SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale

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1 SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale PS60X - Pineta mesalpica acidofila di pino silvestre Superficie totale (ha): 5335 Percentuale su superficie boscata regionale (%): 0,7 Descrizione: Popolamenti di pino silvestre, puri o in mescolanza con altre conifere (larice, abete bianco, pino uncinato) e latifoglie (roverella, castagno). Fustaie monoplane, localmente biplane o, in zone rupestri, senza gestione, situate su versanti montani su substrati cristallini. Cenosi da mesoxerofile a xerofile, da mesoneutrofile a acidofile. Localizzazione: Distribuzione localizzata e frammentaria nei settori mesalpici e esalpici delle Alpi, dalla bassa Valle di Susa alla Valle Tanaro: su entrambi i versanti delle Valli di Susa (fra Borgone di Susa e Chiomonte), Chisone (Fenestrelle) e Germanasca (Salza di Pinerolo, Perrero), media valle Maira e Alta Valle Tanaro (fra Ormea e Ponte di Nava). Nuclei disgiunti si trovano in Valle Vigezzo (Santa Maria Maggiore), Valle Divedro (Trasquera) e alta Valle Cannobina. Classificazione fitosociologica: Deschampsio-Pinion Br. - Bl. 61. Corine: 42.59pp / 42.52pp Habitat Natura 2000:

2 SOTTOTIPI E VARIANTI CODICE DENOMINAZIONE SUPERFICIE (ha) PS60A var. con faggio e/ o abete bianco 688 PS60B var. con rovere e/ o roverella 545 PS60C var. con castagno 279 PS60D var. con larice 209 PS60E var. con pino uncinato PS60F var. con latifoglie miste 134 PS60J soprassuolo con residui di arboricoltura da legno PS60K bosco pascolato 26 PS60W soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici PS60Y soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati PS60Z soprassuolo distrutto da incendio 36 Note alla variabilità: Possibili confusioni: Nelle zone di transizione tra il settore endalpico e mesalpico sono possibili confusioni con la Pineta endalpica acidofila, da cui si differenzia per la presenza, talora significativa, di rovere e di faggio. DATI DENDROMETRICI Numero di piante per ha: 1032 Area basimetrica media per ha (mq/ha): 36 Volume medio ad ha (mc/ha): 230,9 Diametro medio di area basimetrica media (cm): 21,1 Composizione dendrometrica: Specie Presenze (%) Volumi (%) Altre conifere 11,8 15,5 Altre latifoglie 7,9 3,6 Castanea sativa Miller 9,9 5,8 Fagus sylvatica L. 7,3 3,9 Larix decidua Miller 3,6 5,1 Latifoglie mesofile 2,1 0,5 Picea excelsa (Lam.) Link 0,9 1,1 Pinus sylvestris L. 48,9 60,9 Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. 5,4 1,9 Quercus pubescens Willd. 2,1 1,1

3 DATI SELVICOLTURALI Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive: La dinamica evolutiva di questi popolamenti è piuttosto articolata, essendo in contatto o in mosaico con Castagneti, Faggete, Querceti di rovere e, più di rado, con Peccete (valli Ossolane) o Abetine. Le possibilità evolutive del Tipo dipendono sostanzialmente dal bilancio idrico dei suoli, che si presenta assai variabile (da xerofilo a mesoxerofilo); infatti, i popolamenti più stabili sono quelli situati su stazioni detritiche o rocciose dei versanti soleggiati, mentre popolamenti in evoluzione parziale possono essere considerati quelli situati su versanti colluviali meno asciutti, soprattutto nell'ambito di climi più freschi. Nelle Valli Susa, Chisone e Germanasca si rinvengono pinete in successione in cui si rinnovano faggio, rovere e abete bianco. Interventi da evitare: Trattandosi di cenosi transitorie, ove il pino svolge la funzione di specie preparatorie per quelle tipiche di popolamenti più stabili gli interventi da evitare sono: 1) l'apertura di ampie buche che favoriscono la rinnovazione delle conifere eliofile-pioniere se l'obiettivo gestionale è assecondare la successione evolutiva vero cenosi più stabili; 2) l'eliminazione delle latifoglie o conifere in successione se l'obiettivo gestionale è il mantenimento della pineta, come nelle stazioni semi-rupicole o con funzione di protezione diretta 3) la pressoché totale eliminazione del pino silvestre, che può ricostituire rapidamente il soprassuolo in caso di catastrofe. Raccomandazioni per la difesa della biodiversità: Cenosi eliofila pioniera, che non evidenzia particolari elementi compositivo-strutturali che, se alterati, comportano il deterioramento del Tipo e degli habitat ad esso associati. In tutti i casi è necessario mantenere radure ove sono presenti habitat particolari quali le praterie steppiche, ricche di elementi floristici ed entomofauna interessante. É importante mantenere o ricreare gli idonei livelli di mescolanza specie quali la roverella, il faggio, l'acero opalo. In caso di successione oramai avanzata verso la faggeta o il querceto misto, se si vuole mantenere una certa quota di pino silvestre occorre creare chiarie sufficientemente ampie per favorirne la rinnovazione naturale. Indirizzi di intervento: Il carattere transitorio di questi popolamenti indica a medio termine la progressiva sostituzione del pino silvestre con abete rosso e bianco alle quote superiori, roverella e faggio alle quote inferiori. La persistenza del pino è possibile solo con l'apertura di ampie buche. Nei popolamenti produttivi sono da prevedere tagli successivi adattati con asporto di non meno del 60% della massa al taglio di sementazione, connesso con l'apertura di piccole buche. Nella variante con pino uncinato tagli a buche con l'obiettivo di creare un mosaico di popolamenti in cui la presenza del pino silvestre o uncinato sono fasi che si alternano reciprocamente. Per le altre var. occorre fare riferimento a quanto indicato per la Pineta endalpica mesoxerofila.

4 SPECIE PRESENTI Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell unità tipologica Nome latino Abies alba Miller Agrostis tenuis Sibth. Amelanchier ovalis Medicus Anthericum liliago L. Avenella flexuosa (L.) Parl. Betula pendula Roth Calamagrostis arundinacea (L.) Roth Calluna vulgaris (L.) Hull Carex humilis Leyser Carex pilulifera L. Castanea sativa Miller Chamaecytisus hirsutus (L.) Link Cytisus scoparius (L.) Link Dianthus seguieri Vill. Erica carnea L. Erythronium dens-canis L. Fagus sylvatica L. Festuca acuminata Gaudin Festuca curvula Gaudin Festuca heterophylla Lam. Frangula alnus Miller Genista germanica L. Genista pilosa L. Genista tinctoria L. Hieracium pilosella L. Juniperus communis L. Larix decidua Miller Lathyrus montanus Bernh. Lembotropis nigricans (L.) Griseb. Luzula nivea (L.) Lam. et DC. Luzula pedemontana Boiss. et Reuter Melampyrum pratense L. Minuartia laricifolia (L.) Sch. et Th. Molinia arundinacea Schrank Physospermum cornubiense (L.) DC. Phyteuma betonicifolium Vill. Phyteuma scorzonerifolium Vill. Picea excelsa (Lam.) Link Pinus sylvestris L. Pinus uncinata Miller Plantago serpentina All. Polygala chamaebuxus L. Polypodium vulgare L. Potentilla erecta (L.) Rauschel Prenanthes purpurea L. Pteridium aquilinum (L.) Kuhn Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Quercus pubescens Willd. Rhododendron ferrugineum L. Rosa gallica L. Rubus idaeus L. Nome volgare Abete bianco Pero corvino Betulla Citiso peloso Ginestra dei carbonai Faggio Frangola Ginepro comune Larice Abete rosso Pino silvestre Pino uncinato Rovere Roverella

5 Saponaria ocymoides L. Sempervivum tectorum L. Silene nutans L. Solidago virgaurea L. Sorbus aria (L.) Crantz Sorbus aucuparia L. Stachys officinalis (L.) Trevisan Teucrium scorodonia L. Vaccinium myrtillus L. Vaccinium vitis-idaea L. Valeriana tripteris L. Veronica officinalis L. Viola riviniana Rchb. Sorbo montano Sorbo degli uccellatori Aspetti fisionomici del sottobosco: Il sottobosco è variabile in funzione delle dinamiche in atto e delle fasi di sviluppo del popolamento; lo strato arbustivo vero e proprio é solitamente poco sviluppato. Tra le specie presenti nel sottobosco sono frequenti facies a graminoidi, a Pteridium aquilinum o Calluna vulgaris, nelle stazioni rupestri. Le facies a Vaccinium myrtillus sono presenti soprattutto nel Piemonte settentrionale. Rinnovazione: Diffusa rinnovazione di abete bianco, più raramente faggio e, alle quote inferiori, rovere. Nelle valli Ossolane, all'abete bianco, si sostiuisce l'abete rosso. Nelle attuali condizioni evolutivocolturali il pino silvestre trova le idonee condizioni per la rinnovazione solo ai margini e nelle radure. Specie: abete bianco, faggio, castagno, abete rosso, rovere, sorbo montano, betulla, frassino maggiore, acero di monte. Note alle specie presenti:

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