SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale

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Tommasina Romani
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SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale QV20X - Querco-tiglieto Superficie totale (ha): 2074 Percentuale su superficie boscata regionale (%): 0,3

1 SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale QV20X - Querco-tiglieto Superficie totale (ha): 2074 Percentuale su superficie boscata regionale (%): 0,3 Descrizione: Popolamenti misti di rovere e tiglio cordato, talvolta in mescolanza con altre latifoglie. Fustaie sopra ceduo, boschi senza gestione per condizionamenti stazionali o, più localmente fustaie, situate in prevalenza su substrati acidi in impluvi e bassi versanti montani. Cenosi da mesofile a mesoxerofile, talora debolmente acidofile. Localizzazione: Distribuzione localizzata in nuclei di modesta superficie dalle Alpi Lepontine (Valle Cannobina, Antrona e Sesia) alle Graie, secondariamente nelle Valli Pellice, Po, Varaita e Stura di Demonte. Classificazione fitosociologica: Quercetalia robori-petraeae Br. - Bl. 32 Corine: / Habitat Natura 2000: CODICE DENOMINAZIONE HABITAT N * Boschi di tiglio, frassino e acero di monte di ghiaioni e d impluvio NOTE in presenza di tiglio cordato o forme più mesofile del tipo

2 SOTTOTIPI E VARIANTI CODICE DENOMINAZIONE SUPERFICIE (ha) QV20A var. con castagno 1319 QV20B var. con acero di monte 66 QV20C var. a tiglio cordato 148 QV20D var. con picea 4 QV20J soprassuolo con residui di arboricoltura da legno QV20K bosco pascolato QV20W soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici QV20Y soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati QV20Z soprassuolo distrutto da incendio 5 Note alla variabilità: Possibili confusioni: Sono frequenti le confusioni con il Querceto di rovere a Teucrium scorodonia, da cui si differenzia per la maggior presenza di specie mesofile. La var. a tiglio cordato può essere confusa con le analoghe dell'acero-tiglio-frassineto di forra, che però è presente solo in valloni ed impluvi umidi e dell'acero-tiglio-frassineto d'invasione, presente solo su prato-pascoli e coltivi abbandonati. DATI DENDROMETRICI Numero di piante per ha: 1021 Area basimetrica media per ha (mq/ha): 26,9 Volume medio ad ha (mc/ha): 203,3 Diametro medio di area basimetrica media (cm): 18,3 Composizione dendrometrica: Specie Presenze (%) Volumi (%) Altre latifoglie 13,0 7,8 Altre querce 1,7 3,6 Castanea sativa Miller 8,2 9,3 Fagus sylvatica L. 3,8 4,9 Latifoglie mesofile 14,6 9,1 Pinus sylvestris L. 2,8 6,5 Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. 38,1 36,0 Tilia cordata Miller 17,4 22,5 Tilia platyphyllos Scop. 17,4 22,5

3 DATI SELVICOLTURALI Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive: Questo Tipo risulta stabile solo nelle stazioni semi-rupestri, a forte presenza di rovere; la maggior parte dei popolamenti, all'opposto, sono piuttosto instabili da un punto di vista dinamico e nel medio e lungo periodo potrebbero essere interessati da una alternanza di specie; tale instabilità é dovuta alla variabilità stazionale, oltre che al temperamento delle specie presenti (fattore importante specialmente in occasione di stagioni siccitose che possono portare a deperimenti sulle specie più mesofile). Questo Tipo può, tuttavia, riguadagnare spazi nei castagneti abbandonati e sui terrazzamenti un tempo coltivati. Interventi da evitare: Trattandosi di cenosi assai sporadiche e relitte, tenuto conto della difficoltà di rinnovazione per le specie climaciche, è da evitare il prelievo delle riserve di rovere e, in genere, di tutti i soggetti con diametri superiori a 35 cm al fine di non compromettere la rinnovazione del soprassuolo e l'invasione di specie secondarie o la trasformazione in popolamenti di latifoglie mesofile. Sono, inoltre, da evitare tagli eccessivamente pesanti in zone di transizione con cenosi antropogene a prevalenza di robinia. Raccomandazioni per la difesa della biodiversità: 1) Mantenere elevato e migliorare la mescolanza specifica, attualmente compormessa per le difficoltà di rinnovazione di alcune specie. 2) Adattare il tipo di intervento alle condizioni stazionali ed al tipo di mescolanza specifica, in modo particolare i rapporti dimensionali fra le buche e le specie che si intende favorire: aperture di maggiori dimensioni favoriscono la rovere, quelle più piccole le latifoglie mesofile. 3) Mantenenere non meno di 3-5 alberi ad ettaro morti in piedi,a quali habitat favorevoli per la vita di numerosi organismi. 4) Non asportare gli arbusti. Indirizzi di intervento: Tenuto conto delle caratteristiche stazionali in cui questi popolamenti si sviluppano, non si prevedono, in generale, interventi selvicolturali; questi andranno limitati alle stazioni con maggiore fertilità e di più facile accessibilità, lasciando la maggiorparte dei casi all'evoluzione controllata. In tutti i casi l'obietti gestionale è la progressiva conversione a fustaia, lasciando la gestione a ceduo solo per i popolamenti con funzioni di protezione diretta e con abbondante presenza di castagno. La futura gestione delle fustaia dovrà essere realizzata tramite tagli a scelta a gruppi.

4 SPECIE PRESENTI Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell unità tipologica Nome latino Acer campestre L. Acer pseudoplatanus L. Adenophora liliifolia (L.) DC. Aegopodium podagraria L. Anemone nemorosa L. Arabis turrita L. Aruncus dioicus (Walter) Fernald Asplenium adiantum-nigrum L. Astrantia major L. Athyrium filix-foemina (L.) Roth Calamagrostis arundinacea (L.) Roth Campanula trachelium L. Carex digitata L. Carpinus betulus L. Castanea sativa Miller Celtis australis L. Chamaecytisus hirsutus (L.) Link Clinopodium vulgare L. Convallaria majalis L. Corylus avellana L. Crataegus monogyna Jacq. Cruciata glabra (L.) Ehrend. Cytisus scoparius (L.) Link Daphne mezereum L. Dryopteris affinis (Lowe) Fr.-Jenk. Dryopteris filix-mas (L.) Schott Euonymus europaeus L. Euonymus latifolius (L.) Miller Euphorbia dulcis L. Festuca heterophylla Lam. Fraxinus excelsior L. Galeopsis tetrahit L. Galium sylvaticum L. Geranium nodosum L. Geranium sylvaticum L. Hedera helix L. Hepatica nobilis Miller Hypericum montanum L. Ilex aquifolium L. Laburnum anagyroides Medicus Lathyrus montanus Bernh. Lembotropis nigricans (L.) Griseb. Luzula nivea (L.) Lam. et DC. Luzula pilosa (L.) Willd. Melampyrum pratense L. Molinia arundinacea Schrank Mycelis muralis (L.) Dumort. Oxalis acetosella L. Phyteuma betonicifolium Vill. Phyteuma ovatum Honck. Poa nemoralis L. Nome volgare Acero campestre Acero di monte Carpino bianco Bagolaro Citiso peloso Nocciolo Biancospino Ginestra dei carbonai Fusaggine Frassino maggiore Agrifoglio Maggiondolo comune

5 Polygonatum odoratum (Miller) Druce Primula vulgaris Hudson Prunus avium L. Pteridium aquilinum (L.) Kuhn Pulmonaria officinalis L. Pulmonaria saccharata Miller Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Quercus robur L. Rosa montana Chaix Salvia glutinosa L. Senecio fuchsii Gmelin Silene nutans L. Solidago virgaurea L. Sorbus aria (L.) Crantz Sorbus aucuparia L. Stachys officinalis (L.) Trevisan Symphytum tuberosum L. Tamus communis L. Teucrium chamaedrys L. Tilia cordata Miller Tilia platyphyllos Scop. Ulmus glabra Hudson Vaccinium myrtillus L. Veronica urticifolia Jacq. Viola hirta L. Viola odorata L. Viola reichenbachiana Jordan ex Boreau Viola riviniana Rchb. Ciliegio selvatico Rovere Sorbo montano Sorbo degli uccellatori Tiglio cordato Tiglio a grandi foglie Olmo montano Aspetti fisionomici del sottobosco: Lo strato arbustivo é normalmente poco strutturato, mentre quello erbaceo presenta un mosaico di elementi graminoidi e dei lamineti sciafilo ed emisciafilo; in tutti i casi, non vi sono facies fisionomicamente predominanti. Rinnovazione: Molto abbondante è la rinnovazione di tiglio cordato, acero di monte e frassino maggiore, secondariamente rovere. Nelle valli Ossolane si ha anche la presenza dell'abete rosso. Specie: tiglio cordato, acero di monte, frassino maggiore, rovere, ciliegio, abete rosso. Note alle specie presenti:

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