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1 06_360_P Città:Ricerche:Territorio:Innovazione:Ambiente Rev. Versione Redatto Verificato Approvato Data 1 Bozza 2 I emissione 3 II emissione 4 Finale

2 Indice Premessa...3 Attività di partecipazione con gli Enti Locali per la redazione del Piano di Gestione...5 PIANO DI GESTIONE Valutazione generale del sito Valenze vegetazionali Habitat e specie floristiche di interesse comunitario Valenze faunistiche Ornitofauna Altre specie Valore del sito Natura 2000 e aree contermini Individuazione dei fattori di criticità e minaccia Analisi dei principali fattori di minaccia e criticità per il sito Valutazione per gli habitat di interesse comunitario Valutazione per le specie floristiche di interesse comunitario Valutazione per le specie animali di interesse comunitario Criticità presenti nelle diverse parti del SIC Sintesi delle criticità Analisi SWOT Obiettivi Obiettivi generali Obiettivi di sostenibilità ecologica Obiettivi specifici a breve medio termine Obiettivi specifici a lungo termine Obiettivi di sostenibilità socio economica Obiettivi specifici a breve medio termine Obiettivi specifici a lungo termine Strategia di gestione Strategia per la sostenibilità ecologica Strategia a breve medio termine Strategia a lungo termine Strategie per la sostenibilità socio economica Strategia a breve medio termine Strategia a lungo termine Quadro sintetico degli strumenti finanziari Individuazione del soggetto gestore Regolamentazione Interventi di gestione Interventi per la sostenibilità ecologica Interventi per la gestione degli habitat e della flora...58 RE_06/360/P I

3 7.1.2 Interventi per la gestione della fauna Interventi per la sostenibilità socio economica Interventi per la fruizione Interventi per la comunicazione Interventi per la sorveglianza e la manutenzione Schede intervento Valutazione dell attuazione e monitoraggio del Piano di Gestione Monitoraggio della sostenibilità ecologica Monitoraggio degli habitat Monitoraggio delle specie vegetali Monitoraggio della fauna Monitoraggio della sostenibilità socio economica Organizzazione gestionale Interventi di gestione ordinaria Interventi di gestione straordinaria Piano di azione Identificazione delle priorità di intervento BIBLIOGRAFIA RE_06/360/P II

4 Premessa Il Piano di Gestione del SIC Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis (cod. ITB040020) è lo strumento gestionale del sito e ha come finalità generale quella di garantire la presenza, in condizioni ottimali, degli habitat e delle specie che hanno determinato la proposizione del sito, mettendo in atto strategie di tutela e gestione che lo consentano pur in presenza di attività umane. Poiché all interno dell area SIC sono comprese anche due Zone di Protezione Speciale (ZPS) denominate Isola Serpentara (cod. ITB043026) e Isola dei Cavoli (cod. ITB043027), il seguente Piano di Gestione comprenderà la gestione anche di queste. Il Piano di Gestione, coerentemente con l art.6 punto 1 della Direttiva 92/43/CEE Habitat, è quindi mirato ad individuare misure di conservazione e tipologie di interventi ammissibili, previa valutazione dello status degli habitat e delle specie di interesse comunitario e delle relative criticità. Gli habitat e le specie cui è rivolto questo tipo di tutela sono elencati rispettivamente nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Habitat e nell Allegato I della Direttiva 79/409/CEE Uccelli. I Piani di Gestione, insieme agli altri strumenti di governo del territorio, contribuiscono alla pianificazione per garantire la tutela e la valorizzazione dei sistemi ambientali. Il presente Piano di Gestione, coerentemente con la normativa di settore, sarà sottoposto ad istruttoria per approvazione da parte della Regione Sardegna; lo stesso avrà una validità di 5 anni e sarà sottoposto ad una valutazione dell attività e ad una revisione periodica biennale. Nella figura seguente è schematizzato il percorso logico che porta dalle valutazioni del sito, vegetazionale, faunistica ed ecologica, alle scelte gestionali vere e proprie elencate nel piano d azione, a seconda della loro priorità. RE_06/360/P 3

5 Figura 1 1 Schema logico per la definizione del Piano di Gestione del SIC Valutazione vegetazionale Valutazione faunistica Criticità / Minacce Valutazione ecologica OBIETTIVI del PdG STRATEGIE di gestione INTERVENTI DI GESTIONE Monitoraggio Organizzazione gestionale Piano di Azione RE_06/360/P 4

6 Attività di partecipazione con gli Enti Locali per la redazione del Piano di Gestione Il fine ultimo del Piano di Gestione del SIC Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis è quello di arrivare a stabilire una serie di interventi secondo un percorso logico ben definito: partendo dalla definizione delle criticità che insistono maggiormente sul territorio, si è passati ad associare le criticità stesse ai diversi habitat e specie di interesse comunitario, per poi considerare obiettivi e strategie propedeutici alla determinazione degli interventi. Componente basilare di questo processo che ha portato alla definizione degli interventi, è stata la concertazione ed il confronto con l Amministrazione locale, e la popolazione del luogo. Sono stati quindi organizzati 5 incontri con l amministrazione comunale dove sono state condivise le esigenze di tutela e di conservazione, le criticità e le minacce cui è sottoposto il territorio ed in particolare gli habitat e le specie di interesse comunitario presenti. Si sono quindi evidenziate le criticità del territorio e quelle più specifiche presenti nel SIC Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis, si sono individuate le strategie da mettere in atto per l abbattimento delle criticità emerse, sia a carattere territoriale, che comprendessero quindi anche i SIC limitrofi del territorio (il SIC Coste di Cagliari e il SIC Campu longu ) sia quelle specifiche per il SIC in esame e sono state recepite tutte le informazioni e le segnalazioni rese note dagli esperti locali e conoscitori dei luoghi. Le azioni e gli interventi previsti nel presente Piano sono stati quindi discussi e concordati con l amministrazione comunale, al fine di individuare modalità gestionali operative del sito, basate su una concreta fattibilità ed efficacia, anche in funzione delle priorità di realizzazione. E stato poi realizzato, in data 25 novembre 2006, un incontro con la popolazione e gli operatori locali per spiegare loro cos è un SIC, qual è la sua importanza nel territorio, quali sono i SIC ricadenti nel territorio comunale di Villasimius, le loro caratteristiche e gli habitat e le specie in loro presenti. In quell occasione è stato anche presentato il Piano di Gestione del SIC Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis in concomitanza con quello del SIC Campu longu. Sono state quindi rese note alla popolazione e agli operatori locali le criticità emerse nel territorio durante lo Studio Generale, gli obiettivi, le strategie e gli interventi proposti nel Piano di Gestione, affinché anche gli abitanti di Villasimius siano a conoscenza di quello che l amministrazione Comunale e Regionale fanno per la conservazione e la tutela della biodiversità nel loro territorio. RE_06/360/P 5

7 PIANO DI GESTIONE 1 Valutazione generale del sito Il Sito d Importanza Comunitaria proposto per la Rete Natura 2000, denominato Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis, esteso su Ha (di cui terrestri e marini), comprendente le due ZPS denominate Isola Serpentara (cod. ITBo43026) e Isola dei Cavoli (cod. ITB043027), ha la sua ragion d essere nella presenza, nel suo territorio, di 21 habitat e di diverse specie floristiche e faunistiche di interesse comunitario. Per quanto riguarda la parte a mare la sua importanza è dovuta alla presenza consistente dell habitat prioritario Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae), (cod. 1120*), di notevole interesse conservazionistico in quanto dimora di molte specie faunistiche marine che in esso si riproducono e dimorano. Per la parte terrestre, l habitat più rappresentato è Arbusteti termo mediterranei e pre desertici (cod. 5330), seguito dall habitat Dune costiere con Juniperus spp., quest ultimo prioritario. Accanto alle tipologie vegetazionali tipiche di ambienti dunali, nel SIC si segnala la presenza di una laguna costiera (cod. 1150*), habitat prioritario che ospita numerose specie vegetali ed animali di elevato valore biogeografico. Durante le indagini svolte sul campo è stata rilevata la presenza di altri due habitat, di interesse comunitario, non segnalate nella Scheda Natura 2000: Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio Tamaricetea e Securinegion tinctoriae) (cod. 92D0) e Foreste di Olea e Ceratonia (cod.9320), presenti in piccole percentuali all interno del SIC. Durante le uscite sul campo è stato possibile anche rilevare la presenza nel SIC di altre 29 specie faunistiche, 28 ornitiche (14 elencate nell allegato I della Direttiva Uccelli e 14 elencate nell allegato II della medesima Direttiva) e una di rettile (Testudo hermanni), attualmente non segnalate nella scheda Natura Pertanto gli aggiornamenti proposti, una volta trasmessi all organo competente della Comunità Europea, responsabile dell approvazione delle liste di SIC/ZPS, potranno essere utilizzati per avviare l aggiornamento delle valenze naturalistiche presenti nel SIC. Gli habitat presenti in questo sito, caratterizzati da un elevata biodiversità nonché da comunità vegetali ed animali esclusive, sono soggetti a facili cambiamenti sia floristici che faunistici, determinati soprattutto da variazioni nei parametri chimico fisici e morfologici. L alterazione del paesaggio, imputabile alla presenza antropica legata alle attività turistiche ricreative e accentuata dal carattere stagionale della frequentazione (particolarmente intensa nei mesi estivi), è difatti una delle principali minacce alla preservazione di questo sito: l attraversamento indisciplinato del ginepreto, habitat di RE_06/360/P 6

8 passaggio in molti casi, da parte dei turisti, per raggiungere la spiaggia, determina fenomeni di frammentazione ad esso dannosi che pertanto, non riesce ne a riprendersi ne a espandersi in quanto eccessivamente frequentato. L eccessiva frequentazione delle numerose spiagge presenti nel SIC, nei mesi estivi, ricordiamo tra le più belle e frequentate di tutta la costa sud della Sardegna, oltre a causare il danneggiamento della vegetazione dunale, provoca, insieme al vento, l aumento dei fenomeni erosivi di questo fragile ambiente. Non da meno è il danno causato sugli habitat di interesse comunitario dal ruscellamento superficiale delle acque piovane provenienti dalle lottizzazioni presenti in prossimità delle spiagge, dovuto alla mancanza di un sistema di raccoglimento e scarico di queste. Pertanto il dilavamento si riversa, per pendenza dei terreni, a mare, attraversando tutti gli ambienti pre dunali e dunali e creando, in questo modo, gravi fenomeni di erosione. In sintesi il SIC si caratterizza per l emergenza ambientale rappresentata dal rischio concreto di veder scomparire gli habitat e le specie animali e vegetali di interesse comunitario. Come illustrato, tale rischio è imputabile a diversi fattori di minaccia quali: la fruizione non regolamentata, l abbandono di rifiuti, il rischio di incendi, il ruscellamento superficiale delle acque piovane e il degrado della macchia mediterranea. Pertanto gli interventi per la gestione del sito dovranno mirare al mantenimento delle condizioni di alta naturalità del SIC Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis, mediante una pianificazione di sviluppo sostenibile, concentrata soprattutto sulla regolamentazione della fruizione e sull utilizzo eco compatibile del SIC. La strategia di conservazione sarà differenziata in breve e medio lungo termine. A breve periodo sarà necessario attivare forme di tutela passiva che escludano le attività umane dalle aree con maggiore sensibilità. A medio lungo periodo sarà invece necessario attivare una gestione sostenibile dell intera area che comprenda la regolamentazione delle attività economiche, interventi di difesa e restauro ambientale e l affermarsi di comportamenti rispettosi dell ambiente. In un ottica di sostenibilità degli usi, il Piano di Gestione intende consentire l accesso e la frequentazione all area ma con modalità eco compatibili, garantendo la possibilità di usufruire di una serie di servizi nelle aree a minore sensibilità ambientale e migliorando contemporaneamente lo stato di conservazione degli habitat e delle specie di Interesse Comunitario nelle aree a maggiore valenza naturalistica, mediante interventi di salvaguardia e recupero, attività di controllo e monitoraggio. Grande importanza assume la partecipazione alle problematiche di conservazione ed alle esigenza di tutela da parte della popolazione locale, degli operatori economici e dei fruitori dell area: tale partecipazione dovrà essere stimolata continuando ad applicare quell approccio partecipativo già utilizzato per la redazione del Piano di Gestione, anche in tutte le fasi di attuazione. RE_06/360/P 7

9 1.1 Valenze vegetazionali Habitat e specie floristiche di interesse comunitario La Scheda Natura 2000 riporta la presenza di 19 habitat di interesse comunitario (cfr , I PARTE). La lista degli habitat presenti è stata aggiornata in seguito ai rilievi di campo, permettendo di aggiungere 2 habitat non segnalati in precedenza: Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio Tamaricetea e Securinegion tinctoriae) (cod. 92D0) e Foreste di Olea e Ceratonia (cod.9320) I più rappresentativi, per la parte terrestre, sono gli habitat Arbusteti termomediterranei e pre desertici, con un estensione pari al 14%, e le Dune costiere con Juniperus spp., di interesse prioritario, con un estensione pari al 10% di territorio del SIC. Per quanto riguarda l habitat marino prioritario Praterie di posidonia (Posidonion oceanicae) (cod. 1120*), la sua estensione è stata valutata pari al 50 %. Nel SIC si è riscontrata inoltre la presenza di una delle due specie floristiche citate nella Scheda Natura 2000, la Brassica insularis, mentre l altra specie citata nella Scheda Natura 2000, la Rouya polygama, è di dubbia presenza in quanto non rilevata durante i sopralluoghi e non menzionata come presente nel Sito dai dati bibliografici rinvenuti. Durante i sopralluoghi sul campo non sono state rilevate altre specie floristiche appartenenti all allegato II della Direttiva Habitat. I principali habitat descritti per il SIC si possono raggruppare in diverse tipologie, le cui valenze vegetazionali sono descritte qui di seguito. VEGETAZIONE CLIMATOFILA Di questa serie è possibile descrivere solo delle tappe sottoseriali di degradazione derivate da pascolo intensivo, colture agricole, tagli e incendi. Dei boschi di leccio ormai RE_06/360/P 8

10 scomparsi o confinati nelle zone più interne nel Monte Minniminni e nel territorio di Castiadas, abbiamo le seguenti cenosi di sostituzione: ARBUSTETI comunità arbustive e dense a Pistacia lentiscus, Calicotome villosa e Phillyrea angustifolia riferibili prevalentemente all associazione Pistacio lentisci Calicotometum villosae; GARIGHE comunità ampiamente diffuse a Cistus monspeliensis (Lavandulo stoechadis Cistetum monspeliensis var. a Calicotome villosa), rappresentanti un ulteriore fase di degradazione e che colonizzano le aree percorse da incendio; PRATERIE comunità di graminacee cespitose caratterizzate da Ampelodesmos mauritanica. Colonizzano le aree degradate dai pascoli intensivi e dal passaggio del fuoco rappresentando, nella successione ecologica, uno dei primi stadi sottoseriali della lecceta; A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat ARBUSTETI TERMO MEDITERRANEI E PRE DESERTICI, SOTTOTIPO 32.23, GARIGHE AD AMPELODESMO, codice 5330; FORMAZIONI TEROFITICHE comunità di erbe graminoidi a Hyparrhenia hirta riferibili alla classe Thero Brachypodietea. A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat prioritario *PERCORSI SUBSTEPPICI DI GRAMINACEE E PIANTE ANNUE DEI Thero Brachypodietea, codice VEGETAZIONE EDAFOXEROFILA E la vegetazione maggiormente rappresentata in tutto il territorio del SIC influenzata da situazioni di forte aridità edafica tipiche della fascia costiera. Si rinviene così abbondante perché le comunità appartenenti alle serie climatofile (leccete e sugherete), più esigenti dal punto di vista edafico e climatico, non riescono ad instaurarsi. Questo tipo di vegetazione è riconducibile a due serie principali di comunità potenziali, una tipica costiera a dominanza di ginepri dell alleanza Juniperion turbinatae e l altra dell olivastro a dominanza di latifoglie sclerofille dell alleanza Oleo Ceratonion che dalle aree costiere si inoltra sino a 300 m nelle aree basso collinari più interne. SERIE SARDA, TERMO MEDITERRANEA DELL OLIVASTRO (Asparago albi Oleetum sylvestris) Si tratta di microboschi climatofili ed edafo xerofili a dominanza di Olea europea var. sylvestris e Pistacia lentiscus rappresentando gli aspetti più xerofili degli oleeti sardi. Sono contraddistinti da un corteggio floristico termofilo al quale partecipano Euphorbia dendroides, Asparagus albus; e nello strato erbaceo Arisarum vulgare e Umbilicus rupestris. Sono presenti lungo tutta la fascia costiera sarda fino a m di altitudine penetrando in aree pianeggianti interne e limitati al piano bioclimatico termo RE_06/360/P 9

11 mediterraneo superiore, con ombrotipo dal secco inferiore al sub umido inferiore. Si ritrovano su suoli di vario tipo (calcari mesozoici e miocenici, basalti, marne, arenarie, scisti paleozoici, graniti etc.). Le formazioni di sostituzione sono rappresentate da arbusteti a dominanza di Calicotome villosa e da garighe a Cistus monspeliensis, specie favorite dagli incendi. Nelle formazioni più mature l olivastro è accompagnata da Ceratonia siliqua specie caratteristica di ordine superiore (alleanza Oleo Ceratonion). A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat FORESTE DI Olea e Ceratonia, codice Di cui però sono presenti solo lembi in poche località del territorio. SERIE SARDA, TERMO MEDITERRANEA DEL GINEPRO TURBINATO (Oleo Juniperetum turbinatae) Colonizza ambienti prossimi alla fascia costiera e in aree limitate più interne, indifferentemente dal substrato. Si rinviene in condizioni bioclimatiche mediterranee pluvistagionali oceaniche, nel piano bioclimatico termo mediterraneo secco, fino al mesomediterraneo. Preferisce i versanti esposti a sud o sud est. MACCHIA E BOSCAGLIA (GINEPRETI) si tratta di microboschi o formazioni a macchia, costituita da arbusti prostrati e fortemente modellati dal vento a dominanza di Juniperus phoenicea ssp. turbinata e Olea europea var. sylvestris. Lo strato arbustivo è caratterizzato da specie spiccatamente termofile, come Asparagus albus, Euphorbia dendroides, Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia e Myrtus communis. La specie erbacea più frequente risulta essere Brachypodium retusum. A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat MATORRAL ARBORESCENTI DI Juniperus spp. codice ARBUSTETI TERMOFILI (EUFORBIETI) è uno stadio di sostituzione dovuto a tagli e incendi ed è rappresentato da specie arbustive termofile dell associazione Asparago albi Euphorbietum dendroidis che in particolari condizioni morfologiche e litologiche va a costituire delle formazioni stabili. A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat ARBUSTETI TERMO MEDITERRANEI E PRE DESERTICI, SOTTOTIPO 32.22, FORMAZIONI A Euforbia arborea, codice VEGETAZIONE PSAMMOFILA TEROFITICA ALO NITROFILA sono comunità annuali che crescono sulla zona della spiaggia inondata nella stagione invernale, sulla quale le mareggiate depositano consistenti quantità di sostanza organica, principalmente resti di Posidonia oceanica (associazione Salsolo kali Cakiletum maritimae). A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat VEGETAZIONE ANNUA DELLE LINEE DI DEPOSITO MARINE, codice RE_06/360/P 10

12 VEGETAZIONE PSAMMOFILA GEOFITICA E EMICRIPTOFITICA si tratta di comunità perenni dominate da piante specializzate ascrivibili alle stesse unità superiori di vegetazione (classe Ammophiletea), ma che occupano ambienti differenti dal punto di vista ecologico in quanto influenzati da un gradiente decrescente di salinità e uno crescente di evoluzione della duna e lontananza dal mare, nonchè dalla diversa granulometria del substrato (associazioni Sporobolo arenarii Elymetum farcti e Ammophiletum arundinaceae). A questo tipo vegetazionale fanno riferimento gli habitat DUNE MOBILI EMBRIONALI, codice 2110 e DUNE MOBILI DEL CORDONE LITORALE CON PRESENZA DI Ammophila arenaria («DUNE BIANCHE»), codice VEGETAZIONE PSAMMOFILA CAMEFITICA garighe primarie che si sviluppano nei settori più interni, sul lato continentale della duna, con sabbie stabilizzate e compatte. Sono comunità particolarmente vulnerabili in seguito alla destrutturazione della duna bianca e pregiate, in quanto caratterizzate da entità fitogeograficamente rilevanti come Helichrysum microphyllum ssp. tyrrhenicum (classe Helichryso Crucianelletea associazione Crucianello Helichrysetum microphylli). A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat DUNE FISSE DEL LITORALE DEL Crucianellion maritimae, codice VEGETAZIONE PSAMMOFILA TEROFITICA si trova a mosaico con la vegetazione perenne delle dune embrionali, mobili e fisse del litorale, si rinvengono comunità terofitiche a fenologia tardo primaverile, inquadrabili nell ordine dei Malcolmietalia. A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat DUNE CON PRATI DEI Malcolmietalia, codice VEGETAZIONE PSAMMOFILA FANEROFITICA la vegetazione forestale sulle dune (psammofila), è costituita da boscaglie a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa riferibili all associazione Pistacio Juniperetum macrocarpae. Si tratta di microboschi a dominanza di Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, costituiti da fanerofite cespitose sclerofilliche come Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus e Juniperus phoenicea ssp. turbinata. Sono inoltre frequenti specie lianose: Smilax aspera, Rubia peregrina, Clematis cirrhosa, Prasium majus e geofite: Ruscus aculeatus, Asparagus acutifolius e Asparagus albus. A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat prioritario *DUNE COSTIERE CON Juniperus SPP., codice VEGETAZIONE ALORUPICOLA nelle fessure delle rocce dei settori più prossimi al mare o nei terrazzi delle falesie raggiunti dall aerosol marino si rinviene la vegetazione camefitica riferita alla classe Crithmo Limonietea, caratterizzata da entità endemiche del genere Limonium (associazione Crithmo maritimi Limonietum retiramei). A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat SCOGLIERE CON VEGETAZIONE DELLE COSTE MEDITERRANEE CON Limonium spp. ENDEMICI, codice RE_06/360/P 11

13 VEGETAZIONE ALOFILA SOMMERSA Nelle lagune e stagni sono presenti diverse comunità vegetali mono o paucispecifiche costituite da fanerofite sommerse: Ruppia maritima, R. cirrhosa, R. drepanensis e Althenia filiformis. Queste comunità sono riferite alla classe Ruppietea. A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat prioritario *LAGUNE COSTIERE, codice VEGETAZIONE ALOFILA CAMEFITICA comunità riferite alla classe Sarcocornetea fruticosi. Si sviluppano in aree temporaneamente inondate in contatto con le zone perennemente sommerse e con quelle afitoiche sovrassalate. A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat PRATERIE E FRUTICETI ALOFILI MEDITERRANEI E TERMO ATLANTICI (SARCOCORNETEA FRUTICOSI), codice 1420; comunità dell ordine Limonietalia. Queste comunità vegetali occupano le depressioni retrodunali e peristagnali allagate nei mesi invernali, su substrato limoso, con ristagno temporaneo d acqua salata ed esposti ad una secchezza estiva estrema con affioramenti di sale. Sono riconducibili all habitat prioritario *STEPPE SALATE MEDITERRANEE (Limonietalia), codice VEGETAZIONE ALOFILA EMICRIPTOFITICA, GEOFITICA ED ELOFITICA comunità geofitica, densa, dominata dalla neofita Spartina juncea e da Juncus maritimus e Juncus acutus, su depositi di sabbia ai margini di canali e bacini esposti all afflusso d acqua marina (associazione Junco maritimi Spartinetum junceae). A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat PASCOLI INONDATI MEDITERRANEI (JUNCETALIA MARITIMI), codice VEGETAZIONE ALO NITROFILA comunità alonitrofila appartenente alla classe Pegano Salsoletea, costituita da cespugli alti e densi e caratterizzata da Atriplex halimus e Artemisia arborescens. A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat PRATERIE E FRUTICETI ALONITROFILI (PEGANO SALSOLETEA), codice VEGETAZIONE RIPARIALE sono caratterizzati da uno strato arbustivo denso ed uno strato erbaceo assai limitato, costituito prevalentemente da specie rizofitiche e giunchiformi. Gli stadi della serie sono disposti in maniera spaziale procedendo in direzione esterna rispetto ai corsi d acqua. Tali tipologie vegetazionali appaiono dominate da specie del genere Tamarix e generalmente si riscontrano dei mantelli costituiti da Rubus gr. ulmifolius ed altre fanerofite igrofile e termofile quali Vitex agnuscastus e Nerium oleander. RE_06/360/P 12

14 A questo tipo vegetazionale fa riferimento l habitat GALLERIE E FORTETI RIPARI MERIDIONALI (NERION TAMARICETEA E SECURINEGION TINCTORIAE), codice 92D Praterie di Posidonia oceanica La caratterizzazione fisionomica e strutturale di questo habitat è data dalla presenza della fanerogama monocotiledone Posidonia oceanica, ma fanno parte della comunità anche alghe rosse a alghe brune. Si tratta di biocenosi bentoniche, legate al fondo del mare, che si insediano prevalentemente su sabbie grossolane e offrono riparo e sostentamento a numerose specie animali. Posidonia oceanica è una pianta molto comune in buona parte del Mediterraneo, cresce interamente sommersa, fino ad una profondità di 30 m, formando dense praterie sul fondo del mare. La sua presenza è rilevata da cumuli sulla spiaggia di parti della pianta tra cui le basi fibrose delle foglie, che in seguito al rotolamento sulla spiaggia danno luogo ai caratteristici pelotes de mer, di forma rotondeggiante ovale. Attualmente le informazioni sull estensione e sullo stato di conservazione dell habitat prioritario Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae) all interno del SIC hanno un livello di approfondimento preliminare, che potrà essere opportunamente verificato mediante azioni di monitororaggio. Il presente Piano di Gestione propone per questi habitat e per le specie floristiche sopra citate, interventi di ripristino, se necessari, di tutela e di fruizione regolamentata, per mantenere o migliorare le condizioni di conservazione di essi in uno stato per lo meno soddisfacente. RE_06/360/P 13

15 1.2 Valenze faunistiche Ornitofauna La scheda Natura 2000 riportava 10 specie ornitiche, di interesse comunitario, presenti nel territorio del SIC, di cui 2 prioritarie (Gabbiano corso e Marangone dal ciuffo), durante i sopralluoghi sul campo si è potuto confermare la presenza nel SIC delle specie ornitiche riportate nella Scheda Natura 2000 e osservare la presenza di altre 28 specie di interesse comunitario di cui, 14 elencate nell allegato I della Direttiva Uccelli e le altre 14 elencate nell allegato II della medesima Direttiva. Tra tutte le specie elencate nell allegato I della Direttiva, si annoverano 10 indicate come a più basso rischio (LR), 7 vulnerabili (VU) e 2 in pericolo in modo critico (EN) (Gabbiano corso e Falco di palude), secondo il Libro Rosso degli animali d Italia (Bulgarini et al. 1998, LIPU e WWF 1999). L avifauna del SIC si è mostrata ampia e variegata comprendendo specie ornitiche importanti legate all ambiente marino, all ambiente delle acque dolci o salmastre e alla macchia mediterranea. Il presente Piano di Gestione propone tra i vari interventi, in riferimento alle nuove specie segnalate, dei monitoraggi dell ornitifauna che permetteranno di esprimere valutazioni analitiche sullo status delle specie di interesse comunitario all interno del sito, ed in particolare sulla consistenza delle popolazioni e sul loro stato di conservazione. Propone inoltre degli interventi di tutela per le specie più sensibili (Gabbiano corso) e maggiormente a rischio all interno del SIC. RE_06/360/P 14

16 1.2.2 Altre specie Per quanto riguarda l erpetofauna presente nel SIC, le ricerche bibliografiche e i sopralluoghi sul campo hanno permesso di confermare la presenza in esso delle due specie citate nella scheda Natura 2000 il Phyllodactylus europaeus e la Caretta caretta e di segnalare la presenza della Tartaruga hermanni, specie citata nell allegato II della Direttiva habitat e non elencata nella scheda Natura Questa specie vive fino a m di quota, prediligendo gli ambienti di gariga molto soleggiati e svernando nelle zone di macchia mediterranea e leccete. La sua popolazione subisce un forte declino dovuto alla forte pressione antropica, agli incendi e ai prelievi a scopo commerciale o di semplice detenzione in giardini privati. Per quanto riguarda la mammofauna è stata rilevata la presenza di una specie elencata nell allegato II della Direttiva Habitat, il Myotis myotis, anche questa non segnalata nella scheda Natura Questa specie ama i climi temperati e caldi, con altitudini fino ai 600 m, frequenta gli ambienti più vari e non ha difficoltà a colonizzare aree fortemente antropizzate. Altre 5 specie appartenenti all allegato IV della Direttiva habitat sono state rilevate all interno del SIC durante i sopralluoghi e appartengono alla classe mammalia (Hypsugo savii, Myotis daubentonii, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellus pipistrellus, Tadarida teniotis). Per queste specie il Piano di Gestione propone dei monitoraggi che permetteranno di esprimere valutazioni analitiche sul loro status all interno del sito ed in particolare sulla consistenza delle popolazioni e sul loro stato di conservazione. RE_06/360/P 15

17 1.3 Valore del sito Natura 2000 e aree contermini In base alle informazioni raccolte ed elaborate emerge che la ragione d essere del SIC Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis è la presenza degli habitat * Praterie di Posidonie (Posidonion oceanicae), Arbusteti termo mediterranei e pre desertici e * Dune costiere con Juniperus sp e di alcune specie faunistiche prioritarie (Gabbiano corso, Marangone dal ciuffo..). All interno del sito questi 3 habitat di elevato valore conservazionistico ( due dei quali di interesse prioritario, ai sensi della Direttiva Habitat ), si presentano infatti con una elevata percentuale di copertura, occupando in totale ben il 74 % dell area del sito.il SIC Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis si inserisce in un contesto ecologico caratterizzato dalla presenza di altre aree di interesse naturalistico, appartenenti sia al sistema delle Aree Protette (il sito è localizzato all interno dell Area Marina Protetta di Capo Carbonara ), che alla Rete Natura 2000 ( Campu Longu (cod. ITB040055) e Costa di Cagliari (cod. ITB040021), con le quali costituisce un nodo interconnesso, importante ai fini di una gestione pianificata in un ottica di rete ecologica. RE_06/360/P 16

18 2 Individuazione dei fattori di criticità e minaccia 2.1 Analisi dei principali fattori di minaccia e criticità per il sito L analisi delle minacce e delle criticità che possono arrecare disturbo agli habitat e alle specie floristiche e faunistiche di interesse comunitario è finalizzata all individuazione di obiettivi e di strategie perseguibili. Le linee gestionali, gli interventi e la loro organizzazione secondo un piano d azione consentiranno infatti di affrontare le minacce, in modo da diminuirne, e se possibile eliminarne, il grado di incidenza che esse hanno sul sito Valutazione per gli habitat di interesse comunitario Secondo l aggiornamento della Scheda Natura 2000, gli habitat più rappresentati nel SIC Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis sono: Praterie di Posidonie (Posidonion oceanicae) (cod.1120*) (50%), Arbusteti termo mediterranei e pre desertici (cod. 5330) (14%); *Dune costiere con Juniperus spp. (cod. 2250*) (10%). Le principali minacce legate a questi habitat sono generalmente rappresentate dall erosione degli ambienti dunali, dall artificializzazione e dalla frammentazione degli habitat naturali, dagli incendi incontrollati, dall abbandono e dall accumulo di rifiuti, dalla presenza di specie alloctone; è inoltre significativo il danno causato sulla prateria di posidonia dalla posa indiscriminata di ancore, dall agitazione delle acque a causa del passaggio di imbarcazioni, e dall inquinamento del mare. Di seguito si descrivono, in maniera generale, le criticità tipiche che insistono su questi habitat: Erosione degli ambienti dunali: è imputabile alle attività antropiche che esercitano la loro pressione sul sito ed in particolare all elevata frequentazione delle spiagge, agli interventi di pulizia meccanica degli arenili, al continuo calpestio, all accesso non regolamentato di veicoli e fuoristrada, nel SIC in esame anche al ruscellamento superficiale delle acque piovane provenienti dalle lottizzazioni prive di un sistema di canalizzazione e smaltimento adeguato e infine alla presenza e alla realizzazione di infrastrutture (chioschetti, alberghi, stabilimenti) sul sistema dunale. L insieme di tali pressioni hanno determinato e determinano tuttora, una serie di processi che comportano la destrutturazione e distruzione della duna e dunque costituiscono una criticità ed una minaccia alla conservazione degli habitat di interesse comunitario. Un ulteriore causa di erosione per gli habitat dunali è la presenza di numerosi accessi a mare non regolamentati, causa della frammentazione di molti habitat. RE_06/360/P 17

19 Fruizione non regolamentata: essa genera la frammentazione di alcuni habitat interessati dal continuo passaggio dei fruitori dell area. Normalmente questo avviene in quegli habitat che si trovano tra le strade e/o i parcheggi e il mare, sono dei sentieri creati dal passaggio dei bagnanti che li utilizzano per arrivare in spiaggia. Essi creano inoltre eccessivo calpestio sulla flora e/o sulla duna, impedendo alla vegetazione di crescere. Accesso incontrollato dei veicoli: molti veicoli (fuoristrada e moto da cross) utilizzano spesso e volentieri le spiagge e molte volte anche le dune, come piste di passaggio, per semplice divertimento, questo crea grossi problemi di calpestio della vegetazione e di erosione dunale; Artificializzazione degli habitat naturali: Numerosi habitat hanno subito una diminuzione in superficie e una frammentazione a causa della loro sostituzione con zone residenziali, strade, parcheggi ed infrastrutture di vario tipo. La riduzione di tali ambienti naturali, legata all artificializzazione, riguarda la maggior parte degli habitat terrestri del SIC. Incendi incontrollati. La macchia mostra una spiccata reazione al passaggio del fuoco: mediamente in 3 5 anni dopo l incendio l ecosistema preesistente riesce a ricostituirsi. Le specie di macchia hanno diverse reazioni al fuoco: esistono le pirofite attive, piante che reagiscono al passaggio del fuoco con l emissione di nuovi polloni radicali (Arbutus unedo) o che traggono vantaggio dal calore per la germinazione dei semi (Cistus ssp.). Euphorbia dendroides, ad esempio, viene completamente distrutta per l alta combustibilità del legno e non ha capacità pollonifera; tuttavia diffonde elevati quantitativi di seme ad alta facoltà germinativa favoriti nella germinazione dalle alte temperature raggiunte durante il passaggio del fuoco. Così anche le specie di macchia appartenenti al Gen. Cistus sono annoverate tra le pirofite attive: esse sono tra le prime a ricolonizzare l habitat in seguito al passaggio dell incendio. La particolarità di questa specie è che le elevate temperature, provocando la spaccatura del tegumento dei semi, permettono una maggiore imbibizione degli stessi favorendo indirettamente la germinazione. Le pirofile passive hanno sviluppato, invece, delle forme di protezione dal fuoco e dalle elevate temperature che si raggiungono al suo passaggio: basti pensare alla suberificazione della corteccia della sughera (Quercus suber), valida forma di protezione dal fuoco. Gli incendi nel sito in oggetto provocano la diffusione sempre maggiore delle pirofite attive, quali Euphorbia dendroides e Cistus spp. dando luogo a successioni secondarie. Abbandono ed accumulo di rifiuti all interno del SIC a seguito della frequentazione turistica: si tratta di materiali solidi grossolani e inerti non biodegradabili abbandonati dai turisti direttamente sulle spiagge, ma anche spiaggiati dai flutti, insieme a contenitori di varia natura. Va comunque detto che l impatto di queste sostanze sugli ambienti litoranei, pur se molto negativo, non è in genere devastante, se non sotto il profilo estetico. Contenitori e sacchetti di plastica, lattine, vetri e frammenti inerti di varia natura sono certamente deprimenti da vedere, ma, se non RE_06/360/P 18

20 manifestano una rilevante percentuale di copertura dei suoli, di norma non provocano gravi sconvolgimenti a carico delle biocenosi costiere, e possono comunque essere facilmente rimossi manualmente. Sono invece più dannosi negli habitat di macchia mediterranea in quanto aumentano il materiale combustibile in caso di incendi. Presenza di specie alloctone: L introduzione di specie al di fuori del proprio habitat naturale è un fenomeno globale ed attualmente in forte aumento a causa dell incremento dei trasporti, dei collegamenti e dello scambio di beni. Tali attività costituiscono dei vettori di diffusione per piante ed animali, in quanto consentono alle varie specie di superare barriere biogeografiche che normalmente bloccherebbero la loro diffusione. Pertanto le specie aliene sono considerate ad oggi la seconda causa a livello globale di perdita della biodiversità, in quanto alterano gli equilibri ecologici e la composizione floristica e faunistica delle comunità naturali, fenomeno riscontrato anche all interno del SIC. Fenomeni di disturbo del fondale marino: criticità riguardante l habitat marino Praterie di posidonie sono innescate dalla posa di ancore e dall agitazione delle acque a causa del passaggio di imbarcazioni. Il SIC comprende le spiagge più belle, più grandi e più frequentate del comune di Villasimius, soggette quindi ad un via vai continuo di barche, gommoni e motoscafi nelle loro vicinanze. Ciò potrebbe comportare dei danni sulla prateria di posidonia, ma questa criticità è già abbastanza ridotta nel SIC in quanto esso si trova all interno dell area Marina Protetta di Capo Carbonara e quindi nelle acque che ricomprende, è già presente una regolamentazione a proposito. Altri habitat presenti nel SIC sono: Matorral arborescenti di Juniperus spp (cod. 5210), le Dune con prati dei Malcolmietalia (cod.2230), le Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae (cod.2210), la Vegetazione annua delle linee di deposito marine (cod. 1210), le Dune mobili embrionali (cod.2110) e le Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria («dune bianche») (cod.2120), Vegetazione annua delle linee di deposito marine (cod. 1210), Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto Nanojuncetea (cod. 3130), * Lagune costiere (cod. 1150), Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici (cod. 1240), Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) (cod. 1410), Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo atlantici (Sarcocornetea fruticosi) (cod. 1420), Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina (cod.1110), Steppe salate mediterranee (Limonietalia) (cod. 1510), * Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero Brachypodietea (cod 6220), * Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster (cod. 2270), Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano Salsoletea) (cod. 1430), Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio Tamaricetea e Securinegion tinctoriae) (cod. 92D0) e Foreste di Olea e Ceratonia (cod. 9320). In base RE_06/360/P 19

21 all aggiornamento della Scheda Natura 2000, tali habitat risultano coprire una superficie pari al 26% del SIC. Altre minacce legate a questi tipi di habitat, oltre la maggior parte di quelle viste sopra, sono: Erosione della costa: L azione erosiva è dovuta sia alle correnti marine sia al disturbo antropico legato alla fruizione non regolamentata. Il moto ondoso e le correnti causano, con le mareggiate invernali, l erosione delle spiaggie, il degrado delle fasce di vegetazione psammofila e la diminuzione di superficie disponibile per gli habitat di Interesse Comunitario. La fruizione non regolamentata interessa principalmente le dune costiere, attraversate nei periodi estivi da turisti diretti alle spiagge ed in inverno da veicoli che effettuano attività di fuoristrada: in questo modo si è persa superficie ricoperta sia della vegetazione dunale sia della macchia mediterranea. Anche il ruscellamento delle acque meteoriche non adeguatamente smaltite, provenienti dalle lottizzazioni, determinano gravi danni di inquinamento e di erosione sugli habitat di interesse comunitario. Attività meccanizzate di ripulitura delle spiagge e delle dune embrionali: Tali interventi possono distruggere in modo pressoché irrecuperabile le locali comunità di invertebrati sabulicoli, i loro ripari naturali (spesso costituito dagli accumuli di organismi spiaggiati) e spesso anche le associazioni di flora pioniera sopralitorali. Abbandono di rifiuti: soprattutto durante la stagione estiva, periodo in cui è più elevato il carico turistico. Pascolo non regolamentato: La presenza di pascolo non regolamentato può causare, su alcuni habitat, fenomeni di degrado sino alla scomparsa di essi. Gli habitat contraddistinti dai codici 1150*, 1410, 1420 e 1510* sono inoltre soggetti ad una criticità dovuta alle variazioni nel regime idrico dello Stagno di Noteri, causate dal prelievo di acqua salata e all immissione di acque dolci da parte delle attività di talassoterapia che si svolgono nel complesso turistico del Timiama. Questo stagno infatti prima era un habitat prioritario definito Stagni temporanei in quanto presentava acqua al suo interno solo in inverno, mentre era quasi completamente asciutto in estate. Con le attività di talasso terapia svolte all interno del complesso turistico del Timiama, che scaricano in esso acqua dolce, esso si è trasformato in uno stagno d acqua dolce perenne. Infine esiste una criticità comune a tutte le tipologie di habitat, rappresentata dalla scarsa sensibilizzazione e dalla scarsa conoscenza degli habitat e delle specie di interesse comunitario. Popolazione locale, operatori economici e visitatori sono generalmente disinformati sull esistenza del SIC, sulle sue valenze ambientali, RE_06/360/P 20

22 floristiche e faunistiche, su norme comportamentali da tenere e sulle opportunità che il sito può rappresentare per il territorio. Gli obiettivi e le strategie individuate in base a questa criticità hanno permesso di identificare degli interventi di monitoraggio che hanno come obiettivo principale quello di migliorare il livello di informazione e di sensibilizzare degli operatori turistici ed economici, la popolazione locale ed i turisti riguardo le esigenze di tutela del sito Valutazione per le specie floristiche di interesse comunitario La Scheda Natura 2000 individua nel SIC la presenza di due specie floristiche di interesse comunitario, elencate nell allegato II della Direttiva Habitat. Le criticità legate a queste due specie sono le seguenti: 1) Brassica insularis: questa specie nel SIC è presente solo nell Isola dei Cavoli, prevalentemente nella fascia costiera maggiormente esposta ai venti dominanti, tra gli anfratti rocciosi. Tra le specie di interesse comunitario questa è quella più diffusa e che corre minori rischi di estinzione. Vegeta in ambienti conservativi e normalmente non interessati da attività umane quali le pareti rocciose. Si tratta di una rupicola obbligata in quanto appetita dal bestiame che ne impedisce la diffusione alla base delle pareti. Al contrario, nell isola dei Cavoli è molto abbondante, probabilmente perché da parecchio tempo non vi pascola nessun tipo di bestiame e quindi questo non rappresenta punto di criticità. Il suo stato di conservazione potrebbe essere comunque alterato a causa dei continui tagli ed estirpamenti per motivi collezionistici da parte dei numerosi turisti che visitano l isola durante il periodo estivo. 2) Rouya polygama: è una specie che cresce sugli habitat del litorale. La sua presenza nel SIC non è stata confermata dai sopralluoghi effettuati sul campo ne dalla bibliografia esistente. Tuttavia si segnala che la criticità maggiore a cui questa specie è esposta è legata al degrado del suo habitat che subisce un forte impatto causato dalle attività turistiche di balneazione Valutazione per le specie animali di interesse comunitario Le minacce che possono arrecare danno alla fauna presente nel sito, vengono qui suddivise in base alle classi di appartenenza: Uccelli: Disturbo antropico, dovuto alla fruizione non regolamentata presso le aree di riproduzione dell avifauna nel periodo estivo; RE_06/360/P 21

23 Inquinamento delle aree di presenza delle specie animali di interesse conservazionistico, legato all abbandono di rifiuti; Randagismo e cani vaganti che disturbano le specie selvatiche, in particolar modo durante il periodo riproduttivo; Episodi di bracconaggio verso l avifauna presente nel sito; Incendi incontrollati; Modificazioni e trasformazioni degli habitat; Perdita o frammentazione degli habitat; Passaggio dei natanti, cattura accidentale con le reti da pesca, attività di arrampicata sportiva in prossimità dei siti di nidificazione e delle aree di falesia, per le specie legate all ambiente marino; Attività ludico sportive, in prossimità dei siti di nidificazione; Uso massiccio di pesticidi; Eccessivo traffico stradale in prossimità dei siti di nidificazione; Interazioni con altre specie (Gabbiano corso Gabbiano reale); Predazione delle uova sulle isole da parte dei ratti; Scarsa sensibilizzazione; scarsa conoscenza delle specie di interesse comunitario. Rettili: - Caretta caretta: 1) Incidenti causati dalle reti da pesca e dagli altri sistemi di pesca (ferimento causato dagli ami dei pescatori) 2) Inquinamento marino - Testudo hermanni: 1) pressione antropica 2) incendi 3) prelievi a scopo commerciale o di semplice detenzione in giardini privati. - Phyllodactylus europaeus 1) Incendi della macchia mediterranea che riducono l habitat della specie. 2) Utilizzo massiccio di pesticidi per la derattizzazione. Tale criticità è presente in particolare all Isola dei Cavoli nella quale periodicamente si eseguono campagne di derattizzazione. Mammiferi: - Myotis myotis: 1) Perdita di habitat 2) Uso di pesticidi Pesci: - Alosa fallax: RE_06/360/P 22

24 1) Depauperamento dei corpi idrici soprattutto a causa della presenza degli sbarramenti che impediscono ai riproduttori la risalita verso le aree di riproduzione 2) Inquinamento organico delle acque Invertebrati: - Mutamenti climatici; - Prelievo per scopi commerciali - Inquinamento delle acque (metalli pesanti, pesticidi, idrocarburi) La comunità faunistiche presenti all interno del SIC rappresentano una realtà biologica in continuo mutamento: è da mettere in risalto, quindi, la necessità di un monitoraggio delle specie di interesse comunitario per conoscere la consistenza delle popolazioni e lʹubicazione dei siti di riproduzione, che cambiano spesso. Come per gli habitat, così anche per le specie di interesse comunitario, gli interventi di monitoraggio saranno di fondamentale importanza per migliorare lo stato delle conoscenze delle specie e pianificare nuovi interventi di tutela in base al reale status di conservazione specifico. 2.2 Criticità presenti nelle diverse parti del SIC In breve si vogliono indicare, in maniera più puntuale, nelle diverse parti del SIC, le criticità presenti, in modo da poter poi individuare, per ciascuna di esse, gli obiettivi, le strategie e gli interventi mirati ad una salvaguardia e se necessario un ripristino, degli habitat e delle specie di interesse comunitario in esse presenti. 1. Punta Molentis: - Forte degrado del ginepreto presente ai limiti di questa spiaggia, a causa di un eccessivo disturbo antropico - Eccessiva pressione antropica sulla spiaggia, di modeste dimensioni, nei mesi estivi. - Pulitura della spiaggia, a inizio stagione, con mezzi meccanici che creano danni sugli habitat dunali - presenza di rifiuti - erosione dell arenile dovuta alla perdita della copertura vegetale 2. A monte di Punta Molentis: RE_06/360/P 23

25 - Rischio di incendi. Un incendio avvenuto negli anni passati ha determinato la perdita della vegetazione esistente, ora in lenta ripresa - Pascolo non regolamentato, a discapito di habitat e specie floristiche di interesse comunitario 3. Porto Luna: - eccessiva pressione dell edificato urbano sulla spiaggia - presenza di vegetazione alloctona - rimozione della Poseidonia spiaggiata 4. Is Traias: - Erosione dell arenile dovuta al ruscellamento delle acque superficiali - frammentazione degli habitat per la presenza di numerosi accessi alla spiaggia che li attraversano 5. Simius: - presenza di specie alloctone invasive (Acacia saligna e Carpobrotus acinaciformis) - eccessivo sollevamento di polvere a causa del numeroso traffico presente nel periodo estivo sulle strade sterrate esistenti che portano alla spiaggia, ciò determina il soffocamento della vegetazione - frammentazione degli habitat retrodunali per eccessiva frequentazione dei bagnanti a causa della mancanza di servizi igienici di servizio alla spiaggia - grave erosione della duna di Monte s Arena per eccessivo calpestio da parte dei fruitori che la utilizzano come passaggio da una parte all altra della spiaggia. - Pulitura della spiaggia, a inizio stagione, con mezzi meccanici che creano danni sugli habitat dunali 6. Serra e Morus: - presenza di specie alloctone invasive (Carpobrotus acinaciformis) - forte stato di degrado del ginepreto presente per eccessivo impatto antropico 7. Porto Giunco: - presenza di specie alloctone invasive nelle strutture ricettive che invadono gli habitat naturali RE_06/360/P 24

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