SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale
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- Tito Monti
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1 SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale QR50X - Querceto mesoxerofilo di roverella delle Alpi Superficie totale (ha): 3430 Percentuale su superficie boscata regionale (%): 0,4 Descrizione: Popolamenti a prevalenza di roverella, spesso in mescolanza con diverse latifoglie e conifere (acero opalo, castagno, pino silvestre). Cedui di medio sviluppo, spesso invecchiati, situati sui medi e bassi versanti delle Alpi. Cenosi mesoxerofile, da mesoneutrofile a calcifile. Localizzazione: Settori mesalpici delle Alpi Cozie, Marittime e Liguri. In particolare il Tipo è diffuso nelle Valli di Susa (Mompantero, Chianocco, St. Didero, Bruzolo, ecc.), Varaita (Eremo di Busca) e dalla Valle Maira fino in sinistra orografica del Tanaro. Isolati nuclei sono inoltre presenti sul Monte San Giorgio e in Valle Chiusella. Il Sottotipo con bosso delle valli cuneesi è presente nella bassa valle Maira, Grana, Stura di Demonte, Vermenagna ed a monte di Bagnasco (Valle Tanaro). Classificazione fitosociologica: Quercion pubescenti-petraeae Br. - Bl. 32 con modesta presenza di elementi dei Fagetalia Pawl. 28; Cytiso sessilifolii-quercion pubescentis Ubaldi 88 con modesta presenza di elementi dei Fagetalia Pawl. 28 e costanza di Buxus sempervirens (differenziale) Corine: s.l. Habitat Natura 2000:
2 SOTTOTIPI E VARIANTI CODICE DENOMINAZIONE SUPERFICIE (ha) QR50A var. con castagno 178 QR50B var. con latifoglie miste 392 QR50C var. con pino silvestre 115 QR50E var. con robinia QR50J soprassuolo con residui di arboricoltura da legno QR50K bosco pascolato QR50W soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici QR50Y soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati QR50Z soprassuolo distrutto da incendio QR52B st. con bosso delle Valli Cuneesi var. con latifoglie miste 5 QR52C st. con bosso delle Valli Cuneesi var. con pino silvestre 1 QR52D st. con bosso delle Valli Cuneesi var. con cerro QR52J st. con bosso delle Valli Cuneesi soprassuolo con residui di arboricoltura da legno QR52K st. con bosso delle Valli Cuneesi bosco pascolato QR52W st. con bosso delle Valli Cuneesi soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici QR52X st. con bosso delle Valli Cuneesi 1060 QR52Y st. con bosso delle Valli Cuneesi soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati QR52Z st. con bosso delle Valli Cuneesi soprassuolo distrutto da incendio Note alla variabilità: Possibili confusioni: In esposizioni intermedie è possibile la confusione con il Querceto xero-basifilo di roverella, da cui si differenzia per la significativa presenza di specie mesofile e la scarsità di specie xerofile e, talora, per la compresenza di altre latifoglie (aceri, tigli, frassino).
3 DATI DENDROMETRICI Numero di piante per ha: 1092 Area basimetrica media per ha (mq/ha): 17,6 Volume medio ad ha (mc/ha): 104,2 Diametro medio di area basimetrica media (cm): 14,3 Composizione dendrometrica: Specie Presenze (%) Volumi (%) Altre latifoglie 15,4 7,4 Castanea sativa Miller 4,8 8,8 Latifoglie mesofile 8,4 5,6 Pinus sylvestris L. 4,6 9,3 Quercus cerris L. 2,3 3,9 Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. 3,8 4,8 Quercus pubescens Willd. 58,9 58,5 Robinia pseudoacacia L. 1,4 1,3
4 DATI SELVICOLTURALI Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive: Queste cenosi occupano le stazioni più fresche dell'areale alpino della roverella; tali popolamenti sono spesso misti con diverse latifoglie e rappresentano, attualmente, il bosco di roverella delle Alpi occidentali meno lontano dalla fase matura. In assenza di interventi, la tendenza naturale, talora assai lenta, è quella verso cenosi miste con diverse latifoglie tra cui il faggio, ai limiti superiori. Ai margini dei querceti più antropizzati su substrati calcarei delle valli cuneesi, i terrazzamenti abbandonati vengono sovente invasi da Cytisus sessilifolium seguito in un secondo tempo dalla rinnovazione del bosso, della roverella e, nelle stazioni più fresche, anche del tiglio a grandi foglie, dell'acero campestre, dell'acero opalo e del carpino bianco; mentre il pino silvestre anche se solo localmente gioca un ruolo essenziale nella ricostituzione di questi querceti. Interventi da evitare: Non si evidenziano specifici interventi selvicolturali da evitare per non determinare la degradazione del Tipo e degli habitat ad esso associati, costituiti da praterie ricche di orchidee. Raccomandazioni per la difesa della biodiversità: Trattandosi di boschi relativamente stabili, spesso oggetto di ceduazioni, non si evidenziano particolari elementi suscettibili di migliorare i livelli di biodiversità o, all'opposto se alterati determinare una rapida degradazione del popolamento e degli habitat ad esso associati. In tutti i casi occorre mantenere le zone aperte in mosaico, ricche di orchidee e lasciare all'invecchiamento alcune aree più marginali. Indirizzi di intervento: Le migliori condizioni stazionali di questoi querceti rispetto ai limitrofi xero-basifili o acidofili, permettono di gestire i soprassuoli con chiari modelli selvicolturali, sia nell'ambito del governo a ceduo si a fustaia. Tenendo presente che si tratta in prevalenza di boschi di proprietà privata, è auspicabile il proseguimento del governo a ceduo per quelli ancora a regime, limitando la conversione attiva per quelli invecchiati o presenti in Aree protette. Nel caso del governo a ceduo è auspicabile adottare la tecnica della matricinatura a gruppi.
5 SPECIE PRESENTI Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell unità tipologica Nome latino Acer campestre L. Acer opulifolium Chaix Amelanchier ovalis Medicus Arabis turrita L. Asperula purpurea (L.) Ehrend. Berberis vulgaris L. Buxus sempervirens L. Campanula glomerata L. Campanula persicifolia L. Carex digitata L. Carex flacca Schreber Carex hallerana Asso Carex humilis Leyser Carpinus betulus L. Castanea sativa Miller Cephalanthera longifolia (Hudson) Fritsch Chamaecytisus hirsutus (L.) Link Clinopodium vulgare L. Cornus mas L. Cornus sanguinea L. Coronilla emerus L. Corylus avellana L. Cotoneaster nebrodensis (Guss.) C. Koch Crataegus monogyna Jacq. Cytisus sessilifolius L. Dianthus seguieri Vill. Euphorbia dulcis L. Fagus sylvatica L. Festuca heterophylla Lam. Fragaria vesca L. Fraxinus excelsior L. Galium rubrum L. Genista germanica L. Geranium sanguineum L. Hedera helix L. Hepatica nobilis Miller Juniperus communis L. Lathyrus montanus Bernh. Ligustrum vulgare L. Lonicera xylosteum L. Luzula nivea (L.) Lam. et DC. Melampyrum cristatum L. Origanum vulgare L. Phyteuma scorzonerifolium Vill. Pimpinella saxifraga L. Pinus sylvestris L. Poa nemoralis L. Polygala chamaebuxus L. Polygonatum odoratum (Miller) Druce Primula vulgaris Hudson Prunus avium L. Nome volgare Acero campestre Acero opalo Pero corvino Crespino Bosso Carpino bianco Citiso peloso Corniolo Sanguinello Dondolino Nocciolo Biancospino Citiso a foglie sessili Faggio Frassino maggiore Ginepro comune Ligustro Pino silvestre Ciliegio selvatico
6 Prunus mahaleb L. Quercus cerris L. Quercus crenata Lam. Quercus pubescens Willd. Rhamnus catharticus L. Rhamnus saxatilis Jacq. Robinia pseudoacacia L. Rosa canina L. Salvia glutinosa L. Sorbus aria (L.) Crantz Stachys officinalis (L.) Trevisan Tamus communis L. Tanacetum corymbosum (L.) Sch.-Bip. Teucrium chamaedrys L. Teucrium scorodonia L. Tilia cordata Miller Tilia platyphyllos Scop. Trifolium alpestre L. Trifolium rubens L. Viburnum lantana L. Viola hirta L. Viola riviniana Rchb. Ciliegio di S. Lucia Cerro Roverella Rosa di macchia Sorbo montano Tiglio cordato Tiglio a grandi foglie Lentaggine Aspetti fisionomici del sottobosco: Lo strato arbustivo è sovente denso ed eterogeneo; nei popolamenti più densi o chiusi possono essere presenti tappeti di edera o facies a rovi nelle stazioni più fresche. Il brachipodio forma tappeti fitti nelle radure e nei popolamenti aperti o degradati. Nelle valli cuneesi il bosso può formare facies arbustive molto fitte. Rinnovazione: Numerose latifoglie si sviluppano e si rinnovano al di sotto della copratura della roverella: acero opalo, coliegio, fassino maggiore, tiglio a grandi foglie e castagno. Anche il faggio e l'abete bianco si trovano come semenzali, ma difficilmente hanno un avvenire certo. La densa copertura non facilita la rinnovazione della roverella, se non al di sotto del pino silvestre. Specie: frassino maggiore, ciliegio selvatico, acero riccio, acero di monte, acero opalo. Note alle specie presenti:
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