazione standard 19). Il 31% ha un titolo di studio non superiore alla licenza media, il 50% ha il diploma di scuola secondaria di secondo grado e il 19% ha la laurea. Il 52% è occupato in attività lavorativa. 166

9 Per analizzare l entità dell implicazione nei tre comportamenti a rischio considerati e per approfondire la relazione tra valori, preferenze morali e coinvolgimento nei comportamenti a rischio è stato considerato un campione più ristretto di persone residenti in Valle d Aosta e in Piemonte. Tale campione è costituito da 449 persone (44% uomini e 56% donne) di età compresa tra i 20 e gli 83 anni, con una media di 45 anni e mezzo e deviazione standard di 16 (28% dai 20 ai 34 anni; 28% dai 35 ai 49 anni; 30% dai 50 ai 64 anni e 14% dai 65 anni in su). Il 23% ha un titolo di studio non superiore alla licenza media, il 56% ha il diploma di scuola secondaria di secondo grado e il 21% ha la laurea. Il 60% è occupato in attività lavorativa. Risultati Valori e preferenze morali Figura 2 Correlazioni tra valori e preferenze morali di giustificazione della trasgressione Autodeterminazione + Stimolazione +++ Edonismo +++ Successo +++ spostare la figura alla pagina successiva Potere Conformismo Tradizione PREFERENZE MORALI DI GIUSTIFICAZIONE DELLA TRASGRESSIONE Benevolenza Universalismo Sicurezza Il simbolo + indica la forza della covariazione positiva (le variabili variano nella stessa direzione) e il simbolo la forza della covariazione negativa (all aumentare di una variabile, l altra diminuisce). Nello specifico: + valori di r = > 0,15 valori di r = > 0, valori di r compresi tra 0,16 e 0,20 valori di r compresi tra 0,16 e 0, valori di r = > 0,21 valori di r = > 0,21 167

10 Dall analisi 1 delle relazioni che intercorrono fra le dimensioni valoriali postulate dal modello di Schwartz e le preferenze morali emerge che preferenze morali che comportano maggiore giustificazione della trasgressione presentano relazioni positive con l autodirezione, la stimolazione, l edonismo, il successo, il potere, e negative con il conformismo, la tradizione, la benevolenza, l universalismo e la sicurezza (Fig. 2, supra). Pertanto, sia per gli uomini che per le donne, i valori riferibili all apertura al cambiamento e all autoaffermazione si accompagnano a maggiori preferenze morali legate alla giustificazione, e quindi a una maggiore tolleranza, della trasgressione, mentre valori riferibili al conservatorismo e all autotrascendenza si accompagnano a preferenze morali connesse a una minore giustificazione della trasgressione. Nella Tab. 1 è riportata una sintesi delle relazioni tra valori e preferenze morali legate alla giustificazione della trasgressione. Tabella 1 Sintesi delle relazioni tra valori e preferenze morali di giustificazione della trasgressione Apertura al cambiamento Autodeterminazione Edonismo Autoaffermazione Successo Conservatorismo Tradizione Conformismo Sicurezza Autotrascendenza Benevolenza Universalismo Maggiori preferenze morali di giustificazione della trasgressione soprattutto negli uomini Maggiori preferenze morali di giustificazione della trasgressione sia negli uomini sia nelle donne Minori preferenze morali legate alla tolleranza della trasgressione sia negli uomini sia nelle donne Minori preferenze morali legate alla tolleranza della trasgressione soprattutto negli uomini Implicazione nei comportamenti a rischio, preferenze morali e valori Fumo di sigarette. Il 39% del campione non ha mai fumato o lo ha fatto solo una volta, il 21% è un fumatore occasionale, il 28% un fumatore abituale moderato (da una a cinque sigarette al giorno) e il 12% un forte fumatore abituale. Non emergono differenze significative tra uomini e don- 1 L entità e la direzione delle relazioni che intercorrono fra i valori e le preferenze morali sono state valutate mediante l analisi di correlazione. 168

11 ne, né tra persone di diversa fascia di età 2 a testimonianza di come tale comportamento sia diffuso e di come rispetto a esso vi sia un omologazione tra genere ed età. Qual è il legame tra il consumo di sigarette, le preferenze morali e i valori? Distinguendo il campione in fumatori e non fumatori e confrontando questi due gruppi, si osserva che i fumatori riferiscono maggiori preferenze morali legate alla giustificazione della trasgressione, più elevati livelli nei valori legati all edonismo, al successo e al potere; mentre i non fumatori si riconoscono maggiormente nel valore connesso alla tradizione. Sembra quindi che questo comportamento anche tra gli adulti, come già per gli adolescenti (Cattelino, 2007), possa assolvere a funzioni di trasgressione, anticonvenzionalità e affermazione di sé. I medesimi risultati sono confermati analizzando separatamente uomini e donne e persone di diverse fasce di età; le variabili genere ed età non sembrano quindi condizionare la relazione fra preferenze morali, valori e fumo di sigarette. Consumo di alcolici. Il consumo di alcolici appare piuttosto elevato: il 27% del campione è astemio, il 27% ha bevuto alcolici solo occasionalmente negli ultimi sei mesi (meno di una volta alla settimana), mentre ben il 46% beve abitualmente (da una volta alla settimana a ogni giorno). Gli uomini bevono più frequentemente delle donne: infatti, due terzi di essi bevono abitualmente contro solo un terzo delle donne. Rispetto all età, tra i più giovani vi sono meno astemi (appena il 12% fra i giovani tra i 20 e i 34 anni) e tra gli ultrasessantacinquenni vi sono una maggior proporzione di bevitori abituali (55%) e una minor proporzione di bevitori occasionali 3 (11%) a conferma di come il consumo di alcolici in Italia sia normativo, o, infatti ti sul piano culturale esso è accolto positivamente, spesso incoraggiato e legato alla festa e alla gioia dello stare insieme. Passando a considerare l abuso di alcolici nel corso degli ultimi due mesi, abbiamo, accanto al 27% di astemi, il 50% di bevitori moderati (non hanno mai bevuto cinque o più bicchieri di birra, vino o liquore negli ultimi due mesi), il 19% di forti bevitori occasionali (hanno bevuto cinque o più bicchieri di birra, vino o liquore da una volta a 4-5 volte negli ultimi due mesi) e il 2 Per valutare la presenza di una differenza statisticamente significativa tra le frequenze di risposta, in due o più gruppi, è stato utilizzato il test del χ 2 (si veda Appendice metodologica). Differenze tra uomini e donne nel consumo di sigarette: χ 2 = 7,977; p = 0,051; differenze tra persone di differente età: χ 2 = 10,952; p = 0, Differenze tra uomini e donne nell assunzione di alcolici: χ 2 = 27,776; p > 0,000; differenze tra persone di differente età: χ 2 = 52,078; p > 0,

12 4% di forti bevitori abituali (hanno bevuto cinque o più bicchieri di birra, vino o liquore da una a più di due volte alla settimana negli ultimi due mesi). Considerando i soli bevitori, emerge una maggiore implicazione nell abuso da parte degli uomini rispetto alle donne e da parte dei più giovani rispetto ai più anziani 4. A questo punto ci chiediamo: qual è il legame tra il consumo di alcol, le preferenze morali e i valori? I bevitori, sia quelli occasionali sia quelli abituali, tendono maggiormente a giustificare la trasgressione rispetto ai non bevitori. Inoltre, i bevitori (occasionali e abituali) danno maggiore importanza ai valori legati alla stimolazione, all edonismo e al successo (assi dell apertura al cambiamento e dell autoaffermazione e (Fig.( 3), mentre i non bevitori hanno medie maggiori per i valori legati alla tradizione e alla sicurezza (asse del conservatorismo). Figura 3 Medie dei valori nei bevitori Tradizione Stimolazione Edonismo Successo Sicurezza 4,07 3,78 3,77 3,15 3,51 3,54 3,37 3,62 3,71 2,95 3,39 3,28 4,48 4,19 4,25 Non bevitori Occasionali Abituali Sono presenti differenze in funzione del genere e dell età nella relazione tra il consumo di alcolici, le preferenze morali e l importanza ascritta ai valori. Tra gli uomini i non bevitori hanno medie più elevate nei valori relativi 4 Differenze tra uomini e donne nell implicazione di abuso di alcolici: χ 2 = 58,923; p > 0,000; differenze tra persone di differente età: χ 2 = 23,470; p > 0,

13 alla tradizione (asse del conservatorismo); le donne bevitrici hanno medie più elevate di preferenze morali connesse alla giustificazione della trasgressione e nei valori legati alla stimolazione e al successo. Per le donne quindi già solo il semplice consumo di alcolici sembra essere legato alla trasgressione e alla ricerca di sensazioni, e contemporaneamente offrire una modalità di affermazione di sé. Tra le persone bevitrici della fascia di età compresa tra i 35 e i 49 anni si riscontrano elevati livelli di valori legati alla stimolazione e all edonismo (asse dell apertura al cambiamento). Per queste persone quindi il consumo di alcolici è spesso visto come un opportunità di sperimentazione, di ricerca dell eccitazione, del piacere personale e della gratificazione dei sensi. Infine, tra gli individui di età compresa tra i 50 e i 64 anni astemi vi sono elevati livelli di valori relativi alla sicurezza, ossia all armonia e alla stabilità della società, delle parentele e della propria persona. Passando a considerare l abuso di alcol, emerge che all aumentare dell implicazione nell elevato consumo di alcolici aumentano le preferenze morali connesse a una maggiore tolleranza della trasgressione e i valori legati al potere, e diminuiscono i valori relativi alla tradizione e alla sicurezza (asse del conservatorismo, Fig. 4). I valori di autodirezione (asse dell apertura al cambiamenti) e di successo (asse dell autoaffermazione) aumentano passando dai non bevitori ai forti bevitori occasionali e diminuiscono di nuovo nei forti bevitori abituali. Infine, tra i forti bevitori occasionali troviamo i livelli più elevati di valori legati alla stimolazione e all edonismo (asse dell apertura al cambiamento, Fig. 4). I forti bevitori occasionali si caratterizzano quindi per la ricerca della gratificazione dei sensi, di eccitazione, novità e sfide, cui si accompagnano (come anche per i forti bevitori abituali) elevati livelli di preferenze morali legate alla giustificazione della trasgressione e uno scarso rispetto per la tradizione e per la sicurezza. In modo simile a quanto rilevato per il consumo di alcolici, anche per la relazione tra abuso-preferenze morali-valori ri si evidenziano alcune specificità legate al genere e all età. Tra gli uomini all aumentare dell elevato consumo di alcolici diminuiscono i valori legati alla tradizione, mentre tra le donne all aumentare dell elevato consumo di alcolici aumentano le preferenze morali di giustificazione della trasgressione e i valori connessi al successo (asse dell autoaffermazione), all autodeterminazione, alla stimolazione e all edonismo (asse dell apertura al cambiamento). Nei due generi quindi l abuso di alcol sembra assolvere a funzioni diverse: anticonvenzionalità per gli uomini e autoaffermazione, indipendenza, ma anche ricerca di sensazioni ed esplorazione per le donne. 171

14 Figura 4 Medie dei valori in diversi tipi di bevitori Tradizione Autodeterminazione Stimolazione Edonismo Successo Potere Sicurezza 4,07 3,83 3,69 3,5 4,45 4,51 4,63 4,04 3,15 3,47 3,72 3,5 3,38 3,57 3,95 3,67 2,95 3,21 3,65 3,27 2,32 2,48 2,84 2,6 4,48 4,27 4,12 4, Non bevitori Moderati Forti occasionali Forti abituali Tra le persone di età compresa tra i 35 e i 49 anni all aumentare dell abuso di alcolici aumentano i valori legati all edonismo e alla stimolazione (asse dell apertura al cambiamento). Guida pericolosa. La scala della guida pericolosa ha valori compresi tra 0 e 64, con media generale uguale a 10 e deviazione standard pari a 8. Comprende quindici diverse infrazioni di cui le più frequenti (con un coinvolgimento di almeno metà del campione negli ultimi sei mesi) sono la guida distratta, aver guidato parlando al cellulare senza auricolare o vivavoce, aver superato i limiti di velocità di almeno 30 km/h, il mancato uso delle cinture di sicurezza, il mancato rispetto della distanza di sicurezza. Le infrazioni meno frequenti (con un coinvolgimento non superiore a un quinto del campione negli ultimi sei mesi) sono invece aver gareggiato ad alta velocità, aver rischiato nel traffico per rendere la guida più divertente, aver tagliato la strada a un altra macchina a tutta velocità, aver sfidato la sorte in macchina, aver guidato ad alta velocità vicino a una scuola, aver guidato dopo l assunzione di tre o più bicchieri di alcolici. 172

15 Gli uomini sono maggiormente implicati nella guida pericolosa rispetto alle donne e i più giovani sono maggiormente implicati rispetto alle persone più anziane 5. Gli uomini sono maggiormente implicati rispetto alle donne in tutti i tipi di infrazione considerati a eccezione del mancato rispetto della precedenza, della guida parlando al cellulare e della guida distratta in cui non emergono differenze statisticamente significative legate al genere. I guidatori più giovani (fasce di età anni e anni) si confermano come gruppo più a rischio essendo maggiormente implicati in tutti i tipi di infrazione qui considerati. Il comportamento di guida pericolosa è legato alle preferenze morali e ai valori degli intervistati? Distinguendo il campione in due gruppi: guidatori sicuri (quelli che non hanno commesso infrazioni negli ultimi sei mesi) e guidatori pericolosi (quelli che hanno commesso più infrazioni negli ultimi sei mesi), osserviamo che questi ultimi hanno più elevate preferenze morali legate alla giustificazione della devianza e si riconoscono maggiormente nei valori connessi al successo (asse dell autoaffermazione), alla stimolazione (asse dell apertura al cambiamento). I guidatori sicuri, al contrario, sono molto meno disposti a giustificare la devianza e danno maggiore importanza ai valori connessi alla tradizione, al conformismo e alla sicurezza (asse del conservatorismo). Il modello è confermato anche considerando separatamente uomini e donne e le fasce d età superiori ai 35 anni. Sembra quindi che indipendentemente dal genere e, almeno in parte, dall età, coloro che hanno uno stile di guida rischioso di fatto siano molto autocentranti, orientati all affermazione personale e alla ricerca di sensazioni e novità, presentando al contempo scarsa attenzione alle regole, poca tolleranza e rispetto degli altri. Tuttavia occorre compiere una considerazione particolare rispetto alla fascia d età più giovane del nostro campione (persone fra i 20 e i 34 anni) per la quale il modello descritto sopra non viene confermato. Infatti, i giovani guidatori che non hanno compiuto infrazioni al codice della strada negli ultimi sei mesi non si differenziano dai coetanei guidatori pericolosi rispetto alla giustificazione della trasgressione e neppure per i valori visti come rilevanti nelle altre fasce d età; essi invece attribuiscono maggiore importanza al valore della benevolenza. Possiamo dunque pensare che i 5 Per valutare se le medie di diversi gruppi differiscono tra loro in modo statisticamente significativo è stata utilizzata l analisi della varianza (si veda Appendice metodologica). Differenze tra uomini e donne nell implicazione nella guida pericolosa: F = 47,588; p > 0,000; differenze tra persone di differente età: F = 31,436; p > 0,

16 giovani che guidano in modo sicuro dimostrano di avere una maggiore propensione al benessere delle persone con le quali sono a contatto; ciò sia a livello di comportamento che di valori in cui essi si riconoscono. Valori in un gruppo ad alto rischio Nei paragrafi precedenti i tre comportamenti a rischio fumo di sigarette, abuso di alcol e guida pericolosa sono stati analizzati separatamente. In questo paragrafo invece viene preso in considerazione un gruppo ad alto rischio composto da persone implicate in tutti e tre i comportamenti. Si tratta di un 9% del campione che ha riferito di fumare abitualmente, di essere un forte bevitore (occasionale o abituale) e che ha commesso un numero di infrazioni al codice della strada superiore alla media. Queste persone sono in maggioranza uomini (83%) delle fasce di età più basse (il 60% ha dai 20 ai 34 anni e un altro 23% dai 35 ai 50 anni), per lo più celibi (60%) e senza figli (50%), con un diploma di scuola secondaria di secondo grado (61%), inseriti in attività lavorative (84%), con un reddito compreso tra euro e euro annui (72%). Figura 5 Medie dei valori nel gruppo ad alto rischio e in quello non a rischio Tradizione 3,46 4,06 Benevolenza 4,77 4,35 Stimolazione 3,25 3,75 Edonismo 3,4 3,97 Non a rischio Alto rischio Successo 3 3,8 Potere 2,3 3,02 Sicurezza 3,93 4,

17 Confrontando questo gruppo con coloro che non sono implicati in nessuno dei comportamenti a rischio presi in esame in questo capitolo emergono delle differenze significative legate a sette dei dieci valori individuati da Schwartz. Infatti, come illustrato nel Fig. 5 (supra), le persone ad alto rischio, se confrontate con quelle del gruppo non a rischio, presentano livelli più bassi di benevolenza, sicurezza e tradizione e livelli più alti di stimolazione, edonismo, successo e potere. Queste persone sembrano quindi essere caratterizzate da una grande importanza attribuita all autoaffermazione e all apertura al cambiamento a scapito dell autotrascendenza e del conservatorismo. Considerazioni conclusive Valori e comportamenti: un affascinante intreccio di influenze In sintesi, i risultati presentati in questo capitolo confermano come i comportamenti e le azioni umane, non solo quelle relative alle scelte accademiche e lavorative, ma anche quelle relative all uso del tempo libero e allo stile di vita, sono strettamente connesse alla struttura di valori in cui le persone si riconoscono. In particolare, le preferenze morali connesse alla giustificazione della trasgressione sono maggiori tra quelle persone che, rispetto ai quattro assi valoriali, si posizionano sugli assi dell autoaffermazione e dell apertura al cambiamento, presentando invece bassi punteggi nei valori legati al conservatorismo e all autotrascendenza. Le preferenze morali legate all accettazione e alla giustificazione della trasgressione sono un potente fattore di rischio rispetto ai comportamenti che possono compromettere la salute e il benessere delle persone. Questo dato, qui trovato in una popolazione adulta, conferma quanto già riscontrato in età precedenti in Italia (Bonino, Cattelino e Ciairano, 2007) e all estero (Jessor, Donovan, Costa, 1991; Jessor, 1998). Tuttavia i valori danno un contributo anche diretto rispetto alla scelta degli adulti di attuare diversi tipi di comportamenti a rischio quali l assunzione di sostanze, seppur legali come tabacco e alcol, e la guida pericolosa. Nella Tab. 2 è riportata una sintesi delle relazioni tra i valori e i comportamenti a rischio da cui emerge come i valori legati all apertura al cambiamento e quelli connessi all autoaffermazione costituiscono dei fattori di rischio soprattutto rispetto all abuso di alcolici e alla guida pericolosa; mentre i valori legati al conservatorismo fungono da fattori di 175

18 protezione rispetto all implicazione in tutti i comportamenti a rischio da noi analizzati. Tabella 2 Sintesi delle relazioni tra valori e comportamenti a rischio Valori Apertura al cambiamento Autodeterminazione Stimolazione Edonismo Autoaffermazione Successo Potere Conservatorismo Tradizione Conformismo Sicurezza Autotrascendenza Benevolenza Universalismo Comportamenti a rischio Maggiori preferenze morali di giustificazione della trasgressione Maggiore consumo di alcolici Maggiore implicazione nell abuso occasionale di alcolici (soprattutto per le donne e per le persone di anni) Maggiore implicazione nella guida pericolosa Maggiori preferenze morali di giustificazione della trasgressione Maggiore consumo di alcolici Maggiore implicazione nell abuso occasionale di alcolici (soprattutto per le donne) Maggiore implicazione nella guida pericolosa (soprattutto per i più giovani, anni) Minori preferenze morali di giustificazione della trasgressione Minore implicazione nel fumo di sigarette Minore implicazione nell abuso di alcolici Minore implicazione nella guida pericolosa Minori preferenze morali di giustificazione della trasgressione Minore implicazione nella guida pericolosa (soprattutto per i più anziani (65 anni e oltre) Questi risultati, da un lato, ci aiutano a meglio comprendere alcune funzioni che i comportamenti a rischio possono rivestire in età adulta e, dall altro lato, ci forniscono utili indicazioni per la prevenzione. Si può infatti ritenere che, analogamente a quanto avviene in adolescenza (Bonino, Cattelino e Ciairano, 2007), i comportamenti a rischio rispondano ad alcune esigenze di espressione della propria individualità e identità, all interno di un certo contesto sociale. Tutti e tre i comportamenti a rischio qui considerati sono connessi a bassi livelli di conservatorismo, cui spesso si associano elevati livelli di apertura al cambiamento. Le persone più implicate privilegiano quindi la ricerca di sensazioni, eccitazione e piacere personale, la sperimentazione di novità e sfide a scapito del contenimento di azioni, inclinazioni e impulsi suscettibili di di- 176

19 sturbare o danneggiare gli altri e di violare aspettative o norme sociali. Ecco allora che il fumo di sigarette, ma soprattutto l elevato consumo di alcolici e la guida pericolosa possono assolvere a funzioni di trasgressione e di ricerca di sensazioni. L asse del conservatorismo versus l apertura al cambiamento è il più rilevante rispetto alle scelte che riguardano il rischio. Tuttavia, emergono dei risultati significativi anche rispetto all asse dell autoaffermazione versus l autotrascendenza. Spesso, infatti, i comportamenti a rischio sono attuati da coloro che presentano punteggi elevati nei valori connessi all autoaffermazione. Questa relazione la ritroviamo principalmente rispetto alla guida pericolosa e per le donne rispetto all elevato consumo occasionale di alcolici. Ecco allora che questi due comportamenti, sicuramente più trasgressivi rispetto al fumo di sigarette, possono assolvere a funzioni legate al rafforzamento, seppur spesso solo apparente e illusorio, della propria identità e all affermazione del proprio prestigio, competenza e successo personali. Rispetto alla prevenzione i risultati qui presentati, da un lato ci riportano all importanza di una prevenzione precoce e capace di tenere in considerazione tutto lo sviluppo umano, nei suoi aspetti cognitivi, affettivi, morali e sociali (Bonino e Cattelino, 2008); dall altro lato richiamano la nostra attenzione sull importanza di interventi mirati, basati sulle funzioni che i comportamenti a rischio possono rivestire per diversi gruppi di persone. Rispetto al primo punto emerge chiaramente come l implicazione nel rischio non sia esclusivamente il frutto di aspetti interni (caratteriali o genetici) o di pressioni ambientali: esso è mosso da convinzioni e valori, in particolare quelli di conformismo, tradizione e sicurezza. Questi valori sono in gran parte legati all eredità culturale e alle esperienze fatte nel corso dello sviluppo. È infatti soprattutto nel corso dell età evolutiva che i valori si formano e si organizzano in un preciso ordine di priorità. Rispetto invece al secondo punto relativo alle funzioni rivestite dai comportamenti a rischio, è chiaro non solo che diversi tipi di comportamento possono assolvere a funzioni differenti, ma anche che queste funzioni possono variare a seconda del genere e dell età delle persone. Ne consegue quanto sia importante, per una prevenzione efficace, cercare di capire quali sono le funzioni rivestite dai comportamenti a rischio per coloro che li attuano e cercare di fare interventi di prevenzione mirati, rivolti a gruppi di popolazione distinti. Infatti, per esempio, la prevenzione dell abuso di alcolici dovrà tenere in considerazione le diverse funzioni che tale comportamento ha per gli uomini e per le donne. Allo stesso modo la prevenzione della guida pericolosa non potrà prescindere dalle diverse funzioni che questa condotta può assolvere per i più giovani e per le persone anziane. 177

20 Riferimenti bibliografici Allport G. W. (1961), Pattern and growth in personality, New York, Holt, Rinehart and Winston. Bonino S., Cattelino E. (a cura di; 2008), La prevenzione in adolescenza. Percorsi psicoeducativi di intervento sul rischio e la salute, Trento, Erickson. Bonino S., Cattelino E., Ciairano S. (2007), Adolescenti e rischio. Comportamenti, funzioni e fattori di protezione, Firenze, Giunti. Borca G., Calandri E., Cattelino E. (2006), Questionario: io, le mie relazioni e il mio stile di vita, Roma, CIRMPA; Università degli studi di Torino; Università della Valle d Aosta. Borca G., Cattelino E., Bonino S. (2002), Insuccesso e insoddisfazione scolastica in adolescenza, Età Evolutiva, 71, Capanna C., Vecchione M. (2006), Valori e prosocialità, in G. V. Caparra, S. Bonino (a cura di), Il comportamento prosociali (pp ), Trento, Erickson. Capanna C., Vecchione M., Schwartz S. H. (2006), La misura dei valori: un contributo alla validazione del Portrait Values Questionnaire su un campione italiano, Bollettino di Psicologia Applicata, NUMERO?, PAGINE?. Cattelino E. (2007), L uso di sostanze psicoattive, in Bonino S., Cattelino E., Ciairano S. (a cura di), Adolescenti e rischio. Comportamenti, funzioni e fattori di protezione, Firenze, Giunti. Honess, Charman, Zani, Cicognani, Xerri, Jackson, Bosma (1997), Conflict between parents and adolescents: Variation by family constitution, British Journal of Developmental Psychology, 15, Jessor R. (a cura di) (1998), New perspectives on adolescent risk behavior, New York, Cambridge University Press. Jessor R., Donovan J. E., Costa F. M. (1991), Beyond adolescence. Problem behaviour and young adult development, New York, Cambridge University Press. Jessor R., Jessor S. L. (1977), Problem behavior and psychosocial development: A longitudinal study of youth, New York, Academic Press. Moffitt T. (1993), Adolescence-limited and life-course-persistent antisocial behavior: A developmental taxonomy, Psychological Rewiew, 100, Palmonari A. (a cura di) (1997), Psicologia dell adolescenza, il Mulino, Bologna. Rokeach M. (1973), The nature of human values, New York, Free Press. Schwartz S. H. (2003), Basic human values: Their content and structure across cultures, in A. Tamayo, J. Porto (eds.), Valores e trabalho [Valori e lavoro], Brasilia, Editora Universidade de Brasilia. Schwartz S. H., Melech G., Lehmann A., Burgess S., Harris M. (2001), Extending the cross-cultural validity of the theory of basic human values with a different method of measurement, Journal of Cross-Cultural Psychology, 32,

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