Normativa sulle zoonosi alimentari, sistema d allerta rapido e ruolo dell OSA. Anna Rita Loschi

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1 Normativa sulle zoonosi alimentari, sistema d allerta rapido e ruolo dell OSA Anna Rita Loschi

2 «zoonosi» qualsiasi malattia e/o infezione che possa essere trasmessa naturalmente, direttamente o indirettamente, tra gli animali e l'uomo «agente zoonotico» qualsiasi virus, batterio, fungo, parassita o altra entità biologica che possa causare una zoonosi Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 191 "Attuazione della direttiva 2003/99/CE sulle misure di sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici (Gazzetta Ufficiale n. 119 del 24 maggio 2006) Anna Rita Loschi

3 Tossinfezione malattia alimentare per lo più di tipo gastroenterico collegata all assunzione di alimenti contaminati da microorganismi: agenti invasivi: in grado di invadere i tessuti e moltiplicare all interno delle cellule intestinali e/o extraintestinali inducendone la lisi grazie anche alla produzione di tossine citotossiche agenti non invasivi: aderiscono alla superficie intestinale e moltiplicano attivamente nel lume intestinali producendo tossine: enterotossine

4 L insorgenza della tossinfezione alimentare dipende da. Fattori legati all agente biologico - virulenza del microrganismo - dose infettante Fattori di resistenza dell individuo aspecifici: - barriera gastro-intestinale = ph gastrico, integrità dell epitelio intestinale, muco, peristalsi intestinale, flora residente antagonista - fagocitosi = ad opera dei macrofagi delle placche di Peyer e dei leucociti presenti nel sangue e nella lamina propria dell intestino specifici: - immunità cellulare e umorale (IgA e IgG) Classi a rischio: lattanti, bambini, anziani, malati e immunocompromessi

5 Zoonosi classiche Zoonosi emergenti o riemergenti Globalizzazione degli scambi Modificazione delle abitudini alimentari - ristorazione collettiva - alimenti pronti per il consumo Nuove tecniche di conservazione Miglioramento delle tecniche diagnostiche Miglioramento dei sistemi di rilevazione (sorveglianza) Incremento delle popolazioni a rischio Allevamento intensivo (portatori sani) Industrializzazione delle produzioni

6 Contaminazione esogena: Contaminazione endogena: Micobatteri tubercolari Brucelle Bacillus anthracis Burkholderia mallei Pasteurella tularensis Yersinia pseudotuberculosis Corinebatteri Coxiella burnetii Erysipelothrix rhusiopathiae? Micobacterium paratuberculosis? Controllo: piani di profilassi nazionale controlli in allevamento visita ispettiva al macello Campylobacter jejuni e coli Salmonella spp. Listeria monocytogenes Staphylococcus aureus Clostridium botulinum e perfringens Bacillus cereus Vibrio spp. Yersinia enterocolitica Shigella dyssenteriae Escherichia coli Aeromonas hydrophila Plesiomonas shigelloides Enterobacter sakazakii Helicobacter pylori Controllo: HACCP vigilanza

7 BATTERI Trasmissione per via orale moltiplicazione nell alimento? non importante - S. typhi-paratyphi - V. cholerae - E. coli (EHEC) - Shigella spp. - Campylobacter spp. - C. botulinum importante - Salmonelle minori - C. perfringens - E. coli (ETEC, EIEC, EPEC) - L. monocytogenes - Y. Enterocolitica - V. parahaemolyticus prerequisito - S. aureus - C. botulinum - B. cereus

8 Campylobacter: vive nell intestino di pollame sano, associato al consumo di carne di pollame cruda o poco cotta, contaminazione crociata, sintomi gastrointestinali, 198 mila casi nel 2009, 20-30% da carne di pollo Salmonella: intestino di uccelli e mammiferi, sorgente carne, pollame, uova, sintomi gastrointestinali. 108 mila casi riportati nel 2009, in calo negli ultimi anni nella UE Listeria: può avere esito fatale in pazienti immunocompromessi, sorgente alimenti pronti, pesce affumicato, formaggi casi (17% mortalità), in aumento nel 2009 (DK, E, UK, SE, A) Virus di origine alimentare Tossine batteriche

9 La politica UE della sicurezza alimentare è basata sull analisi del rischio >>> livello di protezione della salute pubblica Analisi del rischio composta da: Valutazione del rischio (processo scientifico) Gestione del rischio (regolamento e controllo) Comunicazione del rischio Riduzione dei casi riportati di salmonellosi nella UE: * casi umani nel 2007 * casi umani nel 2008 * casi umani nel 2009

10 La European Food Safety Authority (EFSA) è un'agenzia indipendente che fornisce basi scientifiche per la tutela della salute pubblica a livello comunitario La Unit on Zoonoses data collection esegue analisi statistiche ed epidemiologiche di dati sulla frequenza degli agenti di zoonosi nell'unione Europea (UE). Sulla base dei risultati delle analisi, la Commissione Europea ed i singoli Stati Membri possano adottare misure di controllo e di prevenzione

11 Il gruppo di esperti scientifici sui pericoli biologici (BIOHAZ) fornisce supporto scientifico sulla sicurezza alimentare e sulle patologie di origine alimentare, in particolare: le zoonosi alimentari; le encefalopatie spongiformi trasmissibili (BSE/TSE); la microbiologia alimentare; l igiene degli alimenti e la gestione dei sottoprodotti animali

12 Istituzioni strumento: Normative Consumatori strumento: Scelta Analisi del rischio Servizi sanitari strumento: Controllo Imprese alimentari strumento: HACCP Anna Rita Loschi Sicurezza alimentare in EU

13 Istituzioni strumento: Normative Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 191 Oggetto e campo di applicazione Lo scopo del presente decreto e' quello di garantire una adeguata sorveglianza delle zoonosi, degli agenti zoonotici e della resistenza agli antimicrobici ad essi correlata e un'adeguata indagine epidemiologica dei focolai di tossinfezione alimentare, per consentire di raccogliere le informazioni necessarie ad una valutazione delle relative tendenze e fonti Anna Rita Loschi

14 Istituzioni strumento: Normative Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 191 Il presente decreto disciplina: a) la sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici b) la sorveglianza della resistenza agli antimicrobici ad essi correlata c) l'indagine epidemiologica dei focolai di tossinfezione alimentare d) lo scambio di informazioni relative alle zoonosi e agli agenti zoonotici Anna Rita Loschi

15 Art. 4. Regole generali relative alla sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici La sorveglianza e' effettuata dall'azienda unità sanitaria locale competente per territorio nella fase o nelle fasi della catena alimentare più appropriate in funzione della zoonosi o dell'agente zoonotico in questione, in particolare a livello di produzione primaria, e in altre fasi della catena alimentare, compresa la produzione di prodotti alimentari e mangimi. 3. La sorveglianza di cui al comma 2 riguarda le zoonosi e gli agenti zoonotici elencati nell'allegato I, parte A... Anna Rita Loschi Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 191

16 ALLEGATO I (articolo 4, comma 3) A. Zoonosi ed agenti zoonotici da sottoporre a sorveglianza: - Brucellosi e relativi agenti zoonotici; - Campilobatteriosi e relativi agenti zoonotici; - Echinococcosi e relativi agenti zoonotici; -Listeriosi e relativi agenti zoonotici; - Salmonellosi e relativi agenti zoonotici; - Trichinellosi e relativi agenti zoonotici; - Tubercolosi causata da Mycobacterium bovis; - Escherichia coli che produce verocitotossine. Anna Rita Loschi Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 191

17 B. Elenco delle zoonosi e degli agenti zoonotici da sottoporre a sorveglianza in funzione della situazione epidemiologica: 1. Zoonosi virali: - Calicivirus; - Virus dell'epatite A; - Virus dell'influenza; -Rabbia; - Virus trasmessi da artropodi; 2. Zoonosi batteriche: - Borrelliosi e relativi agenti zoonotici; - Botulismo e relativi agenti zoonotici; - Leptospirosi e relativi agenti zoonotici; - Psittacosi e relativi agenti zoonotici; - Tubercolosi diverse da quella di cui alla parte A; - Vibriosi e relativi agenti zoonotici; - Yersiniosi e relativi agenti zoonotici; Anna Rita Loschi Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 191

18 3. Zoonosi da parassiti: - Anisakiasis e relativi agenti zoonotici; - Criptosporidiosi e relativi agenti zoonotici; - Cisticercosi e relativi agenti zoonotici; -Toxoplasmosi e relativi agenti zoonotici. 4. Altre zoonosi ed agenti zoonotici. Anna Rita Loschi Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 191

19 Art. 5. Obblighi degli operatori del settore alimentare Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n Gli operatori del settore alimentare in caso di riscontro di zoonosi e agenti zoonotici che sono oggetto di sorveglianza ai sensi dell'articolo 4, comma 2, devono, in particolare: a) conservare i risultati, nonché i pertinenti isolati per un periodo di due anni; b) comunicare i risultati, fornendo gli isolati su richiesta della competente autorità. OSA «operatore del settore alimentare», la persona fisica o giuridica responsabile di garantire il rispetto delle disposizioni della legislazione alimentare nell'impresa alimentare posta sotto il suo controllo (Reg. CE 178/2002)

20 Reg. CE 178/2002 Articolo 19 Obblighi relativi agli alimenti: operatori del settore alimentare Se un operatore del settore alimentare ritiene o ha motivo di ritenere che un alimento da lui importato, prodotto, trasformato, lavorato o distribuito non sia conforme ai requisiti di sicurezza degli alimenti, e l'alimento non si trova più sotto il controllo immediato di tale operatore del settore alimentare, esso deve avviare immediatamente procedure per ritirarlo e informarne le autorità competenti. Se il prodotto può essere arrivato al consumatore, l'operatore informa i consumatori, in maniera efficace e accurata, del motivo del ritiro e, se necessario, richiama i prodotti già forniti ai consumatori quando altre misure siano insufficienti a conseguire un livello elevato di tutela della salute.

21 Reg. CE 178/2002 Articolo 19 Obblighi relativi agli alimenti: operatori del settore alimentare Gli operatori del settore alimentare responsabili di attività di vendita al dettaglio o distribuzione che non incidono sul confezionamento, sull'etichettatura, sulla sicurezza o sull'integrità dell'alimento devono, entro i limiti delle rispettive attività, avviare procedure per ritirare dal mercato i prodotti non conformi ai requisiti di sicurezza alimentare e contribuire a garantire la sicurezza degli alimenti trasmettendo al riguardo le informazioni necessarie ai fini della loro rintracciabilità, collaborando agli interventi dei responsabili della produzione, della trasformazione e della lavorazione e/o delle autorità competenti.

22 Reg. CE 178/2002 Articolo 19 Obblighi relativi agli alimenti: operatori del settore alimentare Gli operatori del settore alimentare informano immediatamente le autorità competenti quando ritengano o abbiano motivo di ritenere che un alimento da essi immesso sul mercato possa essere dannoso per la salute umana. Essi informano le autorità competenti degli interventi adottati per evitare rischi al consumatore finale e non impediscono né scoraggiano la cooperazione di chiunque con le autorità competenti, in base alla legislazione nazionale e alla prassi legale, nel caso in cui tale cooperazione possa prevenire, ridurre o eliminare un rischio derivante da un prodotto alimentare. Gli operatori del settore alimentare collaborano con le autorità competenti riguardo ai provvedimenti volti ad evitare o ridurre i rischi provocati da un alimento che forniscono o hanno fornito.

23 Sistema Rapido d Allerta d per gli Alimenti (RASFF)( Sistema in grado di notificare in tempo reale i rischi diretti e/o indiretti per la salute pubblica connessi al consumo di prodotti alimentari Procedura atta a garantire la rapidità dello scambio di informazione dei provvedimenti da adottarsi in seguito a riscontro di un alimento non conforme e come tale pericoloso per la salute dei consumatori Anna Rita Loschi

24 Fondamento giuridico del RASFF Regolamento (CE) N 178/2002 Stabilisce i requisiti generali della legislazione alimentare Istituisce l Autorità europea per la sicurezza alimentare Fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare Il Regolamento (CE) N 178/2002 rende attuativi i principi espressi nel Libro Bianco sulla Sicurezza Alimentare della Commissione europea Anna Rita Loschi

25 Il Sistema Rapido di Allerta è basato sullo scambio di informazioni in tempo reale tra i nodi di una rete informatizzata che comprende: 1. Stati membri 2. Commissione Europea 3. Autorità Europea Deve permettere agli stessi Stati membri di prendere misure appropriate ed efficaci volte ad impedire o circoscrivere l immissione sul mercato dell alimento non conforme Anna Rita Loschi

26 Qualora uno Stato membro disponga di un informazione riguardo l esistenza di un GRAVE RISCHIO per la salute umana: Trasmette immediatamente la notifica alla Commissione Europea La Commissione provvede a rendere nota la notifica agli altri Membri della rete In caso di grave ed immediato rischio si provvederà a fornire anche l informazione diretta ai consumatori Anna Rita Loschi

27 In Italia il punto di contatto del RASFF è il Ministero della Salute I soggetti coinvolti in questo sistema sono rappresentati: Servizi Medici e/o Veterinari del Dipartimento di Igiene e Prevenzione delle ASL Servizi Medici e/o Veterinari delle Regioni o delle Province Autonome Ministero della Salute Anna Rita Loschi

28 Ministero della Salute Predispone comunicati ai mezzi di informazione e diffusione riguardo le allerte Verifica l adeguatezza delle misure adottate dalle ASL Raccoglie informazioni sul seguito delle notifiche Provvede allo scambio informazioni con i propri Uffici periferici (PIF, USMAF, UVAC) Richiede l eventuale supporto tecnicoscientifico dell ISS Provvede all adozione di ulteriori misure di controllo ufficiale Provvede allo scambio di Informazioni con UE e Paesi Terzi Provvede alla notifica agli altri punti di contatto nazionali delle segnalazioni relative a prodotti provenienti da Paesi terzi Anna Rita Loschi

29 Responsabile Servizio Medico o Veterinario Dipartimento di Prevenzione della ASL: Provvede alla verifica della notifica Adotta misure opportune per fronteggiare il rischio per la salute pubblica (sequestro del prodotto in commercio) Raccoglie informazioni prodotto alimentare (scheda di notifica) Effettua un ispezione presso l azienda produttrice interessata Verifica l eventuale distribuzione del prodotto Anna Rita Loschi ATTIVA IL SISTEMA DI ALLERTA

30 Ogni Regione provvede all istituzione di un proprio nodo regionale con la funzione di punto di contatto tra la rete nazionale e le zone territoriali Coordina le operazioni successive alla segnalazione di prodotto alimentare non conforme Tiene i rapporti con il Ministero della Salute, ISS, Regioni e Province autonome, ASL Dispone se necessario ulteriori provvedimenti Anna Rita Loschi

31 Efficacia del Sistema di Allerta Rapidità di: trasmissione elenco clienti a tutti i soggetti interessati Rapidità di attivazione: della procedura di ritiro del prodotto dal commercio Completezza informazioni relative al prodotto oggetto di allerta: utilizzo di schede di notifica standard Anna Rita Loschi

32 Il procedimento attivato a seguito di un allerta si conclude quando: I prodotti oggetto di allerta siano stati ritirati dal commercio per essere distrutti, destinati ad usi diversi dal consumo umano o sottoposti a processo di risanamento Il prodotto non sia stato rinvenuto in commercio I risultati di ulteriori accertamenti abbiano escluso la sussistenza di un pericolo per la salute dei consumatori Anna Rita Loschi

33 Aspetti di assoluta importanza: Garantire la tutela della salute pubblica Disporre di un sistema rapido ed efficace di intervento a seguito della segnalazione o della identificazione di una emergenza in materia alimentare Elaborazione di procedure operative che permettano: 1. tempestività e completezza delle comunicazioni 2. gestione omogenea del sistema su tutto il territorio Dal 15 maggio 2006: gestione delle allerta alimentari tramite il Sistema Informativo Veterinaria Alimenti (SIVA) Anna Rita Loschi

34 Sistema d allerta 2010 Numero delle notifiche trasmesse dai diversi Paesi Anche quest anno, come già avvenuto negli anni precedenti, l Italia è risultato essere il primo Paese membro nel numero di segnalazioni inviate alla Commissione Europea, dimostrando una intensa attività di controllo sul territorio nazionale, con un totale di 548 notifiche (pari al 16.7%). Dopo l Italia vi è la Germania (400) e la Gran Bretagna (326), seguite da Spagna, Olanda e Francia (Figura 5).

35

36 Per quanto concerne gli aspetti microbiologici, la maggior parte delle notifiche ha riguardato la presenza di Salmonella (19 segnalazioni) e di Listeria (7 notifiche), seguite da E. Coli con 5 segnalazioni. La Salmonella è stata riscontrata in diverse tipologie di alimenti, compresi i prodotti per l alimentazione animale. I contaminanti microbiologici riscontrati nei prodotti della pesca sono principalmente Listeria (63), E. Coli (32) e Salmonella (20). L origine dei prodotti è varia.

37 Comunicato stampa EFSA 22 marzo 2011 L Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno pubblicato la loro relazione annuale sulle zoonosi e sulle epidemie di origine alimentare nell Unione europea per il Dalla relazione emerge che i casi di Salmonella nell uomo sono diminuiti del 17 % nel 2009, facendo registrare un calo per il quinto anno consecutivo. La campylobatteriosi è stata ancora la malattia zoonotica segnalata con maggior frequenza nell uomo, in leggero aumento nel 2009 con casi rispetto ai del 2008 (+4%). Nei prodotti alimentari il Campylobacter, che può provocare diarrea e febbre, è stato rinvenuto per lo più nella carne di pollame, mentre negli animali vivi è risultato presente nel pollame, nei suini e nei bovini.

38 Il declino dei casi di Salmonella nell uomo è un grande risultato, che dimostra l efficacia delle misure di controllo messe in atto dagli Stati membri dell UE e dalla Commissione europea Associare dati desunti dalla sorveglianza delle malattie negli esseri umani con dati provenienti da alimenti e animali genera informazioni preziose che consentono alla Commissione europea di individuare misure di controllo efficaci in tutta Europa

39 Nel 2009 le infezioni da Listeria nell uomo sono aumentate del 19% rispetto al 2008, con casi confermati. La listeriosi è notoriamente associata a un elevato tasso di letalità (o tasso di mortalità clinica), che colpisce in particolar modo i gruppi vulnerabili come gli anziani. Si calcola che nel 2009 sono state circa 270 le persone decedute nell UE per listeriosi, registrando un tasso di letalità del 17% tra quelle colpite dalla malattia. Per quanto riguarda i prodotti alimentari, Listeria può essere trovato in alcuni alimenti pronti al consumo, quali pesce affumicato, prodotti a base di carne trattati termicamente e formaggi.

40 A Escherichia coli produttore di verotossina (VTEC) sono attribuibili 3573 casi di malattia nell uomo nel 2009, in leggero aumento rispetto al In animali e prodotti alimentari la VTEC è stata segnalata più frequentemente nei bovini e nella carne bovina. Il numero di casi nell uomo di Yersinia enterocolitica, un altro batterio rinvenuto per lo più nei suini e nella loro carne, è sceso a 7595 nel Nel 2009 sono stati segnalati 5550 epidemie di origine alimentare nell UE, che hanno colpito persone e causato 46 decessi. Le cause di epidemie a trasmissione alimentare riferite più di frequente sono state Salmonella (31% di tutte le infezioni), virus (19%) e tossine batteriche (10%). Le principali fonti di epidemie sono state uova e ovoprodotti, pasti misti e a buffet, carne suina e prodotti da essa derivati

41 Altri alimenti Dolci Pollame Latte e derivati Uova/prodotti Carne/prodotti Anna Rita Loschi Prodotti della pesca Su 8426 focolai

42 Altri alimenti Dolci Pollame Latte e derivati Uova/prodotti Carne/prodotti Anna Rita Loschi Prodotti della pesca Su 8426 focolai

43 Specie Caratteristiche morfologiche Caratteristiche metaboliche Condizioni di sviluppo Resistenza termica Habitat Tipo di malattia Fattori di virulenza Enterobacter sakazakii 15 biogruppi Gram Bastoncellare, asporigeno, mobile Aerobio anaerobio facoltativo Temperatura =tra 6 e 47 C osmotollerante D 58 = 0,39 0,60 Germe ubiquitario Tossinfezione Lipopolisaccaride Enterotossine Invasività Capsula Termotollerante?

44 Categorie a rischio PI e sintomatologia Dose infettante Alimenti vettori Modalità di contaminazione Epidemiologia Prevenzione Neonati e bambini sotto l anno di età PI =? Setticemie, Meningiti, Enterocolite necrotizzante Elevata mortalità Non determinata Latte formulato in polvere Esogena Malattia sporadica Industria: GMP Ospedali e ambito domestico: corretta ricostituzione del latte in polvere, immediata somministrazione e idoneo lavaggio e disinfezione degli strumenti utilizzati per la ricostituzione e somministrazione

45 Casi di tossinfezione da Enterobacter sakazakii segnalati nel mondo Paese Anno Numero casi (numero decessi) Sorgente implicata Casi sporadici USA (0) Sconosciuta Grecia (0) Feci Paesi Bassi (1) Latte in polvere Canada (0) Sconosciuta Israele (0) Miscelatore Belgio (1) Latte in polvere Epidemie Pesi Bassi (6) Canale del parto Grecia (4) Sconosciuta USA (0) Latte in polvere Islanda (1) Latte in polvere Canada (0) Sconosciuta Belgio (2) Latte in polvere USA (1) Latte in polvere Israele (0) Miscelatore

46 Raccomandazioni FAO/WHO Ambito domestico - quando possibile utilizzare latte in forma liquida; - attenersi scrupolosamente alle istruzioni riportate sulle confezioni; - utilizzare acqua calda (70-90 C) per la ricostituzione del latte; - adottare rigorose norme igieniche (contenitori puliti e disinfettati, lavaggio delle mani); - preparare solo la poppata necessaria per il pasto evitando di preparare in anticipo quelle dei pasti successivi; - evitare di lasciare a temperatura ambiente il latte ricostituito, se non utilizzato; - assicurare il raffreddamento rapido del prodotto ricostituito e la sua conservazione in frigorifero se non utilizzato immediatamente; - limitare a periodi di tempo non superiori alle 4 ore l intervallo di tempo tra la ricostituzione del prodotto ed il suo consumo.

47 Ospedali/asili nido adottare buone pratiche igieniche (GHP) nelle aree di preparazione; predisporre linee guida riguardo preparazione, manipolazione, conservazione e procedure di controllo del prodotto; disporre di un locale adibito solamente alla preparazione, separato negli ospedali dai reparti di degenza, provvisto di un area per lo stoccaggio del prodotto e frequentato unicamente da personale autorizzato; se la struttura manca di un apposito locale di preparazione, predisporre comunque un area da destinarsi unicamente a tale scopo; utilizzare utensili e attrezzature atti ad una facile sanificazione sottoporre tutti gli utensili adoperati per la preparazione a trattamento termico (lavaggio in lavastoviglie o meglio ancora autoclavaggio);

48 Ospedali/asili nido utilizzare quando possibile utensili monouso; assicurare il raffreddamento rapido del prodotto ricostituito e la sua conservazione in frigorifero; limitare a periodi di tempo non superiori alle 4 ore l intervallo di tempo tra la ricostituzione del prodotto ed il suo consumo; evitare di lasciare a temperatura ambiente il latte ricostituito, se non utilizzato; richiudere i contenitori di prodotto non utilizzate completamente, riporli in frigorifero, apponendo sopra la data di scadenza; applicare un corretto piano HACCP e disporre di personale qualificato e specializzato; utilizzare, quando possibile, latte in forma liquida.

49 Grazie per l attenzione

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